ARGOMENTO: Spazi di vita, spazi di evasione e
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ARGOMENTO: Spazi di vita, spazi di evasione e
ARGOMENTO: Spazi di vita, spazi di evasione e spazi di scoperta 1) "Ricordo ogni particolare: l'aula scolastica, con le panche e i banchi massicci, l'odore acre, muschioso, di quaranta pesanti cappotti invernali, le pozze di neve disciolta, i contorni bruno - giallastri sulle pareti grigie in corrispondenza del punto in cui, prima della rivoluzione, erano appesi i ritratti e del Kaiser Guglielmo e del re del Wüttemberg... Si stava facendo buio ma non abbastanza per accendere la luce. Dalle finestre distinguevo ancora con chiarezza la chiesa della guarnigione, un brutto edificio costruito nel tardo ottocento, temporaneamente abbellito dalla neve che copriva le torri gemelle svettanti nel cielo plumbeo. E belle erano anche le colline bianche che circondavano la mia città.." ( Fred Uhlman, L'amico ritrovato, 1971) 2) Il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto: "Non c'è altro da vedere", sapeva che non era vero. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si è visto in estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l'ombra che non c'era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito. ( Josè Saramago ) 3) Il viaggio è un sentimento, non soltanto un fatto. (Mario Soldati) 4) Le città e il tempo Zaira - contiene [il suo passato] come le linee di una mano Zora - chi l’ha vista una volta non può più dimenticarla Maurilia - il viaggiatore è invitato a visitare la città e nello stesso tempo a osservare certe vecchie cartoline illustrate che la rappresentano com'era prima le città e il desiderio: Dorotea - sentii che non c'era bene della vita che non potessi aspettarmi in quel luogo Anastasia - un tutto in cui nessun desiderio va perduto Despina - città… di confine tra due deserti Zobeide - [gli uomini] nella città…riconoscevano qualcosa delle vie del [proprio] sogno le città e gli scambi: Eufemia - città… in cui ci si scambia la memoria a ogni solstizio e a ogni equinozio Melania - Ogni volta che si entra nella piazza ci si trova in mezzo a un dialogo" Cloe - [le persone] al vedersi immaginano mille cose uno dell'altro, gli incontri che potrebbero avvenire tra loro, le conversazioni, le sorprese, le carezze. Ma nessuno saluta nessuno Smeraldina - una mappa [della città…] dovrebbe comprendere, segnati in inchiostri di diverso colore tutti i tracciati, solidi e liquidi, palesi e nascosti (Italo Calvino, Le Città Invisibili) 5) Uscendo dal Distretto stavo bene e potevo andare in gran fretta per lasciare Torino, correndo alla stazione di Porta Nuova a prendere il treno per Candia. Mi toccava infatti prendere il treno, assai più scomodo e lento dell'autobus, perché il Distretto riconosceva gratuito il viaggio di andata e ritorno soltanto in ferrovia. Il treno partiva verso sera ed era un treno operaio che fermava a tutte le stazioni. Era affollato come una tradotta militare, soprattutto da operai che lasciavano le fabbriche di Torino. Molti di quegli operai avevano l'aria di star bene, con le loro berrette, il giornale sottobraccio, il cestino o la borsa delle vivande, i loro discorsi ad alta voce; altri pareva sentissero freddo, in aprile e in mezzo a quella calca, mortificati per di più dalla sporcizia dei loro indumenti. ( Paolo Volponi, Memoriale, 1962 ) Documenti non letterari 5) “A Melania, ogni volta che si entra nella piazza, ci si trova in mezzo a un dialogo” Così inizia la descrizione di Melania di Italo Calvino nella sua celebre opera “Le città invisibili”, alla quale si è ovviamente ispirato il nome dell’Associazione Culturale Melania – La Città del Dialogo. Ed è proprio il dialogo che costituisce la base di partenza e l’ispirazione portante dell’attività dell’Associazione. Dialogo inteso come interscambio di esperienze e progetti, dibattito, approfondimento e crescita sociale e culturale tra le varie espressioni del mondo in cui viviamo. Dialogo tra religione, politica, migranti, categorie sociali, anche molto differenti tra loro per storia, cultura, tradizioni, ma che possono e debbono trovare punti di contatto costruttivi per tutti, perché secondo noi una società senza dialogo non potrà mai crescere in modo omogeneo e positivo, da tutti i punti di vista. 6) Negli ultimi mesi in città si sono manifestati molti episodi di violenza e inciviltà. Il sindaco Incalza ha adottato misure di prevenzione come il divieto di vendita di alcolici ai minori di 16 anni ed il prolungamento degli orari di servizio dei vigili urbani. Dalle pagine del nostro giornale si è parlato di una vera emergenza sociale, e ci si interroga per capire cosa stia accadendo in questa città, dopo anni di tranquillità. Bisogna distinguere le azioni della criminalità organizzata – nei cui confronti va mantenuta alta la guardia da parte non solo delle forze dell’ordine e della magistratura, ma di tutta la collettività – da quegli episodi di violenza, individuale o di gruppo, ma comunque più spontanea, che aumentano nella fasi di incertezza e di scollamento sociale, caratterizzate da egoismi e individualismi. Riaffiora l’impulso arcaico di vivere i rapporti sociali come una lotta di tutti contro tutti, in cui sembra lecito ricorrere alla violenza per risolvere i problemi di convivenza. Per non ritornare al passato occorre rilanciare quel senso di appartenenza e identità che negli ultimi anni sembra affievolito. ( Marco D’Errico) 7) Nelle città le discoteche tendono ad essere poste in periferia, in modo da non nuocere agli abitanti con i rumori intensi e prolungati. Nelle grandi città meta di un turismo prevalentemente non estivo, come le maggiori capitali europee, invece, si trovano anche discoteche in centro, frequentate da turisti e locali (a differenza dei locali di Malta o Ibiza, assiepate esclusivamente di giovani stranieri). Questo tipo di locali si differenzia per le dimensioni modeste, la presenza di sale da ballo rigidamente al chiuso e il più delle volte prive di servizi accessori esterni come i parcheggi, e una frequentazione drasticamente inferiore e limitata soprattutto ai fine settimana. Le discoteche di città sono tuttavia le più capillarmente diffuse, e coprono quasi interamente il territorio nazionale italiano.