Land Rover, il mito integrale

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Land Rover, il mito integrale
LANDROVER
IL MITO INTEGRALE
In produzione da sessant’anni la popolare fuoristrada britannica
non ha mai cambiato il suo stile
Un’icona dell’Inghilterra prodotta in 4 milioni di esemplari
ed esportata in tutto il mondo
di Roberto Valentini
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li americani avevano fatto scuola con la
Jeep, protagonista del secondo conitto
mondiale. Spartana, ma efcace, leggera, ma robusta, la piccola 4x4 statunitense aveva impressionato il
mondo per le sue prestazioni, soprattutto sui percorsi
più accidentati. Aveva spostato rapidamente le truppe
in Europa e molti esemplari erano rimasti nei pressi
dei campi di battaglia. Anche in Gran Bretagna, dove
un esemplare nisce nella fattoria del direttore tecnico
della Rover, Maurice Wilks.
Wilks ha così modo di testarne le ottime doti fuoristradistiche e di constatare che un mezzo del genere può
essere di grande aiuto per il lavoro nei campi, permettendo contemporaneamente agili spostamenti su strada.
Potrebbe essere il veicolo giusto per gli agricoltori.
Così inizia lo studio di una 4x4 che sia l’anello di congiunzione tra il trattore e l’automobile.
La base è quella della Willys, con il suo telaio a longheroni di acciaio. Ma, subito dopo la guerra, i problemi di
approvvigionamento delle materie prime sono grandi
e in Inghilterra la produzione di acciaio è scarsa, e una
legge privilegia i prodotti destinati all’esportazione o
alla produzione di macchinari.
Al contrario, l’alluminio, molto utilizzato nella produzione bellica, si trova con maggior facilità ed è per questo motivo che i tecnici Rover decidono di montare una
carrozzeria in alluminio sul telaio in acciaio.
A sinistra, la Land Rover è l’icona delle avventure,
utilizzata anche da moltissime forze militari, non solo britanniche;
in basso, una I serie, riconoscibile dalle linee spigolose.
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Il primo prototipo viene realizzato nel 1947, utilizzando il telaio di una Jeep, sul quale viene montato
un motore Rover di 1389 cm3 per una potenza di 48
CV. E’ l’unità propulsiva che equipaggia la berlina 10
HP, dalla quale vengono presi anche l’assale posteriore
e altri particolari. La trasmissione prevede un riduttore sul cambio e le quattro ruote motrici innestabili
sull’anteriore solo su sterrato. Non c’è il differenziale
centrale e la carrozzeria è essenziale, priva di porte e
con un solo sedile per il conducente posto al centro.
Soluzioni dettate dalla necessità di offrire un prodotto
economico e che possa usufruire delle agevolazioni scali destinate ai mezzi agricoli.
Da questo primo prototipo si passa alla preserie, montata su telaio specico Rover - ma molto simile a quello della Jeep di cui conserva il passo di 80 pollici e
l’altezza da terra - con una carrozzeria un po’ meno
spartana, dotata di porte e capote in tela, con la guida
a destra e tre posti anteriori. Anche il motore adottato
è il 1595 cm3 (50 CV) della Rover P3 60.
La trasmissione viene perfezionata adottando un sistema di trazione permanente con ruota libera sull’asse
anteriore, accoppiato a un cambio a 4 marce con riduttore. In questa congurazione il 30 aprile 1948 la Land
Rover viene presentata in occasione del Salone di AmA sinistra, la Regina Elisabetta II passa in rassegna le truppe
della Marina su una Land Rover I serie;
in basso, un prototipo di preserie del 1947 con guida al centro:
grande la somiglianza con la Jeep statunitense.
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sterdam e raccoglie subito un grande successo, anche
grazie alla sua grande versatilità, accresciuta dalle tre
prese di forza disponibili, che possono essere collegate
agli utensili agricoli.
Nel primo periodo la produzione viene aggiornata
con piccole migliorie, ma risale al 1951 il primo vero
restyling, con il posizionamento dei fari anteriori sempre sulla calandra, ma fuori dalla griglia, e delle luci di
posizione sui parafanghi.
Cresce la cilindrata del motore (1997 cm3) che incrementa la coppia e la potenza di 2 CV, viene modicata
la trasmissione con la trazione integrale inseribile solo
con le marce ridotte. Ne viene anche prodotta una
versione dotata di tetto metallico.
Nel 1953 viene allungato il passo della Land Rover di
6 pollici. Il maggior spazio permette di realizzare una
versione Station Wagon con hard top in alluminio e
doppio tetto “safari”. Nello stesso anno nasce la versione denominata 107, allungata di 21 pollici rispetto
alla versione normale. Su questa base viene allestita la
Station Wagon 10 posti, con 4 porte più portellone e
carrozzeria chiusa in alluminio.
Nel 1957 si registra un’importante novità tecnica, con
l’adozione di un motore a gasolio a 4 cilindri di 2052 cm3,
con la stesso potenza di quello a benzina (52 CV).
In alto, il cruscotto decisamente spartano della I serie;
al centro, una delle prese di forza sulle quale si possono innestare
attrezzature agricole e di lavoro; in basso, il caratteristico parabrezza
a due vetri continuerà a essere prodotto no alla III serie.
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In contemporanea viene allungato leggermente il passo di entrambi i modelli: quello corto diventa di 88
pollici, quello lungo di 109.
La seconda serie della Land Rover viene presentata
nel 1958. La carrozzeria, pur restando sostanzialmente invariata, perde gli spigoli che avevano permesso
di semplicarne la produzione. I parafanghi sono ora
leggermente bombati e la larghezza massima è conseguentemente aumentata di quasi 4 cm.
Anche la carreggiata viene allargata. Tre anni più tardi,
nel 1961, cambia la cilindrata dei propulsori a benzina
e a gasolio. Per entrambi diventa, attraverso l’aumento dell’alesaggio, di 2286 cm3, con potenze rispettivaA sinistra, una Land Rover II serie pick-up;
in basso, una II serie con passo lungo impiegata come mezzo di rifornimento
rapido al tentativo di record della Bluebird nel 1960.
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mente di 77 e 62 CV. Esternamente, a seconda delle
regolamentazioni dei vari Paesi in cui la Land Rover
è esportata - la quota di esportazione è pari al 75% - i
fari anteriori vengono spostati sui parafanghi. Modica che diventa denitiva su tutti i modelli del 1969.
Nel 1967 la gamma si amplia con la possibilità di avere
un motore più potente sulla versione 109: si tratta di
un 6 cilindri di 2652 cm3. Contemporaneamente viene
montato il servofreno.
Nel 1970 la Rover presenta la Range Rover, “madre
di tutti i suv”, ma ciò non rallenta la produzione e
l’attenzione nei confronti della Land, che nel 1971 è
oggetto di un nuovo restyling, più marcato e profondo dei precedenti, poiché tende a migliorare la vettura
soprattutto sul piano del confort e delle niture.
A destra, una II serie con passo lungo e carrozzeria giardinetta a 10 posti.
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A sinistra, in alto, una Land Rover militare degli anni Settanta;
a sinistra, al centro, una Land Rover III serie con capote in tela;
in alto a destra e in basso, una III serie 109, decisamente
meno spartana delle sue progenitrici, ma di cui conserva la linea,
salvo che per il posizionamento dei fari anteriori sui parafanghi.
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All’interno vengono montati rivestimenti sul cruscotto, sui pannelli porta, sul pavimento e sull’imperiale.
La strumentazione è più completa e razionale. All’esterno viene cambiata la calandra, con uno scudo stilizzato
posto di fronte al radiatore, al posto della più spartana
griglia. Meccanicamente le modiche più importanti
riguardano il cambio, completamente sincronizzato, e
una maggiorazione di freni e frizione. Sempre molto
vasta la gamma, articolata su due differenti passi, che
comprende le versioni scoperta, chiusa e pick-up per
un totale di 38 diverse combinazioni.
Un successo commerciale a livello globale, confermato
dalle cifre: nel 1976 esce infatti dalla linea di produzione il milionesimo esemplare. Sono della seconda metà
degli anni Settanta le versioni più rinite denominate
Country Station Wagon, disponibili sia con passi da
88, sia con quello da 109 pollici. Cambiamenti radicali
riguardano la quarta serie, che esordisce nel 1983 con
la versione One Ten (lunga), dotata di un telaio completamente nuovo derivato da quello della Range.
Esteticamente la vettura resta quasi inalterata, con alcune sostanziali differenze, come la calandra parallela
ai parafanghi, il parabrezza a corpo unico e i parafanghi dotati di codolini per accogliere le nuove sospensioni con carreggiata allargata. I nestrini laterali
abbandonano l’apertura a scorrimento per l’impianto
discendente. L’interno è decisamente più curato, anche se sempre con un aspetto spartano.
Come unità propulsiva viene adottato un 4 cilindri
diesel di 2495 cm3 per una potenza di 68 CV. Il cambio è a 5 rapporti. Alla versione lunga si afanca nel
In basso, una III serie dotata di motore a benzina V8,
lo stesso che equipaggia la Range Rover: si noti la nuova mascherina
in posizione avanzata, che caratterizzerà le serie successive.
Nel riquadro una Land Rover I serie.
1984 quella corta, denominata Ninety. Questa serie
benecia inoltre di un progressivo potenziamento dei
motori. Nel 1986 il 4 cilindri a benzina raggiunge la
potenza di 80 CV, mentre quello a gasolio riceve la
spinta di un turbocompressore che gli permette di ottenere 85 CV. La produzione di queste serie prosegue
no al 1990 con piccole modiche per lo più di carattere estetico.
Nel 1990 questo modello cambia nome diventando “Defender”, dal momento che Land Rover è nel frattempo
diventato un marchio autonomo che comprende tutta la
gamma dei fuoristrada Range e Discovery.
CARATTERISTICHE TECNICHE
LAND ROVER 1 A SERIE (1948)
MOTORE
anteriore longitudinale, 4 cilindri in linea, 1595 cm3,
potenza massima 50 CV a 4000 giri/minuto,
alesaggio e corsa 69,5x105 mm, rapporto di compressione
7,1:1; alimentazione a benzina, carburatore Solex invertito.
TRASMISSIONE
trazione posteriore, integrale inseribile con ruota libera
all’avantreno - cambio meccanico a 4 marce
più retromarcia (III e IV sincronizzate), con riduttore.
STERZO
a vite e madrevite.
CARROZZERIA
telaio in acciaio a longheroni e traverse,
carrozzeria in pannelli di alluminio.
FRENI
anteriori e posteriori a tamburo.
SOSPENSIONI
anteriori e posteriori ad assale rigido con balestre
semiellittiche, con ammortizzatori idraulici telescopici.
RUOTE E PNEUMATICI
cerchi in metallo pieno, pneumatici 6.00x16.
DIMENSIONI E PESI
passo 2.032 mm, carreggiata anteriore
e posteriore 1.270 mm; peso in ordine di marcia 1149 kg.
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