presenta IL MITO NELL`ARTE Il caso del vaso François

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presenta IL MITO NELL`ARTE Il caso del vaso François
IL GRUPPO
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IL MITO NELL’ARTE
Il caso del vaso François
▪ Il mito, valore e significato
Affrontando il discorso del mito nell'arte pare opportuno in primo luogo chiarire il concetto stesso
di mito. I miti sono racconti tradizionali che si riferiscono alla preistoria, affrontando l'argomento
delle questioni e dei valori fondamentali della società.
Il mito copre un arco cronologico che va dall'origine del mondo alle generazioni degli dei fino ai
grandi eroi della protostoria.
È interessante sottolineare come la maggior parte dei racconti mitologici diffusi nel mondo antico
siano di origine greca: i romani hanno quasi completamento ripreso questo sistema, integrandolo
con le proprie tradizioni locali e con modifiche ideali, attuando quella che viene chiamata
rifunzionalizzazione del mito.
Nel nostro percorso tenteremo di comprendere le ragioni che hanno spinto artisti, scrittori e poeti a
inserire il mito all’interno delle loro produzioni: non è infatti possibile ipotizzare che questa scelta
sia semplicemente dettata da ragioni estetiche (nelle arti figurative) o dalla volontà di fare esercizio
di scrittura e narrazione (nelle opere letterarie).
▪ Il mito e la storiografia: Erodoto e Tucidide
Va innanzitutto sottolineato come il mito sia davvero onnipresente nelle produzioni artistiche del
mondo antico, anche in quelle in cui, secondo la moderna concezione della disciplina, non sarebbe
affatto necessario.
Caso esemplare è la storiografia: per parlare di questa disciplina è naturale rivolgersi a Erodoto e
Tucidide.
Erodoto, attivo nel V sec. a.C. è l’autore delle Storie, in cui si narrano le guerre che hanno coinvolto
le poleis greche e l’impero persiano. L’autore segue come principio del suo lavoro quello di
scrivere solo ciò che è soggetto al suo controllo personale, quello di cui ha avuto esperienza, o
quello di cui ha avuto notizia parlando con i testimoni da lui ritenuti più attendibili. In un certo
senso Erodoto spalanca le porte alla storiografia moderna, ma, nonostante la sua ricerca di rigore,
non può evitare di inserire il mito nella narrazione. Infatti l’elemento favoloso, paradossale e
sopvrannaturale trova ampio spazio nelle Storie e l’autore non si sente sistematicamente obbligato a
negare fede in tali credenze. Si veda come esempio l’incipit dell’opera, in cui l’autore, nel cercare
un casus belli plausibile per le guerre persiane racconta di Io e di Europa, di Elena e di Medea.
Tucidide, la cui esistenza si colloca immediatamente dopo quella di Erodoto, tenta una strada
diversa rispetto a quella del suo predecessore. Per redarre la sua opera La guerra del Peloponneso
l’autore si avvale solamente di fonti scritte, poiché sono le uniche che ritiene attendibili. Ma anche
in questo caso, dove il rigore scientifico aumenta e il metodo si avvicina a quello della storiografia
moderna, troviamo il mito. In particolarre lo abbiamo all’inizio, nella parte del testo tucidideo
definita Archeologia (nel senso più etimologico del termine). Si vedano al proposito: I,3 e I,3,3.
▪ Le rappresentazioni figurate del mito, la ceramica dipinta
L'arte greca figurata diede ampliamente forma al mito e fu, per tutto il suo corso, lo specchio più
significativo del valore del mito nella vita dei Greci.
La rappresentazione figurata del mito si colloca indicativamente a partire dalla fine dell' VIII secolo
a.C. : questo fatto è stato messo in relazione con la diffusione della grande poesia epica, anche se i
temi tratti dai poemi omerici sono presenti nella produzione vascolare a partire dal secondo quarto
del VII a.C. (si tratta comunque di temi considerati minoritari dai ceramografi).
Interessante notare come il repertorio mitologico compaia sui vasi in un momento cruciale per la
storia greca, cioè nel periodo della nascita della polis.
Il mito diviene elemento aggregante per le nuove collettività poiché ricorda un passato comune
avvertito come storico e dunque diviene fonte di identità culturale.
Ecco allora che le rappresentazioni hanno certamente carattere narrativo, dal momento che
raccontano una storia, ma hanno soprattutto valenza politica, nel senso più etimologico del termine
(cioè della polis).
Ovviamente le rappresentazioni mitologiche non sono solamente vascolari, ma queste sono
certamente quelle più documentate (si hanno circa 300.000 esemplari).
Inoltre le forme vascolari sono facilmente databili (sulla base di confronti) e questo ci permette di
cogliere l'uso dinamico che viene fatto di un determinato mito, contestualizzandolo nella storia.
▪ Il vaso François
Per affrontare in modo dettagliato il problema del mito si è scelto di considerare un’opera unica nel
suo genere: il vaso François (dal nome di chi lo scoprì a cavallo tra 1844 e 1845 nella necropoli di
Chiusi, in Etruria).
Questo manufatto è particolare per svariati motivi: in primo luogo per le sue grandi dimensioni,
altezza 66 cm; diametro 70 cm, in secondo luogo per la sua forma, per la quale è molto difficile
trovare confronti (solo nelle produzioni attiche ci possiam trovare in questa circostanza, in Attica
infatti vengono prodotti pezzi unici).
Anche la modalità decorativa, a registri sovrapposti, è piuttosto singolare e trova un raffronto
solamente nell’Olpe Chigi (manufatto del tardo protocorinzio, 640 a.C. circa, rinvenuto in Etruria,
in una necropoli vicino a Veio).
L'opera è molto studiata, la bibliografia al riguardo è sterminata.
Affrontando l’analisi di questo manufatto il primo problema che si pone è quello di comprendere il
programma figurativo, cioè andare a capire il nesso (se c'è) tra le immagini presenti.
Qualcuno ha ipotizzato che siamo dinanzi a un caso di “gioia primitiva del racconto”, in cui cioè si
accostano vari miti, quasi a costituire un'antologia, con fine pedagogici.
Dobbiamo però riflettere su un dato: quando i poeti nei loro racconti inseriscono un episodio mitico
non lo fanno mai per gusto narrativo fine a se stesso; quindi perché dovrebbe essere una scelta
casuale per i pittori?
E’ altamente probabile che il programma e i miti in esso contenuti siano strettamente correlati.
La committenza
Dietro ad opere di tale valore va ricercata una committenza elevata (quella che a livello letterario si
esprimeva con la grande poesia lirica o epica), ma anche gli stessi artigiani attivi in questo preciso
momento storico erano di condizioni sociali tutt'altro che modeste e di livello intellettuale adeguato,
non troppo lontano da quello della stessa committenza.
Va sottolineato che la situazione è totalmente differente in epoca ellenistica, quando l’artigiano è
effettivamente uno che lavora con le mani (ecco che in questo momento storico fare l’artigiano è
considerato un lavoro di basso profilo sociale).
Dunque è plausibile pensare che il committente del cratere in questione sia un esponente dei ceti più
elevati di Atene, prima che questo finisca in Etruria nella mani di un personaggio di cultura
sicuramente elevata, in parte differente, ma accomunata da elementi della cultura ellenica, spesso
acquisiti a fini di potere.
L'autore Kleitias, di cui conosciamo il nome poiché il vaso è firmato (situazione rarissima), conosce
bene il mondo della committenza e ne condivide i valori, per loro organizza un programma molto
complesso, tenendo conto della gerarchia delle varie parti e dell'intreccio tra queste e i vari
messaggi mitici.
Episodi e personaggi mitologici presenti sul vaso Franҫois
Lato A (Achille)
Lato B (Teseo)
Significato
Caccia al cinghiale Calidonio
Sbarco di Teseo a Delo
Iniziazione giovanile
Corsa dei carri al funerale di
Patroclo (tra ἂριστοι)
Centauromachia di Teseo
(eroe vs anomie)
ἆθλον (contesa)
spalla
Nozze di Peleo e Teti
Nozze di Peleo e Teti
matrimonio
ventre
Agguato di Achille a Troilo
Ritorno di Efesto all’Olimpo
Funzione gnomica
Sfingi e lotta di animali
Grifi e lotta di animali
collo
piede
Confini del mondo
Geranomachia (gru vs pigmei)
Geranomachia (gru vs pigmei)
Anse:
Gorgone
Achille trasporta il corpo di Aiace
Potnia
Limite simbolico del mondo
Punizione divina per la tracotanza
Signora dell’ ἐσχἂτιά (limite estremo)
a cura di:
Dott.ssa Alessandra Lina
per info: [email protected]
SUGGERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
• Boardman John (a cura di), Storia Oxford dell’arte classica, Editori Laterza, Osteria Grande (BO)
2005.
• Grimal Pierre, Mitologia – Le garzantine, Garzanti, Cernusco sul Naviglio (MI), 1999.
• Torelli Mario, Le strategia di Klieitias, Electa, Verona, 2002.
• Vernant Jean-Pierre, Mito e società nell’antica Grecia, Einaudi, Torino, 1981.