Filippesi 3,13-14 Un proponimento vincente Siamo all`inizio del
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Filippesi 3,13-14 Un proponimento vincente Siamo all`inizio del
Filippesi 3,13-14 Un proponimento vincente Siamo all’inizio del nuovo anno ed è il tempo giusto per pensare ai proponimenti per il 2017. Quali sono i tuoi proponimenti? Non faremo quello che fece il giovane Jonathan Edwards (1703-1758), il più grande teologo evangelico americano, che aveva scritto 70 proponimenti che ogni inizio anno rivedeva e riconfermava. 1 È bellissimo avere 70 proponimenti ma non è da tutti averli così dettagliati e approfonditi. Non faremo nemmeno come la generazione “né né” che non si aspetta niente dal futuro, non essendo impegnata né nello studio né nella ricerca di un lavoro. Sono più di mezzo milione di persone in Italia. Nel testo che abbiamo letto abbiamo l’apostolo Paolo è in catene a causa dell’evangelo, ma è tutt’altro che fermo e scoraggiato. È bloccato fisicamente, ma la sua vita è in movimento. Qui esprime un proponimento che vogliamo esaminare all’inizio dell’anno. La preghiera è che Dio susciti in noi un simile proposito degno e nobile e ci guarisca dai nostri propositi malsani o dall’assenza di alcuna speranza per il 2017. 1. Una priorità su tutte: avanti non indietro! In questo capitolo 3, Paolo sta facendo un bilancio della sua vita. Dove è nato, come è vissuto, cosa gli è successo, dove vuole andare. Circonciso secondo la legge di Mosè, giudeo doc, della tribù di Beniamino, della tradizione dei farisei (rigoristi nell’applicazione della legge), zelante nelle opere religiose e nel combattere la chiesa cristiana. Questa è la sua storia, il suo passato. Poi è successo qualcosa di sconvolgente. Ha incontrato Gesù risorto che lo ha scalzato dal cavallo in corsa della sua vita. Si è ritrovato a terra. Si è rialzato e ha abbracciato una nuova identità. Non più sulla base della sua provenienza etnica, della sua educazione rigorosa e delle sue performance religiose, ma sulla base della giustizia di Cristo ricevuta per fede soltanto. È l’incontro con Cristo, la fede in Cristo, la giustizia ricevuta da Cristo, la potenza di Cristo, la presenza di Cristo nella sua vita che ha cambiato la direzione della vita. La conversione a Cristo è un cambiamento di direzione. Lui stava andando nella direzione della tradizione e della religione. L’incontro con Gesù ha determinato il cambiamento. Ora la sua direzione è un’altra. Seguire Cristo, fare la sua volontà, camminare nelle sue vie. Questo è lo sfondo di ogni sano proponimento per il nuovo anno. Prima di avere propositi specifici, è bene accertarsi di quale sia la direzione in cui si sta andando. Quale via stai seguendo? Quella al seguito di ideali impregnati di tradizione, religione e, alla fine, centrati su te stesso? O quelli al seguito di Cristo e della sua Parola? Se la direzione è verso il precipizio, non importa se ci vai veloce o piano, di destra o di sinistra! Sono dettagli ininfluenti. La direzione deve essere quella giusta: ci deve essere stato un cambio di direzione verso Cristo: la conversione. È questa la direzione della tua vita? Ora Paolo dice: “una cosa faccio!” Una cosa. Non molte, ma una. Non mille progetti, ma uno solo. È un proponimento semplice, riassuntivo. In fondo, basta questo proponimento per poi trovare gli altri che lo realizzino. Certamente ognuno deve declinare quella cosa nella propria vita, nelle proprie situazioni personali, famigliari, professionali e vocazionali. Ma “una cosa faccio”. Una sola. E quella cosa è: non torno indietro, vado avanti. Avanti col Signore, avanti con la vita con Lui, avanti nella corsa cristiana. 1 I proponimenti si trovano nel volume J. Edwards, Lampade ardenti e splendenti, Caltanissetta, Alfa & Omega 2001. Vedi anche http://www.laparola.info/70-proponimenti-jonathan-edwards La vita tende ad essere complicata e, più si va avanti, e più le responsabilità tendono a sovrapporsi e a renderla contorta. Paolo aveva una vita complicata. Ma la sua determinazione era una sola. Aveva tanti progetti, ma un unico sogno. Tutto il suo proponimento poteva essere riassunto in un movimento in avanti. Non sono ancora arrivato, voglio andare avanti con Cristo. Sono ripartito per grazia di Dio: voglio proseguire. Era un’energia divina che lo muoveva a pensarsi non in modo statico, ma dinamico. Dio non ha finito di operare in te e con te. Ha iniziato, ma il suo progetto è in corso. Hai il desiderio di metterti nel movimento di Dio per te? Di assecondarlo? Di seguirlo? Di gustarlo? Sarà solo un anno di invecchiamento o un anno di maturazione? Non importa quali saranno le circostanze: Paolo era in catene, ma il suo cuore palpitava. Il suo corpo era bloccato, ma il suo cuore marciava. Sarà così anche per te? Al di là dei tanti o pochi obbiettivi, è questa l’unica cosa che vuoi? Andare avanti con Cristo! 2. Una corsa dura: sino alla fine! Paolo paragona la sua vita ad una corsa. Una corsa in pieno svolgimento. Una corsa di lunga distanza. Una corsa faticosa. Paolo sa che quando si è in gara bisogna correre, andare avanti, tenere duro. La sua vita non era stata facile sin lì: dopo aver conosciuto il Signore era umanamente peggiorata. Contrasti, opposizione, minacce, a volte anche violenza fisica, imprigionamenti. E ancora non era finita. La sua vita sarebbe stata un’escalation di difficoltà. Ancora non sapeva che venuto a Roma per avere giustizia, avrebbe trovato il martirio al suo posto! Cosa ti aspetti dalla corsa della tua vita? Che tutto vada in piano? Che il peggio sia passato? Che non può che andare meglio? Dio lo voglia, ma non c’è alcuna garanzia di ciò. La schiacciante evidenza degli uomini e delle donne di Dio nella Bibbia e nella storia è che la vita è sempre più dura per loro, man mano che va avanti. Certamente Dio non permette che diventi insopportabile, ma non toglie la durezza della corsa. Paolo lo sapeva; tu ne sei consapevole? D’altronde, la vita di Gesù Cristo è stata così: il momento più difficile è stato alla fine, alla passione e alla morte in croce. Poi è venuta la gloria della resurrezione e dell’ascensione. Paolo lo sapeva: “voglio conoscere Cristo, la potenza della sua resurrezione, la comunione con le sue sofferenze, divenendo conforme a lui nella morte per giungere alla resurrezione dei morti” (3,10). Non c’è resurrezione senza morte; non c’è potenza senza condivisione delle sofferenze. Nel verbalizzare il suo proponimento, Paolo sapeva tutto ciò. Ne siamo consapevoli noi? Anche chi non è atleta sa che nelle corse a lunga distanza c’è un momento in cui, per la fatica avvertita, c’è sempre la tentazione di guardare indietro e di mollare. Sicuramente sarà così anche nel 2017 per ciascuno di noi. Perché non tornare indietro? Perché non rimpicciolire la visione? Perché non curarsi dei propri affari soltanto? Perché non lasciare perdere la visione di una riforma dell’evangelo a Roma? Paolo vuole continuare a tenere l’attenzione concentrata sulla meta. Vuoi tu continuare a correre anche se la strada sarà in salita? 3. Un orizzonte eterno: il premio con Cristo! Paolo voleva una sola cosa: andare avanti con Gesù Cristo sino alla fine, a qualunque costo. Questo era il suo proponimento. Cosa gli dava energie per coltivarlo nonostante le difficoltà? Qui dice che il suo segreto era guardare al premio davanti. La vocazione celeste di essere riconosciuto giusto e quindi salvato e quindi accolto da Gesù Cristo. Nella corsa, Paolo teneva uno sguardo aperto sull’eternità. Pensava alla meta dell’incontro con Cristo come balsamo per le ferite del percorso, come lenitivo per le fatiche, come antibiotico per le malattie, come energizzante per i momenti di scoraggiamento, come ricostituente per i tempi di fiacca. Il premio celeste alla fine della corsa: meditava su questo, anticipava la sua gloria, pregustava la meraviglia. Oggi nessuno o quasi pensa al cielo, temo anche tra i credenti. Non come oppio per fuggire dalla realtà, ma come destino per chi crede. Paolo sapeva che il suo traguardo era là e questo gli dava energie per correre e correre. La nostra vocazione di credenti è di essere accolti da Gesù Cristo, al termine della gara. Ogni giorno pensiamo al cielo, pensiamo al premio, pensiamo alla salvezza che gusteremo in tutta la pienezza. Questo è il miglior proponimento per l’anno appena iniziato. Chiudo con una citazione del riformatore francese Giovanni Calvino. Meditando sulla provvidenza di Dio che copre la nostra vita e la storia intera, scrive: “Quando abbiamo la coscienza di questa realtà, ne consegue necessariamente sia una azione di grazie verso la bontà di Dio nel periodo della prosperità, sia la pazienza nel periodo dell’avversità, e ancor di più una straordinaria sicurezza per l’avvenire” (Istituzione della religione cristiana I,17,7). Sia così anche per noi. Buon anno nuovo a tutti! Leonardo De Chirico