"Conserva Logistic Solutions s.r.l."
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Immissione delle acque meteoriche di dilavamento ricadenti nell'area di un opificio destinato a deposito con annessi uffici, localizzato in via delle Fresi,e n.6 nel Comune di Modugno (BA). PROGETTO: "Conserva Logistic Solutions s.r.l." COMMITTENTE: dott. geo[ qI)l:NLVc;t <F)ILL)l GEOLOGO ELABORATO RELAZIONE GEOLOG ICA E IDRO STUDIO TECNICO DI GEOLOGIA doti. geo/. Gianluca Fal/acara Via isonzo n°25 - Bitonto - Bari - 70032 ce/I. 3393718478, email: geofa/[email protected] Documento riservato a termini di legge con divieto di riprodurlo e renderlo noto a terzi Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto· BA· Tel.: 08013718515- 3393718478, e-mail: [email protected] PREMESSA Nella presente relazione si riportano i risultati dello studio geologico e idrogeologico eseguito nel Comune di Modugno (BA), al fine di verificare, su incarico del committente "Conserva Logistic Solutions s.r.l.", le caratteristiche geologiche ed idrogeologiche del sito interessato dalla Immissione delle acque meteoriche di dilavamento ricadenti nel! 'area di un opificio destinato a deposito con annessi uffici, localizzato in via delle Fresie n.6 . L'indagine ha comportato, un rilevamento geologico dell'area d'interesse e delle zone limitrofe, volto al riconoscimento e alla caratterizzazione dei litotipi presenti ed ad una parametrizzazione fisico-meccanica dei litotipi presenti nella successione stratigrafica locale; in particolare si è proceduto ad una serie di accertamenti attraverso: ~ Esame ed inquadramento dell'intervento nel contesto dello strumento urbanistico vigente (pericolosità e fattibilità). ~ Analisi dei documenti cartografici esistenti: ~ Caratteri della successione litostratigrajìa del sito,· ~ Definizione della distribuzione areale dei litotipi, il loro stato di alterazione.fessurazione e degradabilità nonché un primo giudizio qualitativo sulle loro caratteristiche geomeccaniche ; ~ Lineamenti geomorfologici della zona e analisi dei processi morfogenetici in atto o potenziali: ~ Caratteri idrogeologici generali e del sito e la fattibilità del! 'opera in relazione alla profondità di rinvenimento della falda.freatica ed alla sua vulnerabilità. Il presente studio geologico ed idrogeologico è stato condotto in ottemperanza alla normativa relativa allo smaltimento delle acque meteoriche, ai sensi del REGOLAMENTO REGIONALE 9 dicembre 2013, n. 26 ("Disciplina delle acque meteoriche di dilavamento e di prima pioggia"(attuazione dell'art.113 del 01.gs. n. 152/06 e ss.mm. ed ii.). Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Tef.: 08013718515- 3393718478, e-mail: [email protected] 1. IL SITO INDAGATO Il lotto oggetto di studio è ubicato a NW dal centro del Comune di Modugno ad una distanza di circa 1.4 Km; è posto in via delle Fresie n.6, 1'area ricade nel F 0 177 II NW "S.Spirito" della Carta Topografica d'Italia ed è posta ad una quota di+ 77.0 m. s.l.m, dista circa 6.0 km dal mare ; il lotto è riportato al catasto dei terreni del Comune di Modugno ai Fg.11 p.lle 941-506-507 e Fg.14 p.lle 238-239-1401-1404, ha una superfìcie totale dilavante al netto delle aree a verde di circa 28000. Omq. Le coordinate geografiche del sito sono: • 16°45'57.52" longitudine est da Greenwich; • 41°05'37.6?1' latitudine nord. Per quanto riguarda le coordinate UTM, il sito è ha coordinate: >- 33T 648784.47 m E 4550492.63 m N Nelle figure in allegato si riportano: - stralcio IGM in scala 1: 25000 con indicazione del lotto studiato(fig. 1); - stralcio carta tecnica (fig. 2) - stralcio catastale (fig. 3); - stralcio foto aerea (fig. 4). 2. Riferimenti normativi e legislativi I1 presente studio geologico ed idrogeologico è stato condotto in ottemperanza al REGOLAMENTO REGIONALE 9 dicembre 2013, n. 26 ("Disciplina delle acque meteoriche di dilavamento e di prima pioggia"( attuazione dell'art.113 del 01.gs. n. 152/06 e ss.mm. ed ii.). Il presente Regolamento disciplina ed attua quanto previsto all'art. 113 del 01.gs. n. 152/06 e ss.mm. ed ii. Le acque meteoriche non disciplinate dalla presente normativa non sono soggette a controlli, vincolì o prescrizioni derivanti dalla parte terza del D1.gs. n. 152/06 e ss.mm. ed ii. In coerenza con le finalità della Legge Regionale n. 13/2008, g_ obbligatorio il riutilizzo delle acque meteoriche di dilavamento finalizzato alle necessità irrigue, domestiche, industriali ed altri usi 2 Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Te/. : 08013718515- 3393718478, e-mail: [email protected] consentiti dalla legge, tramite la realizzazione di appositi sistemi di raccolta, trattamento, ed erogaz10ne, previa valutazione delle caratteristiche chimico- fisiche e biologiche per gli usi previsti. Ai fini del riutilizzo le acque meteoriche di dilavamento, tranne i casi delle acque di prima pioggia e di lavaggio delle aree esterne per le fattispecie di cui al Capo Il della presente disciplina, non sono soggette al rispetto dei limiti di cui al DM 185/03 e riportati nella Tab. l dell'allegato 1 del Regolamento Regionale n. 8 del 18 aprile 2012. L'obbligo di riutilizzo vige per nuovi edifici ed installazioni, e comunque per coloro che, alla data di entrata in vigore del presente Regolamento, siano sprovvisti di autorizzazione ovvero non abbiano presentato comunicazione ai sensi del successivo art. 15. La disciplina di cui al presente comma si applica altresì alle istanze di rinnovo delle autorizzazioni in essere. Nel caso in questione rientriamo nella disciplina dell'Art.5 dell'attuale regolamento (Disciplina e trattamento delle acque meteoriche di dilavamento e{fèttuate tramite altre condotte separate). Le acque meteoriche di dilavamento di cui al presente articolo, in alternativa alla separazione delle acque di prima pioggia, possono essere trattate in impianti con funzionamento in continuo, sulla base della portata stimata, secondo le caratteristiche pluviometriche dell'area da cui dilavano, per un tempo di ritorno pari a 5 (cinque) anni. L'Autorità competente al rilascio dell'autorizzazione o alla ncez1one della comunicazione allo scanco potrà richiedere, m funzione dell'impatto e dell'estensione delle superfici di raccolta anche un trattamento di disoleazione delle acque di prima pioggia . Le acque di prima pioggia provenienti da superfici scolanti impermeabilizzate di lotti edificatori, cosi come individuati dai piani urbanistici esecutivi, destinati alla sola residenza e localizzati in aree sprovviste di fognatura separata, possono non essere sottoposte a trattamento così come indicato nel comma 1 di codesto articolo ed avviate al recapito finale, fermo restando sia l'obbligo di riutilizzo di cui all'art. 2 comma 2 del presente Regolamento e sia la sicurezza idraulica e geomorfologica delle aree interessate. 3 Studio Geologico- Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Te/.: 08013718515 - 3393718478, e-mail: [email protected] E' fatto divieto di immettere nella fogna nera le acque meteoriche di dilavamento provenienti da superfici di cui ai commi 1 e 4 del presente articolo,come già sancito dal regolamento di igiene e sanità pubblica dei Comuni in relazione alle disposizioni contenute nella L.R. 36 del 20/7/84 e ss. mm. 11. E dalla Deliberazione di Giunta Regionale n. 3 819 del 06. l 0.1984. Ai sensi del Regolamento Regionale n. 12 del 16 gmgno 2011, gli scarichi delle acque meteoriche di dilavamento nei corsi d'acqua episodici, naturali ed artificiali, sul suolo e negli strati superficiali del sottosuolo non possono avvenire a meno di 200 (duecento) metri dalle opere di captazione di acque sotterranee destinate a consumo umano. 11 titolare dello scarico delle acque meteoriche di dilavamento fuori dalla pubblica fognatura, di cui all'art. 5 del presente regolamento, per superfici scolanti superiori a 5.000 (cinquemila) mq, è tenuto a richiedere I'autorizzazione all'Autorità competente prima della realizzazione delle opere. 11 titolare dello scarico delle acque meteoriche di dilavamento fuori dalla pubblica fognatura, di cui all'art. 5 della presente disciplina, per superfici scolanti inferiori a 5.000 (cinquemila) mq, è tenuto ad inoltrare alla Provincia competente apposita comunicazione, prima della realizzazione delle opere. L'autorità competente nel termine di 90 (novanta) giorni potrà imporre eventuali prescrizioni. Allo scopo si precisa che tale zona rientrante nel Comune di Modugno non è dotata di fogna bianca, per cui le acque meteoriche di dilavamento saranno trattate (grigliatura, dissabbiatura e disoleazione) con impianto con funzionamento in continuo cosi come previsto dall' Art.5 comm.2, raccolte e riutilizzate ad uso irriguo e interno aziendale, il troppopieno sarà smaltito negli strati superficiali del sottosuolo tramite pozzi assorbenti anidri . Si riportano alcuni elementi da affrontare nella relazione geologica ed idrogeologica: ~ stralcio corografico 1:25.000 con indicazione del punto di scarico, anche con coordinate UTM; 4 Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Falfacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Te/.: 08013718515- 3393718478, e-mail: [email protected] ~ una sezione idrogeologica, anche schematica, da cui si possono trarre i rapporti stratigrafici in riferimento allo strato saturo del sottosuolo; >- la definizione del franco di sicurezza tra il punto più basso cui si immette o scarica l'acqua meteorica ed il massimo livello di escursione della falda (Livello Statico); >- valutazione della capacità di assorbimento e percolazione del sistema di smaltimento rispetto alle portate da smaltire; >- indicazione dei pozzi eventualmente presenti nelle v1cmanze e rispettive distanze dal punto di scarico o immissione. Inoltre è stata posta particolare attenzione alla posizione del sito m relazione alla possibilità dell'esistenza nell'area di regimi vincolistici e di tutela (P AI, vincoli idrogeologici, vincoli geologo-urbanistici locali ecc). Per quanto riguarda gli indirizzi di tutela del territorio nella fig. 5 si riporta lo stralcio della cartografia dove vengono individuati gli ambiti estesi. Per quanto riguarda il rischio idraulico, il Piano di Bacino Stralcio per l'Assetto Idrogeologico (P.A.I), approvato in data 30.11.2005 dalla Regione Puglia, redatto e finalizzato al miglioramento delle condizioni di regime idraulico ed alla riduzione degli attuali livelli di pericolosità, cartografa parte dell'area oggetto di studio, facente parte del Comune di Modugno, con ambiti definiti come zone a rischio di alluvionamento. Le zone strettamente legate agli impianti di trattamento e immissione sono fuori da ogni perimetrazione. Lo stralcio di tale piano viene riportato nella fig . 6. 3. GENERALITÀ SUL TERRITORIO Il territorio indagato ricade nella bassa-media Murgia e costituisce l'estrema propaggine che pian piano si raccorda alla fascia costiera. Si configura allungato in direzione NE-SW, dai contorni piuttosto irregolari. Quasi ovunque affiorano strati di rocce calcaree e calcareo-dolomitiche del Cretaceo a giacitura, ove debolmente inclinata ove suborizzontale, per ampi tratti sottostanti una modesta copertura di terreno agrario e/o colluviale; altrove le rocce calcaree sono ricoperte da esegui lembi di calcareniti e/o di sabbie limose di età quaternaria. 5 Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Te/.: 08013718515 - 3393718478, e-mail: [email protected] 3.1 SCHEMA GEOLOGICO GENERALE E STRATIGRAFIA In questo paragrafo vengono descritti i caratteri litostratigrafici, sedimentologici e strutturali dell'unità affiorante, secondo quanto raccolto dalla campagna d'indagini e secondo quanto é stato possibile osservare in corrispondenza di tagli naturali e/o artificiali. L' assetto geologico del territorio indagato è caratterizzato dall'affioramento di unità formazionali di età differente e di ambiente marino o continentale che vengono a contatto lungo superfici trasgressive, discordanti o paraconcordanti, di solito evidenziate da cambi di pendenza m corrispondenza di appena pronunciati orli morfologici. Morfologicamente l'area considerata, facente parte della regione costiera pugliese corrisponde ad una parte del rilievo murgiano, presenta caratteri tipici ed è costituita da una serie di terrazzi marini plio-pleistocenici posti a quote diverse e disposti parallelamente all 'attuale linea di costa e degradanti verso il mar Adriatico. Tali ripiani digradano mediante scarpate alte al massimo poche decine di metri. Gli elementi morfologici minori, quali rilievi e depressioni, sono frequentemente da mettere in relazione a strutture tettoniche tipo pieghe e piccoli "Graben" o "Horst". La configurazione geologica di questa zona del territorio murgiano non si discosta dallo schema regionale per quanto riguarda i rapporti intercorrenti tra le diverse litofacies. Ad un basamento calcareo e calcareo dolomitico di età cretacea s1 sovrappongono depositi trasgressivi di età quaternaria sia di origine continentale che marina. I sedimenti carbonatici mesozoici sono rappresentati da calcari bioclastici, calcari micritici e calcari dolomitici laminati e/o massivi ad assetto monoclinatico con blande pieghe a largo raggio. Questi sedimenti costituiscono una potente serie sedimentaria denominata "calcari delle Murge" della quale fa parte il calcare di Bari che costituisce il substrato dell'area in esame. Sul substrato calcareo poggiano depositi trasgressivi calcarenitici riferibili a più fasi sedimentarie e a depositi sia litorali che continentali. Tali sedimenti si sono deposti in ambiente di piattaforma carbonatica poco profondo 6 Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Te/.: 08013718515- 3393718478, e-mail: [email protected] moderatamente agitato con apporti terrigeni scarsi e soggetti ad alta attività biologica. Essi sono costituiti da facies calcaree massicce e grossolane poggianti in discordanza angolare sul basamento calcareo. L'area presenta un certo numero di solchi erosivi denominati " lame" a interpluvi quasi piani che si allungano perpendicolannente alla linea di costa. Nelle zone limitrofe al lotto d'intervento i principali corsi d'acqua aventi regime torrentizio sono "Lama Sinata" di tipo A-E riportata al numero progressivo 592 (cartografia Putt/Puglia idrografia superficiale) e "Lama e/o Modugno" di tipo E riportata al numero progressivo 591 (cartografia Putt/Puglia idrografia superficiale). In genere tali solchi erosivi sono diretti verso NE anche se ci sono casi in cui sono diretti da Est a Ovest. In molti casi il loro corso mostra brusche deviazioni o anse inegolari. I solchi maggiori hanno in genere il fondo piatto, assai esteso con fianchi mediamente inclinati e ricoperto da depositi continentali di facies alluvionale, costituiti da limi sabbiosi e argillosi, a volte ciottolosi. L'età di questi depositi è associabile all'Olocene. Questi alvei testimoniano la presenza di linee di impluvio, a volte relitte, fonnatesi durante il Quaternario e coincidenti, spesso, con accidenti strutturali presenti nel substrato. I solchi sono generalmente asciutti, solo in caso di copiose precipitazioni essi raccolgono e drenano le acque ruscellanti in superficie. Nella figura 7 si riporta lo stralcio delle caratteristiche geomorfologiche dell'area. 7 Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Falfacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Tel.: 08013718515- 3393718478, e-mail: [email protected] 3.2 DESCRIZIONE DEI CARATTERI TETTONICI GENERALI DELL'AREA La regione presenta uno stile nel complesso assai semplice; infatti la successione cretacea forma un'estesa struttura monoclinalica interessata da blande pieghe e da faglie dirette, sulla quale poggiano i depositi terziari e quaternari in assetto suborizzontale. Le direttrici principali di tali strutture sono orientate prevalentemente in direzione NW-SE; esse si sviluppano cioè parallelamente alla dorsale appenninica. Le strutture disgiuntive risultano impostate su più antiche ed attenuate deformazioni plicative con prevalenti direzioni EW e WNW-ESE. La più importante di queste corrisponde ad un'anticlinale con culminazione lungo il margine ad1iatico estesa da Andria a Ostuni. L'andamento generale degli strati si configura come una monoclinale immergente a sud-ovest, solo a tratti complicata da deboli episodi plicativi e disgiuntivi, man mano che si procede verso la linea di costa. L'area è caratterizzata da una struttura a pieghe blande, ad assi diretti da est ad ovest come l'anticlinale osservabile tra Bitonto e Ruvo di Puglia. Le pieghe presentano avvolte distorsioni e sono attraversate da numerose faglie, variamente dirette. Le faglie possono essere individuate solo in modo indiretto in corrispondenza di brusche variazioni dell'assetto degli strati o di particolari allineamenti visibili nelle foto aeree. Assai di rado l'immersione e l ' inclinazione possono essere direttamente rilevate nella maggior parte dei casi l'andamento sul terreno indica che si tratta di faglie subverticali. TenonJca - / Faglia • • - • Faglia = z ~ : .z ; I>'"'""'" As.H dlì antidinale certo = Asse di a11tk:finaJe oretun ~d sincliMle ceckl ' ' ' ' . .... dl ~oclnaleprownto \ .._ ~ ', ____ '\"', n / \;, __\,..,; _.,df~c~/ ' ~ "'l ~ -... · _ _ _ _ --'-'-~L--- 8 Studio Geologico-Tecnico dott. geof. Faffacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Tef.: 08013718515 - 3393718478, e-mail: [email protected] 3.3 CARATTERIZZAZIONE GEOLOGICA LOCALE E ASSETTO STRATIGRAFICO DELL'AREA INDAGATA rl territorio di Modugno(Bari) ricade nel foglio 177 "Bari" della carta geologica d'Italia, in tale foglio affiorano i termini del gruppo dei calcari delle Murge, essenzialmente neritici e complessivamente riferibili al cretaceo. Su di essi poggiano in trasgressione calcari arenacei, arenaceoargillosi o detritici grossolani più o meno cementati indicati con il termine di "Tufi delle Murge" e riferibili al pleistocene marino. Sul fondo dei solchi erosivi sono osservabili depositi alluvionali. 3.3.1 LA SUCCESSIONE STRATIGRAFICA LOCALE: i. Gruppo dei calcari delle Murge Questo gruppo comprende l'intera sene dei calcari cretacei affioranti nell'area. Si tratta di un potente complesso sedimentario prevalentemente detritico in genere stratificato. Tenendo conto dei diversi rilevamenti effettuati nel corso degli anni si è ritenuto opportuno suddividere tale complesso in diverse unità litostratigrafiche tra cui il calcare di Bari. Il calcare di Bari :esso è costituito da una potente serie di strati o banchi calcarei subordinatamente dolomitici. I calcari più frequenti sono detritici (talora si tratta di vere calcareniti a grana assai fine biancastre o più raramente grigio chiare, giallastre o rosate con abbondanti microfaune).A varie altezze sono osservabili "/ivelli"(strati o gruppi di strati)di calcari biostromali con rudiste, gasteropodi, ecc. Le dolomie, generalmente in banchi sono di solito grigiastre, subsaccaroidi. n calcare è formato in prevalenza da calcari finemente detritici, regolarmente stratificati, intercalati a calcari organogeni, calcari coroidi, o più spesso a fini calcareniti nastriformi. I calcari detritici nella parte superiore assumono un aspetto a lastre ( calcari comunemente indicati a chiancarelle ). Alcuni fra i "livelli" con macrofaune sono seguibili sul terreno talora per molti chilometri; questi livelli in ordine cronologico sono: 9 Studio Geologico-Tecnico dott. geol. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Tel.: 08013718515 - 3393718478, e-mail: [email protected] );;> Livello "Corato" :è costituito da pochi banchi di calcare bianco o rosato a grana fine , in qualche caso ceroide;contiene grossi lamellibranchi (Toucasia cf. carinata,ecc).Presenta, al letto, un banco di calcare giallastro a Orbitoline. Affiora poco sopra la base della parte esposta del Calcare di Bari tra Corato e Bisceglie. Il livello è stato datato al Barremiano-Aptiano. );;> Livello "Palese'·' : comprende strati di calcari detritici a piccole Toucasie (lamellibranchi) e piccoli gasteropodi, alternati a strati di calcari detritici con Orbitolinidi(Coskinolina). Separato dal sottostante livello fossilifero ("Corato") da un intervallo stratigrafico di circa 400m, è osservabile oltre che a NO di Bari, anche nelle zone a NO di Bitonto a Est di Palese e a Sud di Terlizzi. Il livello è stato datato ali' Albiano. Tra il livello ''Palese" e quello sovrastante ("Sannicandro") la serie è prevalentemente costituita da dolomie e presenta nel tratto superiore un discontinuo livello di breccia calcareo-dolomitica a cemento dolomitico. );;> Livello "Sannicandro ";è costituto da un banco di calcare bianco, ceroide a Radioliti , Requienidi e altri grossi bivalvi. Il livello sovrasta quello precedentemente descritto(Palese) di circa 800m. E' bene osservabile tra Valenzano, Sannicandro, Grumo Appula e Palo del Colle. E' riferibile al Cenomaniano. );;> Livello "Toritto": è una bancata di calcare macroorganogeno (talora con tracce di stratificazione) a Radiolitidi, Requienidi e altri lamellibranchi. Nella serie sta circa 200m sopra il livello "Sannicandro". Si estende ad Ovest di Toritto per almeno 30 Km. Il livello è riferibile al Turoniano. 10 Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Tel.: 08013718515 - 3393718478, e-mail: [email protected] E T~ CE NOZO N~ Mt t: Ro t·o ss1L1 COLONNE STl\ATllìlliHll: llE (src. ~ .. t,.l l Cmmli, 1"11 Mnc110russ1~1 ( scl1enii I ••• a:: w Cii "' o z "' .., "' <( "'_, :r: :;: z o z I I I - <t ;t o a: :::> E-' ) "' '"' I 2: .."""" ' I 2: o [Al a. ;::, ' • , o Gu iuwlio-. p1 vo1 1ì11. ~Ac \I" Cinlvaoli n• f11U11:. 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Fal/acara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Te/.: 08013718515 - 3393718478, e-mail: [email protected] Il calcare dì Bari affiora con spessori variabili e nella maggior parte dei casi molto potenti infatti in alcuni casi lo spessore raggiunge i 2000 m. Nel Suo complesso il calcare di Bari rappresenta un deposito di piattaforma, ed è prevalentemente di ongme orgamca anche nelle sue frazioni calcarenitiche. Complesso calcareo detritico trasgressivo "Tufi delle Murge" Alcune aree sono coperte talora in discordanza angolare da depositi trasgressivi di calcari arenaci arenaceo-argilllosi più o meno cementati spesso giallastri o rossastri con frequenti livelli fossiliferi. Tali depositi sono noti con il nome di "TUFI". Le loro parti pelitiche possono diventare predominanti e rispettivamente costituire livelli di marne argillose. Depositi alluvionali Sono depositi costituiti da ciottolami calcarei immersi in abbondante matrice terrosa derivano da disgregazione e dilavamento dei calcari e dei Tufi delle J\;furge e si rinvengono essenzialmente sul fondo dei principali solchi erosivi ed hanno un spessore massimo di circa 2 m. Nella figura 8 si riportano gli stralci della carta geolitologica e della sezione geologica schematica . 4 CONSIDERAZIONI CLIMATICHE GENERALI Gli aspetti climatici della Puglia, sono stati oggetto di numerosi ed approfonditi studi (Bissanti 1968, 1974). Secondo Bissanti, la stagione autunnale rappresenta il periodo più piovoso e perturbato di tutto l'anno. A questa caratteristica non corrisponde però un altrettanto incremento di piovosità, poiché le piogge tendono ad aumentare già dalla seconda metà di agosto, per gli occasionali temporali di fine estate. Il clima può essere definito tipicamente mediterraneo, caratterizzato da un inverno non eccessivamente rigido, e un lungo periodo secco estivo ed escursioni medie annue di poco superiori ai 17° C. Nell'ambito della penisola si possono individuare almeno due sub-regioni con caratteri abbastanza differenti: il versante ionico con temperature annue più elevate e precipitazioni più basse ed il versante adriatico che presenta caratteri esattamente opposti. 12 Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Te/.: 08013718515 - 3393718478, e-mail: [email protected] 4.1 PRECIPITAZIONI I dati delle precipitazioni medie disponibili, coprono un periodo di osservazione che va dal 1921 al 1980 ("Precipitazioni in Puglia: mappe stagionali" di G. Zito & G. Cacciapaglia). Nella tabella I e nella figura si riportano le medie mensili ed annuali delle precipitazioni. Il valore medio delle precipitazioni annuo è di 544,5 mm. I massimi dell e precipitazioni mensili sono concentrati nel semestre set. - feb . (autunno - inverno), quando cade circa il 67 % delle precipitazioni. Il mese più piovoso risulta novembre con 70.3 mm, mentre i minimi occorrono nel mese di luglio (14.9 mm). mesi mm qen feb mar apr maq qiu lug ago set ott 59,3 49,9 48,2 35,9 31 ,6 24,3 14,9 25,7 50 ,2 66,1 70,3 68,1 nov dic 544,5 ANNO Tab. 1: Medie mensili e annuali delle precipitazioni (anni di osservaz.: 1921-1980) precipitazioni medie mensili. Stazione pluviometrica di Bari Oss. (1884). Anni di osservazione1921 -1980. g en feb mar apr mag g iu lug ago set mesi mm ott nov dic 13 Studio Geologico-Tecnico dott. geol. Faffacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Te/.: 08013718515 - 3393718478, e-mail: geofa/[email protected] Nella tabella 2 e nella figura seguente, invece, si riportano le medie mensili ed annuali dei giorni piovosi relativi agli stessi anni di osservazione. La media annua dei giorni piovosi è di circa 75 gg. Nel mese di luglio si hanno i valori minimi (2.0), mentre il massimo numero di gg. si rileva nel mese di dicembre (9 gg). Questi sono concentrati nel trimestre nov- gen (25.6 gg, il 34 % riferito all'intero anno). aa. 8,6 6,6 6,9 mesi qen feb mar apr maa aiu lug aqo set 5,5 4,7 3,2 2,0 2,6 5,0 7,5 8,0 9,0 ott nov dic 75,2 tab. 2: Medie Mensili e annuali dei giorni piovosi (anni di osservaz.1921-1980) ANNO media mensile dei gg. piovosi. Stazione pluviometrica di Bari Osservatorio. Anni di osservazione 1921 - 1980. 9,0 8,0 7,0 6,0 5,0 gg. 4,0 3,0 I li I I I I I giu ago set ott nov dic mesi L'andamento annuale è piuttosto regolare. Nella zona in esame, il regime pluviometrico è di tipo mediterraneo con estati calde ed inverno freddo-umido. Le precipitazioni sono rilevanti nel periodo tardo-autunnale ed invernale; prolungata siccità, salvo sporadici rovesci di notevole intensità e breve durata, nel corso del periodo estivo. 14 Studio Geologico-Tecnico dott. geol. Falfacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Te/.: 08013718515- 3393718478 , e-mail: [email protected] In merito alla distribuzione delle precipitazioni, è doveroso evidenziare che a seguito di mutazioni climatiche ormai in atto da diversi anni, si assiste sempre con maggior frequenza a situazioni estreme caratterizzate da lunghi periodi di siccità, alternati a periodi di forti precipitazioni per lo più concentrate in brevi periodi di tempo. 5. CARATTERISTICHE IDROGEOLOGICHE La circolazione idrica sotterranea dell'intera area è caratterizzata dalla presenza di due distinti sistemi la cui interazione tende a variare da luogo a luogo. Il primo, più profondo, è rappresentato dalla falda carsica circolante nel basamento carbonatico mesozoico, fratturato e carsificato; il secondo, è costituito da una serie di falde superficiali che si rinvengono a profondità ridotte dal piano campagna, ovunque la presenza di livelli impermeabili vada a costituire uno sbarramento a letto. La falda profonda rappresenta tuttavia il fenomeno idrologico più importante della zona. Tale falda carsica tende a galleggiare sulle acque più dense d'intrusione marina, assumendo una tipica forma a lente biconvessa con spessori che vanno decrescendo dal centro verso i margini ionico e adriatico. La superficie di separazione tra acque dolci ed acque salate, a differente densità, è data da una fascia di transizione il cui spessore, anch'esso variabile, cresce all'aumentare della distanza dalla costa ed è, inoltre, funzione dello spessore dell'acquifero dì acque dolci. lnterfoc~ia >alina Linea di costa Li\·e Uo freatico :'\IARE FALD A C u n!'o >:tliuo Piede del ctu1eo STRATO l:'\IPER)IEABILE 15 Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Tel.: 08013718515- 3393718478, e-mail: [email protected] Lo spessore delle acque dolci, che risulta legato da un rapporto di proporzionalità diretta al carico idraulico, può essere stimato sulla base della legge di Ghyben-Herzberg esprimibile nella forma: H = [ Pii I ( Pm - Pii ) ] • h ---+ H;::; 40h dove H è la profondità dell'interfaccia acqua dolce-acqua salata, Pii è la densità dell'acqua dolce (:::::: 1.0028 g/cm\ Pm è la densità dell'acqua marina(:: : : 1.028 g/cm 3) ed h è la quota del livello statico. Nella pratica, comunque si adoperano formule con coefficienti minori di 40, di solito compresi tra 30 e 35 (in genere H:::::: 33h). La falda profonda trova direttamente recapito nel Mar Adriatico, verso cui defluisce con pendenze piezometriche piuttosto modeste (circa o, 15%0). La circolazione idrica all'interno dei terreni che costituiscono il substrato dell'area presa in esame, è condizionata e determinata dalla litologia degli stessi. Le rocce calcaree del Creataceo sono dotate di una elevata permeabilità per fessurazione e carsismo; la quale comporta l'esistenza di una cospicua falda acquifera cosiddetta "profonda" sostenuta alla base dalle acque manne. Nella zona, la mancanza di sorgenti e di corsi d'acqua a carattere perenne é evidentemente dovuta, oltre che a fattori climatici, ai caratteri geologici regionali. I calcari sono permeabili per fratturazione e carsismo. Limitazioni alla permeabilità possono comunque derivare dalla presenza di zone con fratture, dì limitata ampiezza, riempite da depositi residuali praticamente impermeabili, oppure dalla presenza di corpi litici, compatti. Solo a seguito di copiose precipitazioni, le acque possono scorrere in superficie per brevi periodi, generalmente incanalate lungo i solchi erosivi (lame). Scarsa e inesistente, salvo casi eccezionali, è la circolazione idrica superficiale; ben più significativa risulta la circolazione idrica della falda carsica profonda. Per l'esistenza nel sottosuolo di livelli a bassa permeabilità d'insieme, in corrispondenza del livello marino, l'acqua é costretta a circolare in press10ne. 16 Studio Geologico-Tecnico dott. geol. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Tel.: 08013718515- 3393718478, e-mail: [email protected] L'acquifero trae alimentazione dalle precipitazioni meteoriche, in prevalenza nei mesi autunno-invernali, che con una media di 544,5 mm/anno si riversano sull'intera superficie. L'assorbimento, in funzione della permeabilità delle rocce calcaree presenti in affioramento, é maggiore nei punti interessati da un carsismo più accentuato e reso evidente dal1a presenza di piccole doline, inghiottitoi, grotte e caverne, lame. La falda idrica, a luoghi, si muove sotto un carico piezometrico elevato e tende a dirigersi verso mare in maniera diffusa attraverso la rete più o meno continua di fessurazione delle formazioni calcaree. Anche le lame, che assolvono il compito di smaltimento di intensi rovesci di acque meteoriche, per la loro conformazione a fondo piatto, talvolta esteso e coperto da lembi alluvionali, contribuiscono all'alimentazione della falda idrica disperdendo nel sottosuolo gran parte dell'acqua. La distribuzione dei caratteri di penneabilità delle rocce carbonatiche è legata in gran parte all'attività, distribuzione, intensità ed evoluzione del fenomeno carsico ipogeo. Chiaramente, l'attività del fenomeno carsico è variabile in intensità da zona a zona, presentando comunque uno stadio di avanzato sviluppo. Gli elementi sopra accennati, riflettendo condizioni litologico-stratigrafiche e tettoniche, danno origine ad un contesto idrogeologico complesso, e sotto molto aspetti, difficilmente schematizzabile. Una delle caratteristiche idrogeologiche fondamentali di questo sistema è quello di possedere nel suo insieme, e molto spesso, una permeabilità relativamente bassa e marcatamente discontinua, specie alle profondità alle quali normalmente si rinviene la falda. Infatti, al di sotto del livello del mare, la fratturazione è scarsa e discontinua, talvolta praticamente assente. Solo a luoghi, e senza un ordine ben preciso, in questo sistema praticamente impermeabile, si rinvengono dei livelli, strati, o banchi calcarei fessurati e più o meno carsificati. L'idrografia carsica murgiana è contraddistinta dal fatto che la falda profonda, in buona parte del territorio, non circola a pelo libero bensì in pressione e molto spesso a notevoli profondità al di sotto del livel1o del mare. 17 Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Tel.: 08013718515 - 3393718478, e-mail: [email protected] Nella zona circostante il territorio indagato, non ci sono corsi d'acqua superficiali a carattere continuo, e per questo le precipitazioni idrometeoriche alimentano direttamente la falda carsica profonda (calcolando le perdite imputabili per evapotraspirazione). La disomogeneità della quantità d'acqua che s'infiltra nel sottosuolo dipende dalla distribuzione differenziata dei piani di fratturazione e soprattutto dalle sue caratteristiche geometriche quali la frequenza, la spaziatura, lo sviluppo ecc. Pertanto, nell'ambito di una stessa zona, caratterizzata da eguali valori dell'altezza di pioggia, la ripartizione della stessa, in acque di infiltrazione, di ruscellamento e perdite per evapotraspirazione, risulta sensibilmente irregolare. La falda profonda, come già sottolineato in precedenza, circola in pressione e normalmente al di sotto del livello mare, essendo confinata nella parte superiore da strati rocciosi poco permeabili, a causa del basso grado di fratturazione e carsismo. Essendo legata essenzialmente a queste due ultime caratteristiche, la profondità di rinvenimento del tetto dell'acquifero è sensibilmente variabile da zona a zona ed in maniera irregolare. Nella figura 8 è evidenziato l'andamento della superficie piezometrica. Nel sito indagato il valore è prossimo alla isofreatica di 20 m. s.l.m. E' chiaro che questa carta costituisce una schematizzazione; in realtà la situazione riscontrabile è variabile da punto a punto. La forte anisotropia dell'acquifero è inoltre all'origine delle vie di preferenziale drenaggio che sono esaltate dalle curve isopieziche e che con tutta probabilità risultano coincidenti con quei tratti di acquifero caratterizzati da un più alto grado di permeabilità di insieme. 18 Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Te/.: 08013718515 - 3393718478, e-mail: [email protected] Fig. 8: ANDAM ENTO DELLA SUPERFICIE PIEZOMETRICA - - isopiezica (m s.l.m. ) Con riferimento alle modalità di deflusso verso mare della falda, questa si esplica sostanzialmente in forma diffusa, attraverso l'esistenza di sorgenti dotate di portate modeste, le cui acque salmastre vengono a giorno, attraverso giunti di stratificazione e/o di fratturazione presenti nei calcari mesozoici . E' considerata come superficie di fondo della circolazione idrica l'ipotetica superficie isoalina oltre la quale le acque assumono una salinità superiore a 3 gr/l, quel valore in pratica al quale si ritiene abbia inizio la zona di transizione tra acque dolci ed acque salate. Nella figura 9 è riportato l'andamento delle isobate della superficie di fondo della falda. Questa è stata elaborata assumendo il valore del rapporto fra la quota della superficie isoalina (tetto della zona di transizione) e carico idraulico della falda pari a circa 30, per un dato punto. Il sito ricade nelle aree dove l'acquifero è interessato dalla isobata prossima a 500 m. 19 Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto· BA· Te/.: 08013718515 - 3393718478, e-mail: [email protected] LOOD 100 @ Aree in cui l'ocqu1fero e lnfeteSSùlo da ~o l i!!" ocqo e salmostfe lsobofo (protoridrtò ,,, m_ Oal l_m._J ~300 • Fi~. Sito indagalo 9: A NDAME NTO DELLE ISOBATE DELLE SUPERFICI DI FO NDO Stesse considerazioni possono essere svolte visionando la caiia delle isopache dei terreni costituenti l'acquifero di fondo (vedi figura 1O). Il sito indagato è compreso tra i valori di 600 m. e 800 m. o ~ Ji•-11•: ... l'QCQl.Ollt!'«> i- 1no'" ' ""da F""'"m:a di ooj • a .;;qu• !a lmo>lt• ~dia 1.00 "'9e 1n euo 1' ..<::qui r1t1o •>nlor•;n""'a ,to •ol• a"que .almadr• • Fig. 10: ISOPAC HE (S PESSORI) DELL' ACQU IFERO La relativamente bassa permeabilità dei terreni acquiferi costringe la falda ad assumere quasi ovunque forti carichi piezometrici e a defluire verso mare con le più elevate cadenti piezometriche fino ad oggi registrate negli acquiferi carsici pugliesi. I valori calcolati variano, infatti, da un minimo del 0.2 % ad un massimo di 0.8 %. Di nonna essi si mantengono nell'ordine di 0.4 - 0. 5 %. 20 Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Te/.: 08013718515- 3393718478, e-mail: [email protected] Il chimismo delle acque di falda dipende essenzialmente dalle acque d'alimentazione. Una diversificazione del chimismo di tali acque, oltre che a chiare dipendenze da fattori climatici e geografici, è riconducibile anche al tempo di permanenza dell'acqua nel terreno, prima che essa raggiunga la zona di saturazione. L'irregolare distribuzione dei caratteri di permeabilità dell'acquifero è comprovata dalla rappresentazione della figura 11 che mostra l'andamento nello spazio dei valori di portata specifica relativi ad alcuni pozzi trivellati nello hinterland di Modugno (i valori sono compresi tra 2-1 O l/s x m). LEGENDA D D <2 lt I sec; • m 2 . 10 11 / se c • m I O . 30 Il I sec .. m ----- D 30 - 70 lt I sec • m D > 70 I I I I • I I I I I I I L------------ - - --------------------- --------------- - - - - - - - ' - - - - -- - - . . . . J------------ -f Fi 11: DISTRIBUZIONE DELLE PORTATE SPECIFICHE Da ciò s1 evince come la distribuzione orizzontale e verticale del contenuto salino delle acque sia, in definitiva, anche funzione del grado di permeabilità dell'acquifero. L' area oggetto del presente studio è caratterizzata da valori prossimi alla iso alina di lg/l (figura 12). I livelli idrici della falda sono soggetti a vanaz1om imputabili all'alimentazione e al grado di permeabilità dell'acquifero. Queste variazioni sono minime man mano che dall'entroterra si procede verso la linea di costa. In ogni caso, l'entità delle oscillazioni idrometrografiche, paragonate agli spessori della falda, indicano che si tratta di un acquifero caratterizzato da un elevato rapporto tra ricarica stagionale e riserva idrogeologica. 21 lt /sec • m Sito indagato Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Te/.: 08013718515- 3393718478, e-mail: geofal/[email protected] Legenda CWslribuzionl!! m~ia- del ccncenll!o Rrino dell• acque di lllts:.d ....U.,,.'"ftG.A • Fig. 12: DISTRIBUZIONE DEL CONTENUTO SAllNO NELLE ACQUE DI FALDA La ricarica si effettua nel periodo tardo autunnale - inverno, mentre dai mesi di febbraio - marzo s'individua la fase d'esaurimento. E' da rilevare il fatto come i tempi, con i quali la falda risenta dei processi d'alimentazione, siano sufficientemente brevi. Questo a conferma di come il tipo d' infiltrazione sia concentrato, poiché avviene attraverso un sistema di fonne carsiche superficiali (soprattutto inghiottitoi e doline) direttamente collegate con il sistema carsico ipogeo. In conclusione, si ritiene che la falda acquifera profonda, contaminata dalle acque marine di invasione continentale, sia confinata a profondità tali e si trovi caratterizzata da peculiarità idrogeologiche particolari, che la rendono posta in condizioni di grande sicurezza, in riferimento a ipotetici inquinamenti della stessa. 22 l~l~ (gil) Studio Geologico-Tecnico dott. geol. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Te/.: 08013718515- 3393718478, e-mail: [email protected] 5.1 AREE DI SALVAGUARDIA Ai fini della valutazione delle Aree di Salvaguardia di cui all'art. 94 del D.Lgs. 152106 per gli scarichi delle acque meteoriche di dilavamento, sono stati utilizzati sia i dati dei pozzi gentilmente concessi dal1' ex Ente Irrigazione Puglia - Lucania che da quelli raccolti dal Genio Civile Ufficio Struttura Tecnica Periferica di Bari e I.S.P.R.A, la loro ubicazione è riportata nella fig. 13. Nella tab.3 si riporta la distanza m metri dei pozzi rispetto al sito indagato e la loro posizione geografica rispetto allo stesso sito. Distanza (km) Direzione Pozzo 2,2 wsw I ESE 3,0 2 tab. 3: distanza e posizione dei pozzi esistenti Nella tabella 4 si riporta: • numero del pozzo così come riportato nello stralcio di fig. 13 ; • numero identificativo corrispondente assegnato ; • Comune ; • coordinate geografiche (latitudine e longitudine); • quota sul Lm.m. Quota (m. s.l.m .. ) Identificativo (codice pozzo) Comune I 152978 Bitonto 4 l.087896 16.744527 97 2 151983 Bari 41.089011 16.804530 35 Pozzo Latitudine Longitudine tab. 4: posizione dei pozzi Invece nella tabella 5 si riportano i dati esistenti circa il : • numero del pozzo; • quota sul Lm.m. • profondità raggiunta dalla perforazione; • diametro della perforazione; • livello statico in m s.l.m.; • portata max in l/s; • depressione corrispondente alla portata emunta; Quota (m. s.1.m.) Profondità m d11I p.c Diametro mm Livello statico m s.1.m. 1 97 90 160 2 35 35 I IO Pozzo Portata max 1/s Depressione m 17 2 10 7 IO 2 tab. 5: caratteristiche geometriche ed idrauliche dei pozzi 23 . (J. : ' • (i ... I• tìg. 13: ubicazione pozzi e traccia della sezione idrogeologica A-A'. ..... ,..,- , . Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Te/.: 08013718515- 3393718478, e-mail: [email protected] Quindi in tab. 6, in base alle caratteristiche idrauliche dei pozzi, si riporta la tipologia dell'acquifero riscontrato e la tipologia di uso del pozzo. Pozzo Quota (m. s.1. m.) Livello statico m s.1.m. Uso Pozzo I 97 17 Domestico 2 35 7 Industriale Tipologia dell'acquifero in pressione in pressione tab. 6: tipologia dell'acquifero Dall'esame delle tabelle s1 evmce come l'acquifero che interessa il territorio indagato sia dotato di variabilità delle sue caratteristiche, che lo rendono a regime e modalità di deflusso differente anche entro brevi distanze. Per quanto riguarda la stratigrafia desunta nel corso della realizzazione dei pozzi, questa si presenta omogenea per tutti. Dopo uno spessore modesto di circa 50-150 cm di terreno vegetale si intercetta in maniera monotona un'alternanza di roccia calcarea compatta a roccia calcarea fessurata con intrusioni diffuse di terra rossa. Nella fig. 14 si riporta la sezione idrologica schematica A - A'che ha direzione circa SW - NE, la cui traccia è presente nella precedente fig. 13. Il calcolo del coefficiente di permeabilità indispensabile per il . dimensionamento delle opere disperdenti è stato calcolato (in maniera indiretta) attraverso la fonnula di HAZEN applicata a materiali granulari e rocciosi fessurati e/o carsificati. La permeabilità K dei terreni dipende principalmente dalla dimensione della sezione dei canali interstiziali (porosità). Poiché il diametro dei pori di un terreno ad una data porosità aumenta in proporzione alla dimensione media dei grani ovvero dei canali interstiziali, K aumenta con il quadrato di un diametro (Dc}, caratteristico della dimensione dei grani: K = f (A, D) e dove: 2 A =n · D e/4·' De = f( diametro dei grani DIO). Il coefficiente k ha la dimensione di una velocità ed è pertanto espresso in metri al secondo. Esso dipende dalle proprietà geom etriche del m ezzo e da quelle fi siche del liquido che vi scorre. Immaginando un ammasso 24 o 1 2 Pozzo 1 (quota + 97 m} Sito indagato (quota+ 77 m} t Fig. 14: SEZIONE IDROGEOLOGICA A-A' 3 4km Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Te/.: 08013718515 - 3393718478, e-mail: [email protected] costituito da materiale litoide unifonne (ip. di isotropia) di diametro Dc (m) e liquido di viscosità dinamica ~L (Kg/m·s) e peso specifico y (Kg!m\ l'analisi dimensionale, eseguita per 8 = 10 °C, porta a definire una relazione del tipo: k =e . o/ . y/µ. (0,7 + 0,03 ·0) = o,001s1 · o/· 999 Kg/m 3/0,00013 kg·s/m 2 [m/s] essendo C un coefficiente adimensionale che pone in conto, in modo globale, le proprietà del mezzo filtrante. Per la determinazione del valore di K che, come visto è estremamente complessa, A. Hazen ( l 892), detenninò la seguente legge empirica (0 = 10 °C): 2 k = ( c · D 10)/86400 dove: K[m/s], D1o[mm] e c ~ 900 + 1200 a seconda (G. Chiesa, 1994) se la granulometria è fine (limi, D 10 < O, l O mm) ovvero grossolana (ghiaie, Dio > 3,00 mm). Curva di A. Hazen (1892) O, 12 ·r;:::;::;;;:;;;;;::;;;:;;;;;::;;;:;;;;;::;;;:;;;;;::;;;:;;;;;::;;;:;;;;==:==:==:=:--- - - - - , Equazione di Hazen T=10°C O, 1 - _ _.z=___ _ _ __ , k =(1000010 )/86400 2 0,08 ...J__._.:-=~=========~------J ~ t: 0,06 -4--- - - -- - - - - - - - - - -- - -....J 0,04 -+--- - - - - - - - - - -- - - - ---....J 0,02 +-----~~----------j _ _ _ __ __ _ _ _ _ _ _ __ _ O(±-::~=:... o 1 2 3 4 010 (mm) Dalla fonnula di Hazen e dal grafico conseguente s1 notano principalmente due aspetti: Il coefficiente di uniformità U = D6i D 10 ha una piccola influenza su K. K diminuisce sensibilmente in caso di presenza, anche minima, di materi ale fine (argilla, limo). 25 Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Te/.: 08013718515 - 3393718478, e-mail: [email protected] Per ammassi calcarei fratturati e/o carsificati (permeabilità in grande), con porosità media compresa tra il 15 % -;- 30 %, ammettendo cautelativamente un 0 10 =0,15 mm, si ottiene: 4 k = ( l 000 · O, 15 2)/86400 = 2,6 · l 0- m/s valore competente alla permeabilità di rocce costituenti un acquifero di tipo carsico fratturato. I Calcari di Bari sono caratterizzati da una permeabilità secondaria per fessurazione e carsismo. La conducibilità idraulica nell'insieme può risultare significativamente minore rispetto a quella di altre sequenze carbonatiche mesozoiche pugliesi, in relazione a scarsa fatturazione o alla notevole incidenza dei termini dolomitici e al diffuso intasamento dei vuoti secondari ad opera dei depositi di terre rosse i valori più frequenti sono compresi tra 10-2 e 10-5 cm/s e denotano una permeabilità mediobassa. Il flusso idrico è influenzato da forti anisotropie, particolarmente significative in senso verticale. Stato di fratturazione e sviluppo dei fenomeni carsici improntano la circolazione delle acque, determinando modalità di flusso idrico sensibilmente diverse rispetto ai caratteri d'insieme dell ' ammasso. Nell'entroterra murgiano le magg10n permeabilità si riscontrano a notevoli profondità, anche a centinaia di metri al di sotto del livello marino. Lungo la costa, invece, lo stato di fratturazione più intenso e diffuso, insieme al maggiore sviluppo assunto dal carsismo, conferiscono all ' ammasso una maggiore permeabilità e, di conseguenza, una circolazione idrica sotterranea più attiva. Prove di assorbimento effettuate in altri siti nel comprensorio di Modugno aventi simili caratteristiche litologiche hanno determinato valori di K variabili da lx l 0-4 m/s a 1x10-5 m/s (in base alle presenza o meno di stratificazioni) valori confennatì da letteratura, in fase esecutiva si effettueranno all'interno dei pozzi di immissione delle prove di assorbimento per la verifica generale. Le acque di falda presentano caratteristiche dì salinità tali da subire forti interferenze con l'acqua marina di invasione continentale a causa della forte vicinanza alla linea di costa. I valori della porosità per le rocce calcaree sono variabili e dipendenti dal grado di fratturazione. 26 Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Te/. : 08013718515 - 3393718478, e-mail: [email protected] Si passa da qualche decimo percentuale fino a qualche unità. Anche il valore della permeabilità è un valore estremamente basso e legato alla fratturazione dell'ammasso roccioso. I livelli idrici della falda sono soggetti a vanaz10m imputabili all'alimentazione ed al grado di permeabilità dell'acquifero. Tali variazioni sono minime man mano che dall'entroterra si procede verso la linea di costa. 6. Calcolo della curva di possibilità pluviometrica Con riferimento all'art 5 comma 2 del Nuovo Regolamento Regionale del 9 dicembre 2013, n. 26 si effettuerà l'analisi idrologica al fine di determinare la portata di piena calcolata con un tempo di ritorno di 5 . ,, anm ... La determinazione della Legge di possibilità pluviometrica (del tipo h = atn ) si effettua operando sulla base delle procedure riportate dai Rapporti di sintesi sulla Valutazione Piene redatti dal CNR-GNDCI. Il progetto VAPI (Valutazione Piene), redatto dal Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche del Consiglio Nazionale delle Ricerche (GNDCI-CNR) è un programma speciale operativo di valutazione delle portate di piena, corrispondenti ad assegnati periodi di ritorno, per i corsi d'acqua italiani. Lo studio si propone di utilizzare in maniera ottimale l'informazione idropluviometrica raccolta dal Servizio Idrografico ricorrendo a tecniche di analisi statistica su base regionale. In tal modo esso vuole rappresentare non solo una guida ma anche un supporto operativo, attraverso l'elaborazione di migliaia di dati idrologici, a singoli studi e progetti a scala di bacino. Il Progetto VAPI per la Puglia, redatto dal CNR-GNDCI regionale, si è basato su una ricerca giornalistica relativa ad eventi alluvionali e fenomeni di piena verificatisi dal Settentrionale. Si ha un'analisi che 192 I al 1985 nella Puglia prescinde dalla singolarità dell'evento, attraverso un modello statistico che fa riferimento alla distribuzione TCEV(Two Component Extreme Value)con regionalizzazione di tipo gerarchico. Il metodo della regionalizzazione dei dati consente di svincolarsi da valori singolari o eccezionalì di precipitazione e, pertanto, permette l'applicazione ragionevole ed oggettiva dei risultati delle elaborazioni su 27 Studio Geologico-Tecnico dott. geot. Faltacara Giantuca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Tet.: 08013718515- 3393718478, e-mail: [email protected] largo spettro. In tal modo m territorio Pugliese dal punto di vista del!' approccio pluviometrico, è stato suddiviso in 6 aree pluviometriche omogenee, per ognuna delle quali è possibile calcolare la Curva di Possibilità Pluviometrica sulla base delle seguenti equazioni: Zona 1: X (t,z)= 26.8 t [(0.720+0.00503 z)/3.178] Zona 2: x (t)= 22.23 t 0 ·247 Zona 3: X (t,z)= 25.325 t [(0.0696+0.00531 z)/J.178] Zona 4: x (t)= 24. 70 t 0256 Zona 5 : x (t,z)= 28 _2 t [(0.628+0.0002 zJ/3.178] Zona 6 : x (t,z)= 33 _7 t [(0488+0.0022z)/3.178] SUDDIVISIONE DELLE ZONE OMOGENEE SECONDO IL RAPPORTO Va.Pi. 3 5 6 Il sito oggetto di studio ricade in Zona 4: X(t,z)= 24. 70 t 0 · 256 L'equazione dedotta risulta in funzione del parametro geomorfologico "z" (quota assoluta sul livello del mare espressa in metri). A tale equazione, vanno applicati coefficienti moltiplicativi relativamente al Fattore di Crescita KT (funzione del tempo di ritorno dell'evento di progetto, espresso in anni), ed al Fattore di Riduzione Areale KA (funzione della superficie del bacino espressa in kmq, e della durata dell'evento di progetto espressa in ore). 28 Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA· Tel.: 08013718515 - 3393718478, e-mail: [email protected] Per le zone 1-2-3-4 (Puglia Settentrionale) KT = 0.5648+0.415 lnT Sostituendo gli opportuni valori in funzione delle variabili di cm sopra, s1 ottiene la curva di possibilità pluviometrica: h (t)= 30.25 t 0 256 • CURVA DI POSSIBILTA" PLUVIOMETRICA METODOV~Pi noNA OMOGENEA 4 B0.00 y 70,00 l 50.00 ~ ~ i _.... ___.------- 60 ,00 "' ~ =30,249y0,:!56 40 ,00 - / ., ~ 30,00 "' 20.00 10.00 0.00 o 5 10 15 20 25 1hni1t.1 (lellò\ I>' ec i111t1uio11~ (11} 7. Calcolo della Portata massima di progetto Fondamentale ai fini del calcolo della portata è il coefficiente di afflusso, i cui valori, variano con il clima, in funzione dell'evaporazione, con la natura del sottosuolo, con la pendenza dei terreni, con il loro grado di saturazione per precedenti piogge ecc. In pratica però si tiene conto solo della superficie, trascurando gli altri fattori. I valori, secondo lo schema analitico adoperato, sono quelli riportati nella seguente tabella. Superfici Tetti, terrazze, pavimentazioni in asfalto Lastricati ben connessi Lastricati ordinari Macadam e selciati Superfici battute Superfici non battute Parchi, boschi, giardini, terre coltivate valori di q> 0.9 - 0.8 0.8 - 0.7 0.7 - 0.5 0.6 - 0.4 0.3 - 0.15 0.2 - 0.1 0.1 - o tab. 7 29 Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Tel.: 08013718515- 3393718478 , e-mail: [email protected] Poiché risulta difficile classificare le diverse realtà urbane secondo le ~- varie tipologie riportate in tab.6, più recentemente sono state proposte delle relazioni che legano il valore del coefficiente d'afflusso unicamente 1111 di aree impe1meabili del bacino effettivamente connesse all'aliquota alla rete di drenaggio, tra queste c'è quella di : ~ Wisner e P'ng (1983) : <p= 0,2(1- lm)+0,9 lm e quella di : ~ Larcan,Mignosa e Paoletti(l 987): <p= <pperrnO- lm)+ lm Nella prima fo1mula si assume che il contributo delle aree permeabili sia pari a 0,2 e che sia pari a 0,9 quello delle aree impermeabili; nella seconda,invece, il contributo delle aree permeabili è indicato con <ppenn e andrà valutato in relazione alla natura dei suoli, mentre quello delle aree impermeabili è posto pari all'unità. Recentemente il gruppo "Deflussi Urbani ". elaborando i molti dati sperimentali , è pervenuto a suggerire la formula ,di struttura analoga, ma meglio calibrata: ~ <p= <ppenn( 1- lm)+ cpimp lm dove Im è dato dal rapporto tra superficie impermeabile /superficie totale del bacino. I valori dei contributi <ppenn e cpimp ,rispettivamente delle aree permeabili e impenneabili di un bacino, sono da assumere variabili con il periodo di ritorno T di progetto,secondo quanto riportato nella tabella seguente: T(anni) <f>perm <2 2+ 1 o >10 <f>imp 0,00 -;- O, 15 0,60 -;- O, 7 5 o, 1o-;- 0,25 0,65 -;- 0,80 O, 15 -;- 0,30 0,70 -;- 0,90 E' importante evidenziare come ,in un singolo bacino, il valore del coefficiente d'afflusso vada variando, da evento a evento,in funzione di molteplici elementi , tra cui l'entità delle precipitazioni. Considerando i dati del bacino e il tempo di ritorno T pari a 5 anm abbiamo: <p= <pperm(l- lm)+ cpimp lm = 0+0.7·1= 0,7 30 Studio Geologico-Tecnico dott. geol. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Te/.: 08013718515- 3393718478, e-mail: [email protected] Elaborate le curve di possibilità pluviometrica, caratterizzate da valori costanti di frequenza e quindi di probabilità, occorre scegliere la frequenza adatta al tipo di opere da progettare. A tal proposito il neo emanato Regolamento Regionale 9 dicembre 2013, n. 26 (pubblicato sul BURP n.166 del 17.12.2013) prevede che, "le acque meteoriche di dilavamento [. ..]. in alternativa alla separazione delle acque di prima pioggia. possono essere trattate in impianti con funzionamento in continuo. sulla base della portata stimata. secondo le caratteristiche pluviometriche del! 'area da cui dilavano. per un tempo di ritorno pari a 5 (cinque) anni" (cfr art. 5, comma 2, R.R. n.26/2013). Sulla base di quanto detto si è optato di utilizzate per le verifiche idrauliche le curve di possibilità pluviometrica con tempo di ritorno Tr = 5 anni . In particolare la legge di possibilità pluviometrica utilizzata risulta h = 256 30.25 t 0• Il calcolo della portata di acqua meteorica per una precipitazione che segue la legge pluviometrica individuata nel paragrafo precedente (Tempo di ritorno di 5 anni) si effettua a utilizzando il modello cinematico lineare o metodo della corrivazione: Q =e X ltc X A con: Q = valore della portata di piena secondo il tempo di ritorno considerato (Tr = 5 anni); e = coefficiente di deflusso e ritardo; le = Intensità Critica in mm/h è data dal rapporto hc (altezza di pioggia critica) I te (tempo di corrivazione in ore); A = superficie impermeabile considerata (mq); Per il calcolo della portata in sito, è stata fatta una suddivisone in base alle superfici dilavanti e le relati ve pendenze( la suddivisione delle superfici è riportata nell'allegato della Relazione Tecnica): • Per l'area 1 (sup. dilavante di trattamento 14000 mq- sup. dilavante di smaltimento compreso il capannone le cm acque non corrivano sul piazzale ma confluiscono direttamente nella vasca di 31 Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Te/.: 08013718515- 3393718478, e-mail: [email protected] riutilizzo 25000 mq) è stato utilizzato con successo un tempo di corrivazione pari a: te= 2000 sec; per cui in ore sarà te= 0,52 ore Sostituendo i valori la portata di massima piena da smaltire sarà quindi: Qmax = 227,71 l/s Per l'area 2 (sup.dilavante 14000 mq) è stato utilizzato con successo un tempo di corrivazione pari a: te = 1900 sec; per cui in ore sarà te = 0,52 ore Sostituendo i valori la portata di massima piena da smaltire sarà quindi: Qmax = 132,48 l/s Nelle tab.8a(Area l),8b(Area 2), sono riportati tutti i valori di progetto con le coordinate del punto di scarico. CORD INATE PUNTO SCARICO : 4 l ' 05'32 .60" N- 16' 46 ' 1 5. 13" 200 0 I second i TEMPO DI CORRIVAZIONE [minuti) 33,33333333 mi nuti TEMPO DI CORRIVAZIONE [h) 0,555555556 o re TEMPO DI CORRIVAZIONE [secondi) SUPERFICIE IMPERMEABI LE COEFFICIENTE DI DEFLUSSO ALTEZZA DI PI OGG IA CRITICA [mm] INTENSITA' CRITICA [m m / h] ~=' 25 000 0, 7 'mq hc = 26,02 mm le= 46,84 mm / h 819 ,74 0, 23 227 ,71 0,009 1 mc / h ACQUE DI DILAVAMENTO PORT ATA MASSIMA DI PROGETTO [mc / h) Qc = PORTATA MASSIMA DI PROG ETTO [ mc / s] = Qc = U= PORTATA MASSIMA DI PROGETTO [lc / s] coeff udometrico U [l/ s mq} Qc >-----~------< mc / s l/ s [l/ s mq] Tab.8a 32 Studio Geologico-Tecnico dott. geol. Fa/lacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Tef.: 08013718515- 3393718478, e-maif: [email protected] CORD INATE PUNTO SCARICO : 41 °0 5'35 .28" N- 16°46'25 . 72 " E ~--1_9_0_0_~/ secondi TEMPO DI CORRIVAZIONE [secondi] 31,66666667 minuti 0,527777778 ore TEMPO D I CORRIVAZIONE [m inuti] TEM PO DI CORRIVAZIONE [h] ~J SUPERFICIE IMPERMEABILE COEFFICIENTE DI DEFLUSSO hc = ALTEZZA DI PIOGGIA CRITICA [ mm] le = INTENSITA' CRITICA [mm / h] 14000 0,7 lmq 25,68 48,66 mm mm / h ACQUE DI DILAVAMENT O PORTATA MASSIMA DI PROGETTO [mc / hl Qc = PORTATA MASSIMA DI PROGETTO [mc / s] Qc = PO RTATA MASSIMA DI PROGETTO [lc / s] Qc = coeff udometrico U [l/ s mq] U= 476 ,91 0,13 132,48 0,0095 mc / h mc/ s II s [l/ s mq] Tab.8b 8. Franco di sicurezza 8.1 Generalità Ai sensi del REGOLAMENTO REGIONALE 9 dicembre 2013,n. 26, Art 3. punto h, la "detìnizione del franco di sicurezza: lo strato di suolo e sottosuolo posto al di sopra del livello di massima escursione delle acque sotterraneeOivello statico)che. per sua natura e spessore. garantisce la salvaguardia qualitativa delle stesse. Il suo spessore minimo deve essere di 1,5 (uno virgola cinque) m valutato e verifìcato in funzione delle effettive caratteristiche del sottosuolo". Essendo la quota media del sito esaminato di 77 m s.l.m., considerato che il l.s. dell'acquifero può porsi, valutando la media dei pozzi considerati ma in particolare considerando l'analisi puntuale della sezione idrogeologica, a circa + 15.0 m sJ.m. ed adottando un ulteriore coefficiente di sicurezza pari a 5.0 m, la profòndità di non superamento delle opere disperdenti è data da: prof= quota( trivella)- l.s.(riferito al livello mare)- coeff. di sicurezza = 77.0-15.0- 5.0 = 57 m 33 Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA· Te/.: 08013718515- 3393718478, e-mail: [email protected] 9. Sistema di smaltimento e prescrizioni tecniche Le acque meteoriche di dilavamento provenienti dall'insediamento in questione, subiranno un trattamento di grigliatura, dissabbiatura e disoleazione con funzionamento in continuo (cosi come previsto dall'Art.5 comm.2 del REGOLAMENTO REGIONALE 9 dicembre 2013, n. 26). Le acque trattate (Area 1) saranno raccolte in una vasca per riutilizzarle ad uso irriguo e interno all'azienda il troppopieno sarà smaltito negli strati anidri del terreno tramite pozzi soprafalda. La progettazione e la realizzazione dei manufatti destinati al trattamento, devono prevedere e garantire: a) limitatamente alle immissioni, il trattamento o la raccolta di volumi di acqua relativi alla portata di piena calcolata con un tempo di ritorno non inferiore a 5 anni; b) la tenuta stagna, la resistenza statica ed alle spinte del terreno; c) la sicurezza per le operazioni di controllo e di svuotamento periodico; d) la non interferenza con i manufatti esistenti. 10. Caratteristiche tecniche del pozzo per immissione e moto di filtrazione Il pozzo assorbente è comunemente definito come un pozzo che consente l'immissione di acqua dalla superficie in profondità. La realizzazione del pozzo assorbente è analoga a quella di un pozzo emungente; elemento di differenziazione è che l'acqua esegue il cammino inverso. La condizione essenziale per tali opere è la profondità di attestazione avvenga nella zona insatura sovrastante, al livello della falda. L'immissione di acqua nella zona insatura si traduce nella formazione di un cono di immissione, simile ma opposto al cono di emungimento che si forma a seguito del prelievo di acqua da un pozzo. In idraulica, il termine filtrazione rappresenta normalmente il complesso dei fenomeni di moto attraverso un mezzo penneabile. Tale caratteristica morfologica del materiale, fa sì che il fluido si muova all'interno di una fitta rete irregolare di canali, di dimensioni minute, tale sì che il moto risulterà molto rallentato (elevate resistenze riscontrate), pe1ianto sarà normalmente molto lento. Per ogni punto del liquido, sarà 34 Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Fal/acara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Tel.: 08013718515 - 3393718478, e-mail: [email protected] possibile rappresentare il livello dell'energia (della piezometrica) dalla seguente relazione: Il*="+ p y che sarà costante lungo la verticale causa la lentezza del moto. Se il liquido è in quiete, la quota dell ' energia sarà la stessa per ogni punto occupato dal fluido, in caso di moto, sarà necessario la presenza di un gradiente piezometrico nella direzione del moto, per compensare le perdite di energia dovute alle dissipazioni viscose. Non essendo possibile lo studio del moto attraverso il singolo filetto idraulico, sarà necessario una soluzione globale del moto, considerando contemporaneamente sia lo spazio sede del moto sia quello occupato dalla particelle di terreno, considerando il tutto come un continuo. Si potrà pertanto definire la velocità media del fluido attraverso il materiale poroso dalla seguente relazione: V=Q A Nella quale Q è la portata che attraversa una determina sezione di materiale di area A. La legge base, formulata da H. Darcy nel 1856 lega la velocità media del fluido alla pendenza della piezometrica (i) secondo la seguente relazione: V=K· i nella quale il coefficiente K, dipende dal materiale e prende il nome di coefficiente di penneabilità. Per i moti di filtrazione, in un sistema di riferimento cartesiano è possibile esprimere le componenti della velocità come: V = -k · ()/, .Y a;, V =-k·- , d.'\" al' che associata all'equazione di continuità, è possibile riscrivere come: av __ x dx av <.n·· èh · a.: +--.1 +--= =O 35 Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Te/.: 08013718515- 3393718478, e-mail: [email protected] che soddisfa l'equazione di Laplace: Dalla soluzione dell 'equazione, per i vari casi in esame, con le relative condizioni al contorno, e relative semplificazioni,dai dati di portata, e dalle caratteristiche di penneabilità dei terreni è stato possibile il dimensionamento dei pozzi sopra falda, come segue: Coefficiente di permeabilità del terreno K (m/s): 5,5x 10·5 Diametro del pozzo (mm):250 H (m) e Q (l/s) V (m3) 50 138,346 47,56 2,45 Dove: H=profondità del pozzo perdente (m) C=coefficiente di Stephens e Neumen O= orte.te del erdente l/s D A I I I Il numero dei pozzi assorbenti(N) è dato dal rapporto tra QMax e QPozzo; dove Q;\1• • rappresenta la portata massima calcolata per le superfici impermeabili e QPozzo rappresenta la massima portata smaltibile dal pozzo; quindi abbiamo : 36 Studio Geologico-Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n. 25 Bitonto - BA Te/.: 08013718515 - 3393718478, e-mail: [email protected] Per l'Area 1 abbiamo: Q,,., = 227,71 l/s N=227,7 l/47,56=4,78= 5 perforazioni; Per lArea 2 abbiamo: QMax = 132,48 l/s N=132,48/47,56=2,78= 3 perforazioni; In considerazione della situazione geologica prima descritta, per la perforazione è adatto il metodo della rotazione a distruzione di nucleo con aria compressa e schiumogeni. Tale metodo consente, inoltre, di operare più celermente, con la possibilità di ricostruire, con buona approssimazione, attraverso l'analisi dei detriti di perforazione, la stratigrafia dei terreni attraversati. Le perforazioni dovranno spingersi presumibilmente sui 50 m.l dal p.c., lasciando un franco di tutta sicurezza con la sottostante falda acquifera (riferita al livello statico). Il tratto di foro del diametro di 250 mm andrà rivestito, fino alla profondità dai 3 m ai 5 m, con tubi ciechi di PVC, e quindi si procederà alla perforazione con foro non rivestito. Per allungare la vita media del sistema drenante occorrerà predisporre un piano di manutenzione che preveda la pulizia e/o la sostituzione del materiale filtrante. Il dimensionamento delle opere disperdenti è stato fatto secondo formule di idraulica più appropriate e tenendo conto del regime pluviometrico del sito in oggetto( dati annali pluviometrici)ma in merito alla distribuzione delle precipitazioni, è doveroso evidenziare che a seguito di mutazioni climatiche ormai in atto da diversi anni, si assiste sempre con maggior frequenza a situazioni estreme, caratterizzate forti precipitazioni per lo più concentrate in brevi periodi di tempo che potrebbero mettere in crisi i sistemi disperdenti dimensionati. Cosi come riportato nell' Art.2 comma 7 del R.R. n.26 2013: "Lo scarico e /'immissione di acque meteoriche di dilavamento. tranne i casi previsti al Capo Il del presente Regolamento. non sono soggetti al rispetto di alcun valore limite di emissione., . 37 Stud;o Geologico-Tecnico dott. geo/. Fallacara Gianluca, via Isonzo n.25 Bitonto - BA Te/.: 08013718515- 3393718478, e-mail: [email protected] Conclusioni Gli accertamenti e gli studi effettuati forniscono un quadro abbastanza preciso della situazione idrogeologica locale. L'acquifero interessato è quello carsico, il cui livello idrico principale si rinviene a profondità variabili rispetto alla quota corrispondente al livello medio del mare, che rappresenta il livello di base della circolazione idrica sotterranea in tutto l'acquifero. La falda è frazionata in più livelli in connessione idraulica tra loro, a diversa produttività. In considerazione delle caratteristiche di penneabilità, di immagazzinamento e di dimensione dell'acquifero, così come emerso dai dati dei pozzi trivellati nel comprensorio di Modugno, è verosimile affermare che non dovrebbero determinarsi interferenze tali da rendere incompatibile l'immissione dell'acqua in zona anidra con l'acquifero stesso. Inoltre, dall'analisi dei documenti esistenti, dagli accertamenti e studi effettuati nel territorio di Modugno si può affermare in riferimento all 'Art. 7 (Zone di rispetto per gli scarichi di acque meteoriche di dilavamento provenienti da attività non pericolose) del R.R. 9 dicembre 2013 n.26 che: » Non sono presenti opere di captazione di acque sotterranee destinate a consumo umano entro una fascia di rispetto di 200 m dal sito di imm1ss1one. In con cl usi o ne non s1 riscontrano particolari condizioni di rischio idraulico, geologico e della stabilità e non si ravvisa alcuna limitazione allo smaltimento delle acque meteoriche trattate per cui non ci sono limitazioni a quanto previsto nel progetto. Bitonto, 29/07/2015. ... .:. -~ ': No trl trl \.: _ r--:r--: in- in\c -"1' "1' o o ·· ·~"-~· .. ,, I ' . I ' ' I -~ .) .. 'I ~ :_' ..~ .... . . _: - " I ; _ ..,. '" ··-, - - ' i;;.iZ "i.~ ~~ ., ,.. '....'J. .• cE I ,: , '°'° t- l""l ~~ ·~ ~ -- ""'N 00 O\ r- ""' OOo ""'I() '°I() E-""' l""l l""l ~ E- ;J -ò... o o u ~ '.l< ' '' ·~e: ' ' -~- ...· , " ' .s " - \ I . ' \ ) ·1 \ -- -. . \ I .\\,I I ', 'Y ·1 • \ I ', -----r; .·. · I • I I I FIG.3: STRALCIO CATASTALE - l :2000 / "':~; ... ~~/ FG.11 ..... FG.11 ..... FG.14 ubicazione intervento Fig.4:Stralcio foto aerea con individuazione del sito indagato o = Cl 0 Doline Locali [] Inghiottitoi E D Cordoni dunari Confini Comunali Ae1oporti SP ss A Cj Lame e gravine •• Geositi (fascia tutela) Grolle Versanti IZl Terrltorl costieri [] Aree contermini al laghi •• • • El 0 • F1urrn e torrenti. acque pubbliche Sorgenti Reticolo idrografico di connessione della R.E.R. Vincolo idrogeologico Boschi Z one umide Ramsar Aree di rispetto dei t>oschi Aree umide o •• • 0 Prati e pascoli nalurnli Formazioni arbusti ve in evoluzione naturale Aree e riserv e naturali manne Parchi nazionali e riserve naturali statali Parchi e riserve naturali regiona li D ZPS [O ~ SIC SIC MARE Fig.5: Stralcio del PPTR o El rn ~ ~ • • Aree di ri~[Jello del parchi e tielle nserve regionali Immobili e ame di notevole interesse pubblico Zone gravate da usi civici validate Zone gravate da usi civici Zone di Interesse archeologico a - siti interessati da beni storico culturali ~ ~ ~ •e... Rel" tratturi Paesaggi rurali t> - aree appartenenti alla rete del tratturi c - aree a rischio archeologico 0 i t o indagato Strade panoramiche • Cor11 "'~uali Pericolosità e Rischio Peric. Idraulica D lii bassa(BP) alta(AP) Cartografia di base iii media (MP) LEGENDA FORME DI VERSANTE - - Nicchia di distaooo COfPO di frana J Disseaio gravitatlvo ~~ Cono cl detrito ~'.:T?J Atea lntel'e$$ila da dissesto d!fluso ~ Orlo di scatpata cleimilllnle tonno semlsplanale Alea a calanchi e foone similari \ - - Cresta affilar.a ' ~- - - - - - eresia smussata ASM di displuvio FORME DI MODELLAMENTO DI CORSO O' ACQUA \ - - Ripa di amliona FORME EO ELEME.NTI LEGATI ALL'IOROGAAFIA SUPERFICIALE - - Colao cracqua - - Colao cracqua episodico ~ .... •• a.•1\\ fl lii' • • • ;+4 I \ , ·- \ \' \ A .. ... - - ---- - ·-· Cono cl'acqua tombato &i\] fl't • ~ Colao cl'acqua olllirerato ~ I ..ç::>. o... •. Recapito finale di bacino endOrc<c:o $org"118 FORME CARSICHE Fig.7:Ca ratteristiche idrogeomorfologiche lngreuo di grolla nalural& Vo<Qgino. lnghloltitoio o pozzo cl crollo O D Q Dolina Orlo di depruilooe "'81ca a mQ<lQlogla Sito indagato ~- Fig.8 •I I I I . \ - Casa lJuZZI .. \ I ',,,~ : ;:J&ll I ' Casa Garnmarol F. 177 "Bari" della Carta geologica D' Italia " c asa P~flo'° -. "- r--' · - '' Litologia del substrato Rocce prevalentemente calcaree o dolomitiche Rocce evaporitiche (carbonatiche. anidritiche o gessose) Rocce prevalentemente marnose, marnoso-pelitiche e pelitiche / Rocce prevalente mente arenitiche (arenarie e sabbie) / / Rocce prevalentemente ruditiche (ghiaie e conglomerati) Rocce costituite da alternanze ' Depositi sciolti a prevalente componente pelitica e/o sabbiosa Mau J Piet1ato Depositi sciolti a prevalente componente ghiaiosa O Sito indagato ', '~~ ..... \ " \. "J 1I .~ .. , '.~'I ·: 0 n /:.e / IJ 'LEGEN.DA ___., L"" / '.ODepositi nrnrini t~rrazzati . in facies Deposi.tu di tme rosse prodotto di . calcaren1t1ca (tu1·1delle Murge) alterazione dei calcari (calcare d1 Bari) 11!1 llllllllllllllllllllllllilillliii!iillliilililllliiilllliilll~r·m.m. ~ca1cari 1 = / Sezione geologica schematica Stralcio carta geolitologica ~ Calcari (Calcare di Bari) terre rosse (cal cari di Bari) cavi tà tratturati alternati a Depositi rnnfinati di terre rosse '1 Faglia diretta presunta