N° 22 Domenica 8

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N° 22 Domenica 8
A PAG. 3
Catania - anno XXX - n. 22 - 8 giugno 2014 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it
“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881
settimanale regionale di attualità
XII CONVEGNO
LITURGICO
INTERNAZIONALE
“In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente”
Pentecoste di pace. I frutti del viaggio di Papa Francesco in Terra Santa
Le tre “P”: Poveri, Pace,
Perdono
CONFERENZA
SULLA
SINDONE
Foto L’Osservatore
Romano
(www.photo.va) / SIR
A
l termine della celebrazione di domenica 25
maggio a Betlemme,
Papa Francesco, durante
il suo primo viaggio in Terra Santa,
nel ricordo del primo incontro ecumenico di Papa Paolo VI con il
Patriarca Athenagora nel 1964, in un
fuori programma che ha stupito il
mondo, ha detto: «In questo luogo,
dove è nato il principe della pace,
desidero rivolgere un invito a lei,
signor presidente Mahmoud Abbas,
e al signor presidente Shimon Peres,
ad elevare insieme con me un’intensa preghiera invocando da Dio il
dono della pace. Offro la mia casa in
Vaticano per ospitare questo incontro».
Non un summit alla ricerca di nuove
mediazioni o “road map” per uscire
dalla crisi israeliana-palestinese, ma
semplicemente un momento di preghiera, da realizzarsi prima dell’imminente scadenza del mandato presidenziale di Peres. Ed ecco che è stata fissata la data dell’8 giugno, solennità di Pentecoste, per il momento di
preghiera e l’incontro in Vaticano tra
il presidente israeliano Shimon Peres
e quello palestinese, Mahmoud
Abbas.
Sarà un evento dello Spirito, che proprio nel giorno di Pentecoste, soffia
buoni propositi e messaggi di Pace.
Il mondo intero attende da questo
evento una nuova luce, un raggio di
speranza che ha
come promotrice
la Chiesa, custode
del messaggio di
pace che Gesù ha
portato in terra
agli uomini di
buona volontà.
«Ci riuniremo a
pregare, soltanto,
e poi ognuno torna a casa», ha
detto Papa Francesco ai giornalisti: «Io credo che
la preghiera sia
importante e pregare insieme senza fare discussioni
di altro tipo, questo aiuta. Sarà un
incontro di preghiera: ci sarà un
rabbino, ci sarà
un islamico e ci
sarò io».
Una
preghiera
ecumenica e pentecostale per invocare la pace in
quella terra benedetta e si auspica
che questo evento
produca un’onda
benefica di pace
in tutto il mondo.
Come già nella
giornata di digiuno
e di preghiera per
la Pace lo scorso 7
settembre 2013,
Papa Bergoglio
che ha scelto il
nome di Francesco, perché modello di povertà, araldo della pace,
custode e cantore
del creato, apre le
porte della Chiesa
di Roma, per scrivere una pagina
storica d’incontro
e preghiera per il
dono della pace.
Questo
nostro
mondo, ebbe a dire
il Papa il 7 ottobre,
nel cuore e nella
mente di Dio è la
“casa dell’armonia e della pace”
ed è il luogo in cui
tutti possono trovare il proprio
posto e sentirsi “a
casa”, perché è
“cosa buona”. La
bontà della pace è
espressa in tutti i
Giuseppe Adernò
(segue a pag. 2)
a pagina 5
VELO
di SANT’AGATA
a VILLABATE
a pagina 8
DON RENZO
BONETTI
AL PIME
I lavoratori dei Call-center in piazza contro la delocalizzazione
La crisi stacca i telefoni
a crisi non risparmia nessuno. Neppure i lavoratori dei Call-center. La
cosiddetta generazione mille euro ha incrociato le
braccia per un giorno e staccato i telefoni. In cinquemila hanno scelto di darsi appuntamento a
Roma per il il “No delocalizzazione day”, corteo
pacifico di protesta. Anche la Sicilia ha fatto sentire la propria voce. Da Catania sono partiti in 600,
da una delle provincie italiane che vanta il maggior numero di lavoratori, all’incirca 9000 addetti.
Chi non è partito, però, ha scelto di condividere la
protesta davanti ai cancelli dei call-center. A
Misterbianco, di fronte la sede di Almaviva, una
delle più grandi aziende italiane, in molti hanno
partecipato alla protesta nazionale contro i con-
L
tratti di solidarietà, con una riduzione oraria
del 35%. Primo passo verso una totale delocalizzazione delle commesse.
Uno dei comparti che negli ultimi anni ha
assicurato migliaia di posti di lavoro rischia
cosi di capitolare sotto i colpi delle recente
congiuntura economica. Da semplice lavoro
occasionale, da svolgere part-time durante
gli studi universitari, o mordi e fuggi per racimolare qualche euro,
quello dell’addetto call-center,
negli anni si è trasformato in un vero proprio lavoro. Adesso rischiano di restare a
casa anche madri e padri di famiglie: si
stima che in Italia siano 80 mila secondo i
numeri ufficiali. Il 60 per cento di chi
lavora in un call-center è laureato, con un
contratto base che prevede un minimo di
4,8 euro lordi ogni ora. Un dato che però
potrebbe essere di gran lunga maggiore,
considerando il numero di lavoratori che
sfugge al fisco e all’estrema precarizzazione delle condizioni di lavoro. Senza
dimenticare che buona parte di questo
lavoro si basa sulle provvigioni dei servizi venduti E se non si superano determi-
nate soglie si rischia addirittura di lavorare gratis.
Come purtroppo accade. Non è più dunque l’isola
felice di qualche anno fa. Nel 2007 furono siglati
27 mila contratti a tempo indeterminato ma adesso gli stessi contratti rischiano di diventare carta
Filippo Cannizzo
(segue a pagina 2)
a pagina 12
2
Prospettive - 8 giugno 2014
sommario al n. 22
PRIMO PIANO
Indietro nel tempo
intervistando
Costanza Bruno ___________3
Bioetica: Attenti
alle menzogne mediatiche! __5
INFORMADIOCESI
Notizie in breve ___________6
Benefattori dell’OVS_______6
DIOCESI
Bambini in città 2014:
l’iniziativa di Talità Kum ___7
Kiwanis Catania
Est SIDRA premiazione
Ecogioco ________________9
Omaggio a Pippo Fava
in scena al teatro
“Musco” di Catania_______11
A Catania
Alessandro Cannavò
e il piccolo Mattia ________12
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Questo numero è stato chiuso
alle ore 13.00 di mercoledì 14 maggio 2014
A Napoli denunciati 82 genitori: tenevano i figli a casa
Le ragioni della dispersione
ncora dispersione scolastica. Vale la pena
continuare a parlarne, sia perché si
tratta di una “piaga” molto reale della scuola e della società italiana, da
conoscere il più possibile, sia perché
non ci si può rassegnare al fatto che
tanti bambini, ragazzi e ragazze, già
a cominciare dalle medie inferiori,
perdano quell’opportunità straordinaria di crescita che, con pur tutte le
sue magagne, è la scuola.
Questa volta il punto di partenza è
una notizia che viene da Napoli,
dove nel corso dell’anno scolastico
che sta per terminare, i carabinieri
hanno denunciato 82 genitori per
inosservanza degli obblighi d’istruzione per i figli, in tutto 50 minori.
Chi conosce la storia della scuola nel
nostro Paese ben sa che uno dei problemi principali del sistema di istruzione dell’Italia unita fu da subito
quello di raccogliere i bambini nelle
aule. Bambini che non di rado andavano a lavorare nei campi piuttosto
che andare a scuola, restando questa
un’opportunità per pochi.
Oggi il problema non è più quello di
un tempo, ma una notizia come quella di Napoli fa drizzare le orecchie. I
militari dell’Arma, poi, non solo
hanno provveduto alle denunce e alle
segnalazioni dei singoli casi di
abbandono scolastico, ma hanno
anche cercato di approfondire, di
volta in volta, le diverse situazioni
accertate. Così, nella maggior parte
dei casi, soprattutto di quelli che
riguardavano le scuole medie inferiori, sono venute a galla condizioni
di disagio familiare dipendenti dalle
circostanze più variegate e difficili. I
genitori denunciati per non aver
mandato i figli a scuola sono persone
giovani, con un’età media tra i 30 ed
i 40 anni. Molti di loro, circa la metà,
hanno precedenti penali, hanno lavori precari, sono operai, ambulanti,
muratori, disoccupati, casalinghe,
A
(continua da pag. 1)
LE TRE “P”...
simboli che la descrivono dalla bianca colomba, al ramoscello di ulivo,
all’intreccio delle mani che segnano
un incontro tra persone, al telescopio
spaziale che manda raggi d’amore
sulla terra, all’arcobaleno dei colori
che s’intrecciano in una suggestiva e
rasserenante armonia.
Il diluvio che tutto distrugge tende a
cessare ed un nuovo orizzonte di
speranza si apre nell’immenso cielo,
(continua da pag. 1)
LA CRISI...
straccia. “La crisi e la competizione
tra le imprese ha determinato – si
legge in un dossier pubblicato dai
rappresentati sindacali di settore una profonda trasformazione del settore: gare al massimo ribasso, rivisitazioni in calo delle tariffe dell’appalto, cambi di appalto continui
determinano una spinta al ribasso
delle condizioni di lavoro, al ricorso
massiccio agli ammortizzatori sociali e a delocalizzare parte di attività
verso Paesi in cui il costo del lavoro
risulta significativamente più basso”.
Basta pensare che in Albania già
lavorano quasi 10mila persone per
call-center italiani. In Italia, va
segnalata la presenza di un vuoto
collaboratrici domestiche, operaie. E
normalmente, a loro volta, una bassa
scolarizzazione. Richiesti di spiegazione sul fatto che i loro figli non
andavano a scuola, alcuni di loro
hanno risposto, semplicemente,
di ritenerlo “non utile”, e di
essersi limitati ad assecondare la
volontà dei ragazzi che, appunto,
a scuola non volevano andare.
Aiuta a capire meglio la situazione la relazione di un dirigente scolastico napoletano, Paolo
Battimiello, preside del Comprensivo Virgilio quattro di
Scampia in una audizione alla
Camera, alla commissione Cultura della Camera dei deputati.
Ha parlato di “completa disaffezione alla scuola” in alcuni quartieri. Ha riferito di situazioni estremamente degradate, di disoccupazione e miseria, di genitori in galera,
con i bambini, le “vere vittime”,
costretti a stare a casa per accudire i
più piccoli. Un affresco inquietante,
in una grande città italiana.
Inquietante a maggior ragione se si
pensa, ad esempio, al recentissimo
richiamo del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco sull’Italia
che prova ad uscire dalla crisi. Nodo
cruciale, per il governatore, è proprio
la scuola, il sistema di istruzione che
però è “inadeguato”. Come dire: serve “più scuola” e fatta bene. In altre
parole - è ancora Visco - occorre
investire di più e con convinzione
sull’istruzione, con riforme che danno risultati nel tempo. Certo, bisogna
prima che a scuola riescano ad
andarci tutti.
A.C.
Verbum Domini XIV Settimana Biblica 7-10 luglio 2014
L’universale vocazione alla santità di
cui parla la Costituzione dogmatica
sulla Chiesa (LG 40) ci ricorda che
«tutti coloro che credono nel Cristo
di qualsiasi stato o rango, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana
e alla perfezione della carità», perché sanno che tale santità «promuove nella stessa società terrena un
tenore di vita più umano».
La nostra santificazione, voluta da
Dio (1Ts 4,3; cf. Ef 1,4), è un’opera
dello Spirito e non un’impresa della
carne. Si manifesta nei molteplici
frutti della grazia che lo Spirito produce in ogni discepolo, dirigendo i
nostri cuori verso quei fratelli che
con il loro esempio testimoniano che
è possibile compiere in ogni tempo il
disegno di Dio, imitando il Figlio.
Il Centro Biblico Diocesano Verbum
Domini, offre una Settimana biblica
per approfondire il legame sponsale
che lega la vita di santità alla Parola
di Dio, seguendo in particolare la
parabola esemplare di Teresa di
Lisieux per avere una conoscenza
adeguata e proponibile alle giovani
generazioni.
Gli incontri, secondo un collaudato
cammino di studio e di preghiera,
sono coordinati da don Giuseppe
Bellia, direttore del Centro biblico
diocesano, da fr François-Marie
Léthel, ocd, docente di Teologia
dogmatica e di Teologia spirituale al
Teresianum di Roma, e da don Paolo
Fichera, pedagogo e docente di Sto-
ria della filosofia contemporanea al
San Tommaso di Messina. L’iniziativa è diretta a presbiteri, diaconi, religiosi, catechisti, insegnanti di religione e a quanti, attratti dall’amore
di Cristo e dal suo Vangelo, hanno il
desiderio di crescere nella vita di
santità. Gli incontri iniziano lunedì 7
luglio (ore 15,30) e si concluderanno giovedì 10 luglio (ore 12,30).
Si svolgeranno presso la Casa Generalizia delle Suore Domenicane del
Sacro Cuore di Gesù, in Via S. Nullo
46, sulla circonvallazione di Catania
(direzione Ovest). Sono disponibili
50 camere. Il costo della pensione è
di 38 €. in doppia e di 43 €. per la singola. Il costo dei singoli pasti è di 13
€. L’iscrizione rimane invariata (€.
20). La richiesta dovrà pervenire in
tempo utile al diacono Giuseppe Gangemi, segretario del Verbum Domini,
preferibilmente all’indirizzo di posta
elettronica: [email protected].
Si può anche telefonare al
340.2618916 oppure al 095.968256.
®
annunciando la pace.
La pace annunciata da Papa Giovanni XXIII, nell’enciclica “Pacem in
terris”, il grido di Paolo VI alle
Nazioni Unite il 4 ottobre 1965
ritorna ancora forte e deciso: “Non
più gli uni contro gli altri, non più,
mai! non più la guerra, non più la
guerra!» Le azioni di pace condotte
da San Giovanni Paolo II, che hanno provocato la caduta del muro di
Berlino, la catechesi di Benedetto
XVI, ricca di forti messaggi sulla
teologia della pace, costituiscono
piccoli ma decisivi passi nel sentiero della pace, che non è mai “disgiunta dai doveri della giustizia, ma
alimentata dal sacrificio proprio,
dalla clemenza, dalla misericordia,
dalla carità» come si legge nel
Messaggio per la Giornata Mondiale della pace 1976: La vera pace,
dono di Gesù Risorto: “Pace a voi”,
scaturisce dal perdono e impegna
tutti i cristiani ad essere operatori di
pace, segni di riconciliazione e di
dialogo, protagonisti attivi della
cultura dell’incontro e della comu-
legislativo in cui le aziende possono
licenziare e riassumere il lavoratore
senza precisi vincoli. Cosi ha spigato
Michele Azzola, segretario nazionale
dell’organizzazione sindacale SlcCgil: “C’è una delocalizzazione selvaggia a vantaggio esclusivo delle
aziende e a carico delle casse dello
Stato. L’Italia infatti, spende una prima volta quando gli operatori vengono licenziati e aiutati grazie agli
ammortizzatori sociali. Spende poi
una seconda volta quando prevede
incentivi per nuove assunzioni che in
realtà non sono nuove per nulla”.
Degli effetti della delocalizzazione
selvaggia ne è consapevole Marco
Tripi, presidente di Almaviva Contact: “Gli effetti delle delocalizzazioni sono brutali, ormai circa il 20 per
cento dei volumi di tutto il mercato
sono stati trasferiti all’Estero e questo crea anche gravi conseguenze
sulle tariffe. Quelle praticate in Albania, per esempio, sono un quarto di
quelle applicate nel nostro Paese e
questo sta letteralmente uccidendo il
mercato italiano. Il confronto tra i
due mercati, infatti, non permette di
reggere la concorrenza perché
saremmo obbligati ad applicare tariffe che sono ben inferiori al costo del
lavoro in Italia senza tenere conto
della totale mancanza di regole contrattuali applicate nei paesi fuori dalla Comunità Europea”. Parole che
hanno fatto chiarezza su una nuova
emergenza lavorativa. Spetta adesso
al Governo mediare tra le parti.
®
nione nella carità e nel farsi prossimo agli altri.
Pace, perdono, poveri, sono le tre
“p” che Papa Francesco declina tutti i giorni del suo ancor breve pontificato ed ha già segnato un solco
profondo nella storia della Chiesa.
Nell’azione pastorale l’immanenza
nel concreto della storia spesso prevale, ma il nuovo umanesimo non
può prescindere dalla trascendenza
che guida i passi terreni verso la
luce degli ideali.
Non è sufficiente un abbraccio di
pace o la firma di un trattato per
cambiare il percorso della storia,
occorre un cambiamento di stile e di
azione, capace di mettere al primo
posto l’essenziale.
La nuova pentecoste, annunciata e
attesa come rinascita della Chiesa,
insieme ai sette doni dello Spirito
Santo porta il dono della pace,
espressione e sintesi di sapienza,
intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio, doni e virtù che guidano l’animo umano verso
i sentieri del divino.
La dignità dell’uomo, il riconoscimento dei diritti di ciascuno come
singolo e come popolo, costituiscono
il fondamento per costruire la pace,
ed insieme mettere a dimora semi di
educazione alla pace e di formazione
del cristiano, operatore di pace.
®
Per i santi è tutto il mio amore
(Sal 16,3)
Parola e santità:
un rapporto sponsale
3
Prospettive - 8 giugno 2014
Bose, 29-31 maggio 2014: XII Convegno Liturgico Internazionale
Liturgia e cosmo fondamenti
cosmologici dell’architettura
liturgica
a giovedì 29 a sabato
31 maggio 2014 si è
tenuto presso il Monastero di Bose il
XII Convegno Liturgico Internazionale, organizzato sin dalla sua prima
edizione insieme all’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Il Convegno era consacrato al
tema: Liturgia e cosmo. Fondamenti
cosmologici dell’architettura liturgica. Il rapporto tra l’edificio-chiesa e
la creazione, infatti, non può limitarsi alla pur decisiva problematica dell’ecosostenibilità, ma domanda al
tempo stesso un approfondimento
delle ragioni teologiche e antropologiche. Il Convegno Liturgico Internazionale di Bose è ormai un appuntamento annuale nel quale studiosi
ed esperti internazionali si confrontano su temi relativi al rapporto tra
liturgia, architettura e arte, offrendo
al vasto pubblico presente, composto
da teologi, liturgisti, architetti, artisti, responsabili di Uffici diocesani
di liturgia, dei Beni Culturali Ecclesiastici, dell’edilizia per il culto,
docenti, e interessati al tema specifico, un luogo nel quale convergere
per una riflessione comune, animata
D
dalla volontà di riconoscere
appieno il valore dello spazio
liturgico e dell’arte cristiana.
Ritrovare la dimensione
cosmica della fede cristiana
appare urgente e per fare questo occorre vedere con chiarezza gli effetti quantomeno
problematici della riduzione
antropologica del messaggio
cristiano operato dal cristianesimo occidentale. Una riduzione antropologica che è
giunta a segnare in profondità
anche la comprensione teoretica della liturgia e la sua stessa esperienza e, pertanto, non
ha risparmiato neppure l’architettura liturgica anch’essa sostanzialmente antropocentrica.
La millenaria tradizione liturgica
mostra chiaramente che la fede creduta e celebrata nella Chiesa è attraversata da un legame inestricabile
che unisce Dio, l’uomo e il cosmo:
«Il circolo cosmico e quello storico
rimangono in definitiva, malgrado la
loro differenza, l’unico circolo dell’essere: la liturgia storica del Cristianesimo è e rimane cosmica, e
solo così essa sussiste in tutta la sua
grandezza» (J. Ratzinger). La cura
del creato e la cura delle comunità
sono dunque poste di fronte a una
duplice sfida: rendere l’architettura
per il culto non solo sobria, sostenibile e rispettosa dell’ambiente e del
paesaggio, ma significante in un
orizzonte di senso in cui l’estetica
liturgica sappia arricchirsi con una
ritrovata estetica cosmica.
La prima relazione della mattinata di
giovedì 29 maggio era affidata al
prof. Duccio Demetrio, docente
presso l’Università degli
Studi di Milano Bicocca,
che ha presentato la “fede
civile”, ossia l’orizzonte
comune circa la cura del
mondo. Nel pomeriggio il
Prof. David Banon, noto
ebraista docente presso il
Département des études
hébraïques et juives de
l’Université de Strasbourg, ha offerto una
riflessione biblica sul
tema del costruire per Dio
e per l’uomo, mentre il
Prof. Yves-Marie Blanchard, docente emerito di
esegesi neotestamentaria
dell’Institut Catholique
de Paris, ha tratteggiato
gli elementi di una cristologia cosmologica. La
mattinata di venerdì 30
maggio si è aperta con la relazione
del prof. François Cassingena-Trévedy osb, docente presso l’Institut
Supérieur de Liturgie di Parigi, che
ha affrontato il rapporto tra liturgia e
cosmo. Il Prof. François Boespflug,
storico dell’arte, docente presso la
Faculté de Théologie Catholique
dell’Università di Strasbourgo, ha
ripercorcorso la storia e i significati
della figura del Pantocratore. Nella
seduta pomeridiana il Prof. Salvatore Settis, noto storico dell’arte, ha
l’intervista
Indietro nel tempo intervistando Costanza Bruno
Soccorrere, aiutare e confortare senza sosta
na giornata piena di
emozioni e di contenuti storici è stata trascorsa a Catania
dalla sottoscritta insieme all’Istituto
Comprensivo Statale di Gioiosa
Marea, Plesso di Gliaca di Piraino
(ME). Al mattino, il laboratorio di
storia della Sicilia al palazzo del
Toscano sul tema” La città fenice…I
personaggi che hanno ricostruito
Catania dopo il terremoto del 1693”,
per sentire e conoscere la forza di
rinascita dalle macerie che è insita
nella città etnea, poi un’escursione
alla Casa Museo Verga per cogliere
lo spirito letterario e gli umori del
genio che ha incarnato l’impersonalità dell’arte e infine una tranche di
vita, vicina cronologicamente al
nostro tempo, con la visita al Museo
dello Sbarco del 1943.
In una superfice di 3000 mq, su tre
elevazioni in un’area del complesso
storico architettonico “le Ciminiere”, un patrimonio che documenta
una vicenda storica, trasmessa in
chiave emozionale. Suoni, immagini, oggetti in movimento, fedeli ricostruzioni di ambienti legati a quel
periodo bellico che va dal 10 luglio
all’8 settembre del 1943, una vera
pagina di storia umana che diventa
U
animazione attraverso reperti e rifacimenti ispirati al criterio della verosimiglianza, quando addirittura gli
oggetti non sono altro che originali,
frutto di donazione di appassionati
collezionisti. Ed è stato lì, tra quegli
ambienti che rievocano alla memoria
lo sbarco anglo-americano del 1943
che incontrai colei che visse in uno
spirito di abnegazione di se stessa
donando la vita per gli altri nel puro
esempio dell’amore: la crocerossina
siracusana Costanza Bruno, uccisa
dai bombardamenti del luglio 1943.
Avanzava verso la mia persona, con
passo lieve, sembrava quasi che il
suo piccolo piede non venisse offeso
dalla terra. Non dimenticherò mai il
suo volto, il suo sguardo serafico,
rassicurante, indicibilmente bello,
una sensualità celeste, come se non
fosse mai stato sfiorato dalle passioni terrene.
Mi sfiora il viso e mi sussurra con
candida voce: <<Vuoi che ti racconti la mia storia legata a questo tristissimo periodo di catastrofe generata
solo dall’odio umano?>>.
Vestiva con dignità la divisa delle
crocerossine, e il suo modo di parlare era confortante, come un abbraccio materno.
Certo, la prego, mi parli, mi racconti
la sua vicenda.
<<Il mio nome è Costanza, nata dal
generale Francesco Bruno e dalla
baronessina Concettina Salomone.
Giovanissima frequentai i corsi di
infermiera volontaria e subito prestai
opera negli ospedali di Siracusa, la
mia città, Palermo e poi Catania.
Erano gli anni in cui la guerra bussava al destino degli italiani e così,
avendo nel cuore la missione del
soccorso, chiesi e ottenni il permesso di recarmi sui campi di battaglia
per espletare il mio compito umani-
tario nelle corsie: Quante volte cercai gli ammalati e i feriti più gravi e
meno assistiti, e soprattutto quelli
non confortati da affetti intimi o
prossimi alla morte, per alleviare
loro il dolore…
Mio padre, generale sagace e uomo
d’esperienza, entrò in conflitto con
lo Stato Maggiore, perché annunciò,
di fronte all’imminente e ultra potente sbarco anglo-americano, il nostro
inutile spargimento di sangue causa
la penuria dei mezzi italiani.
Non venne ascoltato, ergo diede le
sue dimissioni. Fu il precipitare degli
eventi bellici che indusse me e la mia
famiglia a riparare nell’interno dell’isola, a Nicosia, dove avevamo il
nostro palazzo. Ma il centro della
Sicilia divenne il luogo campale della battaglia: a Nicosia affluivano vittime di guerra e feriti, cosicché mi
arruolai nel piccolo ospedale del
paese dove c’erano scarse strutture e
lì operava un medico solo assistito
da una sola infermiera e da alcune
volontarie. Lavoravamo dall’alba
fino a tarda sera, mai stanche di soccorrere, aiutare, confortare>>.
Mi perdoni, ma cosa accadde nel
luglio del 1943 alla sua persona?
(segue a pagina 4)
indicato i criteri per una corretta
distinzione tra cosmo, natura,
ambiente e paesaggio. A seguire,
l’architetto Muck Petzet di Monaco
ha riflettuto sull’uso dei materiali
naturali nell’architettura e il loro
rapporto con il cosmo. All’architetto
Mario Cuccinella invece è stato affidato il compito di elaborare una poetica della sostenibilità. La mattinata
conclusiva è stata aperta dal prof.
Luigi Fusco Girard, docente presso
il Dipartimento di architettura dell’Università di Napoli, il quale ha
presentato una panoramica europea
circa il rapporto tra chiese e sostenibilità. La tavola rotonda conclusiva
ha dibattuto i contenuti emersi dal
convegno e aperto ulteriori piste di
riflessione.
Così, parlare di «Liturgia e cosmo»
significa affrontare la grande questione dell’equilibrio tra natura e
grazia, la corretta comprensione dell’autonomia del temporale e la netta
distinzione tra il significato del sacro
e del profano, che è proprio del mondo della fenomenologia delle religioni, e la comprensione sacramentale
del sacro, che scaturisce dalla rivelazione del Nuovo Testamento. I
nostri spazi sacri non sono in disputa con il «profano», ma diventano
invece quei segni efficaci che rivelano la verità ultima della creazione
verso il suo definitivo compimento
all’interno del piano divino. Lo spazio liturgico troverà non solo la sua
propria funzionalità pratica riguardo
ai «Rituali Cristiani», ma potrà realmente rappresentare lo stimolo
necessario al dinamismo sacramentale che sta alla base ed è anche
principio di efficacia dell’impegno
sociale ed ambientale dei cristiani.
La Chiesa, dai suoi luoghi di celebrazione, proclama Cristo e il suo
Mistero Pasquale come il fondamento di una nuova armonia sociale
e cosmica. Ogni chiesa, quindi, sotto questa prospettiva, ha una sua
propria vocazione urbanistica ed
ecologica.
Purtroppo sarà possibile approfondire la straordinaria ricchezza dei
contenuti delle relazioni di questo
Convegno, solo leggendo gli atti che
verranno pubblicati il prossimo
anno. Intanto sono però disponibili i
volumi relativi agli atti di tutti i precedenti convegni: una fonte copiosissima da cui attingere, sia le direttive Conciliari sull’Adeguamento
liturgico delle nostre chiese insieme
a quelle relative alla costruzione dei
nuovi edifici di culto, sia la conoscenza del lungo percorso di maturazione in questi ambiti che ha già
fatto la Chiesa italiana. Un cammino
caratterizzato da molte tappe già
raggiunte, ma anche da numerose
altre che attendono ancora approfondimento e coraggiosa sperimentazione.
a cura dell’Ufficio diocesano
per i Beni culturali
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Prospettive - 8 giugno 2014
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Prospettive - 8 giugno 2014
IN PREIMOPIANO
Studio Teologico S. Paolo
Servizio di bioetica “Dott. Angelo Cafaro”
Attenti alle menzogne mediatiche!
’informazione mediatica possiede delle caratteristiche peculiari che vedono nella
velocità di divulgazione uno dei
maggiori successi del progresso tecnologico. Oggi le informazioni viaggiano in tempo reale, comprese quelle che riguardano l’ambito biomedico. Soprattutto per questa categoria
di notizie l’impatto emotivo ha una
rilevanza maggiore. Un aborto, l’annuncio di una violenza, la morte di
una persona non possono lasciare
indifferenti. Purtroppo ci stiamo abituando anche alle brutte notizie,
creando in noi una forma strana di
disinteresse.
Rispetto al passato, la differenza
attuale sta nell’estensione dei destinatari dei messaggi e nella velocità
di propagazione degli stessi, fattori
questi che producono, mediante
l’amplificazione rapidissima, prese
di posizione emotive a livello dell’opinione pubblica e, spesso, anche
decisioni altrettanto emotive di Stati
e organismi internazionali.
Siamo coscienti che oggi gli scimpanzé e i gorilla hanno più diritti
degli esseri umani. L’Unione Euro-
L
pea vieta l’uso delle scimmie antropomorfe per la ricerca biomedica ma
non si fa problemi nel permettere la
distruzione degli embrioni umani.
In virtù di una non corretta informazione, secondo la quale l’uso delle
cellule staminali embrionali è indispensabile per la ricerca scientifica e
l’ottenimento di nuove conoscenze
in riferimento all’applicabilità terapeutica, si crede che questo sia l’unico modo corretto di fare ricerca con
le cellule staminali.
Il 28 maggio 2014, la Commissione
Europea ha deciso di bocciare l’iniziativa “Uno di noi”. Si tratta di un
modo nuovo di partecipare alla vita
politica europea (http://www.oneofus.eu), in particolare si è sensibilizzata l’opinione pubblica a sostegno
dei diritti e della protezione dell’embrione umano. Richiesta, comunque,
bocciata, ignorando quasi due milioni di firme dei cittadini europei.
Eppure i trattati internazionali (Trattato di Lisbona) conferiscono ad
ogni cittadino il diritto di partecipare
alla vita democratica dell’Unione e
precisa che le decisioni sono prese
nella maniera il più possibile aperta e
vicina ai cittadini. In tal modo la
cosiddetta democrazia partecipativa
dovrebbe essere parte integrante del
modello europeo di società ed, inve-
ce, sembra che il parere dei cittadini
non valga nulla quando entrano in
gioco alti interessi economici. Per
alcuni l’uso industriale di embrioni
umani è un bene per l’industria biotecnologica; l’aborto e il controllo
della popolazione nei paesi
poveri rappresentano un
bene per i consumi elettrici
e per l’economia. Non bisogna troppo riflettere per
dedurre che tutto ciò è animato non da principi etici
ma unicamente da criteri
economici.
Sembrerebbe che l’Unione
Europea voglia imporre la
sua morale, non curante di
una secolare tradizione cristiana che ha posto le basi
culturali ed etiche di tutta
l’Europa. La velocità di
informazioni esaltanti, o
preoccupanti, e la loro diffusione al vasto pubblico con
strumenti non asettici,
inquinati da componenti
ideologiche oltreché da interessi economici, provoca
decisioni affrettate ed incongrue. Con il risultato che molti di
coloro che si sono formati un pregiu-
Conferenza sulla Sindone al Rotary di Regalbuto
egalbuto – “Il mistero
della Sindone tra storia e scienza” è il tema tenuto dal
prof. Angelo Consolo, Sottodelegato
del Centro Internazionale di
Sindonologia di Torino, nella
sala Paolo VI adiacente la parrocchia San Rocco, organizzata dal Rotary Club, Distretto
2110 Sicilia-Malta, venerdì 30
maggio 2014.
In ambito storico la mancanza
di documentazione sul passaggio della Sindone in Francia ha
costretto i vari ricercatori a formulare delle ipotesi.
Ed ecco la risposta dello studioso Consolo.
<<Nel 1204 il telo sindonico
trafugato a Costantinopoli venne portato ad Atene e l’anno
seguente fu trasferito in Sicilia,
prima di raggiungere la Francia. A motivo del polline di
pistacchio di Bronte rinvenuto
sul telo nel 1973 dal criminologo svizzero Max Frei, voglio
ipotizzare una peregrinazione
geografica della Sindone con
una sosta in Sicilia, a Bronte. Sappiamo che Frei tra la polvere osservò
dei granuli di pollini e riuscì a individuare 57 specie di piante e tra queste il polline di pistacchio di Bronte.
È noto che dal polline si può risalire
alla specie della pianta e perfino al
loro habitat. Il polline conferma la
peregrinazione geografica. Per la
logica dell’itinerario del sacro lino
nel periodo medievale La Sottodelegazione di Catania ha modificato
l’antica mappa storica.
Ora, nell’ipotesi che la Sindone sia
stata portata a Bronte: l’aria inquinata di una zona vulcanica come l’Etna
avrebbe falsato la datazione col C14
che è un isotopo radioattivo del carbonio.
Mi spiego meglio: la maggior parte
della storia del lino è sconosciuta.
Nel 1205 la Sindone non fu tenuta
R
Ipotesi di peregrinazione
sotto controllo.
La cassa-contenitore non la proteggeva dalle variazioni di temperatura
e umidità. Nell’interno del contenitore si verifica un ‘effetto serra’ che
degrada il tessuto.
Anche l’aria inquinata di una zona
vulcanica come l’Etna è penetrata
all’interno del reliquario. Inoltre,
l’umidità acida favorisce il degrado
della stoffa.
Sul lenzuolo sono state trovate: a)
polvere solforosa originata dalla
combustione di idrocarburi e b) polvere fluorescente del sapone – saponina; c) la saponina – dicasi saponaria – veniva adoperata nell’antichità
per imbiancare le tele prima che
venissero messe in vendita.
Si può essere sicuri che tutto ciò non
abbia avuto alcun effetto?
Sarebbe curioso analizzare lo scam-
bio di carbonio con l’aria
e con il calore del terreno.
Occorre fare una ricerca
geo-biologica della terra
di Bronte.
Al Congresso Nazionale
di Cagliari, 1990, presente
una mia relazione di fenomenologia, cinque docenti
di fisica dell’Università di
Cagliari hanno affermato
che <<Un campione di
pianta prelevato sotto
vento a un vulcano situato
in una delle isole dell’arcipelago delle Nuove
Ebridi (Oceano Pacifico)
presentò una percentuale
di C14 più bassa di circa
il 50% rispetto a quella di
altri campioni prelevati
lontano dal vulcano>>.
Va sottolineato, con il sindonologo Petrosillo, che
ultimati i controlli, non
restò che prendere atto della situazione e attribuire il fenomeno all’esistenza di una zona in cui la normale
atmosfera veniva depauperata in
modo significativo del C14 per effetto del mescolamento con i gas emessi dal vulcano e provenienti dalle
profondità terrestri prive di C14.
<<Rimane perciò dimostrato che
localmente possono verificarsi situazioni ambientali anomale che si
riflettono in una radiodatazione
errata, non corrispondente cioè
all’età effettiva del campione. Perché
tale discrepanza non abbia a verificarsi, occorre, dunque, che il sito di
origine, oltre che la conservazione
del campione, sia conosciuto con
notevole precisione e attentamente
controllato>> (La datazione della
Sindone, Atti del V Congresso
Naz.,Cagliari, 1990, cit.pp.127-132).
Un fatto analogo può avvenire anche
in un territorio carente o parzialmente carente di C14, per effetto di
mescolamento locale dell’anidride
carbonica di origine vulcanica con
quella normale atmosferica, per es.
quello di Bronte, Randazzo, Nicolosi, Zafferana, perché anch’esso ricco
di emanazione vulcanica.
I risultati confermerebbero ampiamente le previsioni.
dizio e lo hanno trovato utile, sono
spesso riluttanti a cambiare idea e,
soprattutto, a rendere pubblica la
loro eventuale conversione. In passato sono state consumate molte violenze, che oggi ricordiamo con orrore come la schiavitù e la tortura.
Queste sono cessate perché qualcuno
ha avuto il coraggio di opporsi alle
potenze del tempo, che invece avevano interesse affinché tutto rimanesse
esattamente così com’era. La distruzione degli embrioni abbrutisce il
nostro tempo, poiché mette a morte
migliaia di vite umane. Verrà il giorno in cui anche queste azioni verranno ricordate con orrore? Perché questo accada è necessario che chi si
rende conto di ciò che sta avvenendo
si opponga a questo scempio, ognuno secondo le proprie possibilità,
senza paure e senza vergogna di confessare il proprio credo. Occorre portare avanti la cultura della vita, anche
attraverso i mezzi mediatici, facendo
uso di filtri, capaci di rendere le singole azioni degne del valore della
propria condizione umana: il filtro
della ragione e non degli interessi
finanziari, per il bene di tutti e non
solo di alcuni. Non si può parlare di
civiltà della vita senza salvaguardarla sin dalle prime fasi della sua esistenza. Purtroppo sembra che tutto
stia diventando relativo, privo di
serie e definitive differenze. Papa
Francesco nel Messaggio per la 36ª
Giornata Nazionale per la vita (2
febbraio 2014) fa un appello a quella
“cultura dell’incontro” che “è indispensabile per coltivare il valore della vita in tutte le sue fasi: dal concepimento alla nascita, educando e
rigenerando di giorno in giorno,
accompagnando la crescita verso l’età adulta e anziana fino al suo naturale termine, e superare così la cultura dello scarto”.
È forte l’invito a valorizzare la vita
sempre, in qualsiasi momento della
sua esistenza. Nonostante spesso ci
sembra di gridare nel deserto e di
andare controcorrente non dimentichiamo che la vita è un dono da
rispettare e abbiamo il dovere di
dirlo.
Antonino Sapuppo
Servizio di Bioetica,
Studio Teologico S. Paolo
Se desiderate avere chiarimenti su
questioni di bioetica, potete contattarci inviando una vostra richiesta al
seguente indirizzo di posta elettronica: [email protected]
...Intervista ad Angelo Consolo
Come si formò l’impronta sindonica in rapporto al ritrovamento
del lino nel Santo Sepolcro?
<<Essendo la longa manus del
Delegato di Sicilia, Sebastiano
Rodante, devo dire che molti
scienziati hanno tentato di riprodurre l’immagine per contatto:
1. Paul Vignon (1901) fu il primo
a studiare scientificamente la
natura delle impronte. L’esperimento del biologo, la cosiddetta
‘teoria vaporigrafica’, si basa sul
sudore presente sulla cute di Cristo. Egli ottenne impronte somatiche bagnando di sudore (carbonato di ammonio) i volti di cadaveri,
sovrapponendo a essi tele imbevute in soluzione oleosa di aloe;
2. Giovanni Judica Cordiglia
cosparse il volto di un cadavere
con una miscela polverosa di aloe
e mirra e in ambiente umido vi
fece aderire una tela imbevuta di
trementina e olio d’oliva;
2. Ruggero Romanese inzuppò in
soluzione fisiologica alcune tele
con polvere di aloe e mirra e le
sovrappose a volti di cadaveri;
3. Sebastiano Rodante nel 1975
ottenne migliori risultati usando
tele di lino imbevute di aloe e mirra in soluzione acquosa. Utilizzò
un calco di ceramica su cui spruzzò una soluzione composta da 10
parti di sudore e 1 di sangue, e
sovrappose una tela di lino per circa 36 ore.
(segue a pagina 8)
Notizie in breve dal 9 al 15 giugno
6
Prospettive - 8 giugno 2014
L’Arcivescovo
Dall’Agenda dell’Arcivescovo
Lunedì 9
• Ore 9.30 Catania, Liceo Turrisi
Colonna: prende parte alla Presentazione della ONLUS Associazione Culturale “Turrisi
Colonna”.
• Ore 17.30 Arcivescovado, Salone
dei Vescovi: prende parte alla presentazione del volume: “Rapporto
sull’analfabetismo religioso in Italia” a cura di Alberto Melloni.
Martedì 10
• Mascalcia, Mompilieri: prende
parte alla Giornata Mariana
Sacerdotale Regionale.
Mercoledì 11
• Ore 19.00 Biancavilla, parrocchia S. Maria dell’Idria: celebra
la S. Messa e amministra il sacramento della Confermazione.
Giovedì 12
• Ore 9.00 Arcivescovado: udienze.
• Ore 12.00 Arcivescovado: presiede la riunione per la Fondazione Antiusura “Dusmet”.
• Ore 19.00 Tremestieri Etneo,
parrocchia S. Marco: celebra la
S. Messa.
Venerdì 13
• Ore 10.00 Curia, Salone dell’Economato: presiede la riunione
dei Vicari foranei.
Sabato 14
• Ore 18.30 Catania, parrocchia
Nostra Signora di Nazareth: celebra la S. Messa e amministra il
sacramento della Confermazione.
Domenica 15
• Fuori sede.
LUNEDÌ 9 GIUGNO, ore 17,30 in Arcivescovado,
Salone dei Vescovi, verrà presentato il volume “Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia” a cura
di Alberto Melloni, edizioni Il Mulino. Circa il contenuto della pubblicazione, unisco una nota che potrà
motivare e facilitare la nostra partecipazione alla
presentazione.
Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia
Nella nostra prassi pastorale dobbiamo purtroppo
registrare, a volte anche nelle persone che si professano cristiane, una grave carenza d’istruzione religiosa. Lo stesso insegnamento religioso nelle scuole
pubbliche non sembra colmare questo vuoto. È il
pluralismo crescente delle esperienze religiose diverse dal cristianesimo, rende ancora più grave il problema. Sembra quindi opportuno cogliere l’occasione
della recente pubblicazione di un “Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia”, presso la Società
editrice Il Mulino, per iniziare una riflessione che
interessa gli operatori pastorali non meno di quanto
interessi tutti coloro che vogliono comprendere le
dinamiche della nostra società.
II Rapporto raccoglie i contributi di giuristi, teologi,
storici, sociologi ed educatori e sviluppa un’analisi
ad ampio raggio sulle motivazioni che hanno portato
a questa situazione. Senza pretendere di offrire soluzioni facili, il Rapporto coglie anche alcune specifici-
Il Seminario e i suoi benefattori
I superiori e gli alunni del Seminario Arcivescovile dei Chierici di Catania esprimono viva gratitudine e riconoscenza alle Comunità parrocchiali ed ecclesiali della Diocesi per aver celebrato l’annuale Giornata del Seminario 2014
A quest’amministrazione sono già pervenute
(dal 16 marzo al 19 maggio 2014), direttamente
o tramite l’economato della Diocesi, le offerte
dalle parrocchie e chiese:
CATANIA
Basilica Cattedrale
S. Maria dell’Elemosina – Collegiata
B.V.M. in Cielo Assunta alla Plaia
Beato Padre Pio da Pietrelcina
Crocifisso della Buona Morte
Madonna del Divino Amore
Maris Stella
N.S. di Lourdes
S. Cristoforo alle Sciare
S. Euplio Martire
S. Francesco di Paola
S. Gaetano alla Marina
S. Giuseppe al Pigno
S. Leone Vescovo
S. Lucia al Fortino
S. Maria del Carmelo – Canalicchio
S. Maria del Carmelo Barriera
S. Maria del Rosario
S. Maria dell’Aiuto
S. Maria della Consolazione
S. Maria della Guardia O.F.M.
S. Maria della Salette
S. Maria della Salute
S. Maria di Gesù
S. Maria di Monserrato
S. Maria in Ognina
S. Pio X
S. Stefano Primo Martire
Sacra Famiglia
Sacro Cuore di Gesù al Fortino
Santi Cosma e Damiano
Ss. Angeli Custodi
SS. Sacramento Ritrovato
ADRANO
Maria Ss. Assunta (Chiesa Madre)
S. Agostino
S. Francesco
S. Leonardo
S. Paolo
Ss. Filippo e Giacomo
BELPASSO
Maria Ss. Immacolata (Chiesa Madre)
Nostro Signore Gesù Cristo Re
S. Antonio Abate
S. Giuseppe
S. Maria della Guardia in Borrello
Sacro Cuore Imm. di Maria Regina della Pace
BIANCAVILLA
Beata Maria Vergine dell’Angelo Annunziata
N.S.G. Cristo Re in Casina
Sacratissimo Cuore Di Gesù
BRONTE
SS. Trinità (Chiesa Madre)
Madonna del Riparo
S. Giuseppe Artigiano
S. Maria del Rosario
CAMPOROTONDO ETNEO
S. Antonio Abate (Chiesa Madre)
GRAVINA DI CATANIA
S. Antonio da Padova (Chiesa Madre)
MALETTO
SS. Cuori di Gesù e Maria (Chiesa Madre)
MANIACE
S. Sebastiano martire (Chiesa Madre)
MASCALUCIA
Madonna della Sciara - Mompilieri
MISTERBIANCO
S. Maria delle Grazie (Chiesa Madre)
Divina Misericordia
S. Angela Merici
S. Bernardetta in Lineri
S. Carlo Borromeo
S. Cuore di Gesù e S. Margherita M. Alacoque
S. Massimiliano Kolbe
MOTTA SANT’ANASTASIA
S. Maria del Rosario (Chiesa Madre)
NICOLOSI
Spirito Santo (Chiesa Madre)
PATERNÒ
S. Biagio
S. Michele Arcangelo
Sacro Cuore di Gesù
PEDARA
Maria Immacolata
RAGALNA
tà del panorama italiano, dove non esistono facoltà
teologiche nell’ambito statale capaci di immettere
nella cultura comune strumenti atti a comprendere
l’esperienza religiosa come tale. Qualche contributo
inoltre presenta alcune sperimentazioni che sono state avviate in varie sedi italiane per colmare le carenze e che possono e potrebbero essere corrette, incrementate e perfezionate anche nel nostro ambiente.
Per una riflessione approfondita da condurre in
seguito soprattutto in ambito pastorale, sembra quanto mai utile quindi presentare i contenuti principali
del Rapporto e avviare una prima discussione che
dovrebbe coinvolgere tutti coloro che sono impegnati
a vario titolo nelle istituzioni scolastiche e universitarie, oltre agli operatori pastorali.
La presentazione del “Rapporto sull’analfabetismo
religioso in Italia” avverrà il prossimo 9 giugno,
lunedì di Pentecoste, in Arcivescovado -salone dei
vescovi, via Vittorio Emanuele II, 159, alle ore
17.30.
Presenteranno il volume:
Prof. Roberto Osculati, storico del cristianesimo
presso l’Università di Catania
Prof. Alberto Melloni, curatore del volume e segretario della Fondazione per le Scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna
Introdurra e moderera don Pino Ruggieri, docente
emerito di teologia presso lo Studio teologico San
Paolo di Catania.
S. Barbara
SANT’AGATA LI BATTIATI
Maria SS. Annunziata (Chiesa Madre)
S. Tommaso e Ss. Martiri Inglesi
SAN GIOVANNI LA PUNTA
S. Giovanni Battista (Chiesa Madre)
SAN GREGORIO DI CATANIA
S. Maria degli Ammalati (Chiesa Madre)
TRECASTAGNI
S. Nicolò di Bari (Chiesa Madre)
Ss. Alfio, Filadelfo e Cirino
TREMESTIERI ETNEO
S. Maria della Pace (Chiesa Madre)
Maria SS. Immacolata
S. Marco
VIAGRANDE
S. Maria dell’Idria (Chiesa Madre)
ZAFFERANA ETNEA
Maria SS. del Rosario – Fleri
S. Giuseppe – Pisano
CHIESE - SANTUARI - ISTITUTI
Chiesa Badia Sant’Agata - Catania
Chiesa Ex Convento dello Spirito Santo - Adrano
Chiesa Madonna del Carmine - Belpasso
Chiesa S. Agostino – Catania
Chiesa S. Antonio di Padova - Trecastagni
Chiesa S. Biagio – Catania
Chiesa S. Giuseppe – Misterbianco
Chiesa S. Nicolò al Borgo - Catania
Chiesa S. Orsola – Misterbianco
Chiesa S. Vito – Catania
Chiesa S. Giuliano - Catania
Istituto Maddalena di Canossa – Catania
Legio Mariae Parrocchia S. Leonardo - Adrano
Missionarie della Regalità - Catania
Monastero Carmelitane scalze – S. A. Li Battiati Monastero S. Benedetto - Catania
Monastero S. Giuseppe al Carmine – S. G. la P.
Santuario Maria Ausiliatrice – Adrano
Santuario Sant’Agata al Carcere - Catania
Suore cappuccine del Sacro Cuore – Catania
Confraternita SS. Sacramento – Borrello
Giornata del Seminario Anni precedenti
Versate dopo il 31.12.2013
Parrocchia Natività del Signore - Catania (2013)
Parrocchia S. Giovanni Bosco - Paternò (2013)
Parrocchia S. Agata V.M. - Bronte (2013)
Parrocchia Cuore Immacolato - Catania (2013)
Parrocchia S. M. della Mercede - Catania (2012-13)
Confidando di continuo nella Provvidenza di
Dio che mai fa mancare il necessario, ringraziamo la Comunità diocesana per l’amicizia e il
sostegno spirituale e materiale che mai ci sono
venute meno nonostante l’attuale crisi socioeconomica.
La generosità di molte Comunità parrocchiali e
di singoli fedeli, frutto di attenzione e di sacrificio, non solo è preziosa agli occhi di quanti vivono in Seminario, che assicurano la loro quotidiana preghiera, ma anche agli occhi di Dio.
Don Vincenzo Savio Nicolosi
amministratore
7
Prospettive - 8 giugno 2014
L’Arcivescovo in visita all’Ipab “Istituti Riuniti Provvidenza e S. Maria del Lume”
Il disagio sociale diventa la priorità
opo anni, lo scorso 31
maggio è ritornato in
visita all’Ipab “Istituti Riuniti
Provvidenza e S. Maria del Lume”
l’Arcivescovo di Catania, Mons.
Salvatore Gristina. L’occasione lo
spettacolo di fine anno scolastico,
coincidente con le celebrazioni de
“La Festa dell’Ipab”, istituita lo
scorso anno dal Consiglio di
Amministrazione dell’Ente proprio
per ricordarne le radici storiche e lo
spirito caritatevole dei fondatori,
rinsaldarne negli attuali amministratori ed operatori i vincoli di
appartenenza, così da continuare
con rinnovato entusiasmo ed impegno nel servizio educativo e di assi-
stenza in favore della
società, soprattutto quella
più bisognosa e sofferente.
Quella dell’Ipab “Istituti
Riuniti Provvidenza e S.
Maria del Lume”, è una
storia lunga e ricca di
esperienze, che trae origine dalla fusione di tre
Opere Pie preesistenti a
Catania: il Collegio di
Maria SS. della Provvidenza, fondato con dispaccio del Duca di Laviafuille il 31 dicembre
1752, riordinato e dotato
da Mons. Salvatore Venti-
della vita pur nella malattia, nella
sofferenza, nel dolore. Quest’uomo
venuto da lontano, che emanava un
fluido irraggiante e dalla straordinaria capacità comunicativa è
rimasto davvero nel cuore di
tutti. Profetiche le sue parole pronunciate quel lontano
22 ottobre 1978, giorno della sua elezione al ‘soglio di
Pietro’: “Non abbiate paura!
Aprite, anzi spalancate le
porte a Cristo! Solo Lui ha
parole di vita eterna!”.
Quel “Non abbiate paura”
era un invito molto forte ad
essere fieri della fede cristiana. Ad essere fieri di
Gesù Cristo, perché davvero
quando un cristiano sa che
Gesù Cristo è l’unico
Signore, non teme nulla.
miglia il 28 maggio 1770; il Reclusorio di Maria SS. del Lume fondato dal canonico Giuseppe Florio nel
1813. sotto la direzione e amministrazione di un Consiglio di Sacerdoti; l’Opera Pia “Conservatorio
delle Vergini di S. Agata” fondata
nel XVI secolo con donativi e rendite di casa Gisira.
Oggi l’Ipab, in sinergia con i servizi pubblici e nel rispetto delle indicazioni testamentarie, è presente nel
campo dei servizi alla persona con
tre diverse tipologie di intervento:
una comunità alloggio per minori,
attualmente dedicata all’accoglienza di minori stranieri provenienti
dalle migrazioni del nord africa
(una seconda comunità è in fase di
realizzazione); una casa d’accoglienza per donne in difficoltà, con
figli, gestanti e ragazze madri; un
centro educativo-assistenziale per
minori con disagio sociale e a
rischio di devianza.
Diverse tipologie di servizio, un
obiettivo comune: quello di intervenire - attraverso l’impegno di una
equipe di operatori di alto profilo
professionale e umano che coniuga
valori, esperienza e competenza nelle varie situazioni del disagio e
di porsi come valido sostegno nel
superare positivamente le difficoltà,
favorire i percorsi educativi e di
integrazione sociale.
All’impegno - confermato dal Presidente dell’Ipab Mons. Rosario
Grasso - di proseguire con rinnovata responsabilità in questa opera di
servizio, profondamente legata alla
Chiesa di Catania, Mons. Gristina
ha espresso profonda gratitudine
per il servizio reso, unito all’auspicio che l’Ipab possa essere ancora
più attenta e vicina con le sue attività ai bisogni che la società oggi presenta.
Caterina Maria Torrisi
Salvatore Caruso
D
Trecastagni: tre giorni per venerare la reliquia di San Giovanni Paolo II
Superare la paura della sofferenza
re giorni di intensi
momenti di riflessione
e di preghiera sono stati vissuti dall’intera comunità trecastagnese che
dal pomeriggio del 29 maggio scorso
al primo di giugno si è raccolta attorno alle reliquie di San Giovanni Paolo II, “il grande Karol Wojtyla”.
Ancora una volta Papa Wojtyla viene
‘ad gentes’, incontro alla moltitudine, così come faceva quando era in
vita, rompendo il protocollo, eccedendo e scendendo i gradoni della
Basilica di San Pietro. Indelebile il
ricordo di lui che con un gesto istintivo impugna con tutte e due le mani
la Croce Pastorale, la innalza come
un vessillo riscattato, un antico stendardo dimenticato, come il segnale
che è tempo di chiamare a raccolta il
popolo di Dio e riprendere il cammino. Mons. Currò, arciprete Parroco
della Chiesa Madre, custodisce gelosamente alcuni scatti che lo immortalano a Roma con Giovanni Paolo II
durante delle udienze tenutesi nell’Anno Santo al Giubileo dei sacerdoti: “Di lui ricordo quella singolare
capacità di estraniarsi dal resto del
mondo quando si ritirava in preghiera. Wojtyla è stato un grande papa.
Ha toccato tutte le realtà della persona umana che ha avuto sempre in
grande rispetto e considerazione”. Il
reliquiario in stile ambrosiano, sormontato da una croce metropolita
con incastonate le due teche che contengono i capelli e della stoffa intrisa
di sangue, donata dal cardinale Stanislaw Dziwisz, Segretario personale
di Giovanni Paolo II e oggi Arcivescovo di Cracovia, è stato portato in
visita sia nelle case di riposo e di
assistenza riabilitativa locali che nelle diverse scuole. La devozione per
questo papa è forte, soprattutto nei
giovani, anche tra i più piccoli. Una
bambina di terza elementare, alla
quale è stato chiesto: “Cosa ti ha colpito di questo papa?”, ha risposto
con una semplicità disarmante: “Il
fatto che abbia perdonato chi gli ha
sparato”. La terribile esperienza giovanile di Karol Wojtyla e della sua
patria spiega perché il tema del perdono e della pace sia stato così cen-
T
trale in tutta la sua vita e in particolare nel suo pontificato. Giovanni
Paolo II per 25 anni è stato protagonista nelle vicende della Chiesa e in
quelle degli uomini. Il
suo carisma, i suoi
gesti, le sue parole
sono ancora impressi
nel ricordo di tanti, al
di là della fede di
appartenenza. Così
come le sue battaglie
per riportare il Vangelo al centro del mondo, per combattere i
regimi dei Paesi d’oltre cortina, per vincere
la morte in Piazza San
Pietro, per condividere
le speranze con gli
uomini di altre fedi,
per chiedere perdono
degli errori della Chiesa, per impedire la
guerra che non può mai essere giusta, per combattere la religiosità scolorita di un occidente libero solo a
parole, per testimoniare la sacralità
Bambini in città 2014: l’iniziativa di Talità Kum
Catania negli scatti dei bambini di Librino
uaranta bambini in
giro per fotografare
Catania. Oltre quattrocento foto
scattate negli angoli più suggestivi. I
loro occhi come filtro per filmare la
città con uno sguardo differente.
Sono stati loro i protagonisti della
manifestazione ‘Bambini in Città
2014’ realizzata sabato 31 maggio,
grazie alla partnership tra l’associazione Talità Kum (in aramaico:
Fanciulla Alzati), Opera-Segno della
Caritas diocesana di Catania, l’associazione milanese ‘Talenti in Circolo’ e la Canon sponsor tecnico.
Un pomeriggio di festa per i bambini che ogni giorno frequentano il
centro Talità Kum di viale Moncada
2, nel cuore di Librino, che dal 2007
svolge attività di prevenzione e assistenza di minori a rischio di devianza e marginalizzazione in uno dei
quartieri più problematici del capoluogo etneo.
La dott.ssa Giuliana Gianino, presidente dell’associazione Talità Kum
Q
ONLUS, ha spiegato com’è nata l’iniziativa: “Abbiamo conosciuto
“Talenti in circolo” durante un
evento organizzato nelle strade di
Catania con i nostri ragazzi, durante una delle tante giornate d’animazione con il nostro ‘StraLudobus’
(camper variopinto itinerante utilizzato per l’animazione in strada ndr).
Grazie a Sergio Cavalieri, membro
dell’associazione milanese, è nata
questa iniziativa fantastica.”.
Cosi anche la città di Catania è stata coinvolta nelle
realizzazione di ‘Bambini
in città 2014’. “La Canon
– continua Giuliana - ha
apprezzato il nostro operato e ha aderito prontamente”. La casa produttrice giapponese leader nel
settore delle video-camere
digitali ha fornito ai ‘giovani artisti’ - divisi in
squadre capeggiate dai
volontari di Talità Kum -
le fotocamere necessarie alla realizzazione della kermesse. Ciascuno è
stato dotato di alcuni modelli entry
level della serie PowerShot e IXUS,
compatte particolarmente facili e
divertenti da utilizzare. Il dott. Salvo
Grasso ha curato uno speciale
‘workshop’ per i piccoli fotografi, ai
quali è stato spiegato come utilizzare al meglio le digitali. “I bambini –
prosegue la responsabile di Talità
Kum - hanno reagito con molto
entusiasmo, durante il workshop
abbiamo notato una particolare
attenzione, in città si sono sentiti poi
protagonisti ed emozionati. Hanno
saputo catturare tanti aspetti della
nostra città raccontandola con i loro
occhi. Ed i genitori hanno aderito
subito all’iniziativa”. Un gioco che
si è trasformato in una caccia alla
foto più bella e accattivante. Strumento che ha permesso ai bambini
di dare libero sfogo alla creatività
nel fotografare alcuni
angoli di Catania, quali il
Giardino Bellini, e lo
stesso quartiere in cui
risiedono.
Le migliori fotografie
saranno giudicate da una
giuria e verranno premiate nel corso della ‘Festa
dell’Immagine’ che si
terrà lunedì 9 giugno alle
ore 15.30, nel centro
Talità Kum. Previsti pre(segue a pagina 8)
8
Prospettive - 8 giugno 2014
DIOCESI
Festa di fine anno al Presidio di Riabilitazione “F.lli A. e V. Pecorino Paternò”
Velo di Sant’agata a Villabate
Il segno della protezione
on un grande, entusiastico e caloroso bagno
di folla si è conclusa la sera di
venerdì 23 maggio la straordinaria
peregrinatio della preziosa e taumaturgica reliquia del Velo di Sant’Agata a Villabate, ridente cittadina di
20 abitanti conurbata con l’area
metropolitana della città di Palermo,
nella parte orientale della Conca
d’Oro.
Portato da mons. Barbaro Scionti,
parroco della nostra Cattedrale, la
celebre grimpa agatina è stata esposta per tutto il giorno alla venerazione dei fedeli nell’ottocentesca
matrice intitolata a Sant’Agata vergine e martire, nella fausta ricorrenza del 155° anniversario d’erezione
canonica della parrocchia.
Momenti d’intensa spiritualità del
popolo di Villabate con il sindaco
dott. Francesco Cerrito durante la
solenne concelebrazione eucaristica
presieduta dal nostro Arcivescovo
Mons. Salvatore Gristina, molto
festeggiato dai fedeli.
Al termine della s. messa è stata
scoperta la lapide commemorativa a
perenne ricordo dell’eccezionale
evento religioso che ha mobilitato
tutta la popolazione di Villabate che
si onora di venerare in un’altra
moderna parrocchia a lui intitolata
anche un santo dal nome affine a
quello della protomartire catanese:
sant’Agatone Papa di origine greca
e che secondo la leggenda fu eletto
al soglio di Pietro alla veneranda età
di 103 anni nell’anno 678.
Successivamente la comunità villabatese con il parroco padre Leonar-
C
(continua da pag. 3)
SOCCORRERE...
<<Ci fu un ennesimo bombardamento aereo. Quella mattina mio padre
mi supplicò di andare coi parenti in
un rifugio vicino per mettermi in salvo, ma io espressi decisa come al
solito il mio rifiuto: c’erano tanti
feriti da soccorrere.
In quell’attacco del 23 luglio, la mia
collega Maria Cirino, rimase uccisa
all’istante, io venni ferita gravemente al fianco. alla tempia e alla mano,
perdendo tre dita. Venni portata
immediatamente all’ospedale di
Mistretta per un pronto intervento.
Durante il viaggio chiedevo dei feriti e supplicavo i medici di mentire a
mio padre sulla gravità del mio stato
di salute. Ero cosciente che quelle
ferite non mi avrebbero lasciato in
vita, ma nonostante ciò, non volevo
creare allarmismi nella mia famiglia.
Amavo tanto i miei genitori e non
volevo che soffrissero per me. Giunta a destinazione occorreva un chi-
Un mondo più bello
e a misura d’uomo
stata una grande festa la
manifestazione di fine
anno scolastico al Presidio di Riabilitazione “F.lli A. e V. Pecorino Paternò” dell’ODA di Catania, quest’anno
incentrata sui temi ambientali e con
protagonisti i piccoli ospiti dell’asilo.
Il lavoro svolto durante l’anno ha avuto, infatti, come obiettivo quello di
educare i bambini a uno stile di vita
migliore, attraverso il rispetto dell’ambiente in cui vivono e a non sprecare le cose che hanno. Il percorso
che gli educatori e i terapisti hanno
seguito in tal senso è partito proprio
dalla curiosità che muove ogni bambino nell’esplorare l’ambiente in cui
si trova per acquisire nuove conoscenze e attraverso la loro capacità
creativa di utilizzare in vari modi il
materiale riciclato.
La storia presentata dai piccoli artisti,
attraverso canti, balli e coreografie,
racconta di un “paese meraviglioso,
ricco di colori, fiori, prati e farfalle,
dove i bambini vivono felici …”; un
È
do Ricotta e le autorità civili e militari hanno riconsegnato con vivi
segni di gratitudine a Mons. Salvatore Gristina la reliquia della protomartire per il ritorno a Catania.
Particolarmente commovente l’ultimo saluto alla delegazione catanese
della quale ha fatto parte anche il
segretario arcivescovile e rettore
della chiesa della Badia S. Agata,
padre Massimiliano Parisi.
Tutti hanno applaudito all’arrivederci a Catania al prossimo 17 agosto
in occasione della festa della Traslazione delle reliquie della comune e
amata santa Patrona.
A.B.
Orchestra Istituto Falcone Verga
di Acicastello a Montecatini
’Orchestra dell’istituto
“Falcone-Verga”
di
Acicastello, in occasione della XXV
Rassegna Musicale Nazionale riser-
L
rurgo che mio padre cercò invano
tutta la notte. Venni operata ugualmente con gli scarsissimi mezzi di
quella struttura e poi venni condotta
a Nicosia. Stavo per passare a
miglior vita. Subii così in quelle
condizioni i disagi del viaggio di
ritorno; riparammo in una grotta per
ulteriori cannonate. Peggiorò così il
mio stato e allora inevitabilmente
confessai a mia madre che stavo per
andarmene e che quella era la morte
che avevo sempre desiderato>>.
Detto questo svanì. Di fronte a me
nella riproduzione di perfette statute
di cera, una crocerossina china su un
ferito spirante.
Al suo nome è intitolato il salone di
rappresentanza e la sala conferenza
della Provincia Regionale di Siracusa, numerose targhe in vari ospedali
Siciliani ove l’infermiera aveva operato, ed alcune strade nelle città della Sicilia sono a lei intitolate.
vata alle scuole statali di
musica, si è esibita nel
salone storico delle Terme Excelsior di Montecatini (FI).
I piccoli musicisti castellesi, diretti dal m° Fabio
Raciti docente catanese
di violino referente del
corso musicale e applauditissimi dal pubblico,
hanno eseguito la danza
napoletana di Tchaikovsky, il “Nessun dorma” di Puccini e la virtuosistica sinfonia per macchina da scrivere “The Typewriter”
di Anderson, ideata con le immagini
dello sketch mimico del grande
comico americano Jerry Lewis, mentre il bravissimo allievo violinista
Giancarlo Pollino si cimentava in un
vero live a ritmo sempre più incalzante con un’antica macchina da
scrivere e l’orchestra alle spalle.
Ad arricchire l’Orchestra Giovanile
Castellese il prof. Domenico Lanzafame, pianista accompagnatore, e i
professori della classe di flauto
Loredana Sollima e Giuseppe Sciuto.
La Rassegna Musicale Nazionale
S.C.
promossa dal Ministero dell’Istruzione (MIUR) e dal Comitato Nazionale per l’Apprendimento Pratico
della Musica, è approdata per la prima volta in Toscana, nella splendida
cornice delle Terme di Montecatini,
accogliendo nelle sue sale Liberty il
nutrito cartellone della prestigiosa
manifestazione culturale, alla quale
hanno partecipato numerose orchestre scolastiche italiane insieme a
giovani musicisti di San Pietroburgo.
Erano presenti diverse autorità, tra le
quali l’on. sottosegretario Gabriele
Toccafondi e il presidente del
CNAPM on. Luigi Berlinguer, oltre
ai vertici dell’Amministrazione scolastica nazionale e locale.
Stefania Bonifacio
Avviso ai lettori
(continua da pag. 5)
IPOTESI...
Le impronte in negativo appaiono
simil sindoniche. Sulla coincidenza
con il racconto evangelico circa l’ematoidrosi di Gesù nell’orto del
Getsemane – continua Consolo - e il
tempo di permanenza del Suo corpo
nel buio del sepolcro, si pongono 3
condizioni: a) assoluta immobilità,
b) sudore di sangue (10% sudore e
1% di sangue) con soluzione acquosa /oliosa di aloe e mirra, c) tempo di
contatto 36 ore.
Nell’immagine riprodotta da Rodan-
te si evidenzia il volto su tela ottenuto sul calco nella catacombe di San
Giovanni di Siracusa.
Sulla tela si sono trasferiti impronte
somatiche (in negativo) ed ematiche
(in positivo) nette e ben visibili>>. A
tal proposito si veda Rodante, Le
realtà della Sindone, passim, Massimo, Milano 1987.
L’incontro si è concluso dopo l’intervento del Presidente del Rotare
Club,
Prospero Calì.
Il siciliano
giorno quel paese diventa brutto e grigio perché delle persone senza rispetto vi riversano tanta spazzatura, ma i
bambini con la loro creatività trovano
il modo per trasformare in gioco e
divertimento anche le cose più brutte:
utilizzano i bidoni come tamburi, i
legni come bacchette e creano un gran
concerto, la musica ritorna, i colori e
i fiori ridanno vita e bellezza al paese.
E alla fine un messaggio di speranza
che i bambini ci lanciano con la
memorabile e a tutti cara canzone “Ci
vuole un fiore” di Sergio Endrigo. Un
messaggio di speranza che diventa
però impegno per ogni persona ad
essere costruttori di un mondo più
bello e a “misura d’uomo”.
Con questo spettacolo di forte valenza sociale ed educativa, particolarmente gradito ed apprezzato dai familiari e dal pubblico presente, vengono
ancora una volta sottolineati l’attenzione alla persona e l’impegno che
l’ODA quotidianamente riversa nel
campo dei servizi assistenziali ed
educativo-riabilitativi. Un impegno
costante – come sottolineato dal Presidente Mons. Alfio Russo - di alto
profilo professionale ed umano nel
segno della solidarietà cristiana.
Archivio Prospettive
È possibile consultare l’archivio completo dei
numeri precedenti di Prospettive inerenti all’intero
anno 2012, 2013 e parte del 2014 direttamente sul
sito del settimanale diocesano
ww.prospettiveonline.it. Mentre l’acquisto di copie
in archivio avviene solo nella sede del periodico.
Inoltre l’abbonamento può effettuarsi anche
online.
(continua da pag. 7)
CATANIA...
mi per i migliori scatti individuali.
“Inoltre la Canon invierà venti macchine fotografiche all’associazione
per poter realizzare un laboratorio
fotografico per tutto l’anno con i
ragazzi. È iniziata una collaborazione che certamente proseguirà i prossimi anni con le successive edizioni
dell’evento – ha confermato Giuliana”.
Infine, i 50 scatti migliori saranno in
mostra anche a Cernusco (MI), sede
dell’associazione Talenti in Circolo
in un ponte ideale che ha unito trasversalmente i bambini di nord e sud
Italia attraverso l’arte della fotografia. Quello di Talità Kum è un seme
che è germogliato nel corso di questi
anni, cresciuto fino a divenire un
albero dalle robuste radici nel quartiere di Librino. “Motivo per il quale, - conclude il presidente del centro
d’aggregazione per minori – i bambini ed i genitori chiedono che si
possa garantire la continuità e la
presenza del centro Caritas Talità
Kum nel territorio. Riconosciuto
come un segno di speranza e un aiuto concreto quotidiano per la crescita dei bambini”.
®
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Prospettive - 8 giugno 2014
DIOCESI
Kiwanis Catania Est SIDRA premiazione Ecogioco progetto di educazione ambientale
La responsabilità di custodire il creato
rande successo della
manifestazione plenaria di premiazione promossa e organizzata dal Kiwanis Club Catania
Est insieme all’Istituto Comprensivo
“Amerigo Vespucci-Luigi CapuanaLuigi Pirandello”, presso il plesso di
via Enrico De Nicola, relativo alla II
edizione del concorso riservato agli
alunni delle classi elementari e
medie della città di Catania “Io cambio il mondo - l’Ecogioco”, con la
diretta partecipazione degli allievi
delle scuole statali “San Giovanni
XXIII”, “Maria Montessori-Pietro
Mascagni”, I.C. XXV “Angelo
Musco” in Librino, Caronda e Convitto Nazionale “Mario Cutelli” guidati rispettivamente dalle proprie
insegnanti responsabili del progetto
prof.ssa Lucia Foti, prof.ssa Rita
Carella, prof.ssa Daniela Berretta,
prof.ssa Sara La Piana, prof. Valentina Armando- per un progetto di educazione ambientale, denominato
“Ecogioco”, al quale ha aderito attivamente la SIDRA Spa gestore del
servizio idrico integrato di Catania.
Le scuole partecipanti alla festa,
dopo una prima fase svoltasi nel
mese di aprile nelle proprie sedi,
hanno presentato uno slogan sui temi
riguardanti l’educazione ambientale,
il risparmio dell’acqua e delle risorse energetiche.
Hanno animato brillantemente l’incontro di centinaia di scolari provenienti da ogni parte della città il
governatore eletto del Kiwanis
Distretto Italia-San Marino ed ex
allievo salesiano dell’istituto di
Cibali dott. Elio Garozzo e il presidente del Club Catania Est e dell’Unione Ex Allievi dell’Istituto salesiano San Francesco di Sales avv. Vincenzo Martines, con la partecipazio-
G
ne della dirigente scolastica prof. Carmen Pittera e per il Comune del
vice sindaco avv. Marco Consoli, anch’egli
ex allievo salesiano di
Cibali e per la SIDRA
del direttore tecnico
ing. Antonino Olivo e
del delegato per le attività divulgative geom.
Caterina Castorina.
I bambini e i ragazzi si
sono sentiti protagonisti dell’iniziativa di
grande valore educativo, formativo e sociale grazie al loro
contributo originale per la predisposizione di uno striscione sul tema del
Da sinistra dott. Elio Garozzo,
ing. Antonino Olivo, avv.
Marco Consoli, prof. Carmen
Pittera, avv. Vincenzo Martines
concorso: la sensibilità verso l’ambiente, il risparmio delle risorse
energetiche.
È stata la loro creatività e
spontaneità a mostrare agli
adulti la necessità di risparmiare risorse con la consapevolezza di coniugare lo
sviluppo sostenibile con
l’uso responsabile dell’acqua e dell’energia. Gli scolari e gli studenti si sono
impegnati, inoltre, ad inserirsi nel
programma mondiale di solidarietà
promosso dal Kiwanis, in partners-
a mattina di martedì 27
maggio, l’Orto Botanico di Catania ha ospitato la cerimonia conclusiva del progetto “L’Uomo e le Piante” in collaborazione
con l’Associazione culturale “Polena” e il F.A.I. sezione di Catania
presieduto dalla prof. Antonella
Mandalà, che riveste anche la carica
di presidente del Lions Club Catania
Host.
L’evento ha voluto ricordare la
memoria, nel primo anniversario
della prematura scomparsa, della
prof.ssa Concetta Bufardeci Mirone,
console onorario di Spagna per la
Sicilia Orientale, con la partecipazione del marito dott. Gregorio
Mirone e dei figli dott.ssa Lea,
architetto Renato e avvocato Luca,
quest’ultimo nuovo titolare, come la
madre, del consolato del Regno di
Spagna avente sede a Catania, in via
Politi, storica residenza della fami-
Antonino Blandini
Viaggio tra i giardini siciliani:
storia, tradizione ed innovazione
n immaginario, inedito
e verde “gran tour” virtuale ed ideale, nel tempo e nello
spazio, nel grande e lussureggiante
giardino del Mediterraneo che è la
nostra mitica Sicilia, micro-macrocosmo cantato fin dall’antichità
come terra paradisiaca cosparsa di
fiori, di acque e di profumi intensi e
inebrianti delle piante ornamentali e
fruttifere.
Questo messaggio di bellezza, di
serenità e di meraviglie della natura
vegetale coltivata e spontanea, è in
continua evoluzione, dell’Isola del
Sole emerso dalla conversazione
tenuta al folto pubblico delle ex
allieve del Collegio domenicano
“Sacro Cuore di Gesù” dalla dott.ssa
U
Maria Carmela Vagliasindi, libero
professionista agronomo, paesaggista e imprenditore agricolo.
Introdotta dalla presidente, prof.ssa
Santuzza Quattrocchi Paradiso, la
studiosa, conosciuta in città anche
come delegata per l’ambiente del
F.A.I. e consigliere del “Garden
Club Etna”, ha richiamato alla
memoria le narrazioni sul paesaggio
agreste siciliano da Omero (con l’epico giardino di Alcinoo) a Diodoro
Siculo ai viaggiatori arabi che
descrivono ammirati la favolosa Ziza
di Palermo, dall’inglese George
Sandys al francese Jen Pierre Laurent Houel, dallo scozzese Patrik
Brydone al tedesco Johann Wolfgang Goethe al francese Guy de
Maupassant, soffermandosi successivamente su diverse tipologie di giardini ad iniziare da
quello primigenio
e “sumero” di Pantelleria al promiscuo e policolturale di Alesa (Tusa) per arrivare ai
chiostri monastici delle storiche
abbazie benedettine di Monreale e di
Catania (San Nicola la Rena) e alle
celebri meraviglie botaniche dei
nostri giorni, vero e proprio patrimonio culturale vincolato da leggi di
tutela per il loro valore monumentale ed artistico.
Uno sguardo estasiato alle cromati-
prof.sse Maria Pietra Paola Sgrò,
Giustina Cacciola, Maria Cristina
Cellura, Melania Russo, Giovanna
Barbagallo, Santina Marchisello;
Scuola secondaria I grado “Maria
Ausiliatrice” diretta da suor Margherita di Rosa, docenti referenti
prof.ri Danilo Vitale, Laura Seminara, Elena Tarascio; Istituto secondario di I grado “Cavour” diretto dalla
prof.ssa Maria Leonardi, docente
referente prof.ssa Maria Mazzaro;
Liceo statale “Leonardo” di Giarre,
diretto dalla prof. Carmela Scirè,
docente referente prof. Orazio Leonardi; Liceo classico “Cutelli”,
diretto dal prof. Lucio Raimondo
Marino, docente referente prof.ssa
Francesca Margarone.
La Sala “Colonne doriche” e il
“Colonnato-Dracene” sono stati
scenario inimitabile per la rappresentazione di una balletto e le produzioni artistico-scientifiche e culinarie del “Macherione” e del “Padre
Pio”.
A tutti i bambini e ai loro insegnanti sono stati offerti vasi di fiori profumati e varie culture odorose.
che aree costiere, alla flora delle Ville “Giulia d’Avalos” (il 1° parco
pubblico d’Italia, che aveva preso
tale nome dalla moglie del viceré
Marcantonio Colonna) e “Malfitano
Giuseppe Witaker” di Palermo, al
parco della “Ducea di Nelson” (già
abbazia Santa Maria di Maniace
Bronte), alle principesche Ville “Trabia”, “Cattolica” e “Palagonia” di
Bagheria, al Castello di Donnafugata, a Villa “Piccolo” a Capo d’Orlando.
Lo straordinario excursus ha toccato
ridenti località come Taormina, Villasmundo, Carruba di Giarre, ed ha
evidenziato gli stili eterogenei e
cosmopoliti dei nostri giardini, pittoreschi, naturalistici, paesaggistici,
terapeutici, d’acclimatazione (come
il patrimonio botanico del Lido dei
Ciclopi) di collezionismo botanico
per soffermarsi sui didattici e scientifici orti botanici delle tre città
metropolitane della regione, sui giardini minimi e contemporanei sull’esempio della vegetazione nel Biviere
di Lentini.
Una pausa triste a proposito delle
condizioni della nostra trascurata
“Villa Bellini”, dopo un discutibile,
contestato e costosissimo restauro e
uno zoom sui giardini anche pensili
catanesi (come ad esempio il palazzo
principesco Manganelli-Borghese e
sulle “reliquie” del Bosco Etneo.
La relatrice ha concluso la proiezione di centinaia di immagini uniche e
sorprendenti di tanti angoli di coltivazione floreale ed ornamentale con
una riflessione poetico-filosofica
sulla forza delle nostre tradizioni,
fatta dalla volontà di tesaurizzare
l’acqua elemento limitante dei nostri
climi, dalla scelta di piante non solo
endemiche, dall’uso degli elementi
quali le pergole, il tappeto erboso, le
fioriture e un insieme inscindibile di
profumo e colore.
Blanc
Memorex
Orto Botanico Progetto
“l’uomo e le piante”
Premio Concetta Bufardeci
L
hip con l’UNICEF, per debellare
entro il 2015 il tetano materno e neonatale nelle mamme e nei bambini
dei Paesi in via di sviluppo per il
quale muore un neonato ogni 9
minuti, attraverso un vaccino che ha
un costo di soli 1,80 euro per dose.
Il contributo ricavato attualmente
con tale progetto di solidarietà permetterà di poter disporre subito di
altri cento vaccini necessari per salvare mille vite umane. Lo striscione
che si è classificato al primo posto è
stato preparato dagli alunni della
“Vespucci” guidate dall’insegnante
responsabile del progetto Melita
Lamicela.
glia Bufardeci che rappresenta la
Spagna fin dal 1820. I familiari della compianta signora Bufardeci hanno reso noto che dal prossimo anno,
nella ricorrenza dell’11 giugno,
anniversario della scomparsa della
loro amata congiunta, sarà assegnata una borsa di studio di 1.500 euro
a un neolaureato o addottorato per
una tesi di laurea o un lavoro scientifico inedito in campo biologico,
botanico e ambientale per ricordare
la cara persona di colei che per un
quarantennio, come insegnante di
scuola media, è stata molto vicina
agli allievi e al mondo delle scienze
naturali.
Alla cerimonia hanno partecipato
istituzioni quali la Marina Militare
del Comando Marittimo di Sicilia,
la Direzione Marittima della Sicilia
Orientale e del Porto, l’Aeronautica
Militare con il 41° Stormo Antisom
di Sigonella, presente il contrammi-
raglio dott. Gaetano Russotto, l’Ordine dei Medici, il Dipartimento
universitario di Scienze politiche e
sociali, l’Accademia italiana della
Cucina, La Fondazione Mediterranea Morgagni per lo sviluppo delle
Tecnologie in Medicina e Chirurgia.
La cerimonia, curata dalle dott.sse
Rosanna Costa, Luisa Trovato e Lea
Mirone, ha avuto inizio nell’aula a
emiciclo con il saluto del direttore
dell’Orto Botanico e del Dipartimento di Scienze Biologiche prof.
Pietro Pavone, il quale ha presentato
la prima edizione del Premio “Concetta Bufardeci: l’uomo e le piante”
nonché gli elaborati delle scuole
partecipanti al progetto, con il rilascio di riconoscimenti. Sono stati
premiati il capitano di fregata dott.
Tino Alongo, il barone Mario Ursino, il prof. Pavone, il prof. Massimo
Buscema, il prof. Carlo Colloca.
Le scuole aderenti sono state: IC
“Macherione” di Giarre diretto dalla
prof. Rossana Maletta, plesso “M.P.
di Savoia” Sant’Alfio, docente referente prof.ssa Teresa Gangemi; IC
“Padre Pio da Pietrelcina” di Misterbianco, diretto dalla prof. Patrizia
Guzzardi, docenti referenti le
10
Prospettive - 8 giugno 2014
DIOCESI
Riflessioni sul Vangelo
LO SPIRITO SANTO
Domenica di Pentecoste /A - At 2,1-11; Sal 103,1.24.29-31.34; 1Cor 12,3b-7.12-13; Gv 20,19-23
Vorrei che fosse dato per assodato, almeno
per noi cristiani, che tutti noi abbiamo
ricevuto lo Spirito nel Battesimo, nella
Cresima e negli altri sacramenti. Se è così,
come penso che sia, la liturgia pone il problema come riconoscerlo. San Paolo, nel
brano che la liturgia riporta, ci offre un
modo in particolare: “A ciascuno è data
una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune”. A ciascuno
significa ad ognuno quindi nessuno ne è
privo e dobbiamo pensare anche ai fratelli
che sono diversamente abili se Gesù li
incontrava e li guariva. Per cui noi oggi
abbiamo il problema di scoprire anche in
questi fratelli la loro manifestazione dello
Spirito, fra l’altro perché lo Spirito non è
in noi per noi stessi o per la nostra bella
faccia ma è in noi “per il bene comune”.
Ognuno di noi deve trascendere se stesso
per aprirsi agli altri e cercare quel bene
comune che sempre coincide con le nostre
vedute o le nostre opinioni.
Gli apostoli nella Pentecoste dopo avere
ricevuto lo Spirito Santo immediatamente
si sono aperti agli altri parlando lingue
diverse fino al punto che: “Giudei e proseliti. Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare
nelle nostre lingue delle grandi opere di
Dio”. Era avvenuta quella trasformazione
che lo Spirito sa operare. La meraviglia
della folla è immensa “perché ciascuno li
udiva parlare nella propria lingua”. E lo
stupore è immenso: “Erano stupiti e, fuori
di sé per la meraviglia, dicevano: “Tutti
costoro che parlano non sono forse Galilei?”. La meraviglia è data dalla novità
del parlare, ma l’interesse maggiore è
suscitato dal fatto che ognuno si esprimeva secondo le proprie caratteristiche,
ognuno segue lo Spirito “ nel modo in cui
lo Spirito dava loro il potere di esprimersi”. In ogni modo non parlano per se stessi a se stessi, ma parlano a tutti indistintamente e per il bene di tutti.
La specificità di ognuno non si confonde
con l’unità del corpo. Tutti formiamo un
solo corpo nella diversità. Autore della
diversità è lo stesso Spirito che dà i doni:
“A ciascuno è data una manifestazione
particolare dello Spirito per il bene
comune”. L’armonia di questo corpo che
ha lo stesso autore dovrebbe essere foriera
di pace.
È la pace che dà il Signore. Che viene dalla sofferenza: “Mostrò loro le mani e il
fianco”: non è la pace del compromesso
quella che viene dal dolore, dal tradimento, dalla delusione del mondo ma da Dio.
Questa è la pace che suscita la gioia, che è
equivalente alla presenza del Signore, è
Lui presente che dà la gioia. Da qui scaturisce il mandato missionario per tutti noi
cristiani: come lui è stato mandato dal
Padre così manda con il potere di legare o
sciogliere sotto la diretta direzione dello
Spirito santo. Senza lo Spirito né si lega
né si scioglie.
Leone Calambrogio
San Paolo in briciole
Modelli di fede 1 Ts 1,6-10
I Tessalonicesi seguono l’esempio di Paolo
e quello del Signore, perché hanno accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con
la gioia dello Spirito Santo così da diventare modello per tutti i credenti della
Macedonia e della Acaia. Per mezzo dei
Tessalonicesi la parola del Signore “risuona” non soltanto in Macedonia e in
Acaia, ma “la vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, tanto che non abbiamo
bisogno di parlarne.
Sono essi infatti a raccontare come noi
siamo venuti in mezzo a voi e come vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per servire
il Dio vivo e vero e attendere dal cielo il
suo Figlio, che egli ha risuscitato dai
morti, Gesù, il quale ci libera dall’ira che
viene”.
L.C.
Anche tu strada e vento, come lo Spirito, per le vele del mondo, se vivi il progetto di Cristo
Nati dal “Respiro di Dio”: costruire fraternità
Vento
La Bibbia è un libro pieno di strade e
di vento, come Pentecoste: vento
impetuoso e respiro leggero, strade
che convergono e ripartono.
La preghiera nasce dal mistero stesso dell’ uomo. Ciascuno è invitato a
riscoprire nel silenzio e nell’adorazione la sua chiamata ad essere persona davanti a un Tu personale che lo
interpella con la sua Parola.
Ma il cristiano vive l’esperienza della sua preghiera, anche la più silenziosa e segreta - che egli fa “entrando nella propria camera e chiusa la
porta” - come membro di una Chiesa che ha nella Eucaristia la fonte e il
culmine della sua adorazione e della
sua lode.
In quale rapporto sta la preghiera
silenziosa con l’Eucaristia?
È necessario prima di tutto chiarire il
rapporto tra Eucaristia e Chiesa.
L’Eucaristia, con tutta la grazia
sacramentale che essa riassume, è il
“segno” voluto da Cristo stesso e da
Lui continuamente gestito, addirittura con una presenza personale e reale, per mediare tra quel “segno” definitivo e inesauribile dell’amore di
Dio, che è la Pasqua, e il segno che è
la Chiesa.
Questa infatti è la comunità di coloro che “fanno memoria” di Cristo e
del suo mistero pasquale, e che in
forza del Cristo stesso che si rende
presente tra loro mediante l’Eucaristia, si amano come Egli li ama e,
testimoniando l’amore verso tutti,
cercano di inserire tutti in questa
comunione d’amore che viene da
Dio.
Partecipazione
Va superata, quindi, una concezione
un po’ impersonale e quasi meccanica del rapporto tra Eucaristia e Chiesa, quasi che la Chiesa, fatta dall’Eucaristia, sia un’entità separata dalla
libertà, dall’intelligenza, dalla corrispondenza dei battezzati. Non c’è
vera e piena Eucaristia senza la partecipazione personale del credente.
Certo, la presenza del Signore Gesù
è assicurata dal servizio sacerdotale
che agisce a modo di mediazione
“nella persona di Cristo”.
Ma tale presenza esige sia che il
sacerdote si sforzi di ripetere il gesto
eucaristico condividendo l’offerta
che il Redentore fa di se stesso, sia
che i fedeli presentino al Padre la vittima santa presente sull’altare unendosi ad essa con l’impegno di una
vita conforme al Vangelo.
Il comando, “Fate questo in memoria di me” non dice solo la ripetizione di un rito, ma anche la partecipazione a ciò che il rito significa, vale
a dire l’offerta che Cristo fa di sé al
Padre per la salvezza degli uomini.
In questo senso va superata anche
una concezione moralistica, sia che
essa si esprima in un’enfasi dei
doveri che i credenti hanno verso
l’Eucaristia (adorazione, culto ecc.),
sia che si esprima in un’enfasi dei
doveri che i credenti si assumono a
partire dall’ Eucaristia: impegno
sociale, nuovi rapporti fraterni ecc.
Questi atteggiamenti sono giusti, ma
vanno vissuti secondo tutta la ricchezza formatrice e plasmatrice che
l’Eucaristia esercita sulla vita concreta dei credenti radunandoli nella
comunità che è la Chiesa.
L’Eucaristia è veramente
capíta e accolta non solo
quando si fanno certe cose
verso di essa (la si celebra,
la si adora, la si riceve con
le dovute disposizioni ecc.)
o si fanno certe cose a partire da essa (ci si vuol bene,
si lotta per la giustizia ecc.),
ma anche e soprattutto
quando essa diventa la sorgente e il modello operativo
che impronta di sé la vita
comunitaria e personale dei
credenti.
Coraggio
Nell’Eucaristia si rende
presente e operante nella
Chiesa il Cristo del mistero
pasquale. È il Figlio in
ascolto obbediente alla
parola del Padre. È il Figlio
che nell’atto di spendere la
propria vita per amore, trova nella drammatica e dolcissima
preghiera rivolta al suo “Abba” il
coraggio, la misura, la norma del
proprio comportamento verso gli
uomini.
La celebrazione eucaristica realizza
se stessa quando fa in modo che i
credenti donino “corpo e sangue”
come Cristo per i fratelli, ma metten-
dosi in ginocchio, in attenzione di
ascolto e di accoglienza, riconoscendo che tutto questo è dono del Padre,
non confidando nelle proprie forze,
non progettando il servizio degli altri
secondo i propri modi di vedere.
Questo richiede, in concreto, saper
coltivare atteggiamenti interiori che
precedano, accompagnino, seguano
la celebrazione Eucaristica: ascolto
della Parola rivelata, contemplazione
dei misteri di Gesù, intuizione della
volontà del Padre che traspare dalle
parole di Gesù, confronto tra il progetto di vita che scaturisce dalla Pas-
qua-Eucaristia e le sempre nuove
situazioni spirituali in cui le comunità e i singoli credenti vengono a trovarsi.
Per questo, preghiera silenziosa,
ascolto della Parola, meditazione
biblica, riflessione personale, non
sono disgiunti dall’Eucaristia, ma
sono vitalmente collegati ad essa.
Da qui l’importanza che si attui la
preparazione remota ad
ogni celebrazione vivendo il valore della preghiera silenziosa, cercando strumenti concreti
per coltivare questo clima contemplativo che è
indispensabile per celebrare degnamente l’Eucaristia .
È arricchente saper
coniugare fede, speranza
ed Eucaristia. I1 collegamento tra preghiera ed
Eucaristia appare più
chiaro se consideriamo il
rapporto tra Eucaristia e
virtù teologali. L’Eucaristia è il modello esemplare che plasma la vita
della Chiesa e dei singoli credenti sul modello
della Pasqua.
In questa luce il frutto
fondamentale dell’Eucaristia è la carità come capacità di
dare la vita come l’ha data Gesù. Ma
il riferimento a Gesù colloca la carità entro le coordinate della fede e
della speranza: Gesù dona la vita in
nome e in forza di uno speciale rapporto “contemplativo” con il Padre.
Padre Angelico Savarino
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Prospettive - 8 giugno 2014
cultura
L’Istituto Italiano dei Castelli Onlus e l’impegno culturale nel territorio
egli ultimi tempi, sia a
livello nazionale che a
livello strettamente territoriale, si è
ampiamente dibattuto su ciò che
concerne il patrimonio storico - artistico del nostro Paese, in particolare
in termini di conoscenza, tutela e
valorizzazione, soprattutto se rapportati all’attuale situazione ed
instaurando un collegamento con il
turismo culturale, la ripresa economica, nonché con una possibile ricaduta occupazionale, specie se giovanile.
E attualmente, nonostante numerose
istituzioni, operanti quotidianamente
a stretto contatto con i beni culturali,
siano prive di fondi, nonché di strutture adeguate per continuare a svolgere il proprio lavoro, iniziano ad
intravedersi i primi segni di un possibile cambiamento, con l’approvazione da parte del Consiglio dei
Ministri del decreto legge per garantire “la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo”.
Da anni nel nostro Paese esistono
delle importantissime realtà che promuovono lo studio, la tutela, e la
valorizzazione del patrimonio culturale, attraverso un costante impegno
improntato sulla pura gratuità, ma
allo stesso tempo innervato dalla
N
Studio, tutela e valorizzazione
delle architetture fortificate
consapevolezza di svolgere un’attività fondamentale in ambito culturale e non solo: un caso esemplare e
virtuoso è rappresentato dall’Istituto
Italiano dei Castelli Onlus.
L’Istituto, organizzazione culturale
no profit fondata nel 1964 grazie al
progetto di Pietro Gazzola e costituita in Ente Morale nel 1991, con il
riconoscimento del Ministero dei
Beni Culturali, è associato ad un
organismo europeo patrocinato dell’Unesco, l’Internationales Burgen
Institut, ora Europa Nostra-Internationales Burgen Institut. É presente
territorialmente in Sezioni regionali,
da cui dipendono delle Delegazioni a
livello provinciale; queste realtà
seguono linee generali decise da un
Consiglio Direttivo, a cui si affianca
in ambito decisionale e coordinativo,
in particolare per tutto ciò che rientra
nell’attività di studio e ricerca, un
Consiglio Scientifico.
L’Istituto Italiano dei Castelli Onlus
promuove lo studio dei castelli e dei
siti fortificati (intendendo con ciò
tutti gli esempi di architettura fortificata, come torri, castelli, città fortificate, rocche, forti, bastioni, conventi
fortificati, mura, etc.) in ambito storico, archeologico ed artistico (attraverso l’inventario ed il censimento
delle architetture, ricerche e pubblicazioni); la salvaguardia dei siti,
contribuendo alla redazione di studi
e progetti, con l’obbiettivo di tutelare e conservare i medesimi; la valorizzazione di queste testimonianze,
attraverso il loro inserimento ‘nel
ciclo attivo della vita moderna’ ed
una campagna di sensibilizzazione
verso tali tematiche a più livelli,
coinvolgendo enti pubblici e privati.
In linea con gli obiettivi e le finalità
perseguite dall’Istituto sul territorio
nazionale, la Delegazione Giovani
Sezione Sicilia, coordinata dal 2003
dall’Arch. Alberto Di Gaetano, ha
progettato in collaborazione con il
DISUM, Dipartimento di Scienze
Umanistiche dell’Università degli
Studi di Catania, il “Laboratorio di
verso il “meccanismo letterario”
diventa il pretesto per denunciare
una società ambigua. Un allestimento riuscito e accolto con calore dal
pubblico, in cui Magistro è Orlando
il picaresco cantastorie che si confronta ad armi impari con Pupa, femmina dalla statura morale quasi di
un’eroina. Teatro dell’assurdo o
d’essai polimorfo e mattacchione e
Pupa è metamorfica e simbiotica,
che riesce tra fascino e “sciammannati” a dominare la scena e a far
emergere forti passioni. Il regista,
Giovanni Anfuso, riesce a riportare
nella pièce epica e poetica e l’indagine sull’essere umano, come Fava
aveva inteso, organizzando un’efficace disposizione scenica con il
podio dell’oratore, la cassetta ambulante del saltimbanco, la toilette della sgualdrina. Quadri scenici che si
incastrano e si sviluppano ripercorrendo l’immaginazione dell’autore,
poiché la festa e il lutto, nella quotidianità, si accompagnano sempre
come il giorno e la notte. Un messaggio molto profondo che ci riporta
alla società degli anni crudeli di cui
Fava fu testimone. “Lavorando a
questo spettacolo, mi sono reso conto di come nonostante Pippo Fava
fosse nato a Palazzolo Acreide e cresciuto a Catania, esprima di fatto un
esistenzialismo di carattere europeo.
Nei suoi testi c’è un grande atto di
fede nella verità che, ci ricorda, non
può non venire sempre fuori”.
Lunghissimi applausi del pubblico,
coinvolto nel viaggio epico di questo
spettacolo.
Castellologia. La fortificazione in
età normanno - sveva in Sicilia:
influssi europei ed evoluzione tipologica”, curato in particolare dall’Arch. Di Gaetano e dalle Dott.sse
Bruna Pandolfo e Chiara Angela
Rabbiolo. L’iniziativa rivolta agli
studenti universitari, con l’obiettivo
di proporre l’approfondimento di
tematiche quali le origini dell’incastellamento sul territorio siciliano e
le architetture fortificate delle dominazioni bizantina, araba, normanna e
sveva, con un’attenzione particolare
alla realtà di Catania e del territorio
limitrofo, è stata presentata ed avviata lo scorso 5 aprile, con la “Giornata di apertura delle attività didattiche
del Laboratorio di Castellologia”,
alla quale sono intervenuti il Direttore del DISUM Prof. Giancarlo
Magnano San Lio, il Soprintendente
BB. CC. AA. di Catania Arch. Fulvia
Caffo, il Presidente dell’Istituto
Dott. Filippo Cosentino, i docenti
universitari, Prof.ssa Maria Vittoria
D’Amico, Prof.ssa Clara Biondi,
Prof.ssa Claudia Guastella.
Lo scorso 24 maggio, per la XVI
edizione delle Giornate Nazionali
dei Castelli, occasione in cui in tutto
il territorio italiano sono state organizzate visite guidate ai castelli, convegni e dibattiti, allo scopo di sensibilizzare maggiormente il pubblico
verso queste realtà così importanti
per il nostro patrimonio storico artistico, è stata organizzata nel
pomeriggio una visita studio al
Castello Ursino, curata dai tutor della Soprintendenza e del Museo Civico Castello Ursino. A conclusione
della visita guidata, si è svolto presso la sala Parlamento del castello
federiciano un forum - dibattito, a
cui hanno partecipato: l’Ass. Orazio
Licandro, il Presidente della Sezione
Sicilia dell’Istituto Filippo Cosentino, il Soprintendente Fulvia Caffo, il
Presidente emerito dell’Istituto Giovanni Ventimiglia ed il coordinatore
della Delegazione Giovani dell’Istituto, Arch. Alberto Di Gaetano.
Lella Battiato
A.DiG.
Omaggio a Pippo Fava in scena al teatro “Musco” di Catania
“Foemina ridens” creatura senza tempo
Quasi una favola
che attraverso
il “meccanismo
letterario” diventa
il pretesto
per denunciare
una società ambigua
“L’intelligenza dell’uomo è scoprire
le cose … tu tutto d’un tratto scopri
la verità. Creatura ridente … foemina ridens in una sequenza di vicende
senza tempo. La donna presenta la
sua disperazione esistenziale, l’uomo la sua natura superficiale”. Esordisce così il narratore Miko Magistro, l’Orlando del testo “Foemina
ridens”. Pupa, la poliedrica donna,
nell’interpretazione brillante e passionale di Guia Jelo, cerca un’alternativa “questa è l’organizzazione
della società … giudicare Pupa” ed
ecco che appare la maschera e la
doppiezza della vita … lei sogna ma
lui pazzo; Pupa sensibile e romantica
da donna-madre è la professionista
mondana che riesce a trasformarsi e
avere mille volti e maschere e alla
fine dirà “io sono umana”.
“Foemina ridens” è un testo suggestivo, crudele e di grande coraggio,
che rivela, come sottolinea il regista
Anfuso, insieme al talento drammaturgico del suo autore, quella malinconia poetica di uomo del Sud che lo
consegnò ai posteri come “romantico
guerriero”. Il giornalista drammatur-
go fu ucciso in un agguato mafioso
nel 1984 davanti al teatro Verga di
Catania. Muore e lascia un vuoto
incolmabile, ed oggi a trent’anni dalla tragica scomparsa, il teatro Stabile, rende omaggio e lo propone come
intellettuale che cercò di raccontare
dall’odio di chi non sa più combattere per la giustizia.
Così la storia di questo incontro può
essere contemporaneamente tragedia
e farsa, un ininterrotto, incalzante
grottesco.
Guia Jelo interpreta in scena il ruo-
la verità.
“Foemina ridens” ha due personaggi
che nello stesso tempo sono cinque,
dieci, venti personaggi diversi. È
cioè il tumultuoso racconto d’amore
fra un uomo e una donna nel quale ci
sono tutte le componenti di ogni rapporto. E il sogno! Pupa intensa, sensuale misteriosa è la donna di strada
giovane e vecchia, bella e brutta, che
rappresenta la mutevolezza femminile che la società fissa in una maschera riprendendola da un archetipo tradizionale e dell’eternità. È la peccatrice Eva, ma anche la Madre Dolorosa di un figlio perduto, il giovane
Michele ucciso dall’indifferenza e
lo di Pupa, una donna che, attraverso
il suo rapporto con Orlando trova la
propria identità donna; sempre al
centro dell’attenzione, bold print,
non ha bisogno di altro per imporsi,
riunisce in un unico organismo due
realtà ontologicamente inconciliabili: creatura divina e creatura tragica.
L’attrice rende efficacemente il doppio personaggio scavando dentro se
stessa e con una voce e colorature
caratteriste incanta il pubblico unendo nella stessa persona il fascino
malizioso della prostituta … e l’interiorità dolente della donna … Antigone messaggera di cambiamenti e
nostalgie. Quasi una favola che attra-
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Prospettive - 8 giugno 2014
RUBRICHE
Incontro al PIME con don Renzo Bonetti alla scoperta del sacramento del Matrimonio
La FAMIGLIA segno visibile
dell’amore di Dio per l’uomo
“La Famiglia, una dimensione irrinunciabile di tutto l’agire della
Chiesa”. È stato questo il tema dell’incontro di formazione tenutosi al
Pontificio Istituto per le Missioni
Estere (PIME) di Mascalucia nel
pomeriggio del 27 maggio scorso,
incontro fortemente voluto dall’Arcivescovo di Catania Mons. Salvatore Gristina, sensibile dinanzi alla
necessità di intervenire a sostegno
della famiglia definita “genoma che
fa vivere la società” in questo
momento di grave crisi. A sviluppare il delicato argomento è stato Don
Renzo Bonetti, già direttore dell’Ufficio per la Pastorale della famiglia
della Conferenza Episcopale Italiana
nonché consultore del Pontificio
Consiglio per la famiglia, e attualmente Presidente della Fondazione
“Famiglia
Dono
Grande”
(www.misterogrande.org), un progetto al servizio degli sposi e della
famiglia per riscoprire, vivere e
annunciare insieme la bellezza del
sacramento del Matrimonio.
Dopo il caloroso benvenuto rivolto
alle numerose coppie di sposi intervenute anche da altre diocesi della
Sicilia, Padre Salvatore Bucolo,
direttore dell’Ufficio Diocesano per
la Pastorale della Famiglia, e la coppia responsabile Giorgio e Rosetta
Amantia hanno introdotto il tema
della famiglia -“sacramento originario” secondo Papa Giovanni Paolo
II-, intesa come risorsa della Chiesa,
famiglia che desidera comprendere
attraverso la guida dello Spirito San-
to qual è la sua missione nella Chiesa e nelle diverse realtà umane e
sociali in cui è chiamata ad operare.
Nel ringraziare il relatore, i coniugi
Amantia hanno invitato le coppie di
sposi presenti ad annunciare instancabilmente la bellezza del sacramento del Matrimonio.
Definito dall’Ufficio per la Pastorale
Familiare di Catania “annunciatore
dell’Amore di Dio” e “cantore dell’amore nuziale fra uomo e donna”,
Don Renzo Bonetti introduce il tema
citando il Direttorio per la Pastorale
Familiare ed i documenti che la
Chiesa, a partire dal Concilio Vaticano II, ha redatto per comprendere
pienamente il mistero grande del
sacramento del Matrimonio. Il rela-
tore sottolinea come la famiglia,
Chiesa domestica, rende visibile il
Cristo Risorto, spiega la bellezza
dell’essere sposi oggi in una società
che ha perso il senso del divino, il
significato ultimo per cui l’uomo e la
donna sono stati creati: l’unione
sponsale come segno indissolubile
delle nozze di Cristo con la Chiesa
per la costruzione e la salvezza della
“famiglia definitiva”.
Diversamente dagli altri, il sacramento del Matrimonio, insieme
all’Ordine Sacro, afferma Bonetti
citando il Catechismo della Chiesa
Cattolica ,“è il sacramento istituito
per il servizio altrui, non per gli sposi, ma con gli sposi per essere al servizio della comunione e segno di sal-
vezza per l’intera umanità”.
“Nel Matrimonio” continua
Don Renzo “viene consacrata
la relazione fra i due, i quali
sono già stati consacrati in
forza del Battesimo. Gesù
ama la Chiesa fino a dare il
suo corpo per noi, oggi nell’Eucarestia come duemila
anni fa. Gli sposi sono attualizzatori dell’abbraccio di
Cristo per la Chiesa, sanatori
e costruttori di relazioni umane per edificare il corpo dell’umanità e della Chiesa. Essi
hanno oggi una missione
indispensabile: evitare che la
Chiesa si autocelebri ripiegandosi su se stessa, contribuire a edificarla attraverso
l’evangelizzazione costante a
partire dall’ambiente familiare, di
lavoro, parrocchiale, sociale. La
famiglia cristiana nata dall’unione
consapevole di un uomo e di una
donna esiste per illuminare il mondo, per portare acqua sorgiva, per
essere non solo salvata, ma in modo
particolare per essere ‘salvante’. E
tutto ciò può accadere nella misura
in cui gli sposi hanno conosciuto
Cristo e il Suo Amore trasformante,
hanno sperimentato che solo vivendolo quotidianamente è possibile
comunicarlo e testimoniarlo agli
altri”. Don Renzo invita infine tutti
gli sposi cristiani ad avere “l’entusiasmo di essere sacramento, carne
di Cristo in azione, di essere segno
ministeriale, rito permanente che
celebra l’Amore di Cristo Gesù”.
L’intervento di Bonetti è stato seguito da un dibattito interessante fra i
partecipanti, i quali, accorsi numerosi oltre ogni aspettativa nonostante il
giorno feriale, hanno dimostrato,
come ha affermato Padre Salvatore
Bucolo, una “sete grande di dare
voce alla bellezza del Matrimonio”.
Con tre parole il direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale Familiare di Catania ha sintetizzato il
convegno: “stupore, bellezza e missione” per la relazione fra uomo e
donna come segno grande dell’Amore di Cristo per l’umanità.
Alla fine dell’incontro Don Renzo
ribadisce chiaramente che “la famiglia è una dimensione irrinunciabile
di tutto l’agire della Chiesa”, che
solo tramite essa è possibile manifestare al mondo la relazione che intercorre fra Cristo ed il suo corpo che è
la Chiesa. Non si può ignorare la
“vocazione alla santità della famiglia, il miracolo perenne della Pentecoste nella Chiesa e nella vita degli
sposi” come sottolineano i coniugi
Gino e Filippa Passarello.
L’Amore di Cristo, il Suo infinito
donarsi sulla Croce per la salvezza di
ogni singolo uomo deve essere per
tutte le coppie di sposi cristiani invito a testimoniare l’infinita bellezza
della “carità coniugale”, modo specifico attraverso il quale ogni uomo e
ogni donna partecipano al “mistero
grande” di Cristo e della Chiesa.
Giuseppe e Mariella Magrì
All’Istituto “Campanella-Sturzo” di Catania lo scrittore giornalista Alessandro Cannavò e il piccolo Mattia
ll’istituto comprensivo
“Campanella-Sturzo”,
insieme all’I.C. “Fontanarrossa”,
all’associazione culturale “Fiumara
d’Arte” e il Movimento della Giustizia a tutela dei Diritti Umani, moderatore Lella Battiato, è stato presentato il libro In viaggio con lo zio,
autore Alessandro Cannavò, caporedattore della sezione eventi del
Corriere della Sera, e il co-autore
Mattia Arena Cannavò, alunno dell’I.C. “Ercole Patti” di Trecastagni,
cugino del giornalista che diventa
affettuosamente lo zio, come amico
e guida spirituale. Una giornata per
raccontare gli itinerari della grande
bellezza che hanno accompagnato il
viaggio dei due protagonisti, un
esperimento didattico tra formazione
e narrazione. Il testo fa parte di una
collana di narrativa per le scuole
“Storie del Quotidiano”, nata dalla
collaborazione tra Rcs-education e
Bompiani, per avvicinare i ragazzi
alla lettura cresciuti nell’era digitale.
Un racconto per rileggere la realtà
dei nostri beni culturali, immergersi
nel mondo degli adolescenti, accendere il dialogo tra genitori e figli su
temi come relazioni e sentimenti. Se
i ragazzi imparano a guardarsi dentro, a raccontare il loro immaginario
li capiremo anche di più, ma anche
saper leggere a casa i loro silenzi.
Cannavò si rivolge ai ragazzi e
insieme a Mattia proiettano delle
diapositive del viaggio ed ecco apparire il maestoso Etna, il Museo della
A
Un viaggio nel nome della bellezza
Lava e una visita al quartieri popolare di Librino, “illuminato da quella
Porta della Bellezza che è diventata
il simbolo della cultura, dei valori e
un centro di attrazione turistica.
In apertura il giornalista sottolinea:
“è un viaggio nel nome della bellezza, tutto nasce perché quando si studiano determinate cose poi bisogna
conoscerle”. Continua: “La vacanza,
dal latino vacatio, è un momento di
riposo, ma il viaggio un momento di
impegno dove si esercita responsabilità documentando le tappe è anche
un momento di crescita importante.
Siamo partiti dall’estremo Sud, dalla
Sicilia dove vive mio nipote Mattia,
che nella realtà è il figlio di mia
cugina, volevo raccontare l’estremo
nord ovvero l’Alto Adige”.
Ha visitato anche San Candido in
omaggio a suo padre, che è stato un
notissimo direttore della Gazzetta
dello Sport. Cannavò evidenzia: “Sì,
è una sorta di omaggio al senso della famiglia che, quando posso, provo
a valorizzare”. Nel libro appare evidente la volontà di rivalutare la figura dello zio. infatti l’autore sottolinea
“il suo ruolo è molto importante nella formazione dei ragazzi. È una
figura unica dal punto di vista educativo, non ha il ruolo sanzionatorio
dei genitori e ha maggiore dinamismo rispetto ai nonni, è a metà stra-
da tra l’adulto e l’amico. Sono contento che Mattia mi chiami zio”.
Ha introdotto i lavori il dirigente
scolastico Lino Secchi ricordando il
padre del giornalista Alessandro,
Candido Cannavò, con il quale portò
avanti dei progetti,
apprezzando il libro
e sottolineando: “il
viaggio è momento
di crescita, esprime
valori e aiuta a
riflettere sull’importanza dei legami
familiari, con la freschezza della lingua
comprensibile per le
nuove generazioni.
Utile per stimolare
la voglia di conoscenza e di sapere.
La scuola non deve
essere solo istruzione ma trasmissione
di socialità ed educare alla cultura”.
Importante la partecipazione del
Mecenate imprenditore Antonio
Presti, presidente di “Fiumara d’Arte”, che esordisce con una domanda
ai ragazzi “Cosa fa la bellezza? La
bellezza ha creato la Porta di Librino, insieme a voi, l’abbiamo abbellita con il progetto dei fiori e delle
fotografie. La bellezza che possiamo
creare per noi e rendere più bello il
quartiere, ma la bellezza è anche
quella che dobbiamo manifestare nel
cuore. Il libro con le sue pagine educative consolida i rapporti di amicizia” e invita poi tutti i presenti a par-
tecipare il 22 giugno al “rito della
luce” e a leggere poesie nella Piramide di Tusa.
Il presidente della VI municipalità di
Catania Lorenzo Leone osserva
“dobbiamo valorizzare Librino,
abbiamo bisogno di cultura e dare
spazio ai ragazzi che sono la forza
della crescita di Librino, una realtà
che sta cambiando”. Durante l’incontro sono stati letti dagli alunni
alcuni passi del libro, insieme agli
alunni della media I D e I A con i
prof. Melfa Cinzia, Zisa Profeta,
Maggiore Rosaria, per l’I.C. “Fontanarossa”, dirigente
scolastico Concetta
Tumminia, le classi
elementari V A e V E
con i docenti Agatino
Lo Vecchio, Aurelia
Cono Genova, Carmela Amella e Tricoli. Il giovane Mattia
chiude la mattinata
leggendo una sua poesia “La vita è un cuore
che batte” inserita nel
libro e la sua sensibilità e passione per la
musica e la poesia
diventa un modello
positivo per i ragazzi
presenti e la costruzione del loro futuro.
Un messaggio per conoscere il
nostro territorio e i giovani con
impegno e passione per quello che
fanno, possono raggiungere obiettivi
importanti perché anche se sono piccoli, riescono ad essere grandi dentro.
Artemisia