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La Voce Misena
Settimanale della Diocesi di Senigallia giovedì 7 aprile 2005 • € 1
n. 13
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di eternità
QUADRI IN ARGENTO - ICONE - IMMAGINI SACRE - CANDELE
a Senigallia
in Via Andrea Costa, 31 - 071.60597 Chiuso il lunedì mattina
L’AGENDA DEL VESCOVO
Domenica 10 aprile
ore 11,30 S.Messa in Duomo per i neo-battezzati
ore 17,30 Incontro Genitori e cresimandi a Morro
Lunedì 11 aprile
ore 9,00 Incontro Uffici Catechesi-Liturgia-Caritas
ore 18,00 S.Messa Urbino - Congresso Eucaristico
Martedì 12, Mercoledì 13, Giovedì 14 aprile
Convegno Europeo della “Migrantes” a Bellaria
Sabato 16 aprile
ore 10,00 Riunione Pastorale sociale a Loreto
ore 16,00 “Familyfest” a Loreto
ore 18,00 XX Anniversario dell’AVULSS a Chiaravalle
Domenica 17 aprile
ore 9,30 S.Cresima a Morro d’Alba
ore 11,00 S.Cresima a Belvedere Ostrense
Giovanissimi (14-19 anni) di A.C.
Domenica 17 aprile
Giornata di spiritualità
in Assisi
8:15 partenza dal Duomo
11:00 S.Damiano: un incontro che cambia la vita
12:00 visita guidata a San Damiano
13:30 pranzo al sacco
15:00 la gioia del Risorto: Confessioni
16:00 Santa Messa
19:30 arrivo a Senigallia
Costo 10 euro. Iscrizioni inviando SMS
o tel. a Cristina 339.7157013, entro il 14 aprile.
di eternità
S
e ne è andato un padre e il vuoto che lascia è
immenso. È la stessa tristezza di quando si
perde una persona cara. Si hanno in mente le
sue parole, i momenti vissuti insieme, il suono della
voce: tutto parla, i ricordi si fanno sentire. Si è
spento uno dei personaggi più significativi del ‘900,
una delle ultime autorità morali del mondo, che ha
avuto sempre il coraggio di dire come stavano le
cose e di mettere l’uomo al centro, nonostante tutto.
Un esempio forte di coerenza, di costanza, di vigore
instancabile, un papa che sarà ricordato per la speranza che ha saputo infondere.
Ha riempito per oltre un quarto di secolo le vicende storiche, contribuendo con le sue miti spallate alla demolizione di un assetto soffocante e insopportabile, e all’instaurazione di un ordine nuovo. Ha
riempito la vita della Chiesa, imprimendole una
spinta nuova alla missione, ridandole fiducia nel
guardare avanti proprio perché capace di interloquire con le generazioni del futuro.
Giovanni Paolo II ha guidato davvero la Chiesa
nel Terzo Millennio e grazie a lui e alla sua testimonianza tutti noi potremo camminare con passo più
sicuro in questi anni cruciali che ci attendono durante i quali più volte risuonerà nel nostro cuore l’esortazione: “Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo!”.
Siamo tutti cresciuti con lui, ci ha aiutato a realizzare i nostri sogni di libertà e di democrazia, ci ha
sostenuto quando un capitalismo senza regole ci
sfruttava e schiacciava, ci ha difeso quando la nostra dignità di persone non era riconosciuta; ci ha
spronato quando non avevamo rispetto della nostra
vita, ci ha annunciato Cristo quando eravamo nel
buio e non riuscivamo a vederlo, ci ha incoraggiato
a lottare per una pace giusta e duratura; ci ha testimoniato la speranza anche quando non l’avevamo
più, ci ha esortato a non avere paura di spalancare le
porte del cuore.
Per molti è stato il Papa della giovinezza, per altri
il Papa della maturità, per tutti è diventato con gli
anni “il Papa”, quasi il prototipo di una figura antica. E ha talmente saturato la nostra immaginazione
che oggi ci pare impossibile che dopo di lui possa
venire un altro, che invece lo Spirito sta già preparando e che fra qualche giorno ci farà conoscere.
Sabato 9 aprile
ore 21.00
Antonella Pianelli
si consacra a Cristo
secondo il rito dell’Ordo Virginum.
La nostra chiesa diocesana vivrà
un momento molto bello e significativo.
La S. Messa sarà celebrata dal vescovo insieme
a tutti i sacerdoti che vorranno essere presenti.
In preparazione
Venerdì 8 aprile - ore 21.00
Veglia di preghiera vocazionale
Cattedrale di Senigallia
A Castelleone di Suasa
Sabato 9 aprile ore 21.00
serata di solidarietà
Balletti delle bambine e
Musical dei ragazzi dell’Oratorio.
A Serra de’ Conti
Domenica 10 aprile
ore 16.30 - Sala Italia
INCONTRO SULLA LEGGE 40
La d.ssa Antonella Pragliola di Cesena, genetista, presenterà i risvolti morali e pratici della
legge sottoposta ai prossimi quattro referendum.
Direttore editoriale: Gesualdo Purziani
Piazza Garibaldi, 3 - 60019 Senigallia (An)
Redazione: Laura Mandolini, Tullio Piersantelli,
Rosaria Cenerelli, Giancarlo Mazzotti
Tel. 071/64578 - Fax 071/7914132
Poste italiane S.P.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L.
353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 N. 46) Art.1, comma 1, DCB Ancona. Taxe perçue - tassa riscossa ufficio P.T. di Senigallia. Autorizzazione del Tribunale di Ancona n. 137 del 12/11/1952.
e
maestro
IN CATTEDRALE
La Voce Misena
Settimanale della diocesi di Senigallia
EDITORIALE
ARTICOLI SACRI di Santina Boncompagni
Direttore responsabile: Giuseppe Cionchi
Realizzazione grafica e stampa: Tecnostampa Recanati
Tiratura: 3000 copie
GP
e-mail: [email protected] • sito: www.vocemisena.it
3
7 aprile 2005
editoriale
10 aprile 2005
3a domenica di Pasqua
Lo riconobbero
Prima lettura: At 2,14.22-33;
Salmo 15 Seconda lettura:
1Pt 1,17-21Vangelo: 24,13-35
L’episodio più significativo nel
vangelo di Luca, per quanto riguarda le apparizioni del risorto, è il
racconto dei discepoli di Emmaus.
Il brano si articola in due momenti:
il primo considera il cammino fisico e interiore che due discepoli
compiono per giungere alla fede
piena nel Cristo risorto. Essi passano dalla disperazione alla speranza,
dalla delusione a una nuova attesa,
dal buio alla luce, da un cuore indurito e sfiduciato a un cuore che incomincia ad ardere.
Nel secondo momento Gesù finalmente è riconosciuto dai due discepoli allo spezzare del pane, nell’intimità di un trovarsi insieme
conviviale, in una casa del villaggio
di Emmaus.
Il brano offre una profonda luce
sul mistero cristologico, per far
emergere la duplice componente
dell’azione salvifica compiuta da
Gesù: quella umiliante e fallimentare
della morte in croce e quella gloriosa e
trionfante della risurrezione. Due elementi inscindibili, poiché corrispondono al disegno voluto da Dio, secondo la
testimonianza della Scrittura, che, cioè,
il Salvatore doveva passare attraverso la
sconfitta della morte per ottenere la pienezza della vita. Questa è la strada unica della redenzione messianica. Ogni
altra prospettiva o aspettativa che si allontani da tale canovaccio, resta fuori
dal beneficio della salvezza, sebbene
possa apparire giusta agli occhi degli
uomini. L’esperienza dei due discepoli è
descritta tenendo conto delle circostanze concrete nelle quali essa accade.
Ciò sta a significare che le apparizioni sono esperienze percettibili e autentiche, fatte da persone in piena coscienza
di sé e responsabili. Anche se sono
esperienze del tutto singolari, in quanto
mettono i discepoli a contatto con un individuo che esiste in una realtà non più
terrena, con caratteristiche superiori e
gloriose, tuttavia non sono essi a creare
o inventare l’apparizione, ovvero queste
non sono frutto della loro suggestione,
ma sono il risultato di una presenza oggettiva e reale, quella del Cristo risorto.
Lo sguardo dei due discepoli, chiuso
nella tristezza di un ricordo doloroso
del passato e ripiegato verso un senso
umano di considerare gli eventi messia-
nici, non poteva avere la luce sufficiente per comprendere l’uomo nuovo, il
vincitore della morte che era lì, accanto
a essi e parlava con loro come un amico. Per vedere è necessaria la luce. Per
riconoscere Gesù vivo e presente occorre un’apertura di mente che consenta di
superare le restrizioni terrene. Questa
luce è la fede che germoglierà nell’animo dei due discepoli.
Il gesto dello spezzare il pane non
causa il riconoscimento di Gesù da parte dei discepoli, ma ne è l’occasione.
Essi, che avevano seguito Gesù sulle
strade della Palestina, avrebbero potuto
riconoscerlo da molti altri segni. Se i loro occhi si aprono proprio in quel momento, allo spezzare del pane, è perché
Gesù ha voluto così, egli ha deciso dove, quando, come manifestarsi.
Quel gesto è uno degli atti più semplici, anche banali, certamente comuni.
Eppure ogni volta che il vangelo ne parla, quell’atto provoca un grande risultato, una eccezionale trasformazione.
Nella moltiplicazione dei pani, alla
semplicità del gesto fa da contrasto l’inaudito risultato: tantissima folla viene
sfamata. All’ultima cena quel pane
spezzato da Gesù è il suo corpo dato, la
sua vita comunicata. Ora allo spezzare
del pane segue la trasformazione dei discepoli, la loro radicale conversione.
don Luciano Sole
L’assemblea domenicale
L
’assemblea eucaristica della domenica è il momento centrale
della vita religiosa per la comunità cristiana, perciò vale la pena di
concentrare l’attenzione e l’impegno
per renderla più significativa. E’ ancora diffusa la mentalità che la considera un dovere da adempiere, per cui il
clero moltiplica le celebrazioni per
rendere più agevole l’adempimento,
mentre i fedeli fanno il calcolo dell’orario in modo da non interferire nel
programma della vacanza. Talora la
frequenza è motivata dal ritorno del
sacro come esigenza di un ponto di riferimento rassicurante. Se rimane in
questi termini non esprime il senso
cristiano, né risponde alle più autentiche aspettative della coscienza moderna, perciò inevitabile il progressivo abbandono. Per riqualificare la celebrazione domenicale è necessario riprendere la dimensione comunitaria e
partecipativa. Se la cena eucaristica
della comunità primitiva nel corso dei
secoli si è formalizzata nel rito, oggi
bisogna tornare dalla ritualità a una
esperienza vissuta in cui ci si sente
coinvolti con i problemi e le aspettative dell’uomo di oggi.
parola di Dio
Con il vangelo di oggi Luca vuol
dire alla seconda generazione, che
non ha più la fortuna di incontrare direttamente Gesù risorto, e quindi anche a noi, che è possibile vivere ancora l’esperienza dell’incontro con lui
nell’assemblea domenicale, dove assieme si cammina dialogando sulla
parola di Dio e poi ci si siede alla
mensa eucaristica per spezzare il pane
e vivere un momento di condivisione.
È oggi una necessità irrinunciabile
che la parola di Dio venga trasmessa
non più nella forma autoritaria, ma
nella viva partecipazione del dialogo
comunitario, lo esige la coscienza
moderna e soprattutto la natura stessa
del vangelo, che non è un libro di storia, né di teologia, ma la trascrizione
della vita di una comunità di fede che
si confronta con la memoria di Gesù.
Il vangelo nasce dalla comunità e per
la comunità in cui vive l’evangelista,
perciò la sua forza pregnante la si può
capire solo quando lo si ripensa all’interno della vita di una comunità.
Lo spezzare il pane era un gesto
semplice e vicino a quanto ogni giorno si viveva. Non preoccupava la ritualità del gesto con tutte le sue impli7 aprile 2005
cazioni, ma l’espressione di una vita
costruita su nuovi valori. Paolo che
per primo parla dell’eucarestia (I Cr)
ha un’unica preoccupazione: nella cena eucaristica ognuno mangia quel
che si porta da casa, per cui mentre
qualcuno è sazio e ubriaco, altri hanno fame. Senza la condivisione “il vostro non è più un mangiare la cena del
Signore” (I Cr.11,20). Qualcosa di
analogo si trova nella lettera di Giacomo: se nell’assemblea a chi entra vestito splendidamente dite “tu siediti
qui comodamente”, mentre a chi porta
un vestito lacero dite “tu mettiti in
piedi lì”, voi pronunciate un giudizio
perverso che rovescia le prospettive di
Dio (Gc.2,1-9).
Può sembrare strano a noi che Giovanni nel racconto dell’ultima cena
parli soltanto della lavanda dei piedi
(Gv.13,1-20),ma era la grande novità:
l’autorità come servizio. Nell’assemblea deve dominare lo spirito della
fratellanza e della condivisione che
esprimono oggi l’anelito ideale di
quanti si sentono soffocati e amareggiati da una società basata sulla conflittualità e sull’egoismo.
don Vittorio Mencucci
4
L'America ci avverte di stare
attenti perché si potrebbe
dover pagare cara la pretesa
di oltrepassare tutti i confini
che il buon senso e il buon
gusto c'impongono.
Ogni estremismo chiama
estremismo, altrettanto
violento seppure di senso
contrario.
“in dubio pro reo” (nel dubbio a favore del colpevole, ndr.).
“A maggior ragione, il buon senso
prima che il buon cuore e, in ogni
caso, il doveroso ineludibile rispetto
della persona umana, dovrebbero
imporre: ‘in dubio pro vita’ ed evitare quello che in pratica e senza eufemismi rappresenterebbe un omicidio, cui è impossibile assistere inerti
senza diventarne complici”.
“La rimozione della sonda gastrica di alimentazione – secondo il teologo don Marco Doldi - in queste
condizioni può essere considerata
eutanasia diretta”. In questo caso,
“la sonda gastrica di alimentazione
non può ritenersi un ‘mezzo straordinario’ e neanche un mezzo tera-
Terri Schiavo
morte di un’innocente
U
na ingiusta condanna a morte
di un’innocente, in una delle
forme più disumane e crudeli,
quale quella per fame e per sete”.
Così il cardinale Renato Raffaele
Martino, presidente del Pontificio
Consiglio della Giustizia e della Pace, aveva definito “l’angosciosa, straziante agonia” di Terry Schiavo, che
“al di là delle possibili strumentalizzazioni politiche, impone un sussulto
di umanità che impedisca l’ormai imminente consumarsi della tragedia”.
La quarantunenne donna americana, che da quindici anni viveva in
‘stato vegetativo’, a cui è stato negato di ripristinare l’alimentazione, è
morta il 31 marzo. In una dichiarazione, resa a Radio Vaticana, il porporato aveva spiegato: “La prolungata interruzione degli alimenti, nel
suo stato impropriamente definito
‘vegetativo’, giacché la donna è sì
incapace di comunicare, ma probabilmente – come sostengono alcuni
massimi esperti del settore –soffre
della sua condizione, va configurandosi come una ingiusta condanna a
morte di un’innocente, in una delle
forme più disumane e crudeli, quale
quella per fame e per sete”.
A proposito di tale “condanna, con
tanto di tribunali implicati”, il presidente del dicastero pontificio cita
una massima di “antica saggezza”,
5
peutico. Essa è parte integrante della
modalità in cui la signora Terri
Schiavo può essere alimentata e
idratata. Impedire a qualcuno l’accesso al cibo e all’acqua è un modo
spietato di uccidere”.
Valgono allora le parole di Pio XII
del 29 ottobre 1951: “Non vi è nessun uomo, nessuna autorità umana,
nessuna scienza, nessuna ‘indicazione’ medica, eugenica, sociale, economica, morale, che possa esibire o dare un valido titolo giuridico, per una
diretta deliberata disposizione sopra
una vita umana innocente, vale a dire
una disposizione che miri alla sua distruzione, sia come a scopo, sia come
a mezzo per un altro scopo”.
Nella foto: il padre
e la sorella di Terri Schiavo
7 aprile 2005
L'orologio
del destino
C
'è un tempo diverso da quello
astronomico, che non scorre lento e inesorabile. Un tempo impercettibile all'ascolto, silenzioso, ma
fluente e possente. Un tempo che ci attraversa dentro nell'attimo più impensato, nel momento sconosciuto, e disegna
un uomo nuovo, un nuovo percorso di
vita. È il tempo del destino. Il frangente
nel quale si compie l'alchimia del passaggio da uno stato all'altro, da una condizione all'altra. E' il momento in cui il
seme si appresta a generare la vita; uno
sguardo l'amore; un atto a dare gioia o
dolore; una parola a segnare un percorso; un respiro a prevenire il primo vagito o l'ultimo sguardo.
È un tempo non misurabile, ma valutabile. Perché i corsi che si compiono
entro il tempo del destino non sono calcolabili, giacché differenti uno dall'altro, come diverse sono le linee della vita, anch'esse incalcolabili, ma solo valutabili. Ha detto Ernst Jünger: “E' la vita
l'orologio del destino e la sua lancetta è
mossa dalla forza vivente". Sì, perché il
tempo del destino noi lo aiutiamo a
compiersi o lo subiamo, ma sempre nella vita. E sempre con la vita ci poniamo
al suo confronto e a lui rispondiamo.
Con il pensiero. Con l'azione. Con la
forza della volontà. Con la ragione. Con
l'amore. Con la fede. L'uomo è più vero
e incarna in pieno la sua ragione d'essere, quando pone attenzione al tempo del
destino. Quando si accorge della sua
esistenza. Quando la sa valutare. Quando sa accettare ciò che esso offre.
Anche se brutto. Anche se ingiusto.
Anche se crudele. Così agisce con saggezza e responsabilità. Per vivere il proprio tempo pienamente.
Invece si smarrisce quando lo disconosce. Perché allontanandosi da esso,
fugge dal significato che racchiude. Si
perde il brivido che genera l'essere al
cospetto del mistero.
Di quella sconosciuta essenza che go
verna i nostri percorsi, attraverso il mutamento, la stabilità, la consunzione.
Quell'alito lieve che penetra il tempo e
fissa il tempo che solo avrà valore e
senso. E più ancora, non coglie la forza
e la potenza insite nel tempo del destino, che albergano nella mano che l'aiuta
a generarsi. Un agire oltreumano che
così si svela, e offre la possibilità di carpirne la dimensione e l'essenza. E che
indica il luogo, dove risiede la verità.
Romolo Paradiso
sguardo sul mondo
gli avvenimenti dal 27 marzo al 3 aprile
A
ncora arresti di religiosi cattolici in Cina. L’ultimo riguarda il sacerdote Tommaso Zhao Kexiun, della diocesi di
Xuanhua nella provincia di Hebei
(Cina Continentale), fermato dalla
polizia mercoledì scorso mentre
tornava da un funerale. Non si sa
dove egli ora si trovi, nè tantomento il motivo del fermo. Ne ha dato
notizia il portavoce della Santa Sede, Joaquin Navarro-Valls, riferendo inoltre che in precedenza, la domenica delle Palme, le forze di sicurezza nazionale hanno portato
via monsignor Giacomo Lin Xili,
86 anni, vescovo di Wenzhou, nella
provincia di Zhejiang. Anche in
questo caso non si conoscono i motivi dell’arresto. Nella stessa diocesi il 22 marzo era stato fermato, e
da allora è detenuto, Gao Xinyou,
collaboratore nella pastorale dei
laici nella zona di Longgang.
La scoperta pubblicata su “Science” da un gruppo di psicologi, neurobiologi ed economisti di Houston
(Texas) e di Pasadena (California)
invita tutti coloro che attribuiscono
un valore alle radici biologiche della
natura umana ad aprire un po’ il
cuore e a sperare con più fondatezza
in un domani migliore. Detto in modo molto semplice, questi ricercatori
hanno registrato nel cervello umano
un segnale che rivela sensazioni piacevoli quando una persona decide di
essere generosa con un’altra, in particolare quando, in situazioni di incertezza, decide liberamente di dar
fiducia al prossimo.
“Il maestro Riccardo Muti ha comunicato al presidente del Consiglio
di amministrazione della Fondazione Teatro alla Scala, dottor Gabriele Albertini, ai componenti del Consiglio e al Sovrintendente, le proprie
dimissioni da direttore musicale, incarico che ricopriva dal 1986”, dice
il testo del comunicato di Muti. “È
una scelta obbligata malgrado le attestazioni di stima espresse nei miei
confronti dal Consiglio di amministrazione, l’ostilità manifestata in
modo così plateale da persone con
le quali ho lavorato per quasi
vent’anni rende davvero impossibile
proseguire un rapporto di collaborazione che dovrebbe essere fondato
sull’armonia e sulla fiducia. Fare
musica insieme non è soltanto un lasguardo sul mondo
Appena una settimana fa
voro di gruppo; richiede, nella condivisione, stima, passione e intesa;
sentimenti che ho creduto essere la
costante di questi venti anni di lavoro al Teatro alla Scala”. “Sono molto triste e amareggiato per le dimissioni del maestro Muti”, ha commentato il sovrintendente Mauro
Meli. “L’eccellenza del suo valore
artistico è riconosciuta in tutto il
mondo e il Teatro alla Scala, privato
della sua direzione musicale, subisce una gravissima perdita”.
Dopo giorni di dibattiti e scontri
alle Nazioni Unite è arrivata una
svolta importante sul futuro del
Darfur, la regione occidentale del
Sudan martoriata dalla guerra civile.
Il Consiglio di sicurezza ha infatti
approvato con 11 voti a favore e 4
astensioni una risoluzione che prevede il deferimento alla Corte Penale Internazionale (Cpi) dell’Aja dei
responsabili dei crimini di guerra
nella regione. Un provvedimento
fortemente voluto da Francia e Gran
Bretagna, ma per la cui approvazione è stato necessario il via libera degli Stati Uniti, che non hanno esercitato il loro diritto di veto, astenendosi insieme a Cina, Algeria e Brasile. Fino all’ultimo le incognite sull’esito della votazione sono state numerose. Washington infatti non aveva mai nascosto la sua contrarietà
ad una legittimazione così forte della Corte dell'Aja, proponendo che
per i responsabili dei crimini del
Darfur - dove si contano già più di
180mila vittime e oltre un milione
di sfollati - fosse istituito un tribunale africano ad hoc. Il timore degli
Usa risiedeva soprattutto nella possibilità che la Cpi venisse chiamata
a giudicare anche i militari americani impegnati in missioni all’estero.
Stekka
L’opinione
di don Giuseppe Cionchi
È quasi impossibile fare una rassegna stampa dei quotidiani, usciti domenica 3
aprile 2005, con l’annuncio della morte del Papa. Senza tante virgolette citiamo i
titoli a tutta pagina. Il numero fra parentesi indica le pagine dedicate all’evento.“Il
Papa che ha cambiato il mondo. L’agonia è finita alle 21.37. L’ultima frase del
Pontefice: “Grazie, giovani”. Ciampi in tv: abbiamo perso un padre. In Italia 3
giorni di lutto nazionale”. (Corriere della sera; 15 pagine).“Alle 21.37 è morto
Giovanni Paolo II. Le sue ultime parole per i giovani. Così Wojtyla raccontava la
sua storia. La confessione del Pontefice: “Forse devo rimproverarmi di non aver
comandato abbastanza”. (il Giornale; 17 pagine). “Giovanni Paolo II si è spento
ieri sera alle 21,37. Il Papa di tutti. Oltre 100 mila fedeli raccolti a Piazza San Pietro. Ciampi: “Il paese in lutto”. Continuerà sempre a vivere nei nostri cuori. Karol
Wojtyla ai giovani in preghiera: “Grazie di essere qui”. (il Messaggero; 24 pagine).“E così è volato via. Giovanni Paolo II: il suo cuore ha ceduto alle 21,37. Aveva 84 anni, ha governato la Chiesa cattolica per quasi 27 anni. Tutto il mondo lo
piange”. (Libero; 19 pagine). “Cari amici siete venuti qui per affermare che non
accetterete di essere strumento di violenza e distruzione; che difenderete la pace,
pagando, se necessario, di persona. Voi non vi rassegnerete a un mondo nel quale
altri uomini muoiono di fame, restano analfabeti o non trovano lavoro”. Giovanni
Paolo II ai giovani di Tor Vergata, 20 agosto 2000. Il Papa riposa nella pace. Alle
21,37 del 2 aprile 2005 Karol Wojtyla è morto. Il pontificato di Giovanni Paolo II
è durato 27 anni. Il mondo lo piange”. (l’Unità, 12 pagine). “La luce di Karol. Ore
21,37: Il Papa muore. Giovanni Paolo II: Wadowice (Polonia) 18 maggio 1920 –
Città del Vaticano 2 aprile 2005. (il Resto del Carlino, 15 pagine). “Addio al Papa
dal Grande Cuore. La morte è avvenuta alle 21,37. Mercoledì i funerali. L’ultimo
pensiero ai giovani: siete venuti a me e vi ringrazio. Ciampi: piango con gli italiani. Tre giorni di lutto nazionale”. (Il Sole-24 ore, 8 pagine). “Il Santo Padre è deceduto alle 21,37 nel suo appartamento privato. Addio Wojtyla. Il mondo piange il
Papa. Si è spento dicendo “Amen”. (la Repubblica, 27 pagine). “L’ultimo viaggio
di Papa Wojtyla. Tre giorni di lutto nazionale. (Corriere Adriatico, 12 pagine, ma
con un supplemento straordinario). Il supplemento straordinario comprende 20 pagine. Ogni pagina ha un titolone. Per noi, è il miglior servizio della stampa italiana; a parte l’Osservatore Romano e Avvenire.
K
7 aprile 2005
6
S
arebbero oltre duemila i morti
causati dal fortissimo sisma di
8,5-8,7 gradi Richter verificatosi il 28 marzo in Indonesia. Per
qualche ora si è temuto il ripetersi
della tragedia dello tsunami del 26
dicembre 2004. Ma il bilancio è destinato ad aggravarsi pesantemente
e molti sono anche i feriti, tra i quali
p. Barnabas Winkler, il missionario
italiano amministratore apostolico
delle diocesi di Sibolga e Nias. Sul
posto, sono arrivati gli aiuti umanitari inviati dalla Caritas internazio-
di Sibolga, Paolo Beccegato ha avuto
notizia che padre Barnabas Winkler,
l’amministratore apostolico della
diocesi di Sibolga e Nias rimasto ferito durante la scossa del terremoto, è
riuscito ad arrivare finalmente in elicottero da Nias a Medan, dove c’è un
grosso centro dotato di attrezzature
sanitarie di alto livello. Illeso e impegnato nei soccorsi è il suo confratello
Anselm Vettori.
Mentre si tenta ancora un primo,
faticoso bilancio, a tre mesi dal maremoto che ha devastato l’Oceano
Terremoto nell’Oceano Indiano
Di nuovo
emergenza
nale. La Cei ha stanziato un milione
di euro affidando alla Caritas italiana la raccolta fondi.
Sono arrivati via nave a Nias gli
aiuti umanitari che la Caritas di Sibolga è riuscita ad inviare, grazie alla collaborazione del network internazionale delle Caritas. Ne ha dato
notizia Paolo Beccegato, responsabile estero della Caritas italiana per
Thailandia e Maldive, aggiungendo
che il piano di aiuto complessivo
messo in atto da Caritas Internationalis è di 15 milioni di euro e che la
Caritas italiana partecipa “per il momento” e in “modo consistente” con
un milione di euro. “Ci è giunta la
richiesta pressante del nunzio – ha
aggiunto Beccegato - di essere presenti anche con operatori nostri per
organizzare queste operazioni. Per
ora però già alcune di queste attività
stanno andando in porto, c'è quindi
tutta l'attivazione della rete Caritas
nel modo più forte possibile. Nias era
una delle isole con una presenza storicamente consolidata sia della Chiesa sia della Caritas”. Beccegato si è
messo in contatto con la Caritas di
Sibolga. “Ci hanno confermato – ha
raccontato – la stima secondo la quale il 70% dell’isola è distrutta. Ci troviamo quindi di fronte a quei quadri
desolanti che si hanno con terremoti
di magnitudo così alta. Davvero una
devastazione”. Sempre dalla Caritas
7
Indiano, la violentissima scossa di
terremoto, a 200 miglia dall’ isola indonesiana di Sumatra, ha provocato
una nuova scia di morte, distruzione
e panico. Intere aree di Indonesia, India e Sri Lanka stanno rivivendo l’incubo del terremoto e dello tsunami.
“Dalla Pasqua appena celebrata
dobbiamo attingere la forza per non
scoraggiarci e continuare a spezzare
il pane, cioè vivere l'amore, la solidarietà, la condivisione, a partire dal
nostro quotidiano”: così si è espresso mons. Vittorio Nozza, direttore
della Caritas Italiana appena rientrato proprio dalle zone del maremoto,
rinnovando la vicinanza nella preghiera e nel sostegno concreto alle
popolazioni colpite.
“È vero – ha aggiunto Nozza –
che prima di quest’ulteriore tragedia
stava già calando il silenzio su una
situazione ancora molto drammatica, ma a maggior ragione ora ci deve essere molta più attenzione e costanza per stare nei tempi mediolunghi dei progetti. È necessario
mantenere alta la sensibilità”.
Caritas Italiana ha già in atto interventi per oltre 4 milioni di euro,
in collegamento con le realtà locali,
nel quadro di interventi pluriennali
avviati dalla rete internazionale Caritas per oltre 200 milioni di euro.
a cura di Maria Chiara Biagioni
7 aprile 2005
Educati…
per sport
L
a questione del turpiloquio
che, purtroppo, inquina anche
qualche gara del Centro Sportivo Italiano merita una riflessione
più approfondita rispetto alla scontata e giusta esacrazione.
Girando l’Italia, dove ogni anno il
Csi organizza 8000 tornei e oltre
300.000 gare, mi capita ogni tanto
di imbattermi in situazioni assai delicate, con sacerdoti che si lamentano di questo malcostume chiedendo
l’immediato allontanamento dei ragazzi colpevoli, in quanto di cattivo
esempio per gli altri. Può davvero
essere così? Si può davvero pretendere che un ragazzo, appena varca i
cancelli di una nostra società sportiva, anche se parrocchiale, si trasformi d’incanto in un chierichetto?
Il turpiloquio impera nelle famiglie, nelle scuole, nelle televisioni.
La bestemmia, ahimè, è un intercalare che fa capolino nei linguaggi
giovanili. Ma è proprio perché ci sono i “maleducati” che il Csi propone
lo sport educativo. Se i ragazzi
d’oggi fossero tutti “beneducati”
non ci sarebbe più tanto bisogno di
noi. Ora educare è un mestiere difficile, anzi per il cristiano è missione
che non può escludere alcuno, tanto
meno i “peccatori”.Accoglienza,
dialogo e tanta pazienza costituiscono i ferri del mestiere. Spetta agli
operatori e in campo agli arbitri e
agli allenatori, far capire ai ragazzi
quando sbagliano. Spetta a loro mettere i ragazzi nelle condizioni ideali
affinché, nel fare sport, si “sentano
bene”. Quando un ragazzo gioca, si
diverte, si sente accolto, difficilmente sentirà il bisogno di imprecare.
Sono perciò d’accordo con il sanzionare, anche severamente, il turpiloquio, ma non ha senso pensare di risolvere il problema semplicemente
liberandosi dei “maleducati”.
Edio Costantini
Presidente Nazionale CSI
esperienze di chiesa
isna,
Dalla M stampa
ia
l’agenz ssionari
dei mi
La difficile
pace
Bande violente
I presidenti dei Paesi del Centroamerica si sono riuniti a Tegucigalpa per
tracciare un bilancio della lotta alle
‘maras’ o ‘pandillas’, bande criminali
giovanili diffuse in tutta la regione,
rafforzata lo scorso anno da normative
molto severe adottate dai singoli Parlamenti nazionali. Partecipano al vertice i presidenti salvadoregno Elias Antonio Saca, onduregno Ricardo Maduro, guatemalteco Oscar Berger, costaricano Abel Pacheco e nicaraguense
Enrique Bolaños, oltre a rappresentanti dei governi di Stati Uniti e Messico.
i
In Centroamerica, regione che conta
34 milioni di abitanti, il 70% dei quali
vive in condizioni di povertà ed emarginazione, le ‘maras’ hanno preso piede soprattutto negli ultimi anni. Attualmente si stima che siano tra i
400.000 e i 500.000 i giovani coinvolti
in questi gruppi che i governi combattono soprattutto dal punto di vista della sicurezza pubblica con politiche di
“repressione e punizione che comportano anche abusi e maltrattamenti”,
come ha denunciato a più riprese la
Commissione interamericana dei dirit-
No - Pasqua
l punto
di p. Alberto Teloni
Non voglio dare a colpa ai giornalisti sia di radio e televisioni che di giornali: essi si limitano, o dovrebbero limitarsi, a riferire la realtà di cose e costumi ed al
massimo possono commentarli; anche se, di fatto, spesso con la loro cernita di
notizie ed enfasi di commento finiscono per influenzare pensieri e comportamenti. Io voglio comunque negare la verità della Pasqua da loro presentata. Dopo un servizio sul Papa malato affacciato sofferente alla finestra del suo studio,
un pezzo “di colore” che tanto faceva tendenza, e dopo le notizie sul principe
Ranieri III con il filmato più volte ripetuto della famiglia reale monegasca che
dal balcone del palazzo guardava la processione del Cristo morto, tutto il resto
era, nei telegiornali e giornali radio dedicato a gite, vacanze al piovoso mare o
sulla neve, alle file presso gli ingressi delle città d’arte (in Italia, a parte l’ex Littoria oggi Latina e Sabaudia, c’è una città che non sia d’arte?), a tradizioni gastronomiche e a gite “fuori porta” (quale porta? nella nostra pur non metropolitana Senigallia, oltre porta Lambertina o porta Garibaldi, ci sono ancora chilometri
di città, figurati a Roma, Milano e simili). Un amico di Ancona mi ha poi segnalato una invasione di programmi gastronomici, come di vivesse solo per mangiare e la Pasqua fosse solo pizza al formaggio, abbacchio e uova di cioccolata. Tutta quella gente vacanziera, al mare, in montagna, a Firenze, Venezia e Dio solo
sa dove, sapeva perché aveva a disposizione un così lungo ponte senza ufficio,
fabbrica, scuola ecc. ecc.? A parte i settantamila commossi di piazza S. Pietro,
che loro la Messa, celebrata lontanissima dal cardinale Sodano, l’avevano almeno ascoltata, tutti i milioni di vacanzieri si sono ricordati del Cristo morto e risorto? E quegli operatori gastronomici e turistici che sempre si lamentano lo hanno
fatto un esame di coscienza sul settimo comandamento (per i distratti: non rubare)? Un amico mi ha raccontato “menu” e prezzi di un modesto ristorante delle
nostre parti: una umile tagliatella al ragù, un misto alla brace quasi tutto maiale
ed un’ombra d’agnello, verdura cotta, pane, vino e acqua minerale, quasi quaranta euro a testa. Dimenticavo, avevano detto “Buona Pasqua!”, e questo non si
quantifica facilmente in euro. Dio ci perdoni tutti.
Qui alle Grazie, però, ho visto un’altra Pasqua, di cui i mass media non si sono
interessati, e come me l’ hanno vista tanti parroci d’Italia e del mondo. Confessionali affollati di penitenti sinceri. Via Crucis partecipata con intensa commozione senza lasciare spazio allo spettacolo. Liturgie accuratamente preparate da
sacerdoti e laici assieme ed assieme vissute. Carità generosa verso i bisognosi.
Ci siamo anche detti “Buona Pasqua”, e lo era.
sguardo sul mondo
7 aprile 2005
ti umani (Cidh). Secondo il relatore
speciale dell’Onu per i diritti umani
Paulo Sérgio Pinheiro, che alla fine
dello scorso anno ha effettuato una
missione in Guatemala, El Salvador e
Honduras “si tratta per lo più di minori poveri che non hanno accesso all’istruzione, all’alimentazione, all'assistenza sanitaria, al lavoro, e che di
fronte a un simile scenario scelgono di
unirsi alle ‘maras’ in cerca di protezione, sostegno e rispetto. Nelle ‘maras’
tentano di sopravvivere uniti, con
l’impegno di difendersi reciprocamente, dedicandosi spesso al furto, alle rapine a mano armata, agli omicidi”.
Haiti violenta
Centinaia di poliziotti e ‘caschi blu’
della Missione delle Nazioni Unite ad
Haiti hanno lanciato una massiccia
operazione di disarmo delle bande criminali attive a Cité Soleil, baraccopoli che circonda la capitale Port-auPrince: fonti di stampa internazionali
riportano che i soldati dell’Onu, a
bordo di veicoli blindati, stanno setacciando le strade nel tentativo di raggiungere il centro del quartiere, dove
sarebbero asserragliati gruppi armati
che continuano ad alimentare l’insicurezza, opponendosi al governo ‘ad interim’. L’operazione, che secondo la
Croce Rossa haitiana avrebbe già registrato qualche ferito, si inserisce in
un contesto di violenze che da settembre hanno portato alla morte di almeno un centinaio di persone, inclusi
due ‘caschi blu’.
Cultura in Bolivia
La capitale costituzionale e sede del
potere giudiziario boliviano, Sucre (la
capitale amministrativa è La Paz), è
stata nominata dall’Unione delle città
capitali iberoamericane e dal municipio
di Madrid ‘Capitale iberoamericana
della cultura’, titolo del quale potrà fregiarsi per un anno a partire dal 24 maggio, giorno dell’investitura secondo una
comunicazione del sindaco, Aidée Nava. Abitata da circa 150.000 persone e
situata nel sud-est della Bolivia, Sucre
nel 1991 è stata proclamata dall’Unesco (ente dell'Onu per l’istruzione, la
scienza e la cultura) Patrimonio culturale dell’umanità; ambisce anche ad essere la sede dell’Assemblea costituente.
Fondata il 29 settembre 1538 con il nome di La Plata, prima di assumere l’attuale denominazione la città fu chiamata anche Charcas e Chuquisaca; per
questa ragione è anche detta dai boliviani “la città dei quattro nomi”.
8
Domenica 10 aprile
Giornata per la
Università cattolica
Ogni vita
insegna
e impegna
“Ci interessa l’uomo, la sua terra e l’ambiente, il suo
corpo e la sua mente, la lingua e le parole, le regole e i
valori, l’economia e la politica. Ci interessa la vita. Per
questo siamo impegnati nella ricerca genetica, cellulare
e clinica. Per dare autentica speranza a chi soffre, nel
rispetto di ogni vita, fin dal concepimento”. Il rettore,
Lorenzo Ornaghi , presenta così l’81a Giornata per
l’Università Cattolica, in programma domenica 10 aprile in tutte le parrocchie d’Italia sul tema “Ogni vita ci
insegna. Ogni vita ci impegna”. “Corrispondere pienamente” alla “costruzione” del “ nuovo umanesimo” auspicato dal Papa, attraverso una “cooperazione” proficua tra “scienza e fede, tecnica e cultura”: questa, prosegue Ornaghi, la “missione” dell’ateneo, che grazie al
“prezioso sostegno” dei credenti intende dare uno “specifico, coerente e insostituibile contributo a una fase della vita del Paese, da cui dipenderanno i principi e i valori fondamentali della convivenza civile nei prossimi decenni”. Al centro della Giornata il “sostegno” dei cattolici italiani alla ricerca biomedica dell’Università Cattolica. Ne abbiamo parlato con Roberto Colombo , direttore del Laboratorio di biologia molecolare dell’ateneo,
e con mons. Gianni Ambrosio , assistente ecclesiastico
generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.
9
Professor Colombo, è possibile fare ricerca “dalla
parte della vita”?
Esiste una solidarietà profonda che deve muovere il
ricercatore, il medico, il paziente: una grande solidarietà che – sulla base della comune umanità - unisce
chi indaga e chi è indagato, chi cura e chi viene curato. Se la posta in gioco è la vita umana, c’è poi uno
stretto legame tra libertà e responsabilità: quando il ricercatore chiede libertà, è perché vuole poter indagare
sulla vita umana per conoscerla meglio e poterla curare. Questa libertà, tuttavia, ha come corrispettivo una
responsabilità profonda a diversi livelli: il livello fondamentale del rispetto per la vita umana, che implica
la capacità di non danneggiare l’uomo e di consentire
lo sviluppo della persona e la crescita della vita, favorendo le potenzialità e le capacità di cui l’essere umano è portatore. Ma c’è un livello di responsabilità che
va ben oltre il rispetto, e che comporta la promozione
della vita umana attraverso la capacità di farsi carico
dei suoi bisogni, della domanda complessiva di salute,
che non si esaurisce nella ‘domanda di cura’, in quanto è domanda di salvezza.
Esiste un pregiudizio “laico” in base al quale il concetto di “limite” sarebbe contrario alla ricerca e al
progresso scientifico e tecnologico…
È vero il contrario: i limiti imposti alla ricerca dalla
costitutiva ‘non onnipotenza’ dell’uomo nei confronti
della vita non sono ostacoli alla ricerca scientifica, ma
rappresentano una grande provocazione all’intelligenza umana affinché scopra nuove strade per raggiungere gli stessi obiettivi. La sfida da raccogliere è infatti
quella di trovare strade che rispettino la vita, la salute
e la promozione dell’uomo e nello stesso tempo siano
capaci di raggiungere traguardi altissimi sotto il profilo della ricerca, dal punto di vista della conoscenza dei
fenomeni, della diagnosi e della cura. Tutto ciò, per arrivare ad individuare nuovi percorsi eticamente corretti e scientificamente di elevata professionalità. La ricerca sulle cellule staminali adulte, ad esempio, ha
prodotto e sta producendo ottimi risultati proprio perché ci si è creduto e si è investito in essa: i ricercatori
hanno fatto una scelta scientifica e morale, mostrando
così che l’accettazione del limite non porta ad una ricerca meno efficace, ma sorprendentemente valida.
Mons. Ambrosio, come formare i giovani alla “cultura della vita”?
Da un lato educandoli ad una ‘apertura verso l’umano’ in tutti i suoi aspetti - la vita come storia, il senso
della ricerca scientifica, il gusto della bellezza – dall’altro favorendo in loro l’attenzione alla vita umana
come ‘mistero’. Non siamo noi i padroni della vita,
siamo stati chiamati ad essa: c’è una vocazione da rispettare, grazie alla quale ciascuno di noi è sollecitato
ad essere ‘custode’ della propria vita e di quella dei
suoi fratelli, oltre che del creato in cui siamo immersi.
In questo, la testimonianza del Papa è esemplare quando ripete che la sfida della vita è la questione cruciale
del nostro tempo, da difendere testimoniando una “visione unitaria’ della vita, dal concepimento fino al suo
termine naturale.
a cura di M.Michela Nicolais
7 aprile 2005
sguardo sul mondo
Il vescovo di Ancona, mons. Menichelli e il dott. Marchionni
hanno parlato a Corinaldo di fecondazione assistita.
Un problema cattolico?
L
e tematiche connesse alla fecondazione assistita
sono balzate all’attenzione dei media da circa un anno in occasione della approvazione dal Parlamento della legge 40/2004, la prima che legifera in una materia che sembra
improvvisamente coinvolgere
tutta la nazione.
In realtà la parte che più si è
presa carico del dibattito scaturito dal Parlamento è stata
quella dei cattolici ed in particolare della gerarchia ecclesiastica preoccupata delle conseguenze della suddetta legge.
Ma a sollevare gli scudi e le
coscienze dei cattolici non è
solo quella che potrebbe sembrare una difesa ad oltranza
della vita in tutte le sue forme.
In realtà al di sotto di questa
superficie scoperta si agitano
tutta una serie di quesiti essenziali per chiunque cattolico o
laico abbia interesse alla propria ed altrui esistenza. E non
sono certamente gli epiteti oscurantista, medioevale - con
cui il cosiddetto schieramento
laicista, culturale o politico che
sia, addita la Chiesa a risolvere
il problema.
In effetti le tematiche in gioco sembrano essere essenziali
per il futuro stesso dell’umanità e di certo non solo per
quello dei soli cristiani. Primo
esperienze di chiesa
fra tutti quello se sia possibile
porre un limite alla applicazione pratica dei risultati della ricerca scientifica in qualunque
campo essa avvenga.
Quindi se sia lecito proseguire sulla strada della crescente
intrusione nei geni del nascituro sino a non essere più tutti
uguali nei diritti dalla nascita,
venendo meno a quel principio
di uguaglianza che contraddistingue ognuno di noi dal suo
concepimento.
Come sembra di arguire queste tematiche sono di grande
rilievo se viste nella loro globalità, ma anche scendendo
nello specifico delle tecniche
di fecondazione assistita la discussione assume un carattere
di grande respiro dovendo discutere di diritto alla vita, dignità dell’embrione, diritti della donna ecc.
Seguendo queste considerazioni il 17 marzo u.s. a Corinaldo nella Sala Polivalente
della Parrocchia sono intervenuti il dott. Paolo Marchionni
e S.E. Mons. Edoardo Menichelli, entrambe grandi esperti
in materia.
Il dott. Marchionni grande
conoscitore di bioetica ha messo a punto la parte scientifica
del problema, partendo dal
concepimento sino alle tecniche di fecondazione artificiale.
Mons. Menichelli Arcivescovo
di Ancona, ha invece puntualizzato l’attenzione alla vita
della Chiesa in tutte le sue forme, sempre e comunque.
Il tutto si è svolto in una cornice di pubblico estremamente
coinvolto ed interessato senza
che si volesse affrontare il problema da un punto di vista politico o tantomeno partitico, ma solamente un incontro di cristiani
che hanno trattato da cristiani un
problema che non è certamente
di loro esclusivo interesse.
Gabriele Pagliariccio
7 aprile 2005
A Loreto, al Palacongressi il 16 aprile
prossimo dalle ore 10 alle 18 l’edizione
per le Marche di “Just Family: l’amore
costruisce la pace”, la manifestazione
promossa da “Famiglie Nuove”.
Family
fest
I
n un mondo frammentato e conflittuale,
percorso dalla paura del futuro, la famiglia, cellula base della società, viene
colpita da una grave crisi; ma è pur vero
che in molti punti del mondo sono proprio
le famiglie che danno vita ad una corrente
di rinnovamento della società.
L’evento marchigiano è stato preceduto
da otto incontri, realizzati in varie città della Regione, volti ad approfondire aspetti e
problematiche che interessano e coinvolgono da vicino la famiglia (uso dei media,
educazione, famiglia tra mercato e gratuità,
ecc.), con l’obiettivo di diffondere la cultura di un mondo più unito e di promuovere la costruzione della pace e fraternità universale anche attraverso le famiglie.
Il Familyfest non riguarderà solo Loreto,
ma si celebrerà in contemporanea in 120
città in vari punti della terra; sarà un unico
evento mondiale, grazie ai collegamenti
televisivi con il Family Fest di Roma, che
si svolgerà in piazza del Campidoglio, dalle 15,00 alle 16,30, co-prodotto e trasmesso in diretta da Rai Uno e Rai International, con collegamenti interattivi con i Familyfest in corso a Manila, San Paolo,
Bruxelles, Toronto e altre città. Da Tokyo
si aprirà una finestra sul mondo buddista,
da Teheran sull’Islam. Sarà rilanciato da
altre emittenti nazionali dei 5 continenti.
Sarà con fatti di vita, dalle più diverse
culture e dalle situazioni più problematiche, che il Familyfest cercherà di rendere
visibile quel progetto di famiglia che ha la
forza di risanare le fratture e rinnovare i
rapporti, ripercorrendo le stagioni che segnano il cammino della coppia: dall’innamoramento al matrimonio, dagli anni della
crisi a quelli dell’anzianità. Vedrà protagonisti anche i bambini. Non mancherà la dimensione artistica. Promosso da Famiglie
Nuove, diramazione del Movimento dei
Focolari, il Familyfest sta suscitando l’adesione di molti movimenti e associazioni
familiari e l’interesse di istituzioni civili e
religiose cristiane, ebraiche, musulmane,
buddiste e di altre fedi.
Carlo e Lia Parlapiano
10
Il tradimento dei discepoli
di ieri e di oggi è certamente
il più grande dolore
del Redentore,
è la causa della sua caduta
a terra sulla via del Calvario.
nostri esperimenti, con i quali speriamo di superare da noi stessi la morte,
mentre, in verità, non facciamo altro
che umiliare sempre più profondamente la dignità dell’uomo”.
C’è, poi, il male nel mondo, che
agisce con le sue oscure forze. Pilato
– dice Ratzinger– non è un mostro di
malvagità: sa che sta condannando un
innocente. Tuttavia, subisce l’influen-
il mistero
del male
riflessioni dalla via Crucis 2005
L
a Via Crucis 2005 al Colosseo è
stata guidata spiritualmente dalle meditazioni e dalle orazioni
preparate dal card. Joseph Ratzinger.
Seppure brevi e legati al mistero della
Passione di Gesù, i testi sono di un’assoluta profondità teologica e culturale:
hanno aperto una riflessione che, dopo
l’evento del venerdì 25 marzo, continua. Il cardinale affronta in maniera
semplice ed immediata la consistenza
del male – mysterium iniquitatis – e la
forza della Redenzione.
I tanti volti del male, ad incominciare dall’orgoglio dell’uomo nel volersi
emancipare da Dio, del cui amore pensa di non aver bisogno e di voler dare
forma autonoma alla propria esistenza.”La superbia di pensare che siamo
in grado di produrre l’uomo – afferma
Ratzinger - ha fatto sì che gli uomini
siano diventati una sorte di merce, che
vengano comprati e venduti, che siano
come un serbatoio di materiale per i
11
za anonima, ma reale della folla che
grida. La giustizia viene messa da parte a motivo della vigliaccheria, della
pusillanimità, della adesione alla mentalità dominante. La sottile voce della
coscienza viene soffocata dalle urla
della folla. Succede sempre così: la
paura di esporsi, il falso rispetto umano danno maggiore forza al male.
“Quante volte abbiamo, anche noi,
preferito il successo alla verità, la nostra reputazione alla giustizia”; e, così,
tanti innocenti hanno pagato, se non
addirittura sono stati maltrattati e soppressi. Per non parlare delle volte in
cui il potere esercitato dai grandi è stato un insulto alla verità, un insieme di
pompose menzogne, un tradimento al
compito di mettersi al servizio del bene comune. Non rare volte, “il prezzo
della giustizia è sofferenza in questo
mondo”, per questo il credente prega:
“Signore, aiutaci a non scoraggiarci
7 aprile 2005
davanti alle beffe del mondo, quando
l’obbedienza alla tua volontà viene
messa in ridicolo”. Tante volte nella
storia l’uomo cade; in epoca recente,
non pochi cristiani si sono come stancati della fede, hanno abbandonato il
Signore. Hanno ceduto al nuovo paganesimo, peggiore di quello antico, che
“volendo accantonare definitivamente
Dio, è finito per sbarazzarsi dell’uomo”. L’uomo giace nella polvere e il
Signore porta questo peso e cade: ci
guarda perché il nostro cuore si risvegli e possa rialzarci. La preghiera è
sincera e concreta: “Signore, distruggi
il potere delle ideologie, cosicché gli
uomini possano riconoscere che sono
intessute di menzogne. Non permettere che il muro del materialismo diventi insuperabile!”
Se il secolarismo ha portato molti ad
allontanarsi da Cristo, un dramma
ugualmente grave si consuma nella
Chiesa ed è motivo di rinnovata sofferenza per Cristo. Le parole del cardinale sono inequivocabili: quanta sporcizia c’è nella Chiesa! Per questo essa
appare come una barca che sta per
affondare, una barca che fa acqua
ovunque. “Quante volte si abusa del
santo sacramento della sua presenza, in
quale vuoto e cattiveria del cuore spesso egli entra! Quante volte celebriamo
soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di lui! Quante volte la sua
Parola viene distorta e abusata! Quanta
poca fede c’è in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia c’è nella
Chiesa, e proprio anche tra coloro che,
nel sacerdozio, dovrebbero appartenere
completamente a lui! Quanta superbia,
quanta autosufficienza!”. Il tradimento
dei discepoli di ieri e di oggi è certamente il più grande dolore del Redentore, è la causa della sua caduta a terra
sulla via del Calvario.
Marco Doldi
esperienze di chiesa
A margine dell’incontro con Carlo Casini
Procreazione
a tutti i costi?
I
l tema “La vita umana oggi”,
del quale ha parlato l’On.le
Carlo Casini a Senigallia sabato 12 marzo 2005, alla Chiesa
dei Cancelli, è importante e sempre attuale. Svolto da oratore ben
noto per competenza e chiarezza
espositiva. Sarebbe stato però
quasi impossibile trattare un argomento così vasto, in poco tempo e sotto ogni aspetto.
“Il desiderio legittimo della
maternità e della paternità – ricorda Corrado Villani, professore
ordinario di Clinica Ostetrica e
Ginecologica dell’Università degli Studi di PERUGIA – rappresenta senza alcun dubbio uno dei
principali sentimenti umani di
più elevata significatività, come
espressione di un atto d’amore
della coppia”. Evento naturale,
biologicamente finalizzato al
esperienze di chiesa
perpetuarsi della specie. Ritengo
doveroso, commentando la vita,
ricordarne la sacralità, insieme
alla dignità dell’uomo. In questo
scenario, la nascita di una creatura completa ed esalta tutta l’attività umana. La salute, è bene ripeterlo, richiede un impegno
continuo: essa va conservata come se fosse un patrimonio da
non dissipare (Dausset J., 1998).
Sacralità della vita e dignità della
persona, dunque, anteponendo
sempre l’uomo e la dignità che
egli esige, soprattutto nel momento della sofferenza fisica
(Santeusanio F., 1995). L’amore
fra marito e moglie, due esseri
complementari nel vivere un
“grande amore”, può esistere anche senza figli, sorretto da una
stima reciproca di fondo e non
da un affetto fugace.
La Chiesa cattolica ammette la
fecondazione artificiale “omologa”, vale a dire impiego di cellule germinali di persona nell’ambito della coppia, mentre proibisce la fecondazione artificiale
“eterologa”, cioè impiego di cellule germinali di persona estranea alla coppia. E’ tutto qui ed è
molto chiaro. La bioetica, etica
della vita, ha grande valore nella
procreazione.
Ma c’è di più. Il desiderio di
avere figli a ogni costo, espresso
allo specialista ostetrico – ginecologo reiteratamente, potrebbe spingere lo stesso specialista a tentare
metodi procreativi costosi e di esito dubbio, forse non corretti.
Da alcuni anni l’indice di crescita della popolazione, in Italia
è a quota zero, o giù di lì. Una situazione paradossale che, al di là
di qualsiasi opinione filosofica,
credo religioso, scelta di vita o
eventuali gravi difficoltà in cui la
società si dibatte, esprime la
mancanza d’amore o, all’opposto, la paura e l’incapacità di
procreare” (Villani C., 1995).
Una considerazione significati7 aprile 2005
va: l’unione di un uomo e di una donna nel
matrimonio, - la famiglia tradizionale – l’unica ammessa dalla nostra Carta Costituzionale
all’articolo 29 ha, come fine primo, il procreare. Nel caso che la coppia, per motivi di natura
diversa, non potendo avere figli venga a trovarsi in uno stato di disagio, di depressione e
di amarezza, di ansia continua e talvolta persino di vera e propria penosa angoscia, ne deriva una convivenza senza serenità, turbata a
volte da sensi di colpa personali, spesso inesistenti in concreto.
E’ tuttavia giusto, non avendo avuto figli,
tentare di farsene una ragione. Numerose, infatti, sono le coppie riuscite a raggiungere questo
equilibrio, certo non facile ma nemmeno impossibile. Anche per un ulteriore motivo: come
esempio, è fuori luogo dimostrare sconforto, disperazione, in una parola incapacità di reagire
ad un evento indesiderato, ma che non comporta la fine della vita. Le coppie non devono essere in tale stato di sfiducia, quasi si trattasse di
motivi dipendenti dalla loro volontà. Al contrario, ne subiscono le conseguenze negative.
La “sterilità” è uno stato di malattia, o di alterazione, dei normali processi fisiologici atti alla
riproduzione. L’ “infertilità” è la mancata capacità di ottenere una gravidanza dopo un anno di
ininterrotti tentativi senza l’uso di mezzi di
contraccezione. Tra le cause di infertilità circa
un terzo sono patologie femminili, un terzo patologie maschili, e un terzo sono dovute a origine multifattoriale.
A questo punto è da sottolineare, come rileva
lo stesso Professor Villani già citato, che le tappe studio, lavoro, matrimonio, figli oggi si sono
allungante progressivamente e, in particolare
per il ceto medio o medio – alto, solo a 30 – 32
anni si pensa alla riproduzione. Inevitabile conseguenza: i fattori ambientali hanno più tempo
per svolgere il loro effetto negativo sull’apparato della riproduzione, generando così i presupposti per la comparsa di patologie in grado di
provocare infertilità, maschile e / o femminile.
Si deve riflettere sul fatto che molto può valere
il convincimento, specie se esposto con amabilità e con delicatezza. Vanno evitati i toni forti e
i consigli interessati, ed anche l’insistenza della
coppia verso lo specialista.
Se poi, la mancanza di prole diventasse un
fattore di gravi disturbi relazionali, l’affidamento preadottivo e l’affiliazione possono costituire un rimedio efficace all’ansia di amore
parentale e al senso di frustrazione della coppia, dando nel contempo una famiglia ad un
minore che ne è privo.
L’adozione, infine, è un atto definitivo e richiede da parte della coppia un’infinità di
adempimenti di Legge che, talvolta, non giungono a buon fine.
Tutto ciò per proteggere il minore da abusi e
dall’azione di profittatori, truffatori e simili .
In ogni caso è indispensabile tanta prudenza!
Concludendo: avere figli si, com’è naturale, ma
non sempre a qualunque costo.
Giorgio Silvestri
12
1978
16 ottobre Elezione di Giovanni Paolo II.
22 ottobre Inizio del Ministero pastorale.
1979
25 gennaio-1 febbraio Visita alla Repubblica
Dominicana, Messico e Bahamas.
4 marzo Enciclica Redemptor Hominis.
2-10 giugno Visita in Polonia
29 sett.-8 ottobre In Irlanda, O.N.U. e Usa
2 ottobre Discorso all’O.N.U., a New York.
16 ottobre Esortazione Catechesi Tradendae
28-30 novembre Visita in Turchia.
1980
All’umanità, che talora sembra smarrita e dominata dal potere del male,
dell’egoismo e della paura, il Signore risorto offre in dono il suo amore
che perdona, riconcilia e riapre l’animo alla speranza. È amore che
converte i cuori e dona la pace. Quanto bisogno ha il mondo di comprendere e di accogliere la Divina Misericordia!
Maestro
di eternità
S
ulla breccia fino all’ultimo. Lucido e cosciente, come avrebbe voluto.
Come lui stesso probabilmente aveva chissà quante volte chiesto, e il
suo Dio gli ha infine concesso. A chi avanzava ipotesi di dimissioni a
motivo dell’età o della salute, quasi che la mano divina potesse ad un certo
punto ritrarsi dal suo eletto, lui graniticamente rispondeva: Dio mi ha chiamato qui dalla Polonia, sarà Dio a porre direttamente termine – quando
vorrà – a questo mio servizio, chiamandomi a sé. Sicuro, egli, che così sarebbe stato. E così infatti è avvenuto. Papa fino all’ultimissimo istante. Con
le sue mutilazioni, sacerdote del mondo. Ed è stato proprio questo il suo dono riassuntivo: non sottrarsi alla sua missione, estroflessa fino alla fine,
conservando integro il profilo del pontificato romano, anzi imprimendo allo
stesso uno straordinario scatto di incidenza e di plausibilità, come mai si era
visto nella storia.
Preparato da sempre - dall’eternità di Dio - per questo compito. Preparata
minuziosamente dalla Provvidenza, l’elezione di lui – polacco – alla cattedra di Roma, che era apparsa fino a pochi istanti prima del tutto irrealistica.
E invece s’è svelata come la soluzione più provvida e luminosa, non solo
per la Chiesa ma per il mondo. Verrebbe da dire: specialmente per il mondo. Creato Papa cioè per prestare la sua leadership spirituale e morale al
mondo, affinché questo si disincagliasse dalle terribili secche in cui era stolidamente scivolato. L’uomo giusto, al posto giusto, nel momento giusto.
Identificato fino in fondo col suo compito, è apparso ai nostri occhi come
fuso dentro al proprio carisma. Fornito di una dotazione speciale, la sua
personalità è come esplosa in mille direzioni, reinterpretando il carisma di
Pietro dentro i tempi nuovi.
Ha riempito per oltre un quarto di secolo le vicende storiche, contribuendo con le sue miti spallate alla demolizione di un assetto soffocante e insopportabile, e all’instaurazione di un ordine nuovo. Ha riempito la vita della
13
7 aprile 2005
2-12 maggio Visita in Zaire, Congo, Kenya,
Ghana, Alto Volta e Costa d’Avorio.
30 mag.-2 giugno Visita in Francia.
30 giu.-12 luglio Visita in Brasile.
28 settembre Visita a Subiaco.
15-19 novembre Visita in Germania.
25 novembre Visita a Capodichino, Potenza,
Balvano e Avellino, per il terremoto.
30 novembre Enciclica Dives in misericordia
1981
8 febbr. Incontro con il Rabbino Capo di Roma
16-27 febbraio Visita in Pakistan, Filippine,
Giappone, Guam e Anchorage (USA).
13 maggio ore 17.19: il Papa vittima di un attentato, in Piazza San Pietro.
7 giugno Affidamento al Cuore di Maria
20 giugno Nuovo ricovero al Gemelli.
14 settembre Enciclica Laborem exercens
22 nov. Esortazione Familiaris consortio.
1982
12-19 febbraio Visita in Nigeria, Benin, Gabon e Guinea Equatoriale.
12-15 maggio Visita in Portogallo.
13 maggio Visita a Fatima.
28 mag.-2 giu. Visita in Gran Bretagna
29 mag. Incontro con l’Arcivescovo di Canterbury.
10-13 giugno Visita a Rio de Janeiro e in
Argentina, per le Isole Falkland.
15 giugno Visita a Ginevra.
29 agosto Visita a San Marino e a Rimini.
31 ottobre-9 novembre Visita in Spagna.
1983
25 gennaio Nuovo Codice di Diritto Canonico
2-10 marzo Visita in Portogallo e America.
25 mar. Apertura Anno Santo della Redenzione.
16-23 giugno Visita in Polonia
14-15 agosto Visita a Lourdes
10-13 settembre Visita in Austria
27 dicembre Visita al Carcere di Rebibbia e
incontro con l’attentatore Alì Agca.
Giovanni Paolo II
Chiesa, imprimendole una spinta nuova alla missione, ridandole fiducia nel
guardare avanti proprio perché capace di interloquire con le generazioni del
futuro. Ha riempito la nostra personale fantasia, lasciandoci spesso attoniti
per la creatività e la vivezza del suo tratto. Per molti è stato il Papa della giovinezza, per altri il Papa della maturità, per tutti è diventato con gli anni il Papa tout court, quasi il prototipo, il conio nuovo di una figura antica. E ha talmente saturato la nostra immaginazione che oggi ci pare impossibile che dopo di lui possa venire un altro, che invece lo Spirito starà già preparando.
Per quanto abbia potuto srotolare il volume della propria umanità, e per
quanto solare ci sia costantemente apparsa la sua figura – non c’era un Papa
pubblico e uno privato –, se ne va lasciandoci come la sensazione di un uomo non completamente disvelato. Egli d’altra parte aveva gli occhi per vedere Dio. Verso lì era girato, come durante la via crucis dell’ultimo venerdì
santo. Un bel giorno, giunto in un punto preciso del suo pellegrinare, disse:
“Quello che desidero raggiungere, quello su cui mi sforzo e mi tormento di
raggiungere, è vedere Dio faccia a faccia. Per questo vivo, mi muovo, esisto”. Ecco, ci impietrisce l’idea che questo agognato incontro si stia in questi minuti compiendo. Impietriti siamo ora, ma anche sedotti. Estrema seduzione che questo formidabile Papa, che solo la fantasia di Dio poteva produrre, esercita su di noi, piccole creature erranti con lo sguardo in questo
momento rivolto al cielo.
Dino Boffo
1984
10 gennaio Relazioni diplomatiche con gli USA
11 feb. Lettera Apostolica Salvifici doloris.
18 febbraio Nuovo Concordato con l’Italia.
22 aprile Chiusura dell’Anno Santo.
2-12 maggio Visita in Corea, Nuova Guinea,
Is. Salomone e Thailandia.
12-17 giugno Visita in Svizzera.
9-20 settembre Visita in Canada.
10-13 ottobre Visita in Spagna, Repubblica
Dominicana e Puerto Rico.
11 dic. Esortazione Reconciliatio et poenitentia.
1985
31 gen.-10 febbraio Visita in India.
13 aprile Visita alla Sinagoga di Roma
18 maggio Enciclica Dominum et vivificantem
1-8 luglio Visita in Colombia e St Lucia.
4-7ottobre Visita in Francia.
27 ottobre Giornata per la Pace, ad Assisi.
18 nov.-1 dic. In Bangladesh, Singapore,
Isole Fiji, Nuova Zelanda, Australia e Seychelles.
1986
26 gennaio-6 febbraio Visita in Venezuela,
Ecuador, Perù e Trinidad e Tobago.
11 aprile A Loreto, con i Vescovi Italiani.
11-21 maggio Visita in Lussemburgo Paesi
Bassi, e in Belgio.
2 giugno Enciclica Slavorum apostoli.
8-19 ago. In Togo, Costa d’Avorio, Camerun,
Rep.Centroafricana, Zaire, Kenya, Marocco.
8 settembre Visita a Kloten e Liechtenstein.
1987
25 marzo Enciclica Redemptoris Mater.
31 marzo-13 aprile Visita in Uruguay, Cile
e Argentina per la II GMG.
30 apr.-4 maggio Visita in Germania.
6 giugno Apertura dell’Anno Mariano.
8-14 giugno Visita in Polonia.
10-21 settembre Visita in Canadà e USA.
30 dic. Enciclica Sollicitudo rei socialis.
1988
7-19 maggio Visita in Uruguay, Bolivia,
Paraguay e a Lima (Perú).
23-27 giugno Visita in Austria.
28 giugno Riforma della Curia Romana.
15 agosto Lettera Mulieris dignitatem.
10-20 settembre Visita in Zimbabwe,
Botswana, Lesotho, Swaziland e Mozambico.
8-11 ott. Visita a Strasburgo, Metz e Nancy
30 dicembre Esortazione Apostolica Christifideles laici.
Giovanni Paolo II
7 aprile 2005
14
1989
Papa sempre,
fino all’ultimo
Karol Wojtyla, pedagogo del mondo.
Maestro di eternità. In ventisei anni
di pontificato non ha mai proposto
una predica noiosa. Fosse in forma
di omelia o di saluto alle folle, si
trattasse di una lettera enciclica o di
un messaggio alle nazioni. La riprova si ha nell’attenzione che ha accompagnato ogni suo intervento. Soprattutto da parte dei giovani, insofferenti ad ogni retorica, come sa
chiunque abbia pratica d’insegnante
o di padre o madre di famiglia.
L
e sue parole sono sempre state
una lezione magistrale, senza la
pesantezza didattica dell’istruzione coatta. Si spiegano così i cori,
gli evviva, i canti e le liturgie festose
messe in campo dalla marea di giovani vite che si estendono a coprire gli
spazi vasti delle Giornate Mondiali
della Gioventù. Ovunque si siano celebrate. Quell’uomo in veste bianca,
le braccia spalancate ad abbracciarli
tutti, davanti all’immensa platea risuonante e festosa, attirava ogni
sguardo. Un’armonia amorosa che annullava le differenze d’età. Il Papa ha
sempre voluto bene ai giovani, e loro
l’hanno ricambiato di slancio, in ogni
occasione. Chi gli è stato vicino in
questi ultimi giorni tesi, chinandosi a
sussurrargli che Piazza San Pietro era
colma di oranti, tra cui moltissimi
giovani, ha potuto raccogliere il compiacimento del Pontefice, flebile nel
suono quanto forte e chiaro nella sostanza: “Vi ho cercato, e adesso voi
siete venuti da me. Vi ringrazio”.
Quasi un sospiro, che da quel letto di
sofferenza si dilatava come un soffio
potente per tutti i cieli della terra.
Ovunque siano giovani cui affidare
la speranza di giustizia, di solidarietà,
di pace come condizione dignitosa di
vita per tutta l’umanità. Fin dai primi
incontri, le giovani generazioni hanno
inteso vibrare nella sua parola quell’onesta volontà di orientare ai grandi
princìpi di cui hanno primario bisogno. Hanno visto in lui l’adulto che si
è fatto carico di trasmettere i valori su
cui poggia l’intero ciclo esistenziale.
E lo ha fatto come un dovere partecipe, nel coinvolgimento sincero.
15
Chi non ricorda il Papa robusto e
allegro, che canta con loro, che batte
le mani a tempo.
E il Papa piegato dagli anni e dalla
malattia che trova comunque la forza
di scherzare, con una battuta o un gesto. Un’intesa durevole, destinata a
germinare nella vita di ogni giorno,
una volta che ciascuno sarà tornato a
casa da quegli incontri oceanici. Allora, all’inizio del suo pontificato, come
per chi ieri lo ha seguito trepidante, il
Papa ha rappresentato il sostegno nel
cammino della crescita. Lungo la via
non sempre facile che conduce dall’adolescenza alla maturità.
Ci sono giovani che da quei primi
tempi sono diventati padri o madri, avvertendo la consapevolezza di quanto
hanno ricevuto da Karol Wojtyla.
E forse anche di quello che hanno
dato al Papa. Alla sua gioia di condividere la fede, al suo desiderio di vedere
la Chiesa rinnovata nelle generazioni.
Chi oggi ha ventisei anni non ha conosciuto altro Papa. Magari in qualche
vecchio documentario ha visto il gesto
benedicente e il volto bonario di Giovanni XXIII appena eletto al soglio,
mentre invita le mamme a riportare
nelle famiglie la carezza del Papa. O il
volto austero di Paolo VI, turbato dalla
violenza omicida degli “uomini delle
brigate rosse”. O, ancora, il dolce sorridere di Giovanni Paolo I, umile e
commosso. Ventisei anni sono più che
lo spazio d’una generazione, così che
le ragazze e i ragazzi pronti ad accorrere intorno a Giovanni Paolo II atterrato nei loro Paesi, sono cresciuti con
lui, nelle legioni dei Papa-boys, che
cercavano il Volto di Dio negli occhi e
nelle parole del Papa.
Poco più di un anno e mezzo fa, celebrando il suo venticinquesimo di
ministero, Giovanni Paolo II, ancora
una volta si rivolse ai suoi giovani
con animo aperto: “Vorrei ringraziarvi
per essermi stati sempre vicini durante questi anni”, disse all’Angelus, “e
vorrei che sapeste che continuo a contare su di voi”. Ora più che mai. Mentre la sua grande famiglia di fedeli si
è stretta in Piazza San Pietro, nella
preghiera silenziosa.
Ulderico Bernardi
7 aprile 2005
28 aprile-6 maggio Visita in Madagascar, La
Réunion, Zambia e Malawi.
1-10 giugno Visita in Norvegia, Islanda, Finlandia, Danimarca e Svezia.
19-21 agosto Visita a Santiago de Compostela per la IV GMG
2 ott. Dichiarazione con la Chiesa anglicana.
6-10 ottobre Visita a Seul e Indonesia.
1 dicembre Incontro con Mikhail Gorbaciov.
1990
25 genn.-1 febbraio Visita in Capo Verde,
Guinea Bissau, Mali, Burkina Faso e Ciad.
21-22 aprile Visita in Cecoslovacchia.
6-14 maggio Visita in Messico e Curaçao.
25-27 maggio Visita a Malta.
1-10 settembre Visita in Tanzania, Burundi,
Rwanda e a Yamoussoukro.
7 dicembre Enciclica Redemptoris missio.
1991
1 maggio Enciclica Centesimus annus.
10-13 maggio Visita in Portogallo.
1-9 giugno Visita in Polonia.
13-20 ago. A Czestochowa, per la VI GMG
12-21 ottobre Visita in Brasile.
1992
19-26 febbr. In Senegal, Gambia e Guinea.
7 aprile Esortazione Pastores dabo vobis.
4-10 giugno Visita in Angola e a São Tomé.
15 lug. Asportazione di tumore benigno intestinale.
9-14 ottobre Visita a Santo Domingo.
11 ott. Catechismo della Chiesa Cattolica.
1993
3-10 febbr. In Benin, Uganda e a Khartoum.
25 aprile Visita in Albania.
12-17 giugno Visita in Spagna
6 agosto Enciclica Veritatis splendor.
9-16 agosto A Denver per la VIII GMG
4-10 set. Visita in Lituania, Lettonia e Estonia.
26 dicembre Apertura Anno della Famiglia.
1994
10-11 settembre Visita a Zagabria (Croazia).
20 ott. Libro Varcare la soglia della Speranza.
13 dicembre Lettera ai Bambini.
1995
11-21 gennaio A Manila per la X GMG, in
Australia e Sri Lanka.
25 marzo Enciclica Evangelium vitae.
20-22 maggio Visita nella Repubblica Ceca.
25 maggio Enciclica Ut unum sint.
Giovanni Paolo II
3-4 giugno Visita in Belgio.
29 giugno Lettera alle Donne.
30 giugno-3 luglio Visita alla Rep. Slovacca.
9-10 settembre A Loreto per il Pellegrinaggio
dei Giovani d’Europa.
14-20 sett. A Yaoundé (Camerun), Johannesburg/Pretoria (Sud Africa) e Nairobi (Kenya)
14 settembre Esortazione Ecclesia in Africa.
4-9 ottobre Visita all’ONU e alle Diocesi di
Newark, New York, Brooklyn e Baltimora.
23 novembre A Palermo per il III Convegno
ecclesiale nazionale della Chiesa Italiana.
1996
5 febbraio Visita in Guatemala, Nicaragua,
El Salvador e Venezuela
14 aprile Visita a Tunisi
17-19 maggio Visita in Slovenia.
21-23 giugno Visita in Germania.
6-7 settembre Visita in Ungheria.
19-22 settembre Visita in Francia.
6 ottobre Intervento di appendicectomia.
1 novembre 50° anniversario di Sacerdozio
15 novembre Libro Dono e Mistero.
1997
12-13 aprile Visita Pastorale a Sarajevo.
25-27 aprile Visita nella Repubblica Ceca.
10-11 maggio Visita a Beirut (Libano)
31 maggio-10 giugno Visita in Polonia.
21-24 agosto Visita a Parigi per la XII GMG
27-28 sett. A Bologna per il Congresso Euc.
2-6 ottobre Visita a Rio de Janeiro.
1998
3 gennaio In Umbria e Marche terremotate.
15 gennaio Visita in Campidoglio.
21-26 gennaio Visita a Cuba.
21-23 marzo Visita in Nigeria.
23-24 maggio A Torino per la Sacra Sindone.
31 maggio Lettera Dies Domini.
19-21 giugno Visita in Austria.
14 settembre Enciclica Fides et ratio.
2-4 ottobre Visita in Croazia.
1999
22-28 genn. Visita a Città del Messico.
4 aprile Lettera agli Artisti.
7-9 maggio Visita in Romania.
5-17 giugno Visita in Polonia.
29 giugno Lettera sui Pellegrinaggi
19 settembre Visita in Slovenia.
1 ottobre Lettera agli Anziani.
5-9 novembre Visita a New Delhi.
24 dicembre Inizio del Grande Giubileo.
Giovanni Paolo II
L
e prime parole di Giovanni Paolo
II rivelavano un uomo innamorato
di Cristo e della Vergine Maria. Lo
dimostrava inequivocabilmente quel “Sia
lodato Gesù Cristo!”, che sempre ritornerà lungo tutto il pontificato (e che era
quasi stato dimenticato!); quel ricorso
frequente alla Madonna Santissima, “la
quale sempre vive ed opera come Madre
nel mistero di Cristo e della Chiesa”;
quel totus tuus che si era imposto come
programma di vita, di quello stemma che,
riluttante, aveva accettato di avere diventando cardinale e che reca, nella totale
nudità dello scudo, solo una rude Croce
di legno e il monogramma mariano.
E l’amore di Cristo e della Chiesa
porta all’amore dei “fratelli” e delle
“sorelle”. Nel suo primo messaggio,
Giovanni Paolo II lo ha detto: “I fedeli,
anche se da noi non sono singolarmente
conosciuti, non saranno mai per noi
anonimi, né estranei, né emarginati ...
Tra essi guardiamo, con preferenziale
riguardo, i più deboli, i poveri, i malati, gli afflitti”. E ancora: “Vogliamo salutare i vecchi, gli adulti, i giovani, i
vanni Paolo II, il tema del “dovere della
fedeltà globale alla missione” che ciascuno ha ricevuto nella Chiesa. Egli
parla anzitutto della propria, della missione di Pietro, incentrata su tre elementi: il potere delle chiavi, il dovere di
confermare i fratelli, il mandato di pascerli. Il modo di esercitare questo mandato si identifica con la risposta di amore data da Pietro a Gesù che lo interrogava. “Il nostro vuol essere fin d’ora un
ministero di amore in tutte le sue manifestazioni ed espressioni”, disse il papa,
ricordando, tra l’altro, con parole
tutt’altro che formali, l’alta scuola degli
immediati suoi predecessori.
Un grande spazio fu riservato ai temi
dell’ecumenismo e della pace. È il Signore a volere uniti tutti coloro che credono in lui, sottolineò, e bisognerà lavorare molto a questo scopo, con uno sforzo comune. È il Signore a volere che nel
mondo regnino la giustizia e la pace.
“Non ci muove nessuna intenzione di interferenza politica o di partecipazione alla gestione degli affari temporali ... Il nostro impegno nell’avvicinarci a questi
Un pontificato
in sette giorni
fanciulli, i bambini appena nati, nell’onda di quel vivo sentimento di paternità che sta salendo dal nostro cuore”. Così, nel suo primo giorno di pontificato, ha voluto dare un segno, recandosi tra i malati del Policlinico Gemelli a confortare la loro sofferenza, a
ricordare la ricchezza spirituale del loro essere deboli, a chiedere che il tesoro dei loro meriti venga messo a frutto
per la Chiesa e per l’umanità.
Il discorso che Giovanni Paolo II aveva rivolto ai cardinali subito dopo l’elezione, al termine della Santa Messa
concelebrata martedì mattina 17 ottobre
1978, nella stessa aula del Conclave,
conteneva i segni della trepidazione, ma
anche della fermezza del nuovo papa:
“La stessa imprevedibilità degli eventi,
che siano frutto di lunga riflessione nell’arco del tempo, e l’inadeguatezza della risposta che potrà venire dalla nostra
persona, come ci impongono di rivolgerci al Signore e di confidare totalmente in lui, così non consentono di
tracciare programma che si sono succeduti in così breve e di accurata elaborazione”, aveva detto in apertura. Ma poi
indicava chiaramente alcune delle idee
basilari del suo Pontificato. Una parte
centrale occupava, nel discorso di Gio7 aprile 2005
brucianti problemi degli uomini e dei popoli sarà determinato unicamente da motivazioni religiose e morali”.
Sulla strada della storia e della Chiesa
è cominciato un nuovo tratto di cammino, diceva, una nuova tappa, che punta
dritta verso il terzo millennio. Giovanni
Paolo II si muove subito, con passo energico, nella direzione dei suoi predecessori. Ciò che contava a noi, che eravamo
giovani in “quei” giorni, di non lasciare
che il Capo camminava da solo; ciò che
contava era di mettersi rapidamente nella
sua scia e camminare con lui.
Nel suo discorso al Corpo Diplomatico, ricevuto in Udienza nella mattina di
venerdì 20 ottobre 1978, Giovanni Paolo II sottolineava con forza il servizio
della Chiesa all’umanità: “Ci sono ancora troppe miserie fisiche e morali che
dipendono dalla negligenza, dall’egoismo, dalla cecità o dall’insensibilità degli uomini. La Chiesa, da parte sua,
vuole contribuire ad alleviare queste
miserie, con i suoi mezzi pacifici, educando al senso morale, attraverso la leale attività dei cristiani e degli uomini di
buona volontà”.
L’incontro del papa con la stampa internazionale
Giovanni Paolo II incontrava nel16
l’Aula delle Benedizioni, la mattina di
sabato 21 ottobre 1978, oltre un migliaio tra giornalisti, fotoreporter e cineoperatori di tutto il mondo. Dopo
aver rivolto il suo discorso ai giornalisti, in cui aveva parlato di libertà di
informazione al servizio della verità,
Giovanni Paolo II, al momento di lasciare l’aula, iniziava una vera e propria “conferenza stampa itinerante”:
cosa mai vista con un papa! Passando
lungo il corridoio centrale dell’aula, il
papa si soffermava più volte, rispondendo alle domande che gli venivano
poste. Più volte prese egli stesso tra le
mani uno dei tanti microfoni che venivano “sospesi” sulla sua testa e volentieri “rilasciava interviste” agli increduli cronisti, rispondendo in polacco ai
polacchi, in tedesco ai tedeschi, in inglese agli inglesi, in francese ai francesi, in italiano agli italiani.
I giovani lo seguiranno
Sono le 13.25 di domenica 22 ottobre
1978. Solo pochi momenti prima era
terminata la celebrazione della Santa
Messa per l’inizio solenne del Ministero di Supremo Pastore di Giovanni Paolo II. Si apriva la finestra dello studio
privato e il Santo Padre Giovanni Paolo
II si affacciava per la prima volta in
piazza di San Pietro. Sorrideva. Era
un’ora inconsueta per la recita dell’Angelus Domini. Ma Giovanni Paolo II
volle seguire fedelmente le linee tracciate dai suoi predecessori. Esorta:
“Dobbiamo andare più in profondità”.
Dopo la recita della preghiera mariana,
il papa prima di rientrare vuole rivolgere ancora una parola ai numerosissimi
giovani che, dopo aver assistito alla cerimonia, sono ancora sulla piazza e acclamano a viva voce il papa. “Voi siete
- dice Giovanni Paolo II - l’avvenire
del mondo, la speranza della Chiesa.
Voi siete la mia speranza”.
Al momento di diventare papa, sapeva offrire ai giovani di tutto il mondo
il frutto di tante sue riflessioni ed
esperienze. Senza azzardare previsioni, in quei giorni si poteva prevedere
già che il papa Giovanni Paolo II sarebbe stato capace di offrire una guida
sicura e fraterna insieme all’inquieta
gioventù del suo tempo. Una gioventù
che era mossa da una duplice esigenza
apparentemente contraddittoria: fare
una propria libera sperimentazione dei
valori per vagliarne la validità del momento e adottarne le espressioni alle
situazioni di oggi; uscire però decisamente dall’incertezza angosciosa prodotta dalla messa in discussione di tutti i punti di riferimento e confronto offerti dalle generazioni passate.
Solo la fede in Gesù Cristo - che era,
è, e verrà - poteva dare la chiave risolutrice di quel problema. Solo la Chiesa che esce continuamente dal suo Cuore
17
aperto per recarne la “virtù” a tutte le
generazioni nel loro concreto susseguirsi - può rappresentare contemporaneamente la roccia che non si muove ed il
fiume che non si arresta. Tradizione e
progresso nel cattolicesimo non si escludono: si richiamano anzi e si integrano a
vicenda. Il papa venuto da lontano lo dirà
ai giovani di tutto il mondo. Ed essi - era
facile prevederlo - hanno ascoltato la sua
voce, hanno seguito la sua via.
Spalancate le porte a Cristo. Non abbiate paura
Il segno della sapienza antica che si
leggeva sul volto giovanile del papa è
per noi, giovani di allora, tra i ricordi
più resistenti di quelle memorabili giornate d’inizio del Pontificato. Si conosceva già chi sedeva sulla Cattedra di
Pietro. Era venuto da lontano e era stato
accolto come se fosse sempre stato tra
noi. Sapevamo quanta cultura, quanta
esperienza, quanta sofferenza per i fratelli recava nel suo cuore di pastore. Ma
il suo sguardo era volto al futuro, la sua
mente si interrogava sul domani. L’aveva detto lui stesso, al termine di una
mattinata lunghissima che era parsa
brevissima, tra la preghiera mariana e
la benedizione: pensiamo ai giovani,
che sono l’avvenire del mondo, la speranza della Chiesa, “la mia speranza”.
Si era aperto un altro capitolo, ancora
una volta a portata di mano per i contemporanei che in pochi mesi avevano
vissuto con rara intensità eventi eccezionalmente significativi della vita della Chiesa. Disse papa Luciani inaugurando la sua breve ma sostanziosa pagina pontificale: “Un’alba di speranza
aleggia sul mondo”. Il mondo ne aveva
vista appena l’aurora. E il successore,
venuto tra noi come un grande dono,
confermava e concretizzava questa speranza, richiamando il perenne messaggio di salvezza e di liberazione totale. I
punti di riferimento fissati senza incertezza: il figlio del Dio vivente, la Chiesa guidata da Pietro, l’uomo. “Con quale venerazione - ha detto il papa - l’apostolo di Cristo deve pronunciare questa
parola uomo”.
Davanti ai suoi occhi, mentre leggeva
domenica 22 ottobre 1978 l’omelia dell’inizio del Pontificato, c’era una folla
sterminata come quella che tante volte
egli aveva visto a Cracovia. E al di là
della folla visibile, c’erano in ascolto
centinaia di milioni di persone in tutto
il mondo. Nei primi giorni, il nuovo Pastore già ci aveva donato molto. Poi,
dall’indomani, avevamo sentito che il
Pontificato si andava sviluppando nel
senso della storia della salvezza e che
la speranza si faceva opera nell’impegno degli uomini secondo una necessità
evangelica nella quale ci siamo sentiti
chiamati a riconoscerci e a ritrovarci insieme, tra noi e con lui.
7 aprile 2005
2000
2 gennaio Giubileo deiRagazzi
24 -26 febbraio Pellegrinaggio al Monte Sinai.
20-26 marzo Pellegrinaggio in Terra Santa.
1 maggio Giubileo dei lavoratori.
12-13 maggio Viaggio a Fatima.
18 maggio Giubileo dei Presbiteri.
15 giugno Pranzo in Vaticano con 200 poveri.
9 luglio Visita al Carcere di Regina Cœli.
15-20 agosto Giubileo Giovani - XV GMG
8 ottobre Giubileo dei Vescovi.
14-15 ottobre Giubileo delle Famiglie.
24 -25 dicembre Natale nell’Anno Giubilare.
2001
6 gennaio Lettera Novo millennio ineunte.
4-9 maggio In Grecia, Siria e a Malta.
23 -27 giugno Visita in Ucraina.
22 -27 set. Visita in Kazakhstan e in Armenia
14 dicembre I cattolici digiunano per la pace
16 dicembre 300ª Visita Pastorale alle Parrocchie di Roma.
2002
24 gennaio Giornata di preghiera per la pace
nel mondo ad Assisi.
22-26 mag. Visita in Azerbaijan e Bulgaria.
23 luglio -2 ago. A Toronto per la XVII GMG.
16-19 agosto In Polonia per l’inaugurazione
del Santuario della Divina Misericordia.
6 ottobre Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae sul Santo Rosario.
14 novembre Visita al Parlamento italiano
16 ottobre XXV anniversario di Pontificato
19 ottobre Beatificazione di Madre Teresa di Calcutta.
2003
5 marzo Digiuno per la pace n Iraq.
17 aprile Enciclica Ecclesia de Eucharistia
3-4 maggio Visita in Spagna
7 ottobre Visita al Santuario di Pompei.
2004
18 maggio Libro “Alzatevi, andiamo!”
5-6 giugno Viaggio Apostolico a Bern (CH).
29 giugno Incontro con il Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I.
14-15 agosto Pellegrinaggio a Lourdes per il
150° del dogma dell’Immacolata Concezione
7 ottobre Lettera per l’Anno dell’Eucaristia
4 novembre Udienza al Primo Ministro del
nuovo Governo dell’Iraq.
27 novembre Consegna di Reliquie al Patriarca di Constantinopoli.
2005
23 febbraio Libro “Memoria e identità”.
2 aprile ore 21.37 Giovanni Paolo II torna alla Casa del Padre
Giovanni Paolo II
Il papa
del perdono
smo e la colonizzazione; peccati contro le donne, le razze, le etnie; peccati
contro la giustizia sociale, gli ultimi, i
poveri. Anche dopo il Giubileo sono
continuate le richieste di perdono e di
riconciliazione da parte di Wojtyla: tra
gli ultimi episodi, il 22 giugno del 2003
a Banja Luka, il mea culpa pronunciato
da Giovanni Paolo II per i crimini commessi da cattolici ed ecclesiastici durante gli scontri etnici in Bosnia Erzegovina. Il perdono chiesto e offerto, come segno di speranza per il mondo.
Mattia Bianchi
La parola
ai ragazzi
Q
uando il Vangelo entra nella
vita di ogni giorno, con il suo
messaggio di speranza e riconciliazione. Giovanni Paolo II ha insegnato anche questo in 26 anni all’insegna del perdono, chiesto e offerto.
Giovanni Paolo II è stato il papa del
perdono. Dallo schiavismo alle crociate, dalla passività di fronte all'Olocausto agli ostacoli alla realizzazione
delle donne, passando per le azioni
contro l'unità dei cristiani, le persecuzioni di dissidenti o i peccati contro i
poveri, gli ultimi, le etnie deboli.
Sono alcuni dei temi che il papa ha
toccato nel corso di 26 anni, senza
paura di ammettere le responsabilità
storiche di alcuni esponenti della Chiesa. Iniziative forti, non sempre condivise ai vertici della gerarchia, ma chiedere perdono per Giovanni Paolo II,
non è mai stato un atto di debolezza,
ma una necessità per purificare la memoria e promuovere così la riconciliazione nella verità. L'idea, che sarebbe
confluita nella solenne richiesta di perdono pronunciata in San Pietro durante il giubileo del 2000, è presente già
dai primi anni del suo lungo pontificato: nell'80 partecipando a un incontro
con rappresentanti di altre chiese Giovanni Paolo II ricorda con contrizione
le ''colpe degli uomini che ci hanno
portato all'infelice divisione dei cristiani”; nell'85 in Africa chiede perdono per lo schiavismo che distrusse la
vita di decine di migliaia di persone,
praticato da nazioni cristiane e favorito
da cristiani; nel '91, con frasi che gli
guadagnarono l'affetto di molti ebrei,
chiede senza mezzi termini ''perdono
per la passività di fronte alle persecuzioni e all'Olocausto degli ebrei”.
Giovanni Paolo II
Nel '92 in America latina fa un mea
culpa per le sofferenze enormi arrecate a quel continente dalla colonizzazione; nel '95, con una memorabile
Lettera alle donne, condanna il fatto
che anche la Chiesa sia ''purtroppo
erede di una storia di enormi condizionamenti che, in tutti i tempi e in
ogni latitudine, hanno reso difficile il
cammino della donna..
Se in questo non sono mancate scrive - specie in determinati contesti,
responsabilità oggettive anche in non
pochi figli della Chiesa, me ne dispiaccio sinceramente''.
Quando scrive la Lettera alle donne
il Papa ha già maturato l'idea della
solenne liturgia penitenziale con cui
caratterizzare il Giubileo, per portare
la Chiesa nel terzo millennio cristiano
purificata dalle colpe dei suoi figli e
capace di apertura e dialogo con il
mondo, le chiese, le altre religioni.
Il 12 marzo del 2000, viene così
chiesto perdono per sei categorie di
peccati che hanno coinvolto anche uomini di Chiesa e la Chiesa stessa, che
''è santa, ma formata di peccatori''.
Le sei categorie sono i peccati commessi nel ''servizio della verità'', tra
cui intolleranza e violenza contro i
dissidenti, guerre di religione, violenze e soprusi nelle crociate, i metodi
coattivi nell'Inquisizione; i peccati
che hanno compromesso l'unita' dei
cristiani, tra cui scomuniche, persecuzioni religiose, scismi; peccati commessi nell'ambito dei rapporti con gli
ebrei, tra cui disprezzo, atti di ostilità,
silenzi e i pregiudizi antiebraici che
favorirono l'Olocausto; peccati contro
la pace, i diritti dei popoli, il rispetto
delle altre culture, tra cui lo schiavi7 aprile 2005
Luca Fantolini e Gianluca Manoni, 13 anni, della Parrocchia del
Porto, si sono cresimati lo scorso
anno. Continuano a frequentare la
parrocchia. Inizialmente la morte
del Papa sembrava non averli toccati troppo, ma quando sono stati
interpellati …
Qual è la cosa più bella che ha
ha fatto Giovanni Paolo II?
Luca: ha fatto molti viaggi, soprattutto per promuovere la pace
e dire no alla guerra.
Gianluca: quando è uscito vivo
dall’attentato ha detto che lo ha
protetto la Madonna, una grande fede.
Perché il Papa piace tanto ai
giovani?
Luca: perché è una persona che
si è spesa molto per gli altri e ha
aiutato i più poveri.
Gianluca: perché rappresenta
una piccola parte di tutti noi,
esprime i bisogni che ognuno di
noi ha dentro.
Che cosa dovrebbe fare la
Chiesa per attirare di più i giovani?
Luca: essere più animata, usare
più fantasia. Affrontare i temi più
vicini alla nostra esperienza
Gianluca: essere un po’ più movimentata, usare linguaggi diversi…
Che cosa chiederesti al nuovo
Papa?
Luca: la stessa testimonianza così bella che ha fatto riflettere tante persone.
18
È stato uno dei crucci più
grandi di Giovanni Paolo II.
Oggi permangono difficili e
tortuosi i rapporti fra il Vaticano e la Cina, che in queste
ore partecipa al dolore per la
morte del papa ma ribadisce i
suoi punti fermi.
P
er Giovanni Paolo II è stata una
delle più cocenti delusioni del
suo pontificato, forse la sua
missione incompiuta: nessun viaggio
in Cina, ma soprattutto un mancato
riavvicinamento a Pechino, nessuna
soluzione alla questione della libertà
religiosa della Chiesa, un controllo
stretto subito dai religiosi legati a Roma, non poche volte privati dei loro
diritti fondamentali. Evidentemente i
tempi ancora non erano maturi. Eppure, sul finire di un pontificato storico,
non è inutile riguardare indietro e
proiettarsi avanti, perché ciò che sarà,
davvero, è in questo momento davvero imprevedibile.
Il dato di fatto forse più importante
è che i cristiani cinesi abbiano potuto
pregare per il papa nei momenti in cui
si trovava in fin di vita. Che cioè il
governo di Pechino abbia autorizzato
veglie di preghiera per la salute di
quello che viene (veniva) considerato
niente più che un capo di stato straniero. Ritrovarsi pubblicamente a pregare in favore di uno straniero (per di
più accusato di attentare all’integrità
dello stato cinese) non era neppure
immaginabile, eppure è successo.
Certo, il permesso è stato dato alla
Chiesa Ufficiale, quella cioè controllata dal governo comunista (che nomina anche i vescovi…), rimanendo
la Chiesa “clandestina” fedele al papa
assolutamente fuori-legge. Certo: i cinesi hanno saputo delle cattive condizioni del papa solo quando ormai si
trovava nelle sue ultime ore, e alla
notizia è stata data una rilevanza minima (la prima notizia sui giornali di
ieri era la partecipazione del presidente Hu Jintao alla campagna per il rimboschimento, con un colpo di zappa
per piantare un albero), eppure il fatto
non è roba da poco.
Come importanti sono i passi ufficialmente avanzati dal governo cinese, che non ha (a differenza di
Taiwan) alcun rapporto diplomatico
con il Vaticano: prima della morte del
papa un portavoce del ministero degli
esteri ha espresso la “preoccupazione” della Cina e la “speranza che il
papa possa avere cure mediche scrupolose, riprendersi e ristabilirsi in sa19
Quel mancato
viaggio in Cina
lute”, poi, dopo il verificarsi del temuto evento, lo stesso portavoce ha
espresso “le condoglianze della Cina
per la morte del papa Giovanni Paolo
II'', per poi aggiungere: ''Il governo
cinese ha coerentemente perseguito
alcuni principi fondamentali nelle relazioni Cina-Vaticano: si spera in un
miglioramento delle relazioni con il
Vaticano sperando che la Santa Sede,
sotto il nuovo pontificato, crei le condizioni per un miglioramento delle relazioni tra Cina e Vaticano.'' E in questa occasione anche una scarsa enfasi
sulla questione della canonizzazione
di 120 martiri cinesi (compiuta dal
papa nel 2000 con protagoniste persone che Pechino giudica solo “spie al
servizio dei nemici della rivoluzione”) e che ha determinato un forte
stop nei progressi fra i due paesi.
Il bastone e la carota, insomma, da
parte cinese, come nelle migliori tradizioni del regime, che infatti, non
più tardi di una settimana fa, aveva
proceduto a stringere ulteriormente il
cerchio intorno ad alcuni vescovi, arrestati o fermati senza apparente motivazione nei giorni immediatamente
precedenti la Pasqua. Episodi che,
giunti a conoscenza del Vaticano,
avevano spinto il direttore della sala
stampa della Santa Sede a stigmatizzarli e condannarli fortemente proprio
nelle ore in cui l’attenzione mediatica
era rivolta su piazza San Pietro.
Indicativa della posizione cinese,
sospesa fra volontà di dialogo e volontà di riaffermazione delle proprie
posizioni, anche la reazione della
Chiesa cattolica patriottica, controllata dal Partito comunista. Nel messaggio che ha inviato oggi al Vaticano si
legge: “E' molto triste sapere che il
papa sia morto, possa egli riposare in
pace nel nome del Signore''. Nel telegramma, riportato dall'agenzia ufficiale 'Nuova Cina' nonchè dalla televisione di stato cinese, si dice che “la
scomparsa del pontefice “è una grave
perdita per le attività'' pastorali ed
evangeliche della Chiesa universale e
che “le associazioni cattoliche di tutte
le province e regioni autonome della
Cina” sono state avvertite “perchè
vengano celebrate cerimonie speciali
7 aprile 2005
per piangere la morte del papa e per
commemorare il suo operato''. E in
conclusione Liu Bainian, presidente
dell’associazione “Chiesa cattolica
patriottica”, scrive: ''I cattolici cinesi, come tutti i fedeli nel resto del
mondo, considerano il Papa un grande leader spirituale. Abbiamo solo
modi diversi, sotto il profilo politico,
di esprimere il nostro culto''. Dunque, ancora una volta, riaffermazione
delle differenze e divisioni, ma speranza per il futuro.
Un futuro che dovrà superare divisioni che datano per lo meno 1951,
quando, due anni dopo l’avvento al
potere dei comunisti, il nunzio apostolico Mons. Riberi, accreditato dal
governo nazionalista del Generalissimo Chiang Kai-shek, venne espulso
con l'accusa di attivita' controrivoluzionarie. Da allora per i cattolici cinesi, meno di dieci milioni su un totale
di un miliardo e mezzo di persone,
una via lastricata di difficoltà, ben
sintetizzate appena qualche settimana
fa da una campagna lanciata da AsiaNews, l’agenzia di stampa del Pontificio istituto Missioni Estere.
La Cina e il papa: un viaggio tanto
caro al globetrotter della fede. Viaggio rimasto irrealizzato. Con una
grande speranza, però, sul futuro, che
parte dalle basi comunque poste da un
uomo che ha spinto il governo comunista di Pechino ad autorizzare i cinesi a pregare.
Stefano Caredda
Giovanni Paolo II
3- 4 aprile 2005 Elezioni Regione Marche
Gian Mario Spacca
presidente
Elezioni amministrative 2005
Gian Mario Spacca, candidato della lista di centro sinistra “L’Unione”
(Federazione Uniti per l’Ulivo, Rifondazione Comunista, Pdci, Udeur, Italia dei Valori, liste civiche)
sarà il nuovo Presidente della Giunta delle Marche.
I RISULTATI REGIONALI
2,2 (2,1)
1,37 (1,6)
0,65 (0,5)
seggi
0
57,60 (62,6)
40,14 (39,1)
6,33 (7,7)
3,95 (5,0)
3,25 (7,6)
1,79 (1,3)
1,41 (1,1)
0,73 (0,7)
seggi 24
15
2
1
1
1
0
0
39,05 (33,9)
18,01 (15,2)
12,94 (12,4)
7,25 (6,6)
0,85 (0,0)
seggi 16
8
5
2
0
1,32 (1,2)
1,20 (1,2)
0,05 (0,0)
seggi
0
Mettere una croce alla presenza della Croce
è ancora un problema.
U
n elettore senigalliese si è sentito particolarmente osservato dal crocifisso appeso in una classe
della scuola elementare “Puccini”, sede di una sezione elettorale, mentre esercitava il suo diritto-dovere
di voto. E ha preteso – in barba alla legge - che il
presidente lo togliesse, nel timore che gli confondesse troppo le idee. Sprazzi di arroganza anarchica che
emergono qua e là, tanto più in questi giorni di sovraesposizione mediatica della Chiesa in lutto. Passi
il Papa in ogni canale tv, ma un crocifisso in classe… questo no, è davvero troppo!
dalla città di Senigallia
Angeloni
confermata sindaco
di Senigallia.
Netta maggioranza.
Forte crescita
della Margherita.
I 40 eletti al Consiglio
regionale delle Marche
Tra parentesi il voto
per le Regional5i a Senigallia.
Lista n.1
- Patto democratico
- Democrazia Cristiana
- Patto Democratico
Lista n.2
- L’Unione
- Fed. Uniti per l’Ulivo
- Rifondazione Comunista
- PDCI
- Verdi
- UDEUR
- Italia dei valori
- Liste civiche
Lista n.3
- Per le Marche
- Forza Italia
- Alleanza nazionale
- UDC
- Lega Nord
Lista n.4
- Rosini Presidente
- Alternativa sociale
- No euro dei banchieri
M
Luana
GIAN MARIO SPACCA
Almerino Mezzolani
Giuliano Brandoni
Cesare Procaccini
Francesco Massi
Presidente coalizione vincente
Federazione Uniti per l’Ulivo
Rifondazione Comunista
PDCI
capolista coalizione perdente
La prima dichiarazione
del nuovo Sindaco,
ai microfoni di Radio Duomo.
Circoscrizione di Pesaro-Urbino
Mirco Ricci (10.240)
Luigi Minardi (9.680)
Adriana Mollaroli (9.249)
Vittoriano Sollazzi (7.245)
RC: Michele Altomeni (1.114)
Roberto Giannotti (4.520)
Oriano Tiberi (2.855)
Giancarlo D’Anna (5.447)
Federazione Uniti per l’Ulivo
Federazione Uniti per l’Ulivo
Federazione Uniti per l’Ulivo
Federazione Uniti per l’Ulivo
Rifondazione Comunista
Forza Italia
Forza Italia
Alleanza Nazionale
Circoscrizione di Ancona
Fabio Badiali (6.432)
Stefania Benatti (6.033)
Marco Luchetti (5.884)
Katia Mammoli (5.436)
Lidio Rocchi (5.029)
Marco Amagliani (2.276)
Giacomo Bugaro (6.252)
Enrico Cesaroni (3.475)
Carlo Ciccioli (5.545)
Luigi Viventi (4.097)
Raffale Bucciarelli (978)
David Favia (1.043)
Massimo Binci (1.818)
Federazione Uniti per l’Ulivo
Federazione Uniti per l’Ulivo
Federazione Uniti per l’Ulivo
Federazione Uniti per l’Ulivo
Federazione Uniti per l’Ulivo
Rifondazione Comunista
Forza Italia
Forza Italia
Alleanza Nazionale
Udc
Pdci
Udeur
Verdi
Circoscrizione di Macerata
Sara Giannini (8.891)
Francesco Comi (6.831)
Franco Capponi (8.861)
Ottavio Brini (4.510)
Fabio Pistarelli (5.373)
Leonardo Lippi (3.819)
Federazione Uniti per l’Ulivo
Federazione Uniti per l’Ulivo
Forza Italia
Forza Italia
Alleanza Nazionale
Udc
Circoscrizione di Fermo
Paolo Petrini (15.464)
Rosalba Ortenzi (4.381)
Remigio Ceroni (5.651)
Franca Romagnoli (5.811)
orrei ringraziare quanti hanno sostenuto il centro sinistra e la mia candidatura a sindaco. E’ un risultato che
restituisco a tutti coloro che ne sono stati
protagonisti. Sono pronta a fare il Sindaco
per altri 5 anni: sarò il Sindaco di tutti, anche di quelli che non mi hanno votato.
Sono molto contenta della grande fiducia
che la maggioranza dei senigalliesi mi ha attribuito.
Lo sento anche come riconoscimento del
lavoro che abbiamo fatto in questi anni e dei
progetti che abbiamo proposto per il futuro e
lo sento anche come investitura personale;
questo mi ripaga di tante “malelingue” che
ho sentito in campagna elettorale.
Chi ha avuto modo di conoscermi, avrà
colto in me anche una grande disponibilità
e una dedizione vera. D’altra parte la politica deve saper dire anche dei no, e in questo
caso, si scontenta la gente. Ma non si può
essere in balìa di chi spinge di più o di chi
urla più forte.
Federazione Uniti per l’Ulivo
Federazione Uniti per l’Ulivo
Forza Italia:
Alleanza Nazionale
Circoscrizione di Ascoli Piceno
Luciano Agostini (14.904)
Sandro Donati (4.446)
Guido Castelli (8.003)
Vittorio Santori (3.693)
Federazione Uniti per l’Ulivo
Federazione Uniti per l’Ulivo
Alleanza Nazionale
Forza Italia
7 aprile 2005
20
V
entre il nostro giornale va in stampa, siamo ancora privi
dei dati definitivi sulle elezioni comunali della città di Senigallia, ma qualche dato significativo è già evidente. Il
Sindaco uscente Luana Angeloni viene riconfermato al primo turno.
Poteva essere prevedibile, ma ormai è una certezza. Questa è una
opportunità importante per la maggioranza: non è infatti sottoposta
a ulteriori trattative. E’ una conferma alle scelte amministrative e
politiche compiute in questi cinque anni.La maggioranza e il suo
Sindaco hanno davanti a loro un periodo lungo per servire al meglio
questa città, sanno di avercela fatta ad infondere fiducia e possono
andare avanti senza quelle mediazioni che tra il primo e il secondo
turno non sempre sono positive. Un altro dato significativo è il forte
balzo in avanti del partito della Margherita: supera il 15%! Va sicuramente approfondito. Esprime una potenzialità molto grande, che,
se ben usata, può rendere questa forza politica davvero protagonista
del governo cittadino. Ovviamente ogni riflessione più accurata è
rimandata alla lettura dei dati definitivi, e cioè per noi… al prossimo numero.
Elezioni Amministrative 2005
Il Consiglio comunale di Senigallia
40 sez. su 42
Savini Vincenzo
Massacesi Lucio
Angeloni Luana
Marcantoni Fabrizio
| 5.620 | 22,08 |
| 2.319 | 9,11 |
| 14.349 | 56,38 |
| 3.161 | 12,42 |
35 sez. su 42
Alleanza Nazionale
Democratici di Sinistra
Repubblicani Europei
Rifondazione Com.
La Margherita
Comunisti Italiani
Forza Italia
SDI - Unità Socialista
Liberi x Senigallia
Fabrizio Marcantoni
Sinistra Democratica
Verdi per la pace
UDC - Libertas
| 1.840 | 9,22 |
| 5.304 | 26,59 |
| 273 | 1,37 |
| 1.041 | 5,22 |
| 3.171 | 15,89 |
| 525 | 2,63 |
| 1.747 | 8,76 |
| 353 | 1,77 |
| 1.344 | 6,74 |
| 2.282 | 11,44 |
| 259 | 1,30 |
| 1.121 | 5,62 |
| 690 | 3,46 |
Accanto ai 18 consiglieri della maggioranza e ai 12 dell’opposizione nel prossimo consiglio comunale siederanno anche
2 consiglieri stranieri aggiunti, senza diritto di voto. Questi i
risultati dei 427 voti validi.
Rujoiu Rodica Mihaela (Romania) 97 voti
Md. Abdur Kaium (Bangladesh) 58 voti
I più votati a Senigallia nelle elezioni regionali
2421 Patrizia Casagrande E. (L’Ulivo)
757 Gabriele Camerucci (UDC)
526 Luciano Montesi (Verdi)
369 Carlo Ciccioli (AN)
378 Stefania Benatti (L’Ulivo)
340 Marco Luchetti (L’Ulivo)
229 Giacomo Bugaro (FI)
21
188 Lidio Rocchi (L’Ulivo)
186 Nicola Malerba (AN)
121 Roberto Nocerino (UDEUR)
108 Katia Mammoli (L’ulivo)
93 Claudio Maderloni (L’Ulivo)
90 Daniele Silvetti (AN)
89 Michele Corinaldesi (Comun. Italiani)
7 aprile 2005
81 Luigi Viventi (UDC)
79 Paolo Belogi (AN)
78 Enrico Cesaroni (FI)
70 Fabio Badiali (L’Ulivo)
69 Marco Amagliani (Rifondazione)
64 Giuseppina Fattori (Rifondazione)
62 Luigi Rebecchini (Rifondazione)
dalla città di Senigallia
Fenomenologia
della campagna
elettorale
Bisogna lasciare al podestà
i tre quarti dell’acqua
del ruscello e i tre quarti
dell’acqua che resta
saranno per i Fontamaresi.
Così gli uni e
gli altri avranno
tre quarti, cioè,
un po’ più della metà”
(I. Silone, Fontamara)
merciale. Si cominciò con foto formali di mezzobusti
in giacca e cravatta, atteggiamento serio, colori e sfondo un po’ sciatti; c’è stato poi una graduale trend verso
pose meno formali, fino al confidenziale e all’ amichevole, via giacca e cravatta in alcuni casi, scelta oculata dello sfondo, colori sempre più attraenti l’occhio, fino ad arrivare alla velinizzazione di oggi: volti sorridenti, anzi ridenti, con denti bianchi in mostra, volto sottoposto a trucco e possibilmente ringiovanito, pose particolarmente ammiccanti, sguardi dolci.... Provate a fare
un giro per i tabelloni elettorali della nostra città e vedrete tante facce e foto, con simboli di partito sempre
più marginali, se non scomparsi. Fino a pose stucchevoli o costruite .
Ma tant’è: lo scopo è attirare l’attenzione.
Il mezzo oggi più utilizzato è la distribuzione e la
spedizione di volantini, depliants con la biografia del
candidato (tutti ostentano un’infinità di titoli!) e l’elenco dei meriti acquisiti, oltre al cosiddetto santino, sempre con la foto, da mettere nel portafoglio e tirare fuori
in cabina al momento di assegnare la preferenza. Credo
che le elezioni, sempre più frequenti, siano veramente
un grosso affare per le tipografie e per le poste. E per
giorni e giorni ti trovi la cassetta della posta piena di
lettere e materiale pubblicitario, candidati sorridenti insieme alla pubblicità dei telefonini e le offerte dei Centri Commerciali. D’altronde viviamo nella società mediatica e anche la campagna elettorale, o meglio la politica (anche in periodi non elettorali) fa spettacolo e segue le regole della comunicazione televisiva, ove imperano le televendite e i reality show.
Cesano,
U
na volta (voglio dire fino a
20/30 anni fa)la campagna
elettorale era diversa, assai
meno invasiva eppure sentita ed efficace. Queste erano le modalità
utilizzate dai partiti che io ricordo: i
manifesti, i comizi, generalmente in
piazza , l’auto con la tromba dell’altoparlante che girava per le vie e le
strade e, con l’avvento della televisione, le tribune elettorali in televisione. Innanzitutto occorre dire che
c’erano i partiti ed erano quelli e a
tutti noti e non le liste elettorali,
gran parte delle quali nascono e
muoiono col il momento elettorale.
I cittadini, pertanto, pur meno acculturati avevano le idee chiare sull’identità dei partiti, sulla contrapposizione tra i principali due partiti di
allora: la Democrazia Cristiana e il
Partito Comunista.
I manifesti non avevano le facce dei
candidati, ma mettevano ben in evidenza i simboli (lo scudo crociato e
la falce e martello, per restare ai due
partiti citati, ma anche il sole, l’edera, la fiamma tricolore...) e la scritta
dalla città di Senigallia
VOTA seguita dal nome del partito.
Ma non mancavano gli slogan (vi ricordate; “Nel segreto dell’urna Dio
ti vede, Stalin no” o “No ai padroni
vaticani e americani”?), le immagini
e le vignette, anche dalle forti tinte. I
comizi costituivano un momento
centrale della campagna elettorale e
all’inizio si svolgevano tutti in piazza, con un palco improvvisato e la
macchina con l’altoparlante accanto.
Ne scaturivano discorsi molto accesi, ove si menava giù duro contro gli
avversari e altrettanto accesa era la
partecipazione della gente, con applausi, ma anche fischi e insulti.
Ricordo di oratori, in certe zone
periferiche della città, che non riuscivano a parlare perché coperti di
fischi. Altrettanto vive e seguite erano le tribune politiche in televisione:
i meno giovani ricordano ancora
volti e voci dei politici, per i quali si
finiva per provare sentimenti forti. Il
comizio era una vera e propria arte,
di cui si ricordano alcuni maestri,
quali Nenni, Fanfani, Almirante,
Berlinguer… A dire il vero qualche
7 aprile 2005
emulo lo troviamo ancora, ad esempio Bossi. Ora le tribune politiche, o
come oggi si chiamano, sono diventate noiosissime trasmissioni che
non segue nessuno. Sono state sostituite da programma di attualità che
ospitano a turno i politici, in eterna
campagna elettorale ( “Porta a Porta”, “Ballarò” e “Punto e a capo”).
Oggi tutto è sottoposto alla legge
della par condicio,che ha finito per
burocratizzare tutta l’informazione
televisiva, a cominciare dai telegiornali RAI, ove l’informazione politica
è diventata uno squallido rito, per cui
su ogni fatto o novità ci propinano il
pensiero di un politico scrupolosamente per ogni partito, cronometrando i tempi a seconda del peso numerico del partito stesso. E giù luoghi
comuni e ovvietà a non finire!
Ma torniamo all’evoluzione dei
mezzi e delle modalità di propaganda elettorale. Restano i manifesti,
certo, ma ormai raffigurano soltanto
le facce dei candidati e si tratta di ritratti ogni volta più somiglianti a
quelli di qualsiasi pubblicità com22
un fiume
di amicizia
“Gli amici della foce del fiume
Cesano” propongono per
il prossimo 25 aprile
una giornata di attenzione
a questo straordinario
ambiente naturale.
23
Tra i mezzi funzionali alla propaganda elettorale c’è
anche il telefono oggi. Tra le telefonate di giovani che
chiedono la disponibilità di un’intervista sull’ultimo detersivo o di quello che ti vuole vendere la cassetta di vini e di olio, arriva anche la telefonata di colui che si ricorda di te sempre…ma in modo particolare per aggiornati che è in lista e conta sul tuo voto! Queste, ed altre
naturalmente, sono le differenze tra la prima e la seconda repubblica, nata dopo il 1989 col crollo del muro di
Berlino e le vicende di tangentopoli.
Non nascondiamoci però anche gli aspetti positivi
della nuova politica, per cui finalmente i partiti non sono più una fede, ai quali attribuire fedeltà , per timore di
incoerenza.” La libertà e la capacità di disobbedire sono
inseparabili”. ( Fromm) La coerenza a tutti i costi è la
più grossa incoerenza. La delusione degli uomini incoerenti al potere merita , di dovere, un cambiamento.
Non ci sono più scomuniche, si valutano più i fatti e
le persone che le ideologie e ci si sente meno oppressi
al momento del voto, finchè sentiremo il dovere.. di
andare a votare! Diciamo allora ai nostri politici: non
scimmiottate la spazzatura che impera in televisione,
anzi operate per liberarci da certe trasmissioni e da certi
personaggi televisivi.
U. Eco sostiene che ciò che caratterizza , statisticamente, la maggioranza, non può essere che la mediocrità, vale a dire dimensioni possedute in grado medio.
Provate a dare credito all’intelligenza dei cittadini e
vi accorgerete che alla fine questa strategia pagherà!
A
nche quest’anno gli Amici
della Foce del fiume Cesano
il 25 aprile si dedicheranno
alla pulizia della stessa foce e del
connesso pioppeto. La decisione è
stata presa dall’assemblea di soci,
che ha approvato pure rendiconto e
preventivo economico della stessa
Associazione. Nell’occasione è stato approvato anche un denso programma 2005 fra cui la “poesia nel
silenzio” (un omaggio all’atmosfera delle campagne marchigiane),
fissata per il 3 agosto a Montedoro
di Scapezzano. L’assemblea ha fatto anche il punto dello stato ambientale dei fiumi. Dopo anni di
scempio e abusi delle risorse naturali, la situazione è migliorata gra-
7 aprile 2005
M. A. M.
zie anche alla vigilanza ed alle iniziative degli “Amici” e di altre organizzazioni ambientaliste con la
valorizzazione di beni paesaggistici, storici, culturali. Tuttavia, il
“mondo” non finisce alla foce del
Cesano. Si parla molto –si è dettodi “polveri sottili”, di inquinamento
atmosferico (anche per i veleni rilasciati dalle bombe dove infuriano le
guerre con la perdita di tante vite
umane), di acque non potabili, di
immondizie senza discariche, di
carburanti ecologici come olio di
colza ed idrogeno, ma ben poco si
realizza, anzi si continua in modo
scriteriato a sottrarre terra all’agricoltura. Eppure –ecco l’appello lanciato dall’assemblea – “la natura è
vita! Difendiamola!”.
L’impegno degli “Amici” non
verrà mai meno. Ma, come è ovvio,
non basta. “ Ecco perché - ha detto
il presidente dell’Associazione
Marco Giardini – dobbiamo dare
una scossa alle istituzioni: Comuni,
Province, Regioni e Stato, trovare
nuovi alleati, rivolgerci alle persone più sensibili, intensificare la
campagna per il rispetto primario
dell’ambiente e dell’ecosistema”.
dalla città di Senigallia
Il macchinario entrerà in funzione dal 26 aprile e verrà utilizzato,
nei primi giorni, per esaminare pazienti ricoverati in ospedale.
Risonanza
magnetica a Senigallia
P
resentata la risonanza magnetica alla città. Un taglio del nastro
in via ufficiosa, l’inaugurazione
ufficiale verrà fatta tra qualche giorno. Una doppia inaugurazione motivata dal direttore generale Mario Molinari che ha volutoconsegnare alla
città il tanto atteso macchinario alla
presenza degli enti che l’hanno voluta
“Presentiamo oggi la risonanza ma
faremo l’inaugurazione più avanti
perché è giusto che siano presenti comune e regione, dei quali presto scadrà il mandato, che tanto hanno voluto la risonanza magnatica”. Alla preinaugurazione erano presenti tutti i
sindaci dell’hinterland oltre alle autorità locali al completo, ai primari dell’ospedale e al vescovo emerito
Mons. Odo Fusi Pecci.
L’apparecchiatura “Ovation 0.35T
Excite” , della GE Medical Systems,
è una risonanza magnetica “aperta”,
la prima di questo tipo ad essere
montata in Italia ed è dotata di una
tecnologia all’avanguardia che permette esami che fino ad ora erano
possibili solo con macchine di potenza maggiore. Il macchinario entrerà
in funzione dal 26 aprile e verrà utilizzato, per i primi giorni, per esaminare pazienti ricoverati in ospedale.
La risonanza magnetica lavorerà dalle 55 alle 60 ore settimanali, dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 20 e il sabato dalle 8 alle 14, la domenica mattina con molte probabilità sarà riservata alla libera professione.
Già da fine aprile sarà possibile
dalla città di Senigallia
prenotare l’esame. Un novità
assoluta di questo sistema è la
presenza di una
bobina che rende
realmente il sistema adatto allo
studio di pazienti obesi). La RM
aperta permette
al paziente di
eseguire l’esame
con solo una
parte
della
“macchina” che
lo sovrasta e questo permette anche di
avere vicino un familiare, come nel
caso dei piccoli pazienti pediatrici
che potranno avere la mamma vicino.
La qualità delle immagini è ottimale:
studio dei vasi , Encefalo, rachide ed
addome e naturalmente tutta la patologia muscolo-scheletrica ed articolare, per cui la macchina acquistata da
Senigallia avrà bobine particolari, anche per studiare la funzionalità e
quindi eseguire l’esame con l’arto in
movimento. La RM Ovation si presta
molto bene anche per applicazioni di
interventistica, grazie all’ampia accessibilità sul paziente realizzata anche grazie allo spostamento del lettino di 25 °.
Questo permetterà di procedere all’esecuzione di biopsie mammarie
RM-guidate , possibilità attualmente
non esistente in Italia con apparecchiatura di tipo “aperto”. Questa nuova applicazione all’avanguardia, unita
alla competenza senologica dei medici radiologi di Senigallia, permetterà
l’istituzione di un centro di ricerca
nella patologia tumorale della mammella. Questo centro, diretto dal Dott.
Paolo Busilacchi, Direttore dell’Unità
Operativa di Radiologia e Diagnostica per Immagini dell’Ospedale di Senigallia, procederà alla progettazione
di nuovi software dedicati alla RMSenologica e vedrà la frequenza di
medici per imparare la diagnostica e
l’interventistica mammaria su questa
nuova macchina.
Michela Gambelli
7 aprile 2005
Una vivace realtà di Brugnetto
Uno sportello informativo
La previdenza
Arcevia e comunità montana
Per saperne
va in porto
Fare impresa
di più
U
no sportello informativo dedicato alla gente di mare, è quello presentato in una conferenza stampa, dalla Direzione provinciale
Inps, da Lega Pesca Marche e dal
Centro Servizi Integrati per la Pesca
Ancona.
Lo sportello, lanciato dallo slogan
“La previdenza va in porto”, aprirà
ogni venerdì, dalle 9 alle 13, dall’ 8
aprile, presso la sede del Consorzio
Pesca Ancona, al Molo Mandracchio
del porto dorico. Offrirà consulenze
ed informazioni su pensioni, rilascerà
estratti contributivi e modulistica, riceverà le pratiche che i 739 lavoratori
della pesca della provincia e del porto
di Ancona, su un totale di 209 aziende, potranno presentare nel giorno in
cui sono solitamente a terra, dopo
aver passato la settimana in mare.
“E’ obiettivo prioritario dell’Inps –
ha spiegato il direttore provinciale Inps Ancona, Domenico Lapenna – cercare di offrire i propri servizi dove sono i lavoratori e, in questo caso, al
porto, proprio per favorire l’accessibilità alle informazioni di queste persone che difficilmente possono raggiungere i nostri uffici”.
Simone Cecchettini, responsabile
regionale di Lega Pesca Marche, associazione con cui è stato organizzato il servizio, ha sottolineato che
“questa iniziativa cerca di facilitare il
lavoro delle imprese della pesca, in
un momento in cui si trovano a dover
affrontare diverse difficoltà, come il
caro gasolio”.
Per Daniele Palestrini, responsabile
Centro Servizi Integrati per la Pesca
Ancona, “i pescatori hanno sempre
poco tempo per potersi occupare delle
questioni previdenziali, questa opportunità sicuramente li aiuterà.
Sarebbe importante che altre amministrazioni, come la Capitaneria di
porto, potesse avviare iniziative simili, magari soltanto per il venerdì, giorno in cui le imprese di pesca devono
seguire numerose pratiche burocratiche dopo lo sbarco”.
Secondo Paolo Pizzichini, presidente Comitato provinciale Inps Ancona,
“questo è uno ‘sportello amico’, con
cui l’Inps vuole confermare la sua vicinanza ai problemi del lavoro ed all’associazionismo”.
MP
24
R
insieme
L
a forte presenza di imprese di
produzione indica che vi è
una diffusa propensione a fare impresa, che occorre sostenere e
agevolare perché la gente se non
trova lavoro non resta nelle nostre
zone”. Questo il nodo, questo il dato “ottimistico” e queste le proiezioni, che il sindaco Silvio Purgatori
delinea nel "sunto" dell’incontro tra
gli amministratori arceviesi e Fabrizio Giuliani, neopresidente della
Comunità Montana Esino Frasassi.
All’esame: la situazione del territorio municipale e le iniziative da
porre in essere per rilanciarne lo
sviluppo. Innanzitutto, sottolinea il
primo cittadino, occorre intesa: "In
un contesto di difficoltà finanziarie
per gli enti locali diventa sempre
più importante non disperdere le risorse disponibili, razionalizzando
gli interventi ed unendo gli sforzi
per evitare inutili doppioni”. L’attenzione alla persona ed alle persone ne è la prima conseguenza, sullo
sfondo dell’utilizzazione, della difesa e della valorizzazione dell’esistente: “In una situazione che vede
alcuni Comuni della nostra zona
sopportare un costante calo demografico, sarebbe opportuno intervenire per agevolare nuovi arrivi e fa25
vorire il recupero delle abitazioni
nei centri storici.
Inoltre anche la chiusura di negozi commerciali e botteghe artigiane
nei centri delle nostre città richiede
interventi mirati. Si potrebbero ipotizzare contributi in conto interessi
al fine di incentivare investimenti
privati in questa direzione”. Da qui
il progetto del presidente Fabrizio
Giuliani di dare l’avvio a delle
“Giunte itineranti” nei diversi Comuni del territorio montano.
Disegno condiviso da Purgatori:
“Una dimostrazione di grande attenzione per tutte le realtà locali amministrate, attenzione confermata dalla
decisione di cominciare il suo mandato con una serie di incontri preso
i Municipi dei Comuni interessati.
Ho proposto al presidente di ultimare le consultazioni con i sindaci e
successivamente di predisporre e
sottoscrivere un protocollo d’intesa
tra la Comunità Montana ed i Comuni su alcuni punti programmatici
ritenuti prioritari da affrontare insieme. È infatti importante che le politiche per il territorio, per un suo sviluppo equilibrato, siano concordate
dalle istituzioni e dagli enti locali
presenti sul territorio”.
Umberto Martinelli
7 aprile 2005
iprende forma anche quest’
anno, dopo la prima edizione
svoltasi nel 2003, il ciclo di
incontri pubblici su temi di attualità
“Per Saperne di Più”, organizzato
dal Circolo Culturale- Biblioteca
“Oscar Franceschini” di Brugnetto.
Tre, quest’ anno, le serate previste
con scadenza settimanale. Ogni incontro inizierà alle ore 21.00 e si
terrà presso la Sala della Comunità,
in via Antonelli, di fronte la Chiesa.
Si inizia venerdì 8 Aprile. La prima
serata, dal titolo “Quale futuro per l’
artigianato nelle valli Misa e Nevola”, vedrà la partecipazione di Filippo La Rosa del Confartigianato di
Senigallia e Marzio Sorrentino della
CNA di Senigallia ed affronterà i temi legati alla conoscenza delle realtà
delle piccole e medie industrie artigianali nel nostro territorio. La seconda serata, venerdì 15, sarà dedicata al rapporto tra cittadini e protezione civile ed avrà appunto il titolo
“Protezione Civile cosa posso fare io
cittadino?”.
Durante la serata verrà anche presentato il piano di Protezione Civile
del Comune di Ripe e tra gli invitati
avremo Renzo Sagrati Comandante
dei Vigili Urbani di Ripe, Renato
Giovanetti e Andrea Barbieri entrambi volontari della Protezione
Civile di Senigallia.
Terza ed ultima serata in programma sarà, venerdì 29, dedicata alla
conoscenza degli enti preposti all’
erogazione dell’acqua e al modo per
cui si è passati da una gestione comunale prima, sovra- comunale dopo e territoriale, addirittura provinciale ora, dell’ acqua.
Dunque sul tema “Chi ti porta l’
acqua si chiama Multiservizi. Questa sera puoi conoscerlo meglio” si
ritroveranno a discutere Patrizio
Ciotti direttore della Multiservizi
s.p.a. e Nazzareno Badiali Co.
Ge.Sco.
Tre serate per conoscere meglio
quanto ci circonda e fa parte del nostro quotidiano.
Giulia Torbidoni
dai Comuni della diocesi
A Mondolfo il ricordo del maestro Paolo Pellegrini
Dalla Vigor Senigallia
Leandrò Memè omaggia Tonino Guerra
Un maestro
Omaggio
di musica e di vita
H
a accolto con immenso
dolore il Corpo Bandistico
Santa Cecilia di Mondolfo, e con esso l’intera comunità cittadina, la notizia della morte del Prof. Paolo Pellegrini – avvenuta lunedì 28 marzo a Senigallia - da oltre trent’anni maestro direttore del Corpo Bandistico mondolfese e insegnante della annessa
Scuola di Musica “Amedeo Tarini”. “La notizia ci ha preso di sorpresa – ha spiegato il Presidente
del S.Cecilia, geom. Luca Piccioli
– sapevamo infatti delle incerte
condizioni di salute del nostro
maestro, in queste settimane, ma
negli ultimi giorni avevamo ricevuto notizie confortanti. A nome
dell’intero Corpo Bandistico, mi
stringo alla famiglia del Maestro,
con particolare attenzione alla
moglie, il Soprano Delfina Buldrini, che è stata sempre vicina al
proprio marito, e tanto ha sempre
collaborato con la nostra Banda”.
Il Maestro Paolo Pellegrini aveva
assunto la direzione del Santa Cecilia a Mondolfo negli anni ’70
dopo il lungo periodo del M° Tari-
ni, colui che terminata la guerra
aveva ridato energia al Corpo. “Se
il M° Tarini ebbe l’onere di ricostituire il Corpo dopo la tragedia
della guerra – ha proseguito Piccioli – il M° Pellegrini ebbe l’impegno non certo secondario di
portarlo alla capacità tecnica oggi
grazie a lui raggiunta. Un maestro
e compositore di tanta dote, certo
eccelle fra quelli che nei 150 anni
della nostra storia hanno guidato
l’istituzione mondolfese”.
La morte del Maestro Pellegrini
cade infatti nel mentre sono in
corso le celebrazioni per il 150°
di fondazione del Santa Cecilia.
“Come non ricordare – ha proseguito il Presidente della Banda,
pure lui effettivo del Corpo – le
ultime occasioni in cui il nostro
Maestro Pellegrini ci ha diretto.
Proprio a Natale abbiamo partecipato alla rassegna “Natale in
Collegiata” con una grande concerto sinfonico in cui, come
sempre, ci aveva preparato con
grande dedizione e diretto con
indiscussa precisione.
Alessandro Berluti
Due mostre
in città
D
a sabato scorso Senigallia ospita due belle mostre: quella di Vittorio
Gatti, le cui opere del 1967 e
1968 saranno esposte a Palazzo
del Duca fino al 25 aprile. La
pagina di cultura
mostra sarà quindi visitabile
ogni giorno, dalle ore 16,30 alle
19,30.
Poi, quella nella Chiesa dei
Cancelli, la mostra di Abel Zeltman, che rimarrà aperta al pubblica tutti i giorni fino al 20 aprile, nella fascia oraria dalle 18 alle 20. Va inoltre segnalato che
opere dello stesso Abel Zeltman
saranno anche esposte, per l’intera durata della mostra, sia
presso l’Osteria del Teatro di Via
F.lli Bandiera che presso la Galleria Portfolio di Via Fagnani.
7 aprile 2005
al grande Papa
Artisti
L
o scultore Leandro Memè, che vive
ed opera a Castel Colonna, è stato fra
i protagonisti della manifestazione
celebrativa degli 85 anni di Tonino Guerra,
tenutasi di recente alla Mole Vanvitelliana
di Ancona. A Guerra è stata infatti donata
una pregevole scultura di Memè. E’ stato lo
stesso artista di Castel Colonna a consegnarla a Guerra, figura carismatica della
cultura italiana. La scultura si intitola “Lamento”, e raffigura un cavallo che tende
verso il cielo con un balzo intriso di sofferenza, tipico del linguaggio espressivo di
Memè. Nato ad Ostra nel 1945, Leandro
Memè ha iniziato a scolpire alla fine degli
anni sessanta privilegiando legno e pietra.
Ha al suo attivo prestigiose personali ad
Ancona (Teatro Goldoni e Atelier dell’Arco
Amoroso), Ostra (Sala delle Lance), Senigallia (Palazzetto Baviera ed Expo Ex), Arcevia (Palazzo dei Priori), una qualificata
pubblicistica che lo ha visto quotare anche
sul catalogo Bolaffi Arte, oltre che una attività formativa (Scuola del restauro di Ostra,
Università delle Tre Età) grazie alla quale
ha diffuso l’educazione alle arti decorative,
al restauro e alle arti applicate in una molteplicità di esperienze didattiche. Quella di
Memè è, annota lo scrittore Fabio Ciceroni,
una ricerca “impetuosa e sofferta”, che si
concreta in forme d’espressione che sembrano “consentire a legami ancora possibili”. Opere dell’artista di Castel Colonna sono state, nel tempo, collocate in vari musei
e collezioni pubbliche, ad esempio nelle pinacoteche di Senigallia, Falconara Marittima, Ostra, in svariati edifici sacri (dalla
chiesa parrocchiale di Castel Colonna, a
quella di Monterado, al Santuario degli Alberici), oltre che ad Ancona (all’Istituto Bignamini e presso la sede regionale della
Confcooperative) ed in alcuni istituti scolastici della provincia.
Raoul Mancinelli
26
U.S. VIGOR - la squadra
L
o sport italiano si è fermato
per onorare la morte del Papa
Giovanni Paolo II; così è stato
anche per lo sport senigalliese. La
Vigor doveva giocare in casa con
l’Ascoli, mentre mercoledì scorso era
in programma l’incontro con l’Urbisaglia, rimandato, avendo quest’ultima superato il turno di Coppa Italia.
Sono tre i recuperi che attualmente il
campionato nazionale dilettanti, girone d’Eccellenza, deve recuperare. Stà
alla stessa Federazione definire le date pìù appropriate. Noi riferireremo,
di volta in volta, i giorni in cui verranno disputati gli incontri.
Tutti questi rinvii non fanno che
favorire i recuperi degli infortunati
vigorini, incominciando da Rodolfo
Montanari, ricoverato poco tempo fa
in ospedale per accertamenti, dimesso da poco e pronto fra non molto a
rientrare in squadra; è lo stesso a dircelo: “Penso che per la fine di aprile
sarò in grado di riprendermi il posto
in squadra. I medici hanno scongiurato qualsiasi impedimento nella pratica sportiva; dovrò solo rimettermi
ad allenarmi coi miei compagni e in
poche settimane raggiungere la forma necessaria per essere competitivo.” Il recupero di questo ragazzo
per la Vigor è fondamentale, special27
mente in questo ultimo periodo dove
ci si gioca il passaggio ai play-off.
Oltre a Montanari è importante anche il recupero del forte centrocampista-attaccante Figueroa, appiedato
da diverse settimane da un fastidioso
stiramento. La sua assenza è stata
determinante, visti gli scarsi risultati
ottenuti in questo ultimo periodo. E’
dal 13 febbraio scorso che i vigorini
non hanno più vinto pur avendo disputato sei incontri, di cui due persi e
quattro pareggiati; un ruolino di marcia che ha consentito alla Jesina, alla
fine, di superarci in classifica.
Ora è tempo di riscossa, ma a ripresa campionato, oltre ai già sopraccennati giocatori, ai rossoblu
mancheranno anche gli squalificati
Loreti, Marchetti, Rosetti, un problema di non poco conto per il mister
Giuliani. La rosa dei giocatori a disposizione del trainer non è ampia, a
meno che non si peschi nelle giovanili juniores. Un insieme di giovani
con un futuro certo, ma che al momento attuale non possono esprimersi con l’esperienza che solo col tempo si può acquisire.
Anche la pallacanestro maschile
Goldengas e Mackia hanno partecipato al lutto nazionale, pertanto tutto
è rimandato alla prossima settimana.
7 aprile 2005
Maceratese
Jesina
60
43
Vigor
42
Caldarola
40
Urbisaglia
Acqualagna
40
39
Biagio Nazzaro
39
Centobuchi
38
Real Vallesina
Civitanovese
36
34
Camerino
Montegiorgese
32
30
Lucrezia
Matelica
28
24
Porto Sant’Elpidio
Mondolfo
22
22
Jrvs Ascoli
15
sport
Aggiornamenti di ciclismo a cura di Umberto Martinelli
Tennistavolo
Fine di campionato
È
terminato il campionato di
tennistavolo 2005. Con la
bella vittoria di sabato scorso,
la serie B ha concluso la propria avventura con un ottimo secondo posto. Soddisfazione in casa senigalliese anche da parte di Massimo Costantini, attuale ct della Nazionale,
in questi giorni in partenza per i
prossimi europei. In C2, Senigallia
2 è stata promossa in C1, mentre si
attende per la sorte di Senigallia 1 a
rischio retrocessione nonostante
l’ultima vittoria. In serie D, ottimo
esordio con la squadra locale al secondo posto.Adesso riprende l’atti-
vità a carattere nazionale, con i vari
tornei previsti dal calendario sportivo: 2 aprile, torneo regionale, 10
aprile, torneo nazionale di quarta a
Terni, dal 14 al 17 aprile Campionati nazionali Csi a Ponte di Legno e
poi, all’inizio di maggio, il consueto
appuntamento con il torneo nazionale Csain e Acs che ormai da anni
scelgono Senigallia come luogo della manifestazione. Impegnatissima
anche Sabrina Moretti, la quale, in
attesa di presentarsi agli italiani di
seconda di aprile, parteciperà proprio ad un torneo internazionale in
Francia nella Camargue.
Podismo
Fiori verso il mondiale
M
ario Fiori, la soddisfazione per il brillante “bronzo” di Genova ma,
soprattutto, lo sguardo puntato al mondiale di San Sebastian. Dopo
aver regalato all’Atletica Senigallia un prestigioso terzo posto assoluto ai campionati italiani di marcia sulla distanza dei 3 chilometri, col
ragguardevole tempo di 15’40” e precedendo l’altro senigalliese Leonardi
Pazzani, ottimo quarto, Mario Fiori ha iniziato la preparazione ai campionati mondiali in programma appunto in Spagna tra l’agosto e il settembre
prossimi. Obiettivo, cogliere una medaglia nella 20 chilometri di marcia a
squadre. A San Sebastian l’atleta senigalliese sarà sostenuto da due sponsor,
la Cia Marche e l’agenzia di comunicazione “Segni e suoni”, che curerà anche le relazioni pubbliche di questa spedizione spagnola che confidiamo
possa arricchire il palmarès di Fiori.
Sul podio molti pattinatori dei fratelli Guenci
Team roller di successo
S
i è svolta nei giorni scorsi la prima fase dei campionati di pattinaggio
a rotelle velocità. I giovani del Team Roller continuano a mietere medaglie su medaglie. Due giri a circuito: Margherita Grassi 1°, doppietta dei fratelli Fabrizio Latini 1° e Daniele Latini 2°, Valentina Arthemalle 3°, Roberta Magini 3°; 600 metri: ancora doppietta dei fratelli Fabrizio Latini 1° e Daniele Latini 2°, Margherita Grassi 1° e Roberta Magini
3°; gara di velocità a cronometro: Morpurgo Susanna 2°, Alice Malerba 2°,
Luca Barbarossa 3°; nella gara di fondo mt. 1500 Luca Barbarossa si piazza 3°. Nelle gare americane a staffetta a squadre Francesco ed Emanuele
Piazzai e Simone Pambianchi 1°; Morpurgo Susanna, Alice
Malerba ed
Alessandra Morpurgo si piazzano al 3° posto; Daniele Verri e Lorenzo Manoni si piazzano al 4° posto.
sport
7 aprile 2005
Gara
podistica
A
Sant’Angelo di Senigallia si è
svolta la gara podistica del 19°
Trofeo Mare-Città-Collina, indetto dal centro sociale Molinello 2. La
gara è stata organizzata dal Circolo e
Unione sportiva A.C.L.I. Sant’Angelo.
L’apparato organizzativo è stato coordinato dal presidente Gabriele Pesaresi,
dal vice presidente Antonio Fronzi, dal
segretario Attilio Priori e dai soci Eugenio Giacomelli, Giampiero Marconi,
Paolo Fronzi, Guido Piersantelli, Fausto
Fronzi, Carlo Susannini, Giorgio Galli,
Egidio Bigi, Chiappa Ennio e dai soci
del Circolo Acli di San Silvestro. Il servizio di ristoro è stato garantito da Silvana Cantarini, Anna Maria Pesaresi,
Anna Casagrande, Faustina Morganti,
Anita Rocchetti. Il servizio di assistenza
è stato fornito dal C.R.I. di Senigallia.
Le Classifiche:
Ragazzi Km. 2,000: 1° Latini Jacopo
(G.S.Pieralisi)
Ragazze Km. 2,000: 1° Cateni Simona
(Pod.Lucrezia)
Uomini Km. 8,000: 1° Torregiani Emanuele (Atl.Senigallia), 2° Falessi Marco,
3° Schirrò Antonio, 4° Mantovani Giorgio, 5° Pacioni Paolo, Ippoliti Giacomo,
Pieroni Piero, Santoni Roberto, Filippini
Claudio, Biagini Sandro, Marinelli Fausto, Spallacci Stefano, Cecchini Rubens,
Moricoli Marco, Latini Roberto, Renzi
Luciano, Garganelli Mario, Garganelli
Giorgio, Galli Gabriele, Squazza Giancarlo, Ghiandoni Bruno, Bigiotti Carlo,
Perini Osvaldo, Mancinelli Franco,
Mazzotti Giancarlo, Tonti Antonio, Pazzani Leonardo, Rossi Giovanni, Pierini
Giorgio, Rossini Osvaldo, Oliva Leonardo, Pasquini Enrico, Oliva Vasco, Costantini Giuliano, Droghini Mirco, Costantini Paolo, Bachiocchi Graziano, Pasquini Antonio, Pasquini Angelo, Brandi
Angelo, Giacinti Gianfranco.
Donne Km. 8,000: 1° Montanari Donatella (Pod.Lucrezia), 2° Eutizi Gabriella, 3° Mancini Graziella, Rossini Liliana, Rica Dina, Bartolucci Lidia, Gallo
Gemma, Clementi Vincenza, Dall’Oco
Jole, Fiorfiolini Elisa, Sarcinelli Marisa.
Classifica gruppi:
1°) Pod.Lucrezia
2°) Atl.Effebi Fossombrone
3°) G.S.Cifra Iom Ancona
4°) Atl.Senigallia
5°) G.S.Pieralisi
6°) G.P. Valmisa Serra de’Conti
U.S. ACLI S.ANGELO
28
Marche cycling award… di tutti i colori
L’organizzatore Marcello Malizia fa filare via frizzantemente la serata: dal
culmine professionistico all’effervescenza amatoriale, dalle imitazioni di
Angelo Carestia alla sorridente presenza di Lilla Nigro all’intrattenimento canoro di Antonietta Menegatti
Al Miu j’adore di Marotta, la terza
edizione del Marche Cycling Award si
avvale dei premi dell’artista ascolano
Enzo Marinelli e di tutta la scala cromatica delle maglie: l’iride, l’azzurro,
il tricolore.
Gli assenti sono giustificati e impegnati: i professionisti Michele Scarponi,
Sergio Marinangeli (ritira il premio Sesto Strappa), Filippo Simeoni, Mario
De Sarraga Orviz, Luca Ascani, Tania
Belvederesi; l’under Michele Manzotti,
il dirigente Walter Tombesi (Bici Adventure Quintabà Piangiarelli), gli organizzatori della Due Giorni Marchigiana, i rappresentanti del Potentia
1945 Starplast, gli amatori Graziano
Verdini e Adolfo Pochi (tandem della
Melania Giovani Calzature).
Nel parterre della ciclofilia riunita in
famiglia (Vittorio Puerini, Giuseppe
Ripà e la sua solidale Fassa Bortolo con
le maglie firmate “Petacchi”, “Picchio”
Fabrizio Mogliani, Massimiliano Grufi….), si trovano a proprio agio l’assessore provinciale anconetano al Turismo, Luciano Montesi, e il giornalistascrittore Raoul Mancinelli.
Sandra Pinato (curatrice servizio stampa) traduce il Marche Cycling Award in
informazione ecumenica.
Ecco la passerella dei premiati.
Professionisti: il senigalliese Andrea
Rossi (stoppato da un incidente, finalmente privo di stampelle, ma costretto
ad inseguire la forma ottimale), l’osimano-fidardense Andrea Tonti (ormai
in… dimensione Giro d’Italia, al fianco
di Damiano Cunego e Gilberto Simoni), il pesarese Massimo Giunti (che,
dopo il “diamante” vittorioso ottenuto
con il Trittico Lombardo, intende imporsi autorevolmente in…prova unica).
Amatori: gli iridati, quasi-mondiali e
tricolori Walter Basili, Eneko Fernandez Pena, Umberto Cevoli, Aldo Pavoni, Laura Minestroni.
Giovani: Matteo Sbaffi (sinonimo di
“ciclismo & turismo” con il suo Pianello Cicli Cingolani-Arcevia perla dei
monti), Martina Scoppa.
Dirigenti: Leandro Romani (un po’
…rauco dopo aver molto ruggito quale
“Leone di Bottega”), Mario Cartechini
– Orlando Santucci (tandem corridoniano che guarda all’ultracentenaria
Corsa di S.Pietro di fine giugno),
Maurizio Giustozzi (gran mondo amatoriale maceratese Udace Csain), Orazio Bracalente.
Societa’: Massi Team-Marotta Macchine (Rodolfo Massi), Mobili Rimini Appignano, Rapagnanese Matricardi Autotrasporti (Silvio Benignetti, il “CicloAvvocato”), Ruote e Cultura (Antonio Romagnoli), G.C. Osimo Stazione
Starplast (Severino Antonella), Monturano Civitanova Cascinare (Marco Moretti), Mobili Rimini Appignano.
Manifestazioni: Gran Premio Capodarco (Gaetano Gazzoli - Paolo Fratini), Cappello d’Oro (Demetrio Jommi Paolo Piazzini), Trittico Fidardense
(Bruno Giorgetti) , Settimana Internazionale di Gabicce (Claudio Romani),
Fondo Leopardiana (Agostino Nina).
Premi Speciali: Amerigo Severini (alla
carriera, punteggiata da tre tricolori e
quattro podi iridati nel ciclocross, in cui
il “Barbarino” era inimitabile) , Giovanni Stortini (alla memoria; premio ritirato
dal suo alter ego Sauro Mazzante).
Premi Fedeltà Granfondo Conero:
Roberto Baldoni, Roberto Torriani, Andrea Scoppa, Luigi Luna, Lorenzo
Mangialardo, Roberto Vismara, Luca
Bevilacqua, Franco Compagnoni, Ermanno Furia, Pio Renato Sbaffo, Gianluca Felici, Angelo De Santis.
Umberto Martinelli
Foto (di Sandra Pinato): Martina
Scoppa, Lilla Nigro, Matteo Sbaffi
Podismo dai grandi numeri
S
traordinaria giornata di sport, onorata da una partecipazione eccezionale (ben 330 gli atleti presentatisi al
“via”): davvero un successo sopra le righe per il Trofeo Podistico Città di Senigallia, valido quale Memorial
Marcello Perini e organizzato dall’Atletica Senigallia sotto l’egida di Avis e Aics. La competizione si è sviluppata
su un percorso di dieci chilometri interamente pianeggiante. Hanno primeggiato Pietro Pelusi e Laura Giordano, ma
in tanti -tra vincitori e “piazzati”- si sono presentati a ritirare i numerosi premi di classifica. Alla premiazione sono
intervenuti il sindaco Luana Angeloni, l’assessore Andrea
Nardella, il presidente dell’Avis Luciano Di Marcelli e il
funzionario dell’Ufficio Sport del comune Andrea Garbin.
Presenti anche la signora Lidia, vedova di Marcello Perini al quale era intitolato il Memorial, il presidente dell’Aics regionale Giorgio Sartini, il presidente del Panathlon Norberto Zazzarini e il suo vice Marco Esposto, oltre
allo staff organizzativo della Atletica Senigallia, nel quale
si sono distinti il presidente Osvaldo Perini, Giorgio Peri29
ni, Leonardo Pazzani e altri collaboratori. Questi gli atleti
piazzatisi nelle posizioni d’eccellenza: primi assoluti Pietro Pelusi (Tre Valli Jesi) e Laura Giordano (Avis Macerata), primo atleta-donatore Roberto Orciani (Cral Angelini). Dettaglio per categorie: categoria A, 1° Gianluca Santoni (Bracaccini Osimo), 2° Yassine Zaouia, 3° Matteo Pericoli. Categoria B, 1° Paolo Sorichetti (Atletica Recanati), 2° Luca D’Andrea, 3° Manuele Torreggiani. Categoria
C, 1° Luca Vandi (Montecchio 2000), 2° Francesco Angelucci, 3° Mario Ciani. Categoria D, 1° Valerio Principi
(Sacen Corridonia), 2° Alessandro Perini, 3° Leonardo Di
Iorio. Categoria E, 1° Antonino Ponzio (Tre Valli), 2°
Leonardo Renzi, 3° Claudio Lazzari. Categoria F, 1° Vincenzo Bernabei (Monturanese), 2° Massimo Pucci, 3°
Giovanni Baldassarri. Categoria G, 1° Domenico Giordano (Caffè Foschi Pesaro), 2° Bruno Maceratesi, 3° Nerino
Romani. Categoria H, 1^ Simona Santini (Fondiaria Sai),
2^ Monica Seraghiti, 3^ Loredana Santoni.
Raoul Mancinelli
7 aprile 2005
sport
I lettori
scrivono...
Indirizzare a: “La voce misena”
P.zza Garibaldi, 3 - 60019 Senigallia
fax 071/7914132 - E-mail: [email protected]
Ancora su Voce Misena
Complimenti!
Gentile redazione,
ho in mano il numero di Pasqua del nostro settimanale diocesano: pieno
di belle riflessioni, foto suggestive, indicazioni preziose per vivere al meglio la spiritualità pasquale. Complimenti. Nella vostra semplicità mi avete
regalato un piccolo strumento di approfondimento che ha arricchito le mie
giornate di festa. Grazie e buon lavoro.
FM, Chiaravalle
Due papi,
Pio
IX
due giganti
oggi
possibile fare un
confronto essenziale
fra i due grandi Papi?
Lo tentiamo, in forma di
flash. 1. Storia. Tutti e due
segnano gli avvenimenti del
mondo. Pio IX è l’ultimo
Papa-Re. Con lui finisce lo
Stato Pontificio (20 settembre 1870). Giovanni Paolo
II demolisce le più grandi e
orrende dittature della storia. 2. Pace. Pio IX fugge a
Gaeta per sottrarsi ai tentativi – possibili con ogni
mezzo – di dichiarare guerra all’Austria. All’Osanna
segue il Crucifige. Giovanni Paolo II si pone come
barriera morale contro ogni
forma di guerra, compresa
la chiara opera diplomatica
con Bush per scongiurare la
guerra in Iraq. Giovani Pio
IX approva e incoraggia la
Gioventù Cattolica Italiana
(2 maggio 1868). Giovanni
Paolo II entusiasma i giovani con le Giornate Mondiali
della Gioventù. Evangelizzazione: Pio IX approva
Congregazioni, Istituti, So-
a cura
di
G. Cionchi
i lettori scrivono
È
cietà maschili (48) e femminili (139) per annunciare
Cristo. Giovanni Paolo II
prende lo stile del missionario “ambulante o mobile”
con gli oltre 100 viaggi
apostolici in ogni parte del
mondo.
Madonna: Pio IX proclama il dogma dell’Immacolata Concezione, l’8 dicembre
del 1854. La Madonna si
conferma tale nelle apparizioni di Lourdes. Giovanni
Paolo II si affida a Lei con il
suo famoso “Totus tuus,
Maria” e con i suoi pellegrinaggi nei santuari del mondo, compreso il nostro Loreto, dove sorge una struttura
tipica per i giovani.
Mass-media. Pio IX fonda “L’Osservatore Romano” (1 luglio 1861), Giovanni Paolo II è il Papa che
si è servito dei mass-media
(radio, televisione, internet,
stampa – anche con i suoi
libri di cui l’ultimo: “Memoria e identità” è best seller da diverse settimane - )
per annunciare Cristo.
17 marzo 2005
La pagina dei vostri annunci
DALL’8 AL14 APRILE 2005
• MUSICA
Senigallia — Auditorium san Rocco
(071.6629350), sabato 9 ore 21.15,
per i “Concerti in auditorium
2005” si terrà un Concerto Jazz in
collaborazione con l’Associazione
culturale “La Fenice” di Senigallia. Suonerà il duo Francesco Cafiso (sassofono) e Riccardo Arrighini
(pianoforte).
Ancona — Teatro delle Muse (071.
52525), giovedì 14 ore 21, per la
Stagione sinfonica 2005 suoneranno l’Orchestra filarmonica marchigiana diretta da Gustav Kuhn suonerà musiche di R. Strass e G.
Mahler.
• TEATRO E DANZA.
Fano — Teatro della Fortuna
(0721.8874412), sabato 9 ore
21.15 e domenica 10 ore 17, per
“Fano Teatro 2004-2005” sarà rappresentata la commedia “Il medico dei pazzi” di Eduardo Scarpetta. Regia di Carlo Giuffrè.
Pesaro — Teatro Rossini (0721.
32482), sabato 9 ore 21.15 e domenica 10 ore 17, la Compagnia
“Arca Azzurra Teatro” presenta
“Nero Cardinale” scritto e diretto
da Ugo Chiti.
• CINEMA
Senigallia — Cinema Gabbiano
(071.65375), mercoledì 13 ore
21.15, per la rassegna “Frammenti dalla Biennale 2005” sarà
proiettato e discusso il film
“Exils” di Tony Gatlif.
• MOSTRE D’ARTE
Senigallia — Palazzo del duca, fino
al 25 aprile dalle 17 alle 20, mostra retrospettiva antologica del
pittore senigalliese Vittorio Gatti
dal titolo “Vittorio Gatti – opere
1967 - 1998”.
• INCONTRI
Senigallia — LA SCUOLA DI PACE
A. S. 2004-2005 (anno decennale)
(071.662935), per il Corso formativo “I giochi di potere nella relazione d’aiuto, verso una nuova
libertà” sabato 9 (ore 9.30-12.30 –
15.30 – 19.30) e domenica 10 (ore
9.30 – 12.30) condurranno Mauro
Scardovelli e Carolina Bozzo.
Brugnetto — Circolo culturale
“Oscar Franceschini”, ven. 8 ore
21, per il ciclo di incontri “Per saperne di più” i relatori Filippo La
Rosa (CGIA) e Marzio Sorrentino
(CNA) parleranno su “Quale futuro
per l’artigianato nelle valli del Misa e del Nevola”
Tullio Piersantelli
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Volete far conoscere un avvenimento che riguarda la vostra realtà, la famiglia, gli amici, la comunità parrocchiale, le associazioni…? Consegnate gli annunci presso la redazione o la Curia. E possibilmente con un contributo a sostegno del giornale.
Monterado
La benedizione degli operai nelle fabbriche si
sta introducendo come tradizione. L’accoglienza
dalla parte dirigenziale permette di sospendere il lavoro
per qualche minuto, recitare la preghiera, benedire e
spiegare il significato degli auguri. Modalità particolari
ha assunto presso la “Valli Zabban” dove – all’incontro
e alla benedizione con gli operai nei singoli capannoni –
è seguita “l’assemblea” nella sala riunioni con il saluto
caldo e intenso del Direttore dr.Romagnoli (“la fabbrica
è un bene di tutti, appartiene a tutti, esige la collaborazione di tutti)” con la breve lettura e commento, da parte del pievano don Giuseppe, di un brano della Gaudium et Spes: il cui testo è stato offerto ai presenti, in
fotocopia, dalla creativa e impareggiabile segretaria Roberta; con il dono del libro Dio è ateo? (Shalom). Non
poteva mancare il breck finale con la stretta di mano per
gli auguri a tutto campo.
Riportiamo il brano scelto da Roberta.
“Oggi più che mai, per far fronte all’aumento della
popolazione e per rispondere alle crescenti aspirazioni
del genere umano, giustamente si tende ad incrementare
la produzione di beni nell’agricoltura e nell’industria e
la prestazione dei servizi.
Arteterapia
Curarsi attraverso l’arte non è sicuramente
l’ultima trovata della psicologia contemporanea. L’Arteterapia è un tentativo, peraltro ben riuscito,
di ridare vitalità a quei preziosi insegnamenti della
maieutica che aveva contribuito alla fortuna del filosofo
greco Socrate. Lo scopo dell’arteterapia, fin dal suo primo apparire (in Italia nell’immediato dopoguerra), non
è mai stato quello di insegnare una certa forma d’arte
quanto quello di aiutare la persona a tirare fuori da se
stesso la propria interiorità, la maieutica appunto.
Il corso, promosso dalla Cooperativa H Muta di Senigallia, con il contributo della Cassa di Risparmio di Jesi,
iniziato nel mese di ottobre 2004 (mercoledì pomeriggio) si concluderà nel mese di giugno 2005. Prevede anche la partecipazione di alcuni alunni delle scuole secondarie di Senigallia, del Liceo “Perticari” in modo
particolare, su progetto del Centro Servizi per il Volontariato ed Anffas, con l’assegnazione di crediti formativi riconosciuti per il loro curriculum scolastico. Si propone di accompagnare i partecipanti in un cammino di
riconoscimento della propria intimità emozionale, proponendo la danza, la pittura e la scultura come mezzi
per riuscire a raggiungere un maggiore equilibrio e benessere interiore. È rivolto in modo particolari a soggetti
in situazione di handicap. Per informazioni: Roberto
Mentuccia (coordinatore servizio educativo Cooperativa
H Muta) tel.071-7927653 oppure 335.6951140.
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Perciò sono da favorire il progresso tecnico, lo spirito
di innovazione, la creazione di nuove imprese e il loro
ampliamento, l’adattamento dei metodi dell’attività
produttiva e dello sforzo sostenuto da tutti quelli che
partecipano alla produzione, in una parola, di tutto ciò
che possa contribuire a questo sviluppo. Ma il fine ultimo e fondamentale di tale sviluppo non consiste nel solo aumento dei prodotti, né nella sola ricerca del profitto o del predominio economico, bensì nel servizio dell’uomo: dell’uomo integralmente considerato, tenendo
conto cioè della gerarchia dei suoi bisogni materiali e
delle esigenze della sua vita intellettuale, morale, spirituale e religiosa: di ogni uomo, diciamo, e di ogni gruppo umano.
Grazie ad una forte partecipazione organizzata sul lavoro, congiunta con una formazione economica e sociale crescente, andrà sempre più aumentando in tutti la
coscienza della propria funzione e responsabilità: i lavoratori saranno così portati a sentirsi parte attiva, secondo le capacità e le attitudini di ciascuno, in tutta l’opera dello sviluppo economico e sociale e della realizzazione del bene comune universale…
Pertanto l’attività economica deve essere condotta secondo le leggi e i metodi propri dell’economia, ma nell’ambi to dell’ordine morale, in modo che così risponda
al disegno di Dio sull’uomo” (Gs, 64).
Volti di donna
“Volti di donna”: è il titolo della mostra di
pittura che si inaugurata nella Sala Espositiva
del Rettorato – piazza Roma – Ancona (ex Cagidemetrio), alla presenza del Presidente della Provincia, Enzo
Giancarli, dell’Assessore Donatella Linguiti e della Presidente della Commissione Pari Opportunità (Cpo) della Provincia, Adriana Celestini. Si tratta di cinquanta
opere realizzate nell’ambito del Premio “Volti di Donna”, organizzato dall’Assessorato Pari Opportunità in
collaborazione con la Commissione P.O.La mostra resterà aperta al pubblico fino al 16 Aprile, mentre il vincitore , che scaturirà dalla valutazione di una commissione di esperti e dal giudizio dei visitatori, sarà premiato alle ore 18 del 15 Aprile.
Benvenuto Matteo
La comunità parrocchiale di Castelleone di
Suasa annuncia con gioia la nascita del piccolo Matteo
Bellucci, accolto con grande affetto dal babbo Umberto, la mamma Monica e dalle sorelle Elisa e Caterina.
A tutta la famiglia i migliori auguri da tutta la parrocchia, amici e parenti.
7 aprile 2005
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