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L’Œuvre au Noir di Marguerite Yourcenar:
uso delle fonti ed esempi di composizione
Valentina Mazza
Il metodo di lavoro della Yourcenar, fondato sull’esame sistematico di tutte le
testimonianze reperibili riguardanti un dato periodo storico, è illustrato per la prima volta nei “Carnets de notes” dei Mémoires d’Hadrien, risalenti all’inizio degli
anni Cinquanta, quando la scrittrice ha ormai raggiunto la piena maturità letteraria1 . Come accade per L’Œuvre au Noir, che è la riscrittura della novella D’Après Dürer, numerose opere degli anni giovanili vengono allora riconsiderate criticamente e rielaborate secondo il criterio della «passion sèche pour l’exactitude»2 ,
individuato come il principio che presiede alla scrittura di un’opera letteraria.
Nel 1934 infatti era stato pubblicato, presso l’editore Grasset, La Mort conduit
l’Attelage, testo costituito da tre novelle dal titolo D’Après Dürer, D’Après Greco
e D’Après Rembrandt. I tre racconti sono gli unici frammenti conservati di quell’immenso progetto di romanzo, Remous, elaborato a partire dal 1921, che avrebbe
dovuto seguire, durante il corso di quattro secoli, le vicende di personaggi originari
delle Fiandre legati tra loro da vincoli di parentela.
Lo spunto era venuto alla giovane Yourcenar dalla lettura di un testo, trovato
nella biblioteca di casa, Mémoires anonymes sur les troubles des Pays Bas3 , e
1
«Les règles du jeu: tout apprendre, tout lire, s’informer de tout [. . . ]. Poursuivre à travers des
milliers de fiches l’actualité des faits; tâcher de rendre leur mobilité, leur souplesse vivante, à ces
visages de pierre [. . . ]; écarter s’il se peut toutes les idées, tous les sentiments accumulés par couches successives entre ces gens et nous [. . . ]; prendre seulement ce qu’il y a de plus durable, de plus
essentiel en nous, dans les émotions des sens ou dans les opérations de l’esprit [. . . ]» (M. Yourcenar, “Carnets de notes des Mémoires d’Hadrien”, in Œuvres Romanesques, Gallimard, Paris 1991,
pp. 528-529).
2 Id., “Lettre à Constantin Dimarasi”, 8 juillet 1951, in Lettres à ses amis et à quelques autres,
édition établie et annotée par M. Sarde et J. Brami, Gallimard, Paris 1995, p. 90.
3 M. Yourcenar, Les yeux ouverts – Entretiens avec Matthieu Galey, Le Centurion, Paris 1980,
p. 167.
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dallo studio di documenti genealogici riguardanti la famiglia paterna, che, vivificati
dalle esperienze dei viaggi e dalla sua fervida immaginazione, si trasformarono in
evocazioni di esseri umani.
La scrittura, proseguita a tratti febbrilmente fino al 1925, si era interrotta all’inizio degli anni Trenta4 . Raccontando, nell’intervista a Matthieu Galey, dei suoi
primi tentativi di composizione in prosa, Marguerite Yourcenar dichiara che, avendo riletto le carte dell’abbozzo di Remous, si era accorta che «cela ne tenait pas
debout, que les lacunes étaient formidables et que je n’aurais pas pu les remplir. Je
ne connaissais pas assez l’Histoire»5 .
Spesso si è parlato di come quest’immensa massa magmatica non sia andata
perduta ma abbia preso forma negli anni subendo diverse trasformazioni e originando da un lato il romanzo L’Œuvre au Noir e la raccolta di novelle Comme
l’eau qui coule6 , e dall’altro il ciclo di tre romanzi Le Labyrinthe du Monde7 , che
comprende le opere cosiddette autobiografiche dell’autrice. Si tratta di quei famosi “progetti dei vent’anni” che contengono in germe le linee di forza da cui
scaturiranno le imprese maggiori.
Il frammento di Remous da cui poi deriverà L’Œuvre au Noir non si estendeva
per più di una quarantina di pagine e aveva preso un titolo provvisorio, Zénon, dal
nome del suo protagonista, un medico-alchimista del XVI secolo, figura ancora
troppo rigida e schematica rispetto al personaggio che possiamo avvicinare nel
romanzo. Nel 1933, volendo ristampare l’opera, si era imposta la necessità di
un’attenta rilettura e la Yourcenar, accortasi dell’immaturità del testo, operò alcune
modifiche e aggiunse 11 pagine che, raccontando di una conversazione tenutasi tra
Zenone e il cugino, approfondiscono la psicologia dei personaggi e introducono
tematiche significative.
Nel 1934 le tre novelle erano pronte per essere pubblicate sotto il titolo La Mort
conduit l’Attelage presso l’editore Grasset. Il testo non passò del tutto inosservato
ma non si può parlare di successo di pubblico. Bisognerà infatti attendere il 1951
perché si realizzi un vero successo commerciale; è solo con i Mémoires d’Hadrien
che la Yourcenar acquistò fama in Francia, quando ormai da tempo si era trasferita a vivere negli Stati Uniti8 . Sull’onda di questo successo l’editore Plon, presso
cui erano stati stampati i Mémoires d’Hadrien, propose, nel 1955, di ristampare
La Mort conduit l’Attelage e quella che avrebbe dovuto essere una semplice revisione si sarebbe protratta per più di dieci anni, divenendo un vasto e complicato
processo di riscrittura.
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Tra il 1930 e il 1934, oltre ad articoli e poemi comparsi su qualche rivista, vedono la luce il
romanzo La Nouvelle Eurydice (1931), il dramma in un atto Le Dialogue dans le marécage (1931),
la biografia Pindare (1932) e il romanzo Denier du rêve (1934).
5 Id., Les yeux ouverts, cit., p. 58.
6 Uscito nel 1981 presso Gallimard, contiene il rifacimento delle novelle D’Après Greco e
D’Après Rembrandt.
7 Ne fanno parte Souvenirs pieux (1974), Archives du Nord (1977) e l’incompiuto Quoi?
L’Éternité (1988), editi tutti da Gallimard.
8 Nel novembre del 1939 si imbarca per gli Stati Uniti e quello che doveva essere un semplice
soggiorno diventa una sistemazione definitiva.
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Negli ultimi mesi del 1955 la Yourcenar iniziò a rivedere D’Après Dürer individuandone subito i limiti. Trent’anni di letture avevano ampliato notevolmente
la sua cultura, costituendo quei materiali di “sedimentazione geologica” necessari
alla puntuale ricostruzione di un quadro storico e alla definizione di esseri umani autentici. In un’intervista del settembre 19689 la Yourcenar osservava come i
personaggi della novella fossero limitati come possono esserlo al cinema. La posizione di Zenone, in realtà, sarebbe dovuta risultare molto più complicata nella
sue relazioni con la religione nel doppio versante protestante e cattolico, con la
società nelle sue molteplici stratificazioni, e con il mondo scientifico diviso tra
stretti osservanti delle auctoritates e coraggiosi sperimentatori. Solo la maturità le
aveva permesso di raggiungere tale consapevolezza; indubbiamente in gioventù la
frenesia di comporre e la fretta di pubblicare non le erano state estranee.
Innanzitutto in D’Après Dürer vi erano due errori storici che necessitavano di
un’immediata correzione. Il personaggio storico Marguerite d’Autriche, reggente
dei Paesi Bassi dal 1506 dopo la morte di Filippo il Bello, presente nella novella
nella visita alla tenuta estiva di Henri-Juste Ligre a Dranoutre, era stato confuso con
Marguerite d’Angoulême, regina di Navarra e scrittrice di valore. Inoltre la rivolta
anabattista, cui nel romanzo è dedicato un intero capitolo, era stata collocata a
Haarlem invece che a Münster, dove effettivamente si verificò tra il 1534 e il 1535.
La correzione di questi errori doveva implicare il coinvolgimento di un’ampia
serie di elementi; più che di correzione di singoli particolari bisognerebbe piuttosto parlare di sistema correttorio, ovvero di una costellazione di varianti legate e
indotte le une dalle altre.
Nel processo di riscrittura l’evoluzione della novella viene rispettata passo passo fino al momento in cui la “Conversation à Innsbruck”, quasi al termine del primo scritto, si rivela uno snodo fondamentale che apre nuovi percorsi a un’opera
che non può più limitarsi entro i confini posti dal suo modello. Il personaggio di
Zenone era cresciuto umanamente, accompagnando per trent’anni il suo creatore
e nutrendosi delle sue conoscenze ed esperienze di vita10 , e il criterio di verosimiglianza storica imponeva che la sua figura venisse riesaminata sulla scorta dei
grandi studiosi e pensatori del tardo Rinascimento.
La composizione della prima sezione impegnò tempi lunghi. Solo la “Conversation à Innsbruck” occuperà gli anni 1956-195711 , con ripensamenti e aggiunte
fino al 1962. La simbiosi con il suo personaggio è totale, tanto che Marguerite Yourcenar scriveva in una lettera del 1957 all’amica Louise de Borchgrave: «Je
9 C.G. Bjurstrom, “Marguerite Yourcenar parle de L’Œuvre au Noir”, La Quinzaine Littéraire,
du 4 au 13 séptémbre 1968, 4-5.
10 A questo proposito sono importanti le osservazioni della Yourcenar: «chaque écrivain ne porte
en soi qu’un certain nombre d’êtres. Plutôt que de représenter ceux-ci sous les traits de personnages
nouveaux, qui ne seraient guère que des personnages anciens prénommés autrement, j’ai mieux
aimé approffondir, nourrir, développer ces êtres avec qui j’avais déjà l’habitude de vivre. Apprendre
à les mieux connaître à mesure que je connais mieux la vie, perfectionner un monde déjà mien»
(M. Yourcenar , “Carnets de notes de L’Œuvre au Noir”, in Œuvres Romanesques, cit., p. 853).
11 Cfr. ibid., p. 838.
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suis en ce moment quelque part entre Innsbruck et Ratisbonne en 1551»12 . La stesura della seconda e terza parte, rispettivamente “La Vie immobile” e “La Prison”,
impiegarono una quantità di tempo decisamente minore nonostante l’estensione
(168 e 80 pagine), ovvero gli anni 1964-1965. Il motivo consiste nel fatto che la
scrittura può fluire liberamente, non dovendo più rapportarsi di continuo a un testo
preesistente. Inoltre lo sfondo storico è ormai completamente strutturato nella prima sezione e ciò permette alla figura di Zenone di svilupparsi nella sua interezza,
divenendo il punto focale della narrazione.
Nel 1965 l’opera venne completata, eccettuati piccoli ritocchi di cui sarà oggetto fino al 1968, anno dell’effettiva pubblicazione. I tre anni di “ritardo” si possono denominare come affaire Plon. La casa editrice, che dall’epoca dei Mémoires d’Hadrien possedeva i diritti di prelazione sui lavori della Yourcenar, non le
sembrava più adatta alla propria produzione letteraria. La Yourcenar avrebbe voluto prendere subito accordi con Gallimard, ma la questione non poté risolversi se
non per vie legali. Di fatto, a partire dal 10 ottobre 1967, L’Œuvre au Noir venne svincolata da qualsiasi impegno e, dopo un’ulteriore esitazione nella scelta tra
Gallimard e Grasset, la Yourcenar optò per il primo con l’intento di raccogliere
progressivamente tutte le proprie opere presso un unico editore.
L’8 maggio 1968, in concomitanza con le contestazioni studentesche, uscì il
romanzo, forse messo un poco in ombra dalle problematiche politiche che stavano
paralizzando la Francia. Ciò non toglie che le vendite siano state da subito superiori alle aspettative13 e che coralmente la critica abbia parlato di capolavoro14 .
Nella “Chronologie” del volume della Pléiade, la Yourcenar scrisse: «Les turbulents mois de mais et juin 1968 sont passés à Paris. L’Œuvre au Noir paraît en
pleine crise et reçoit le plus large accueil»15 . Il 25 novembre L’Œuvre au Noir
ottenne il Prix Femina.
Data la sua lunga e laboriosa genesi, L’Œuvre au Noir può essere affrontata
nella sua realtà di opus in fieri, indagando quelli che Marguerite Yourcenar definiva i travaux de terrassement, stratificazioni successive di materiali utili per la
composizione del romanzo, che sono identificabili grazie alla testimonianza delle
Notes de Composition de «L’Œuvre au Noir»16 e al confronto con la novella D’A12
Cit. in J. Savigneau, Marguerite Yourcenar. L’invention d’une vie, Gallimard, Paris 1990, p. 277.
«Le tirage initial était de 25000 exemplaires et l’on en réimprime 15000 dès juillet» (ibid.,
p. 76).
14 Per un approfondimento sui pareri della critica rimando nuovamente alla biografia della
Savigneau, specialmente pp. 476 sgg.
15 M. Yourcenar, “Chronologie”, in Œuvres Romanesques, cit., pp. XXVIII-XXIX.
16 Le Notes de Composition de «L’Œuvre au Noir», composte da 177 fogli depositati presso gli
archivi della Houghton Library (Departement of Manuscripts, Harvard University, Cambridge, MA)
[bMs. Fr. 372.2 (364)], sono state in parte pubblicate da Yvon Bernier: “Carnets de Notes de L’Œuvre
au Noir”, Nouvelle Revue Française, 452, September 1990, pp. 38-53 e “Carnets de Notes de L’Œuvre au Noir”, Nouvelle Revue Française, 453, October 1990, pp. 54-67. È importante sottolineare
che tali note appartengono a un periodo posteriore alla stesura del romanzo, ovvero agli anni 19651968, e rappresentano una riflessione su di esso e un riordinamento degli studi compiuti durante gli
anni di lavorazione. I dati contenuti nelle Notes de Composition sono di fondamentale interesse poiché rappresentano il primo lavoro critico svolto su L’Œuvre au Noir, dotato della consapevolezza e
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près Dürer. Riflettendo sulla genesi dei suoi romanzi più impegnativi, l’autrice
osserva infatti come essi «se sont construit au cours des années par des travaux de
terrassement successifs»17 . Essa si serve spesso di questo genere di metafore per
designare e visualizzare la fatica del lavoro letterario, fatto di tempi lunghi, strati,
attese simili a quelle della terra che muta o, in modo ancora più semplice, a una
pasta che lievita.
La base sulla quale si sono compiuti i travaux de terrassement di L’Œuvre
au Noir è costituita dalla novella e la Yourcenar giudica gli esiti del romanzo dal
confronto con il testo di partenza:
À mesure que je retouchais ces quelques portraits imaginaires, je remplaçais,
je repassais, crayons en main, sur les traits d’autrefois (comme un artiste qui
se sert pour l’établissement de son tableau des dessins d’autrefois), plus je
me rendais compte que tout effort de différencier le réel de l’imaginaire est
plus arbitraire qu’il ne semble; ces êtres rêvés par moi il y a trente ans étaient devenus pour leur auteur historiques, fixés, détérminés à jamais comme
s’ils étaient sortis de l’histoire. Je pouvais compléter le récit de leurs vies,
l’enrichir de nouveaux épisodes que j’avais en quelque sorte omis autrefois
d’écrire; je ne pouvais rien changer aux lignes définitives de leurs destinées
et de leur visage. Le lecteur qui prendra la peine de comparer cette seconde
version à celle de 193618 s’apercevera que rien d’essentiel n’a été modifié
dans ce volume qui à pourtant doublé d’épaisseur. Le livre a été enrichi; j’en
suis presque sûre; amelioré, je l’éspère; il n’a pas en somme été changé.19
La Yourcenar ha dedicato numerose pagine alla registrazione delle differenze
tra D’Après Dürer, cui è affiancato l’originario titolo del 1922 Zénon, e L’Œuvre
au Noir, prendendo in considerazione anche le differenze quantitative:
D’Après Dürer occupe les pages 13-82 de La Mort conduit l’Attelage, volume de petit format. Une page de D’Après Dürer contient environ 210 mots;
une page des Mémoires d’Hadrien et présumablement de L’Œuvre au Noir
une fois imprimée, 330 mots. Donc soixante pages de D’Après Dürer =
45 pages environs des présents volumes [. . . ]. La présente Œuvre au Noir
aura présumablement 400 pages (430 plus 18 pages de notes en manuscrit
= 448) peut-être 450. En gros, le texte actuel est donc environ dix fois plus
conoscenza che solo l’autore di un’opera può avere. Attraverso le pagine dattiloscritte vengono svelati al lettore particolari che non emergono dal romanzo e che gettano luce su episodi che altrimenti
avrebbero consentito solo una visione parziale, soprattutto del personaggio di Zenone. Nel corso dell’analisi sul tema del viaggio mi sono servita spesso delle informazioni fornite dalle Notes
de Composition, in modo particolare delle sezioni della “Chronologie”, degli “Itinéraires géographiques de Zénon”, che in alcuni casi forniscono informazioni contrastanti, e delle “Sources de L’Œuvre
au Noir”. Soprattutto le prime due sezioni permettono di applicare al romanzo una struttura lineare e
consequenziale della quale esso è privo nella prima parte, “La vie errante”, oggetto principale di questo studio. Senza tale apporto spesso non sarebbe stato possibile ricostruire e motivare le evoluzioni
intervenute rispetto a D’Après Dürer né identificare il metodo di lavoro di Marguerite Yourcenar.
17 M. Yourcenar, “Carnets de notes de L’Œuvre au Noir”, in Œuvres Romanesques, cit., p. 839.
18 La Yourcenar compie un errore di datazione poiché la pubblicazione di D’Après Dürer è del
1934.
19 Id., Notes de Composition de «L’Œuvre au Noir», cit., p. 170.
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long que l’ancien. La première partie de L’Œuvre au Noir = 184 pages. D’Après Dürer = les pages 13-72, donc 59 pages petit format = 40 pages environ,
un peu plus d’un cinquième reste de l’ancien texte, presque toujours entièrement remanié. La seconde et la troisième parties = (sans notes) = 246. Dürer
= 6 pages; à peu près rien ne reste de l’ancien texte.20
Il confronto tra la novella e il romanzo procede poi capitolo per capitolo, per
quanto riguarda la prima parte di L’Œuvre au Noir, di cui essa segnala i cambiamenti: episodi sviluppati, personaggi o tematiche introdotti ex novo. A proposito
dei temi principali del romanzo la Yourcenar osserva:
Glissement psychologiques = à part l’approfondissement des thèmes, l’invention de détails liant l’action, et la suppression de naïves erreurs historiques, je note entre le maladroit, mais ardent Dürer, et la présente Œuvre
au Noir les changements suivants: 1) moins de sympathie pour la réforme
calviniste. [. . . ]. Le calvinisme est traité avec ironie pour la dureté de ses
pratiques et de ses croyances [. . . ]; 2) moins de sympathie pour la réforme
luthérienne, [. . . ]. Les excès dans les deux camps (catholique et protestant)
beaucoup plus marqués; 3) sentiment plus nuancé des rapports entre Zénon
et l’Église; 4) intérêt pour les doctrines de l’hermétisme et de la Kabbale.21
Eseguendo un’analisi di questo tipo e fornendo gli strumenti necessari per procedere con un lavoro di critica genetica, la Yourcenar stimola il lettore a interrogarsi
sulle cause che hanno determinato le evoluzioni dell’opera originaria e a rintracciare i materiali che, sedimentandosi a poco a poco, hanno permesso, per riprendere
la metafora dell’autrice, la costruzione di quei muretti e di quei terrazzamenti che
hanno reso coltivabile il terreno ancora scosceso di D’Après Dürer.
Fondamentale per tale analisi è verificare il contributo che trent’anni di incessanti studi hanno fornito a L’Œuvre au Noir, dato che proprio le numerose letture
relative al Rinascimento europeo hanno stimolato la riscrittura della novella D’Après Dürer, avendone messo in luce alcune imprecisioni storiche, l’incompiutezza
e la mancanza di spessore22 .
Il primo lettore che si è assunto il compito di comparare il testo definitivo
di L’Œuvre au Noir con quello di D’Après Dürer, come abbiamo visto, è stato
proprio Marguerite Yourcenar che, durante i tre anni intercorsi tra la conclusione e la pubblicazione di L’Œuvre au Noir23 , ha avuto modo di divenire la prima
critica della propria opera, redigendo il fitto dossier delle Notes de Composition
20
Ibid., p. 41.
Ibid., p. 44.
22 Sebbene non cambi la struttura della vicenda, in L’Œuvre au Noir è consistente lo sviluppo della
caratterizzazione dei personaggi e in particolare della vita interiore di Zenone, cui sono dedicate nel
romanzo due importanti sezioni del tutto assenti nella novella. D’Après Dürer corrisponde solo
alla prima parte di L’Œuvre au Noir, “La Vie Errante”, mentre “La Vie Immobile” e “La Prison”,
eccettuati pochi spunti, non hanno un precedente nella novella.
23 Gli anni che vanno dal 1965 al 1968 sono dominati dall’affaire Plon.
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de «L’Œuvre au Noir» e delle Fiches Bibliographiques24 . Per un’analisi completa dell’opera vanno inoltre prese in considerazione la biblioteca privata di Petite Plaisance25 , le lettere inviate ad amici, il contenuto di alcuni saggi e le interviste
rilasciate26 .
Per compiere una ricerca sulle fonti si è rivelato necessario scegliere un tema, procedendo poi con il confronto di alcune sezioni del testo di D’Après Dürer
e di quello definitivo di L’Œuvre au Noir27 per documentarne i mutamenti e gli
arricchimenti e valutare di volta in volta quali fonti potrebbero averli determina24
Le Fiches Bibliographiques sono state pubblicate per la prima volta da Francesca Melzi d’Eril Kaucisvili che commenta: «L’intérêt de ce document est double: la connaissance des sources
de l’ON qui ont contribué à tout ce travail de “terrassement” et de “détails” auquel l’auteur renvoie lorsque elle parle de la genèse de cette œuvre et les nombreuses notes de commentaire qu’on
trouve à la suite de l’indication bibliographique F. Melzi d’Eril Kaucisvili, Dans le laboratoire
de Marguerite Yourcenar, Schena Editore, Fasano 2001, p. 149». Le Fiches sono 207 e costituiscono la testimonianza principale delle letture svolte dalla Yourcenar prima, durante e, in alcuni casi,
immediatamente dopo la scrittura del romanzo.
25 Tra i testi inventariati della biblioteca privata ho preso in considerazione esclusivamente quelli
che trattano temi vicini a L’Œuvre au Noir, in modo da verificare quanto le letture della Yourcenar,
sul XVI secolo in particolare, si siano spinte oltre le indicazioni fornite dalle Fiches Bibliographiques. La Yourcenar nelle Notes de Composition dichiara di non avere inserito nel dossier “Sources
de L’Œuvre au Noir” i testi di cui era in possesso, mentre molti di essi sono presenti nelle Fiches.
Dei 294 titoli che ho esaminato 67 sono schedati tra le Fiches e indicati come particolarmente utili
per la scrittura del romanzo. Gli argomenti che ritornano più frequentemente riguardano la letteratura rinascimentale, la storia e l’arte dei secoli XV-XVI, gli studi alchemici e le scoperte scientifiche.
Numerosissime sono anche le guide turistiche e i libri che descrivono una città o una regione in
particolare, dato che conferma il costante interesse della Yourcenar per il viaggio. L’inventario della biblioteca di Petite Plaisance è stato utilizzato nel corso dell’analisi come supporto al dossier di
L’Œuvre au Noir per valutare la completezza del materiale schedato nelle Fiches Bibliographiques e
verificare se l’eventuale conoscenza di altri libri possa aver influenzato la scrittura della Yourcenar.
26 In un’intervista del dicembre 1968, interrogata sull’importanza delle ricerche preliminari alla
stesura di un romanzo storico la Yourcenar rispondeva: «J’ai naturellement chez moi une bibliothèque assez importante, d’environ 6000 volumes, et je fais souvent appel à des bibliothèques publiques
et privées dont les conservateurs, surtout en Amérique, sont très coopératifs. Cependant, la documentation n’est pas tout. Comme je ne suis pas pressée – un livre tel que L’Œuvre au Noir était pratiquement en chantier depuis quarante ans! – j’attache au moins autant d’importance à la réflexion, à
la maturation qui me permet d’imaginer, du moins je l’éspère, comment pouvait penser un Romain
du IIe siècle ou un Européen du XVIe ». M. Tassart, “Prix Fémina 1968 (au premier tour et à l’unanimité). Marguerite Yourcenar aux œuvres si patiemment mûries”, Carrefour, 4 décémbre 1968, p. 17.
Nella corrispondenza privata, nelle interviste rilasciate e nelle riflessioni contenute nella produzione
saggistica, la Yourcenar rende note fasi cruciali del proprio lavoro o spiega le intenzioni che hanno
sollecitato la scrittura.
27 I passi selezionati da M. Yourcenar, “L’Œuvre au Noir”, in Œuvres Romanesques, cit., sono: cap. I: pp. 562-565; cap. II: p. 567; pp. 577-579; cap. III: pp. 579-580; cap. VI: pp. 600-602;
cap. VII: pp. 603-606; pp. 614-615; pp. 618-619; cap. VIII: pp. 620-621; p. 622; p. 631; cap. IX:
pp. 636-637; pp. 643-645; pp. 647-648; pp. 649-651; pp. 652-653; p. 655; pp. 658-659; cap. X:
pp. 659-662; pp. 663-664; cap. XI: pp. 665-671; cap. XII: pp. 672-673; p. 676; p. 678; pp. 679-680;
cap. XIII: pp. 684-685; pp. 689-690; pp. 693-696; pp. 697-700; p. 703; pp. 705-706; cap. XIV:
p. 722; cap. XV: p. 738; cap. XVI: pp. 753-756; p. 761; pp. 764-773; cap. XVII: p. 774; pp. 779-780;
cap. XVIII: p. 783; pp. 794-795; cap. XIX: p. 807; cap. XXI: pp. 827-828; p. 832. I passi selezionati
da D’Après Dürer sono significativamente meno: pp. 13-15; pp. 17-19; p. 20; p. 27; pp. 37-41; p. 44;
pp. 46-48; p. 61; p. 63; pp. 65-66; pp. 68-72; p. 77.
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ti. Si trattava di scegliere un punto di vista attraverso il quale filtrare lo studio
di L’Œuvre au Noir, privilegiandolo rispetto agli innumerevoli altri ma non escludendo la loro compresenza. Nel leggere la biografia e gli scritti della Yourcenar il
tema del viaggio si è imposto all’attenzione poiché esso sembra ricoprire un ruolo
strutturante nella sua vita e nella sua opera. La consultazione del dossier di L’Œuvre au Noir e dell’inventario della biblioteca privata della scrittrice ha confermato il
suo forte interesse per testi incentrati sull’argomento, che compare fin dall’esordio
del romanzo28 .
Nei viaggi di Zenone e delle altre figure nessun dettaglio legato ai tempi di
percorrenza, alla scelta delle mete, alla coincidenza tra la cronologia interna al romanzo e i tempi della Storia è stato trascurato dalla Yourcenar, che si è immersa
nel suo soggetto fino a raggiungere la dimensione storica di Zenone, che acquista per lei un’esistenza concreta. «Je crois qu’il faut s’impregner complètement
d’un sujet jusqu’à ce qu’il sorte de terre, comme une plante soigneusement arrosée»29 . L’acqua e la terra sono necessarie alla vita e alla crescita di una pianta,
ma non rimangono acqua e terra, si trasformano in una nuova entità, anche se non
indipendente. Allo stesso modo il lavoro di documentazione non è più identificable poiché si è indissolubilmente fuso con apporti personali, originando una nuova
forma non immediatamente riconducibile alle sue fonti. Si è spesso reso necessario procedere a ritroso, partendo cioè dalle Notes de Composition e dalle Fiches
Bibliographiques, per verificare in quale misura le opere segnalate dalla Yourcenar
stessa abbiano influenzato l’evoluzione di D’Après Dürer30 .
Dall’esame delle 207 Fiches Bibliographiques è emerso che gli argomenti dei
testi consultati si possono classificare in: storico, letterario, scientifico-alchemico,
filosofico, artistico, geografico e genealogico. L’argomento nettamente prevalente è quello storico con 84 testi, seguito da quello letterario e alchemico, fino ad
arrivare agli 8 volumi dedicati allo studio di genealogie di famiglie nobili originarie delle Fiandre e della Francia. Il maggior numero di questi testi è edito tra gli
anni Quaranta e Cinquanta, a dimostrazione del fatto che, nell’intervallo tra la pubblicazione di D’Après Dürer e la ripresa del lavoro preliminare a L’Œuvre au Noir,
la Yourcenar non ha mai smesso di interessarsi all’epoca storica rinascimentale e
al personaggio di Zenone. Segue un secondo gruppo di testi risalente agli anni
Venti e Trenta, mentre una ventina di volumi è edita negli anni Sessanta e Settanta, momento in cui il romanzo era già terminato ma non era cessato l’interesse
della Yourcenar per l’approfondimento delle sue tematiche.
Queste segnalazioni di testi editi in una fase successiva alla stesura dell’opera
28
La prima sezione dell’opera prende infatti il titolo “La vie errante” e, in particolare, il primo
capitolo, “Le grand chemin”, comunica al lettore che Zenone per la prima parte della sua vita è un
personaggio itinerante.
29 M. Yourcenar, Les yeux ouverts, cit., p. 148.
30 Diverse Fiches, oltre all’indicazione bibliografica, contengono un commento ai contenuti del
libro e la segnalazione dell’uso che essa ne ha fatto ai fini della scrittura del romanzo. Tali note sono
di capitale importanza per la presente ricerca, poiché facilitano il compito di critica delle fonti che
questo lavoro si propone.
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ITINERA – Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
dimostrano come le Notes de Composition siano da considerare un lavoro di analisi
critico e scrupoloso e siano state concepite dall’autrice come strumento utile per
chi fosse stato interessato a compiere studi sull’argomento e sul periodo storico in
questione.
Occorre tener presente che la Yourcenar ha schedato tra le Fiches prevalentemente i testi che aveva ottenuto in prestito dalle biblioteche o da amici e letti con
lo scopo immediato di servirsene per il romanzo. Esse non esauriscono dunque la
questione delle fonti di L’Œuvre au Noir, che vanno ricercate anche tra i volumi
della biblioteca privata di Petite Plaisance e a volte semplicemente ipotizzate, data
la sterminata cultura dell’autrice.
La Yourcenar dichiara di aver utilizzato due differenti metodi durante la stesura
dell’opera: «le travail ancien revu et développé»31 per quanto riguarda i frammenti
ripresi da D’Après Dürer e «le développement libre à partir d’un point donné»32
per quanto riguarda l’introduzione di nuovi temi. L’analisi, che è sempre partita
dai testi messi a confronto, ha tenuto distinti i due criteri relativi al processo di
riscrittura, mettendo in evidenza i punti in cui il viaggio è stato sottoposto a un
arricchimento e i punti in cui è stato introdotto ex novo. Talvolta il confronto non
è effettuabile perché nel romanzo ci sono lunghe addizioni, ma la scelta di partire
sempre dal testo, anche quando il confronto con D’Après Dürer non è effettuabile,
viene suggerita dalla stessa Yourcenar: «Rappelons-nous toujours que la réalité
centrale est à chercher dans l’œuvre. C’est ce que l’auteur a choisi d’écrire, ou a
été forcé d’écrire, qui finalement importe»33 .
Il recupero delle fonti ha messo in luce come esse siano confluite in L’Œuvre
au Noir secondo tre diverse modalità.
1. Presenza esplicita, in alcuni casi intertestuale anche se limitata alla ripresa
di piccoli particolari, di testi schedati tra le Fiches.
2. Presenza evidente, in alcuni casi intertestuale, di testi non schedati nelle Fiches ma da ricondurre al ricchissimo bagaglio culturale della Yourcenar. Tali
apporti sono di difficile reperimento dato il vastissimo campo di interessi di
Marguerite Yourcenar e spetta al lettore individuarli.
3. Presenza implicita di testi schedati nelle Fiches, consultati per costituire un
arrière plan strutturato e veridico, utili come spunto per l’inserimento nel
romanzo di episodi che si muovono in una direzione autonoma rispetto alle
fonti.
Riportiamo di seguito alcuni casi verificati sui testi che esemplificano chiaramente le diverse modalità in cui si presentano le fonti all’interno di L’Œuvre
au Noir.
31
M. Yourcenar, “Lettre à Alain Bosquet” (1 janvier 1964), in Lettres à ses amis, cit., p. 193.
Ibid.
33 Id., “Mishima ou la vision du vide”, in Essais et mémoires, Gallimard, Paris 1991, p. 198.
32
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ITINERA – Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
Esplicita presenza intertestuale di fonte dichiarata: l’assedio di Siena. L’episodio dell’assedio di Siena, in cui si collocano le circostanze della morte di HenriMaximilien, è presente in D’Après Dürer e in L’Œuvre au Noir. La vicenda però
viene completamente rielaborata in L’Œuvre au Noir, come risulta dal confronto
dei due brani.
D’Après Dürer:
[. . . ] pris dans l’héroïque souricière de Sienne, sous le feu des bombardes
impériales, Henri-Maximilien se fit à tout, excepté à ne point manger.
Sur les remparts, un soir d’avril où le vent apportait la fièvre de la Maremme
proche, Henri-Maximilien causait avec Monsieur de Termes. La bravoure
des dames siennoises qui s’habillaient en amazones ou en bergères pour travailler aux fortifications de la Porte Gaia mettait vainement sur les misères
du siège, comme la soie d’une bannière: tout en mâchant de jeunes feuilles
de sauge pour tromper leur estomac vide, les capitaines discutaient à voix
basse les projets de reddition prochaine; le triste sort de Sienne, serve et
mercenaire des barbares, affligeait les plus lettrés; une dure gaîeté soutenait
les autres; ces longues figures blêmes plaisentaient de leurs maux afin de
s’en consoler.34
L’Œuvre au Noir:
[. . . ] Henri reprit du service sous Monsieur de Montluc: un siège était une
aubaine à ne pas laisser passer. L’hiver était rude; les canons sur les remparts
étaient recouverts le matin d’une mince couche de grive; les olives et les
salaisons coriaces des chiches rations rebutaient les appétits français. [. . . ]
Mais ce Flamand mal nourri s’enchantait des jeux, des ris, des processions
galantes de nobles dames siennoises paradant sur la place déguisées en nymphes ou en Amazones aux cottes de satin rose. Ces rubans, ces bannières
peintes, ces jupes agréablement troussées par la bise s’engouffrant au tournant des sombres rues pareilles à des sapes, ragaillardissaient les troupes, et
à un moindre degré les bourgeois déconcertés par le marasme des affaires et
la cherté des vivres. Le cardinal de Ferrare portait aux nues la signora Fausta, bien que la tramontane donnât la chair de poule à ses opulentes épaules
découvertes; Monsieur de Ternes décernait le prix à la signora Fortinguerra,
qui du haut des remparts exhibait galamment à l’ennemi les longues jambes
de Diane; Henri-Maximilien en tenait pour les nattes blondes de la signora Piccolomini; beauté fière, mais qui jouissait sans contrainte du doux état
de veuve.35
Gli elementi principali che costituiscono la rappresentazione della presa di Siena sono già presenti in D’Après Dürer ma essi non vengono disposti nello stesso
ordine e soprattutto si ritrovano in L’Œuvre au Noir notevolmente ampliati36 .
34
Id., “D’Après Dürer”, in La Mort conduit l’Attelage, cit., pp. 71-72.
Ibid., pp. 661-663.
36 In D’Après Dürer gli elementi si susseguono nel seguente modo: Henri-Maximilien nella trappola di Siena; inverno gelido; digiuno forzato; poema burlesco di Henri-Maximilien; sconforto e pro35
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ITINERA – Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
In D’Après Dürer non sono chiarite le circostanze per cui Henri-Maximilien
si trovava a Siena, mentre in L’Œuvre au Noir il suo rapporto con il maresciallo Strozzi e il servizio prestato in precedenza al comandante Montluc costituiscono
le ragioni per cui egli viene chiamato a difendere la città.
Nelle Fiches Bibliographiques è documentata dalla Yourcenar l’influenza della Vie des dames galantes di Brantôme, nella quale l’autore riporta il racconto
della prodezza delle donne senesi, accennato già in D’Après Dürer ma ampliato
in L’Œuvre au Noir:
Sans emprunter les exemples des genereuses dames de Rome et de Sparte de
jadis, qui ont en cela excedé toutes autres, j’en veux escrire de nouveaux et
de nos temps. Pour le premier, et à mon gré le plus beau que je sçache, ce fut
celui des dames de Sienne, alors de la revolte de leur ville contre le joug insupportable des imperiaux: car, après que l’ordre y fut estably pour la garde,
les dames, en estant mises à part pour n’estre propres à la guerre comme les
hommes, voulurent monstrer un par-dessus, et qu’elles sçavoyent faire autre
chose que de besogner à leurs ouvrages du jour et de la nuict; et, pour porter
leur part du travail, se departirent d’elles-mesmes en troi bandes; et, un jour
de Saint-Anthoine, au mois de janvier, comparurent en public trois des plus
belles, grandes et principales de la ville, en la grande place, qui est certes
tres-belle, avec leurs tambours et enseignes. La première estoit la signora Fonteguerra, vestue de violet, son enseigne et sa bande de mesme parue,
avec une devise de ces mots: “Pur che sia il vero”. Et estoyent toutes ces
dames vestues à la nimphale, d’un court accoustrement, qui en decouvroit
et monstroit mieux la belle greve. La seconde estoit la signora Piccolomini,
vestue d’incarnat, avec sa bande et enseigne de mesme, avec la croix blanche, et la devise en ces mots: “Pur che no l’abbia tutto”. La troisiesme estoit
la signora Livia Fausta, vestue tout à blanc, avec sa bande et enseigne, en
laquelle estoit une palme, et la devise en ces mots: “Pur che lì habbia”. À
l’entour et à la suite de ces trois dames, qui sembloyent trois déesses, y avoit
bien trois milles dames, que gentillesfemmes, bourgeoises, qu’autres, d’apparence toutes belles, ainsi bien parées de leurs robes et livrées toutes, ou
de satin, de taffetas, de damas, ou d’autres draps de soye, et toutes resolues
de vivre ou mourir pour la liberté. Et chacune portoit une fassine sur l’espaule à un fort que l’on faisoit, crians: “France! France!” dont M. le cardinal
de Ferrare et M. de Termes, lieutenants du roy, en furent si ravis d’une chose
qu’à voir, contempler, admirer et louer ces belles et honnestes dames: comme de vray j’ay ouy dire à aucunes et aucuns qui y estoyent que jamais rien
ne fut si beau. Et Dieu sçait si les belles dames manquent en cette ville, et en
abondance, sans speciauté.37
getti di resa dei senesi; coraggio delle donne senesi; agonia e morte di Henri-Maximilien. In L’Œuvre
au Noir gli elementi sono più numerosi: servizio di Henri-Maximilien sotto il comandante Montluc;
inverno gelido; digiuno forzato; poema burlesco di Henri-Maximilien; giudizio storico del narratore; coraggio delle donne senesi; amore di Henri-Maximilien per la signora Piccolomini; HenriMaximilien immagina le circostanze della propria morte; morte di Henri-Maximilien durante una
spedizione foraggera.
37 P. Brantôme, Les dames galantes, Éditions Garnier Frères, Paris 1960, pp. 257-258.
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ITINERA – Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
Nelle Fiches la Yourcenar cita l’opera di Brantôme per «vocabulaire et épisodes (en particulier le siège de Sienne)»38 , dichiarando di aver preso spunto dalla
Vie des dames galantes, col quale si riscontrano molti elementi comuni in L’Œuvre
au Noir. Risulta evidente l’intertestualità: il passo «les nobles dames siennoises
paradant sur la place déguisée en nimphes» richiama il «comparurent en public
trois des plus belles, grandes et principales de la ville, en la grand place [. . . ]
avec leurs tambours et enseignes» e i successivi «vestues à la nimphale», il «satin rose» derivano dalla descrizione di Brantôme delle vesti delle donne; il «cette
déesse»39 con cui Henri-Maximilien definisce la signora Piccolomini rimanda al
«trois déesses» dello scrittore francese; inoltre vengono citati in L’Œuvre au Noir
i medesimi personaggi storici: la signora Fonteguerra, la signora Livia Fausta, la
signora Piccolomini, il cardinale di Ferrara e Monsieur de Ternes.
Stupisce invece il fatto che nelle Fiches non sia fatta menzione dei Commentaires di Blaise de Montluc e che essi non siano presenti nemmeno tra i libri della
biblioteca di Petite Plaisance. In quest’opera, che è un’autobiografia del grande comandante francese, una sezione di un centinaio di pagine è dedicata al periodo in
cui Montluc si era trovato a capo della rivolta di Siena e in esse egli descrive tutto
ciò che accadeva all’interno delle mura della città durante l’assedio, costituendo il
resoconto più completo che ci sia pervenuto dell’evento. I Commentaires, dei quali sembra possibile cogliere echi nel testo, potrebbero essere un caso di presenza
evidente di fonte non dichiarata come tale.
Fonte evidente non dichiarata ma legata alla formazione culturale: l’immagine
bucolica dell’Italia nelle fantasie di Henri-Maximilien. Dalle prime righe di D’Après Dürer e di L’Œuvre au Noir emerge la presenza della letteratura classica.
L’immagine poetica che Henri-Maximilien ha dell’Italia40 , paese verso il quale
si sta dirigendo, deriva chiaramente dagli ameni quadretti delle Bucoliche e delle Georgiche di Virgilio. Le modifiche che intervengono nel passaggio da D’Après Dürer a L’Œuvre au Noir avvicinano ulteriormente il testo ai versi virgiliani,
rendendone ancora più manifesta l’intertestualità.
D’Après Dürer:
[. . . ] et mêlant aux larges images de Virgile les récits du drapier son père,
il voyait par delà des glaciers hérissés de pins, sous un ciel bleu, au cœur de
vastes plaines où paissent des troupeaux blancs, des villes ciselées comme
un coffret, débordantes d’étoffes, d’orfèvreries et de cuirs travaillés, riches
comme des entrepôts, solennelles comme des églises; des jardins pleins de
statues, des salles pleines de manuscrits rares; des femmes vêtues de soie accueillantes aux grands capitaines; toutes sortes de raffinements dans la
38
Fiche n. 30, F. Melzi d’Eril Kaucisvili, Dans le laboratoire. . . , cit., p. 161.
Cfr. M. Yourcenar, “L’Œuvre au Noir”, in Œuvres Romanesques, cit., p. 662.
40 Una pagina delle Notes de Composition si intitola Le monde rêvé e la Yourcenar vi paragona
l’immagine dell’Italia sognata da Henri-Maximilien al quadro attribuito a Giorgione Concerto campestre, in realtà dipinto da Tiziano nel 1511, nel quale il paesaggio idilliaco e la scena delle due
donne nude insieme ai musicisti rispondono completamente all’ideale vagheggiato dal capitano.
39
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ITINERA – Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
mangeaille et la débauche, et, sur des tables d’or massif, dans des fioles en
verre de Venise, l’éclat moelleux du Malvoisie.41
L’Œuvre au Noir:
Mêlant à des bribes de Virgile les secs récits de voyage du banquier son père,
Henri-Maximilien imaginait, par-delà des monts cuirassés de glace, des files
de cavaliers descendant vers de grands pays fertiles et beaux comme un songe: des plaines rousses, des sources bouillonantes où boivent des troupeaux
blancs, des villes ciselées comme des coffrets regorgeant d’or, d’épices et de
cuir travaillé, riches comme des entrepôts, solenneles comme des églises; des
jardins pleins de statues, des salles pleines de manuscrits rares; des femmes
vêtues de soie accueillantes au grand capitaine; toutes sortes de raffinements
dans la mangeaille et la débauche, et, sur les tables d’argent massif, dans des
fioles en verre de Venise, l’éclat moelleux du Malvoisie.42
Possiamo constatare come il testo della novella sia stato conservato nel romanzo. Le modifiche sono prevalentemente stilistiche o riguardano l’addizione di
qualche elemento che rende il testo di L’Œuvre au Noir leggermente più lungo. Rispetto a D’Après Dürer vi è una sola soppressione, il «sous un ciel bleu», mentre
l’immagine dei «glaciers hérissés de pins» non è del tutto soppressa ma trasformata
nei «monts cuirassés de glaces» che evoca un’idea simile.
Nei due testi si avverte fortemente l’intertestualità con la seconda Georgica virgiliana, i cui toni quasi mitici della descrizione dell’Italia sono molto vicini a quelli
immaginati da Henri-Maximilien: le «files de cavaliers», i «grands pays fertiles et
beaux», le «sources bouillonantes où boivent des troupeaux blancs», le «villes ciselées comme des coffrets regorgeant d’or» e «l’éclat moelleux du Malvoisie». Cito
di seguito i versi di Virgilio evidenziando in grassetto le immagini di cui potrebbe
essersi servita la Yourcenar per rappresentare le fantasie di Henri-Maximilien che,
in quanto appassionato lettore di Virgilio, ne era rimasto certamente influenzato:
[. . . ] nec setius omnis in unguem
arboribus positis secto via limite quadret,
ut saepe ingenti bello cum longa cohortis
explicuit legio et campo stetit agmen aperto
derectaeque acies ac late fluctuat omnis
aere renidenti tellus, necdum horrida miscent
proelia, sed dubius mediis Mars errat in armis.43
e un centinaio di versi prima:
41
M. Yourcenar, “D’Après Dürer”, in La Mort conduit l’Attelage, cit., p. 13.
Id., “L’Œuvre au Noir”, in Œuvres Romanesques, cit., p. 560.
43 «[. . . ] nondimeno ogni sentiero con il suo tracciato fra le piante quadri esattamente; come
spesso, in una grande battaglia, la lunga legione dispiega le coorti, e l’esercito sta in campo aperto
in schiere allineate e tutto vastamente il terreno fluttua di bronzo splendente e ancora non mischiano
orridi assalti, ma erra dubbioso Marte nel folto delle armi», Virgilio, Georgiche, II, vv. 277-283,
trad. it. di L. Canali, Rizzoli, Milano 1983, pp. 215-217.
42
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ITINERA – Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
Sed gravidae fruges et Bacchi Massicus umor
Implevere; tenent oleae armentaque laeta.
Hinc bellator equus campo sese arduus infert,
hinc albi, Clitumne, greges et maxima taurus
victima saepe tuo perfusi flumine sacro
Romanos ad templa deum duxere triumphos.
Hic ver adsiduum atque alienis mensibus aestas;
bis gravidae pecudes, bis pomis utilis arbos.
[. . . ]
Adde tot egregias urbes operumque laborem,
tot congesta manu praeruptis oppida saxis
fluminaque antiquos subter labentia muros.44
La Yourcenar non ci lascia nessun indizio riguardo alla presenza dei versi virgiliani, se non l’accenno alle bribes de Virgile che ritroviamo nelle prime pagine
del romanzo, ma l’eco delle Georgiche è evidente e coerente con l’immaginario
che Henri-Maximilien ha dell’Italia in modo da non lasciarci dubbi in proposito.
Presenza implicita di fonte dichiarata: la figura di un banchiere del XVI secolo.
La figura di Henri-Juste Ligre si modifica notevolmente nel passaggio da D’Après Dürer a L’Œuvre au Noir, in conseguenza dell’evoluzione della sua funzione
commerciale da semplice “drapier” a ricco “banquier”. Tale evoluzione instaura una costellazione di varianti che sottolineano l’opulenza della famiglia Ligre e
rimandano con insistenza a termini legati alla sfera economica45 . Il sistema correttorio coinvolge anche l’itinerario dei viaggi compiuti da Henri-Juste, dato che
una singola variante chiama in causa un sistema di rapporti commerciali e di vicende storiche che riguardano la struttura del mondo economico del XVI secolo.
Sappiamo che la Yourcenar si è documentata in modo approfondito sul tema con
la lettura del libro di Ehrenberg, Le siècle des Fugger46 , citato nelle Fiches come
testo fondamentale con la seguente segnalazione: «noms d’associés, les Fugger
de Cologne, la fortune d’Henri-Juste et ses entreprises commerciales»47 .
Il personaggio di Henri-Juste è presente solo in brevi frammenti della prima
parte di L’Œuvre au Noir, nei capitoli “Le grand chemin”, “Les enfances de Zé44
«[Il suolo italico] traboccò di pregne biade e del massico umore di Bacco; lo occuparono oliveti
e floridi armenti. Di qui avanza in campo eretto il cavallo da guerra, di qui, o Clitunno, le bianche
greggi e il toro, solenne vittima, molte volte aspersi dalle tue acque sacre, guidarono i trionfi romani
ai templi degli dei. Qui è sempre primavera e, in mesi non suoi, estate; duplice è la fecondità del
bestiame, duplice la fruttuosità degli alberi. [. . . ] Aggiungi tante egregie città e fervore di opere, le
numerose rocche costruite dall’uomo su scoscese montagne, i fiumi che scorrono ai piedi di antiche
mura» (ibid., vv. 143-150, 155-157, pp. 202-205).
45 Cito solo alcuni esempi: «connetable» (M. Yourcenar, “L’Œuvre au Noir”, in Œuvres Romanesques, cit., p. 560); «comptoir familial», (ibid., p. 561); «fils d’un homme qui fait hausser ou baisser
le cours des denrées et qui prête aux princes», (ibid., p. 561); «son agent lyonnais», (ibid., p. 560);
«agent flamand», (ibid., p. 567).
46 R. Ehrenberg, Le siècle des Fugger, traduit par L. Febvre, École pratique des Hautes études,
S.E.V.P.E.N., Paris 1955.
47 Fiche n. 71, F. Melzi d’Eril Kaucisvili, Dans le laboratoire. . . , cit., p. 169.
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ITINERA – Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
non”, “Les loisirs de l’été” e “La fête à Dranoutre”. I capitoli “Le grand chemin” e
“Les loisirs de l’été” sono addizioni di L’Œuvre au Noir48 , mentre per quanto concerne gli altri capitoli i riferimenti si trovavano già nel testo di D’Après Dürer, dove
la struttura dell’episodio e intere frasi relative a Henri-Juste vengono conservate,
pur essendovi numerose varianti relative alla sua attività commerciale.
D’Après Dürer:
Sa maison, à laquelle attenait un entrepôt, était montée avec une opulence
princière; on y mangeait bien; on y buvait mieux encore; et quoique HenriJuste ne lut que les registres de sa draperie, il tenait à honneur d’y avoir des
livres. Toujours par monts et par vaux, à Prague, à Leipzig, à Milan ou
aux foires d’Angleterre, il confiait le gouvernement du ménage à sa jeune
sœur Hilzonde.49
L’Œuvre au Noir:
La maison Ligre, accotée à ses entrepôts, était tenue avec une opulence princière; on y mangeait bien; on y buvait mieux encore; et quoique Henri-Juste
ne lût que les registres de sa draperie, il tenait à honneur d’y avoir des livres. Souvent par monts et par vaux, à Tournai, à Malines où il avançait
des fonds à la régente, à Anvers où il venait d’entrer en compte à deux avec
l’aventureux Lambrecht von Rechterghem pour le commerce du poivre et des
autres commodités d’outre-mer, à Lyon, où il tenait le plus souvent à régler
en personne ses transactions bancaires à la foire de la Toussaint, il confiait
le gouvernement du ménage à sa jeune sœur Hilzonde.50
A parte qualche variante stilistica, la digressione del narratore sul personaggio
di Henri-Juste è costituita nei due testi dai medesimi elementi: dimora principesca
contigua ai magazzini, abbondanza nel mangiare e nel bere, dedizione totale di
Henri-Juste al proprio lavoro, desiderio di nobilitarsi attraverso il possesso di libri,
viaggi necessari ai propri commerci e affidamento della casa alla sorella.
Possiamo però notare che le città citate in D’Après Dürer come destinazioni dei
suoi viaggi d’affari vengono tutte sostituite nel testo di L’Œuvre au Noir. In D’Après Dürer Henri-Juste svolge la professione di mercante di stoffe e la Yourcenar
aveva ritenuto che egli dovesse recarsi anche in centri molto lontani dal suo paese per acquistare e vendere merce. In realtà, leggendo il testo di Ehrenberg, essa
deve aver constatato che la figura di un ricco mercante dei Paesi Bassi del XVI secolo aveva subito profonde trasformazioni che lo portavano a occuparsi sempre
più di capitali e sempre meno di merce. In questo senso deve essere interpretata
l’introduzione della variante “drapier”-“banquier”, la quale non implica da parte
di Henri-Juste l’abbandono dell’attività iniziale nel settore tessile, ma indica che
l’arricchimento da esso derivato ha portato a un accumulo di capitali che egli può
48 L’unico accenno che viene fatto a Henri-Juste nelle prime pagine di D’Après Dürer riguarda la
sua funzione di “drapier”.
49 M. Yourcenar, “D’Après Dürer”, in La Mort conduit l’Attelage, cit., p. 19-20.
50 Id., “L’Œuvre au Noir”, in Œuvres Romanesques, cit., p. 567.
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ITINERA – Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
reinvestire in nuove attività, determinando una continua crescita dei propri beni.
Inoltre un mercante di primo piano dei Paesi Bassi doveva avere necessariamente
agenti distribuiti nelle maggiori piazze d’affari europee51 , di conseguenza in L’Œuvre au Noir a Henri-Juste è sufficiente raggiungere i luoghi strategicamente più
importanti, quali Anvers e Lyon.
Anvers52 e Lyon erano le due piazze commerciali più attive nel XVI secolo,
dove si svolgevano quattro fiere53 a cadenza annuale. Le fiere costituivano il momento topico degli scambi commerciali e durante il loro svolgimento avvenivano le
grandi operazioni finanziarie, alle quali Henri-Juste preferisce prendere parte personalmente. Nel testo di Ehrenberg viene descritta l’attività di queste due città e
delle famiglie di commercianti che vi operarono per tutto il XVI secolo. Fra queste
è presente anche la famiglia von Rechterghem, della quale l’esponente maggiore
era stato Nicolaus, padre del Lambrecht citato nel testo di L’Œuvre au Noir, il
primo mercante di Anvers a comperare dall’agente del re di Portogallo le spezie
provenienti dalle Indie Orientali. Henri-Juste, essendosi introdotto ad Anvers nel
commercio del pepe e di altre spezie, sarebbe conseguentemente entrato in affari
con un membro della famiglia von Rechterghem54 .
Nella “Caractérisation autres personnages” delle Notes de Composition, la Yourcenar scrive di Henri-Juste Ligre: «Composé de divers hommes d’affaires de l’époque, Lazarus Tucher et autres»55 e gli attribuisce attività e possessi che furono effettivamente di commercianti dei Paesi Bassi del XVI secolo, come possiamo verificare dalla seguente addizione di L’Œuvre au Noir in cui viene descritto
l’accrescimento del potere della famiglia Ligre:
De plus en plus, le gros Ligre se lançait dans ces achats de biens au soleil
qui attestent presque arrogamment la fortune d’un homme, et font de lui en
cas de danger le bourgeois de plus d’une ville. En Tournaisis, il arrondissait pièce à pièce les terres de sa femme Jacqueline; près d’Anvers, il venait
d’acquérir le domaine de Gallifort, annexe splendide à son comptoir de la place Saint-Jacques où il opérait désormais avec Lazarus Tucher. Grand Trésorier des Flandres, propriétaire d’une raffinerie de sucre à Maestricht et d’une
autre aux Canaries, fermier de la douane de Zélande, détenteur du monopole
de l’alun pour les régions baltiques, assurant pour un tiers avec les Fugger
les revenus de l’ordre de Calatrava, Henri-Juste se frottait de plus en plus aux
51
Cfr. R. Ehrenberg: «Au moyen âge, le marchand se déplaçait. Après les croisades, il envoya
ses agents. Aussi bien trouvons-nous à Anvers des commis représentant non seulement plusieurs
maisons de commerce, mais également des marchands étrangers qui s’y sont fixés et conservent des
relations d’affaires avec nombre de leur compatriotes» (R. Ehrenberg, Le siècle des Fugger, cit.,
p. 204).
52 Anvers aveva soppiantato l’importanza di Bruges a partire dalla fine del XV secolo.
53 Ad Anvers le quattro fiere annuali erano: Pentecôte in primavera, Saint-Bavon in autunno, Kaltemarkt a Natale e Pasqua. A Lyon esse erano: les Rois in inverno, a Pasqua e in agosto, e Toussaint
in autunno (cfr. ibid., pp. 206 e 242).
54 Ehrenberg scrive che di Lambrecht conosciamo solo il nome e il fatto che una delle sue figlie
sposò Erasmus Schetz, uno dei più importanti commercianti di Anvers (cfr. ibid., p. 180).
55 M. Yourcenar, Notes de Composition de «L’Œuvre au Noir», cit., p. 72.
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ITINERA – Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
puissants de ce monde [. . . ]. Sa draperie brugeoise n’étant plus pour HenriJuste qu’une entreprise surannée, concurrencée par ses propres importations
de brocarts de Lyon et de velours d’Allemagne, il venait d’établir aux environs de Dranoutre, en plain plat pays, des ateliers ruraux où les ordonnances
municipales de Bruges ne le brimaient plus.56
Le consonanze si rimarcano soprattutto con la figura di Lazarus Tucher, che,
proveniente da Tournai, si era trasferito ad Anvers intorno agli anni Venti del
Cinquecento, riuscendo ad assumere il controllo di tutto il commercio del pepe.
In breve tempo egli era divenuto rappresentante nella città delle maggiori case di
commercio e aveva assunto un ruolo primario negli affari finanziari dei Paesi Bassi.
Henri-Juste, oltre a condividere nella finzione del romanzo con Lazarus Tucher
la propria filiale di Anvers, ricalca diverse caratteristiche di tale personaggio storico57 : il controllo del commercio del pepe, il possesso della proprietà di Gallifort
nei pressi di Anvers, il fatto di essere creditore dei Fugger e Gran Tesoriere delle
Fiandre58 .
Gli altri elementi che compongono il quadro delle ricchezze e delle influenze
dei Ligre, quali il monopolio dell’allume, le raffinerie di zucchero di Maastricht e
delle Canarie, l’amministrazione della dogana della Zelanda e la compartecipazione ai prestiti dei Fugger59 , fanno tutti parte delle diverse attività che Ehrenberg cita
descrivendo la piazza di Anvers.
Anche le figure di Philibert Ligre e Martin Fugger60 ; come Henri-Juste mercanti e banchieri, sono state costruite sulle informazioni ricavate da Ehrenberg.
Il testo è dichiarato come fonte e la sua presenza è implicita poiché la Yourcenar
ne ha utilizzato le informazioni per ricostruire le esatte coordinate delle relazioni
commerciali dei Paesi Bassi nel XVI secolo.
Presenza implicita di fonti dichiarate insieme a fonti evidenti legate al bagaglio
culturale: il viaggio al nord di Zenone. Nel 1555 Zenone raggiunge Uppsala,
dove diventa medico del re Gustavo Vasa61 . Durante le feste di Natale segue la
56
Id., “L’Œuvre au Noir”, in Œuvres Romanesques, cit., pp. 579-580.
In Ehrenberg la figura di Lazarus Tucher è trattata approfonditamente; cfr. R. Ehrenberg,
Le siècle des Fugger, cit., pp. 60, 96, 101, 112, 119, 179, 216.
58 Lazarus Tucher fu il principale agente della corte di Bruxelles dal 1531 al 1541.
59 Ehrenberg scrive che i Fugger ottennero dal 1525 al 1527 la riscossione delle rendite della
corona spagnola ricavate dalla tassazione degli ordini di cavalieri di Santiago, Calatrava e Alcantara
(ibid., p. 49). In L’Œuvre au Noir Henri-Juste risulta beneficiare di un terzo delle rendite dell’ordine
di Calatrava.
60 Nelle Notes de Composition a proposito della caratterizzazione dei tre ricchi banchieri la Yourcenar scrive: «Philibert Ligre: Vu d’après un certain nombre de figures historiques de moindre importance (belles carrières administratives) et après des portraits du temps. Martin Fugger: Imaginaire,
est postulé d’après différents membres de la même famille» (M. Yourcenar, Notes de Composition
de «L’Œuvre au Noir», cit., pp. 72-74).
61 Gustavo Vasa, divenuto capo del partito popolare di Svezia, promosse il distacco del suo paese
dalla Danimarca e fu proclamato re di Svezia nel 1523 dove instaurò una monarchia ereditaria. Nel
1560 gli succedette il figlio Erik, che regnò fino al 1568, portando avanti una politica anti-danese.
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ITINERA – Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
corte che si sposta a Gripsholm62 e successivamente a Vadstena, presso il lago
Mälaren, dove il re aveva fatto costruire un castello.
Le Roi [Gustave Vasa] cherchait un homme de l’art capable de soulager les
douleurs laissées dans son vieux corps par l’humidité des camps et le froid
des nuits passées sur la glace aux temps aventureux de sa jeunesse, les effets
des anciennes blessures et du mal français. Zénon se fit bien voir en composant une potion réconfortante pour le monarque [. . . ]. Tout l’hiver, accoudé
à une haute fenêtre, entre le ciel froid et les plaines gelées du lac, il s’occupa à computer les positions des étoiles [. . . ] aidé dans cette tâche par le
jeune prince Erik qui avait pour ces sciences dangereuses une faim maladive. [. . . ]. Tenté d’excercer une influence sur une âme royale, le philosophe
essayait ça et là l’effet d’une instruction, d’un conseil, mais les pensées d’autrui s’enlisaient comme dans un marécage dans le jeune cerveau qui dormait
derrière.63
Nelle Notes de Composition la Yourcenar afferma che, per descrivere la posizione di Zenone presso la corte dei Vasa, si era ispirata alla figura di Vesalio, che
più volte aveva esercitato l’attività di medico presso le corti, alla vita di un certo dottore Théophilus Homodei, medico di Giovanni III di Svezia, e a quella di
Tycho Brahe.
Particolarmente interessante è il caso di Brahe, proveniente da una famiglia
della nobiltà danese, che aveva ottenuto dal re Federico II, in virtù dei suoi studi
astronomici64 , l’isola di Hven, dove aveva costruito un grande osservatorio. Il rapporto che egli aveva intrattenuto con il principe erede di Danimarca era stato molto
simile a quello descritto nel romanzo tra il principe Erik e Zenone e, anche in questo caso, si era guastato. Alla morte di Federico II infatti le rendite dell’astronomo
furono ridotte dagli eredi ed egli fu costretto ad allontanarsi dalla Danimarca.
Per quanto riguarda la documentazione storica sulla corte dei Vasa, nella biblioteca di Petite Plaisance vi è un testo di Andersson del 195165 , non inserito tra
le Fiches, nel quale vi è un ritratto principe Erik:
Erik XIV, présenté tantôt comme un rêveur sans énergie, tantôt comme un
artiste tragique et génial, tantôt comme un fou furieux, constitue un des personnages les plus intéressant de la série des souverains suédois. Il possédait,
plus que personne en Suède, une culture générale européenne. Il était compositeur, avait beaucoup lu et était très versé en astrologie, science très en
62 Nel 1537 Gustavo Vasa vi fece edificare un castello, nel quale Erik, divenuto re, tenne
prigioniero il fratello Giovanni dal 1563 al 1567 con l’accusa di ribellione.
63 Id., “L’Œuvre au Noir”, in Œuvres Romanesques, cit., pp. 665-666.
64 Tycho Brahe fu l’ideatore del sistema ticonico, un sistema cosmologico che riuniva il modello
tolemaico e quello copernicano (senza provocare i conflitti che tale sistema rivoluzionario aveva
arrecato), secondo il quale i pianeti girano attorno al Sole, mentre il Sole a sua volta gira intorno
alla Terra, che rimane in tale modo al centro dell’universo. Brahe ebbe inoltre il merito di negare
l’esistenza delle sfere solide e reali dell’astronomia antica, sostituendo il concetto fisico di orbe con
quello matematico di orbita.
65 I. Andersson, Histoire de la Suède, Editions Harvath, Saint-Etienne 1951.
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ITINERA – Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
vogue au siècle de Tyko Brahe. [. . . ] Sa méfiance invétérée, trait héréditaire
des Vasa, tournait chez lui aux idées fixes de persécution; ses violentes sautes d’humeur le faisaient passer sans transition d’une vanité sans retenue à
des profondes dépressions. Les singularités de son caractère trasformèrent
en un drame sanglant les antagonismes qui opposaient le pouvoir royal et
l’aristocratie, les Sture et les Vasa.66
Erik, rappresentato con tratti simili nel romanzo, ad esempio nella descrizione della sua faim maladive per l’astrologia, sembra un personaggio molto lontano
dalle speranze che per un certo tempo Zenone ripone in lui. Egli infatti aveva pensato di renderlo «ce disciple-roi qui est pour les philosophes l’ultime chimère»67 ,
ma, una volta tornato dalla spedizione in Lapponia, Zenone trova una situazione
mutata, che lo rende consapevole del fatto che il suo ruolo presso la corte dei Vasa
è esaurito.
Nella primavera del 1558 Zenone era partito per compiere un viaggio nell’estremo nord68 , al fine di studiare i fenomeni del giorno polare e di venire a
conoscenza dei metodi di cura della tradizione finnica.
La Yourcenar nelle Notes de Composition ipotizza che, durante il soggiorno in
Italia, egli avesse avuto modo di conoscere la Carta Marina di Olaus Magnus69 ,
pubblicata nel 1539, la prima carta che rappresentava dettagliatamente le regioni di
Svezia, Norvegia e Finlandia e che comprendeva anche osservazioni su usi, costumi
e fauna locali. La consultazione della carta avrebbe stimolato in lui il desiderio di
visitare tali regioni agli estremi confini del mondo.
Per l’autrice la funzione di questo viaggio consiste nel «controbalancer pour
Zénon l’expérience du Levant par celle des regions du Nord», ma anche nell’isolare
Zenone dalla civiltà europea, introducendolo in un ambiente dépaysant che diviene
simbolo del mondo puro della scienza sperimentale70 .
I mesi trascorsi in Lapponia non lasciano traccia nel romanzo; alcuni particolari più precisi riguardanti la visione del sole di mezzanotte e il soggiorno di
Zenone a Frösö, affioreranno solo a posteriori attraverso i ricordi, mentre nel capi66
Ibid., pp. 124-125.
M. Yourcenar, “L’Œuvre au Noir”, in Œuvres Romanesques, cit., p. 697.
68 Per Lapponia si intende infatti la parte settentrionale della Scandinavia, politicamente suddivisa
fra Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia. L’intero territorio della Lapponia copre una superficie di
circa 260.000 chilometri quadrati, che dalle montagne della Norvegia e della Svezia degrada verso
oriente; a sud il territorio è per lo più coperto di boschi, mentre a nord si trovano tundra e paludi.
69 «L’intérêt de Zénon pour le pays de Scricfinnia (Lappia Orientalis – Lappia Occidentalis) aurait
pu être éveillé par la Carta Marina d’Olaus Magnus, publié à Venise en 1539 (et dont Zénon pourrait
prendre connaissance durant ses séjours en Italie entre 1540 et 1543). L’auteur lui même, Olaus Magnus, vécut en Italie durant la dernière partie de sa vie (1490-1557). [. . . ] Je prends les informations
concernant Magnus dans le très bel ouvrage d’Ernest Manker, People of eight seasons, Tre Tryckare,
Gothenburg, 1963» (M. Yourcenar, Notes de Composition de «L’Œuvre au Noir», cit., p. 34).
70 Per un approfondimento della funzione semiologica del viaggio di Zenone al Nord rimando allo
studio di F. Melzi d’Eril Kaucisvili, “Sources et fonction sémantique du paysage du Nord dans L’Œuvre au Noir de Marguerite Yourcenar”, in Landscape and sustanibility Global Change, Guerini,
Milano 1999, pp. 293-300.
67
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tolo “Les derniers voyages de Zénon” il narratore ci fornisce solo gli estremi del
viaggio, che coincidono con i mesi estivi del 1558.
Quelques semaines avant la Saint-Jean d’été, il se fit donner congé de remonter vers le Nord, pour observer par soi-même les effets du jour polaire.
Tantôt à pied, tantôt empruntant l’aide d’un cheval ou d’une barque, il erra de
paroisse en paroisse, s’éxpliquant grâce au truchement du pasteur, chez qui
survivait encore l’usage du latin d’Église, recueillant parfois des recettes efficaces auprès des guérisseuses de village qui connaissent la vertu des herbes
et des mousses de la forêt, ou chez les nomades qui soignent leurs malades
par des bains, des fumigations, et l’interprétation des songes.71
La Yourcenar ha studiato in modo dettagliato l’itinerario che fa compiere a Zenone per verificare la verosimiglianza dei tempi di percorrenza che aveva stabilito.
Essa aveva infatti fissato la data della partenza nel mese di maggio e il ritorno entro
il mese di ottobre perché Zenone fosse presente all’annuale assemblea indetta dal
re Vasa. Nelle Notes de Composition essa scrive:
En fait, je n’imagine pas Zénon montant plus haut que dans les régions de
Jokkmokk tout au plus, ce qui représenterait déja un énorme voyage. Jokkmokk (sur le cercle polaire) est à 665 km. d’Ostersund [. . . ]. Le voyage tout
entier, de Vadstena aux regions laponnes, et retour à Uppsal, représenterait
un parcours d’environs 1000 milles fait à cheval, en barque, et à pieds en
quatre mois environ. C’est beaucoup mais à la limite du possible.72
Nella biblioteca di Petite Plaisance è presente il Voyage en Laponie di Regnard73 , drammaturgo francese che nel 1678 aveva compiuto un viaggio avventuroso in Lapponia, ma il modello principale di questo viaggio è costituito dal
settecentesco Viaggio in Lapponia di Linneo74 , nel quale l’autore descrive, in stile
diaristico, ogni tappa raggiunta in terra lappone, accompagnata da osservazioni di
carattere antropologico e da altre incentrate sullo studio della flora locale.
Nella Fiche dedicata a Linneo la Yourcenar scrive:
Linné partit à cheval d’Upsal le 12 mai (1732). Il arriva à Jakkmokk le
29 juin. Donc 48 jours de voyage. Dans des conditions à peu près analogues, Zénon partit de Vadstena le 15 mai, serait à Jakkmokk vers le 5 août
(point extrème de son voyage dans le Nord). Je le suppose de retour à Uppsale vers le 5 octobre, avec une dizaine de jours d’arrêt à Frösö (aux environs
d’Ostersund). Pas impossible. Le reste de l’itinéraire de Linné qui retraversa
la Laponie en tous sens, puis revint par le Golfe de Finlande, est sans intérêt
pour mon sujet.75
71
M. Yourcenar, “L’Œuvre au Noir”, in Œuvres Romanesques, cit., p. 666.
Id., Notes de Composition de «L’Œuvre au Noir», cit., p. 34.
73 J.-F. Regnard, Voyage en Laponie, Union Générale d’Éditions, Paris 1963.
74 K. von Linnè, Voyage en Laponie, présentation et traduction de P.A. Gette, Édition
de la Différence, Paris 1983.
75 Fiche n. 129, in F. Melzi d’Eril Kaucisvili, Dans le laboratoire. . . , cit., p. 180.
72
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ITINERA – Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
Il viaggio di Linneo era avvenuto per volere della Societé Royale des lettres
et sciences di Uppsala, allo scopo di studiare le risorse naturali della Lapponia.
Nell’introduzione al diario Linneo scrive:
Je partais le 12 mai, revenais le 10 octobre. Uppsala. J’ai traversé la Suède.
J’ai vu les entrailles de la terre à 450 aunes de profondeur. Je suis monté dans
le vent jusqu’à une mille. J’ai vécu l’été et l’hiver en un seul jour. J’ai visité
le bout du monde. J’ai vu la retraite nocturne du soleil. J’ai voyagé en une
année 1000 milles sur terre.76
Egli aveva risalito la Svezia da Uppsala seguendo la costa lungo il Golfo di
Botnia e fermandosi spesso a pernottare, come Zenone, nelle parrocchie incontrate.
Poi si era spinto, nell’entroterra, fino a Tjamotis, come testimonia il suo diario:
Ici, je vis solem inoccidum sur une haute montagne, Harrevarto, en face de
la maison du sacristain, ce que je ne tenais pas pour le plus petit miraculum
de la nature. Qui des exteris n’auraient pas eu envie de voir une telle chose?
O seigneur tes actes sont inexplicables!77
Poi egli aveva raggiunto nuovamente il golfo per percorrerlo questa volta lungo
la costa finlandese e riguadagnare la città di Uppsala dopo una traversata in mare78 .
Il percorso di Zenone coincide solo con la prima metà di quello di Linneo
poiché egli giunge fino a Jokkomokk79 , che nell’itinerario di Linneo è la tappa
precedente a Tjamotis. Jokkomokk è il punto più a nord toccato da Zenone, dove
egli ha l’occasione di contemplare il sole di mezzanotte, e dopo tale tappa il suo
viaggio procede a ritroso con l’arresto di una decina di giorni nell’isola di Frösö,
vicina a Ostersund. La visione del sole di mezzanotte si ripresenterà nella memoria
di Zenone qualche istante prima della sua morte:
Un instant qui lui sembla éternel, un globe écarlate palpita en lui ou en dehors
de lui, saigna sur la mer. Comme le soleil d’été dans les régions polaires, la
sphère éclatante parut hésiter, prête à descendre d’un degré vers le nadir,
puis, d’un sursaut imperceptible, remonta vers le zénit se résorba enfin dans
un jour aveuglant qui était en même temps la nuit.80
In realtà nel romanzo Zenone parte il 24 di giugno e non il 15 di maggio, come
aveva progettato inizialmente la Yourcenar, dunque les nuits blanches passate con
Sign Ulfsdatter sono da collocare nel mese di settembre:
76
Cfr. K. von Linnè, Voyage en Laponie, cit.
Ibid., p. 75.
78 Le tappe del viaggio di Linneo furono: Gäule, Hudiksvall, Sundsvall, Umea, Lycksele,
Lycksmyren, Skelleftea, Pitea, Lulea, Jokkomokk, Tjamotis, Rörstad, Kalix, Tornea, Jukkasjarvi,
Kuivaniermi, Ulea, Brahestad, Kronoby, Vasa, Christina, Abo, Aland, Uppsala.
79 Jokkomok è un antico villaggio lappone situato appena al di sopra del Circolo Polare Artico.
Dalla cittadina una carrozzabile e un sentiero conducono alla Storknabben, la montagna da dove si
contempla il sole di mezzanotte.
80 M. Yourcenar, “L’Œuvre au Noir”, in Œuvres Romanesques, cit., p. 833.
77
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ITINERA – Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
Dans le Nord, la dame de Frösö l’avait accueilli noblement au retour de ses
pérégrinations à l’orée des contrées polaires. Tout en elle était beau: sa haute
taille, son teint clair, ses mains habiles à bander les plaies et à essuyer les
sueurs des fièvres, l’aisance avec laquelle elle marchait sur le sol mou de
la forêt [. . . ]. Instruite dans l’art des sorcières lapones, elle l’avait emmené
dans des huttes au bord des marecages où se pratiquaient des fumigations et
des bains magiques accompagné de chants.81
Paracelso, durante il suo viaggio in Scandinavia, era rimasto colpito dalla venerazione di cui godevano le donne, le quali avevano il compito di medicare le
piaghe e di calmare i mali praticando una medicina popolare e tradizionale. La dame de Frösö nel romanzo è l’unica donna con la quale Zenone instaura un rapporto
di reciproco scambio che avrebbe potuto trasformarsi in un legame durevole. Questo non accade perché Zenone avverte l’esigenza di ritornare a corte, di porre fine
al viaggio oltre le frontiere del suo mondo abituale, per mettere in pratica il frutto dei suoi studi. Ancora una volta l’episodio del viaggio al Nord dimostra come
la Yourcear abbia seguito fedelmente i suoi modelli documentandosi fin nei minimi
dettagli perché Zenone non si allontanasse dalle reali figure vissute e operanto nel
XVI secolo.
La modalità riscontrata più frequentemente nella presenza delle fonti è senz’altro quella implicita di opere a carattere storico che, secondo le dichiarazioni
dell’Autrice, hanno fornito un supporto fondamentale all’impostazione dell’opera.
Dei 25 casi presi in esame82 nel complesso dell’analisi, 17 sono esempi di presenza implicita di fonti dichiarate nelle Fiches Bibliographiques, 5 sono esempi di
intertestualità esplicita con testi dichiarati come fonti nelle Fiches, 3 sono esempi
di intertestualità con testi non dichiarati come fonti ma che è possibile dimostrare
che la Yourcenar conosceva.
Il maggior numero dei testi consultati è servito alla Yourcenar in una fase preliminare alla scrittura perché essa potesse addentrarsi a fondo nell’epoca rinascimentale studiandone la storia, la produzione letteraria, figurativa e musicale, il linguaggio parlato, i luoghi di incontro e scambio, gettando così le fondamenta sulle quali
procedere nella costruzione dell’arrière plan dell’opera. È noto che il testo da cui
è scaturita l’idea della vicenda di Zenone è Mémoires anonymes sur les troubles
des Pays Bas83 , trovato per caso negli anni Venti nella libreria del padre e definito
nelle Fiches «source essentielle». L’indice dei Mémoires, molto dettagliato, riporta
diversi fatti che ritroviamo nello sfondo del romanzo relativi alle problematiche
che travagliavano in quegli anni le Fiandre.
81
Ibid., pp. 696-697.
Dei 24 casi presi in considerazione 16 riguardano Zenone, 5 Henri-Maximilien Ligre, 1 HenriJuste Ligre, 1 Simon Adriansen e 1 Alberico de’ Numi.
83 Mémoires anonymes sur les troubles des Pays Bas. 1565-1580, avec notice et annotation par J.B. Blaes, 2 voll., Heussner Libraire de la societé, Bruxelles 1859.
82
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ITINERA – Rivista di Filosofia e di Teoria delle Arti e della Letteratura
Un altro testo che ha costituito la struttura di L’Œuvre au Noir è il Paracelse
di Allendy84 , cui la Yourcenar si è ispirata per le vicissitudini di Zenone in Austria e Germania oltre che per la sua caratterizzazione come medico e alchimista.
La Yourcenar sostiene di aver letto questo libro per la prima volta nel 1937 e di
averlo ripreso in mano e annotato nel 1953. Tuttavia l’Autrice non si è servita di
un’unica fonte per studiare la figura di Paracelso, dimostrando di esercitare costantemente un approccio critico ai testi. I limiti dello studio di Allendy le appaiono
infatti evidenti se confrontati con quelli di altri autori come Gundolf85 o di Telepnef, dei quali si serve per colmare le lacune e correggere gli errori contenuti
nell’Allendy.
La dichiarazione di Marguerite Yourcenar, secondo la quale trent’anni di letture
avevano profondamente modificato la novella D’Après Dürer trasformandola nel
romanzo L’Œuvre au Noir, viene confermata dal confronto tra i due testi.
I tre esempi riportati mostrano l’influenza che le fonti, dichiarate o meno dall’Autrice, hanno esercitato su L’Œuvre au Noir e le tre modalità secondo cui questa
influenza si è esercitata. Nella maggior parte dei casi, di fatto, Marguerite Yourcenar non ha tenuto nascosti i documenti che ha consultato, piuttosto il contrario;
è stato tuttavia interessante ricostruire che cosa ne sia concretamente rimasto nelle
pagine del romanzo.
Fondamentalmente si può affermare che un autore scrupoloso e di sterminata
cultura, quale era Marguerite Yourcenar, non avrebbe mai affrontato un romanzo
storico senza prima averne fissato in modo preciso le coordiante. La volontà di
raggiungere la completa verosimiglianza l’ha spinta ad approfondire costantemente
la conoscenza del mondo del XVI secolo per scongiurare il rischio di accontentarsi
di una rappresentazione superficiale86 del periodo. In questa continua ricerca di
verità sta il concetto chiave attraverso il quale dobbiamo interpretare l’uso che
l’Autrice ha fatto delle proprie fonti.
Ritrovare il tono autentico dell’epoca ha richiesto un impegno immenso e un
lavoro che ha occupato trent’anni ma che ha permesso infine alla Yourcenar di
affermare: «la totale liberté de language ne me semble se déployer qu’au moment
où Zénon [. . . ] retrouve à Innsbruck son camarade Henri-Maximilien. À partir de
cette date, et jusqu’à la fin du livre, j’ai eu l’impression d’être un peu plus loin
de la reconstruction de la vie du XVIe siècle, et un peu plus près de la vie du
XVIe siècle»87 .
84 R. Allendy, Paracelso. Il medico maledetto, Bocca, Milano 1942 (unica edizione che mi è stato
possibile reperire).
85 F. Gundolf, Paracelse, Les Cahiers Romans, Lausanne 1932.
86 «C’est per le mot ou le détail plaqué pour faire ‘d’époque’ que le ‘roman historique’ se disqualifie aussi souvent que par l’anachronisme» (M. Yourcenar, “Ton et language dans le roman
historique”, in Essais et mémoires, cit., p. 198).
87 Ibid., p. 305.
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