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i teatri della terra di Puccini
giovedì 28 maggio 2009 Basilica di San Frediano, Lucca
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giovedì 28 maggio 2009 - ore 21.00
Basilica di San Frediano, Lucca
MARCEL KHALIFE
Arabian Concerto
Salute
GUSTAV MAHLER
Sinfonia n. 1 in Re maggiore
«Il Titano»
1 Langsam, Schleppend, Wie ein Naturlaut; im Anfang sehr gemächlich;
belebtes Zeitmass
2 Kräftig bewegt, doch nicht zu schnell; Trio, Recht gemächlich
3 Feierlich und gemessen, ohne zu schleppen
4 Stürmisch bewegt
QATAR PHILHARMONIC ORCHESTRA
LORIN MAAZEL
direttore
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i teatri della terra di Puccini
Lo spirito che anima l’alleanza strategica nel nome della
cultura e della musica tra il Teatro del Giglio di Lucca e la
Fondazione Festival Pucciniano di Torre del lago è rappresentato in questo evento musicale che Lucca ospita nella
suggestiva cornice della Basilica di San Frediano.
Alla bacchetta del maestro Lorin Maazel abbiamo affidato
il compito di valorizzare ulteriormente il grande patrimonio
musicale, vanto delle nostre comunità.
Al programma di questa serata abbiamo affidato il compito di spiegare quanto la musica sia non solo un linguaggio
universale, ma anche un efficacissimo strumento per il dialogo e la migliore conoscenza tra i popoli.
Ad una compagine così realmente internazionale scaturita dall’amore per la musica di uno dei più illuminati governanti arabi e nella quale sono racchiusi i segni distintivi di
questo dialogo che porta la musica ad essere composta ed
interpretata da compositori, musicisti e direttori di ogni
fede religiosa ed essere eseguita in ogni luogo che, come
nel caso della Basilica di San Frediano è al contempo luogo
della salvezza delle radici cristiane e dell’infaticabile volontà
che la nostra comunità ha manifestato nel corso dei millenni di dialogare in pace ed armonia con il resto dell’umanità, abbiamo affidato un messaggio di pace, tolleranza e
rispetto che ci auguriamo conquisti gli animi di tutti nel
nome della grande musica.
Questo straordinario concerto che presentiamo a Lucca in
esclusiva per il centro Italia, e che vede esibirsi per la prima
volta nella terra di Puccini il Maestro Lorin Maazel è una
tappa ulteriore di un connubio culturale che le nostre istituzioni teatrali hanno creato per meglio promuovere la grande
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musica e per riaffermare il ruolo internazionale che Lucca
e Torre del Lago Puccini vogliono giocare nel panorama musicale italiano e internazionale.
Durante la prossima estate ci presenteremo ancora insieme per proseguire in autunno ed inverno le nostre iniziative nel segno dei “Teatri della terra di Puccini”, teatri aperti
al mondo con la vocazione di parlare ai giovani della nostra
terra, per conquistarli all’amore per la musica e per riunire
intorno ad un unico progetto tutti gli importantissimi attori
del firmamento musicale della Versilia, di Lucca e di tutta
la sua provincia.
Ai nostri marchi vogliamo infatti che se ne aggiungano
altri per toccare con le note della tradizione classica il pubblico di tutte le età.
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Il Presidente
del Teatro del Giglio
Il Presidente della
Fondazione Festival Pucciniano
Aldo Casali
Massimiliano Simoni
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Arabian Concerto
Un commento dell’autore
Questa partitura musicale, Arabian Concerto, è figlia della
sua epoca: un’epoca d’inizio ed origine – un’epoca di musica nel Medio Oriente. E ancora, nella sua temporalità
orientale abbraccia la matrice di molteplici temporalità che
sono dialetticamente avviluppate (tra loro), avendo esse attraversato una storia fatta di fusioni e mescolanze.
Smantellarla e suddividerla nei suoi elementi costitutivi
significa frantumare i tasselli di un mosaico millenario così
riccamente creato da molteplici civiltà: la spiritualità dell’Antico Oriente, l’eredità del profluvio ecclesiastico di
Bisanzio, il magico tocco delle armonie di Persia, la malinconia dell’antico Iraq depositario del maqam, il ritmo del
deserto Arabico, l’estasi del bashraf turco, la vigorosa sonorità delle canzoni di montagna, l’elaborata coloratura di
Aleppo e la brezza che spira dai paradisi perduti dell’Andalusia. Le note di Arabian Concerto risuonano in un dialogo
ininterrotto con il tempo musicale dell’Oriente, imitandone
miriadi di sonorità, approfondendone i dettagli, fino a scivolare nel labirinto dei suoi sentieri in cerca di un mistero
profondo.
La musica non ha patria. È l’unico linguaggio comune
all’umanità intera in grado di risolvere le difficoltà di comunicazione che affliggono comunità differenti per lingua, gravate da mutua oppressione.
In ultima analisi, la musica non si presta a una divisione
manichea in Oriente e Occidente poiché è un’unica lingua,
pronunciata con accenti diversi. Più precisamente si dovrebbe parlare di Oriente e Occidente della musica, dal momento che la musica stessa è spazio e tempo e di entrambi
è il centro, il cuore. Siamo alla ricerca dell’universalità intesa come associazione umana in mezzo a diversi linguaggi, tradizioni e risorse creative musicali, come un
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momento d’intersezione e fusione tra culture, il momento
in cui nasce una chimica estetica.
Così è nata questa partitura, traboccante di contenuti
astratti, sinfonici, raffinati, verso un’accattivante avventura
– un’avventura pioneristica – verso l’universalismo, equipaggiata e preparata ad affrontare qualsiasi ostacolo inflessibile le si pari sul cammino.
Questo brano rappresenta una ripresa del materiale locale, una tradizione che custodiamo gelosamente dalla dissipazione e dalla banalità, una tradizione di cui raccogliamo
i tesori espressivi ai quali applichiamo i metodi del moderno artificio musicale. Il brano immerge l’Oriente e il suo
fascino seduttivo nella musica del mondo, dando espressione all’est, quell’io storico e culturale, in un linguaggio
musicale umano, che gli restituisce quel posto nel mondo
che fino ad ora era rimasto vacante e che lo rende capace
di rivolgersi all’umanità ed alla sua elevata sensibilità estetica. Ecco quindi un molteplice, fertile momento di musica,
che si oppone allo stereotipo e alla classificazione, un dialogo senza fine tra il sé e il sé, e tra il sé e l’altro.
Marcel Khalife
Le composizioni Arabian Concerto e Salute di Marcel Khalife sono
state entrambe eseguite in prima assoluta al concerto inaugurale
dell’Orchestra Filarmonica del Qatar, tenutosi il 30 ottobre 2008.
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Arabian Concerto
Gli strumenti del concerto
I concerti di oud offrono uno scorcio non soltanto dell’anima araba, ma anche del passato dell’Occidente: Grove
Online, infatti, descrive l’oud come «il diretto antenato del
liuto Occidentale». Questi strumenti e i trovatori che li suonavano allietarono le corti principesche d’Europa e a ragione, dato che l’oud è talvolta definito «il sultano o l’emiro
degli strumenti musicali». È lo strumento musicale principale del mondo arabo e la sua influenza ha raggiunto le
culture di vari paesi, come Turchia, Armenia, Grecia, Azerbaijan, Mauritania e Tajikistan. Nella maggioranza dei casi
l’oud presenta un’incordatura fatta di cinque coppie di
corde intonate all’unisono e un bordone singolo; tuttavia,
alcuni modelli possono arrivare a presentare fino a tredici
corde.
Il bouzuq o buzuq è un liuto dal manico allungato, munita
di stanghette trasversali. Nella sua forma tradizionale, il
corpo è ottenuto intagliando un unico blocco di legno ed è
assemblato con l’ausilio di caviglie dello stesso materiale.
I bouzuq più moderni, invece, presentano caviglie meccaniche e corpi costruiti a doghe. È solitamente impiegato
come strumento solista.
Il qanoun o kanun, secondo alcune fonti, discende dall’arpa dell’Antico Egitto. Il termine Qanoun significa, in
arabo, «legge» e senza dubbio è alla radice del morfema
inglese «canon», equivalente dell’italiano «canone». Si
tratta di una cetra o salterio a corde pizzicate, con una
cassa di risonanza di forma trapezoidale che ricorda il dulcimer. È munito di ottantuno corde tese a gruppi di tre e di
piccole leve d’ottone per intonare lo strumento.
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Il ney risale all’antichità. È un flauto a imboccatura obliqua
libera, fatto di canna, con nove interspazi. La tecnica respiratoria a cui si ricorre per suonare questo strumento è
nota come «tecnica bilabiale», che prevede l’uso di entrambe le labbra per produrre il suono. Passaggi d’ottava
e microtoni si possono ottenere modificando il foro labiale
d’emissione, modificando l’angolazione dello strumento
oppure ricorrendo ad entrambe le possibilità. È considerato per questo uno degli strumenti musicali arabi più difficili da padroneggiare.
Il req o riq è un piccolo tamburello in legno, con superficie
in pelle di capra o di pesce e una cornice frequentemente
intarsiata di madreperla. Intervallate lungo la cornice si trovano cinque coppie di cembali in bronzo, che consentono
allo strumento di produrre una vasta gamma di suoni.
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L’insieme di tutti questi strumenti – quattro melodici ed
uno a percussione – formano un takht, l’ensemble classico
della maggior parte della musica araba. Eseguito individualmente o come un ensemble con l’orchestra, la composizione è per alcuni aspetti assimilabile alla tradizione
della sinfonia concertante, familiare al pubblico della musica sinfonica occidentale. Arabian Concerto, tuttavia, non
segue la suddivisione in tre movimenti così frequente nella
letteratura sinfonica, ma si compone di un unico movimento prolungato.
Fonti citate: Grove Online e www.maqamworld.com
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Gustav Mahler
Sinfonia n. 1 in Re maggiore
«Titano»
Composta tra il 1884 e il 1888, la Sinfonia n. 1, col sottotitolo «Titano» tratto dal romantico racconto di Jean Paul, fu
eseguita la prima volta a Budapest il 20 novembre 1889,
sotto la direzione dell’autore, nella versione in cinque tempi
(comprendente l’Andante Allegretto, indicato come «Blumine» nella versione per la seconda esecuzione ad Amburgo, nel 1893). Il delicato e nostalgico «Blumine» fu però
abolito in occasione dell’esecuzione di Berlino del 1896 ed
eseguito nel XX secolo solo a partire dal 18 giugno 1967,
quando fu diretto da Benjamin Britten al Festival Aldeburgh
di Suffolk, in Inghilterra.
L’introduzione lenta reca in partitura l’indicazione «wie ein
Naturlaut», come un suono della natura. Su un pedale di la
tenuto per 61 battute si succedono richiami multipli: il principale, più pacato, nasce da un caratteristico salto discendente da cui scaturiscono tutti gli inizi dei tempi successivi;
gli altri mimano di volta in volta fanfare lontane o gorgheggi
di uccelli. Poi prende l’avvio il vero e proprio primo tempo,
che è in regolare forma-sonata, e che, molto schubertianamente, ha come tema principale un’intera melodia cantabile, ripresa da uno dei Lieder eines fahrenden Gesellen
composti da Mahler negli anni immediatamente precedenti.
«Ging heut’ morgen übers Feld» (Me ne andavo stamane per
i prati) dicono le parole del Lied: le immagini agresti, i richiami degli uccelli, una certa svagatezza, tipica del giramondo all’inizio del suo cammino in una mattina primaverile,
si trasferiscono direttamente nello spirito di questo primo
tempo, indicato da uno dei titoli programmatici, apprestati
dall’autore per la seconda e terza esecuzione come Eterna
primavera. Nonostante il sottile legame tra i temi, è tutto un
pullulare di nuove idee cantabili, alcune con caratteristiche
inflessioni di danza o di marcia, fra le quali memorabile è lo
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scatenarsi gioioso delle fanfare poco prima della travolgente
coda conclusiva.
Il secondo tempo è un Ländler con Trio centrale e ripresa.
Il ritmo ben cadenzato della danza popolare viene punteggiato da frequenti fanfare dei corni chiusi, con la campana
alzata. Nel Trio si insinua un languore un poco malizioso e
sentimentale.
Il terzo tempo è stato intitolato per la seconda esecuzione
Marcia funebre nello stile di Callot. È un riferimento alla celebre incisione con Il funerale del cacciatore a cui accorrono
tutti gli animali del bosco. Questa marcia, quindi, è caricaturale, con una forte componente grottesca che si mantiene
in una zona di ironico distacco sentimentale anche nella
strumentazione, affidata per larghi tratti agli strumentini e
alla percussione, nonostante una certa morbidezza lirica
della sezione centrale.
L’ultimo tempo, dopo uno scatto rabbioso che Mahler indicò come un «improvviso scoppio di disperazione», si presenta come un complesso di elaborazioni e di ritorni
soprattutto delle idee del primo movimento, con ricostruzione quasi testuale anche di gran parte dell’introduzione
lenta. Questi elementi vengono continuamente esasperati,
fino allo spasimo della più esplosiva sonorità orchestrale, o
fino al più macerato languore cantabile di due intermezzi
lenti. Nel complesso quindi un finale che svolge la duplice
funzione di esprimere un’eroica volontà di ripensamento unitario delle sparse esperienze musicali dei tempi precedenti,
e, nello stesso momento, di gettare un’ombra tragica su ciò
che era sembrato naturale, ironico, popolare.
Il testo è tratto da Repertorio di musica sinfonica. Gli autori, le composizioni dal Seicento ad oggi, a cura di Piero Santi, Ed. Ricordi/Giunti,
1989
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Marcel Khalife
Compositore, Maestro ed esecutore di Oud
Artista per la Pace UNESCO
Nato il 10 Giugno 1950 ad Amlich in Libano, Marcel Khalife
ha studiato Oud, il liuto arabo presso il Beirut National
Conservatory of Music, dove si è diplomato nel 1971: da
allora continua a infondere nuova vita a questo strumento.
Ha composto oltre 25 brani strumentali e lirici, insieme
a numerosi altri pezzi puramente strumentali, tra i quali,
The Symphony of Return, Concerto Al-Andalus, Suite per
Oud e Orchestra, Mouda’aba («Carezza»), Diwan Al Oud,
Jadal Oud Duo, Oud Quartet e Al Samaa, tutti scritti nel rispetto dei canoni tradizionali arabi e Taqasim, un duetto
per Oud e doppio basso, che nel 2007 si è aggiudicato il
Grand Prize messo in palio dalla prestigiosa Charles Cros
Academy in Francia. Tra le sue composizioni più recenti
degno di nota è il corale sinfonico Sharq, eseguito dall’Orchestra Filarmonica Italiana insieme con il Coro di Piacenza. Il suo ultimo lavoro, Arabian Concerto, è stato
presentato in prima assoluta in occasione del concerto
inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Qatar.
Le sue sfide, tuttavia, non sono solo ed esclusivamente
musicali in senso stretto: le collaborazioni con rinomati
poeti arabi contemporanei, tra i quali ricordiamo in modo
particolare il poeta palestinese per eccellenza, Mahmoud
Darwish, rivelano infatti la volontà del Maestro Khalife di
rinnovare il carattere della canzone araba, nel tentativo di
infrangerne gli stereotipi e di ampliare la cultura della società circostante.
Marcel Khalife ha ricevuto numerosi riconoscimenti nel
mondo arabo così come all’estero, non solo per la sua
creatività e per le innovazioni, ma anche per i fini educativi
ed umanitari nonché per il suo contributo alla promozione
dell’arte e della cultura nel mondo arabo.
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Nel suo percorso, il Maestro Khalife crea e dà vita ad
una musica originale, ad un insolito mondo di suoni libero
da qualsiasi norma prestabilita, dando voce ad un linguaggio che lo ha elevato al ruolo di ambasciatore della propria
cultura e lo ha posto all’avanguardia nel panorama musicale arabo sempre in cerca d’innovatori.
Nel giugno del 2005 è stato nominato Artista per la
Pace UNESCO per i meriti conseguiti in campo artistico ed
umanitario.
Nel 2008 ha ricevuto la nomina a direttore artistico e
resident composer dell’Orchestra Filarmonica del Qatar appena fondata.
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Gustav Mahler
Nasce il 7 luglio 1860 a Kalište, in Boemia, vicino al confine
con la Moravia. È il secondo dei quattordici figli di Bernhard
Mahler e Maria Hermann, piccoli commercianti ebrei che vivono dei proventi di un’osteria. Nello stesso anno della nascita di Gustav, i Mahler si trasferiscono a Jihlava (Iglau).
Fin da piccolo Gustav studia il pianoforte e già all’età di dieci
anni dà il suo primo recital di pianoforte a Jihlava. Nel 1875
conosce Julius Epstein, che subito riconosce le doti musicali
del giovane e lo accetta come allievo al Conservatorio. Nel
1877 conosce Wolf e Bruckner, con i quali entra in stretto
contatto durante il periodo di studio. Nel 1878 finisce gli
studi al Conservatorio. Il Quintetto per archi e pianoforte,
con il quale ottiene il diploma, è andato perduto, come
l’opera incompiuta Herzog Ernst von Schwaben su libretto
di J. Steiner, composta nello stesso periodo. Si iscrive all’Università di Vienna e tra il 1878-79 intraprende la composizione di Das klagende Lied.
Nel 1880 completa Das klagende Lied, presentata nell’anno successivo al Premio Beethoven. Questa composizione sarà bocciata da una commissione della quale fanno
parte Eduard Hanslick e il compositore Johannes Brahms.
Mahler inizia la sua carriera di direttore d’orchestra, lavorando prima a Bad Hall, poi a Lubiana, quindi ad Olomouc,
dove nel 1883 dirige la Carmen di Bizet. Il successo ottenuto in quell’occasione gli vale l’incarico a Kassel come secondo direttore. Scrive le musiche di scena per il dramma
di Scheffel Der Trompeter von Säckingen e i Lieder eines
fahrenden Gesellen, nonché gli abbozzi della Prima sinfonia.
Nel 1886 lavora a Lipsia come secondo maestro di cappella
sotto Arthur Nikisch, che nel 1887 sostituisce temporaneamente. In quella città vive in casa di Carl von Weber, un nipote di Carl Maria von Weber, di cui Mahler completa l’opera
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incompiuta Die drei Pintos; intanto inizia a comporre i Lieder
dal Wunderhorn. Nel 1888 è nominato direttore del Teatro
d’Opera di Budapest. Nel 1889 muoiono i suoi genitori e la
sua sorella maggiore Leopoldine. In quello stesso anno
viene eseguita a Budapest la Prima sinfonia: un insuccesso.
Nell’estate del 1890 Mahler compie un lungo viaggio in Italia, in compagnia della sorella Justine. Nel 1891 è direttore
dell’Opera di Amburgo e nell’estate del 1892, con il teatro
amburghese, fa una rappresentazione di successo a Londra. Dal 1893 fino al 1896 passa il periodo estivo a Steinbach am Attersee, dove fa costruire una «casetta di
composizione», nella quale può svolgere la sua attività di
compositore in tutta tranquillità; qui vengono completate la
Seconda e la Terza sinfonia, rispettivamente nel 1894 e nel
1896. Le esecuzioni delle sue sinfonie suscitano sempre
forti contrasti.
Nel 1897 è nominato direttore dell’opera di Vienna. Inizia
il periodo più fervido della sua creazione artistica e il più intenso per i suoi contatti culturali con la Vienna secessionista. Nel 1901 presenta a Monaco la Quarta sinfonia,
terminata nel 1900, con un clamoroso insuccesso. Nel
1902 sposa Alma Schindler, l’anno in cui avviene la prima
esecuzione della sua Terza sinfonia, questa volta con successo. In uno chalet in riva al lago del Wörthersee, a Maiernigg, nelle estati che vanno dal 1901 al 1907, Mahler
compone la Quinta, Sesta, Settima e Ottava sinfonia, i Rückertlieder e i Kindertotenlieder. Nel 1907 si dimette dal suo
incarico all’Opera di Vienna; muore la sua prima figlia, Maria
Anna, e gli viene diagnosticata una malattia cardiaca. Nel
dicembre dello stesso anno parte per gli Stati Uniti per per
prendere il posto di direttore della Metropolitan Opera a New
York.
Durante gli ultimi anni della sua vita, Mahler lavora nei
periodi invernali a New York, dove dal 1909 è primo direttore
del New York Philharmonic. Mahler trascorre le estati in Europa, nella sua residenza estiva a Altschluderbach (vicino a
Dobbiaco/Toblach), dove compone nel 1908 Das Lied von
der Erde, nel 1909-10 la Nona e nel 1910 la Decima sinfonia (rimasta incompiuta). Durante i suoi soggiorni in Europa
Mahler viaggia nel 1908 a Praga (prima esecuzione mondiale della Settima sinfonia), nel 1909 all’Aja e ad Amsterdam e nel 1910 a Parigi. Nell’estate del 1910 completa la
Nona sinfonia e inizia la Decima, ma il lavoro è interrotto a
causa della crisi nel suo matrimonio con Alma e dei preparativi della prima esecuzione mondiale dell’Ottava sinfonia
a Monaco, che consegue un immenso successo.
Mahler torna negli Stati Uniti, ma nell’aprile del 1911
deve rientrare in Europa, ammalato: muore a Vienna il 18
maggio. Viene sepolto al cimitero di Grinzing.
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Lorin Maazel
Da oltre cinquanta anni Lorin Maazel è uno dei più stimati e
richiesti direttori d’orchestra al mondo. Attualmente occupa
la carica di direttore in due importanti orchestre, che, insieme ad un gran numero di appuntamenti in qualità di direttore ospite, racchiudono una straordinaria quantità di
impegni. Si trova infatti alla sua sesta stagione in veste di
Direttore Musicale della New York Philharmonic, che non solo
è la più antica orchestra sinfonica degli Stati Uniti ma anche
la più attiva al mondo, dal momento che si è esibita in oltre
14.000 concerti dalla fondazione. D’altra parte, il Maestro
Maazel è anche Direttore Musicale di un’organizzazione musicale recentemente creata: la spettacolare Palau de les Arts
Reina Sofia, il teatro dell’opera progettato da Santiago Calatrava nella città di Valencia in Spagna, che ha aperto i propri
battenti con l’inizio della stagione 2006-2007.
Le stagioni 2007-2008 del Maestro Maazel sono state
caratterizzate dal suo terzo tour in Asia affiancato dalla New
York Philharmonic, compresi uno storico concerto tenutosi
nella città di Pyongyang nella Corea del Nord, un festival su
Tchaikovsky a New York, un concerto di San Silvestro con
Joshua Bell come solista trasmesso in televisione in diretta
nazionale, all’interno di un’agenda ricca d’impegni. Al Palau
de les Arts dirige l’allestimento di Carmen (diretta da Carlos
Saura in occasione dell’apertura della stagione a Valencia),
Don Carlo e Madama Butterfly, insieme a numerosi programmi di concerti, tra i quali il Requiem di Verdi. In qualità
di Direttore ospite, fa ritorno per la prima volta in 45 anni al
Metropolitan Opera dove dirige l’esecuzione de La Valchiria
di Wagner e vari concerti con la Wiener Philharmoniker, la
National Symphony Orchestra a Washington DC, la Los Angeles Philarmonic e l’Orchestra della Norwegian National
Opera per promuovere l’inaugurazione di un nuovo teatro
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dell’opera ad Oslo. Nel giugno 2008, intraprende una serie
di concerti dedicati a Brahms con la Philarmonia Orchestra
a Londra, la prima di numerose collaborazioni annuali consecutive con quest’orchestra.
Il Maestro Maazel è anche un compositore molto apprezzato, con un vasto repertorio di composizioni scritte principalmente nel corso degli ultimi dodici anni. La sua prima
opera, 1984, basata sul capolavoro letterario di George Orwell, è stata eseguita in prima mondiale alla Royal Opera
House, Covent Garden, nel maggio 2005 e trasmessa alla
radio ed in televisione dall’emittente britannica BBC e da
altri canali radiofonici nazionali in tutto il mondo. Inoltre la
prima proiezione di una ripresa video in alta definizione di
1984, registrata al Covent Garden, ha rappresentato uno
tra gli eventi portanti del MIDEM Festival del 2006 a Cannes
in Francia (occasione in cui la MIDEM ha assegnato al maestro Maazel un riconoscimento speciale per i suoi duraturi
successi come direttore, compositore ed artista di registrazioni- il secondo premio di questo genere mai assegnato.
Una significativa ripresa di 1984 si ha nel Maggio 2008 al
Teatro alla Scala di Milano, dove sono stati programmati ulteriori allestimenti per le stagioni a venire. Per la primavera
del 2008 è in programma anche la distribuzione del DVD
dell’Opera da parte della Decca.
Il corpus compositivo del Maestro Maazel comprende inoltre: una trilogia di concerti, Opp. 10, 11 e 12, Musica per
violoncello e orchestra (composta per Mstislav Rostropovich), Musica per flauto e orchestra (scritta per James Galway) e Musica per violino e orchestra; un movimento
sinfonico (Farewells, op. 14), eseguito per la prima volta nel
2000 dalla Wiener Philharmoniker, che ha commissionato
l’opera, e diversi contributi a repertori di testi narrati con orchestra, comprese due storie per bambini, The Giving Tree
e The Empty Pot.
Ama orchestrare composizioni per violino e pianoforte dei
maestri del diciannovesimo e ventesimo secolo e ha creato
17 arrangiamenti di canzoni italiane per violino, tenore ed
orchestra per una registrazione di grande successo con Andrea Bocelli e la London Symphony Orchestra, occasione in
cui il Maestro Maazel ha partecipato sia nel ruolo di direttore sia di violino solista. La sua sintesi sinfonica del ciclo
wagneriano dell’Anello (The Ring without Words) è stato eseguito da molte delle più importanti orchestre del mondo.
Americano di seconda generazione, Lorin Maazel è nato
a Parigi ed ha iniziato a prendere lezioni di violino all’età di
cinque anni e di direzione d’orchestra a sette. Ha studiato
sotto la guida di Vladimir Bakaleinikoff e ha fatto la sua
prima apparizione in pubblico a soli otto anni, dirigendo
un’orchestra universitaria. Tra i nove ed i quindici anni ha
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debuttato a New York all’Esposizione Mondiale New York
World’s Fair del 1939 dirigendo la Interlochen Orchestra. Ha
diretto inoltre la Los Angeles Philharmonic all’Hollywood
Bowl condividendo il programma con Leopold Stokowski, e
la maggior parte delle più importanti orchestre americane,
tra cui la NBC Symphony su invito di Toscanini. Il suo debutto con la New York Philharmonic è avvenuto nel 1942 a
soli dodici anni.
A diciassette anni si è iscritto all’Università di Pittsburgh,
dove ha studiato lingue, matematica e filosofia; nel frattempo è diventato violinista nella Pittsburgh Symphony, dove
ha svolto il tirocinio di direzione nella stagione 1949-1950,
ed ha fondato il Fine Arts Quartet di Pittsburgh. Nel 1951 è
giunto in Italia grazie ad una borsa di studio Fulbright per
perfezionare gli studi e due anni più tardi ha debuttato sulla
scena europea come direttore, entrando al Teatro Massimo
Bellini di Catania in sostituzione di un direttore indisposto.
Si è imposto rapidamente come artista di grande valore, esibendosi a Bayreuth nel 1960, primo americano della storia,
con la Boston Symphony nel 1961 e al Festival di Salisburgo
nel 1963.
Da allora il Maestro Maazel ha diretto più di centocinquanta orchestre in non meno di cinquecento opere e concerti. Ha registrato oltre trecento incisioni discografiche, tra
le quali cicli sinfonici ed opere orchestrali complete di Beethoven, Brahms, Debussy, Mahler, Schubert, Tchaikovsky,
Rachmaninoff, e Richard Strauss, vincendo dieci Grands Prix
du Disques. La sua discografia comprende una serie di registrazioni per violino, che spesso lo vedono esibirsi nel doppio ruolo di solista e direttore, dai brani virtuosi ai Concerti
di Mozart fino alla Soldier’s Tale di Stravinsky. Ha ricevuto
due premi ASCAP per iI contributo alla musica americana e
si è esibito in ogni centro di rilievo nel panorama musicale
così come in ogni rinomato festival internazionale. Ha diretto
numerose prime mondiali di brani composti sia da artisti
ormai affermati sia da compositori promettenti, e suonato
come violino solista in centinaia di concerti, spesso supportato da orchestre quali la Wiener Philharmoniker, la London
Symphony Orchestra, la Philharmonia e della New York Philharmonic tra le altre.
Tra i suoi incarichi si annoverano quello di direttore musicale della Symphony Orchestra della Radio Bavarese dal
1993 all’estate 2002 e della Pittsburgh Symphony dal 1988
al 1996; di general manager e direttore principale della
Vienna State Opera dal 1982 al 1984- il primo americano,
inoltre, a ricoprire questo ruolo; direttore musicale della Cleveland Orchestra dal 1972 al 1982 e direttore artistico e
direttore principale della Deutche Oper Berlin dal 1965 al
1971. È stato nominato Membro Onorario della Israel Phil-
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harmonic nel 1985 quando ha diretto il concerto per celebrarne il quarantesimo anniversario. È Membro Onorario
anche della Wiener Philharmoniker ed ha ricevuto la Medaglia d’argento Hans von Bulow da parte della Berliner Philharmoniker. La sua stretta collaborazione con la Wiener
Philharmoniker comprende undici Concerti di Capodanno
trasmessi da Vienna in mondovisione (occasione in cui
spesso il Maestro ha aggiunto un contributo personale in
qualità di violinista).
Accanto alla sua prodigiosa attività d’esecuzione, al Maestro Maazel non è mancato il tempo per allevare ed occuparsi di giovani artisti, convinto dell’importanza di
condividere la propria esperienza con i musicisti delle generazioni future. Nel 2000 ha fondato un importante concorso
per giovani direttori, culminato due anni più tardi nella finale
a Carnegie Hall e da allora è sempre stato un mentore attivo
per molti dei finalisti, promuovendo le loro carriere sulla
scena internazionale. Attraverso la sua Fondazione Châteauville a Castleton in Virginia ha organizzato un nuovo programma di festival-residency per giovani artisti, incentrato
su produzioni teatrali complete di opere da camera, radunando aspiranti cantanti, strumentisti, direttori, scenografi,
registi e personale di palcoscenico per lavorare in un ambiente stimolante e collaborativo, sotto la guida di guide e
maestri più anziani, Maestro Maazel compreso.
Il Maestro s’impegna in modo altrettanto tenace nelle
cause ambientali ed umanitarie. Ha raccolto milioni di dollari
in oltre cinquanta occasioni a beneficio d’istituzioni quali la
United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (UNESCO), la World Wide Fund for Nature, la Croce
Rossa e la United Nations High Commissioner for Refugees
(UNHCR).
Il Maestro Maazel parla correntemente francese, tedesco
e italiano e ha una discreta conoscenza di portoghese,
russo e spagnolo. Tra le onorificenze, le decorazioni ed i
premi ricevuti spiccano la Gran Croce al Merito della Repubblica Federale di Germania, la Legione d’Onore di Francia, il
titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della
Repubblica Italiana e di Commendatore dell’Ordine del
Leone di Finlandia. È stato inoltre insignito dalle Nazioni
Unite del titolo di Ambasciatore di Buona Volontà.
Avido lettore, appassionato di pellicole classiche ed
amante dl teatro, ama anche giocare a tennis, nuotare e
collezionare opere di pittori Americani e arte Orientale.
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Orchestra Filarmonica del Qatar
L’orchestra Filarmonica del Qatar, nata allo scopo di migliorare intesa e cultura nell’omonima Nazione e all’estero, si
propone al contempo di porgere un messaggio di pace al
mondo intero, attraverso l’unione di musica Orientale e
Occidentale: instillando infatti la cultura della musica sia in
ambito locale sia a livello internazionale, l’Orchestra Filarmonica del Qatar getta ponti tra culture diverse, proponendo un
repertorio unico nel suo genere, caratterizzato cioè dall’accostamento di musica araba ed occidentale, dando voce a
quell’unico linguaggio in grado di parlare direttamente al
cuore, creando un’atmosfera di pace e concordia.
L’Orchestra si compone di 101 musicisti in rappresentanza di 30 diverse Nazioni, accuratamente selezionati tra
oltre 3.000 richieste provenienti da tutto il mondo.
Rivolgendosi a professionisti interessati in vari settori
del campo musicale, compresi compositori, solisti e direttori, l’Orchestra condivide la principale convinzione della
Qatar Foundation che la più importante risorsa di una Nazione sia il potenziale dei suoi abitanti.
Rafforzando la consapevolezza e la crescita culturale del
pubblico e della propria gente, l’Orchestra cerca di promuovere una maggior comprensione nel Qatar così come nel
resto del mondo. Con programmi che prevedono esecuzioni
regolari in ambito locale durante la stagione e tournèe all’estero, l’Orchestra Filarmonica del Qatar si propone di mostrare al mondo la propria missione, cioè diffondere un
messaggio di pace ed armonico accordo incoraggiando allo
stesso tempo tutti i cittadini del mondo ad abbracciare quest’unica fusione di musica.
Il 30 ottobre 2008 l’Orchestra ha debuttato eseguendo
le composizioni di Marcel Khalife Arabian Concerto e Salute, sotto la bacchetta del Maestro Lorin Maazel.
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QATAR PHILHARMONIC ORCHESTRA
Violini primi
Anton Teslia Leader
Elizaveta Hesse Co Leader
Vitalii Pervusyn Sub Leader
Alie Bekirova Sub Leader
Tobias Gette
Lilya Bekirova
Flora Kovacs
Michaela Linsbaure
Lorena Manescu
Taehyun Kim
Annemarie Ainomäe
Patrizia Döringer
Dmitri Torchinsky
Dina Leini
Violini secondi
Nina Heidenreich Principal
Ruriko Yamamoto Co Principal
Mhd Maias Al-Yamani Sub Principal
Mohamed Sharara Sub Principal
Aniko Kovacs
Kamran Mamed-Sade
Reem Khoury
Ana-Maria Rusu
Islam El Hafnawy
Shaza Oweda
Anne-Cathrin Ehrlich
Maria Amaout
Viole
Anca Florina Bold Principal
Philipp Weschke Co Principal
Andrea Mereuta Sub Principal
Victor Soumenkov Sub Principal
Michael Hesse
Edita Fabek
Judith Kelemen
Merve Kenet
Christina Alfonso Ulrich
Islam Abd Elaziz
Violoncelli
Jaka Stadler Principal
Kirill Bogatyrev Co Principal
Hassan Moataz Sub Principal
Ivaylo Deskalov Sub Principal
Kamill Musaev
Harald Georgi
Nicolas Rojanski
Christophe Leroux
Corni
Peter Davida Principal
Gideon Seidenberg Co Principal
Attila Szücs Second/Fourth
Zsolt Peter Second/Fourth
Gaetan Lagrange Third/First
Andras Chlebovics Third/Second
Peter Erdei
Laszlo Fröschl
Contrabbassi
Choul-Won Pyun Principal
Aaron Baird
Radu Lucian Mihaescu
Matteo Gaspari
Veronika Papai
Radovan Hec
Sergey Kushvid
Housam Mahaoub-Haggag
Trombe
Daniel Edelhoff Principal
Joris Laenen Co Principal
Philipp Rabmann Second
Tomoki Kirita Fourth
Rüdiger Kurz
Flauti
Nicole Pressler Principal
Alexandr Haskin Co Principal
Anita Billinger Second
Gabriele Schmid Piccolo
Oboi
Svetlin Doytchinov Co Principal
Mohamed Ibrahim Saleh Co Principal
Claire Glago Second
Kamen Nikolov Cor Anglais
Clarinetti
Rony Moser Principal
Tamas Marshall Co Principal
Thomas Gnausch Second
Simone Zanacchi Bass Clarinet
Stefan Matt Clarinet
Hermann Rid Saxophone
Tromboni
Dimo Pishtyalov Principal
James Kent Co Principal
Norbert Zakó Second
Matyas Veer Bass Trombone
Tuba
Javier Castano Medina Principal
Timpani
Kee Guan Ng Co Principal
Percussioni
Manuel Krötz
Ferdinand Schäfer
Thomas Suhrenkamp
Geza Huba
Heidi Merz
Arpe
Ya-Wen Lin Principal
Katerina Zhurauliova
Fagotti
Daniel Hrinda Principal
Yoshiko Koyama Co Principal
Jun-Cheol Lee Second
Miroslav Stoyanov Contra
Si ringrazia per l'addobbo floreale della Basilica di San Frediano il Mercato dei Fiori di Viareggio.
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