n . 1 - Editrice Monti

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n . 1 - Editrice Monti
Periodico trimestrale - Anno 19 - n. 1 - gennaio-marzo 2011
Sped. in abb. post. Art. 2 - comma 20c - Legge 662/96 Filiale di Varese
Editoriale
3
La gratitudine genera futuro
Brevi
4
Notizie e altro
Sicilia, Italia, Saronno
Università
9
6
Ri-animazione pastorale alla NSBC
Tirana
Solidarietà
7
Mamme e bimbi in difficoltà
nella “Casa di Teresa”
Cantù
Arte
9
Una chiesa dove il bello è di casa
Milano
Dossier
11 A novant’anni il coraggio di ripartire
America Latina
13 Protagonista di una nuova primavera
Testimonianza
Memoria
15
19
15 Fratel Stablum, un passo avanti verso gli altari
Beatificazione
17
Agenda
17 Una settimana dalla parte degli ultimi
Sicilia
Esperienze
19 Quando leggere fa rima con “Inchiostro”
Saronno
Società
21 Giovani tra lavoro e fragilità
Trento
Integrazione
22 Porte aperte ai fratelli filippini
Roma e MIlano
PROVINCIA ITALIANA DELLA CONGREGAZIONE
DEI FIGLI DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE
Amministrazione: Via della Luce, 46 00153 ROMA
L’orfanello dell’Immacolata
1902 - 1940
Vita concezionista
1941 - 1992
Vita con 2011
anno 19 n° 1
Hanno collaborato:
Daniele Bertoldi, Giovanni Cazzaniga,
Saverio Clementi, Leandro Lobato,
Aurelio Mozzetta, Gioacchino Santoro,
Franco Sartori, Sergio Slavazza
REDAZIONE
Via Legnani, 4
21047 Saronno (VA)
tel. 02 96708107
fax 02 96703437
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AUTORIZZAZIONE DEL
TRIBUNALE DI ROMA
n. 214 del 26-5-1993
Associato USPI
ABBONAMENTO
La rivista è come una lettera agli amici.
Coloro che desiderano contribuire al
costo della stampa possono farlo tramite c/c postale n° 15260003 intestato a
VITA CON.
DIRETTORE RESPONSABILE
Giannino Cazzaniga
La carta utilizzata per questo prodotto è
stampata da Publistampa Arti Grafiche,
azienda certificata FSC
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CHI SIAMO
“Vita con” è voce della comunità di vita consacrata fondata dal Beato Luigi Maria
Monti (1825-1900) presente oggi in venti Paesi del mondo. Il carisma montiano di
sequela del Signore Gesù si manifesta attraverso la cura e l’assistenza dei malati,
l’educazione e la formazione dei ragazzi e dei giovani, soprattutto quelli più
bisognosi. Questo carisma è condiviso anche da una comunità di donne consacrate
(Figlie dell’Immacolata Concezione della carità), da operatori professionali che
collaborano nelle diverse opere e da amici, volontari, familiari che partecipano
alla promozione di una fraternità universale secondo lo spirito del Vangelo.
Il dossier di questo numero è dedicato al recente
Capitolo ordinario della Provincia Latinoamericana che si è svolto in Argentina alla presenza del
Superiore generale fratel Ruggero Valentini. Proprio novant’anni fa, nel 1921, arrivarono nel Paese sudamericano i primi quattro religiosi Concezionisti a portare il “modello di vita” del Beato Luigi
Maria Monti. Un anniversario caratterizzato dalla
prima professione religiosa di due nuovi fratelli.
EDITORIALE
LA GRATITUDINE
GENERA FUTURO
I
l terzo millennio si è avviato da
poco, ma nella comune percezione sembra essere già abbondantemente inoltrato. Una sorta
di confusa e tremebonda attesa aleggia sulla testa di tutti; basti solo pensare al calendario maya che promette la fine del mondo nel 2012.
Praticamente dopodomani. Chissà
da dove viene fuori questa strabiliante stupidaggine, ma soprattutto
chissà chi ha avuto la genialità di inventarsela… Di solito, con cosette
così, si fanno soldi a palate.
Recentemente mi è stato chiesto se
la vita consacrata abbia un futuro e
se, in questo terzo millennio, ci sia
ancora spazio per i religiosi. Se diamo retta ai presunti Maya, la risposta
è ovvia: un no tondo tondo. Che, peraltro, detto fuori dai denti e facendo
le debite corna, dovrebbe valere per
tutti, non solo per frati e suore. Un no
all’umanità. Tutti morti, a breve. Non
è tanto, ma tanto triste?
Che gusto ci troveranno mai a inventarsi panzane così grosse, mi resta
difficile da capire. A meno che, appunto, non si pensi ai soldi a palate.
Così, mi sono ricordato di una storiella letta su un testo del padre Timothy Radcliffe che, guarda caso, si
intitola: “Essere cristiani nel XXI secolo”. Parla di un muratore che ogni
giorno per il pranzo si porta in cantiere due panini al formaggio. Mangia
un giorno, mangia l’altro, dopo un po’
di tempo non ce la fa più e sbotta:
«Basta, non ne posso più, non è possibile, sempre panini al formaggio».
Al che, un collega gli fa: «Beh, dì a tua
moglie di prepararti qualcosa di diverso, no?». «E come posso? Io non
sono sposato. I panini li preparo io».
A me sembra che, per una sorta di
“effetto maya”, faccia tanto rumore la
deriva di gruppuscoli religiosi che giocano e litigano con i panini al formaggio preparati con le loro stesse mani.
I - 2011
La recente stagione della Congregazione di Padre Monti
ha visto gli appuntamenti del Capitolo generale e dei
Capitoli provinciali italiano, indiano e sudamericano,
e ha aperto modi nuovi di guardare e di pensare
al domani della vita consacrata.
Un particolare della maestosa icona ideata dall’artista Olga Anastassopoulou in
occasione dell’ultimo Capitolo generale della CFIC
Che guardano al giorno che viviamo e
si lamentano, sempre e comunque,
perché le cose non sono più “come
una volta” e perché non rispondono
al loro vedere. Religiosi che non si
rendono conto che sono state anche
le loro mani a costruire le “cose di oggi”; e che sta sempre e solo nelle loro mani la possibilità di prepararsi
qualcosa di meno monotono, di nuovo, di più gustoso, di più gioioso.
Il futuro della vita consacrata è nelle
nostre mani. Sono tanti, infinitamente di più dei delusi lamentatori, i reli-
giosi che quel nuovo gusto gioioso lo
hanno già trovato o che, nel caso lo
stiano ancora cercando, sono certi di
trovarlo. La Vita Consacrata è un albero sano, che produce buoni frutti.
E frutti numerosi, a dispetto di quello che le crisi super-propagandate di
un occidente stanco ed acquiescente vorrebbero farci credere.
Il presente ed il futuro della vita consacrata non si leggono nella scarsità
o abbondanza di vocazioni né nel[segue a pag. 4]
3
BREVI
SICILIA
Gli ex alunni dell’Umberto I
invitati a un grande raduno
La comunità montiana della Sicilia ha
in programma un grande raduno degli ex alunni dell’Istituto Umberto I di
Siracusa (nella foto d’archivio, scattata prima del secondo conflitto
mondiale, un folto gruppo di alunni
e religiosi), almeno di quelli che lo
hanno frequentato negli anni in cui è
stato gestito dalla Congregazione dei
Figli dell’Immacolata Concezione.
L’evento è stato programmato per il 1°
ottobre 2011, anche se la data potrebbe subire delle variazioni. In vista
di questo appuntamento, il giornale
on-line “Albero di Luz”, periodico della Confederazione Padre Monti Sud
Onlus, ha inizio la pubblicazione di alcune pagine del quindicinale “Noi ragazzi” stampato negli anni Cinquanta e diffuso tra gli allievi di allora. La speranza è che qualcuno, riconoscendosi, si faccia avanti. Un tuffo nel passato nel segno dei ricordi, della nostalgia e della
gratitudine. Chi fosse interessato a partecipare o volesse contribuire con suggerimenti deve mettersi
in contatto con fratel Gioacchino Santoro telefonando al numero 339.2830656. ■
[segue da pag. 3]
l’accettazione o rifiuto che essa riceve dalla società né tantomeno nelle
formule magiche di presunte visioni,
apparizioni, messaggi e sanguinamenti di madonne e santi pluridecorati; non si costruisce né si distrugge
in base al progresso o regresso degli uomini né lo si può prevedere da
semplici proiezioni statistiche. Anche se, ovviamente, queste aiutano,
non dimentichiamo mai che Dio fa
nascere figli di Abramo anche dalle
pietre… basta questa piccola affermazione di Gesù a mandare a gambe all’aria ogni nostra previsione costruttiva o distruttiva.
Occorre, allora, guardare da altre
parti, cercare in altre regioni dell’anima, attivare interessi nuovi, progettare su base di calcoli diversi e non
sempre rispondenti a logiche matematiche. Nessuno è stato condannato da Gesù più degli esigenti farisei
castigatori di costumi altrui, né dalla
4
Chiesa più dei “profeti di sventura”
(Giovanni XXIII, Messaggio di apertura del Concilio Vaticano II), vecchi
corvi sempre accigliati e incapaci di
godere della bellezza di Dio.
La recente stagione della Congregazione di Padre Monti ha visto gli appuntamenti del Capitolo generale e
dei Capitoli provinciali italiano, indiano e sudamericano, ed ha aperto
modi nuovi di guardare e di pensare
il futuro. Ha attivato un cammino di
supernazionalità non riscontrabile
nelle stagioni precedenti, più accentuato di quello che in tali stagioni si
percorreva. Ha caricato la storia comune di un cambio generazionale visibilissimo, che potrà fare solo bene
alla Famiglia. Ha dato ai singoli Fratelli, specie quelli lontani dal “centro
storico” della nostra civitas comune,
uno sguardo più messo a fuoco sul
mondo intero proprio perché più posizionato sul pezzo di mondo affidato alle loro mani.
I Capitoli, insomma, non hanno con-
tinuato a preparare i soliti due panini
stantii, ma si sono espressi per il di
più e per il diverso da gustare. Lo
Spirito è all’opera. È possibile prevedere l’avvenire – diceva David Maria
Turoldo – ma il futuro è nelle mani di
Dio. Tocca a noi, comunque la vogliamo mettere! E tocca a noi imparare a non lamentarci né a causa di
tutti i possibili stravolti calendari maya né per colpa di tutti i panini al formaggio che dovessimo incaponirci a
preparare. Tocca al nostro vedere e
al nostro saper dire grazie, perché il
Signore ci apre sentieri davanti agli
occhi (e non lo fa con tutti) e ci fa vedere più in là (e non a tutti dona occhi sufficienti)… e se per caso dovessimo chiederci perché proprio a
noi, sarà opportuno dirci chiaro che
non lo dobbiamo alla nostra bravura,
ma alla volontà di Lui che guida come e dove vuole. È così che il futuro
inizia ad aprirsi: se parte dalla grazia
e dal dire grazie. ■
PAM
I - 2011
BREVI
ITALIA
Nuove nomine
per comunità
e settori
L’inizio del 2011 è stato caratterizzato da
una serie di nuove nomine all’interno della
Provincia italiana della CFIC come superiori
delle comunità e responsabili di settore.
Nel primo caso il Consiglio provinciale (nella foto) ha provveduto a scegliere i seguenti religiosi: Mario di Leginio (Casa provinciale), Daniele Bertoldi (IDI-San Carlo),
Aurelio Mozzetta (Saronno), Terenzio D’Ortenzio (Montefiascone), Aldo Genova (Cantù-Erba), Stefano Caria (Polistena), Antonio Angioni (Siracusa), Mario Pesenti (Milano), Matteo Kalliyadiyil
(Arco), Aldo Valentini (Maestro dei novizi della Provincia Italiana). Responsabili di settore sono stati invece
nominati Gioacchino Santoro (Padre Monti Sud e coordinatore dell’animazione e formazione vocazionale),
Natalino Poggi (Economo e responsabile del CED), Franco Decaminada (Complesso integrato IDI Sanità),
Aldo Genova (Area educativa Nord Italia), Aurelio Mozzetta (Centro studi montiano di Saronno), Mariano
Passerini (Progetto in Crozia con sede a Kutina). ■
SARONNO
Esperti da tutt’Italia
al convegno
di medicina sportiva
Sabato 5 marzo 2011, presso l’Istituto Padre Monti di Saronno, si è svolta l’ottava edizione del Convegno nazionale di medicina e scienza dello sport.
Questo il tema affrontato: “L’Ambulatorio di medicina dello sport. Oltre l’idoneità”. All’iniziativa hanno aderito medici, fisioterapisti, allenatori, preparatori atletici, studenti in Scienze Motorie, atleti.
L’incontro è ormai diventato un appuntamento assai gradito da tutti coloro che operano nel settore
per la presenza di relatori qualificati. Il tema al centro del confronto di questa edizione ha permesso
di analizzare temi collegati alla prevenzione degli
infortuni tra coloro che praticano il calcio. L’Ambulatorio di medicina dello sport di Saronno ha come
Direttore Sanitario il dottor Frédéric Peroni Ranchet. Al termine del convegno si è svolta la premiazione dei vincitori della terza edizione del Memorial Piero Mognoni. Il convegno ha avuto il
patrocinio, oltre che della Provincia Italiana della
CFIC, dell’ASL e della Provincia di Varese, della
Città di Saronno e dell’Azienda ospedaliera locale.
Nelle foto, due momenti del convegno ■
I - 2011
5
UNIVERSITÀ
TIRANA
RI-ANIMAZIONE
PASTORALE
ALLA NSBC
Costituito un Consiglio
Pastorale Universitario
in rappresentanza di tutte
le componenti dell’ateneo.
Una Pasqua vissuta nel
segno della solidarietà.
«È
vero che siamo in un
contesto sanitario, ma
non mi sembra il caso
di usare questo titolo
– Ri-Animazione – per le nostre iniziative», così saltò su uno del gruppo alla mia proposta. «Direi invece che ci
vuole proprio, per svegliarsi dallo stato semi-comatoso in cui viviamo... e
c’è di più di una semplice condizione
fisica: abbiamo un cuore, un’anima,
un fuoco dentro che deve essere... rianimato! Siamo a Pasqua sì o no?!
Non sentite il bisogno di una scossa,
di un po’ di calore, di un forte vento di
primavera, di una vita nuova? Tutto si
rianima, tutto sboccia, tutto rifiorisce... e noi ce ne stiamo rattrappiti
come in pieno inverno. Buttiamo via
le maglie di lana, ci mettiamo in maglietta, ma dentro viaggiamo ancora
con la giacca a vento».
Non dico che scoppiò un applauso
alle mie parole, ma ci mancò poco.
Siamo partiti così, alcuni mesi fa,
per riavviare il discorso di costituire
un Consiglio Pastorale Universitario. Detto… fatto! L’ok del Rettore,
alcuni contatti personali, un giro di
mail e ci si ritrova non solo per guardarsi negli occhi, ma convinti e decisi a mettere nero su bianco per
una ripartenza spirituale nell’ambito
dell’Università “Nostra Signora del
Buon Consiglio” di Tirana.
Brevi le formalità: confermata la pre-
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senza di alcuni docenti, delle suore,
di un prete, di un rappresentante del
personale; ma c’è una novità: la proposta – subito condivisa – di allargare i paletti della tenda per inserire nel
Consiglio almeno un rappresentante
per ogni corso di laurea. «E adesso –
dice qualcuno – la Pasqua bussa alle
porte, che facciamo?» La proposta di
una Via Crucis preparata e gestita dagli studenti trova subito il consenso.
Un testo “graffiante”, corredato da
immagini significative e da un sottofondo musicale appropriato e la speranza che altri, molti ci auguriamo,
partecipino e vivano questo “momento dello spirito” nell’imminenza
della Pasqua. Silenzio! Tutto qui?
«A me sembra che non sia sufficiente pregare – interviene una studentessa – accanto alla preghiera ci vuole la carità, cioè dovremmo pensare
a qualche gesto significativo, concreto. So di tre case-famiglia a Durazzo che ospitano dei bimbi, perché
non pensiamo anche a loro? Raccogliamo qualcosa, andiamo a trovarli,
facciamo festa con loro. Anche questi bambini e bambine hanno diritto
di essere felici!»
Padre Franco, suor Natalina e alcune
studentesse del Consiglio pastorale
La proposta piace, trova adesione, è
alla portata di tutti. E un primo fatto
positivo è questo, che i pochi “addetti ai lavori” passano parola, aggregano altri e l’indomani ci si trova
in tanti attorno al tavolo di lavoro
con foto, pennarelli e tanto cuore: tre
cartelloni che illustrano l’iniziativa,
da collocare nell’atrio dei due poli
universitari e in biblioteca, un cesto
per la raccolta dei doni e una cassettina per qualche offerta. Tutto
concorre a dare corpo alle buone
idee.
In realtà, se Pasqua è “fare il passaggio”, agendo così, “passiamo”
anche noi: dal pensare solo a noi
stessi per farci carico dell’altro, nel
nostro caso dei piccoli. E sono arrivati fin dal primo mattino, con sorpresa di tutti, alcuni doni: un bellissimo peluche e tre vestitini colorati
per bambini. Con la Via Crucis di
Gesù che è stata vissuta con spirito
rinnovato, ci si è messi in sintonia
con un cammino che si chiama accoglienza, prossimità, prendersi a
cuore le persone e gioire insieme. ■
Franco Sartori
Anche l’ingresso dell’Università diventa luogo di incontro e di confronto
IV - 2011
MAMME E BIMBI
IN DIFFICOLTÀ
NELLA “CASA DI TERESA”
La comunità, dedicata alla mamma del Beato Monti, è stata pensata e realizzata per chi
sta attraversando un periodo di grande difficoltà e necessita di un forte sostegno
umano ed educativo.
I
l 10 febbraio 1811, giusto duecento anni fa, Angelo Monti e
Maria Teresa Monti (avevano
proprio lo stesso cognome) si
sposarono nella chiesa di San Pancrazio a Bovisio Masciago. Erano i
genitori del Beato Luigi Monti. Misero al mondo ben undici figli, anche
se quattro morirono in tenera età. Insieme accompagnarono gli altri sette
sui sentieri che Dio aveva preparato
per loro. Angelo morì nel 1837, Maria
Teresa nel 1845. Il Beato, rimasto orfano ancora giovane, crebbe seguendo gli insegnamenti dei genitori,
persone buone e di grande fede.
È nel ricordo di mamma Teresa che è
stata fondata una comunità educati-
va in grado di accogliere mamme e
bambini in difficoltà. Si trova al primo
piano dell’Istituto “Immacolata
Concezione” di Cantù, in provincia
di Como. La “Casa di Teresa” è stata pensata e realizzata per chi sta attraversando un periodo di grande difficoltà e necessita di un forte sostegno umano ed educativo: gestanti; madri che necessitano di un percorso di supporto e accompagnamento per la cura dei propri figli;
ragazze giovani (anche minorenni,
sole, in gravidanza o neo-mamme)
che si trovano in condizioni di abbandono da parte dei nuclei familiari di origine; donne alla ricerca di un
luogo che possa offrire sostegno nel-
la cura dei figli e allo stesso tempo riparo e protezione in caso di maltrattamento; madri con problemi economici e abitativi a causa di separazioni
conflittuali; madri straniere in difficoltà in quanto sole e non integrate con
il contesto sociale.
«Questa struttura – spiega fratel Aldo Genova, responsabile dell’area
educativa Nord Italia della CFIC – si
propone di favorire nelle mamme la
consapevolezza di una maternità responsabile, e allo stesso tempo garantire ai bambini tutto il necessario
per soddisfare le loro esigenze primarie, oltre che l’indispensabile apporto educativo che la loro particolare condizione richiede».
Fratel Aldo Genova è il superiore della comunità di Cantù-Erba e responsabile dell’area educativa Nord Italia della CFIC.
A destra, l’Istituto Immacolata Concezione di Cantù dove ha sede la “Casa di Teresa”
I - 2011
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SOLIDARIETÀ
CANTÙ
SOLIDARIETÀ
La scheda
UN CONCERTO A ROMA PER RACCOGLIERE FONDI
Un concerto di beneficenza per sostenere il progetto “La Casa di Teresa” si è svolto il 26 marzo presso l’auditorium Michelangelo di Roma, in memoria del Maestro Roberto Pregadio. La manifestazione, promossa dall’Associazione Amici di Nostra Signora del Buon Consiglio Onlus, è stata presentata dalla conduttrice Antonella Clerici. Lo spettacolo ha visto l’esibizione dell’orchestra “Big Bomb Band”, diretta dal maestro Giordano
Lai. Sul palcoscenico si sono alternarsi numerosi artisti. L’iniziativa ha avuto il patrocinio del Comune di Cantù, a conferma dello stretto legame esistente tra la “città del mobile” e i Concezionisti.
«La loro storia – sottolinea il sindaco Tiziana Sala – è strettamente intrecciata a quella di Cantù. Oggi la Congregazione è una presenza straordinaria, soprattutto nell’ambito del sociale, che è vissuto e affrontato con una
concezione moderna e attiva. È anche grazie alla loro presenza se la mia amministrazione ha potuto avviare progetti e programmi d’interventi, senza delegarne la gestione a realtà esterne alla città. Programmi e progetti che
sono informati al principio della sussidiarietà, e che mette dunque al centro dell’azione la persona e le sue necessità. La “Casa di Teresa” è realizzata proprio in quest’ottica e con le motivazioni ricordate». ■
La comunità si caratterizza per i
grandi spazi di cui dispone: tre camere con bagno destinato ad accogliere nuclei familiari, un miniappartamento a disposizione di un nucleo
in fase di uscita, spazi comuni (sala
giochi per i bimbi, cucina-sala da
pranzo, un bagno, lavanderia-guardaroba), una camera destinata al
personale educativo. La “Casa di Teresa” è inoltre inserita all’interno della grande struttura polivalente dell’Istituto “Immacolata Concezione”
che comprende anche aree attrezzate in un grande parco verde con moderni campi da calcio, basket e pallavolo. Può ospitare non più di
quattro madri con figli, fino a un massimo di dieci persone. È possibile accogliere in modo rapido (entro 24 ore)
soggetti che si trovano a vivere situazioni di particolare urgenza.
«La comunità – aggiunge fratel Aldo –
rappresenta, in ordine di tempo, la
più recente realtà di accoglienza di ti-
po residenziale realizzata dalla Provincia Italiana della CFIC. Essa si colloca all’interno del più ampio progetto denominato “Si tratteranno
come Figli”, che costituisce una rete
di servizi educativi, di accoglienza
formativi e clinici nella Regione
Lombardia». L’iniziativa è sostenuta
dalla Fondazione Cariplo e da
aziende del territorio, con il concorso
del Comune di Cantù.
Gli ospiti sono seguiti da un’équipe
che lavora secondo un’ottica multidisciplinare integrata. Si compone di
una coordinatrice e di due educatori
che si alternano in turni, orario notturno compreso. Una psicologa, oltre a monitorare periodicamente lo
stato psicologico dei minori e delle
madri in comunità, guida gli interventi degli operatori e supervisiona
le dinamiche relazionali all’interno
dell’équipe stessa. Mantiene inoltre
contatti con le strutture specialistiche
e, se necessario, partecipa agli in-
contri con i servizi socio-assistenziali del territorio. Un video-clip di presentazione della “Casa di Teresa” è
stato realizzato da un ragazzo della
comunità proveniente da una situazione familiare particolarmente difficile. Le voci di una ragazza in attesa
di un figlio e di un bambino rendono
in modo assai efficace le finalità dell’iniziativa. ■
Saverio Clementi
Alcune immagini del video-clip
realizzato per far conoscere le finalità
della “Casa di Teresa”
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I - 2011
ARTE
MILANO
UNA CHIESA
DOVE IL BELLO
È DI CASA
M
ilano, piazza Frattini. Qui
si trova l’unica parrocchia
italiana gestita dalla Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione. La presenza della CFIC in questa zona della
metropoli lombarda risale a più di un
secolo fa. Nel corso del tempo il carisma montiano si è qui concretizzato in alcune opere tipiche dell’attenzione ai minori: un orfanotrofio,
avviamento lavorativo con annessa
una tipografia, una scuola media.
Oggi, quello che allora era un quartiere periferico, è diventata una zona
della prima periferia milanese, a pochi chilometri di distanza dal centro
storico. È cambiata anche la presenza dei Concezionisti, essendosi
adeguata alle mutate condizioni ed
esigenze del tempo e della società.
La chiesa dedicata all’Immacolata
Concezione è stata costruita nel
1963, su progetto dell’architetto
Mario Baciocchi, ed è diventata
parrocchia nel 1986 aderendo a una
precisa richiesta dell’allora Arcivescovo di Milano, il cardinale Carlo
Maria Martini. È affidata alle cure
pastorali di una comunità guidata
da padre Mario Pesenti. Con lui
operano padre Gaetano Graziani
(che è il parroco), padre Rodolfo
Maramba e padre Shajan Paul
Thachiathu: due italiani, un filippino e un indiano. Una presenza multietnica e multiculturale che bene si
adatta ad una grande città sempre
più caratterizzata dalla presenza di
stranieri provenienti da ogni parte
del mondo. In passato, in questa
sede hanno operato alcuni religiosi
Concezionisti che hanno lasciato un
segno profondo nella storia della
Congregazione.
I - 2011
Ultimati i lavori di ristrutturazione del presbiterio nella
chiesa dell’Immacolata Concezione. Costruita nel 1963,
è da 25 anni l’unica parrocchia italiana gestita dalla CFIC.
Ecco come si presentava l’interno della chiesa prima dei lavori di ristrutturazione
del presbiterio. In alto, una veduta attuale
9
ARTE
Padre Mario Pesenti
Attualmente la chiesa è una delle
tante parrocchie milanesi, con l’unica
differenza di essere affidata a una
congregazione religiosa. È proprio a
partire dalle nuove indicazioni in
campo liturgico che pochi mesi fa è
stato ultimato un importante intervento di ristrutturazione dell’edificio,
in particolare del presbiterio. I lavori
sono stati eseguiti sotto la direzione
dell’architetto trentino Andrea Bonazza, nome noto all’interno della
CFIC per avere eseguito altre importanti opere in varie sedi targate Padre Monti.
«Era da molto tempo che si doveva
provvedere a mettere ordine nello
spazio del presbiterio per adeguarlo
alle nuove norme liturgiche – spiega
padre Mario –. I lavori sono stati perciò eseguiti in stretto contatto con la
Curia diocesana che ha visionato e
approvato il progetto. Abbiamo anche approfittato per sostituire la pavimentazione costruendo un vespaio
dove collocare un nuovo impianto di
riscaldamento. È stata inoltre creata
un’area dove collocare i confessionali, per rendere così più accogliente lo
spazio riservato al sacramento della
Riconciliazione. I lavori sono stati resi possibili grazie a un finanziamento
comunale e ai risparmi accantonati
dalla parrocchia nel corso degli anni».
Il colpo d’occhio sul presbiterio rende giustizia allo sforzo sostenuto. Il
battistero si trova ora collocato alla
sinistra al posto di una precedente
cappella laterale. Ma è soprattutto
l’altare ad aver risentito maggiormente dell’intervento. Si trattava di
armonizzare il nuovo con il vecchio,
10
anche perché quest’ultimo era uscito tanti anni fa dalla Scuola Beato
Angelico, una dei più rinomati istituti d’arte d’Italia. La soluzione è stata
trovata costruendo una cappella feriale alle spalle del presbiterio, dove
è stato collocato il vecchio tabernacolo opportunamente riportato all’antico splendore. Soltanto un crocifisso è rimasto al suo posto. La
mensa è stata invece sostituita perché era in legno e pensata come
provvisoria. È stata costruita in marmo a due colori, così come l’ambone, il battistero e la sede del celebrante. Sarà ora possibile procedere
alla consacrazione della chiesa che
fino ad oggi non è avvenuta proprio
per la mancanza di una mensa stabile e definitiva.
La chiesa è nell’insieme molto luminosa grazie alle belle vetrate coloratissime, anch’esse della ScuolaBeato Angelico, che riproducono 26
santi. Sopra la porta centrale si trova
invece un grande rosone con al centro la colomba dello Spirito Santo.
La parrocchia ha una popolazione di
circa novemila persone e appartiene
al Decanato Giambellino. È una zona caratterizzata da una significativa
presenza di stranieri e da un costante turn over dei residenti. «L’alta percentuale di case in affitto – spiega
padre Mario – fa sì che molte giovani coppie tendano a trasferirsi appena sono in grado di acquistare una
casa. Restano le persone anziane.
La frequenza alla messa domenicale
è di circa 1500 persone, una media
tra le più alte della zona».
L’attività pastorale che fa capo alla
parrocchia è vivace e ben inserita
nel contesto diocesano. Esiste un
oratorio frequentato dai ragazzi al
cui interno si fa catechismo e si praticano attività sportive. Operano poi
la Caritas, un Centro d’ascolto e un
Gruppo Terza Età. Insomma, una
presenza attiva e attenta ai segni dei
tempi. ■
Saverio Clementi
La chiesa milanese dedicata all’Immacolata Concezione è stata costruita nel 1963
ed è parrocchia dal 1986
La cappella feriale è stata ricavata nella parte posteriore del presbiterio e arredata
utilizzando il vecchio tabernacolo
I - 2011
DOSSIER
AMERICA LATINA
A NOVANT’ANNI
IL CORAGGIO
DI RIPARTIRE
S
i fa presto a dire “America
Latina”. In realtà è un vasto
mondo di differenze, quelle
che si riferiscono ai popoli
nativi e quelle introdotte da un’intensa immigrazione da altri continenti. In
questo caleidoscopio di popoli la presenza montiana compie novant’anni
e dalla “casa madre” dell’Argentina
si è ramificata in Bolivia e Perù. Senza dimenticare il Brasile, con la comunità di Foz do Iguaçu.
Nel mese di gennaio si è tenuto nella
casa di Cabana (Cordoba) il Capitolo della Provincia Latinoamericana,
appuntamento triennale che vede i
delegati riunirsi per effettuare un bilancio e una programmazione. Anche
i religiosi devono confrontarsi sui passi compiuti e sul senso della propria
azione nel mondo e nella Chiesa.
Passaggio generazionale
Attualmente sono circa quaranta i religiosi della Provincia, alcuni dei quali
operativi in altri continenti. Una realtà
numerica contenuta, che vive una fase cruciale della propria storia: cresce
la componente dei giovani, portatori
di novità e di slancio, e diminuisce –
come è ovvio – la componente dei religiosi anziani. Questi, d’altra parte,
rappresentano un elemento di congiunzione con i primi pionieri, giunti
dall’Italia nel 1921 e negli anni successivi, dai quali sono stati accolti e
formati.
In questo contesto è crescente il bisogno di memoria storica, in particolare nei confronti di alcuni religiosi che
hanno lasciato un’autentica testimonianza di santità. Merita una segnalazione particolare, sebbene la sua
scomparsa sia ancora recente, padre
Lucas Gialileola, uomo di profonda
I - 2011
Era il 1921 quando quattro Fratelli lombardi arrivarono in
Argentina: portavano il “modello di vita” di Luigi Monti,
profondamente ispirato al messaggio di Cristo. Cronaca
da un Capitolo della Provincia Latinoamericana.
Il nuovo Consiglio della Provincia Latinoamericana eletto dal Capitolo
che si è riunito a Cabana, in Argentina
spiritualità, di essenzialità di vita e di
coraggio pastorale.
In Argentina si respira uno stile montiano originario che in Italia si è modificato nel corso del tempo, per effetto dei cambiamenti culturali degli
ultimi decenni. Laggiù si riscontra ancora un forte e diffuso sentimento di
partecipazione al carisma, sia nella
spiritualità mariana che nel riferimento al Beato Fondatore.
Nel frattempo si assiste anche a
una progressiva secolarizzazione,
che scompagina le forme comunitarie e un senso globale della vita, soprattutto nelle grandi aree urbane.
Essere cristiani diviene così un’avventura sempre più impegnativa per
i consacrati e per i cristiani laici.
Un vasto lavoro educativo
L’ambito della scuola è quello che si è
maggiormente sviluppato. In Argentina vi sono sette colegios con circa
settemila studenti, un notevole lavoro
a fianco delle famiglie per l’educazione dei figli. Sono nate anche nuove
realtà: una casa per anziani, una cappellania ospedaliera, centri diurni per
minori, due parrocchie.
Si coglie nei religiosi uno spiccato
desiderio di evangelizzazione, attraverso forme di aggregazione giovanile spesso ispirate al “primo” Luigi
Monti, quello che nel paese natale di
Bovisio Masciago animava la sua
Compagnia di coetanei.
Le sfide che si presentano per il futuro sono soprattutto rivolte alla formazione, che è il vero banco di prova di
un sano cammino vocazionale e umano. Ma non solo, perché i religiosi sentono di non poter più fare da soli, ma
devono circondarsi di cristiani laici impegnati e collaborativi. Un processo
che non sarà breve, questo, ma che
apre a una nuova ecclesialità, più partecipata e corresponsabile nell’annuncio del messaggio evangelico. ■
R.V.
11
DOSSIER
La scheda
TUTTI I NUMERI
DI UNA PRESENZA
Tre sono i Paesi che compongono la Provincia Latinoamericana: Argentina, Bolivia e Perù.
Totale dei religiosi: 32
Religiosi di voti perpetui: 28
Religiosi di voti temporanei: 4
Religiosi sacerdoti e diaconi: 11
Comunità: 9
Sede della Provincia: Córdoba (Argentina)
Centri scolastici e di formazione professionale: 8
Parrocchie e cappelle pubbliche: 9
Centri diurni per bambini: 1
Mense per bambini e ragazzi in difficoltà: 4
Cappellania ospedaliera: 1
Casa di riposo per anziani: 1
Opere formative: 3 ■
DUE GERMOGLI
DI “NUOVA VITA”...
Il 19 marzo scorso, solennità di San
Giuseppe, nella cripta della chiesa dedicata a Nostra Signora di Lourdes della città di Córdoba, in Argentina, hanno
fatto la loro prima professione due
nuovi Figli di Padre Monti. Un evento
che ha riempito di gioia l’intera comunità montiana dell’America Latina.
Il primo è fratel Davidson Fleurilus, di 32 anni. D’origine haitiana, ha
conosciuto la Congregazione dei Figli
dell’Immacolata Concezione tramite
internet nel suo paese natio e si è lanciato nell’avventura di lasciare la sua famiglia e la sua terra, di imparare una nuova lingua, il tutto per seguire la volontà di Dio. È un amante dello sport e gli piace essere sempre informato sulla realtà. Nel suo cuore
coltiva il sogno di portare il carisma montiano nella sua terra d’origine.
L’altro è fratel José Alberto Román Cuéllar, di 23 anni. Nato a Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia. Ha conosciuto la Congregazione di Padre Monti nella sua città attraverso l’esperienza apostolica del Centro diurno “San José”. Dopo aver a lungo riflettuto ha deciso di farne parte. Ama lavorare tra i bambini e i giovani e
si prepara attualmente per diventare insegnante di Scienze Sacre. Ha sviluppato, lungo il cammino di formazione, una particolare sensibilità per l’arte e il lavoro manuale.
Entrambi sono una conferma della vivacità della Famiglia Montiana in America Latina.
Nella foto, i due nuovi fratelli della Provincia latinoamericana: Davidson Fleurilus (a sinistra)
e Josè Alberto Roman Cuéllar ■
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I - 2011
DOSSIER
TESTIMONIANZA
PROTAGONISTA
DI UNA NUOVA
PRIMAVERA
P
er noi Concezionisti, è norma che ogni tre anni si celebri un Capitolo dedicato alla vita di una Provincia: è
una scadenza utile per analizzare il
percorso compiuto nell’arco di un
triennio, per progettare e porsi nuove sfide, per scegliere – soprattutto
per scegliere – un nuovo Superiore
provinciale.
Questo è quanto in linea di massima
ci si può aspettare da una riunione
come questa, ma per noi Figli di Padre Monti latinoamericani questa
volta, pur nell’ordinarietà, la cosa è
stata diversa.
Nello scorso gennaio, abbiamo celebrato il nostro XV° Capitolo provinciale ordinario, ma non l’abbiamo
celebrato solo perché era arrivata la
scadenza naturale per celebrarlo: in
tutti noi c’era un desiderio, unanimemente condiviso, di vivere questo
momento. E questo, mi azzardo a dire, non è cosa di poco conto. Abbiamo scelto, questo sì, un nostro fratello come nuovo Provinciale, ma
soprattutto abbiamo condiviso. Che
cosa? Sogni? Che altro? Insieme
abbiamo analizzato la nostra realtà,
abbiamo progettato un presente
possibile come base di un futuro altrettanto possibile; abbiamo pregato, celebrato e atteso. Sì, abbiamo
atteso e creduto, rinnovando la nostra fiducia nella Divina Provvidenza,
che non viene mai a meno, e – contemporanemente – la nostra fiducia
(cosa non sempre facile) nella nostra
umanità, che pur fragile e limitata, se
messa nelle mani di Dio, può significare veramente tanto.
Dopo 90 anni di presenza in terra sudamericana, sarebbe logico pensare
che la fantasia si sia in parte esaurita
I - 2011
Le impressioni di un giovane Fratello che ha partecipato per
la prima volta al Capitolo provinciale. Una scadenza attesa
e vissuta con particolare intensità.
e che la fiamma di vita che i primi
quattro frati concettini portarono tra
di noi sarebbe oggi abbastanza invecchiata. Invece, ancora una volta,
insieme, abbiamo scoperto – anzi,
abbiamo ancora riscoperto – che
continuiamo a essere chiamati e inviati ad esprimere novità e vita, e non
solo all’interno della nostra giurisdizione, bensì siamo oggi chiamati a
condividere le nostre richezze con
l’intera Congregazione. Il XV° Capitolo ordinario, infatti, ci ha aiutati a
discernere un po’ di più sulla nostra
identità, sulla nostra vocazione e
missione all’interno della CFIC.
Allora... soltanto belle idee? Certamente no. Abbiamo celebrato un
Capitolo “operativo”, un Capitolo di
“scelte”, di coraggiose scelte che
senz’altro andavano fatte.
Per me, religioso perpetuo da solo
due anni, è stata la mia prima espe-
rienza di partecipazione come Capitolare: in precedenza ne sono stato
coinvolto, ma solo in qualità di aiuto
all’interno della segreteria. In questa
occasione, però, toccava anche a
me discernere, parlare, decidere,
scegliere. In sintesi: essere un po’
protagonista di questa nuova stagione primaverile che, chi più chi meno,
tutti quanti abbiamo respirato.
Finite le sedute, ho lasciato la sala
delle riunioni con una grande serenità, frutto della profonda convinzione
che quanto in questo Capitolo si poteva fare si è fatto. Non nego che nel
cuore di tanti (io incluso) ci si aspettava forse di poter andare ancora oltre, ma padrone del nostro tempo è
solo Dio, e il Signore sa che ciò che
ora ci aspetta per il futuro è veramente tanto. ■
Leandro Lobato
Nella foto, i religiosi che hanno partecipato al XV° Capitolo provinciale ordinario
latinoamericano
13
DOSSIER
La partecipazione a un Capitolo vede
l’alternarsi di momenti di preghiera, di
dialogo e di confronto sui principali
problemi della Congregazione.
Il XV° Capitolo Latinoamericano si è
svolto in Argentina, nella Casa de retiros
“Padre Luis Maria Monti” di Cabana,
località vicina a Córdoba
Fratel Gustavo Edgardo Ferreyra (sopra)
è il nuovo Superiore della Provincia
Latinoamericana. Prende il posto di
fratel Esteban Duarte che l’anno scorso
è stato eletto nel Consiglio generale
della CFIC. A sinistra, il nuovo Consiglio
provinciale con il Superiore generale.
Da sinistra, fratel Carlos Abraham,
padre Hector Varela, fratel Ruggero
Valentini, fratel Gustavo Edgardo
Ferreyra, fratel Raul Sena Venez, padre
Hector Mastrocola
14
I - 2011
MEMORIA
BEATIFICAZIONE
FRATEL STABLUM,
UN PASSO AVANTI
VERSO GLI ALTARI
C
on la consegna del Sommario della Positio al relatore
padre Daniel Ols (op), si è
compiuto un piccolo passo
avanti nel progressivo cammino della
Causa di Beatificazione di Emanuele
Stablum. Il Sommario è un volume di
circa quattrocento pagine che raccoglie nella prima parte la sintesi delle
testimonianze rese da quarantanove
testimoni: otto sacerdoti non della
Congregazione Figli dell’Immacolata
Concezione, sei religiosi e sacerdoti
della CFIC e 35 laici.
In questa sintesi si è riportato dalle
testimonianze quanto è stato espresso dai testi in merito alle virtù teologali e cardinali eminentemente vissute dal Servo di Dio. È questa la
parte più importante. Da queste testimonianze verranno estratte le prove per affermare l’eroicità delle virtù
del Servo di Dio.
Nella seconda parte del Sommario
sono stati raccolti tutti i documenti ri-
Prosegue il lungo e delicato cammino della Causa
di Beatificazione del Servo di Dio. Consegnato un volume
di quattrocento pagine che raccoglie
testimonianze, documenti e scritti.
guardanti la vita, la vita consacrata, il
curriculum studiorum, l’attività professionale e scientifica del Servo di Dio.
Nella terza parte viene riportata una
selezione dei suoi scritti inediti. Soprattutto nei diari della sua gioventù
si trovano molte spontanee invocazioni come questa:
«Tuus sum ego salvum me fac» (si riscontri il Totus tuus di Giovanni Paolo II di monfortana memoria). «Tu nostro, Maria succurre labori». «Mater
mea Fiducia mea» (2 dicembre 1917).
«Che io trovi te solo, Gesù, che io
apra a te tutto il mio cuore, che io
goda di te, come desidera l’anima
mia, e nessuna creatura mi muova e
mi riguardi, ma tu solo parli con me e
io con te, come suole parlare l’amico
all’amico. Questo io cerco questo io
desidero: che il mio cuore tutto sia a
te unito e mediante la santa Comunione impari ad amare le cose celesti ed eterne. Ah, mio Gesù, quando
sarà che io arriverò ad essere tutto
unito e assorto in te e dimentico totalmente di me stesso? Che tu viva
in me e io in te e facciamo così una
sola cosa» (21 dicembre 1925).
Tra gli scritti ai religiosi vi sono lettere che hanno come destinatario il
Superiore generale Stanislao Pastori. Egli ha governato la Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione per trentatré anni, dal 1920 al
1953. Il Servo di Dio ebbe un feeling
Fratel Emanuele Stablum con sorella Pia, morta novantenne pochi anni fa. A destra, al centro della foto, con alcuni confratelli
I - 2011
15
MEMORIA
Emanuele Stablum con il camice da medico e con alcuni colleghi (seduto a sinistra) nel corso di un confronto su problemi scientifici
straordinario con padre Pastori. Visse
nella stessa comunità per dieci anni
dal 1915 al 1925 e ancora dal 1927
al 1931. Fratel Emanuele, ritornato
laureato da Napoli a Roma, curò come primo paziente proprio il Superiore generale, malato di polmonite
doppia con complicazioni cardiache.
A lui scrisse con ardore diverse lettere incoraggiandolo a presentare ai
confratelli lo spirito del fondatore:
«... Badi, Padre, diletto figlio del P.
Fondatore, che la Congregazione attende da lei il soffio vitale, vivificatrice dello spirito che ha ereditato dal
Padre Luigi!... La mia anima ardente
e calda che sente queste cose e le
dice piangendo qui davanti al ritratto di P. Luigi e le dice per amore e
con la più grande convinzione…»
(22 gennaio 1925).
Le lettere più significative sono quelle scritte alla mamma e alla sorella
più piccola Pia. Nel cuore della notte apriva il suo cuore e la sua mente
ai suoi cari; per alcuni minuti viveva a
Terzolas nella sua casa natale con loro per comunicare ad essi i suoi problemi, i suoi progetti, le sue pene.
Apriva loro il suo spirito.
Il Servo di Dio alle prime avvisaglie
del morbo che lo avrebbe portato alla morte, così scriveva alla mamma:
«Carissima mamma, mi ha fatto
molto piacere la vostra lettera che
ho letto con vero godimento. Ho ri-
16
preso il lavoro, ma con orario un po’
ridotto e la sera soprattutto non sto
più fin tardi nello studio perché... mi
mandano a letto presto, sempre prima delle 11. Stasera mi hanno già
cacciato via e questa lettera ve la
scrivo in camera, quasi di nascosto,
come i bambini, perché dicono i
miei medici che mi sono strapazzato troppo e adesso basta. Veramente della salute io non ho mai fatto
nessun conto e adesso che divento
vecchio (aveva 53 anni, ndr) forse
è bene tenerla un po’ dacconto»
(14 dicembre 1948).
Il Servo di Dio fu per la sorella, che
aveva solo due anni quando partì per
seguire la sua vocazione, il suo pedagogo, il suo direttore spirituale, il
suo medico. La sorella Pia ancora
novantenne rileggeva le sue lettere
per sentire la sua voce di padre più
che di fratello.
Il Servo di Dio aveva più facile la
penna che la parola. Nel Sommario
sono raccolte le pagine più significative dei suoi scritti inediti. In essi rimarcava la sua fondamentale convinzione che si deve curare tutto
l’uomo nel malato. Sono questi i passi che lo consacrano araldo dell’alleanza terapeutica.
Sono molte nel mondo le università
che hanno posto l’attenzione sulle relazioni tra lo spirito e il corpo nella
malattia. Queste sono arrivate alla
conclusione che la cura dello spirito è
essenziale alla guarigione del corpo.
Nel suo epistolario ai familiari, tutti
amanti della natura, fa capolino lo
scambio di fiori, sementi, bulbi, un
mercatino tra Roma e Terzolas. Nelle numerose lettere emergono le attenzioni del Servo di Dio per i familiari giovani e anziani malati, per i
vecchi zii isolati in san Biagio.
Il Servo di Dio invia consigli, ricette e
campioni di medicine. Terzolas, piccolo paese frazione di Malé che non
aveva il medico condotto. Anche per
gli amici della famiglia funzionava da
Roma il sostituto.
Il volume del Sommario raccoglie anche l’esaustiva relazione di padre
Giuseppe Cagni, presidente della
Commissione storica della Causa.
Il postulatore rimane ora in attesa di
avere di rimando il volume del Sommario con le osservazioni del Relatore della Causa.
Il postulatore, oltre a informare i fedeli sulle tappe della Causa, sente di
dover suscitare in essi l’impegno di
ritenere il Servo di Dio Emanuele Stablum come intercessore presso Dio
nella preghiera che elevano per i malati anche terminali, per ottenere la
loro guarigione, e perché no, anche
miracolosa. ■
Giovanni Cazzaniga
Postulatore generale della CFIC
I - 2011
AGENDA
SICILIA
UNA SETTIMANA
DALLA PARTE
DEGLI ULTIMI
Continuano gli appuntamenti per celebrare i 75 anni di
presenza dei Concezionisti nell’isola.
Le tematiche educative al centro del recente incontro
a Palazzolo Acreide.
C
ontinuano gli incontri e le
“settimane” della Famiglia
Montiana in Sicilia. Dopo
Noto, Priolo Gargallo e
Ispica, dal 21 al 26 marzo l’iniziativa
ha coivolto Palazzolo Acreide. Questi appuntamenti itineranti si collocano all’interno delle celebrazioni per il
75° di presenza dei religiosi Figli dell’Immacolata Concezione in Sicilia e
coinvolgono tutte le realtà attualmente attive sull’isola: Casa Luigi
Monti e Cortile di Padre Monti a Palazzolo Acreide, Comunità Padre Luigi Monti a Siracusa, Casa Isola Feli-
ce a Floridia, Casa Famiglia Rosa di
Luigi Monti a Ispica.
«In questo modo – spiega fratel
Gioacchino Santoro, coordinatore
dell’iniziativa – abbiamo voluto tentare di stimolare le realtà locali, gli
operatori delle comunità e i giovani
del territorio a prendere coscienza
delle enormi potenzialità offerte dalla presenza di una Comunità Alloggio o di una Casa Famiglia per il
recupero sociale dei minorenni a
rischio di devianza o già coinvolti
in attività criminose o, comunque,
svantaggiati sociali».
Il saluto del sindaco di
Palazzolo Acreide Carlo Scibetta
Calabria e Sicilia
IL SUPERIORE GENERALE
NEL PROFONDO SUD
Il Superiore generale della CFIC, fratel Ruggero Valentini, si è recato in Calabria e in Sicilia per
incontrare il ricco e variegato mondo che si rifà
all’esperienza Padre Monti Sud Onlus. Dal 5 al 7
marzo ha potuto incontrare, presso la Casa Luigi
Monti di Palazzolo Acreide, tutti i collaboratori, gli amici e i legali rappresentanti degli enti federati. «La visita
di fratel Ruggero – commenta fratel Gioacchino Santoro – ha contribuito a consolidare il lavoro svolto al nostro interno e ha incoraggiato i vari responsabili a insistere nell’impegno e nell’amore con cui vengono portate avanti le varie iniziative».
L’arrivo del Superiore generale è coinciso con il passaggio di consegne tra i responsabili delle comunità calabrese e siciliana della CFIC. Fratel Antonio Angioni è infatti diventato Superiore a Siracusa al posto di fratel
Gioacchino Santoro, nominato Vicario della Provincia Italiana e responsabile dell’intera area Padre Monti Sud,
oltre che coordinatore dell’animazione e della formazione vocazionale. Fratel Stefano Caria è stato invece nominato superiore della comunità di Polistena, in Calabria, in sostituzione di Angioni.
Nella foto, il Superiore generale con una folta rappresentanza di educatori e animatori delle comunità siciliane. ■
I - 2011
17
AGENDA
Progetto
RAGAZZI NELL’ISOLA DI APPRENDI... MONTI
Il “Cortile di Padre Monti” è uno dei progetti in cui si traduce la presenza dei Concezionisti in Sicilia, per la
precisione a Palazzolo Acreide. Si tratta di un intervento di sostegno alle famiglie e di aggregazione giovanile.
Si vuole in questo modo rispondere alle richieste d’aiuto che arrivano dai genitori e ai bisogni di socialità dei
ragazzi, attuando così un’opera di prevenzione primaria e di supporto agli adulti.
Nel corso del 2011, il progetto si articolerà
in due segmenti: “Spazio io e gli altri” e “L’isola
di apprendi... Monti”. Il primo vuole essere un
luogo di socializzazione per bambini e ragazzi,
dove il gioco diventa occasione di curiosità, conoscenza di sé e della realtà, divertimento e autodisciplina. Il secondo segmento offre invece
uno spazio fisico giornaliero ai ragazzi come
aiuto nello svolgimento dei compiti in una logica di accompagnamento e con l’obiettivo di fornire un metodo di studio adeguato. Il servizio di
assistenza scolastica si traduce nel far trascorrere il tempo libero in una struttura idonea a far
vivere un’esperienza di socializzazione in una dimensione educativa, mediante attività di studio,
didattico-formative, espressive, ricreative e ludico-motorie. Gli operatori si fanno pure carico di curare i rapporti con le scuole. ■
Nel corso della settimana sono stati
trattati temi molto interessanti per
tutti gli operatori di comunità, dei
servizi sociali, per i giovani delle
scuole superiori, i docenti di ogni ordine e grado e per i semplici cittadini. In orario scolastico, tra l’altro, sono stati predisposti dei laboratori
didattici che hanno coinvolto soprattutto le varie classi delle scuole elementari del territorio. Molto interessante e utile a tutti coloro che
operano nel segmento dell’educazione è stato il seminario sulla cosiddetta Play Therapy, condotto dal
dottor Claudio Mochi: due giornate
dedicate agli educatori con incontri
specifici sulle odierne tecniche pedagogiche indispensabili per costruire un progetto formativo che metta al
primo posto il minore.
«Confidiamo – commenta fratel
Gioacchino - di aver realizzato un
percorso formativo interessante
sulla linea che da sempre caratterizza la presenza e l’operato della
Famiglia Montiana in Sicilia e nel resto del mondo».
Nel contesto della settimana non è
stata dimenticata, ma sempre ben
discretamente inserita e condivisa, la
riflessione sull’importanza della vita
e dell’opera del Fondatore dei Con-
18
cezionisti, il cui carisma è stato da
tutti i relatori sottolineato per l’attualità degli ideali e per la santità delle
sue proposte.
La settimana di Palazzolo Acreide si
è aperta con la firma di una convenzione ventennale – sottoscritta dal
sindaco Carlo Scibetta e da fratel
Santoro – grazie alla quale l’amministrazione civica si impegna a cedere
in comodato d’uso un immobile di
proprietà comunale al fine esclusivo
di essere destinato a centro diurno e
comunità alloggio per i minori, oltre
che ad appartamenti da mettere a disposizione di nuclei familiari disagiati della città.
Archiviato con successo l’appuntamento di Palazzolo Acreide, la Famiglia Montiana siciliana si ritroverà
prossimamente a Floridia (9-14
maggio) e a Siracusa (6-11 giugno)
per continuare con lo stesso entusiasmo la riflessione su una mission
iniziata nel lontano 1936 e da allora
mai interrotta. ■
Nel corso della Settimana Montiana i bambini delle scuole elementari del territorio
sono stati coinvolti in laboratori didattici
I - 2011
ESPERIENZE
SARONNO
QUANDO LEGGERE
FA RIMA
CON “INCHIOSTRO”
La casa madre della CFIC
ospita dal 1993 una libreria
specializzata nell’editoria
cattolica e nell’oggettistica
religiosa. Un punto di
riferimento culturale
per la Congregazione,
per la Chiesa locale
e per l’intera città.
U
na web-tv di Saronno
(www.pierodasaronno.eu)
ha promosso recentemente
un’indagine sulle librerie
della zona. L’obiettivo era di stilare
una graduatoria basata su competenza, disponibilità e gentilezza. Ebbene, il risultato ha premiato – con il
55% delle preferenze – la libreria che
si trova all’interno della casa madre
della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione.
Il suo nome è “Inchiostro” ed ha
aperto i battenti nel 1993. Una presenza fortemente voluta e avviata da
fratel Ruggero Valentini, l’attuale Superiore generale della CFIC. Punto di
forza della libreria è il settore religioso avendo in esclusiva le più significative case editrici di area cattolica
e di conseguenza è in grado di offrire ai clienti tutte le novità ancora fresche di stampa. Un posto di riguardo
è riservato alle pubblicazioni della
Editrice Monti e i libri in catalogo
sono sempre a disposizione.
Stefano Maggioni da quasi sette
anni è il principale punto di riferimento del negozio. «Lavoro nel settore libri da 25 anni – racconta –,
prima in una casa editrice e successivamente in grossi magazzini di distribuzione. Qui sono arrivato nel
I - 2011
2004 e dopo quattro anni come dipendente mi è stata offerta l’opportunità di gestire la libreria con la mia
famiglia, mia moglie Sonia e le nostre due figlie Martina e Federica.
Dal novembre 2008, praticamente,
questa è diventata la nostra casa. È
qui che trascorriamo le nostre giornate, soprattutto quando si avvicina
il Natale che per una libreria è il periodo più favorevole».
Un negozio, quindi, a gestione familiare. Per la città di Saronno e per il
suo hinterland, “Inchiostro” è ormai
Stefano e Sonia Maggioni davanti alla libreria “Inchiostro”
che gestiscono con grande passione
19
ESPERIENZE
un fondamentale punto di riferimento per chi è alla ricerca di pubblicazioni e oggettistica religiosa. «Abbiamo un settore aggiornato con tutte le
novità sul catechismo: guide, aggiornamenti, sussidi per le parrocchie... I rapporti con il clero, i religiosi e le religiose del decanato sono
ottimi e costanti».
Il negozio è punto di riferimento anche per chi è alla ricerca di buone
letture, non necessariamente religiose. Sugli scaffali è possibile trovare
volumi di varia natura, soprattutto di
saggistica. I rapporti con la clientela
sono particolarmente curati riuscendo a fornire un puntuale e veloce servizio di prenotazione che all’inizio di
ogni anno scolastico coinvolge numerosi studenti, e tra costoro quelli
che frequentano i corsi gestiti dall’Istituto Monti.
Il lavoro di Stefano e Sonia deve tuttavia fare i conti con il particolare
momento di crisi che l’editoria sta vivendo. «I problemi non mancano –
dicono – la cronica scarsa propensione alla lettura degli italiani unita ai
problemi economici di molte famiglie, si traducono in un calo delle
vendite. Come se non bastasse c’è
la concorrenza che, in una città come Saronno, vede una discreta presenza di librerie. Da pochi mesi ha
aperto i battenti un nuovo negozio a
soli cento metri dalla nostra sede».
Questo vuol dire fare i conti con il
mercato e con i gusti dei lettori. È anche una questione di sopravvivenza!
L’evento legato alla beatificazione di
Giovanni Paolo II ha fatto lievitare
non poco la richiesta di libri e oggettistica che si rifanno alla figura del
grande pontefice. Costante è inoltre
la preoccupazione di offrire alla clientela i titoli degli autori cattolici più
gettonati. La lista degli ever green
vede in cima all’elenco nomi del calibro di Enzo Bianchi e dei cardinali
Carlo Maria Martini e Gianfranco
Ravasi. Per non parlare poi dei recenti libri scritti da Benedetto XVI.
La libreria fornisce inoltre un servizio
aggiornato di notizie sulla classifica
dei libri più venduti in Italia.
Il futuro di “Inchiostro” si gioca in un
rapporto sempre più sinergico con la
Congregazione e con l’Editrice Monti. Con quest’ultima è avviata da tempo una collaborazione che si traduce
nell’organizzare la presentazione di
20
Sugli scaffali della libreria è possibile trovare libri di ogni genere, con un’attenzione
particolare all’editoria cattolica
nuovi volumi ed altri eventi culturali,
come le serate con gli autori. Non
manca la partecipazione ai mercatini
del libro che si tengono in zona.
La libreria è diventata punto di riferimento anche per i religiosi della
CFIC, che quando passano per Saronno non perdono l’occasione di
una visita alla ricerca delle ultime novità editoriali. «Oggi – conclude Ste-
fano Maggioni – mi sento parte integrante del mondo che gravita attorno
a Padre Monti. Conservo molti bei
ricordi delle persone che ho avuto
modo di incontrare nel corso degli
anni. Uno dei più belli riguarda fratel
Polimeno, che scendeva spesso in libreria e gli piaceva scherzare con
mia figlia Federica». ■
Saverio Clementi
I - 2011
SOCIETÀ
TRENTO
GIOVANI
TRA LAVORO
E FRAGILITÀ
«C
ento anni fa, nel 1912,
la nostra comunità
era venuta in Trentino,
chiamata dalla Dieta
di Innsbruck, a gestire l’Istituto educativo Sant’Ilario di Rovereto: per 65
anni era stato un punto di riferimento
per i servizi sociali della Provincia.
Subito i religiosi di Padre Monti allestirono laboratori per la formazione
professionale dei giovani assistiti.
A un secolo di distanza siamo ancora qui, oggi anche con Elea, una società che opera in tutto il Paese nell’ambito della formazione continua.
Una realtà che trae la sua origine dalla lungimirante azione sociale di un
imprenditore come Adriano Olivetti,
testimone di autentica passione civile». Il passato e il presente di un impegno in ambito educativo sono
stati richiamati da fratel Ruggero
Valentini, Superiore generale della
CFIC, nel corso di un importante
convegno svoltosi a Trento il 25 marzo per la presentazione del progetto
“Utenze fragili”.
L’obiettivo della ricerca era la definizione di un modello efficace di inserimento socio-lavorativo di giovani
trentini “fragili”, ossia di persone di
età compresa tra il 16 e i 29 anni con
particolari difficoltà ad entrare nel
mercato del lavoro. All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, il vescovo
di Trento mons. Luigi Bressan, Domenico Temperelli, amministratore
delegato di Elea, l’assessore provinciale Ugo Rossi, Cesare Damiano,
della Commissione lavoro della Camera dei deputati.
«La fragilità non è una malattia – ha
sottolineato il Superiore generale – è
una condizione esistenziale che per
molte persone diviene motivo di
I - 2011
Il tavolo del relatori al convegno su “Utenze fragili”
emarginazione. La fragilità non si
combatte, si educa. Essa è dentro la
nostra condizione di creature. La fragilità dell’altro ci turba, perché mette
in luce la nostra. Per questo la fragilità genera solidarietà, che è un frutto dell’amore. Per questo è necessario attingere a un mondo di valori che
scaldino il cuore e diano la forza necessaria a credere e a sperare».
Per i “fondatori” della formazione
professionale, questo settore era
stato concepito come un fattore
fondamentale di sviluppo della persona e della sua dignità. Da questo
punto di vista – che sfiora il senso
spirituale della formazione – nulla
oggi è cambiato rispetto all’approccio che poteva avere un fondatore
nel tardo Ottocento. Scriveva a questo proposito Padre Luigi Monti:
Numeroso e attento il pubblico in sala
Processi di formazione,
educazione e orientamento
sono stati al centro di un
importante convegno,
promosso da Elea,
sull’inclusione sociolavorativa dei giovani
“fragili” in Trentino.
«L’educatore si studierà di formare
gli orfani di un carattere sincero e
aperto, nemici della bugia e di ogni
raggiro». E ancora: «Procurerà di
renderli amici del lavoro e li costumerà ad operare più per amore che
per timore». E infine: «Studierà attentamente il carattere e le forze degli allievi per condurli per il loro verso; non tutti vogliono essere guidati
allo stesso modo. Non si pretenderà da tutti ugualmente, ma secondo
le loro capacità e i doni che hanno
ricevuto da Dio». Siamo di fronte a
una chiara definizione di educazione personalizzata, capace di partire
anche da condizioni di fragilità.
«Il lavoro che tutti noi abbiamo davanti – ha concluso fratel Ruggero
Valentini – esige visione, competenze e motivazioni. La parabola del
“Buon Samaritano” delinea questa
attitudine alla prossimità, perché
egli – incrociando sulla strada un
uomo mezzo morto e per ciò stesso
fragile – “gli si fece accanto, lo vide, ne ebbe compassione”. Ovvero: la condizione di fragilità ci domanda di scegliere la vita agendo
personalmente per essa, di guardare alla realtà con capacità critica e
spirito di iniziativa, di mettersi in
gioco fino in fondo, non da soli, ma
insieme». ■
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INTEGRAZIONE
ROMA E MILANO
PORTE APERTE
AI FRATELLI
FILIPPINI
N
elle grandi città italiane la
presenza di folte comunità
straniere è ormai una realtà
consolidata. Alcune di esse
provengono da Paesi cattolici e sono caratterizzate da una fortissima
religiosità che rischierebbe di perdersi se non adeguatamente praticata. A Roma e a Milano due chiese
gestite dalla Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione sono diventate punto di riferimento per
numerosi immigrati di origine filippina che vi risiedono.
Nei quartieri Aurelio e Boccea della
capitale si trovano condomini dove
vivono moltissimi immigrati dalle
Filippine, che hanno trovato lavoro
presso le famiglie del posto, soprattutto come badanti e domestici. Alcuni sacerdoti della stessa nazionalità hanno pensato di riunirli per
celebrare insieme il giorno del Signore e nella comunione di spirito trovare sostegno e serenità di vita. È da
cinque anni che si ritrovano ogni domenica pomeriggio nella Rettoria di
San Leone Magno, in via Boccea
60. L’anniversario è stato ricordato
con una festa che ha avuto il culmine
con una solenne celebrazione ecucaristica presieduta da padre Norma
Peña, l’animatore della comunità, e
con la partecipazione di altri cinque
sacerdoti filippini. Tra questi il Rettore del Collegio dei seminaristi di teologia provenienti dal Paese dell’estremo oriente che studiano a
Roma. Particolarmente gradita è stata la presenza dell’ambasciatrice
presso la Santa Sede, Mercedes Arrastia-Tuason.
Il Rettore della chiesa di San Leone
Magno, padre Giovanni Cazzaniga, dopo aver ricevuto il ringraziamento di tutti i presenti, ha ringraziato a sua volta i filippini perché
testimoniano nel quartiere una fede
vivace e perché realizzano nelle famiglie ove lavorano una collaborazione di solidarietà, particolarmente
verso le persone anziane.
A Milano, dove vivono circa 24 mila
filippini, un folto gruppo fa riferimento alla parrocchia dell’Immacolata
Concezione gestita da religiosi della
CFIC. Si tratta di fedeli che conservano e promuovono la tradizione religiosa del loro Paese d’origine, senza
dimenticare la cultura e i valori legati
Una folta rappresentanza della comunità filippina che frequenta San Leone Magno
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Padre Rodolfo Maramba,
viceparroco a Milano
Due chiese italiane gestite
dalla CFIC sono da anni
diventate punto di
riferimento di folte
comunità di immigrati che
possono così vivere la loro
profonda religiosità.
a una liturgia ricca e intensa. «La comunità – dice padre Rodolfo Maramba, il viceparroco – è attiva da
quasi otto anni. Celebriamo la nostra
messa ogni domenica alle 16.30.
Grazie alla capacità dei miei connazionali di integrarsi senza difficoltà
nella cultura italiana, la loro presenza
non è particolarmente evidente a prima vista, tuttavia i filippini sono uno
dei gruppi etnici più numerosi a Milano. Sono cattolici molto devoti. Il Rosario è parte di ciò che noi siamo come popolo. La nostra cultura è in
gran parte definita dalla nostra fede e
dovunque ci troviamo la portiamo
con noi».
Le Filippine sono una nazione che è
stata profondamente influenzata dalla spiritualità cattolica della Spagna,
Paese che ha dominato l’arcipelago
per quasi quattro secoli. Maria e il
Bambino Gesù sono figure chiave di
questa religiosità. Oltre alla messa domenicale e alle feste di precetto, esiste un gran numero di festività nel corso dell’anno che vengono celebrate
con le stesse usanze proprie del Paese d’origine. In dicembre, per esempio, cade la ricorrenza del Simbang
Gabi che viene vissuta con nove giorni di preghiera. La comunità è aperta
alle attività della parrocchia e alcuni
suoi rappresentanti fanno parte del
Consiglio pastorale e partecipano attivamente a tutte le iniziative. ■
I - 2011
Alex Zanotelli
Carlo Penati
€ 9,50 pp. 112
€ 5,00 pp. 64
illustrato da Vittorio Sedini
I POVERI
NON CI LASCERANNO
DORMIRE
Da Korogocho al Rione
Sanità
Alex Zanotelli nasce a Livo, in Val
di Non, nel 1938. Nel 1964 viene
ordinato sacerdote nell’istituto dei
Missionari Comboniani. Dal 1965 è missionario nel Sudan
martoriato dalla guerra civile, fino al 1973, anno in cui il
governo sudanese gli nega il visto a causa delle sue denunce contro la corruzione dilagante. Nel 1978 assume la
direzione del mensile Nigrizia da dove pubblica critiche documentate ai modelli occidentali di collaborazione allo sviluppo. Nel 1985, assieme a don Albino Bizzotto, fonda il
movimento Beati i Costruttori di Pace. Nel 1987, su pressione di esponenti politici ed ecclesiastici, è costretto a lasciare la direzione di Nigrizia. Nel gennaio del 1990 va in
missione in Kenya in una delle baraccopoli di Nairobi. Nello stesso anno diventa direttore responsabile della rivista
Mosaico di Pace. A cavallo del 1995/96 torna in Italia e lancia l’idea di fondare la Rete Lilliput. Nel 2002 torna in Italia. Oggi vive nel Rione Sanità di Napoli. Marco Paolini,
famoso attore, autore e regista, assieme alla compagna di
vita e di lavoro Michela Signori, firma la prefazione a questa terza edizione aggiornata del libro.
Walter Cazzaniga
PAROLA AMICA
Il Vangelo della
Domenica per i ragazzi
€ 10,00 pp. 152
Rito Romano – Anno A –
Nuova edizione
«Carissimo don Walter Cazzaniga,
desidero esprimerti vivo compiacimento per l’iniziativa di pubblicare i
tre volumi dal titolo Parola Amica.
Un’iniziativa suggerita certamente al tuo cuore dalla lunga
esperienza di pastorale giovanile e di conoscenza dei
ragazzi, e che si inserisce bene nel contesto di altri sussidi
tesi ad avvicinare anche i più giovani alla Parola di Dio. La
lettura orante delle pagine evangeliche, resa facile come tu
hai saputo fare attraverso le scansioni della lectio divina,
potrà aiutarli a scoprire la figura di Gesù, ad approfondire il
suo mistero, a pregare meglio e a gustare la celebrazione
della Messa. Inoltre la fedeltà di Cristo al mandato del Padre
li educherà all’apertura vocazionale per capire il disegno
d’amore che Dio ha su ciascuno. Mi auguro che la tua fatica
sia ricompensata da copiosi frutti e ti benedico con affetto
nel Signore» dalla prefazione del cardinale Carlo Maria
Martini. Don Walter è attualmente parroco a Milano. Per
l’Editrice Monti ha già pubblicato la prima edizione del ciclo
completo di Parola Amica e i libri: Saranno Testimoni, Piccoli
consigli per l’animatore, La passione di Gesù e In cammino
con Gesù.
Per informazioni e acquisti: Editrice
Monti
DAVANTI ALLA TERRA
PROMESSA
Un ricordo di
don Primo Mazzolari
«Ecco un nuovo testo su don Primo Mazzolari o, meglio, ispirato
da don Primo Mazzolari. È il segno di una fortuna che non accenna a diminuire e che costituisce una sorta di ricompensa postuma alle tante difficoltà e alle tante misure
disciplinari che il sacerdote cremonese dovette subire durante la sua vita. Ma, si sa, è quel che succede spesso –
nella storia della Chiesa e non solo – a quanti vogliono rimanere coerenti con i propri ideali […]. Don Primo fu uomo di fede e uomo del Vangelo, convinto profondamente
del senso profondo della sua scelta cristiana e del suo
essere prete. Su questo punto non fece sconti a nessuno
e tanto meno a se stesso. Tanti brani riportati in questo libro e, a maggior ragione, presenti nelle migliori delle sue
opere, lo confermano. Le pagine che Carlo Penati ha preparato con passione possono darci un’idea di quella potenza espressiva, presente anche in quelle sue celebri
omelie che richiamavano a Bozzolo fedeli e, perché no?,
curiosi, da ogni parte» dalla prefazione del professor
Giorgio Vecchio.
Saverio Clementi
DON MAURO BONZI
Un prete
nell’inferno di Dachau
€ 10,00 pp. 160
«Mentre il nostro Paese celebra
quest’anno il 150° anniversario dell’Unità Nazionale, è commovente
rileggere il racconto di quando,
durante il trasferimento a Dachau, i
deportati, arrivati al Brennero,
salutarono l’Italia intonando tra le lacrime “O mia patria sì
bella e perduta”. È grazie anche a questi “martiri della
carità” se l’Italia ha saputo risollevarsi dalla disfatta della
Seconda guerra mondiale e rinascere su nuove basi morali.
Don Bonzi era uno di loro. Grazie alle pagine di questo libro
egli può diventare uno di noi, per aiutarci, con la forza che
viene dalla testimonianza della vita, a rendere la nostra
Patria veramente bella. Di quella bellezza che, il più delle
volte e nelle sue manifestazioni molteplici (che rendono
l’Italia un unicum nel mondo), è splendore del cristianesimo, diffusosi sul suolo e tra le genti d’Italia fin dalla
prima ora e trasmesso di generazione in generazione. Fino
a quella di don Mauro Bonzi, fino alla nostra» (dalla
prefazione del cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo
di Milano). Saverio Clementi, legnanese, laureato in Scienze
Politiche, è giornalista professionista. Ha lavorato in
quotidiani locali e nazionali. È stato direttore responsabile
del settimanale cattolico Luce della Diocesi di Milano.
Via Legnani, 4 - Saronno (VA) • Tel. 02.9670.8107
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