Milano, 4 giugno 2015 Gent.mo On. Luca Lotti

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Milano, 4 giugno 2015 Gent.mo On. Luca Lotti
SINAGI
aff. SLC-CGIL
00165 ROMA
Via Gregorio VII 350
SNAG
CONFCOMMERCIO
20123 MILANO
Via S. Vito 24
USIAGIUGL
95124 CATANIA
Via Orto S. Clemente 25
Milano, 4 giugno 2015
Gent.mo On.
Luca Lotti
Sottosegretario di Stato
Dipartimento Informazione Editoria
Via Della Mercede, 9
00187 ROMA (RM)
raccomandata a.r.
anticipata a mezzo e-mail
e p.c.
a mezzo e-mail
Gent.mo On.
Roberto G. Marino
Capo Dipartimento Informazione Editoria
Via Della Mercede, 9
00187 ROMA (RM)
Oggetto: Osservazioni sull’Accordo Fieg – sistema distributivo del 26/05/2015
Le scriventi OO.SS., esaminato il documento sottoscritto da FIEG e da alcune associazioni di
distributori locali in materia di distribuzione della stampa quotidiana e periodica, devono
stigmatizzare con la massima chiarezza e determinazione:
1) il metodo utilizzato da queste associazioni per predisporre tale documento e il
significato politico che presiede alla elaborazione di un siffatto documento in
contemporanea ad un processo politico-istituzionale di intervento nel settore promosso
dal Dipartimento per l’Editoria e l’Informazione;
2) le palesi finalità anticoncorrenziali intese a creare un cartello a danno di tutte quelle
componenti della filiera che sono state escluse dalla contrattazione.
1. Critica al Metodo e al significato politico dell’Accordo FIEG-NDM-ANADIS
E’ assolutamente inaccettabile che una Associazione rappresentante alcuni Editori e due
Associazioni rappresentanti alcuni distributori locali negozino - ed abbiano addirittura la
leggerezza e l’arroganza di sottoscrivere - un documento che dovrebbe disciplinare l’intera
filiera della distribuzione della stampa in Italia e l’informatizzazione della medesima rete
prevista dall’art. 4 del D.L. 63/2012, senza minimamente dialogare o consultare, da un lato,
il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria e, dall’altro, le OO.SS. di categoria degli
edicolanti.
E’ evidente la palese violazione dei più elementari principi di cortesia istituzionale e di
condivisione e doverosa collaborazione tra operatori di una medesima filiera distributiva.
Non vi è chi non veda infatti come un simile accordo “condizioni” (o forse dovremmo dire
unilateralmente “imponga”) le “modalità di diffusione” della stampa in Italia, interferendo con
principi e diritti aventi rango costituzionale quali il diritto di accedere all’informazione di tutti
i cittadini e la libertà di impresa delle circa 30mila rivendite di quotidiani e periodici presenti
in Italia.
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La assoluta mancanza di condivisione - e ancor prima la mancanza della pur minima discussione
o del semplice confronto - non costituisce un mero vizio formale ma rappresenta un vizio
sostanziale del documento che - per la sua impressionante “parzialità” - non merita neppure di
essere discusso nel merito da queste OO.SS.
Il metodo utilizzato dalla FIEG e da NDM e ANADIS manifesta altresì la visione politica e
imprenditoriale che della filiera distributiva hanno queste associazioni.
La FIEG e le due associazioni di distribuzione trattano la filiera come fosse “affare loro”, da
negoziare privatamente, una sorta di proprietà esclusiva in merito alla quale dettare regole,
condizioni e finalità, disinteressandosi, sia della cornice legale e giuridica stabilita da norme
imperative di interesse pubblico, sia della funzione e del contributo degli altri operatori della
filiera.
Non può essere taciuta anche una considerazione di natura politica in merito al documento in
esame. In un momento politico particolarmente importante, nel quale il Governo ha in più
occasioni affermato di voler intervenire nella diffusione della stampa con un disegno di legge
ad hoc, la predisposizione di intesa tra tre Associazioni di categoria volte a disciplinare aspetti
importanti della distribuzione appare quantomeno intempestivo rispetto all’onere assunto dal
Governo di intervenire in materia. Anzi, lo scopo del documento sembra quello di anticipare
scelte essenziali per il futuro della distribuzione della stampa in Italia anche sotto il profilo
legislativo (ad es. in tema di programmazione territoriale, di identità delle condizioni
economiche di fornitura e di informatizzazione). Scelte che - finché rimarremo un paese
democratico - rimarranno di competenza del Governo e del Parlamento nell’ambito dei
rispettivi ruoli.
Il messaggio è chiaro: le “norme” e gli “accordi esistenti” devono “essere significativamente
riformulati” e per fare ciò è sufficiente l’accordo tra FIEG, Anadis e NDM, con buona pace sia
del Governo (che si sta sforzando di individuare un nuovo modello legislativo di diffusione
della stampa), degli edicolanti (che dovranno semplicemente “accettare” queste nuove regole)
e di tutti gli altri editori e distributori locali (non rappresentati dalle citate associazioni)
che dovranno adeguarsi all’ “Accordo FIEG-NDM-ANADIS Sulla Distribuzione”.
Questo metodo è inaccettabile e non può essere accettato dalle scriventi OO.SS.
2. Critica all’intesa tra alcuni operatori della filiera
E’ noto che il sancire una intesa, o il concordare una pratica tra imprenditori, o il coordinare
i propri comportamenti in un dato settore, a danno di altri imprenditori, limitando
o condizionando il libero esercizio di impresa degli operatori posti a valle della
filiera distributiva, configura una intesa lesiva della concorrenza o un abuso di posizione
dominante.
E’ altresì noto come il settore della vendita di quotidiani e periodici è caratterizzato da una
pluralità di monopoli distributivi nei quali, un unico distributore locale, gestisce le forniture di
tutti i prodotti quotidiani e periodici in un dato ambito territoriale.
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La posizione del Distributore Locale si caratterizza per un evidente posizione di dominanza
mentre, il singolo edicolante, si viene a trovare in una posizione di dipendenza economica, non
avendo la possibilità di reperire altrove le pubblicazioni.
In questo contesto un’intesa nella quale una Associazione di Editori e due Associazioni di
Distributori Locali si accordano su come gestire la rete di vendita deve essere vista con
particolare “sospetto”.
Ora, è sufficiente richiamare alcuni punti del documento esaminato per comprendere come si
tratti di un intesa volta a pregiudicare i diritti e le prerogative degli altri operatori del settore.
Quando le “parti” (e cioè FIEG, NDM e ANADIS) affermano che:
a) bisogna modificare norme e contratti in essere (pag. 2);
b) condivideranno i criteri di scelta della programmazione delle aperture di nuovi punti
vendita del territorio (pag. 3);
c) lasceranno al Distributore Locale la libertà di aprire e gestire punti vendita (pag. 3);
d) individueranno le rivendite con “redditività negativa” mediante un modello da queste
unilateralmente predisposto (pag. 8);
e) stabiliscono unilateralmente un modello tecnologico, operativo e di realizzazione del
progetto informatizzazione (pag. 9) in totale spregio al modello legislativo dettato
dall’art. 4 del D.L. 63/2012, per il quale l’informatizzazione deve essere “condivisa”;
f) definiscono l’esistenza di una NewCo a capo del progetto di cui le associazioni degli
edicolanti non fanno neppure parte (pagg. 9ss.) e disciplinano la titolarità e la gestione
dei dati di vendita;
g) affidano la titolarità e la gestione del rapporto con i punti vendita – per quanto riguarda
l’informatizzazione – ai Distributori Locali (pag. 10);
h) stabiliscono il numero di edicole da informatizzare (pag. 11).
Diviene chiaro quindi che - con questo “Accordo” - FIEG, NDM e ANADIS vanno a decidere
della “vita” delle edicole, della loro esistenza futura, delle loro modalità di esercizio di impresa,
delle loro prospettive di sviluppo e dei loro rapporti contrattuali.
Tutto ciò non è politicamente e giuridicamente accettabile e le scriventi OO.SS. non intendono
assolutamente accettarlo, riservandosi il diritto di denunciare tale intesa all’Antitrust nei
prossimi giorni.
3. Conclusioni
Le scriventi OO.SS. segnalano come il documento in esame rende manifesto il proposito di
alcuni Editori e di due associazioni di Distributori Locali di appropriarsi della rete di vendita,
definendo tramite intese private, le modalità operative della stessa, e ciò senza considerare
norme ed accordi in essere, disinteressandosi dei profili di interesse pubblico o dei motivi di
interesse generale connessi alla diffusione della stampa e delle norme imperative sulla vendita
di quotidiani e periodici oggi ancora esistenti (autorizzazioni, piani di localizzazione, parità di
trattamento, identità di condizioni economiche di cessione etc…).
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Ciò rende necessario un intervento normativo chiaro che scongiuri il pericolo di intese di tale
natura, eviti gli abusi di posizione dominante, tuteli i contraenti deboli e la loro libertà di
impresa e, soprattutto, garantisca il diritto dei cittadini di poter arrivare all’informazione su tutto
il territorio nazionale.
Serve un intervento normativo esteso all’attività di distribuzione della stampa, proprio per
evitare le tante distorsioni che affliggono questo sistema e delle quali, questa intesa, è un fulgido
quanto triste esempio.
Non si può affidare la diffusione della stampa, l’articolazione della rete di vendita e la sua
gestione, al mercato semplicemente perché - in questo settore - il mercato non esiste: in questo
settore invece esistono una serie di operatori in posizione dominante “propensi” alla definizione
di intese particolarmente restrittive dell’altrui libertà imprenditoriale.
In conclusione servono norme per riequilibrare la posizione tra operatori e garantire una
paritaria diffusione della stampa e ci auguriamo che il Governo possa predisporle nell’ambito
del Disegno di Legge di riorganizzazione dell’Editoria.
SINAGI aff. SLC-CGIL – Giuseppe Marchica
SNAG-Confcommercio – Armando Abbiati
USIAGI-UGL – Aldo Romeo
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