Proverbi popolari

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Proverbi popolari
Insieme per…
Anno V II giugno 2008
Tutti i giorni a scuola, in
TV, sui giornali sentiamo
parlare di pace e di quanto
ognuno di noi speri che si
realizzi nel mondo e
fra tutti i popoli. Ma
cos’è davvero la
pace? Come metterla
in pratica? Nel nostro piccolo, compiamo alcuni gesti che
contribuiscono a
creare una convivenza serena, comportandoci
garbatamente con la gente
che ci circonda, evitando i
litigi.
La pace è un valore molto
importante per noi, uomini e
donne, ragazzi e ragazze,
perché ci permette di coesistere, e di accettare gli altri
nonostante le loro diversità.
Per la sua importanza, le è
stata dedicata una giornata
Giornalino della S.M.S. “D.Alighieri” Casamassima (BA)
molto particolare: il 1° gennaio. Questa fu istituita nel
1968 per opera della Chiesa
Cattolica. Tale data fu scelta
non a caso,
ma con un
motivo
ben preciso: essendo il 1°
giorno
dell’anno,
si sperava
(e si spera ancora oggi) che la
pace potesse accompagnare la
gente nel corso dei 12 mesi.
Ogni comunità ha il proprio
modo di manifestare l’attenzione verso la pace. In occasione di questa giornata, nel
nostro paese il gruppo dell’azione cattolica Shalom, in
collaborazione con la scuola
media, ha organizzato un concorso tra i ragazzi del nostro
istituto: l’obiettivo è stato
quello di esprimere il nostro
pensiero sulla pace attraverso
un tema o un disegno. I migliori elaborati sono stati gratificati con un assegno da 100
euro ed un attestato. Hanno
vinto il premio i nostri compagni: Leonardo Di Noja,
Roberto Balacco, Alessia De
Cataldo, Clarissa Bollettieri.
Attraverso le loro parole e
immagini
ci
hanno
fatto
davvero capire
cos’è la pace e
come combattere l’intolleranza e il razzismo.
Noi ragazzi, invece, abbiamo
deciso di manifestare il nostro interesse mediante la
musica. Per questo il 1° gennaio 2008 si è tenuto, presso
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la sala congressi LUM, il
secondo concerto in onore
della pace.
L’orchestra della nostra
scuola, condotta dalla
prof.ssa Maria Giovanna
Verna, ha eseguito cinque
brani legati a questo tema.
L’introduzione di nuovi
strumenti, come la campana
tibetana, il “sin” (un parente
tailandese della chitarra, con
suoni più acuti), il gong
dei paesi orientali, ha
voluto rappresentare
l’unione fra le varie
culture anche nel campo musicale, viste le
diverse provenienze.
Non importa se viene
chiamata pace, paix, peace,
shalom, pax, frieden, noun,
diffondiamola in tutto il
mondo, senza alcun pregiudizio!
De Cataldo A.Lasorella C 3a I
È ricordare per non dimenticare ciò che è accaduto durante il nazifascismo: vite
spezzate, case distrutte, sofferenze, dolori, odi e aspre
tensioni.
La giornata della memoria è
stata istituita nel luglio del
2000 dal Parlamento italiano. La sua ricorrenza è il 27 gennaio.
Perché proprio questa data? Il 27 gennaio 1945 le truppe
degli Alleati AngloAmericani, dopo
aver scoperto il campo di sterminio di
Auschwitz, liberarono i pochi superstiti dall’orrore del
genocidio.
A Casamassima è stata orga-
nizzata una grande manifestazione per il giorno della memoria, a cui hanno partecipato
esponenti del Comune, fra cui
il sindaco prof. Vito De Tommaso, il dott. Loconsole
(esperto in ebraismo), il gruppo Shalom e alcuni esponenti
del giornale locale: “Il Bando”.
Per far riflettere
sui tragici errori
del
passato,
anche
questa
volta, noi ragazzi dell’ energico
laboratorio
di
musica abbiamo
organizzato un concerto dedicato al ricordo.
Sono stati eseguiti diversi
pezzi musicali della cultura
Costantino, l’imperatore romano che riconobbe il Cristianesimo come religione
ufficiale, fu più volte costretto ad affrontare le proteste del popolo. Un giorno,
una statua che lo raffigurava fu colpita da
alcune pietre.
I suoi cortigiani avrebbero voluto che desse
un esempio terribile.
tradizionale ebraica come
“Shalom”, “Ava Naghila” e
“Quol rinah”. Inoltre, abbiamo avuto l’onore di accogliere l’attore Pino Cacace, il
quale ha interpretato alcuni passi
estrapolati
dal
famoso “Diario di
Anna Frank”.
I ragazzi della 3a I
hanno letto le loro
riflessioni, quelli
della 3aD hanno
mostrato foto sui
campi di concentramento con un
Power Point. I nostri compagni si sono esibiti cantando,
suonando e ballando, dando
così il loro contributo alla
buona riuscita della serata.
Gli alunni della 3aL hanno
recitato un coro greco che
riassumeva i loro propositi
per un mondo migliore.
Dobbiamo ringraziare tutte
le associazioni che
ci hanno
p e r me s s o
di riflettere
sui dramm a t i c i
eventi avv e n u t i
durante il
periodo
nazista e di
crescere insieme attraverso
la conoscenza della storia.
PER NON DIMENTICARE…
“Non c’è punizione dicevano- proporzionata al delitto di questi forsennati che hanno osato gettare dei
sassi contro il volto
augusto dell’imperatore”.
“Tuttavia -rispose Costantino bonariamente e toccandosi la faccia- io non mi
sento nessuna ferita addosso”.
Carmen Neri 2ª I
Costantino
De Cataldo A. Lasorella C. 3aI
Insieme per…
Anno V II Giugno 2008
Nel corso degli anni, l’abbigliamento femminile ha avuto diverse trasformazioni.
Nel Trecento, ad esempio, le donne indossavano
una
sottotunica,
coperta da
una tunica,
trattenuta da
una cintura, con collo, maniche e orlo ricamati.
Successivamente, però, ver-
Giornalino della S.M.S. “D.Alighieri” Casamassima (BA)
pag. 09
Nel
Settecento
indossavano ancora i corsetti
però con la stoffa
più leggera. Le
La Puglia è una
regione di antichissime tradizioni
che nonostante il
veloce
cambiamento dei tempi ed
il mutare degli usi, conserva
ancora oggi stupendi costumi tradizionali in quasi ogni
angolo del suo territorio.
scarpe utilizzate
erano
realizzate
con
materiali
preziosi:
seta,
velluto o broccato.
Durante la Rivoluzione Francese
adottarono uno
stile semplice e
lineare, ispirato
al mondo classico.
Successivamente nell’Ottocenso il ’400 e ‘500, incomin- to, utilizzavano per ornare i
ciarono ad indossare sotto loro vestiti, ventagli e guanti.
l’abito una sottoveste costituita da una gonna e corsetto
cuciti insieme.
Verso il 1600 usavano ancora abiti rinascimentali,
ma introdussero la mantovana:
un
abito ampio a
balze.
Negli anni venti del Novecento portavano busti attillati
e modellati, abiti lunghi fino
a terra.
Alla fine del secolo si iniziarono a indossare pantaloni e
magliette.
Oggi
vestono
soprattutto
con
jeans e magliette
di cotone. oppure
gonne con camicette e golfini.
Donna e luna, oggi serena, domani bruna.
Piglia casa con focolare, e donna che sappia
filare.
Donna che regge all'oro, val piu d'un
gran tesoro.
Una casa senza donna è come una lanterna
senza lume.
Chi piglia l'anguilla per la coda e la donna per la parola, può dire di non tener nulla.
Sono costumi che si possono
ammirare, particolarmente,
durante le feste in onore del
Santo Patrono, feste che
sempre richiamano folle in
devoti pellegrinaggi dalle
vicine località e, a volte, da
tutta la regione.
Si tratta di abiti dai colori
vivaci e dalla linea semplice,
ma elegante, che soprattutto
negli accessori (mantellina e
sopravveste)
e nelle
acconciature,
si rifanno
a l l a
tradizionale cultura contadina.
(Proverbi popolari)
Dante Alighieri, il sommo
poeta nato a Firenze, autore
della “Divina Commedia,
della “Vita Nova”, del “De
Monarchia”, del “De Vulgari Eloquentia” e delle
Rime, condusse vari incarichi pubblici.
Trovandosi a passare davanti
ad un casolare di campagna,
Dante domandò ad un contadino che ora fosse.
“E’ l’ora da ire ad abbeverare le bestie” gli fu risposto.
“ E tu che fai?”, gli chiese il
poeta.
Un giorno in piazza Santa
Maria del Fiore, Dante fu
avvicinato da un messere,
che
gli chiese: “Sono
impegnato in una risposta e
non so trarmi d’impaccio. Voi
che siete cosi dotto, potreste
suggerirmelo?”: “Quale è il
miglior boccone?”
Ricerca realizzata dalle ragazze della classe 2a I
“ L’uovo”, rispose il
poeta.
Un anno dopo lo stesso messere incontrò
Dante e gli domandò a bruciapelo:
“Con che?”.“Con il sale”,
rispose l’Alighieri, continuando imperterrito.