3.La gestalt

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3.La gestalt
3. La gestalt
Il presente file costituisce una SINTESI del materiale presentato nel corso delle lezioni.
Tale sintesi non deve essere ritenuta esaustiva dell’argomento, ma andrà integrata dallo
studente attraverso i propri appunti delle lezioni e gli approfondimenti bibliografici.
CORSO DI INFOGRAFICA
PROF. MANUELA PISCITELLI – A.A. 2009-2010
LA CINESTESI
Mentre con l’organo della vista rileviamo la forma, il colore,
il materiale ottico che ci si presenta, attraverso la CINESTESI
noi prendiamo coscienza della posizione del nostro corpo
nello spazio.
La memoria dello spazio ci consente di rendere automatici
alcuni gesti.
La percezione cinestetica avviene attraverso la sensibilità
delle articolazioni, dei muscoli, dei tendini e delle ossa.
La percezione cinestetica avviene anche attraverso i
LABIRINTI ed in relazione alla FISIOLOGIA
DELL’OCCHIO.
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LA CINESTESI
Sezione di un bulbo oculare. L’immagine si forma ribaltata sulla retina.
La sensibilità cinestetica della grandezza dell’immagine retinica ci fornisce
indicazioni sulla distanza tra noi e gli oggetti. È il primo indice per leggere la
terza dimensione, la profondità.
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LA CINESTESI
L’angolo degli assi visivi è maggiore per gli oggetti vicini.
La cinestesi dell’angolo degli assi visivi ci consente di stabilire la nostra
distanza da un oggetto, attraverso una stima che diventa sempre più
approssimativa all’aumentare della distanza.
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LA CINESTESI
Il senso di verticalità ci può dare indicazioni sull’ipotetico moto di forme che possiamo vedere su una superficie.
Un esempio di come la cinestesi si integri con la vista lo abbiamo dal nostro
senso di verticalità.
Tutti riconosciamo subito un segmento di retta verticale perché è parallelo
all’asse della forza di gravità terrestre.
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LA CINESTESI
La visione utilizza un solo sistema: quello ottico; la percezione integra il sistema
ottico con il cinestetico.
La percezione dello spazio e delle forme tridimensionali è un processo più
fisiologico che psicologico, perché intervengono le articolazioni, la muscolatura,
il labirinto.
La percezione di figure disposte su una superficie bidimensionale è un processo
più psicologico che fisiologico, perché intervengono fattori che fanno capo a
fenomeni psicopercettivi.
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LA GESTALT
Fino alla metà dell’Ottocento la fisiologia della visione non ha interessato
specificamente la creazione di opere d’arte.
È stato uno scienziato, Chevreul, che nel 1839, con la pubblicazione del libro
sulla “suddivisione parcellare del colore”, ha ispirato due correnti artistiche: il
Pointillisme in Francia e il Divisionismo in Italia.
Un colore poteva essere percepito non solo guardando pigmenti
opportunamente mescolati tra di loro, ma si potevano utilizzare gli stessi
pigmenti puri accostandoli l’uno all’altro sotto forma di puntini o trattini
colorati: il processo di mescolanza dei colori avveniva fisiologicamente
nell’occhio dell’osservatore, sulla retina.
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LA GESTALT
Dopo questi primi studi di processi fisiologici dobbiamo attendere la fine
dell’Ottocento, quando un gruppo di studiosi e scienziati diedero vita ad una
nuova dottrina: la Gestaltpsycologie, psicologia della forma, o più
semplicemente Gestalt.
La forma, gestalt, è qualcosa di più e di diverso dalla somma dei singoli
elementi (come nella musica).
La Gestalt ci ha lasciato sette leggi che sono da considerare costanti vettoriali
della percezione, in quanto tutti gli uomini organizzano il materiale ottico
seguendo tali schemi.
Queste leggi sono chiamate leggi di unificazione figurale.
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1. LEGGE DELLA VICINANZA
Le parti di un insieme percettivo vengono raccolte in unità conforme alla minima distanza.
Il materiale ottico viene raggruppato per vicinanza degli elementi.
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2. LEGGE DELL’UGUAGLIANZA
Se lo stimolo è costituito da una moltitudine di elementi diversi, si manifesta la
tendenza a raccogliere in gruppi gli elementi tra loro simili.
Il materiale ottico viene raggruppato per uguaglianza di colore.
Il materiale ottico viene
raggruppato per uguaglianza di
colore e forma.
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3. LEGGE DELLA FORMA CHIUSA
le linee delimitanti una superficie si costituiscono in unità più facilmente di quelle che
non si chiudono.
Viene raggruppato il materiale ottico che costituisce delle superfici chiuse.
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4. LEGGE DELLA CURVA BUONA O DEL DESTINO COMUNE
Quelle parti di una figura che formano una “curva buona” o che hanno un “destino
comune” si costituiscono in unità con facilità maggiore che non altre.
Si leggono due oggetti che posseggono una coerenza formale.
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4. LEGGE DELLA CURVA BUONA O DEL DESTINO COMUNE
Quelle parti di una figura che formano una “curva buona” o che hanno un “destino
comune” si costituiscono in unità con facilità maggiore che non altre.
La chiusura è più forte del destino
comune.
Il destino comune è più forte della
chiusura.
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5. LEGGE DEL MOVIMENTO COMUNE
Si costituiscono in unità quegli elementi che si muovono insieme o in modo simile o,
generalmente, che si muovono in opposizione ad altri che rimangono fermi.
Si riconoscono due raggruppamenti: uno di forme
ferme e l’altro di forme che si muovono allo stesso modo.
Si riconoscono figure composte da
quadratini che hanno lo stesso moto.
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6. LEGGE DELL’ESPERIENZA
La psicologia della forma, pur non riconoscendo all’esperienza quella fondamentale
importanza per l’organizzazione percettiva degli oggetti che era sostenuta dalla
psicologia associazionista, non esita a riconoscerle un’azione concomitante accanto ai
fattori menzionati.
Lo stesso raggruppamento viene letto
in modo diverso a seconda del contesto.
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7. LEGGE DELLA PREGNANZA
L’organizzazione psicologica è sempre tanto buona quanto lo permettono le condizioni
dominanti.
Il termine buono qui comprende proprietà quali: regolarità, simmetria, compiutezza, omogeneità,
equilibrio, massima semplicità, concisione.
Forme lievemente irregolari vengono lette come regolari.
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LA GESTALT
Le leggi della gestalt sono alla base del processo di completamento
psicopercettivo delle figure parzialmente nascoste o incomplete.
Canaletto, Ponteghetto della farina
(part.), 1730.
Le figure aperte vengono completate.
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LA GESTALT
Le leggi della gestalt sono alla base del processo di completamento
psicopercettivo delle figure parzialmente nascoste o incomplete.
Errori percettivi della gestalt.
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LA GESTALT
Non siamo predisposti a memorizzare ciò che è irregolare, mentre percepiamo e
memorizziamo specialmente il materiale ottico regolare.
Nessuno riesce a memorizzare la forma di una macchia, anzi darà quasi fastidio
vederla perché è in contrapposizione con il sistema di percezione umano.
Una macchia è all’opposto di una buona forma in senso gestaltico.
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