Camera caritatis

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Camera caritatis
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Direttore editoriale Giovanni Coviello
Spedizione in A.P. - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona
Espulsioni e libertà
di Giovanni Coviello
E’ bella e moderna la nuova grafica de
Il Giornale di Vicenza. Complimenti,
quindi, alla forma studiata da uno studio di Barcellona; lo stesso che ha già
firmato altre testate come quelle del
gruppo E–Polis, a cui fa capo anche lo
sfortunato Il Vicenza, voce alternativa
ma, a quanto viene segnalato, in affanno nelle uscite per problemi di raccolta
pubblicitaria. Speriamo che il full color
di Viale S. Lazzaro stimoli anche, se non
la ‘full’ libertà, almeno una maggiore attenzione ai vari interessi della città. Magari prima che la redazione della testata
si trasferisca nella sede “made in Ingui” di Via Fermi, accanto a quella di Tva e di Teleporto delle Alpi, le società (con
la stessa matrice di interessi) che hanno già conquistato la
leadership nell’informazione tv e che puntano a quella nella
gestione delle infrastrutture di emissione. Con tutto quello
che ne può conseguire in termini di carenza di pluralità se
gli altri produttori dell’informazione non assumeranno iniziative che non siano di pura sopravvivenza.
(continua a pagina 24)
Camera caritatis
In autunno verrà assegnata un’altra poltrona eccellente: la presidenza della Camera di Commercio.
Chi succederà a Menarin, oggi alla Fiera? Le ambizioni di Calearo (Assindustria) dovranno scontrarsi
con la resistenza di Galan & soci azzurri. In palio un centro nevralgico di relazioni e di potere
a pagina 4
Vigili
del fuoco
a secco:
niente
fondi
&
da pagina 6
Esclusivo:
il piano
del Museo
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Anno 2 - Numero 68 - Sabato 21 luglio 2007
a pagina 10
Le 2 torri
di Bassano:
un progetto
con molti
“ma”
a pagina 12
Centomo:
dopo
Sanremo,
la Walt
Disney
a pagina 22
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3
21 LUGLIO 2007
interventi
L’intervento. Il motu proprio di Papa Benedetto XVI apre la strada al rito antico. “Per riprendere conoscenza delle proprie radici”
Finalmente la messa in latino
Senza paure e senza divisioni
Durante gli ultimi anni del sino alla riforma del 1969 con
pontificato di Giovanni Pao- piccole modifiche, l’ultima
lo II si ventilava che sarebbe quella di Giovanni XXXIII.
uscito un documento pontificio che avrebbe consentito, Con la chiarezza che gli è
senza più l’autorizzazione solita, il papa ricorda: “In
dell’ordinario diocesano, il talune regioni non pochi fevescovo, la celebrazione della deli aderirono e continuano
S. Messa secondo il Messale ad aderire con tanto amore
in vigore fino al 1969, e che ed affetto alle antecedenti
si esprime nella lingua latina; forme liturgiche”, pertanto è
la lingua cara alla chiesa cat- necessario provvedere. Così
tolica, che non ha mai esclu- in dodici articoli sono indiso anche altri tipi di liturgie cate le regole per provvedere
e lingue, come quella greco- a tutto il popolo di Dio. Inbizantina. Ora con il Motu fatti, recita il primo articolo
proprio di Benedetto XVI il del Motu proprio: “Il Messale
problema è risolRomano promulto definitivamen- Non è stato
gato da Paolo VI
te. Il papa, da cui
è l’espressione ore
non
sarà
discende ogni podinaria della «lex
il latino ad
testà nella Chiesa
orandi» («legge
cattolica, ha in- allontanare
della preghiera»)
dicato con dodici i fedeli dalle
della Chiesa catcelebrazioni,
articoli come si
tolica di rito lapossa e si debba semmai
tino. Tuttavia il
poter utilizzare il un certo
Messale Romano
rito antichissimo creativismo
promulgato
da
della chiesa cat- liturgico
san Pio V e nuotolica, sistemato
vamente edito dal
da san Pio V nella
beato
Giovanni
seconda metà del Cinquecen- XXIII deve venir considerato
to, che pubblicò il catechismo come espressione straordiromano e il breviario roma- naria della stessa «lex oranno riformato e il Messale ro- di» e deve essere tenuto nel
mano. Quest’ultimo è giunto debito onore per il suo uso
Fatti, personaggi e vita vicentina
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del 3 febbraio 2007
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Iscrizione al Registro Nazionale
della stampa n.8857 del 15-12-2000
venerabile e antico. Queste
due espressioni della «lex
orandi» della Chiesa non
porteranno in alcun modo a
una divisione nella «lex credendi» («legge della fede»)
della Chiesa; sono infatti due
usi dell’unico rito romano.
Perciò è lecito celebrare il Sacrificio della Messa secondo
l’edizione tipica del Messale
Romano promulgato dal beato Giovanni XXIII nel 1962
e mai abrogato, come forma
straordinaria della liturgia
della Chiesa”.
Seguono poi le norme che
consentono ad ogni parroco laddove vi fosse esplicita
richiesta di celebrare secondo il Messale del 1962 e così
pure per le comunità religiose e per i singoli sacerdoti che
intendessero compierlo. Il
vescovo, che è il liturgo della diocesi, veglierà su tutto
e provvederà per quei fedeli
che richiedessero il rito antico. Come si può comprendere non c’è nulla da temere,
perché con il Motu proprio si
esprime e si rinnova la continuità della Chiesa cattolica e
della sua liturgia. Le diverse
forme liturgiche esprimono
sempre l’unità, come avviene
ad esempio per il rito ambrosiano o quello della Chiesa
uniate di Ucraina. Lo stesso
messale del 1969, detto anch’esso “romano” è in primo
luogo redatto in latino e poi
tradotto nelle lingue locali.
Ricordo che nella forma latina è utilizzato nella Chiesa
di san Vincenzo, per volere
di mons. P.G. Nonis, anche
a Vicenza.
E sarebbe inoltre bene ricordare che non è stato e non
sarà il latino ad allontanare i fedeli dalle celebrazioni eucaristiche, semmai un
certo creativismo liturgico,
unito magari a sociologismi
politicanti. La celebrazione
liturgica del Sacrificio della
Messa, secondo il rito detto
di san Pio V, che ha sempre
continuato ad essere celebrato con le debite autorizzazioni
dei vescovi, a Verona presso
la Chiesa di Santa Toscana, è,
in latino un segno di universalità della chiesa e ha arricchito, prosegue il papa “non
solo la fede e la pietà, ma
Vaticano, preparazione alla celebrazione della Santa Messa domenicale
anche la cultura di molte popolazioni. Consta, infatti, che
la liturgia latina della Chiesa
nelle varie sue forme, in ogni
secolo dell’età cristiana, ha
spronato nella vita spirituale
numerosi Santi e ha rafforzato tanti popoli nella virtù di
religione e ha fecondato la
loro pietà.” Così anche nella
Diocesi di Vicenza con l’aiuto
pastorale del vescovo mons.
C. Nosiglia, quanto indica
il papa con il Motu proprio
avrà seguito. E non si abbia
paura della lingua latina, può
bene esser resa comprensibile, visto l’aumentato grado
di istruzione, e sarebbe ora
che la cultura italiana, anche attraverso le forme della
liturgia romano antica, riprendesse la conoscenza e il
valore delle proprie radici.
Italo Francesco Baldo
Professore di filosofia
Esponente associazione “Una Voce”
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21 LUGLIO 2007
fatti&notizie
In autunno si rinnovano i vertici dell’ente camerale: una posizione strategica
che fa gola ai poteri forti della città. Assindustria e Forza Italia in testa
Il commercio della Camera
e la faida per il dopo Menarin
DI
LUCA MATTEAZZI
In tanti, soprattutto tra quelli
che contano, si
sono già segnati
l’appuntamento in agenda. Il
rinnovo dei vertici della Camera di Commercio, previsto per
il prossimo autunno, si annuncia
come uno dei passaggi cruciali
della nuova stagione politica. Uno
di quei momenti in cui si riesce ad
intravedere chi ha in mano il bastone del comando e chi, invece,
deve accontentarsi di un ruolo da
comprimario in attesa di tempi
migliori. E le grandi manovre in
vista di quello che sarà un banco
di prova fondamentale per decifrare come si stanno muovendo i
poteri della città sono già cominciate.
Proprio in questi giorni le varie
associazioni
di
categoria hanno
depositato i nomi
dei propri candidati al consiglio
della
Camera,
nomi all’interno
dei quali dovrà
poi essere scelto il
nuovo presidente.
Le sorprese non
mancano: come
anticipato la settimana
scorsa, Giancarlo Galan
infatti gli Industriali, non hanno inserito nella
loro sestina il presidente uscente
Dino Menarin, che pure era arrivato alla guida dell’ente di corso
Fogazzaro dopo un’esperienza da
direttore generale a Palazzo Bonin
Longare. Al suo posto c’è invece il
nome di Massimo Calearo, che in
molti indicano il cavallo vincente nella corsa alla presidenza. La
partita, però, è complessa. Ecco
perché.
Il perché della Camera
di Commercio
Non è facile riassumere le funzioni di un ente complesso come la
Camera di commercio. Cercando
di sintetizzare, come prima cosa
c’è il compito di rappresentare e
promuovere il sistema economico
della provincia: ogni Camera ha
un consiglio, i cui membri sono
nominati da tutte le associazioni
di categoria (compresi sindacati, cooperative e associazioni dei
consumatori) in base al loro peso
specifico, una giunta, con deleghe
operative paragonabili a quelle di
un assessore (ai servizi alle imprese, al commercio estero, all’industria, all’artigianato e così via),
e ovviamente un presidente che la
rappresenta.
Tra le funzioni affidate all’ente,
si possono distinguere quelle che
hanno una funzione burocraticoamministrativa, ad esempio tenere il registro delle imprese e dei
brevetti, aggiornare i dati statistici e gestire un completo sistema di
informazione commerciale (con i
dati di tutte le società operanti sul
territorio), quelle pensate per garantire il regolare funzionamento
del mercato (i servizi di arbitrato
per risolvere i contenziosi, la promozione di contratti standard, il
controllo sui prezzi), e quelle più
marcatamente promozionali. Che
sono anche le più interessanti: è
qui infatti che si concentrano le
attività di formazione (corsi, seminari, dibattiti, finanziamento
di studi e ricerche), i servizi alle
imprese (come tutta la rete di assistenza per le aziende che vogliono operare sui mercati esteri), la
distribuzione di contributi e, dulcis in fundo, la vasta rete di enti e
società collegati. Tra le altre, alla
Camera di commercio di Vicenza fanno riferimento i consorzi
Vicenza è e Promoveneto per la
promozione del turismo, l’azienda speciale Vicenza Qualità, la
Fondazione Giacomo Rumor e
il Centro Produttività Veneto ad
esso collegato, il Centro studi
sull’impresa e sul patrimonio industriale, l’Ente per i vicentini nel
mondo e lo Sportello Area Balcanica. Senza dimenticare la Fiera
(di cui è uno dei tre soci fondatori), la Fondazione Studi universitari (idem) gli Aeroporti vicentini
(anche qui è tra i soci principali),
solo per ricordare le principali.
L.M.
Il peso
della Camera
di Commercio
Il primo punto da
chiarire è il peso
della Camera di
Commercio, e della sua presidenza
in particolare, sulla vita e sulla politica vicentina. La
risposta è abbastanza semplice: al
di là delle funzioni
documentali, che
vanno dal registro delle imprese
all’aggiornamento degli indici e
degli annuari economici, la stanza dei bottoni dell’ente che fu di
Danilo Longhi riveste un ruolo
strategico ed è in grado, volendo,
di condizionare le scelte e lo sviluppo della città. “Intanto perché
è l’espressione di tutte le categorie economiche di un sistema importante come quello vicentino,
e questo le dà un valore di primo
piano anche a livello nazionale, all’interno di Unioncamere – osserva Federico Formisano, esponente dell’associazione per il Partito
Democratico con una lunga esperienza come consigliere comunale
alle spalle -. Poi, a livello locale, la
Camera di Commercio entra con
un ruolo decisivo in numerosissime questioni”.
L’elenco, in effetti, è lungo. Basti
ricordare che la Camera di Commercio è uno dei soci fondatori, e
oggi degli azionisti di maggioranza, dell’Ente Fiera, oppure che è
socia nella società degli Aeroporti vicentini (vedi box). E spesso,
quando i soci pubblici (leggi Provincia e Comune) non hanno la
stessa linea d’azione, è proprio la
Camera di Commercio a fare da
ago della bilancia nelle decisioni
che contano. È stato così per gli
Aeroporti, ad esempio, o, più in
piccolo, per lo stallo della biblioteca La Vigna, rimasta per oltre
un anno senza presidenza. Fino,
appunto, all’intervento di mediazione da parte dell’ente presieduto ancora per qualche mese da
Dino Menarin.
Non solo: alla Camera di Commercio fa riferimento una fitta
rete di enti, consorzi e società, dal
consorzio Vicenza è all’Ente per i
vicentini nel Mondo, da Vicenza
Qualità alla fondazione Mariano
Rumor. Posti di prestigio, quasi sempre ben remunerati, che
permettono di accontentare una
gran numero di
amici e di amici
degli amici. E che
significano relazioni, contatti, canali informali per
arrivare ad incidere, anche senza
apparire troppo,
in tante decisioni
di peso.
Un trono
Amelia Sartori
molto ambito
Ricapitolando,
quindi, la Camera di Commercio
rappresenta tutte le categorie economiche della provincia, provincia che è una delle prime in Italia
per reddito e produttività, e già
questo basta ad assicurare prestigio e visibilità. In secondo luogo,
la Camera di Commercio ha un
ruolo di mediazione strategico
con gli enti pubblici, ed è spesso
determinante nella complessa
partita a scacchi con i gruppi di
interesse privati. Infine: l’ente camerale distribuisce posti e poltrone di cda in abbondanza, e riesce
ad influire sulla destinazione di
finanziamenti, appalti, progetti (i
fondi per la ricerca, ad esempio):
in altre parole, riesce a muovere
soldi e interessi, che sono le leve
per fare pressioni, in modo efficace, sia sul mondo
della politica si
su quello dell’imprenditoria.
Non c’è da stupirsi, quindi, se
Danilo Longhi, il
più noto tra i presidenti dell’ente,
fosse considerato, nei suoi ultimi
anni di attività,
Massimo Calearo
la mente di tutto
quello che avveniva in città. Così come non c’è
troppo da meravigliarsi se adesso
Massimo Calearo punta a passare
dal ruolo, provvisorio e non più
rinnovabile, di numero uno degli
Industriali, a quello di guida dell’istituzione di corso Fogazzaro.
La sfida: Calearo - Galan
Il punto caso mai, è un altro. Se
davvero Calearo arrivasse alla
presidenza della Camera di Commercio, il gruppo di potere che
gli è vicino, che fa capo ai vertici di Assindustria, e che già oggi
controlla molti punti chiave della
città (a cominciare dai principali
mezzi di informazione,
come
documentato su
VicenzaPiù numero 52) si ritroverebbe con un’altro
asso nella manica. Cosa faranno,
quindi, i loro avversari, tutti quelli che non vedono
di buon occhio un
allargamento della rete di influenza di Calearo &
Co.?
I primi della lista sono, ovviamente, i vertici di Forza Italia,
Giancarlo Galan e Lia Sartori,
che da mesi portano avanti una
guerra contro la lobby di Assindustria, a loro dire dominante.
I membri del consiglio camerale, cioè coloro che dovranno poi
eleggere il presidente, ad esempio, devono essere nominati dalla presidente della Regione, su
indicazione delle categorie economiche: in teoria il via libera
veneziano è una formalità, ma è
lecito chiedersi se il Governatore
cercherà di sfruttare questa occasione per far sentire la propria
voce? Oppure dovrà cercare una
tattica alternativa,
magari sfruttando
la sponda in qualche altra associazione di categoria? E le altre categorie economiche - Apindustria,
commercianti,
agricoltori – il cui
voto è fondamentale per l’elezione del presidente
(serve una maggioranza qualificata dei due terzi,
almeno all’inizio), accetteranno
di farsi rappresentare ancora
una volta, come è già stato con
Menarin, da un uomo che proviene dall’Associazione Industriali?
Tante domande e, per ora, poche
risposte. L’impressione è che Galan abbia le armi spuntate, e pochissime possibilità di manovra.
Al tempo stesso, però, Assindustria, se davvero punta alla presidenza della Camera, dovrà trovare un accordo con alcune delle
altre associazioni di categoria.
L’estate sarà rovente, e non solo
per il solleone.
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Chiuso il lunedì
DI
21 LUGLIO 2007
fatti&notizie
Un’inchiesta del Gazzettino fa luce su costi e sprechi della Serenissima
Sullo sfondo il progetto di concessionaria unica del Nordest
Autostrada Br-Pd, holding di 30
società. Duello Dal Lago-Galan
ALESSIO MANNINO
E’
scoppiato il bubbone
autostradale.
Merito di una
dettagliatissima inchiesta
del ringalluzzito Gazzettino (che pure
naviga in pessime acque, inspiegabilmente
abbandonato a sé stesso dal suo
recente acquirente, il potente
uomo d’affari romano Francesco Gaetano Caltagirone, padrone del Messaggero). I dati
sciorinati sulle pagine del quotidiano di Venezia compongono
un duro atto d’accusa verso le
società che hanno in gestione
i 700 km delle tratte venetofriulane, di cui poco più di 300
nel solo Veneto. Autobrennero,
Autovie Venete, Serenissima
Brescia-Padova, la Padova-Venezia: quattro società, un consigliere d’amministrazione per
ogni 4,4 km per un totale di 68
consiglieri pescati fra amministratori e sottobosco politico,
una ragnatela di partecipazioni incrociate fra enti (Regione,
Province, Comuni) e conseguente ‘ubiquità’ di consiglieri
col sedere in più poltrone contemporaneamente, con uno statuto di diritto privato ma tutte
con un capitale a maggioranza
pubblica. E un piccola, grande
pochade di pura marca italica:
i compensi dei consiglieri – pagati dai cittadini – “potrebbero rientrare nei divieti previsti
dalle leggi e nel diritto alla privacy”. Emolumenti top-secret:
una barzelletta.
Caso principe, la Brescia-Padova da pochi mesi
presieduta dall’ex presidente
della Provincia
di Vicenza, la leghista Manuela
“Serenissima”
Dal Lago. Prorogata fino al 2026,
182 km di tratta
(da spartire fra i
146 dell’A4 e i 36
dell’A31 Valdastico), un recenManuela Dal Lago
te aumento da
13 a 15 componenti del cda (12 km di asfalto
a testa), la società è finita nel
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Chiuso il lunedì
Il commissario Costa e il sindaco Hüllweck
d’accordo: la base serve all’Italia
Dal Molin Usa opera
di interesse nazionale.
Di quale nazione?
L’ingresso dell’autostrada Brescia-Padova
mirino di un’interrogazione
dell’Italia dei Valori, il partito
del ministro Antonio Di Pietro.
Si è saputo così
che nel 2005 per
ogni 100 euro di
ricavi ne spendeva 103, con
un aumento del
75% dei costi.
Che l’autostrada
Serenissima non
pensa solo a fare
l’autostrada, ma
è diventata una
holding finanziaria con 30 (trenta) società orbi- Giancarlo Galan
tanti: 4 controllate, 11 controllate indirette, 8
collegate, 7 collegate indirette.
Che l’intero cda nel 2006 è stato pagato 1 milione e 200 mila
euro (cifra destinata a lievitare
già da quest’anno, dati i due
consiglieri in più
e il raddoppio
della carica di
vicepresidente).
Media aritmetica: 90 mila euro
l’anno a testa. E
che, infine, due
di queste società
hanno sede una
a Rotterdam (la Unifracom
BV, il cui 70% è detenuto dalla
Brescia-Padova) e un’altra in
Lussemburgo (la Serenissima
Investments SA, 75% del capitale). Il perché
una società concessionaria
di
tratte autostradali – pur essendole permesso
dalla legge, sia
chiaro – si avvale di sigle estere
con sede in noti
paradisi fiscali,
rimane un mistero. La presidente
Dal Lago, infatti,
è in ferie e non ha
ancora risposto.
Il disegno alternativo che si nasconde tra le righe dell’attacco
frontale al ‘maxi-spreco autostrade’ è la fusione in un’unica
società da Brescia a Trieste, sorella gemella di quella vagheggiata dal presidente della Regione Veneto, l’azzurro Giancarlo Galan, per il febbricitante
settore delle ex municipalizzate. E infatti chi ha applaudito
alla requisitoria contro la Casta
dell’asfalto? Proprio lui, che ha
definito il caso uno “scandalo”
sul quale “i parlamentari del
centro destra presenteranno
proposte tese a porre fine a
quanto vado denunciando da
anni, purtroppo in assoluta solitudine” (Gazzettino, 14 luglio
2007).
Oh bella, c’eravamo persi qualcosa. O forse siamo un po’ arretrati,
non al passo con i tempi, e ci è
sfuggito l’evoluzione di un antico
concetto come l’interesse nazionale. Venerdì 13 (data infausta?)
di questo mese, il commissario ad
acta per il Dal Molin, l’europarlamentare ulivista ed ex sindaco di
Venezia Paolo Costa, ha incontrato per la prima volta esponenti del
No Dal Molin. Quelli del fronte
‘moderato’: Coordinamento dei
Comitati (figura di riferimento:
Giancarlo Albera), comitato referendario Più Democrazia e Partecipazione, Famiglie per la Pace,
Rete Lilliput. Oltre a chiarire che
documenti ufficiali da impugnare
non ce ne sono (salvo la lettera del
18 maggio del premier Prodi all’ambasciatore Spogli: un po’ pochino) e che in ogni caso l’ultima
parola spetta al Consiglio dei Ministri che ha già deciso per bocca
del suo Presidente, Costa ha aggiunto al suo arco una freccia che
colpisce dritto al cuore le ragioni
del No: “la base americana al Dal
Molin è da considerarsi opera di
difesa nazionale”. Bum. Una precisazione-bomba: significa che la
valutazione d’impatto ambientale
diventa automaticamente priva di
qualsiasi valore, ma soprattutto
– ed è qui il punto esplosivo – che
un insediamento a esclusivo uso
dell’esercito statunitense, voluto
dagli Usa per motivazioni logistico-strategiche che attengono
ai loro bisogni, come d’incanto
diventa necessario alla nostra difesa, all’interesse dell’Italia.
Prima era sempre stato detto che
trattasi di richiesta da alleato ad
alleato, ora invece si è trasformata in una decisione autonoma del
governo italiano per la sicurezza
nazionale. I 2500 parà a stelle e
strisce che si assommeranno agli
altrettanti che da quattro anni
a questa parte partono regolarmente dalla Ederle alla volta dell’insanguinato Iraq, sono forse
utili alla difesa del nostro Paese?
Non è una domanda polemica. E’
una domanda retorica, perché la
risposta non può essere che no. I
soldati della 173ª airborne brigade sono addestrati per fare i paracadutisti in scenari di guerra.
L’Italia non è in guerra (e quando
lo è la chiama missione di pace:
vedi Afghanistan). Il conflitto
planetario che gli Stati Uniti combattono dall’11 settembre 2001 è
contro il terrorismo, e noi siamo
al loro fianco. Ma non risulta che
le truppe di stanza a Vicenza possano difenderci da un attacco terroristico: sono, lo ripetiamo, parà,
mica teste di cuoio. E inoltre: la
‘questione-dormitorio’. Costa ha
dichiarato: la Ederle 2 consisterà
in “alloggi, caserme, attività sociali e sportive. Dentro non ci saranno attività militari”. E allora,
ammesso e non concesso che non
ci saranno “attività militari”, a che
serve alla nostra ‘difesa nazionale’
una caserma-dormitorio?
Un’ultima osservazione. Proprio
grazie alla ‘rivelazione’ del commissario governativo, è venuta a
galla la verità sui finanziamenti
per l’unica contropartita finora
emersa ufficialmente: il completamento della circonvallazione a
nord della città. “Il Dal Molin non
è un regalo agli Stati Uniti, ma è
un’opera di interesse nazionale.
… Questo vuol dire che lo Stato
italiano può assumersi oneri economici autonomamente, senza
dover per forza batter cassa dagli
Usa”, ha detto al Giornale di Vicenza il sindaco Enrico Hüllweck
pochi giorni fa. Era ora. Come
Vicenza Più aveva documentato
dando un’occhiata alle opere accessorie alle basi Usa di Aviano
e Sigonella, gli alleati americani
non scuciono un dollaro: ci pensa Roma. Cioè anche un po’ noi,
cittadini vicentini. Se almeno sapessimo qual è il nostro interesse,
nell’avere un Dal Molin che parla
americano…
A.M.
6
21 LUGLIO 2007
approfondimenti
Sotto organico, senza fondi, abbandonati dal governo. Radiografia dei Vigili del Fuoco, un Corpo molto malato
Pompieri sul lastrico. Fortuna che ci sono i precari…
DI
A LESSIO M ANNINO
Vigili
del
Fuoco. Ci ricordiamo di
loro
nelle
emergenze,
quando sentiamo la sirena e li vediamo sfrecciare
verso un incendio o un incidente. Ma
sappiamo poco, pochissimo
dei loro problemi. Che poi
diventano fatalmente anche
i nostri, quando abbiamo bisogno di loro.
5 distaccamenti (ciascuno
con 29 unità), e di cui 88 nel
capoluogo. “Ma il dato reale
non è mai stato questo: non
ci sono 233 operativi, ce ne
sono 200. E di realmente effettivi, a disposizione 24 ore
su 24 per 365 giorni all’anno, ce ne sono appena una
cinquantina”. Per fare un
raffronto, basti pensare che
una realtà più piccola come
la città di Rovigo ha lo stesso organico di Vicenza. “Poi
dobbiamo fare i conti, allo
stato attuale, con 75 mila
pratiche di protezione incendi”, prosegue nel suo j’accuse Nodari, “ciascuna per
ogni azienda che apre. Bene:
sa quanti sono gli addetti
all’ufficio pratiche? Tre”. Il
reparto amministrativo consta di 20 persone, più una
decina di funzionari per gli
aspetti tecnici. Numeri che
parlano chiaro, a maggior
ragione se confrontati con
quelli delle vicine Padova
e Verona, che pur dovendo
smaltire meno scartafacci
(rispettivamente 34 mila e
foto Carlo Felice
Personale insufficiente
Nel Vicentino la situazione dei pompieri è critica.
Anzi, definirla così è un eufemismo: mancano uomini,
mezzi, fondi e la necessaria
considerazione da parte della politica. “In provincia di
Vicenza abbiamo ancora la
pianta organica di 30 anni
fa, quando ancora il nostro
era un territorio prevalentemente agricolo”, esordisce il
segretario
provinciale
e regionale
della
Federazione
Vigili
del
Fuoco-Cisl
Daniele Nodari . I dati
ufficiali
parlano di
233 uomini
in servizio
operativo,
suddivisi in Domare le fiamme è un mestiere pericoloso ma i riconoscimenti sono sempre meno
Spegnere incendi,
lavoro ingrato
Qual è la prospettiva di lavoro e di carriera per chi fin da
piccolo ha il sogno di ‘fare il
pompiere’? Meglio cambiare
sogno. Prendiamo il caso di
Daniele Nodari. 22 anni di
servizio, attualmente caposquadra esperto, sindacalista per passione. Ebbene, in
giro a spegnere fuochi o soccorrere feriti, con la responsabilità penale dei propri
uomini, mezzi e materiali, la
sua busta paga è di 1380 euro
netti al mese. Ma è legando
questa cifra da fame ad altre
due considerazioni che si ha
ben chiaro il quadro. Quando è entrato nel corpo prendeva l’equivalente di 1200
euro di oggi: calcolate voi la
differenza. E soprattutto, le
aspettative di carriera sono
nulle. Praticamente, arrivati
al suo grado, ci si ferma lì.
Anzi, addirittura al livello
superiore si verrebbe pagati
meno, se non fosse che con
il nuovo contratto è stata
introdotta una ‘una tantum’
che arrotonda lo stipendio.
Rob de matt, direbbero in
Brianza.
A.M.
28 mila), hanno il doppio
del personale. Per la verità,
nel 2003 un aggiornamento
degli organici è stato fatto.
Ma solo sulla carta: “A noi
sarebbero stati assegnati
272 unità, cinquanta in più
rispetto ad ora. Ma il decreto attuativo non è mai stato
approvato”.
Concorsi clientelari
Nel corpo dei pompieri, istituito nel 1941 in tempo di
guerra e da allora mai riformato nella sua organizzazione territoriale, si entra per concorso. L’ultimo
“vero” concorso, sottolinea
Nodari, risale al 1998, dieci anni fa: 184 posti in tutta
la penisola. Una miseria. E
infatti poi, nel corso degli
anni, ne sono stati immessi
4 mila. Non è che la politica
usa la leva dei concorsi per
infornate di raccomandati e
clientele varie? “Ecco, io dicevo che l’ultimo vero concorso è stato nel ’98 perché
quello del 2004-2005, per
sole 110 unità, è stato più
un provvedimento ad hoc
del governo Berlusconi per
accontentare qualcuno. Soltanto noi avremmo bisogno
di cinquanta in più, si figuri!”, esclama il sindacalista.
Con questo governo va meglio, ma appena di un po’:
“Ha quattro liste d’attesa
da cui attingere nuovo personale, rimanenze di vecchi
concorsi. Ma una è una graduatoria di volontari, molti
dei quali meridionali”.
San Precario
Volontari significa precari: lavoratori a chiamata a
disposizione per 20 giorni
alla volta. Se non ci fossero
loro, spiega Nodari, il Nord
Italia non avrebbe vigili a
sufficienza nemmeno per
le grandi emergenze: “Nel
Vicentino il bacino dei precari è di 150 persone. E non
sono solo ragazzi: ci sono
anche 40-45nni”. La fame
di lavoro si fa sentire anche
qui, dunque. Una possibile
soluzione? Il disegno di legge fermo a Roma per creare
concorsi su base regionale,
in modo da venire incontro
alle esigenze reali del territorio. Fermo perché mancano i fondi. “Un solo dato:
nell’ultima finanziaria non
solo hanno ancora una volta tagliato gli stanziamenti
I vigili del fuoco di Schio durante una esercitazione
per un buon 30%, ma per
regolarizzare i precari hanno messo da parte soldi bastevoli per 25 unità. 25 per
tutta l’Italia!”. L’unico che
sembrerebbe dare un po’ di
speranza è il sottosegretario
agli Interni Ettore Rosato
(Margherita): “Ha proposto
di alimentare un fondo facendo pagare a società aeroportuali e compagnie aeree
il servizio che forniamo loro
gratis, e mettendo un ticket
di 50 centesimi per ogni biglietto aereo venduto. Questo ci frutterebbe, secondo
miei calcoli per difetto, 75
milioni di euro circa. Utili
per stabilizzare i volontariprecari”.
dicare” (parole di Nodari)
l’amministratore
Zanguio
di posticipare, in attesa che
da Roma arrivino i soldi. “E
non è un caso ci volessero
chiudere il gas: se ci tolgono
luce e acqua si blocca tutto, non possiamo lavorare”.
Una prospettiva che è già
realtà, perché l’emergenza
di oggi è quella di non poter
far fronte alle piccole emergenze che tuttavia i cittadini
sentono molto. “Già adesso
non riusciamo più a garantire interventi ‘minori’ come
per esempio l’apertura porte per chi resta fuori di casa.
Drammi quotidiani, soprattutto per gli anziani”, fa presente Nodari. “E soprattutto, quando accadono eventi
Amato
in contemporanea, non ci
e le bollette
sono abbastanza squadre
Si è arrivati al
per agire tempepunto
che
le
stivamente”. Ultiaziende munici- I volontari
ma, triste chicca:
pali di multiser- sono precari
con la vendita di
vizi battono cassa a chiamata
immobili di enti
per le bollette e per 20 giorni.
statali e para-stai vigili del fuoco Senza di
tali (cartolarizzanon hanno i soldi
zioni) decisa dal
loro
non
si
per pagare, com’è
governo
Berlupotrebbero
di recente sucsconi, la sede di
cesso con l’Aim, gestire
Vicenza è ora di
che ha minac- le grandi
proprietà
della
ciato di chiude- emergenze
Bnl-Generali, non
re i rubinetti del
più dell’Inpdap.
metano. Nodari
Quindi adesso si
va giù duro: “A giugno in paga l’affitto a un privato e
parlamento il nostro mini- non più allo Stato, e in più
stro competente, Giuliano le spese di manutenzione
Amato (se mi permette: un restano addebitate al precevero imbecille) ha esplicita- dente proprietario. Insommente invitato a non pagare ma, paga il ministero degli
le bollette. Il giorno dopo, Interni. Cioè i vigili del fuodico il giorno dopo, si è pre- co. Conclusione di tutta la
sentato l’omino dell’Aim”. Il storia: se dovessimo lamencaso di Vicenza si è risolto tarci per un disservizio dei
con l’intervento del prefetto pompieri, sappiamo con chi
Mattei che è andato a “men- prendercela.
7
approfondimenti
21 LUGLIO 2007
La giornata di un pompiere nel racconto di chi lavora in via Fanini. Routine, cameratismo e tanti imprevisti. Non sempre graditi
Preghiere e incendi: la dura vita del vigile del fuoco
DI
LUCA MATTEAZZI
A volte non
resta che farsi
il segno della
croce e affidarsi a Santa
Barbara,
la
protettrice dei
vigili del fuoco. Quello del
pompiere è un
lavoro duro, e si sa: devi essere
sempre pronto a tutto, a risolvere i piccoli incidenti della vita
quotidiana come ad affrontare
situazioni di emergenza ad alto
rischio, spesso con pochissimo
tempo a disposizione per decidere. Se poi ai normali rischi
del mestiere aggiungi il fatto di
lavorare con gli uomini contati
e con tanti giovani che devono
ancora costruirsi la loro esperienza sul campo, come spesso
succede al comando di Vicenza,
allora le cose diventano molto
difficili. E fare un pensierino
ai santi in paradiso viene quasi
normale.
Eppure, in teoria, la giornata
tipo di un vigile del fuoco non
dovrebbe essere troppo complicata. “Ci si trova alle otto
del mattino per l’adunata e per
assegnare compiti e partenze
- racconta Massimo Verzara,
caposquadra al comando di via
Fanini -. Quelle che noi in gergo
chiamiamo partenze, altro non
sono che l’ordine di uscita delle varie squadre: la prima partenza è una squadra di cinque
vigili, pronta ad uscire per le
chiamate più gravi ed urgenti;
la seconda partenza è una squa-
La giornata scorre tra le chiamate d’emergenza e la routine del controllo dell’attrezzatura
dra di quattro vigili, chiamata in
causa per gli interventi minori,
come gli anziani che rimangono
chiusi fuori da casa. In più ci
può essere un’autobotte o una
autogru di supporto. Subito
dopo l’adunata si verifica la funzionalità dei mezzi, poi ci si dedica ai compiti della mattinata,
i tubi da lavare, le macchine da
ingrassare, il controllo che tutto
sia in ordine ed efficiente”.
Normale routine, insomma, almeno fino a quando non arriva
una chiamata. Perché in quel
caso si pianta tutto e si scatta.
“In tre minuti siamo già in strada, qualsiasi cosa succeda”. Altrimenti la giornata tipo prevede pranzo, pausa relax fino alle
15 (“qualcuno legge un libro,
qualcuno chiacchiera, qualcuno
guarda la tv”) e poi addestramento per tutto il pomeriggio:
sui nuovi materiali, sulle nuove
tecniche di intervento e su molto altro, visto che, a dispetto del
nome, i vigili del fuoco non si
muovono certo solo in caso di
incendio. “Dica qualcosa e noi
lo facciamo – scherza Verzara
-. dal gattino sull’albero o dal
nido di calabroni, fino ai grandi
incendi e agli incidenti stradali, noi interveniamo sempre”.
Si continua fino alle 8 di sera,
quando si lascia il posto ai colleghi che fanno la notte: in tutto
viene fuori un turno da 12 ore,
che viene intervallato con un riposo da 24 ore e con uno da 48
ore. Poi si ricomincia.
Al di là dei turni, comunque, il
vero problema è però la mancanza di rotazione nei vari incarichi, causata dalla cronica
carenza di personale. “In linea
teorica, si dovrebbe ruotare l’assegnazione alle partenze – continua il caposquadra -, in modo
che non siano sempre i soliti a ni piene di incognite e di rischi.
finire nella prima partenza, che “L’incendio è sempre la cosa che
è quella più impegnativa, per- fa più paura: non sai mai cosa
ché esce sempre e con le situa- trovi, soprattutto se a prendere
zioni più gravi. Invece non ci si fuoco è qualche grossa fabbrica.
riesce quasi mai, e sono sempre Eppure ad un certo punto devi
i soliti a spartirsi i turni”.
rischiare, devi entrare, anche se
A questo si aggiunge poi il fatto non sai esattamente cosa può
che a Vicenza il grosso del per- accadere all’interno. E a volte
sonale è costituito da giovani, e non puoi nemmeno sperare che
ci sono tanti volontari disconti- i rinforzi arrivino in fretta, pernui. Tutti bravi e pieni di buo- ché sai che ci metteranno un bel
na volontà, questo nessuno lo po’”.
mette in dubbio, ma non si può Cosa resta, dunque? La graticerto pretendere che abbiano ficazione da parte della gente,
l’esperienza di chi ha alle spalle quella non si discute. “Anche
anni di servizio. “Vicenza è un se va detto che nel momento
comando di passaggio – spie- del bisogno ti elogiano tutti
ga ancora Verzara -. arrivano – puntualizza Verzara -, ma
molti vigili giovani, stanno qui poi non è che si faccia granché,
qualche anno e poi, giustamen- soprattutto da parte dei politite, chiedono il trasferimento ci. Noi sono anni che gridiamo
in qualche distaccamento più che siamo senza uomini, ma da
vicino a casa. Così noi, qui, ci parte della politica ci sono arriritroviamo di nuovo con i vi- vate solo promesse”. E poi resta
gili appena usciti dalla scuo- la passione. “Ecco, questo è un
la. Questo perché,
lavoro che devi fare
principalmente, i Qualsiasi
se hai passione: la
vicentini che fanno problema
busta paga è meglio
domanda non sono è di loro
lasciarla perdere,
moltissimi,
forse
la soddisfazione da
competenza:
perché stiamo anparte dei dirigenti,
dal
gattino
sul
che troppo bene. E
meglio lasciar perpoi ci sono i volon- tetto ai nidi
dere anche quella.
tari, ma sono per- di calabroni,
A volte hai qualche
sone che durante dall’incendio
pacca sulle spalle,
la giornata fanno agli incidenti
ma se non c’è la pasun altro lavoro, e
sione è meglio penstradali
magari vengono qui
sare a qualcos’aldopo aver già fatto
tro. Anche perché
le loro otto ore”.
qua dentro è un po’ come una
Il risultato, dunque, è che spes- famiglia, devi essere capace di
so ci si trova ad uscire in con- andare d’accordo con i tuoi coldizioni tutt’altro che ottimali, leghi. Perché quando sei fuori la
con squadre inesperte che si tua vita può dipendere da cosa
trovano ad affrontare situazio- fa chi ti sta accanto”.
8
21 LUGLIO 2007
fatti&notizie
In Veneto la campagna contro i costi della politica vede
il governatore Galan contro le Province e la Lega Nord
La saga ipocrita degli sprechi
La realtà? Tutti fanno lobby
DI
ALESSIO MANNINO
E’
diventata una gara a
chi è più vergine: tutti ad
accusare tutti
di sprechi e
occupazione di potere.
Regione contro Province,
Forza Italia contro Lega, Galan contro autostrade, lobby contro lobby. Chi è senza
peccato scagli la prima pietra.
Risultato: una grandine di
ipocrisia.
Gian Antonio Stella. Il suo libro “La casta” ha mescolato nel torbido fondo del clientelismo politico
In Veneto la polemica nazio- Sulla scia della campagna gi: Gemmo). Per riassumere:
nale contro la Casta (titolo di moralizzazione benedetta sembra di assistere a un condello strabiliante successo dal Cavallino Rampante del- flitto combattuto a colpi d’ineditoriale dei giornalisti del la scena pubblica italiana, il chieste senz’altro utili all’inCorriere della Sera Gian An- Luca Cordero di Montezemo- formazione, ma i cui “sensi
tonio Stella e Sergio Rizzo su- lo capo di Confindustria, si unici” fanno sospettare pilogli scandalosi costi della poli- apre un altro fronte. Ma que- taggi politici dettati dai contica) era partita
sta volta è Ga- sigli d’amministrazione. Al
con l’affondo sui
lan a gongolare. Giornale di Vicenza comanda
privilegi e preIl
Gazzettino il locale ras degli industriabende dei consi( p r o p r i e t a r i o : li Massimo Calearo, nemico
glieri regionali.
il
costruttore giurato di Galan, che non gli
Viaggi all’estero,
romano Fran- perdona l’affiliazione al clan
autoblù, pensiocesco Gaetano montezemoliano.
namenti dorati,
Caltagirone,
telefonini: una
molto
vicino Buone ultime sono arrivate
sagra
comune
all’Udc) confe- le Province. E qui non si sa
in tutta Italia.
ziona un’inchie- se farsi strappare un sorriso
Ne viene fuori
sta a puntate o cascare le braccia. Riuniti
un caso umano:
sul poltronifi- in conclave sabato 14 luglio,
quello del presicio delle socie- i sette enti provinciali venedente del consi- Marino Finozzi (Lega) attacca gli sprechi regionali tà autostradali ti hanno reagito con rabbia
glio veneto Ma(vedi pag. 5). all’anatema dello straripanrino Finozzi (Lega Nord), che Con la lente della politica, la te governatore forzista, che
prima respinge le accuse e poi sequela di articoli molto ben due giorni prima ne aveva
si fa promotore di un taglio documentati dell’agonizzante sollecitato l’abolizione pura
sull’onda di articoli sparati a giornale venee semplice. A
tutto gas dal Corriere del Ve- ziano è un duro
tale ritornello
neto, succursale locale della colpo alla Dal
che si sente da
casa madre di via Solferino. Il Lago, cioè alla
trent’anni,
le
governatore Giancarlo Galan Lega maroniana
Province hanno
va su tutte le furie: “non sono (il filo-forzista
replicato
con
questi gli sprechi”, sentenza il Stefano
Stefaun altro meno
Doge Azzurro. E contrattac- ni, difatti, tace).
ammuffito, ma
ca: guardate le società rette Qui da noi, sotto
solo di poco:
dai leghisti, come l’autostra- le volte del Pal“Vogliamo
il
da Serenissima Brescia-Pado- ladio, il restaufederalismo,
va, da poco presieduta dall’ex rato Giornale di
la Regione depresidente della Provincia di Vicenza
aveva
leghi
poteri”.
Vicenza Manuela Dal Lago. già provveduto a
Chi lo avrebbe
Affiora lo scontro politico che sferrare l’attacco
mai detto che
non smette di montare sotto al dominio gala- Il governatore Galan: “Le spese inutili sono altre” Galan avrebbe
traccia fra i capannoni della niano puntando
fatto proprio un
pianura veneta: Forza Italia i fari sul caso Pedemontana, punto forte del libro di Stelcontro Lega. Il Pollaio delle altro focolaio d’infezione af- la, suo fustigatore da quel dì?
Libertà ha due galli che non faristica, coi suoi appalti alla Già, perché nel capitolo dedifanno che beccarsi. E ogni galassia di imprese amiche cato a questi enti intermedi
tema diventa un pretesto.
dei vertici di Forza Italia (leg- da Comuni e Regioni, quel
formidabile topo d’archivio delle Autonomie locali deledi Stella distrugge le Provin- gando ai vari enti” (Davide
ce senza tanti complimenti. Zoggia, Venezia, centrosiniI poteri reali sono solo un stra); “No a facili e impulsive
paio: “Edilizia scolastica per eliminazioni di enti scomodi”
gli istituti superiori (le ele- (Leonardo Muraro, Treviso,
mentari e le medie toccano ai Lega). Difesa d’ufficio biparComuni) e quel pezzo di via- tisan, come si vede: per ribilità che l’Anas
dimensionare
il
reputa meno imcostoso ginepraio
portante. Il resto, Le Province
di istituzioni chiedallo smaltimento s’appellano
dono di fabbridei rifiuti, spesso al verbo di
carne un’altra e
gestiti dai comchiamano
“scoStella:
“si
missari regionali,
mode” realtà che
deleghi
di
più”
ai poteri in manon a caso i cittateria di sviluppo Peccato che
dini non sentono,
economico, teori- lo scrittore,
non percepiscono
camente basati sui nel suo libro,
come utili. Anche
distretti industria- le demolisca
il nuovo inquilino
li, sono castelli in
di Palazzo Nievo,
aria” (p. 222, cit.
il leghista (stefadel costituzionalista diessino niano) Attilio Schneck era
Augusto Barbera).
presente. Nel senso che faceva presenza. Non ha preso
Galan ovviamente non è di- una posizione forte e chiara,
ventato “stelliano”: gioca è rimasto nell’ombra. Sarà
solo la sua partita di potere mica perché è ancora con le
contro chi gliene vuole ruba- gomme a terra, in attesa che
re dei pezzi, cioè i presidenti si sblocchi il braccio di ferro
delle Province. Costoro, però, con Forza Italia, ferma nel rearrivano a dire cose tipo: “La clamare il potere assoluto in
Regione istituisca il Consiglio giunta?
Motivazioni tecniche? No, politiche.
Un aiutino a Fi contro la Lega
Ptcp bocciato dalla
Regione, il vero perché
E’ parso un fulmine a ciel
sereno. Ma siamo sicuri che
il presidente della Provincia
Attilio Schneck, ancora beato
fra le bellezze dell’Egeo, non
si aspettasse la bocciatura
del piano urbanistico (Ptcp)
da parte della Regione? Pur
con questo sole che non ha
nulla da invidiare a quello
di Mykonos, la motivazione
del niet di Palazzo Ferro Fini
resta avvolta in una coltre di
nebbia. Noi una spiegazione
ce l’abbiamo, filtrata da ambienti veneziani informati sui
fatti. E non è particolarmente
originale. Si tratterebbe della
guerra di trincea fra Galan e
la sua ispiratrice Lia Sartori
contro i leghisti che non vogliono cedere l’egemonia in
Provincia di Vicenza. Un assist regionale al logoramento
del povero Schneck, assediato dall’ingordigia di poltrone
degli azzurri. Che del resto
vogliono ciò che spetta loro in
base al diluvio di voti presi il
27 e 28 maggio scorso. E l’urbanistica, lo ricordiamo, è un
settore nevralgico. Non tanto
per l’effettivo potere di intervento della Provincia (che
coordina e dà l’indirizzo, ma
non può imporre). Quanto,
come ha messo in luce sulle
nostre pagine il presidente
di Alleanza Nazionale Sergio
Berlato, per far capire a industriali, costruttori e cavatori
chi ha il bastone del comando. Tutto qui. Come sempre.
A.M.
9
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DI
21 LUGLIO 2007
fatti&notizie
Costa di meno, è più controllata, ed è altrettanto buona. Eppure
non la beve (quasi) nessuno. Colpa di pregiudizi e interessi milionari
Acqua azzurra, acqua snobbata:
perché nessuno beve dal
LUCA MATTEAZZI
Sta diventando
il tormentone dell’estate.
Il sindaco di
New York ha
appena lanciato una campagna per invitare i cittadini
della Grande Mela a sfruttare
di più l’acqua del rubinetto,
imitato dal suo collega di Salt
Lake City e da molte città della
California. Sulla stessa strada
si stanno muovendo, in piccolo
(molto più in piccolo), anche i
vertici di Aim, mentre Repubblica insiste da giorni con una
serie di articoli e sondaggi sulla
battaglia. Insomma, è difficile
ormai aprire un giornale o fare
zapping alla tv senza sentire
qualche servizio sulla battaglia
dell’acqua, e qualche elogio
dell’acqua potabile. Nonostante tutto, però, le preferenze
degli italiani vanno sempre
nella stessa direzione: quella
dell’acqua in bottiglia. Lo dicono le stime nazionali, secondo
cui il 97 per cento delle famiglie acquista acqua minerale, e
ognuno di noi ne consuma, in
media, circa 180 litri all’anno,
mentre solo il 19 per centro di
quanto esce dagli acquedotti
viene utilizzata per dissetarsi.
E lo confermano i dati vicentini, da cui emerge che solo una
piccola percentuale riempie regolarmente il bicchiere sotto il
rubinetto.
Acqua di Vicenza doc
Eppure Vicenza e il vicentino
possono contare su una del-
Frizzante o naturale è indifferente: per gli italiani basta che sia in bottiglia
le migliori acque potabili di
tutta la Regione. Da un’indagine condotta in primavera
da Legambiente mettendo a
confronto le dodici marche di
acqua minerale più vendute
con l’acqua che esce dai rubinetti dei comuni più popolosi
del Veneto, emerge infatti che
solo a Belluno c’è un’acqua del
rubinetto migliore di quella vicentina. Ma soprattutto emerge, che l’acqua dell’acquedotto non ha nulla da invidiare
a quella che si compra al supermercato, le cui virtù sono
spesso da attribuire più ad una
attenta strategia di marketing
che a meriti reali. “In tutta la
provincia l’acqua si potrebbe
bere tranquillamente – conferma Giorgia Businaro, che
ha redatto la ricerca per conto
dell’associazione ambientalista -. L’acqua vicentina è una
delle migliori del Veneto, e in
molti parametri è anche migliore di quelle imbottigliate”.
Dal rubinetto esce un’acqua più controllata di quella che si trova nei supermercati
L’indagine ha tenuto conto di
un ampio spettro di valori chimici e microbiologici. Trovando che, continua la Businaro,
“i valori di sodio della famosa
acqua povera di sodio sono
molto simili a quelli dell’acqua
di rubinetto, così come i valori
dello ione solforico, dello ione
cloridrico (il cloro usato per
disinfettare, che nel vicentino
non si trova quasi mai, a conferma della qualità dell’acqua)
e del magnesio. L’unica differenza è nelle concentrazioni
di ione nitrato, che è presente
nei terreni da cui pescano gli
acquedotti, ma che restano
comunque ben al di sotto dei
limiti di legge”.
All’ottima qualità dell’acqua
di rubinetto si aggiunge poi il
sistema capillare dei controlli.
Aim ad esempio, nel 2006 ha
eseguito una cinquantina di
controlli sull’acqua potabile
nei pozzi di prelievo, e circa
1400 lungo gli impianti e le
reti di distribuzione. Controlli a cui vanno sommati quelli dell’Ulss e dell’Arpav. “Il
controllo sulle acque dell’acquedotto è ormai giornalieroconcludono da Legambiente
– mentre le verifiche sulle acque minerali, per legge, possono essere aggiornate una volta
ogni cinque anni”.
Un affare d’oro.
Ma per chi?
Se tutto questo non bastasse, a
favore del rubinetto gioca pure
il fattore economico. La tariffa
varia da comune a comune,
ma in genere un metro cubo
di acqua potabile, cioè mille
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litri di acqua, costa meno di fine, comunque, il conto rimaun euro (una delle tariffe più ne favorevole, e di molto, alle
basse a livello europeo). Più o aziende.
meno lo stesso prezzo un litro
e mezzo di acqua comprata al I persuasori occulti
supermercato. Ci vuol poco Non resta che chiedersi come
a capire che l’acqua di casa è mai l’acqua del rubinetto,
un affare per i consumatori, più economica, più controlmentre quella imbottigliata lo lata e altrettanto buona di
è per i colossi del settore come quella della bottiglia, venNestlé, San Benedetto e Dano- ga snobbata. “Il fatto è che
ne. Anche perché i prezzi delle ci sono ancora tantissimi
concessioni per lo sfruttamen- pregiudizi in questo settore
to delle fonti sono spesso ri- – spiegano da Legambiente
dicoli: il vicentino
-. Pregiudizi sul
Gian Antonio Stelmomento del prela ricordava, in un L’acqua
lievo, e sul fatto
articolo scritto per vicentina
che l’acqua possa
il Corriere un paio è una delle
sporcarsi durante
di anni fa, che in migliori del
il passaggio nelle
Toscana i produtcondutture degli
Veneto.
tori di acque miacquedotti. Noi
E
in
molti
nerali pagano 197
stiamo cercando
parametri
mila euro l’anno
da tempo di fare
per poter imbot- è migliore
campagne di sentigliare, ma fattu- pure di quelle sibilizzazione, ma
rano 75 milioni di imbottigliate
non c’è peggior
euro. In Veneto
sordo di chi non
le cose sono legvuol sentire. Poi,
germente diverse: la giunta con tutta la pubblicità che
Galan è stata una delle prime passa in televisione e che
a ritoccare verso l’alto i cano- attribuisce alle acque virtù
ni di concessione, che adesso quasi miracolose, la situaprevedono una quota annuale zione è ancora più difficile”.
proporzionata alle dimensio- Già, cambiare le abitudini è
ni dello stabilimento, e una un affare complicato. Tanto
quota per ogni metro cubo di più quando in ballo ci sono
acqua messo in bottiglia. Alla interessi miliardari.
I dati del Pianeta Acqua
In Italia si prelevano, in media, 980 metri cubi annui di
acqua potabile per abitante,
un dato che la pone al terzo
posto al mondo dopo Stati Uniti e Canada. In teoria,
però, la disponibilità sarebbe ancora maggiore. In ogni
caso, solo il 19 per cento dell’acqua potabile viene bevuta:
il resto è impiegato nell’agricoltura e nell’industria. A Vicenza e dintorni, Aim gestisce
una rete di 1700 chilometri di
acquedotto al servizio di 25
Comuni, ed eroga ogni anno
qualcosa come 25 milioni di
metri cubi d’acqua.
Se l’acqua potabile non sfonda, il mercato delle acque
minerali è invece in continua
crescita: la produzione del
2006 è stata di circa 12 mi-
liardi di litri, per un giro d’affari di oltre 2000 milioni di
euro, in gran parte nelle mani
di quattro grandi gruppi multinazionali. In tutto le società
di imbottigliamento sono oltre 160, che prelevano l’acqua
da 200 fonti e la mettono sul
mercato con 300 marchi diversi.
A Vicenza le fonti da cui si
preleva sono undici: tre in
concessione alla Norda di
Valli del Pasubio, altre tre
in concessione alla Fonte
Margherita con stabilimento a Torrebelvicino, due alla
Sanpellegrino (le fonti della Lora a Recoaro), due alle
Fonti Regina Staro di Valli
del Pasubio e una alle Fonti di
Posina.
L.M.
10
Busin
Salumi dell’Alto Vicentino
via Trieste, 158 - Zané (Vi)
Tel. 0445 314103
www.salumificiobusin.it
DI
21 LUGLIO 2007
altovicentino
In esclusiva i numeri del complesso Lanerossi di Schio: 1500 metri quadri di museo tessile
7 euro di biglietto, 5 milioni di euro di restauro e 500 visitatori al giorno. Verranno?
La Fabbrica Alta dà i numeri:
il progetto del nuovo museo
ANDREA ALBA
L’idea di fare un “museo tessile” nei vecchi opifici lanieri scledensi ha vinto: è stato
realizzato ed è attualmente all’esame del consiglio comunale cittadino il Mind, un museo
su 1500 metri quadri con 500
visitatori (ipotizzati) al giorno,
di cui 400 paganti. Svelato nei
dettagli il piano che prevede
per Schio una esposizione sulla
storia laniera dai primordi al
secondo Novecento nel lanificio Francesco Rossi e in buona
parte della Fabbrica Alta. Esposizione per la quale – secondo
la documentazione predisposta dal vicepresidente di Italia
Nostra Marco Parini e dallo
studioso scledense Gian Luigi
Fontana – si prevede una spesa iniziale complessiva di circa
5 milioni di euro, tra restauri
e allestimento. La discussione è aperta, e dopo un primo
esame del progetto si possono
iniziare a porre punti interrogativi: primo tra tutti quello
sulla stima, preventivata, dei
visitatori paganti quotidiani in
una esposizione di archeologia
industriale.
La Fabbrica Alta, uno spazio ideale per le esposizioni. Ma i costi di gestione sono incerti
Il voto unanime
L’idea di destinare l’intera ex
area industriale del centro cittadino a fini culturali, facendola gestire da una Fondazione, è
stata approvata all’unanimità
in consiglio nei mesi scorsi.
Riassumendo, il progetto prevede complessivamente: nella
Fabbrica Alta uno spazio espositivo, provvisoriamente denominato Euromuseo, dedicato
a mostre di opere provenienti
da musei europei, oltre a un
museo storico digitale, a uno
spazio espositivo rotativo destinato a mostre del Museo dell’Industria (Mind), a
rassegne periodiche
di prodotti d’eccellenza delle imprese del territorio e a
una caffetteria con
spazio per dibattiti;
nell’attiguo lanificio
Francesco Rossi il
Museo dell’Industria
e
dell’Innovazione
(Mind) e un Book
shop; nell’ex Assortissaggio un Archivio
di
concentrazione
dell’Industria, contenente in particolare
l’archivio della storica azienda scledense ma che vorrebbe
essere allargato sino
ad archivio storico di
tutta l’industria veneta; nell’ ex Lanificio Conte uno spazio
espositivo destinato
all’arte moderna e
contemporanea; nell’ex centrale termica
un pub e un “corner”
destinato ad attività
Un lavoro di Nedko Solakov, dalla Bulgaria. Tutti gli artisti proposti
in queste pagine partecipano alla Biennale di Venezia
musicali amatoria-
li; nel palazzo Toaldi Capra la
sede degli uffici della Fondazione.
Il progetto Mind
Il “Museo dell’Industria e
dell’Innovazione” di Schio
(MIND) nasce con l’idea di
far conoscere la lunga storia
e le dinamiche contemporanee dell’industria veneta a
partire dai suoi luoghi d’origine, e di conservare, gestire
e valorizzare il patrimonio
materiale e immateriale dell’Alto Vicentino, uno dei primi e più importanti poli dell’industrializzazione italiana
ed europea. Realizzato nelle
ex strutture industriali Fabbrica Alta e lanificio Francesco Rossi, il museo “tessile”
presenterà un processo storico-artistico che inizierà dall’emergere della “vocazione
industriale” dell’Alto Vicentino nei primordi della formazione di un’economia regionale, a partire dal mondo
mercantile e manifatturiero
che tra il Basso Medioevo e la
prima età moderna opera tra
la città capoluogo e il territorio, per arrivare alla realtà
laniera (anche della Lanerossi) fino al secondo Novecento. Il programma è ambizioso: il MIND mira infatti a
divenire un polo culturale e
di intrattenimento con forza
di attrazione per un bacino
di oltre sei milioni di abitanti. Destinatari delle sue attività saranno la popolazione
del territorio di riferimento,
le scuole del Veneto e, più in
generale, l’utenza del turismo
scolastico e culturale a livello
nazionale e internazionale.
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Salumi dell’Alto Vicentino
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La struttura e le attività
tori didattici, cioè spazi poliIl museo Mind si articolerà valenti capaci di ospitare un
in 4 piani, spartito nei due gruppo-classe per una pluraex opifici. Vi saranno aree di lità di attività guidate; miniricevimento (accoglienza, bi- cinema, spazi per la visione
gliettazione), area commer- di materiale visivo di approciale, area di ristoro, spazi fondimento rivolto a piccoli
espositivi permanenti, labo- gruppi di visitatori (singoli o
ratori didattici e di animazio- in famiglia); atelier o discovene culturalel, area dei servizi ry rooms, spazi di scoperta e
al territorio, area magazzino, approfondimento per adulti e
servizi igienici e area staff. famiglie dove sono proposte
Dedicherà parte dei suoi spa- attività pratiche autogestizi alla storia industriale di te (simulazioni, archeologia
Schio, dell’Alto Vicentino e industriale sperimentale). Il
del Veneto, presentandosi progetto presume – come evicome una sorta di “vetrina” denziato nel documento - un
delle specializzazioni locali. forte interesse didattico, atL’esposizione vuole capire traverso visite guidate. Due
come questo processo sia sta- sono le aree ritenute di magto trainato da poli di crescita, giore importanza ai fini di una
settori e imprese-pilota, di- adeguata qualità del servizio
stretti mono o plurispecializ- erogato al pubblico: la gestiozati (tessile-abbigliamento, ne fisica degli spazi (sicurezza
meccano-tessile, elettromec- dei visitatori, dello staff e delcanica).
la collezione) e la erogazione
L’idea di fondo è
dei servizi didatcomunque queltici nel senso più
L’idea
di
fondo
la di una fabbrica
ampio del termine
“che si racconta”, del museo è
(didattica e anicon un percorso quella di una
mazione culturale
lungo una infra- fabbrica che
rivolta ai diversi
struttura
comu- si racconta e
segmenti di pubnicativa che perblico). Verranno
che
permette
metta al visitatore
invece gestiti in
al
visitatore
di
di comprendere e
outsourcing i sercomprendere
le
leggere gli spazi
vizi commerciali,
in cui il museo si trasformazioni
di pulizia e di matrova e le ragio- avvenute nel
nutenzione, come
ni della loro for- tempo
pure la sicurezza
ma, nonché i modiurna e notturna.
menti essenziali
delle trasformazioni subite Quanto
nel tempo. L’intero percorso costerà?
museale prevede una inte- Il museo in oggetto rientra
grazione tra spazi espositivi in una tipologia bisognosa
e spazi ad hoc per una didat- di interventi di allestimentica diversificata, secondo tre to piuttosto complessi, non
modalità principali: labora- richiedendo una semplice
Dan Perjovschi, rumeno, durante una performance
11
21 LUGLIO 2007
altovicentino
esposizione di dipinti alle dell’inutilizzo ultra decennale
pareti (come nel caso di una dei locali e della mancanza di
pinacoteca). Nel “museo tes- opere di manutenzione. Che
sile” l’elemento scenografi- risalgono alla seconda metà
co e di arredo e l’elemento degli anni Ottanta del Novemultimediale svolgeranno un cento. Nel complesso, l’area
ruolo particolarmente impor- da restaurare è in 5 piani (dal
tante. Si svilupperà su circa piano terra al sottotetto), con
1500 metri quadri e la spesa il percorso museale che si svinel dettaglio potrà essere va- lupperà in 1500 metri quadri
lutata completamente solo in su 2700 complessivi (tutti da
fase esecutiva. Nel testo ela- restaurare, ovviamente). Il
borato, però, si danno indica- costo medio ipotizzato è di
zioni sulle spese a consuntivo 1700-1800 euro al metro quaa metro quadro per alcuni dro, al netto di spese tecniche
importanti musei italiani e ed oneri fiscali. Risulta un costranieri, affini per tematiche sto sintetico complessivo di
e natura dell’espoopere edili ed imsizione al progetto Il progetto
piantistiche colloMind: il recente prevede
cabile tra 4,5 e 5
Museo Touriseum una media
milioni di euro.
di Merano è costadi
500
to circa 3500 euro
Il pubblico
al metro quadro; visitatori
pagante
la stazione princi- al giorno
Il progetto espone
pale dell’Ecomu- ma su molti
anche alcune ipoteseo di Ridracoli dati
si sul successo che il
(realizzato sopra non c’è
tutto può riscuotere
una diga) circa
verso il pubblico. In
chiarezza
1000 euro al merealtà il documentro quadro; il muto è poco chiaro,
seo Casa Natale De Gasperi di non si capisce se si parli del
Pieve Tesino è costato 1600 solo progetto Mind o di tutto il
euro al metro quadro nelle complesso museale. Si presuparee strettamente espositive. pone una media giornaliera di
Nei due ex opifici scledensi lo 500 visitatori, di cui il 20 % non
stato di conservazione risente pagante perchè appartenente a
categoria esente. In aggiunta al
Mind, come predetto, si intendono realizzare 4 eventi espositivi all’anno nell’ex Lanificio
Conte, di 45 giorni ciascuno e
altri due in palazzo Fogazzaro
di 60 giorni ciascuno. Prezzo
del biglietto, 7 euro intero e 3,5
ridotto. Nel documento questo
non sembra essere stato esaminato nei dettagli per quel che
concerne anche l’Euromuseo,
ovvero quello spazio espositivo
che in Fabbrica Alta (oltre al
Mind) si vuole raccolga e promuova le esposizioni dei musei
meno noti dell’Europa dell’Est.
I dubbi
Sono almeno due: “cosa si va
a vedere” e “quanto interesse
susciterà”. In realtà sono collegati, e per la risposta basterebbe solo qualche dettaglio
in più. Per esempio, pagando
i 7 euro di biglietto potrò andare a vedere solo il Mind con
le macchine tessili eccetera, o
potrò accedere anche all’Euromuseo nel quale (magari) in
questo mese c’è una bella esposizione in trasferta di opere
del museo nazionale di Lituania? E (magari) attraversando
la piazza potrò andare con lo
stesso ticket anche a gustarmi
un po’ d’arte moderna al lani-
Un’installazione di Zoran Naskovski, artista serbo
ficio Conte? Insomma, non è
chiaro se il complesso museale
è un tutt’uno pure nella fruizione o se lo è solo in quanto
gestito da un’unica Fondazione. Dettaglio “chiave”, se si
vuole tener valida la stima di
500 visitatori al giorno. Perchè
siamo proprio sicuri che i 500
visitatori quotidiani preventivati (tenendo presente che i
musei portati a esempio, che
negli anni scorsi hanno attirato questi numeri o più sono
tutti di città di media grandezza, o con mostre di amplissimo
livello) siano una stima valida
per un museo tessile, come
di fatto sarà il Mind? Certo, il
complesso museale dovrebbe
comprendere anche un Museo
storico-digitale costantemente
focalizzato sulle ultime novità
scientifico tecnologiche: ma
il progetto specifico non viene esaminato nel dettaglio nel
documento all’esame e, in ogni
caso, resta sempre da chiarire
se bisognerà pagare un ticket
in più. Qualche chiarimento
aggiuntivo, quindi, il progetto
Mind e l’intero complesso museale lo richiederebbero. Anzi,
a voler essere pignoli si potrebbe anche aggiungere un dubbio
in più: “Chi sborserà i 5 milioni
di euro previsti per il restauro
dei due opifici?”.
12
21 LUGLIO 2007
bassanese
Dopo il progetto di Fuksas per Nardini, fa discutere l’idea
di Paolo Portoghesi: due grandi grattacieli alle porte della città
Bassano, storia di Bolle e Torri
Con un finale tutto da scrivere
DI MASSIMO GRANDESSO
Non è certo la morbidezza che caratterizza i dodici piani delle due
“vele”, torri o più semplicemente
grattacieli che l’architetto Paolo
Portoghesi ha ideato su commissione delle ditte Farro e Carron
in un’area in stretta vicinanza allo
scalo merci ferroviario e ai giardini
Parolini, a poche centinaia di metri dal centro storico dei Bassano
del Grappa. È da mesi che all’ombra del Grappa si parla di questi
due edifici ellittici costruiti in cristallo e acciaio con una base di 30
metri per 15 e un altezza di 45 metri, superati solo dai 52 metri dell’ospedale San Bassiano. Dotati di
un sistema fotovoltaico sarebbero
in grado di produrre il 50% dell’energia elettrica necessaria agli
occupanti.
Molti lavori dell’architetto hanno avuto un forte impatto col territorio e la popolazione
Parolini. Lo stato di degrado in
cui si trova grida vendetta. Quello
che era uno dei più importanti orti
botanici d’Europa, dove un tempo
si potevano ammirare oltre 3000
specie vegetali provenienti da tutto il mondo ordinate e catalogate,
è diventato una boscaglia disordinata ed incolta.
Una svolta con molti dubbi
Una soluzione innovativa per Bassano, che per la prima volta pensa
ad uno sviluppo verticale anziché
orizzontale. Quello firmato dal
noto urbanista è un progetto di
innegabile valore estetico, ma per
molti non è calato
nella realtà locale e
La vera
nel modo di vivere L’ultima
incognita:
dei bassanesi, e i cosa da fare
l’impatto
punti interrogativi
urbanistico
è
una
città
sono molti. In un
Ma la vera questiocampionaria,
ambito dove l’apne non sono solo
partamento in con- composta
le torri; il progetdominio viene vi- da pezzetti
to dell’architetto
sto come una soluPaolo Portoghesi
incoerenti
e
zione provvisoria,
infatti
riguarda
ad esempio, quanti sperimentali
solo due degli otto
sono disposti ad Servono spazi
comparti del piano
andare ad abitare che creino
di una zona che è
al 12esimo piano
tutta da ricostruire.
cittadini,
con “vista” sullo
Sarà quello che acnon
abitanti
scalo ferroviario?
cadrà anche negli
O ancora: secondo
altri sei comparti
i committenti e il Comune di Bas- e nell’adiacente area del vecchio
sano, che ha dato il via libera al- ospedale, a cui sono strettamente
l’operazione, lo sviluppo verticale legati, a definire il futuro assetto
metterà a disposizione della città urbanistico della città. Un assetto
un ampia zona verde. Ma quante che durerà nel tempo molto di più
sono le mamme disposte a passeg- degli edifici.
giare con le carrozzine all’ombra È su questo aspetto che si concendi edifici alti 50 metri o a portare tra, con un giudizio tutt’altro che
i loro bimbi a giocare a nelle aree morbido, l’associazione Civicity,
verdi sotto le torri, aree che non un’associazione di professionisti
sono state progettate per essere bassanesi sensibile all’architettura
bioclimaticamente confortevoli?
sostenibile e nata per promuovere
E non dimentichiamo che uno spa- la partecipazione attiva nella cozio verde a pochi passi di distanza struzione urbanistica della città.
c’è già, ma è proprio il comune Per Sergio Los, già docente e ricera disinteressarsene da http:// catore allo IUAV di Venezia e prel.yimg.com/www.flickr.com/ima- sidente di Civicity, l’ultima cosa
ges/spaceball.gif anni: il Giardino da fare è una città campionaria,
composta da pezzetti incoerenti e
sperimentali, con il rischio concreto di doversi tenere per 50-80 anni
eventuali esperimenti non riusciti:
quando gli spazi urbani non vengono costruiti prima degli edifici, la vendita degli appartamenti
riduce fortemente l’interesse del
costruttore a investire il denaro in
opere di abbellimento degli spazi.
Massimo Vallotto, laureatosi in architettura proprio con una tesi sul
risparmio energetico degli edifici e
sull’uso di fonti rinnovabili e vicepresidente di Civicity. L’edificio a
torre sarebbe quanto di meno sostenibile si possa concepire perché
totalmente esposto a vento, sole,
pioggia e gelo, con l’aggravante di
essere un edificio leggero in acciaio e cristallo che durante l’estate
si surriscalderà molto e avrà bisogno di consumare molta energia
non rinnovabile per garantire il
comfort dei residenti. «L’uso delle
fonti energetiche non rinnovabili
ha impigrito gli architetti - continua Los – Per liberarci dalla schiavitù dei combustibili fossili serve
un nuovo modo di progettare.
L’età della pietra non è mica finita perché erano finite le pietre ma
perché abbiamo trovato qualcosa
di meglio.»
Ci sono inoltre dei problemi pratici
che la costruzione di un tale comparto causerebbe. In primo luogo
l’impatto sulla viabilità ordinaria:
quali conseguenze porterebbe alla
città una tale concentrazione abitativa in un quartiere cittadino?
Certamente la congestione del
L’alternativa
di Civicity
L’esperimento
del “quartiere Parolini” è proprio
lì a dimostrare
che è impossibile
ottenere risultati soddisfacenti
senza realizzare,
prima degli edifici, una rete civica.
«La posizione di
Civicity – commenta Los - è che
non esistono solo
condomini e torri L’altro grande progetto bassanese: “Le bolle” di Fuksas per Nardini
ma esistono altre
alternative basate sulla sostenibili- traffico e l’aumento dell’inquinatà e il recupero della convivialità, mento che già oggi in alcune zone
cosa che condomini e torri non ha raggiunto in città soglie preoccreano. Stiamo predisponendo un cupanti; la nuova viabilità andrà
piano alternativo per quell’area tutta ad insistere su viale Venezia,
finalizzato a costruire uno spazio passando per via De Blasi, e su Ca’
che crei cittadini e non abitanti.»
Baroncello. E i parcheggi cittadiAnche da un punto di vista eco- ni saranno in grado di assorbirne
sostenibile le torri non rappre- l’impatto?
senterebbe la scelta migliore. «Le
vele hanno un notevole numero di La difesa: uno spot
corpi aggettanti che causano coni per la città
d’ombra e riducono sensibilmente Portoghesi sostiene che le sue
la produzione di energia anche con creature dall’ardita forma a spiral’orientamento più favorevole», si le che si trasforma sulla sommità
legge in un dossier presentato da in una grande “vela” non faranno
che riqualificare la periferia bassanese altrimenti brutta e anonima. «Bassano si deve aprire
all’innovazione – è la posizione
espressa dall’assessore all’Urbanistica - ben sapendo che progetti di questo genere possono portare soltanto benefici alla città sotto
l’aspetto turistico e culturale. Basti pensare alle “Bolle” realizzate a
sud della città nella distilleria Nardini dal grande architetto Fuksas
che hanno fatto parlare le riviste
specializzate di tutto il mondo e
che sono meta di visite».
Bassano capitale
dell’architettura?
È proprio con Massimiliano Fuksas che le grandi stars dell’architettura contemporanea sono approdate a Bassano del Grappa. Le
due “bolle” di vetro su gambe di
acciaio sospese tra il verde degli
alberi, edificio dal sapore avveniristico, che ospitano i laboratori
della Distilleria Nardini alle porte
della città sono state costituite rispettando il parco progettato nel
1981 da Pietro Porcinai, forse il
maggior paesaggista italiano. La
disposizione del committente era:
“non toccare gli alberi del parco.”
Anche da parte politica ci sono
commenti tutt’altro che entusiastici: sia fra i consiglieri di maggioranza (a partire dal vicesindaco
Stefano Giunta che ha dichiarato
che le torri stravolgono l’identità
della città) e minoranza, sia fra le
associazioni ambientaliste, sia nel
comitato di quartiere del centro
storico, che non vedono di buon
occhio la realizzazione di questo
progetto.
Già a dicembre il Consiglio Comunale con un atto di indirizzo,
votato all’unanimità, dichiarò di
non avere pregiudiziali negative
alle richiesta dei privati di sviluppare in verticale 39.753 metri
cubi dei volumi edificabili all’interno del Ppe4 Area Parolini, ponendo la condizione di un’altezza
massima di 45 metri rispetto agli
oltre 50 richiesti. Il prossimo passo sarà una variante urbanistica
che permetta questo sviluppo
verticale. Potrebbe essere il primo passo per aprire la porta a una
“Bassano Verticale” protesa verso
il cielo. Si riscoprirebbe così, con
in mano un bicchierino di grappa
vero simbolo della nostra città, un
motto di eoni fa: “Sempre più in
alto”.
Direttore editoriale Giovanni Coviello
Asiago: l’hockey
su ghiaccio
nelle mani di un
canadese da Nhl
Spedizione in A.P. - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 Filiare di Verona
Volley. La Minetti Infoplus si trasferisce a Imola per restarci;
la società rimane a Vicenza con le giovanili e con l’obiettivo di portare in A2 la Novello
Arrivederci Serie A
a pagina 14
DI
Motocross:
il giovane Cervellin
sale sul palco
del mondiale
a pagina 15
Atletica.
Lasciate correre
Pistorius.
Anche per i vicentini
a pagina 17
Calcio:
orari ferrei
e tanta allegria.
Il ritiro del Vicenza
a pagina 18
Anno 2 - Numero 26- Sabato 21 luglio 2007 Supplemento al settimanale VicenzaPiù n°68
PAOLO MUTTERLE
dalle ragazze under 18 di Peppe Nica,
tutte vicentine a parte la centrale Nevena Radovanovic.
Adesso è uffiA esprimere dispiacere e a spiegare che
ciale. La Minetti
il Comune ce l’ha messa tutta sono le
Infoplus lascia Viparole dell’Assessore allo Sport Giancenza, che perde
franco Morsoletto: “Il rammarico per
la sua squadra di
la partenza della squadra è grande, ma
categoria maggiofa piacere che la società resti con prore in uno sport di
grammi ambiziosi, che spero possano
grande diffusione.
far tornare in tempi brevi la pallavolo
Dall’altra parte
di serie A. La carenza di impianti a
Imola invece fa
Vicenza è nota; sono convinto che un
festa, non solo per il ritorno del grande
secondo palazzetto serva, e che se ci
volley in riva al Santerno (già salutato
fosse stato non saremmo qui a dover
con voce di giubilo da stampa e apsalutare la pallavolo femminile di A1.
passionati), ma anche per l’importante
Abbiamo fatto il possibile, suddiviindotto che porta con sé una squadra
dendo i lavori in più anni, ma l’inizio
di serie A1. Per la città del Palladio è
del campionato a ottobre non ha conun divorzio triste ma inesorabile, dopo
sentito di consegnare il palasport in
un matrimonio durato quindici anni, di
tempo”.
cui nove nel campionato più importan“Do atto all’assessore Morsoletto di
te del mondo. Che hanno portato tre
aver provato a venirci incontro, ma
partecipazioni europee, con la conquipurtroppo le tempistista di una storica Coppa
che si sono scontrate
Cev nel 2001. E proprio
con le nostre esigenze
quando le biancorosse “Dopo gli
– ha commentato il
sarebbero tornate a poter impegni
patron del gruppo Vidire la loro in un torneo presi con
cenza Volley Coviello
continentale, con una Imola, la
- Chissà, magari qualformazione rinforzata
serie
A
non
che incentivo per acda grandi acquisti come
tornerà
celerare i lavori come
Manuela Leggeri e Daquelli utilizzati per il
rina Mifkova, il distacco indietro”
teatro avrebbe permesdiventa ancora più doloso di stringere i tempi.
roso. Per tutti. Perché
Dopo aver sondato varie ipotesi, sia
il presidente Coviello è stato chiaro:
in provincia che fuori, la città che ha
“Dopo gli impegni presi con Imola, la
dato la disponibilità maggiore è stata
serie A non tornerà indietro”.
Imola, che oltre a una struttura come il
Fortunatamente le brutte notizie per
PalaRuggi a messo a disposizione un
i tifosi vicentini si fermano qui. Perprogetto sportivo ben definito. Devo
ché, superato l’inghippo della mancata
ringraziare il presidente De Meo della
ammissione grazie al ricorso ‘a regola
Fipav Provinciale e il presidente Bilad’arte’ preparato dall’avvocato e tifoso
to del Comitato Regionale, che ci handel volley biancorosso Michele Dalla
no assistito passo-passo nel studiare le
Negra, l’attività del club continuerà.
possibili strade da percorrere. La cosa
A Vicenza. Dove si stanno allestendo
più importante è che siamo riusciti a
due compagini ambiziose, una di B1
salvare la nostra attività nella pallavomaschile (la Palladiogroup.it Vicenza)
lo a Vicenza, e la serie A cercheremo
e l’altra di B1 femminile (la Novello
di riconquistarla sul campo”.
Vicenza), che continueranno a portare
La Novello Vicenza sta infatti alleil nome della città nel terzo campiostendo una formazione molto comnato nazionale. E all’ombra dei Beripetitiva, con il dichiarato obiettivo di
ci proseguirà anche tutta l’attività del
tentare la promozione in A2 nell’arco
vivaio, fiore all’occhiello della Minetti
di un paio di anni. Ambiziosa lo è anInfoplus, che nella passata stagione ha
che la compagine maschile che avrà
portato tre squadre alla finale regioancora Mario Fangareggi in panchina
nale, una al titolo veneto (l’under 16
(il progetto con il giovane tecnico è
di Elena Carboniero) e una al quarto
triennale). Acquisiti i diritti di B1 per
posto in Italia, piazzamento ottenuto
All’ombra dei Berici proseguirà l’attività del vivaio biancorosso, fiore all’occhiello della società
mantenere la categoria che sarà ancora più prestigiosa e qualificata tecnicamente, la vera sfida è quella di costruire un vivaio sul modello di quello
femminile, con tutte le categorie fino
all’under 18. La leva giovanile è già
stata lanciata con una campagna promozionale.
Resta da dire del PalaCia. A novembre, salvo ritardi, il palasport sarà
restituito con la capienza allargata,
e sono in fase di studio progetti per
continuare a riempirlo con lo spettacolo della pallavolo maschile e
femminile di B1, che giocheranno di
domenica in alternanza. Sfruttando
gli orari lasciati liberi dalla serie A le
squadre biancorosse di Nica e Fangareggi potranno aumentare la frequenza degli allenamenti e innalzare
così il loro livello tecnico. Spazio per
altri sport? Al momento non sembra
un’ipotesi fattibile, dato che la convenzione firmata lo esclude. Svista
(o malizia?) non certo da imputare al
club di patron Coviello, bensì ai dirigenti comunali, che hanno cancellato
dalla convenzione la possibilità di
utilizzo dell’impianto da parte di altre
discipline sportive.
VICENZA Via Lanza, 40/44 Tel. 0444.291060
VICENZA Corso Padova, 35 Tel. 0444. 304137
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14
21 LUGLIO 2007
Hockey su ghiaccio. Prende forma la nuova formazione dell’ Emisfero Ipermercati,
grazie anche al nuovo allenatore Jim Camazzola, che rimpiazza John Tucker
www.minettigroup.com
Un canadese in panchina,
“Jimbo” torna sull’altopiano
DI TOMMASO QUAGGIO
Dopo le tante
voci a riguardo, la dirigenza
della Emisfero
Ipermercati
Asiago ha annunciato che il
nuovo allenatore è Jim ‘Jimbo’
Camazzola il quale guiderà l’AsiagoHockey versione 2007/2008.
Camazzola, James all’anagrafe,
è nato a Vancouver (Canada) il 5
Gennaio del 1964; la sua famiglia
è, però, originaria di San Zenone
degli Ezzelini (TV).
La carriera di Camazzola prende John Parco riconfermato nella rosa 2007-2008
avvio all’inizio degli anni ’80 grazie ad una triennale esperienza dell’Italia; infatti, nella stagionella WHL dove veste le casac- ne 96/97 Camazzola si accasa
che di Seattle, New Westmin- a Berlino (9+14) trasferendosi,
ster e Kamloops: proprio con nella stagione successiva, agli
la squadra della terra nativa di Augsburg Panters dove permane
Darcy Robinson, Camazzola alza per quattro stagioni con un bottila ‘President’s cup’ (trofeo desti- no di 33 reti e 44 assist. Nel 2001
nato alla vincente della WHL), firma per il Bolzano con cui sarà
ma non riesce a conquistare la protagonista di un ottima staben più prestigiosa Memorial gione grazie ai 20 punti (10+10)
Cup (coppa assegnata tramite un segnati nel volgere di 29 partite:
mini-torneo tra la vincente del- l’esperienza con i biancorossi è
la WHL, OHL, QMJHL ed una l’ultimo atto della sua carriera
squadra ospitante), ottenendo, agonistica.
però, la nomina nell’All Stars È storia della stagione appena
team di questa competizione.
conclusa quella dell’annuncio da
Jimbo è notato dagli scout NHL parte del Valpellice (formazione
e viene draftato da Chicago al 10° militante nella serie A2 Italiana)
giro come 196° scelta assoluta dell’ingaggio di Jim Camazzola e
del 1982: nella stagione 1983/84 Santino Pellegrino che, però, non
avviene l’esordio, seppur per una si è mai concretizzato con l’esorsola partita, sul ghiaccio dora- dio nella serie cadetta.
to della NHL. Nel
Nei giorni scorsi
1985, ormai 21enne,
Renato Tessari, il
approda nel profesDirettore Sportivo
sionismo ritagliandell’Asiago Hockey,
dosi gradualmente
aveva commentasempre più spazio:
to in questo modo
inizia con i Sagil’imminente firma
naw Generals (Ihl),
con
Camazzola:
passando ai Nova
“Lui è entusiasta di
Scotia Oilers (AHL) “Gimbo” ha giocato ad Asiago 4 stagioni venire qua e conarrivando a giocare
divide in pieno il
altri due incontri in
nostro programma.
NHL con i Chicago BlackHawks L’interessamento è ricaduto su di
(NHL).
lui per cercare di creare un noNel 1988 viene scoperto dai di- stro ‘stile’; infatti Jimmy incarna
rigenti altopianesi ed approda in pieno l’immagine che la sociead Asiago dove permane per ben tà vuole dare, ovvero i valori del
quattro stagioni consecutive du- lavoro, serietà, professionalità e
rante le quali segna 68 reti e ser- attaccamento alla maglia”. Il curve 174 assist in un totale di 199 riculum di tecnico di Camazzola
incontri. Chiusa la parentesi di riporta solo esperienze con squaAsiago firma per il Courmaosta dre giovanili ma il suo carisma,
prima (47+83 in due stagioni) professionalità ed esperienza poe per il Varese poi (6+22 in una tranno tornare sicuramente utili
stagione) preludio all’abbandono ad una squadra giovane come
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Basket. Dopo le conferme delle settimane scorse,
in casa Vbg arriva anche quella del giovane playmaker
Milani resta a Vicenza
per una regia da play off
quella di Asiago..
Il nuovo allenatore, che raggiungerà l’altopiano nel corso delle
ultime due settimane di agosto,
prende il posto di John Tucker
che ha abbandonato la squadra
al termine della scorsa stagione
per dei problemi familiari rimanendo, però, nell’organico della
società in qualità di scout.
Per quanto riguarda i giocatori,
dopo la conferma dell’italo-canadese Darcy Anthony Robinson, difensore roccioso e pedina
fondamentale per la formazione
asiaghese, arriva un’altra importantissima conferma: il canadese
di nascita, ma asiaghese d’adozione, John Parco che giocherà nella Emisfero Ipermercati Asiago
anche per la prossima stagione.
35enne di Sault Ste. Marie (Ontario, Canada), Parco si appresta
ad iniziare la sua ottava stagione
sull’altopiano. Nell’annata appena conclusa l’attaccante ha messo a segno 18 reti e 17 assist nel
volgere di 34 partite; nell’ultima
parte della stagione ha dovuto
osservare i compagni dall’esterno del ghiaccio in quanto vittima
di un fastidioso infortunio al piede che non ha, però, pregiudicato
la sua partecipazione ai mondiali
di Mosca.
Il direttore sportivo Renato Tessari ha confermato che, oltre al
ruolo di giocatore, John assisterà
l’ex compagno di squadra Camazzola (hanno giocato insieme nelle
stagioni 91/92 e 92/93) in qualità
di assistente allenatore. Questo il
commento dell’attaccante: “Sono
molto contento di giocare ancora
con i colori giallorossi. Stiamo
già lavorando duramente in vista
della prossima stagione”.
Sarà
ancoa programmara Tommaso
re un lavoro
Milani il regibiennale con
sta del Vbg.
Fedrigo e queIl playmaker
st’anno potrò
biancorosso,
anche avere
classe 1988,
più spazio per
1,90 cm, è il
crescere. Mi
quarto giocasono trovato
tore del Vimolto
bene
cenza Basket
in una squaGiovane dopo Milani è la quarta conferma del nuovo Vbg
dra giovane,
Umberto Camsiamo un bel
piello, Peter
gruppo e queAcco e Federico Selle a con- sto ha un grande peso». La
fermare la propria presenza rosa vicentina, da poco, conta
sulla panchina agli ordini del anche un nuovo playmaker, il
tecnico Christian Fedrigo. Mi- giovane Marco Gallina. Una
lani, giunto a Vicenza l’anno concorrenza che non preocscorso, è stato uno dei prota- cupa Milani. «È un innesto in
gonisti della stagione, dando più, che fa bene alla squadra.
un apporto pesante alla sal- La competizione aiuta a crevezza finale della squadra, scere i giocatori e questo vale
in termini di palle recuperate, per me e per lui». E il prosdi visione di gioco e di punti simo campionato? «Me lo
realizzati, addirittura 35 nella aspetto migliore di quello delgara 2 del primo turno di play l’anno scorso, che comunque
out contro Pavia. Una scelta è stato buonissimo. La società
legata al lavoro intrapreso, al ha detto che vuole puntare ad
gruppo costruito e al proget- un campionato di alto livello e
to del Vbg. «L’anno scorso vorrei giocare i play off».
– spiega il play – ho iniziato
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15
21 LUGLIO 2007
Motocross. Per il sedicenne Andrea Cervellin del Junior Team Martin si
intravede un futuro da campione. Intanto ha già esordito nel motomondiale
Il segreto del campione:
pane e moto a colazione
Soligo; siamo arrivati dietro per qualche decimo,
“Ho visto ga- mica un’infinità. Significa
reggiare An- che stiamo lavorando neldrea Cervel- la direzione giusta”. Lui,
lin un anno il diretto interessato, l’ha
fa, durante presa con filosofia. “Per me
una
com- è già stato un successo batpetizione di termi fianco a fianco con i
m i n i c r o s s . migliori - racconta Andrea
Sono rimasto -; all’inizio ero molto emosbalordito: aveva numeri zionato; cosa che mi capita
da campione”. Daniele So- raramente: ormai la moto
ligo, direttore sportivo del è diventata la mia seconda
Junior Team Martin (squa- pelle”.
dra satellite della blasonata Infatti. La sua è una pasMartin Honda di Mellaredo sione di famiglia, come ci
di Pianiga), non usa mezzi spiega la giovane promestermini. Secondo lo stesso sa: “Mio zio ha vinto due
dirigente quel ragazzotto, campionati italiani e mio
nato a Valdagno sedici anni papà è sempre stato delfa (ora abita a Chiuppano), l’ambiente. Sono cresciuha tutte le carte in regola to a pane e motocross. Ho
per fare bene – eufemismo provato a salire su una due
- nel motocross. “È umi- ruote che ero bambino: mi Il pilota vicentino ha da poco debuttato nel Mondiale di motocross
le, ha una gran voglia di è piaciuto subito. Poi, a 11
lavorare; ha preso tutte le anni, ho iniziato a prendere stiere, tanto che non so se ben vengano: sono per una
migliori qualità dei veneti. parte ad alcune gare a livel- continuerò i miei studi da giusta causa”. E a Faenza?
g e o m e t r a . “Ho commesso qualche erDiamogli il tempo di cre- lo regionale.
C h e c c h é rore di troppo - racconta -;
scere, i risultati arriveran- Ogni anno
se ne dica, probabilmente ho peccato
giravo semno”.
gli allena- di inesperienza. Per adesso
Nel frattempo Andrea si pre meglio,
menti sono va bene così. La moto anè tolto la soddisfazione di fino a che
molto duri: dava a mille e tutta la squadebuttare al motomondia- – nel 2006
ogni giorno dra mi ha dato una grossa
le di motocross, lo scorso – ho avuto
corro a pie- mano. Non possiamo che
15 luglio in occasione del una propodi, in bici e migliorare da qui in avanGran Premio Faenza, con sta irrinunvado in pi- ti”. A proposito di futuro.
da
la Martin Honda Crf 250 ad ciabile
scina; e le Che progetti hai a breveiniezione elettronica. Per la parte della
gare sono medio termine? “Per prima
verità le cose non sono an- Martin Honin giro per cosa vorrei finire bene l’Eudate un granché bene: An- da, secondo
l’Europa il ropeo. Per il resto, non mi
drea non si è qualificato. me il misabato e la posso più nascondere:
Poco male. Anche i miglio- gliore team
d o m e n i c a . l’obiettivo dell’anri campioni, vedi Antonio al mondo. A
Non avrei no prossimo è
Cairoli, hanno avuto diffi- quel punto
La
squadra
di
Cervellin
è
una
società
satellite
nemmeno il la vittoria ficoltà al momento di calcare ho dovuto della blasonata Martin Honda
tempo ma- nale, sempre
i palcoscenici più prestigio- c o m p i e si. “Noi siamo comunque re una scelta di vita. Ora teriale di aprire i libri”. Gli all’Europeo.
molto contenti, sottolinea il motocross è il mio me- ricordiamo che Soligo ci ha Sperando poi
parlato molto di fare il salbene di lui, to di qualità
s o p r a t t u t t o nel motoper
quan- mondiale.
to
riguar- La ricetta
da
l’aspet- giusta per
to
umano. c o g l i e r e
“Comportarsi questi imbene e la- p o r t a n t i
vorare sodo traguardi
sono i miei è solo il
motti - sotto- l a v o r o .
linea Andrea Da parte
-. Desidero mia ho
dare sempre grande
il massimo. E v o g l i a
se devo fare di metIl parere del Ds: “Lo aiuteremo ad emergere, Andrea ha un futuro importante”
dei sacrifici termi in Andrea Cervellin
DI
FRANCESCO CAVALLARO
gioco e tirare fuori le mie
doti”. Il suo direttore sportivo Daniele Soligo è pronto a scommettere ad occhi chiusi sul ragazzo: “Lo
aiuteremo ad emergere. Se
continuerà così Andrea ha
un futuro
importante
tutto
da scoprire. E
da scrivere”.
16
21 LUGLIO 2007
Atletica. Sulla pista di Mogliano Veneto l’Atletica Vicentina
conquista 13 traguardi regionali. Anche grazie alla giornata molto ventosa
In cielo splende il solleone
e per l’Av piovono titoli
Sulla nuova pista di Mogliano
Veneto (TV) sono andati in
scena i Campionati Regionali
individuali che hanno segnato
un vero e proprio trionfo per
l’Atletica Vicentina.
In particolare si sono aggiudicati la maglia di campione
regionale Aida Valente nei
400 piani, Dario Meneghini
nei 1500 metri, Giulia Collodel nel lancio del martello,
Sara Zerbinati nei 5000 metri,
Giovanna Demo nell’alto, Diego Rigovacca nell’asta, Sara
Galvan nel disco e nel martello, Mariavittoria Cestonaro
nel martello e nel peso, Marta
Mariavittoria Cestonaro
Aida Valente
Volpato e Alex Venturato nel è laureata campionessa regiodisco, Luca Cracco e Linda nale allieva; alle sue spalle con
Padovan nei 3000 siepi, ed 8,90 Gioia Nicoletti.
infine la staffetta
4x400m compoSara Zerbinati, pur
sta da Nausica Successi
giungendo al traMinuzzo,
Elena individuali
guardo alle spalle
Girelli, Francesca in tante
della
trevigiana
Dambruoso, Aida discipline
Mondin di categoValente.
ria junior, ha vinto
E titolo
il titolo assoluto sui
anche
per
Partendo
dalla
5000 con il tempo
la
staffetta
prima, la Valente
di 19’33”94. Nella
ha vinto senza al- 4x400
stessa distanza al
cun problema la femminile
maschile 2° posto
sua batteria, chiuassoluto per Andendo il giro di
drea Zordan con
pista in 57”45; la stessa ha poi 15’40”16.
portato un grande contributo Vincitrice indiscussa nel salto
in quarta frazione in alto la promessa Giovanna
alla staffetta che Demo, che con 1,70 metri ha
ha dato ben oltre lasciato 10 cm più indietro le
10” di distacco alla avversarie.
seconda: il tempo
ottenuto è un otti- Ancora salti questa volta con
mo 3’58”72.
Rigovacca e Ramon: i due
astisti sono incappati in una
Il giovane (classe giornata molto ventosa deter1986)
Meneghi- minante per le loro misure,
ni ha sbaragliato ma in ordine Rigovacca con
la
concorrenza 3,60 metri e Ramon con 3,30
assoluta nel mez- si sono classificati al 1° e 2°
zofondo siglando posto tra gli juniores. Solo 7ª
un buon 4’01”69 Chiara Dalla Montà nel salto
e confermandosi in lungo, mentre nel triplo con
leader nel Veneto, 10,92 metri Paola De Seta è
mentre con 45,46 giunta 5ª: la stessa ha poi cormetri si conferma so i 100HS ottenendo il 2° poottima specialista sto tra le promesse (16”84).
del martello l’ac- Campionessa regionale la già
quisita Collodel.
citata Galvan nel disco con la
Rimanendo nella
gara del martello,
la disciplina che ha
visto più partecipazione vicentina,
si segnalano anche
il 4° posto assoluto di Mariavittoria
Cestonaro (40,04
metri) che si è
conquistata il titolo regionale per la
categoria allieve,
il 5° di Gioia Nicoletti (37,83 metri e
2ª tra le allieve), il
6° di Sara Galvan
(36,80 metri e 1ª
fra le junior) ed il
7° di Marta Volpato (35,74). La
Cestonaro ha poi
bissato il successo nel peso dove
con 10,58 metri si
misura di 36,57 metri e
per le allieve Marta Volpato con 28,52 metri;
titolo anche per Venturato tra gli juniores con
40,32, mentre 5° assoluto Luca Merlo con 41,33
metri.
Nel giavellotto 2° posto
tra gli allievi per Andrea
Cracco (47,70m), e 6° assoluto per Giulio Bresolin nei 400HS (58”62).
La velocità ha presentato
al via Arianna Pasini, 3ª
in finale con 13”09, e per
gli juniores Enrico Stella
(11”53) e Davide Cattelan (12”10). Molto bravi
i siepisti Cracco e Padovan, rispettivamente 1°
assoluto con 10’29”74
e 1ª tra le allieve con
12’44”28.
Francesca Carlotto
A livello assoluto da segnalare i successi nel
salto triplo di Francesca
Parlotto (FF.AA) con
12,81, Nicola Tronca
(Jäger Vittorio Veneto)
nell’asta con 4,60, Daniel Zarpellon (Biotekna
Marcon) nel peso con
15.63 e Fabiana Bavaresco (G.A. Bassano) negli
800 metri in 2’15”71.
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21 LUGLIO 2007
Atletica. Il sudafricano Pistorius, dopo l’incredibile performance di Roma,
sogna la rivincita alle Olimpiadi di Pachino 2008. E con lui tanti altri atleti
Un’Olimpiade senza distinzioni
Non fermate la corsa di Oscar
ANDREA GENITO
PRESIDENTE PROVINCIALE CIP
COMITATO PARAOLIMPICO VICENZA
DI
Lasciatelo correre. Le polemiche sulle protesi
in carbonio di
Oscar Pistorius
rischiano
di
mortificare i sacrifici e la volontà del ventunenne atleta sudafricano che, dopo
la straordinaria performance di
Roma, sogna di poter partecipare alle prossime Olimpiadi di Pechino. I tempi ottenuti in pista gli
consentirebbero tranquillamente
di ottenere il pass per i cinque
cerchi, ma c’è un problema: Oscar
è un disabile, anzi, un atleta senza
gambe, come preferisce definirsi.
Mi permetto di intervenire in questo dibattito, scatenato prima e
dopo la partecipazione dell’atleta
al Golden Gala di Roma. In qualità di dirigente della Federazione
Paraolimpica italiana ho a che
fare quasi quotidianamente, con
ragazzi straordinari che si sottopongono a sforzi enormi, per vincere lo scetticismo e le resistenze
altrui e superare le barriere che
sopravvivono purtroppo anche
nello sport. Chiedono solo di poter gareggiare come i normodotati, usando le stesse strutture e
non impianti fatiscenti e defilati,
lontani dagli occhi di chi potrebbe
restare impressionato da monche-
Per loro, attualmente, esistono
le Paraolimpiadi che si svolgono nella stessa città delle
Olimpiadi, ma a
qualche giorno
di distanza dallo spegnimento
della fiaccola,
tanto per far capire che è “l’altra Olimpiade”,
quella di serie B
e ancora oggi i
premi per le medaglie ottenute
non raggiungono un terzo di
quelle garantite
ai normodotati.
Eppure, ripetiamo, gli sforzi
sono
addirittura superiori,
visto l’handicap
L’atleta sudafricano alla partenza, il momento più difficile
da oltrepassare.
Eppure, proseguiamo, sei anni fa una ipovedenrini, protesi o da fisici solo leggerte è arrivata terza ai Trials Usa nei
mente diversi da quelli che la tv
400 ostacoli, imbarazzando non
propone nelle manifestazioni uffipoco gli organizzatori che avrebciali. Lo sport per i diversamente
bero dovuta ammetterla ad Atene
abili è invece un modo per sentirsi
2004. Restando nel mio ambito
più normali e, possibilmente, inteterritoriale, la non vedente Silvana
grarsi col resto del mondo e questi
Valente e l’ipovedente GianMaria
super atleti non cercano nessun
Dal Maistro, entrambi campioni
alibi, superando continuamente i
paralimpici di Schio (ciclismo e
loro limiti fisici, pur di onorare gli
sci), battono molti colleghi che
impegni e le opportunità agonistigareggiano senza guide.
che che vengono concesse.
be un gesto straordinario, quanto
Lo sport è uno solo, insomma, e
normale, riconoscere gli sforzi di
questi sono atleti a tutti gli effetti,
questi atleti, ammettendoli finalun riconoscimento che si sono già
mente alle gare vere, quelle che
meritati sui campi di gara. Invece
contano, non relegandoli più solo
c’è stata una levata di scudi contro
tra gli “sfigati”, parole
le lamine agli arti di
di Luca Pancalli, mio
Pistorius, che garanpresidente al Cip, che,
tirebbero una falcata
pur disabile, ha retto
troppo ampia, insomcon grande fermezza
ma un doping tecnola Federcalcio in crilogico. Dimenticano,
si. Sicuramente con
questi atleti timorosi
maggiore trasparenza
del confronto e questi
di molti di quelli che
dirigenti
illuminati,
l’hanno
preceduto,
che il doping, quello
tanto da non ricandivero, è un mezzo cui
darsi al termine del
hanno fatto ricorso
mandato (“non punto
senza freni ben altri
Pistorius indossa le ormai famose
alla carèga, quella ce
corridori. Perchè un protesi al carbonio
l’ho sempre sotto il
Ben Johnson, una Ljusedere da anni”, ha stigmatizzato
dmilla Kratochvilova (esaltati dai
indicando la sua sedia a rotelle).
media, almeno fino a quando non
Insomma, chiudere le porte in
furono scoperti barare) dovrebbefaccia a Pistorius che, tra l’altro, ai
ro essere considerati preferibili ad
blocchi di partenza è
Oscar Pistorius che,
palesemente svanspingendo sulle sue Sono ragazzi
taggiato rispetto al
“mezze gambe” ha
che si
resto del lotto, vista
fermato i cronomesottopongono
la diversa sensibilità
tri ad 10”90 sui 100
a terra, significhemt, 21’58 nei 200 e, a sforzi enormi.
rebbe alzare ulteriori
soprattutto
46’56 Chiedono solo
barriere, non solo arnei 400, tempo che di gareggiare
chitettoniche. Signinessun azzurro può come gli altri e
vantare quest’anno.
non in impianti ficherebbe far sentire
ancora più emargiProprio alcuni nostri
fatiscenti e
nato un movimento
hanno guardato con
defi
lati
che vanta milioni di
diffidenza la wild card
atleti che non chiedoconcessa al sudafricano compassione, pietà o commiseno per il Golden Gala: “che c’entra
razione. Solo di poter gareggiare,
costui con noi?”, hanno mormorato
come tutti gli altri.
tra i denti. C’entra, invece e sareb-
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vita, anche quelle negative, sono lezioni di vita delle quali fare tesoro. Mi piace
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21 LUGLIO 2007
Calcio. Il Vicenza a Gallio visto dal direttore dell’albergo che ospita la squadra: “Sono tutti puntualissimi, e non sgarrano di un millimetri”
Dalla sveglia alla buonanotte, i segreti del ritiro biancorosso
DI FRANCESCO CAVALLARO
Ci piace immaginare la reazione
– stupita – dei
clienti del “Gaarten” di Gallio
quando sono venuti a sapere che
fino al prossimo
5 agosto avrebbero condiviso
gli spazi dell’hotel con i giocatori del
Vicenza. Per la verità si tratta di turisti un po’ attempati, magari neanche interessati al calcio. Però la notizia avrà sicuramente destato un
po’ di curiosità. Ce lo assicura anche
Andrea Braga, direttore dell’albergo, giustamente orgoglioso di ospitare la sua squadra del cuore. Sono
già tre anni che i dirigenti biancorossi optano per il “Gaarten”; e, da
contratto, è in programma pure il
ritiro dell’anno prossimo. Segno
che sull’Altopiano il Vicenza si trova
a proprio agio. D’altronde non serve mica andare in capo al mondo
quando, dietro l’angolo, si ha la fortuna di avere dei posti così. E sicco-
I biancorossi preparano a Gallio un campionato di vertice
me tutto aiuta, ci auguriamo che un
buon ritiro sia il primo passo di una
stagione ricca di soddisfazioni Per
farci raccontare qualche retroscena,
episodi che non avranno mai l’onore della cronaca quotidiana, abbiamo raggiunto telefonicamente proprio il direttore dell’albergo, Andrea
Braga. Iniziamo dall’ultima parte
della nostra conversazione, quando
il direttore ci stava per passare mister Angelo Gregucci per una battuta sul ritiro. Erano le 20.30 di lunedì 16 luglio, la squadra aveva appena
finito di cenare. Pur con tutte le
buone intenzioni, Braga non è riuscito nell’ “impresa”. Il mister, lo
abbiamo sentito chiaramente, ha
detto allo stesso direttore di riferirci
che i biancorossi erano ancora a
cena. Gli perdoniamo questa bugia
bianca, in sottofondo le risate dei
giocatori; si vede che Gregucci non
aveva voglia di parlare. Sarà per la
prossima volta.
Ritorniamo a bomba. Il direttore racconta: “Tutto il personale
dell’albergo è entusiasta di avere
degli ospiti così importanti; sono
tutti simpatici. In particolare, capitan Stefan Schwoch è quello che
tira di più il gruppo. È un punto di
riferimento per tutta la squadra,
anche fuori dal campo; cerca in
tutti i modi di dare il buon esempio. Ed ha il pregio di essere molto
tranquillo, così come tutti gli altri
giocatori. Nessuno di loro ha grilli
per la testa. Sono tutti ragazzi alla
mano, semplici e cordiali. Fin da
subito è tutto un ciao ciao con il
personale dell’albergo: si è instaurato un clima ideale per un ritiro”.
Qualche nota di colore? “Squadra
e staff sono sempre puntualissimi, meglio di molti altri clienti. Si
svegliano alle 7.30, quindi fanno
colazione e il primo allenamento
al campo sportivo di Gallio. Alle
12.30 c’è il pranzo a cui segue un
momento di riposo. Al pomeriggio
di nuovo allenamento fino all’ora
di cena, alle 19.30. Vanno tutti a
dormire molto presto, sulle 21.30,
massimo alle 22. Il cibo? Mangiano un primo o un secondo e il buffet di verdure. Non si sgarra di un
millimetro. I pasti vengono serviti
in una sala a parte e durano venti
minuti”. E gli altri clienti dell’albergo cosa dicono di questi ragazzotti?
“Li guardano con grande simpatia.
Con loro non c’è mai stato nessun
problema di convivenza”. “Nei fine
settimana - continua Braga -, i tifosi più affezionati raggiungono Gallio per incontrare i loro beniamini
e scambiare quattro chiacchiere”.
Intanto la società ha comunicato
le date delle prossime amichevoli. Domenica 29 luglio alle 18 allo
stadio “Briamasco” di Trento si
giocherà Mantova-Vicenza; sabato
4 agosto alle 20 è in calendario al
“Mercante” di Bassano del Grappa
il triangolare con Bassano Virtus
e Cittadella. Il 5 agosto la squadra
rientrerà a Vicenza.
appuntamenti
sportivi
Calcio
Vicenza in campo
Formula 3000
Davide Rigon in pista
I team dell’Euroseries
3000 si apprestano alla
seconda trasferta che farà
tappa questo
week-end al
Mugello. Gli
orari
delle
gare:– gara 1: Sabato 21 luglio,
ore 17.40 – gara 2: Domenica
22 luglio, ore 12.40. Per seguire
l’evento ci sarà la diretta televisiva sia della gara sprint del sabato
che di quella endurance della domenica, che ripropone lo stesso
spettacolare format della GP2 con
i primi otto piloti che partono a
posizioni invertite.
Ciclismo
Si corre a Thiene,Valli Del Pasubio,
Gambellara e Grumolo
Sabato 21 luglio a Thiene
gara su strada. Ritrovo ore
13,00 via dell’autostrada cicli
krom partenza ore 14,00 supergentlemen a e b, ore 15,30
cadetti junior senior ore 17,00
veterani gentlemen.
Domenica 22 luglio, a Valli
Del Pasubio, gara di mountain bike: ritrovo ore 8,00
partenza ore 9,00 organizza
Asd Team Ecor Mtb Schio.
Domenica 22 luglio a Gambellara, raduno a concentramento: passaggio dalle ore
9,00 alle ore 11,30 organizza
Asd Cicloamatori Gambellara.
Domenica 22 luglio Grumolo Delle Abbadesse gara su
strada: ritrovo ore 13,30 trattoria La Paesana partenza ore
14,30 cadetti junior senior,
ore 16,00 veterani gentlemen
segue supergentlemen a e b.
Organizza Asd Udace Vicenza
I negozi e le attività amiche di VicenzaPiù
• [email protected] • Tel 0444 923362
Domenica
29 alle ore
18.00 ancora un’amichevole per i
biancorossi.
I ragazzi di
Gregucci in
ritiro a sull’altopiano affronteranno allo stadio Brimasco
di Trento i compagni di categoria
del Mantova. I prossimi impegni
vedranno impegnati i vicentini
sabato 4agosto alle ore 20.00 per
il II° Torneo Triangolare Città di
Bassano - XIII° Memorial Santagiuliana con Bassano Viruts e A.S.
Cittadella.
Le testate di Più Media
Comunicazione (società del
gruppo Vicenza Volley) ereditano
il programma VicenzaVolley Point
ampliando i vantaggi offerti dalla
precedente iniziativa.
Infatti, il settimanale VicenzaPiù
ed il periodico VicenzaPiù Sport
sono i promotori del nuovo
programma VicenzaPiù Point 2007.
Tanti i vantaggi, sia per i negozi
convezionati, sia per i titolari della
VicenzaPiù Card.
I possessori della card hanno:
Abbigliamento - Maglificio
Volcar Spa
via Cantarella 12-14, Brendola
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Agenzie immobiliari
Agenzia Immobiliare
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Apparecchi da intrattenimento
esercizi convenzionati
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via Div. Folgore 29, Vicenza
• agevolazioni sulle varie attività del
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gruppo Vicenza Volley (come sconti
alle partite, sconti sul merchandising, Apparecchiature Industriali
RIELS Instruments
sconti per i corsi e per i camp,
via Marconi 157, Ponte S. Nicolò (Pd)
facilitazioni per le trasferte, ecc) e
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delle altre società sportive
Arredamenti
aderenti al progetto
Mobili Zambonato di Graffigni F.lli
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Le attività convezionate hanno:
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• esposizione marchio
Arredamenti pavimentazione
VicenzaPiù Point
Sinergie Abitative Srl
viale Trieste 153, Vicenza
• presenza speciale su un apposito
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spazio pubblicitario che sarà
presente con continuità sulle testate Ascensori e montacarichi
VicenzaPiù e VicenzaPiù Sport
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• convenzione Conto Commercianti
Costabissara (Vi)
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della Banca Popolare Italiana - Ag.
Vicenza
Assicurazioni
Agenzia Assicurazioni Provisa Srl
• qualifica di rivenditori ufficiali
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del merchandising del gruppo
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Vicenza Volley e delle altre linee
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di merchandising prodotte da
Bar Roxy D&M Sas di Gennaro
associazioni e società aderenti
Maurizio
al progetto
via Prati 6, Vicenza
tel. 393 9014355
• presenza del nome dell’azienda
e dei suoi recapiti all’interno di un
Bar Il Borsa Snc
piazza dei Signori 26, Vicenza
totem presente all’interno degli
tel. 0444 546636
impianti delle società sportive
delle aderenti al progetto
• presenza nome dell’azienda con
indicazione del settore merceologico
e del telefono sui siti
www.vicenzapiu.com
e www.vicenzavolley.it e nello
spazio dedicato al programma
• 2 inviti per le partite delle
squadre sportive delle società ed
associazioni aderenti al progetto
L’elenco completo delle iniziative
e maggiori informazioni su
www.vicenzapiu.com
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Biciclette&Accessori
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Birrerie & Pub
“Il Calesse”
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Ottica Palladio Srl
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viale della Scienza 9, Vicenza
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Pasticceria Artigiana
via Medici 69, Vicenza
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Pizzerie
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20
21 LUGLIO 2007
ovestvicentino
Il progetto Giada indica un calo nell’uso dei solventi e nei livelli
di inquinamento atmosferico. Nessuna certezza sui rischi per la salute
INFOPLUS s.r.l.
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DI
Com’è conciata l’aria
della valle del Chiampo
FEDERICA CEOLATO
Dal punto di vista ambientale
il polo della lavorazione della
pelle rappresenta certamente uno dei distretti più critici
di tutto il vicentino. La zona
industriale si estende nelle
valli del Chiampo e dell’Agno
e rientra in una delle quattro
aree principali individuate
dal Piano regionale di tutela
e risanamento dell’atmosfera
della Regione Veneto. Comprende 17 Comuni della provincia di Vicenza, per un totale di circa 120 mila abitanti
distribuiti su una superficie di
oltre 300 chilometri quadrati. Un distretto che assorbe
il 50% delle pelli lavorate in
tutto il paese, con circa 800
aziende che trattano pelli bovine destinate all’industria
dell’arredamento, calzaturiera
e dell’abbigliamento, con un
giro d’affari annuo superiore
ai 3 miliardi di euro. Un’area
produttiva ad elevato rischio
di inquinamento perché i
particolari processi di lavorazione del settore prevedono il
rilascio di grandi quantità di
sostanze ad alto impatto ambientale, soprattutto solventi,
detti composti organici volatili emessi durante la fase finale
del processo, e idrogeno solforato, che riguarda, invece, la
prima parte della lavorazione.
Progetto
Giada
Giada sta per “gestione integrata dell’ambiente nel distretto conciario della Valle
del Chiampo”. Il progetto,
nato dalla collaborazione tra
la Provincia, l’Arpav e il Comune di Arzignano, con il finanziamento della Comunità
europea, ha lo scopo di creare
Chiampo. La situazione è molto migliorata rispetto a qualche anno fa
le condizioni per uno sviluppo
sostenibile del territorio. Tra
gli obiettivi, quindi, la diminuzione
dell’inquinamento
atmosferico, idrico e del suolo
attraverso l’innovazione tecnologica nelle imprese e la collaborazione e il coinvolgimento di imprenditori e cittadini.
Dalla primavera 2004, è stato
istituito presso la Provincia
l’Ufficio distrettuale agenzia
giada, che vede impegnati i
Comuni del polo conciario, la
cui area è delimitata da Alonte, Montecchio Maggiore, Crespadoro e Castelgomberto,
che, pur non interessati direttamente, subiscono gli effetti
dell’inquinamento conciario,
che ha una ricaduta massima
nel raggio 2 - 3 chilometri.
Aria sotto controllo
“Dal 1996 ad oggi – spiega
Andrea Baldisseri, responsabile del Progetto Giada - si
sono raccolti, sulla base delle
dichiarazioni delle aziende e
delle schede di sicurezze dei
fornitori nel caso di utilizzo di
un prodotto con percentuale
di solvente, alcuni dati relativi
La concia delle pelli. Al giorno d’oggi il processo di lavorazione rispetta di più l’ambiente. E le persone
al consumo totale dei solventi
utilizzati. Per poter in seguito
verificare l’attendibilità degli
inputs forniti, abbiamo attuato due tipi di controllo a campione, sia sulle quantità effettive impiegate dalle concerie,
sia sulle miscele adoperate,
per verificare la corrispondenza della percentuale dichiarata. Inoltre dal 2001 con il progetto LifeGiada è stata fatta
un’analisi del rapporto tra la
quantità dei solventi che cade
al suolo e quella emessa dalle
fonti, attraverso dei campionamenti passivi, oltre alla presenza costante del laboratorio
mobile dedicato alla concia:
il monitoraggio è avvenuto in
50 punti diversificati tramite
il posizionamento di cartucce
speciali in carbone attivo che
assorbono gli inquinanti dell’aria, in centri abitativi, aree
industriali e punti esterni alla
concia. Dalla comparazione
dei dati di monitoraggio reale
rispetto a quelli forniti dalle
aziende è emersa una corrispondenza significativa, che
conferma la veridicità e l’importanza dei dati raccolti dal
1996 e l’adeguatezza dei punti
di rilevazione scelti. Questo ci
permette di costruire un trend
di sviluppo nel tempo e di verificare l’efficacia delle azioni di
miglioramento messe in atto
o da programmare. In Europa
siamo stati i primi a fare questo tipo di monitoraggio, adattando quello che è il modello
di misurazione del benzene,
riconosciuto dalla Comunità
Europea, al sistema concia. Un
risultato importante, non supportato, però, da una normati-
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va in materia che ponga riferi- Rischi per la salute
menti in termini di limiti per “Non ci sono certezze sulla
la valutazione specifica della relazione diretta tra inquiqualità dell’aria nei distretti namento dell’aria e malattie
conciari. Attualmente, infat- tumorali nella zona- conti, i parametri di riferimento tinua Baldisseri -; anche
stabiliti dalla legge sono quel- dalle statistiche sanitarie
li dei livelli di inquinamento fornite dalle ulss del vicendelle città, provotino emerge la
cati principalmendifficoltà di state dal traffico e dal Rispetto a
bilire le cause efriscaldamento e,
fettive di morte
10
anni
fa
quindi, in inverno
e se queste sono
il
consumo
le polveri sottili e
legate al territoin estate l’ozono”. di solventi
rio. Il risultato è
chimici si
che, comunque,
Meno solventi,
la percentuale di
è più che
aria più pulita
decessi legata al
dimezzato e
Dai risultati è
tumore è circa
le emissioni
emerso che in tutuguale in tutto
sono
calate
ta la zona c’è stata
il vicentino. Da
una diminuzione
qualche anno, la
dei livelli, quasi
Fondazione Giaovunque al di sotto delle soglie cometti, nata dalla collabodi attenzione, con un trend razione tra la Città di Arzipositivo che ha portato a mi- gnano e l’Ulss 5, finanzia un
gliorare la qualità dell’aria. Ri- Osservatorio clinico-epidespetto a dieci anni fa, infatti, si miologico che studia piutè segnalata una forte riduzio- tosto i fattori di rischio che
ne nel consumo dei solventi: causano le malattie mortali
un utilizzo più che dimezzato, che le cause di morte in sé,
dalle 18.449 tonnellate annue focalizzandosi su problemi
del 1996 alle 7.300 tonnella- legati ad allergie, respirate nel 2006. Ciò si è tradotto zione o a patologie in giovanella parallela riduzione del ne età. L’impegno costante
fattore di emissione, ma senza per la riduzione delle emispenalizzare l’attività produtti- sioni inquinanti nel terriva. Inoltre, l’utilizzo di tecno- torio è oggi l’unica arma a
logie e materiali più rispettosi disposizione per combatdell’ambiente, come le vernici tere l’inquinamento, oltre
all’acqua, ha contribuito a mi- all’utilizzo delle tecnologie
gliorare notevolmente gli ef- più avanzate in materia”.
fetti.
Uova marce? No,
idrogeno solforato
I vicentini lo conoscono
bene, e non solo quelli che
abitando tra le vallate del
Chiampo e dell’Agno.
L’idrogeno solforato è un
gas incolore, dall’odore particolarmente sgradevole, di
uova marce, e per questo definito gas putrido. Presenta
una soglia percettiva molto
bassa, per cui anche minime
quantità nell’atmosfera vengono percepite come odore,
cui si associano, al superamento di determinati limiti
di concentrazione, effetti
negativi sulla salute umana,
come irritazione delle mucose, bruciore agli occhi, mal
di testa, respiro affannoso.
Esposizioni ad alti livelli,
anche di breve durata, provocano la morte.
I solventi derivano dalla fase
di verniciatura finale nella
concia delle pelli, dove ne
viene fatto un uso massiccio.
Sono spesso caratterizzati
da una alta velocità di evaporazione e da potenziale
cancerogenicità.
F.C.
21
21 LUGLIO 2007
donne
L’imprenditrice alla guida di un laboratorio-azienda che lavora con i grandi dell’architettura e del design
Dalla Basilica al Mart, le pietre preziose di Deborah
DI
LUCA MATTEAZZI
Il
paragone
con Palladio
sarà
ingombrante, forse
eccessivo, ma
guardando la
grande fabbrica laboratorio
ai piedi dei
Berici viene difficile non far
correre il pensiero all’architetto della Rotonda e del Teatro
Olimpico. Perché il laboratorio Morseletto è uno dei pochi
che, ancora oggi, tiene alto il
ricordo di un materiale delicato quanto affascinante come
la pietra di Vicenza. Lo fa lavorando fianco a fianco con
i migliori architetti, scultori
e designer del panorama internazionale, quasi sempre in
progetti innovativi e di grande
impatto, come il Mart di Rovereto firmato da Mario Botta o
le terme di Merano progettate
da Matteo Thun. E lo fa con la
passione e l’impegno costante
di chi, in mezzo a blocchi di
pietra e marmi, c’è cresciuto
fin da quando era bambino.
Bambina, anzi, visto che a condurre l’azienda di famiglia creata ai primi del ‘900 dal nonno
scultore Pietro e poi fatta crescere dal padre e dal fratello,
ci sono oggi le sorelle Barbara
e Deborah Morseletto (con il
fratello Paolo). “Respiriamo da
sempre aria di laboratorio, di
bottega – racconta Deborah,
che è anche socia dell’Aidda,
l’associazione che riunisce le
donne imprenditrici e dirigenti
d’azienda -: fin da quando eravamo piccole abbiamo sempre
bazzicato qui, anche perché
papà era impegnatissimo con
il lavoro. Noi abbiamo sempre
sentito parlare di pietra, e abbiamo conosciuto molte delle
personalità che hanno lavorato
con mio padre. Carlo Scarpa,
ERRATA CORRIGE
ciamo sempre che
siamo la sartoria
del marmo, perché
lavoriamo su misura: per questo ogni
volta è un’esperienza unica, ma ogni
volta è necessaria
una ricerca nuova
per soddisfare il
cliente”.
Un compito non da
poco, che Deborah
Morseletto affronta con una quasi
laurea in lettere
antiche in tasca
(“ho dato tutti gli
esami, ma poi non
ho completato la
tesi: comunque la
preparazione mi è
tornata utile, visto
che noi ci occupiamo anche di scultura, architettura, restauro”), e con sulle
spalle il peso di non
disperdere quanto
costruito dal nonno
e dal padre. “All’inizio è stato difficile
Deborah Morseletto conduce l’azienda di famiglia con la sorella Barbara – continua -, anche
perché ci siamo troper dirne uno, ce lo ricordiamo vate a lavorare in un ambiente
bene anche se all’epoca erava- in cui sono tutti uomini, e c’è
mo piccole”.
sempre un po’ di scetticismo.
Accanto al nome di Carlo Scar- Questo non tanto per il fatto di
pa - che si è rivolto al labora- essere una donna: il peso più
torio Morseletto, tra le altre grande è stato quello di essecose, per la Tomba Brion di re alla terza generazione, con
Altivole, uno dei suoi capola- la responsabilità di far vivere
vori – si potrebbero fare quelli un’eredità importante. E se
di Gino Valle (per la tomba di fossi stata un uomo sarebbe
Alvar Aalto), Ettore Sottsass, stato lo stesso. Adesso speriaAntonio Citterio, Giorgio De mo di aver superato l’esame,
Chirico (per la fontana I Bagni ma la responsabilità è sempre
Misteriosi) e di molti altri. “Il tanta, e non ci si può mai sedepregio e il difetto del nostro re sugli allori”.
lavoro è che siamo al servizio Gli inizi, comunque, non sono
di nomi di alto livello – ag- stati facili. Un po’ come Giogiunge la titolare dell’azienda vannino Agnelli che è anda-. Questo è sicuramente un to a far pratica alla catena di
vantaggio, ma richiede anche il montaggio della Fiat per capimassimo dell’impegno. Noi di- re come vivono gli operai del
Lingotto, Deborah e la sorella
Barbara sono partite dal centralino. “E da lì abbiamo fatto
il giro di tutti i settori: anche
perché nostro padre non aveva
molto tempo per insegnarci i
Virgilio Scapin in tanti anni
segreti: l’unica era spalancare
di attività. Da parte nostra, il
le orecchie e cercare di assorpiacere è dunque doppio: da
bire il più possibile”.
un lato possiamo festeggiare
A giudicare dai risultati, l’esemla resurrezione di un’altra
pio paterno è stato assorbito
libreria – non ce ne sono mai
molto bene. Nonostante la crisi
abbastanza! – che avevamo dato
degli ultimi anni, il laboratorio
per persa; dall’altro, torna nel
Morseletto ha saputo confercentro città un nome glorioso
marsi come un punto di riferiper la cultura e la storia recente
di Vicenza. Bentornata Do Rode,
mento per i lavori in pietra, e
e mille auguri di prosperità.
non solo, destinati ai mercati
di alto livello: ristrutturazioni
Il ritorno di Libravit
A proposito del nostro articolo
della settimana scorsa sulle
librerie vicentine, ci corre
l’obbligo di un errata corrige
doppiamente
gradito.
La
Libreria Libravit non è chiusa,
come avevamo scritto, ma
ha riaperto proprio in questi
giorni. Non solo: riapre con
un nuovo nome, che è anche
‘vecchio’: Libreria Do Rode, il
mitico marchio reso celebre da
di pregio, restauri, sculture, so stiamo rivivendo – continua
raffinate elaborazioni d’interni Deborah -. Noi siamo cresciute
(la casa editrice Electa ha de- con nonni e baby sitter, e con i
dicato l’anno scorso un volume nostri figli è lo stesso. E un cera tre abitazioni ristrutturate a to senso di colpa è inevitabile.
Padova utilizzando i materiali Io sono qua tutti i giorni dalla
e le conoscenze del laborato- mattina alla sera, e mia sorella
rio), pavimenti alla veneziana anche di più. Prima di avere un
fatti utilizzando le tecniche ori- bambino almeno la domenica
ginali. Lavorazioni in marmo, riuscivamo ad andare da qualin granito, in pietra d’Istria, e che parte, adesso non più. Riovviamente in pietra di Vicen- cominceremo quando sarà più
za, che i Morseletto estraggono grande”.
da alcune cave di proprietà nel Altri stereotipi, invece, si rivelacuore dei Berici. “Era consi- no con i piedi di argilla. Ad esemderata un materiale solo per pio il luogo comune che vuole le
sculture e cornici – commenta donne più attente al marketing e
Deborah -. Oggi aballa comunicazione,
biamo dimostrato
almeno se questi
che è un materiale “In casa
sono intensi nel loro
per la casa a tutti si respira
senso più tradiziogli effetti, sia per da sempre
nale. Alla Morseletgli interni sia per
to, infatti, si fa tutto
aria di
gli esterni. Il prisenza
pubblicità:
bottega.
mo ad utilizzarla è
niente spot, niente
stato Tobia Scar- Mi ricordo
slogan, niente campa con Benetton, e bene artisti
pagne sui giornali.
questo ci ha dato come
Tutto è affidato al
grande visibilità. Carlo Scarpa” passaparola,
alle
Poi l’hanno scelta
collaborazioni con
Thun a Merano,
nomi di prestigio,
Frank O. Gehry a Monaco, Bot- agli articoli sulle riviste di design
ta per il Mart e molti altri. Pro- e architettura, alle iniziative culbabilmente perché è un mate- turali. “Una cosa a cui teniamo
riale caldo, e perché dà effetti molto sono le iniziative legate al
cromatici diversi al variare mondo dell’arte e dell’architetdella luce”.
tura, seguendo quello che aveva
Alla base di tutto c’è la passio- iniziato mio padre – conclude
ne e a tanto, tantissimo lavo- Deborah -. Ogni anno organizro. A volte anche a scapito di ziamo qui al laboratorio qualche
affetti e interessi personali, a festa o qualche evento, come la
conferma di come alcuni cliché presentazione di un libro o di
sul lavoro e sull’imprenditoria una mostra”. E forse è anche
femminile si dimostrino terri- questo un modo per distinguersi
bilmente veri. La difficoltà a in un mondo in cui tutti hanno il
conciliare lavoro e famiglia, ad loro quarto d’ora di celebrità. E
esempio, è un dato di fatto. “È in cui l’eccesso di comunicaziouna cosa che abbiamo vissuto ne rischia di trasformarsi in un
sulla nostra pelle, e che ades- boomerang.
Giardini e Rolex, una
storia scavata nella roccia
Per il primo grande salto di
qualità, nella centennale storia
del laboratorio, i Morseletto
devono ringraziare la famiglia
americana
dei
Du
Pont,
proprietaria di una enorme
tenuta a Longwood, nel cuore
della Pennsylvania. Nel corso
di una vacanza a Firenze,
nei primi anni ’30, i Du Pont
entrarono in contatto con
Piero Morseletto e si rivolsero
a lui per la progettazione degli
immensi giardini all’italiana con
statue, fontane e giochi d’acqua
che ancora oggi richiamano
migliaia di visitatori. Da lì è
stata una crescita continua,
tanto che oggi l’azienda può
ricordare la propria firma
sotto restauri prestigiosi come
quelli della basilica Palladiana,
della Loggia del Capitaniato,
di Palazzo Te a Mantova e del
teatro alla Scala di Milano. O,
ancora, gli interni dei negozi
Damiani e Bulgari, il negozio
Venini di Venezia e il negozio
Rolex di Londra, il palazzo del
Festival del Cinema di Cannes,
la sala del culto dell’aeroporto di
Malpensa 2000, la sala d’onore
del Cremlino e il portale dello
Iuav firmato da Carlo Scarpa a
Venezia.
L.M.
22
21 LUGLIO 2007
giovani
Il giovane cantante di Altissimo si racconta: gli esordi, i sacrifici, le prime
delusioni, le sfide del futuro. “Mi considero ancora un aspirante cantante”
Stefano, Sanremo e la Disney
un inizio da Cento(mo) e lode
DI
ANDREA BASSO
Una capigliatura simile a
quella di Goku,
protagonista
del
cartone
animato Dragon Ball. Occhi
celesti come
il più limpido
dei mari ed un
sorriso tanto contagioso, quanto rassicurante. Al collo l’inseparabile collanina e sul braccio
il consueto polsino nero: due
amuleti portafortuna di cui
non può fare a meno. Questo è Stefano Centomo ha interpretato due canzoni dell’ultimo cartoon Disney
Stefano Centomo, oggi di professione cantante, originario che giocassi in casa, visto che ma deve necessariamente tradi Molino di Altissimo, nella la manifestazione si teneva nei smettere sensazioni positive
Valchiampo; un giovane salito castelli di Giulietta e Romeo, a per riuscire a creare qualcosa
alla ribalta dell’ambiente mu- Montecchio Maggiore. Che dura di piacevole e nuovo”.
sicale grazie alla meritatissima esibirsi senza la compagnia Un ragazzo determinato e grinconquista del secondo gradino del pianoforte, una sensazione toso. Sa che la strada è ancora
del podio all’ultima edizione di strana. Mi sentivo vulnerabile, in salita, ha già messo in preSanremo Giovani.
non mi era mai successo di do- ventivo che saranno molte le
Oltre all’importante traguardo
ver cantare in piedi. insidie che gli si pareranno
raggiunto nel sanE’ stato difficile, ma davanti ma, a quanto pare, è
cta sanctorum del- “Ho perso
è andata bene”.
pronto ad affrontarle. Eppure,
la canzone italiana, qualche festa
Il giovane di Altis- dietro a tanta determinazioanche tante parte- e qualche
simo, che coltiva ne, si nasconde un’esitazione
cipazioni ad altri
anche la passione avuta in passato. La fiaccola
uscita
importanti
condell’informatica, del Centomo ha rischiato infatti
con
gli
amici,
corsi e molti premi
kart e della pallavo- di spegnersi qualche anno fa,
confermano il suo ma lavorare
lo, racconta di aver dopo una secca bocciatura ritalento. Per rag- con la
passato molti fine cevuta proprio alle selezioni
giungere obiettivi musica
settimana al lavoro. per Sanremo. “Ho presentato
tanto importanti non mi è mai
“Ho sacrificato più il mio pezzo convinto che fosse
i sacrifici iniziano
di un weekend per bellissimo, quasi perfetto – sopesato”
fin da bambino:
dedicarmi alla mia stiene -. Sono stato scartato e
le prime lezioni di
passione principa- mi è caduto il mondo addosso.
pianoforte a soli 6 anni, a 14 le – narra -. Ho perso qualche Se quel pezzo, quel bellissimo
l’iscrizione a scuola di canto,
festa e qualche pezzo non va bene, allora non
le prime accauscita con gli sono fatto per la musica, ho
demie e i primi
amici, ma mai è pensato tra me e me. È passaconcorsi. Strano
successo che mi to molto tempo prima che mi
sentirsi confespesasse trascor- rimettessi a scrivere insieme al
sare da Stefano
rere il tempo la- mio inseparabile amico e comche, nonostante
vorando con la pagno di lavoro Max Titi. Sono
i palcoscenici
musica. Il gior- sempre stato dotato di grande
importanti su
no in cui lo stu- spirito autocritico, eppure non
cui è salito, la
dio e l’eserci- riuscivo a capacitarmi di come
volta in cui si
zio quotidiano fosse arrivata un’esclusione
è emozionato
cominciassero così dolorosa. Quella canzone
maggiormente
a pesarmi, e rappresenta, insieme ad alsia in una delle
l’impegno fosse tre delusioni, una delle porte
poche esibiziomaggiore
del in faccia che io, come tutte le
ni disputate tra
piacere, coinci- persone del mondo, sono dele ‘mura amiderà con la deci- stinato prima o poi a prendere.
che’. “L’emoziosione di lasciare Inizialmente fa male; poi, con
ne più grande
la musica, per- il tempo, si archivia l’accaducantante di Altissimo con il trofeo
l’ho vissuta al Ilvinto
ché significhe- to e ci si rimette in marcia con
a San Remo
primo concorso
rebbe che can- rinnovata grinta. Ho capito che
- racconta -. Non ero abituato tare non è più la mia strada. queste delusioni mi hanno aiua sentirmi sotto esame, valu- La musica oggi è il mio lavoro, tato a crescere ”.
tato da una giuria. Si può dire
E infatti Stefano è riuscito a ri- della Walt Disney, che ha deciso
sollevarsi. Le idee hanno comin- di affidargli l’esecuzione di due
ciato a tornare, le mani corrono canzoni nel neo-uscito cartoon
sul foglio per trascrivere emo- ‘I Robinson, una famiglia spazioni in formato canzone, poi sul ziale’. Davvero un’esperienza
pianoforte per dare una musica a niente male da aggiungere ad
queste parole. L’ingegno del duo un palmares già ben fornito. “Mi
Centomo-Titi partorisce nuo- sento ancora un aspirante canve chicche come ‘Bivio’ e ‘Ana’: tante – minimizza Centomo -.
definite dallo stesso cantante le Nel periodo in cui sei a Sanremo
due canzoni per lui più signifi- hai l’illusione di sentirti arrivato:
cative. “Bivio parla delle scelte molte interviste, tante attenzioni
della vita, non solo sentimen- e la presenza di illustri cantanti
tale come a molti è sembrato. e personaggi dello spettacolo
Parlo di scelte importanti come possono facilmente indurti a
quella, tanto difficile quanto in- crederti una rock star di fama
dispensabile, di lasciare il con- mondiale. Solo un sogno, dopo
servatorio. È una delle canzoni una settimana si torna alla realpiù rilevanti anche perché mi ha tà, quando inizia la parte più
fatto compagnia nell’esordio al- difficile. Nella vita, come nella
l’Ariston -sorride-. Bivio è come canzone vincere è più semplice
una figlia per me: per la prima che riconfermarsi, e questo lo
volta una mia opera non la sento so bene. E’ per questo che mi
esclusivamente personale, è di ostino a tenere i piedi per terra.
tutti. Vedere migliaia di ragazzi Sono membro della popolaziocantare a ritmo i miei ritornelli ne del carpe diem, oggi provo a
mi ha creato un’emozione inde- fare il cantante, domani chissà.
scrivibile, bellissima. ‘Ana’ inve- La mia vita si dipana tra un hotel
ce parla dell’anorese l’altro, i miei amici
sia: il titolo prende “Nella vita,
li vedo pochissimo
spunto dal nome come nella
e ho poco tempo
con cui i dottori e
da dedicare anche
canzone,
i malati di questo
alla mia famiglia.
disturbo chiama- vincere è più
Sopporto tutto queno questa terribile semplice che
sto per amore della
patologia.
Anche riconfermarsi. musica, coltivando
questa canzone l’ho Per questo
costantemente
il
scritta con Max, rimango con
sogno di diventare
entrambi abbiamo
un vero cantante.
i piedi per
avuto occasione di
Non certo per avere
terra”
conoscere da vicino
fama, donne e soldi,
persone afflitte da
ma per vivere di ciò
questa malattia che consuma il che adoro fare: musica”.
fisico e la mente. Abbiamo de- Supportato dalla famiglia, priciso di scrivere
mo
grande
‘Ana’ per aiutare
gruppo di fans,
questi malati,
Stefano si preper far capipara ad affronre loro quanto
tare un’estate
siano sbagliati
ricca di api modelli che al
puntamenti.
giorno
d’oggi
Dopo l’exploit
si prendono da
a Sanremo, è
esempio”, congiunta l’ora di
clude.
confermare il
Dopo Sanremo
proprio valore.
il
calendario
Riuscirà il giodi Stefano s’è
vane vicentino
riempito in un
a sfondare nel
batter d’occhio:
mondo musicacollaborazioni
le? La classe c’è,
con Radio Italia
la determinaUn
momento
di
relax
e Radio Bruno,
zione anche. È
prima di un’estate fitta di impegni
partecipazioni
solo questione
a feste di piazdi fare le scelte
za e a programmi RAI, fino al giuste: un insidioso e affascilavoro realizzato per il colosso nante… Bivio.
23
21 LUGLIO 2007
terzapagina
Pensieri contro. Il festival di Sandrigo annullato per un volantino “sconcio”. Un’accusa fasulla
Sandrock, la ridicola ipocrisia dei “benpensanti”
DI GIULIANO CORÀ
“Omnia munda mundis”:
ogni cosa è
pura per chi è
puro, insegna
Padre Cristoforo. Purtroppo le pagine
manzoniane
non devono essere molto praticate, al Comune di Sandrigo. Riassumiamo per i lettori.
Anche quest’anno un gruppo
di giovani sandricensi aveva
organizzato la tre giorni (2022 luglio) di “Sandrock”, ottenendo il patrocinio del Comune, con relativi finanziamenti
e il permesso per l’utilizzo di
un’area comunale.
Volantino porno
L’evento viene annunciato sui
media locali e tramite volantinaggio. Ed è qui che succede
lo ‘scandalo’, perché sul volantino appare un disegno che
fa sobbalzare d’indignazione
sindaco e parroco (tra parentesi: se vivessimo in un Paese
normale, qualcuno potrebbe
chiedersi cosa abbiano a che
fare le opinioni del parroco
con le decisioni di un’amministrazione comunale. Ma
invece viviamo in Italia, una
enclave del Vaticano, il Paese in cui giuristi ed enigmisti
da un anno si rompono la testa per trovare una formula
accettabile per una legge che
sancisca il diritto di ognuno
di vivere e/o andare a letto
con chi gli pare).
Il comune di Sandrigo
Sagome innocue
Si vedono due sagomine stilizzate, di cui non si distingue il
sesso – tipo gli omini dei segnali
stradali o dei semafori – distese e strettamente attorcigliate.
Una cosa è sicura: difficilmente
qualsiasi bambino o adolescente inferiore ai quattordici anni
può rendersi conto di che cosa
si tratti, ed anche per un adulto
ci vuole fantasia per riconoscere
quello che comunemente viene
definito un sessantanove. E poi,
‘cosa’ saranno quei due? Un maschio e una femmina? Oppure
– orrore! – ‘due culatoni’?
Vieni qui che ti curo
Comunque sia, apriti cielo. Il disegno contraddice “i progetti sociali ed educativi” dei Comuni organizzatori (oltre a Sandrigo, anche Dueville, Bolzano Vicentino e
ificio “VERZA
m
u
l
”
Sa
Monticello Conte Otto); “può urtare la sensibilità di certe persone”; ‘tradisce la fiducia accordata
dal Comune agli organizzatori’; è
necessario “salvaguardare il buon
nome del Comune”; eccetera. E
in ogni caso, “meglio prevenire
che curare”. ‘Curare’, capite?!
Perché, indipendentemente da
come la si possa pensare sul volantino, evidentemente per qualcuno qualsiasi accenno ad una
libera sessualità è una malattia
da curare! Dunque, via subito il
patrocinio del Comune, via l’autorizzazione per l’uso dell’area: il
festival è annullato. Dire che gli
organizzatori sono rimasti basiti
è poco. Qualche flebile protesta,
dopo di che non gli è rimasto altro da fare che leccarsi le ferite,
e molto probabilmente pagare i
considerevoli debiti fatti. Da parte dell’amministrazione comuna-
Consigli morali
Insomma: l’abbiamo scampata
bella, e dunque, consci del pericolo corso, desideriamo dare una
mano alle amministrazioni comunali in questione segnalando
altri attentati al pubblico pudore
che forse per l’emozione sono loro
sfuggiti. Primo: quel segnale stradale che si trova spesso davanti
alle scuole, con una figura maschile che prende per mano correndo
una bambina. Con tutta evidenza,
un esplicito invito al rapimento,
con quel che segue. Forse sono
stati posti lì durante un blitz di
qualche associazione di pedofili.
Secondo. In molti esercizi pubblici, sulla porta della toilette la
sagomina maschile e quella femminile appaiono affiancate: una
chiara induzione ad entrare insieme, per abbandonarsi poi a chissà
le, lotta dura: “Non siamo stati quali perversi accoppiamenti. Se
disponibili a nessuna mediazio- poi, sulla porta del bar, appare
ne”, afferma il sindaco Barbara anche il cartellino “Qui gli animali
Trento (Forza Italia), alla quale, sono graditi”, allora l’invito a betuttavia, bisogna riconoscere non stiali ammucchiate contro natura
solo il coraggio delle proprie opiè esplicito. E infinioni, ma anche una
ne un altro segnale
certa onestà. Pare A dare
stradale, subdolo ed
infatti che, a dare scandalo
allusivo: quello che
scandalo, non siano l’immagine
indica la presenza
state solo le due sasulla strada di dossi.
di
due
omini
gomine che si sfruQuanti raptus imstilizzati.
Ma
culiavano, ma anche
provvisi, quante vioil
sindaco
un bollino rettangolenze del sabato sera
lare, piccolino, che s’è indignato
saranno state scaspunta nell’angolo anche per la
tenate dalla visione
in basso a sinistra, scritta
di quel disegno che,
e che dice: “No Dal
“No Dal Molin” con tutta evidenza,
Molin”. Interrogata
raffigura due sfacse sia stato quello “il
ciate e turgide tette?!
principale motivo della presa di Ascoltate il sindaco di Bolzano
posizione”, il sindaco ha risposto Vicentino, Luigi De Boni: “Preveserenamente: “Certo ha aiutato”. nire è meglio che curare”. Buon
Capito?
divertimento.
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24
21 LUGLIO 2007
satira
Passatempi estivi. Terza puntata del gioco dei separati alla nascita. Ne conoscete altri? Segnalateceli
Doppiati & Scoppiati: i gemelli diversi
Iva Zanicchi - Lia Sartori
Beppe Grillo - Renzo Rosso
Cantante e conduttrice tv l’una,
europarlamentare di Forza Italia l’altra
Comico, attore e blogger l’uno,
imprenditore e fondatore della Diesel l’altro
Corrado Calabrò - Gianfranco Morsoletto
Atom Egoyan - Arrigo Abalti
Garante per le Telecomunicazioni l’uno,
assessore allo sport del Comune l’altro
Regista d’essai pluripremiato a Cannes l’uno,
assessore alle Politiche giovanili l’altro
L’informazione in affanno,
la Minetti espulsa: VicenzaPiù libera
segue dalla prima
Stefano Riccucci - Daniele Borò
Immobiliarista e furbetto del quartierino l’uno,
consigliere comunale della Lega Nord l’altro
Telly Savalas - Andrea Gallo
Indimenticato tenente Kojak della tv l’uno,
direttore dell’Ascom l’altro
De Il Vicenza boccheggiante dopo l’addio
alla mega concessionaria Publikompass
abbiamo detto. Dei nuovi progetti di Caltagirone, neo proprietario de Il Gazzettino, nulla o poco si vede. De Il Corriere
del Veneto, inserito nel prestigioso Corriere della Sera, si apprezza un equilibrio
senza grandi graffi, figlio di una proprietà locale in cui spicca il Presidente della
Popolare di Vicenza, Gianni Zonin. Che di
un foglio può aver bisogno per dire ‘attenti, anch’io posso far scrivere’, ma che, da
accorto banchiere e grande imprenditore
qual è, certo non lo userà per lanciare
per primo crociate contro chi muove i fili
dei grandi business locali; nemmeno nel
caso questi fossero in contrasto con gli
interessi superiori della Comunità locale,
cosa comunque da dimostrare caso per
caso, lo diciamo con serenità pari alla forza con cui il Davide VicenzaPiù è stato e
sarà pronto a denunciare eventuali abusi
e malcostumi. A costo di patirne, direttamente o indirettamente, le conseguenze o
le rappresaglie.
Perché se le migliaia di tifosi della Minetti
Infoplus, l’ultima squadra cittadina di A1
in uno sport di massa come la pallavolo
femminile, nelle domeniche della prossima stagione dovranno accontentarsi di
tifare per le pur importanti compagini
maschili e femminili di B1 per soddisfare
la propria passione sportiva, questo lo si
deve anche alla disattenzione (Giuliano
Zoso, l’ex deputato ed editorialista prediceva: per cancellare il mio nome da Vicenza) di chi non ha denunciato le lentezze
pachidermiche nei lavori al palasport, costringendo così la squadra ad emigrare in
quel di Imola. E dopo il tentativo (con radici anche a Vicenza) di cancellare addirittura il club dal campionato, fallito per
la nostra cristallinità, mi reputo due volte
fortunato. Primo, perché il volley a Vicenza non muore ma, pur regalando a Imola
l’A1, rilancia con 2 campionati nazionali
che restano comunque quelli di maggior
livello in città, calcio a parte, (e questo
grazie alle risorse che arrivano dall’A1,
che ha mantenuto la proprietà vicentina
rinforzandola con innesti romagnoli). Secondo, perché da oggi, azzerate le locali
e meschine rappresaglie contro l’A1 del
volley, legate da sempre alla storica indipendenza del club dalle ipocrisie locali, e
dal 25 febbraio 2006, la data del n. 1 del
nostro settimanale, anche alle posizioni
liberamente critiche di questo giornale,
VicenzaPiù sarà, se possibile, ancora Più
libero. Grazie ai lettori e a chi ha provato
ad espellerci.
Giovanni Coviello
25
edicola
21 LUGLIO 2007
Ogni settimana, tratto dalla stampa locale o nazionale, un articolo che fa riflettere, discutere o arrabbiare. O anche divertire
Calearo nostalgico della 1ª Repubblica. Per gli aiuti di Stato
Oscilla un po’ schizoide tra
diziari, come lo scandalo dei tino oggi a oltre 6 miliardi di
protesta antipolitica e rimpetroli, il cittadino che fece euro, ma un calcolo del propianto della vecchia politica
piovere agevolazioni a iosa su fessor Giavazzi li fa lievitare
il cosiddetto “malessere” deCamisano si chiama Sereno addirittura a 30 miliardi. E
gli imprenditori del Nordest.
Freato, che fu il potentissi- mentre Luca Cordero di MonDella contraddizione ha formo segretario privato di Aldo tezemolo annuncia la volontà
nito un saggio significativo
Moro e il finanziatore della della Confindustria di trattaall’ultima assemblea degli
corrente morotea della De- re seriamente con il governo
industriali di Vicenza, il premocrazia cristiana.
la revisione delle agevolaziosidente Massimo Calearo,
La prima Repubni pubbliche in
che è anche presidente della
blica rimpianta da
cambio di una riFedermeccanica, ricordando
Calearo, che oggi Camisano
duzione del carico
con languore il tempo felix in
si sente “servo del- è campione
fiscale, Calearo a
cui il Veneto democristiano
la politica invece nazionale
Vicenza, capitale
poteva contare a Roma su ben
che suo cliente”, di incentivi
degli aiuti pubblisei ministri. Oggi, con zero
è passata, ma gli come “area
ci al Nord, evoca
ministri, salvo qualche vice,
aiuti pubblici alle
il fantasma santidepressa”
ma
il 67,2% degli imprenditori
imprese
private
ficato di Mariano
anche
uno
dei
dichiara secondo una ricerca
sono sopravvissuRumor, lamentanLa fiera dell’oro. Il modello nord-est si è sviluppato anche grazie ai generosi contributi statali
della Fondazione Nordest di
ti alla grande nella paesi più ricchi do la “sindrome
sentirsi sottorappresentato in
presunta seconda della zona
da abbandono” del
ambito politico-istituzionale, affidata non alla norma, ma alla spiega il primato? Con l’ana- Repubblica, quella
Veneto orfano. Per
di sentirsi snobbato nei pa- discrezionalità dei governi e dei grafe. A Camisano non è nato teoricamente alla serie: il Nordest
lazzi di Roma.
ministri intenti a curare i propri un ministro, ma una grande l’insegna del mercato e delle ricco, lamentoso e contradditIl rimpianto per la lunga rispettivi collegi elettorali, in un eminenza grigia della prima liberalizzazioni. Ne fa fede, torio, se non schizofrenico.
stagione felice dei Rumor e tripudio di clientelismo.
Repubblica, che fino a un tra l’altro, la famigerata legdei Bisaglia,
Una
ricerca ventennio fa pesava assai più ge 488, preclaro esempio di
Alberto Statera
quando, per
di Emanuele di un ministro. Classe 1928, soldi spesi male, di truffe e di
da Repubblica
parafrasare
Felice, docen- sei figli, interessi in varie im- disastri industriali. Pare che
Affari&Finanza
Calearo, “non
te di Storia prese, alcuni “incidenti” giu- gli aiuti alle imprese ammon9 luglio 2007
soffrivamo
Economica a
Roma e Roma
Bologna (“Diancora ci povari regionali
teva soffrire”,
e
intervento
ha un nome:
pubblico”
il
incentivi
a
Mulino), dopioggia.
cumenta che
Fu quasi un’alnel Veneto la
luvione che dal
politica per le
1957 in poi,
aree deprescon la legge
se è giunta ad
numero 635,
assicurare una
allagò le “aree Aldo Moro. Il suo segretario è stato il vicentino
copertura di
depresse” del Sereno Freato, potentissimo finanziatore della Dc incentivi asCentro Nord e,
solutamente
in particolare,
capillare, inil Veneto. Esenzione fiscale teressando l’84% dei comuni,
sull’intero reddito prodotto, 489 su 583. Ancora oggi soprestiti a tasso d’interesse pravvivono poi enti pubblici
agevolato, più una serie infi- creati in aggiunta agli incennita di altri sostegni previsti tivi di carattere generale, con
Divisione tecnica della Tecnocopy di G. Casarotti
da apposite leggi speciali, si lo scopo di coordinare lo sviriversarono sulle aree de- luppo delle zone interessate,
presse, la cui definizione era come il Consorzio per lo sviluppo economico e sociale del
Polesine, creato nel 1963 in
provincia di Rovigo, o il Consorzio per la zona industriale
e il porto fluviale di Padova,
sorto nel 1957 nella Bassa padovana.
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regione
21 LUGLIO 2007
INIZIATIVE - democraticità e difesa del cittadino nei rapporti con le amministrazioni
Vittorio Bottoli: il Difensore Civico,
ovvero il Tribuno della Plebe
Il cittadino, atomo fondante
della società, incontra ogni giorno le istituzioni, "da mane a sera
ha molteplici contatti con l'amministrazione pubblica", ci spiega l'avvocato Vittorio Bottoli,
Difensore Civico Regionale
Veneto: dai semplici gesti di
utenza, elettricità, gas, acqua,
l'individuo privato si mette in
contatto diretto con il complesso
di servizi che sono coordinati
dalle istituzioni. A questo, come
naturale conseguenza, è evidentemente "fisiologico che il rapporto può essere insoddisfacente, dato che la pubblica amministrazione si impone in posizione
di vantaggio. È quindi necessaria una istituzione capace di
accompagnare, ascoltare e
difendere il cittadino nel
momento in cui c'è una violazio-
ne dei diritti".
Il Difensore Civico è quindi di
struttura capace di inserirsi
nello spazio fra cittadini e
amministrazione articolando il
proprio ruolo di giudice terzo,
sostituendosi , per il campo specifico, all'ordinaria magistratura
che si connota per onerosità
eccessiva e lentezza. La difesa
civica è gratuita e tempestiva,
con attitudine di mitigazione,
che può anche essere preventiva: il magistrato di persuasione così è appunto detto il difensore
civico - opera anche senza che
avvenga una violazione del
diritto, che invece è incipit fondamentale per l'ordinaria magistratura. Di fatto è possibile
ricorrervi anche in pendenza di
un ricorso.
I numeri indicano un crescendo
costante di cittadini che si rivolgono all'ufficio del difensore
civico, dato che le sue competenze riguardano l'ampio ventaglio che va dalla previdenza
all'università, fino alla sanità. Si
contano ben più di 7000 istante
annuali, di cui almeno il 50%
chiuse nei primi sessanta giorni.
Particolarmente importante è
notare come siano già attivi
corsi post-laurea, che si rivolgono all'amministrazione e per
esteso alla cittadinanza, sottintendendo l'importanza di diffondere la conoscenza, e quindi
la presenza sul territorio, dei
difensori civici.
L'avvocato Bottoli ci aiuta a
comprendere la portata civile
del suo ruolo traendo dal caustico esempio della nascita romana
del Tribunato della Plebe, vero
corrispettivo storico del difensore civico, che nella Res Publica
fonda la vera democrazia. Nella
forza della fondazione della
magistratura del popolo si esplica l'urgenza volgersi all'attuale,
per l'Italia di ritrovare la reciprocità di un rapporto diretto
fra cittadino e istituzioni: non a
caso il nostro Paese anche qui si
macchia d'essere sprovvisto di
un Difensore Civico nazionale,
mentre in Europa - si veda l'esempio della Spagna - e diffusamente nel mondo assume un
ruolo di prima importanza, contando una struttura di coordinamento internazionale capace di
stringere progressivamente sul
territorio, nella dimensione più
specifica e più necessaria al cittadino, garante di vera democraticità.
INTERVIENE NEI CONFRONTI DI
Consiglio regionale
DIFENSORE CIVICO
Un servizio gratuito e veloce che garantisce
i diritti dei cittadini nei confronti della pubblica
amministrazione.
Il Difensore Civico
è stato istituito dal consiglio
Regionale del Veneto
Chiama il numero verde
800 294 000
UFFICIO DEL DIFENSORE CIVICO
CHI E' IL DIFENSORE CIVICO
Il Difensore Civico tutela i diritti dei cittadini nei confronti della Pubblica
Amministrazione
E' un organo di tutela dei cittadini istituito dalla Regione Veneto;
E' indipendente e non è soggetto ad alcun controllo
E' nominato dal Consiglio Regionale ogni 5 anni e può essere riconfermato
per una sola volta
E' tenuto a presentare una relazione annuale al Consiglio Regionale ed al
Parlamento
Regione e sue Aziende
Aziende sanitarie
Comuni, Province, Comunità Montane e loro Consorzi, laddove non sia
presente un Difensore civico locale
Altri Enti Pubblici operanti nel territorio regionale
Amministrazioni statali periferiche (per es.: prefetture, ufficio del registro,
motorizzazione civile, ecc.)
IN QUALI MATERIE INTERVIENE
Sanità ed igiene
Previdenza e Assistenza
Territorio e Ambiente
Tasse, Tributi, canoni, sanzioni amm.ve
Istituti di partecipazione e procedimento amministrativo
Attività produttive
Istruzione e formazione professionale
COSA FA IL DIFENSORE CIVICO
Interviene in caso di disfunzioni o abusi della Pubbliche Amministrazioni
Può chiedere l'esibizione di qualsiasi atto o documento anche se segreto
Promuove la costituzione di tavoli di confronto e di accordo (conferenze di
servizi)
Indirizza il cittadino verso le più idonee strutture e lo consiglia sulle iniziative
o i rimedi da adottare
Promuove la risoluzione conciliativa (mediazione) delle controversie
Svolge compiti di sollecitazione nei confronti dei responsabili dei procedi
menti
Può chiedere l'attivazione di procedimenti disciplinari a carico di funzionari
inadempienti
Svolge attività di impulso e di proposta nei confronti delle Pubbliche Ammi
nistrazioni
28
21 LUGLIO 2007
regione
INIZIATIVE - Lo ha annunciato il presidente Galan presentando, insieme agli assessori, i contenuti del documento e il percorso che la proposta dovrà seguire
Autonomia differenziata:
sarà chiesta per il Veneto
Il Veneto ha compiuto oggi un passo avanti
importante nel percorso di attuazione del nuovo articolo 116 della Costituzione con l’approvazione in Giunta regionale di un documento
con le proposte da avanzare allo Stato ai fini
del raggiungimento di un’autonomia differenziata, con l’attribuzione di ulteriori competenze e delle relative risorse. Lo ha annunciato il
presidente della Regione Giancarlo Galan presentando, insieme agli assessori, i contenuti del
documento e il percorso che la proposta dovrà
seguire. “Questa – ha detto Galan – è una delle tre partite, insieme al federalismo fiscale e al
nuovo Statuto regionale, su cui si gioca il futuro della nostra regione e che sono strettamente collegate una all’altra”. Il presidente ha detto che bisogna prendere atto che “l’attuazione
di un federalismo fiscale pieno, fondato sulla
responsabilità degli amministratori delle
Regioni non è oggi alla portata del nostro Paese”. Il modello che si sta delineando aumenterà nella migliore delle ipotesi del 7% grado di
autonomia finanziaria del bilancio annuale della Regione. E’ comunque anche questo un passo in avanti che “infrange un mito” e cioè che
è lo Stato che preleva i soldi e li ridistribuisce.
“Sarà compito di tutti noi
riuscire allargare questo
spiraglio”. L’altra partita è
quella dello Statuto regionale e “il Veneto – ha fatto
rilevare Galan - ha più bisogno di qualsiasi altra regione di uno Statuto che sia al
pari con i tempi. Io credo
che uno Statuto definito e
approvato presto e bene
rappresenterebbe anche il
sostegno migliore e più
importante a quanto stiamo chiedendo al Parlamento nazionale sia sul fronte
dell’art. 119, sia dell’art.
116”. Per quanto riguarda
la proposta di autonomia
differenziata, Galan ha fatto presente che il
Veneto si pone dopo il Piemonte e la Lombardia ma la differenza è che quella veneta non è
solo un’elencazione di materie ma è corredata
da un approfondimento di tipo giurisprudenziale. “Quindi partiamo nel migliore dei modi”.
L’articolo 116 della Costituzione, al terzo com-
ma, prevede che le Regioni
a statuto ordinario possano
acquisire “ulteriori forme e
condizioni particolari di
autonomia” rispetto a quelle oggi costituzionalmente
spettanti ai sensi dell’articolo 117 della Costituzione. Le
materie prioritariamente
individuate, partendo da
quelle di maggiore impatto
sui cittadini e sulle imprese
del Veneto, sono tutela della salute, istruzione, tutela
e valorizzazione dei beni
culturali, ricerca scientifica
e tecnologica e sostegno
all’innovazione per i settori produttivi, potere estero
della Regione, organizzazione della giustizia di
pace. Ma al fine di individuare ulteriori competenze da richiedere allo Stato, le trattative del
Presidente della Regione con il Governo riguarderanno anche altre importanti materie, quali:
tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, ordinamento della comunicazione, previdenza com-
plementare e integrativa, protezione civile,
infrastrutture e infine casse di risparmio, casse
rurali, aziende di credito a carattere regionale
e enti di credito fondiario e agrario a carattere
regionale. Spetterà ora al Consiglio Regionale
procedere alla approvazione del documento
dando mandato al Presidente della Regione di
condurre il negoziato con il Governo, al fine di
definire e sottoscrivere l’intesa che riconoscerà
al Veneto un’autonomia differenziata. Una volta raggiunta l’intesa Stato-Regione, dovrà essere recepita in una specifica proposta di legge
statale da parte del Consiglio Regionale, su iniziativa della Giunta, da trasmettere al Parlamento. La legge statale dovrà essere quindi
approvata a maggioranza assoluta dei componenti delle Camere e opererà una variazione
del riparto delle competenze oggi previste dall’articolo 117 della Costituzione, con riguardo
alla sola Regione del Veneto. “Un percorso difficile e complicato – ha concluso Galan – ma
anche entusiasmante. Io sono ottimista perché
è un’opportunità che lo Stato ha previsto per
dare alle Regioni a statuto ordinario quell’autonomia che diversamente non riuscirebbe a
dare”.
INFRASTRUTTURE - Veneto Strade ha bandito l’incarico per la redazione dello Studio di Fattibilità e di service per la redazione del Progetto Preliminare
Chisso: bandito l’incarico per
la tangenziale ponte di Piave
“Veneto Strade ha bandito
ancora nel giugno scorso l’incarico per la redazione dello
Studio di Fattibilità e di service per la redazione del Progetto Preliminare relativi alla tangenziale di Ponte di Piave”. Lo
fa presente l’assessore alle
politiche della mobilità del
Veneto Renato Chisso, ricordando che l’intervento è da
tempo al centro dell’attenzione della Regione, “che lo ha
previsto tra gli interventi in inseribilità nel
nuovo Piano Triennale
per l’adeguamento della rete viaria veneta
2006 – 2008, approvato
nei mesi scorsi dal Consiglio regionale”. “Può
darsi che questi fatti siano sfuggiti al sindaco di
Ponte di Piave – chiosa
Chisso – ma ormai siamo anche a chiusura del
bando e presto affideremo l’incarico, dando avvio concreto all’iter per un’opera
assolutamente necessaria – fa presente l’assessore – anche perché Ponte di Piave si
trova sul nodo viario che raccorda la “Pontebbana” con la Strada Provinciale n. 34
della “Sinistra Piave” e, tramite questa, con
il casello autostradale di Noventa di Piave
e con la S. P. n. 66 “di Salgareda”, che la
connette al casello di Cessalto”.“In proposito – prosegue Chisso – lo studio di fattibilità tecnica dovrà tenere presente tutti gli
elementi in gioco e le emergenze soprag-
giunte con l’evoluzione delle normative
urbanistico – ambientali, con la programmazione dei diversi soggetti coinvolti e con
le trasformazioni territoriali avvenute.
L’incarico per il Service di Progetto Preliminare verrà affidato sulla base di un
importo presunto di lavori di circa 6 milioni di euro. Per lo studio di fattibilità, il professionista cui sarà assegnato l’incarico
avrà 90 giorni di tempo: anche questa –
conclude Chisso – è una testimonianza della nostra volontà di abbreviare al massimo
i tempi”.
Veneto strade S.p.A.
www.venetostrade.it
SEDE LEGALE e DIREZIONE CENTRALE:
Via C.Baseggio, 5
30174 Mestre Venezia
Tel. 041 290 77 11
DIREZIONE DISTACCATA BELLUNO:
Via Villa Patt
32036 Sedico (BL)
Tel. 0437 868 111
Sommiamo relazioni. Sottraiamo ostacoli. Moltiplichiamo idee. Condividiamo esperienze.
26-28 Salus - Salone della salute e del benessere
FEBBRAIO
10-18 Luxury & Yachts - Salone internazionale del lusso
10-18 Nauticshow - Salone internazionale della nautica
15-18 Legno & Edilizia - Mostra internazionale sull’impiego del legno nell’edilizia
23-25 Forum “Il nuovo club” - International congress & trade show for fitness, wellness and acquatic clubs
MARZO
29/3-2/4 Vinitaly - Salone internazionale del vino e dei distillati
29/3-2/4 Enolitech - Salone internazionale delle tecniche per la viticoltura, l’enologia e delle tecnologie
olivicole ed olearie
29/3-2/4 Sol - Salone internazionale dell’olio d’oliva extravergine di qualità
29/3-2/4 Anteprima Agrifood - Laboratorio per il salone internazionale dell’alimentare made in Italy
APRILE
17-19 Pte Expo - Progetto Terza Età - Fiera e congresso delle tecnologie, prodotti e servizi per la terza età
19-21 Greenbuilding - Mostra e convegno internazionale su efficienza energetica e architettura sostenibile
19-21 Solarexpo - Mostra e convegno internazionale su energie rinnovabili e generazione distribuita
MAGGIO
5-9 Siab - International techno-bake exhibition
8-11 Fieracavalli - Fiera internazionale dei cavalli e salone delle attrezzature e delle attività ippiche
17-20 Agrifood - Salone internazionale dell’alimentare made in Italy
21-24 Bus & Bus Business - Salone internazionale del trasporto in autobus
22-24 Job & Orienta - Scuola, orientamento, formazione e lavoro
23-25 Big Buyer - Mostra convegno del settore cartoleria e cancelleria di prodotti ufficio/casa/scuola
per grandi compratori italiani ed esteri
23-25 Cartoshow - Mostra di prodotti e servizi per il mondo della cartoleria
DICEMBRE
*** Model Expo Italy - Fiera del modellismo
*** Elettroexpo - Mostra mercato di elettronica, radiantismo, strumentazione, componentistica informatica
*** Data da definire
MANIFESTAZIONI ALL’ESTERO
15 Vinitaly India - Mumbay - Salone dei migliori vini italiani
Gennaio
17-18 Vinitaly India - New Delhi - Salone dei migliori vini italiani
Gennaio
23-25 Marmomacc USA / Stonexpo East - Mostra internazionale di marmi, pietre e tecnologie
Marzo
17 Samoter Tour Polonia - Workshop e business meeting tra aziende italiane e aziende locali
Maggio dell’edilcantieristica
10-12 Saldat - Mostra convegno della saldatura e taglio
Giugno Samoter Tour Russia - Workshop e business meeting tra aziende italiane e aziende locali
dell’edilcantieristica
16-17 Automotive Dealer Day - Informazione, strategie, strumenti per la commercializzazione
automobilistica
25-27 Veronafil 1 - Manifestazione filatelica, numismatica, cartofila
4-5 Vinitaly Russia - Mosca - Salone dei migliori vini italiani
Giugno
7 Vinitaly Russia - San Pietroburgo - Salone dei migliori vini italiani
Giugno
25-27 Verona Mineral Show Geo Business
GIUGNO
5-8 Pulire - Mostra internazionale delle produzioni e delle tecnologie per le attività dell’igiene ambientale
14-16 Saloni della verniciatura 2007: Polveri, Cleantech, Ecocoating
Mostre convegno sui prodotti, servizi e tecnologie di verniciatura e altri trattamenti superficiali
SETTEMBRE
20-24 Abitare il Tempo - Giornate internazionali dell’arredo
Settembre Fieragricola Eastern Europe Tour - Raid di 4.500 km con trattori e macchine agricole attraverso
Italia, Slovenia, Ungheria, Slovacchia, Polonia, Repubblica Ceca, Austria e Italia
Ottobre Vinitaly - US Tour - Salone di vini, olio d’oliva e prodotti tipici italiani
Novembre Marmomacc USA / Stonexpo - Mostra internazionale di marmi, pietre e tecnologie
8 Samoter Tour Romania - Workshop e business meeting tra aziende italiane e aziende locali
Novembre dell’edilcantieristica
Novembre Vinitaly Japan - Salone dei migliori vini italiani
Novembre Vinitaly China - Salone di vini, olio d’oliva e prodotti tipici italiani
CALENDARIO SUSCETTIBILE DI VARIAZIONI
IN COLLABORAZIONE CON
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Malinconia
d’estate
di Alessio Mannino
Estate, non succede niente. Giornali
pieni di non-notizie. Afa, zanzare e
sudore. Televisione di riciclo, qualche bel film d’epoca, noleggio a go go.
Attesa di ferie che paiono non arrivare mai. Code ai caselli. Bollettini di
morte sulle strada. Letture svogliate.
Ozio ricreativo e noia da vendere in
cambio di un gelato ghiacciato. Siamo in vena di poesia? No, sono i primi pensieri che ci vengono in mente
se ci sforziamo di trovare nella rigatteria quotidiana un personaggio,
un’opera, un fatto eclatante nel bene
ordinato cortile vicentino. Cosa ha
prodotto di memorabile, la nostra
città, negli ultimi anni? La risposta
è nichilistica: niente. Qualche nome
degno di memoria? Artisti, letterati,
politici, imprenditori, avventurieri
e santi? Manco uno. Stiamo qui a
elaborare il lutto di un Meneghello
(grande) o di uno Scapin (simpatico), per non parlare del culto per
un Parise (grandissimo) o di un
Piovene (classico). Ma di nuovi virgulti della penna, neanche l’ombra.
Qualche pittore, scultore? Fatecene
arrivare l’indirizzo, per favore. Ecco,
giusto un ottimo divulgatore di filosofia: Volpi, scuola esistenzialista. E
un politologo acuto come Diamanti
(benché incartato nell’analisi sociale
del giorno dopo giorno, senza alcun
orizzonte di lungo periodo). Fatalità:
sia l’uno che l’altro sono ben appartati e indifferenti alle cose vicentine.
E ci sarà pure una ragione, ci viene
da dire.
E lo spirito d’impresa, vanto di questa terra di ex contadini? Una bufala
clamorosa. Nani pieni di schei, che
si sfregano le mani per l’effimero
guadagno di una base americana.
Se a Roma i vicentini non sono più
rappresentati da un Rumor o da un
Bisaglia, ai nostri padroni del vapore
gli sta bene. A proposito: e i politici?
Il massimo che possono fare è arare
l’orticello di casa, o tutt’al più conquistarsi un posto al sole a Venezia.
La Sartori ha fatto così, grazie a Galan, per appalti e sanità. Ma siamo
alla logica del sottobosco, della lottizzazione locale. Nessuno che si distingua. In parlamento chi c’è? Non
propriamente dei raffinati statisti:
Stefani, Filippi, Conte, Trupia. E per
finire, neppure nell’ultima frontiera
della creatività italiana, lo showbusiness arrivista e cafone, nemmeno lì
primeggiamo: Silvia Toffanin è in tv
da fidanzata di Piersilvio, il visagista
delle dive Diego Dalla Palma non si
vede più, i due vicentini a Sanremo
già ce li siamo dimenticati. Che barba. Ok, c’è il sempregiovane Renzo
Rosso con la sua Diesel: potrebbe
scrivere i testi del Grande Fratello,
quello. Vicenza: nanismo e fastidio.
L’angolo dell’oste. Gelati che passione: ecco qualche consiglio per abbinare la bontà alla qualità
Voglia di nocciola e stracciatella
cinque trucchi per un cono ideale
Niente freschezze al basilico, creme
al parmigiano, sorbetti alla sopressa. Da un po’ di tempo a questa parte la moda del gelato stravagante e
innovativo a tutti i costi, sembra
vivere un periodo di appannamento. A tutto favore dei gusti classici,
crema, nocciola, fragola o cioccolato che sia. E viene quasi da dire che
era ora. Perché il gelato è già buono
di suo, senza bisogno di sfidarsi sul
campo del gusto più strano. Completo e nutriente (contiene zuccheri
in quantità, oltre a una buona percentuale di lipidi, proteine, e a dosi
importanti di fosforo e calcio), in
cono o in coppetta, è uno degli alimenti principe dell’estate: a volte
può sostituire un pasto (attenzione
però, due palline alla crema hanno
più o meno le stesse calorie di un
piatto di pastasciutta, ma non saziano allo stesso modo), altre può
funzionare da spuntino per spezzare le giornate.
In ogni caso è bene ricordare alcuni
piccoli consigli. In linea generale,
Foto MeFind @ flickr.com
Carciofini sott’odio
21 LUGLIO 2007
tempo libero
Gelato fatto in casa: l’artigianale è generalmente migliore
ma non bisogna generalizzare. Anche l’industriale può essere di qualità
il gelato artigianale ha una marcia
in più rispetto a quello industriale,
visto che è fatto con materie prime
più fresche, ha meno additivi, non
utilizza (o non dovrebbe utilizzare)
oli vegetali e coloranti. Poi si può
sempre trovare un ottimo prodotto industriale e un pessimo gelato
artigianale, ma questo è un altro
discorso. Diffidate, inoltre, di quei
gelati che hanno come ingredienti oli e grassi vegetali idrogenati,
soprattutto se li hanno in quantità
importanti: spesso sono indizio di
una qualità non eccelsa. Allo stesso
modo, attenzione ai gelati che, anche sotto il solleone più implacabile,
non si squagliano: di solito è perché
contengono sostanze non troppo genuine. Infine, se il gelato vi sembra
troppo dolce o troppo pesante, può
essere che si sia cercato di mascherare qualche pecca abbondando con
lo zucchero o con qualche grasso.
Un buon banco di prova per capire le qualità di una gelateria sono i
gelati alla frutta secca, ad esempio
alle nocciole: il prezzo della materia prima, infatti, è alto, e la differenza tra chi cerca di risparmiare
a scapito della qualità dovrebbe
essere evidente anche a quelle
persone che non si ritrovano un
palato da degustatore. Per il resto
lasciatevi guidare dai vostri gusti:
in genere se un gelato è buono, è
anche ben fatto.
Appuntamenti. Ad Asiago si recita sui luoghi della Grande Guerra. A Schio arriva Erri De Luca
In scena tra forti, castelli e palchi inclementi
Rassegna
Continua la rassegna Fortinscena,
ideata tre anni fa dal Luciano Padovani, direttore della compagnia Naturalis
Labor, e da Mauro Passarin, conservatore del Museo del Risorgimento di Vicenza, per portare l’arte e lo spettacolo
nei luoghi della Grande Guerra e valorizzare così un patrimonio immenso.
L’appuntamento di questa settimana è
al forte Interrotto di Asiago, dove
la compagnia teatrale Dionisi metterà
in scena “Patate, una parola senza denti sulla guerra”: uno spettacolo in cui,
attraverso i ricordi ora commoventi
ora scanzonati di tre anziane signore
si ripercorrono le tragiche vicende del
conflitto 15-18. (inizio ore 16,30).
Festival
La danza e il jazz saranno tra gli indiscussi protagonisti del programma di
questa settimana di Opera Estrate
Festival. Cominciamo dalla danza:
sabato 21 luglio, al Teatro Astra, un
gruppo di grandi ballerini presenterà in anteprima un progetto creato
in esclusiva per il festival bassanese,
il Gran Galà classico Etoiles d’Italie.
Inizio alle ore 21,20 (biglietti interi a
25 euro, ridotti a 22). Sempre la danza
riempirà il palco del castello di Romeo
di Montecchio Maggiore la sera di lunedì 23 luglio, dove si esibiranno i solisti
del balletto dell’Opera di Ekaterinburg
con un Gran Galà classico, mentre in
un altro castello, quello degli Ezzelini a
Bassano, martedì 24 il gruppo rumeno
dei Teatrul Odeon metterà in scena Un
Tango màs (inizio ore 21,20). Ancora
al castello degli Ezzelini, venerdì 27 la
compagnia indiana Ragunath Manet
presenterà “Bollywood ballet”.
Sempre al castello degli Ezzelini, domenica 22 luglio ci sarà invece spazio per
la musica classica, grazie ad grande
concerto sinfonico ad ingresso libero
con l’orchestra e il coro del Teatro La
Fenice. Infine, nella settimana bassanese c’è un’interessante serie di concerti jazz da segnare in agenda: martedì
24, alle 21,20, al chiostro del museo,
un omaggio a Gerswuhin, mercoledì il
concerto dei NYSu (in piazza Libertà),
giovedì 26 l’esibizione dei combos night
(sempre in piazza Libertà).
Si conclude questo fine settimana
Azioni Inclementi, il festival scledense dedicato al teatro e alla letteratura che quest’anno ha scelto come
personaggio chiave lo scrivano Barleby, creato dalla penna del grande
Herman Melville. Sabato, alla fabbrica Alta, la serata sarà aperta da una
conversazione con Adone Brandalise
sulle mille interpretazioni del racconto
di Melville (ore 20,30), a cui faranno
seguito lo spettacolo “Misterioso concerto Trio” diretto da Cesare Ronconi e
una carrellata di film d’autore. Domenica 22 si replica con un incontro con
lo scrittore Erri De Luca che parlerà
del libro dell’esodo e con lo spettacolo
teatrale Bahamut, con Antonio Razza
e Flavia Mastrella. (Ingresso con tessera AtoZ,10 euro, valida per tutte le
giornate del festival. Ragazzi fino ai 14
anni: ingresso libero).
Teatro
Ad Isola Vicentina l’Anonima
Magnagati presenta il suo ulti-
mo spettacolo, “Sessibon - Il sesso
spiegato agli ignoranti”; un’esilarante carrellata di gag e canzoni sul
variegato mondo del sesso, dalla
ricerca del fantomatico punto G
all’indolenza dello spermatozoo
veneto, dai poco graditi record di
velocità ai pericolosi virus che si
possono incontrare sulla rete (ingresso 12 Euro).
31
21 LUGLIO 2007
tempo libero
Popcorn. Nel-
l’Ordine della Fenice, la regia mal interpreta il romanzo originale.
Harry Potter, un maghetto con la bacchetta spenta
DI GIULIANO CORÀ
Ecco la quinta
puntata, ma bisogna dire che ci
si è arrivati con
grande affanno.
Anzi, secondo
noi questo è il
peggiore dei cinque. Per varie
ragioni. Primo: la sceneggiatura.
Certo non era facile ricavarne una
‘leggibile’ da un romanzo già di suo
pletorico e complicato (anch’esso
non uno dei migliori della serie),
ma l’impressione è che proprio sia
mancata la buona volontà, ed anche
parecchio mestiere. Il metodo è stato quello di procedere a gran colpi
di mannaia, amputando senza pietà
ampie parti del libro. Forse era
necessario, come abbiamo detto, ma il risultato è una storia fragile,
barcollante e slegata dal
‘contesto’: s’intende quello formato dagli altri film,
perché qui è di cinema che
stiamo parlando, e non è obbligatorio aver letto i romanzi prima di entrare in sala. Per
rimediare, sono state inserite battute e situazioni che praticamente costituiscono una specie di ipertesto
per chi già conosce il libro, ma che
risultano completamente ‘illeggibili’ per chi invece non l’abbia letto.
Per esempio: che ‘senso’ hanno i
borbottii dell’elfo domestico
in casa di Sirius? Chi è Luna
Lovegood, e che significa la
battuta che Ermione pronuncia su di lei? Da dove
salta fuori il fratello di Hagrid? Eccetera. Secondo:
la regia. Non si sa quali
meriti abbia avuto questo David Yates, illustre
sconosciuto, per aver avuto l’incarico. Il film è fondamentalmente
‘spento’: procede meccanicamente di avventura in avventura, ma
senza quel senso del magico e del
mistero che animava gli altri.
Anche gli interpreti, sembrano
fare il loro lavoro professionalmente ma senza entusiasmo.
Infine gli effetti
speciali: davvero
modesti in rapporto a quel che
si è visto prima,
Herry ed Ermione “opachi” nel film meno convincente della serie
e il volo con le
perché, per noi fan, altri appunscope sul Tamigi dà una fortissima
tamenti urgono, davvero epocali:
sensazione di ‘sovrapposto’ che fa
cosa succederà nell’ultimo romanterribilmente anni Cinquanta. Un
zo? Lunga vita ad Harry Potter!
episodio da mettere da parte, anche
Sul comodino. Ritratto di uno degli scrittori più dissacranti della letteratura americana: dall’infanzia tormentata ai reading all’università
Charles Bukowsky, l’anti-mito e l’elogio della libertà
DI
GIOVANNI MAGALOTTI
CharlesBukowski
(1920-1994),
icona indiscussa
della letteratura americana, è
l’autore di “Post
Office”, “Storie
di ordinaria follia”, “Panino al
prosciutto”, “Factotum”, per citare
alcuni fra i suoi volumi più celebri.
Raccolte di racconti, o romanzi,
che ne hanno consacrato la fama di
“scrittore maledetto”. Le sue storie
di degrado sociale, così traboccanti
di alcol e sesso, all’epoca della loro
uscita, sembravano scritte apposta
per scandalizzare i benpensanti. Ma
Bukowski, che pure nella sua vita ha
battuto la strada della provocazione
con insospettabile coerenza (molte
delle sue pagine più forti avevano
una forte componente autobiografica), pensava ad altro: pur senza dichiararlo apertamente, le sue storie
fornivano un ritratto impietoso della
società americana, sempre pronta a
“scaricare” gli ultimi e a dimenticarsi
di loro.
Una conferma di questa tesi viene dal
volume “Charles Bukowski a botta
sicura”, in cui Gerald Locklin, docen-
te di Scrittura creativa a Rochester e
poeta di un certo rilievo negli anni
‘60, definisce Bukowski «un cronista
di fenomeni politici significativi».
Eppure, sebbene non trascuri la sua opera, Locklin si
concentra soprattutto sulla
“persona”, evitando di insistere sugli stereotipi ricorrenti di ubriacone, donnaiolo
e amante delle corse dei cavalli. Rievoca il primo incontro
con Bukowski nel 1970 a Long
Beach, il suo carattere spigoloso
dovuto a un’infanzia tormentata,
il successo dei suoi reading all’università (quando centinaia di studenti
si accalcavano per sentirgli leggere
le sue poesie), l’interesse del cinema per la sua figura, il suo funerale
in cui la commozione si mescolava
a una volontà dissacrante
che non sarebbe dispiaciuta al vecchio Buk.
In conclusione, «è più facile che piova sulla luna
(mi si passi la metafora)
piuttosto che la nostra
società riesca a produrre uno scrittore libero come Bukowski.
[…] La sua libertà lo distingue da
ogni altro scrittore. […] Per tutti coloro che non hanno paura della liber-
Charles Bukowski
tà, comunque, costituisce un mito.
Proprio perché non ha mai cercato
di esserlo».
Gerald Locklin,
Charles Bukowski a botta sicura,
Leconte editore, 192 pp., €10
HANNO DETTO
*nati fino al 1988
“Zanguio è un professionista serio e competente, (...). Mi sembra
sospetta la fretta con cui adesso
lo si vuole mandare a casa. Come
se ci fosse il timore che potesse
aprire qualche armadio di troppo”.
Massimo Calearo
Corriere del Veneto
15 luglio 2007
AAA
ASPIRANTI CAMPIONI
CERCANSI
Il Vicenza Volley invita tutti i ragazzi* appassionati di pallavolo
ad un provino per far parte del vivaio della Palladiogroup.it di serie B1,
allenata da Mario Fangareggi (azzurro dell’Italia di Velasco)
e l’unica in un campionato nazionale a Vicenza
Per informazioni: tel. 0444 922766 email: [email protected]
“Mio fratello è stato ucciso dai
servizi segreti. Da lì è partito l’ordine. Lo hanno fatto saltare in
aria in via D’Amelio quando hanno capito che Paolo era diventato
un pericolo per quella parte dello
Stato che aveva deciso di trattare
con Cosa Nostra. Lui era contrario, per questo l’hanno eliminato”.
Salvatore Borsellino
Il Manifesto
18 luglio 2007
• [email protected] • Tel 0444 923362
“Drogarsi piace. Sinché non si
avrà la voglia di accettare questa
banale verità, la medesima per
cui ci si droga da millenni, verranno meno i presupposti per
invertire l’aumento dei consumi
di stupefacenti. Metterla sempre
su un piano educativo o ideologico serve a poco o niente, non è
possibile che i milioni di italiani
che hanno fumato spinelli (uno
su tre) siano per forza tutti dei
senza famiglia, descolarizzati,
depressi, sfibrati, traviati da redimere”.
Filippo Facci
Il Giornale
13 luglio 2007
Fangareggi, dall’Italia
di Velasco a Vicenza
Palladiogroup.it,
la B1 della passione
Mario Fangareggi ha debuttato con la
Nazionale di Velasco a L’Havana e ha
giocato con i più grandi campioni degli
ultimi anni. Con Il Messaggero Ravenna di
Kiraly, Timmons e Vullo ha vinto uno
scudetto e tre Coppe dei Campioni.
Ora Fangareggi, anche lui giovane (34
anni) ma coach di spessore anche per Mario Fangareggi:
aver avuto grandi allenatori (oltre a l’esperienza della Nazionale
per allenare il Vicenza
Velasco, Bebeto, Prandi, Pupo Dall’Olio,
Menarini, Polidori e Bonitta), ha scelto
Vicenza per allenare la Palladiogroup.it di B1, la squadra maschile di
punta della società, e per coordinare il suo vivaio affidato a Maurizio
Baraldo, tecnico vicentino, e a Claudio Michetti, toscano, già forgiato
nelle giovanili femminili con Peppe Nica.
Espressione al
maschile della
filosofia della
Minetti Infoplus
di A1 femminile,
la
Palladiogroup.it
ha
riportato Vicenza città in una
serie nazionale
(nel 2003-2004 in B2, l’anno successivo in B1). Oggi, oltre alla
squadra, di B1, il Vicenza Volley al maschile conta su una serie D
di giovani e su una prima divisione di giovanissimi e punta
con voi tutti ad avere tutte le squadre under 18, 16 e 14. Con
professionalità e passione.
Il Vicenza Volley crede da sempre nei giovani,
con professionalità e passione.
La stessa che hai tu.
informazioni: [email protected] • www.vicenzavolley.it • tel. 0444 922766 • fax 0444 926780