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Preistoria Alpina - Museo Tridentino di Scienze Naturali
pagg. 119-134
Trento 1986
M. ROSSI· A. GATTIGLIA . M. PERADOTTO
Il masso inciso di Navetta e le sue implicazioni per il
Neolitico medio della Valleorco (Torino) 1)
ABSTRACT
The engraved boulder of Navetta and the middle
Neolithic of the Orco Valley (Turin, Italy).
12 engraved rocks and boulders were known in
1982 on the North slope of the Orco River, between
Pont and Salto; 6 of them are historic, 5 undatable and 1
prehistoric, Navetta OS 004 (this is an Indo-European
and pre-Latin place-name, describing the shape of the
piace itself). It is possible to define 4 events or phases,
Navetta I - Il - III - IV: during the middle phase of the
SMP culture, neolithic groups who were colonizing the
slope and frequenting the Boira Fusca cave, engraved a
composition of likely funerary meaning 600 m far from
the cave, in a boulder chosen for its own shape; this
composition consists of 1 adorant, 1 enclosure and 22
cup-marks (I); afterwards these markings were forgotten; not later than in the Late Middle Ages, because of
the growth of the village stili now in existence, this and
ather boulders were set aside on a rock-outcrop just
aut of village bounds, suffering some breaches in the
auter parts of the composition (II); it remained there till
1938, when a house was built exactly on the site of the
heap, and it escaped destruction because it was unfit
to be broken into regular blocks; it was used as a workbench; 1 small basi n and 2 anvil housings were then
engraved and working activities produced small, irregular and not very deep holes in the neolithic surface (III);
in 1978, just after discovery, the boulder was damaged
deliberately by unknown person (IV).
Maurizio Rossi e Anna Gattiglia, Antropologia Alpina, Centro per la Ricerca e la Documentazione in Scienze Umane, Corso Tassoni 20, 1-10143 Torino.
Mario Peradotto, Centro Ricerche e Studi Alto Canavese, Via Milite Ignoto 12, 1-10082 Cuorgné.
La Valleorco s'incunea profondamente nel
cuore delle Alpi Graie piemontesi solcando il
Massiccio Sesia-Lanzo e la Zona del Canavese perpendicolarmente ai rispettivi assi strutturali (BLANCHARD 1952: 19 fig. 2, 26-29,72,
73 fig. 15; 1956: 51; MORGANTI 1959/b; GABERT 1962: 97-101, 107; FEDELE 1981: 59 fig.
4) e costituisce, insieme con la confluente
Valsoana e con altri valloni minori, il principale accesso al Massiccio del Gran Paradiso
(BLANCHARD 1952: 38-39; MORGANTI
1959/a).
Il lungo susseguirsi di drastici eventi geologici e climatici ha conferito un'impronta nettamente originale a questa valle, probabilmente già esistente alla fine del Miocene (MlCHEL 1951; GABERT 1962: 91,94-95,106-107,
126-128), portando il paleo-Orco, o, nel corso
del Pleistocene, l'omologo ghiacciaio, a mo-
' } Ricerca IRAO, contributo n. 10. La stesura del testo risale
al marzo del 1983,per cui anche la documentazione è aggiornata sino a quel momento. Successive ricerche (1~86) ad opera
dei 3 autori e di Marziano Di Maio (Antropologia Alpina) hanno
portato alla raccolta di nuovi dati, soprattutto paleoambientali,
che imporrebbero numerose precisazioni in diversi punti del
testo. La pubblicazione completa dei risultati di tali ricerche è
prevista per un prossimo futuro. Nel frattempo è stato pubblicato un contributo volto a reimpostare su basi antropologiche lo
studio del tema iconografico dell'orante neolitico (ROSSI M. ,
GATTIGLIA A. 1986.Archéologie anthropologique de l'orant néolithique: de nouvelles perspectives. Bull. d'Études Préhistori·
ques Alpines XVIII: 125-135. Aoste). Un'ulteriore precisazione si
impone per chi intenda visitare il masso Navetta OS 004: in
séguito ai gravi danneggiamenti subiti, esso ha dovuto essere
rimosso dal luogo del rinvenimento e, grazie alla disponibilità
del Comune di Cuorqné, l'interessamento di Antropologia Alpina ha fatto sì che il reperto abbia potuto trovare idonea collocazione entro una teca di cristallo posta sotto il porticato del Palazzo Comunale di Cuorgné, ove è visitabile senza alcuna formalità.
119
dellare aspramente quello che è il settore mediamente più elevato dello stretto versante
piemontese delle Alpi Occidentali.
La relativamente scarsa resistenza dei micascisti e degli gneiss minuti su cui esso si
trovava a scorrere a valle della fascia ofiolitica di Locana, la particolare conformazione
della rete idrografica, tendente a concentrare
l'efficacia dell'erosione regressiva lungo
un'asse E-W e il fatto di disporsi in parte lungo una piega sinclinale, che ne ha continuamente abbassato il livello di base regionale,
hanno infatti consentito al paleo-Orco (e in
forma più ridotta al paleo-Soana) di incidere
profondamente le formazioni rocciose attraversate, indipendentemente dalla loro coerenza, nonché di compiere nell'alta valle modeste ma significative catture a danno del versante valdostano (BLANCHARD 1952: 58, 59
fig. 12, 71-74, 136-137, 143, 146; 1956: 51,
70-71; GABERT 1962: 98, 100, 214).
È così che sia gli gneiss ghiandoni (ortogneiss) e i graniti del Gran Paradiso, sia la
stretta fascia di ofioliti che attraversa la valle
a Locana, sia a maggior ragione i micascisti
e gli gneiss minuti del Sesia-Lanzo, hanno potuto essere erosi in misura superiore a quanto si è verificato in aree contigue (BLANCHARD 1952: 19 fig. 2, 26, 36-39, 72-74,
146-147; 1956: 70; ·M ORGA NT I 1959/a;
1959/b; GABERT 1962: 209).
Benché le glaciazioni pleistoceniche piemontesi non siano state in grado di competere per portata e intensità con gli analoghi fenomeni registratisi nelle Alpi Francesi, di quegli eventi la Valleorco conserva tuttavia cospicue tracce, che contribuiscono talora a inasprire ulteriormente il paesaggio: è il caso
delle valli sospese del Soana, del Piantonetto
e di altri affluenti di sinistra, della soglia di
Ceresole Reale, della profonda incisione praticata dal Soana (e prima ancora dal s'uo torrente subglaciale) per superare il gradino di
confluenza costruito dalla maggiore escavazione del ghiacciaio principale rispetto a quelli laterali (BLANCHARD 1952: 106 fig. 22,
110-121, 128/129' tav. XXXII B, 143, 146; GABERT 1962: 214).
Il dosso su cui sorge la Cuorgné vecchia è
una morena wUrmiana, ma scarse tracce sussistono al presente di un apparato morenico
che pure certo esistette, ora quasi completa-
120
mente demolito dall'attività olocenica dell'Orco e dei suoi affluenti Piova e Gallenca. Sulle
dimensioni originarie di tale apparato, nonostante le convincenti osservazioni di R. Blanchard e P. Gabert, non si potrà dire l'ultima
parola sino a quando non si conosca in dettaglio il quadro completo dei movimenti tettonici che devono aver coinvolto la regione compresa tra la Dora Riparia e la Dora Baltea a
partire dalla fine del Pliocene e per tutto il
Quaternario (BLANCHARD 1952: 54-57, 1.11,
115-116, 122; MORGANTI 1959/b; GABERT
1962: 124-125, 208-209, 214-215; CARRARO et
al. 1969: 570 e carta; CARRARO 1980: 18).
La bassa Valleorco - nel tratto che qui
interessa, compreso tra la soglia' di Pont e lo
sbocco nella pianura altocanavesana (fig. 1)
- rivela un'inconfondibile morfologia glaciale,
evidenziata soprattutto, oltre che dal citato
gradino di confluenza del Soana, dal netto
profilo a U, osservabile fino ad un'altitudine
(degradante da monte a valle in relazione
con il progressivo assottigliarsi della coltre
glaciale in prossimità della pianura) compresa tra gli 800 m di Foiallo e Formiero (Pont
Canavese) e i 500-550 m di Ca Perefol (Borgiallo) e San Bernardo (Cuorgné), ove si rinvengono gli ultimi lembi morenici in quota
(BLANCHARD 1952: 111, 114-123, 128/129
tav. XXXII B; MORGANTI 1959/b; FEDELE
1981: 59 fig. 5).
A Nord dell'Orco, tra Pont e Salto, estesi
depositi morenici wUrmiani fittamente costellati di massi erratici di ogni dimensione ricoprono infatti per lunghi tratti le rocce del Sesia-Lanzo (che in questo settore presenta inserite nel substrato cristallino notevoli masse
di glaucofaniti ed eclogiti), dando luogo ad
ampi terrazzi leggermente inclinati, sopraelevati sul Talweg di 100-200 m, favorevolmente
esposti a SSE e profondamente antropizzati,
forse già a partire da un momento abbastanza antico dell'Olocene (BLANCHARD 1952:
111; MORGANTI 1959/b; GABERT 1962: 210
fig. 106, 214-215; FEDELE 1981: 72).
Il ripido versante che collega l'orlo di questi terrazzi con la .stretta piana alluvionale sottostante, sul quale il ghiacciaio dell'Orco ha
viceversa agito esarando e comprimendo
(cfr. FEDELE 1981: 19, 64), è stato infatti teatro di avvincenti episodi di vita preistorica documentati negli ultimi anni dalle ricerche di F.
Fig. 1 . Distribuzione delle rocce incise nella bassa Valleorco in relazione con la grottina della Boira Fusca, con la ceramica VBa
e con l'industria litica levigata.
In finestra il masso OS 004: sovrapposizione dei rilievi topografico e inconografico, con indicazione delle fasi Navetta I (a tratto
pieno), Il e III (a solo contorno).
Dalla Carta d'Italia alla scala 1:25.000 dell'I.G.M., F. 42 III NE-SE: Pont Canavese - Cuorgné.
Simboleggiatura: 1. concentrazione di rocce incise; 2. singola roccia incisa; 3. roccia con disegni a calcina; 4. grottina della
Boira Fusca (Salto 1); 5. ceramica VBa; 6. strumenti in pietra levigata; 7. quote del rilievo topografico di OS 004.
Fedele e dei suoi collaboratori, tra cui due
degli scriventi (M.P. e M.R.) (FEDELE 1981).
Lo studio delle incisioni rupestri dell'area
circostante, comprendente i terrazzi di Nava
e Navetta, il versante e la valletta di Vòira, i
dossi di Bric S. Maria e Uvera (FEDELE 1981:.
11-12,18), iniziato nel 1977 su invito di F. Fedele stesso e favorito dalle conoscenze dei
collaboratori locali del .Progetto Orco - Alto
Canavese, consente ora di produrre un'importante conferma all'ipotesi recentemente enunciata a proposito dell'esistenza in Valleorco di
un orizzonte culturale riferibile al Neolitico
medio (FEDELE 1981: 68-72) e permette di
proporre una correlazione diretta tra Boira Fusca III e la fase d'istoriazione rupestre qui di
séguito denominata Navetta I.
Nell'area qui considerata sono state sino
ad ora documentate e analizzate 12 rocce incise, così distribuite (v. fig. 1):
Bric S. Maria (P.ont Canavese):
1) un grande masso erratico con 11 coppelle sito a
breve distanza dall'antica pieve di S. Maria in Doblazio e associato con una leggenda cristiana, verosi-
121
Fig. 2 - Navetta: masso inciso OS 004 dopo la pulitura.
Fig. 3 - Navetta: masso inciso OS 004 dopo il trattamento con metodo neutro.
122
Fig. 4 - Rilievo iconografico di OS 004: a tratto pieno le incisioni a solco, per le coppelle e gli altri incavi sono tracciate le isobate
(equidistanza 5 mm); ,a lato i profili batimetrici (cfr. tab. 1 e fig. 6).
milmente di origine medioevale, tendente a esorcizzare incisioni evidentemente ritenute «pagane» (roccia OS (01) (ROSSI 1980: 66-67; 1981: 20-21);
2) una superficie montonata prossima al precedente,
recante incisa una croce con probabile funzione di
termine (OS 063);
Navetta (Cuorgné), all'interno dell'abitato:
3) un masso erratico a coppelle parzialmente compreso nelle fondazioni di casa Giustat - Orso Manzonetta, distrutto nel 1980, limitatamente alla parte sporgente - e incisa -, con lo scopo di allargare la mulattiera (OS (02);
4) una lastra con vaschetta subrettangolare nel cortile
di casa Bazzarone (OS (03) (CIMA 1981: 104-106);
5) un masso attualmente usato come banco di lavoro
nel cortile di casa Madlena, oggetto principale del
presente 'c ont ributo (OS 004: figg. 2-3-4) (segnalato
preliminarmente in ROSSI et al. 1982: 49 fig. 2);
6) un masso erratico a coppelle, appena affiorante,
parzialmente ricoperto dal muretto di cinta del giardino di casa Madlena (OS 062);
all'esterno dell'abitato:
7) un piccolo masso con coppella alla sommità di uno
dei muretti laterali che accompagnano la mulattiera
che discende verso Vòira e la Boira Fusca (OS 066)
(cfr. FEDELE 1981: 12); ,
Nava (Cuorgné):
8) un grande masso erratico con due coppelle nel mezzo della vallecola sottostante l'abitato (OS 059);
Uvera (Cuorgné):
9) un architrave a dorso dell'edificio B1 (CIMA 1981:
97-99) con incisa una croce cristiana (OS 120) (ROSSI 1981: 33-34);
Vòira (Cuorgné):
10) un masso a lato della mulattiera di accesso a Uvera
recante incisa una croce con probabile funzione di
termine (OS 061);
11) un affioramento lisciato dal ghiacciaio alla base del
pendio di accesso alla Boira Fusca, sistemato a scalinata mediante l'intaglio di rozzi gradini dalla pedata piuttosto ridotta (OS 058);
12) un grosso ciottolo con coppella relativamente «fresca» proveniente dall'orizzonte Boira Fusca VII (OS
057: fig. 5) (FEDELE 1981: 87).
Non meno dei due terzi delle pietre incise
menzionate ricadono senza sforzo nel più
consueto panorama dei petroglifi piemontesi:
le croci aventi funzione di termine e la scalinata di Vòira rappresentano tangibili tracce
della sistemazione del versante in esame, a
scopo di sfruttamento agro-silvo-pastorale,
realizzata in forma simile all'attuale in avanzata età storica (cfr. ROSSI et al. 1980: 104;
FEDELE 1981: 11-12, 18, 84-85); l'architrave
crocesegnato di Uvera rientra in quel diffuso
123
orizzonte di petroglifi di matrice religiosa cristiana che si è andato definendo negli ultimi
anni (ROSSI 1980; 1981), la presenza del ciottolo con coppella in uno strato medioevalemoderno della Boira Fusca ripropone in modo nuovo il vecchio problema della continuità
in età storica di tale tipo d'incisione (ROSSI
1981: 29-31), mentre le coppelle presenti in
poche unità su rocce avulse da contesti archeologici permangono per ora ovviamente
indatabili.
Vi è però l'eccezione costituita da uno dei
principali siti a incisioni rupestri fino ad oggi
documentati in Valleorco: importante borgata
dell'antico comune di Salto, ove significative
caratteristiche dell'impianto e dell'architettura delle singole dimore testimoniano compIesse vicende insediative risalenti al tardo Medioevo (CIMA 1981: 107-110), Navetta sorge
lungo l'antica mulattiera Cuorgné - Frassinetto, nell'àmbito di uno dei terrazzi a deposito
morenico più volte menzionati. Ma proprio su
questi è stato ipotizzato che avessero in precedenza trovato idonea sede gli abitati appartenuti ad alcuni dei gruppi umani preistorici
rintracciati nella Boira Fusca (FEDELE 1981:
72, 100). Il rinvenimento, ad opera di un appassionato locale, di un masso con incisioni
di età neolitica proprio all'interno della borgata, alimenta ulteriormente tale ipotesi.
Il masso di Navetta OS 004 esce dunque per così dire - dalla norma delle incisioni rupestri piemontesi, presentando un'associazione di elementi e delle sovrapposizioni che
permettono la definizione e la datazione di
due fasi d'istoriazione (Navetta I e Navetta
III, quest'ultima documentata anche archeologicamente), entrambe seguite da fasi di manomissione (Navetta Il e Navetta IV) (fig. 4).
Il masso di Navetta OS 004 è parte di un
basso muro divisorio in pietra a secco posto
nel mezzo di un'aia comune a cinque abitazioni di proprietari diversi (particella n. 221 del
Catasto Censuario di Salto, foglio IV): appoggiato orizzontalmente su altri massi di minori
dimensioni, funge attualmente da banco di lavoro. La sua collocazione odierna non corrisponde evidentemente a quella originaria
ma, così come per tutte le altre pietre incise
di Navetta, risente della profonda antropizzazione a cui l'area è stata sottoposta soprattutto a partire dal tardo Medioevo.
124
Si tratta di un masso erratico in «rnlcascisto ecloqltico», di forma vagamente parallelepipeda, con spigoli smussati, certamente prescelto per la sua conformazione e probabilmente levigato e regola rizzato tutto intorno
prima di venire inciso (fig~ 2). È noto sulla
base della testimonianza oculare della sua
proprietaria che esso ha assunto la posizione
attuale nel 1938, anno in cui per la costruzione di uno degli edifici che si affacciano sull'aia venne rimossa un'ingente quantità di materiale Iitico dal luogo ove l'edificio stesso doveva venire fondato. Benché anche la giacitura anteriore al 1938 vada giudicata secondaria, quella originaria non doveva differirne eccessivamente: date le loro dimensioni, le contigue rocce OS 002 e OS 062, di cui non si
può escludere la connessione con OS 004,
non possono d'altra parte che ritenersi in si·
tu. Grazie alla sua collocazione attuale il masso presenta una faccia incisa considerevolmente piana ed orizzontale, rivolta verso l'alto (figg. 2-3).
La documentazione delle incisioni è stata
ottenuta come di consueto adattando allo specifico contesto la metodologia e le tecniche
raccomandate da E. Anati e tanto proficuamente sperimentate in Valcamonica (ANATI
1976). Si ritiene in particolare che lo studio di
una roccia incisa fuori del suo contesto originario equivalga concettualmente allo scavo
di un terreno archeologico rimaneggiato già
in antico da attività antropiche successive alla sua formazione. La scrupolosa pulitura e il
trattamento della superficie incisa con il metodo neutro e il rilievo iconografico su polietilene in scala 1:1 hanno consentito di riconoscere 40 incisioni e 2 orizzonti di manomissione, tipologicamente così suddivisi (cfr. tab.
1):
22 coppelle (di cui 1 unita con il canaletto);
1 canaletto a recinto;
1 personaggio antropomorfo schematico
sessuato;
1 vaschetta subrettangolare a fondo piatto;
2 sedi di incudine (di cui 1 non terminata);
13 incavi indefiniti;
1 martellina sparsa;
oltre alle rotture periferiche del masso raggruppate in tab. 1 al n. 42.
L'analisi diretta delle sovrapposizioni (tab.
1 e fig. 4) permette di definire quattro eventi
J
SA1 283:3
E'
D'
'---
------J
F'
Fig. 5 - Salto 1 283:3 (OS 057).
Grosso ciottolo con coppella incisa proveniente dall'orizzonte medioevale-moderno Boira Fusca VII.
O. rappresentazione topografica a isoipse (quote in mm); 1. rappresentazione prospettica nadirale; 2. rappresentazione prospetti ca zenitale.
Il puntinato corrisponde alle areole ove si ha un'abrasione relativamente «fresca» dell'alterazione superficiale.
Inclinazione delle facce:
= 0°-.7- 9°
~ = 10°-.7- 24°
I = 51°-.7- 65°
I- = 00'-.7- 80°
+
successivi, qui di séguito indicati come Navetta I - Il - III - IV, che risultano pienamente
confermati dall'analisi tipometrica, dall'esame delle tecniche di esecuzione, dall'analisi
paletnologica e compositiva, dalle testimonianze orali raccolte a Navetta e altrove in
Valleorco e dalla documentazione archeologica associata.
L'antropomorfo, il canaletto e le coppelle
non si sovrappongono ad altre incisioni né tra
loro - semplicemente i primi due si «appoggiano» l'uno all'altro in tre punti distinti - mentre una delle coppelle è unita con una delle
estremità del canaletto, senza che con ciò si
stabilisca un rapporto di anteriorità/posteriorità tra le due (fase Navetta I).
Due delle tre rotture periferiche maggiori,
che per il loro stato di usura devono ritenersi
più antiche della quarta, hanno troncato (fase
Navetta Il) uno degli arti inferiori dell'antropomorfo e i due probabili angoli del canaletto,
che, pur così mutilato, suggerisce comunque
l'idea del recinto.
La vaschetta subrettangolare si sovrappone alla coppella unita con il canaletto, mentre
le sedi di incudine sono state ricavate approfondendo due coppelle (fase Navetta III). Pur
intaccando leggermente la vaschetta subret-
125
•
NAVETTA
OS 004
VALLEORCO (TORINOl
Fig. 6 - Diagramma di dispersione delle dimensioni delle incisioni presenti sulla roccia OS 004. Scale in mm.
A+B
L = - -, dove A = misura dell'asse Est-Ovest, B = misura dell'asse Sud-Nord (cfr. tab. 1).
2
P = P (A)
+
p (B), dove P (A) = profondità massima lungo l'asse Est-Ovest, P (B) = profondità massima lungo l'asse Sud-Nord
2
(cfr. tab. 1).
Simboleggiatura: 1. coppelle; 2. canaletto; 3. antropomorfo; 4. sede di incudine; 5. vaschetta; 6. incavi indefiniti; 7. martellina
sparsa.
tangolare, la quarta rottura periferica mostra
determinati caratteri di freschezza che inducono a considerarla più o meno contemporanea della vaschetta stessa, dalla cui incisione
potrebbe anche essere stata provocata.
La martellina sparsa si sovrappone alle
coppelle, al canaletto, all'antropomorfo e alla
vaschetta subrettangolare (fase Navetta IV).
Gli incavi indefiniti non presentano nessi
stratig rafici.
L'analisi tipometrica è stata condotta mettendo in relazione le profondità delle incisioni
con le rispettive ampiezze (fig. 6): il diagramma di dispersione così ottenuto mostra che
nella stragrande maggioranza dei casi il rapporto tra queste due misure è < 3/8 ma
2:: 1/8, mentre oltre un certo valore la profondità tende a saturazione.
Le costanti delle equa zioni delleinterpolanti dei minimi quadrati calcolate per le sole
coppelle (P == O.20L-O.57; L == 25.35+3.22P)
non mutano sostanzialmente se si prendono in considerazione anche il canaletto a
recinto e l'antropomorfo (P == O.19L-O.41;
126
Fig. 7 - Navetta OS 004: particolare dell'orante dopo il trattamento con metodo neutro .
L == 21.20+3.42P), mentre variano in modo
molto considerevole nel caso degli incavi indefiniti (P == 6.54-0.06L; L == 29.26-0.98P).
Ancora più evidente risulta il contrasto
tra i caratteri tipometrici dei due gruppi
di incisioni se si considera il coefficiente di
correlazione lineare (calcolato oon la formula
r == V1 - (S?x/S?)), che risulta alta e positiva sia per le sole coppelle (r == +0.80) sia
per coppelle, antropomorfo e canaletto insieme (r == +0.83), ma piuttosto scarsa e negativa per gli incavi indefiniti (r == -0.39).
Si annota brevemente che analoghi coefficienti di correlazione lineare si sono osservati per le coppelle di Bric S. Maria OS 001 (r ==
+0.80), ma anche per i cruciformi tardo-medioevali di Dondogna C 001 in Valchiusella
(r == +0.74; r == +0.80).
Nel diagramma di fig. 6 sono inoltre state
individuate tre bande dimensionali corrispondenti con un notevole grado di approssimazione agli orizzonti delle coppelle, delle incisioni
a solco (antropomorfo e canaletto) e degli incavi indefiniti.
Le caratteristiche della tecnica d'esecuzione e dello stato di alterazione delle incisioni
consentono poi ulteriori considerazioni:
1) la tecnica a solco adottata per la realizzazione dell'antropomorfo è la medesima del
canaletto (cfr. fig. 4, profili 35AA', 35CC',
35DD', 35EE', 39AA', 39BB', 39CC');
2) la tecnica con cui è realizzata la testa dell'antropomorfo è in tutto analoga a quella
delle coppelle - qui del tipo già definito
Fig. 8 - Navetta OS 004: particolare della fase Navetta III
(vaschetta subrettangolare e sede d'incudine) sovrapponentesi
alle coppelle di Navetta I.
«Mcnsaqnasco» (ROSSI 1981: 29)- dalle
quali si differenzia solo per le dimensioni
e per la posizione (figg. 4 e 7);
3) coppelle, canaletto e antropomorfo non
mostrano differenze nello stato di alterazione (patina, erosione meteorica, antropizzazione);
4) tanto per le coppelle quanto per le figure a
solco è stata impiegata una scalpellatura
con utensile litico a cui è stata fatta seguire un'attenta levigatura, come si desume
dall'assenza di segni di martellina e dalle
condizioni delle bande scisto-granulose
sulle pareti interne delle incisioni (fig. 7);
per quanto riguarda la vaschetta (analoga
a quella di Navetta OS 003), le sedi di incudine e gli incavi indefiniti, vi sono invece
tracce evidenti dell'uso di un punteruolo
metallico, non seguito da alcuna politura
{fig. 8).
Il personaggio antropomorfo qui schematicamente e simbolicamente raffigurato a braccia alzate, con arti divaricati ad angolo retto e
sesso maschile enormemente esagerato, rientra nella vasta e significativa categoria dell'orante, così come definita nei principali studi sull'argomento (ANTONIEWICZ 1970; BAGOLINI et al. 1973; ANATI 1977: 337-346;
1980/a: 83-92; 1980/b: 30-33, 84; MARINGER
1979).
Raffronti stringenti possono venire istituiti
in particolare con la Valcamonica (ANATI
1980/b: 30-33,84), la Valtellina (PACE 1972), il
Valais (BLAIN 1975), nonché con analoghi reperti piemontesi della Valchisone (SEGLIE et
al. s.d.: 135-136), della Valsusa (ROSSI et al.
1978) e anche dell'Alto Canavese (GRUPPO
ARCHEOLOGICO CANAVESANO 1978).
Di un certo interesse è il fatto che le Alpi
franco-piemontesi costituiscano il limite più
occidentale raggiunto in Europa da questa
raffigurazione, radicata nel Vicino Oriente e
in Egitto e diffusasi nel nostro continente a
partire dai Balcani (BAGOLINI et al. 1973:
68-74 e bibliografia; KALICZ et al. 1977: 44
fig. 1,64, 127 n. 85; MARINGER 1979 con bibliografia).
Da un punto di vista compositivo l'orante,
le coppelle e il canaletto a recinto costituiscono evidentemente un insieme: oltre ad appoggiarsi all'orante rispettandone il tracciato e
127
ad essere unito con una delle coppelle, il canaletto ne include infatti altre 11 entro di sé.
Tanto l'associazione fra i tre tipi di incisioni quanto il motivo del recinto trovano ampio
riscontro in contesti alpini ed europei: ad
esempio nella presunta scena di accoppiamento del Gran Faetto in Valchisone (SEGLIE
et al. s.d.: 135-136), inclusa in un recinto e
accompagnata da un gruppo configurato di
coppelle, o in uno degli antropomorfi della
Roccia 29 di Naquane (Valcamonica) accanto
al quale compaiono coppelle disposte a «modulo 8» (FUSCO 1973: 59-61), o nell'orante
sessuato con coppelle di Store Dal Mellom I
(C/)stfold, Norge) (MARSTRANDER 1966: 62,
64) o ancora nel personaggio, collegato con
un canaletto ad angolo retto e associato con
coppelle, del Bech Renòn (Alto Canavese)
(GRUPPO ARCHEOLOGICO CANAVESANO
1978): quest'ultimo costituisce forse il parallelo più prossimo per l'orante di Navetta, non
solo da un punto di vista geografico ma anche compositivo, oltre che per una sorta di
legame (raffigurante forse una caratteristica
dell'abbigliamento?) che unisce in entrambi
le ginocchia ai gomiti (tutte e due al Bech
Renòn, uno solo a Navetta).
La testimonianza orale resa da diversi abitanti di Navetta consente di attribuire alla vaschetta subrettangolare e ai due incavi profondi ricavati entro coppelle un'origine legata
all'impiego del masso quale piano d'appoggio
per lavori vari, tra cui la manutenzione delle
falci fienaie, che avveniva appunto martellandone la lama su di un'apposita incudine portatile (vernacolarmente ròla), che per essere
utilizzata doveva venire conficcata in una roccia, in un tronco o in terra (SCHEUERMEIER
1943: 57-59); tali operazioni necessitavano di
acqua, ed ecco il perché della vaschetta. Analoghi riadattamenti di coppelle per l'infissione
di incudini sono documentati in Valleorco anche a Onsino (Sparone), pure in questo caso
con il conforto di un testimone oculare (anni
1900-1909). Dal momento che il masso di Navetta ha assunto questa funzione secondaria
nel 1938, va datata a partire da quell'anno la
fase qui denominata Navetta III, di cui l'orizzonte di piccoli incavi a punteruolo (tab. 1 e
fig. 4) è senz'altro una conseguenza, derivando dalla molteplicità delle occasioni in cui la
superficie incisa antica ha potuto venire colpi-
128
iiii
ta, non intenzionalmente, nel corso di qualche lavoro: questo fenomeno è purtroppo tuttora in atto.
Navetta III è inoltre documentata archeologicamente grazie alle collezioni superficiali
eseguite nell'aia di casa Madlena, di cui qui
interessano in particolare una cote frammentaria e la testa di un'incudine in ferro, del tipo
su menzionato (fig. 9). Navetta Il e IV costituiscono, come si è accennato, due orizzonti di
manomissione: il primo, in base allo stato di
cm
o"iiiiiiiiiiiiiiiiil!~5iiiiiiiiiiiiiiil!!~5iiiiiiiiii.' 5
Fig. 9 - Materiali archeologici correlati con la fase Navetta
III (NA1: 5-6).
Tab. 1
Masso inciso di Navetta OS 004: catalogo degli elementi incisi
N. Tipo
f8
Dimensioni
in mm *
Profondità
massima
in mm **
1 coppella
A: 40
8: 44
A: 13
8: 7
scalpellatura
e levigatura
-
-
-
-
-
Navetta I
2 coppella
A: 53
8: 56
A: 19
8: 16
scalpellatura
e levigatura
-
-
-
-
-
Navetta I
3 coppella
A: 46
8: 50
A: 18
8: 14
scalpellatura
e levigatura
-
40
-
-
-
Navetta I
4 coppella
A: 47
8: 50
A: 8
8: 8
scalpellatura
e levigatura
-
40
-
-
-
Navetta I
5 incavo indefinito
A: 25
8: 14
6
scalpellatura
-
-
-
-
-
Navetta III
6 coppella
A: 37
8: 30
A: 5
8: 5
scalpellatura
e levigatura
-
40
-
-
-
Navetta I
7 coppella
A: 55
8: 60
non rilevabile scalpellatura
e levigatura?
-
41
-
-
-
Navetta I
8 incavo indefinito
A: 34
8: 20
4
scalpellatura
-
-
-
-
-
Navetta III
9 incavo indefinito
A: 17
8: 24
5
scalpellatura
-
-
-
-
-
Navetta III
10 incavo indefinito
A: 16
8: 23
4
scalpellatura
-
-
-
-
-
Navetta III
11 incavo indefinito
A: 18
8: 13
4
scalpellatura
-
-
-
-
-
Navetta III
12 coppella
A: 50
8: 49
A: 6
8: 7
scalpellatura
e levigatura
-
40
-
-
35
Navetta I
13 incavo indefinito
A: 22
8: 27
5
scalpellatura
-
-
-
-
35
Navetta III
14 coppella
A: 73
8: 80
A: 14
B: 11
scalpellatura
e levigatura
-
-
-
-
35
Navetta I
15 coppella
A: 70
8: 71
A: 17
8: 18
scalpellatura
e levigatura
-
-
-
-
35
Navetta I
16 incavo indefinito
A: 50
8: 29
4
scalpellatura
-
-
-
-
35
Navetta III
Tecnica di
esecuzione
Si sovrappone a
È sotto- Si appogposto a
gia a
Unito
con
Incluso
in
Fase
w
o
N. Tipo
Dimensioni
in mm *
Profondità
massima
in mm **
17 coppella
A: 59
B: 59
A: 16
B: 14
sca Ipellatu ra
e levigatura
-
-
-
-
35
Navetta I
18 coppella
A: 104
B: 101
A: 11
B: 10
scalpellatura
e levigatura
-
40
-
-
35
Navetta I
19 coppella
A: 41
B: 53
A: 8
B: 6
scalpellatura
e levigatura
-
-
-
-
35
Navetta I
A: 36
B: 23
A: 4
B: 4
scalpellatura
-
-
-
-
35
Navetta III
21 coppella
A: 77
B: 82
A: 10
B: 11
scalpellatura
e levigatura
-
-
-
-
35
Navetta I
22 coppella
A: 57
B: 58
A: 11
B: 7
scalpellatura
e levigatura
-
-
-
-
35
Navetta I
23 coppella
A: 54
B: 56
A: 8
B: 9
scalpellatura
e levigatura
-
-
-
-
35
Navetta I
24 coppella
A: 60
B: 56
A: 10
B: 11
scalpellatura
e levigatura
-
-
-
-
35
Navetta I
25 coppella
A: 72
B: 65
A: 9
B: 7
scalpellatura
e levigatura
-
-
-
-
35
Navetta I
26 incavo indefinito
A: 20
B: 24
7
scalpellatura
-
-
-
-
35
Navetta III
27 coppella
A: 159
B: 163
A: 34
B: 38
scalpellatura
e levigatura
-
40
-
-
-
Navetta I
28 vaschetta subrettangolare
A: 205
B: 214
A: 21
B: 19
scalpellatura
35?
36
40
42
-
-
-
Navetta III
29 incavo indefinito
A: 20
B: 26
8
scalpellatura
-
-
-
-
-
Navetta III
30 coppella
A: 98
B: 99
non rilevabile scalpellatura
e levigatura?
-
38
-
-
-
Navetta I
31 coppella
A: 58
B: 38
scalpellatura
e levigatura
-
40
-
-
-
Navetta I
32 incavo indefinito
A: 15
scalpellatura
-
-
-
-
-
Navetta III
\
20 incavo indefinito
"-
(
B: 43
A: 7
B: 5
4
Tecnica di
esecuzione
Si sovrappone a
È sotto- Si appogposto a
gia a
Unito
con
Incluso
in
Fase
N. Tipo
Dimensioni
in mm *
Profondità
massima
in mm **
33 incavo indefinito
A: 12
B: 35
3
34 coppella
A: 42
B: 44
Si sovrappone a
È sottoposto a
Si appoqgia a
Unito
con
Incluso
in
Fase
scalpellatura
-
-
-
-
-
Navetta III
A: 8
B: 7
scalpellatura
e levigatura
-
-
-
-
-
Navetta I
segm. E
A: 27-;-47
B: 339
segm. E
7-;-10
a solco:
scalpellatura
e levigatu ra
-
28?
40
42
39
36
segm. N
A: 404
B: 20 -;-43
segm. N
5-;-7
segm. W
A: 28-;-49
B: 194
segm. W
6
A: 66
B: non
rilevabile
A: 15
B: non
rilevabile
scalpellatura
e levigatura
-
28
-
35
-
Navetta I
37 incavo indefinito
A: 23
B: 24
A: 8
B: 6
scalpellatura
-
-
-
-
-
.Navetta III
38 sede di incudine
A: 47
B: 51
A: 101
B: 100
scalpellatura
30
-
-
-
-
Navetta III
39 antropomorfo in attitudine di arante
A: 165
3-;-8
a solco:
scalpellatura
e levigatura
-
40
42
35
-
35
Navetta I
2-;-14
1-;-3
percussione diretta
3,4,6,12,
18,27,28,
31,35,39
-
--
-
35
Navetta IV
non rilevabili
A: 28
B: 31
scalpellatura
7
-
-
-
-
Navetta III
28, 35, 39
-
-
-
-
Navetta II-III
35 canaletto a recinto
36 coppella all'estremo di canaletto a recinto
40 martellina sparsa
41 sede di incudine non terminata?
42 rotture dei bordi del masso
* A: asse Est-Ovest; B: asse Sud-Nord (cfr. fig. 6).
** A: lungo l'asse Est-Ovest; B: lungo l'asse Sud-Nord (cfr. fig . 6).
include
12-;-26,
39, 40
Navetta I
)
B: 377
largh. solco:
13-;-49
~
Tecnica di
esecuzione
usura delle rotture, risulta piuttosto antico,
probabilmente più vicino nel tempo a Navetta
I che non a Navetta III; il secondo è un danneggiamento intenzionale recente, ad opera
di ignoti, databile tra il 22 e il 26 gennaio
1978.
La datazione della fase Navetta I è legata
a quella dell'orante. Nella sequenza camuna
questi compare in stratigrafie rupestri sùbito
dopo lo iato seguito all'Epipaleolitico e perdura per tutto il Neolitico medio-superiore (ANATI 1980/a: 83-97). Una notissima figura di
orante graffita su osso proviene da uno strato
neolitico medio iniziale (VBQ fase Finale-Quinzano) del Riparo Gaban (Trento) e analoghe
figure sono relativamente comuni in decorazioni incise e a stampo su coeve classi ceramiche dell'area danubiano-balcanica (BAGO(INI et al. 1973: 69-70). L'associazione dell'orànte con la cultura del Vaso a Bocca Quadrata, di cui sono stati evidenziati i legami
materiali e spirituali proprio con il mondo balcanice (culture Danilo e Hvar: BAGOLINI
1980: 128-129, 140-148, 179-184), difficilmente
può ritenersi casua le.
.: Proprio in quest'ottica il masso di Navetta
OS 004 assume un particolare rilievo, venendo a costituire non solo una testimonianza di
cultura religioso-figurativa di straordinario valore, ma anche un importante riscontro all'ipotetico frammento di VBQ e ai materiali ad esso associabili provenienti dagli strati neolitici
diBoira Fusca III (FEDELE 1981: 68-69,71-72).
Numerosi indizi ancora - si spera per poco :- impalpabili fanno presumere che la presenza di VBQ in Alto Canavese non si limiti
alla Boira Fusca.
Va inoltre segnalata la presenza - non propriamente sporadica - di un'industria su pietra levigata (4 asce in pietra verde in meno di
3 krn": 1 da Bric S. Maria, 2 dalla Boira Fusca
e 1 dal versante opposto alla grotta stessa);
benché per ora indatabile in quanto avulsa
dal contesto originario (FEDELE 1981: 72, 80,
96), essa non va considerata a priori non neolitica e non è escluso che vi si possa presto
riconoscere un più preciso significato.
In conclusione la Valleorco promette assai bene di poter uscire dall'ignoto e dal malnoto in cui per troppo tempo è stata relegata,
mostrando con evidenza che una tale situazione è conseguenza molto più della povertà del-
132
le ricerche che non dei contesti e dei materiali (cfr. FEDELE 1981: 136-138; ROSSI 1981:
40). Non a caso vengono qui documentate,
per la prima volta in Piemonte, incisioni rupestri coeve ad un attiguo giacimento archeologico preistorico.
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in séguito dimenticate; al più tardi nel Tardo Medioevo,
quando si sviluppa l'abitato visibile oggi, il masso è accantonato insieme con altri su di un affioramento roeciosoai margini del paese, subendo rotture nelle parti
periferiche della composizione (II); lì esso resta sino al
1938, quando al posto del coacervo è edificata una casa, e sfugge alla distruzione perché inadatto a essere
spaccato in blocchi regolari, venendo adibito a banco
da lavoro; sono allora incise 1 vaschetta e 2 sedi per
incudine e le attività lavorative producono sulla superficie neolitica piccoli incavi irregolari e poco profondi
(III); nel 1978, poco dopo il rinvenimento, il masso è
intenzionalmente danneggiato da ignoti (IV).
ZUSAMMENFASSUNG
Auf dem Hang nordlich vom Orco, zwischen Pont
und Salto, im Jahr 1982 waren 12 eingeritzte Felsen und
Felsblocke - deren 6 von historischer Zeit, 5 undatierbar und 1 vorgeschichtlich - bekannt. Dieser letzte, Navetta OS 004 genannt, wird hier analysiert (der Ortsname ist indoeuropàisch vorlateinisch und hinweiBt auf
die Ortsgestaltung). Die Gesamtangaben erlauben 4
Ereignisse oder Phasen zu bestimmen: Navetta I - Il - III
- IV. Die neolithischen Gruppen, die in welcher Moment
der Mittelphase der VBQ-Kultur den Hang besiedeln
und in der kleine Hohle Boira Fusca verkehren, einritzen (600 m vom dieser) auf einem Felsblock - wegen
seiner Form erwàhlt - eine Zusammenstellung von
wahrscheinlicher Grabbedeutung, 1 Adoranten, 1 Einfriedung und 22 Schalen umfassend (I); nachher werden die Felsbilder vergessen; spatestens im Spatmittelalter, als die noch Heute sichtbare Ortschaft sieh entwickelt, wird der Felsblock zusammen mit andere auf
einem FelsenaufschluB am Rand des dorfs zuriickqelegt, er erleidet Brechen in der Randteilen der Zusammenstellung (II); hier bleibt er bis 1938, als, statt des
Haufens, ein Haus gebaut wird, und er entgeht die Zer storunq, weil filr die Spaltung in regelmaBigen Blocken
ungeeignet; er wird als Arbeitstisch benutzt; also werden 1 kleines Wasserbecken und 2 Sitze fur DengelamboB eingeritzt und die Arbeitstatiqkeiten verursachen
auf der neolithischen Hache kleine unregelmaBige und
oberflàchiqe Vertiefungen (III); im Jahr 1978, kurz darauf des Fundes, wird der Felsblock von Unbekannten
absichtlich beschadiqt (IV).
RIASSUNTO
Sul versante a Nord dell'Orco, tra Pont e Salto, si
conoscevano nel 1982 12 rocce e massi incisi, di cui 6 di
età storica, 5 indatabili e 1 preistorico, qui analizzato:
Navetta OS 004 (il toponimo è indoeuropeo prelatino e
descrive la conformazione del luogo). L'insieme dei dati
permette di definire 4 eventi o fasi, denominate Navetta
I - Il - III - IV: in un momento della fase media della
cultura VBQ, i neolitici che stanno colonizzando il versante e frequentano la Boira Fusca incidono, a 600 m da
essa,su di un masso prescelto per la forma, una composizione di probabile significato funerario, comprendente 1 orante, 1 recinto e 22 coppelle (I); le incisioni vanno
RÉSUMÉ
En 1982 on connaissait sur le versant au Nord de
l'Orco, entre Pont et Salto, 12 roches et rochers gravés,
dont 6 d'age historique, 5 indatables et 1 préhistorique,
ci-analysé: Navetta OS 004 (le toponyme est indo-européen prélatin et décrit la conformation du Iieu). L'ensemble des données permet de définir 4 événements
ou phases, nammées Navetta I - Il - III - IV: à un certain
moment de la phase moyenne de la culture VBC, les
néolithiques qui sont en train de bonifier le versant et
qui fréquentent la petite grotte Borra Fousca, gravent, à
133
600 m de celle-ci, sur un rocher choisi pour sa forme,
une composition à la signification probablement funéraire, comprenant 1 orant, 1 enceinte et 22 cupules (I); ces
gravures sont ensuite oubliées; au Moyen Age tardif au
plus tard, lorsque se développe l'habitat existant rnèrne
aujourd'hui, le rocher est mis de còté avec d'autres sur
un affleurement rocheux hors des Iimites du village, en
subissant des cassures dans les parties périphériques
de la composition (II); il reste là jusqu'à 1938, lorsqu'une
134
maison est bàtle à l'endroit de l'amas;il échappe à la
destruction en raison de san impropriété à ètre coupé
en blocs réguliers, en étant utilisé camme banc de travail; 1 petit bassin et 2 logements d'enclume sont gravés à ce moment et les activités de travail produisent
de petits creux irréguliers et peu profonds dans la surface néolithique (III); en 1978,peu après la découverte, le
rocher est endommagé intentionnellement par des inconnus (IV).