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La Voce Misena Settimanale della Diocesi di Senigallia giovedì 7 aprile 2005 • € 1 n. 13 maestro Gi ov In an se ni rto Pa : ol o II di eternità QUADRI IN ARGENTO - ICONE - IMMAGINI SACRE - CANDELE a Senigallia in Via Andrea Costa, 31 - 071.60597 Chiuso il lunedì mattina L’AGENDA DEL VESCOVO Domenica 10 aprile ore 11,30 S.Messa in Duomo per i neo-battezzati ore 17,30 Incontro Genitori e cresimandi a Morro Lunedì 11 aprile ore 9,00 Incontro Uffici Catechesi-Liturgia-Caritas ore 18,00 S.Messa Urbino - Congresso Eucaristico Martedì 12, Mercoledì 13, Giovedì 14 aprile Convegno Europeo della “Migrantes” a Bellaria Sabato 16 aprile ore 10,00 Riunione Pastorale sociale a Loreto ore 16,00 “Familyfest” a Loreto ore 18,00 XX Anniversario dell’AVULSS a Chiaravalle Domenica 17 aprile ore 9,30 S.Cresima a Morro d’Alba ore 11,00 S.Cresima a Belvedere Ostrense Giovanissimi (14-19 anni) di A.C. Domenica 17 aprile Giornata di spiritualità in Assisi 8:15 partenza dal Duomo 11:00 S.Damiano: un incontro che cambia la vita 12:00 visita guidata a San Damiano 13:30 pranzo al sacco 15:00 la gioia del Risorto: Confessioni 16:00 Santa Messa 19:30 arrivo a Senigallia Costo 10 euro. Iscrizioni inviando SMS o tel. a Cristina 339.7157013, entro il 14 aprile. di eternità S e ne è andato un padre e il vuoto che lascia è immenso. È la stessa tristezza di quando si perde una persona cara. Si hanno in mente le sue parole, i momenti vissuti insieme, il suono della voce: tutto parla, i ricordi si fanno sentire. Si è spento uno dei personaggi più significativi del ‘900, una delle ultime autorità morali del mondo, che ha avuto sempre il coraggio di dire come stavano le cose e di mettere l’uomo al centro, nonostante tutto. Un esempio forte di coerenza, di costanza, di vigore instancabile, un papa che sarà ricordato per la speranza che ha saputo infondere. Ha riempito per oltre un quarto di secolo le vicende storiche, contribuendo con le sue miti spallate alla demolizione di un assetto soffocante e insopportabile, e all’instaurazione di un ordine nuovo. Ha riempito la vita della Chiesa, imprimendole una spinta nuova alla missione, ridandole fiducia nel guardare avanti proprio perché capace di interloquire con le generazioni del futuro. Giovanni Paolo II ha guidato davvero la Chiesa nel Terzo Millennio e grazie a lui e alla sua testimonianza tutti noi potremo camminare con passo più sicuro in questi anni cruciali che ci attendono durante i quali più volte risuonerà nel nostro cuore l’esortazione: “Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo!”. Siamo tutti cresciuti con lui, ci ha aiutato a realizzare i nostri sogni di libertà e di democrazia, ci ha sostenuto quando un capitalismo senza regole ci sfruttava e schiacciava, ci ha difeso quando la nostra dignità di persone non era riconosciuta; ci ha spronato quando non avevamo rispetto della nostra vita, ci ha annunciato Cristo quando eravamo nel buio e non riuscivamo a vederlo, ci ha incoraggiato a lottare per una pace giusta e duratura; ci ha testimoniato la speranza anche quando non l’avevamo più, ci ha esortato a non avere paura di spalancare le porte del cuore. Per molti è stato il Papa della giovinezza, per altri il Papa della maturità, per tutti è diventato con gli anni “il Papa”, quasi il prototipo di una figura antica. E ha talmente saturato la nostra immaginazione che oggi ci pare impossibile che dopo di lui possa venire un altro, che invece lo Spirito sta già preparando e che fra qualche giorno ci farà conoscere. Sabato 9 aprile ore 21.00 Antonella Pianelli si consacra a Cristo secondo il rito dell’Ordo Virginum. La nostra chiesa diocesana vivrà un momento molto bello e significativo. La S. Messa sarà celebrata dal vescovo insieme a tutti i sacerdoti che vorranno essere presenti. In preparazione Venerdì 8 aprile - ore 21.00 Veglia di preghiera vocazionale Cattedrale di Senigallia A Castelleone di Suasa Sabato 9 aprile ore 21.00 serata di solidarietà Balletti delle bambine e Musical dei ragazzi dell’Oratorio. A Serra de’ Conti Domenica 10 aprile ore 16.30 - Sala Italia INCONTRO SULLA LEGGE 40 La d.ssa Antonella Pragliola di Cesena, genetista, presenterà i risvolti morali e pratici della legge sottoposta ai prossimi quattro referendum. Direttore editoriale: Gesualdo Purziani Piazza Garibaldi, 3 - 60019 Senigallia (An) Redazione: Laura Mandolini, Tullio Piersantelli, Rosaria Cenerelli, Giancarlo Mazzotti Tel. 071/64578 - Fax 071/7914132 Poste italiane S.P.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N. 46) Art.1, comma 1, DCB Ancona. Taxe perçue - tassa riscossa ufficio P.T. di Senigallia. Autorizzazione del Tribunale di Ancona n. 137 del 12/11/1952. e maestro IN CATTEDRALE La Voce Misena Settimanale della diocesi di Senigallia EDITORIALE ARTICOLI SACRI di Santina Boncompagni Direttore responsabile: Giuseppe Cionchi Realizzazione grafica e stampa: Tecnostampa Recanati Tiratura: 3000 copie GP e-mail: [email protected] • sito: www.vocemisena.it 3 7 aprile 2005 editoriale 10 aprile 2005 3a domenica di Pasqua Lo riconobbero Prima lettura: At 2,14.22-33; Salmo 15 Seconda lettura: 1Pt 1,17-21Vangelo: 24,13-35 L’episodio più significativo nel vangelo di Luca, per quanto riguarda le apparizioni del risorto, è il racconto dei discepoli di Emmaus. Il brano si articola in due momenti: il primo considera il cammino fisico e interiore che due discepoli compiono per giungere alla fede piena nel Cristo risorto. Essi passano dalla disperazione alla speranza, dalla delusione a una nuova attesa, dal buio alla luce, da un cuore indurito e sfiduciato a un cuore che incomincia ad ardere. Nel secondo momento Gesù finalmente è riconosciuto dai due discepoli allo spezzare del pane, nell’intimità di un trovarsi insieme conviviale, in una casa del villaggio di Emmaus. Il brano offre una profonda luce sul mistero cristologico, per far emergere la duplice componente dell’azione salvifica compiuta da Gesù: quella umiliante e fallimentare della morte in croce e quella gloriosa e trionfante della risurrezione. Due elementi inscindibili, poiché corrispondono al disegno voluto da Dio, secondo la testimonianza della Scrittura, che, cioè, il Salvatore doveva passare attraverso la sconfitta della morte per ottenere la pienezza della vita. Questa è la strada unica della redenzione messianica. Ogni altra prospettiva o aspettativa che si allontani da tale canovaccio, resta fuori dal beneficio della salvezza, sebbene possa apparire giusta agli occhi degli uomini. L’esperienza dei due discepoli è descritta tenendo conto delle circostanze concrete nelle quali essa accade. Ciò sta a significare che le apparizioni sono esperienze percettibili e autentiche, fatte da persone in piena coscienza di sé e responsabili. Anche se sono esperienze del tutto singolari, in quanto mettono i discepoli a contatto con un individuo che esiste in una realtà non più terrena, con caratteristiche superiori e gloriose, tuttavia non sono essi a creare o inventare l’apparizione, ovvero queste non sono frutto della loro suggestione, ma sono il risultato di una presenza oggettiva e reale, quella del Cristo risorto. Lo sguardo dei due discepoli, chiuso nella tristezza di un ricordo doloroso del passato e ripiegato verso un senso umano di considerare gli eventi messia- nici, non poteva avere la luce sufficiente per comprendere l’uomo nuovo, il vincitore della morte che era lì, accanto a essi e parlava con loro come un amico. Per vedere è necessaria la luce. Per riconoscere Gesù vivo e presente occorre un’apertura di mente che consenta di superare le restrizioni terrene. Questa luce è la fede che germoglierà nell’animo dei due discepoli. Il gesto dello spezzare il pane non causa il riconoscimento di Gesù da parte dei discepoli, ma ne è l’occasione. Essi, che avevano seguito Gesù sulle strade della Palestina, avrebbero potuto riconoscerlo da molti altri segni. Se i loro occhi si aprono proprio in quel momento, allo spezzare del pane, è perché Gesù ha voluto così, egli ha deciso dove, quando, come manifestarsi. Quel gesto è uno degli atti più semplici, anche banali, certamente comuni. Eppure ogni volta che il vangelo ne parla, quell’atto provoca un grande risultato, una eccezionale trasformazione. Nella moltiplicazione dei pani, alla semplicità del gesto fa da contrasto l’inaudito risultato: tantissima folla viene sfamata. All’ultima cena quel pane spezzato da Gesù è il suo corpo dato, la sua vita comunicata. Ora allo spezzare del pane segue la trasformazione dei discepoli, la loro radicale conversione. don Luciano Sole L’assemblea domenicale L ’assemblea eucaristica della domenica è il momento centrale della vita religiosa per la comunità cristiana, perciò vale la pena di concentrare l’attenzione e l’impegno per renderla più significativa. E’ ancora diffusa la mentalità che la considera un dovere da adempiere, per cui il clero moltiplica le celebrazioni per rendere più agevole l’adempimento, mentre i fedeli fanno il calcolo dell’orario in modo da non interferire nel programma della vacanza. Talora la frequenza è motivata dal ritorno del sacro come esigenza di un ponto di riferimento rassicurante. Se rimane in questi termini non esprime il senso cristiano, né risponde alle più autentiche aspettative della coscienza moderna, perciò inevitabile il progressivo abbandono. Per riqualificare la celebrazione domenicale è necessario riprendere la dimensione comunitaria e partecipativa. Se la cena eucaristica della comunità primitiva nel corso dei secoli si è formalizzata nel rito, oggi bisogna tornare dalla ritualità a una esperienza vissuta in cui ci si sente coinvolti con i problemi e le aspettative dell’uomo di oggi. parola di Dio Con il vangelo di oggi Luca vuol dire alla seconda generazione, che non ha più la fortuna di incontrare direttamente Gesù risorto, e quindi anche a noi, che è possibile vivere ancora l’esperienza dell’incontro con lui nell’assemblea domenicale, dove assieme si cammina dialogando sulla parola di Dio e poi ci si siede alla mensa eucaristica per spezzare il pane e vivere un momento di condivisione. È oggi una necessità irrinunciabile che la parola di Dio venga trasmessa non più nella forma autoritaria, ma nella viva partecipazione del dialogo comunitario, lo esige la coscienza moderna e soprattutto la natura stessa del vangelo, che non è un libro di storia, né di teologia, ma la trascrizione della vita di una comunità di fede che si confronta con la memoria di Gesù. Il vangelo nasce dalla comunità e per la comunità in cui vive l’evangelista, perciò la sua forza pregnante la si può capire solo quando lo si ripensa all’interno della vita di una comunità. Lo spezzare il pane era un gesto semplice e vicino a quanto ogni giorno si viveva. Non preoccupava la ritualità del gesto con tutte le sue impli7 aprile 2005 cazioni, ma l’espressione di una vita costruita su nuovi valori. Paolo che per primo parla dell’eucarestia (I Cr) ha un’unica preoccupazione: nella cena eucaristica ognuno mangia quel che si porta da casa, per cui mentre qualcuno è sazio e ubriaco, altri hanno fame. Senza la condivisione “il vostro non è più un mangiare la cena del Signore” (I Cr.11,20). Qualcosa di analogo si trova nella lettera di Giacomo: se nell’assemblea a chi entra vestito splendidamente dite “tu siediti qui comodamente”, mentre a chi porta un vestito lacero dite “tu mettiti in piedi lì”, voi pronunciate un giudizio perverso che rovescia le prospettive di Dio (Gc.2,1-9). Può sembrare strano a noi che Giovanni nel racconto dell’ultima cena parli soltanto della lavanda dei piedi (Gv.13,1-20),ma era la grande novità: l’autorità come servizio. Nell’assemblea deve dominare lo spirito della fratellanza e della condivisione che esprimono oggi l’anelito ideale di quanti si sentono soffocati e amareggiati da una società basata sulla conflittualità e sull’egoismo. don Vittorio Mencucci 4 L'America ci avverte di stare attenti perché si potrebbe dover pagare cara la pretesa di oltrepassare tutti i confini che il buon senso e il buon gusto c'impongono. Ogni estremismo chiama estremismo, altrettanto violento seppure di senso contrario. “in dubio pro reo” (nel dubbio a favore del colpevole, ndr.). “A maggior ragione, il buon senso prima che il buon cuore e, in ogni caso, il doveroso ineludibile rispetto della persona umana, dovrebbero imporre: ‘in dubio pro vita’ ed evitare quello che in pratica e senza eufemismi rappresenterebbe un omicidio, cui è impossibile assistere inerti senza diventarne complici”. “La rimozione della sonda gastrica di alimentazione – secondo il teologo don Marco Doldi - in queste condizioni può essere considerata eutanasia diretta”. In questo caso, “la sonda gastrica di alimentazione non può ritenersi un ‘mezzo straordinario’ e neanche un mezzo tera- Terri Schiavo morte di un’innocente U na ingiusta condanna a morte di un’innocente, in una delle forme più disumane e crudeli, quale quella per fame e per sete”. Così il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, aveva definito “l’angosciosa, straziante agonia” di Terry Schiavo, che “al di là delle possibili strumentalizzazioni politiche, impone un sussulto di umanità che impedisca l’ormai imminente consumarsi della tragedia”. La quarantunenne donna americana, che da quindici anni viveva in ‘stato vegetativo’, a cui è stato negato di ripristinare l’alimentazione, è morta il 31 marzo. In una dichiarazione, resa a Radio Vaticana, il porporato aveva spiegato: “La prolungata interruzione degli alimenti, nel suo stato impropriamente definito ‘vegetativo’, giacché la donna è sì incapace di comunicare, ma probabilmente – come sostengono alcuni massimi esperti del settore –soffre della sua condizione, va configurandosi come una ingiusta condanna a morte di un’innocente, in una delle forme più disumane e crudeli, quale quella per fame e per sete”. A proposito di tale “condanna, con tanto di tribunali implicati”, il presidente del dicastero pontificio cita una massima di “antica saggezza”, 5 peutico. Essa è parte integrante della modalità in cui la signora Terri Schiavo può essere alimentata e idratata. Impedire a qualcuno l’accesso al cibo e all’acqua è un modo spietato di uccidere”. Valgono allora le parole di Pio XII del 29 ottobre 1951: “Non vi è nessun uomo, nessuna autorità umana, nessuna scienza, nessuna ‘indicazione’ medica, eugenica, sociale, economica, morale, che possa esibire o dare un valido titolo giuridico, per una diretta deliberata disposizione sopra una vita umana innocente, vale a dire una disposizione che miri alla sua distruzione, sia come a scopo, sia come a mezzo per un altro scopo”. Nella foto: il padre e la sorella di Terri Schiavo 7 aprile 2005 L'orologio del destino C 'è un tempo diverso da quello astronomico, che non scorre lento e inesorabile. Un tempo impercettibile all'ascolto, silenzioso, ma fluente e possente. Un tempo che ci attraversa dentro nell'attimo più impensato, nel momento sconosciuto, e disegna un uomo nuovo, un nuovo percorso di vita. È il tempo del destino. Il frangente nel quale si compie l'alchimia del passaggio da uno stato all'altro, da una condizione all'altra. E' il momento in cui il seme si appresta a generare la vita; uno sguardo l'amore; un atto a dare gioia o dolore; una parola a segnare un percorso; un respiro a prevenire il primo vagito o l'ultimo sguardo. È un tempo non misurabile, ma valutabile. Perché i corsi che si compiono entro il tempo del destino non sono calcolabili, giacché differenti uno dall'altro, come diverse sono le linee della vita, anch'esse incalcolabili, ma solo valutabili. Ha detto Ernst Jünger: “E' la vita l'orologio del destino e la sua lancetta è mossa dalla forza vivente". Sì, perché il tempo del destino noi lo aiutiamo a compiersi o lo subiamo, ma sempre nella vita. E sempre con la vita ci poniamo al suo confronto e a lui rispondiamo. Con il pensiero. Con l'azione. Con la forza della volontà. Con la ragione. Con l'amore. Con la fede. L'uomo è più vero e incarna in pieno la sua ragione d'essere, quando pone attenzione al tempo del destino. Quando si accorge della sua esistenza. Quando la sa valutare. Quando sa accettare ciò che esso offre. Anche se brutto. Anche se ingiusto. Anche se crudele. Così agisce con saggezza e responsabilità. Per vivere il proprio tempo pienamente. Invece si smarrisce quando lo disconosce. Perché allontanandosi da esso, fugge dal significato che racchiude. Si perde il brivido che genera l'essere al cospetto del mistero. Di quella sconosciuta essenza che go verna i nostri percorsi, attraverso il mutamento, la stabilità, la consunzione. Quell'alito lieve che penetra il tempo e fissa il tempo che solo avrà valore e senso. E più ancora, non coglie la forza e la potenza insite nel tempo del destino, che albergano nella mano che l'aiuta a generarsi. Un agire oltreumano che così si svela, e offre la possibilità di carpirne la dimensione e l'essenza. E che indica il luogo, dove risiede la verità. Romolo Paradiso sguardo sul mondo gli avvenimenti dal 27 marzo al 3 aprile A ncora arresti di religiosi cattolici in Cina. L’ultimo riguarda il sacerdote Tommaso Zhao Kexiun, della diocesi di Xuanhua nella provincia di Hebei (Cina Continentale), fermato dalla polizia mercoledì scorso mentre tornava da un funerale. Non si sa dove egli ora si trovi, nè tantomento il motivo del fermo. Ne ha dato notizia il portavoce della Santa Sede, Joaquin Navarro-Valls, riferendo inoltre che in precedenza, la domenica delle Palme, le forze di sicurezza nazionale hanno portato via monsignor Giacomo Lin Xili, 86 anni, vescovo di Wenzhou, nella provincia di Zhejiang. Anche in questo caso non si conoscono i motivi dell’arresto. Nella stessa diocesi il 22 marzo era stato fermato, e da allora è detenuto, Gao Xinyou, collaboratore nella pastorale dei laici nella zona di Longgang. La scoperta pubblicata su “Science” da un gruppo di psicologi, neurobiologi ed economisti di Houston (Texas) e di Pasadena (California) invita tutti coloro che attribuiscono un valore alle radici biologiche della natura umana ad aprire un po’ il cuore e a sperare con più fondatezza in un domani migliore. Detto in modo molto semplice, questi ricercatori hanno registrato nel cervello umano un segnale che rivela sensazioni piacevoli quando una persona decide di essere generosa con un’altra, in particolare quando, in situazioni di incertezza, decide liberamente di dar fiducia al prossimo. “Il maestro Riccardo Muti ha comunicato al presidente del Consiglio di amministrazione della Fondazione Teatro alla Scala, dottor Gabriele Albertini, ai componenti del Consiglio e al Sovrintendente, le proprie dimissioni da direttore musicale, incarico che ricopriva dal 1986”, dice il testo del comunicato di Muti. “È una scelta obbligata malgrado le attestazioni di stima espresse nei miei confronti dal Consiglio di amministrazione, l’ostilità manifestata in modo così plateale da persone con le quali ho lavorato per quasi vent’anni rende davvero impossibile proseguire un rapporto di collaborazione che dovrebbe essere fondato sull’armonia e sulla fiducia. Fare musica insieme non è soltanto un lasguardo sul mondo Appena una settimana fa voro di gruppo; richiede, nella condivisione, stima, passione e intesa; sentimenti che ho creduto essere la costante di questi venti anni di lavoro al Teatro alla Scala”. “Sono molto triste e amareggiato per le dimissioni del maestro Muti”, ha commentato il sovrintendente Mauro Meli. “L’eccellenza del suo valore artistico è riconosciuta in tutto il mondo e il Teatro alla Scala, privato della sua direzione musicale, subisce una gravissima perdita”. Dopo giorni di dibattiti e scontri alle Nazioni Unite è arrivata una svolta importante sul futuro del Darfur, la regione occidentale del Sudan martoriata dalla guerra civile. Il Consiglio di sicurezza ha infatti approvato con 11 voti a favore e 4 astensioni una risoluzione che prevede il deferimento alla Corte Penale Internazionale (Cpi) dell’Aja dei responsabili dei crimini di guerra nella regione. Un provvedimento fortemente voluto da Francia e Gran Bretagna, ma per la cui approvazione è stato necessario il via libera degli Stati Uniti, che non hanno esercitato il loro diritto di veto, astenendosi insieme a Cina, Algeria e Brasile. Fino all’ultimo le incognite sull’esito della votazione sono state numerose. Washington infatti non aveva mai nascosto la sua contrarietà ad una legittimazione così forte della Corte dell'Aja, proponendo che per i responsabili dei crimini del Darfur - dove si contano già più di 180mila vittime e oltre un milione di sfollati - fosse istituito un tribunale africano ad hoc. Il timore degli Usa risiedeva soprattutto nella possibilità che la Cpi venisse chiamata a giudicare anche i militari americani impegnati in missioni all’estero. Stekka L’opinione di don Giuseppe Cionchi È quasi impossibile fare una rassegna stampa dei quotidiani, usciti domenica 3 aprile 2005, con l’annuncio della morte del Papa. Senza tante virgolette citiamo i titoli a tutta pagina. Il numero fra parentesi indica le pagine dedicate all’evento.“Il Papa che ha cambiato il mondo. L’agonia è finita alle 21.37. L’ultima frase del Pontefice: “Grazie, giovani”. Ciampi in tv: abbiamo perso un padre. In Italia 3 giorni di lutto nazionale”. (Corriere della sera; 15 pagine).“Alle 21.37 è morto Giovanni Paolo II. Le sue ultime parole per i giovani. Così Wojtyla raccontava la sua storia. La confessione del Pontefice: “Forse devo rimproverarmi di non aver comandato abbastanza”. (il Giornale; 17 pagine). “Giovanni Paolo II si è spento ieri sera alle 21,37. Il Papa di tutti. Oltre 100 mila fedeli raccolti a Piazza San Pietro. Ciampi: “Il paese in lutto”. Continuerà sempre a vivere nei nostri cuori. Karol Wojtyla ai giovani in preghiera: “Grazie di essere qui”. (il Messaggero; 24 pagine).“E così è volato via. Giovanni Paolo II: il suo cuore ha ceduto alle 21,37. Aveva 84 anni, ha governato la Chiesa cattolica per quasi 27 anni. Tutto il mondo lo piange”. (Libero; 19 pagine). “Cari amici siete venuti qui per affermare che non accetterete di essere strumento di violenza e distruzione; che difenderete la pace, pagando, se necessario, di persona. Voi non vi rassegnerete a un mondo nel quale altri uomini muoiono di fame, restano analfabeti o non trovano lavoro”. Giovanni Paolo II ai giovani di Tor Vergata, 20 agosto 2000. Il Papa riposa nella pace. Alle 21,37 del 2 aprile 2005 Karol Wojtyla è morto. Il pontificato di Giovanni Paolo II è durato 27 anni. Il mondo lo piange”. (l’Unità, 12 pagine). “La luce di Karol. Ore 21,37: Il Papa muore. Giovanni Paolo II: Wadowice (Polonia) 18 maggio 1920 – Città del Vaticano 2 aprile 2005. (il Resto del Carlino, 15 pagine). “Addio al Papa dal Grande Cuore. La morte è avvenuta alle 21,37. Mercoledì i funerali. L’ultimo pensiero ai giovani: siete venuti a me e vi ringrazio. Ciampi: piango con gli italiani. Tre giorni di lutto nazionale”. (Il Sole-24 ore, 8 pagine). “Il Santo Padre è deceduto alle 21,37 nel suo appartamento privato. Addio Wojtyla. Il mondo piange il Papa. Si è spento dicendo “Amen”. (la Repubblica, 27 pagine). “L’ultimo viaggio di Papa Wojtyla. Tre giorni di lutto nazionale. (Corriere Adriatico, 12 pagine, ma con un supplemento straordinario). Il supplemento straordinario comprende 20 pagine. Ogni pagina ha un titolone. Per noi, è il miglior servizio della stampa italiana; a parte l’Osservatore Romano e Avvenire. K 7 aprile 2005 6 S arebbero oltre duemila i morti causati dal fortissimo sisma di 8,5-8,7 gradi Richter verificatosi il 28 marzo in Indonesia. Per qualche ora si è temuto il ripetersi della tragedia dello tsunami del 26 dicembre 2004. Ma il bilancio è destinato ad aggravarsi pesantemente e molti sono anche i feriti, tra i quali p. Barnabas Winkler, il missionario italiano amministratore apostolico delle diocesi di Sibolga e Nias. Sul posto, sono arrivati gli aiuti umanitari inviati dalla Caritas internazio- di Sibolga, Paolo Beccegato ha avuto notizia che padre Barnabas Winkler, l’amministratore apostolico della diocesi di Sibolga e Nias rimasto ferito durante la scossa del terremoto, è riuscito ad arrivare finalmente in elicottero da Nias a Medan, dove c’è un grosso centro dotato di attrezzature sanitarie di alto livello. Illeso e impegnato nei soccorsi è il suo confratello Anselm Vettori. Mentre si tenta ancora un primo, faticoso bilancio, a tre mesi dal maremoto che ha devastato l’Oceano Terremoto nell’Oceano Indiano Di nuovo emergenza nale. La Cei ha stanziato un milione di euro affidando alla Caritas italiana la raccolta fondi. Sono arrivati via nave a Nias gli aiuti umanitari che la Caritas di Sibolga è riuscita ad inviare, grazie alla collaborazione del network internazionale delle Caritas. Ne ha dato notizia Paolo Beccegato, responsabile estero della Caritas italiana per Thailandia e Maldive, aggiungendo che il piano di aiuto complessivo messo in atto da Caritas Internationalis è di 15 milioni di euro e che la Caritas italiana partecipa “per il momento” e in “modo consistente” con un milione di euro. “Ci è giunta la richiesta pressante del nunzio – ha aggiunto Beccegato - di essere presenti anche con operatori nostri per organizzare queste operazioni. Per ora però già alcune di queste attività stanno andando in porto, c'è quindi tutta l'attivazione della rete Caritas nel modo più forte possibile. Nias era una delle isole con una presenza storicamente consolidata sia della Chiesa sia della Caritas”. Beccegato si è messo in contatto con la Caritas di Sibolga. “Ci hanno confermato – ha raccontato – la stima secondo la quale il 70% dell’isola è distrutta. Ci troviamo quindi di fronte a quei quadri desolanti che si hanno con terremoti di magnitudo così alta. Davvero una devastazione”. Sempre dalla Caritas 7 Indiano, la violentissima scossa di terremoto, a 200 miglia dall’ isola indonesiana di Sumatra, ha provocato una nuova scia di morte, distruzione e panico. Intere aree di Indonesia, India e Sri Lanka stanno rivivendo l’incubo del terremoto e dello tsunami. “Dalla Pasqua appena celebrata dobbiamo attingere la forza per non scoraggiarci e continuare a spezzare il pane, cioè vivere l'amore, la solidarietà, la condivisione, a partire dal nostro quotidiano”: così si è espresso mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas Italiana appena rientrato proprio dalle zone del maremoto, rinnovando la vicinanza nella preghiera e nel sostegno concreto alle popolazioni colpite. “È vero – ha aggiunto Nozza – che prima di quest’ulteriore tragedia stava già calando il silenzio su una situazione ancora molto drammatica, ma a maggior ragione ora ci deve essere molta più attenzione e costanza per stare nei tempi mediolunghi dei progetti. È necessario mantenere alta la sensibilità”. Caritas Italiana ha già in atto interventi per oltre 4 milioni di euro, in collegamento con le realtà locali, nel quadro di interventi pluriennali avviati dalla rete internazionale Caritas per oltre 200 milioni di euro. a cura di Maria Chiara Biagioni 7 aprile 2005 Educati… per sport L a questione del turpiloquio che, purtroppo, inquina anche qualche gara del Centro Sportivo Italiano merita una riflessione più approfondita rispetto alla scontata e giusta esacrazione. Girando l’Italia, dove ogni anno il Csi organizza 8000 tornei e oltre 300.000 gare, mi capita ogni tanto di imbattermi in situazioni assai delicate, con sacerdoti che si lamentano di questo malcostume chiedendo l’immediato allontanamento dei ragazzi colpevoli, in quanto di cattivo esempio per gli altri. Può davvero essere così? Si può davvero pretendere che un ragazzo, appena varca i cancelli di una nostra società sportiva, anche se parrocchiale, si trasformi d’incanto in un chierichetto? Il turpiloquio impera nelle famiglie, nelle scuole, nelle televisioni. La bestemmia, ahimè, è un intercalare che fa capolino nei linguaggi giovanili. Ma è proprio perché ci sono i “maleducati” che il Csi propone lo sport educativo. Se i ragazzi d’oggi fossero tutti “beneducati” non ci sarebbe più tanto bisogno di noi. Ora educare è un mestiere difficile, anzi per il cristiano è missione che non può escludere alcuno, tanto meno i “peccatori”.Accoglienza, dialogo e tanta pazienza costituiscono i ferri del mestiere. Spetta agli operatori e in campo agli arbitri e agli allenatori, far capire ai ragazzi quando sbagliano. Spetta a loro mettere i ragazzi nelle condizioni ideali affinché, nel fare sport, si “sentano bene”. Quando un ragazzo gioca, si diverte, si sente accolto, difficilmente sentirà il bisogno di imprecare. Sono perciò d’accordo con il sanzionare, anche severamente, il turpiloquio, ma non ha senso pensare di risolvere il problema semplicemente liberandosi dei “maleducati”. Edio Costantini Presidente Nazionale CSI esperienze di chiesa isna, Dalla M stampa ia l’agenz ssionari dei mi La difficile pace Bande violente I presidenti dei Paesi del Centroamerica si sono riuniti a Tegucigalpa per tracciare un bilancio della lotta alle ‘maras’ o ‘pandillas’, bande criminali giovanili diffuse in tutta la regione, rafforzata lo scorso anno da normative molto severe adottate dai singoli Parlamenti nazionali. Partecipano al vertice i presidenti salvadoregno Elias Antonio Saca, onduregno Ricardo Maduro, guatemalteco Oscar Berger, costaricano Abel Pacheco e nicaraguense Enrique Bolaños, oltre a rappresentanti dei governi di Stati Uniti e Messico. i In Centroamerica, regione che conta 34 milioni di abitanti, il 70% dei quali vive in condizioni di povertà ed emarginazione, le ‘maras’ hanno preso piede soprattutto negli ultimi anni. Attualmente si stima che siano tra i 400.000 e i 500.000 i giovani coinvolti in questi gruppi che i governi combattono soprattutto dal punto di vista della sicurezza pubblica con politiche di “repressione e punizione che comportano anche abusi e maltrattamenti”, come ha denunciato a più riprese la Commissione interamericana dei dirit- No - Pasqua l punto di p. Alberto Teloni Non voglio dare a colpa ai giornalisti sia di radio e televisioni che di giornali: essi si limitano, o dovrebbero limitarsi, a riferire la realtà di cose e costumi ed al massimo possono commentarli; anche se, di fatto, spesso con la loro cernita di notizie ed enfasi di commento finiscono per influenzare pensieri e comportamenti. Io voglio comunque negare la verità della Pasqua da loro presentata. Dopo un servizio sul Papa malato affacciato sofferente alla finestra del suo studio, un pezzo “di colore” che tanto faceva tendenza, e dopo le notizie sul principe Ranieri III con il filmato più volte ripetuto della famiglia reale monegasca che dal balcone del palazzo guardava la processione del Cristo morto, tutto il resto era, nei telegiornali e giornali radio dedicato a gite, vacanze al piovoso mare o sulla neve, alle file presso gli ingressi delle città d’arte (in Italia, a parte l’ex Littoria oggi Latina e Sabaudia, c’è una città che non sia d’arte?), a tradizioni gastronomiche e a gite “fuori porta” (quale porta? nella nostra pur non metropolitana Senigallia, oltre porta Lambertina o porta Garibaldi, ci sono ancora chilometri di città, figurati a Roma, Milano e simili). Un amico di Ancona mi ha poi segnalato una invasione di programmi gastronomici, come di vivesse solo per mangiare e la Pasqua fosse solo pizza al formaggio, abbacchio e uova di cioccolata. Tutta quella gente vacanziera, al mare, in montagna, a Firenze, Venezia e Dio solo sa dove, sapeva perché aveva a disposizione un così lungo ponte senza ufficio, fabbrica, scuola ecc. ecc.? A parte i settantamila commossi di piazza S. Pietro, che loro la Messa, celebrata lontanissima dal cardinale Sodano, l’avevano almeno ascoltata, tutti i milioni di vacanzieri si sono ricordati del Cristo morto e risorto? E quegli operatori gastronomici e turistici che sempre si lamentano lo hanno fatto un esame di coscienza sul settimo comandamento (per i distratti: non rubare)? Un amico mi ha raccontato “menu” e prezzi di un modesto ristorante delle nostre parti: una umile tagliatella al ragù, un misto alla brace quasi tutto maiale ed un’ombra d’agnello, verdura cotta, pane, vino e acqua minerale, quasi quaranta euro a testa. Dimenticavo, avevano detto “Buona Pasqua!”, e questo non si quantifica facilmente in euro. Dio ci perdoni tutti. Qui alle Grazie, però, ho visto un’altra Pasqua, di cui i mass media non si sono interessati, e come me l’ hanno vista tanti parroci d’Italia e del mondo. Confessionali affollati di penitenti sinceri. Via Crucis partecipata con intensa commozione senza lasciare spazio allo spettacolo. Liturgie accuratamente preparate da sacerdoti e laici assieme ed assieme vissute. Carità generosa verso i bisognosi. Ci siamo anche detti “Buona Pasqua”, e lo era. sguardo sul mondo 7 aprile 2005 ti umani (Cidh). Secondo il relatore speciale dell’Onu per i diritti umani Paulo Sérgio Pinheiro, che alla fine dello scorso anno ha effettuato una missione in Guatemala, El Salvador e Honduras “si tratta per lo più di minori poveri che non hanno accesso all’istruzione, all’alimentazione, all'assistenza sanitaria, al lavoro, e che di fronte a un simile scenario scelgono di unirsi alle ‘maras’ in cerca di protezione, sostegno e rispetto. Nelle ‘maras’ tentano di sopravvivere uniti, con l’impegno di difendersi reciprocamente, dedicandosi spesso al furto, alle rapine a mano armata, agli omicidi”. Haiti violenta Centinaia di poliziotti e ‘caschi blu’ della Missione delle Nazioni Unite ad Haiti hanno lanciato una massiccia operazione di disarmo delle bande criminali attive a Cité Soleil, baraccopoli che circonda la capitale Port-auPrince: fonti di stampa internazionali riportano che i soldati dell’Onu, a bordo di veicoli blindati, stanno setacciando le strade nel tentativo di raggiungere il centro del quartiere, dove sarebbero asserragliati gruppi armati che continuano ad alimentare l’insicurezza, opponendosi al governo ‘ad interim’. L’operazione, che secondo la Croce Rossa haitiana avrebbe già registrato qualche ferito, si inserisce in un contesto di violenze che da settembre hanno portato alla morte di almeno un centinaio di persone, inclusi due ‘caschi blu’. Cultura in Bolivia La capitale costituzionale e sede del potere giudiziario boliviano, Sucre (la capitale amministrativa è La Paz), è stata nominata dall’Unione delle città capitali iberoamericane e dal municipio di Madrid ‘Capitale iberoamericana della cultura’, titolo del quale potrà fregiarsi per un anno a partire dal 24 maggio, giorno dell’investitura secondo una comunicazione del sindaco, Aidée Nava. Abitata da circa 150.000 persone e situata nel sud-est della Bolivia, Sucre nel 1991 è stata proclamata dall’Unesco (ente dell'Onu per l’istruzione, la scienza e la cultura) Patrimonio culturale dell’umanità; ambisce anche ad essere la sede dell’Assemblea costituente. Fondata il 29 settembre 1538 con il nome di La Plata, prima di assumere l’attuale denominazione la città fu chiamata anche Charcas e Chuquisaca; per questa ragione è anche detta dai boliviani “la città dei quattro nomi”. 8 Domenica 10 aprile Giornata per la Università cattolica Ogni vita insegna e impegna “Ci interessa l’uomo, la sua terra e l’ambiente, il suo corpo e la sua mente, la lingua e le parole, le regole e i valori, l’economia e la politica. Ci interessa la vita. Per questo siamo impegnati nella ricerca genetica, cellulare e clinica. Per dare autentica speranza a chi soffre, nel rispetto di ogni vita, fin dal concepimento”. Il rettore, Lorenzo Ornaghi , presenta così l’81a Giornata per l’Università Cattolica, in programma domenica 10 aprile in tutte le parrocchie d’Italia sul tema “Ogni vita ci insegna. Ogni vita ci impegna”. “Corrispondere pienamente” alla “costruzione” del “ nuovo umanesimo” auspicato dal Papa, attraverso una “cooperazione” proficua tra “scienza e fede, tecnica e cultura”: questa, prosegue Ornaghi, la “missione” dell’ateneo, che grazie al “prezioso sostegno” dei credenti intende dare uno “specifico, coerente e insostituibile contributo a una fase della vita del Paese, da cui dipenderanno i principi e i valori fondamentali della convivenza civile nei prossimi decenni”. Al centro della Giornata il “sostegno” dei cattolici italiani alla ricerca biomedica dell’Università Cattolica. Ne abbiamo parlato con Roberto Colombo , direttore del Laboratorio di biologia molecolare dell’ateneo, e con mons. Gianni Ambrosio , assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. 9 Professor Colombo, è possibile fare ricerca “dalla parte della vita”? Esiste una solidarietà profonda che deve muovere il ricercatore, il medico, il paziente: una grande solidarietà che – sulla base della comune umanità - unisce chi indaga e chi è indagato, chi cura e chi viene curato. Se la posta in gioco è la vita umana, c’è poi uno stretto legame tra libertà e responsabilità: quando il ricercatore chiede libertà, è perché vuole poter indagare sulla vita umana per conoscerla meglio e poterla curare. Questa libertà, tuttavia, ha come corrispettivo una responsabilità profonda a diversi livelli: il livello fondamentale del rispetto per la vita umana, che implica la capacità di non danneggiare l’uomo e di consentire lo sviluppo della persona e la crescita della vita, favorendo le potenzialità e le capacità di cui l’essere umano è portatore. Ma c’è un livello di responsabilità che va ben oltre il rispetto, e che comporta la promozione della vita umana attraverso la capacità di farsi carico dei suoi bisogni, della domanda complessiva di salute, che non si esaurisce nella ‘domanda di cura’, in quanto è domanda di salvezza. Esiste un pregiudizio “laico” in base al quale il concetto di “limite” sarebbe contrario alla ricerca e al progresso scientifico e tecnologico… È vero il contrario: i limiti imposti alla ricerca dalla costitutiva ‘non onnipotenza’ dell’uomo nei confronti della vita non sono ostacoli alla ricerca scientifica, ma rappresentano una grande provocazione all’intelligenza umana affinché scopra nuove strade per raggiungere gli stessi obiettivi. La sfida da raccogliere è infatti quella di trovare strade che rispettino la vita, la salute e la promozione dell’uomo e nello stesso tempo siano capaci di raggiungere traguardi altissimi sotto il profilo della ricerca, dal punto di vista della conoscenza dei fenomeni, della diagnosi e della cura. Tutto ciò, per arrivare ad individuare nuovi percorsi eticamente corretti e scientificamente di elevata professionalità. La ricerca sulle cellule staminali adulte, ad esempio, ha prodotto e sta producendo ottimi risultati proprio perché ci si è creduto e si è investito in essa: i ricercatori hanno fatto una scelta scientifica e morale, mostrando così che l’accettazione del limite non porta ad una ricerca meno efficace, ma sorprendentemente valida. Mons. Ambrosio, come formare i giovani alla “cultura della vita”? Da un lato educandoli ad una ‘apertura verso l’umano’ in tutti i suoi aspetti - la vita come storia, il senso della ricerca scientifica, il gusto della bellezza – dall’altro favorendo in loro l’attenzione alla vita umana come ‘mistero’. Non siamo noi i padroni della vita, siamo stati chiamati ad essa: c’è una vocazione da rispettare, grazie alla quale ciascuno di noi è sollecitato ad essere ‘custode’ della propria vita e di quella dei suoi fratelli, oltre che del creato in cui siamo immersi. In questo, la testimonianza del Papa è esemplare quando ripete che la sfida della vita è la questione cruciale del nostro tempo, da difendere testimoniando una “visione unitaria’ della vita, dal concepimento fino al suo termine naturale. a cura di M.Michela Nicolais 7 aprile 2005 sguardo sul mondo Il vescovo di Ancona, mons. Menichelli e il dott. Marchionni hanno parlato a Corinaldo di fecondazione assistita. Un problema cattolico? L e tematiche connesse alla fecondazione assistita sono balzate all’attenzione dei media da circa un anno in occasione della approvazione dal Parlamento della legge 40/2004, la prima che legifera in una materia che sembra improvvisamente coinvolgere tutta la nazione. In realtà la parte che più si è presa carico del dibattito scaturito dal Parlamento è stata quella dei cattolici ed in particolare della gerarchia ecclesiastica preoccupata delle conseguenze della suddetta legge. Ma a sollevare gli scudi e le coscienze dei cattolici non è solo quella che potrebbe sembrare una difesa ad oltranza della vita in tutte le sue forme. In realtà al di sotto di questa superficie scoperta si agitano tutta una serie di quesiti essenziali per chiunque cattolico o laico abbia interesse alla propria ed altrui esistenza. E non sono certamente gli epiteti oscurantista, medioevale - con cui il cosiddetto schieramento laicista, culturale o politico che sia, addita la Chiesa a risolvere il problema. In effetti le tematiche in gioco sembrano essere essenziali per il futuro stesso dell’umanità e di certo non solo per quello dei soli cristiani. Primo esperienze di chiesa fra tutti quello se sia possibile porre un limite alla applicazione pratica dei risultati della ricerca scientifica in qualunque campo essa avvenga. Quindi se sia lecito proseguire sulla strada della crescente intrusione nei geni del nascituro sino a non essere più tutti uguali nei diritti dalla nascita, venendo meno a quel principio di uguaglianza che contraddistingue ognuno di noi dal suo concepimento. Come sembra di arguire queste tematiche sono di grande rilievo se viste nella loro globalità, ma anche scendendo nello specifico delle tecniche di fecondazione assistita la discussione assume un carattere di grande respiro dovendo discutere di diritto alla vita, dignità dell’embrione, diritti della donna ecc. Seguendo queste considerazioni il 17 marzo u.s. a Corinaldo nella Sala Polivalente della Parrocchia sono intervenuti il dott. Paolo Marchionni e S.E. Mons. Edoardo Menichelli, entrambe grandi esperti in materia. Il dott. Marchionni grande conoscitore di bioetica ha messo a punto la parte scientifica del problema, partendo dal concepimento sino alle tecniche di fecondazione artificiale. Mons. Menichelli Arcivescovo di Ancona, ha invece puntualizzato l’attenzione alla vita della Chiesa in tutte le sue forme, sempre e comunque. Il tutto si è svolto in una cornice di pubblico estremamente coinvolto ed interessato senza che si volesse affrontare il problema da un punto di vista politico o tantomeno partitico, ma solamente un incontro di cristiani che hanno trattato da cristiani un problema che non è certamente di loro esclusivo interesse. Gabriele Pagliariccio 7 aprile 2005 A Loreto, al Palacongressi il 16 aprile prossimo dalle ore 10 alle 18 l’edizione per le Marche di “Just Family: l’amore costruisce la pace”, la manifestazione promossa da “Famiglie Nuove”. Family fest I n un mondo frammentato e conflittuale, percorso dalla paura del futuro, la famiglia, cellula base della società, viene colpita da una grave crisi; ma è pur vero che in molti punti del mondo sono proprio le famiglie che danno vita ad una corrente di rinnovamento della società. L’evento marchigiano è stato preceduto da otto incontri, realizzati in varie città della Regione, volti ad approfondire aspetti e problematiche che interessano e coinvolgono da vicino la famiglia (uso dei media, educazione, famiglia tra mercato e gratuità, ecc.), con l’obiettivo di diffondere la cultura di un mondo più unito e di promuovere la costruzione della pace e fraternità universale anche attraverso le famiglie. Il Familyfest non riguarderà solo Loreto, ma si celebrerà in contemporanea in 120 città in vari punti della terra; sarà un unico evento mondiale, grazie ai collegamenti televisivi con il Family Fest di Roma, che si svolgerà in piazza del Campidoglio, dalle 15,00 alle 16,30, co-prodotto e trasmesso in diretta da Rai Uno e Rai International, con collegamenti interattivi con i Familyfest in corso a Manila, San Paolo, Bruxelles, Toronto e altre città. Da Tokyo si aprirà una finestra sul mondo buddista, da Teheran sull’Islam. Sarà rilanciato da altre emittenti nazionali dei 5 continenti. Sarà con fatti di vita, dalle più diverse culture e dalle situazioni più problematiche, che il Familyfest cercherà di rendere visibile quel progetto di famiglia che ha la forza di risanare le fratture e rinnovare i rapporti, ripercorrendo le stagioni che segnano il cammino della coppia: dall’innamoramento al matrimonio, dagli anni della crisi a quelli dell’anzianità. Vedrà protagonisti anche i bambini. Non mancherà la dimensione artistica. Promosso da Famiglie Nuove, diramazione del Movimento dei Focolari, il Familyfest sta suscitando l’adesione di molti movimenti e associazioni familiari e l’interesse di istituzioni civili e religiose cristiane, ebraiche, musulmane, buddiste e di altre fedi. Carlo e Lia Parlapiano 10 Il tradimento dei discepoli di ieri e di oggi è certamente il più grande dolore del Redentore, è la causa della sua caduta a terra sulla via del Calvario. nostri esperimenti, con i quali speriamo di superare da noi stessi la morte, mentre, in verità, non facciamo altro che umiliare sempre più profondamente la dignità dell’uomo”. C’è, poi, il male nel mondo, che agisce con le sue oscure forze. Pilato – dice Ratzinger– non è un mostro di malvagità: sa che sta condannando un innocente. Tuttavia, subisce l’influen- il mistero del male riflessioni dalla via Crucis 2005 L a Via Crucis 2005 al Colosseo è stata guidata spiritualmente dalle meditazioni e dalle orazioni preparate dal card. Joseph Ratzinger. Seppure brevi e legati al mistero della Passione di Gesù, i testi sono di un’assoluta profondità teologica e culturale: hanno aperto una riflessione che, dopo l’evento del venerdì 25 marzo, continua. Il cardinale affronta in maniera semplice ed immediata la consistenza del male – mysterium iniquitatis – e la forza della Redenzione. I tanti volti del male, ad incominciare dall’orgoglio dell’uomo nel volersi emancipare da Dio, del cui amore pensa di non aver bisogno e di voler dare forma autonoma alla propria esistenza.”La superbia di pensare che siamo in grado di produrre l’uomo – afferma Ratzinger - ha fatto sì che gli uomini siano diventati una sorte di merce, che vengano comprati e venduti, che siano come un serbatoio di materiale per i 11 za anonima, ma reale della folla che grida. La giustizia viene messa da parte a motivo della vigliaccheria, della pusillanimità, della adesione alla mentalità dominante. La sottile voce della coscienza viene soffocata dalle urla della folla. Succede sempre così: la paura di esporsi, il falso rispetto umano danno maggiore forza al male. “Quante volte abbiamo, anche noi, preferito il successo alla verità, la nostra reputazione alla giustizia”; e, così, tanti innocenti hanno pagato, se non addirittura sono stati maltrattati e soppressi. Per non parlare delle volte in cui il potere esercitato dai grandi è stato un insulto alla verità, un insieme di pompose menzogne, un tradimento al compito di mettersi al servizio del bene comune. Non rare volte, “il prezzo della giustizia è sofferenza in questo mondo”, per questo il credente prega: “Signore, aiutaci a non scoraggiarci 7 aprile 2005 davanti alle beffe del mondo, quando l’obbedienza alla tua volontà viene messa in ridicolo”. Tante volte nella storia l’uomo cade; in epoca recente, non pochi cristiani si sono come stancati della fede, hanno abbandonato il Signore. Hanno ceduto al nuovo paganesimo, peggiore di quello antico, che “volendo accantonare definitivamente Dio, è finito per sbarazzarsi dell’uomo”. L’uomo giace nella polvere e il Signore porta questo peso e cade: ci guarda perché il nostro cuore si risvegli e possa rialzarci. La preghiera è sincera e concreta: “Signore, distruggi il potere delle ideologie, cosicché gli uomini possano riconoscere che sono intessute di menzogne. Non permettere che il muro del materialismo diventi insuperabile!” Se il secolarismo ha portato molti ad allontanarsi da Cristo, un dramma ugualmente grave si consuma nella Chiesa ed è motivo di rinnovata sofferenza per Cristo. Le parole del cardinale sono inequivocabili: quanta sporcizia c’è nella Chiesa! Per questo essa appare come una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua ovunque. “Quante volte si abusa del santo sacramento della sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso egli entra! Quante volte celebriamo soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di lui! Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c’è nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienza!”. Il tradimento dei discepoli di ieri e di oggi è certamente il più grande dolore del Redentore, è la causa della sua caduta a terra sulla via del Calvario. Marco Doldi esperienze di chiesa A margine dell’incontro con Carlo Casini Procreazione a tutti i costi? I l tema “La vita umana oggi”, del quale ha parlato l’On.le Carlo Casini a Senigallia sabato 12 marzo 2005, alla Chiesa dei Cancelli, è importante e sempre attuale. Svolto da oratore ben noto per competenza e chiarezza espositiva. Sarebbe stato però quasi impossibile trattare un argomento così vasto, in poco tempo e sotto ogni aspetto. “Il desiderio legittimo della maternità e della paternità – ricorda Corrado Villani, professore ordinario di Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università degli Studi di PERUGIA – rappresenta senza alcun dubbio uno dei principali sentimenti umani di più elevata significatività, come espressione di un atto d’amore della coppia”. Evento naturale, biologicamente finalizzato al esperienze di chiesa perpetuarsi della specie. Ritengo doveroso, commentando la vita, ricordarne la sacralità, insieme alla dignità dell’uomo. In questo scenario, la nascita di una creatura completa ed esalta tutta l’attività umana. La salute, è bene ripeterlo, richiede un impegno continuo: essa va conservata come se fosse un patrimonio da non dissipare (Dausset J., 1998). Sacralità della vita e dignità della persona, dunque, anteponendo sempre l’uomo e la dignità che egli esige, soprattutto nel momento della sofferenza fisica (Santeusanio F., 1995). L’amore fra marito e moglie, due esseri complementari nel vivere un “grande amore”, può esistere anche senza figli, sorretto da una stima reciproca di fondo e non da un affetto fugace. La Chiesa cattolica ammette la fecondazione artificiale “omologa”, vale a dire impiego di cellule germinali di persona nell’ambito della coppia, mentre proibisce la fecondazione artificiale “eterologa”, cioè impiego di cellule germinali di persona estranea alla coppia. E’ tutto qui ed è molto chiaro. La bioetica, etica della vita, ha grande valore nella procreazione. Ma c’è di più. Il desiderio di avere figli a ogni costo, espresso allo specialista ostetrico – ginecologo reiteratamente, potrebbe spingere lo stesso specialista a tentare metodi procreativi costosi e di esito dubbio, forse non corretti. Da alcuni anni l’indice di crescita della popolazione, in Italia è a quota zero, o giù di lì. Una situazione paradossale che, al di là di qualsiasi opinione filosofica, credo religioso, scelta di vita o eventuali gravi difficoltà in cui la società si dibatte, esprime la mancanza d’amore o, all’opposto, la paura e l’incapacità di procreare” (Villani C., 1995). Una considerazione significati7 aprile 2005 va: l’unione di un uomo e di una donna nel matrimonio, - la famiglia tradizionale – l’unica ammessa dalla nostra Carta Costituzionale all’articolo 29 ha, come fine primo, il procreare. Nel caso che la coppia, per motivi di natura diversa, non potendo avere figli venga a trovarsi in uno stato di disagio, di depressione e di amarezza, di ansia continua e talvolta persino di vera e propria penosa angoscia, ne deriva una convivenza senza serenità, turbata a volte da sensi di colpa personali, spesso inesistenti in concreto. E’ tuttavia giusto, non avendo avuto figli, tentare di farsene una ragione. Numerose, infatti, sono le coppie riuscite a raggiungere questo equilibrio, certo non facile ma nemmeno impossibile. Anche per un ulteriore motivo: come esempio, è fuori luogo dimostrare sconforto, disperazione, in una parola incapacità di reagire ad un evento indesiderato, ma che non comporta la fine della vita. Le coppie non devono essere in tale stato di sfiducia, quasi si trattasse di motivi dipendenti dalla loro volontà. Al contrario, ne subiscono le conseguenze negative. La “sterilità” è uno stato di malattia, o di alterazione, dei normali processi fisiologici atti alla riproduzione. L’ “infertilità” è la mancata capacità di ottenere una gravidanza dopo un anno di ininterrotti tentativi senza l’uso di mezzi di contraccezione. Tra le cause di infertilità circa un terzo sono patologie femminili, un terzo patologie maschili, e un terzo sono dovute a origine multifattoriale. A questo punto è da sottolineare, come rileva lo stesso Professor Villani già citato, che le tappe studio, lavoro, matrimonio, figli oggi si sono allungante progressivamente e, in particolare per il ceto medio o medio – alto, solo a 30 – 32 anni si pensa alla riproduzione. Inevitabile conseguenza: i fattori ambientali hanno più tempo per svolgere il loro effetto negativo sull’apparato della riproduzione, generando così i presupposti per la comparsa di patologie in grado di provocare infertilità, maschile e / o femminile. Si deve riflettere sul fatto che molto può valere il convincimento, specie se esposto con amabilità e con delicatezza. Vanno evitati i toni forti e i consigli interessati, ed anche l’insistenza della coppia verso lo specialista. Se poi, la mancanza di prole diventasse un fattore di gravi disturbi relazionali, l’affidamento preadottivo e l’affiliazione possono costituire un rimedio efficace all’ansia di amore parentale e al senso di frustrazione della coppia, dando nel contempo una famiglia ad un minore che ne è privo. L’adozione, infine, è un atto definitivo e richiede da parte della coppia un’infinità di adempimenti di Legge che, talvolta, non giungono a buon fine. Tutto ciò per proteggere il minore da abusi e dall’azione di profittatori, truffatori e simili . In ogni caso è indispensabile tanta prudenza! Concludendo: avere figli si, com’è naturale, ma non sempre a qualunque costo. Giorgio Silvestri 12 1978 16 ottobre Elezione di Giovanni Paolo II. 22 ottobre Inizio del Ministero pastorale. 1979 25 gennaio-1 febbraio Visita alla Repubblica Dominicana, Messico e Bahamas. 4 marzo Enciclica Redemptor Hominis. 2-10 giugno Visita in Polonia 29 sett.-8 ottobre In Irlanda, O.N.U. e Usa 2 ottobre Discorso all’O.N.U., a New York. 16 ottobre Esortazione Catechesi Tradendae 28-30 novembre Visita in Turchia. 1980 All’umanità, che talora sembra smarrita e dominata dal potere del male, dell’egoismo e della paura, il Signore risorto offre in dono il suo amore che perdona, riconcilia e riapre l’animo alla speranza. È amore che converte i cuori e dona la pace. Quanto bisogno ha il mondo di comprendere e di accogliere la Divina Misericordia! Maestro di eternità S ulla breccia fino all’ultimo. Lucido e cosciente, come avrebbe voluto. Come lui stesso probabilmente aveva chissà quante volte chiesto, e il suo Dio gli ha infine concesso. A chi avanzava ipotesi di dimissioni a motivo dell’età o della salute, quasi che la mano divina potesse ad un certo punto ritrarsi dal suo eletto, lui graniticamente rispondeva: Dio mi ha chiamato qui dalla Polonia, sarà Dio a porre direttamente termine – quando vorrà – a questo mio servizio, chiamandomi a sé. Sicuro, egli, che così sarebbe stato. E così infatti è avvenuto. Papa fino all’ultimissimo istante. Con le sue mutilazioni, sacerdote del mondo. Ed è stato proprio questo il suo dono riassuntivo: non sottrarsi alla sua missione, estroflessa fino alla fine, conservando integro il profilo del pontificato romano, anzi imprimendo allo stesso uno straordinario scatto di incidenza e di plausibilità, come mai si era visto nella storia. Preparato da sempre - dall’eternità di Dio - per questo compito. Preparata minuziosamente dalla Provvidenza, l’elezione di lui – polacco – alla cattedra di Roma, che era apparsa fino a pochi istanti prima del tutto irrealistica. E invece s’è svelata come la soluzione più provvida e luminosa, non solo per la Chiesa ma per il mondo. Verrebbe da dire: specialmente per il mondo. Creato Papa cioè per prestare la sua leadership spirituale e morale al mondo, affinché questo si disincagliasse dalle terribili secche in cui era stolidamente scivolato. L’uomo giusto, al posto giusto, nel momento giusto. Identificato fino in fondo col suo compito, è apparso ai nostri occhi come fuso dentro al proprio carisma. Fornito di una dotazione speciale, la sua personalità è come esplosa in mille direzioni, reinterpretando il carisma di Pietro dentro i tempi nuovi. Ha riempito per oltre un quarto di secolo le vicende storiche, contribuendo con le sue miti spallate alla demolizione di un assetto soffocante e insopportabile, e all’instaurazione di un ordine nuovo. Ha riempito la vita della 13 7 aprile 2005 2-12 maggio Visita in Zaire, Congo, Kenya, Ghana, Alto Volta e Costa d’Avorio. 30 mag.-2 giugno Visita in Francia. 30 giu.-12 luglio Visita in Brasile. 28 settembre Visita a Subiaco. 15-19 novembre Visita in Germania. 25 novembre Visita a Capodichino, Potenza, Balvano e Avellino, per il terremoto. 30 novembre Enciclica Dives in misericordia 1981 8 febbr. Incontro con il Rabbino Capo di Roma 16-27 febbraio Visita in Pakistan, Filippine, Giappone, Guam e Anchorage (USA). 13 maggio ore 17.19: il Papa vittima di un attentato, in Piazza San Pietro. 7 giugno Affidamento al Cuore di Maria 20 giugno Nuovo ricovero al Gemelli. 14 settembre Enciclica Laborem exercens 22 nov. Esortazione Familiaris consortio. 1982 12-19 febbraio Visita in Nigeria, Benin, Gabon e Guinea Equatoriale. 12-15 maggio Visita in Portogallo. 13 maggio Visita a Fatima. 28 mag.-2 giu. Visita in Gran Bretagna 29 mag. Incontro con l’Arcivescovo di Canterbury. 10-13 giugno Visita a Rio de Janeiro e in Argentina, per le Isole Falkland. 15 giugno Visita a Ginevra. 29 agosto Visita a San Marino e a Rimini. 31 ottobre-9 novembre Visita in Spagna. 1983 25 gennaio Nuovo Codice di Diritto Canonico 2-10 marzo Visita in Portogallo e America. 25 mar. Apertura Anno Santo della Redenzione. 16-23 giugno Visita in Polonia 14-15 agosto Visita a Lourdes 10-13 settembre Visita in Austria 27 dicembre Visita al Carcere di Rebibbia e incontro con l’attentatore Alì Agca. Giovanni Paolo II Chiesa, imprimendole una spinta nuova alla missione, ridandole fiducia nel guardare avanti proprio perché capace di interloquire con le generazioni del futuro. Ha riempito la nostra personale fantasia, lasciandoci spesso attoniti per la creatività e la vivezza del suo tratto. Per molti è stato il Papa della giovinezza, per altri il Papa della maturità, per tutti è diventato con gli anni il Papa tout court, quasi il prototipo, il conio nuovo di una figura antica. E ha talmente saturato la nostra immaginazione che oggi ci pare impossibile che dopo di lui possa venire un altro, che invece lo Spirito starà già preparando. Per quanto abbia potuto srotolare il volume della propria umanità, e per quanto solare ci sia costantemente apparsa la sua figura – non c’era un Papa pubblico e uno privato –, se ne va lasciandoci come la sensazione di un uomo non completamente disvelato. Egli d’altra parte aveva gli occhi per vedere Dio. Verso lì era girato, come durante la via crucis dell’ultimo venerdì santo. Un bel giorno, giunto in un punto preciso del suo pellegrinare, disse: “Quello che desidero raggiungere, quello su cui mi sforzo e mi tormento di raggiungere, è vedere Dio faccia a faccia. Per questo vivo, mi muovo, esisto”. Ecco, ci impietrisce l’idea che questo agognato incontro si stia in questi minuti compiendo. Impietriti siamo ora, ma anche sedotti. Estrema seduzione che questo formidabile Papa, che solo la fantasia di Dio poteva produrre, esercita su di noi, piccole creature erranti con lo sguardo in questo momento rivolto al cielo. Dino Boffo 1984 10 gennaio Relazioni diplomatiche con gli USA 11 feb. Lettera Apostolica Salvifici doloris. 18 febbraio Nuovo Concordato con l’Italia. 22 aprile Chiusura dell’Anno Santo. 2-12 maggio Visita in Corea, Nuova Guinea, Is. Salomone e Thailandia. 12-17 giugno Visita in Svizzera. 9-20 settembre Visita in Canada. 10-13 ottobre Visita in Spagna, Repubblica Dominicana e Puerto Rico. 11 dic. Esortazione Reconciliatio et poenitentia. 1985 31 gen.-10 febbraio Visita in India. 13 aprile Visita alla Sinagoga di Roma 18 maggio Enciclica Dominum et vivificantem 1-8 luglio Visita in Colombia e St Lucia. 4-7ottobre Visita in Francia. 27 ottobre Giornata per la Pace, ad Assisi. 18 nov.-1 dic. In Bangladesh, Singapore, Isole Fiji, Nuova Zelanda, Australia e Seychelles. 1986 26 gennaio-6 febbraio Visita in Venezuela, Ecuador, Perù e Trinidad e Tobago. 11 aprile A Loreto, con i Vescovi Italiani. 11-21 maggio Visita in Lussemburgo Paesi Bassi, e in Belgio. 2 giugno Enciclica Slavorum apostoli. 8-19 ago. In Togo, Costa d’Avorio, Camerun, Rep.Centroafricana, Zaire, Kenya, Marocco. 8 settembre Visita a Kloten e Liechtenstein. 1987 25 marzo Enciclica Redemptoris Mater. 31 marzo-13 aprile Visita in Uruguay, Cile e Argentina per la II GMG. 30 apr.-4 maggio Visita in Germania. 6 giugno Apertura dell’Anno Mariano. 8-14 giugno Visita in Polonia. 10-21 settembre Visita in Canadà e USA. 30 dic. Enciclica Sollicitudo rei socialis. 1988 7-19 maggio Visita in Uruguay, Bolivia, Paraguay e a Lima (Perú). 23-27 giugno Visita in Austria. 28 giugno Riforma della Curia Romana. 15 agosto Lettera Mulieris dignitatem. 10-20 settembre Visita in Zimbabwe, Botswana, Lesotho, Swaziland e Mozambico. 8-11 ott. Visita a Strasburgo, Metz e Nancy 30 dicembre Esortazione Apostolica Christifideles laici. Giovanni Paolo II 7 aprile 2005 14 1989 Papa sempre, fino all’ultimo Karol Wojtyla, pedagogo del mondo. Maestro di eternità. In ventisei anni di pontificato non ha mai proposto una predica noiosa. Fosse in forma di omelia o di saluto alle folle, si trattasse di una lettera enciclica o di un messaggio alle nazioni. La riprova si ha nell’attenzione che ha accompagnato ogni suo intervento. Soprattutto da parte dei giovani, insofferenti ad ogni retorica, come sa chiunque abbia pratica d’insegnante o di padre o madre di famiglia. L e sue parole sono sempre state una lezione magistrale, senza la pesantezza didattica dell’istruzione coatta. Si spiegano così i cori, gli evviva, i canti e le liturgie festose messe in campo dalla marea di giovani vite che si estendono a coprire gli spazi vasti delle Giornate Mondiali della Gioventù. Ovunque si siano celebrate. Quell’uomo in veste bianca, le braccia spalancate ad abbracciarli tutti, davanti all’immensa platea risuonante e festosa, attirava ogni sguardo. Un’armonia amorosa che annullava le differenze d’età. Il Papa ha sempre voluto bene ai giovani, e loro l’hanno ricambiato di slancio, in ogni occasione. Chi gli è stato vicino in questi ultimi giorni tesi, chinandosi a sussurrargli che Piazza San Pietro era colma di oranti, tra cui moltissimi giovani, ha potuto raccogliere il compiacimento del Pontefice, flebile nel suono quanto forte e chiaro nella sostanza: “Vi ho cercato, e adesso voi siete venuti da me. Vi ringrazio”. Quasi un sospiro, che da quel letto di sofferenza si dilatava come un soffio potente per tutti i cieli della terra. Ovunque siano giovani cui affidare la speranza di giustizia, di solidarietà, di pace come condizione dignitosa di vita per tutta l’umanità. Fin dai primi incontri, le giovani generazioni hanno inteso vibrare nella sua parola quell’onesta volontà di orientare ai grandi princìpi di cui hanno primario bisogno. Hanno visto in lui l’adulto che si è fatto carico di trasmettere i valori su cui poggia l’intero ciclo esistenziale. E lo ha fatto come un dovere partecipe, nel coinvolgimento sincero. 15 Chi non ricorda il Papa robusto e allegro, che canta con loro, che batte le mani a tempo. E il Papa piegato dagli anni e dalla malattia che trova comunque la forza di scherzare, con una battuta o un gesto. Un’intesa durevole, destinata a germinare nella vita di ogni giorno, una volta che ciascuno sarà tornato a casa da quegli incontri oceanici. Allora, all’inizio del suo pontificato, come per chi ieri lo ha seguito trepidante, il Papa ha rappresentato il sostegno nel cammino della crescita. Lungo la via non sempre facile che conduce dall’adolescenza alla maturità. Ci sono giovani che da quei primi tempi sono diventati padri o madri, avvertendo la consapevolezza di quanto hanno ricevuto da Karol Wojtyla. E forse anche di quello che hanno dato al Papa. Alla sua gioia di condividere la fede, al suo desiderio di vedere la Chiesa rinnovata nelle generazioni. Chi oggi ha ventisei anni non ha conosciuto altro Papa. Magari in qualche vecchio documentario ha visto il gesto benedicente e il volto bonario di Giovanni XXIII appena eletto al soglio, mentre invita le mamme a riportare nelle famiglie la carezza del Papa. O il volto austero di Paolo VI, turbato dalla violenza omicida degli “uomini delle brigate rosse”. O, ancora, il dolce sorridere di Giovanni Paolo I, umile e commosso. Ventisei anni sono più che lo spazio d’una generazione, così che le ragazze e i ragazzi pronti ad accorrere intorno a Giovanni Paolo II atterrato nei loro Paesi, sono cresciuti con lui, nelle legioni dei Papa-boys, che cercavano il Volto di Dio negli occhi e nelle parole del Papa. Poco più di un anno e mezzo fa, celebrando il suo venticinquesimo di ministero, Giovanni Paolo II, ancora una volta si rivolse ai suoi giovani con animo aperto: “Vorrei ringraziarvi per essermi stati sempre vicini durante questi anni”, disse all’Angelus, “e vorrei che sapeste che continuo a contare su di voi”. Ora più che mai. Mentre la sua grande famiglia di fedeli si è stretta in Piazza San Pietro, nella preghiera silenziosa. Ulderico Bernardi 7 aprile 2005 28 aprile-6 maggio Visita in Madagascar, La Réunion, Zambia e Malawi. 1-10 giugno Visita in Norvegia, Islanda, Finlandia, Danimarca e Svezia. 19-21 agosto Visita a Santiago de Compostela per la IV GMG 2 ott. Dichiarazione con la Chiesa anglicana. 6-10 ottobre Visita a Seul e Indonesia. 1 dicembre Incontro con Mikhail Gorbaciov. 1990 25 genn.-1 febbraio Visita in Capo Verde, Guinea Bissau, Mali, Burkina Faso e Ciad. 21-22 aprile Visita in Cecoslovacchia. 6-14 maggio Visita in Messico e Curaçao. 25-27 maggio Visita a Malta. 1-10 settembre Visita in Tanzania, Burundi, Rwanda e a Yamoussoukro. 7 dicembre Enciclica Redemptoris missio. 1991 1 maggio Enciclica Centesimus annus. 10-13 maggio Visita in Portogallo. 1-9 giugno Visita in Polonia. 13-20 ago. A Czestochowa, per la VI GMG 12-21 ottobre Visita in Brasile. 1992 19-26 febbr. In Senegal, Gambia e Guinea. 7 aprile Esortazione Pastores dabo vobis. 4-10 giugno Visita in Angola e a São Tomé. 15 lug. Asportazione di tumore benigno intestinale. 9-14 ottobre Visita a Santo Domingo. 11 ott. Catechismo della Chiesa Cattolica. 1993 3-10 febbr. In Benin, Uganda e a Khartoum. 25 aprile Visita in Albania. 12-17 giugno Visita in Spagna 6 agosto Enciclica Veritatis splendor. 9-16 agosto A Denver per la VIII GMG 4-10 set. Visita in Lituania, Lettonia e Estonia. 26 dicembre Apertura Anno della Famiglia. 1994 10-11 settembre Visita a Zagabria (Croazia). 20 ott. Libro Varcare la soglia della Speranza. 13 dicembre Lettera ai Bambini. 1995 11-21 gennaio A Manila per la X GMG, in Australia e Sri Lanka. 25 marzo Enciclica Evangelium vitae. 20-22 maggio Visita nella Repubblica Ceca. 25 maggio Enciclica Ut unum sint. Giovanni Paolo II 3-4 giugno Visita in Belgio. 29 giugno Lettera alle Donne. 30 giugno-3 luglio Visita alla Rep. Slovacca. 9-10 settembre A Loreto per il Pellegrinaggio dei Giovani d’Europa. 14-20 sett. A Yaoundé (Camerun), Johannesburg/Pretoria (Sud Africa) e Nairobi (Kenya) 14 settembre Esortazione Ecclesia in Africa. 4-9 ottobre Visita all’ONU e alle Diocesi di Newark, New York, Brooklyn e Baltimora. 23 novembre A Palermo per il III Convegno ecclesiale nazionale della Chiesa Italiana. 1996 5 febbraio Visita in Guatemala, Nicaragua, El Salvador e Venezuela 14 aprile Visita a Tunisi 17-19 maggio Visita in Slovenia. 21-23 giugno Visita in Germania. 6-7 settembre Visita in Ungheria. 19-22 settembre Visita in Francia. 6 ottobre Intervento di appendicectomia. 1 novembre 50° anniversario di Sacerdozio 15 novembre Libro Dono e Mistero. 1997 12-13 aprile Visita Pastorale a Sarajevo. 25-27 aprile Visita nella Repubblica Ceca. 10-11 maggio Visita a Beirut (Libano) 31 maggio-10 giugno Visita in Polonia. 21-24 agosto Visita a Parigi per la XII GMG 27-28 sett. A Bologna per il Congresso Euc. 2-6 ottobre Visita a Rio de Janeiro. 1998 3 gennaio In Umbria e Marche terremotate. 15 gennaio Visita in Campidoglio. 21-26 gennaio Visita a Cuba. 21-23 marzo Visita in Nigeria. 23-24 maggio A Torino per la Sacra Sindone. 31 maggio Lettera Dies Domini. 19-21 giugno Visita in Austria. 14 settembre Enciclica Fides et ratio. 2-4 ottobre Visita in Croazia. 1999 22-28 genn. Visita a Città del Messico. 4 aprile Lettera agli Artisti. 7-9 maggio Visita in Romania. 5-17 giugno Visita in Polonia. 29 giugno Lettera sui Pellegrinaggi 19 settembre Visita in Slovenia. 1 ottobre Lettera agli Anziani. 5-9 novembre Visita a New Delhi. 24 dicembre Inizio del Grande Giubileo. Giovanni Paolo II L e prime parole di Giovanni Paolo II rivelavano un uomo innamorato di Cristo e della Vergine Maria. Lo dimostrava inequivocabilmente quel “Sia lodato Gesù Cristo!”, che sempre ritornerà lungo tutto il pontificato (e che era quasi stato dimenticato!); quel ricorso frequente alla Madonna Santissima, “la quale sempre vive ed opera come Madre nel mistero di Cristo e della Chiesa”; quel totus tuus che si era imposto come programma di vita, di quello stemma che, riluttante, aveva accettato di avere diventando cardinale e che reca, nella totale nudità dello scudo, solo una rude Croce di legno e il monogramma mariano. E l’amore di Cristo e della Chiesa porta all’amore dei “fratelli” e delle “sorelle”. Nel suo primo messaggio, Giovanni Paolo II lo ha detto: “I fedeli, anche se da noi non sono singolarmente conosciuti, non saranno mai per noi anonimi, né estranei, né emarginati ... Tra essi guardiamo, con preferenziale riguardo, i più deboli, i poveri, i malati, gli afflitti”. E ancora: “Vogliamo salutare i vecchi, gli adulti, i giovani, i vanni Paolo II, il tema del “dovere della fedeltà globale alla missione” che ciascuno ha ricevuto nella Chiesa. Egli parla anzitutto della propria, della missione di Pietro, incentrata su tre elementi: il potere delle chiavi, il dovere di confermare i fratelli, il mandato di pascerli. Il modo di esercitare questo mandato si identifica con la risposta di amore data da Pietro a Gesù che lo interrogava. “Il nostro vuol essere fin d’ora un ministero di amore in tutte le sue manifestazioni ed espressioni”, disse il papa, ricordando, tra l’altro, con parole tutt’altro che formali, l’alta scuola degli immediati suoi predecessori. Un grande spazio fu riservato ai temi dell’ecumenismo e della pace. È il Signore a volere uniti tutti coloro che credono in lui, sottolineò, e bisognerà lavorare molto a questo scopo, con uno sforzo comune. È il Signore a volere che nel mondo regnino la giustizia e la pace. “Non ci muove nessuna intenzione di interferenza politica o di partecipazione alla gestione degli affari temporali ... Il nostro impegno nell’avvicinarci a questi Un pontificato in sette giorni fanciulli, i bambini appena nati, nell’onda di quel vivo sentimento di paternità che sta salendo dal nostro cuore”. Così, nel suo primo giorno di pontificato, ha voluto dare un segno, recandosi tra i malati del Policlinico Gemelli a confortare la loro sofferenza, a ricordare la ricchezza spirituale del loro essere deboli, a chiedere che il tesoro dei loro meriti venga messo a frutto per la Chiesa e per l’umanità. Il discorso che Giovanni Paolo II aveva rivolto ai cardinali subito dopo l’elezione, al termine della Santa Messa concelebrata martedì mattina 17 ottobre 1978, nella stessa aula del Conclave, conteneva i segni della trepidazione, ma anche della fermezza del nuovo papa: “La stessa imprevedibilità degli eventi, che siano frutto di lunga riflessione nell’arco del tempo, e l’inadeguatezza della risposta che potrà venire dalla nostra persona, come ci impongono di rivolgerci al Signore e di confidare totalmente in lui, così non consentono di tracciare programma che si sono succeduti in così breve e di accurata elaborazione”, aveva detto in apertura. Ma poi indicava chiaramente alcune delle idee basilari del suo Pontificato. Una parte centrale occupava, nel discorso di Gio7 aprile 2005 brucianti problemi degli uomini e dei popoli sarà determinato unicamente da motivazioni religiose e morali”. Sulla strada della storia e della Chiesa è cominciato un nuovo tratto di cammino, diceva, una nuova tappa, che punta dritta verso il terzo millennio. Giovanni Paolo II si muove subito, con passo energico, nella direzione dei suoi predecessori. Ciò che contava a noi, che eravamo giovani in “quei” giorni, di non lasciare che il Capo camminava da solo; ciò che contava era di mettersi rapidamente nella sua scia e camminare con lui. Nel suo discorso al Corpo Diplomatico, ricevuto in Udienza nella mattina di venerdì 20 ottobre 1978, Giovanni Paolo II sottolineava con forza il servizio della Chiesa all’umanità: “Ci sono ancora troppe miserie fisiche e morali che dipendono dalla negligenza, dall’egoismo, dalla cecità o dall’insensibilità degli uomini. La Chiesa, da parte sua, vuole contribuire ad alleviare queste miserie, con i suoi mezzi pacifici, educando al senso morale, attraverso la leale attività dei cristiani e degli uomini di buona volontà”. L’incontro del papa con la stampa internazionale Giovanni Paolo II incontrava nel16 l’Aula delle Benedizioni, la mattina di sabato 21 ottobre 1978, oltre un migliaio tra giornalisti, fotoreporter e cineoperatori di tutto il mondo. Dopo aver rivolto il suo discorso ai giornalisti, in cui aveva parlato di libertà di informazione al servizio della verità, Giovanni Paolo II, al momento di lasciare l’aula, iniziava una vera e propria “conferenza stampa itinerante”: cosa mai vista con un papa! Passando lungo il corridoio centrale dell’aula, il papa si soffermava più volte, rispondendo alle domande che gli venivano poste. Più volte prese egli stesso tra le mani uno dei tanti microfoni che venivano “sospesi” sulla sua testa e volentieri “rilasciava interviste” agli increduli cronisti, rispondendo in polacco ai polacchi, in tedesco ai tedeschi, in inglese agli inglesi, in francese ai francesi, in italiano agli italiani. I giovani lo seguiranno Sono le 13.25 di domenica 22 ottobre 1978. Solo pochi momenti prima era terminata la celebrazione della Santa Messa per l’inizio solenne del Ministero di Supremo Pastore di Giovanni Paolo II. Si apriva la finestra dello studio privato e il Santo Padre Giovanni Paolo II si affacciava per la prima volta in piazza di San Pietro. Sorrideva. Era un’ora inconsueta per la recita dell’Angelus Domini. Ma Giovanni Paolo II volle seguire fedelmente le linee tracciate dai suoi predecessori. Esorta: “Dobbiamo andare più in profondità”. Dopo la recita della preghiera mariana, il papa prima di rientrare vuole rivolgere ancora una parola ai numerosissimi giovani che, dopo aver assistito alla cerimonia, sono ancora sulla piazza e acclamano a viva voce il papa. “Voi siete - dice Giovanni Paolo II - l’avvenire del mondo, la speranza della Chiesa. Voi siete la mia speranza”. Al momento di diventare papa, sapeva offrire ai giovani di tutto il mondo il frutto di tante sue riflessioni ed esperienze. Senza azzardare previsioni, in quei giorni si poteva prevedere già che il papa Giovanni Paolo II sarebbe stato capace di offrire una guida sicura e fraterna insieme all’inquieta gioventù del suo tempo. Una gioventù che era mossa da una duplice esigenza apparentemente contraddittoria: fare una propria libera sperimentazione dei valori per vagliarne la validità del momento e adottarne le espressioni alle situazioni di oggi; uscire però decisamente dall’incertezza angosciosa prodotta dalla messa in discussione di tutti i punti di riferimento e confronto offerti dalle generazioni passate. Solo la fede in Gesù Cristo - che era, è, e verrà - poteva dare la chiave risolutrice di quel problema. Solo la Chiesa che esce continuamente dal suo Cuore 17 aperto per recarne la “virtù” a tutte le generazioni nel loro concreto susseguirsi - può rappresentare contemporaneamente la roccia che non si muove ed il fiume che non si arresta. Tradizione e progresso nel cattolicesimo non si escludono: si richiamano anzi e si integrano a vicenda. Il papa venuto da lontano lo dirà ai giovani di tutto il mondo. Ed essi - era facile prevederlo - hanno ascoltato la sua voce, hanno seguito la sua via. Spalancate le porte a Cristo. Non abbiate paura Il segno della sapienza antica che si leggeva sul volto giovanile del papa è per noi, giovani di allora, tra i ricordi più resistenti di quelle memorabili giornate d’inizio del Pontificato. Si conosceva già chi sedeva sulla Cattedra di Pietro. Era venuto da lontano e era stato accolto come se fosse sempre stato tra noi. Sapevamo quanta cultura, quanta esperienza, quanta sofferenza per i fratelli recava nel suo cuore di pastore. Ma il suo sguardo era volto al futuro, la sua mente si interrogava sul domani. L’aveva detto lui stesso, al termine di una mattinata lunghissima che era parsa brevissima, tra la preghiera mariana e la benedizione: pensiamo ai giovani, che sono l’avvenire del mondo, la speranza della Chiesa, “la mia speranza”. Si era aperto un altro capitolo, ancora una volta a portata di mano per i contemporanei che in pochi mesi avevano vissuto con rara intensità eventi eccezionalmente significativi della vita della Chiesa. Disse papa Luciani inaugurando la sua breve ma sostanziosa pagina pontificale: “Un’alba di speranza aleggia sul mondo”. Il mondo ne aveva vista appena l’aurora. E il successore, venuto tra noi come un grande dono, confermava e concretizzava questa speranza, richiamando il perenne messaggio di salvezza e di liberazione totale. I punti di riferimento fissati senza incertezza: il figlio del Dio vivente, la Chiesa guidata da Pietro, l’uomo. “Con quale venerazione - ha detto il papa - l’apostolo di Cristo deve pronunciare questa parola uomo”. Davanti ai suoi occhi, mentre leggeva domenica 22 ottobre 1978 l’omelia dell’inizio del Pontificato, c’era una folla sterminata come quella che tante volte egli aveva visto a Cracovia. E al di là della folla visibile, c’erano in ascolto centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Nei primi giorni, il nuovo Pastore già ci aveva donato molto. Poi, dall’indomani, avevamo sentito che il Pontificato si andava sviluppando nel senso della storia della salvezza e che la speranza si faceva opera nell’impegno degli uomini secondo una necessità evangelica nella quale ci siamo sentiti chiamati a riconoscerci e a ritrovarci insieme, tra noi e con lui. 7 aprile 2005 2000 2 gennaio Giubileo deiRagazzi 24 -26 febbraio Pellegrinaggio al Monte Sinai. 20-26 marzo Pellegrinaggio in Terra Santa. 1 maggio Giubileo dei lavoratori. 12-13 maggio Viaggio a Fatima. 18 maggio Giubileo dei Presbiteri. 15 giugno Pranzo in Vaticano con 200 poveri. 9 luglio Visita al Carcere di Regina Cœli. 15-20 agosto Giubileo Giovani - XV GMG 8 ottobre Giubileo dei Vescovi. 14-15 ottobre Giubileo delle Famiglie. 24 -25 dicembre Natale nell’Anno Giubilare. 2001 6 gennaio Lettera Novo millennio ineunte. 4-9 maggio In Grecia, Siria e a Malta. 23 -27 giugno Visita in Ucraina. 22 -27 set. Visita in Kazakhstan e in Armenia 14 dicembre I cattolici digiunano per la pace 16 dicembre 300ª Visita Pastorale alle Parrocchie di Roma. 2002 24 gennaio Giornata di preghiera per la pace nel mondo ad Assisi. 22-26 mag. Visita in Azerbaijan e Bulgaria. 23 luglio -2 ago. A Toronto per la XVII GMG. 16-19 agosto In Polonia per l’inaugurazione del Santuario della Divina Misericordia. 6 ottobre Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae sul Santo Rosario. 14 novembre Visita al Parlamento italiano 16 ottobre XXV anniversario di Pontificato 19 ottobre Beatificazione di Madre Teresa di Calcutta. 2003 5 marzo Digiuno per la pace n Iraq. 17 aprile Enciclica Ecclesia de Eucharistia 3-4 maggio Visita in Spagna 7 ottobre Visita al Santuario di Pompei. 2004 18 maggio Libro “Alzatevi, andiamo!” 5-6 giugno Viaggio Apostolico a Bern (CH). 29 giugno Incontro con il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I. 14-15 agosto Pellegrinaggio a Lourdes per il 150° del dogma dell’Immacolata Concezione 7 ottobre Lettera per l’Anno dell’Eucaristia 4 novembre Udienza al Primo Ministro del nuovo Governo dell’Iraq. 27 novembre Consegna di Reliquie al Patriarca di Constantinopoli. 2005 23 febbraio Libro “Memoria e identità”. 2 aprile ore 21.37 Giovanni Paolo II torna alla Casa del Padre Giovanni Paolo II Il papa del perdono smo e la colonizzazione; peccati contro le donne, le razze, le etnie; peccati contro la giustizia sociale, gli ultimi, i poveri. Anche dopo il Giubileo sono continuate le richieste di perdono e di riconciliazione da parte di Wojtyla: tra gli ultimi episodi, il 22 giugno del 2003 a Banja Luka, il mea culpa pronunciato da Giovanni Paolo II per i crimini commessi da cattolici ed ecclesiastici durante gli scontri etnici in Bosnia Erzegovina. Il perdono chiesto e offerto, come segno di speranza per il mondo. Mattia Bianchi La parola ai ragazzi Q uando il Vangelo entra nella vita di ogni giorno, con il suo messaggio di speranza e riconciliazione. Giovanni Paolo II ha insegnato anche questo in 26 anni all’insegna del perdono, chiesto e offerto. Giovanni Paolo II è stato il papa del perdono. Dallo schiavismo alle crociate, dalla passività di fronte all'Olocausto agli ostacoli alla realizzazione delle donne, passando per le azioni contro l'unità dei cristiani, le persecuzioni di dissidenti o i peccati contro i poveri, gli ultimi, le etnie deboli. Sono alcuni dei temi che il papa ha toccato nel corso di 26 anni, senza paura di ammettere le responsabilità storiche di alcuni esponenti della Chiesa. Iniziative forti, non sempre condivise ai vertici della gerarchia, ma chiedere perdono per Giovanni Paolo II, non è mai stato un atto di debolezza, ma una necessità per purificare la memoria e promuovere così la riconciliazione nella verità. L'idea, che sarebbe confluita nella solenne richiesta di perdono pronunciata in San Pietro durante il giubileo del 2000, è presente già dai primi anni del suo lungo pontificato: nell'80 partecipando a un incontro con rappresentanti di altre chiese Giovanni Paolo II ricorda con contrizione le ''colpe degli uomini che ci hanno portato all'infelice divisione dei cristiani”; nell'85 in Africa chiede perdono per lo schiavismo che distrusse la vita di decine di migliaia di persone, praticato da nazioni cristiane e favorito da cristiani; nel '91, con frasi che gli guadagnarono l'affetto di molti ebrei, chiede senza mezzi termini ''perdono per la passività di fronte alle persecuzioni e all'Olocausto degli ebrei”. Giovanni Paolo II Nel '92 in America latina fa un mea culpa per le sofferenze enormi arrecate a quel continente dalla colonizzazione; nel '95, con una memorabile Lettera alle donne, condanna il fatto che anche la Chiesa sia ''purtroppo erede di una storia di enormi condizionamenti che, in tutti i tempi e in ogni latitudine, hanno reso difficile il cammino della donna.. Se in questo non sono mancate scrive - specie in determinati contesti, responsabilità oggettive anche in non pochi figli della Chiesa, me ne dispiaccio sinceramente''. Quando scrive la Lettera alle donne il Papa ha già maturato l'idea della solenne liturgia penitenziale con cui caratterizzare il Giubileo, per portare la Chiesa nel terzo millennio cristiano purificata dalle colpe dei suoi figli e capace di apertura e dialogo con il mondo, le chiese, le altre religioni. Il 12 marzo del 2000, viene così chiesto perdono per sei categorie di peccati che hanno coinvolto anche uomini di Chiesa e la Chiesa stessa, che ''è santa, ma formata di peccatori''. Le sei categorie sono i peccati commessi nel ''servizio della verità'', tra cui intolleranza e violenza contro i dissidenti, guerre di religione, violenze e soprusi nelle crociate, i metodi coattivi nell'Inquisizione; i peccati che hanno compromesso l'unita' dei cristiani, tra cui scomuniche, persecuzioni religiose, scismi; peccati commessi nell'ambito dei rapporti con gli ebrei, tra cui disprezzo, atti di ostilità, silenzi e i pregiudizi antiebraici che favorirono l'Olocausto; peccati contro la pace, i diritti dei popoli, il rispetto delle altre culture, tra cui lo schiavi7 aprile 2005 Luca Fantolini e Gianluca Manoni, 13 anni, della Parrocchia del Porto, si sono cresimati lo scorso anno. Continuano a frequentare la parrocchia. Inizialmente la morte del Papa sembrava non averli toccati troppo, ma quando sono stati interpellati … Qual è la cosa più bella che ha ha fatto Giovanni Paolo II? Luca: ha fatto molti viaggi, soprattutto per promuovere la pace e dire no alla guerra. Gianluca: quando è uscito vivo dall’attentato ha detto che lo ha protetto la Madonna, una grande fede. Perché il Papa piace tanto ai giovani? Luca: perché è una persona che si è spesa molto per gli altri e ha aiutato i più poveri. Gianluca: perché rappresenta una piccola parte di tutti noi, esprime i bisogni che ognuno di noi ha dentro. Che cosa dovrebbe fare la Chiesa per attirare di più i giovani? Luca: essere più animata, usare più fantasia. Affrontare i temi più vicini alla nostra esperienza Gianluca: essere un po’ più movimentata, usare linguaggi diversi… Che cosa chiederesti al nuovo Papa? Luca: la stessa testimonianza così bella che ha fatto riflettere tante persone. 18 È stato uno dei crucci più grandi di Giovanni Paolo II. Oggi permangono difficili e tortuosi i rapporti fra il Vaticano e la Cina, che in queste ore partecipa al dolore per la morte del papa ma ribadisce i suoi punti fermi. P er Giovanni Paolo II è stata una delle più cocenti delusioni del suo pontificato, forse la sua missione incompiuta: nessun viaggio in Cina, ma soprattutto un mancato riavvicinamento a Pechino, nessuna soluzione alla questione della libertà religiosa della Chiesa, un controllo stretto subito dai religiosi legati a Roma, non poche volte privati dei loro diritti fondamentali. Evidentemente i tempi ancora non erano maturi. Eppure, sul finire di un pontificato storico, non è inutile riguardare indietro e proiettarsi avanti, perché ciò che sarà, davvero, è in questo momento davvero imprevedibile. Il dato di fatto forse più importante è che i cristiani cinesi abbiano potuto pregare per il papa nei momenti in cui si trovava in fin di vita. Che cioè il governo di Pechino abbia autorizzato veglie di preghiera per la salute di quello che viene (veniva) considerato niente più che un capo di stato straniero. Ritrovarsi pubblicamente a pregare in favore di uno straniero (per di più accusato di attentare all’integrità dello stato cinese) non era neppure immaginabile, eppure è successo. Certo, il permesso è stato dato alla Chiesa Ufficiale, quella cioè controllata dal governo comunista (che nomina anche i vescovi…), rimanendo la Chiesa “clandestina” fedele al papa assolutamente fuori-legge. Certo: i cinesi hanno saputo delle cattive condizioni del papa solo quando ormai si trovava nelle sue ultime ore, e alla notizia è stata data una rilevanza minima (la prima notizia sui giornali di ieri era la partecipazione del presidente Hu Jintao alla campagna per il rimboschimento, con un colpo di zappa per piantare un albero), eppure il fatto non è roba da poco. Come importanti sono i passi ufficialmente avanzati dal governo cinese, che non ha (a differenza di Taiwan) alcun rapporto diplomatico con il Vaticano: prima della morte del papa un portavoce del ministero degli esteri ha espresso la “preoccupazione” della Cina e la “speranza che il papa possa avere cure mediche scrupolose, riprendersi e ristabilirsi in sa19 Quel mancato viaggio in Cina lute”, poi, dopo il verificarsi del temuto evento, lo stesso portavoce ha espresso “le condoglianze della Cina per la morte del papa Giovanni Paolo II'', per poi aggiungere: ''Il governo cinese ha coerentemente perseguito alcuni principi fondamentali nelle relazioni Cina-Vaticano: si spera in un miglioramento delle relazioni con il Vaticano sperando che la Santa Sede, sotto il nuovo pontificato, crei le condizioni per un miglioramento delle relazioni tra Cina e Vaticano.'' E in questa occasione anche una scarsa enfasi sulla questione della canonizzazione di 120 martiri cinesi (compiuta dal papa nel 2000 con protagoniste persone che Pechino giudica solo “spie al servizio dei nemici della rivoluzione”) e che ha determinato un forte stop nei progressi fra i due paesi. Il bastone e la carota, insomma, da parte cinese, come nelle migliori tradizioni del regime, che infatti, non più tardi di una settimana fa, aveva proceduto a stringere ulteriormente il cerchio intorno ad alcuni vescovi, arrestati o fermati senza apparente motivazione nei giorni immediatamente precedenti la Pasqua. Episodi che, giunti a conoscenza del Vaticano, avevano spinto il direttore della sala stampa della Santa Sede a stigmatizzarli e condannarli fortemente proprio nelle ore in cui l’attenzione mediatica era rivolta su piazza San Pietro. Indicativa della posizione cinese, sospesa fra volontà di dialogo e volontà di riaffermazione delle proprie posizioni, anche la reazione della Chiesa cattolica patriottica, controllata dal Partito comunista. Nel messaggio che ha inviato oggi al Vaticano si legge: “E' molto triste sapere che il papa sia morto, possa egli riposare in pace nel nome del Signore''. Nel telegramma, riportato dall'agenzia ufficiale 'Nuova Cina' nonchè dalla televisione di stato cinese, si dice che “la scomparsa del pontefice “è una grave perdita per le attività'' pastorali ed evangeliche della Chiesa universale e che “le associazioni cattoliche di tutte le province e regioni autonome della Cina” sono state avvertite “perchè vengano celebrate cerimonie speciali 7 aprile 2005 per piangere la morte del papa e per commemorare il suo operato''. E in conclusione Liu Bainian, presidente dell’associazione “Chiesa cattolica patriottica”, scrive: ''I cattolici cinesi, come tutti i fedeli nel resto del mondo, considerano il Papa un grande leader spirituale. Abbiamo solo modi diversi, sotto il profilo politico, di esprimere il nostro culto''. Dunque, ancora una volta, riaffermazione delle differenze e divisioni, ma speranza per il futuro. Un futuro che dovrà superare divisioni che datano per lo meno 1951, quando, due anni dopo l’avvento al potere dei comunisti, il nunzio apostolico Mons. Riberi, accreditato dal governo nazionalista del Generalissimo Chiang Kai-shek, venne espulso con l'accusa di attivita' controrivoluzionarie. Da allora per i cattolici cinesi, meno di dieci milioni su un totale di un miliardo e mezzo di persone, una via lastricata di difficoltà, ben sintetizzate appena qualche settimana fa da una campagna lanciata da AsiaNews, l’agenzia di stampa del Pontificio istituto Missioni Estere. La Cina e il papa: un viaggio tanto caro al globetrotter della fede. Viaggio rimasto irrealizzato. Con una grande speranza, però, sul futuro, che parte dalle basi comunque poste da un uomo che ha spinto il governo comunista di Pechino ad autorizzare i cinesi a pregare. Stefano Caredda Giovanni Paolo II 3- 4 aprile 2005 Elezioni Regione Marche Gian Mario Spacca presidente Elezioni amministrative 2005 Gian Mario Spacca, candidato della lista di centro sinistra “L’Unione” (Federazione Uniti per l’Ulivo, Rifondazione Comunista, Pdci, Udeur, Italia dei Valori, liste civiche) sarà il nuovo Presidente della Giunta delle Marche. I RISULTATI REGIONALI 2,2 (2,1) 1,37 (1,6) 0,65 (0,5) seggi 0 57,60 (62,6) 40,14 (39,1) 6,33 (7,7) 3,95 (5,0) 3,25 (7,6) 1,79 (1,3) 1,41 (1,1) 0,73 (0,7) seggi 24 15 2 1 1 1 0 0 39,05 (33,9) 18,01 (15,2) 12,94 (12,4) 7,25 (6,6) 0,85 (0,0) seggi 16 8 5 2 0 1,32 (1,2) 1,20 (1,2) 0,05 (0,0) seggi 0 Mettere una croce alla presenza della Croce è ancora un problema. U n elettore senigalliese si è sentito particolarmente osservato dal crocifisso appeso in una classe della scuola elementare “Puccini”, sede di una sezione elettorale, mentre esercitava il suo diritto-dovere di voto. E ha preteso – in barba alla legge - che il presidente lo togliesse, nel timore che gli confondesse troppo le idee. Sprazzi di arroganza anarchica che emergono qua e là, tanto più in questi giorni di sovraesposizione mediatica della Chiesa in lutto. Passi il Papa in ogni canale tv, ma un crocifisso in classe… questo no, è davvero troppo! dalla città di Senigallia Angeloni confermata sindaco di Senigallia. Netta maggioranza. Forte crescita della Margherita. I 40 eletti al Consiglio regionale delle Marche Tra parentesi il voto per le Regional5i a Senigallia. Lista n.1 - Patto democratico - Democrazia Cristiana - Patto Democratico Lista n.2 - L’Unione - Fed. Uniti per l’Ulivo - Rifondazione Comunista - PDCI - Verdi - UDEUR - Italia dei valori - Liste civiche Lista n.3 - Per le Marche - Forza Italia - Alleanza nazionale - UDC - Lega Nord Lista n.4 - Rosini Presidente - Alternativa sociale - No euro dei banchieri M Luana GIAN MARIO SPACCA Almerino Mezzolani Giuliano Brandoni Cesare Procaccini Francesco Massi Presidente coalizione vincente Federazione Uniti per l’Ulivo Rifondazione Comunista PDCI capolista coalizione perdente La prima dichiarazione del nuovo Sindaco, ai microfoni di Radio Duomo. Circoscrizione di Pesaro-Urbino Mirco Ricci (10.240) Luigi Minardi (9.680) Adriana Mollaroli (9.249) Vittoriano Sollazzi (7.245) RC: Michele Altomeni (1.114) Roberto Giannotti (4.520) Oriano Tiberi (2.855) Giancarlo D’Anna (5.447) Federazione Uniti per l’Ulivo Federazione Uniti per l’Ulivo Federazione Uniti per l’Ulivo Federazione Uniti per l’Ulivo Rifondazione Comunista Forza Italia Forza Italia Alleanza Nazionale Circoscrizione di Ancona Fabio Badiali (6.432) Stefania Benatti (6.033) Marco Luchetti (5.884) Katia Mammoli (5.436) Lidio Rocchi (5.029) Marco Amagliani (2.276) Giacomo Bugaro (6.252) Enrico Cesaroni (3.475) Carlo Ciccioli (5.545) Luigi Viventi (4.097) Raffale Bucciarelli (978) David Favia (1.043) Massimo Binci (1.818) Federazione Uniti per l’Ulivo Federazione Uniti per l’Ulivo Federazione Uniti per l’Ulivo Federazione Uniti per l’Ulivo Federazione Uniti per l’Ulivo Rifondazione Comunista Forza Italia Forza Italia Alleanza Nazionale Udc Pdci Udeur Verdi Circoscrizione di Macerata Sara Giannini (8.891) Francesco Comi (6.831) Franco Capponi (8.861) Ottavio Brini (4.510) Fabio Pistarelli (5.373) Leonardo Lippi (3.819) Federazione Uniti per l’Ulivo Federazione Uniti per l’Ulivo Forza Italia Forza Italia Alleanza Nazionale Udc Circoscrizione di Fermo Paolo Petrini (15.464) Rosalba Ortenzi (4.381) Remigio Ceroni (5.651) Franca Romagnoli (5.811) orrei ringraziare quanti hanno sostenuto il centro sinistra e la mia candidatura a sindaco. E’ un risultato che restituisco a tutti coloro che ne sono stati protagonisti. Sono pronta a fare il Sindaco per altri 5 anni: sarò il Sindaco di tutti, anche di quelli che non mi hanno votato. Sono molto contenta della grande fiducia che la maggioranza dei senigalliesi mi ha attribuito. Lo sento anche come riconoscimento del lavoro che abbiamo fatto in questi anni e dei progetti che abbiamo proposto per il futuro e lo sento anche come investitura personale; questo mi ripaga di tante “malelingue” che ho sentito in campagna elettorale. Chi ha avuto modo di conoscermi, avrà colto in me anche una grande disponibilità e una dedizione vera. D’altra parte la politica deve saper dire anche dei no, e in questo caso, si scontenta la gente. Ma non si può essere in balìa di chi spinge di più o di chi urla più forte. Federazione Uniti per l’Ulivo Federazione Uniti per l’Ulivo Forza Italia: Alleanza Nazionale Circoscrizione di Ascoli Piceno Luciano Agostini (14.904) Sandro Donati (4.446) Guido Castelli (8.003) Vittorio Santori (3.693) Federazione Uniti per l’Ulivo Federazione Uniti per l’Ulivo Alleanza Nazionale Forza Italia 7 aprile 2005 20 V entre il nostro giornale va in stampa, siamo ancora privi dei dati definitivi sulle elezioni comunali della città di Senigallia, ma qualche dato significativo è già evidente. Il Sindaco uscente Luana Angeloni viene riconfermato al primo turno. Poteva essere prevedibile, ma ormai è una certezza. Questa è una opportunità importante per la maggioranza: non è infatti sottoposta a ulteriori trattative. E’ una conferma alle scelte amministrative e politiche compiute in questi cinque anni.La maggioranza e il suo Sindaco hanno davanti a loro un periodo lungo per servire al meglio questa città, sanno di avercela fatta ad infondere fiducia e possono andare avanti senza quelle mediazioni che tra il primo e il secondo turno non sempre sono positive. Un altro dato significativo è il forte balzo in avanti del partito della Margherita: supera il 15%! Va sicuramente approfondito. Esprime una potenzialità molto grande, che, se ben usata, può rendere questa forza politica davvero protagonista del governo cittadino. Ovviamente ogni riflessione più accurata è rimandata alla lettura dei dati definitivi, e cioè per noi… al prossimo numero. Elezioni Amministrative 2005 Il Consiglio comunale di Senigallia 40 sez. su 42 Savini Vincenzo Massacesi Lucio Angeloni Luana Marcantoni Fabrizio | 5.620 | 22,08 | | 2.319 | 9,11 | | 14.349 | 56,38 | | 3.161 | 12,42 | 35 sez. su 42 Alleanza Nazionale Democratici di Sinistra Repubblicani Europei Rifondazione Com. La Margherita Comunisti Italiani Forza Italia SDI - Unità Socialista Liberi x Senigallia Fabrizio Marcantoni Sinistra Democratica Verdi per la pace UDC - Libertas | 1.840 | 9,22 | | 5.304 | 26,59 | | 273 | 1,37 | | 1.041 | 5,22 | | 3.171 | 15,89 | | 525 | 2,63 | | 1.747 | 8,76 | | 353 | 1,77 | | 1.344 | 6,74 | | 2.282 | 11,44 | | 259 | 1,30 | | 1.121 | 5,62 | | 690 | 3,46 | Accanto ai 18 consiglieri della maggioranza e ai 12 dell’opposizione nel prossimo consiglio comunale siederanno anche 2 consiglieri stranieri aggiunti, senza diritto di voto. Questi i risultati dei 427 voti validi. Rujoiu Rodica Mihaela (Romania) 97 voti Md. Abdur Kaium (Bangladesh) 58 voti I più votati a Senigallia nelle elezioni regionali 2421 Patrizia Casagrande E. (L’Ulivo) 757 Gabriele Camerucci (UDC) 526 Luciano Montesi (Verdi) 369 Carlo Ciccioli (AN) 378 Stefania Benatti (L’Ulivo) 340 Marco Luchetti (L’Ulivo) 229 Giacomo Bugaro (FI) 21 188 Lidio Rocchi (L’Ulivo) 186 Nicola Malerba (AN) 121 Roberto Nocerino (UDEUR) 108 Katia Mammoli (L’ulivo) 93 Claudio Maderloni (L’Ulivo) 90 Daniele Silvetti (AN) 89 Michele Corinaldesi (Comun. Italiani) 7 aprile 2005 81 Luigi Viventi (UDC) 79 Paolo Belogi (AN) 78 Enrico Cesaroni (FI) 70 Fabio Badiali (L’Ulivo) 69 Marco Amagliani (Rifondazione) 64 Giuseppina Fattori (Rifondazione) 62 Luigi Rebecchini (Rifondazione) dalla città di Senigallia Fenomenologia della campagna elettorale Bisogna lasciare al podestà i tre quarti dell’acqua del ruscello e i tre quarti dell’acqua che resta saranno per i Fontamaresi. Così gli uni e gli altri avranno tre quarti, cioè, un po’ più della metà” (I. Silone, Fontamara) merciale. Si cominciò con foto formali di mezzobusti in giacca e cravatta, atteggiamento serio, colori e sfondo un po’ sciatti; c’è stato poi una graduale trend verso pose meno formali, fino al confidenziale e all’ amichevole, via giacca e cravatta in alcuni casi, scelta oculata dello sfondo, colori sempre più attraenti l’occhio, fino ad arrivare alla velinizzazione di oggi: volti sorridenti, anzi ridenti, con denti bianchi in mostra, volto sottoposto a trucco e possibilmente ringiovanito, pose particolarmente ammiccanti, sguardi dolci.... Provate a fare un giro per i tabelloni elettorali della nostra città e vedrete tante facce e foto, con simboli di partito sempre più marginali, se non scomparsi. Fino a pose stucchevoli o costruite . Ma tant’è: lo scopo è attirare l’attenzione. Il mezzo oggi più utilizzato è la distribuzione e la spedizione di volantini, depliants con la biografia del candidato (tutti ostentano un’infinità di titoli!) e l’elenco dei meriti acquisiti, oltre al cosiddetto santino, sempre con la foto, da mettere nel portafoglio e tirare fuori in cabina al momento di assegnare la preferenza. Credo che le elezioni, sempre più frequenti, siano veramente un grosso affare per le tipografie e per le poste. E per giorni e giorni ti trovi la cassetta della posta piena di lettere e materiale pubblicitario, candidati sorridenti insieme alla pubblicità dei telefonini e le offerte dei Centri Commerciali. D’altronde viviamo nella società mediatica e anche la campagna elettorale, o meglio la politica (anche in periodi non elettorali) fa spettacolo e segue le regole della comunicazione televisiva, ove imperano le televendite e i reality show. Cesano, U na volta (voglio dire fino a 20/30 anni fa)la campagna elettorale era diversa, assai meno invasiva eppure sentita ed efficace. Queste erano le modalità utilizzate dai partiti che io ricordo: i manifesti, i comizi, generalmente in piazza , l’auto con la tromba dell’altoparlante che girava per le vie e le strade e, con l’avvento della televisione, le tribune elettorali in televisione. Innanzitutto occorre dire che c’erano i partiti ed erano quelli e a tutti noti e non le liste elettorali, gran parte delle quali nascono e muoiono col il momento elettorale. I cittadini, pertanto, pur meno acculturati avevano le idee chiare sull’identità dei partiti, sulla contrapposizione tra i principali due partiti di allora: la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista. I manifesti non avevano le facce dei candidati, ma mettevano ben in evidenza i simboli (lo scudo crociato e la falce e martello, per restare ai due partiti citati, ma anche il sole, l’edera, la fiamma tricolore...) e la scritta dalla città di Senigallia VOTA seguita dal nome del partito. Ma non mancavano gli slogan (vi ricordate; “Nel segreto dell’urna Dio ti vede, Stalin no” o “No ai padroni vaticani e americani”?), le immagini e le vignette, anche dalle forti tinte. I comizi costituivano un momento centrale della campagna elettorale e all’inizio si svolgevano tutti in piazza, con un palco improvvisato e la macchina con l’altoparlante accanto. Ne scaturivano discorsi molto accesi, ove si menava giù duro contro gli avversari e altrettanto accesa era la partecipazione della gente, con applausi, ma anche fischi e insulti. Ricordo di oratori, in certe zone periferiche della città, che non riuscivano a parlare perché coperti di fischi. Altrettanto vive e seguite erano le tribune politiche in televisione: i meno giovani ricordano ancora volti e voci dei politici, per i quali si finiva per provare sentimenti forti. Il comizio era una vera e propria arte, di cui si ricordano alcuni maestri, quali Nenni, Fanfani, Almirante, Berlinguer… A dire il vero qualche 7 aprile 2005 emulo lo troviamo ancora, ad esempio Bossi. Ora le tribune politiche, o come oggi si chiamano, sono diventate noiosissime trasmissioni che non segue nessuno. Sono state sostituite da programma di attualità che ospitano a turno i politici, in eterna campagna elettorale ( “Porta a Porta”, “Ballarò” e “Punto e a capo”). Oggi tutto è sottoposto alla legge della par condicio,che ha finito per burocratizzare tutta l’informazione televisiva, a cominciare dai telegiornali RAI, ove l’informazione politica è diventata uno squallido rito, per cui su ogni fatto o novità ci propinano il pensiero di un politico scrupolosamente per ogni partito, cronometrando i tempi a seconda del peso numerico del partito stesso. E giù luoghi comuni e ovvietà a non finire! Ma torniamo all’evoluzione dei mezzi e delle modalità di propaganda elettorale. Restano i manifesti, certo, ma ormai raffigurano soltanto le facce dei candidati e si tratta di ritratti ogni volta più somiglianti a quelli di qualsiasi pubblicità com22 un fiume di amicizia “Gli amici della foce del fiume Cesano” propongono per il prossimo 25 aprile una giornata di attenzione a questo straordinario ambiente naturale. 23 Tra i mezzi funzionali alla propaganda elettorale c’è anche il telefono oggi. Tra le telefonate di giovani che chiedono la disponibilità di un’intervista sull’ultimo detersivo o di quello che ti vuole vendere la cassetta di vini e di olio, arriva anche la telefonata di colui che si ricorda di te sempre…ma in modo particolare per aggiornati che è in lista e conta sul tuo voto! Queste, ed altre naturalmente, sono le differenze tra la prima e la seconda repubblica, nata dopo il 1989 col crollo del muro di Berlino e le vicende di tangentopoli. Non nascondiamoci però anche gli aspetti positivi della nuova politica, per cui finalmente i partiti non sono più una fede, ai quali attribuire fedeltà , per timore di incoerenza.” La libertà e la capacità di disobbedire sono inseparabili”. ( Fromm) La coerenza a tutti i costi è la più grossa incoerenza. La delusione degli uomini incoerenti al potere merita , di dovere, un cambiamento. Non ci sono più scomuniche, si valutano più i fatti e le persone che le ideologie e ci si sente meno oppressi al momento del voto, finchè sentiremo il dovere.. di andare a votare! Diciamo allora ai nostri politici: non scimmiottate la spazzatura che impera in televisione, anzi operate per liberarci da certe trasmissioni e da certi personaggi televisivi. U. Eco sostiene che ciò che caratterizza , statisticamente, la maggioranza, non può essere che la mediocrità, vale a dire dimensioni possedute in grado medio. Provate a dare credito all’intelligenza dei cittadini e vi accorgerete che alla fine questa strategia pagherà! A nche quest’anno gli Amici della Foce del fiume Cesano il 25 aprile si dedicheranno alla pulizia della stessa foce e del connesso pioppeto. La decisione è stata presa dall’assemblea di soci, che ha approvato pure rendiconto e preventivo economico della stessa Associazione. Nell’occasione è stato approvato anche un denso programma 2005 fra cui la “poesia nel silenzio” (un omaggio all’atmosfera delle campagne marchigiane), fissata per il 3 agosto a Montedoro di Scapezzano. L’assemblea ha fatto anche il punto dello stato ambientale dei fiumi. Dopo anni di scempio e abusi delle risorse naturali, la situazione è migliorata gra- 7 aprile 2005 M. A. M. zie anche alla vigilanza ed alle iniziative degli “Amici” e di altre organizzazioni ambientaliste con la valorizzazione di beni paesaggistici, storici, culturali. Tuttavia, il “mondo” non finisce alla foce del Cesano. Si parla molto –si è dettodi “polveri sottili”, di inquinamento atmosferico (anche per i veleni rilasciati dalle bombe dove infuriano le guerre con la perdita di tante vite umane), di acque non potabili, di immondizie senza discariche, di carburanti ecologici come olio di colza ed idrogeno, ma ben poco si realizza, anzi si continua in modo scriteriato a sottrarre terra all’agricoltura. Eppure –ecco l’appello lanciato dall’assemblea – “la natura è vita! Difendiamola!”. L’impegno degli “Amici” non verrà mai meno. Ma, come è ovvio, non basta. “ Ecco perché - ha detto il presidente dell’Associazione Marco Giardini – dobbiamo dare una scossa alle istituzioni: Comuni, Province, Regioni e Stato, trovare nuovi alleati, rivolgerci alle persone più sensibili, intensificare la campagna per il rispetto primario dell’ambiente e dell’ecosistema”. dalla città di Senigallia Il macchinario entrerà in funzione dal 26 aprile e verrà utilizzato, nei primi giorni, per esaminare pazienti ricoverati in ospedale. Risonanza magnetica a Senigallia P resentata la risonanza magnetica alla città. Un taglio del nastro in via ufficiosa, l’inaugurazione ufficiale verrà fatta tra qualche giorno. Una doppia inaugurazione motivata dal direttore generale Mario Molinari che ha volutoconsegnare alla città il tanto atteso macchinario alla presenza degli enti che l’hanno voluta “Presentiamo oggi la risonanza ma faremo l’inaugurazione più avanti perché è giusto che siano presenti comune e regione, dei quali presto scadrà il mandato, che tanto hanno voluto la risonanza magnatica”. Alla preinaugurazione erano presenti tutti i sindaci dell’hinterland oltre alle autorità locali al completo, ai primari dell’ospedale e al vescovo emerito Mons. Odo Fusi Pecci. L’apparecchiatura “Ovation 0.35T Excite” , della GE Medical Systems, è una risonanza magnetica “aperta”, la prima di questo tipo ad essere montata in Italia ed è dotata di una tecnologia all’avanguardia che permette esami che fino ad ora erano possibili solo con macchine di potenza maggiore. Il macchinario entrerà in funzione dal 26 aprile e verrà utilizzato, per i primi giorni, per esaminare pazienti ricoverati in ospedale. La risonanza magnetica lavorerà dalle 55 alle 60 ore settimanali, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20 e il sabato dalle 8 alle 14, la domenica mattina con molte probabilità sarà riservata alla libera professione. Già da fine aprile sarà possibile dalla città di Senigallia prenotare l’esame. Un novità assoluta di questo sistema è la presenza di una bobina che rende realmente il sistema adatto allo studio di pazienti obesi). La RM aperta permette al paziente di eseguire l’esame con solo una parte della “macchina” che lo sovrasta e questo permette anche di avere vicino un familiare, come nel caso dei piccoli pazienti pediatrici che potranno avere la mamma vicino. La qualità delle immagini è ottimale: studio dei vasi , Encefalo, rachide ed addome e naturalmente tutta la patologia muscolo-scheletrica ed articolare, per cui la macchina acquistata da Senigallia avrà bobine particolari, anche per studiare la funzionalità e quindi eseguire l’esame con l’arto in movimento. La RM Ovation si presta molto bene anche per applicazioni di interventistica, grazie all’ampia accessibilità sul paziente realizzata anche grazie allo spostamento del lettino di 25 °. Questo permetterà di procedere all’esecuzione di biopsie mammarie RM-guidate , possibilità attualmente non esistente in Italia con apparecchiatura di tipo “aperto”. Questa nuova applicazione all’avanguardia, unita alla competenza senologica dei medici radiologi di Senigallia, permetterà l’istituzione di un centro di ricerca nella patologia tumorale della mammella. Questo centro, diretto dal Dott. Paolo Busilacchi, Direttore dell’Unità Operativa di Radiologia e Diagnostica per Immagini dell’Ospedale di Senigallia, procederà alla progettazione di nuovi software dedicati alla RMSenologica e vedrà la frequenza di medici per imparare la diagnostica e l’interventistica mammaria su questa nuova macchina. Michela Gambelli 7 aprile 2005 Una vivace realtà di Brugnetto Uno sportello informativo La previdenza Arcevia e comunità montana Per saperne va in porto Fare impresa di più U no sportello informativo dedicato alla gente di mare, è quello presentato in una conferenza stampa, dalla Direzione provinciale Inps, da Lega Pesca Marche e dal Centro Servizi Integrati per la Pesca Ancona. Lo sportello, lanciato dallo slogan “La previdenza va in porto”, aprirà ogni venerdì, dalle 9 alle 13, dall’ 8 aprile, presso la sede del Consorzio Pesca Ancona, al Molo Mandracchio del porto dorico. Offrirà consulenze ed informazioni su pensioni, rilascerà estratti contributivi e modulistica, riceverà le pratiche che i 739 lavoratori della pesca della provincia e del porto di Ancona, su un totale di 209 aziende, potranno presentare nel giorno in cui sono solitamente a terra, dopo aver passato la settimana in mare. “E’ obiettivo prioritario dell’Inps – ha spiegato il direttore provinciale Inps Ancona, Domenico Lapenna – cercare di offrire i propri servizi dove sono i lavoratori e, in questo caso, al porto, proprio per favorire l’accessibilità alle informazioni di queste persone che difficilmente possono raggiungere i nostri uffici”. Simone Cecchettini, responsabile regionale di Lega Pesca Marche, associazione con cui è stato organizzato il servizio, ha sottolineato che “questa iniziativa cerca di facilitare il lavoro delle imprese della pesca, in un momento in cui si trovano a dover affrontare diverse difficoltà, come il caro gasolio”. Per Daniele Palestrini, responsabile Centro Servizi Integrati per la Pesca Ancona, “i pescatori hanno sempre poco tempo per potersi occupare delle questioni previdenziali, questa opportunità sicuramente li aiuterà. Sarebbe importante che altre amministrazioni, come la Capitaneria di porto, potesse avviare iniziative simili, magari soltanto per il venerdì, giorno in cui le imprese di pesca devono seguire numerose pratiche burocratiche dopo lo sbarco”. Secondo Paolo Pizzichini, presidente Comitato provinciale Inps Ancona, “questo è uno ‘sportello amico’, con cui l’Inps vuole confermare la sua vicinanza ai problemi del lavoro ed all’associazionismo”. MP 24 R insieme L a forte presenza di imprese di produzione indica che vi è una diffusa propensione a fare impresa, che occorre sostenere e agevolare perché la gente se non trova lavoro non resta nelle nostre zone”. Questo il nodo, questo il dato “ottimistico” e queste le proiezioni, che il sindaco Silvio Purgatori delinea nel "sunto" dell’incontro tra gli amministratori arceviesi e Fabrizio Giuliani, neopresidente della Comunità Montana Esino Frasassi. All’esame: la situazione del territorio municipale e le iniziative da porre in essere per rilanciarne lo sviluppo. Innanzitutto, sottolinea il primo cittadino, occorre intesa: "In un contesto di difficoltà finanziarie per gli enti locali diventa sempre più importante non disperdere le risorse disponibili, razionalizzando gli interventi ed unendo gli sforzi per evitare inutili doppioni”. L’attenzione alla persona ed alle persone ne è la prima conseguenza, sullo sfondo dell’utilizzazione, della difesa e della valorizzazione dell’esistente: “In una situazione che vede alcuni Comuni della nostra zona sopportare un costante calo demografico, sarebbe opportuno intervenire per agevolare nuovi arrivi e fa25 vorire il recupero delle abitazioni nei centri storici. Inoltre anche la chiusura di negozi commerciali e botteghe artigiane nei centri delle nostre città richiede interventi mirati. Si potrebbero ipotizzare contributi in conto interessi al fine di incentivare investimenti privati in questa direzione”. Da qui il progetto del presidente Fabrizio Giuliani di dare l’avvio a delle “Giunte itineranti” nei diversi Comuni del territorio montano. Disegno condiviso da Purgatori: “Una dimostrazione di grande attenzione per tutte le realtà locali amministrate, attenzione confermata dalla decisione di cominciare il suo mandato con una serie di incontri preso i Municipi dei Comuni interessati. Ho proposto al presidente di ultimare le consultazioni con i sindaci e successivamente di predisporre e sottoscrivere un protocollo d’intesa tra la Comunità Montana ed i Comuni su alcuni punti programmatici ritenuti prioritari da affrontare insieme. È infatti importante che le politiche per il territorio, per un suo sviluppo equilibrato, siano concordate dalle istituzioni e dagli enti locali presenti sul territorio”. Umberto Martinelli 7 aprile 2005 iprende forma anche quest’ anno, dopo la prima edizione svoltasi nel 2003, il ciclo di incontri pubblici su temi di attualità “Per Saperne di Più”, organizzato dal Circolo Culturale- Biblioteca “Oscar Franceschini” di Brugnetto. Tre, quest’ anno, le serate previste con scadenza settimanale. Ogni incontro inizierà alle ore 21.00 e si terrà presso la Sala della Comunità, in via Antonelli, di fronte la Chiesa. Si inizia venerdì 8 Aprile. La prima serata, dal titolo “Quale futuro per l’ artigianato nelle valli Misa e Nevola”, vedrà la partecipazione di Filippo La Rosa del Confartigianato di Senigallia e Marzio Sorrentino della CNA di Senigallia ed affronterà i temi legati alla conoscenza delle realtà delle piccole e medie industrie artigianali nel nostro territorio. La seconda serata, venerdì 15, sarà dedicata al rapporto tra cittadini e protezione civile ed avrà appunto il titolo “Protezione Civile cosa posso fare io cittadino?”. Durante la serata verrà anche presentato il piano di Protezione Civile del Comune di Ripe e tra gli invitati avremo Renzo Sagrati Comandante dei Vigili Urbani di Ripe, Renato Giovanetti e Andrea Barbieri entrambi volontari della Protezione Civile di Senigallia. Terza ed ultima serata in programma sarà, venerdì 29, dedicata alla conoscenza degli enti preposti all’ erogazione dell’acqua e al modo per cui si è passati da una gestione comunale prima, sovra- comunale dopo e territoriale, addirittura provinciale ora, dell’ acqua. Dunque sul tema “Chi ti porta l’ acqua si chiama Multiservizi. Questa sera puoi conoscerlo meglio” si ritroveranno a discutere Patrizio Ciotti direttore della Multiservizi s.p.a. e Nazzareno Badiali Co. Ge.Sco. Tre serate per conoscere meglio quanto ci circonda e fa parte del nostro quotidiano. Giulia Torbidoni dai Comuni della diocesi A Mondolfo il ricordo del maestro Paolo Pellegrini Dalla Vigor Senigallia Leandrò Memè omaggia Tonino Guerra Un maestro Omaggio di musica e di vita H a accolto con immenso dolore il Corpo Bandistico Santa Cecilia di Mondolfo, e con esso l’intera comunità cittadina, la notizia della morte del Prof. Paolo Pellegrini – avvenuta lunedì 28 marzo a Senigallia - da oltre trent’anni maestro direttore del Corpo Bandistico mondolfese e insegnante della annessa Scuola di Musica “Amedeo Tarini”. “La notizia ci ha preso di sorpresa – ha spiegato il Presidente del S.Cecilia, geom. Luca Piccioli – sapevamo infatti delle incerte condizioni di salute del nostro maestro, in queste settimane, ma negli ultimi giorni avevamo ricevuto notizie confortanti. A nome dell’intero Corpo Bandistico, mi stringo alla famiglia del Maestro, con particolare attenzione alla moglie, il Soprano Delfina Buldrini, che è stata sempre vicina al proprio marito, e tanto ha sempre collaborato con la nostra Banda”. Il Maestro Paolo Pellegrini aveva assunto la direzione del Santa Cecilia a Mondolfo negli anni ’70 dopo il lungo periodo del M° Tari- ni, colui che terminata la guerra aveva ridato energia al Corpo. “Se il M° Tarini ebbe l’onere di ricostituire il Corpo dopo la tragedia della guerra – ha proseguito Piccioli – il M° Pellegrini ebbe l’impegno non certo secondario di portarlo alla capacità tecnica oggi grazie a lui raggiunta. Un maestro e compositore di tanta dote, certo eccelle fra quelli che nei 150 anni della nostra storia hanno guidato l’istituzione mondolfese”. La morte del Maestro Pellegrini cade infatti nel mentre sono in corso le celebrazioni per il 150° di fondazione del Santa Cecilia. “Come non ricordare – ha proseguito il Presidente della Banda, pure lui effettivo del Corpo – le ultime occasioni in cui il nostro Maestro Pellegrini ci ha diretto. Proprio a Natale abbiamo partecipato alla rassegna “Natale in Collegiata” con una grande concerto sinfonico in cui, come sempre, ci aveva preparato con grande dedizione e diretto con indiscussa precisione. Alessandro Berluti Due mostre in città D a sabato scorso Senigallia ospita due belle mostre: quella di Vittorio Gatti, le cui opere del 1967 e 1968 saranno esposte a Palazzo del Duca fino al 25 aprile. La pagina di cultura mostra sarà quindi visitabile ogni giorno, dalle ore 16,30 alle 19,30. Poi, quella nella Chiesa dei Cancelli, la mostra di Abel Zeltman, che rimarrà aperta al pubblica tutti i giorni fino al 20 aprile, nella fascia oraria dalle 18 alle 20. Va inoltre segnalato che opere dello stesso Abel Zeltman saranno anche esposte, per l’intera durata della mostra, sia presso l’Osteria del Teatro di Via F.lli Bandiera che presso la Galleria Portfolio di Via Fagnani. 7 aprile 2005 al grande Papa Artisti L o scultore Leandro Memè, che vive ed opera a Castel Colonna, è stato fra i protagonisti della manifestazione celebrativa degli 85 anni di Tonino Guerra, tenutasi di recente alla Mole Vanvitelliana di Ancona. A Guerra è stata infatti donata una pregevole scultura di Memè. E’ stato lo stesso artista di Castel Colonna a consegnarla a Guerra, figura carismatica della cultura italiana. La scultura si intitola “Lamento”, e raffigura un cavallo che tende verso il cielo con un balzo intriso di sofferenza, tipico del linguaggio espressivo di Memè. Nato ad Ostra nel 1945, Leandro Memè ha iniziato a scolpire alla fine degli anni sessanta privilegiando legno e pietra. Ha al suo attivo prestigiose personali ad Ancona (Teatro Goldoni e Atelier dell’Arco Amoroso), Ostra (Sala delle Lance), Senigallia (Palazzetto Baviera ed Expo Ex), Arcevia (Palazzo dei Priori), una qualificata pubblicistica che lo ha visto quotare anche sul catalogo Bolaffi Arte, oltre che una attività formativa (Scuola del restauro di Ostra, Università delle Tre Età) grazie alla quale ha diffuso l’educazione alle arti decorative, al restauro e alle arti applicate in una molteplicità di esperienze didattiche. Quella di Memè è, annota lo scrittore Fabio Ciceroni, una ricerca “impetuosa e sofferta”, che si concreta in forme d’espressione che sembrano “consentire a legami ancora possibili”. Opere dell’artista di Castel Colonna sono state, nel tempo, collocate in vari musei e collezioni pubbliche, ad esempio nelle pinacoteche di Senigallia, Falconara Marittima, Ostra, in svariati edifici sacri (dalla chiesa parrocchiale di Castel Colonna, a quella di Monterado, al Santuario degli Alberici), oltre che ad Ancona (all’Istituto Bignamini e presso la sede regionale della Confcooperative) ed in alcuni istituti scolastici della provincia. Raoul Mancinelli 26 U.S. VIGOR - la squadra L o sport italiano si è fermato per onorare la morte del Papa Giovanni Paolo II; così è stato anche per lo sport senigalliese. La Vigor doveva giocare in casa con l’Ascoli, mentre mercoledì scorso era in programma l’incontro con l’Urbisaglia, rimandato, avendo quest’ultima superato il turno di Coppa Italia. Sono tre i recuperi che attualmente il campionato nazionale dilettanti, girone d’Eccellenza, deve recuperare. Stà alla stessa Federazione definire le date pìù appropriate. Noi riferireremo, di volta in volta, i giorni in cui verranno disputati gli incontri. Tutti questi rinvii non fanno che favorire i recuperi degli infortunati vigorini, incominciando da Rodolfo Montanari, ricoverato poco tempo fa in ospedale per accertamenti, dimesso da poco e pronto fra non molto a rientrare in squadra; è lo stesso a dircelo: “Penso che per la fine di aprile sarò in grado di riprendermi il posto in squadra. I medici hanno scongiurato qualsiasi impedimento nella pratica sportiva; dovrò solo rimettermi ad allenarmi coi miei compagni e in poche settimane raggiungere la forma necessaria per essere competitivo.” Il recupero di questo ragazzo per la Vigor è fondamentale, special27 mente in questo ultimo periodo dove ci si gioca il passaggio ai play-off. Oltre a Montanari è importante anche il recupero del forte centrocampista-attaccante Figueroa, appiedato da diverse settimane da un fastidioso stiramento. La sua assenza è stata determinante, visti gli scarsi risultati ottenuti in questo ultimo periodo. E’ dal 13 febbraio scorso che i vigorini non hanno più vinto pur avendo disputato sei incontri, di cui due persi e quattro pareggiati; un ruolino di marcia che ha consentito alla Jesina, alla fine, di superarci in classifica. Ora è tempo di riscossa, ma a ripresa campionato, oltre ai già sopraccennati giocatori, ai rossoblu mancheranno anche gli squalificati Loreti, Marchetti, Rosetti, un problema di non poco conto per il mister Giuliani. La rosa dei giocatori a disposizione del trainer non è ampia, a meno che non si peschi nelle giovanili juniores. Un insieme di giovani con un futuro certo, ma che al momento attuale non possono esprimersi con l’esperienza che solo col tempo si può acquisire. Anche la pallacanestro maschile Goldengas e Mackia hanno partecipato al lutto nazionale, pertanto tutto è rimandato alla prossima settimana. 7 aprile 2005 Maceratese Jesina 60 43 Vigor 42 Caldarola 40 Urbisaglia Acqualagna 40 39 Biagio Nazzaro 39 Centobuchi 38 Real Vallesina Civitanovese 36 34 Camerino Montegiorgese 32 30 Lucrezia Matelica 28 24 Porto Sant’Elpidio Mondolfo 22 22 Jrvs Ascoli 15 sport Aggiornamenti di ciclismo a cura di Umberto Martinelli Tennistavolo Fine di campionato È terminato il campionato di tennistavolo 2005. Con la bella vittoria di sabato scorso, la serie B ha concluso la propria avventura con un ottimo secondo posto. Soddisfazione in casa senigalliese anche da parte di Massimo Costantini, attuale ct della Nazionale, in questi giorni in partenza per i prossimi europei. In C2, Senigallia 2 è stata promossa in C1, mentre si attende per la sorte di Senigallia 1 a rischio retrocessione nonostante l’ultima vittoria. In serie D, ottimo esordio con la squadra locale al secondo posto.Adesso riprende l’atti- vità a carattere nazionale, con i vari tornei previsti dal calendario sportivo: 2 aprile, torneo regionale, 10 aprile, torneo nazionale di quarta a Terni, dal 14 al 17 aprile Campionati nazionali Csi a Ponte di Legno e poi, all’inizio di maggio, il consueto appuntamento con il torneo nazionale Csain e Acs che ormai da anni scelgono Senigallia come luogo della manifestazione. Impegnatissima anche Sabrina Moretti, la quale, in attesa di presentarsi agli italiani di seconda di aprile, parteciperà proprio ad un torneo internazionale in Francia nella Camargue. Podismo Fiori verso il mondiale M ario Fiori, la soddisfazione per il brillante “bronzo” di Genova ma, soprattutto, lo sguardo puntato al mondiale di San Sebastian. Dopo aver regalato all’Atletica Senigallia un prestigioso terzo posto assoluto ai campionati italiani di marcia sulla distanza dei 3 chilometri, col ragguardevole tempo di 15’40” e precedendo l’altro senigalliese Leonardi Pazzani, ottimo quarto, Mario Fiori ha iniziato la preparazione ai campionati mondiali in programma appunto in Spagna tra l’agosto e il settembre prossimi. Obiettivo, cogliere una medaglia nella 20 chilometri di marcia a squadre. A San Sebastian l’atleta senigalliese sarà sostenuto da due sponsor, la Cia Marche e l’agenzia di comunicazione “Segni e suoni”, che curerà anche le relazioni pubbliche di questa spedizione spagnola che confidiamo possa arricchire il palmarès di Fiori. Sul podio molti pattinatori dei fratelli Guenci Team roller di successo S i è svolta nei giorni scorsi la prima fase dei campionati di pattinaggio a rotelle velocità. I giovani del Team Roller continuano a mietere medaglie su medaglie. Due giri a circuito: Margherita Grassi 1°, doppietta dei fratelli Fabrizio Latini 1° e Daniele Latini 2°, Valentina Arthemalle 3°, Roberta Magini 3°; 600 metri: ancora doppietta dei fratelli Fabrizio Latini 1° e Daniele Latini 2°, Margherita Grassi 1° e Roberta Magini 3°; gara di velocità a cronometro: Morpurgo Susanna 2°, Alice Malerba 2°, Luca Barbarossa 3°; nella gara di fondo mt. 1500 Luca Barbarossa si piazza 3°. Nelle gare americane a staffetta a squadre Francesco ed Emanuele Piazzai e Simone Pambianchi 1°; Morpurgo Susanna, Alice Malerba ed Alessandra Morpurgo si piazzano al 3° posto; Daniele Verri e Lorenzo Manoni si piazzano al 4° posto. sport 7 aprile 2005 Gara podistica A Sant’Angelo di Senigallia si è svolta la gara podistica del 19° Trofeo Mare-Città-Collina, indetto dal centro sociale Molinello 2. La gara è stata organizzata dal Circolo e Unione sportiva A.C.L.I. Sant’Angelo. L’apparato organizzativo è stato coordinato dal presidente Gabriele Pesaresi, dal vice presidente Antonio Fronzi, dal segretario Attilio Priori e dai soci Eugenio Giacomelli, Giampiero Marconi, Paolo Fronzi, Guido Piersantelli, Fausto Fronzi, Carlo Susannini, Giorgio Galli, Egidio Bigi, Chiappa Ennio e dai soci del Circolo Acli di San Silvestro. Il servizio di ristoro è stato garantito da Silvana Cantarini, Anna Maria Pesaresi, Anna Casagrande, Faustina Morganti, Anita Rocchetti. Il servizio di assistenza è stato fornito dal C.R.I. di Senigallia. Le Classifiche: Ragazzi Km. 2,000: 1° Latini Jacopo (G.S.Pieralisi) Ragazze Km. 2,000: 1° Cateni Simona (Pod.Lucrezia) Uomini Km. 8,000: 1° Torregiani Emanuele (Atl.Senigallia), 2° Falessi Marco, 3° Schirrò Antonio, 4° Mantovani Giorgio, 5° Pacioni Paolo, Ippoliti Giacomo, Pieroni Piero, Santoni Roberto, Filippini Claudio, Biagini Sandro, Marinelli Fausto, Spallacci Stefano, Cecchini Rubens, Moricoli Marco, Latini Roberto, Renzi Luciano, Garganelli Mario, Garganelli Giorgio, Galli Gabriele, Squazza Giancarlo, Ghiandoni Bruno, Bigiotti Carlo, Perini Osvaldo, Mancinelli Franco, Mazzotti Giancarlo, Tonti Antonio, Pazzani Leonardo, Rossi Giovanni, Pierini Giorgio, Rossini Osvaldo, Oliva Leonardo, Pasquini Enrico, Oliva Vasco, Costantini Giuliano, Droghini Mirco, Costantini Paolo, Bachiocchi Graziano, Pasquini Antonio, Pasquini Angelo, Brandi Angelo, Giacinti Gianfranco. Donne Km. 8,000: 1° Montanari Donatella (Pod.Lucrezia), 2° Eutizi Gabriella, 3° Mancini Graziella, Rossini Liliana, Rica Dina, Bartolucci Lidia, Gallo Gemma, Clementi Vincenza, Dall’Oco Jole, Fiorfiolini Elisa, Sarcinelli Marisa. Classifica gruppi: 1°) Pod.Lucrezia 2°) Atl.Effebi Fossombrone 3°) G.S.Cifra Iom Ancona 4°) Atl.Senigallia 5°) G.S.Pieralisi 6°) G.P. Valmisa Serra de’Conti U.S. ACLI S.ANGELO 28 Marche cycling award… di tutti i colori L’organizzatore Marcello Malizia fa filare via frizzantemente la serata: dal culmine professionistico all’effervescenza amatoriale, dalle imitazioni di Angelo Carestia alla sorridente presenza di Lilla Nigro all’intrattenimento canoro di Antonietta Menegatti Al Miu j’adore di Marotta, la terza edizione del Marche Cycling Award si avvale dei premi dell’artista ascolano Enzo Marinelli e di tutta la scala cromatica delle maglie: l’iride, l’azzurro, il tricolore. Gli assenti sono giustificati e impegnati: i professionisti Michele Scarponi, Sergio Marinangeli (ritira il premio Sesto Strappa), Filippo Simeoni, Mario De Sarraga Orviz, Luca Ascani, Tania Belvederesi; l’under Michele Manzotti, il dirigente Walter Tombesi (Bici Adventure Quintabà Piangiarelli), gli organizzatori della Due Giorni Marchigiana, i rappresentanti del Potentia 1945 Starplast, gli amatori Graziano Verdini e Adolfo Pochi (tandem della Melania Giovani Calzature). Nel parterre della ciclofilia riunita in famiglia (Vittorio Puerini, Giuseppe Ripà e la sua solidale Fassa Bortolo con le maglie firmate “Petacchi”, “Picchio” Fabrizio Mogliani, Massimiliano Grufi….), si trovano a proprio agio l’assessore provinciale anconetano al Turismo, Luciano Montesi, e il giornalistascrittore Raoul Mancinelli. Sandra Pinato (curatrice servizio stampa) traduce il Marche Cycling Award in informazione ecumenica. Ecco la passerella dei premiati. Professionisti: il senigalliese Andrea Rossi (stoppato da un incidente, finalmente privo di stampelle, ma costretto ad inseguire la forma ottimale), l’osimano-fidardense Andrea Tonti (ormai in… dimensione Giro d’Italia, al fianco di Damiano Cunego e Gilberto Simoni), il pesarese Massimo Giunti (che, dopo il “diamante” vittorioso ottenuto con il Trittico Lombardo, intende imporsi autorevolmente in…prova unica). Amatori: gli iridati, quasi-mondiali e tricolori Walter Basili, Eneko Fernandez Pena, Umberto Cevoli, Aldo Pavoni, Laura Minestroni. Giovani: Matteo Sbaffi (sinonimo di “ciclismo & turismo” con il suo Pianello Cicli Cingolani-Arcevia perla dei monti), Martina Scoppa. Dirigenti: Leandro Romani (un po’ …rauco dopo aver molto ruggito quale “Leone di Bottega”), Mario Cartechini – Orlando Santucci (tandem corridoniano che guarda all’ultracentenaria Corsa di S.Pietro di fine giugno), Maurizio Giustozzi (gran mondo amatoriale maceratese Udace Csain), Orazio Bracalente. Societa’: Massi Team-Marotta Macchine (Rodolfo Massi), Mobili Rimini Appignano, Rapagnanese Matricardi Autotrasporti (Silvio Benignetti, il “CicloAvvocato”), Ruote e Cultura (Antonio Romagnoli), G.C. Osimo Stazione Starplast (Severino Antonella), Monturano Civitanova Cascinare (Marco Moretti), Mobili Rimini Appignano. Manifestazioni: Gran Premio Capodarco (Gaetano Gazzoli - Paolo Fratini), Cappello d’Oro (Demetrio Jommi Paolo Piazzini), Trittico Fidardense (Bruno Giorgetti) , Settimana Internazionale di Gabicce (Claudio Romani), Fondo Leopardiana (Agostino Nina). Premi Speciali: Amerigo Severini (alla carriera, punteggiata da tre tricolori e quattro podi iridati nel ciclocross, in cui il “Barbarino” era inimitabile) , Giovanni Stortini (alla memoria; premio ritirato dal suo alter ego Sauro Mazzante). Premi Fedeltà Granfondo Conero: Roberto Baldoni, Roberto Torriani, Andrea Scoppa, Luigi Luna, Lorenzo Mangialardo, Roberto Vismara, Luca Bevilacqua, Franco Compagnoni, Ermanno Furia, Pio Renato Sbaffo, Gianluca Felici, Angelo De Santis. Umberto Martinelli Foto (di Sandra Pinato): Martina Scoppa, Lilla Nigro, Matteo Sbaffi Podismo dai grandi numeri S traordinaria giornata di sport, onorata da una partecipazione eccezionale (ben 330 gli atleti presentatisi al “via”): davvero un successo sopra le righe per il Trofeo Podistico Città di Senigallia, valido quale Memorial Marcello Perini e organizzato dall’Atletica Senigallia sotto l’egida di Avis e Aics. La competizione si è sviluppata su un percorso di dieci chilometri interamente pianeggiante. Hanno primeggiato Pietro Pelusi e Laura Giordano, ma in tanti -tra vincitori e “piazzati”- si sono presentati a ritirare i numerosi premi di classifica. Alla premiazione sono intervenuti il sindaco Luana Angeloni, l’assessore Andrea Nardella, il presidente dell’Avis Luciano Di Marcelli e il funzionario dell’Ufficio Sport del comune Andrea Garbin. Presenti anche la signora Lidia, vedova di Marcello Perini al quale era intitolato il Memorial, il presidente dell’Aics regionale Giorgio Sartini, il presidente del Panathlon Norberto Zazzarini e il suo vice Marco Esposto, oltre allo staff organizzativo della Atletica Senigallia, nel quale si sono distinti il presidente Osvaldo Perini, Giorgio Peri29 ni, Leonardo Pazzani e altri collaboratori. Questi gli atleti piazzatisi nelle posizioni d’eccellenza: primi assoluti Pietro Pelusi (Tre Valli Jesi) e Laura Giordano (Avis Macerata), primo atleta-donatore Roberto Orciani (Cral Angelini). Dettaglio per categorie: categoria A, 1° Gianluca Santoni (Bracaccini Osimo), 2° Yassine Zaouia, 3° Matteo Pericoli. Categoria B, 1° Paolo Sorichetti (Atletica Recanati), 2° Luca D’Andrea, 3° Manuele Torreggiani. Categoria C, 1° Luca Vandi (Montecchio 2000), 2° Francesco Angelucci, 3° Mario Ciani. Categoria D, 1° Valerio Principi (Sacen Corridonia), 2° Alessandro Perini, 3° Leonardo Di Iorio. Categoria E, 1° Antonino Ponzio (Tre Valli), 2° Leonardo Renzi, 3° Claudio Lazzari. Categoria F, 1° Vincenzo Bernabei (Monturanese), 2° Massimo Pucci, 3° Giovanni Baldassarri. Categoria G, 1° Domenico Giordano (Caffè Foschi Pesaro), 2° Bruno Maceratesi, 3° Nerino Romani. Categoria H, 1^ Simona Santini (Fondiaria Sai), 2^ Monica Seraghiti, 3^ Loredana Santoni. Raoul Mancinelli 7 aprile 2005 sport I lettori scrivono... Indirizzare a: “La voce misena” P.zza Garibaldi, 3 - 60019 Senigallia fax 071/7914132 - E-mail: [email protected] Ancora su Voce Misena Complimenti! Gentile redazione, ho in mano il numero di Pasqua del nostro settimanale diocesano: pieno di belle riflessioni, foto suggestive, indicazioni preziose per vivere al meglio la spiritualità pasquale. Complimenti. Nella vostra semplicità mi avete regalato un piccolo strumento di approfondimento che ha arricchito le mie giornate di festa. Grazie e buon lavoro. FM, Chiaravalle Due papi, Pio IX due giganti oggi possibile fare un confronto essenziale fra i due grandi Papi? Lo tentiamo, in forma di flash. 1. Storia. Tutti e due segnano gli avvenimenti del mondo. Pio IX è l’ultimo Papa-Re. Con lui finisce lo Stato Pontificio (20 settembre 1870). Giovanni Paolo II demolisce le più grandi e orrende dittature della storia. 2. Pace. Pio IX fugge a Gaeta per sottrarsi ai tentativi – possibili con ogni mezzo – di dichiarare guerra all’Austria. All’Osanna segue il Crucifige. Giovanni Paolo II si pone come barriera morale contro ogni forma di guerra, compresa la chiara opera diplomatica con Bush per scongiurare la guerra in Iraq. Giovani Pio IX approva e incoraggia la Gioventù Cattolica Italiana (2 maggio 1868). Giovanni Paolo II entusiasma i giovani con le Giornate Mondiali della Gioventù. Evangelizzazione: Pio IX approva Congregazioni, Istituti, So- a cura di G. Cionchi i lettori scrivono È cietà maschili (48) e femminili (139) per annunciare Cristo. Giovanni Paolo II prende lo stile del missionario “ambulante o mobile” con gli oltre 100 viaggi apostolici in ogni parte del mondo. Madonna: Pio IX proclama il dogma dell’Immacolata Concezione, l’8 dicembre del 1854. La Madonna si conferma tale nelle apparizioni di Lourdes. Giovanni Paolo II si affida a Lei con il suo famoso “Totus tuus, Maria” e con i suoi pellegrinaggi nei santuari del mondo, compreso il nostro Loreto, dove sorge una struttura tipica per i giovani. Mass-media. Pio IX fonda “L’Osservatore Romano” (1 luglio 1861), Giovanni Paolo II è il Papa che si è servito dei mass-media (radio, televisione, internet, stampa – anche con i suoi libri di cui l’ultimo: “Memoria e identità” è best seller da diverse settimane - ) per annunciare Cristo. 17 marzo 2005 La pagina dei vostri annunci DALL’8 AL14 APRILE 2005 • MUSICA Senigallia — Auditorium san Rocco (071.6629350), sabato 9 ore 21.15, per i “Concerti in auditorium 2005” si terrà un Concerto Jazz in collaborazione con l’Associazione culturale “La Fenice” di Senigallia. Suonerà il duo Francesco Cafiso (sassofono) e Riccardo Arrighini (pianoforte). Ancona — Teatro delle Muse (071. 52525), giovedì 14 ore 21, per la Stagione sinfonica 2005 suoneranno l’Orchestra filarmonica marchigiana diretta da Gustav Kuhn suonerà musiche di R. Strass e G. Mahler. • TEATRO E DANZA. Fano — Teatro della Fortuna (0721.8874412), sabato 9 ore 21.15 e domenica 10 ore 17, per “Fano Teatro 2004-2005” sarà rappresentata la commedia “Il medico dei pazzi” di Eduardo Scarpetta. Regia di Carlo Giuffrè. Pesaro — Teatro Rossini (0721. 32482), sabato 9 ore 21.15 e domenica 10 ore 17, la Compagnia “Arca Azzurra Teatro” presenta “Nero Cardinale” scritto e diretto da Ugo Chiti. • CINEMA Senigallia — Cinema Gabbiano (071.65375), mercoledì 13 ore 21.15, per la rassegna “Frammenti dalla Biennale 2005” sarà proiettato e discusso il film “Exils” di Tony Gatlif. • MOSTRE D’ARTE Senigallia — Palazzo del duca, fino al 25 aprile dalle 17 alle 20, mostra retrospettiva antologica del pittore senigalliese Vittorio Gatti dal titolo “Vittorio Gatti – opere 1967 - 1998”. • INCONTRI Senigallia — LA SCUOLA DI PACE A. S. 2004-2005 (anno decennale) (071.662935), per il Corso formativo “I giochi di potere nella relazione d’aiuto, verso una nuova libertà” sabato 9 (ore 9.30-12.30 – 15.30 – 19.30) e domenica 10 (ore 9.30 – 12.30) condurranno Mauro Scardovelli e Carolina Bozzo. Brugnetto — Circolo culturale “Oscar Franceschini”, ven. 8 ore 21, per il ciclo di incontri “Per saperne di più” i relatori Filippo La Rosa (CGIA) e Marzio Sorrentino (CNA) parleranno su “Quale futuro per l’artigianato nelle valli del Misa e del Nevola” Tullio Piersantelli 30 Volete far conoscere un avvenimento che riguarda la vostra realtà, la famiglia, gli amici, la comunità parrocchiale, le associazioni…? Consegnate gli annunci presso la redazione o la Curia. E possibilmente con un contributo a sostegno del giornale. Monterado La benedizione degli operai nelle fabbriche si sta introducendo come tradizione. L’accoglienza dalla parte dirigenziale permette di sospendere il lavoro per qualche minuto, recitare la preghiera, benedire e spiegare il significato degli auguri. Modalità particolari ha assunto presso la “Valli Zabban” dove – all’incontro e alla benedizione con gli operai nei singoli capannoni – è seguita “l’assemblea” nella sala riunioni con il saluto caldo e intenso del Direttore dr.Romagnoli (“la fabbrica è un bene di tutti, appartiene a tutti, esige la collaborazione di tutti)” con la breve lettura e commento, da parte del pievano don Giuseppe, di un brano della Gaudium et Spes: il cui testo è stato offerto ai presenti, in fotocopia, dalla creativa e impareggiabile segretaria Roberta; con il dono del libro Dio è ateo? (Shalom). Non poteva mancare il breck finale con la stretta di mano per gli auguri a tutto campo. Riportiamo il brano scelto da Roberta. “Oggi più che mai, per far fronte all’aumento della popolazione e per rispondere alle crescenti aspirazioni del genere umano, giustamente si tende ad incrementare la produzione di beni nell’agricoltura e nell’industria e la prestazione dei servizi. Arteterapia Curarsi attraverso l’arte non è sicuramente l’ultima trovata della psicologia contemporanea. L’Arteterapia è un tentativo, peraltro ben riuscito, di ridare vitalità a quei preziosi insegnamenti della maieutica che aveva contribuito alla fortuna del filosofo greco Socrate. Lo scopo dell’arteterapia, fin dal suo primo apparire (in Italia nell’immediato dopoguerra), non è mai stato quello di insegnare una certa forma d’arte quanto quello di aiutare la persona a tirare fuori da se stesso la propria interiorità, la maieutica appunto. Il corso, promosso dalla Cooperativa H Muta di Senigallia, con il contributo della Cassa di Risparmio di Jesi, iniziato nel mese di ottobre 2004 (mercoledì pomeriggio) si concluderà nel mese di giugno 2005. Prevede anche la partecipazione di alcuni alunni delle scuole secondarie di Senigallia, del Liceo “Perticari” in modo particolare, su progetto del Centro Servizi per il Volontariato ed Anffas, con l’assegnazione di crediti formativi riconosciuti per il loro curriculum scolastico. Si propone di accompagnare i partecipanti in un cammino di riconoscimento della propria intimità emozionale, proponendo la danza, la pittura e la scultura come mezzi per riuscire a raggiungere un maggiore equilibrio e benessere interiore. È rivolto in modo particolari a soggetti in situazione di handicap. Per informazioni: Roberto Mentuccia (coordinatore servizio educativo Cooperativa H Muta) tel.071-7927653 oppure 335.6951140. 31 Perciò sono da favorire il progresso tecnico, lo spirito di innovazione, la creazione di nuove imprese e il loro ampliamento, l’adattamento dei metodi dell’attività produttiva e dello sforzo sostenuto da tutti quelli che partecipano alla produzione, in una parola, di tutto ciò che possa contribuire a questo sviluppo. Ma il fine ultimo e fondamentale di tale sviluppo non consiste nel solo aumento dei prodotti, né nella sola ricerca del profitto o del predominio economico, bensì nel servizio dell’uomo: dell’uomo integralmente considerato, tenendo conto cioè della gerarchia dei suoi bisogni materiali e delle esigenze della sua vita intellettuale, morale, spirituale e religiosa: di ogni uomo, diciamo, e di ogni gruppo umano. Grazie ad una forte partecipazione organizzata sul lavoro, congiunta con una formazione economica e sociale crescente, andrà sempre più aumentando in tutti la coscienza della propria funzione e responsabilità: i lavoratori saranno così portati a sentirsi parte attiva, secondo le capacità e le attitudini di ciascuno, in tutta l’opera dello sviluppo economico e sociale e della realizzazione del bene comune universale… Pertanto l’attività economica deve essere condotta secondo le leggi e i metodi propri dell’economia, ma nell’ambi to dell’ordine morale, in modo che così risponda al disegno di Dio sull’uomo” (Gs, 64). Volti di donna “Volti di donna”: è il titolo della mostra di pittura che si inaugurata nella Sala Espositiva del Rettorato – piazza Roma – Ancona (ex Cagidemetrio), alla presenza del Presidente della Provincia, Enzo Giancarli, dell’Assessore Donatella Linguiti e della Presidente della Commissione Pari Opportunità (Cpo) della Provincia, Adriana Celestini. Si tratta di cinquanta opere realizzate nell’ambito del Premio “Volti di Donna”, organizzato dall’Assessorato Pari Opportunità in collaborazione con la Commissione P.O.La mostra resterà aperta al pubblico fino al 16 Aprile, mentre il vincitore , che scaturirà dalla valutazione di una commissione di esperti e dal giudizio dei visitatori, sarà premiato alle ore 18 del 15 Aprile. Benvenuto Matteo La comunità parrocchiale di Castelleone di Suasa annuncia con gioia la nascita del piccolo Matteo Bellucci, accolto con grande affetto dal babbo Umberto, la mamma Monica e dalle sorelle Elisa e Caterina. A tutta la famiglia i migliori auguri da tutta la parrocchia, amici e parenti. 7 aprile 2005 la pagina degli annunci