Audion n. 29 completo

Transcript

Audion n. 29 completo
RIVISTA ON-LINE DI ALTA FEDELTÀ
www.audion.net
www.demidoff.org
ideazione Luciano Macrì
Anno 2009 - n. 1
AUDION
ANNO XIV 2009 - n. 1
Progetto editoriale Luciano Macrì DEMIDOFF EDITORE
Via Treggiaia 96, - 50020 Romola in Chianti (FI) - Tel. e fax 055.827292
Pubblicità Demidoff Editore
DIRETTORE RESPONSABILE: Luciano Macrì
REGISTRAZIONE DEL TRIBUNALE DI FIRENZE: N°4452 del 10/02/1995
Iscrizione al Registro Nazionale della Stampa n.10245
RECAPITO POSTALE REDAZIONE: Audion, Demidoff Editore
Via Treggiaia 96 - 50020 Romola in Chianti (FI) - Tel. e fax 055.827292
E-mail: [email protected]
DIRETTORE TECNICO: ing. Corrado Petri
DIRETTORE EDITORIALE: Stefano Bevacqua
REDATTRICE: Giusi Guidetti
IMPAGINATORE: Andrea Contini
DISEGNI:Redazione di Audion
STAFF EDITORIALE: Stefano Bevacqua, Riccardo Gardini, Antonello Giovannelli, Nicola Neri, Corrado Petri,
Franco Savio, Pierangelo Tosarello, Luciano Macrì.
Articoli, manoscritti ed eventuali fotografie inviati senza preventivo accordo, non si restituiscono. Eventuali compensi
sono stabiliti a giudizio insindacabile dell’editore.
L’editore non si assume alcuna responsabilità in merito all’utilizzazione degli schemi pubblicati e agli errori tecnici
contenuti nei testi e nei manuali di montaggio.
Copyrigth 2009 by Luciano Macrì.
La riproduzione, anche parziale, degli articoli è permessa solo dietro autorizzazione scritta.
Gli schemi pubblicati possono essere utilizzati solo per uso personale e non a fini di lucro.
AUDION NON ESCE IN EDICOLA
Demidoff s.a.s., Via Treggiaia 96, 50020 Romola in Chianti (FI).
Carta di Credito (Master e Visa) Accettata - Credit card Welcome.
A richiesta consulenza tecnica a pagamento.
Progettazione, consulenza e misure di sistemi di altoparlanti; progettazione di trasformatori di uscita audio, amplificatori
audio.
www.audion.net
www.demidoff.org
E-mail: [email protected]
Indice Audion on line 2009 n. 1
Le mostre di alta fedeltà a Firenze..................................................................................................................................p. 3
Novità lp 180 grammi.....................................................................................................................................................p. 8
Kit telecomando/pre passivo Audion modello TEL2....................................................................................................p. 9
Diffusori Impruneta......................................................................................................................................................p. 10
Review Cristal One.......................................................................................................................................................p. 10
Amplificatori HI-FI da 5 watt.......................................................................................................................................p. 11
Un amplificatore senza condensatori d’accoppiamento...............................................................................................p. 15
Triodi a riscaldamento diretto: il primo SINGLE ENDED 211 è fiorentino..............................................................p. 17
Equivalenza delle valvole inglesi...................................................................................................................................p. 22
Audio Teckne made in Japan o il fatto in casa?.............................................................................................................p. 25
Come polarizzare una valvola elettronica.....................................................................................................................p. 31
Recensione del libro “Fivre”.........................................................................................................................................p. 34
Recensione della monografia speciale Audion n. 26 “La progettazione degli amplificatori a transistor”...................p. 35
Trasformatori MC Audion............................................................................................................................................p. 37
Recensione della monografia speciale Audion n. 29 “Tubi elettronici. Caratteristiche, tecnologia costruttiva delle
valvole riceventi e trasmittenti”....................................................................................................................................p. 38
2
Le mostre di alta fedeltà a Firenze
Negli anni ’70 - ’80, quando
l’alta fedeltà era un fenomeno di massa al pari della fotografia, anche Firenze ebbe
un momento di gloria con
l’unica mostra italiana alternativa al Sim di Milano: il
RIAF.
Questa mostra di elettronica audio-video ebbe come
personalità trainante Mino
Faggioli, importatore dei
marchi Panasonic e Technics. Questo signore, persona
alquanto capace nel suo lavoro, era riuscito a coinvolgere molti importatori e soprattutto (cosa molto difficile da realizzare) i negozianti di Firenze.
Dopo poco però il RIAf non
fu più fatto e solo negli anni
’90 fu possibile tornare a
vedere, toccare e ascoltare
l’alta fedeltà.
In questi giorni, riordinando l’archivio della redazione della nostra rivista Audion, sono incappato in un
reportage di “Stereus 1991”,
una mostra di alta fedeltà
tenutasi quell’anno a Firenze presso l’Hotel Park Palace. Si tratta di un articolo
comparso sul numero 29
della rivista Stereo uscito nel
mese di giugno del 1991 appunto. La rivista Stereo,
pubblicata per alcuni anni,
era diretta da Paolo Corgiulo, l’attuale direttore di Suono.
Mi è parso interessante pubblicare quell’articolo sul
web, visto che la nostra Audion ha organizzato nel 2006
“Firenze alta fedeltà” e che
si appresta anche quest’anno ad organizzare l’edizione
del 2007.
Nel 1991 a Stereus parteciparono 12 espositori e, considerando che l’alta fedeltà
non era nelle condizioni pietose di oggi (anche se molti
operatori del settore la sparano grossa sui fatturati o
sulle tirature delle riviste),
l’edizione di Firenze Alta
fedeltà 2006 mi pare che non
sia stata per niente da meno;
se poi si raffrontano i periodi “storici” allora possiamo
parlare di un vero e proprio
successo per l’edizione
2006.
Direi che c’è di che esserne
contenti e di cercare comunque di migliorare.
L’edizione del 2007 vedrà
anche la presentazione di
una grande novità: si tratta
dell’A.I.A.F., Associazione
Alta Fedeltà Italiana, fondata nel gennaio di quest’anno da pochi ma capaci sostenitori della verità ad ogni
costo, anche nella riproduzione musicale...
Si fa un gran parlare di crisi
dell’alta fedeltà, vengono
organizzati dibattiti, si parla male di tutto e di tutti, e
poi vengono invitati altri a
ricostruire un interesse, un
mercato dell’alta fedeltà: ma
chi critica cosa fa, e soprattutto cosa ha fatto in passato per accrescere l’interesse
per l’alta fedeltà?
Qualcuno dirà che da anni
esiste una associazione simile all’A.I.A.F., il cui scopo
sarebbe proprio quello di
promuovere l’alta fedeltà:
forse questo era lo spirito di
qualche anno fa, ma adesso?
Adesso esiste un problema
in più rispetto a qualche
anno fa. La caccia alle streghe!!! Ma cerchiamo di capire chi sono le streghe...
Durante il periodo nel quale stavo organizzando la
mostra Firenze Alta Fedeltà
2006 un operatore mi fece
notare che non sarebbe stato interessante parteciparvi
perchè era una mostra di
autocostruttori!
Poiché di tanto in tanto ho
sentito ripetere questa affermazione mi parrebbe a questo punto giusto e normale
parlarne un pò.
L’autocostruzione (home
made) ha avuto un momento di popolarità fra gli anni
’90 ed il 2000, quando molti
appassionati parevano inte-
ressarsi appunto alla costruzione con le proprie mani di
apparati alta fedeltà. La cosa
sembrava potesse andare
avanti e si potesse consolidare una vera e propria passione: si trattava invece, per
la maggior parte, di un manipolo di tecnici, ex tecnici
o semplici appassionati (infermieri, falegnami, elettricisti, operatoti di borsa ecc.
ecc.), capitati per caso e che
per caso costruivano un apparecchio; poi, una volta
messo a punto, lo facevano
ascoltare a qualcuno e glielo vendevano pure, spesso a
cifre anche alte. Tutto questo poi è finito, ma nel frattempo si sono affacciati sul
mercato dei piccoli costruttori, degli artigiani che continuano ad operare sul mercato dando evidentemente
un grosso fastidio ai grossi
marchi blasonati. Questi
piccoli costruttori hanno
anche un altro piccolo difetto: poichè costruiscono gli
apparecchi uno per volta, in
generale non risultano essere inserzionisti interessanti
per la carta stampata giacchè, essendo piccole realtà,
non sono in grado di spendere molto per la pubblicità, della quale peraltro non
hanno gran bisogno perché
è loro sufficiente il “passa
parola”.
Sta di fatto che in circolazione ci sono dei poco di buono che pur di ammazzare la
concorrenza sparano a zero
sui costruttori artigianali
definendoli autocostruttori,
mentre loro potrebbero essere definiti invidiosi, paurosi, ecc. ecc.
Ragionando così cosa si dovrebbe dire del marchio
giapponese Audio Teckne?!
Più artigiano di così si muore... Negli anni ’90 ebbi dei
contatti con questa ditta e
conservo ancora il catalogo
che mi inviarono: si tratta di
un fascicolo scritto a mano
e con le foto incollate sulle
3
pagine! Ma chi è Audio Teckne, un autocostruttore?
Insomma denigrare e disprezzare per vendere il proprio prodotto è indegno e
incivile, perseguibile anche
dal punto di vista giuridico.
Chi definirebbe mai uno stilista o un sarto famoso come
autocostruttori? Che dire
poi di famosi ristoranti,
come l’Enoteca Pinchiorri
di Firenze, che sono il massimo dell’artigianalità? Forse che i loro chef sono semplicemente gente che si fa da
mangiare da sola?
Qualcuno potrebbbe obiettare che se si compra un
marchio famoso e presente
da molto tempo sul mercato c’è una certa garanzia di
assistenza, un certo know
how alle spalle, una certa ricerca, ecc. ecc. Vero, ma
sappiamo benissimo che ci
sono stati molti marchi che
dopo pochi anni sono spariti dalla circolazione e si
trattava di oggetti estremamenti costosi (vedasi gli svariati fallimenti di pochi anni
or sono).
Oltretutto chi spara sui piccoli produttori dovrebbe viceversa ringraziarli, baciare
i piedi (puliti) di chi per
molti anni si è dedicato a
divulgare certe tecnologie
audio che hanno di fatto
movimentato il mercato. Invece di sparare cazzate, dovrebbero investire sulla cultura dell’alta fedeltà: e ricordarsi che chi cerca sempre
di distruggere, finisce solo
per annientare se stesso.
È il mercato che seleziona?
Forse ci sono appassionati
che acquistano delle schifezze che non suonano oppure
sono fatte male? Allora che
intenditori sono, visto che i
prodotti artigianali di sovente costano non poco.
Forse qualcuno penserà che
io voglia difendere i nostri
amplificatori Audion e Demidoff: certo, ma non solo
visto che non abbiamo biso-
gno di farlo. Infatti è sufficiente vedere il nostro catalogo di libri e riviste pubblicati per rendersi conto che
se qualcuno è profondamente ignorante questi di certo
non siamo noi, magari sono
proprio quelli che ostenta-
no tanta boria...
Ovviamente chi sa, sa di non
sapere e l’ignoranza si allarga sempre più allorquando
si approfondiscono le nostre
conoscenze.
Tornando a Firenze Alta
Fedeltà siamo contenti e fe-
lici di organizzare nuovamente questa manifestazione, vero e proprio incontro
di appassionati puri, senza la
puzza al naso. E soprattutto
siamo contenti di aver creato nel 2007 l’A.I.A.F. che attende solo l’iscrizione di soci
4
seri, motivati e preparati.
Grazie a tutti coloro che ci
vogliono bene e che ci seguono con affetto.
Di seguito godetevi il reportage di Stereus 1991.
Luciano Macrì
5
6
7
Novità LP 180 grammi di
Paolo Fresu e Furio di Castri
Jazz Vinile 180 grammi di qualità per veri intenditori.
Tiratura limitata per collezionisti e non solo.
Il prezzo di lancio è di Euro 19,00
Maggiori info su:
http://www.audion.net/audionline/audion28b.pdf
La copertina del disco è stata curata dal famoso fotografo internazionale Fabio Paleari, lo
stesso che ha curato la campagna pubblicitaria della Fiat 500.
8
Kit telecomando/pre passivo
Audion modello TEL2
La Demidoff ha
pensato di progettare e rendere disponibile al pubblico un
telecomando a raggi
infrarossi che abbini
un’alta la qualità ad
un buonissimo rapporto prestazione
prezzo.
Il telecomando offre
le seguenti possibilità di controllo:
1) Controllo di volume mediante potenziometro motorizzato.
2) Controllo muting
mediante un relè
esterno.
3) Commutazione di
tre canali di ingresso stereo mediante
relè esterni pilotati
da transistori di comando (scheda non
inclusa).
La tensione di alimentazione è di 12 o
5 volt e potrà essere
prelevata direttamente dal preampli-
ficatore o dall’amplificatore utilizzato.
Il trasmettitore utilizza la logica Philips. Il ricevitore utilizza un microprocessore PIC della
Microchip Tecnology programmato appositamente. Le dimensioni della scheda del ricevitore (45
x 70 mm) sono estremamente ridotte
onde permettere
l’inserimento in ogni
apparecchiatura, anche la più compatta.
Il led ricevente dovrà essere collocato
sul pannello del preamplificatore in direzione dell’ascoltatore.
Il potenziometro
R1 regola la velocità di rotazione del
potenziometro mo-
9
torizzato.
Il telecomando utilizzato è di alta qualità e di tipo ergonomico. Non necessariamente il trasmettitore fornito
sarà della marca in
fotografia.
Il set comprende: la
basetta del ricevitore, il telecomando
ed il potenziometro
di volume Alps mo-
torizzato.
Questo kit può essere utilizzato per
munire di comando
di volume tutti i
preamplificatori e
gli amplificatori integrati hi fi, oppure
può essere utilmente impiegato per costruire un pre passivo a tre ingressi
con telecomando.
A richiesta forniamo
tutto il materiale per
la costruzione del pre
passivo. Il prezzo varierà a seconda dei
componenti utilizzati.
Prezzo del kit montato: ricevitore, poten-
ziometro motorizzato
Alps e trasmettitore
(batterie incluse)
Euro 120. Disponibile anche in kit da
montare.
a cura
della redazione
Diffusore Demidoff serie PEZZO UNICO
Modello IMPRUNETA ONE
Questa serie di diffusori alta fedeltà è
stata concepita dalla Demidoff per
una ristretta cerchia
di clienti che ricerchino in un diffusore alta fedeltà, sia la
qualità che il design.
Il diffusore Demidoff modello “Impruneta One” nasce in collaborazione con uno dei più
antichi marchi di
produzione della
terracotta dell’Impruneta, mitico
paese a pochi Km.
da Greve in Chianti.
Il diffusore è costruito interamente
a mano seguendo
una tradizione vecchia di secoli. I driver utilizzati sono
gli oramai collaudati Audion modello
LB1 . Il diffusore si
presta ad essere utilizzato in ambienti
altamente raffinati
ed abbinato a amplificatori Audion o
Demidoff.
Il peso di ogni singola cassa è di 10
Kg. Le dimensioni
sono: 20 cm larghezza e 34 di lunghezza. I diffusori
possono essere costruiti anche tipo
Della Robbia secondo l’antica tradizione del Rinascimento fiorentino.
Questi diffusori
rappresentano un
prodotto esclusivo
che dona alla casa
dell’appassionato
un tocco di luce,
prestigio e raffinatezza.
I diffusori vengono
costruiti su richiesta.
a cura
della redazione
Amplificatori Demidoff serie PEZZO UNICO
Modello CRISTAL ONE
Questa serie di amplificatori alta fedeltà sono stati concepiti dalla Demidoff
per una ristretta cerchia di clienti che ricercano in un amplificatore alta fedeltà
sia la qualità che il
design.
L’amplificatore Demidoff modello
“Cristal one” nasce
in collaborazione
con la RCR di Colle
Val d’Elsa, la città
del Cristallo a pochi
Km da Siena nel
Chianti senese appunto.
L’amplificatore è
collocato sopra un
basamento amagnetico in alluminio pieno( 25 cm di diametro e 3 cm di altezza). Nel basamento
di alluminio trovano
collocazione sia il
condensatore elettrolitico di filtro che
i due trasformatori
di uscita (situati in
un alloggiamento ricavato mediante tornitura). Sullo stesso
piano è collocato il
circuito stampato
del tipo in vetronite
professionale.
I trasformatori di alimentazione e di uscita sono collocati sul
piano di alluminio.
La presa di alimentazione filtrata si tro10
va nel piano di alluminio in un alloggio
ricavato mediante
tornitura. L’intero
amplificatore è avvolto in una campana di cristallo realizzato dalla RCR. Si
tratta di una campana di un cristallo
puro con oltre il
24% di PbO realizzata interamente a
mano seguendo la
secolare tradizione
del cristallo e la più
alta tecnologia nonché la capacità degli
artigiani di modellare il cristallo. La
chiusura della campana è assicurata da
una chiusura realizzata sempre a mano
mediante tornitura
di una barra in otto-
ne pieno.
I trasformatori di
uscita sono progettati e costruiti da Audion, che ha accumulato una notevole esperienza nel settore. I tubi impiegati sono del tipo
PCL86. La potenza
di uscita ammonta a
circa 10 watt per canale. L’amplificatore
si sposa a meraviglia
con i diffusori larga
banda Audion modello Vulcano.
Questo amplificatore
rappresenta un prodotto esclusivo che
dona alla casa dell’appassionato un tocco
di luce, prestigio e raffinatezza.
L’amplificatore viene
costruito su richiesta.
Amplificatore HI-FI da 5 watt
Il presente articolo è tratto integralmente dalla rivista
Sperimentare dell’anno 1960. La tecnica relativa ai semiconduttori
era ancora agli inizi, ma gli sperimentatori si davano da fare.
Nicola Neri
11
12
13
14
Un amplificatore senza condensatori di accoppiamento
Il principio di Loftin e White applicato ad un push-pull di 45.
R. Brault
Il seguente articolo è tratto dalla rivista “Toute La Radio”, numero 224 del Marzo-Aprile 1958. L’autore R. Brault
era un nome molto conosciuto dell’alta fedeltà francese di quel tempo.
traduzione Lor
enzo Neri
Lorenzo
Introduzione
L’amplificatore non utilizza nessun tipo di condensatore di accoppiamento; questo non significa altro che entrano
in ballo le sole capacità fra gli elettrodi dei tubi e le capacità parassite del cablaggio.
Saranno fornite due versioni: una con lo stadio finale a carico anodico da utilizzare come sonorizzazione ed una
con lo stadio finale a carico catodico per l’ascolto d’appartamento.
Esame dello schema
L’amplificatore prevede tre stadi: due amplificatori di tensione con tubi 6SN7 ed uno stadio di potenza con un
push-pull parallelo di triodi a riscaldamento di tipo 45.
Il primo stadio è uno sfasatore di Schmitt fortemente equilibrato; al fine di mettere il catodo del tubo T1 a massa,
si è impiegata una resistenza comune di catodo di debole valore, senza la quale la polarizzazione non sarebbe stata
corretta.
Con il basso valore di resistenza utilizzato, la tensione di uscita di T2 (VS2) è di circa il 16% di quella di T1 (VS1).
VS2 = RK (1 +µ) = 1000 (1 + 14)
VS1 RK (1 +µ) + Q + Rp 1000 (1 + 14) + 30.000 + 50.000
0,16; µ = 14 e Q = 30.000 ohm sono i valori del coefficiente di amplificazione e della resistenza interna per una
corrente di 1 mA ( corrente reale del tubo).
Un potenziometro da 500 Ù unisce i catodi e la posizione corretta del cursore è quella che assicura l’uguaglianza
delle tensioni continue delle placche di T1 e T2 e delle griglie di T3 e T4, qui riunite.
La resistenza di 250 ohm circa inserita tra ciascun catodo ha un effetto trascurabile, perché la pendenza dei tubi è
bassa: 0,5 mA/V circa nelle condizioni di impiego (Ip = 1 mA) e la controreazione che ne risulta è insignificante.
Il secondo stadio funziona come sfasatore di Schmitt per l’84% della tensione di uscita di T1 e come amplificatore
push-pull per il 16% di tensione di uscita di T1 e T2. Ciò va a contribuire a ridurre lo squilibrio al 20% del suo
valore:
VS4 = 30.000 (1 + 15) = 0,80
VS3 30.000 (1 + 15) + 20.000 + 100.000
All’uscita di T3 e T4, gli squilibri saranno ridotti a circa il 16%.
Lo stadio finale costituito da un push-pull parallelo di tubi 45 viene pilotato direttamente dal secondo stadio, senza
condensatori di accoppiamento. Le sue griglie si trovano ad un potenziale continuo di 150 V circa, i filamenti sono
posti ad una tensione più positiva (210 V circa) per una resistenza dell’ordine di 3 Kohm. Se si trascura il punto di
ingresso +HT e massa, di cui questa resistenza fa parte, e gli assorbimenti degli altri tubi e della parte superiore del
ponte, si può dire che lo stadio finale funziona anche come sfasatore di Schmitt e contribuisce a ridurre lo squilibrio residuo del 70%.
I tubi 45 sono triodi datati anni 30; vi ricordiamo le caratteristiche: Vf = 2,5 V; If = 1,5 A; P = 1,6 Kohm; µ= 3,5; S
= 2,1 mA/V. Per Vp = 275 V e Vg = -56 V; con Ip = 36 mA e P = 2 W su un carico di 4,6 Kohm.
Nelle condizioni di impiego Vpf = 540 - 210 = 330 V; Ip = 25 mA per tubo circa, sia 100 mA per i quattro tubi.
L’instabilità di questo genere di amplificatori è ben conosciuta. Ora, questo che noi stiamo descrivendo non soffre
in alcun modo di questi difetti. La sua stabilità è tale che si può addirittura togliere uno dei due tubi 45 in ognuno
dei due rami del push-pull, sostituire le 6SN7 con delle 6SL7 (tubi ad elevato coefficiente di amplificazione) senza
che l’amplificatore ne risenta molto.
Il tipo di alimentazione impiegata interviene certamente molto per la sua stabilità, poiché c’è opposizione di fase
fra la corrente del primo stadio, da una parte, e quella del secondo e la corrente catodica dello stadio finale, d’altra
parte.
Sostituito il trasformatore di uscita con delle resistenze, questo amplificatore diventerebbe un eccellente amplificatore in corrente continua o di frequenze basse per un oscilloscopio.
15
Variante a carico catodico
L’amplificatore utilizzato in origine per la sonorizzazione, fu impiegato in seguito per degli scopi più sedentari,
poiché la potenza non era un fattore importante, fu trasformato in uno stadio finale a carico catodico. Le placche
delle 45 furono poste direttamente sul positivo dell’alta tensione ed il trasformatore di uscita inserito tra i filamenti
dei tubi.
La potenza, così facendo, diminuisce, ma resta più che sufficiente per un ascolto in appartamento e la qualità
migliora in maniera così apprezzabile al punto che non occorre nessuna rete di controreazione globale, così che
l’amplificatore si può meritare la qualifica di alta fedeltà.
È evidente che non è obbligatorio l’impiego di tubi 45; delle prove con tubi tipo 6L6 a triodo hanno dato ottimi
risultati. Si potranno utilizzare anche delle EL84 a triodi oppure anche EL34, sempre a triodo. Sarà sufficiente
cambiare la presa di alimentazione del secondo stadio per assicurare a questi tubi una polarizzazione conveniente
(10 V circa per delle EL84; 25 V per delle EL34).
La messa a punto di un tale amplificatore non è per niente delicata, poiché si produce una specie di auto-regolazione
delle polarizzazioni grazie ai valori elevati delle resistenze di catodo.
Un occhio magico EM34 è connesso come da schema e permette di visualizzare l’accensione dell’amplificatore, di
valutare a seconda dell’intensità della luminosità verde del tubo il valore dell’alta tensione, ecc.
n.d.r. Non provate a cercare le valvole EM34, che hanno ormai prezzi da capogiro. Per altri occhi magici alternativi
contattare le redazione.
Precisazioni
Quando si regola il potenziometro da 500 ohm posto tra i due catodi delle valvole T1 e T2, si constata una zona di
regolazione dove la modulazione è deformata ed un’altra dove si produce un forte ronzio; tra queste due si trova la
corretta regolazione.
Il trasformatore di uscita è realizzato su un nucleo di lamierini (1,6 W/Kg.) di 9 cm2 di sezione senza traferro.
L’avvolgimento è simmetrico e frazionato (fig. 3). Ogni semi primario ha 1800 spire ed è inserito per due secondari
di 115 spire ciascuno. La due bobine primarie sono in serie, le quattro secondarie in parallelo.
I condensatori di filtro sono dei 4µF Ducati carta ed olio, che sono posti in parallelo (2 in ingresso del pi-greco)
e 6 in uscita. Si può variare la tensione in uscita cambiando il valore di capacità d’ingresso del filtro. Ovviamente, si potranno impiegare condensatori elettrolitici.
Fig 1 - Amplificatore ad accoppiamento diretto, versione a
carico anodico. La resistenza variabile da 2,5 Kohm ha un valore dell’ordine di 1 Kohm e potrà essere sostituita da una
resistenza fissa. Il principio può essere applicato ad un amplificatore di corrente continua od un amplificatore di
oscilloscopio. Le tensioni sono state misurate con uno strumento da 10 Kohm/V.
Fig. 3 - Dettagli di realizzazione del trasformatore di uscita.
Fig. 2 - Stadio finale a carico catodico. La modifica è molto facile; è sufficiente spostare il trasformatore di uscita anodica tra i due filamenti
e di porre le placche direttamente all’alta tensione.
16
Triodi a riscaldamento diretto:
il primo SINGLE ENDED 211 è fiorentino
Luciano Macrì
Negli anni ’90 stavo
rivivendo una seconda gioventù valvolare. La prima risaliva al ’68, periodo nel quale, studente all’Istituto
Tecnico Industriale
Leonardo da Vinci
di Firenze, invece di
andare a protestare
nelle piazze e prendere robuste manganellate , passavo il
mio tempo a costruire apparecchiature rigorosamente
a valvole, trasmettitori, amplificatori
valvolari ecc. In effetti aver dedicato il
mio tempo non alle
proteste, ma allo
studio, si è rivelato
eticamente una
buona scelta visto
che poi i peggiori
contestatori sono
adesso in prima linea attaccati alle
poltrone del potere
e non accettano assolutamente critiche.
Torniamo agli anni
90 e alla mia scoperta delle riviste francesi dell’Audiophile, dei libri e delle
circuitazioni giapponesi. Uno degli
aspetti più interessanti della filosofia
giapponese era il
forte interesse degli
appassionati giapponesi per le circuitazioni single ended
(tubo singolo) in
classe A e a triodo.
In realtà in Italia tale
circuitazione non si
era praticamente
mai utilizzata. Sappiamo che una circuitazione di tale
tipo porta ad un
rendimento elettrico molto molto basso e a costi di realizzazione molto alti.
A cavallo far il 1989
ed il 1997 circa collaborai, per pura
passione, con il titolare del marchio
Hampton di Firenze ricevendone molti stimoli e contribuendo con idee in-
novative (per l’Italia
ovviamente) allo sviluppo di nuovi progetti.
Una circuitazione
che mi intrigava
molto era quella costituita dal monovalvola in classe A
con il tubo 211 marcato anche VT4C
(sigla militare americana). A differenze di altri triodi, la
potenza di uscita
che questa valvola
poteva offrire era di
circa 20 watt in classe A che ritenevo, a
ragione, potessero
Fig. 1
Fig. 2
17
essere sufficienti per
pilotare la maggior
parte dei diffusori
commerciali. Attorno al titolare della
Hampton ruotavano altri tecnici appassionati di audio.
Questo gruppo prese la decisione di allestire un prototipo
che fu poi messo a
punto.
Oggi come oggi anche un bambino conosce le circuitazioni SINGLE ENDED 211, ma nel
1991 non si conosceva un bel niente,
si era fermi al classico push pull di
EL34. Molti erano i
problemi che si presentavano a coloro
che avessero avuto
in mente di costruire un tale amplificatore. Uno era costituito dal fatto che
occorreva una tensione di alimentazione di 1.200 volt,
d.d.p. che può essere letale a un tecnico disattento. Un altro problema risiedeva nel reperimento del trasformatore
di uscita che risultava introvabile, ne fu
costruito uno risolvendo tutti problemi (tensioni elevate,
traferro, ecc). Poiché il prototipo si
rilevò interessante si
decise di costruirne
alcuni esemplari
equipaggiati di una
meccanica di tutto
rispetto. Da questi
studi ne uscì fuori
un amplificatore
che rappresentava
una assoluta novità
per l’Italia: l’amplificatore Hampton
modello “True”. Si
trattava di due amplificatori monofonici che furono segnalati dalla rivista
Audio Review nel
mese di Giugno dell’anno 1992.
Nel mese di Settembre dello stesso
anno uscì una recensione dei mono-
fonici “True” a cura
della rivista Stereo
che era a quel tempo diretta da Paolo
Corgiulo (il futuro
ed attuale direttore
di Suono ) e affiancato da Egidio Mancianti. L’avvenimento costituiva per il
mondo dell’alta fedeltà italiana una
vera e propria novità.
Possiamo senza ombra di smentita affermare che il primo
amplificatore Single
Ended 211 costruito e commercializzato in Italia sia stato questo True. Ricordo ancora la
giornata passata nella redazione di Stereo assieme a Paolo
Corgiulo ed Egidio
Mancianti. Si trattò
di una vera e propria soddisfazione
morale che il marchio Hampton si era
preso nei confronti
di tanti denigratori
con in fila, al solito,
alcuni grossi importatori a cui il piccolo marchio evidentemente dava noia
(niente di nuovo
sotto il sole mi
pare). Infatti pochi
anni prima la
Hampton aveva iniziato la produzione
di un finale push
pull di EL34 in classe AB chiamato
PA245 la cui circuitazione era quanto
di più classico si potesse attuare, dove i
trasformatori di
uscita erano costruiti rigorosamente a
Fig. 3
Fig. 4
mano seguendo un
progetto di massima
della Philips successivamente affinato.
Al finale seguì un
pre denominato
HD7; ambedue furono recensiti su
Audio Review da un
giornalista che all’epoca era piuttosto
conosciuto per la
sua serietà. La recensione fu lusinghiera e gli apparecchi iniziarono a girare sia a Firenze che
in tutta Italia. Questi apparecchi andavano bene tanto che
rappresentavano
una spina nel fianco
per importatori e
negozianti italiani
che erano orientati a
vendere apparati
valvolari made in
USA. Un operatore
milanese molto conosciuto che ebbe
in prova un pre e finale Hampton se ne
uscì con una frase
del tipo: suona strano suona molto diverso dal valvolare
americano in auge
in quel momento
(anni 80). E siccome
era interessato a
vendere made in
USA iniziò un vero
e proprio ostracismo verso gli ampli
Hampton e soprattutto verso il PA245,
che qualcuno ribattezzò in termini dispregiativi “Il cromino”. Niente di
nuovo sotto il sole,
visto che ancora
oggi la mentalità degli operatori dell’alta fedeltà non è
cambiata: sparare
18
alle gambe, ammazzare i concorrenti,
fare terra bruciata
attorno ad un marchio concorrente o
nei confronti di altri
addetti al settore.
Questo spiega la totale imbecillità di
una parte del genere umano che dimostra di avere meno
cervello di un rettile (lucertola, senza
offesa per quest’ultima).
Purtroppo il marchio Hampton era
artigianale e l’Italia
non è l’USA dove le
banche quando si
rendono conto che
una attività è interessante, la finanziano. Il marchio
Hampton avrebbe
avuto bisogno di un
investimento cospi-
cuo perché la qualità era alta e al suo
confronto il marchio americano più
famoso negli anni
’80 scompariva.
Peccato...in Italia le
attività iniziate in
garage spesso e volentieri finiscono
nello stesso garage.
Torniamo alla 211.
Assieme al proprietario della Hampton
Paolo Zeloni al progetto avevano collaborato il sottoscritto Luciano Macrì,
Riccardo Gardini,
Pierangelo Tosarello e Corrado Petri.
Nel volume “quale
hi fi a valvole” ( autori Luciano Macrì e
Riccardo Gardini edizioni Demidoff )
è riportata una descrizione tecnica del
mitico True, prima
versione, dunque
per un maggior approfondimento rimandiamo il lettore
a tale volume.
Nella foto di figura
3 possiamo ammirare un finale Hampton True originale
che fa parte della
collezione del sottoscritto costituendo il
primo amplificatore
SINGLE ENDED
211 commerciale
prodotto in Italia.
Tutti gli altri sono
venuti dopo! È un
dato di fatto. Ora
sono tutti bravi.
Abbiamo parlato
dei 211 Hampton
costruiti in un numero veramente esiguo di esemplari,
ciò era dovuto al fat-
to che la sperimentazione si è rivolta
successivamente ad
ampli SINGLE
ENDED utilizzanti
triodi molto più gestibili a livello di
tensioni di alimentazione (2A3, 300B).
Chi scrive ha in seguito, in maniera indipendente dalla
Hampton, continuato a sperimentare nuove circuitazioni ed attualmente è
disponibile una
nuova versione di
questa tipologia circuitale utilizzante la
211 e che risulta
avere delle prestazioni molto performanti; ciò è stato
possibile utilizzando tutte le conoscenze che mano a
mano si sono aggiunte nel tempo,
utilizzando
il
“Know how” che
via via si è accumulato sui trasformatori di uscita, che infatti sono di produzione Audion by
Demidoff.
L’amplificatore 211
Demidoff è collocato sopra il diffusore
Tahiti che rappresenta uno degli interfacciamenti ideali.
La conclusione? Se
in Italia è esistito un
Rinascimento dell’alta fedeltà valvolare forse la gran parte della spinta proviene dalla città di
Firenze, o no? Sempre da Firenze negli
anni ’90 sono partiti per destinazione
Hong Kong ben 100
volumi “Manuale hi
fi a valvole. Schemari”. Dopo pochissimo tempo ecco
spuntare come funghi amplificatori
valvolari made in
China. Sarà un caso.
E sarà un caso se
dopo poco tempo
dal Top Audio o
analoghe mostre a
Roma in cui venivano venduti libri
Schemari hi fi a valvole compariva sul
mercato o un nuovo
costruttore o un
nuovo marchio di
alta fedeltà valvolare, alcuni dei quali
adesso tengono il
mercato, magari
solo quello estero
asiatico?
Insomma non abbiamo bisogno di
contrasti, cattiverie, guerre, investimenti solo sul
rendimento di
borse falsate, ma
di lavoro, di eti-
Fig. 5
19
ca. Occorre fare,
non disfare..., ma
per fare occorre
la spinta di tutti
gli operatori, non
la guerra di tutti
contro tutti. Occorre appoggiare
sempre le iniziative, sopratutto
quelle culturali
che previlegiano
l’alta fedeltà in
tutti i suoi aspetti.
Made in Italy, ma
non made in Italy
assemblato in China, Singapore,
Cambogia, Vietnam, oppure dai
cinesi fiorentini o
di Prato, ma da
veri e propri artigiani fiorentini. Se
la Svizzera riesce a
produrre orologi
ed altri prodotti
artigianali, non
vedo perché non si
possa riuscire a
farlo anche noi.
W l’Italia ed il
made in Italy.
Di seguito la recensione originale di “Stereo” dell’amplificatore Hampton modello True.
20
21
22
23
24
Audio Teckne made in Japan o fatto in casa?
Luciano Macrì
Come già detto altre
volte nel ’68 frequentavo il 3° anno di Telecomunicazioni del
“glorioso” Istituto
Tecnico e Istituto
professionale Leonardo da Vinci di Firenze. Per molti anni
sono stato molto attivo come autocostruttore di apparecchiature ricetrasmittenti per radioamatori e piccoli impianti
alta fedeltà. Il Giappone si stava affacciando da poco sul
settore delle apparecchiature destinate
al mercato dei radioamatori (Yaesu,
Icom) e dell’alta fedeltà (Pioneer, Samsui, ecc.).Alla fine
degli anni ’80, in concomitanza sia della
saturazione del mercato consumer sia
per l’esigenza di molti appassionati evoluti, in Giappone sono
comparsi numerosissimi artigiani che
hanno iniziato a proporre le proprie apparecchiature ad alta
fedeltà. Ricordiamo
che in Giappone è
sempre stata in auge
l’autocostruzione
delle proprie apparecchiature ad alta
fedeltà e che una rivista come MJ ha
sempre dedicato
molto spazio alla descrizione teorica e
pratica delle realizzazioni diventate poi
un punto di riferimento nel mondo. In
Europa molte circuitazioni ed idee dell’alta fedeltà giapponese si sono diffuse
grazie alla intensa di-
vulgativa del famoso
Jean Hiraga direttore per molti anni della rivista Audiophile
edita dalle edition
Frequence di Paris
assieme alla Revue
du Son. Purtroppo
da molti anni questo
editore è fallito e solo
la rivista La Revue du
Son è sopravvissuta,
acquistata dalle edizioni Emap con il
nome di “La nouvelle Revue du Son e du
Cinema”, ed in seguito passata di
mano in mano fino
alla attuale Mondadori France, cessando a nostro avviso, di
essere legata al mondo dell’audio che
oramai da anni è allo
stremo. Jean Hiraga
è stato il direttore di
questa rivista a partire dalla fine delle edizioni Frequence fino
alla attuale conduzione Mondadori
nella quale è rimasto
come consulente.
Come dicevamo,
Jean Hiraga ha portato in Francia per
primo, molti anni or
sono, le circuitazioni
audio giapponesi che
piano piano sono entrate a far parte anche della cultura hi fi
europea.
Negli anni ’90, il sottoscritto seguiva sia
sia l’esperienze di
Jean Hiraga sia il
mondo giapponese
dell’alta fedeltà e fra
i vari marchi il marchio Audio Teckne: il
titolare di questo
marchio mi aveva inviato il suo catalogo,
che ritengo interessante pubblicare su
Audion in quanto testimonianza storica.
Alcune riflessioni su
questo marchio e
non solo. Anche in
Giappone a metà degli anni ’90 l’economia è crollata ed è
diventato molto più
difficile lavorare nel
settore dell’alta fedeltà; questa situazione ha spinto alcuni piccoli costruttori
giapponesi a cercare
mercati esteri; si tratta né più e né meno
di quanto accaduto
ai piccoli produttori
italiani che si sono
spinti a cercare sbocchi nei mercati esteri, spesso vendendo
poco o niente in Ita-
lia. Così pare sia la
stessa cosa per alcuni marchi giapponesi: ad esempio Audio
Tecnke è stato spinto con un forte investimento pubblicitario da parte di un importatore italiano
che ha determinato,
in pratica, il mercato
d’elezione di questo
marchio, ovvero
l’Italia. Si arriva alla
buffa situazione di
appassionati italiani
che si mostrano riluttanti ad acquistare
prodotti artigianali
italiani, ma favorevoli ad acquistare prodotti esteri. Il tutto si
può certo riassumere
con la celebre frase
La sede dell’Audio Teckne in Giappone
25
“l’erba del vicino è
sempre la più verde”.
Ricordiamo inoltre
la scorretta politica
di molti operatori
del settore dell’audio italiano che sparano a zero sui piccoli costruttori artigianali sconsigliando
vivamente ai clienti
l’acquisto del prodotto artigianale
made in Italy adducendo motivazioni
puerili e certamente
legate alla loro cattiva situazione finanziara. Molti prodotti blasonati sono
scomparsi, defunti o
in bancarotta, e anche la presunta superiorità nella progettazione delle
aziende commerciali andrebbe un po’
sfatata, altrimenti ci
dovrebbero spiegare
perché la maggior
parte degli amplificatori valvolari blasonati utilizzino i
tubi elettronici il cui
costo di acquisto è il
più basso possibile.
Sono forse queste le
valvole meglio suonanti che sia possibile reperire sul mercato attualmente?
Secondo il modo di
pensare di questi
venditori un marchio come Audio
Teckne sarebbe solo
da
considerare
come la semplice
realizzazione di un
autocostruttore?
Non è che forse si
tratta di apparecchiature veramente ben
suonanti? Riflettete
gente, riflettete, e non
fatevi prendere per il
“cuculo”.
26
27
28
29
30
Come polarizzare una valvola elettronica
31
32
33
Recensione del libro “FIVRE”
Recensione del libro “Dati tecnici delle valvole riceventi Fivre” a cura della redazione di
Audion. Si tratta della ristampa anastatica di un volume della Fivre anni 40. Il volume
originale fa parte della collezione di Luciano Macrì.
Editore Edizioni Demidoff - codice ISBN 978-88-88334-36-3.
Il prezzo è di Euro 90,00. Il volume consta di 294 pagine ed il formato e 29x21. Tiratura limitata.
Prefazione
Il libro contiene i data sheet completi dei seguenti tubi
Fivre tipo 6V6G
Fivre tipo 6K7GT
Sollecitato da molti ne di anni di ritardo, Fivre tipo 1A7GT
Fivre
tipo
1H5GT
Fivre tipo 6V6GT
Fivre
tipo
6K8G
amici appassionati ma nel frattempo
Fivre
tipo
1N5GT
Fivre tipo 6J7G
Fivre
tipo
6L6G
di radio d’epoca ed l’ITI Leonardo da
Fivre tipo 1Q5GT
Fivre tipo 6J7GT
Fivre tipo 6L7G
alta fedeltà valvola- Vinci non c’è più. Fivre tipo 2A3
Fivre tipo 6X5GT
Fivre tipo 6L7GT
re mi sono deciso a Grazie! E scusate Fivre tipo 2A5
Fivre tipo 12A8GT
Fivre tipo 6N7G
rendere pubblico l’inciso.
Fivre tipo 2A6
Fivre tipo 12K7GT
Fivre tipo 6P7G
Fivre tipo 12Q7GT
Fivre tipo 6Q7G
un libro originale Anche lo stabili- Fivre tipo 2A7
Fivre tipo 6AS7G/d Fivre tipo 12J7GT
edito dalla famosa mento Fivre di Fi- Fivre 5X4G
Fivre tipo 25A6G
Fivre tipo 6TP
Fivre.
renze non esiste più, Fivre 5Y3G
Fivre tipo 5Y3GR
Fivre tipo 25L6G
Fivre tipo 6U7G
Il volume in ogget- da diversi anni, ma
Fivre tipo 5V4G
to fa parte, da circa durante la sua di- Fivre tipo 5Z3
dieci anni, della mia smissione è stato Fivre tipo 6AW4
collezione privata possibile accedervi, Fivre tipo 6AY8G
(una libreria ben nell’anno 1996, e in Fivre tipo 6A6
fornita di volumi di q u e l l ’ o c c a s i o n e Fivre tipo 6A7
radiotecnica, che sono stati ritrovati Fivre tipo 6A8G
Fivre tipo 6A8GT
spaziano dagli anni residui di fabbrica- Fivre 6B8G
1910 ai giorni no- zione, data sheets Fivre 6B8GT
stri).
originali, ed altro Fivre 6BN8G
Uno degli stabili- materiale molto Fivre 6C5G
menti che produce- molto interessante. Fivre tipo 6C6
vano le valvole Fivre Il Know How in Fivre tipo 6D6
era a Firenze, in Via possesso della Fivre Fivre tipo 6E5
Fivre tipo 6F6
Panciatichi, a circa 1 era molto elevato, Fivre tipo 6F7
Km. dall’Istituto tanto è vero che i Fivre tipo 6P6G
Tecnico Leonardo tubi N.O.S. (new Fivre tipo 6G5
da Vinci, scuola pur- old stock) Fivre Fivre tipo 6H6G
troppo chiusa dal sono molto apprez- Fivre tipo 6K6G
Fivre tipo 6K7G
Comune di Firenze zati ancora oggi.
Fivre tipo 25Z5
nel Giugno del 2007 Sappiamo che i libri
Fivre tipo 25Z6
e che io sto frequen- rappresentano “i
Fivre tipo 36L6GT
tando da più di 30 granai culturali”, la
Fivre tipo 36Z4GT
anni. Il connubio fra memoria storica deFicre tipo 37
l’Industria Fivre e gli uomini, ed è con
Fivre tipo 42
questo glorioso Isti- questo spirito che il
Fivre tipo 43
tuto è sempre stato volume è stato ediFivre tipo 53
molto proficuo e in to; naturalmente è
Fivre tipo 57
Fivre tipo 58
quegli anni rappre- in copia anastatatica
Fivre tipo 75
sentava una vera e e a tiratura estremaFivre tipo 77
propria simbiosi fra mente limitata, “legFivre tipo 79
scuola e industria. gi” per pochissimi
Fivre tipo 80
Questo concetto le eletti, ovvero solo
Fivre tipo 83V
istituzioni scolasti- per chi lo saprà apFivre tipo 85
che statali l’hanno prezzare.
Fivre tipo 807
applicato con dieci- Luciano Macrì
Fivre tipo 955
34
Recensione della monografia speciale
Audion n. 26
“La progettazione dei circuiti alta fedeltà a transistor”
Autori: Stefano Bevacqua e Luciano Macrì.
Prezzo Euro 49,00 - A cura della redazione di Audion.
Si tratta dell’unico volume in lingua italiana sull’argomento. La trattazione è semplice , ma rigorosa, e l’ausilio di molte illustrazioni e figure è di notevole aiuto.
La monografia consta di 114 pagine, 71 figure.
Introduzione
Parte prima. - I transistor nei circuiti audio.
Capitolo 1. Il transistor. Transistori di tipo NPN e PNP al germanio e al silicio. Comportamento elettrico; caratteristiche di un tipico transistore, confronto delle caratteristiche di un semiconduttore con quelle di un triodo. La retta di carico. I parametri caratteristici di un transistore. Il transistore ad effetto di campo fet , Jfet,
loro modalità di funzionamento. Il transistore ad effetto di campo
mosfet.
Capitolo 2. I circuiti elementari. Le tre configurazioni tipiche del
transistore: emettitore comune, base comune, collettore comune.
Descrizione del funzionamento ad emettitore comune; pregi e
difetti di questa configurazione. Il circuito cascole; descrizione del
funzionamento. Utilizzazione del generatore di corrente. La circuitazione darlington.
Capitolo 3. L’amplificatore differenziale; descrizione del suo funzionamento, pregi e difetti di questo circuito. Utilizzazione del
generatore di corrente.
Capitolo 4. Lo stadio finale. Utilizzazione di dispositivi in parallelo. Problematiche legate al carico non puramente resistivo. La
distorsione di incrocio. La problematiche dello stadio finale legate alla temperatura. Le classi di lavoro: a, AB, B
Capitolo 5. La controreazione. La necessità di introdurre la controreazione negli amplificatori a semiconduttori. Il problema della stabilità nelle circuitazioni a semiconduttori.
Capitolo 6. I circuiti a FET. Cenni storici. Le tre configurazioni
tipiche: source comune, drain comune, gate comune. I circuiti
cascole a feto Il circuito differenziale, il differenziale a fet con cascole ibrido. I dispositivi di potenza a fet: i Vfet. Il circuito monomosfet a trasformatore di uscita “Nemesis” di Hiraga utilizzante
un solo 2SK135. Il circuito push pull a mosfet “Quadrige” di
Hiraga con trasformatore di uscita utilizzante due mosfet finali
2SK135 e due fet di ingresso 2SK30AGR.
Capitolo 7. I circuiti di alimentazione. Il caso degli alimentatori
dei finali in classe A. Differenze ed analogie con gli alimentatori
degli amplificatori valvolari. Circuitazioni di alimentazione classici.
Parte seconda.
Capitolo 8. Qualche considerazione generale. Analogie e differenze fra le circuitazioni possibili con gli amplificatori valvolari e
quelli a semiconduttori. Considerazioni teorico pratico sulla problematica dell’utilizzazione di induttanze di filtro nei circuiti di
alimentazione degli ampli a semiconduttore. I pregi ed i difetti
degli amplificatori a transistori rispetto a quelli a tubi elettronici.
Pregi: eliminazione del trasformatore di uscita, deciso migliora-
mento delle prestazioni tecniche in particolare della banda passante, una impedenza di uscita più bassa, maggior potenza di uscita.
Difetti: difficile reperibilità della componentistica per amplificatori a semiconduttori, caratteristiche dei transistori (dispersione
del valore dei loro parametri), problemi termici, elevata controreazione.
Capitolo 9. Circuiti fono e preamplificatori linea. I circ. L1iti fono
MC: il circuito a transistori dell’americano Marshall Leach del
1978; il circuito a fet del giapponese Ochiai con fet ad elevato
guadagno; il circuito a fet del giapponese Shibazaki di estrema
sofisticazione e con regolatori di corrente; il circuito Ochiai migliorato; il circuito a fet Hiraga a transistori, alimentazione a batterie, di prestazioni eccezionali. Considerazioni sul circuito Hiraga.
Il circuito M.C. Hiraga “autografe” un classico da amatore. Lo
stadio fono. Il circuito del giapponese Kaneda modificato e migliorato utilizzante fet e transistori bipolari. Circuitazioni alternative e classiche di preamplificatori fono a fet utilizzante circuiti di
R.I.I.A. di tipo passiva con relativo alimentatore.
Capitolo 10. Gli amplificatori finali. Le problematiche legate alla
utilizzazione di transistori nello stadio finale: la regolazione della
polarizzazione, rispondenza delle caratteristiche effettive dei componenti attivi ai dati di progetto, perfetta identità dei transistor,
complementari o accoppiati, utilizzati nei diversi stadi, sensibile
differenza nelle caratteristiche fra transistori npn e pnp, stabilità
35
list pag. 4
Audio Research amplificatore finale D-120 schemi pag. 4
Audio Research amplificatore finale D2 schematic and parts list
pag. 7
Audio Research amplificatore finale D200 schematic and parts
list pag. 7
Audio Research amplificatore finale D240 MKII service manual
pag. 22
Audio Research amplificatore finale D300 schematic and parts
list pag. 8
Audio Research amplificatore finale D-350B schemi pag. 4
Audio Research amplificatore finale D400MKII schemi pag. 6
Audio Research Pre linea SP4 e SP4A Schematic and parts list
pag. 4
AMCC VT3030 amplificatore integrato service manual pag. 20
Basf amplificatore fono linea D6360 service manual pag. 30
Conrad Johnson amplificatore MF-2300 schema pag. 1
ConradJohnson amplificatore finale MF-2100 schema pag.1
ConradJohnson amplificatore finale MF-2200 schema pag. 1
ConradJohnson amplificatore finale SA-250 pag. 1
Goldmund amplificatore finale MM3 schemi elettrici pag. 3
Luxman preamplificatore linea fono schemi pag. 2
Luxman L801L80V amplificatore fono linea integrato service
manual pag. 12
Mc Intosch C29 service manual pag. 29
Mc Intosch C32 service manual pag. 21
Mc Intosch MA6200 service manual pag. 34
Nikko amplificatore finale Alpha 220 service manual pag. 19
Nikko amplificatore finale alpha 440 service manual pag. 25
Krell amplificatore finale KSA50 schemi pag. 5
Krell amplificatore finale KSA200/300 schemi pag. 6
Sansui amplificatore integrato AD-101 pag. 11
Sansui amplificatore integrato AU217 pag. 10
Sansui amplificatore integrato AU517/717 service manual pag.
10
Sansui amplificatore integrato AU-X1 service manual pago 19
Sansui amplificatore integrato AU -517 /717 service manual
pag. 21
Sansui amplificatore finale B-77 service manual pag. 9
Sansui amplificatore finale B-2101 service manual pag. 17
Sansui amplificatore finale BA-2000 service manual pag. 15
Sansui amplificatore finale BA-3000 service manual pag. 17
Sansui amplificatore finale B-3000/1000 service manual pag.
15
Sansui preamplificatore linea fono C-77 service manual pag. 8
Sansui equalizzatore grafico G-M77 service manual pag. 13
Sansui amplificatore di riverbero service manual pag. 13
Lavori in lingua originale (inglese) disponibili per ulteriori approfondimenti. Monografia di 116 pagine.
Mon. 1) RCA Audio Power Amplifier pago 40.
Mon. 2) Hitachi Power-mos fet application note. Note applicative origina-li in lingua inglese a cura della Hitachi che hanno
ispirato e continuano ad ispirare la progettazione degli amplificatori audio a mosfet pago 32.
Mon. 3) Power mosfet cros sreference listo Si tratta di una lista
comparati-ve di mosfet dei seguenti produttori: Toshiba, NEC,
Matsushita, Fuji, Mi-tsubishi, IR, Siliconix, Motorola, Siemens,
RCA, pago 36.
Mon. 4) Raccolta di schemi sempre in aggiornamento.
termica soprattutto negli amplificatori in classe A. Esempi di amplificatori finali: da 15 watt o 30 watt in classe A con differenziali
di ingresso a fet e due triplette di transistori bipolari in uscita,
amplificatore in classe A da 40 watt con bipolari di uscita e differenziali di ingresso a fet, amplificatore da 50 watt in classe A con 8
bipolari in uscita e differenziali a fet, amplificatore finale in classe
A da 70 watt con 10 bipolari in uscita e differenziali in ingresso. Il
circuito di alimentazione stabilizzato per l’amplificatore da 30 watt.
Il circuito finale da 20 watt in classe A progettato da Hiraga
Schemi inclusi nel volume La progettazione degli amplificatori
alta fedeltà a semiconduttori
Pre pre fono M.C. Marshall Leach
Pre-pre fono M.C. Ochiai
Pre-pre fono M.C. Shibazaki
Pre-pre fono M.C. Ochiai 2
Pre-pre fono M.C. Jean Hiraga ver. 1
Pre-pre fono M.C. Jean Hiraga ver. 2
Pre-pre fono M.C. Jean Hiraga ver. 32
Preamplificatore fono M.M. Kaneda
Amplificatore finale Kaneda 20 watt
Amplificatore finale Kaneda 40 watt
Amplificatore finale Kaneda 50 watt
Amplificatore finale Kaneda 70 watt
Alimentatore per amplificatore Kaneda da 30 watt
Amplificatore finale in classe A Jean Hiraga da 20 watt
Amplificatore finale da 20watt classe A
con alimentatore utilizzato da Nad, Rotel, Naim negli anni ’80.
Amplificatore finale Philips EL6623
Amplificatore finale JBL SA-600
Amplificatore finale Altec 352A
Amplificatore finale Dynaco Stereo 120
Amplificatore finale Fisher 700T
Amplificatore finale JBL SD-400
Amplificatore finale Marantz 15B
Amplificatore finale Motorola anni 70 15 watt MJ1001 e 901
Amplificatore finale AMC CVT3030
Amplificatore finale John Curl’s JC-3
Preamplificatore fono John Curl JC-2
Amplificatore finale Quad 505
Amplificatore finale Audio Research D300
Alimentatore finale Audio Research D300
Amplificatore Audio Research D300 circuito di protezione
Amplificatore finale Conrad Johnson MF-2300
Preamplificatore Audio Research SP4
Alimenataore del preamplificatore Audio Research SP4
Preamplificatore Audio Research SP4A
Alimentatore del preamplificatore Audio Research SP4A
Schemi e manuali disponibili a richiesta.
La Demidoff per agevolare il lavoro e lo studio dei tanti appassionati mette a loro disposizione il suo archivio ad un costo pari a
quello di segreteria e mantenimento dell’ attività.
IL lettore che desideri approfondire lo studio degli amplificatori a
semi-conduttori per esigenze di lavoro potrà richiederci la documentazione sottoriportata in forma di monografia che assomma a
pagine 400 circa in formato A4. La consultazione dei manuali di
servizio di questi apparecchi facilita lo studio della progettazione
e la riparazione degli amplificatori a semiconduttori.
Arcam Delta 290 service manual pag. 21.
Audio Research D-lOOA amplificatore finale schematic and parts
36
I trasformatori MC Audion
a cura della redazione
I trasformatori Audion MC1 sono stati progettati e realizzati dai tecnici e dagli ingegneri facenti parte del nostro
staff. Si è tenuto
conto delle particolari esigenze per un
corretto interfacciamento di una testina moving coil. Nel
catalogo Audion
sono già presenti
pre preamplificatori per testine moving coil a bassa
impedenza di uscita, sia a transistori
che a valvole, i trasformatori rappresentano per moltissimi appassionati la
miglior soluzione
qualitativa possibile. Questi trasformatori sono stati da
noi sperimentati in
questi ultimi anni
fornendo molto
spesso il miglior risultato sonico finale.
I trasformatori Audion MC1 sono realizzati con lamierini
speciali in mumetal
di qualità, in grado
di funzionare correttamente nell’intera gamma audio.
I trasformatori sono
collocati dentro una
scatola metallica
delle dimensioni di
54x21x29, il loro
peso è di 57 grammi.
I due trasformatori
possono essere collocati direttamente
sui pin di ingresso
del preamplificatore nel caso che il
preamplificatore
non contenga al suo
interno trasformatori di alimentazione
(due telai), o comunque nel caso che il
trasformatore di alimentazione sia progettato per avere un
bassissimo flusso disperso. Questo tipo
di soluzione permette di fare a meno di
un cavo di connessione ottenendo così un
incremento di qualità. In alternativa i trasformatori possono
essere posti sull’uscita del giradischi (nel
37
caso in cui sia equipaggiato di RCA di
uscita).
Le prestazioni dei
trasformatori sono
ben eccedenti la
gamma 20-20.000
Hz.
Il loro costo è di 150
Euro cadauno. A richiesta è disponibile
un modello economico da 100 cadauno. Buon ascolto.
Al momento dell’ordine specificare le
caratteristiche della
testina da impiegare.
Recensione della monografia speciale Audion n. 29
Le valvole elettroniche. Caratteristiche, tecnologia costruttiva
delle valvole riceventi e trasmittenti.
Luciano Macrì
Editore Edizioni Demidoff.
Il prezzo è di Euro 90,00. Il volume consta di 294 pagine ed il formato è 29x21. Tiratura limitata.
Non capita tutti i
giorni di accedere
ad una biblioteca
fornita di testi inerenti i tubi elettronici; perciò quando
mi sono ritrovato fra
le mani questo volume edito negli anni
’30 sono rimasto impressionato ed ho
desiderato di possederlo.
Una volta avutolo
ho però pensato che
fosse un vero delitto contro “l’umanità valvolare” non
offrire la possibilità
di averlo anche ad
altri appassionati
veri. È nato così un
nuovo volume edito
dalla Demidoff. Il
volume è stato realizzato in copia anastatica e per comodità è stato riscritto
l’indice anche se è
stato conservato
quello originale.
Il volume originale è
stato scritto a mano
e poi fotografato e
quindi stampato: un
lavoro che ai nostri
giorni sarebbe impensabile, ma che
molti decenni or
sono aveva un senso compiuto. Non
dimentichiamoci
che negli anni ’20,
’30 e ’40 una delle
materie scolastiche
era la calligrafia che
rappresentava una
vera e propria arte.
La bella calligrafia
non era fine a se
stessa, ma serviva
poi nella vita a condurre una vita ordinata, precisa, ad affrontare i problemi
con metodo; in altre
parole ad essere preciso. Va da se che
oggi un libro scritto
a mano sarebbe im-
possibile da realizzare anche se esistono dei corsi privati
per imparare a ascrivere con stilografiche ed in bella calligrafia.
Il volume condensa
una vera e propria
miniera di nozioni,
notizie e divulga le
notizie relative alle
caratteristiche, alla
tecnologia costruttiva dei tubi elettronici. Di seguito riportiamo l’indice del
volume.
Indice
Le valvole elettroniche. Caratteristiche,
tecnologia costruttiva delle valvole riceventi e tramittenti.
Fenomeni fotoelettrici
Generalità
Raggi catodici ed elettronici
Costanti e caratteristiche degli elettroni
Procedimenti per ottenere elettroni liberi
Ionizzazione per urto
Corrente di convenzione nei tubi
Luminescenza di ionizzazione nei tubi
Affinità elettronica
Fenomeno Edison
Effetti della carica spaziale
Corrente elettronica a diverse temperature
e tensioni
Fenomeno fotoelettrico
Storia del fenomeno fotoelettrico
Generalità sul fenomeno fotoelettrico
Leggi dell’emissione fotoelettrica
Corrente fotoelettrica, sensibilità, impedenza, coefficiente fotoelettrico.
38
Materiali per tubi elettronici
Generalità
Isolanti
Costituzione dei tubi elettronici
Armatura
Catodi
Catodi a tungsteno
Catodi a tungsteno toriato
Catodi a cesio su tungsteno
Catodi bario su tungsteno
Catodi a ossidi
Caratteristiche dei vari tipi di catodi e loro applicazioni
Riscaldatori per catodi a riscaldamento indiretto
Griglie
Placche
Organi metallici sussidiari e accessori
Distanziatori, centratori isolanti, supporti secondari,
ancoraggi
Zoccoli
Moltiplicatore elettronico
Tubi a gas
Diodi a gas. Tubi a luminescenza. Lampade per televisione e trasmissione delle immagini. Indicatore di sintonia. Lampade a luminescenza cercapoli. Lampade a
luminescenza per alt frequenza
Lampade a luminescenza per alta frequenza. Lampade a luminescenza per controllo di modulazione. Raddrizzatori
Raddrizaztori ad argon (Rectigon). Raddrizzatori a
vapore di mercurio con catodo caldo (Fanotron). Raddrizzatori a vapori di mercurio a catodo caldo. Stabilizzatore di tensione. Divisori di tensione. Triodi a gas.
Tetrodo a gas. Tubo a gas a catodo freddo. Strbotron
Cellule fotoelettriche
Cellule fotoresistenti. Cellule fotovoltaiche. Cellula a
sbarramento a contatto imperfetto. Cellule fotoemissive o ad effetto fotoelettrico interno. Cellula fotoelettrica a vuoto. Cellula fotoelettrica a gas
Cellule doppie. Caratteristiche delle cellule fotoelettriche.
Cellule fotoelettriche con moltiplicazione elettronica.
Analizzatori elettronici per televisione. Analizzatore per
telecinema. Fotocatodo a mosaico. Fotocatodo a banda. Fotocatodo continuo. Analizzatori per interni ed
esterni. Iconoscopio. Elementi delle cellule fotoelettriche. Involucro delle cellule fotoelettriche
Ampolla delle cellule fotoelettriche. Elettrodi principali. Anodo. Catodo. Elettrodi ausiliari
Tubi a vuoto
Diodi
Alcuni tipi di diodi. Diodi per oscillatori ad alta frequenza
Diodo per voltmetro a valvola a onde ultracorte. Triplo diodo
Dipendenza della corrente elettronica dalla tensione
anodica
Caratteristica del diodo. Triodi. Tubo a tre elettrodi.
Dipendenza della corrente anodica dalle tensioni anodiche e di griglia
Caratteristica del triodo. Conduttanza anodica mutua
Capacità interelettrodiche. Emissione secondaria dei
triodi
Dinatron. Triodi ad amplificazione variabile. Magnetron a placchette laterali. Tetrodi. Tetrodi a griglia di
campo
Tetrodi a griglia schermo. Pentodi. Tubi a due griglie
di carica spaziale. Pentodi ad amplificazione variabile.
Pentodi a basso rumore di fondo. Caratteristica delle
valvole. Tubi multipli
Tubi per conversione di frequenza. Exodi. Epodi. Ottodo
Ottodo a quattro fasci. Binodo. Valvole metalliche.
Tubi elettronici per onde ultracorte e microonde. Tubi
elettronici a ghianda per onde corte. Tubi elettronici
generatori di onde u. c. Tubi di potenza per onde u. c.
Tubi doppi per ultracorte. Valvole a fascio elettronico
Tubi trasmittenti di piccola potenza. Tubi trasmittenti
di grande potenza. Triodo da 120 Kwatt standard. Triodo da 100 Kwatt RCA
Tubi a raggi catodici
Generalità. Concentrazione del raggio. Tubi ad alto
vuoto a gas
Illuminazione del punto luminoso. Inerzia dell’illuminazione. Tensione sugli elettrodi..Placche deviatrici.
Carico dovuto alle placche deviatrici. Colore del punto luminoso. Costituzione dei tubi a raggi catodici. Tubi
a raggi catodici per televisione. Caratteristica dei tubi
a raggi catodici. Indicatori di sintonia a raggi catodici.
Costruzione dei tubi a raggi catodici
Ampolla. Equipaggi elettronici. Vuotatura. Installazione di tubi a raggi catodici
Fenomeni di disturbo nei tubi elettronici
Fenomeni di disturbo nei tubi elettronici. Rumore di
fondo nelle valvole riceventi. Rumore di fondo di placca. Rumore di fondo di griglia. Rumore di fondo di
catodo. Disturbi dovuti all’accensione dei filamenti in
corrente alternata. Variazione della temperatura dei
39
filamenti. L’uso della reazione. Effetto magnetico circolare (magnetron). Variazione alternata di potenziali
dei punti di ritorno griglia placca. Modulazione dovuta alle correnti di griglia
sue caratteristiche statiche. Riscaldamento del catodo
Calcolo dei tubi
Diodo. Calcolo del filamento. Triodo. Calcolo della
tensione anodica di un triodo. Calcolo della placca e
della griglia di un triodo. Tetrodo con griglia schermo.
Valvole atre griglie. Pentodo
Lavorazione del vetro per al costruzione dei tubi elettronici
Costituzione del vetro. Preparazione delle ampolle.
Saldatura del vetro a un metallo
Esercizi svolti
Calcolare le caratteristiche di un triodo UV206 pag.
227
Valutare l’area effettiva anodica di un anodo piano del
triodo UV204 pag. 227
Calcolare le caratteristiche anodiche del triodo
RCA211. Calcolare il fattore di amplificazione di un
triodo ABT. Calcolare il fattore di amplificazione di
un triodo UV203. Calcolare il fattore di amplificazione di un triodo RE84 Telefunken con griglia a spirale a
largo raggio
Calcolare il fattore di amplificazione di un triodo Marconi MT4 con griglia a rete. Calcolare la mutua conduttanza e la resistenza anodica di un triodo Marconi
T100. Calcolare un diodo a vuoto monoplacca (81
RCA) aventi le caratteristiche di accensione 7,5 V e
1,25 A, tensione anodica massima 400 V e ic.c. massima di 85 m. A. Calcolare un diodo bislacca a catodo
caldo tipo 83. Calcolare un triodo 2A3. Calcolare un
triodo trasmittente di tipo 203A. Calcolare un triodo
con bulbo metallico 6C5. Calcolare il triodo 4006 Standard (10 KW di potenza utile). Calcolare il tetrodo 36
RCA
Calcolare un pentodo per bassa frequenza di tipo 42
RCA. Calcolare un pentodo trasmittente Fivre 5A100.
Calcolare una valvola a 5 griglie (esodo) 6A7 RCA.
Calcolare un ottodo AK2 Philips. Calcolare un binodo 75 RCA. Calcolare un triodo a gas RCA 885
Pompe per vuoto
Generalità. Il vuoto nei tubi. Pompe meccaniche. Pompa rotativa ad olio tipo Gaede. Pompa rotativa a mercurio tipo Gaede. Pompa rotativa tipo Siemens. Pompe molecolari. Pompa a vapori di mercurio tipo Gaede a un solo stadio. Pompa molecolare di Gede. Pompa molecolare di Holweck. Pompa Langmuir a vapori
di mercurio. Pompa Siemens ad arco. Pompa a due
stadi Bornkessel
Costruzione dei tubi elettronici
Preparazione dei filamenti e dei catodi. Generalità.
Filamenti di tungsteno. Filamenti ad ossidi. Filamenti
all’ossido di bario
Catodo autoprotetto
Tubi elettronici riceventi
Caratteristiche generali. Preparazione dei pezzi dell’armatura.Allestimento dell’armatura. Vuotatura
Collaudo. Metallizzazione dei bulbi. Altre caratteristiche costruttive. Recenti perfezionamenti costruttivi.
Tubi trasmittenti
Catodi. Anodi. Ampolle. Particolari costruttivi. Vuotatura
Attivazione dei tubi elettronici
Attivazione dei catodi. Attivazione dei catodi ad ossidi metallici
Collaudo e misure sui tubi elettronici riceventi
Determinazione delle costanti principali. Diodo Misura delle costanti dei tubi. Misure sui diodi Misure
sui triodi. Misure sui tetrodi. Metodi di misura indiretti a corrente continua. Determinazione di K Determinazione della resistenza interna. Misure con il ponte di Miller. Misura della resistenza negativa. Determinazione del grado di vuoto.Misure sui tubi trasmittenti
Misura delle costanti delle valvole per onde ultracorte. Retroazione
Costruzione delle cellule fotoelettriche
Preparazione. Introduzione per dissoluzione. Deposizione per distillazione. Deposizione per
elettrolisi.Deposizione per decomposizione
Calcolo dei tubi elettronici
Considerazioni generali sul calcolo dei triodi. Equazione della carica spaziale. Caratteristica del triodo.
Amplificazione costante
Conduttanza e resistenza anodica. Saturazione della
caratteristica
Determinazione del funzionamento di un triodo dalle
40