D.ssa Maria Cavarretta Responsabile Centro di Psicoterapia D.ssa
Transcript
D.ssa Maria Cavarretta Responsabile Centro di Psicoterapia D.ssa
D.ssaMariaCavarretta ResponsabileCentrodiPsicoterapia D.ssaAlmaGentinetta ReferenteattivitàdiGruppo Centro di Psicoterapia DONNE E PERCORSI DI PSICOTERAPIA Il Centro di Psicoterapia dell’Asl To2 (Via Stradella 203-Torino) è una Struttura territoriale di secondo livello che offre percorsi di psicoterapia individuale e di gruppo, ad indirizzo psicodinamico, a persone che si rivolgono ai Centri di Salute Mentale del DSM ‘G.Maccacaro’. La “Giornata a porte aperte sulla Salute Mentale Femminile”, promossa da O.N.Da, è stata l’occasione per rielaborare i dati relativi all’attività del Centro, evidenziando la presa in carico della popolazione femminile nell’anno 2011. Oltre al dato generale di accesso delle donne, nel report vengono prese in esame le prestazioni di psicoterapia individuale e di gruppo, focalizzando alcuni parametri significativi per dare un’immagine della popolazione femminile che si rivolge al Servizio quali età, titolo di studio, stato civile, situazione lavorativa, problemi presentati. 1 Quali donne al Centro di Psicoterapia? La nostra rilevazione rappresenta un punto focale di osservazione che, seppure parziale e limitato, ci consente qualche osservazione rispetto all’utilizzo della psicoterapia individuale e di gruppo offerta dal Servizio. Dei 103 pazienti presi in carico 72 sono donne (il 67% delle utenze totali) e di queste 46 seguono un percorso di psicoterapia individuale, la cui durata media è di circa due anni, e 26 una psicoterapia di gruppo, che ha un percorso medio di circa tre anni. L’età media delle donne prese in carico è fra i 35-50 anni, ( circa il 42%), con una percentuale più alta delle giovani tra i 18 e i 35 anni (33%) seguite in terapie individuali, rispetto al 19% inserite nei gruppi. Per quanto concerne la scolarizzazione, la distribuzione delle donne rispetto alla psicoterapia individuale o gruppale risulta sensibilmente diversificata. Il 46% delle donne che usufruiscono della psicoterapia individuale ha un titolo di Scuola Superiore e il 28% la laurea, percentuale che scende rispettivamente al 34% di diplomate e all’8% di laureate inserite nei gruppi. In questi ultimi la percentuale maggiore, il 54%, ha la licenza di scuola Media. Parallelamente anche la situazione occupazionale risulta diversamente distribuita: nella psicoterapia individuale troviamo complessivamente il 60% di donne che lavorano come impiegate, insegnanti, professioniste ecc,; il 4% circa è casalinga; nei gruppi il 23% esercita una professione impiegatizia, il 23% è operaia, la percentuale delle casalinghe sale a circa il 19% . Non vi è invece una differente distribuzione tra le donne disoccupate/lavoratrici precarie o saltuarie, che sono tra il 24 e il 26% nei due setting. 2 Il gruppo facilita il confronto e lo scambio delle proprie difficoltà, ma stimola anche l'utilizzo di nuove risorse promuovendo così nuove storie da raccontare. Nel complesso, la fine di ogni ciclo terapeutico ha rappresentato la conclusione di un percorso relativo ad un'esigenza specifica in un determinato periodo di vita, solitamente caratterizzato da dinamiche di separazione, conflitti con i figli e/o con l'ex coniuge, perdita del lavoro e difficoltà economiche. All'interno del gruppo, ogni singolo partecipante riflette sullo stile relazionale già presente nel proprio nucleo famigliare e in quello d'origine, favorendo così un'analisi ed una revisione dei meccanismi patologici che hanno caratterizzato le loro storie. Il confronto con i vari comportamenti ed atteggiamenti presenti nel gruppo rappresenta un valido supporto di apprendimento, poiché attraverso la diversità e l'unicità di ogni trama famigliare, si favorisce sia la possibilità di crescita che l'arricchimento reciproco. Rispetto allo stato civile rileviamo nella psicoterapia individuale la presenza della maggioranza, il 53% , di donne non coniugate, il 22% di coniugate e il 22% di separate, il 6% sono conviventi; mentre nei gruppi la presenza maggiore, il 42% è costituito da donne separate, il 27% coniugate, il 27% non coniugate e il 4% conviventi. La presenza percentualmente maggiore di donne di età più giovane, riscontrata nelle psicoterapie individuali, può essere significativa rispetto a questi dati. L’ultima rilevazione riguarda le problematiche presentate. Delle donne seguite in psicoterapia individuale il 44% presenta disturbo di personalità, il 28% disturbi psicotici o disturbi dell’umore; il 24% si colloca in area nevrotica; il 2% disturbi di genere e il 2% disturbi alimentari. Tra le donne che seguono una psicoterapia di gruppo il 46% si colloca in area nevrotica, il 35% presenta disturbi psicotici o disturbi dell’umore, il 19% disturbo di personalità. 3 ¾ La psicoterapia individuale viene proposta soprattutto a donne che presentano nodi problematici e modalità relazionali che possono meglio usufruire di un rapporto duale. In tale cornice possano sperimentare l’espressione e contemporaneamente il contenimento di emozioni tumultuose, di sentimenti che spesso nascono da deprivazioni affettive profonde, da esperienze di vita faticose e a volte traumatiche. ¾ Nel gruppo le donne possono sperimentare lo scambio di l’uscita dall’isolamento, il confronto rispetto a situazioni relative a problemi di coppia, a momenti depressivi dovuti perdita, conclusioni di legami, alla gestione dei conflitti e rispetto ai figli. punti di vista, problematiche a situazioni di delle difficoltà Al Centro sono attivi quattro gruppi a composizione maschile e femminile e due gruppi specifici a composizione solo femminile. Infatti alcuni elementi caratterizzanti i gruppi omogenei, ad esempio la maggior facilità di espressione e condivisione delle proprie difficoltà in un gruppo con immediati denominatori comuni, la disponibilità al confronto tra pari ecc., possono aiutare a problematizzare situazioni che in un contesto meno raccolto potrebbero indurre vergogna, silenzio, negazione, ostacolando o rallentando così il processo terapeutico. Di questi due gruppi, si riporta di seguito una breve descrizione. 4 “GRUPPO DONNE” dott.ssa Anna Piantanida, psicologa-psicoterapeuta Il “Gruppo Donne” nasce nel 2009 ed è tuttora attivo presso il Centro di Psicoterapia di via Stradella 203- Torino- con la finalità di offrire alle sue partecipanti uno spazio specifico di verbalizzazione e di elaborazione delle problematiche femminili. L’età delle pazienti, tutte intorno ai 50 anni, ha posto al centro del lavoro terapeutico un primo bilancio della propria vita, bilancio centrato soprattutto sulla relazione di coppia vissuta da anni, come problematica ed insoddisfacente. La presenza di oggettive difficoltà nei partners (problemi di tossicodipendenza o di gravi disturbi psichici o di instabilità emotiva e di inaffidabilità, ecc.) ha reso faticoso, per le donne, il passaggio da un’espressione proiettiva del disagio (se la relazione di coppia non ha funzionato, la “colpa” è tutta dell’ “altro”) ad una progressiva assunzione delle proprie responsabilità nella relazione di coppia, frutto del processo introspettivo stimolato dal gruppo. L’essere tutte donne in uno spazio accogliente e privo di giudizi ha facilitato la coesione del gruppo, con rispecchiamenti e identificazioni reciproche. Questi processi si sono costruiti con gradualità nonostante conflitti e difficoltà collegate alle diverse patologie delle donne presenti, alle differenti esperienze di vita e ai diversi livelli culturali. La dialettica presente nel gruppo fra momenti empatici (“siamo tutte donne con storie difficili e sofferte”) ed altri di presa di distanza competitiva (“ non mi riconosco nel modo di comportarsi raccontato da qualche componente del gruppo”) ha comunque consento la dicibilità del malessere relazionale di coppia in modo esaustivo, fino all’espressione di tracce di persecutorietà. Il lavoro terapeutico ha permesso una progressiva presa di coscienza di quanto la storia personale abbia potuto incidere nella scelta del proprio patner, nelle modalità relazionali instaurate nella coppia, nelle dinamiche conflittuali espresse. Compito della terapeuta, a seconda dei vari casi, è stato promuovere l’elaborazione sia delle aspettative cariche di idealizzazione nei confronti del compagno, sia della rabbia e delle sofferenze sperimentabili concretamente in un rapporto di coppia, sia il rinforzo della valenza positiva del potersi separare superando sensi di colpa e paure. Ad oggi le partecipanti del “Gruppo Donne” sono riuscite a mettere maggiormente a fuoco un proprio progetto personale, attivando una maggior autonomia lavorativa ed affettiva riuscendo a creare relazioni di coppia più soddisfacenti e mature e concludendo rapporti fonte di profondo disagio. Il gruppo si è sempre posto come spazio valorizzante le risorse personali delle partecipanti rispetto alla loro gestione dell’attività lavorativa e alle loro relazioni con figli e nipoti, stimolando contemporaneamente una differenziazione di ruoli ed una capacità di integrare l’accudimento, rivolto all’esterno, con il riconoscimento ed il bisogno di soddisfare esigenze personali. In questo senso sono stati affrontati ed in parte superati atteggiamenti sacrificali e per certi aspetti masochistici. Nel corso di questi anni il gruppo ha avuto varie dimissioni e si è aperto a nuovi inserimenti in una prospettiva proiettata anche nel futuro. 5 “GRUPPO MADRI” dr.ssa Marisa Manzon, psicologa-psicoterapeuta-gruppoanalista Il Gruppo Madri nasce nel 2004 a seguito di un'esigenza del Centro di Salute Mentale e deve il suo nome alla partecipazione esclusiva di madri, quasi tutte separate e con figli in carico presso il Servizio di Neuropsichiatria Infantile. Sin dalla sua costituzione, il gruppo si riunisce ogni lunedì con sedute a cadenza quindicinale della durata di un'ora e trenta minuti. Si tratta di un gruppo aperto, a tempo indeterminato, in cui è possibile effettuare nuovi inserimenti in base alla capienza massima del gruppo (8 pazienti) e ogni volta che un paziente termina il proprio percorso. Il modello teorico di riferimento è la gruppoanalisi, ovvero una forma di psicoterapia praticata dal gruppo nei confronti del gruppo, ivi incluso il suo conduttore. Il gruppo terapeutico viene inteso come matrice integrativa di comunicazioni inconsce, in cui gli individui (conduttore compreso), costituiscono i punti nodali della rete in formazione. Negli anni il gruppo si è posto diversi obiettivi di lavoro tra i quali si evidenziano: - soddisfare sia il bisogno materno nella cura dei figli, sia i propri bisogni di donna, madre, moglie spesso sola ed isolata; - creare un clima di fiducia per affrontare il vissuto di causa e colpa dei genitori e accettare i propri limiti; - creare un equilibrio tra separazione e appartenenza; - differenziare le ansie personali dalle problematiche dei figli e dalle loro proiezioni; - fare chiarezza sulle problematicità, al fine di poter definire e delimitare le proprie responsabilità da quelle dell'ex coniuge e dei figli stessi. Le pazienti sono sempre state inviate dagli operatori dei Centri di Salute Mentale e del Servizio di Neuropsichiatria Infantile, con la condizione che tutti avessero già una presa in carico dall'ambulatorio del territorio di appartenenza. La prassi prevede che prima di ogni possibile invio, il collega valuti con il terapeuta l'adeguatezza dell'ipotesi di inserimento, considerando le caratteristiche del paziente in relazione al progetto e alle altre pazienti già presenti nel gruppo; seguono poi alcuni colloqui individuali tra il conduttore di gruppo e la paziente candidata, finalizzato ad una valutazione reciproca, al fine di permettere anche al paziente di formulare una scelta più congrua e consapevole rispetto l'eventuale inserimento nel gruppo. Il gruppo sin dalla sua costituzione, ha accolto 25 pazienti, di età media di 40 anni. Ogni paziente aveva figli, tutti seguiti dal Servizio di Neuropsichiatria Infantile. Il 90% delle pazienti era separata e solo il 10% aveva una convivenza attiva, dato che sottolinea l'incremento delle difficoltà quotidiane in relazione all'esclusiva gestione del nucleo famigliare. L'età media dei figli è di 8 anni, con presenza di neonati e ragazzi ormai maggiorenni. La maggior parte delle pazienti ha fatto un percorso medio-lungo all'interno del gruppo, per una durata variabile dai 3 ai 5 anni; un numero più esiguo, 9 pazienti in tutto, è stato nel gruppo per 1/2 anni e in soli 2 casi ci è stata un interruzione dopo solo 2 sedute dall'inserimento. 6 Sono emersi importanti fattori terapeutici, che possiamo così sintetizzare: la presenza di storie di più nuclei famigliari consente l'emergere di difficoltà analoghe; i componenti possono rispecchiarsi nelle storie di altri nuclei famigliari; attraverso la condivisione è possibile acquisire punti di vista differenti e nuove modalità di funzionamento; vantaggi nel vedere rispecchiati negli altri membri del gruppo i loro stessi problemi; uscire dall'isolamento, dal ripiegamento su di sé, dal senso di solitudine che il disagio può aver prodotto ; scoprire di non essere soli ad avere sofferenze e difficoltà nella gestione dei figli e della quotidianità. Scoprire di avere in comune con le altre pazienti non solo le difficoltà, ma anche tutta una possibile gamma di esperienze ed affetti umani, che ognuno può condividere con l'altro; fare esperienza di un contesto relazionale diverso da quello abituale, connotato da ascolto, accoglienza e rispetto della verità soggettiva; ricostruire un'immagine di sé e degli altri, significativa della propria esistenza. In conclusione il lavoro di gruppo ha permesso ad ogni partecipante una crescita individuale attraverso l'acquisizione di nuove modalità relazionali e la scoperta di risorse fino allora negate, tali da favorire processi evolutivi individuali e del proprio nucleo famigliare, soprattutto in relazione al rapporto madre-figlio. 7 8 DipartimentodiSaluteMentale GiulioMaccacaro Perulterioriinformazioni: CentrodiPsicoterapia Tel.011.215932