n . 1 - Editrice Monti
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n . 1 - Editrice Monti
Periodico trimestrale - Anno 19 - n. 1 - gennaio-marzo 2011 Sped. in abb. post. Art. 2 - comma 20c - Legge 662/96 Filiale di Varese Editoriale 3 La gratitudine genera futuro Brevi 4 Notizie e altro Sicilia, Italia, Saronno Università 9 6 Ri-animazione pastorale alla NSBC Tirana Solidarietà 7 Mamme e bimbi in difficoltà nella “Casa di Teresa” Cantù Arte 9 Una chiesa dove il bello è di casa Milano Dossier 11 A novant’anni il coraggio di ripartire America Latina 13 Protagonista di una nuova primavera Testimonianza Memoria 15 19 15 Fratel Stablum, un passo avanti verso gli altari Beatificazione 17 Agenda 17 Una settimana dalla parte degli ultimi Sicilia Esperienze 19 Quando leggere fa rima con “Inchiostro” Saronno Società 21 Giovani tra lavoro e fragilità Trento Integrazione 22 Porte aperte ai fratelli filippini Roma e MIlano PROVINCIA ITALIANA DELLA CONGREGAZIONE DEI FIGLI DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE Amministrazione: Via della Luce, 46 00153 ROMA L’orfanello dell’Immacolata 1902 - 1940 Vita concezionista 1941 - 1992 Vita con 2011 anno 19 n° 1 Hanno collaborato: Daniele Bertoldi, Giovanni Cazzaniga, Saverio Clementi, Leandro Lobato, Aurelio Mozzetta, Gioacchino Santoro, Franco Sartori, Sergio Slavazza REDAZIONE Via Legnani, 4 21047 Saronno (VA) tel. 02 96708107 fax 02 96703437 [email protected] AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI ROMA n. 214 del 26-5-1993 Associato USPI ABBONAMENTO La rivista è come una lettera agli amici. Coloro che desiderano contribuire al costo della stampa possono farlo tramite c/c postale n° 15260003 intestato a VITA CON. DIRETTORE RESPONSABILE Giannino Cazzaniga La carta utilizzata per questo prodotto è stampata da Publistampa Arti Grafiche, azienda certificata FSC 21 CHI SIAMO “Vita con” è voce della comunità di vita consacrata fondata dal Beato Luigi Maria Monti (1825-1900) presente oggi in venti Paesi del mondo. Il carisma montiano di sequela del Signore Gesù si manifesta attraverso la cura e l’assistenza dei malati, l’educazione e la formazione dei ragazzi e dei giovani, soprattutto quelli più bisognosi. Questo carisma è condiviso anche da una comunità di donne consacrate (Figlie dell’Immacolata Concezione della carità), da operatori professionali che collaborano nelle diverse opere e da amici, volontari, familiari che partecipano alla promozione di una fraternità universale secondo lo spirito del Vangelo. Il dossier di questo numero è dedicato al recente Capitolo ordinario della Provincia Latinoamericana che si è svolto in Argentina alla presenza del Superiore generale fratel Ruggero Valentini. Proprio novant’anni fa, nel 1921, arrivarono nel Paese sudamericano i primi quattro religiosi Concezionisti a portare il “modello di vita” del Beato Luigi Maria Monti. Un anniversario caratterizzato dalla prima professione religiosa di due nuovi fratelli. EDITORIALE LA GRATITUDINE GENERA FUTURO I l terzo millennio si è avviato da poco, ma nella comune percezione sembra essere già abbondantemente inoltrato. Una sorta di confusa e tremebonda attesa aleggia sulla testa di tutti; basti solo pensare al calendario maya che promette la fine del mondo nel 2012. Praticamente dopodomani. Chissà da dove viene fuori questa strabiliante stupidaggine, ma soprattutto chissà chi ha avuto la genialità di inventarsela… Di solito, con cosette così, si fanno soldi a palate. Recentemente mi è stato chiesto se la vita consacrata abbia un futuro e se, in questo terzo millennio, ci sia ancora spazio per i religiosi. Se diamo retta ai presunti Maya, la risposta è ovvia: un no tondo tondo. Che, peraltro, detto fuori dai denti e facendo le debite corna, dovrebbe valere per tutti, non solo per frati e suore. Un no all’umanità. Tutti morti, a breve. Non è tanto, ma tanto triste? Che gusto ci troveranno mai a inventarsi panzane così grosse, mi resta difficile da capire. A meno che, appunto, non si pensi ai soldi a palate. Così, mi sono ricordato di una storiella letta su un testo del padre Timothy Radcliffe che, guarda caso, si intitola: “Essere cristiani nel XXI secolo”. Parla di un muratore che ogni giorno per il pranzo si porta in cantiere due panini al formaggio. Mangia un giorno, mangia l’altro, dopo un po’ di tempo non ce la fa più e sbotta: «Basta, non ne posso più, non è possibile, sempre panini al formaggio». Al che, un collega gli fa: «Beh, dì a tua moglie di prepararti qualcosa di diverso, no?». «E come posso? Io non sono sposato. I panini li preparo io». A me sembra che, per una sorta di “effetto maya”, faccia tanto rumore la deriva di gruppuscoli religiosi che giocano e litigano con i panini al formaggio preparati con le loro stesse mani. I - 2011 La recente stagione della Congregazione di Padre Monti ha visto gli appuntamenti del Capitolo generale e dei Capitoli provinciali italiano, indiano e sudamericano, e ha aperto modi nuovi di guardare e di pensare al domani della vita consacrata. Un particolare della maestosa icona ideata dall’artista Olga Anastassopoulou in occasione dell’ultimo Capitolo generale della CFIC Che guardano al giorno che viviamo e si lamentano, sempre e comunque, perché le cose non sono più “come una volta” e perché non rispondono al loro vedere. Religiosi che non si rendono conto che sono state anche le loro mani a costruire le “cose di oggi”; e che sta sempre e solo nelle loro mani la possibilità di prepararsi qualcosa di meno monotono, di nuovo, di più gustoso, di più gioioso. Il futuro della vita consacrata è nelle nostre mani. Sono tanti, infinitamente di più dei delusi lamentatori, i reli- giosi che quel nuovo gusto gioioso lo hanno già trovato o che, nel caso lo stiano ancora cercando, sono certi di trovarlo. La Vita Consacrata è un albero sano, che produce buoni frutti. E frutti numerosi, a dispetto di quello che le crisi super-propagandate di un occidente stanco ed acquiescente vorrebbero farci credere. Il presente ed il futuro della vita consacrata non si leggono nella scarsità o abbondanza di vocazioni né nel[segue a pag. 4] 3 BREVI SICILIA Gli ex alunni dell’Umberto I invitati a un grande raduno La comunità montiana della Sicilia ha in programma un grande raduno degli ex alunni dell’Istituto Umberto I di Siracusa (nella foto d’archivio, scattata prima del secondo conflitto mondiale, un folto gruppo di alunni e religiosi), almeno di quelli che lo hanno frequentato negli anni in cui è stato gestito dalla Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione. L’evento è stato programmato per il 1° ottobre 2011, anche se la data potrebbe subire delle variazioni. In vista di questo appuntamento, il giornale on-line “Albero di Luz”, periodico della Confederazione Padre Monti Sud Onlus, ha inizio la pubblicazione di alcune pagine del quindicinale “Noi ragazzi” stampato negli anni Cinquanta e diffuso tra gli allievi di allora. La speranza è che qualcuno, riconoscendosi, si faccia avanti. Un tuffo nel passato nel segno dei ricordi, della nostalgia e della gratitudine. Chi fosse interessato a partecipare o volesse contribuire con suggerimenti deve mettersi in contatto con fratel Gioacchino Santoro telefonando al numero 339.2830656. ■ [segue da pag. 3] l’accettazione o rifiuto che essa riceve dalla società né tantomeno nelle formule magiche di presunte visioni, apparizioni, messaggi e sanguinamenti di madonne e santi pluridecorati; non si costruisce né si distrugge in base al progresso o regresso degli uomini né lo si può prevedere da semplici proiezioni statistiche. Anche se, ovviamente, queste aiutano, non dimentichiamo mai che Dio fa nascere figli di Abramo anche dalle pietre… basta questa piccola affermazione di Gesù a mandare a gambe all’aria ogni nostra previsione costruttiva o distruttiva. Occorre, allora, guardare da altre parti, cercare in altre regioni dell’anima, attivare interessi nuovi, progettare su base di calcoli diversi e non sempre rispondenti a logiche matematiche. Nessuno è stato condannato da Gesù più degli esigenti farisei castigatori di costumi altrui, né dalla 4 Chiesa più dei “profeti di sventura” (Giovanni XXIII, Messaggio di apertura del Concilio Vaticano II), vecchi corvi sempre accigliati e incapaci di godere della bellezza di Dio. La recente stagione della Congregazione di Padre Monti ha visto gli appuntamenti del Capitolo generale e dei Capitoli provinciali italiano, indiano e sudamericano, ed ha aperto modi nuovi di guardare e di pensare il futuro. Ha attivato un cammino di supernazionalità non riscontrabile nelle stagioni precedenti, più accentuato di quello che in tali stagioni si percorreva. Ha caricato la storia comune di un cambio generazionale visibilissimo, che potrà fare solo bene alla Famiglia. Ha dato ai singoli Fratelli, specie quelli lontani dal “centro storico” della nostra civitas comune, uno sguardo più messo a fuoco sul mondo intero proprio perché più posizionato sul pezzo di mondo affidato alle loro mani. I Capitoli, insomma, non hanno con- tinuato a preparare i soliti due panini stantii, ma si sono espressi per il di più e per il diverso da gustare. Lo Spirito è all’opera. È possibile prevedere l’avvenire – diceva David Maria Turoldo – ma il futuro è nelle mani di Dio. Tocca a noi, comunque la vogliamo mettere! E tocca a noi imparare a non lamentarci né a causa di tutti i possibili stravolti calendari maya né per colpa di tutti i panini al formaggio che dovessimo incaponirci a preparare. Tocca al nostro vedere e al nostro saper dire grazie, perché il Signore ci apre sentieri davanti agli occhi (e non lo fa con tutti) e ci fa vedere più in là (e non a tutti dona occhi sufficienti)… e se per caso dovessimo chiederci perché proprio a noi, sarà opportuno dirci chiaro che non lo dobbiamo alla nostra bravura, ma alla volontà di Lui che guida come e dove vuole. È così che il futuro inizia ad aprirsi: se parte dalla grazia e dal dire grazie. ■ PAM I - 2011 BREVI ITALIA Nuove nomine per comunità e settori L’inizio del 2011 è stato caratterizzato da una serie di nuove nomine all’interno della Provincia italiana della CFIC come superiori delle comunità e responsabili di settore. Nel primo caso il Consiglio provinciale (nella foto) ha provveduto a scegliere i seguenti religiosi: Mario di Leginio (Casa provinciale), Daniele Bertoldi (IDI-San Carlo), Aurelio Mozzetta (Saronno), Terenzio D’Ortenzio (Montefiascone), Aldo Genova (Cantù-Erba), Stefano Caria (Polistena), Antonio Angioni (Siracusa), Mario Pesenti (Milano), Matteo Kalliyadiyil (Arco), Aldo Valentini (Maestro dei novizi della Provincia Italiana). Responsabili di settore sono stati invece nominati Gioacchino Santoro (Padre Monti Sud e coordinatore dell’animazione e formazione vocazionale), Natalino Poggi (Economo e responsabile del CED), Franco Decaminada (Complesso integrato IDI Sanità), Aldo Genova (Area educativa Nord Italia), Aurelio Mozzetta (Centro studi montiano di Saronno), Mariano Passerini (Progetto in Crozia con sede a Kutina). ■ SARONNO Esperti da tutt’Italia al convegno di medicina sportiva Sabato 5 marzo 2011, presso l’Istituto Padre Monti di Saronno, si è svolta l’ottava edizione del Convegno nazionale di medicina e scienza dello sport. Questo il tema affrontato: “L’Ambulatorio di medicina dello sport. Oltre l’idoneità”. All’iniziativa hanno aderito medici, fisioterapisti, allenatori, preparatori atletici, studenti in Scienze Motorie, atleti. L’incontro è ormai diventato un appuntamento assai gradito da tutti coloro che operano nel settore per la presenza di relatori qualificati. Il tema al centro del confronto di questa edizione ha permesso di analizzare temi collegati alla prevenzione degli infortuni tra coloro che praticano il calcio. L’Ambulatorio di medicina dello sport di Saronno ha come Direttore Sanitario il dottor Frédéric Peroni Ranchet. Al termine del convegno si è svolta la premiazione dei vincitori della terza edizione del Memorial Piero Mognoni. Il convegno ha avuto il patrocinio, oltre che della Provincia Italiana della CFIC, dell’ASL e della Provincia di Varese, della Città di Saronno e dell’Azienda ospedaliera locale. Nelle foto, due momenti del convegno ■ I - 2011 5 UNIVERSITÀ TIRANA RI-ANIMAZIONE PASTORALE ALLA NSBC Costituito un Consiglio Pastorale Universitario in rappresentanza di tutte le componenti dell’ateneo. Una Pasqua vissuta nel segno della solidarietà. «È vero che siamo in un contesto sanitario, ma non mi sembra il caso di usare questo titolo – Ri-Animazione – per le nostre iniziative», così saltò su uno del gruppo alla mia proposta. «Direi invece che ci vuole proprio, per svegliarsi dallo stato semi-comatoso in cui viviamo... e c’è di più di una semplice condizione fisica: abbiamo un cuore, un’anima, un fuoco dentro che deve essere... rianimato! Siamo a Pasqua sì o no?! Non sentite il bisogno di una scossa, di un po’ di calore, di un forte vento di primavera, di una vita nuova? Tutto si rianima, tutto sboccia, tutto rifiorisce... e noi ce ne stiamo rattrappiti come in pieno inverno. Buttiamo via le maglie di lana, ci mettiamo in maglietta, ma dentro viaggiamo ancora con la giacca a vento». Non dico che scoppiò un applauso alle mie parole, ma ci mancò poco. Siamo partiti così, alcuni mesi fa, per riavviare il discorso di costituire un Consiglio Pastorale Universitario. Detto… fatto! L’ok del Rettore, alcuni contatti personali, un giro di mail e ci si ritrova non solo per guardarsi negli occhi, ma convinti e decisi a mettere nero su bianco per una ripartenza spirituale nell’ambito dell’Università “Nostra Signora del Buon Consiglio” di Tirana. Brevi le formalità: confermata la pre- 6 senza di alcuni docenti, delle suore, di un prete, di un rappresentante del personale; ma c’è una novità: la proposta – subito condivisa – di allargare i paletti della tenda per inserire nel Consiglio almeno un rappresentante per ogni corso di laurea. «E adesso – dice qualcuno – la Pasqua bussa alle porte, che facciamo?» La proposta di una Via Crucis preparata e gestita dagli studenti trova subito il consenso. Un testo “graffiante”, corredato da immagini significative e da un sottofondo musicale appropriato e la speranza che altri, molti ci auguriamo, partecipino e vivano questo “momento dello spirito” nell’imminenza della Pasqua. Silenzio! Tutto qui? «A me sembra che non sia sufficiente pregare – interviene una studentessa – accanto alla preghiera ci vuole la carità, cioè dovremmo pensare a qualche gesto significativo, concreto. So di tre case-famiglia a Durazzo che ospitano dei bimbi, perché non pensiamo anche a loro? Raccogliamo qualcosa, andiamo a trovarli, facciamo festa con loro. Anche questi bambini e bambine hanno diritto di essere felici!» Padre Franco, suor Natalina e alcune studentesse del Consiglio pastorale La proposta piace, trova adesione, è alla portata di tutti. E un primo fatto positivo è questo, che i pochi “addetti ai lavori” passano parola, aggregano altri e l’indomani ci si trova in tanti attorno al tavolo di lavoro con foto, pennarelli e tanto cuore: tre cartelloni che illustrano l’iniziativa, da collocare nell’atrio dei due poli universitari e in biblioteca, un cesto per la raccolta dei doni e una cassettina per qualche offerta. Tutto concorre a dare corpo alle buone idee. In realtà, se Pasqua è “fare il passaggio”, agendo così, “passiamo” anche noi: dal pensare solo a noi stessi per farci carico dell’altro, nel nostro caso dei piccoli. E sono arrivati fin dal primo mattino, con sorpresa di tutti, alcuni doni: un bellissimo peluche e tre vestitini colorati per bambini. Con la Via Crucis di Gesù che è stata vissuta con spirito rinnovato, ci si è messi in sintonia con un cammino che si chiama accoglienza, prossimità, prendersi a cuore le persone e gioire insieme. ■ Franco Sartori Anche l’ingresso dell’Università diventa luogo di incontro e di confronto IV - 2011 MAMME E BIMBI IN DIFFICOLTÀ NELLA “CASA DI TERESA” La comunità, dedicata alla mamma del Beato Monti, è stata pensata e realizzata per chi sta attraversando un periodo di grande difficoltà e necessita di un forte sostegno umano ed educativo. I l 10 febbraio 1811, giusto duecento anni fa, Angelo Monti e Maria Teresa Monti (avevano proprio lo stesso cognome) si sposarono nella chiesa di San Pancrazio a Bovisio Masciago. Erano i genitori del Beato Luigi Monti. Misero al mondo ben undici figli, anche se quattro morirono in tenera età. Insieme accompagnarono gli altri sette sui sentieri che Dio aveva preparato per loro. Angelo morì nel 1837, Maria Teresa nel 1845. Il Beato, rimasto orfano ancora giovane, crebbe seguendo gli insegnamenti dei genitori, persone buone e di grande fede. È nel ricordo di mamma Teresa che è stata fondata una comunità educati- va in grado di accogliere mamme e bambini in difficoltà. Si trova al primo piano dell’Istituto “Immacolata Concezione” di Cantù, in provincia di Como. La “Casa di Teresa” è stata pensata e realizzata per chi sta attraversando un periodo di grande difficoltà e necessita di un forte sostegno umano ed educativo: gestanti; madri che necessitano di un percorso di supporto e accompagnamento per la cura dei propri figli; ragazze giovani (anche minorenni, sole, in gravidanza o neo-mamme) che si trovano in condizioni di abbandono da parte dei nuclei familiari di origine; donne alla ricerca di un luogo che possa offrire sostegno nel- la cura dei figli e allo stesso tempo riparo e protezione in caso di maltrattamento; madri con problemi economici e abitativi a causa di separazioni conflittuali; madri straniere in difficoltà in quanto sole e non integrate con il contesto sociale. «Questa struttura – spiega fratel Aldo Genova, responsabile dell’area educativa Nord Italia della CFIC – si propone di favorire nelle mamme la consapevolezza di una maternità responsabile, e allo stesso tempo garantire ai bambini tutto il necessario per soddisfare le loro esigenze primarie, oltre che l’indispensabile apporto educativo che la loro particolare condizione richiede». Fratel Aldo Genova è il superiore della comunità di Cantù-Erba e responsabile dell’area educativa Nord Italia della CFIC. A destra, l’Istituto Immacolata Concezione di Cantù dove ha sede la “Casa di Teresa” I - 2011 7 SOLIDARIETÀ CANTÙ SOLIDARIETÀ La scheda UN CONCERTO A ROMA PER RACCOGLIERE FONDI Un concerto di beneficenza per sostenere il progetto “La Casa di Teresa” si è svolto il 26 marzo presso l’auditorium Michelangelo di Roma, in memoria del Maestro Roberto Pregadio. La manifestazione, promossa dall’Associazione Amici di Nostra Signora del Buon Consiglio Onlus, è stata presentata dalla conduttrice Antonella Clerici. Lo spettacolo ha visto l’esibizione dell’orchestra “Big Bomb Band”, diretta dal maestro Giordano Lai. Sul palcoscenico si sono alternarsi numerosi artisti. L’iniziativa ha avuto il patrocinio del Comune di Cantù, a conferma dello stretto legame esistente tra la “città del mobile” e i Concezionisti. «La loro storia – sottolinea il sindaco Tiziana Sala – è strettamente intrecciata a quella di Cantù. Oggi la Congregazione è una presenza straordinaria, soprattutto nell’ambito del sociale, che è vissuto e affrontato con una concezione moderna e attiva. È anche grazie alla loro presenza se la mia amministrazione ha potuto avviare progetti e programmi d’interventi, senza delegarne la gestione a realtà esterne alla città. Programmi e progetti che sono informati al principio della sussidiarietà, e che mette dunque al centro dell’azione la persona e le sue necessità. La “Casa di Teresa” è realizzata proprio in quest’ottica e con le motivazioni ricordate». ■ La comunità si caratterizza per i grandi spazi di cui dispone: tre camere con bagno destinato ad accogliere nuclei familiari, un miniappartamento a disposizione di un nucleo in fase di uscita, spazi comuni (sala giochi per i bimbi, cucina-sala da pranzo, un bagno, lavanderia-guardaroba), una camera destinata al personale educativo. La “Casa di Teresa” è inoltre inserita all’interno della grande struttura polivalente dell’Istituto “Immacolata Concezione” che comprende anche aree attrezzate in un grande parco verde con moderni campi da calcio, basket e pallavolo. Può ospitare non più di quattro madri con figli, fino a un massimo di dieci persone. È possibile accogliere in modo rapido (entro 24 ore) soggetti che si trovano a vivere situazioni di particolare urgenza. «La comunità – aggiunge fratel Aldo – rappresenta, in ordine di tempo, la più recente realtà di accoglienza di ti- po residenziale realizzata dalla Provincia Italiana della CFIC. Essa si colloca all’interno del più ampio progetto denominato “Si tratteranno come Figli”, che costituisce una rete di servizi educativi, di accoglienza formativi e clinici nella Regione Lombardia». L’iniziativa è sostenuta dalla Fondazione Cariplo e da aziende del territorio, con il concorso del Comune di Cantù. Gli ospiti sono seguiti da un’équipe che lavora secondo un’ottica multidisciplinare integrata. Si compone di una coordinatrice e di due educatori che si alternano in turni, orario notturno compreso. Una psicologa, oltre a monitorare periodicamente lo stato psicologico dei minori e delle madri in comunità, guida gli interventi degli operatori e supervisiona le dinamiche relazionali all’interno dell’équipe stessa. Mantiene inoltre contatti con le strutture specialistiche e, se necessario, partecipa agli in- contri con i servizi socio-assistenziali del territorio. Un video-clip di presentazione della “Casa di Teresa” è stato realizzato da un ragazzo della comunità proveniente da una situazione familiare particolarmente difficile. Le voci di una ragazza in attesa di un figlio e di un bambino rendono in modo assai efficace le finalità dell’iniziativa. ■ Saverio Clementi Alcune immagini del video-clip realizzato per far conoscere le finalità della “Casa di Teresa” 8 I - 2011 ARTE MILANO UNA CHIESA DOVE IL BELLO È DI CASA M ilano, piazza Frattini. Qui si trova l’unica parrocchia italiana gestita dalla Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione. La presenza della CFIC in questa zona della metropoli lombarda risale a più di un secolo fa. Nel corso del tempo il carisma montiano si è qui concretizzato in alcune opere tipiche dell’attenzione ai minori: un orfanotrofio, avviamento lavorativo con annessa una tipografia, una scuola media. Oggi, quello che allora era un quartiere periferico, è diventata una zona della prima periferia milanese, a pochi chilometri di distanza dal centro storico. È cambiata anche la presenza dei Concezionisti, essendosi adeguata alle mutate condizioni ed esigenze del tempo e della società. La chiesa dedicata all’Immacolata Concezione è stata costruita nel 1963, su progetto dell’architetto Mario Baciocchi, ed è diventata parrocchia nel 1986 aderendo a una precisa richiesta dell’allora Arcivescovo di Milano, il cardinale Carlo Maria Martini. È affidata alle cure pastorali di una comunità guidata da padre Mario Pesenti. Con lui operano padre Gaetano Graziani (che è il parroco), padre Rodolfo Maramba e padre Shajan Paul Thachiathu: due italiani, un filippino e un indiano. Una presenza multietnica e multiculturale che bene si adatta ad una grande città sempre più caratterizzata dalla presenza di stranieri provenienti da ogni parte del mondo. In passato, in questa sede hanno operato alcuni religiosi Concezionisti che hanno lasciato un segno profondo nella storia della Congregazione. I - 2011 Ultimati i lavori di ristrutturazione del presbiterio nella chiesa dell’Immacolata Concezione. Costruita nel 1963, è da 25 anni l’unica parrocchia italiana gestita dalla CFIC. Ecco come si presentava l’interno della chiesa prima dei lavori di ristrutturazione del presbiterio. In alto, una veduta attuale 9 ARTE Padre Mario Pesenti Attualmente la chiesa è una delle tante parrocchie milanesi, con l’unica differenza di essere affidata a una congregazione religiosa. È proprio a partire dalle nuove indicazioni in campo liturgico che pochi mesi fa è stato ultimato un importante intervento di ristrutturazione dell’edificio, in particolare del presbiterio. I lavori sono stati eseguiti sotto la direzione dell’architetto trentino Andrea Bonazza, nome noto all’interno della CFIC per avere eseguito altre importanti opere in varie sedi targate Padre Monti. «Era da molto tempo che si doveva provvedere a mettere ordine nello spazio del presbiterio per adeguarlo alle nuove norme liturgiche – spiega padre Mario –. I lavori sono stati perciò eseguiti in stretto contatto con la Curia diocesana che ha visionato e approvato il progetto. Abbiamo anche approfittato per sostituire la pavimentazione costruendo un vespaio dove collocare un nuovo impianto di riscaldamento. È stata inoltre creata un’area dove collocare i confessionali, per rendere così più accogliente lo spazio riservato al sacramento della Riconciliazione. I lavori sono stati resi possibili grazie a un finanziamento comunale e ai risparmi accantonati dalla parrocchia nel corso degli anni». Il colpo d’occhio sul presbiterio rende giustizia allo sforzo sostenuto. Il battistero si trova ora collocato alla sinistra al posto di una precedente cappella laterale. Ma è soprattutto l’altare ad aver risentito maggiormente dell’intervento. Si trattava di armonizzare il nuovo con il vecchio, 10 anche perché quest’ultimo era uscito tanti anni fa dalla Scuola Beato Angelico, una dei più rinomati istituti d’arte d’Italia. La soluzione è stata trovata costruendo una cappella feriale alle spalle del presbiterio, dove è stato collocato il vecchio tabernacolo opportunamente riportato all’antico splendore. Soltanto un crocifisso è rimasto al suo posto. La mensa è stata invece sostituita perché era in legno e pensata come provvisoria. È stata costruita in marmo a due colori, così come l’ambone, il battistero e la sede del celebrante. Sarà ora possibile procedere alla consacrazione della chiesa che fino ad oggi non è avvenuta proprio per la mancanza di una mensa stabile e definitiva. La chiesa è nell’insieme molto luminosa grazie alle belle vetrate coloratissime, anch’esse della ScuolaBeato Angelico, che riproducono 26 santi. Sopra la porta centrale si trova invece un grande rosone con al centro la colomba dello Spirito Santo. La parrocchia ha una popolazione di circa novemila persone e appartiene al Decanato Giambellino. È una zona caratterizzata da una significativa presenza di stranieri e da un costante turn over dei residenti. «L’alta percentuale di case in affitto – spiega padre Mario – fa sì che molte giovani coppie tendano a trasferirsi appena sono in grado di acquistare una casa. Restano le persone anziane. La frequenza alla messa domenicale è di circa 1500 persone, una media tra le più alte della zona». L’attività pastorale che fa capo alla parrocchia è vivace e ben inserita nel contesto diocesano. Esiste un oratorio frequentato dai ragazzi al cui interno si fa catechismo e si praticano attività sportive. Operano poi la Caritas, un Centro d’ascolto e un Gruppo Terza Età. Insomma, una presenza attiva e attenta ai segni dei tempi. ■ Saverio Clementi La chiesa milanese dedicata all’Immacolata Concezione è stata costruita nel 1963 ed è parrocchia dal 1986 La cappella feriale è stata ricavata nella parte posteriore del presbiterio e arredata utilizzando il vecchio tabernacolo I - 2011 DOSSIER AMERICA LATINA A NOVANT’ANNI IL CORAGGIO DI RIPARTIRE S i fa presto a dire “America Latina”. In realtà è un vasto mondo di differenze, quelle che si riferiscono ai popoli nativi e quelle introdotte da un’intensa immigrazione da altri continenti. In questo caleidoscopio di popoli la presenza montiana compie novant’anni e dalla “casa madre” dell’Argentina si è ramificata in Bolivia e Perù. Senza dimenticare il Brasile, con la comunità di Foz do Iguaçu. Nel mese di gennaio si è tenuto nella casa di Cabana (Cordoba) il Capitolo della Provincia Latinoamericana, appuntamento triennale che vede i delegati riunirsi per effettuare un bilancio e una programmazione. Anche i religiosi devono confrontarsi sui passi compiuti e sul senso della propria azione nel mondo e nella Chiesa. Passaggio generazionale Attualmente sono circa quaranta i religiosi della Provincia, alcuni dei quali operativi in altri continenti. Una realtà numerica contenuta, che vive una fase cruciale della propria storia: cresce la componente dei giovani, portatori di novità e di slancio, e diminuisce – come è ovvio – la componente dei religiosi anziani. Questi, d’altra parte, rappresentano un elemento di congiunzione con i primi pionieri, giunti dall’Italia nel 1921 e negli anni successivi, dai quali sono stati accolti e formati. In questo contesto è crescente il bisogno di memoria storica, in particolare nei confronti di alcuni religiosi che hanno lasciato un’autentica testimonianza di santità. Merita una segnalazione particolare, sebbene la sua scomparsa sia ancora recente, padre Lucas Gialileola, uomo di profonda I - 2011 Era il 1921 quando quattro Fratelli lombardi arrivarono in Argentina: portavano il “modello di vita” di Luigi Monti, profondamente ispirato al messaggio di Cristo. Cronaca da un Capitolo della Provincia Latinoamericana. Il nuovo Consiglio della Provincia Latinoamericana eletto dal Capitolo che si è riunito a Cabana, in Argentina spiritualità, di essenzialità di vita e di coraggio pastorale. In Argentina si respira uno stile montiano originario che in Italia si è modificato nel corso del tempo, per effetto dei cambiamenti culturali degli ultimi decenni. Laggiù si riscontra ancora un forte e diffuso sentimento di partecipazione al carisma, sia nella spiritualità mariana che nel riferimento al Beato Fondatore. Nel frattempo si assiste anche a una progressiva secolarizzazione, che scompagina le forme comunitarie e un senso globale della vita, soprattutto nelle grandi aree urbane. Essere cristiani diviene così un’avventura sempre più impegnativa per i consacrati e per i cristiani laici. Un vasto lavoro educativo L’ambito della scuola è quello che si è maggiormente sviluppato. In Argentina vi sono sette colegios con circa settemila studenti, un notevole lavoro a fianco delle famiglie per l’educazione dei figli. Sono nate anche nuove realtà: una casa per anziani, una cappellania ospedaliera, centri diurni per minori, due parrocchie. Si coglie nei religiosi uno spiccato desiderio di evangelizzazione, attraverso forme di aggregazione giovanile spesso ispirate al “primo” Luigi Monti, quello che nel paese natale di Bovisio Masciago animava la sua Compagnia di coetanei. Le sfide che si presentano per il futuro sono soprattutto rivolte alla formazione, che è il vero banco di prova di un sano cammino vocazionale e umano. Ma non solo, perché i religiosi sentono di non poter più fare da soli, ma devono circondarsi di cristiani laici impegnati e collaborativi. Un processo che non sarà breve, questo, ma che apre a una nuova ecclesialità, più partecipata e corresponsabile nell’annuncio del messaggio evangelico. ■ R.V. 11 DOSSIER La scheda TUTTI I NUMERI DI UNA PRESENZA Tre sono i Paesi che compongono la Provincia Latinoamericana: Argentina, Bolivia e Perù. Totale dei religiosi: 32 Religiosi di voti perpetui: 28 Religiosi di voti temporanei: 4 Religiosi sacerdoti e diaconi: 11 Comunità: 9 Sede della Provincia: Córdoba (Argentina) Centri scolastici e di formazione professionale: 8 Parrocchie e cappelle pubbliche: 9 Centri diurni per bambini: 1 Mense per bambini e ragazzi in difficoltà: 4 Cappellania ospedaliera: 1 Casa di riposo per anziani: 1 Opere formative: 3 ■ DUE GERMOGLI DI “NUOVA VITA”... Il 19 marzo scorso, solennità di San Giuseppe, nella cripta della chiesa dedicata a Nostra Signora di Lourdes della città di Córdoba, in Argentina, hanno fatto la loro prima professione due nuovi Figli di Padre Monti. Un evento che ha riempito di gioia l’intera comunità montiana dell’America Latina. Il primo è fratel Davidson Fleurilus, di 32 anni. D’origine haitiana, ha conosciuto la Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione tramite internet nel suo paese natio e si è lanciato nell’avventura di lasciare la sua famiglia e la sua terra, di imparare una nuova lingua, il tutto per seguire la volontà di Dio. È un amante dello sport e gli piace essere sempre informato sulla realtà. Nel suo cuore coltiva il sogno di portare il carisma montiano nella sua terra d’origine. L’altro è fratel José Alberto Román Cuéllar, di 23 anni. Nato a Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia. Ha conosciuto la Congregazione di Padre Monti nella sua città attraverso l’esperienza apostolica del Centro diurno “San José”. Dopo aver a lungo riflettuto ha deciso di farne parte. Ama lavorare tra i bambini e i giovani e si prepara attualmente per diventare insegnante di Scienze Sacre. Ha sviluppato, lungo il cammino di formazione, una particolare sensibilità per l’arte e il lavoro manuale. Entrambi sono una conferma della vivacità della Famiglia Montiana in America Latina. Nella foto, i due nuovi fratelli della Provincia latinoamericana: Davidson Fleurilus (a sinistra) e Josè Alberto Roman Cuéllar ■ 12 I - 2011 DOSSIER TESTIMONIANZA PROTAGONISTA DI UNA NUOVA PRIMAVERA P er noi Concezionisti, è norma che ogni tre anni si celebri un Capitolo dedicato alla vita di una Provincia: è una scadenza utile per analizzare il percorso compiuto nell’arco di un triennio, per progettare e porsi nuove sfide, per scegliere – soprattutto per scegliere – un nuovo Superiore provinciale. Questo è quanto in linea di massima ci si può aspettare da una riunione come questa, ma per noi Figli di Padre Monti latinoamericani questa volta, pur nell’ordinarietà, la cosa è stata diversa. Nello scorso gennaio, abbiamo celebrato il nostro XV° Capitolo provinciale ordinario, ma non l’abbiamo celebrato solo perché era arrivata la scadenza naturale per celebrarlo: in tutti noi c’era un desiderio, unanimemente condiviso, di vivere questo momento. E questo, mi azzardo a dire, non è cosa di poco conto. Abbiamo scelto, questo sì, un nostro fratello come nuovo Provinciale, ma soprattutto abbiamo condiviso. Che cosa? Sogni? Che altro? Insieme abbiamo analizzato la nostra realtà, abbiamo progettato un presente possibile come base di un futuro altrettanto possibile; abbiamo pregato, celebrato e atteso. Sì, abbiamo atteso e creduto, rinnovando la nostra fiducia nella Divina Provvidenza, che non viene mai a meno, e – contemporanemente – la nostra fiducia (cosa non sempre facile) nella nostra umanità, che pur fragile e limitata, se messa nelle mani di Dio, può significare veramente tanto. Dopo 90 anni di presenza in terra sudamericana, sarebbe logico pensare che la fantasia si sia in parte esaurita I - 2011 Le impressioni di un giovane Fratello che ha partecipato per la prima volta al Capitolo provinciale. Una scadenza attesa e vissuta con particolare intensità. e che la fiamma di vita che i primi quattro frati concettini portarono tra di noi sarebbe oggi abbastanza invecchiata. Invece, ancora una volta, insieme, abbiamo scoperto – anzi, abbiamo ancora riscoperto – che continuiamo a essere chiamati e inviati ad esprimere novità e vita, e non solo all’interno della nostra giurisdizione, bensì siamo oggi chiamati a condividere le nostre richezze con l’intera Congregazione. Il XV° Capitolo ordinario, infatti, ci ha aiutati a discernere un po’ di più sulla nostra identità, sulla nostra vocazione e missione all’interno della CFIC. Allora... soltanto belle idee? Certamente no. Abbiamo celebrato un Capitolo “operativo”, un Capitolo di “scelte”, di coraggiose scelte che senz’altro andavano fatte. Per me, religioso perpetuo da solo due anni, è stata la mia prima espe- rienza di partecipazione come Capitolare: in precedenza ne sono stato coinvolto, ma solo in qualità di aiuto all’interno della segreteria. In questa occasione, però, toccava anche a me discernere, parlare, decidere, scegliere. In sintesi: essere un po’ protagonista di questa nuova stagione primaverile che, chi più chi meno, tutti quanti abbiamo respirato. Finite le sedute, ho lasciato la sala delle riunioni con una grande serenità, frutto della profonda convinzione che quanto in questo Capitolo si poteva fare si è fatto. Non nego che nel cuore di tanti (io incluso) ci si aspettava forse di poter andare ancora oltre, ma padrone del nostro tempo è solo Dio, e il Signore sa che ciò che ora ci aspetta per il futuro è veramente tanto. ■ Leandro Lobato Nella foto, i religiosi che hanno partecipato al XV° Capitolo provinciale ordinario latinoamericano 13 DOSSIER La partecipazione a un Capitolo vede l’alternarsi di momenti di preghiera, di dialogo e di confronto sui principali problemi della Congregazione. Il XV° Capitolo Latinoamericano si è svolto in Argentina, nella Casa de retiros “Padre Luis Maria Monti” di Cabana, località vicina a Córdoba Fratel Gustavo Edgardo Ferreyra (sopra) è il nuovo Superiore della Provincia Latinoamericana. Prende il posto di fratel Esteban Duarte che l’anno scorso è stato eletto nel Consiglio generale della CFIC. A sinistra, il nuovo Consiglio provinciale con il Superiore generale. Da sinistra, fratel Carlos Abraham, padre Hector Varela, fratel Ruggero Valentini, fratel Gustavo Edgardo Ferreyra, fratel Raul Sena Venez, padre Hector Mastrocola 14 I - 2011 MEMORIA BEATIFICAZIONE FRATEL STABLUM, UN PASSO AVANTI VERSO GLI ALTARI C on la consegna del Sommario della Positio al relatore padre Daniel Ols (op), si è compiuto un piccolo passo avanti nel progressivo cammino della Causa di Beatificazione di Emanuele Stablum. Il Sommario è un volume di circa quattrocento pagine che raccoglie nella prima parte la sintesi delle testimonianze rese da quarantanove testimoni: otto sacerdoti non della Congregazione Figli dell’Immacolata Concezione, sei religiosi e sacerdoti della CFIC e 35 laici. In questa sintesi si è riportato dalle testimonianze quanto è stato espresso dai testi in merito alle virtù teologali e cardinali eminentemente vissute dal Servo di Dio. È questa la parte più importante. Da queste testimonianze verranno estratte le prove per affermare l’eroicità delle virtù del Servo di Dio. Nella seconda parte del Sommario sono stati raccolti tutti i documenti ri- Prosegue il lungo e delicato cammino della Causa di Beatificazione del Servo di Dio. Consegnato un volume di quattrocento pagine che raccoglie testimonianze, documenti e scritti. guardanti la vita, la vita consacrata, il curriculum studiorum, l’attività professionale e scientifica del Servo di Dio. Nella terza parte viene riportata una selezione dei suoi scritti inediti. Soprattutto nei diari della sua gioventù si trovano molte spontanee invocazioni come questa: «Tuus sum ego salvum me fac» (si riscontri il Totus tuus di Giovanni Paolo II di monfortana memoria). «Tu nostro, Maria succurre labori». «Mater mea Fiducia mea» (2 dicembre 1917). «Che io trovi te solo, Gesù, che io apra a te tutto il mio cuore, che io goda di te, come desidera l’anima mia, e nessuna creatura mi muova e mi riguardi, ma tu solo parli con me e io con te, come suole parlare l’amico all’amico. Questo io cerco questo io desidero: che il mio cuore tutto sia a te unito e mediante la santa Comunione impari ad amare le cose celesti ed eterne. Ah, mio Gesù, quando sarà che io arriverò ad essere tutto unito e assorto in te e dimentico totalmente di me stesso? Che tu viva in me e io in te e facciamo così una sola cosa» (21 dicembre 1925). Tra gli scritti ai religiosi vi sono lettere che hanno come destinatario il Superiore generale Stanislao Pastori. Egli ha governato la Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione per trentatré anni, dal 1920 al 1953. Il Servo di Dio ebbe un feeling Fratel Emanuele Stablum con sorella Pia, morta novantenne pochi anni fa. A destra, al centro della foto, con alcuni confratelli I - 2011 15 MEMORIA Emanuele Stablum con il camice da medico e con alcuni colleghi (seduto a sinistra) nel corso di un confronto su problemi scientifici straordinario con padre Pastori. Visse nella stessa comunità per dieci anni dal 1915 al 1925 e ancora dal 1927 al 1931. Fratel Emanuele, ritornato laureato da Napoli a Roma, curò come primo paziente proprio il Superiore generale, malato di polmonite doppia con complicazioni cardiache. A lui scrisse con ardore diverse lettere incoraggiandolo a presentare ai confratelli lo spirito del fondatore: «... Badi, Padre, diletto figlio del P. Fondatore, che la Congregazione attende da lei il soffio vitale, vivificatrice dello spirito che ha ereditato dal Padre Luigi!... La mia anima ardente e calda che sente queste cose e le dice piangendo qui davanti al ritratto di P. Luigi e le dice per amore e con la più grande convinzione…» (22 gennaio 1925). Le lettere più significative sono quelle scritte alla mamma e alla sorella più piccola Pia. Nel cuore della notte apriva il suo cuore e la sua mente ai suoi cari; per alcuni minuti viveva a Terzolas nella sua casa natale con loro per comunicare ad essi i suoi problemi, i suoi progetti, le sue pene. Apriva loro il suo spirito. Il Servo di Dio alle prime avvisaglie del morbo che lo avrebbe portato alla morte, così scriveva alla mamma: «Carissima mamma, mi ha fatto molto piacere la vostra lettera che ho letto con vero godimento. Ho ri- 16 preso il lavoro, ma con orario un po’ ridotto e la sera soprattutto non sto più fin tardi nello studio perché... mi mandano a letto presto, sempre prima delle 11. Stasera mi hanno già cacciato via e questa lettera ve la scrivo in camera, quasi di nascosto, come i bambini, perché dicono i miei medici che mi sono strapazzato troppo e adesso basta. Veramente della salute io non ho mai fatto nessun conto e adesso che divento vecchio (aveva 53 anni, ndr) forse è bene tenerla un po’ dacconto» (14 dicembre 1948). Il Servo di Dio fu per la sorella, che aveva solo due anni quando partì per seguire la sua vocazione, il suo pedagogo, il suo direttore spirituale, il suo medico. La sorella Pia ancora novantenne rileggeva le sue lettere per sentire la sua voce di padre più che di fratello. Il Servo di Dio aveva più facile la penna che la parola. Nel Sommario sono raccolte le pagine più significative dei suoi scritti inediti. In essi rimarcava la sua fondamentale convinzione che si deve curare tutto l’uomo nel malato. Sono questi i passi che lo consacrano araldo dell’alleanza terapeutica. Sono molte nel mondo le università che hanno posto l’attenzione sulle relazioni tra lo spirito e il corpo nella malattia. Queste sono arrivate alla conclusione che la cura dello spirito è essenziale alla guarigione del corpo. Nel suo epistolario ai familiari, tutti amanti della natura, fa capolino lo scambio di fiori, sementi, bulbi, un mercatino tra Roma e Terzolas. Nelle numerose lettere emergono le attenzioni del Servo di Dio per i familiari giovani e anziani malati, per i vecchi zii isolati in san Biagio. Il Servo di Dio invia consigli, ricette e campioni di medicine. Terzolas, piccolo paese frazione di Malé che non aveva il medico condotto. Anche per gli amici della famiglia funzionava da Roma il sostituto. Il volume del Sommario raccoglie anche l’esaustiva relazione di padre Giuseppe Cagni, presidente della Commissione storica della Causa. Il postulatore rimane ora in attesa di avere di rimando il volume del Sommario con le osservazioni del Relatore della Causa. Il postulatore, oltre a informare i fedeli sulle tappe della Causa, sente di dover suscitare in essi l’impegno di ritenere il Servo di Dio Emanuele Stablum come intercessore presso Dio nella preghiera che elevano per i malati anche terminali, per ottenere la loro guarigione, e perché no, anche miracolosa. ■ Giovanni Cazzaniga Postulatore generale della CFIC I - 2011 AGENDA SICILIA UNA SETTIMANA DALLA PARTE DEGLI ULTIMI Continuano gli appuntamenti per celebrare i 75 anni di presenza dei Concezionisti nell’isola. Le tematiche educative al centro del recente incontro a Palazzolo Acreide. C ontinuano gli incontri e le “settimane” della Famiglia Montiana in Sicilia. Dopo Noto, Priolo Gargallo e Ispica, dal 21 al 26 marzo l’iniziativa ha coivolto Palazzolo Acreide. Questi appuntamenti itineranti si collocano all’interno delle celebrazioni per il 75° di presenza dei religiosi Figli dell’Immacolata Concezione in Sicilia e coinvolgono tutte le realtà attualmente attive sull’isola: Casa Luigi Monti e Cortile di Padre Monti a Palazzolo Acreide, Comunità Padre Luigi Monti a Siracusa, Casa Isola Feli- ce a Floridia, Casa Famiglia Rosa di Luigi Monti a Ispica. «In questo modo – spiega fratel Gioacchino Santoro, coordinatore dell’iniziativa – abbiamo voluto tentare di stimolare le realtà locali, gli operatori delle comunità e i giovani del territorio a prendere coscienza delle enormi potenzialità offerte dalla presenza di una Comunità Alloggio o di una Casa Famiglia per il recupero sociale dei minorenni a rischio di devianza o già coinvolti in attività criminose o, comunque, svantaggiati sociali». Il saluto del sindaco di Palazzolo Acreide Carlo Scibetta Calabria e Sicilia IL SUPERIORE GENERALE NEL PROFONDO SUD Il Superiore generale della CFIC, fratel Ruggero Valentini, si è recato in Calabria e in Sicilia per incontrare il ricco e variegato mondo che si rifà all’esperienza Padre Monti Sud Onlus. Dal 5 al 7 marzo ha potuto incontrare, presso la Casa Luigi Monti di Palazzolo Acreide, tutti i collaboratori, gli amici e i legali rappresentanti degli enti federati. «La visita di fratel Ruggero – commenta fratel Gioacchino Santoro – ha contribuito a consolidare il lavoro svolto al nostro interno e ha incoraggiato i vari responsabili a insistere nell’impegno e nell’amore con cui vengono portate avanti le varie iniziative». L’arrivo del Superiore generale è coinciso con il passaggio di consegne tra i responsabili delle comunità calabrese e siciliana della CFIC. Fratel Antonio Angioni è infatti diventato Superiore a Siracusa al posto di fratel Gioacchino Santoro, nominato Vicario della Provincia Italiana e responsabile dell’intera area Padre Monti Sud, oltre che coordinatore dell’animazione e della formazione vocazionale. Fratel Stefano Caria è stato invece nominato superiore della comunità di Polistena, in Calabria, in sostituzione di Angioni. Nella foto, il Superiore generale con una folta rappresentanza di educatori e animatori delle comunità siciliane. ■ I - 2011 17 AGENDA Progetto RAGAZZI NELL’ISOLA DI APPRENDI... MONTI Il “Cortile di Padre Monti” è uno dei progetti in cui si traduce la presenza dei Concezionisti in Sicilia, per la precisione a Palazzolo Acreide. Si tratta di un intervento di sostegno alle famiglie e di aggregazione giovanile. Si vuole in questo modo rispondere alle richieste d’aiuto che arrivano dai genitori e ai bisogni di socialità dei ragazzi, attuando così un’opera di prevenzione primaria e di supporto agli adulti. Nel corso del 2011, il progetto si articolerà in due segmenti: “Spazio io e gli altri” e “L’isola di apprendi... Monti”. Il primo vuole essere un luogo di socializzazione per bambini e ragazzi, dove il gioco diventa occasione di curiosità, conoscenza di sé e della realtà, divertimento e autodisciplina. Il secondo segmento offre invece uno spazio fisico giornaliero ai ragazzi come aiuto nello svolgimento dei compiti in una logica di accompagnamento e con l’obiettivo di fornire un metodo di studio adeguato. Il servizio di assistenza scolastica si traduce nel far trascorrere il tempo libero in una struttura idonea a far vivere un’esperienza di socializzazione in una dimensione educativa, mediante attività di studio, didattico-formative, espressive, ricreative e ludico-motorie. Gli operatori si fanno pure carico di curare i rapporti con le scuole. ■ Nel corso della settimana sono stati trattati temi molto interessanti per tutti gli operatori di comunità, dei servizi sociali, per i giovani delle scuole superiori, i docenti di ogni ordine e grado e per i semplici cittadini. In orario scolastico, tra l’altro, sono stati predisposti dei laboratori didattici che hanno coinvolto soprattutto le varie classi delle scuole elementari del territorio. Molto interessante e utile a tutti coloro che operano nel segmento dell’educazione è stato il seminario sulla cosiddetta Play Therapy, condotto dal dottor Claudio Mochi: due giornate dedicate agli educatori con incontri specifici sulle odierne tecniche pedagogiche indispensabili per costruire un progetto formativo che metta al primo posto il minore. «Confidiamo – commenta fratel Gioacchino - di aver realizzato un percorso formativo interessante sulla linea che da sempre caratterizza la presenza e l’operato della Famiglia Montiana in Sicilia e nel resto del mondo». Nel contesto della settimana non è stata dimenticata, ma sempre ben discretamente inserita e condivisa, la riflessione sull’importanza della vita e dell’opera del Fondatore dei Con- 18 cezionisti, il cui carisma è stato da tutti i relatori sottolineato per l’attualità degli ideali e per la santità delle sue proposte. La settimana di Palazzolo Acreide si è aperta con la firma di una convenzione ventennale – sottoscritta dal sindaco Carlo Scibetta e da fratel Santoro – grazie alla quale l’amministrazione civica si impegna a cedere in comodato d’uso un immobile di proprietà comunale al fine esclusivo di essere destinato a centro diurno e comunità alloggio per i minori, oltre che ad appartamenti da mettere a disposizione di nuclei familiari disagiati della città. Archiviato con successo l’appuntamento di Palazzolo Acreide, la Famiglia Montiana siciliana si ritroverà prossimamente a Floridia (9-14 maggio) e a Siracusa (6-11 giugno) per continuare con lo stesso entusiasmo la riflessione su una mission iniziata nel lontano 1936 e da allora mai interrotta. ■ Nel corso della Settimana Montiana i bambini delle scuole elementari del territorio sono stati coinvolti in laboratori didattici I - 2011 ESPERIENZE SARONNO QUANDO LEGGERE FA RIMA CON “INCHIOSTRO” La casa madre della CFIC ospita dal 1993 una libreria specializzata nell’editoria cattolica e nell’oggettistica religiosa. Un punto di riferimento culturale per la Congregazione, per la Chiesa locale e per l’intera città. U na web-tv di Saronno (www.pierodasaronno.eu) ha promosso recentemente un’indagine sulle librerie della zona. L’obiettivo era di stilare una graduatoria basata su competenza, disponibilità e gentilezza. Ebbene, il risultato ha premiato – con il 55% delle preferenze – la libreria che si trova all’interno della casa madre della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione. Il suo nome è “Inchiostro” ed ha aperto i battenti nel 1993. Una presenza fortemente voluta e avviata da fratel Ruggero Valentini, l’attuale Superiore generale della CFIC. Punto di forza della libreria è il settore religioso avendo in esclusiva le più significative case editrici di area cattolica e di conseguenza è in grado di offrire ai clienti tutte le novità ancora fresche di stampa. Un posto di riguardo è riservato alle pubblicazioni della Editrice Monti e i libri in catalogo sono sempre a disposizione. Stefano Maggioni da quasi sette anni è il principale punto di riferimento del negozio. «Lavoro nel settore libri da 25 anni – racconta –, prima in una casa editrice e successivamente in grossi magazzini di distribuzione. Qui sono arrivato nel I - 2011 2004 e dopo quattro anni come dipendente mi è stata offerta l’opportunità di gestire la libreria con la mia famiglia, mia moglie Sonia e le nostre due figlie Martina e Federica. Dal novembre 2008, praticamente, questa è diventata la nostra casa. È qui che trascorriamo le nostre giornate, soprattutto quando si avvicina il Natale che per una libreria è il periodo più favorevole». Un negozio, quindi, a gestione familiare. Per la città di Saronno e per il suo hinterland, “Inchiostro” è ormai Stefano e Sonia Maggioni davanti alla libreria “Inchiostro” che gestiscono con grande passione 19 ESPERIENZE un fondamentale punto di riferimento per chi è alla ricerca di pubblicazioni e oggettistica religiosa. «Abbiamo un settore aggiornato con tutte le novità sul catechismo: guide, aggiornamenti, sussidi per le parrocchie... I rapporti con il clero, i religiosi e le religiose del decanato sono ottimi e costanti». Il negozio è punto di riferimento anche per chi è alla ricerca di buone letture, non necessariamente religiose. Sugli scaffali è possibile trovare volumi di varia natura, soprattutto di saggistica. I rapporti con la clientela sono particolarmente curati riuscendo a fornire un puntuale e veloce servizio di prenotazione che all’inizio di ogni anno scolastico coinvolge numerosi studenti, e tra costoro quelli che frequentano i corsi gestiti dall’Istituto Monti. Il lavoro di Stefano e Sonia deve tuttavia fare i conti con il particolare momento di crisi che l’editoria sta vivendo. «I problemi non mancano – dicono – la cronica scarsa propensione alla lettura degli italiani unita ai problemi economici di molte famiglie, si traducono in un calo delle vendite. Come se non bastasse c’è la concorrenza che, in una città come Saronno, vede una discreta presenza di librerie. Da pochi mesi ha aperto i battenti un nuovo negozio a soli cento metri dalla nostra sede». Questo vuol dire fare i conti con il mercato e con i gusti dei lettori. È anche una questione di sopravvivenza! L’evento legato alla beatificazione di Giovanni Paolo II ha fatto lievitare non poco la richiesta di libri e oggettistica che si rifanno alla figura del grande pontefice. Costante è inoltre la preoccupazione di offrire alla clientela i titoli degli autori cattolici più gettonati. La lista degli ever green vede in cima all’elenco nomi del calibro di Enzo Bianchi e dei cardinali Carlo Maria Martini e Gianfranco Ravasi. Per non parlare poi dei recenti libri scritti da Benedetto XVI. La libreria fornisce inoltre un servizio aggiornato di notizie sulla classifica dei libri più venduti in Italia. Il futuro di “Inchiostro” si gioca in un rapporto sempre più sinergico con la Congregazione e con l’Editrice Monti. Con quest’ultima è avviata da tempo una collaborazione che si traduce nell’organizzare la presentazione di 20 Sugli scaffali della libreria è possibile trovare libri di ogni genere, con un’attenzione particolare all’editoria cattolica nuovi volumi ed altri eventi culturali, come le serate con gli autori. Non manca la partecipazione ai mercatini del libro che si tengono in zona. La libreria è diventata punto di riferimento anche per i religiosi della CFIC, che quando passano per Saronno non perdono l’occasione di una visita alla ricerca delle ultime novità editoriali. «Oggi – conclude Ste- fano Maggioni – mi sento parte integrante del mondo che gravita attorno a Padre Monti. Conservo molti bei ricordi delle persone che ho avuto modo di incontrare nel corso degli anni. Uno dei più belli riguarda fratel Polimeno, che scendeva spesso in libreria e gli piaceva scherzare con mia figlia Federica». ■ Saverio Clementi I - 2011 SOCIETÀ TRENTO GIOVANI TRA LAVORO E FRAGILITÀ «C ento anni fa, nel 1912, la nostra comunità era venuta in Trentino, chiamata dalla Dieta di Innsbruck, a gestire l’Istituto educativo Sant’Ilario di Rovereto: per 65 anni era stato un punto di riferimento per i servizi sociali della Provincia. Subito i religiosi di Padre Monti allestirono laboratori per la formazione professionale dei giovani assistiti. A un secolo di distanza siamo ancora qui, oggi anche con Elea, una società che opera in tutto il Paese nell’ambito della formazione continua. Una realtà che trae la sua origine dalla lungimirante azione sociale di un imprenditore come Adriano Olivetti, testimone di autentica passione civile». Il passato e il presente di un impegno in ambito educativo sono stati richiamati da fratel Ruggero Valentini, Superiore generale della CFIC, nel corso di un importante convegno svoltosi a Trento il 25 marzo per la presentazione del progetto “Utenze fragili”. L’obiettivo della ricerca era la definizione di un modello efficace di inserimento socio-lavorativo di giovani trentini “fragili”, ossia di persone di età compresa tra il 16 e i 29 anni con particolari difficoltà ad entrare nel mercato del lavoro. All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, il vescovo di Trento mons. Luigi Bressan, Domenico Temperelli, amministratore delegato di Elea, l’assessore provinciale Ugo Rossi, Cesare Damiano, della Commissione lavoro della Camera dei deputati. «La fragilità non è una malattia – ha sottolineato il Superiore generale – è una condizione esistenziale che per molte persone diviene motivo di I - 2011 Il tavolo del relatori al convegno su “Utenze fragili” emarginazione. La fragilità non si combatte, si educa. Essa è dentro la nostra condizione di creature. La fragilità dell’altro ci turba, perché mette in luce la nostra. Per questo la fragilità genera solidarietà, che è un frutto dell’amore. Per questo è necessario attingere a un mondo di valori che scaldino il cuore e diano la forza necessaria a credere e a sperare». Per i “fondatori” della formazione professionale, questo settore era stato concepito come un fattore fondamentale di sviluppo della persona e della sua dignità. Da questo punto di vista – che sfiora il senso spirituale della formazione – nulla oggi è cambiato rispetto all’approccio che poteva avere un fondatore nel tardo Ottocento. Scriveva a questo proposito Padre Luigi Monti: Numeroso e attento il pubblico in sala Processi di formazione, educazione e orientamento sono stati al centro di un importante convegno, promosso da Elea, sull’inclusione sociolavorativa dei giovani “fragili” in Trentino. «L’educatore si studierà di formare gli orfani di un carattere sincero e aperto, nemici della bugia e di ogni raggiro». E ancora: «Procurerà di renderli amici del lavoro e li costumerà ad operare più per amore che per timore». E infine: «Studierà attentamente il carattere e le forze degli allievi per condurli per il loro verso; non tutti vogliono essere guidati allo stesso modo. Non si pretenderà da tutti ugualmente, ma secondo le loro capacità e i doni che hanno ricevuto da Dio». Siamo di fronte a una chiara definizione di educazione personalizzata, capace di partire anche da condizioni di fragilità. «Il lavoro che tutti noi abbiamo davanti – ha concluso fratel Ruggero Valentini – esige visione, competenze e motivazioni. La parabola del “Buon Samaritano” delinea questa attitudine alla prossimità, perché egli – incrociando sulla strada un uomo mezzo morto e per ciò stesso fragile – “gli si fece accanto, lo vide, ne ebbe compassione”. Ovvero: la condizione di fragilità ci domanda di scegliere la vita agendo personalmente per essa, di guardare alla realtà con capacità critica e spirito di iniziativa, di mettersi in gioco fino in fondo, non da soli, ma insieme». ■ 21 INTEGRAZIONE ROMA E MILANO PORTE APERTE AI FRATELLI FILIPPINI N elle grandi città italiane la presenza di folte comunità straniere è ormai una realtà consolidata. Alcune di esse provengono da Paesi cattolici e sono caratterizzate da una fortissima religiosità che rischierebbe di perdersi se non adeguatamente praticata. A Roma e a Milano due chiese gestite dalla Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione sono diventate punto di riferimento per numerosi immigrati di origine filippina che vi risiedono. Nei quartieri Aurelio e Boccea della capitale si trovano condomini dove vivono moltissimi immigrati dalle Filippine, che hanno trovato lavoro presso le famiglie del posto, soprattutto come badanti e domestici. Alcuni sacerdoti della stessa nazionalità hanno pensato di riunirli per celebrare insieme il giorno del Signore e nella comunione di spirito trovare sostegno e serenità di vita. È da cinque anni che si ritrovano ogni domenica pomeriggio nella Rettoria di San Leone Magno, in via Boccea 60. L’anniversario è stato ricordato con una festa che ha avuto il culmine con una solenne celebrazione ecucaristica presieduta da padre Norma Peña, l’animatore della comunità, e con la partecipazione di altri cinque sacerdoti filippini. Tra questi il Rettore del Collegio dei seminaristi di teologia provenienti dal Paese dell’estremo oriente che studiano a Roma. Particolarmente gradita è stata la presenza dell’ambasciatrice presso la Santa Sede, Mercedes Arrastia-Tuason. Il Rettore della chiesa di San Leone Magno, padre Giovanni Cazzaniga, dopo aver ricevuto il ringraziamento di tutti i presenti, ha ringraziato a sua volta i filippini perché testimoniano nel quartiere una fede vivace e perché realizzano nelle famiglie ove lavorano una collaborazione di solidarietà, particolarmente verso le persone anziane. A Milano, dove vivono circa 24 mila filippini, un folto gruppo fa riferimento alla parrocchia dell’Immacolata Concezione gestita da religiosi della CFIC. Si tratta di fedeli che conservano e promuovono la tradizione religiosa del loro Paese d’origine, senza dimenticare la cultura e i valori legati Una folta rappresentanza della comunità filippina che frequenta San Leone Magno 22 Padre Rodolfo Maramba, viceparroco a Milano Due chiese italiane gestite dalla CFIC sono da anni diventate punto di riferimento di folte comunità di immigrati che possono così vivere la loro profonda religiosità. a una liturgia ricca e intensa. «La comunità – dice padre Rodolfo Maramba, il viceparroco – è attiva da quasi otto anni. Celebriamo la nostra messa ogni domenica alle 16.30. Grazie alla capacità dei miei connazionali di integrarsi senza difficoltà nella cultura italiana, la loro presenza non è particolarmente evidente a prima vista, tuttavia i filippini sono uno dei gruppi etnici più numerosi a Milano. Sono cattolici molto devoti. Il Rosario è parte di ciò che noi siamo come popolo. La nostra cultura è in gran parte definita dalla nostra fede e dovunque ci troviamo la portiamo con noi». Le Filippine sono una nazione che è stata profondamente influenzata dalla spiritualità cattolica della Spagna, Paese che ha dominato l’arcipelago per quasi quattro secoli. Maria e il Bambino Gesù sono figure chiave di questa religiosità. Oltre alla messa domenicale e alle feste di precetto, esiste un gran numero di festività nel corso dell’anno che vengono celebrate con le stesse usanze proprie del Paese d’origine. In dicembre, per esempio, cade la ricorrenza del Simbang Gabi che viene vissuta con nove giorni di preghiera. La comunità è aperta alle attività della parrocchia e alcuni suoi rappresentanti fanno parte del Consiglio pastorale e partecipano attivamente a tutte le iniziative. ■ I - 2011 Alex Zanotelli Carlo Penati € 9,50 pp. 112 € 5,00 pp. 64 illustrato da Vittorio Sedini I POVERI NON CI LASCERANNO DORMIRE Da Korogocho al Rione Sanità Alex Zanotelli nasce a Livo, in Val di Non, nel 1938. Nel 1964 viene ordinato sacerdote nell’istituto dei Missionari Comboniani. Dal 1965 è missionario nel Sudan martoriato dalla guerra civile, fino al 1973, anno in cui il governo sudanese gli nega il visto a causa delle sue denunce contro la corruzione dilagante. Nel 1978 assume la direzione del mensile Nigrizia da dove pubblica critiche documentate ai modelli occidentali di collaborazione allo sviluppo. Nel 1985, assieme a don Albino Bizzotto, fonda il movimento Beati i Costruttori di Pace. Nel 1987, su pressione di esponenti politici ed ecclesiastici, è costretto a lasciare la direzione di Nigrizia. Nel gennaio del 1990 va in missione in Kenya in una delle baraccopoli di Nairobi. Nello stesso anno diventa direttore responsabile della rivista Mosaico di Pace. A cavallo del 1995/96 torna in Italia e lancia l’idea di fondare la Rete Lilliput. Nel 2002 torna in Italia. Oggi vive nel Rione Sanità di Napoli. Marco Paolini, famoso attore, autore e regista, assieme alla compagna di vita e di lavoro Michela Signori, firma la prefazione a questa terza edizione aggiornata del libro. Walter Cazzaniga PAROLA AMICA Il Vangelo della Domenica per i ragazzi € 10,00 pp. 152 Rito Romano – Anno A – Nuova edizione «Carissimo don Walter Cazzaniga, desidero esprimerti vivo compiacimento per l’iniziativa di pubblicare i tre volumi dal titolo Parola Amica. Un’iniziativa suggerita certamente al tuo cuore dalla lunga esperienza di pastorale giovanile e di conoscenza dei ragazzi, e che si inserisce bene nel contesto di altri sussidi tesi ad avvicinare anche i più giovani alla Parola di Dio. La lettura orante delle pagine evangeliche, resa facile come tu hai saputo fare attraverso le scansioni della lectio divina, potrà aiutarli a scoprire la figura di Gesù, ad approfondire il suo mistero, a pregare meglio e a gustare la celebrazione della Messa. Inoltre la fedeltà di Cristo al mandato del Padre li educherà all’apertura vocazionale per capire il disegno d’amore che Dio ha su ciascuno. Mi auguro che la tua fatica sia ricompensata da copiosi frutti e ti benedico con affetto nel Signore» dalla prefazione del cardinale Carlo Maria Martini. Don Walter è attualmente parroco a Milano. Per l’Editrice Monti ha già pubblicato la prima edizione del ciclo completo di Parola Amica e i libri: Saranno Testimoni, Piccoli consigli per l’animatore, La passione di Gesù e In cammino con Gesù. Per informazioni e acquisti: Editrice Monti DAVANTI ALLA TERRA PROMESSA Un ricordo di don Primo Mazzolari «Ecco un nuovo testo su don Primo Mazzolari o, meglio, ispirato da don Primo Mazzolari. È il segno di una fortuna che non accenna a diminuire e che costituisce una sorta di ricompensa postuma alle tante difficoltà e alle tante misure disciplinari che il sacerdote cremonese dovette subire durante la sua vita. Ma, si sa, è quel che succede spesso – nella storia della Chiesa e non solo – a quanti vogliono rimanere coerenti con i propri ideali […]. Don Primo fu uomo di fede e uomo del Vangelo, convinto profondamente del senso profondo della sua scelta cristiana e del suo essere prete. Su questo punto non fece sconti a nessuno e tanto meno a se stesso. Tanti brani riportati in questo libro e, a maggior ragione, presenti nelle migliori delle sue opere, lo confermano. Le pagine che Carlo Penati ha preparato con passione possono darci un’idea di quella potenza espressiva, presente anche in quelle sue celebri omelie che richiamavano a Bozzolo fedeli e, perché no?, curiosi, da ogni parte» dalla prefazione del professor Giorgio Vecchio. Saverio Clementi DON MAURO BONZI Un prete nell’inferno di Dachau € 10,00 pp. 160 «Mentre il nostro Paese celebra quest’anno il 150° anniversario dell’Unità Nazionale, è commovente rileggere il racconto di quando, durante il trasferimento a Dachau, i deportati, arrivati al Brennero, salutarono l’Italia intonando tra le lacrime “O mia patria sì bella e perduta”. È grazie anche a questi “martiri della carità” se l’Italia ha saputo risollevarsi dalla disfatta della Seconda guerra mondiale e rinascere su nuove basi morali. Don Bonzi era uno di loro. Grazie alle pagine di questo libro egli può diventare uno di noi, per aiutarci, con la forza che viene dalla testimonianza della vita, a rendere la nostra Patria veramente bella. Di quella bellezza che, il più delle volte e nelle sue manifestazioni molteplici (che rendono l’Italia un unicum nel mondo), è splendore del cristianesimo, diffusosi sul suolo e tra le genti d’Italia fin dalla prima ora e trasmesso di generazione in generazione. Fino a quella di don Mauro Bonzi, fino alla nostra» (dalla prefazione del cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di Milano). Saverio Clementi, legnanese, laureato in Scienze Politiche, è giornalista professionista. Ha lavorato in quotidiani locali e nazionali. È stato direttore responsabile del settimanale cattolico Luce della Diocesi di Milano. Via Legnani, 4 - Saronno (VA) • Tel. 02.9670.8107 [email protected] • www.editricemonti.it attestazioni: ISO 9001:2008 BS OHSAS 18001:2007 UNI EN ISO 14001:2004 SOA OS 30 Classifica IV - SOA OG10 Classifica I G I AC C A www.giaccasrl.it Un’azienda giovane, naturalmente orientata verso qualità, innovazione e soddisfazione dei clienti. Con una Equipe di oltre 90 persone al vostro servizio. Giacca s.r.l. progetta, sviluppa e realizza impianti di telefonia avanzata e cablaggi strutturati in rame e fibra ottica autorizzazione di 1° Grado I.T.I. BZ/170 Giacca s.r.l. - Costruzioni Elettriche Giacca s.r.l.Trento - Costruzioni Elettriche 38121 - via Kempten, 34 38121 Trento- fax - via0461.956042 Kempten, 34 tel. 0461.960950 tel. 0461.960950 - fax 0461.956042 [email protected] G [email protected]