Pointbreak Magazine 3_2014

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Pointbreak Magazine 3_2014
magazine
anno 11 / n.3 / 2014
Editore Sport Press S.r.l. - Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) Tel. +39 0362.600469 - Fax 0362.600616 - e-mail: [email protected] - Direttore responsabile: Angelo Frigerio. Periodico mensile.
Registrazione al Trib. di Milano n. 540 del 19 luglio 2004 - Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 - Conv. in Legge 46/2004 - Art.1 Comma 1 LO/MI - Stampa: Ingraph - Seregno (MB).
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magazine
Periodico B2B del settore boardsport & action sport
anno 11 / n.3 / 2014
18-25
FOCUS WATERSPORT
SUP più facile
anche sulle onde
SURF - In viaggio da Huntington Beach a Oceanside
Livin’ the dream
Michi Schweiger, brand manager
di Naish SUP, ci parla
della Hokua X32 LE Series
UnO sguardo al panorama
italiano con Benni Bozano
INTERVISTA DOPPIA - Baglione e Tartaglini
The Wave
“atterra” in Italia
10
TRENDS
Focus sul trike drifting, una delle
discipline più originali degli ultimi tempi
brand profile
12-13
Kryptonics:
wheel
addicted
Ciao mamma guarda
come mi diverto (con Slike)
focus on
14
Evoluzione e rivoluzione
delle ruote da skateboarding
16-17
17
• A scuola di skate
• Una nuova famiglia
per FlowRider
Il “mondo” del freeride
a raccolta a Madesimo
[email protected] / www.pointbreakmag.it
Il Bràulio Vertical Tour
chiude l’inverno sul Tonale
Editoriale
a cura di Benedetto Sironi
Il ruolo dei negozi fisici
in una società
sempre più digitale
Fino a qualche anno fa non era poi così facile immaginare come,
quando e quanto il crescente fenomeno della digitalizzazione
avrebbe cambiato la nostra vita. Ora ne sappiamo certamente di
più e siamo tutti (chi più, chi meno) coscienti di quanta influenza
ha e avrà sulle attività umane. Comprese quelle che regolano il
mercato dello sport. Detto questo, è opportuno non generalizzare, semplificare o banalizzare la realtà. Ogni settore ha le sue
peculiarità e vale la pena analizzarle con profondità e attenzione,
come cerchiamo sempre di fare sulle pagine di Pointbreak Magazine. Torniamo quindi a parlare, ad esempio, del ruolo dei negozi
fisici in una società per l’appunto sempre più “digitale”. Partendo
da due considerazioni, supportate da alcuni dati.
La prima riguarda il mercato italiano dell’e-commerce: in crescita costante, nel 2013 ha fatturato 22,3 miliardi di euro (+6% sul
2012, per la prima volta negli ultimi 10 anni l’incremento non è
stato a due cifre). Dati però ancora molto distanti dai livelli europei. Addirittura l’Italia sarebbe al 25° posto su 28 Paesi, prima
di Grecia, Bulgaria e Romania. La percentuale di fatturato delle
imprese italiane dalle vendite online è del 6%, contro una media
europea del 15%. E solo il 6% delle imprese italiane vende online
(media UE 16%). Infine, solo il 17% degli italiani ha fatto almeno
un acquisto sul web, contro il 74% degli svedesi (media europea
44%).
Il secondo spunto di riflessione riguarda gli USA, che monitoriamo
con attenzione grazie alla nostra redazione in California, nel bel
mezzo dalla Silicon Valley. Anche qui naturalmente l’e-commerce
cresce (231 miliardi di dollari nel 2013, +18% in media negli ultimi
10 anni). Tuttavia non sono diminuiti da parte delle aziende, comprese quelle più “digital oriented”, gli investimenti in punti vendita
fisici. In svariati settori semmai si cerca di “mixare” la profondità e
l’efficacia dei propri strumenti di vendita online con l’insostituibile
livello di interazione “faccia a faccia” che i punti vendita fisici
garantiscono. L’IBM ha di recente elaborato alcune previsioni su
come la innovazioni tecnologiche cambieranno le nostre vite nei
prossimi 5 anni. Ebbene, una di queste sostiene nientemeno che
le vendite di prossimità (local) in negozi fisici sono destinate a
crescere, a scapito in alcuni casi di quelle online. L’azienda inoltre si dice convinta che innovazioni come la realtà aumentata o
le wearable technologies (tecnologie “indossabili”) possano garantire ai consumatori esperienze di acquisto molto più ricche e
soddisfacenti proprio all’interno dei punti vendita.
Insomma, per entrambe le motivazioni di cui sopra credo possiate convenire con me: i negozi fisici sono e continueranno a rimanere fondamentali, almeno per una buona parte di consumatori.
Questo vale per l’Italia vista anche la particolare situazione di
“ritardo” che abbiamo evidenziato. Ma è una considerazione più
generale e che riguarda - come abbiamo detto - anche mercati
più “avanzati”. Ormai le vendite fisiche e quelle online tendono
a non essere più considerate in competizione. Possono essere
semmai complementari e offrire nuove opportunità di business
non solo alle aziende ma anche ai punti vendita tradizionali. A
patto naturalmente che questi ultimi sappiano cogliere le nuove sfide, rinnovarsi, rivedere le proprie convinzioni, reimpostare
il modello di business, rimettersi in gioco. Fuori e dentro il web.
Questo potrebbe permettere non solo di non perdere clienti, ma
di raggiungerne anche molti altri nuovi. Ai quali prima, magari,
neppure si pensava.
magazine
Editore: Sport Press Srl
Direttore Responsabile: Angelo Frigerio Direttore Editoriale: Riccardo Colletti
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Press S.r.l. Responsabile dati: Riccardo Colletti.
Chiuso in redazione il 20 maggio 2014
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Pointbreak Magazine 3 / 2014
primo piano
California Sport: sono ora 9 i brand distribuiti California Sport (già distributrice per l’Italia di DC, Protest e Majestic) aggiunge al suo portafoglio sei nuovi brand.
Tra essi anche NY Footwear, che per la prima volta approda nel nostro mercato. Le altre cinque realtà (Capita,
Union, Spy, Coal e Fallen) sono il risultato di un’operazione di razionalizzazione delle operazioni che prevede l’accorpamento dei brand prima commercializzati dalla consociata A4 Distribution. Con l’ingresso dei nuovi marchi le
attività di California Sport abbracciano nuovi sport: football americano, baseball, hockey su ghiaccio e freeski.
Essi vanno ad affiancare alla storica presenza in skate, snowboard, surf, wakeboard, motocross e FMX. Continua
inoltre a crescere l’impegno della società sul fronte musicale, con le recenti aggiunte nel proprio roster di artisti
quali Vanilla Sky, Linea 77, Sangue Mostro, Capeccappa, Anagogia, If I Die Today e Razihel. Per comunicare
al meglio la sua nuova struttura, l’azienda ha completamente rinnovato il sito internet che dedica ora ampi spazi
a tutte le discipline sportive supportate.
www.californiasport.info
Il norvegese Active Brands acquisisce Sweet Protection
Il produttore di caschi e attrezzatura protettiva per sci, snowboard, watersport e mountain bike Sweet
Protection è entrato a far parte della famiglia Active Brands. Il gruppo attualmente è proprietario di diversi marchi sportivi norvegesi quali Bjørn Dæhlie, Kari Traa, Åsnes e Vossatassar. Inoltre distribuisce Bula
e Rode sempre in Norvegia. Nel 2013 il gruppo Active Brands, controllato per il 70% da Holta Invest, ha
registrato vendite per 41 milioni di euro. A questa cifra si aggiungerà ora quella proveniente da Sweet
Protection che lo scorso anno ha visto crescere le sue vendite del 25% fino a quota 7,8 milioni di euro.
Grande attesa per il ritorno delle action cam Contour
Contour, pioniere nel mercato delle videocamere action sport, torna operativo dopo un anno di stop. Durante
questa pausa l’azienda ha cambiato proprietà, ha superato una ristrutturazione finanziaria, ha riorganizzato i
suoi programmi e ha costruito una base per una vasta distribuzione che le consentirà di riconquistare quote di
mercato. Il nuovo ceo è Danny Lysenko, che in precedenza ha gestito le operazioni di vendita a livello mondiale
per Apple. Già nei prossimi mesi Contour presenterà al mercato nuovi prodotti caratterizzati dallo stile all’avanguardia che in passato gli ha garantito una posizione di leadership per oltre un decennio. In particolare le nuove
camere garantiranno chiarezza digitale e facilità d’uso proponendo una serie di tecnologie tra cui lenti rotanti
a 270o e un sistema di allineamento laser. Il ritorno del marchio sul mercato è accompagnato dal rilancio del suo
sito internet. Il mercato italiano sarà servito da BGM (www.bgm-international.com) congiuntamente a Francia,
Germania, Austria, BeNe Lux, Svizzera e Paesi Bassi.
www.contour.com
I nuovi Google Glass avranno la firma di Luxottica
Google ha firmato un accordo con Luxottica, proprietaria tra gli altri di Oakley e Ray-Ban, che in un primo
momento avrà effetti solo negli Stati Uniti. La collaborazione si tradurrà nella creazione di occhiali arricchiti della
“wearable technology” Google. Oakley e Ray-Ban, con alle spalle oltre 10 anni di esperienza, contribuiranno
alla produzione di questo nuovo eyewear per il marchio Google Glass. Il primo step prevede la
creazione di un team di esperti che lavoreranno al design, allo sviluppo e alla produzione dei nuovi
occhiali ridisegnando il confine tra fashion, lifestyle e tecnologia innovativa. Andrea Guerra, ceo
di Luxottica, ha dichiarato: “Crediamo che una partnership strategica con un player di mercato
quale Google possa essere una piattaforma ideale per sviluppare nuove proposte nel nostro settore e per
rispondere alle nuove necessità dei consumatori”. La prima collezione frutto di questo accordo combinerà la più
innovativa tecnologia con un design all’avanguardia a garanzia di stile, qualità e performance. Maggiori dettagli
su questa nuova generazione di occhiali saranno resi noti solo in un secondo momento.
Athena spa distributore ufficiale per l’Italia di Sp Gadgets
Athena Spa è il nuovo distributore esclusivo per l’Italia
nei settori consumer electronic, fotografia e online di SP
Gadgets, brand austriaco specializzato nella produzione di
accessori e strumenti di supporto per le action-cam GoPro,
anch’esse distribuite da Athena. SP Gadgets propone una
gamma completa di aste di diverse misure e caratteristiche
che permettono di agganciare in modo ottimale la
camera su un perno rotante, per filmati e riprese da punti
di vista e angolazioni impensabili. I supporti SP Gadgets
sono inoltre ideali per chi pratica sport acquatici, essendo
dotati di specifici compartimenti stagni e completamente
waterproof. Tra i prodotti presenti in catalogo le aste
telescopiche Sp Pove Remote con testa rotante a 360O, la
barra telescopica Sp Pov Dive Buoy in grado di mantenere
a galla la camera in caso di caduta in acqua, o ancora
la serie di custodie protettive Case con scomparti specifici
per alloggiare in tutta sicurezza e ordine la GoPro e i relativi
accessori.
www.athenaevolution.com
news
people
Un nuovo global chief operating officer per Billabong
Olivier Richard è direttore marketing e vendite per Electric
La nomina è stata annunciata dal CEO Neil Fiske: Jeff
Streader è il nuovo global chief operating officer per
Billabong. “La profonda esperienza di Jeff nel ciclo di
approvvigionamento e nelle operazioni globali ci aiuterà
a costruire le piattaforme mondiali che ci occorrono per
velocizzare il nostro mercato, migliorare la rotazione d’inventario e i margini”, ha spiegato Neil. “Jeff inoltre supervisionerà le piattaforme informative ed e-commmerce”.
Streader vanta una grande esperienza e ha ricoperto
ruoli importanti in Guess?, Kellwood, VF Corporation, Fasturn e Oxford Industries. Di recente inoltre è stato partner operativo in Marlin Equity, per il quale ha seguito il marchio Neff, di proprietà del
gruppo di investimento. “Sono assolutamente entusiasta”, ha commentato Jeff, “di
poter lavorare assieme a Neil e il suo team in uno dei più importanti brand nell’action
sport. Ho grandi aspettative sul nostro successo”.
Olivier Richard è stato nominato
EMEA sales & marketing director per
Electric. Anthony Cazottes, general
manager della società, ha così commentato la new entry: “Avere nel nostro staff un talento come Olivier segna
un capitolo importante nell’evoluzione
di Electric. La sua grande esperienza
nelle vendite e nel marketing ci aiuterà
a rafforzare le partnership con clienti,
forza vendite e distributori”. Olivier ha alle spalle oltre 20 anni di esperienza. In passato ha
lavorato come sales & marketing manager per Peak Performance, come consulente per lo
sviluppo della forza vendite e per la brand strategy per vari marchi fashion e sportivi e, più
di recente, ha gestito le vendite di softgoods per Rossignol.
Fara Howard in Vans come global vp marketing
Il presidente di Vans Kevin Bailey ha annunciato l’ingresso di Fara Howard in azienda nel nuovo ruolo di
vice presidente globale per il marketing, in sostituizione
di Doug Palladini (promosso a vice presidente e general manager). Fara ha lavorato precedentemente con
successo in Dell ricoprendo diversi ruoli di rilievo nel
product management e nell’e-commerce. Ora invece
dovrà guidare le strategie marketing a livello mondiale
del marchio. “Sono onorata di far parte di questo brand
così autentico e ben radicato. Ho sempre ammirato
Vans per la sua identità e originalità”, ha dichiarato la
Howard.
Vicky Vasil nominata brand manager per Nikita e Bonfire
Nikita Clothing e Bonfire Snowboarding hanno annunciato
l’ingresso di Vicky Vasil in qualità di brand manager. Vicky
ora lavorerà nella sede di Portland, nell’Oregon, guidando
le strategie marketing per i mercati EMEA e Nord America
dei due marchi, con particolare attenzione allo sviluppo
di Nikita. Prima di approdare in Nikita e Bonfire dirigeva
il team marketing di un’agenzia digitale, mentre prima ancora è stata direttore marketing della Board Retailers Association e ha ricoperto diversi altri ruoli nel settore action
sports e retail. “Vicky sarà un membro appassionato ed
essenziale del nostro team”, ha dichiarato Frank Aeschbacher, vicepresidente di Nikita e Bonfire. “La sua grande
esperienza le fornisce una prospettiva a 360o che sarà importante per la crescita e l’evoluzione dei brand”.
Addio a Quiksilver e nuovo progetto per Kelly Slater
Quiksilver e il campione mondiale di surf Kelly
Slater hanno annunciato la fine della loro collaborazione con effetto dal 1° aprile 2014. Si
tratta di uno dei connubi di maggior successo
nel mondo del surf: durante i 23 anni supportati da Quiksilver, Kelly Slater ha ottenuto ben
11 titoli mondiali ASP e numerose vittorie nel
World Champion Tour. Inoltre ha sviluppato diversi progetti collaborativi per linee di capi del
marchio. “Kelly è stato membro della famiglia
Quiksilver per oltre 20 anni. È stato incredibile
vederlo sin dagli inizi della sua carriera come
un giovane surfista con un grande potenziale
fino a diventare l’11 volte Campione del Mondo che è oggi. Da qui gli inviamo i nostri migliori auguri per questa nuova tappa della sua
carriera professionale”, ha raccontato il presidente esecutivo Bob McKnight. Il
contributo di Slater sarà presente tuttavia anche nella prossima collaborazione
di Quiksilver con Repreve Fabrics, che mette in evidenzia l’impegno dell’azienda
nell’uso di materiali riciclati. Ora Kelly è avviato nella creazione di un proprio brand
in partnership con The Kering Group.
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Il veterano Bill Bettencourt è general manager RVCA
Il CEO Billabong Neil Fiske ha nominato Bill Bettencourt global general manager di RVCA,
che Billabong ha acquistato nel 2010. Bill, che riporterà direttamente a Neil, torna così
nel mercato degli action sport dopo quattro anni nel footwear al servizio di Sperry Top
Sider per il quale ha lavorato come senior vice president per vendite e marketing. In merito al suo ingresso
nel team, Fiske ha dichiarato: “Bill è un grande brand
builder e ci aiuterà a realizzare il potenziale di RVCA a
livello mondiale. La sua esperienza internazionale negli
action sport sarà una base importante per questo sviluppo”. Prima di entrare in Sperry Top Sider, Bill ha lavorato cinque anni in Vans dove ha ricoperto - in ultimo
- il ruolo di vice presidente prodotto e marketing. Era
dunque responsabile del design, dello sviluppo e della
vendita del prodotto oltre che del marketing sia per l’abbigliamento che per le calzature
Vans, per gli scarponi da snowboard Vans e per l’attrezzatura ProTec. In precedenza ha
lavorato per 8 anni in Reebok International gestendo il marketing globale.
nuove aperture
Blue Tomato inaugura il 14o e il 15o punto vendita
Il retailer austriaco Blue Tomato, specializzato
nella distribuzione di prodotti boardsport, ha
inaugurato due nuovi punti vendita nel nord
di Brema, in Germania, e a Villach, al confine fra la Slovenia e l’Italia, arrivando così ad
avere ben 15 negozi. Lo store tedesco è stato
inaugurato il 27 marzo con un party a bordo
di un’imbarcazione lungo il fiume locale Weser ed è sito nel centro commerciale Waterfront Bremen. Il negozio di Villach invece ha
aperto i battenti il 10 aprile e si trova anch’esso all’interno di un centro commerciale, Atrio,
posto a sud della città. Vicino ai brand giovani, proporrà anche una scelta di prodotti streetwear firmati Sitka, Obey, RVCA e Altamont. Blue Tomato, che vende sia in negozi fisici che
su una piattaforma online, gestisce attualmente 650 marchi e circa 450mila prodotti.
Buff apre a Barcellona il suo primo corporate store
Il marchio spagnolo ha aperto il suo primo negozio monomarca di proprietà all’interno
dell’aeroporto internazionale di Barcelona El Prat. Il punto vendita di 22 metri quadrati offre
l’intera gamma Buff nelle collezioni Urban e Sport. I prodotti molto colorati creano un interessante contrasto con il design pulito dello store, realizzato interamente in legno.
action cam news
A LA il gala di premiazione XXL Big Wave Awards, acquisiti da ASP
Cercasi 100 tester per
l’action cam Virb Elite
Garmin ricerca cento tester per la sua action cam Virb Elite, modello top di gamma
con GPS integrato, per una campagna in
pieno stile social networking. I candidati
videomaker scelti riceveranno in omaggio
l’action cam e avranno la possibilità di mostrare la propria capacità creativa producendo video che saranno veicolati in rete
dall’azienda. Per partecipare al concorso
basta essere in possesso di un account
attivo su Facebook o Twitter e registrarsi
al sito dell’iniziativa. Entro la fine di giugno
Garmin sceglierà i 100 tester ufficiali in
base all’appeal dei profili e alla vicinanza
con i valori aziendali. I tester avranno modo
di utilizzare l’action cam e di fornire i loro feedback sulle sue principali caratteristiche.
I vincitori potranno inoltre mettere in evidenza le proprie doti creative e le proprie
capacità da videomaker realizzando ogni
mese un video a tema libero da inviare a
Garmin fino a dicembre 2014.
Un tappeto rosso ha accolto venerdì 2
maggio i migliori big wave surfer giunti
per gli XXL Big Wave Awards. L’evento,
ormai appuntamento irrinunciabile del circuito, ha puntato i riflettori in particolare
sul vincitore dell’ASP Big Wave World Tour
(BWWT) Champion, ovvero il sudafricano
Grant “Twiggy” Baker. Ecco gli altri premi
consegnati nel corso della serata: il Tube
of the Year e il Billabong XXL Wipeout sono
andati a Koa Rothman, il Billabong Women’s Best Overall Performance a Keala
Kennelly, il Biggest Paddle a Mark Healey,
il Surfline Best Overall Performance ancora a Grant “Twiggy” Baker, il Billabong XXL
Biggest Wave a Gautier Garanx e infine
il Billabong XXL Ride of the Year a Greg
Long. “Tutto quello che ho sempre voluto
è viaggiare e fare surf e questo è ciò che
significa questo titolo per me”, ha raccontato Grant Baker. “Mi sento più competitivo che mai, mi piacerebbe gareggiare
con Kelly Slater su onde da più di 7 metri.
Probabilmente mi batterebbe, ma penso
di avere una chance”.
Poche settimane prima i
Billabong XXL Big Wave
Awards sono stati protagonisti dell’acquisizione da parte dell’Association of Surfing
Professionals (ASP), che già aveva acquisito lo stesso circuito big wave. “Questa è
una serata che celebra il surf big wave e
siamo veramente contenti della partnership tra Billabong XXL e i BWWT Awards,
oltre ad averne acquisito la proprietà”, ha
commentato il ceo dell’ASP Paul Speaker
in riferimento al galà di premiazione. “Questa piattaforma riconosce il coraggio di
uomini e donne che dedicano le loro vite
al big wave e siamo onorati di continuare
questa tradizione per gli anni a venire”. La
cerimonia del 2 maggio è stata disponibile
in webcast sul sito www.aspworldtour.com.
www.garmin.com/it
www.provagarminvirb.it
GoPro Hero3+ Music,
nuova versione “sonora”
GoPro ha lanciato su scala europea una
nuova versione della HERO3+ Black Edition: Music. Il modello offre tutto il necessario per catturare foto e video di qualità professionale in qualsiasi situazione a sfondo
musicale, dalla sala prova agli show, fino
ai concerti. HERO3+ Black Edition/Music
consente infatti a musicisti e a DJ di essere installata su strumenti, giradischi, mixer
e altre attrezzature. “Dalle colonne sonore
avvincenti dei nostri video alle performance coinvolgenti catturate delle nostre telecamere, la musica ha da sempre ispirato le
idee firmate GoPro e per tali ragioni siamo
entusiasti di collaborare con i musicisti di
tutti i livelli e di filmare e condividere la loro
passione con il mondo”, ha dichiarato il fondatore e ceo di GoPro Nick Woodman. Al
posto della classica custodia subacquea,
la versione Music è dotata dell’accessorio
The Frame, un sistema di montaggio più
piccolo e leggero in grado di fornire facile
accesso a tutte le porte e consentire una
piena esposizione al microfono della fotocamera per un’eccellente qualità audio.
Conta infine una serie di accessori studiati
ad hoc per il mondo della musica e sarà
disponibile presso tutti i punti vendita di
materiale e strumenti musicali.
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news
riconoscimenti
Ecoride Awards: 12 le società
boardsport premiate
Il 4 aprile ha avuto luogo l’assemblea generale di EuroSIMA, in occasione della quale
sono stati assegnati gli Ecoride Awards a 12
società boardsport per il loro impegno nei confronti dell’ambiente. Fin dal 2010 il programma
Ecoride ha celebrato società e marchi attenti
all’ecologia, con l’intento di spronare le altre
realtà a seguirne l’esempio. Nella sua valutazione il programma Ecoride ha preso in considerazione una gran varietà
di iniziative ecologiche: riciclo di scarti di produzione,
integrazione di materiale
biodegradabile nella manifattura prodotti, riduzione
dell’impatto ambientale nella logistica, iniziative umanitarie, ecc. Tutti questi parametri contribuiscono alla definizione del profilo ecologico
di un’azienda. In particolare quest’anno è stato
premiato l’impegno ecologico mantenuto da
Bic Sport, Cool Shoe, Hoff, Hurley, Holly Wood,
Nixon, Picture, Notox, Rip Curl, UWL SUrfboards, Völkl e Volcom. Inoltre il programma 2014
prevede l’estensione del programma Ecoride
anche agli sport outdoor. Grazie alla partnership EuroSIMA-OSV, il programma è stato infatti
aperto a membri di entrambe le associazioni.
www.eurosima.com
La linea Thule Perspektiv
si aggiudica il TIPA Award
Ogni anno l’autorevole Technical Image Press
Association (TIPA) valuta i migliori prodotti fotografici lanciati sul mercato. Il premio TIPA,
istituito nel 1991, è uno riconoscimenti più rinomati nell’industria fotografica e vanta una
giuria professionale di alto livello, composta
da redattori di 28 riviste del settore provenienti da tutto il mondo. La linea Thule Perspektiv
quest’anno è stata premiata nella categoria
“Best Photo Bag”, grazie ai materiali di alta
qualità, al design innovativo e alla facilità di utilizzo. “Caratterizzata da un telaio ergonomico
che garantisce un perfetto equilibrio tra sostegno, ammortizzazione e traspirabilità, la serie
Thule Perspektiv si presenta in una varietà di
formati e configurazioni per disporvi qualsiasi
fotocamera e attrezzatura necessaria”, hanno commentato i giurati. “Siamo molto felici
di aver ricevuto il riconoscimento TIPA per la
collezione Thule Perspektiv Camera Bag”, ha
affermato Magnus Welander, ceo e presidente
del gruppo. “Il premio rafforza il nostro focus
su qualità, facilità d’uso, protezione, design e
sui nostri piani a lungo termine per diventare
il marchio leader nel settore delle borse per
fotocamere”.
www.tipa.com
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partnership & collaboration
s
Anna Poletti firma la Eden Special Release by CMYK
Per la collezione SS 2014 il marchio CMYK ha prodotto
una special release sviluppata insieme all’artista bellunese
Anna Poletti. Questa comprende una scarpa e un occhiale
da sole (made in Italy), sui quali è stato trasferito un pattern floreale dipinto dalla stessa artista. La tecnologia utilizzata è quella del trasferimento a immersione, tipologia di
lavorazione ideata e brevettata meno di un anno fa. Ogni
prodotto è unico, se si provano a confrontare le scarpe o
gli occhiali tra di loro, non verranno mai trovati uguali. Disponibile in una serie selezionata di shops italiani, esistono
solo 150 pezzi per ognuno dei due prodotti.
cmykshoes.com
DC collabora con i Misfits e sponsorizza il Jara Park di Fontaniva
La musica ha sempre avuto un ruolo fondamentale nello
skateboarding e le nuove collezioni DC Remix Series celebrano questo legame. Per la primavera estate 2014 in particolare sono stati scelti i leggendari Misfits, la storica band
punk rock. Fondata nel 1977 in New Jersey dal cantante Glenn Danzig, sono universalmente riconosciuti come
i fondatori del cosiddetto horror punk. Spesso, durante i
concerti, il gruppo si truccava secondo lo stile del corpse
paint con evidenti richiami a quello che è poi divenuto il loro
più classico logo, il “Crimson Ghost”, a cui sono appunto
ispirati i capi della collezione DC Remix Series Misfits. Tornando a fatti relativi a DC Shoes sul territorio nazionale,
il marchio è diventato sponsor del nuovo Jara Park di
Fontaniva, in provincia
di Padova, dove troveranno dimora le strutture
del celebre Zucka Skatepark.
L’area, di 5.000 mq, ospita uno
skatepark e un impianto in neveplast. Il park è stato inaugurato
nel weekend del 3 e 4 maggio
con live concert, dj set ed esibizione FMX del team Daboot.
Prosegue anche nella SS 14 il progetto We Heart firmato Reef
Reef presenta il nuovo assortimento per l’estate 2014 della linea di
scarpe Bella Costas. Le collezioni
Bella Costas, Bella Costas Del Sur
e Bella Costas Boots sono pensate per ragazze attente ai trend del
momento e al comfort. La nuova linea è caratterizzata da stoffe lavorate a maglia, espadrillas, scarpe e
mocassini in camoscio e stivali primaverili. Di particolare
rilievo è la Collezione We Heart, che presenta elementi la-
vorati a mano dagli artigiani di paesi
in via di sviluppo. La collaborazione
di quest’anno vede la partecipazione degli artigiani dell’India, noti per
il loro incredibile procedimento di
tintura Ikat e per la tintura a nodi. La
linea è completata da stoffe lavorate
a maglia e in canapa. Con una gamma di colori che va dal verde acqua,
al pesca, al viola fino al rosa, le scarpe sono ideali per il
periodo estivo.
Una linea Vans per la prevenzione della crudeltà verso gli animali
Per questa stagione estiva Vans ha deciso di supportare
l’ASPCA (Società per la Prevenzione della Crudeltà verso gli
Animali) e la sua missione con il lancio di una collezione di sneaker e accessori dedicata a tutti gli amanti dei
cani e dei gatti. I sette pezzi Vans x
ASPCA sono caratterizzati da un collage degli animali domestici. L’offerta
di calzature comprende una stampa
all-over di gatti sul classico modello
Authentic, mentre la Sk8-Hi Slim ripro-
duce cuccioli di cane sui pannelli esterni. Anche accessori,
zaini e cappellini riportano stampe coordinate alle calzature.
Completa la collezione una speciale T-shirt con un piccolo carlino
che indossa occhiali arancioni. Per
celebrare la collaborazione infine
tutti i prodotti riportano un’esclusiva
etichetta con i loghi Vans e ASPCA
in arancione, il colore simbolo della
lotta per la prevenzione al maltrattamento di animali.
Il design di Lapo Elkann per adidas Originals
adidas ha recentemente ingaggiato Lapo Elkann per creare e
ideare alcuni prodotti della linea Originals. Il designer italiano,
che come tutti sappiamo fa parte della famiglia Agnelli, dovrà
creare in particolare una collezione sportiva fashion. Lapo ha
fondato nel 2008 il proprio brand, Italia Independent, arrivando già nel 2009 a ottenere un fatturato di 3 milioni di euro,
che nel 2013 ha raggiunto i 25 milioni (+59% rispetto all’anno
precedente). I primi prodotti Adidas Originals X Italia Independent saranno disponibili dall’AI 2014 in tutto il mondo. La
collezione unirà l’heritage e il know-how di Adidas Originals
alla creatività e all’innovazione di Italia Independent.
Lapo Elkann con Andrea Tessitore,
co-fondatore e amministratore
delegato di Italia Independent
product news
HERITAGE
Una collezione dedicata
al Brasile per il 30o di Reef
Reef ha deciso di omaggiare il proprio 30°
anniversario presentando una capsule collection che celebra il patrimonio brasiliano
del brand e onora, in occasione dei Mondiali, anche le numerose nazioni che parteciperanno all’evento sportivo più visto al
mondo. “Per la collezione premium in pelle
ci siamo ispirati all’artigianalità e al patrimonio del brand”, affermano dall’azienda.
“La produzione utilizza preziosi pellami di
alta qualità realizzati in Brasile, il che ci
lega maggiormente alle nostre origini latine”. La collezione dedicata al Brasile è
costruita intorno ai sandali Reef HT Print
realizzati in morbido e confortevole nabuk
water-friendly e alla t-shirt Reef Globality, la
cui grafica è ispirata al Paese. Completano la collezione i Nations Boardshort Reef
realizzati al 50% con materiale riciclato e
con doppia microfibra poliestere shaka. Le
varianti colori rappresentano l’internazionalità della manifestazione e la bandiera
verde e gialla del Brasile.
Oakley: ecco la nuova
linea iconica del marchio
Stampa Old Stuff per Into The Out,
linea vintage firmata Eastpak
Oakley ha annunciato il lancio di una linea di
occhiali che combina modelli iconici a versioni
speciali: stiamo parlando della collezione Heritage. “Questa nuova collezione vuole essere un omaggio alle creazioni iconiche passate alla storia
e un elogio alla tradizione sempre viva e nuova di Oakley”, ha affermato
Colin Baden, ceo di Oakley. “Ma non è un tuffo nel passato fatto per celebrare lo stile vintage, che è diventato una tendenza così popolare della
moda contemporanea. Oakley Heritage è un omaggio alle incredibili invenzioni che hanno rivoluzionato il mondo con idee originali, all’azienda
appassionata di design che le ha create e al suo spirito innovativo che
continua a sfidare i limiti del possibile”. La nuova collezione riedita alcune
delle creazioni di Oakley più rivoluzionarie del passato e ne ripropone i
colori anche per alcuni degli occhiali più all’avanguardia della gamma
sportiva attuale. Ogni modello riporta il numero “30” inciso al laser in un
angolo della lente (per celebrare i 30 anni di Oakley), mentre un tratto di
colore sul bordo superiore della montatura rievoca la vivacità cromatica
degli originali. In foto i modelli Frogskin (sopra) e Razorblade (sotto).
Design contemporaneo ma ispirazione nineties caratterizzano la
nuova collezione Into The Out di Eastpak, proposta per la
primavera/estate 2014. Il brand infatti ha attinto al proprio
brand heritage creando zaini e borse caratterizzati da uno stile vintage anni ‘90 e da colorazioni
accese, con il ritorno della grafica “Old Stuff”,
una stampa originale del 1991 con disegni geometrici su sfondo turchese. La collezione Into
The Out rappresenta l’incarnazione del design
urbano grazie ai dettagli tecnici funzionali e ai
numerosi scomparti. Gli inserti in pelle premium
aggiungono inoltre un tocco stilistico ricercato,
mentre il dorso imbottito e trapuntato garantisce
il massimo comfort. Quattro sono le proposte
all’interno della collezione: gli zaini Wyoming
e Out Of Office (in foto), la tracolla Delegate (in
foto) e il marsupio Bundel, tutti Old Stuff.
Vault by Vans x Star Wars:
la Forza sia con te
Vans presenta una fantastica collezione
caratterizzata dalla grafica e dai personaggi della trilogia originale di Guerre Stellari
combinati con le linee tradizionali Vans. La
collezione Vans x Star Wars presenta infatti
un assortimento limited edition di calzature
con due rare stampe Vans anni 80 che integrano le immagini dei personaggi di Guerre
Stellari nelle originali forme Classic di Vans.
La vibrante stampa Miami fonde la silhouette
dei camminatori imperiali AT-AT nell’estetica
del modello, dando vita a un motivo a collage per le OG Sk8-Hi LX e le OG Slip-On
LX. La stampa dei pirati sostituisce il motivo
originale con teschio e spade con le immagini di Darth Vader, i caschi degli Stormtrooper e le spade laser, per speciali inserti di
colore nelle OG Era LX e nelle OG Sk8-Hi
LX. Le OG Half Cab LX invece sfoggiano la
rappresentazione definitiva del bene e del
male con una versione tutta bianca dedicata
a Yoda e una versione tutta nera dedicata a
Darth Vader. Con meno di 300 esemplari per
modello, questa linea speciale Vault by Vans
sarà disponibile solo in sei punti vendita in
tutta la galassia, tra cui Colette, Firmament,
Opening Ceremony (Londra, Los Angeles e
New York City) e Tres Bien, nonché presso il
Vans DQM General e presso Vans by OTH.
Pointbreak Magazine 3 / 2014
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trends
Focus sul trike drifting, una delle discipline
più originali e curiose degli ultimi tempi
a cura di Monica Viganò
DRIFT TRIKE
DTS-1
Ciao mamma guarda
come mi diverto (con Slike)
Una discesa e un triciclo di grandi dimensioni sono gli elementi chiave
di questa attività che consiste nell’effettuare derapate (in totale sicurezza)
e che è praticata dai giovani così come dagli over 50. Tra le aziende spicca
l’italiana Slike, nata nel 2012 dalle menti di Claudio Sasso e Andrea Roà.
È parente stretto del triciclo, quello che ognuno di noi ha utilizzato da bambino. Ma con una serie di distinguo a partire
dalla “stazza”. Parliamo del trike, un vero e proprio “triciclo
per adulti” che ci catapulta nel mondo del trike drifting. Una
disciplina, quest’ultima, che unisce il mondo del downhill
e quello del drifting automobilistico. L’attività nasce pochi
anni fa in Nuova Zelanda e si diffonde in breve tempo in tutto il mondo. Nel 2014 raggiunge anche l’Italia e subito attira
le simpatie di media di ogni genere. Tra i protagonisti italiani
di questo innovativo mercato troviamo Slike.
delle mini gare a inseguimento su un piazzale appositamente allestito. La guida è sempre in derapata, ma si ottiene velocità pedalando piuttosto che sfruttando la discesa”.
Considerando quindi la morfologia e il “popolo di piloti” che
vanta l’Italia, le prospettive sono molto buone.
Due parole su… - Slike nasce
nell’aprile 2012 dalla passione e dalla creatività di Claudio Sasso e Andrea Roà (già
titolare della ditta Hostile Snowboard), entrambi provenienti dal mondo dei motori.
“Abbiamo corso per alcune stagioni nel
campionato regionale e nazionale di supermotard”, dichiara a tal proposito Claudio. “Entrambi abbiamo praticato snowboard, hockey, moto e diverse altre attività purchè fossero
adrenaliniche”. Questo modo di vedere lo sport e soprattutto la loro passione per le derapate li ha spinti a fondare
Slike, che realizza tricicli da drifting. Oltre alle dimensioni
“maggiorate” in grado di ospitare un adulto, questi strumenti sono caratterizzati da ruote posteriori interamente o
parzialmente rivestite di plastica rigida. Il che si traduce in
scarsa tenuta in curva. Per cui in discesa, con il minimo
sforzo, si ottengono grandiosi derapate. Ed è proprio questo il fine ultimo del trike drifting.
Cenni di mercato - I feedback che arrivano dall’estero
parlano di un grande boom per il trike drifting soprattutto
in Sud America. In Europa si tratta di un fenomeno ancora
recente e, in questo scenario, l’Italia si colloca in una buona
posizione. “Siamo già a un buon livello anche se si tratta pur
sempre di uno sport ancora di nicchia. È
indubbio però l’interesse rivolto alla disciplina da parte di sempre più riviste. Questo ci fa ben sperare per l’anno in corso”.
A proposito di mercato, Slike è presente
in circa 50 punti vendita d’Italia alcuni dei
quali operativi anche online. “Si tratta di
punti vendita trasversali. Proprio come lo
è il trike che non si collega a una specifica categoria di sportivo. Per questo siamo presenti in surf
shop ma anche in negozi di moto, bike e skate”. Aggiunge
poi Claudio: “Devo dire che siamo soddisfatti dei feedback
che stiamo raccogliendo. Slike è percepita come una novità capace di creare curiosità ed entusiasmo in un mercato
stanco e fermo”. E lo fa anche organizzando in prima persona eventi ad hoc, come attesta la creazione del team di
supporto Eventi-Slike. “Tra le iniziative in programma, una
festa del drift che andrà in scena in estate. Ma al momento
è ancora tutto in fase di definizione”.
L’arte delle derapate - “Prima di essere uno sport,
il drift trike è un divertimento incredibile ed esaltante”, ci
spiega Claudio. “In questi due anni abbiamo organizzato
e partecipato a diversi demo nei quali facevamo provare i
nostri prodotti. L’approccio iniziale era per lo più da parte di
ragazzini, ma in moltissimi casi i più divertiti sono stati i genitori. Il range di età è molto ampio e va dai 18 fin oltre i 50
anni. È in pratica il sogno di una guida divertente, aggressiva e spettacolare condotta in prima persona e con costi
(e rischi) ridotti”. L’Italia, sempre a detta di Claudio, ha una
potenzialità enorme proprio grazie alla conformazione del
suo territorio. Le montagne, e in conseguenza le discese,
sono un elemento quasi imprescindibile. “Dico quasi perché recentemente abbiamo riscosso un bel successo con
I trike Slike in breve - Oltre alle ruote posteriori in
plastica da 250 mm con cuscinetti a sfera, i tricicli Slike presentano un freno V-Brake sulla ruota anteriore con diametro di 20 pollici (simile a quello sulle BMX) a garanzia della
massima sicurezza. Altri dettagli sono una coppia di pedali
su ruota libera per avere aderenza e traiettoria e un telaio in
acciaio forgiato a freddo. Inoltre manubrio ampio e sicuro,
seduta comoda e sicura perché posizionata in basso (consente un perfetto controllo del mezzo e della derapata).
Facili da trasportare, leggeri e compatti. Per un approfondimento sui principali prodotti Slike vedi box a fianco.
INFO: Claudio 328.3289769 - Andrea 348.8240640
www.slike.it - [email protected]
www.facebook.com/sliketrikes
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Si tratta di un kit “Ready to Race” ideale per chi si vuole
affacciare al mondo del drift spendendo una cifra contenuta.
Completo di ogni accessorio e facile da montare, DTS-1 viene
proposto premontato in una pratica e completa confezione
in tre varianti colore: nero, rosso e bianco. Il kit si compone di
seggiolino in plastica regolabile, assetto ribassato per maggior
controllo e sicurezza, freno V-Brake sulla ruota anteriore e due
pedali all’avantreno utili per avviarsi verso la prima discesa.
Prezzo: 300 euro.
TWINS TUBE
Per gli amanti di velocità e adrenalina, Slike propone un
trike studiato per lo speed down che riguarda competizioni
su percorso asfaltato e chiuso al pubblico che sfruttano la
sola discesa come spinta propulsiva. Sono gare di velocità
che possono essere disputate “ a tempo” (con un confronto
cronometrico) oppure tipo “battle” (con batterie di più atleti
ad eliminazione diretta). Questo modello ha un telaio di tipo
Twins Tube (dal quale prende il nome) che garantisce buona
rigidità strutturale congiuntamente a massima leggerezza. È un
modello customizzabile e il costo è legato alla componentistica
che si sceglie per l’assemblaggio. Si parte da circa 580 euro con un
allestimento basico.
Si tratta di una nuova
filosofia nella costruzione
del telaio. “Come ci
ha insegnato Galileo
- dichiara Claudio - un
peso maggiore non fornisce benefici in termini
di velocità in discesa,
mentre è penalizzante
nella frenata e nella
maneggevolezza”. Twins
Tube è quindi il primo
esempio di una progettazione mirata e di una scelta attenta
dei materiali quali l’acciaio inox AISI 304 per un frame leggero,
ma resistente e molto preciso. Su questo telaio, che si compone di due tubi sovrapposti, sono stati inoltre introdotti degli
accorgimenti quali il retrotreno smontabile per la sua sostituzione o anche solo per il trasporto del trike. I perni ruote posteriori
sono rimovibili e permettono di aumentare il passo del carro
posteriore mentre al centro una piastra di supporto, alleggerita
anch’essa, permette il miglior posizionamento del sedile.
ACCESSORI & RICAMBI
Telaio in acciaio che fa di
leggerezza e resistenza il
suo punto di forza. Facilita
l’innesco e il controllo del drift.
Forcella manubrio e
ruota anteriore da 20
pollici. Freni V-Brake e
pedali completano il
pacchetto per maggior
sicurezza e comodità
d’uso.
Ruote posteriori in plastica dal
profilo ribassato, garanzia
di ottimo controllo del drift.
Assale posteriore in acciaio
trattato e lucidato.
Sedile in ABS confortevole
e leggero.
Pointbreak Magazine 3 / 2014
brand profile
Evoluzione
News e rivoluzione
delle ruote da skateboarding
a cura di Luca Basilico
Kryptonics:
wheel
addicted
Quella del marchio è una bella storia, una di quelle vicende che paiono create su misura
per essere raccontate e stimolare l’inventiva e la creatività dei tecnici di domani.
I primi skateboard nacquero prendendo
in prestito dagli schettini (pattini a rotelle) quelle che in lingua inglese venivano definite “Clay Wheels”. Lente, rigide,
prive di aderenza e quindi incontrollabili, le ruote in “argilla” (in realtà un mix di
plastica e cartone) sono state un vero
e proprio freno a mano tirato per l’evoluzione dello skateboarding. Un purgatorio che sarebbe finito negli anni ‘70,
quando Frank Nasworthy impiegò per
primo il poliuretano per la produzione
di skateboard wheels. L’impiego della
materia plastica ampliò a dismisura le
possibilità di impiego e le performance
dello skateboard, aprendo la porta a
una nuova era per la sua pratica.
Le prime ruote in uretano impiegavano
mescole standard prese in prestito da
altri prodotti commerciali fatti dello stesso materiale. Benché le qualità meccaniche di questo materiale fossero lontane 1000 miglia da quelle delle odiate
clay wheels, aveva ancora specifiche
generiche non ottimizzate per l’impiego
nelle tavole. La ragione dell’inadegua-
tezza delle prime ruote in uretano risiedeva in una parola: resilienza. Definita
in ingegneria come “la capacità di un
materiale di resistere a sollecitazioni impulsive”, è all’atto pratico la tendenza di
una ruota a rimbalzare. Una ruota a bassa resilienza è poco reattiva, più lenta e
meno versatile nei passaggi tra materiali
e curve della superficie che si skatea.
La storia di Kryptonics Wheels prende
il via in questo contesto. Nata nel 1965,
l’azienda produceva componentistica
in uretano per l’industria estrattiva e
dei calcolatori. Un’industria come tante
dove, a metà degli anni ‘70, lavorava
un appassionato di skateboarding. Jim
Ford, questo il suo nome, era convinto
di poter creare skateboard wheels migliori di quelle in commercio. Per timidezza, o paura di non essere compreso, cominciò a lavorare al suo progetto
in segreto, sgattaiolando in azienda
a porte chiuse. Era il 1976. Ci vollero
molti mesi, innumerevoli test e notti insonni per raggiungere lo scopo, ma alla
fine Jim l’ebbe vinta: creò una mescola
STAR TRACS WHEELS
Tre Durometri 78A, 82A, 86A per tre colori red, blue, green. Ogni durometro prodotto
in 4 differenti diametri 60 mm, 65 mm, 70 mm, 75 mm. Lo shape impiegato per la
produzione delle Star Trac è quello che le ha rese famose: cuscinetto marcatamente
Off Set nei diametri più grandi (70 & 75 mm) per mantenere un grip consistente
durante il progressivo consumo della ruota. Una sezione Side Set per i diametri più
piccoli (60 & 65 mm), quindi caratteristiche più all-round. Tutti i diametri hanno in
comune il Round Lip (bordo stondato) per un approccio più morbido al drifting. Il
contact patch (battistrada) varia a seconda dei diametri tra 40 e 46 mm. Qui di
seguito una piccola recensione frutto dei testing su strada.
STAR TRACS RED 78o
Un vero e proprio classico che abbina in modo
eccezionale velocità e grip. Una combinazione di
preziose caratteristiche che le Red mantengono pur
presentando un profilo smussato. Testate su strada si
comportano bene sia sull’asfalto più liscio che su quello
più malandato. Slideano in modo “morbido” appena
montate mantenendo questa dote mano a mano che si consumano. Essendo delle
78A sono adatte a freeride e downhill veloci perché in grado di di smorzare la velocità
in modo efficiente sia negli stand up slides che nei pre-drifts.
STAR TRACS BLUE 82o
Esattamente a metà strada tra le Rosse e le Verdi, le Star
Trac Blue sono una ottima ruota da freeride. Consistenti
in frenata, permettono di eseguire lunghi powerslides
mantenendo comunque sufficiente grip per le carvate.
La cosa bella di queste ruote è che, data la loro durezza,
si dimostrano sufficientemente veloci anche per il bowl &
park skating. Se dovete attraversare la città per andarvi a
fare una carvata al local park questa è la ruota che fa per voi: allround perfetta.
STAR TRACS GREEN 86o
Abbiamo testato queste ruote su di una piccola cruiser
board. Molto veloci sull’asfalto più accidentato o i
sanpietrini, dimostrano, considerato il loro durometro,
anche una buona quantità di grip. Sono eccellenti per
il cruising ma funzionano bene anche in bowl e park
dove rendono semplicissimo il “pumping”. Testate con
un set up da freeride, le Star Trac Green si dimostrano ottime per lo sliding. Scivolano
infatti in modo prevedibile e controllabile sia in ingresso che in uscita dagli slide dove,
diversamente da molte altre ruote di simile durometro, viene facile ritrovare il grip
giusto per riportare la tavola diritta.
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Pointbreak Magazine 3 / 2014
uretanica morbida ma estremamente
resiliente, ideale per lo skateboarding.
Diede i primi prototipi da testare a
un amico in occasione di una gara di
downhill e questi vinse surclassano gli
altri concorrenti. Ford, che stava assistendo alla gara insieme al suo ignaro
datore di lavoro, alla domanda di questi
su chi fosse il produttore di quelle eccezionali ruote si fece scappare un: “Siamo noi”. La frittata era fatta.
Jim non venne licenziato ma, riconosciuto il potenziale del mercato dello
skateboarding, i manager di Kryptonics
aprirono una nuova divisione dell’azienda e affidarono proprio al giovane inventore la direzione di Kryptonics Wheels. Le incredibili caratteristiche dei
prototipi furono la base per la creazione
di un prodotto che avrebbe letteralmente dominato il mercato negli anni a ve-
nire: le Star Trac. Origine di una nuova
rivoluzione funzionale, Kryptonics Wheels segnò una svolta anche dal punto
di vista comunicazione e del marketing. L’azienda di Jim Ford fu infatti la
prima a utilizzare millimetri per misurare i diametri e i colori dell’uretano, atti
a codificare la durezza delle mescole.
Dall’uscita del primo piccolo adv in
bianco e nero su Skateboarder Magazine, non passò molto tempo affinché la
company potesse permettersi pagine
intere full color. In breve tempo Kryptonics Wheels produsse alcune tra i più
originali e apprezzati skateboard advertisement che si possano ricordare. La
Star Trac Rossa, Verde e Blu divenne in
breve tempo la ruota dominante in ogni
genere di skateboarding e il brand arrivò a sponsorizzare pro rider storici quali Stacy Peralta, Tony Alva, Steve Alba,
Micke Alba, David Hackett, Bobby Pier-
cy, Tommy Ryan e molti altri. Tolte dalla
produzione oltre 25 anni fa, lungi però
dall’essere dimenticate, a 40 anni di
distanza dalla loro invenzione le Kryptonics Star Trac tornano a far parlare di
sè. Rilanciate nel mercato internazionale a fine 2013, le leggendarie Star Trac
impiegano il branding degli anni ‘70 e
mantengono la codifica cromatica quale indicatore della durezza dell’uretano.
Ovviamente le nuove ruote, pur mantenendo il “look & feel” dei tempi che
furono, sono tecnologicamente al passo coi tempi: impiegano uretano riformulato e un “core” che le rendono, ieri
come oggi, prodotto di elevata qualità.
La gamma delle ruote Kryptonics copre
ogni esigenza del longboard, partendo
dal downhill più veloce e impegnativo
fino anche alle session in park e bowl,
passando per lo sliding e il cruising cittadino.
Alcuni storici esempi di skateboard
advertisement firmati Kryptonics
DISTRIBUITO DA:
blast! distribution
0362.1855454 - [email protected]
Pointbreak Magazine 3 / 2014
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focus on
Due gli appuntamenti (giugno e settembre)
in scena presso la sede Uisp di Verona
Foto: Francesca Vittoria Marzano e Sara Pastorello
A scuola di skate
Federico durante
una lezione di skate
Organizzato da Federico Faccioli,
il corso è pensato per formare maestri
di skateboard. Una figura poco diffusa
in Italia nonostante il grande numero
di skatepark attivi. E dunque una
professione dal grande potenziale.
Federico Faccioli, fondatore del brand La
Ghigliottina, si conferma uno dei più dinamici esponenti della scena skate. Tra le
sue più recenti iniziative, il corso per diventare istruttori di skateboard che si svolgerà
a Verona presso la sede Uisp. Dopo un primo appuntamento a giugno, ne è previsto
uno anche a settembre per il quale sono
ancora aperte le iscrizioni. Ecco i dettagli.
Ricordiamo chi è Federico.
Mi sono avvicinato allo skate nel 1989 e
oggi sono, oltre che praticante, anche
maestro. Come atleta ho contato circa
20 sponsorizzazioni diverse. Attualmente
sono membro della Vans Skate School,
maestro Uisp e presidente della Scuola
Italiana Skateboarding. Sono inoltre team
e marketing manager per diversi brand.
E sono impegnato nella realizzazione del
documentario “One life/one board” che
uscirà non prima del 2015 e che mi vedrà
protagonista insieme a Giacomo Kratter e
a un surfer ancora “in via di definizione”.
Cosa ci dici del programma e dei supporter del corso di Verona?
Il corso è supportato dalla Scuola Italiana Skateboarding e dall’Unione Italiana
Sport Per Tutti, alla quale appartengono
circa 17mila società sportive e un migliaio di circoli per un totale di oltre 1 milione
di persone. Possiamo inoltre contare sul
prezioso contributo di Red Bull. Io sono
responsabile e organizzatore del corso
che andrà in scena a giugno. A settembre
replicheremo con un secondo appuntamento. Le lezioni in aula mi vedranno affiancato a Mara Franca Francato, responabile dello skateboard italiano per Uisp,
e a diversi altri docenti. Durante i tre giorni
approfondiremo diversi temi quali aspetti
legali e professionali, gestione asd, marketing di skate school, psicopedagogia,
preparazione atletica e teoria dell’allenamento. Al termine sarà rilasciato un regolare attestato di frequenza.
Foto di gruppo per i maestri “formati” nel 2013
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Pointbreak Magazine 3 / 2014
Federico nel catalogo Freespeerit Wear
Come si applica a questo corso la formula “soddisfatti o rimborsati”?
Significa che se lo studente non ha ritenuto utile il corso, sono disposto a restituirgli
la cifra versata al momento dell’iscrizione.
Ma sono certo che in meno di un mese
tutti riusciranno a rientrare dell’investimento fatto.
Già lo scorso anno avevi organizzato
corsi per istruttori. Che feedback avete
raccolto?
Nel 2013 abbiamo organizzato un weekend di istruzione a cavallo tra gennaio
e febbraio. Hanno risposto all’invito circa
15 persone che sono tutte rimaste soddisfatte della nostra proposta. Tra essi,
gestori di skatepark e negozianti. Ma anche giovani intenzionati a intraprendere
un percorso lavorativo nello skate. Sono
stato contento di avere tra i partecipanti
anche Gigi Keller, storico campione nazionale di snowboard e veterano di tutti gli
sport da tavola. Sono convinto che questa
seconda edizione dell’iniziativa, che tra
l’altro sarà proposta in due appuntamenti, ci consentirà di replicare il successo
dell’esordio. E anzi di superarlo.
Hai parlato di parallelismo tra istruttore di skate e di snow, quali differenze e
punti in comune vedi tra queste attività?
Per certi versi lo skate è più complesso
dello snowboard. Allo stesso tempo, complici i piedi “staccati” dalla tavola, è più
sicuro. Paradossalmente le persone sono
più propense ad avvicinarsi allo snowboard piuttosto che allo skate. Questo
perché lo snowboard è stato in grado di
“vendersi meglio” negli anni, diventando
più commerciale. E infatti il numero di
istruttori di snowboard supera di gran lunga quello di maestri di skate. Quest’ultima
attività, sotto questo aspetto, ha dunque
un enorme potenziale. Anche perché lo
skate non dipende dall’elemento naturale
come lo snowboard e quindi può essere
insegnato con qualsiasi condizione atmosferica e ambientale.
Location del corso
Comitato Territoriale Verona UISP
Via Villa, 25, 37124 Verona (VR)
Info - 329.4195014
La società WhiteWater acquisisce il brand e tutti i prodotti WaveLoch
Una nuova famiglia
per FlowRider
Con oltre 180 installazioni in poco più di un decennio,
FlowRider è l’onda artificiale per antonomasia.
E l’acquisizione da parte di WhiteWater, pioniere
nella creazione di parchi acquatici all’avanguardia,
continuerà a garantirne il successo.
Fare surf in una piscina. Su di un’onda artificiale. Questa è la proposta FlowRider,
un marchio noto ormai a chiunque abbia
intenzione di trascorrere una giornata da
“surfista”. Sempre attento a soddisfare le
esigenze del cliente finale proponendogli
le soluzioni più all’avanguardia, WhiteWater ha deciso di acquisire FlowRider
e l’intera linea di prodotti WaveLoch che
include anche FlowBarrel, FlowCurl, Flow
House, Wave-in-a Box e WaveOz. Già in
passato WhiteWater è stato licenziatario
esclusivo a livello mondiale delle attività
FlowRider. Questa acquisizione, la terza
negli ultimi due anni, sottolinea l’attenzione alle più recenti innovazioni da parte di
WhiteWater. Che intende condividere con
tutti i suoi clienti “l’onda perfetta”.
Cosa cambierà - Il fondatore di WaveLoch Tom Lochtefeld continuerà a gestire WaveHouse e a lavorare sul progetto
di surf pool. Aquatic Development Group
continuerà invece a essere rivenditore
esclusivo e produttore della linea FlowRider negli Usa e nel Canada orientale.
Nell’annunciare l’acquisizione, il presidente e ceo di WhiteWater Geoff Chutter
ha dichiarato: “Non solo aggiungiamo
al nostro portafoglio marchi l’ennesimo
prodotto originale. Aggiungiamo anche il
talento creativo di un pioniere dei parchi
acquatici”.
Lo scopo di WhiteWater - L’obiet-
tivo di WhiteWater non è solo quello di
creare un’ampia offerta prodotto ma anche quello di formare un team di persone dall’elevato talento e dalle indubbie
abilità. Marshall Myrman, che dirigerà le
unità FlowRider e Waves in WhiteWater,
ha commentato: “Siamo felici del nuovo
slancio che l’acquisizione ha garantito al
nostro gruppo. Non perdete di vista l’orizzonte perché il miglior flowboarding deve
ancora arrivare!”.
due parole su...
WhiteWater è nota come “Original Waterpark & Attractions Company”. Pioniere dei
moderni parchi acquatici, nasce nel 1980 e disegna e crea svariate attrazioni per waterpark.
WhiteWater crea onde artificiali fin da allora. E lo fa in maniera originale, divertente e
innovativa. La chiave del successo sta nel pensare “fuori dall’ambito piscina” così da ideare
attrazioni mai viste prima, in grado di garantire esperienze memorabili.
www.whitewaterwest.com
Negli ultimi 10-15 anni FlowRider ha conquistato un importante successo nel mercato dei
parchi acquatici. È presente sulle navi da crociera Royal Caribbean ed è un valido plusvalore
per comuni, hotel e persino residenze private. Con oltre 180 installazioni in tutto il mondo,
FlowRider e l’intera sua famiglia di “prodotti derivati” sono divenuti sinonimi di onda artificiale.
WhiteWater ha acquistato la tecnologia e i marchi per promuovere nel migliore dei modi il
flowboarding e per rendere le onde accessibili a chiunque in tutto il mondo.
www.flowrider.com
eventi
Ottimi riscontri di partecipanti
e aziende all’edizione di esordio
a cura di Paolo Grisa
314
I NUMERI
partecipanti iscritti
35
marchi esposti
602
giornalieri emessi durante la tre giorni
575
sci e snowboard testati di cui 490 sci, 85 tavole
e tantissimi accessori tra Artva, giacche,
guanti, racchette, action camera e gps
12
media presenti -TG1, Sport Week, Il Giorno,
4ActionMedia (4snowboard, 4skiers, 4soulrider,
4snow), Sportpress (Pointbreak e Outdoor),
Riders, Planetmountain.com e Neve Italia
Il “mondo” del freeride
a raccolta a Madesimo
Il meteo non ha
rovinato il 1o Freeride
Festival, che ha
richiamato aziende,
guide e maestri,
vari operatori e un
pubblico trasversale,
dai pro ai neofiti.
Era tanta l’attesa per la prima edizione
del Madesimo Freeride Festival, appuntamento fortemente voluto dalla skiarea
e dalla società impianti di Madesimo,
che si sono avvalse dell’agenzia eventi
Spia Games e di Soulrider Magazine per
l’ideazione e l’organizzazione dell’evento.
La predisposizione della località verso
lo sci fuoripista unita alle capacità degli
organizzatori hanno fatto si che già dalla
prima edizione il Festival esordisse nella
maniera ottimale. Certo come tutte le edizioni “zero” vi sono aspetti migliorabili ma
il bilancio è ampiamente positivo, a cominciare dalla risposta delle aziende presenti: ben 35 le realtà accorse che hanno
animato il villaggio test in quota e offerto
la possibilità agli iscritti di testare in anteprima i materiali della stagione 14/15. Circa 300 invece gli iscritti, con un pubblico
davvero molto “preparato” e una buona
percentuale di presenze femminili.
Il fattore meteo - Il tempo e le condizioni climatiche non hanno certo facilitato lo svolgersi del festival e, dopo un venerdì all’insegna del sole, la primavera ha
lasciato il posto all’inverno regalando 60
cm di neve fresca ai partecipanti. Se da un
lato questo ha disincentivato la partecipazione di curiosi e turisti di certo ha rafforzato lo spirito dei veri freerider accorsi alla
manifestazione, che hanno avuto la possibilità di trovare nei fuoripista di Madesimo
il loro ingrediente essenziale, la powder!
Freeride per tutti - Obiettivo primario del Madesimo Freeride Festival è
stato quello di soddisfare le esigenze del
freerider. Dal principiante all’esperto tutti
hanno potuto approcciare i vari aspetti del
fuoripista nella maniera più seria e professionale con approfondimenti circa i temi
inerenti la sicurezza, la conoscenza della
montagna e la tecnica di salita e discesa.
14
professionisti a disposizione per effettuare i
corsi con le guide alpine, i corsi con i maestri, i
corsi di splitboard ed i corsi di telemark
La sicurezza - Oltre 200 persone
hanno preso parte ai corsi di tecniche di
discesa insieme ai maestri di sci di Madesimo con specializzazione freeride, ai
corsi di splitboard, all’avvicinamento al telemark a cura dei ragazzi di Snowevents,
e ai corsi di A.R.T.V.A., S.T.O.P., nivologia
e sci ripido proposti dalle guide alpine di
Whithelines.
La competizione - Il Salice Canalone
Challange cat. Pro, a causa delle avverse condizioni meteo, si è dovuto svolgere
su un percorso alternativo in condizioni di
visibilità che hanno permesso ai quasi 30
rider di competere in completa sicurezza.
I cronometri hanno decretato che i vincitori
della prima edizione del Salice Canalone
Challenge fossero: Armin Senoner (sci),
Julian Giacomelli (telemark) e Pietro Marzorati (snowboard).
Non solo “azione” - Un festival che
si rispetti, come sappiamo, non si conclude a chiusura impianti e per questo il
programma ha coinvolto tutti i partecipanti
anche nel pomeriggio fino a tarda notte.
Diversi i momenti di approfondimento e
svago tenuti in paese tra cui: il workshop
di costruzione tavole artigianali PLP a cura
di Ettore Barabino; le “movie night” con
ospiti del calibro di Carlalberto Cimenti,
Luca Rolli e Luca Pandolfi (atleti di freeride
e sci ripido che si sono raccontati non solo
mostrando i loro video ma anche attraverso pensieri ed emozioni personali); Apresski e after-party targati Red Bull. Il tutto a
riprova del fatto che il Madesimo Freeride
Festival è anche divertimento e voglia di
condividere la propria passione. Buoni
motivi per fare tardi la sera e per alzarsi la
mattina con motivazione e carica.
Next stop 2015 - Complimenti ancora
una volta all’organizzazione e a tutti coloro
che hanno reso possibile questa festa, un
appuntamento che già dalla prima edizione si preannuncia una data da segnare
nel calendario di ogni freerider. L’augurio
è che eventi come questi crescano e contribuiscano, grazie al coinvolgimento di
un sempre maggior numero di persone, a
educare alla sicurezza. E a invitare gli organi di stampa nazionali a evitare allarmismi e catastrofismi nel trattare una disciplina che, come tutte quelle che si svolgono
in ambienti severi, richiede umiltà, competenza e, spesso, anche spirito di rinuncia.
La parola alle Istituzioni: “Freeride a Madesimo? Una scelta che ha radici lontane”
Fondamentale per la realizzazione dell’evento è stato l’appoggio delle istituzioni. Al termine abbiamo fatto un punto con
FRANCESCO COMOTTI, direttore del Consorzio Turistico di Madesimo, e MARCO GARBIN, direttore della skiarea Valchiavenna.
1. Perché Madesimo ha deciso di investire nel freeride?
F. Comotti: “Dino Buzzati già nel 1965 sulle pagine del Corriere
della Sera parlava della pista Groppera, oggi nota come ‘il
canalone’ che dall’arrivo della funivia della Val di Lei si conclude
all’imbocco dell’alpe Groppera. Da allora tanti sciatori,
snowboarder e telemarker hanno provato a comprendere il
significato della parola freeride. Allo stesso modo da allora sono
nati tanti itinerari (Camosci, Cavallina, Streghe, Cavi, Fiammifero,
Diavolo, Abruzzo) contribuendo a fare di Madesimo una meta
obbligata per gli amanti del fuoripista. Quindi il Madesimo
Freeride Festival è servito per valorizzare un patrimonio ancora
non espletato nel suo potenziale”.
M. Garbin: “Stiamo assistendo a un ritorno alla discesa su
terreni vergini sui quali non sono passati i mezzi battipista. A
questo aggiungiamo che a Madesimo abbiamo tracciati per
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Pointbreak Magazine 3 / 2014
l’agonismo, piste per famiglie, uno snowpark, un baby-park e
un’offerta in Val di Lei per i cultori dello sci in quota. Tutto ciò ha
spinto Madesimo a investire in questa direzione”.
2. Quali risvolti può avere questo evento sulla comunità?
F. Comotti: “Questo format offre l’opportunità di valorizzare
località e comunità. Il fatto di animare il paese permette di
far vivere il potenziale che Madesimo può offrire al di là della
montagna. Inoltre con un evento di questo tipo si possono
attrarre nuovi freerider che hanno una propria ‘lista di resort’.
Sicuramente chi ancora non conosceva la nostra skiarea l’ha
ora aggiunta”.
M. Garbin: “I risvolti positivi di un tale evento si identificano
nel coinvolgimento della totalità dei propri interlocutori. Si è
potuto creare un punto di incontro con professionisti che hanno
approfondito temi legati a sicurezza e tecniche di discesa in
fuoripista. Questo rappresenta uno step fondamentale per
creare la cultura necessaria alla skiarea per crescere nel freeride
assieme ai propri utenti”.
3. In che modo una località può diventare “freeride
friendly”?
F. Comotti: “Sarà necessario innescare un processo che avvicini
le strutture e le attività commerciali al freeride. Se entrando a
Madesimo la gente respirerà aria di freeride per tutto l’inverno,
si innescherà un meccanismo che avvicinerà sempre più utenti
alla località”.
M. Garbin: “La skiarea deve fornire un’informazione seria e
precisa riguardo le condizioni di sicurezza. Per questo abbiamo
organizzato un sistema di sorveglianza e d’informazione tale per
cui monitoriamo i fenomeni meteorologici e nivologici. Oltre a
ciò, solo la cultura da parte degli utenti può fare la differenza”.
Tommaso Luzzana
Si è conclusa la settima edizione del circuito freestyle
“Freeride, sport di oggi e di domani”
Abbiamo fatto qualche domanda a Tommaso Luzzana, socio fondatore, nel ’99,
dell’Agenzia Spia Games nonché uno tra
i primi snowboarder in Italia, per farci raccontare come è nata l’idea di un Festival
dedicato interamente allo sci fuoripista a
Madesimo.
Dunque Tommaso, come nasce l’idea
di un Festival tutto incentrato al Freeride a Madesimo?
Il Madesimo Freeride Festival nasce anzitutto allo scopo di avvicinare nuovi utenti
alla pratica del Freeride promuovendo i
concetti di cultura e sicurezza grazie ai corsi
proposti e tenuti da Guide alpine e maestri
con specializzazione freeride.
Il fatto che durante l’evento ci siano state
giornate di brutto tempo da un lato ha reso
più difficile a livello organizzativo lo svolgersi
di determinate attività, allontanando curiosi e turisti, ma dall’altro è stato in grado di
richiamare 300 veri freerider, quelli che ad
una giornata di sole e neve dura preferiscono nebbia e 60 cm di neve fresca.
Qual era il target di riferimento che
avevate in mente mentre programmavate questo evento?
Il freeride in questo momento rappresenta
il ritorno alle origini in grado di unire diversi
target ed utenti: sciatori ed atleti tra i 30 e i
45 anni che come evoluzione naturale passano dal freestyle al freeride; sciatori tra i 45
e i 60 anni che dopo anni sulle piste ricercano nuovi stimoli ed esperienze.
Ad un tale bacino di appassionati corrisponde poi un reale riscontro sul mercato dei prodotti?
Il freeride è lo sport di oggi e di domani, è
un mercato in rapida ascesa che rappre-
Tommy Luzzana
senta un’opportunità per chi la sa cogliere
ma nella quale non ci si può improvvisare.
Il negoziante in primis deve essere competente e credibile, conoscere il mercato e gli
attrezzi sia in termini di shape che di tecnologie, ed essere formato in tema sicurezza
per poter sensibilizzare i propri clienti.
Le più importanti fiere di settore sono la
testimonianza concreta del trend positivo
che sta vivendo la disciplina del freeride.
Chiunque sia stato ad Ispo 2014 avrà notato la centralità del fuoripista nelle immagini
di molti degli stand espositori, da quelli core
e di nicchia fino ai leader di settore che
per anni si sono associati principalmente
all’aspetto race. Inoltre sono sempre di più
le aziende che ampliano i loro cataloghi
con accessori e strumenti in grado di rendere più sicura la pratica del fuoripista.
Madesimo Freeride Festival ha avuto il merito di cogliere il momento giusto ed essere
stato il precursore nel richiamare tutte le
categorie di freerider, dall’esperto a colui
che si appresta a muovere i primi passi, creando la giusta sinergia tra i protagonisti in
gioco: società impianti, consorzio di promozione turistica, aziende di sci, snowboard,
telemark ed accessori, negozianti, noleggi,
società di Heliski, guide e maestri con specializzazione freeride.
• Davide Spini - Guida Alpina dei Whitelines: “Organizzazione
ottima, bellissimo soprattutto il villaggio super pieno di aziende! Fico che
guide e maestri lavorino insieme finalmente… potremmo dire di poter
sperare in un futuro migliore!”
• Luigi - un partecipante: “La cosa che mi è piaciuta di più è stata
avere la possibilità di avvicinarmi al freeride in modo semplice”
• Roberto - un partecipante: “Mi è piaciuta l’atmosfera entusiasta
del Festival e mi sono sentito un privilegiato a partecipare alla prima
edizione di un evento così. Spero proprio ci sarà una seconda edizione”
Il Bràulio Vertical Tour
chiude l’inverno sul Tonale
Dalla prima tappa del 29 dicembre a Cervinia, nel
corso di 4 intensi mesi ha toccato alcune delle stazioni
sciistiche più importanti in Italia come Bormio e Monte
Bondone, Canazei, Alleghe e Pila, Sestriére, Abetone,
San Martino di Castrozza e Alba di Canazei.
Ospite delle splendide strutture dell’Adamello Freestyle Arena al Passo del Tonale, si è chiusa l’edizione 2014 del Bràulio
Vertical Tour. Il contest finale, tenutosi il
22-23 marzo in condizioni di caldo anomalo per il periodo, ha offerto il consueto
spettacolo di evoluzioni e salti, in una sfida
entusiasmante tra skiers e snowboarder
garantita dal perfetto set up delle strutture. “Hanno mostrato (Guido Colombetti
e lo staff del park) una professionalità e
una disponibilità unica”, ha commentato
Christian Lupi, uno dei responsabili organizzativi, “rendendo indimenticabile questo finale. Il resto lo ha fatto lo snowpark,
davvero all’avanguardia”.
Per quanto riguarda i contest, quest’anno
ha prevalso la linea verde. Tra gli snowboarders il migliore è risultato essere il
bulgaro Emil Goranov, che ha battuto il
favorito della vigilia, Marco Donzelli, già
vincitore nel recente e azzurro di Coppa
del Mondo. A seguire, sul gradino più
basso del podio, Mauro Bisol. La gara di
freeski ha messo in mostra una serie di
giovani talenti, tutti under 20, di cui sentiremo presto parlare. Tra essi spicca il vincitore e idolo locale Kilian Morone, il cui
grande talento naturale gli ha permesso
di precedere Giovan Battista Zulian, allievo del tecnico della nazionale azzurra di
Coppa del Mondo Valentino Mori, ed Elia
Guanella.
La tappa ha chiuso degnamente un tour
lungo 4 mesi che non ha mai smesso di
sorprendere nelle diverse località sciistiche in cui è stato ospitato. Oltre al title sponsor Bràulio, giunto al terzo anno
consecutivo, diversi sono stati i partner:
Apo, Latte Candia, Entremont, GranLatte,
Candy’Up, l’Emmental, Raclette, Salumificio Raspini, Panmonviso, Rìcola, Nital,
UniCredit e Volvo. Mentre tra i mediapartner vi erano Tuttosport, Neveitalia.it,
Snowgang.com e Pointbreak magazine.
Ora non resta che rilanciare alla prossima
stagione, come ricorda Flavio Gallarato, il
capo dell’organizzazione curata come al
solito dalla torinese Event’s Way: “La nostra soddisfazione maggiore è ancora una
volta aver visto apprezzati i nostri sforzi e
le nostre idee. Lo dimostra il pubblico,
che in tutti questi anni fortunatamente non
è mai mancato. Lo dimostrano gli atleti,
che ci permettono di offrire sempre uno
spettacolo unico, ma lo dimostrano anche
le amministrazioni locali e gli sponsor che
hanno sposato con entusiasmo la filosofia del Tour. Li ringrazio tutti, perché senza di loro sarebbe impossibile. Ripartire
ogni anno non è semplice, ma se i risultati
sono questi e la risposta è così entusiastica, non ci mancherà mai la voglia per riprovarci”. Pointbreak Magazine era media
partner dell’evento.
www.verticaltour.it
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FOCUS WATERSPORT
Il focus sulla nuova onda artificiale
prodotta da ATV Action Team
Surfer Noah Beschen. Foto: Jan Vogt
a cura di Simone Berti
The Wave
“atterra” in Italia
La struttura, ideata da surfer e ingegneri, sfrutta un sistema incrementale che consente
di estendere l’ampiezza dell’onda a proprio piacimento. Perfetta per l’apprendimento del surf,
ha incontrato il favore anche di stelle dello sport come Rob Machado, Robby Naish e altri top
atleti. Ed è disponibile anche nel nostro Paese per iniziativa di Paolo Nelzi.
La storia ha inizio negli anni ‘70 e vede
protagonisti due surfer tedeschi: Susi e
Rainer Klimaschewski. I due sono grandi
appassionati di onde e, peculiarità unica
fra coloro che amano questo sport, sono
anche i primi al mondo ad aver praticato
il surf a Monaco di Baviera. Decisamente
insolito e ben lontano dai consueti spot
sulle spiagge hawaiiane, basche o australiane. Susi e Rainer infatti avevano
scoperto un’onda statica nell’Eisbach,
piccolo fiume artificiale affluente dell’Isar,
sita nei pressi del museo d’arte Haus
der Kunst. In pratica la madre di tutti i riverspot. Negli anni successivi, intorno a
quest’onda, si è formata una community
sempre più grande di appassionati, tanto
che lo spot è tutt’ora frequentatissimo in
ogni stagione dell’anno, giorno e notte.
I Klimaschewski invece intuirono un potenziale non sfruttato in quell’onda statica
e decisero di andare oltre: così, insieme
ad altri surfer e a un gruppo di ingegneri svilupparono un sistema brevettato di
onda artificiale e fondarono ATV Action
Surfer Mareen Scholz. Foto: Flo Hagena
Surfer Tao Schirrmacher. Foto: Flo Hagena
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Pointbreak Magazine 3 / 2014
In quante località è presente The
Wave?
C’è l’installazione fissa presso lo Snow
Dome di Bispingen, che ha riaperto in
primavera. Inoltre per il 2014 sono programmati diversi eventi in Europa con
versioni mobili di The Wave.
Verso quali Paesi puntate per allargare il vostro mercato?
In generale nel nostro continente, con
particolare focus su Germania, Italia,
Francia e Paesi Bassi. Europa dell’Est e
Russia, USA e Sud America sono altre
aree dal grande potenziale.
Surfer Mareen Scholz. Foto: Jan Vogt
Team. E ora il sogno di Susi e Rainer è
diventato realtà: surf 356 giorni all’anno,
di fronte a casa.
Come funziona
L’impianto permette l’utilizzo di vere tavole da surf con pinne e consente una
fruizione continuativa perfetta per chi
necessita di allenamenti intensi per trick
ed evoluzioni. Inoltre permette di regolare l’intensità e la grandezza dell’onda,
venendo incontro anche a chi è alle prime “onde”, bambini inclusi. I principianti possono godere inoltre dell’utilizzo di
una particolare maniglia che aiuta a raggiungere quanto prima l’equilibrio necessario per cavalcare l’onda. Le pareti
laterali e l’uscita poi sono morbidamente
foderati. Il concetto dietro alla generazione dell’onda è semplice e sfrutta un
sistema incrementale che estende l’ampiezza dell’onda a proprio piacimento. Questa caratteristica ha permesso
l’utilizzo di The Wave per competizioni
internazionali quali i campionati europei
2011, 2012 e 2013 (tenutisi in Germania), che hanno richiamato fino a 30.000
appassionati e numerosi surfer da tutto
il mondo. Per saperne qualcosa di più
a livello tecnico, ma non solo, abbiamo posto qualche domanda a Fabian
Strödel, ingegnere per la ATV Action
Team GmbH.
Anzitutto, cos’è The Wave e come si
compone la struttura?
The Wave è composto da un bacino
d’acqua principale e una piscina per il
surf. Delle pompe a immersione muovono l’acqua dal primo al secondo e l’onda
stazionaria si forma grazie al principio
idraulico del “salto di bidone” o “risalto
idraulico”. La piscina in particolare consiste in una struttura di morbidi componenti plastici modulari attaccati a una
struttura portante metallica.
Quando è stato realizzato il primo sistema?
Il primo prototipo è stato presentato al
pubblico nel 2008 al Paris Boat Show. La
prima installazione permanente è stata
invece aperta nel 2010 allo Snow Dome
di Bispingen, vicino ad Amburgo.
Quante evoluzioni sono state realizzate?
Il primo prototipo consisteva in un’onda di
7 mt di larghezza con una portata d’acqua
di 8.000 lt/sec. Nel 2013 la terza edizione
dei Campionati Europei di Surf su onda
stazionaria ha avuto luogo su una versione di The Wave di 11 mt di larghezza e
con una portata d’acqua di 22.000 lt/sec.
C’è un target particolare cui vi rivolgete?
The Wave, nella sua versione mobile,
può essere di grande beneficio per
fiere, eventi e centri commerciali: può
offrire una grande copertura mediatica,
attrarre giovani e soprattutto sportivi.
Come installazione permanente si tratta di un ottimo complemento per centri
d’intrattenimento come parchi acquatici, parchi tematici, centri sportivi (anche comunali), località balneari e catene alberghiere.
Quali sono i primi feedback dal mercato italiano?
Abbiamo partecipato in passato a una
fiera specializzata a Roma e i feedback
di visitatori e potenziali clienti sono
stati notevoli. L’Italia chiede disperatamente maggiori possibilità di praticare
il surf. In un Paese con così tanti chilometri di coste e una popolazione di
surfisti in costante aumento si può fare
ancora molto per aumentare le possibilità di praticare questo magnifico sport
quando il mare non “coopera”. Sembra
comunque essere arrivato il momento
giusto per il mercato italiano perché
stiamo discutendo alcune interessanti
opportunità.
contatti:
[email protected]
[email protected]
FOCUS WATERSPORT - news
Reef sponsor ufficiale
del Recco Surf Festival
Dopo l’ingresso di Matteo Migliorini, GoPro Italia presenta un nuovo atleta nel proprio surf team: si tratta del
giovane versiliese Gianmarco Pollacchi, che affiancherà ora Matteo e anche Elena Bertolini. Gianmarco sta
già utilizzando le action camera e presto ci presenterà i
suoi primi web edit.
L’anno “sabbatico”
dell’International Surfing Day
Da 10 anni l’EuroSIMA si occupa dell’organizzazione
dell’International Surfing Day, che edizione dopo edizione
ha visto crescere in maniera esponenziale il numero dei
partecipanti. L’evento offre l’opportunità a migliaia di persone di avvicinarsi gratuitamente al surf e di prender parte a una serie di attività quali progetti di pulizia spiagge,
campagne di consapevolezza ambientale, concerti e test
prodotti. Nel 2013 l’iniziativa ha interessato 29 paesi del
mondo, dove sono stati organizzati in tutto 189 appuntamenti. Considerata la maturità raggiunta dall’evento, l’associazione ha iniziato a pensare a come poterlo sviluppare ulteriormente in futuro. La mission di EuroSIMA include
la difesa degli interessi dei suoi membri, l’educazione e la
promozione delle attività, e non lo sviluppo dello sport e
il loro insegnamento. Inoltre non è più in grado di sostenere i costi e di far fronte all’impegno logistico richiesto.
Per questo il cda dell’associazione ha deciso di mettere
in standby l’edizione 2014 dell’International Surfing Day.
Lo stop servirà a cercare eventuali partner (federazioni
sportive, associazioni, partner privati) che siano in grado
di dare all’iniziativa un nuovo respiro, pur mantenedone il
carattere no-profit e il suo spirito originale di promozione
di valori culturali e sportivi.
Windsurf Grand Slam,
a Coluccia è sfida all’ultima boa
Dopo l’ottimo riscontro avuto alla prima edizione, ritorna
a Santa Teresa di Gallura, dal 2 all’8 giugno, il Windsurf
Grand Slam. Duecento tra i migliori atleti italiani si contenderanno nell’occasione quattro Campionati Italiani AICW
(Associazione Italiana Classi Windsurf), ai quali si aggiunge una competizione dimostrativa di speed e una tappa
del campionato nazionale windsurfer, per le quali si aspettano fino a 2000 visitatori al giorno. “Per
il secondo anno Santa Teresa di Gallura
è al centro dell’interesse nazionale per
la nostra Associazione”, ha dichiarato
il presidente AICW Carlo Cottafavi nel
corso della conferenza stampa di presentazione. “È una grande opportunità
per noi svolgere i Campionati Nazionali
in una splendida località come questa, ed è un’occasione per valorizzare
sempre di più la Sardegna. Ci auguriamo un forte interesse regionale per il windsurf, poiché le
condizioni meteo e la posizione geografica dell’isola sono
perfette tutto l’anno, cose che ci sono invidiate da tutto il
mondo”. Il WGS è patrocinato dal Comune e dalla Lega
navale di Santa Teresa di Gallura, l’Università di Sassari,
il polo universitario di Olbia, l’aeroporto di Olbia e quello
di Alghero, mentre tra gli sponsor sono annoverati Rider
Sandals, Selin, Project Automation e GoPro.
Per la sua seconda edizione, il Recco Surf Festival può
contare sul supporto del nuovo sponsor ufficiale Reef.
L’evento avrà luogo nel primo weekend utile fra maggio e giugno in cui le condizioni meteorologiche permetteranno lo svolgimento della gara di surf e offrirà
due giorni di contest, arte, una film premiere assoluta,
moto in stile Cafè Racer, tanta musica e da quest’anno
anche un Surf Film Festival che inaugurerà l’evento. Si
potranno ammirare esposizioni
di tavole, le stupende creature
a due ruote di Deus Ex Machina e vi sarà una zona dedicata
agli stand dei surf shop, oltre
alle aziende di settore e dei migliori costruttori di tavole italiani.
Protagonista di giornata sarà la
gara Open di Longboard, aperta a tutti. La Black Wave Surf
School metterà a disposizione
gratuitamente i suoi istruttori e
tutto il materiale per le prove in mare. Successivamente
avranno luogo le premiazioni del Surf Film Festival e del
contest, seguite da un aperitivo on the beach. La sera
verrà conclusa dalla premiere nazionale del film Peninsula cui seguirà il party sino a notte fonda con i Dj Set di
Pernazza e i Magellano. La domenica poi ecco l’evento
clou: la seconda edizione del TipToes Invitational, dove
si esibiranno i 25 migliori longboarder italiani.
www.tiptoes.it
Stra-To-River:
SUP a Torino con Bic
Giovedì 8 maggio è partito su DMAX (canale 52 del digitale terrestre) un nuovo adventure-reality: The Soul.
Tra percorsi a ostacoli, sfide di cibo, arti marziali e misteriose dark room, i concorrenti dovranno dimostrare
di possedere forza, tenacia, spirito di adattamento e
coraggio per diventare i vincitori. Fra i 9 concorrenti c’è
anche Raimondo Gasperini, il pluricampione italiano
di windsurf sempre attivo in numerose iniziative per i
giovani e di allenamento, ora in cerca di una nuova avventura nel mondo televisivo. I protagonisti, selezionati
attraverso un casting online durato oltre due mesi, saranno giudicati dal CT della nazionale di pallavolo maschile Mauro Berruto e da Federica Lazzara, eletta Miss
Soul nel corso delle selezioni di Miss Italia. Secondo
un meccanismo di prove a eliminazione, puntata dopo
puntata si potranno seguire le vicende dei concorrenti
fino alla finale in cui verrà decretato il vincitore.
Federico Benettolo new entry
nel Bic Sup Team Italia
Bic Sport dà il benvenuto a Federico
Benettolo nel Bic Sup Team Italia. Il
giovane atleta veneto ha alle spalle una
grande esperienza di gare e un’importante collezione di podi. Entra ora a far
parte della rosa di atleti che Bic Sport
ha scelto di sponsorizzare per questa
stagione, andando ad affiancarsi ai rider Giordano Bruno Capparella e Luca
Cassolo. Federico, così come Giordano, utilizzerà in gara la tavola Race Pro
12’6 x 24”1/2 e la nuovissima Race Pro
World Series 12’6 x 25’’ shapate da Patrice Remoiville. Federico, inoltre, rappresenterà l’Italia e Bic Sport ai Mondiali
in Nicaragua per le categorie Wave e Race.
SUP Garda Race, partito
il campionato italiano Race
ph. Federico Barazzuol
GoPro Italia accoglie il surfer
Gianmarco Pollacchi
“The Soul”, Ray Gasperini
protagonista in un reality
Una cornice inusuale e originale, la città di Torino, e un
fiume soggetto a forti correnti, ovvero il Po, hanno ospitato nel weekend dell’1-2 marzo la Stra-To-River, una
due giorni di SUP decisamente allegra e ricca di gare. Il
sabato è stato tutto dedicato alle sprint-race, su tracciati
di circa 500 mt per le polinesiane e di 300 mt per il Bic
Sup One Design. La domenica invece, ben assolata dal
clima primaverile, era dedicata alla gara ufficiale, una
long-distance di 12 km contro e a favore della corrente,
con la possibilità di partecipare alla ridotta di 6 km. Nel
corso della gara molti atleti hanno scelto di sfruttare le
“zone di morta”, quelle cioè molto vicine alla sponda,
dove l’acqua tende a risalire contro corrente permettendo un’andatura più veloce per risalire il fiume, mentre
nella fase di discesa tendevano a utilizzare la parte centrale dove la corrente è più forte e dove si possono raggiungere velocità molto alte. La giornata si è conclusa
con le premiazioni, medaglie BIC SUP per i primi 3 classificati di ogni categoria e premi estratti a sorte messi a
disposizione dai vari sponsor: primo fra tutti Bic Sport,
poi Vibram, Dare Motus, Lavacore, Syform, La Glisse ,
Circolo Eridan e il Comitato Piemontese FICK.
Sabato 3 maggio a Manerba del Garda (BS) è stato dato il
via al campionato italiano FISURF SUP Race, con la tappa
SUP Garda Race a 4 Stelle. Organizzata dalla Sup Garda
asd presso la spiaggia di Pisenze, la manifestazione si è
svolta in un’area protetta di 114 ettari che comprende le
aree verdi del Parco della Rocca e del Sasso, a cui vanno ad aggiungersi 84 ettari di superficie lacuale, fino oltre
300 metri dalla costa. Durante la giornata inoltre è stata
inaugurata la Riserva naturalistica del Parco della Rocca
di Manerba del Garda, a sottolineare il messaggio di rispetto per l’ambiente e incontro con la natura tipico dello
stand up paddling. Tre erano le gare che si sono svolte
sotto un sole indeciso, spesso nascosto dalle nuvole: 8
km Beach Race con arrivo in acqua categoria Race 12,6
e 14, oltre alla 4 km categoria open e gonfiabili. La categoria pro da 8 km è stata vinta da Davide Codotto e Susak
Molinaro, mentre Nicola Zamuner ha primeggiato con la
tavola da 14. Tra gli amatori i migliori sono stati Maurizio
Tomei e Silvia Battisti. Il SUP Garda Race è stato organizzato con il contributo e patrocinio del Comune Manerba
del Garda, il patrocinio
della Regione Lombardia e il supporto tecnico
di Starboard, Fanatic,
ION, Surfcamp.it, Underwave, Asahi, Dude,
WeWood, Beleza Pura,
Vinstyle.it e Vibram.
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FOCUS WATERSPORT
Intervista doppia: a tu per tu con i windsurfer
Marcantonio Baglione e Flavia Tartaglini
a cura di Monica Viganò
“Nel mio cassetto,
il sogno di Rio 2016”
Atleta del circolo Albaria di Palermo,
gareggia in classe RS:X nei circuiti
nazionale, europeo e mondiale.
Dove al momento è in 7o posizione.
Ha alle spalle svariati titoli e attualmente è 7° nel
ranking di Coppa del Mondo dopo la tappa di Hyeres (Fra). Un palmares conquistato in soli 3 anni di
attività agonistica che lo sta portando ad approdare
nella Squadra Nazionale. E a veder sempre più vicino l’obiettivo Olimpiadi di Rio 2016. Marcantonio
Baglione, palermitano doc nato nel 1990, ci racconta la sua storia.
Quando e come ti sei avvicinato al windsurf?
Sono praticamente cresciuto in questo ambiente.
La mia fonte di ispirazione sono stati Paco Wirz,
Riccardo Giordano e mio padre. La mia prima regata è stata la Coppa PrimaVela, credo di avervi
partecipato verso i 10 anni.
Quando hai iniziato a fare sul serio?
Nel 2010, dopo la maturità, ho deciso di partecipare a un circuito australiano in tre stop (Sydney, Melbourne e Brisbane). Mi sono classificato secondo
assoluto, vincendo addirittura una delle tappe. Così
ho deciso di entrare nel mondo professionistico.
Quali aziende hanno per prime creduto in te?
In primis il club Albaria di Mondello e i miei genitori.
Insieme a loro, alcuni surf shop mi hanno aiutato
con parte del materiale tecnico. Che oggi mi fornisce Quiksilver tramite due surf shop di Palermo.
Sei atleta del Circolo Albaria di Mondello, che ha
sfornato atleti di calibro internazionale. Ci dici
qualche nome?
Cito Riccardo Giordano, plurititolato mondiale e
Olimpico a Sydney 2000. Poi la pluricampionessa
olimpica Alessandra Sensini, medaglia d’oro alle
Olimpiadi di Sydney 2000. E infine Federico Esposito, rappresentante italiano della classe alle Olimpiadi 2012 di Londra.
Fai anche parte dei DEMZ Boyz. Ce ne parli?
È il mio gruppo di allenamento. Un team internazionale composto dall’olandese Dorian Van Rijsselberge (medaglia d’oro alle Olimpiadi 2012), dal
canadese Zachary Plavsic (ottavo alle Olimpiadi di
Londra 2012), dall’inglese Elliot Carney (plurititolato). Siamo allenati dal fortissimo Aaron McIntosh
che ci sta preparando per Rio 2016.
Quale attrezzatura utilizzi?
Utilizzo il modello di vela RS:X misura 9,5 mt firmato
Neilpryde. Quiksilver mi fornisce alcuni capi d’abbigliamento e qualche muta. In inverno ad esempio
uso il modello Cypher, che è perfetto e veste come
una seconda pelle.
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Pointbreak Magazine 3 / 2014
“Chi ha detto che il windsurf
è per soli maschi?”
Nata a Roma nel 1985 intraprende la carriera
sportiva seguendo le orme del nonno e del
padre, entrambi ex atleti di rugby. E in pochi
anni è entrata nell’elite mondiale dell’RS:X.
In quali categorie e in quali circuiti competi?
Gareggio nei circuiti mondiale, europeo e italiano
nell’RS:X, una classe monotipo dove tutti utilizzano le
stesse attrezzature. La vela misura 9,5 mq e la tavola
è di 280 lt con pinna da 66 cm. Le condizioni meteorologiche nelle quali competiamo prevedono vento da
2 a 35 nodi e onde da 0 a 3 mt.
Fai parte della Nazionale Italiana?
Quest’anno sono stato inserito tra gli atleti con possibilità di accedere alla Nazionale. Ci saranno delle
selezioni per definire l’effettivo inserimento nel team.
Quali sono a oggi i tuoi migliori risultati per la stagione in corso?
A gennaio sono stato a Miami per l’US National Championship, dove ho ottenuto il 1° posto in classe RS:X.
Ho anche partecipato alla regata Miami Rolex parte
del circuito ISAF Sailing World Cup, dove mi sono
classificato 10°. A febbraio sono stato ad Auckland
per un allenamento mirato alla partecipazione alla regata Preolimpica, che si è disputata a fine marzo a
Palma di Maiorca (ISAF Sailing World Cup). Dopodichè ad aprile ho partecipato alla gara di Hyeres (ISAF
Sailing World Cup) chiudendo primo tra gli italiani e in
21ª posizione generale su 91 partecipanti. A maggio
ho partecipato all’Eurolymp Olympic Week del Garda
e alla Delta Lloyd Regatta a Medemblik (Olanda).
Dove ti vedremo prossimamente?
A giugno sarò al Sail For Gold di Weymouth. Il mese
seguente sarò all’European Windsurfing Championship di Çesme (Turchia) e ad agosto sarò all’International Sailing Regatta 2014 che sarà un Test Event
per Rio 2016. Infine a settembre sarò a Santander per
l’ISAF Sailing World Championship.
Sappiamo che sogni le Olimpiadi del 2016 in Brasile. Il windsurf è di nuovo a programma?
Si, ci siamo salvati! Nel 2012, durante il voto di proposta, il kiteboard è stato inserito nel programma olimpico spodestando il windsurf con 19 voti a favore e 17
contrari. A novembre dello stesso anno, in occasione
della votazione finale, la situazione si è ribaltata.
Come giudichi il panorama windsurf italiano?
Non siamo poi così “scarsi”. Sul fronte femminile Flavia Tartaglini (non a caso intervistata a fianco, ndr) sta
andando fortissimo, è sempre nelle prime 5 a quasi
tutte le regate. Le altre donne sono giovani e necessitano tempo ed esperienza per mostrare il loro potenziale. Anche tra gli uomini il livello è davvero alto. Siamo in 5 a contenderci i primi posti in giro per il mondo.
Attualmente i primi siamo io e Mattia Camboni, che è
5° nella classifica mondiale.
Come Baglione (intervista a fianco) anche lei gareggia nella classe RS:X Neilpryde. Attualmente è la migliore a livello nazionale. Ma
anche a livello internazionale non scherza affatto, visto che occupa il 1o posto nel ranking mondiale. Parliamo di Flavia Tartaglini, un
concentrato di grinta, forza, dolcezza e femminilità. A dimostrazione che il windsurf non è uno sport prettamente maschile.
La tua prima volta sul windsurf?
La prima volta avevo 15 anni, era estate e mi trovavo a Ostia. Per
non annoiarmi in spiaggia ho provato a fare un corso di windsurf e
devo dire che me ne sono innamorata subito.
Ti ricordi il tuo primo windsurf?
Era una di quelle tavole piuttosto larghe e non propriamente bellissime. Diciamo pure “da battaglia”. Una di quelle che danno ai corsi
di windsurf. Comunque non me la ricordo bene perché all’inizio si é
talmente concentrati a mantenere l’equilibrio che non si fa attenzione ad altro.
Anche se hai iniziato tardi, hai all’attivo importanti conquiste.
Sì. Sono stata due volte medaglia d’argento ai Campionati Italiani
(2006 e 2008) e ho vinto il Circuito World Cup Isaf nel 2012. Nel 2013
ho terminato prima nella World Cup - Trofeo P. Sofia 3a prova di
Palma di Maiorca e prima nella Eurosaf - Sail Week Garda 1a prova.
Sempre nel 2013 ho chiuso in 1a posizione nella World Cup - Delta
Lloyd Regatta Medemblik e quest’anno sono arrivata 3a nella seconda tappa di World Cup a Miami.
Quali sono i tuoi principali obiettivi per il 2014?
Senz’altro i Campionati Europei a Çesme in Turchia (28 giugno - 6
luglio) e gli Isaf World Championships a Santander in Spagna (8 - 21
settembre). Mi sto poi allenando in vista delle selezioni olimpiche
per Rio 2016.
Il windsurf é uno sport in cui il contatto diretto con la natura é predominante e le condizioni atmosferiche spesso sono
davvero difficili. Come si combatte il freddo?
Parliamo di uno sport d’azione che
richiede sempre una certa agilità,
per cui non possiamo coprirci più di
tanto. Mani, piedi e testa rimangono
sempre scoperti. Fortunatamente per
il resto del corpo esistono mute in neoprene di diverso spessore a seconda
della temperatura. Io utilizzo quelle
dei brand Roxy, ION e Billabong.
Qual é il luogo preferito in cui ti alleni?
Restando in Italia, Cagliari é molto bella: é da due anni che ci alleniamo lì in inverno e mi piace moltissimo. Poi adoro il sud della
Spagna, Càdiz e soprattutto Tarifa. Andando più lontano, il golfo di
Sidney é stato uno dei posti più belli dove ho fatto windsurf.
E il luogo più bello dove hai gareggiato?
Sicuramente Càdiz perché é molto ventoso. E poi Cascais in Portogallo.
FOCUS WATERSPORT
Michi Schweiger, brand manager di Naish SUP,
ci parla della Hokua X32 LE Series
Come sappiamo Naish è uno dei brand di
riferimento nel mercato watersport, SUP
compreso, con una proposta sempre attuale e attenta alle esigenze di praticanti
di qualsiasi livello. Lo dimostra anche l’ultima serie di stand up paddle presentata,
che si indirizza a neofiti o appassionati
alla ricerca di un prodotto facile da utilizzare sulle onde. Del successo di questa
linea ci parla Michi Schweiger, brand manager del marchio originario di Vienna e
ora in pianta stabile a Maui.
In cosa la linea si differenzia dalle precedenti Hokua e Hokua LE Series?
La nuova serie è perfetta per tutti, anche
per chi inizia a fare wave. Tutti i modelli sono
ampi 32” rendendo le tavole accessibili e
stabili, ideali anche per rider di livello intermedio. Questa proposta ci aiuta a completare la collezione Hokua garantendo ai neofiti
un’esperienza di stabilità e performance. La
linea Hokua X32 LE unisce la performance
di wave riding assicurata dai modelli Hokua
già in collezione con la stabilità e la semplicità di “presa” dell’onda delle tavole Mana.
Il risultato è un SUP facile da usare. Il design
dà il meglio di sè su onde piccole e medie,
che non generano eccessiva potenza.
Ph: FBerthuot
Qui e a fianco Michi Schweiger
Cosa ha ispirato il design e il concetto della linea?
All’interno del nostro gruppo-target ci
sono diversi surfisti con più o meno
esperienza. Alcuni di loro sono avanti
negli anni oppure sono corpulenti. Per
loro era difficile usare una delle tavole
Hokua o Hokua LE già esistenti. La richiesta verteva su una maggior stabilità
e su un extra volume così da rendere più
confortevole il paddling o la rimanenza
in acqua in attesa dell’onda giusta. Allo
stesso tempo, questi surfisti non volevano rinunciare alla performance. Questa
la logica che sta dietro alla serie X32.
Hokua X32 LE Series
Tavole in edizione limitata ultraleggere, estremamente stabili, disegnate per un riding
performante in onde piccole e medie. La forma della base ha un nose concavo,
una leggera V nella sezione centrale e una V più pronunciata nella coda per una
prestazione più pulita e per una maggior accelerazione in onde poco veloci. La
curvatura e il rocker amplificati del profilo rendono le tavole perfette per sessioni serrate
e sono in grado di dare il meglio nelle onde di scarsa potenza. Questi modelli sono
inoltre costruiti usando una tecnologia sandwich in carbonio rivoluzionaria che li rende
estremamente resistenti e ultraleggeri.
Modelli disponibili
Hokua 7’10” X32 LE - ideale per rider fino a 91 kg
Hokua 8’3’’ X32 LE - ideale per rider fino a 95 kg
Hokua 8’8” X32 LE - ideale per rider fino a 102 kg
Hokua 9’1” X32 LE - ideale per rider fino a 109 kg
Qui a fianco il QR con il video
di presentazione della collezione
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Pointbreak Magazine 3 / 2014
Ph: EAeder
Robby Naish, padron dell’azienda,
su un modello della serie Hokua X32 LE
SUP più facile
anche sulle onde
Ph: EAeder
I modelli sono
caratterizzati da
un’ampiezza standard
di 32”. Volgono lo
sguardo a principianti
e rider esperti ma
non “estremi”, in
cerca di stabilità e
performance. Già
notevole il successo
riscontrato in termini
di vendite.
a cura di Monica Viganò
Perchè pensate che 32” sia l’ampiezza ideale?
Dopo vari test su larghezze diverse,
abbiamo stabilito che questa sarebbe
stata quella ideale per il target cui volevamo rivolgerci. I rider di esperienza
avanti negli anni e piuttosto appesantiti
sono con essa in grado di avere stabilità e al contempo performance. Ma
queste tavole, come già detto, sono ottime anche per i principianti che in esse
possono avere stabilità e performance
in una tavola corta e dunque semplice
da trasportare. Questa combinazione li
agevola nel progredire di livello.
Qual è il rider-tipo di questa serie?
Le tavole in questa linea variano da
7’10” a 9’1”. Quindi surfisti di ogni stazza e peso possono in essa trovare il modello migliore. Come in ogni altra nostra
linea, la misura delle tavole soddisfa le
esigenze di ogni surfista. E, dal momento che tutte le tavole hanno la stessa ampiezza, il rider può basare la sua scelta
solo sul volume.
Come descriveresti il feeling trasmesso da una tavola Hokua X32 LE?
Semplice da surfare e nella presa dell’onda. Stabile nella direzionalità. Compatta
nello stivaggio.
Un breve sguardo al panorama italiano con Benni Bozano
SUP, anche l’Italia in fermento
Il responsabile di Action 2 Sport, distributore del marchio Naish per il nostro paese, ci parla della linea Hokua X32 LE,
dell’andamento dello sport nel nostro mercato e delle iniziative promozionali firmate dal brand a livello internazionale.
La linea Hokua X32 LE presta attenzione in particolare a qualità e prestazioni. Ce lo conferma anche Benni Bozano, responsabile di Action 2 Sport,
distributore del brand per l’Italia: “Sono questi due
aspetti ad avere la priorità, come in tutti i prodotti a
marchio Naish. Ma in questa linea si è investito molto anche nella ricerca di un metodo costruttivo innovativo che garantisse un ottimale rapporto qualità/
prezzo”. Grazie anche a questo fattore, la collezione ha avuto un enorme successo in tutto il mondo.
“Stando alle dichiarazioni dei responsabili aziendali,
la serie sta ottenendo grandi consensi ovunque a
partire dall’Australia”.
Uno sguardo all’Italia
Buoni i feedback registrati anche dai retailer del nostro paese, dove il primo arrivo di X32 è già sold out.
“Siamo a buon punto anche con le prenotazioni per
la consegna successiva”, aggiunge Benni. Nel nostro paese, inoltre, Naish ha un’ottima reputazione
sul fronte SUP Wave grazie soprattutto all’attenzione che pone nei particolari. È stata infatti la prima
azienda ad analizzare questi prodotti in tutte le sue
componenti. “Non dimentichiamoci che la sede di
Naish è alle Hawaii dove è possibile testare i materiali tutti i giorni e in tutte le condizioni”.
Panoramica sul SUP
A proposito della disciplina, è indubbio che il movimento legato al SUP stia interessando in questi
ultimi anni anche l’Italia. Tuttavia non ha ancora rag-
Benni Bozano a Maui,
di rientro dopo
una rilassante
sessione di SUP
giunto dimensioni importanti probabilmente, come
dichiara Benni, “perché pesantemente frenato dalla crisi economica”. Ampliando il discorso a livello
mondiale, il fenomeno è partito dagli USA ed è stato
travolgente. In Europa ha raggiungo subito Germania, Francia, Olanda dove in breve ha conquistato
dimensioni considerevoli. “In linea generale è indubbio che i praticanti siano in crescita, soprattutto tra il grande pubblico. Ritengo che il SUP possa
raggiungere se non superare i livelli registrati dal
windsurf negli anni ’80. In particolare perché il SUP
è più immediato e semplice da imparare e risulta
divertente fin dal primo momento”.
Il ruolo di Naish
L’azienda è stata una delle prime a credere in questo sport e a spingerlo con ogni mezzo. I suoi distributori nel mondo sono stati i primi a farlo conoscere
nei rispettivi paesi. “L’Italia non fa eccezione. Qual-
che anno fa abbiamo portato, insieme a Red Bull, il
fondatore del marchio Robby Naish a Venezia. Sono
stati pubblicati diversi articoli e realizzati vari filmati che sicuramente hanno contribuito alla diffusione
dello sport nel nostro paese”.
Iniziative promozionali
Tra le principali iniziative finalizzate all’incentivazione delle vendite promosse da Naish spiccano i
Demo Tour con atleti del team internazionale, Clinic
con rider, pubblicazioni di informazioni e news su
magazine e social network. Molto interessante è il
circuito di gare N1SCO (Naish One Sup Class Organization), dove si gareggia “ad armi pari”. Tutti i concorrenti hanno in dotazione infatti la stessa tavola,
ovvero il Naish One, una tavola gonfiabile race ad
alte prestazioni e facilissima da trasportare. “Queste
gare - ci spiega Benni - non coinvolgono solo i super
allenati, ma tutti coloro che vogliono cimentarsi in
qualcosa di alternativo. Per questo vengono stilate
classifiche separate che riguardano professionisti,
amatori, senior e junior. Il programma in genere prevede avvincenti gare a batterie con eliminazione diretta, il tutto condito da spaghettate, bevute e tanto
divertimento”. Per tutte le tappe di questo circuito e
per maggiori specifiche, è disponibile il sito dedicato n1sco.com.
Action to Sport
0185.264754
[email protected]
Pointbreak Magazine 3 / 2014
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FOCUS WATERSPORT - around the world
In viaggio da Huntington Beach
a Oceanside
Testo: Elena Gatto - Foto: Dino Bonelli
Livin’ the dream
Se avete sempre sognato di vivere le estati
senza fine del Sud della California – l’oceano,
infinite spiagge bianche, la vera cultura del surf
e un affascinante salto nel passato – Huntington
Beach è il posto che sognate
Quindici chilometri di meravigliosa costa per giocare a
beachvolley, nuotare, correre,
andare in bicicletta e, naturalmente, cavalcare le onde. È il
surf infatti che caratterizza e
imprime il suo sapore a questa
città, che è stata denominata
Surf City USA. Anche a chi non
ha mai preso un’onda nella
propria vita, Huntington Beach
trasmette la vera essenza del
surfing: i local surfano il famoso break lungo il pontile, i negozi dettano i nuovi trend per
l’industria globale del surf, i
caffè sono popolati dai surfisti
che si rilassano in attesa della
prossima sessione.
Anche nelle ore pasti
si hanno in mente le onde
Un pontile simbolo - Datato 1904, l’Huntington Beach
Pier è simbolo storico della
città e luogo dove catturare lo
spirito della sua cultura legata
all’oceano. Ricostruito dopo
essere stato distrutto già un
paio di volte durante gli anni
‘80, si allunga con i suoi 1850
piedi (più di 500 mt) nel Pacifico: è il pontile più lungo della
West Coast. I pescatori hanno
le loro esche pronte, la gente
del posto viene a fare una pas-
Surf al tramonto con l’Huntington
Beach Pier sullo sfondo
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Pointbreak Magazine 3 / 2014
seggiata al tramonto, i turisti
ammirano il continuo srotolarsi
delle onde e vedono da una
prospettiva privilegiata il talento dei surfisti in acqua.
Un po’ di storia locale Qui la tradizione del surf fonda le sue radici in più di un
secolo di storia. All’inizio del
1900, cercando un modo per
promuovere il turismo nella zona sud della California,
Henry Huntington assunse un
lifeguard hawaiano chiamato
George Freeth per fare delle
esibizioni dimostrative di surf.
George, soprannominato “il
Re dei Surfer”, diffuse e rese
popolare lo sport in tutta la
California, istruendo i local e
mostrando loro come costruire
e levigare le loro stesse tavole.
Freeth insegnò anche a Duke
Kahanamoku, considerato il
vero padre del surf moderno,
che surfò vicino al molo di HB
agli inizi degli anni ’20. Il primo negozio di tavole aprì nel
1956, quando Gordon Duane
inaugurò la Gordie Surfboards
sotto il pontile. Questa divenne
la base del suo primo team di
surf, Hole in the Wall Gang. Da
questo modesto inizio, il surf
prese piede come fenomeno culturale e divenne parte
predominate della forza economica di Huntington Beach.
Alla fine degli anni ‘50 già 47
negozi specializzati operavano in città, che nel 1959 ospitò il primo West Coast Surfing
Championships. In questo periodo, nel 1963, il duo pop Jan
& Dean registrò “Surf City”,
la prima canzone di surf che
raggiunse la vetta delle classifiche pop, facendo diventare
tale sport parte della cultura
americana. E così, anche grazie alle numerose competizioni trasmesse dalla televisione
nazionale, HB fu riconosciuta
come il centro del surf statunitense.
Un centro del surf a
tutto tondo - Oggi le stesse onde belle e regolari permettono di organizzare ben
50 competizioni di surf all’anno, tra cui l’annuale US Open
of Surfing, una delle gare più
grandi e prestigiose al mondo.
Migliaia di persone accorrono
tutte le estati per vedere questo evento. L’11 volte campione del mondo Kelly Slater,
nel momento in cui ricevette
la chiave della città nel 2011,
disse: “Huntington Beach è
forse la più grande città del
surf al mondo. In termini di
folla che viene in spiaggia, di
surf shop per metro quadro e
numero di surfisti in acqua. È
sempre stato un posto di grande rilievo per il mercato legato
al surf”. Tanto rilevante che il
vice presidente Hurley, Paul
Gomez, l’ha denominato “la
Time Square del mondo del
surf”. Alcuni tra i più grandi
nomi del surf fanno base qui,
inclusi Herbie Fletcher (che
ci è cresciuto), David Nuuhiwa, uno dei più rinomati surfisti degli anni ‘60, e il primo
campione mondiale Peter “PT”
Townend. Oltre a Corky Carroll, che è considerato il primo
surfer professionista e forse il
migliore del suo tempo. Aziende come Quicksilver, Roxy e
Hurley hanno il loro headquarter. E da non perdere è lo storico Huntington Surf and Sport
(HSS), 30 anni di storia, sviluppato su diversi punti vendita
nella città. Il flagship store è
sempre pieno di turisti anche
grazie alle impronte di mani e
piedi nel famoso Surfers’ Hall
of Fame, che si trova di fronte
al suo ingresso principale.
Non solo Huntington
Beach… - Proseguendo verso sud, sulla suggestiva statale 1 che fiancheggia l’oceano
californiano, si incontrano tante altre piccole cittadine che
hanno assorbito e fatto propria
la cultura dell’oceano e del
surf: Newport Beach, Laguna
Beach, Dana Point, fino ad arrivare a San Clemente (circa
60 km da HB), cittadina che
ha un fascino tutto suo derivante dall’unione di un centro
elegante alla tipica informalità
della sua gente. Le palme altissime sventolano le fronde
al vento e caratterizzano la
bellezza tropicale della lunga
spiaggia. Qui aziende come
SkullCandy e Flow hanno i loro
headquarter e lavorano incessantemente all’innovazione nel
mondo della musica e degli
sport di scivolamento. Ancora
più a sud, incontriamo Oceanside, che con il suo Museo del
Surf (www.surfmuseum.org),
presenta le molte sfaccettature di questa cultura. Il museo
è impegnato a preservare le
radici storiche delle comunità
di residenti sulle spiagge della
zona, che sono strettamente
legate all’oceano, ma anche la
storia e l’evoluzione di questo
sport. Merita sicuramente una
visita.
Il museo del surf a Oceanside
www.surfcityusa.com
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INFO: [email protected]