La Disfunzione Erettile: un problema a due

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La Disfunzione Erettile: un problema a due
La Disfunzione Erettile:
un problema a due
con la cosulenza di
Raffaella Michieli, Medico di Medicina Generale
Segretario Nazionale S.I.M.G.
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La Disfunzione Erettile:
un problema a due
con la consulenza di
Raffaella Michieli, Medico di Medicina Generale
Segretario Nazionale S.I.M.G.
Disfunzione Erettile e rapporto di coppia
L
e Disfunzioni Sessuali (DS) sono molto più frequenti di quanto non si
sospetti. Ne soffrono circa 4 donne e 4 uomini su dieci. Lo conferma
un’indagine, svolta dal Censis nel 2000, dal titolo “I comportamenti sessuali degli italiani: falsi miti e nuove normalità”. Su 1500 persone intervistate, il 42,6% degli uomini ed il 39,7% delle donne lamenta un “problema sessuale”. Tra queste, la Disfunzione Erettile (DE) non solo rappresenta il disturbo più frequente negli uomini con più di 50 anni, ma è ben
rappresentata anche negli uomini di età più giovanile (Tab. I). Non solo:
questa patologia sessuale è la più temuta dalle coppie (Tab. II).
Tab. I. Presenza di “problemi sessuali” tra gli uomini in relazione all’età
<30 anni
37,6%
31-40
43,4%
41-50
41,9%
41-60
44%
61-70
41,7%
70-80
56,7%
Totale
42,6%
Indagine Censis, 2000
Tab. II. Disfunzioni sessuali maschili
Disfunzione erettile
Riduzione o perdita del desiderio sessuale
Eiaculazione precoce
Avversione sessuale
Disfunzione orgasmica
8,8%
6,7%
3,7%
2,5%
2,5%
(Nazareth I, Boynton P, King M. Problems with sexual function in people attending London general
practitioners: cross sectional study. BMJ 2003;327:423)
Per il 92% degli intervistati dal Censis, le DS rappresentano un problema
serio che deve essere affrontato all’interno della coppia. È molto importante comprendere in che modo uomini e donne vivono questa malattia
per poterne affrontare adeguatamente le conseguenze.
Cosa pensa l’uomo
M
età degli uomini, ci dice ancora il Censis, dichiara di non essere
preoccupato da eventuali DS, ma gli altri confidano che si vergognerebbero o cadrebbero in depressione se avessero un problema sessuale.
Quando un uomo pensa di essere un “fallimento sessuale” si innesca un
circolo vizioso: fallimento, paura del fallimento e di nuovo fallimento. Il
pensiero diventa ossessivo: “Non posso avere una vita sessuale normale
con la mia compagna: sono un fallimento come uomo e come amante e
non posso fare a meno di pensarci”. L’uomo si sente un fallito e perde la
stima e la fiducia di sé. Non solo: coccole e carezze, meno consone alla
sessualità maschile, gli sembrano un ripiego e una conferma della propria incapacità di fare altro. È comunque certo che la compagna non le
accetterebbe perché “Ora che sono così, lei non vorrà più toccarmi”. Ne
deriva un profondo senso di colpa e solitudine.
Cosa pensa la donna
“S
arò io? È colpa mia?”. La donna teme di aver perduto la propria seduttività: “Non lo eccito più”, pensa. È un errore tipicamente femminile: autostima, femminilità e desiderabilità vengono misurate in base
alla risposta maschile.
Spesso, inoltre, la donna pensa che ci sia un’altra che lo eccita di più. Anche questo potrebbe essere colpa sua: forse ha trascurato il partner per
dedicarsi ai figli e al lavoro.
Queste reazioni possono portare ad un allontanamento fisico (letti separati, non spogliarsi davanti a lui) e a tristezza, pianto, insonnia. In genere, alla fine, la reazione è di rabbia o difesa: “il malato è lui, non fa niente per risolvere questa situazione, non pensa ai miei bisogni…”. È un momento pericoloso in cui la stabilità della coppia viene messa in crisi: liti
e malumori sono all’ordine del giorno, il desiderio sessuale diminuisce e
l’equilibrio sessuale, già precario, peggiora.
L’importanza del dialogo
I
n una recente ricerca svolta tramite intervista telefonica da Abacus (I
meccanismi dell’amore) alla domanda “Secondo lei quali sono gli elementi più importanti per un rapporto d’amore soddisfacente?”, circa un migliaio di intervistati di entrambi i sessi rispondeva come segue (Tab. III).
Tab. III. Elementi più importanti per un rapporto d’amore soddisfacente
Uomini
Donne
Dialogo
52%
62%
Buona complicità
34%
37%
Condividere i problemi
32%
34%
Avere una buona intesa sessuale
36%
28%
Avere interessi in comune
27%
26%
Mantenere spazi individuali propri
16%
14%
Indagine Abacus
L’intesa sessuale risulta perciò un fattore importante per entrambi i partner, ma a parità di altri fattori di tipo relazionale e probabilmente solo in
presenza di questi.
Dialogare, dunque, ma come? Parlare di sesso con il proprio partner non
è sempre facile. Se c’è già un’abitudine al dialogo, un linguaggio comune sulla propria vita sessuale, sulle
proprie esigenze, sarà anche più facile affrontare un discorso sulle difficoltà. È importante che sia uomo
che donna ricordino che nella maggior parte dei casi la DE ha origini
organiche. Colpevolizzarsi è quindi
sbagliato e controproducente.
Parlare significa fugare i timori del
partner, significa averlo come alleato, coinvolgerlo apertamente nelle
soluzioni, terapeutiche e non. Signi-
fica evitare quei meccanismi
che alimentano la DE.
di
dubbio,
autocommiserazione
e
timore
Il ruolo di lei nella terapia
I
l ruolo della partner è fondamentale nel rompere il ghiaccio ed aiutare
il compagno ad affrontare la DE. Non dimentichiamo che da sempre le
donne si occupano dei problemi sanitari familiari e sono le prime interlocutrici in casa in tema di salute e benessere. Più facilmente frequentano
il medico di famiglia e, essendo più abituate a parlare di sé e del proprio
privato, gli chiedono consiglio o convincono il partner a consultarsi con
lui, spesso accompagnandolo. La donna ha quindi un ruolo molto importante sia nel processo diagnostico che in quello terapeutico.
In genere la terapia per la DE ha ottime percentuali di risposte positive.
Ciò nonostante spesso il trattamento viene sospeso dopo breve tempo.
Da non sottovalutare, per spiegare questi drop out, l’atteggiamento della
partner che può avere un duplice approccio.
Pensieri positivi
• Anche lui fa qualcosa per me
• La terapia ci permetterà di riprendere una vita sessuale
• La terapia mi evita di dover collaborare o prendere l’iniziativa
• La terapia mi solleva dal dover essere sempre eccitante
• Ho meno ansia, paura di essere abbandonata
• Devo impegnarmi meno per eccitarlo
• Ho più possibilità di lasciarmi andare
Pensieri negativi
• Voglio essere io ad eccitarlo
• Se non funziona con me, non deve poter funzionare con altre
• È costosa e non possiamo permettercelo
• La sessualità è una cosa naturale: se non c’è, è finita
Spesso la donna è contraria alla terapia con farmaci erettogeni o con il
dispositivo vacuum perché questi mezzi non la coinvolgono nel processo di eccitamento che per lei è qualcosa di diverso dal provocare un’erezione. Inoltre, non sempre l’eccitamento fisico dell’uomo corrisponde a
quello mentale e la necessità di dover per forza raggiungere l’orgasmo
diventa un bisogno meccanico piuttosto che l’espressione di un desiderio e di piacere raggiunto insieme. Per questo motivo è fondamentale
un counseling sessuologico che aiuti a sospendere le ostilità e a capirsi,
esprimendo ognuno le proprie sofferenze ed il proprio vissuto.
La sessualità nella coppia
L
a sessualità della coppia è fatta di mille sfaccettature e non comprende solo l’atto fisico del rapporto sessuale, ma anche diversi tipi di intimità, conoscenza reciproca, desideri, valori individuali. È un processo molto complesso nel quale componenti organiche di vario tipo (neurologiche, endocrine e vascolari) si integrano con componenti legate ad
esperienze personali, a fattori culturali, all’educazione ricevuta, all’influenza familiare e sociale, alla presenza o meno di conflitti relazionali, a credenze di tipo religioso e, non ultimo, alle condizioni di stress legate al lavoro o a problemi di tipo finanziario. Rispetto al passato la sessualità è vista come un fenomeno più complesso, costituito da una serie
di elementi: desiderio, eccitazione, orgasmo, piacere, identità, affetti, relazione, creazione, amore.
La già citata indagine Censis del 2000 permette di delineare una progressiva tendenza verso una concezione della sessualità in cui è centrale l’aspetto relazionale. Inoltre, il 52% degli intervistati ritiene che il rapporto sessuale possa essere soddisfacente anche senza orgasmo. E nonostante l’uomo dia più importanza al sesso nella vita rispetto alle donne,
le recenti ricerche sulla soddisfazione sessuale degli uomini con disturbi erettivi trattati con gli inibitori della PDE5, hanno dimostrato come un
uomo su tre, pur con buoni risultati fisici, non abbia una completa soddisfazione sessuale.
Questo problema appare superato dalle più recenti terapie, dove una
volta assunto il farmaco si può avere un rapporto sessuale fino alle 36
ore successive con maggiore spontaneità e rispetto della sessualità della coppia. La sessualità nella coppia è infatti qualcosa che va al di là di
un’erezione: è un modo per rinforzare la propria identità e la propria autostima. Il suo “cattivo funzionamento” ha ripercussioni di vario grado
che partano dall’ansia, si trasformano in paura e possono esprimersi co-
me depressioni più o meno gravi. Ecco perché l’approccio terapeutico
deve comprendere dove possibile il farmaco, ma deve anche essere visto in maniera più globale. Non dimentichiamo che l’importanza della salute sessuale della persona è stata riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come diritto fondamentale dell’essere umano. Contemporaneamente è necessario suggerire come potersi riscoprire fisicamente, ritrovare l’intimità, il Desiderio ed il Piacere non strettamente legati all’erezione. In questo modo sarà possibile evitare la creazione di un circolo vizioso che parte da una disfunzione maschile ed arriva ad una disfunzione femminile, soprattutto alla luce delle numerose soluzioni terapeutiche oggi presenti per la DE.
Finito di stampare nel mese di Luglio 2004
presso le Industrie Grafiche della Pacini Editore S.p.A.
Via A. Gherardesca • 56121 Ospedaletto • Pisa
Tel. 050 313011 • Fax 050 3130300
www.pacinionline.it
Testo realizzato in collaborazione con Daniela Condorelli
Cod. 1710 7001 00054
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