N° 22 Domenica 8
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N° 22 Domenica 8
A PAG. 3 Catania - anno XXX - n. 22 - 8 giugno 2014 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it “Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881 settimanale regionale di attualità XII CONVEGNO LITURGICO INTERNAZIONALE “In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente” Pentecoste di pace. I frutti del viaggio di Papa Francesco in Terra Santa Le tre “P”: Poveri, Pace, Perdono CONFERENZA SULLA SINDONE Foto L’Osservatore Romano (www.photo.va) / SIR A l termine della celebrazione di domenica 25 maggio a Betlemme, Papa Francesco, durante il suo primo viaggio in Terra Santa, nel ricordo del primo incontro ecumenico di Papa Paolo VI con il Patriarca Athenagora nel 1964, in un fuori programma che ha stupito il mondo, ha detto: «In questo luogo, dove è nato il principe della pace, desidero rivolgere un invito a lei, signor presidente Mahmoud Abbas, e al signor presidente Shimon Peres, ad elevare insieme con me un’intensa preghiera invocando da Dio il dono della pace. Offro la mia casa in Vaticano per ospitare questo incontro». Non un summit alla ricerca di nuove mediazioni o “road map” per uscire dalla crisi israeliana-palestinese, ma semplicemente un momento di preghiera, da realizzarsi prima dell’imminente scadenza del mandato presidenziale di Peres. Ed ecco che è stata fissata la data dell’8 giugno, solennità di Pentecoste, per il momento di preghiera e l’incontro in Vaticano tra il presidente israeliano Shimon Peres e quello palestinese, Mahmoud Abbas. Sarà un evento dello Spirito, che proprio nel giorno di Pentecoste, soffia buoni propositi e messaggi di Pace. Il mondo intero attende da questo evento una nuova luce, un raggio di speranza che ha come promotrice la Chiesa, custode del messaggio di pace che Gesù ha portato in terra agli uomini di buona volontà. «Ci riuniremo a pregare, soltanto, e poi ognuno torna a casa», ha detto Papa Francesco ai giornalisti: «Io credo che la preghiera sia importante e pregare insieme senza fare discussioni di altro tipo, questo aiuta. Sarà un incontro di preghiera: ci sarà un rabbino, ci sarà un islamico e ci sarò io». Una preghiera ecumenica e pentecostale per invocare la pace in quella terra benedetta e si auspica che questo evento produca un’onda benefica di pace in tutto il mondo. Come già nella giornata di digiuno e di preghiera per la Pace lo scorso 7 settembre 2013, Papa Bergoglio che ha scelto il nome di Francesco, perché modello di povertà, araldo della pace, custode e cantore del creato, apre le porte della Chiesa di Roma, per scrivere una pagina storica d’incontro e preghiera per il dono della pace. Questo nostro mondo, ebbe a dire il Papa il 7 ottobre, nel cuore e nella mente di Dio è la “casa dell’armonia e della pace” ed è il luogo in cui tutti possono trovare il proprio posto e sentirsi “a casa”, perché è “cosa buona”. La bontà della pace è espressa in tutti i Giuseppe Adernò (segue a pag. 2) a pagina 5 VELO di SANT’AGATA a VILLABATE a pagina 8 DON RENZO BONETTI AL PIME I lavoratori dei Call-center in piazza contro la delocalizzazione La crisi stacca i telefoni a crisi non risparmia nessuno. Neppure i lavoratori dei Call-center. La cosiddetta generazione mille euro ha incrociato le braccia per un giorno e staccato i telefoni. In cinquemila hanno scelto di darsi appuntamento a Roma per il il “No delocalizzazione day”, corteo pacifico di protesta. Anche la Sicilia ha fatto sentire la propria voce. Da Catania sono partiti in 600, da una delle provincie italiane che vanta il maggior numero di lavoratori, all’incirca 9000 addetti. Chi non è partito, però, ha scelto di condividere la protesta davanti ai cancelli dei call-center. A Misterbianco, di fronte la sede di Almaviva, una delle più grandi aziende italiane, in molti hanno partecipato alla protesta nazionale contro i con- L tratti di solidarietà, con una riduzione oraria del 35%. Primo passo verso una totale delocalizzazione delle commesse. Uno dei comparti che negli ultimi anni ha assicurato migliaia di posti di lavoro rischia cosi di capitolare sotto i colpi delle recente congiuntura economica. Da semplice lavoro occasionale, da svolgere part-time durante gli studi universitari, o mordi e fuggi per racimolare qualche euro, quello dell’addetto call-center, negli anni si è trasformato in un vero proprio lavoro. Adesso rischiano di restare a casa anche madri e padri di famiglie: si stima che in Italia siano 80 mila secondo i numeri ufficiali. Il 60 per cento di chi lavora in un call-center è laureato, con un contratto base che prevede un minimo di 4,8 euro lordi ogni ora. Un dato che però potrebbe essere di gran lunga maggiore, considerando il numero di lavoratori che sfugge al fisco e all’estrema precarizzazione delle condizioni di lavoro. Senza dimenticare che buona parte di questo lavoro si basa sulle provvigioni dei servizi venduti E se non si superano determi- nate soglie si rischia addirittura di lavorare gratis. Come purtroppo accade. Non è più dunque l’isola felice di qualche anno fa. Nel 2007 furono siglati 27 mila contratti a tempo indeterminato ma adesso gli stessi contratti rischiano di diventare carta Filippo Cannizzo (segue a pagina 2) a pagina 12 2 Prospettive - 8 giugno 2014 sommario al n. 22 PRIMO PIANO Indietro nel tempo intervistando Costanza Bruno ___________3 Bioetica: Attenti alle menzogne mediatiche! __5 INFORMADIOCESI Notizie in breve ___________6 Benefattori dell’OVS_______6 DIOCESI Bambini in città 2014: l’iniziativa di Talità Kum ___7 Kiwanis Catania Est SIDRA premiazione Ecogioco ________________9 Omaggio a Pippo Fava in scena al teatro “Musco” di Catania_______11 A Catania Alessandro Cannavò e il piccolo Mattia ________12 Direzione amministrazione e redazione: via San Giuseppe al Duomo 2/4, 95124 Catania Redazione e amministrazione: tel. 095 2500220 fax 095 8992039 www.prospettiveonline.it E-mail: [email protected] [email protected] [email protected] Editrice ARCA s.r.l. via Etnea, 8 95121 Catania Iscritta al Registro degli Operatori di Comunicazione (ROC) n. 7858 Direttore responsabile Giuseppe Longo Progetto grafico: Patrizia Di Blasi - SRI spa. 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(Federazione Italiana Settimanali Cattolici) Questo numero è stato chiuso alle ore 13.00 di mercoledì 14 maggio 2014 A Napoli denunciati 82 genitori: tenevano i figli a casa Le ragioni della dispersione ncora dispersione scolastica. Vale la pena continuare a parlarne, sia perché si tratta di una “piaga” molto reale della scuola e della società italiana, da conoscere il più possibile, sia perché non ci si può rassegnare al fatto che tanti bambini, ragazzi e ragazze, già a cominciare dalle medie inferiori, perdano quell’opportunità straordinaria di crescita che, con pur tutte le sue magagne, è la scuola. Questa volta il punto di partenza è una notizia che viene da Napoli, dove nel corso dell’anno scolastico che sta per terminare, i carabinieri hanno denunciato 82 genitori per inosservanza degli obblighi d’istruzione per i figli, in tutto 50 minori. Chi conosce la storia della scuola nel nostro Paese ben sa che uno dei problemi principali del sistema di istruzione dell’Italia unita fu da subito quello di raccogliere i bambini nelle aule. Bambini che non di rado andavano a lavorare nei campi piuttosto che andare a scuola, restando questa un’opportunità per pochi. Oggi il problema non è più quello di un tempo, ma una notizia come quella di Napoli fa drizzare le orecchie. I militari dell’Arma, poi, non solo hanno provveduto alle denunce e alle segnalazioni dei singoli casi di abbandono scolastico, ma hanno anche cercato di approfondire, di volta in volta, le diverse situazioni accertate. Così, nella maggior parte dei casi, soprattutto di quelli che riguardavano le scuole medie inferiori, sono venute a galla condizioni di disagio familiare dipendenti dalle circostanze più variegate e difficili. I genitori denunciati per non aver mandato i figli a scuola sono persone giovani, con un’età media tra i 30 ed i 40 anni. Molti di loro, circa la metà, hanno precedenti penali, hanno lavori precari, sono operai, ambulanti, muratori, disoccupati, casalinghe, A (continua da pag. 1) LE TRE “P”... simboli che la descrivono dalla bianca colomba, al ramoscello di ulivo, all’intreccio delle mani che segnano un incontro tra persone, al telescopio spaziale che manda raggi d’amore sulla terra, all’arcobaleno dei colori che s’intrecciano in una suggestiva e rasserenante armonia. Il diluvio che tutto distrugge tende a cessare ed un nuovo orizzonte di speranza si apre nell’immenso cielo, (continua da pag. 1) LA CRISI... straccia. “La crisi e la competizione tra le imprese ha determinato – si legge in un dossier pubblicato dai rappresentati sindacali di settore una profonda trasformazione del settore: gare al massimo ribasso, rivisitazioni in calo delle tariffe dell’appalto, cambi di appalto continui determinano una spinta al ribasso delle condizioni di lavoro, al ricorso massiccio agli ammortizzatori sociali e a delocalizzare parte di attività verso Paesi in cui il costo del lavoro risulta significativamente più basso”. Basta pensare che in Albania già lavorano quasi 10mila persone per call-center italiani. In Italia, va segnalata la presenza di un vuoto collaboratrici domestiche, operaie. E normalmente, a loro volta, una bassa scolarizzazione. Richiesti di spiegazione sul fatto che i loro figli non andavano a scuola, alcuni di loro hanno risposto, semplicemente, di ritenerlo “non utile”, e di essersi limitati ad assecondare la volontà dei ragazzi che, appunto, a scuola non volevano andare. Aiuta a capire meglio la situazione la relazione di un dirigente scolastico napoletano, Paolo Battimiello, preside del Comprensivo Virgilio quattro di Scampia in una audizione alla Camera, alla commissione Cultura della Camera dei deputati. Ha parlato di “completa disaffezione alla scuola” in alcuni quartieri. Ha riferito di situazioni estremamente degradate, di disoccupazione e miseria, di genitori in galera, con i bambini, le “vere vittime”, costretti a stare a casa per accudire i più piccoli. Un affresco inquietante, in una grande città italiana. Inquietante a maggior ragione se si pensa, ad esempio, al recentissimo richiamo del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco sull’Italia che prova ad uscire dalla crisi. Nodo cruciale, per il governatore, è proprio la scuola, il sistema di istruzione che però è “inadeguato”. Come dire: serve “più scuola” e fatta bene. In altre parole - è ancora Visco - occorre investire di più e con convinzione sull’istruzione, con riforme che danno risultati nel tempo. Certo, bisogna prima che a scuola riescano ad andarci tutti. A.C. Verbum Domini XIV Settimana Biblica 7-10 luglio 2014 L’universale vocazione alla santità di cui parla la Costituzione dogmatica sulla Chiesa (LG 40) ci ricorda che «tutti coloro che credono nel Cristo di qualsiasi stato o rango, sono chiamati alla pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità», perché sanno che tale santità «promuove nella stessa società terrena un tenore di vita più umano». La nostra santificazione, voluta da Dio (1Ts 4,3; cf. Ef 1,4), è un’opera dello Spirito e non un’impresa della carne. Si manifesta nei molteplici frutti della grazia che lo Spirito produce in ogni discepolo, dirigendo i nostri cuori verso quei fratelli che con il loro esempio testimoniano che è possibile compiere in ogni tempo il disegno di Dio, imitando il Figlio. Il Centro Biblico Diocesano Verbum Domini, offre una Settimana biblica per approfondire il legame sponsale che lega la vita di santità alla Parola di Dio, seguendo in particolare la parabola esemplare di Teresa di Lisieux per avere una conoscenza adeguata e proponibile alle giovani generazioni. Gli incontri, secondo un collaudato cammino di studio e di preghiera, sono coordinati da don Giuseppe Bellia, direttore del Centro biblico diocesano, da fr François-Marie Léthel, ocd, docente di Teologia dogmatica e di Teologia spirituale al Teresianum di Roma, e da don Paolo Fichera, pedagogo e docente di Sto- ria della filosofia contemporanea al San Tommaso di Messina. L’iniziativa è diretta a presbiteri, diaconi, religiosi, catechisti, insegnanti di religione e a quanti, attratti dall’amore di Cristo e dal suo Vangelo, hanno il desiderio di crescere nella vita di santità. Gli incontri iniziano lunedì 7 luglio (ore 15,30) e si concluderanno giovedì 10 luglio (ore 12,30). Si svolgeranno presso la Casa Generalizia delle Suore Domenicane del Sacro Cuore di Gesù, in Via S. Nullo 46, sulla circonvallazione di Catania (direzione Ovest). Sono disponibili 50 camere. Il costo della pensione è di 38 €. in doppia e di 43 €. per la singola. Il costo dei singoli pasti è di 13 €. L’iscrizione rimane invariata (€. 20). La richiesta dovrà pervenire in tempo utile al diacono Giuseppe Gangemi, segretario del Verbum Domini, preferibilmente all’indirizzo di posta elettronica: [email protected]. Si può anche telefonare al 340.2618916 oppure al 095.968256. ® annunciando la pace. La pace annunciata da Papa Giovanni XXIII, nell’enciclica “Pacem in terris”, il grido di Paolo VI alle Nazioni Unite il 4 ottobre 1965 ritorna ancora forte e deciso: “Non più gli uni contro gli altri, non più, mai! non più la guerra, non più la guerra!» Le azioni di pace condotte da San Giovanni Paolo II, che hanno provocato la caduta del muro di Berlino, la catechesi di Benedetto XVI, ricca di forti messaggi sulla teologia della pace, costituiscono piccoli ma decisivi passi nel sentiero della pace, che non è mai “disgiunta dai doveri della giustizia, ma alimentata dal sacrificio proprio, dalla clemenza, dalla misericordia, dalla carità» come si legge nel Messaggio per la Giornata Mondiale della pace 1976: La vera pace, dono di Gesù Risorto: “Pace a voi”, scaturisce dal perdono e impegna tutti i cristiani ad essere operatori di pace, segni di riconciliazione e di dialogo, protagonisti attivi della cultura dell’incontro e della comu- legislativo in cui le aziende possono licenziare e riassumere il lavoratore senza precisi vincoli. Cosi ha spigato Michele Azzola, segretario nazionale dell’organizzazione sindacale SlcCgil: “C’è una delocalizzazione selvaggia a vantaggio esclusivo delle aziende e a carico delle casse dello Stato. L’Italia infatti, spende una prima volta quando gli operatori vengono licenziati e aiutati grazie agli ammortizzatori sociali. Spende poi una seconda volta quando prevede incentivi per nuove assunzioni che in realtà non sono nuove per nulla”. Degli effetti della delocalizzazione selvaggia ne è consapevole Marco Tripi, presidente di Almaviva Contact: “Gli effetti delle delocalizzazioni sono brutali, ormai circa il 20 per cento dei volumi di tutto il mercato sono stati trasferiti all’Estero e questo crea anche gravi conseguenze sulle tariffe. Quelle praticate in Albania, per esempio, sono un quarto di quelle applicate nel nostro Paese e questo sta letteralmente uccidendo il mercato italiano. Il confronto tra i due mercati, infatti, non permette di reggere la concorrenza perché saremmo obbligati ad applicare tariffe che sono ben inferiori al costo del lavoro in Italia senza tenere conto della totale mancanza di regole contrattuali applicate nei paesi fuori dalla Comunità Europea”. Parole che hanno fatto chiarezza su una nuova emergenza lavorativa. Spetta adesso al Governo mediare tra le parti. ® nione nella carità e nel farsi prossimo agli altri. Pace, perdono, poveri, sono le tre “p” che Papa Francesco declina tutti i giorni del suo ancor breve pontificato ed ha già segnato un solco profondo nella storia della Chiesa. Nell’azione pastorale l’immanenza nel concreto della storia spesso prevale, ma il nuovo umanesimo non può prescindere dalla trascendenza che guida i passi terreni verso la luce degli ideali. Non è sufficiente un abbraccio di pace o la firma di un trattato per cambiare il percorso della storia, occorre un cambiamento di stile e di azione, capace di mettere al primo posto l’essenziale. La nuova pentecoste, annunciata e attesa come rinascita della Chiesa, insieme ai sette doni dello Spirito Santo porta il dono della pace, espressione e sintesi di sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore di Dio, doni e virtù che guidano l’animo umano verso i sentieri del divino. La dignità dell’uomo, il riconoscimento dei diritti di ciascuno come singolo e come popolo, costituiscono il fondamento per costruire la pace, ed insieme mettere a dimora semi di educazione alla pace e di formazione del cristiano, operatore di pace. ® Per i santi è tutto il mio amore (Sal 16,3) Parola e santità: un rapporto sponsale 3 Prospettive - 8 giugno 2014 Bose, 29-31 maggio 2014: XII Convegno Liturgico Internazionale Liturgia e cosmo fondamenti cosmologici dell’architettura liturgica a giovedì 29 a sabato 31 maggio 2014 si è tenuto presso il Monastero di Bose il XII Convegno Liturgico Internazionale, organizzato sin dalla sua prima edizione insieme all’Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana. Il Convegno era consacrato al tema: Liturgia e cosmo. Fondamenti cosmologici dell’architettura liturgica. Il rapporto tra l’edificio-chiesa e la creazione, infatti, non può limitarsi alla pur decisiva problematica dell’ecosostenibilità, ma domanda al tempo stesso un approfondimento delle ragioni teologiche e antropologiche. Il Convegno Liturgico Internazionale di Bose è ormai un appuntamento annuale nel quale studiosi ed esperti internazionali si confrontano su temi relativi al rapporto tra liturgia, architettura e arte, offrendo al vasto pubblico presente, composto da teologi, liturgisti, architetti, artisti, responsabili di Uffici diocesani di liturgia, dei Beni Culturali Ecclesiastici, dell’edilizia per il culto, docenti, e interessati al tema specifico, un luogo nel quale convergere per una riflessione comune, animata D dalla volontà di riconoscere appieno il valore dello spazio liturgico e dell’arte cristiana. Ritrovare la dimensione cosmica della fede cristiana appare urgente e per fare questo occorre vedere con chiarezza gli effetti quantomeno problematici della riduzione antropologica del messaggio cristiano operato dal cristianesimo occidentale. Una riduzione antropologica che è giunta a segnare in profondità anche la comprensione teoretica della liturgia e la sua stessa esperienza e, pertanto, non ha risparmiato neppure l’architettura liturgica anch’essa sostanzialmente antropocentrica. La millenaria tradizione liturgica mostra chiaramente che la fede creduta e celebrata nella Chiesa è attraversata da un legame inestricabile che unisce Dio, l’uomo e il cosmo: «Il circolo cosmico e quello storico rimangono in definitiva, malgrado la loro differenza, l’unico circolo dell’essere: la liturgia storica del Cristianesimo è e rimane cosmica, e solo così essa sussiste in tutta la sua grandezza» (J. Ratzinger). La cura del creato e la cura delle comunità sono dunque poste di fronte a una duplice sfida: rendere l’architettura per il culto non solo sobria, sostenibile e rispettosa dell’ambiente e del paesaggio, ma significante in un orizzonte di senso in cui l’estetica liturgica sappia arricchirsi con una ritrovata estetica cosmica. La prima relazione della mattinata di giovedì 29 maggio era affidata al prof. Duccio Demetrio, docente presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca, che ha presentato la “fede civile”, ossia l’orizzonte comune circa la cura del mondo. Nel pomeriggio il Prof. David Banon, noto ebraista docente presso il Département des études hébraïques et juives de l’Université de Strasbourg, ha offerto una riflessione biblica sul tema del costruire per Dio e per l’uomo, mentre il Prof. Yves-Marie Blanchard, docente emerito di esegesi neotestamentaria dell’Institut Catholique de Paris, ha tratteggiato gli elementi di una cristologia cosmologica. La mattinata di venerdì 30 maggio si è aperta con la relazione del prof. François Cassingena-Trévedy osb, docente presso l’Institut Supérieur de Liturgie di Parigi, che ha affrontato il rapporto tra liturgia e cosmo. Il Prof. François Boespflug, storico dell’arte, docente presso la Faculté de Théologie Catholique dell’Università di Strasbourgo, ha ripercorcorso la storia e i significati della figura del Pantocratore. Nella seduta pomeridiana il Prof. Salvatore Settis, noto storico dell’arte, ha l’intervista Indietro nel tempo intervistando Costanza Bruno Soccorrere, aiutare e confortare senza sosta na giornata piena di emozioni e di contenuti storici è stata trascorsa a Catania dalla sottoscritta insieme all’Istituto Comprensivo Statale di Gioiosa Marea, Plesso di Gliaca di Piraino (ME). Al mattino, il laboratorio di storia della Sicilia al palazzo del Toscano sul tema” La città fenice…I personaggi che hanno ricostruito Catania dopo il terremoto del 1693”, per sentire e conoscere la forza di rinascita dalle macerie che è insita nella città etnea, poi un’escursione alla Casa Museo Verga per cogliere lo spirito letterario e gli umori del genio che ha incarnato l’impersonalità dell’arte e infine una tranche di vita, vicina cronologicamente al nostro tempo, con la visita al Museo dello Sbarco del 1943. In una superfice di 3000 mq, su tre elevazioni in un’area del complesso storico architettonico “le Ciminiere”, un patrimonio che documenta una vicenda storica, trasmessa in chiave emozionale. Suoni, immagini, oggetti in movimento, fedeli ricostruzioni di ambienti legati a quel periodo bellico che va dal 10 luglio all’8 settembre del 1943, una vera pagina di storia umana che diventa U animazione attraverso reperti e rifacimenti ispirati al criterio della verosimiglianza, quando addirittura gli oggetti non sono altro che originali, frutto di donazione di appassionati collezionisti. Ed è stato lì, tra quegli ambienti che rievocano alla memoria lo sbarco anglo-americano del 1943 che incontrai colei che visse in uno spirito di abnegazione di se stessa donando la vita per gli altri nel puro esempio dell’amore: la crocerossina siracusana Costanza Bruno, uccisa dai bombardamenti del luglio 1943. Avanzava verso la mia persona, con passo lieve, sembrava quasi che il suo piccolo piede non venisse offeso dalla terra. Non dimenticherò mai il suo volto, il suo sguardo serafico, rassicurante, indicibilmente bello, una sensualità celeste, come se non fosse mai stato sfiorato dalle passioni terrene. Mi sfiora il viso e mi sussurra con candida voce: <<Vuoi che ti racconti la mia storia legata a questo tristissimo periodo di catastrofe generata solo dall’odio umano?>>. Vestiva con dignità la divisa delle crocerossine, e il suo modo di parlare era confortante, come un abbraccio materno. Certo, la prego, mi parli, mi racconti la sua vicenda. <<Il mio nome è Costanza, nata dal generale Francesco Bruno e dalla baronessina Concettina Salomone. Giovanissima frequentai i corsi di infermiera volontaria e subito prestai opera negli ospedali di Siracusa, la mia città, Palermo e poi Catania. Erano gli anni in cui la guerra bussava al destino degli italiani e così, avendo nel cuore la missione del soccorso, chiesi e ottenni il permesso di recarmi sui campi di battaglia per espletare il mio compito umani- tario nelle corsie: Quante volte cercai gli ammalati e i feriti più gravi e meno assistiti, e soprattutto quelli non confortati da affetti intimi o prossimi alla morte, per alleviare loro il dolore… Mio padre, generale sagace e uomo d’esperienza, entrò in conflitto con lo Stato Maggiore, perché annunciò, di fronte all’imminente e ultra potente sbarco anglo-americano, il nostro inutile spargimento di sangue causa la penuria dei mezzi italiani. Non venne ascoltato, ergo diede le sue dimissioni. Fu il precipitare degli eventi bellici che indusse me e la mia famiglia a riparare nell’interno dell’isola, a Nicosia, dove avevamo il nostro palazzo. Ma il centro della Sicilia divenne il luogo campale della battaglia: a Nicosia affluivano vittime di guerra e feriti, cosicché mi arruolai nel piccolo ospedale del paese dove c’erano scarse strutture e lì operava un medico solo assistito da una sola infermiera e da alcune volontarie. Lavoravamo dall’alba fino a tarda sera, mai stanche di soccorrere, aiutare, confortare>>. Mi perdoni, ma cosa accadde nel luglio del 1943 alla sua persona? (segue a pagina 4) indicato i criteri per una corretta distinzione tra cosmo, natura, ambiente e paesaggio. A seguire, l’architetto Muck Petzet di Monaco ha riflettuto sull’uso dei materiali naturali nell’architettura e il loro rapporto con il cosmo. All’architetto Mario Cuccinella invece è stato affidato il compito di elaborare una poetica della sostenibilità. La mattinata conclusiva è stata aperta dal prof. Luigi Fusco Girard, docente presso il Dipartimento di architettura dell’Università di Napoli, il quale ha presentato una panoramica europea circa il rapporto tra chiese e sostenibilità. La tavola rotonda conclusiva ha dibattuto i contenuti emersi dal convegno e aperto ulteriori piste di riflessione. Così, parlare di «Liturgia e cosmo» significa affrontare la grande questione dell’equilibrio tra natura e grazia, la corretta comprensione dell’autonomia del temporale e la netta distinzione tra il significato del sacro e del profano, che è proprio del mondo della fenomenologia delle religioni, e la comprensione sacramentale del sacro, che scaturisce dalla rivelazione del Nuovo Testamento. I nostri spazi sacri non sono in disputa con il «profano», ma diventano invece quei segni efficaci che rivelano la verità ultima della creazione verso il suo definitivo compimento all’interno del piano divino. Lo spazio liturgico troverà non solo la sua propria funzionalità pratica riguardo ai «Rituali Cristiani», ma potrà realmente rappresentare lo stimolo necessario al dinamismo sacramentale che sta alla base ed è anche principio di efficacia dell’impegno sociale ed ambientale dei cristiani. La Chiesa, dai suoi luoghi di celebrazione, proclama Cristo e il suo Mistero Pasquale come il fondamento di una nuova armonia sociale e cosmica. Ogni chiesa, quindi, sotto questa prospettiva, ha una sua propria vocazione urbanistica ed ecologica. Purtroppo sarà possibile approfondire la straordinaria ricchezza dei contenuti delle relazioni di questo Convegno, solo leggendo gli atti che verranno pubblicati il prossimo anno. Intanto sono però disponibili i volumi relativi agli atti di tutti i precedenti convegni: una fonte copiosissima da cui attingere, sia le direttive Conciliari sull’Adeguamento liturgico delle nostre chiese insieme a quelle relative alla costruzione dei nuovi edifici di culto, sia la conoscenza del lungo percorso di maturazione in questi ambiti che ha già fatto la Chiesa italiana. Un cammino caratterizzato da molte tappe già raggiunte, ma anche da numerose altre che attendono ancora approfondimento e coraggiosa sperimentazione. a cura dell’Ufficio diocesano per i Beni culturali 4 Prospettive - 8 giugno 2014 5 Prospettive - 8 giugno 2014 IN PREIMOPIANO Studio Teologico S. Paolo Servizio di bioetica “Dott. Angelo Cafaro” Attenti alle menzogne mediatiche! ’informazione mediatica possiede delle caratteristiche peculiari che vedono nella velocità di divulgazione uno dei maggiori successi del progresso tecnologico. Oggi le informazioni viaggiano in tempo reale, comprese quelle che riguardano l’ambito biomedico. Soprattutto per questa categoria di notizie l’impatto emotivo ha una rilevanza maggiore. Un aborto, l’annuncio di una violenza, la morte di una persona non possono lasciare indifferenti. Purtroppo ci stiamo abituando anche alle brutte notizie, creando in noi una forma strana di disinteresse. Rispetto al passato, la differenza attuale sta nell’estensione dei destinatari dei messaggi e nella velocità di propagazione degli stessi, fattori questi che producono, mediante l’amplificazione rapidissima, prese di posizione emotive a livello dell’opinione pubblica e, spesso, anche decisioni altrettanto emotive di Stati e organismi internazionali. Siamo coscienti che oggi gli scimpanzé e i gorilla hanno più diritti degli esseri umani. L’Unione Euro- L pea vieta l’uso delle scimmie antropomorfe per la ricerca biomedica ma non si fa problemi nel permettere la distruzione degli embrioni umani. In virtù di una non corretta informazione, secondo la quale l’uso delle cellule staminali embrionali è indispensabile per la ricerca scientifica e l’ottenimento di nuove conoscenze in riferimento all’applicabilità terapeutica, si crede che questo sia l’unico modo corretto di fare ricerca con le cellule staminali. Il 28 maggio 2014, la Commissione Europea ha deciso di bocciare l’iniziativa “Uno di noi”. Si tratta di un modo nuovo di partecipare alla vita politica europea (http://www.oneofus.eu), in particolare si è sensibilizzata l’opinione pubblica a sostegno dei diritti e della protezione dell’embrione umano. Richiesta, comunque, bocciata, ignorando quasi due milioni di firme dei cittadini europei. Eppure i trattati internazionali (Trattato di Lisbona) conferiscono ad ogni cittadino il diritto di partecipare alla vita democratica dell’Unione e precisa che le decisioni sono prese nella maniera il più possibile aperta e vicina ai cittadini. In tal modo la cosiddetta democrazia partecipativa dovrebbe essere parte integrante del modello europeo di società ed, inve- ce, sembra che il parere dei cittadini non valga nulla quando entrano in gioco alti interessi economici. Per alcuni l’uso industriale di embrioni umani è un bene per l’industria biotecnologica; l’aborto e il controllo della popolazione nei paesi poveri rappresentano un bene per i consumi elettrici e per l’economia. Non bisogna troppo riflettere per dedurre che tutto ciò è animato non da principi etici ma unicamente da criteri economici. Sembrerebbe che l’Unione Europea voglia imporre la sua morale, non curante di una secolare tradizione cristiana che ha posto le basi culturali ed etiche di tutta l’Europa. La velocità di informazioni esaltanti, o preoccupanti, e la loro diffusione al vasto pubblico con strumenti non asettici, inquinati da componenti ideologiche oltreché da interessi economici, provoca decisioni affrettate ed incongrue. Con il risultato che molti di coloro che si sono formati un pregiu- Conferenza sulla Sindone al Rotary di Regalbuto egalbuto – “Il mistero della Sindone tra storia e scienza” è il tema tenuto dal prof. Angelo Consolo, Sottodelegato del Centro Internazionale di Sindonologia di Torino, nella sala Paolo VI adiacente la parrocchia San Rocco, organizzata dal Rotary Club, Distretto 2110 Sicilia-Malta, venerdì 30 maggio 2014. In ambito storico la mancanza di documentazione sul passaggio della Sindone in Francia ha costretto i vari ricercatori a formulare delle ipotesi. Ed ecco la risposta dello studioso Consolo. <<Nel 1204 il telo sindonico trafugato a Costantinopoli venne portato ad Atene e l’anno seguente fu trasferito in Sicilia, prima di raggiungere la Francia. A motivo del polline di pistacchio di Bronte rinvenuto sul telo nel 1973 dal criminologo svizzero Max Frei, voglio ipotizzare una peregrinazione geografica della Sindone con una sosta in Sicilia, a Bronte. Sappiamo che Frei tra la polvere osservò dei granuli di pollini e riuscì a individuare 57 specie di piante e tra queste il polline di pistacchio di Bronte. È noto che dal polline si può risalire alla specie della pianta e perfino al loro habitat. Il polline conferma la peregrinazione geografica. Per la logica dell’itinerario del sacro lino nel periodo medievale La Sottodelegazione di Catania ha modificato l’antica mappa storica. Ora, nell’ipotesi che la Sindone sia stata portata a Bronte: l’aria inquinata di una zona vulcanica come l’Etna avrebbe falsato la datazione col C14 che è un isotopo radioattivo del carbonio. Mi spiego meglio: la maggior parte della storia del lino è sconosciuta. Nel 1205 la Sindone non fu tenuta R Ipotesi di peregrinazione sotto controllo. La cassa-contenitore non la proteggeva dalle variazioni di temperatura e umidità. Nell’interno del contenitore si verifica un ‘effetto serra’ che degrada il tessuto. Anche l’aria inquinata di una zona vulcanica come l’Etna è penetrata all’interno del reliquario. Inoltre, l’umidità acida favorisce il degrado della stoffa. Sul lenzuolo sono state trovate: a) polvere solforosa originata dalla combustione di idrocarburi e b) polvere fluorescente del sapone – saponina; c) la saponina – dicasi saponaria – veniva adoperata nell’antichità per imbiancare le tele prima che venissero messe in vendita. Si può essere sicuri che tutto ciò non abbia avuto alcun effetto? Sarebbe curioso analizzare lo scam- bio di carbonio con l’aria e con il calore del terreno. Occorre fare una ricerca geo-biologica della terra di Bronte. Al Congresso Nazionale di Cagliari, 1990, presente una mia relazione di fenomenologia, cinque docenti di fisica dell’Università di Cagliari hanno affermato che <<Un campione di pianta prelevato sotto vento a un vulcano situato in una delle isole dell’arcipelago delle Nuove Ebridi (Oceano Pacifico) presentò una percentuale di C14 più bassa di circa il 50% rispetto a quella di altri campioni prelevati lontano dal vulcano>>. Va sottolineato, con il sindonologo Petrosillo, che ultimati i controlli, non restò che prendere atto della situazione e attribuire il fenomeno all’esistenza di una zona in cui la normale atmosfera veniva depauperata in modo significativo del C14 per effetto del mescolamento con i gas emessi dal vulcano e provenienti dalle profondità terrestri prive di C14. <<Rimane perciò dimostrato che localmente possono verificarsi situazioni ambientali anomale che si riflettono in una radiodatazione errata, non corrispondente cioè all’età effettiva del campione. Perché tale discrepanza non abbia a verificarsi, occorre, dunque, che il sito di origine, oltre che la conservazione del campione, sia conosciuto con notevole precisione e attentamente controllato>> (La datazione della Sindone, Atti del V Congresso Naz.,Cagliari, 1990, cit.pp.127-132). Un fatto analogo può avvenire anche in un territorio carente o parzialmente carente di C14, per effetto di mescolamento locale dell’anidride carbonica di origine vulcanica con quella normale atmosferica, per es. quello di Bronte, Randazzo, Nicolosi, Zafferana, perché anch’esso ricco di emanazione vulcanica. I risultati confermerebbero ampiamente le previsioni. dizio e lo hanno trovato utile, sono spesso riluttanti a cambiare idea e, soprattutto, a rendere pubblica la loro eventuale conversione. In passato sono state consumate molte violenze, che oggi ricordiamo con orrore come la schiavitù e la tortura. Queste sono cessate perché qualcuno ha avuto il coraggio di opporsi alle potenze del tempo, che invece avevano interesse affinché tutto rimanesse esattamente così com’era. La distruzione degli embrioni abbrutisce il nostro tempo, poiché mette a morte migliaia di vite umane. Verrà il giorno in cui anche queste azioni verranno ricordate con orrore? Perché questo accada è necessario che chi si rende conto di ciò che sta avvenendo si opponga a questo scempio, ognuno secondo le proprie possibilità, senza paure e senza vergogna di confessare il proprio credo. Occorre portare avanti la cultura della vita, anche attraverso i mezzi mediatici, facendo uso di filtri, capaci di rendere le singole azioni degne del valore della propria condizione umana: il filtro della ragione e non degli interessi finanziari, per il bene di tutti e non solo di alcuni. Non si può parlare di civiltà della vita senza salvaguardarla sin dalle prime fasi della sua esistenza. Purtroppo sembra che tutto stia diventando relativo, privo di serie e definitive differenze. Papa Francesco nel Messaggio per la 36ª Giornata Nazionale per la vita (2 febbraio 2014) fa un appello a quella “cultura dell’incontro” che “è indispensabile per coltivare il valore della vita in tutte le sue fasi: dal concepimento alla nascita, educando e rigenerando di giorno in giorno, accompagnando la crescita verso l’età adulta e anziana fino al suo naturale termine, e superare così la cultura dello scarto”. È forte l’invito a valorizzare la vita sempre, in qualsiasi momento della sua esistenza. Nonostante spesso ci sembra di gridare nel deserto e di andare controcorrente non dimentichiamo che la vita è un dono da rispettare e abbiamo il dovere di dirlo. Antonino Sapuppo Servizio di Bioetica, Studio Teologico S. Paolo Se desiderate avere chiarimenti su questioni di bioetica, potete contattarci inviando una vostra richiesta al seguente indirizzo di posta elettronica: [email protected] ...Intervista ad Angelo Consolo Come si formò l’impronta sindonica in rapporto al ritrovamento del lino nel Santo Sepolcro? <<Essendo la longa manus del Delegato di Sicilia, Sebastiano Rodante, devo dire che molti scienziati hanno tentato di riprodurre l’immagine per contatto: 1. Paul Vignon (1901) fu il primo a studiare scientificamente la natura delle impronte. L’esperimento del biologo, la cosiddetta ‘teoria vaporigrafica’, si basa sul sudore presente sulla cute di Cristo. Egli ottenne impronte somatiche bagnando di sudore (carbonato di ammonio) i volti di cadaveri, sovrapponendo a essi tele imbevute in soluzione oleosa di aloe; 2. Giovanni Judica Cordiglia cosparse il volto di un cadavere con una miscela polverosa di aloe e mirra e in ambiente umido vi fece aderire una tela imbevuta di trementina e olio d’oliva; 2. Ruggero Romanese inzuppò in soluzione fisiologica alcune tele con polvere di aloe e mirra e le sovrappose a volti di cadaveri; 3. Sebastiano Rodante nel 1975 ottenne migliori risultati usando tele di lino imbevute di aloe e mirra in soluzione acquosa. Utilizzò un calco di ceramica su cui spruzzò una soluzione composta da 10 parti di sudore e 1 di sangue, e sovrappose una tela di lino per circa 36 ore. (segue a pagina 8) Notizie in breve dal 9 al 15 giugno 6 Prospettive - 8 giugno 2014 L’Arcivescovo Dall’Agenda dell’Arcivescovo Lunedì 9 • Ore 9.30 Catania, Liceo Turrisi Colonna: prende parte alla Presentazione della ONLUS Associazione Culturale “Turrisi Colonna”. • Ore 17.30 Arcivescovado, Salone dei Vescovi: prende parte alla presentazione del volume: “Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia” a cura di Alberto Melloni. Martedì 10 • Mascalcia, Mompilieri: prende parte alla Giornata Mariana Sacerdotale Regionale. Mercoledì 11 • Ore 19.00 Biancavilla, parrocchia S. Maria dell’Idria: celebra la S. Messa e amministra il sacramento della Confermazione. Giovedì 12 • Ore 9.00 Arcivescovado: udienze. • Ore 12.00 Arcivescovado: presiede la riunione per la Fondazione Antiusura “Dusmet”. • Ore 19.00 Tremestieri Etneo, parrocchia S. Marco: celebra la S. Messa. Venerdì 13 • Ore 10.00 Curia, Salone dell’Economato: presiede la riunione dei Vicari foranei. Sabato 14 • Ore 18.30 Catania, parrocchia Nostra Signora di Nazareth: celebra la S. Messa e amministra il sacramento della Confermazione. Domenica 15 • Fuori sede. LUNEDÌ 9 GIUGNO, ore 17,30 in Arcivescovado, Salone dei Vescovi, verrà presentato il volume “Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia” a cura di Alberto Melloni, edizioni Il Mulino. Circa il contenuto della pubblicazione, unisco una nota che potrà motivare e facilitare la nostra partecipazione alla presentazione. Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia Nella nostra prassi pastorale dobbiamo purtroppo registrare, a volte anche nelle persone che si professano cristiane, una grave carenza d’istruzione religiosa. Lo stesso insegnamento religioso nelle scuole pubbliche non sembra colmare questo vuoto. È il pluralismo crescente delle esperienze religiose diverse dal cristianesimo, rende ancora più grave il problema. Sembra quindi opportuno cogliere l’occasione della recente pubblicazione di un “Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia”, presso la Società editrice Il Mulino, per iniziare una riflessione che interessa gli operatori pastorali non meno di quanto interessi tutti coloro che vogliono comprendere le dinamiche della nostra società. II Rapporto raccoglie i contributi di giuristi, teologi, storici, sociologi ed educatori e sviluppa un’analisi ad ampio raggio sulle motivazioni che hanno portato a questa situazione. Senza pretendere di offrire soluzioni facili, il Rapporto coglie anche alcune specifici- Il Seminario e i suoi benefattori I superiori e gli alunni del Seminario Arcivescovile dei Chierici di Catania esprimono viva gratitudine e riconoscenza alle Comunità parrocchiali ed ecclesiali della Diocesi per aver celebrato l’annuale Giornata del Seminario 2014 A quest’amministrazione sono già pervenute (dal 16 marzo al 19 maggio 2014), direttamente o tramite l’economato della Diocesi, le offerte dalle parrocchie e chiese: CATANIA Basilica Cattedrale S. Maria dell’Elemosina – Collegiata B.V.M. in Cielo Assunta alla Plaia Beato Padre Pio da Pietrelcina Crocifisso della Buona Morte Madonna del Divino Amore Maris Stella N.S. di Lourdes S. Cristoforo alle Sciare S. Euplio Martire S. Francesco di Paola S. Gaetano alla Marina S. Giuseppe al Pigno S. Leone Vescovo S. Lucia al Fortino S. Maria del Carmelo – Canalicchio S. Maria del Carmelo Barriera S. Maria del Rosario S. Maria dell’Aiuto S. Maria della Consolazione S. Maria della Guardia O.F.M. S. Maria della Salette S. Maria della Salute S. Maria di Gesù S. Maria di Monserrato S. Maria in Ognina S. Pio X S. Stefano Primo Martire Sacra Famiglia Sacro Cuore di Gesù al Fortino Santi Cosma e Damiano Ss. Angeli Custodi SS. Sacramento Ritrovato ADRANO Maria Ss. Assunta (Chiesa Madre) S. Agostino S. Francesco S. Leonardo S. Paolo Ss. Filippo e Giacomo BELPASSO Maria Ss. Immacolata (Chiesa Madre) Nostro Signore Gesù Cristo Re S. Antonio Abate S. Giuseppe S. Maria della Guardia in Borrello Sacro Cuore Imm. di Maria Regina della Pace BIANCAVILLA Beata Maria Vergine dell’Angelo Annunziata N.S.G. Cristo Re in Casina Sacratissimo Cuore Di Gesù BRONTE SS. Trinità (Chiesa Madre) Madonna del Riparo S. Giuseppe Artigiano S. Maria del Rosario CAMPOROTONDO ETNEO S. Antonio Abate (Chiesa Madre) GRAVINA DI CATANIA S. Antonio da Padova (Chiesa Madre) MALETTO SS. Cuori di Gesù e Maria (Chiesa Madre) MANIACE S. Sebastiano martire (Chiesa Madre) MASCALUCIA Madonna della Sciara - Mompilieri MISTERBIANCO S. Maria delle Grazie (Chiesa Madre) Divina Misericordia S. Angela Merici S. Bernardetta in Lineri S. Carlo Borromeo S. Cuore di Gesù e S. Margherita M. Alacoque S. Massimiliano Kolbe MOTTA SANT’ANASTASIA S. Maria del Rosario (Chiesa Madre) NICOLOSI Spirito Santo (Chiesa Madre) PATERNÒ S. Biagio S. Michele Arcangelo Sacro Cuore di Gesù PEDARA Maria Immacolata RAGALNA tà del panorama italiano, dove non esistono facoltà teologiche nell’ambito statale capaci di immettere nella cultura comune strumenti atti a comprendere l’esperienza religiosa come tale. Qualche contributo inoltre presenta alcune sperimentazioni che sono state avviate in varie sedi italiane per colmare le carenze e che possono e potrebbero essere corrette, incrementate e perfezionate anche nel nostro ambiente. Per una riflessione approfondita da condurre in seguito soprattutto in ambito pastorale, sembra quanto mai utile quindi presentare i contenuti principali del Rapporto e avviare una prima discussione che dovrebbe coinvolgere tutti coloro che sono impegnati a vario titolo nelle istituzioni scolastiche e universitarie, oltre agli operatori pastorali. La presentazione del “Rapporto sull’analfabetismo religioso in Italia” avverrà il prossimo 9 giugno, lunedì di Pentecoste, in Arcivescovado -salone dei vescovi, via Vittorio Emanuele II, 159, alle ore 17.30. Presenteranno il volume: Prof. Roberto Osculati, storico del cristianesimo presso l’Università di Catania Prof. Alberto Melloni, curatore del volume e segretario della Fondazione per le Scienze religiose Giovanni XXIII di Bologna Introdurra e moderera don Pino Ruggieri, docente emerito di teologia presso lo Studio teologico San Paolo di Catania. S. Barbara SANT’AGATA LI BATTIATI Maria SS. Annunziata (Chiesa Madre) S. Tommaso e Ss. Martiri Inglesi SAN GIOVANNI LA PUNTA S. Giovanni Battista (Chiesa Madre) SAN GREGORIO DI CATANIA S. Maria degli Ammalati (Chiesa Madre) TRECASTAGNI S. Nicolò di Bari (Chiesa Madre) Ss. Alfio, Filadelfo e Cirino TREMESTIERI ETNEO S. Maria della Pace (Chiesa Madre) Maria SS. Immacolata S. Marco VIAGRANDE S. Maria dell’Idria (Chiesa Madre) ZAFFERANA ETNEA Maria SS. del Rosario – Fleri S. Giuseppe – Pisano CHIESE - SANTUARI - ISTITUTI Chiesa Badia Sant’Agata - Catania Chiesa Ex Convento dello Spirito Santo - Adrano Chiesa Madonna del Carmine - Belpasso Chiesa S. Agostino – Catania Chiesa S. Antonio di Padova - Trecastagni Chiesa S. Biagio – Catania Chiesa S. Giuseppe – Misterbianco Chiesa S. Nicolò al Borgo - Catania Chiesa S. Orsola – Misterbianco Chiesa S. Vito – Catania Chiesa S. Giuliano - Catania Istituto Maddalena di Canossa – Catania Legio Mariae Parrocchia S. Leonardo - Adrano Missionarie della Regalità - Catania Monastero Carmelitane scalze – S. A. Li Battiati Monastero S. Benedetto - Catania Monastero S. Giuseppe al Carmine – S. G. la P. Santuario Maria Ausiliatrice – Adrano Santuario Sant’Agata al Carcere - Catania Suore cappuccine del Sacro Cuore – Catania Confraternita SS. Sacramento – Borrello Giornata del Seminario Anni precedenti Versate dopo il 31.12.2013 Parrocchia Natività del Signore - Catania (2013) Parrocchia S. Giovanni Bosco - Paternò (2013) Parrocchia S. Agata V.M. - Bronte (2013) Parrocchia Cuore Immacolato - Catania (2013) Parrocchia S. M. della Mercede - Catania (2012-13) Confidando di continuo nella Provvidenza di Dio che mai fa mancare il necessario, ringraziamo la Comunità diocesana per l’amicizia e il sostegno spirituale e materiale che mai ci sono venute meno nonostante l’attuale crisi socioeconomica. La generosità di molte Comunità parrocchiali e di singoli fedeli, frutto di attenzione e di sacrificio, non solo è preziosa agli occhi di quanti vivono in Seminario, che assicurano la loro quotidiana preghiera, ma anche agli occhi di Dio. Don Vincenzo Savio Nicolosi amministratore 7 Prospettive - 8 giugno 2014 L’Arcivescovo in visita all’Ipab “Istituti Riuniti Provvidenza e S. Maria del Lume” Il disagio sociale diventa la priorità opo anni, lo scorso 31 maggio è ritornato in visita all’Ipab “Istituti Riuniti Provvidenza e S. Maria del Lume” l’Arcivescovo di Catania, Mons. Salvatore Gristina. L’occasione lo spettacolo di fine anno scolastico, coincidente con le celebrazioni de “La Festa dell’Ipab”, istituita lo scorso anno dal Consiglio di Amministrazione dell’Ente proprio per ricordarne le radici storiche e lo spirito caritatevole dei fondatori, rinsaldarne negli attuali amministratori ed operatori i vincoli di appartenenza, così da continuare con rinnovato entusiasmo ed impegno nel servizio educativo e di assi- stenza in favore della società, soprattutto quella più bisognosa e sofferente. Quella dell’Ipab “Istituti Riuniti Provvidenza e S. Maria del Lume”, è una storia lunga e ricca di esperienze, che trae origine dalla fusione di tre Opere Pie preesistenti a Catania: il Collegio di Maria SS. della Provvidenza, fondato con dispaccio del Duca di Laviafuille il 31 dicembre 1752, riordinato e dotato da Mons. Salvatore Venti- della vita pur nella malattia, nella sofferenza, nel dolore. Quest’uomo venuto da lontano, che emanava un fluido irraggiante e dalla straordinaria capacità comunicativa è rimasto davvero nel cuore di tutti. Profetiche le sue parole pronunciate quel lontano 22 ottobre 1978, giorno della sua elezione al ‘soglio di Pietro’: “Non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo! Solo Lui ha parole di vita eterna!”. Quel “Non abbiate paura” era un invito molto forte ad essere fieri della fede cristiana. Ad essere fieri di Gesù Cristo, perché davvero quando un cristiano sa che Gesù Cristo è l’unico Signore, non teme nulla. miglia il 28 maggio 1770; il Reclusorio di Maria SS. del Lume fondato dal canonico Giuseppe Florio nel 1813. sotto la direzione e amministrazione di un Consiglio di Sacerdoti; l’Opera Pia “Conservatorio delle Vergini di S. Agata” fondata nel XVI secolo con donativi e rendite di casa Gisira. Oggi l’Ipab, in sinergia con i servizi pubblici e nel rispetto delle indicazioni testamentarie, è presente nel campo dei servizi alla persona con tre diverse tipologie di intervento: una comunità alloggio per minori, attualmente dedicata all’accoglienza di minori stranieri provenienti dalle migrazioni del nord africa (una seconda comunità è in fase di realizzazione); una casa d’accoglienza per donne in difficoltà, con figli, gestanti e ragazze madri; un centro educativo-assistenziale per minori con disagio sociale e a rischio di devianza. Diverse tipologie di servizio, un obiettivo comune: quello di intervenire - attraverso l’impegno di una equipe di operatori di alto profilo professionale e umano che coniuga valori, esperienza e competenza nelle varie situazioni del disagio e di porsi come valido sostegno nel superare positivamente le difficoltà, favorire i percorsi educativi e di integrazione sociale. All’impegno - confermato dal Presidente dell’Ipab Mons. Rosario Grasso - di proseguire con rinnovata responsabilità in questa opera di servizio, profondamente legata alla Chiesa di Catania, Mons. Gristina ha espresso profonda gratitudine per il servizio reso, unito all’auspicio che l’Ipab possa essere ancora più attenta e vicina con le sue attività ai bisogni che la società oggi presenta. Caterina Maria Torrisi Salvatore Caruso D Trecastagni: tre giorni per venerare la reliquia di San Giovanni Paolo II Superare la paura della sofferenza re giorni di intensi momenti di riflessione e di preghiera sono stati vissuti dall’intera comunità trecastagnese che dal pomeriggio del 29 maggio scorso al primo di giugno si è raccolta attorno alle reliquie di San Giovanni Paolo II, “il grande Karol Wojtyla”. Ancora una volta Papa Wojtyla viene ‘ad gentes’, incontro alla moltitudine, così come faceva quando era in vita, rompendo il protocollo, eccedendo e scendendo i gradoni della Basilica di San Pietro. Indelebile il ricordo di lui che con un gesto istintivo impugna con tutte e due le mani la Croce Pastorale, la innalza come un vessillo riscattato, un antico stendardo dimenticato, come il segnale che è tempo di chiamare a raccolta il popolo di Dio e riprendere il cammino. Mons. Currò, arciprete Parroco della Chiesa Madre, custodisce gelosamente alcuni scatti che lo immortalano a Roma con Giovanni Paolo II durante delle udienze tenutesi nell’Anno Santo al Giubileo dei sacerdoti: “Di lui ricordo quella singolare capacità di estraniarsi dal resto del mondo quando si ritirava in preghiera. Wojtyla è stato un grande papa. Ha toccato tutte le realtà della persona umana che ha avuto sempre in grande rispetto e considerazione”. Il reliquiario in stile ambrosiano, sormontato da una croce metropolita con incastonate le due teche che contengono i capelli e della stoffa intrisa di sangue, donata dal cardinale Stanislaw Dziwisz, Segretario personale di Giovanni Paolo II e oggi Arcivescovo di Cracovia, è stato portato in visita sia nelle case di riposo e di assistenza riabilitativa locali che nelle diverse scuole. La devozione per questo papa è forte, soprattutto nei giovani, anche tra i più piccoli. Una bambina di terza elementare, alla quale è stato chiesto: “Cosa ti ha colpito di questo papa?”, ha risposto con una semplicità disarmante: “Il fatto che abbia perdonato chi gli ha sparato”. La terribile esperienza giovanile di Karol Wojtyla e della sua patria spiega perché il tema del perdono e della pace sia stato così cen- T trale in tutta la sua vita e in particolare nel suo pontificato. Giovanni Paolo II per 25 anni è stato protagonista nelle vicende della Chiesa e in quelle degli uomini. Il suo carisma, i suoi gesti, le sue parole sono ancora impressi nel ricordo di tanti, al di là della fede di appartenenza. Così come le sue battaglie per riportare il Vangelo al centro del mondo, per combattere i regimi dei Paesi d’oltre cortina, per vincere la morte in Piazza San Pietro, per condividere le speranze con gli uomini di altre fedi, per chiedere perdono degli errori della Chiesa, per impedire la guerra che non può mai essere giusta, per combattere la religiosità scolorita di un occidente libero solo a parole, per testimoniare la sacralità Bambini in città 2014: l’iniziativa di Talità Kum Catania negli scatti dei bambini di Librino uaranta bambini in giro per fotografare Catania. Oltre quattrocento foto scattate negli angoli più suggestivi. I loro occhi come filtro per filmare la città con uno sguardo differente. Sono stati loro i protagonisti della manifestazione ‘Bambini in Città 2014’ realizzata sabato 31 maggio, grazie alla partnership tra l’associazione Talità Kum (in aramaico: Fanciulla Alzati), Opera-Segno della Caritas diocesana di Catania, l’associazione milanese ‘Talenti in Circolo’ e la Canon sponsor tecnico. Un pomeriggio di festa per i bambini che ogni giorno frequentano il centro Talità Kum di viale Moncada 2, nel cuore di Librino, che dal 2007 svolge attività di prevenzione e assistenza di minori a rischio di devianza e marginalizzazione in uno dei quartieri più problematici del capoluogo etneo. La dott.ssa Giuliana Gianino, presidente dell’associazione Talità Kum Q ONLUS, ha spiegato com’è nata l’iniziativa: “Abbiamo conosciuto “Talenti in circolo” durante un evento organizzato nelle strade di Catania con i nostri ragazzi, durante una delle tante giornate d’animazione con il nostro ‘StraLudobus’ (camper variopinto itinerante utilizzato per l’animazione in strada ndr). Grazie a Sergio Cavalieri, membro dell’associazione milanese, è nata questa iniziativa fantastica.”. Cosi anche la città di Catania è stata coinvolta nelle realizzazione di ‘Bambini in città 2014’. “La Canon – continua Giuliana - ha apprezzato il nostro operato e ha aderito prontamente”. La casa produttrice giapponese leader nel settore delle video-camere digitali ha fornito ai ‘giovani artisti’ - divisi in squadre capeggiate dai volontari di Talità Kum - le fotocamere necessarie alla realizzazione della kermesse. Ciascuno è stato dotato di alcuni modelli entry level della serie PowerShot e IXUS, compatte particolarmente facili e divertenti da utilizzare. Il dott. Salvo Grasso ha curato uno speciale ‘workshop’ per i piccoli fotografi, ai quali è stato spiegato come utilizzare al meglio le digitali. “I bambini – prosegue la responsabile di Talità Kum - hanno reagito con molto entusiasmo, durante il workshop abbiamo notato una particolare attenzione, in città si sono sentiti poi protagonisti ed emozionati. Hanno saputo catturare tanti aspetti della nostra città raccontandola con i loro occhi. Ed i genitori hanno aderito subito all’iniziativa”. Un gioco che si è trasformato in una caccia alla foto più bella e accattivante. Strumento che ha permesso ai bambini di dare libero sfogo alla creatività nel fotografare alcuni angoli di Catania, quali il Giardino Bellini, e lo stesso quartiere in cui risiedono. Le migliori fotografie saranno giudicate da una giuria e verranno premiate nel corso della ‘Festa dell’Immagine’ che si terrà lunedì 9 giugno alle ore 15.30, nel centro Talità Kum. Previsti pre(segue a pagina 8) 8 Prospettive - 8 giugno 2014 DIOCESI Festa di fine anno al Presidio di Riabilitazione “F.lli A. e V. Pecorino Paternò” Velo di Sant’agata a Villabate Il segno della protezione on un grande, entusiastico e caloroso bagno di folla si è conclusa la sera di venerdì 23 maggio la straordinaria peregrinatio della preziosa e taumaturgica reliquia del Velo di Sant’Agata a Villabate, ridente cittadina di 20 abitanti conurbata con l’area metropolitana della città di Palermo, nella parte orientale della Conca d’Oro. Portato da mons. Barbaro Scionti, parroco della nostra Cattedrale, la celebre grimpa agatina è stata esposta per tutto il giorno alla venerazione dei fedeli nell’ottocentesca matrice intitolata a Sant’Agata vergine e martire, nella fausta ricorrenza del 155° anniversario d’erezione canonica della parrocchia. Momenti d’intensa spiritualità del popolo di Villabate con il sindaco dott. Francesco Cerrito durante la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal nostro Arcivescovo Mons. Salvatore Gristina, molto festeggiato dai fedeli. Al termine della s. messa è stata scoperta la lapide commemorativa a perenne ricordo dell’eccezionale evento religioso che ha mobilitato tutta la popolazione di Villabate che si onora di venerare in un’altra moderna parrocchia a lui intitolata anche un santo dal nome affine a quello della protomartire catanese: sant’Agatone Papa di origine greca e che secondo la leggenda fu eletto al soglio di Pietro alla veneranda età di 103 anni nell’anno 678. Successivamente la comunità villabatese con il parroco padre Leonar- C (continua da pag. 3) SOCCORRERE... <<Ci fu un ennesimo bombardamento aereo. Quella mattina mio padre mi supplicò di andare coi parenti in un rifugio vicino per mettermi in salvo, ma io espressi decisa come al solito il mio rifiuto: c’erano tanti feriti da soccorrere. In quell’attacco del 23 luglio, la mia collega Maria Cirino, rimase uccisa all’istante, io venni ferita gravemente al fianco. alla tempia e alla mano, perdendo tre dita. Venni portata immediatamente all’ospedale di Mistretta per un pronto intervento. Durante il viaggio chiedevo dei feriti e supplicavo i medici di mentire a mio padre sulla gravità del mio stato di salute. Ero cosciente che quelle ferite non mi avrebbero lasciato in vita, ma nonostante ciò, non volevo creare allarmismi nella mia famiglia. Amavo tanto i miei genitori e non volevo che soffrissero per me. Giunta a destinazione occorreva un chi- Un mondo più bello e a misura d’uomo stata una grande festa la manifestazione di fine anno scolastico al Presidio di Riabilitazione “F.lli A. e V. Pecorino Paternò” dell’ODA di Catania, quest’anno incentrata sui temi ambientali e con protagonisti i piccoli ospiti dell’asilo. Il lavoro svolto durante l’anno ha avuto, infatti, come obiettivo quello di educare i bambini a uno stile di vita migliore, attraverso il rispetto dell’ambiente in cui vivono e a non sprecare le cose che hanno. Il percorso che gli educatori e i terapisti hanno seguito in tal senso è partito proprio dalla curiosità che muove ogni bambino nell’esplorare l’ambiente in cui si trova per acquisire nuove conoscenze e attraverso la loro capacità creativa di utilizzare in vari modi il materiale riciclato. La storia presentata dai piccoli artisti, attraverso canti, balli e coreografie, racconta di un “paese meraviglioso, ricco di colori, fiori, prati e farfalle, dove i bambini vivono felici …”; un È do Ricotta e le autorità civili e militari hanno riconsegnato con vivi segni di gratitudine a Mons. Salvatore Gristina la reliquia della protomartire per il ritorno a Catania. Particolarmente commovente l’ultimo saluto alla delegazione catanese della quale ha fatto parte anche il segretario arcivescovile e rettore della chiesa della Badia S. Agata, padre Massimiliano Parisi. Tutti hanno applaudito all’arrivederci a Catania al prossimo 17 agosto in occasione della festa della Traslazione delle reliquie della comune e amata santa Patrona. A.B. Orchestra Istituto Falcone Verga di Acicastello a Montecatini ’Orchestra dell’istituto “Falcone-Verga” di Acicastello, in occasione della XXV Rassegna Musicale Nazionale riser- L rurgo che mio padre cercò invano tutta la notte. Venni operata ugualmente con gli scarsissimi mezzi di quella struttura e poi venni condotta a Nicosia. Stavo per passare a miglior vita. Subii così in quelle condizioni i disagi del viaggio di ritorno; riparammo in una grotta per ulteriori cannonate. Peggiorò così il mio stato e allora inevitabilmente confessai a mia madre che stavo per andarmene e che quella era la morte che avevo sempre desiderato>>. Detto questo svanì. Di fronte a me nella riproduzione di perfette statute di cera, una crocerossina china su un ferito spirante. Al suo nome è intitolato il salone di rappresentanza e la sala conferenza della Provincia Regionale di Siracusa, numerose targhe in vari ospedali Siciliani ove l’infermiera aveva operato, ed alcune strade nelle città della Sicilia sono a lei intitolate. vata alle scuole statali di musica, si è esibita nel salone storico delle Terme Excelsior di Montecatini (FI). I piccoli musicisti castellesi, diretti dal m° Fabio Raciti docente catanese di violino referente del corso musicale e applauditissimi dal pubblico, hanno eseguito la danza napoletana di Tchaikovsky, il “Nessun dorma” di Puccini e la virtuosistica sinfonia per macchina da scrivere “The Typewriter” di Anderson, ideata con le immagini dello sketch mimico del grande comico americano Jerry Lewis, mentre il bravissimo allievo violinista Giancarlo Pollino si cimentava in un vero live a ritmo sempre più incalzante con un’antica macchina da scrivere e l’orchestra alle spalle. Ad arricchire l’Orchestra Giovanile Castellese il prof. Domenico Lanzafame, pianista accompagnatore, e i professori della classe di flauto Loredana Sollima e Giuseppe Sciuto. La Rassegna Musicale Nazionale S.C. promossa dal Ministero dell’Istruzione (MIUR) e dal Comitato Nazionale per l’Apprendimento Pratico della Musica, è approdata per la prima volta in Toscana, nella splendida cornice delle Terme di Montecatini, accogliendo nelle sue sale Liberty il nutrito cartellone della prestigiosa manifestazione culturale, alla quale hanno partecipato numerose orchestre scolastiche italiane insieme a giovani musicisti di San Pietroburgo. Erano presenti diverse autorità, tra le quali l’on. sottosegretario Gabriele Toccafondi e il presidente del CNAPM on. Luigi Berlinguer, oltre ai vertici dell’Amministrazione scolastica nazionale e locale. Stefania Bonifacio Avviso ai lettori (continua da pag. 5) IPOTESI... Le impronte in negativo appaiono simil sindoniche. Sulla coincidenza con il racconto evangelico circa l’ematoidrosi di Gesù nell’orto del Getsemane – continua Consolo - e il tempo di permanenza del Suo corpo nel buio del sepolcro, si pongono 3 condizioni: a) assoluta immobilità, b) sudore di sangue (10% sudore e 1% di sangue) con soluzione acquosa /oliosa di aloe e mirra, c) tempo di contatto 36 ore. Nell’immagine riprodotta da Rodan- te si evidenzia il volto su tela ottenuto sul calco nella catacombe di San Giovanni di Siracusa. Sulla tela si sono trasferiti impronte somatiche (in negativo) ed ematiche (in positivo) nette e ben visibili>>. A tal proposito si veda Rodante, Le realtà della Sindone, passim, Massimo, Milano 1987. L’incontro si è concluso dopo l’intervento del Presidente del Rotare Club, Prospero Calì. Il siciliano giorno quel paese diventa brutto e grigio perché delle persone senza rispetto vi riversano tanta spazzatura, ma i bambini con la loro creatività trovano il modo per trasformare in gioco e divertimento anche le cose più brutte: utilizzano i bidoni come tamburi, i legni come bacchette e creano un gran concerto, la musica ritorna, i colori e i fiori ridanno vita e bellezza al paese. E alla fine un messaggio di speranza che i bambini ci lanciano con la memorabile e a tutti cara canzone “Ci vuole un fiore” di Sergio Endrigo. Un messaggio di speranza che diventa però impegno per ogni persona ad essere costruttori di un mondo più bello e a “misura d’uomo”. Con questo spettacolo di forte valenza sociale ed educativa, particolarmente gradito ed apprezzato dai familiari e dal pubblico presente, vengono ancora una volta sottolineati l’attenzione alla persona e l’impegno che l’ODA quotidianamente riversa nel campo dei servizi assistenziali ed educativo-riabilitativi. Un impegno costante – come sottolineato dal Presidente Mons. Alfio Russo - di alto profilo professionale ed umano nel segno della solidarietà cristiana. Archivio Prospettive È possibile consultare l’archivio completo dei numeri precedenti di Prospettive inerenti all’intero anno 2012, 2013 e parte del 2014 direttamente sul sito del settimanale diocesano ww.prospettiveonline.it. Mentre l’acquisto di copie in archivio avviene solo nella sede del periodico. Inoltre l’abbonamento può effettuarsi anche online. (continua da pag. 7) CATANIA... mi per i migliori scatti individuali. “Inoltre la Canon invierà venti macchine fotografiche all’associazione per poter realizzare un laboratorio fotografico per tutto l’anno con i ragazzi. È iniziata una collaborazione che certamente proseguirà i prossimi anni con le successive edizioni dell’evento – ha confermato Giuliana”. Infine, i 50 scatti migliori saranno in mostra anche a Cernusco (MI), sede dell’associazione Talenti in Circolo in un ponte ideale che ha unito trasversalmente i bambini di nord e sud Italia attraverso l’arte della fotografia. Quello di Talità Kum è un seme che è germogliato nel corso di questi anni, cresciuto fino a divenire un albero dalle robuste radici nel quartiere di Librino. “Motivo per il quale, - conclude il presidente del centro d’aggregazione per minori – i bambini ed i genitori chiedono che si possa garantire la continuità e la presenza del centro Caritas Talità Kum nel territorio. Riconosciuto come un segno di speranza e un aiuto concreto quotidiano per la crescita dei bambini”. ® 9 Prospettive - 8 giugno 2014 DIOCESI Kiwanis Catania Est SIDRA premiazione Ecogioco progetto di educazione ambientale La responsabilità di custodire il creato rande successo della manifestazione plenaria di premiazione promossa e organizzata dal Kiwanis Club Catania Est insieme all’Istituto Comprensivo “Amerigo Vespucci-Luigi CapuanaLuigi Pirandello”, presso il plesso di via Enrico De Nicola, relativo alla II edizione del concorso riservato agli alunni delle classi elementari e medie della città di Catania “Io cambio il mondo - l’Ecogioco”, con la diretta partecipazione degli allievi delle scuole statali “San Giovanni XXIII”, “Maria Montessori-Pietro Mascagni”, I.C. XXV “Angelo Musco” in Librino, Caronda e Convitto Nazionale “Mario Cutelli” guidati rispettivamente dalle proprie insegnanti responsabili del progetto prof.ssa Lucia Foti, prof.ssa Rita Carella, prof.ssa Daniela Berretta, prof.ssa Sara La Piana, prof. Valentina Armando- per un progetto di educazione ambientale, denominato “Ecogioco”, al quale ha aderito attivamente la SIDRA Spa gestore del servizio idrico integrato di Catania. Le scuole partecipanti alla festa, dopo una prima fase svoltasi nel mese di aprile nelle proprie sedi, hanno presentato uno slogan sui temi riguardanti l’educazione ambientale, il risparmio dell’acqua e delle risorse energetiche. Hanno animato brillantemente l’incontro di centinaia di scolari provenienti da ogni parte della città il governatore eletto del Kiwanis Distretto Italia-San Marino ed ex allievo salesiano dell’istituto di Cibali dott. Elio Garozzo e il presidente del Club Catania Est e dell’Unione Ex Allievi dell’Istituto salesiano San Francesco di Sales avv. Vincenzo Martines, con la partecipazio- G ne della dirigente scolastica prof. Carmen Pittera e per il Comune del vice sindaco avv. Marco Consoli, anch’egli ex allievo salesiano di Cibali e per la SIDRA del direttore tecnico ing. Antonino Olivo e del delegato per le attività divulgative geom. Caterina Castorina. I bambini e i ragazzi si sono sentiti protagonisti dell’iniziativa di grande valore educativo, formativo e sociale grazie al loro contributo originale per la predisposizione di uno striscione sul tema del Da sinistra dott. Elio Garozzo, ing. Antonino Olivo, avv. Marco Consoli, prof. Carmen Pittera, avv. Vincenzo Martines concorso: la sensibilità verso l’ambiente, il risparmio delle risorse energetiche. È stata la loro creatività e spontaneità a mostrare agli adulti la necessità di risparmiare risorse con la consapevolezza di coniugare lo sviluppo sostenibile con l’uso responsabile dell’acqua e dell’energia. Gli scolari e gli studenti si sono impegnati, inoltre, ad inserirsi nel programma mondiale di solidarietà promosso dal Kiwanis, in partners- a mattina di martedì 27 maggio, l’Orto Botanico di Catania ha ospitato la cerimonia conclusiva del progetto “L’Uomo e le Piante” in collaborazione con l’Associazione culturale “Polena” e il F.A.I. sezione di Catania presieduto dalla prof. Antonella Mandalà, che riveste anche la carica di presidente del Lions Club Catania Host. L’evento ha voluto ricordare la memoria, nel primo anniversario della prematura scomparsa, della prof.ssa Concetta Bufardeci Mirone, console onorario di Spagna per la Sicilia Orientale, con la partecipazione del marito dott. Gregorio Mirone e dei figli dott.ssa Lea, architetto Renato e avvocato Luca, quest’ultimo nuovo titolare, come la madre, del consolato del Regno di Spagna avente sede a Catania, in via Politi, storica residenza della fami- Antonino Blandini Viaggio tra i giardini siciliani: storia, tradizione ed innovazione n immaginario, inedito e verde “gran tour” virtuale ed ideale, nel tempo e nello spazio, nel grande e lussureggiante giardino del Mediterraneo che è la nostra mitica Sicilia, micro-macrocosmo cantato fin dall’antichità come terra paradisiaca cosparsa di fiori, di acque e di profumi intensi e inebrianti delle piante ornamentali e fruttifere. Questo messaggio di bellezza, di serenità e di meraviglie della natura vegetale coltivata e spontanea, è in continua evoluzione, dell’Isola del Sole emerso dalla conversazione tenuta al folto pubblico delle ex allieve del Collegio domenicano “Sacro Cuore di Gesù” dalla dott.ssa U Maria Carmela Vagliasindi, libero professionista agronomo, paesaggista e imprenditore agricolo. Introdotta dalla presidente, prof.ssa Santuzza Quattrocchi Paradiso, la studiosa, conosciuta in città anche come delegata per l’ambiente del F.A.I. e consigliere del “Garden Club Etna”, ha richiamato alla memoria le narrazioni sul paesaggio agreste siciliano da Omero (con l’epico giardino di Alcinoo) a Diodoro Siculo ai viaggiatori arabi che descrivono ammirati la favolosa Ziza di Palermo, dall’inglese George Sandys al francese Jen Pierre Laurent Houel, dallo scozzese Patrik Brydone al tedesco Johann Wolfgang Goethe al francese Guy de Maupassant, soffermandosi successivamente su diverse tipologie di giardini ad iniziare da quello primigenio e “sumero” di Pantelleria al promiscuo e policolturale di Alesa (Tusa) per arrivare ai chiostri monastici delle storiche abbazie benedettine di Monreale e di Catania (San Nicola la Rena) e alle celebri meraviglie botaniche dei nostri giorni, vero e proprio patrimonio culturale vincolato da leggi di tutela per il loro valore monumentale ed artistico. Uno sguardo estasiato alle cromati- prof.sse Maria Pietra Paola Sgrò, Giustina Cacciola, Maria Cristina Cellura, Melania Russo, Giovanna Barbagallo, Santina Marchisello; Scuola secondaria I grado “Maria Ausiliatrice” diretta da suor Margherita di Rosa, docenti referenti prof.ri Danilo Vitale, Laura Seminara, Elena Tarascio; Istituto secondario di I grado “Cavour” diretto dalla prof.ssa Maria Leonardi, docente referente prof.ssa Maria Mazzaro; Liceo statale “Leonardo” di Giarre, diretto dalla prof. Carmela Scirè, docente referente prof. Orazio Leonardi; Liceo classico “Cutelli”, diretto dal prof. Lucio Raimondo Marino, docente referente prof.ssa Francesca Margarone. La Sala “Colonne doriche” e il “Colonnato-Dracene” sono stati scenario inimitabile per la rappresentazione di una balletto e le produzioni artistico-scientifiche e culinarie del “Macherione” e del “Padre Pio”. A tutti i bambini e ai loro insegnanti sono stati offerti vasi di fiori profumati e varie culture odorose. che aree costiere, alla flora delle Ville “Giulia d’Avalos” (il 1° parco pubblico d’Italia, che aveva preso tale nome dalla moglie del viceré Marcantonio Colonna) e “Malfitano Giuseppe Witaker” di Palermo, al parco della “Ducea di Nelson” (già abbazia Santa Maria di Maniace Bronte), alle principesche Ville “Trabia”, “Cattolica” e “Palagonia” di Bagheria, al Castello di Donnafugata, a Villa “Piccolo” a Capo d’Orlando. Lo straordinario excursus ha toccato ridenti località come Taormina, Villasmundo, Carruba di Giarre, ed ha evidenziato gli stili eterogenei e cosmopoliti dei nostri giardini, pittoreschi, naturalistici, paesaggistici, terapeutici, d’acclimatazione (come il patrimonio botanico del Lido dei Ciclopi) di collezionismo botanico per soffermarsi sui didattici e scientifici orti botanici delle tre città metropolitane della regione, sui giardini minimi e contemporanei sull’esempio della vegetazione nel Biviere di Lentini. Una pausa triste a proposito delle condizioni della nostra trascurata “Villa Bellini”, dopo un discutibile, contestato e costosissimo restauro e uno zoom sui giardini anche pensili catanesi (come ad esempio il palazzo principesco Manganelli-Borghese e sulle “reliquie” del Bosco Etneo. La relatrice ha concluso la proiezione di centinaia di immagini uniche e sorprendenti di tanti angoli di coltivazione floreale ed ornamentale con una riflessione poetico-filosofica sulla forza delle nostre tradizioni, fatta dalla volontà di tesaurizzare l’acqua elemento limitante dei nostri climi, dalla scelta di piante non solo endemiche, dall’uso degli elementi quali le pergole, il tappeto erboso, le fioriture e un insieme inscindibile di profumo e colore. Blanc Memorex Orto Botanico Progetto “l’uomo e le piante” Premio Concetta Bufardeci L hip con l’UNICEF, per debellare entro il 2015 il tetano materno e neonatale nelle mamme e nei bambini dei Paesi in via di sviluppo per il quale muore un neonato ogni 9 minuti, attraverso un vaccino che ha un costo di soli 1,80 euro per dose. Il contributo ricavato attualmente con tale progetto di solidarietà permetterà di poter disporre subito di altri cento vaccini necessari per salvare mille vite umane. Lo striscione che si è classificato al primo posto è stato preparato dagli alunni della “Vespucci” guidate dall’insegnante responsabile del progetto Melita Lamicela. glia Bufardeci che rappresenta la Spagna fin dal 1820. I familiari della compianta signora Bufardeci hanno reso noto che dal prossimo anno, nella ricorrenza dell’11 giugno, anniversario della scomparsa della loro amata congiunta, sarà assegnata una borsa di studio di 1.500 euro a un neolaureato o addottorato per una tesi di laurea o un lavoro scientifico inedito in campo biologico, botanico e ambientale per ricordare la cara persona di colei che per un quarantennio, come insegnante di scuola media, è stata molto vicina agli allievi e al mondo delle scienze naturali. Alla cerimonia hanno partecipato istituzioni quali la Marina Militare del Comando Marittimo di Sicilia, la Direzione Marittima della Sicilia Orientale e del Porto, l’Aeronautica Militare con il 41° Stormo Antisom di Sigonella, presente il contrammi- raglio dott. Gaetano Russotto, l’Ordine dei Medici, il Dipartimento universitario di Scienze politiche e sociali, l’Accademia italiana della Cucina, La Fondazione Mediterranea Morgagni per lo sviluppo delle Tecnologie in Medicina e Chirurgia. La cerimonia, curata dalle dott.sse Rosanna Costa, Luisa Trovato e Lea Mirone, ha avuto inizio nell’aula a emiciclo con il saluto del direttore dell’Orto Botanico e del Dipartimento di Scienze Biologiche prof. Pietro Pavone, il quale ha presentato la prima edizione del Premio “Concetta Bufardeci: l’uomo e le piante” nonché gli elaborati delle scuole partecipanti al progetto, con il rilascio di riconoscimenti. Sono stati premiati il capitano di fregata dott. Tino Alongo, il barone Mario Ursino, il prof. Pavone, il prof. Massimo Buscema, il prof. Carlo Colloca. Le scuole aderenti sono state: IC “Macherione” di Giarre diretto dalla prof. Rossana Maletta, plesso “M.P. di Savoia” Sant’Alfio, docente referente prof.ssa Teresa Gangemi; IC “Padre Pio da Pietrelcina” di Misterbianco, diretto dalla prof. Patrizia Guzzardi, docenti referenti le 10 Prospettive - 8 giugno 2014 DIOCESI Riflessioni sul Vangelo LO SPIRITO SANTO Domenica di Pentecoste /A - At 2,1-11; Sal 103,1.24.29-31.34; 1Cor 12,3b-7.12-13; Gv 20,19-23 Vorrei che fosse dato per assodato, almeno per noi cristiani, che tutti noi abbiamo ricevuto lo Spirito nel Battesimo, nella Cresima e negli altri sacramenti. Se è così, come penso che sia, la liturgia pone il problema come riconoscerlo. San Paolo, nel brano che la liturgia riporta, ci offre un modo in particolare: “A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune”. A ciascuno significa ad ognuno quindi nessuno ne è privo e dobbiamo pensare anche ai fratelli che sono diversamente abili se Gesù li incontrava e li guariva. Per cui noi oggi abbiamo il problema di scoprire anche in questi fratelli la loro manifestazione dello Spirito, fra l’altro perché lo Spirito non è in noi per noi stessi o per la nostra bella faccia ma è in noi “per il bene comune”. Ognuno di noi deve trascendere se stesso per aprirsi agli altri e cercare quel bene comune che sempre coincide con le nostre vedute o le nostre opinioni. Gli apostoli nella Pentecoste dopo avere ricevuto lo Spirito Santo immediatamente si sono aperti agli altri parlando lingue diverse fino al punto che: “Giudei e proseliti. Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio”. Era avvenuta quella trasformazione che lo Spirito sa operare. La meraviglia della folla è immensa “perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua”. E lo stupore è immenso: “Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: “Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei?”. La meraviglia è data dalla novità del parlare, ma l’interesse maggiore è suscitato dal fatto che ognuno si esprimeva secondo le proprie caratteristiche, ognuno segue lo Spirito “ nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi”. In ogni modo non parlano per se stessi a se stessi, ma parlano a tutti indistintamente e per il bene di tutti. La specificità di ognuno non si confonde con l’unità del corpo. Tutti formiamo un solo corpo nella diversità. Autore della diversità è lo stesso Spirito che dà i doni: “A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune”. L’armonia di questo corpo che ha lo stesso autore dovrebbe essere foriera di pace. È la pace che dà il Signore. Che viene dalla sofferenza: “Mostrò loro le mani e il fianco”: non è la pace del compromesso quella che viene dal dolore, dal tradimento, dalla delusione del mondo ma da Dio. Questa è la pace che suscita la gioia, che è equivalente alla presenza del Signore, è Lui presente che dà la gioia. Da qui scaturisce il mandato missionario per tutti noi cristiani: come lui è stato mandato dal Padre così manda con il potere di legare o sciogliere sotto la diretta direzione dello Spirito santo. Senza lo Spirito né si lega né si scioglie. Leone Calambrogio San Paolo in briciole Modelli di fede 1 Ts 1,6-10 I Tessalonicesi seguono l’esempio di Paolo e quello del Signore, perché hanno accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo così da diventare modello per tutti i credenti della Macedonia e della Acaia. Per mezzo dei Tessalonicesi la parola del Signore “risuona” non soltanto in Macedonia e in Acaia, ma “la vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, tanto che non abbiamo bisogno di parlarne. Sono essi infatti a raccontare come noi siamo venuti in mezzo a voi e come vi siete convertiti dagli idoli a Dio, per servire il Dio vivo e vero e attendere dal cielo il suo Figlio, che egli ha risuscitato dai morti, Gesù, il quale ci libera dall’ira che viene”. L.C. Anche tu strada e vento, come lo Spirito, per le vele del mondo, se vivi il progetto di Cristo Nati dal “Respiro di Dio”: costruire fraternità Vento La Bibbia è un libro pieno di strade e di vento, come Pentecoste: vento impetuoso e respiro leggero, strade che convergono e ripartono. La preghiera nasce dal mistero stesso dell’ uomo. Ciascuno è invitato a riscoprire nel silenzio e nell’adorazione la sua chiamata ad essere persona davanti a un Tu personale che lo interpella con la sua Parola. Ma il cristiano vive l’esperienza della sua preghiera, anche la più silenziosa e segreta - che egli fa “entrando nella propria camera e chiusa la porta” - come membro di una Chiesa che ha nella Eucaristia la fonte e il culmine della sua adorazione e della sua lode. In quale rapporto sta la preghiera silenziosa con l’Eucaristia? È necessario prima di tutto chiarire il rapporto tra Eucaristia e Chiesa. L’Eucaristia, con tutta la grazia sacramentale che essa riassume, è il “segno” voluto da Cristo stesso e da Lui continuamente gestito, addirittura con una presenza personale e reale, per mediare tra quel “segno” definitivo e inesauribile dell’amore di Dio, che è la Pasqua, e il segno che è la Chiesa. Questa infatti è la comunità di coloro che “fanno memoria” di Cristo e del suo mistero pasquale, e che in forza del Cristo stesso che si rende presente tra loro mediante l’Eucaristia, si amano come Egli li ama e, testimoniando l’amore verso tutti, cercano di inserire tutti in questa comunione d’amore che viene da Dio. Partecipazione Va superata, quindi, una concezione un po’ impersonale e quasi meccanica del rapporto tra Eucaristia e Chiesa, quasi che la Chiesa, fatta dall’Eucaristia, sia un’entità separata dalla libertà, dall’intelligenza, dalla corrispondenza dei battezzati. Non c’è vera e piena Eucaristia senza la partecipazione personale del credente. Certo, la presenza del Signore Gesù è assicurata dal servizio sacerdotale che agisce a modo di mediazione “nella persona di Cristo”. Ma tale presenza esige sia che il sacerdote si sforzi di ripetere il gesto eucaristico condividendo l’offerta che il Redentore fa di se stesso, sia che i fedeli presentino al Padre la vittima santa presente sull’altare unendosi ad essa con l’impegno di una vita conforme al Vangelo. Il comando, “Fate questo in memoria di me” non dice solo la ripetizione di un rito, ma anche la partecipazione a ciò che il rito significa, vale a dire l’offerta che Cristo fa di sé al Padre per la salvezza degli uomini. In questo senso va superata anche una concezione moralistica, sia che essa si esprima in un’enfasi dei doveri che i credenti hanno verso l’Eucaristia (adorazione, culto ecc.), sia che si esprima in un’enfasi dei doveri che i credenti si assumono a partire dall’ Eucaristia: impegno sociale, nuovi rapporti fraterni ecc. Questi atteggiamenti sono giusti, ma vanno vissuti secondo tutta la ricchezza formatrice e plasmatrice che l’Eucaristia esercita sulla vita concreta dei credenti radunandoli nella comunità che è la Chiesa. L’Eucaristia è veramente capíta e accolta non solo quando si fanno certe cose verso di essa (la si celebra, la si adora, la si riceve con le dovute disposizioni ecc.) o si fanno certe cose a partire da essa (ci si vuol bene, si lotta per la giustizia ecc.), ma anche e soprattutto quando essa diventa la sorgente e il modello operativo che impronta di sé la vita comunitaria e personale dei credenti. Coraggio Nell’Eucaristia si rende presente e operante nella Chiesa il Cristo del mistero pasquale. È il Figlio in ascolto obbediente alla parola del Padre. È il Figlio che nell’atto di spendere la propria vita per amore, trova nella drammatica e dolcissima preghiera rivolta al suo “Abba” il coraggio, la misura, la norma del proprio comportamento verso gli uomini. La celebrazione eucaristica realizza se stessa quando fa in modo che i credenti donino “corpo e sangue” come Cristo per i fratelli, ma metten- dosi in ginocchio, in attenzione di ascolto e di accoglienza, riconoscendo che tutto questo è dono del Padre, non confidando nelle proprie forze, non progettando il servizio degli altri secondo i propri modi di vedere. Questo richiede, in concreto, saper coltivare atteggiamenti interiori che precedano, accompagnino, seguano la celebrazione Eucaristica: ascolto della Parola rivelata, contemplazione dei misteri di Gesù, intuizione della volontà del Padre che traspare dalle parole di Gesù, confronto tra il progetto di vita che scaturisce dalla Pas- qua-Eucaristia e le sempre nuove situazioni spirituali in cui le comunità e i singoli credenti vengono a trovarsi. Per questo, preghiera silenziosa, ascolto della Parola, meditazione biblica, riflessione personale, non sono disgiunti dall’Eucaristia, ma sono vitalmente collegati ad essa. Da qui l’importanza che si attui la preparazione remota ad ogni celebrazione vivendo il valore della preghiera silenziosa, cercando strumenti concreti per coltivare questo clima contemplativo che è indispensabile per celebrare degnamente l’Eucaristia . È arricchente saper coniugare fede, speranza ed Eucaristia. I1 collegamento tra preghiera ed Eucaristia appare più chiaro se consideriamo il rapporto tra Eucaristia e virtù teologali. L’Eucaristia è il modello esemplare che plasma la vita della Chiesa e dei singoli credenti sul modello della Pasqua. In questa luce il frutto fondamentale dell’Eucaristia è la carità come capacità di dare la vita come l’ha data Gesù. Ma il riferimento a Gesù colloca la carità entro le coordinate della fede e della speranza: Gesù dona la vita in nome e in forza di uno speciale rapporto “contemplativo” con il Padre. Padre Angelico Savarino 11 Prospettive - 8 giugno 2014 cultura L’Istituto Italiano dei Castelli Onlus e l’impegno culturale nel territorio egli ultimi tempi, sia a livello nazionale che a livello strettamente territoriale, si è ampiamente dibattuto su ciò che concerne il patrimonio storico - artistico del nostro Paese, in particolare in termini di conoscenza, tutela e valorizzazione, soprattutto se rapportati all’attuale situazione ed instaurando un collegamento con il turismo culturale, la ripresa economica, nonché con una possibile ricaduta occupazionale, specie se giovanile. E attualmente, nonostante numerose istituzioni, operanti quotidianamente a stretto contatto con i beni culturali, siano prive di fondi, nonché di strutture adeguate per continuare a svolgere il proprio lavoro, iniziano ad intravedersi i primi segni di un possibile cambiamento, con l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto legge per garantire “la tutela del patrimonio culturale, lo sviluppo della cultura e il rilancio del turismo”. Da anni nel nostro Paese esistono delle importantissime realtà che promuovono lo studio, la tutela, e la valorizzazione del patrimonio culturale, attraverso un costante impegno improntato sulla pura gratuità, ma allo stesso tempo innervato dalla N Studio, tutela e valorizzazione delle architetture fortificate consapevolezza di svolgere un’attività fondamentale in ambito culturale e non solo: un caso esemplare e virtuoso è rappresentato dall’Istituto Italiano dei Castelli Onlus. L’Istituto, organizzazione culturale no profit fondata nel 1964 grazie al progetto di Pietro Gazzola e costituita in Ente Morale nel 1991, con il riconoscimento del Ministero dei Beni Culturali, è associato ad un organismo europeo patrocinato dell’Unesco, l’Internationales Burgen Institut, ora Europa Nostra-Internationales Burgen Institut. É presente territorialmente in Sezioni regionali, da cui dipendono delle Delegazioni a livello provinciale; queste realtà seguono linee generali decise da un Consiglio Direttivo, a cui si affianca in ambito decisionale e coordinativo, in particolare per tutto ciò che rientra nell’attività di studio e ricerca, un Consiglio Scientifico. L’Istituto Italiano dei Castelli Onlus promuove lo studio dei castelli e dei siti fortificati (intendendo con ciò tutti gli esempi di architettura fortificata, come torri, castelli, città fortificate, rocche, forti, bastioni, conventi fortificati, mura, etc.) in ambito storico, archeologico ed artistico (attraverso l’inventario ed il censimento delle architetture, ricerche e pubblicazioni); la salvaguardia dei siti, contribuendo alla redazione di studi e progetti, con l’obbiettivo di tutelare e conservare i medesimi; la valorizzazione di queste testimonianze, attraverso il loro inserimento ‘nel ciclo attivo della vita moderna’ ed una campagna di sensibilizzazione verso tali tematiche a più livelli, coinvolgendo enti pubblici e privati. In linea con gli obiettivi e le finalità perseguite dall’Istituto sul territorio nazionale, la Delegazione Giovani Sezione Sicilia, coordinata dal 2003 dall’Arch. Alberto Di Gaetano, ha progettato in collaborazione con il DISUM, Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Catania, il “Laboratorio di verso il “meccanismo letterario” diventa il pretesto per denunciare una società ambigua. Un allestimento riuscito e accolto con calore dal pubblico, in cui Magistro è Orlando il picaresco cantastorie che si confronta ad armi impari con Pupa, femmina dalla statura morale quasi di un’eroina. Teatro dell’assurdo o d’essai polimorfo e mattacchione e Pupa è metamorfica e simbiotica, che riesce tra fascino e “sciammannati” a dominare la scena e a far emergere forti passioni. Il regista, Giovanni Anfuso, riesce a riportare nella pièce epica e poetica e l’indagine sull’essere umano, come Fava aveva inteso, organizzando un’efficace disposizione scenica con il podio dell’oratore, la cassetta ambulante del saltimbanco, la toilette della sgualdrina. Quadri scenici che si incastrano e si sviluppano ripercorrendo l’immaginazione dell’autore, poiché la festa e il lutto, nella quotidianità, si accompagnano sempre come il giorno e la notte. Un messaggio molto profondo che ci riporta alla società degli anni crudeli di cui Fava fu testimone. “Lavorando a questo spettacolo, mi sono reso conto di come nonostante Pippo Fava fosse nato a Palazzolo Acreide e cresciuto a Catania, esprima di fatto un esistenzialismo di carattere europeo. Nei suoi testi c’è un grande atto di fede nella verità che, ci ricorda, non può non venire sempre fuori”. Lunghissimi applausi del pubblico, coinvolto nel viaggio epico di questo spettacolo. Castellologia. La fortificazione in età normanno - sveva in Sicilia: influssi europei ed evoluzione tipologica”, curato in particolare dall’Arch. Di Gaetano e dalle Dott.sse Bruna Pandolfo e Chiara Angela Rabbiolo. L’iniziativa rivolta agli studenti universitari, con l’obiettivo di proporre l’approfondimento di tematiche quali le origini dell’incastellamento sul territorio siciliano e le architetture fortificate delle dominazioni bizantina, araba, normanna e sveva, con un’attenzione particolare alla realtà di Catania e del territorio limitrofo, è stata presentata ed avviata lo scorso 5 aprile, con la “Giornata di apertura delle attività didattiche del Laboratorio di Castellologia”, alla quale sono intervenuti il Direttore del DISUM Prof. Giancarlo Magnano San Lio, il Soprintendente BB. CC. AA. di Catania Arch. Fulvia Caffo, il Presidente dell’Istituto Dott. Filippo Cosentino, i docenti universitari, Prof.ssa Maria Vittoria D’Amico, Prof.ssa Clara Biondi, Prof.ssa Claudia Guastella. Lo scorso 24 maggio, per la XVI edizione delle Giornate Nazionali dei Castelli, occasione in cui in tutto il territorio italiano sono state organizzate visite guidate ai castelli, convegni e dibattiti, allo scopo di sensibilizzare maggiormente il pubblico verso queste realtà così importanti per il nostro patrimonio storico artistico, è stata organizzata nel pomeriggio una visita studio al Castello Ursino, curata dai tutor della Soprintendenza e del Museo Civico Castello Ursino. A conclusione della visita guidata, si è svolto presso la sala Parlamento del castello federiciano un forum - dibattito, a cui hanno partecipato: l’Ass. Orazio Licandro, il Presidente della Sezione Sicilia dell’Istituto Filippo Cosentino, il Soprintendente Fulvia Caffo, il Presidente emerito dell’Istituto Giovanni Ventimiglia ed il coordinatore della Delegazione Giovani dell’Istituto, Arch. Alberto Di Gaetano. Lella Battiato A.DiG. Omaggio a Pippo Fava in scena al teatro “Musco” di Catania “Foemina ridens” creatura senza tempo Quasi una favola che attraverso il “meccanismo letterario” diventa il pretesto per denunciare una società ambigua “L’intelligenza dell’uomo è scoprire le cose … tu tutto d’un tratto scopri la verità. Creatura ridente … foemina ridens in una sequenza di vicende senza tempo. La donna presenta la sua disperazione esistenziale, l’uomo la sua natura superficiale”. Esordisce così il narratore Miko Magistro, l’Orlando del testo “Foemina ridens”. Pupa, la poliedrica donna, nell’interpretazione brillante e passionale di Guia Jelo, cerca un’alternativa “questa è l’organizzazione della società … giudicare Pupa” ed ecco che appare la maschera e la doppiezza della vita … lei sogna ma lui pazzo; Pupa sensibile e romantica da donna-madre è la professionista mondana che riesce a trasformarsi e avere mille volti e maschere e alla fine dirà “io sono umana”. “Foemina ridens” è un testo suggestivo, crudele e di grande coraggio, che rivela, come sottolinea il regista Anfuso, insieme al talento drammaturgico del suo autore, quella malinconia poetica di uomo del Sud che lo consegnò ai posteri come “romantico guerriero”. Il giornalista drammatur- go fu ucciso in un agguato mafioso nel 1984 davanti al teatro Verga di Catania. Muore e lascia un vuoto incolmabile, ed oggi a trent’anni dalla tragica scomparsa, il teatro Stabile, rende omaggio e lo propone come intellettuale che cercò di raccontare dall’odio di chi non sa più combattere per la giustizia. Così la storia di questo incontro può essere contemporaneamente tragedia e farsa, un ininterrotto, incalzante grottesco. Guia Jelo interpreta in scena il ruo- la verità. “Foemina ridens” ha due personaggi che nello stesso tempo sono cinque, dieci, venti personaggi diversi. È cioè il tumultuoso racconto d’amore fra un uomo e una donna nel quale ci sono tutte le componenti di ogni rapporto. E il sogno! Pupa intensa, sensuale misteriosa è la donna di strada giovane e vecchia, bella e brutta, che rappresenta la mutevolezza femminile che la società fissa in una maschera riprendendola da un archetipo tradizionale e dell’eternità. È la peccatrice Eva, ma anche la Madre Dolorosa di un figlio perduto, il giovane Michele ucciso dall’indifferenza e lo di Pupa, una donna che, attraverso il suo rapporto con Orlando trova la propria identità donna; sempre al centro dell’attenzione, bold print, non ha bisogno di altro per imporsi, riunisce in un unico organismo due realtà ontologicamente inconciliabili: creatura divina e creatura tragica. L’attrice rende efficacemente il doppio personaggio scavando dentro se stessa e con una voce e colorature caratteriste incanta il pubblico unendo nella stessa persona il fascino malizioso della prostituta … e l’interiorità dolente della donna … Antigone messaggera di cambiamenti e nostalgie. Quasi una favola che attra- 12 Prospettive - 8 giugno 2014 RUBRICHE Incontro al PIME con don Renzo Bonetti alla scoperta del sacramento del Matrimonio La FAMIGLIA segno visibile dell’amore di Dio per l’uomo “La Famiglia, una dimensione irrinunciabile di tutto l’agire della Chiesa”. È stato questo il tema dell’incontro di formazione tenutosi al Pontificio Istituto per le Missioni Estere (PIME) di Mascalucia nel pomeriggio del 27 maggio scorso, incontro fortemente voluto dall’Arcivescovo di Catania Mons. Salvatore Gristina, sensibile dinanzi alla necessità di intervenire a sostegno della famiglia definita “genoma che fa vivere la società” in questo momento di grave crisi. A sviluppare il delicato argomento è stato Don Renzo Bonetti, già direttore dell’Ufficio per la Pastorale della famiglia della Conferenza Episcopale Italiana nonché consultore del Pontificio Consiglio per la famiglia, e attualmente Presidente della Fondazione “Famiglia Dono Grande” (www.misterogrande.org), un progetto al servizio degli sposi e della famiglia per riscoprire, vivere e annunciare insieme la bellezza del sacramento del Matrimonio. Dopo il caloroso benvenuto rivolto alle numerose coppie di sposi intervenute anche da altre diocesi della Sicilia, Padre Salvatore Bucolo, direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia, e la coppia responsabile Giorgio e Rosetta Amantia hanno introdotto il tema della famiglia -“sacramento originario” secondo Papa Giovanni Paolo II-, intesa come risorsa della Chiesa, famiglia che desidera comprendere attraverso la guida dello Spirito San- to qual è la sua missione nella Chiesa e nelle diverse realtà umane e sociali in cui è chiamata ad operare. Nel ringraziare il relatore, i coniugi Amantia hanno invitato le coppie di sposi presenti ad annunciare instancabilmente la bellezza del sacramento del Matrimonio. Definito dall’Ufficio per la Pastorale Familiare di Catania “annunciatore dell’Amore di Dio” e “cantore dell’amore nuziale fra uomo e donna”, Don Renzo Bonetti introduce il tema citando il Direttorio per la Pastorale Familiare ed i documenti che la Chiesa, a partire dal Concilio Vaticano II, ha redatto per comprendere pienamente il mistero grande del sacramento del Matrimonio. Il rela- tore sottolinea come la famiglia, Chiesa domestica, rende visibile il Cristo Risorto, spiega la bellezza dell’essere sposi oggi in una società che ha perso il senso del divino, il significato ultimo per cui l’uomo e la donna sono stati creati: l’unione sponsale come segno indissolubile delle nozze di Cristo con la Chiesa per la costruzione e la salvezza della “famiglia definitiva”. Diversamente dagli altri, il sacramento del Matrimonio, insieme all’Ordine Sacro, afferma Bonetti citando il Catechismo della Chiesa Cattolica ,“è il sacramento istituito per il servizio altrui, non per gli sposi, ma con gli sposi per essere al servizio della comunione e segno di sal- vezza per l’intera umanità”. “Nel Matrimonio” continua Don Renzo “viene consacrata la relazione fra i due, i quali sono già stati consacrati in forza del Battesimo. Gesù ama la Chiesa fino a dare il suo corpo per noi, oggi nell’Eucarestia come duemila anni fa. Gli sposi sono attualizzatori dell’abbraccio di Cristo per la Chiesa, sanatori e costruttori di relazioni umane per edificare il corpo dell’umanità e della Chiesa. Essi hanno oggi una missione indispensabile: evitare che la Chiesa si autocelebri ripiegandosi su se stessa, contribuire a edificarla attraverso l’evangelizzazione costante a partire dall’ambiente familiare, di lavoro, parrocchiale, sociale. La famiglia cristiana nata dall’unione consapevole di un uomo e di una donna esiste per illuminare il mondo, per portare acqua sorgiva, per essere non solo salvata, ma in modo particolare per essere ‘salvante’. E tutto ciò può accadere nella misura in cui gli sposi hanno conosciuto Cristo e il Suo Amore trasformante, hanno sperimentato che solo vivendolo quotidianamente è possibile comunicarlo e testimoniarlo agli altri”. Don Renzo invita infine tutti gli sposi cristiani ad avere “l’entusiasmo di essere sacramento, carne di Cristo in azione, di essere segno ministeriale, rito permanente che celebra l’Amore di Cristo Gesù”. L’intervento di Bonetti è stato seguito da un dibattito interessante fra i partecipanti, i quali, accorsi numerosi oltre ogni aspettativa nonostante il giorno feriale, hanno dimostrato, come ha affermato Padre Salvatore Bucolo, una “sete grande di dare voce alla bellezza del Matrimonio”. Con tre parole il direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale Familiare di Catania ha sintetizzato il convegno: “stupore, bellezza e missione” per la relazione fra uomo e donna come segno grande dell’Amore di Cristo per l’umanità. Alla fine dell’incontro Don Renzo ribadisce chiaramente che “la famiglia è una dimensione irrinunciabile di tutto l’agire della Chiesa”, che solo tramite essa è possibile manifestare al mondo la relazione che intercorre fra Cristo ed il suo corpo che è la Chiesa. Non si può ignorare la “vocazione alla santità della famiglia, il miracolo perenne della Pentecoste nella Chiesa e nella vita degli sposi” come sottolineano i coniugi Gino e Filippa Passarello. L’Amore di Cristo, il Suo infinito donarsi sulla Croce per la salvezza di ogni singolo uomo deve essere per tutte le coppie di sposi cristiani invito a testimoniare l’infinita bellezza della “carità coniugale”, modo specifico attraverso il quale ogni uomo e ogni donna partecipano al “mistero grande” di Cristo e della Chiesa. Giuseppe e Mariella Magrì All’Istituto “Campanella-Sturzo” di Catania lo scrittore giornalista Alessandro Cannavò e il piccolo Mattia ll’istituto comprensivo “Campanella-Sturzo”, insieme all’I.C. “Fontanarrossa”, all’associazione culturale “Fiumara d’Arte” e il Movimento della Giustizia a tutela dei Diritti Umani, moderatore Lella Battiato, è stato presentato il libro In viaggio con lo zio, autore Alessandro Cannavò, caporedattore della sezione eventi del Corriere della Sera, e il co-autore Mattia Arena Cannavò, alunno dell’I.C. “Ercole Patti” di Trecastagni, cugino del giornalista che diventa affettuosamente lo zio, come amico e guida spirituale. Una giornata per raccontare gli itinerari della grande bellezza che hanno accompagnato il viaggio dei due protagonisti, un esperimento didattico tra formazione e narrazione. Il testo fa parte di una collana di narrativa per le scuole “Storie del Quotidiano”, nata dalla collaborazione tra Rcs-education e Bompiani, per avvicinare i ragazzi alla lettura cresciuti nell’era digitale. Un racconto per rileggere la realtà dei nostri beni culturali, immergersi nel mondo degli adolescenti, accendere il dialogo tra genitori e figli su temi come relazioni e sentimenti. Se i ragazzi imparano a guardarsi dentro, a raccontare il loro immaginario li capiremo anche di più, ma anche saper leggere a casa i loro silenzi. Cannavò si rivolge ai ragazzi e insieme a Mattia proiettano delle diapositive del viaggio ed ecco apparire il maestoso Etna, il Museo della A Un viaggio nel nome della bellezza Lava e una visita al quartieri popolare di Librino, “illuminato da quella Porta della Bellezza che è diventata il simbolo della cultura, dei valori e un centro di attrazione turistica. In apertura il giornalista sottolinea: “è un viaggio nel nome della bellezza, tutto nasce perché quando si studiano determinate cose poi bisogna conoscerle”. Continua: “La vacanza, dal latino vacatio, è un momento di riposo, ma il viaggio un momento di impegno dove si esercita responsabilità documentando le tappe è anche un momento di crescita importante. Siamo partiti dall’estremo Sud, dalla Sicilia dove vive mio nipote Mattia, che nella realtà è il figlio di mia cugina, volevo raccontare l’estremo nord ovvero l’Alto Adige”. Ha visitato anche San Candido in omaggio a suo padre, che è stato un notissimo direttore della Gazzetta dello Sport. Cannavò evidenzia: “Sì, è una sorta di omaggio al senso della famiglia che, quando posso, provo a valorizzare”. Nel libro appare evidente la volontà di rivalutare la figura dello zio. infatti l’autore sottolinea “il suo ruolo è molto importante nella formazione dei ragazzi. È una figura unica dal punto di vista educativo, non ha il ruolo sanzionatorio dei genitori e ha maggiore dinamismo rispetto ai nonni, è a metà stra- da tra l’adulto e l’amico. Sono contento che Mattia mi chiami zio”. Ha introdotto i lavori il dirigente scolastico Lino Secchi ricordando il padre del giornalista Alessandro, Candido Cannavò, con il quale portò avanti dei progetti, apprezzando il libro e sottolineando: “il viaggio è momento di crescita, esprime valori e aiuta a riflettere sull’importanza dei legami familiari, con la freschezza della lingua comprensibile per le nuove generazioni. Utile per stimolare la voglia di conoscenza e di sapere. La scuola non deve essere solo istruzione ma trasmissione di socialità ed educare alla cultura”. Importante la partecipazione del Mecenate imprenditore Antonio Presti, presidente di “Fiumara d’Arte”, che esordisce con una domanda ai ragazzi “Cosa fa la bellezza? La bellezza ha creato la Porta di Librino, insieme a voi, l’abbiamo abbellita con il progetto dei fiori e delle fotografie. La bellezza che possiamo creare per noi e rendere più bello il quartiere, ma la bellezza è anche quella che dobbiamo manifestare nel cuore. Il libro con le sue pagine educative consolida i rapporti di amicizia” e invita poi tutti i presenti a par- tecipare il 22 giugno al “rito della luce” e a leggere poesie nella Piramide di Tusa. Il presidente della VI municipalità di Catania Lorenzo Leone osserva “dobbiamo valorizzare Librino, abbiamo bisogno di cultura e dare spazio ai ragazzi che sono la forza della crescita di Librino, una realtà che sta cambiando”. Durante l’incontro sono stati letti dagli alunni alcuni passi del libro, insieme agli alunni della media I D e I A con i prof. Melfa Cinzia, Zisa Profeta, Maggiore Rosaria, per l’I.C. “Fontanarossa”, dirigente scolastico Concetta Tumminia, le classi elementari V A e V E con i docenti Agatino Lo Vecchio, Aurelia Cono Genova, Carmela Amella e Tricoli. Il giovane Mattia chiude la mattinata leggendo una sua poesia “La vita è un cuore che batte” inserita nel libro e la sua sensibilità e passione per la musica e la poesia diventa un modello positivo per i ragazzi presenti e la costruzione del loro futuro. Un messaggio per conoscere il nostro territorio e i giovani con impegno e passione per quello che fanno, possono raggiungere obiettivi importanti perché anche se sono piccoli, riescono ad essere grandi dentro. Artemisia