Emocomponenti - Clinica Veterinaria My Vets
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Emocomponenti - Clinica Veterinaria My Vets
settimanale d’informazione professionale per il veterinario - 28 gennaio 2015 n. 902 Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Brescia - In caso di mancato recapito ritornare al mittente che si impegna a pagare la corrispondente tassa DCB - Brescia MEDICINA RIGENERATIVA Gli emocomponenti ad uso non trasfusionale PET THERAPY Il valore terapeutico degli animali OVINI Cause di ipovitaminosi A nella pecora LA PULCE E L’ELEFANTE Parassiti tropicali Contiene I.P. ISSN 1825-3253 LA SETTIMANA VETERINARIA Quando i cambiamenti oscurano i suoi giorni Viaggi Nuovo compagno Traslochi Nuovo bimbo Illumina la loro vita. Dal 2006, Zylkène® è un prezioso supporto per gli animali che devono adattarsi a nuovi ambienti o situazioni. Grazie al suo ingrediente naturale, l’alfa-casozepina, Zylkène® è la risposta per aiutare gli animali ad affrontare gli alti e bassi della vita. 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Focus su Aethina tumida, il piccolo coleottero degli alveari REDAZIONE (e-mail: [email protected]): MONICA VAJNA DE PAVA (coordinamento redazionale) (Tel. 02 60 85 23 29, e-mail: [email protected]) MARIA ROSA CAMA (coordinamento redazionale) (Tel. 02 60 85 23 41, e-mail: [email protected]) GABRIELLA CARCASSOLA (dossier) (Tel. 02 60 85 23 39, e-mail: [email protected]) URSULA ONGARO (dossier) (Tel. 02 60 85 23 35, e-mail: [email protected]) MONICA VIACAVA (agenda) (Tel. 02 60 85 23 34, e-mail: [email protected]) AGENDA 48 ANNUNCI Un caso di osteocondrodisplasia in uno Scottish fold Parassiti dai Tropici: triatomini e tripanosomi 34 Esotici Squilibri alimentari nel petauro dello zucchero GRAFICA E IMPAGINAZIONE: Roberta Covani DIRETTORE RESPONSABILE: Gabriele Lanzarotti 44 LEGENDA 30 Animali da compagnia 23 OVINI. L’ipovitaminosi A: un Via Medardo Rosso, 11 - 20159 Milano Tel. 02 608 52 31 r.a.; fax 02 668 28 66 IN VETRINA 32 La pulce e l’elefante FILIERE Point Vétérinaire Italie s.r.l. Edizioni Veterinarie e Agrozootecniche 41 RUBRICHE: Carlo Cantoni (IGIENE ALIMENTARE) Giorgia della Rocca (ALGOLOGIA) Fabrizio Fabbrini (L’ANGOLO DEL DERMATOLOGO) Paola Fossati (QUID JURIS?) Oscar Grazioli (SPIGOLATURE) Grunin (LA PULCE E L’ELEFANTE) Kiumars Khadivi-Dinboli (ESOTICI) Agostino Macrì (L’OSSERVATORIO) Ferruccio Marello (SPIGOLATURE) Emanuela Morello (BUONI PROPOSITI IN ONCOLOGIA) Luciano Olivieri (FISCO/ECONOMIA) Cristiano Papeschi (VETEXPRESS) Alessandro Schianchi (APPUNTI DI PSICOLOGIA) Luigi Settimi (ODONTOSTOMATOLOGIA) HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Raffaella Bestonso, Sergio Comoglio, Elena Ghelfi, Helen Giuliano, Stefano Merlo, Adolfo Maria Tambella, Timeo La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 PUBBLICITÀ (Tel. 02 60 85 23 20) e-mail: [email protected]: RICCARDO CINI (responsabile) ASSISTENTE PUBBLICITÀ (Tel. 02 60 85 23 20) e-mail: [email protected]: LUCIA MEDAS (annunci economici) ABBONAMENTI Donatella Sgaria - Tel. 02 60 85 23 32 e-mail: [email protected] ABBONAMENTI 2015 (43 NUMERI) Italia: Prezzo pieno € 75,00 (Studenti € 59,00) Abbonati di Summa, contattare l’ufficio abbonamenti Il pagamento può essere effettuato a mezzo c/c postale n. 21747209 intestato a LE POINT VÉTÉRINAIRE ITALIE SRL oppure on line sul sito www.pointvet.it Una copia € 1,00 + spese spedizione Arretrato € 2,00 + spese spedizione Estero Consultarci Articolo dedicato agli animali da compagnia ed esotici Articolo dedicato agli animali da reddito Articolo dedicato agli animali selvatici Articolo dedicato alla professione IVA assolta dall’editore ai sensi dell’art. 74, primo comma, lett. C) del D.P.R. n. 633/1972 e successive modificazioni e integrazioni. La ricevuta di pagamento del conto corrente postale è documento idoneo e sufficiente ad ogni effetto contabile, pertanto non si rilasciano fatture. REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI MILANO n. 541 del 27-11-1993 Iscr. Reg. Naz. della Stampa n. 4820 del 16/02/1995 STAMPA: AZIENDE GRAFICHE PRINTING S.R.L. Peschiera Borromeo (Mi) Questa rivista le è stata inviata tramite abbonamento. L’informativa sul trattamento dei dati personali è consultabile sul sito www.pointvet.it 3 © V&P Photo Studio - Fotolia DOSSIER EMOCOMPONENTI AD USO NON TRASFUSIONALE l Ministero della Salute, con il Decreto del 3 marzo 2005, definisce gli emocomponenti come i “costituenti terapeutici del sangue che possono essere preparati utilizzando mezzi fisici semplici volti ad ottenere la loro separazione”. La Legge n. 219 del 21 ottobre 2005, tra i “prodotti del sangue”, annovera gli emocomponenti e gli emoderivati. Gli emocomponenti vengono definiti come i «Prodotti ricavati dal frazionamento del sangue con mezzi fisici semplici o con aferesi» e gli emo- I 4 derivati come i «Farmaci plasmaderivati ovvero le specialità medicinali estratte dall’emocomponente plasma mediante processo di lavorazione industriale». Gli emocomponenti per uso non trasfusionale (topico) annoverano il gel piastrinico, la colla di fibrina e il lisato piastrinico. Gel piastrinico Il gel piastrinico (GP) è un emocomponente ad uso topico, di origine autologa o allogenica, ottenuto dall’aggregazione di un concentrato pia- strinico messo a contatto con calcio e fattori proaggreganti biologici (trombina) o farmacologici (Decreto del 3 marzo 2005). Fattori di crescita Nel corso del processo di formazione del coagulo, le piastrine liberano i fattori contenuti negli α-granuli. Dalla degranulazione degli α-granuli piastrinici si ottiene il rilascio di numerosi growth factors (GFs), tra cui: Platelet-derived growth factor αα/ββ/αβ (PDGF-αα/ββ/αβ), Transforming growth factor β1/2 (TGF-β1/2), Vascular endothelial growth factor (VEGF), Basic fibroblast growth factor (bFGF), Platelet-derived epidermal growth factor (PDEGF), Insulin-like growth factorI/II (IGF-I/II). • Il PDGF è un fattore di crescita termostabile, formato da due catene α e β che può dar luogo a tre tipi di PDGF (αα, ββ, αβ). Le cellule sensibili all’azione del PDGF possono esprimere il recettore α o β. Entrambi i recettori sono coinvolti nella trasduzione dello stimolo mitogenico, La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 DOSSIER Gli emocomponenti ad uso non trasfusionale, quali il gel piastrinico, la colla di fibrina e il lisato piastrinico, sono veri e propri ausili terapeutici biologici. Seguendo un approccio moderno di medicina rigenerativa, tali emocomponenti agiscono localmente, potenziando l’azione delle naturali risposte a una lesione e agevolando la riparazione e la rigenerazione, soprattutto in caso di lesioni croniche di difficile guarigione. mentre il recettore β media lo stimolo chemiotattico. Questo fattore di crescita è mitogenico per le cellule mesenchimali, come fibroblasti, osteoblasti e adipociti, e stimola la formazione del collagene di tipo I; inoltre, promuove indirettamente l’angiogenesi, attivando i macrofagi. • Il TGF-β partecipa a molti processi fisiologici: stimola la proliferazione e la differenziazione delle cellule staminali mesenchimali, promuove la sintesi del collagene di tipo I da parte degli osteoblasti, presenta attività angiogenica, inibisce la formazione degli osteoclasti e la proliferazione delle cellule epiteliali in presenza di altri fattori di crescita. • Il VEGF è un fattore di crescita che stimola la chemiotassi e la proliferazione delle cellule endoteliali promuovendo l’angiogenesi e suscita l’iperpermeabilità dei vasi sanguigni. È mitogenico, proapoptosico e promuove la chemiotassi e la differenziazione dei fibroblasti e delle cellule epiteliali, renali e gliali. • Il bFGF stimola e coordina la mitogenesi delle cellule staminali mesenchimali durante la crescita, nonché il mantenimento e la riparazione dei tessuti. Tale effetto è stato riportato per fibroblasti, osteoblasti, condrociti, cellule muscolari liscie e striate. L’angiogenesi viene anche aumentata mediante la stimolazione della mitosi e della migrazione delle cellule endoteliali. • Il PDEGF ha effetto mitogenico e chemiotattico su fibroblasti e cellule epiteliali. È stato descritto anche come induttore della migrazione cellulare e stimolatore della formazione del tessuto di granulazione. Fibroblasti, preosteoblasti e precondrociti esprimono un elevato numero di recettori per il PDEGF. • L’IGF-I stimola la formazione della matrice ossea promuovendo la proliferazione dei preosteoblasti e stimola gli osteoblasti alla sintesi di osteocalcina, fosfatasi alcalina e collagene di tipo I. Inoltre, stimola la proliferazione e la differenziazione delle cellule staminali mesenchimali in condrogenesi, adipogenesi e miogenesi; promuove la La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 differenziazione neuronale e induce un effetto chemiotattico sulle cellule endoteliali vasali. Produzione, indicazioni e modalità di impiego L’uso topico del GP, favorito dalle sue caratteristiche di plasticità e modellabilità alla sede di applicazione, favorisce e accelera la riparazione tessutale, sia cutanea sia ossea (vedere foto 1). Trova il suo maggior impiego nella chirurgia maxillofacciale, ortopedica e nella cura delle ulcere torpide cutanee (vedere foto 2). Il preparato può essere ottenuto da sangue intero da predeposito o da donazione allogenica per frazionamento, con o senza reinfusione delle emazie, o da piastrinoaferesi autologa o allogenica. Tutto il processo deve avvenire garantendo l’asepsi. Dopo la preparazione va utilizzato il più rapidamente possibile, oppure congelato secondo tempi e modalità analoghi a quelli del plasma fresco congelato (PFC) (Dm 03/3/2005). A tal proposito, il PFC viene ottenuto attraverso il congelamento del plasma, dopo separazione del sangue intero o mediante aferesi (plasmaferesi), che deve avvenire entro limiti di tempo e a temperature tali da preservare adeguatamente l’attività dei fattori labili della coagulazione. Il PFC deve essere congelato utilizzando un’apparecchiatura che lo completi entro un’ora, a temperatura inferiore a -30 °C. Se mantenuto costantemente a temperatura inferiore a -25 °C, il PFC può essere conservato fino a ventiquattro mesi, se a temperatura compresa tra -18 e -25 °C fino a tre mesi. Trascorsi questi periodi, il preparato è utilizzabile solo per la produzione di frazioni plasmatiche. Lo scongelamento del PFC deve avvenire a temperatura compresa tra 30 e 37 °C in bagno con agitazione o con altra strumentazione idonea, tale da consentire il controllo della temperatura; dopo lo scongelamento deve essere usato il più presto possibile e, comunque, non oltre ventiquattro ore se conservato e non può essere ricongelato (Dm 03/3/2005). Tuttavia, per quanto riguarda il caso specifico del 5 DOSSIER 6 b a c Foto 1. Piaga da leccamento nella regione metacarpo-falangea in un cane: condizione iniziale (a), applicazione di gel piastrinico (b, c), condizione a 21 giorni. dicina umana è stato dimostrato che il gel piastrinico può essere applicato in moltissimi campi e i risultati più interessanti si sono avuti in: chirurgia oro-maxillo-facciale, riparazione di cartilagine e tendini, chirurgia ortopedica e di ricostruzione dell’osso (ritardi di consolidazione, pseudoartrosi, osteonecrosi ischemiche, osteolisi, patologie teno-muscolari, ecc.), ulcere cutanee (da decubito e/o diabetiche), chirurgia plastico-ricostruttiva ed estetica, oftalmologia (ulcere corneali). Nonostante il crescente interesse anche in Medicina veterinaria, al momento attuale la letteratura risulta ancora piuttosto limitata, soprattutto per quanto concerne gli studi clinici randomizzati. Il plasma ricco di piastrine, una volta attivato, può essere utilizzato in forma liquida per infiltrazione o iniezione nella sede di lesione (ad © A.M. Tambella GP, così come per gli altri emocomponenti, nonostante la legislazione consenta la conservazione con modalità analoghe al PFC, rimane ancora da accertare, mediante studi in vitro e in vivo, se tale emocomponente mantenga inalterate dopo la conservazione le caratteristiche di efficacia che contraddistinguono il prodotto fresco. Il GP è sostanzialmente un concentrato di piastrine che viene posizionato in situ sul focolaio di lesione. In seguito ad attivazione del plasma ricco di piastrine (PRP) e degranulazione piastrinica, in modo simile a quanto avviene fisiologicamente, vengono rilasciati fattori di crescita (GFs), chemochine e altri metaboliti bioattivi. Questi, in seguito all’azione anabolica e chemiotattica, possono contribuire a una più rapida riparazione dei tessuti. Negli ultimi anni, sono stati proposti protocolli di preparazione e agenti attivanti differenti tra loro. Tra gli agenti attivanti è possibile includere la trombina bovina, il peptide agonista del recettore della trombina, l’agente gelificante ITA (Natrex Technologies Inc.), la batroxobina (enzima coagulante isolato dal veleno del serpente Bothrops atrox, appartenente alla famiglia Viperidae), l’acido ascorbico e la trombina autologa. Sulla base del tipo di preparazione, possiamo ottenere un gel piastrinico con presenza di leucociti, ottenuto dall’attivazione del Leukocyte- and platelet-rich plasma (L-PRP), e un gel piastrinico senza leucociti, ottenuto dall’attivazione del Pure platelet-rich plasma (P-PRP). Il contenuto di leucociti nelle preparazioni piastriniche è un aspetto ampiamente discusso. Alcuni autori raccomandano di evitare l’esposizione tessutale ai leucociti, poiché potrebbero promuovere una reazione infiammatoria potenzialmente in grado di influenzarne la guarigione. Altri autori hanno invece riportato effetti benefici dell’incremento della resistenza antibatterica e immunologica, così come dell’incremento dei fattori di crescita liberati. Il PRP attivato, quando viene applicato in combinazione con le cellule staminali stromali mesenchimali (MSCs), può rivestire la doppia funzione di contributo diretto alla riparazione tessutale e di scaffold biologico, che risulta fondamentale per il mantenimento cellulare nel sito di lesione. Recentemente, nel campo della Me- d esempio, derma, articolazioni, tendini) (vedere foto 3) oppure in forma coagulata, andando a costituire il gel piastrinico propriamente detto, che può essere applicato sulle superfici cutanee o mucose o su tessuti interni durante interventi di chirurgia open (vedere foto 4). In particolare, nel cavallo, può essere vantaggiosamente applicato per infiltrazione articolare o di foci di lesione tendinee, soprattutto nelle frequenti lesioni dei tendini flessori delle falangi nei cavalli atleti (vedere foto 5), ove tale trattamento biologico ha esitato in un minor tempo di riabilitazione e un più alto numero di cavalli ritornati all’attività agonistica. Studi clinici randomizzati, eseguiti in Medicina sia umana sia veterinaria, hanno dimostrato una reale efficacia dell’applicazione topica del gel piastrinico nel processo di guarigione delle soluzioni di continuo cutanee rispetto alle tecniche terapeutiche tradizionali. Quando il gel piastrinico è associato a tecniche di chirurgia plastico-ricostruttiva, si aumenta la perfusione dei trapianti peduncolati e degli innesti liberi e ne viene facilitato l’attecchimento e la sopravvivenza, sia nell’uomo sia nel cane. Nel difficile campo della guarigione delle ferite, inoltre, è stata proposta una possibile associazione topica con il miele in modo da sfruttarne il potenziale effetto sinergico. Il trattamento con PRP delle ferite localizzate nelle parti distali degli arti nei cavalli ha esitato in risultati controversi. Alcuni autori hanno infatti riscontrato un’eccessiva formazione di tessuto di granulazione e un ritardo di guarigione. Sebbene studi in vivo eseguiti recentemente abbiano rilevato una notevole efficacia terapeutica, altri autori La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 Foto 2. Trattamento con gel piastrinico di un’ulcera da decubito nella regione della spalla in un cane. smi secondo la logica che paragona il PRP ai terreni di coltura contenenti sangue e derivati. Attualmente, al contrario, si suggerisce che possa avere un certo effetto inibente la crescita dei microrganismi, anche se non esistono risultati che esprimano in modo definitivo tale effetto che, per ora, risulta ancora da accertare scientificamente. La complessità nello stabilire parametri funzionali e non-funzionali per definire le proprietà qualitative dei concentrati piastrinici per uso non-trasfusionale è legata ad alcuni aspetti che potrebbero influenzare il risultato terapeutico, tra cui la variabilità e la biodisponibilità di biomolecole contenute nelle piastrine e la variabilità nella preparazione del prodotto. Quindi, nonostante sia molto difficile capire quali siano i parametri ideali da valutare in modo fattibile nella pratica, la concentrazione piastrinica (1x109 ml-1) sembrerebbe un ”ragionevole compromesso” di riferimento per stabilire la qualità del prodotto. Uniformare i concentrati piastrinici non trasfusionali, almeno in base al numero di piastrine contenute, significa eliminare una variabile importante connessa all’efficacia clinica del prodotto: questo consentirà di valutare e confrontare tra loro i risultati di studi clinici che verranno pubblicati in un prossimo futuro. © A.M. Tambella La colla di fibrina Foto 3. Pseudoartrosi del femore: infiltrazione con PRP attivato in un cane. 8 La colla di fibrina (CF) è un emocomponente per uso topico, di origine autologa o allogenica. Il suo uso topico facilita l’adesione tessutale, favorisce l’emostasi e coadiuva le suture chirurgiche nel processo di cicatrizzazione (Dm 03/3/2005). La CF è utilizzata con successo in differenti condizioni chirurgiche. Può essere utilmente impiegata in sostituzione o a complemento delle suture chirurgiche e per la loro impermeabilizzazione (ad esempio, suture e anastomosi esofagee, intestinali, duodenali, ileali, coliche, biliodigestive, tracheali, vascolari), nella riparazione delle lesioni degli organi parenchimatosi (ad esempio, milza, fegato, pancreas, rene, polmone) e, più in generale, in tutti i casi in cui può essere sfruttata la sua azione adesiva ed emostatica (ad esempio, letto biliare, resezioni epatiche, difetti ossei). Trova quindi il maggior impiego nella chirurgia cardiovascolare, toracica ed epatica, ma anche in neurochirurgia, odontostomatologia e in chirurgia plastico-ricostruttiva. Le proprietà adesive della CF derivano dalla formazione di fisiologici legami covalenti fra fibrina, fibronectina e collagene tessutale. Con l’aggiunta di alcuni materiali, quali biovetro, sostituto d’osso o, meglio, di materiale bio-autologo, quale autotrapianti o frazioni d’osso del paziente e similari, la CF autologa può essere di notevole ausilio nella ricostituzione d’osso nel caso di importanti deficit e di necessità di grandi riempimenti (vedere foto 6). Il mescolamento del sostituto osseo col collante biologico consente di posizionare agevolmente il materiale o il biomateriale, che rimane in situ più © A.M. Tambella hanno osservato risultati apparentemente conflittuali con i precedenti. In questi ultimi studi non è scaturito beneficio dall’applicazione del GP in lesioni tendinee, difetti ossei, lesioni cutanee e palatali nel cane, in lesioni enteriche suine e in ferite equine. Tuttavia è da considerare che questi ultimi studi condotti su animali, come altri eseguiti sull’uomo, hanno valutato l’effetto del GP in lesioni acute e indotte sperimentalmente. Può essere ipotizzato che il GP possa essere più efficace nei tessuti biologicamente compromessi o nei tessuti oggetto di lesioni croniche spontanee, dove una risorsa fresca di molecole bioattive potrebbe essere necessaria per indurre e sostenere una risposta riparativa dai tessuti adiacenti, in modo da ottenere la guarigione. Infatti, uno squilibrio di GFs e citochine è stato identificato nelle lesioni croniche e questo può spiegare lo stimolo alla guarigione che viene ottenuto in tali tipi di lesione. Le lesioni croniche avrebbero un maggior deficit di GFs e citochine e, quindi, beneficerebbero dell’applicazione di GP. Studi molto recenti, tuttavia, hanno mostrato una notevole efficacia anche nelle lesioni acute sperimentali. Alcuni autori del passato avrebbero empiricamente suggerito che il PRP possa promuovere le infezioni fungendo da substrato per microrgani- © A.M. Tambella DOSSIER Foto 4. Pseudoartrosi del femore: osteosintesi e applicazione di gel piastrinico in un cane. La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 Il lisato piastrinico Il lisato piastrinico (LP) è un estratto proteico derivante dal frazionamento del concentrato di piastrine con mezzi fisici o chimici, secondo diverse metodiche. In seguito a lisi, le piastrine rilasciano fattori chemiotattici e fattori di crescita. Il lisato piastrinico viene usato principalmente come supplemento della crescita cellulare in vitro. Può essere utilizzato in alternativa al siero fetale bovino (FBS) per l’espansione e la differenziazione delle cellule staminali stromali mesenchimali multipotenti (MSCs), evitando così il rischio di potenziali contaminazioni da agenti patogeni derivanti dal bovino. Indipendentemente dalle addizionali proprietà di aderenza ed emostasi tipiche del PRP, i fattori piastrinici solubili presenti nel LP possono influenzare la formazione e lo sviluppo dei tessuti grazie alla promozione della migrazione e della replicazione cellulare. Più raramente, il LP viene utilizzato clinicamente come agente terapeutico ad uso topico. Take home message • La Medicina umana e, attualmente, anche la Medicina veterinaria hanno a disposizione una serie di ausili terapeutici biologici evoluti, 10 gli emocomponenti, che possono perfettamente integrarsi con le terapie convenzionali fisiche, farmacologiche e chirurgiche, potenziandone gli effetti e andando, in parte, a modificare l’approccio alla singola lesione, rendendolo più moderno e potenzialmente più efficace. Con gli emocomponenti ad uso topico non trasfusionale, in particolare, si potenzia l’azione delle naturali risposte fisiologiche che si hanno in seguito a uno stato di malattia o alla singola lesione locale. • Tale approccio terapeutico innovativo è in continua evoluzione e, quindi, necessita di un aggiornamento costante; in particolare, negli ultimi due anni, il numero di lavori scientifici sull’argomento ha subito un evidente incremento, segno di vivo interesse della comunità scientifica internazionale. • L’analisi della bibliografia e le esperienze personali confermano la concretezza delle potenzialità terapeutiche degli emocomponenti in medicina rigenerativa/ricostruttiva; in particolare, in Medicina veterinaria, il ventaglio dei possibili impieghi è vastissimo, spaziando dalle lesioni cutanee a quelle ortopediche, dalle lesioni oftalmologiche a quelle odontostomatologiche, e così via; infine, degna di considerazione è la versatilità di impiego nelle varie specie animali, sia nei piccoli sia nei grandi animali per le specifiche ca- Foto 5. Infiltrazione ecoguidata con PRP attivato di una lesione del tendine flessore superficiale delle falangi in un cavallo. ratterizzanti patologiche. • Lo spettro di indicazioni, che è stato in parte identificato, al momento attuale si orienta verso patologie croniche difficili da trattare e spesso impossibili da guarire, per le quali spesso con gli approcci terapeutici tradizionali si opta per trattamenti sintomatici, con l’obiettivo più roseo di stabilizzare la situazione clinica ed evitarne un peggioramento. • L’individuazione della reale indicazione al trattamento con emocomponenti deve essere cautamente eseguita, analizzando caso per caso, valutando ad esempio la condizione clinica attuale, l’andamento della patologia nel tempo, i trattamenti già eseguiti, il risultato conseguito, per poi utilizzarli in modo responsabile, scegliendo il mezzo più opportuno (tipo di emocomponente, metodica di produzione, tipo e frequenza di applicazione), evitando nel contempo di creare possibili false illusioni sul risultato finale. • Nel campo della terapia topica con emocomponenti non trasfusionali, la ricerca scientifica ha ancora molti elementi da indagare e molti aspetti da precisare. Innanzitutto, è necessario standardizzare la tecnica di produzione o adattarla alle reali possibilità ed esigenze cliniche; è inoltre necessario validare la qualità del prodotto finale da applicare mediante sistemi riproducibili. • In tale ottica, è fondamentale incrementare l’esecuzione di studi preclinici in vitro e in vivo per capirne il reale meccanismo d’azione, le possibilità di conservazione, le possibilità di impiego omologo ed eterologo e identificare nuove indicazioni, eventuali rischi e limitazioni. • Infine, non ci si può esimere dall’esecuzione di studi clinici di fase 1 con lo scopo di valutare la sicurezza e la tollerabilità degli emocomponenti non trasfusionali e studi clinici randomizzati di fase 2 e 3 per valutare la reale efficacia e le indicazioni all’utilizzo di questi interessanti presidi terapeutici. ▲ Adolfo Maria Tambella*, Helen Giuliano** © A.M. Tambella agevolmente, creare un supporto stabile che facilita l’utilizzo di biomembrane e riempire agevolmente e stabilmente anche grosse cavità. Inoltre, la CF può fungere da ottimo scaffold per l’applicazione topica di cellule staminali nella rigenerazione e riparazione delle lesioni tessutali. Le tecniche di produzione più diffuse prevedono l’utilizzo di una metodica chimica (estrazione etanolica) o di diverse metodiche fisiche, ad esempio la crioprecipitazione, oppure la preparazione per centrifugazione e la separazione fisica mediante una speciale membrana idonea a concentrare il fibrinogeno. La fibrina deriva dalla trasformazione del fibrinogeno, glicoproteina con un peso molecolare di 340.000 D, mediante l’azione della trombina. Il preparato viene ottenuto dal plasma di origine autologa o allogenica, con una procedura che garantisce l’asepsi. Dopo la preparazione, deve essere utilizzato il più rapidamente possibile oppure congelato, secondo tempi e modalità analoghi a quelli del plasma fresco congelato (PFC) (Dm 03/3/2005). © A.M. Tambella DOSSIER Foto 6. Riempimento con colla di fibrina di una lesione cavitaria nella regione vestibolare post maxillectomia in un cane. * Scuola di Bioscienze e Medicina veterinaria, Ospedale veterinario didattico, Clinica chirurgica, Università di Camerino. ** Libero professionista, Clinica veterinaria My Vets, Melegnano (Mi). La bibliografia è disponibile presso la redazione. La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 ATTUALITÀ Pet therapy © Monkey Business - Fotolia IL VALORE TERAPEUTICO degli animali a pet therapy e le sue numerose valenze sono state l’argomento del convegno “Il valore terapeutico degli animali”, svoltosi a Moncalieri presso le Officine teatrali Limone e organizzato da Asl To5*. Riunendo figure professionali diverse nel campo della medicina, dell’ingegneria e del sociale, si sono raggiunti gli obiettivi preposti: informare sulle potenzialità degli interventi assistiti con gli animali come integrazione alle terapie tradizionali, fornire agli operatori sanitari elementi utili per gestire tali attività e favorire l’interazione tra le diverse professionalità. Paolo Guiso, medico veterinario Asl To 5, organizzatore del corso, ha sottolineato come il connubio e il confronto tra i vari operatori della sanità risultino una risorsa importante per poter diffondere e promuovere queste terapie comple- L 12 mentari, che vedono un loro utilizzo non solo in campo sanitario, ma anche assistenziale e sociale. L’impiego degli animali nelle carceri ne è un esempio. Autismo ed equitazione terapeutica Il prof. Massimo Frascarelli (neuropsichiatra dell’Università La Sapienza di Roma) ha aperto i lavori presentando uno studio, effettuato in collaborazione con la Fise (Federazione italiana sport equestri) su esperienze di equitazione terapeutica in bambini affetti da autismo e rimarcando la necessità di un maggiore rigore scientifico applicato a pubblicazioni riguardanti tale disciplina. Secondo il recente Dsm 5 (Diagnostic and statistical manual for mental disorders), l’inquadramento diagnostico dell’autismo viene modificato e classificato in modo diverso ri- Una panoramica sui principali lavori scientifici e progetti italiani relativi alle terapie e attività svolte con l’ausilio di animali nei confronti di minori ammalati o in situazioni di disagio. spetto alle precedenti edizioni. La malattia viene diagnosticata come “sindrome dello spettro autistico” e l’approccio diagnostico deve soddisfare criteri legati alla comunicazione (deficit persistenti della comunicazione e dell’interazione sociale), ai comportamenti e/o agli interessi ripetitivi e ristretti e a condizioni di ipereattività e/o iporeattività sensoriali. Il lavoro presentato si riferisce a basi precedenti e parte dal presupposto che l’autismo vada a colpire la coe- renza centrale e le funzioni esecutive che aiutano lo sviluppo del pensiero. Una situazione di equilibrio instabile è equiparabile alla guida della motocicletta, che richiede acquisizioni e potenziamenti maggiori rispetto all’automobile: il progetto coinvolgente il cavallo richiedeva anch’esso un comportamento adattativo e una flessibilità motoria che permettessero al bambino di affrontare una condizione inusuale e poco stabile. La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 © R. Bestonso ATTUALITÀ Paolo Guiso, medico veterinario Asl To 5, organizzatore del corso, e Clemente Grosso, vicepresidente Enci. Ventotto bambini dai 6 ai 12 anni con diagnosi di autismo sono stati seguiti per 6 mesi con 20-25 sedute settimanali in sella e 2-4 sedute a terra. Il lavoro impostato sul cavallo comprendeva la pulizia, la bardatura, l’insellaggio, la conduzione a mano, l’attività a cavallo e il dissellaggio. Il lavoro sul corpo agiva sulla postura e sulle sue variazioni, sull’equilibrio, sulla coordinazione, sull’orientamento in maneggio, sull’apprendimento di acquisizioni tecniche, sull’autonomia (personale, strumentale e sociale) e sulla relazione (comunicazione, gioco, gestione, aggressività e timore). I risultati, valutati sulla base di test predefiniti, hanno rilevato un miglioramento della pianificazione e dell’esecuzione del problem solving, mentre l’abilità in sella ha favorito il miglioramento dell’autonomia sociale. le e al bisogno esperienziale del paziente. Le principali attività del Centro di referenza nazionale per gli interventi assistiti con gli animali riguardano, in via prioritaria, la promozione della ricerca per la standardizzazione di protocolli operativi per il controllo sanitario e comportamentale degli animali impiegati, il potenziamento delle collaborazioni tra Medicina umana e veterinaria, l’incremento delle conoscenze sull’applicabilità delle metodiche in diverse tipologie di pazienti, l’organizzazione di corsi formativi e la raccolta di dati da diffondere nella comunità scientifica internazionale. La necessità di tutelare chi si appre- sta, come paziente, a impiegare gli Iaa, di dare risposte agli operatori coinvolti nelle numerose iniziative con gli animali e di dimostrare al Ministero della Salute di essere partner credibili e autorevoli hanno portato a cercare di definire linee guida nazionali. Queste prevedono la prescrizione, da parte del medico di famiglia, delle Terapie assistite con gli animali (Taa), l’educazione di persone in difficoltà al fine di poterle inserire in un contesto sociale (carcerati, tossicodipendenti), la riabilitazione in età evolutiva, le aree di cura (psichiatria, psicologia, neurologia, disabilità, neuromotricità). Il relatore ha quindi citato l’esperienza della tedesca Michaela Scheidhacker, che ha potuto seguire un progetto di ippoterapia appoggiato e sostenuto dal governo tedesco. Aaa e Terapie nei disturbi del comportamento alimentare La pet therapy viene utilizzata anche in caso di disturbi del comportamento alimentare (Dca), considerati tra le patologie più gravi nel campo della psichiatria. Essi sono caratterizzati da alcune componenti psicopatologiche comuni, comprendenti alterazioni affettive, cognitive e comportamentali strettamente legate all’ingestione di cibo e all’immagine corporea. I dati epidemiologici internazionali indicano un rapporto femmine-maschi di 9 a 1 e un aumento della patologia bulimica su quella anoressica. L’anoressia nervosa è una patologia in espansione nell’età adolescenziale; attualmente, la sua insorgenza interessa anche giovani di 8-10 anni e vede la sua presenza in tutti i periodi della storia, anche se nei secoli ha subito modifiche. Nel 1689 furono descritti due casi di pazienti che rifiutavano di alimentarsi, nel 1873 fu coniato il termine “anoressia” e negli ultimi tempi questo disturbo è diventato una malattia professionale che colpisce modelle, danzatrici classiche e sportivi a livello agonistico. La bulimia nervosa colpisce ragazze tra i 16 e i 25 anni. Come si può vedere, entrambe le malattie interessano la fascia giovanile, mentre il Binge eating disorder (Disturbo da alimentazione incontrollata) interessa persone adulte. Ragazze anoressiche possono successivamente passare alla bulimia nervosa; il “core” è lo stesso: paura di prendere peso. L’eziologia è multifattoriale: una banale dieta su un terreno psichico favorevole, una maggiore vulnerabilità associata a rinforzi positivi (“come stai bene così magra!”) e/o fattori familiari. Tra i fattori predisponenti si contano l’età adolescenziale, i tratti della personalità (perfezionismo, pensiero dicotomico), il sovrappeso, l’idealizzazione della magrezza. I fattori di mantenimento si individuano nella situazione familiare, nei sintomi ansiosi, nella bassa autostima e nel senso di impotenza. Lino Cavedon (psicoterapeuta del Centro di referenza nazionale interventi assistiti con gli animali dell’Izs Venezie) ha analizzato i vari presupposti che possono portare a un guadagno di cura per il Sistema sanitario attraverso la pet therapy. I progetti che coinvolgono gli interventi assistiti con gli animali (Iaa) prendono in considerazioni patologie dell’età evolutiva, adulta e anziana. Essi prevedono uno studio sulla tipologia dell’animale da proporre al paziente in base alle caratteristiche etologiche dell’anima- © R. Bestonso La pet therapy, un guadagno per il Sistema sanitario nazionale Un folto pubblico ha assistito al convegno presso le Officine teatrali Limone a Moncalieri (Torino). La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 13 © R. Bestonso ATTUALITÀ Il prof. Massimo Frascarelli, neuropsichiatra dell’Università La Sapienza di Roma, ha aperto i lavori presentando uno studio, effettuato in collaborazione con la Federazione italiana sport equestri, su esperienze di equitazione terapeutica in bambini affetti da autismo. Come ha spiegato Rosanna Saragò (medico, s.c. psichiatria Asl Cn1 – Cuneo), la terapia può prevedere anche un trattamento integrato con le Attività assistite con gli animali (Aaa) e le Terapie assistite dagli animali (Taa). Presso l’Asl Cn1 di Cuneo si è realizzato un progetto, della durata di due anni e mezzo, che ha coinvolto 5 giovani donne con Dca e un’infermiera in un setting esterno (azienda agrituristica) rispetto al centro istituzionale per i disturbi alimentari. Gli obiettivi di questa esperienza erano: favorire la socializzazione, smorzare la tensione al momento del pasto, sbloccare le emozioni “congelate” dalla patologia, svolgere semplici attività manuali in un contesto naturalistico dove la presenza degli animali aiutava a superare i blocchi alimentari. La valutazione dell’esito dell’esperienza ha individuato un effetto positivo sulla vita quotidiana, sulla salute, sugli stati d’animo e sulle attività svolte. Schizofrenia cronica e attività equestri riabilitative La schizofrenia cronica è un disturbo psichiatrico che richiede un impegno elevato con tempi di intervento critici. Negli ultimi anni, si è vista una riduzione dell’età di insorgenza legata all’abuso di sostanze (ad es. anfetaminosimili) in soggetti predisposti. Dopo l’introduzione delle Leggi n. 180 (“Legge Basaglia”) e n. 833, si è passati da una visione puramente psicologica della malattia mentale a un approccio biologico, con il tentativo di correlare i danni neuroanatomici a quadri clinici, disturbi e patologie. Il decorso clinico e fisiopatologico della schizofrenia, come ha esposto Stefano Seripa (psichiatra psicoterapeuta, Asl Roma F), comprende diversi stadi evolutivi (nel corso degli anni di vita) che vanno da uno stato premorboso, con disturbi psichici minimi e lievi compromissioni motorie, sociali e co- 14 gnitive, fino allo stato residuo, con sintomatologia importante di tipo positivo (allucinazioni, deliri), negativo (appiattimento affettivo, apatia) e cognitivo. Evidenze cliniche e studi neurofisiologici e sul neurosviluppo hanno evidenziato la presenza di alterazioni strutturali e funzionali della schizofrenia e, soprattutto, l’esistenza di periodi, anche in età adulta (18-22 anni), in cui il cervello mostra la possibilità di un’ulteriore crescita. Tale condizione rappresenta una base per poter definire percorsi mirati nei confronti di disfunzionalità evidenziate nel disturbo psichico. I fattori di rischio precoce sono legati a stili di attaccamento e stress che agiscono su condizioni di vulnerabilità specifica con inadeguata formazione delle strutture psichiche. Su questo livello potrebbe agire la prevenzione primaria di tipo riabilitativo. Le attività equestri e di riabilitazione psichiatrica agiscono su pazienti di entrambi i sessi, sono prive di effetto “Stigma” (discriminazione in ambito sociale legata alla malattia mentale), uniscono valenze legate alle attività sportive, di gruppo e di pet therapy, si svolgono in contesti esterni alle normali sedi di riabilitazione psichiatrica (più fruibili per quanto riguarda eventuali successive attività di formazione lavorativa) e permettono un miglior inserimento in contesti di interazione sociale. Purtroppo, ha sottolineato il relatore, mancano pubblicazioni e, soprattutto, fondi per favorire e incrementare tali terapie complementari. Esse permettono attività diversificate, con interventi sulla sfera metacognitiva (conoscenza che un soggetto ha del proprio funzionamento cognitivo e di quello altrui), area in cui si osservano i maggiori deficit in questi soggetti. I processi metacognitivi comprendono fasi diverse quali la pianificazione (ad es. elaborare strategie per risolvere un problema), la previsione (ad es. stimare il risultato di un’attività cognitiva specifica), le procedure (ad es. testare e rivedere le strategie), il controllo dei risultati ottenuti (ad es. valutare il risultato di un’azione in funzione dell’obiettivo previsto), il transfert e la generalizzazione di una soluzione di un problema ad altri problemi o contesti. I lavori con il cavallo risultano più efficaci e danno risultati più a lungo termine; hanno una valenza simbolica ed emotiva maggiore poiché si basano su un rapporto relazionale e affettivo che porta a una maggiore acquisizione della conoscenza e all’interpretazione del comportamento dell’animale (approccio metacognitivo). A questo proposito, il relatore ha citato il progetto “Marco Cavallo”, nato nel 1973 quando i pazienti dell’Ospedale psichiatrico di San Giovanni a Trieste uscirono fuori dalle mura dell’ospedale sfondando barriere virtuali e reali al seguito di un grande cavallo azzurro. Il cavallo di cartapesta, voluto da Franco Basaglia, allora direttore della struttura, rappresentava un mezzo per aiutare il “dentro” a riappropriarsi del “fuori”. ▲ Raffaella Bestonso *Moncalieri (To), 21/11/2014. La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 ATTUALITÀ La deplumazione tra patologie dermatologiche e psicogene Nel pappagallo un piumaggio danneggiato può essere spia di patologie dermatologiche o di problemi relazionali e psicologici. Se ne è parlato a Cremona*. I l danneggiamento del piumaggio (FDB - feather distress beavior) è un sintomo comune a molte patologie organiche e psicogene che colpiscono i pappagalli allevati come pet. Il veterinario esoticista viene spesso consultato da proprietari preoccupati per cercare di curare questo sintomo, ma la dermatologia aviare può disorientare anche il clinico già esperto in quanto le cause di prurito, alterazione della cute e del piumaggio (e i relativi protocolli diagnostico-terapeutici) nei pappagalli sono spesso complicate sia dalla patologia organica che dalla psiche di questi animali. Il problema dell’autodeplumazione è stato approfondito in un corso promosso dalla Sivae*: autorevoli colleghi con esperienza in materia hanno esaminato il problema dal punto di vista clinico e organico (Alessandro Melillo, Clinca Omniavet - Roma; Lorenzo Crosta, Clinica Montevecchia - Lc) nonché comportamentale e gestionale (Marzia Possenti, Clinica Arca, Cassano d’Adda - Mi e Sara Mainardi, naturalista, consulente della relazione uomo-animale, Ve). cutanee è utile analizzare la cute e il calamo delle piume e delle penne ottenuto mediante spremitura, effettuando uno striscio e colorazione con reagenti per citologia. • È utile un esame microbiologico da cute con lesioni o da piume prelevate in sterilità per ricercare la presenza di batteri o virus che possono colpire in modo elettivo la cute dei pappagalli. • Infine, un utile strumento diagnostico per il clinico aviare è l’istopatologia: con una piccola biopsia cutanea opportunamente preparata (cute fissata con nastro adesivo, taglio all’interno del nastro adesivo comprendente un follicolo, sutura della cute, fissazione in formalina del lembo cutaneo disteso col nastro adesivo) si possono ottenere informazioni preziose sullo stato di infiammazione, infiltrazione batterica, presenza di particelle virali, presenza di parassiti, mancanza o atrofia di strati cutanei. Patologie infettive coinvolte nell’autodeplumazione Beak and feather disease Riconoscere un problema di piumaggio Le patologie organiche da indagare durante l’iter diagnostico sono numerose e non sempre facilmente diagnosticabili, ma alcuni segni di malessere devono essere notati e interpretati già alla prima visita e nella fase di raccolta anamnestica (vedere riquadro 1). Ovviamente, per poter valutare correttamente quanto emerso in sede anamnestica devono essere noti la normalità e lo stato di buona salute di ogni singola specie di pappagallo, comprese le eventuali mutazioni di colore create con la selezione. Durante la visita clinica alcuni semplici esami possono dare indizi preziosi al clinico: • in caso di deplumazione o lesioni 16 La principale malattia infettiva virale coinvolta in casi di deplumazione è la BFD (Beak and feather disease), sostenuta da un Circovirus, enzootica nei luoghi di origine (Australia), ben tollerata dalle popolazioni wild ma problematica e mortale per i pet, so- prattutto se appartenenti a specie sensibili originarie da altri continenti come, ad esempio, cinerini e parrocchetti africani. Gli organi target del Circovirus sono i tessuti in rapida replicazione, tessuti linfoidi, cute e follicoli, midollo osseo, ingluvie. Come si può intuire, i soggetti giovani sono più esposti e sensibili a questo virus, che ne determina più facilmente la morte per il coinvolgimento di organi importanti per la difesa dell’organismo (midollo osseo, organi linfatici). Nei soggetti adulti la malattia può passare inosservata o presentarsi inizialmente in forma anomala, come ad esempio una strana discromia delle piume che può mimare una mutazione genetica del piumaggio. La forma conclamata causa deformità dei calami delle piume e penne che si piegano, si spezzano, presentano emorragia della polpa, distruzione dei follicoli, deformazione e necrosi del tessuto corneo di becco e unghie oltre ad anemia, leucopenia, polmonite, diarrea e aspergillosi conseguente a immunosoppressione. Tipica del pappagallino ondulato è la forma clinica definita “muta francese” in cui il soggetto infettato dimostra i primi sintomi alla prima muta del piumaggio: perde le remiganti e le timoniere e non riesce più ad avere una ricrescita normale (in genere resta a vita sul fondo della 1. COSA REGISTRARE IN FASE ANAMNESTICA • Dove vive il pappagallo? Cosa mangia? Quante sono le ore di sonno? • Le lesioni sono localizzate in un punto preciso del corpo? Le penne e le piume appaiono strappate o masticate? La cute è normale, ipercheratorsica o con ferite? Vi sono piume vecchie? Vi è un numero elevato piume nuove con calami ancora inguainati? Si notano colorazioni anomale dal piumaggio (stress marks, colorazione giallastra delle piume bianche, segni nerastri sulle piume o piume di colore diverso dalle altre)? La cute è ricoperta da squame o “polverina bianca”? Le unghie e il becco sono lisci e della lunghezza normale per quella specie? La cute delle zampe appare arrossata soprattutto a livello plantare? © E. Ghelfi Incontro Sivae sugli psittacidi Pappagallo cinerino che presenta una grave deplumazione dell’addome. gabbia incapace di volare ma può nutrirsi e sopravvivere). In rari casi, ma solo in pappagalli ondulati e nei pappagalli di origine sudamericana, ci possono essere delle guarigioni spontanee. Alla “muta francese” può concorrere anche il Poliomavirus causando ritenzione dei calami, deformazione delle piume (che però non si curvano come nella circovirosi), nelle mute successive vengono colpite anche piume di contorno e di copertura fino a ottenere un pappagallino definito dagli inglesi “runner”, cioè spiumato, incapace totalmente di volare. I soggetti colpiti che riescono a sopravvivere anche a lungo e i portatori sani sono dei pericolosi “untori” per i consimili (elevatissima mortalità nei pullus nel nido o in fase di svezzamento) e per gli altri pappagalli di taglia grande. Proventricolite dilatativa Negli ultimi due anni numerose evidenze cliniche hanno dimostrato che anche la proventricolite dilatativa (ABV- PDD, Avian Bornavirus - proventricular dilatation disease) causata da un Bornavirus può indurre una neurite periferica e quindi parestesie che stimolano il pappagallo ad autodeplumarsi e automutilarsi soprattutto a livello di addome o parte prossimale del petto (aree di proiezione dei visceri). Nelle piume copritrici si ritrova facilmente il Bornavirus ma non tutti i pappagalli positivi sviluppano la malattia neurologica classica o nervosa. Alimentazione, tossine ed epatopatie L’alimentazione gioca un ruolo importante nella gestione del paziente aviare, perché purtroppo ancora troppo spesso gli psittacidi vengono alimentati male, in modo non equilibrato, con alimenti scadenti. La malnutrizione è spesso aggravata La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 18 Pappagallo amazzone con alterazione del piumaggio: al posto di piume di colre verde sono cresciute piume gialle, che fanno sospettare grave epatopatia cronica. Dall’anamnesi è emerso che l’animale mangiava da 28 anni solo semi di girasole. dell’uropigio causa allungamento e fragilità di unghie e becco, prurito e alterazione di colore del piumaggio (soprattutto nelle calopsite), il quale risulta alterato per diversi motivi: presenza di soffusioni nerastre sulle piume (ara e amazzoni), dicromia delle piume. Anche lo stile di vita dell’animale in gabbia o libero in casa va valutato nella ricerca delle cause di alterazione del piumaggio: la noia o la troppa curiosità possono essere molto peri- neurologici, l’intossicazione cronica invece può essere più subdola: l’animale può presentare a tratti letargia, disfagia, poliuria/polidipsia, perdita di peso e perdita di piumaggio soprattutto a livello di sterno o di area tibiale. Per formulare un sospetto diagnostico di intossicazione da zinco non basta una radiografia (per evidenziare particelle di metalli pesanti nello stomaco) ma è utile proporre anche un dosaggio ematico eseguito correttamente (utilizzando siringhe prive di gomma e raccogliendo il sangue in provette di plastica senza gomma). © E. Ghelfi dal fatto che il pappagallo tende a selezionare, scartare, giocare e scegliere i cibi secondo suoi particolarissimi gusti dettati dalla famigliarità con un alimento (se i genitori o i compagni di allevamento non mangiavano certi alimenti non ha modo di conoscerli e apprezzarli), dalla consistenza, colore, sapidità o dalla possibilità di condividere il cibo con i suoi compagni (alati o umani). Inoltre, vi sono patologie organiche che possono ridurre l’assunzione di alcuni elementi come vitamine o aminoacidi essenziali. La carenza di vitamina A può causare ripercussioni cutanee come secchezza della cute, presenza di scaglie, minor resistenza agli assalti batterici, quindi comparsa di prurito. Pappagalli obesi che si nutrono in prevalenza di semi, oltre ad andare incontro a carenza di vitamina A, presentano anche una cute più sottile, ipotrofica con penne che stentano ad aprirsi (perdere la guaina durante la muta) e quindi di nuovo sensazione di prurito. Una carenza di proteine e aminoacidi essenziali (cistina, lisina e metionina) interferisce nella corretta muta del piumaggio. Le piume rappresentano il 25% delle proteine del corpo di un uccello: in uno stato carenziale quindi le piume non vengono cambiate, il piumaggio vecchio persiste ma si rovina con più facilità, creando irritazione e disagio che induce il pappagallo a un overpreening per cercare di compensare. Anche una carenza di omega 3 nella dieta induce un alterato trofismo cutaneo causando pelle secca, prurito e alterazione delle penne. La muta non aumenta il fabbisogno di omega 3 nella dieta, questi oligoelementi vanno integrati durante tutte le fasi dell’allevamento con alimenti che ne contengono (quindi dieta varia!) oppure con giuste quantità di integratori di buona qualità. Frequentemente i pappagalli sono iperalimentati e nutriti con cibi ricchi di grassi che causano lipidosi epatica o altre epatopatie. I segni clinici facilmente individuabili di epatopatia in un paziente aviare sono: depressione del sensorio, biliverdinuria, ascite, celiomegalia, difficoltà respiratorie per compressione dei visceri e dei sacchi aerei da parte del liquido presente nel celoma o notevole aumento dei lobi epatici. L’accumulo di pigmenti biliari nella cute e nella ghiandola © E. Ghelfi ATTUALITÀ colose per l’incauto pappagallino che, ad esempio, lecca continuamente e ripetutamente la campanellina giocattolo zincata messa a disposizione come arricchimento ambientale, così che lo zinco ingerito si accumula cronicamente a livello epatico. Lo zinco è contenuto anche in monete, graffette, chiavi, vernici e antiruggine, oltre alle sbarre delle gabbie per uccelli. L’intossicazione acuta da zinco presenta sintomi prettamente LA TERAPIA COMPORTAMENTALE NEL PAPPAGALLO Un pappagallo che si depluma dimostra di avere problemi relazionali con i componenti del nucleo familiare e col mondo che lo circonda, incapacità di gestire emozioni, relazioni e azioni che dovrebbe affrontare nella quotidianità perché carente di quegli strumenti cognitivi e relazionali che avrebbe dovuto acquisire ed essergli trasmessi nelle fasi più delicate del suo sviluppo, ovvero in “età pediatrica”e nel successivo periodo di inserimento nel nuovo contesto di allevamento. L’autodeplumazione e l’autotraumatismo sono sintomi comuni delle tre patologie comportamentali note nei pappagalli come: disturbo di attaccamento, sindrome competitiva di relazione e sindrome da privazione sensoriale. La risoluzione o l’attenuazione del problema va affrontata dal terapeuta in modo molto elastico e adattabile, non esiste una terapia standard da adottare nei diversi casi elencati: fondamentale è la raccolta di tutti i dati anamnestici con ordine e metodo, coinvolgere tutti i componenti del nucleo familiare, proporre obiettivi precisi e raggiungibili in modo da stimolare positivamente umani e pappagallo e accreditarsi agli occhi dei proprietari. Questa fase è molto importante: i proprietari devono rendersi conto di dover lavorare molto seriamente col loro animale per riportarlo a un livello accettabile di vita relazionale ma se non vedono - soprattutto nelle prime fasi - risultati e cambiamenti tangibili facilmente vengono colti da sfiducia e demotivazione, arrivando quindi anche a decidere di interrompere la terapia e ricorrere in modo autonomo a “scorciatoie” inadeguate (blog internet, relegare il pappagallo in voliere esterne, adottare dei compagni o surrogati per fargli compagnia) senza però un piano di azione ragionato e veramente utile all’animale, il quale si che si troverà in una situazione nuova privo di strumenti e quindi destinato a fallire e aumentare lo stato di ansia e frustrazione. Il trattamento della patologia comportamentale deve essere impostato e seguito dal terapeuta competente che può essere coadiuvato da un educatore o coach di fiducia per la parte pratica e il lavoro insieme al nucleo famigliare sia in casa che all’esterno (parco, laboratori di socializzazione). Il punto di partenza, per qualunque problema che coinvolga il comportamento del pappagallo, rimane comunque la comunicazione: i proprietari devono imparare a comunicare in modo chiaro ed efficace col loro animale, interpretare i segnali non verbali di gioia, fastidio, rabbia e disagio per poter creare le basi per una convivenza serena e ricca di soddisfazioni con questi straordinari animali. Arricchimento ambientale e apprendimento Vivere in un ambiente vario e ricco di stimoli aiuta notevolmente a modificare il comportamento e facilita il processo di apprendimento generando cambiamenti anatomici e chimici nel cervello stesso. L’arricchimento ha effetti positivi su memoria, apprendimento, ansia, aggressività e movimenti stereotipati proprio perché la curiosità, l’esplorazione, il movimento e il gioco impegnano in modo positivo il cervello che impara a rispondere e elaborare idee in modo sorprendentemente più efficace e armonico. Proporre bacche, rami, palline colorate, corde da scalare, rotoli di carta da rosicchiare ecc. non va interpretato come una semplice opportunità per far passare del tempo al pappagallo ma anche come un modo sempre nuovo per farlo crescere anche mentalmente proponendogli nuovi problem solving o nuovi “scacchi” da risolvere. L’animale che impara a vivere e convivere in un ambiente artificiale non sempre adatto ai suoi bisogni riesce a ridurre e contenere in modo significativo lo stress negativo che causa disagio. In questa nuova ottica l’arricchimento ambientale viene identificato come un’attività che prevede un compito o un incarico per raggiungere un obiettivo, e può essere di tipo fisico sensoriale (giochi o attività in cui siano stimolati i rapporti con l’ambiente: volo, camminata, equilibrio sui posatoi instabili, oggetti da manipolare con becco e zampe), alimentare o foraging (ricerca di La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 cibo tra materiale non alimentare, ricerca in piccole fessure, apertura di contenitori, esperienza con cibi nuovi e colorati in diverse forme o gradi di maturazione) e sociale (con altri individui della stessa specie, con i proprietari, durante incontri di socializzazione). Lavorando in prevenzione sia in allevamento che in casa si possono migliorare in modo significativo sia la convivenza uomopappagallo sia il benessere degli animali. Stati di frustrazione, noia, aggressività, ansia possono creare o peggiorare l’autodeplumazione in un pappagallo. L’utilizzo di un arricchimento ambientale modulato e adattato all’animale con problemi migliorerà la vita dello stesso facilitando la terapia comportamentale, riducendo le stereotipie e il disagio psicologico che sta a monte del problema. Patologie psicogene e deplumazione L’autodeplumazione psicogena ha la caratteristica di iniziare sempre con una “ipertrofia” del comportamento di pulizia: come è stato più volte ricordato il pappagallo ha una cura meticolosa e accurata del suo piumaggio, dato che ne va della sua sopravvivenza. Un pappagallo con problemi comportamentali si liscia il piumaggio per tempi sempre più prolungati e con troppa insistenza causando dapprima lesioni alle barbule, poi al calamo e infine al follicolo o alla cute. Lo strappamento della penna causa dapprima dolore, poi prurito per la lesione cutanea o la ricrescita di nuove piume. Può divenire anche un rituale (rigido, non preimpostato e non adattabile, quindi patologico) e un modo per comunicare: il pappagallo che si strappa le piume crea ansia nel proprietario che accorre a distoglierlo ogni volta che lo vede agire in quel rituale. Il pappagallo impara a comunicare con il proprietario esacerbando le attività di pulizia e attirando così la sua attenzione. Inoltre ansia, timore o rabbia stimolano il pappagallo a distogliersi dalla comunicazione verbale e non verbale dal suo interlocutore (umano o pennuto) attuando questa displacement activity (comportamento di sostituzione) ovvero lisciandosi le penne per ridurre la tensione. In alcuni casi la deplumazione è la risposta a un attacco di panico: in poche ore il pappagallo si depluma in aree molto estese del corpo (ad es. tutto il petto o tutta la schiena e le ali). Questa situazione è tipica di animali fortemente ansiosi e con scarse capacità di adattamento (molto tipica di pappagalli allevati a mano dall’uomo che non hanno acquisito in modo naturale le competenze di specie volte alla gestione emozionale): un brusco cambiamento (di casa o gabbia), l’introduzione di un predatore nel nucleo familiare noto (ad es. un cane) o il fatto di trovarsi all’improvviso solo in casa mentre non lo era mai stato prima causano un forte shock emotivo a cui non riesce a far fronte. ▲ Elena Ghelfi * Cremona, 22-23/11/2014: “Deplumazione nei pappagalli: malattia dermatologica o sintomo?”, organizzato da Sivae. La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 19 DALLE ASSOCIAZIONI A CURA DELLE ASSOCIAZIONI CONVENZIONATE CON LA SETTIMANA VETERINARIA Preparazione dei veterinari in campo legale Anche in Italia assisteremo a un aumento dei risarcimenti per cause legate agli animali? U n articolo scritto su DVM360, la rivista della Conferenza Veterinaria Centroamericana, a firma di Stan Baker, veterinario statunitense esperto di questioni legali, suscita alcune riflessioni e domande che sono interessanti anche per i veterinari italiani*. La questione riguarda l’escalation dei risarcimenti riguardanti gli animali. Sostanzialmente, dice Baker, i veterinari promuovono l’importanza del legame animale-uomo, e qualche giudice ha iniziato a dar loro ragione, aumentando l’entità dei risarcimenti conseguenti in caso di morte degli animali, non più limitandosi al danno “commerciale”, inteso come riduzione o perdita del valore commerciale intrinseco del paziente, che nell’attuale ordinamento giuridico sia statunitense che italiano è equiparato a un oggetto, ma integrando il suddetto con il concetto di danno “emotivo”, inteso come la sofferenza arrecata al proprietario dell’animale d’affezione dalla perdita o dalla invalidità di vario grado derivata dalla pratica professionale del veterinario curante al «pet», come se si trattasse di un essere umano; quindi non più una cosa di proprietà della famiglia convivente con esso, ma un membro effettivo della stessa. L’articolista cita come cause del fatto la pressione esercitata dal forte aumento di avvocati negli Stati Uniti e la poca preparazione legale dei veterinari, e conclude dicendo che sarà il tempo a stabilire se tale evoluzione legale sia positiva o negativa, ma che, in ogni caso, i veterinari dovrebbero essere pienamente consapevoli delle implicazioni insite nel promuovere fortemente il legame uomo-animale fino a farlo diventare un rapporto “famigliare”. Da questo punto di vista le analogie con la situazione europea e più specificamente italiana sono evidenti. La tendenza sociale e culturale, fomentata più o meno consapevolmente da un po’ tutte le componenti che hanno interessi economici nel settore, dall’industria farmaceutica a quella mangimistica, per arrivare alle sempre più numerose 20 associazione Onlus di amanti degli animali o sedicenti tali, ma certo senza escludere anche noi stessi veterinari, è innegabilmente sovrapponibile a quella descritta dal collega redattore d’oltre Oceano. Parallelamente, forse anche come conseguenza del recente obbligo per i professionisti di dotarsi di un’assicurazione di responsabilità civile per i danni arrecati ai clienti dall’esercizio dell’attività professionale, ma anche dalla contingente crisi economica che stiamo attraversando e che ha prodotto un aumento della litigiosità delle persone e dei tentativi talvolta fantasiosi di estorcere denaro al prossimo, le cause civili di richiesta danni rivolte ai colleghi sono in costante aumento. Come Sivelp stiamo assistendo con preoccupazione a questo fenomeno, e riteniamo che il nostro possa essere considerato un “punto di osservazione” privilegiato, essendo noi al momento gli unici a offrire una polizza assicurativa in cui le richieste dei clienti vengono filtrate e analizzate da veterinari nell’interesse dei colleghi sottoscrittori. Se anche qui in Italia dilagasse quanto osservato e denunciato dal collega statunitense (e qualche caso isolato si è già verificato), oltre all’aumento delle cause civili assisteremmo anche all’aumento esponenziale dell’esosità delle richieste, e la ricaduta economica per noi potrebbe essere difficilmente sostenibile, perché inevitabilmente andremmo incontro a uno spropositato aumento dei premi assicurativi richiestici, come già avvenuto in Medicina umana. Quali questioni porta all’attenzione questo andamento? O meglio, quali comportamenti suggeriscono le considerazioni svolte per impedire si verifichi quell’insostenibile – e facilmente prevedibile – aumento dei costi assicurativi? In primo luogo, sarebbe auspicabile un adeguamento dei moduli del consenso informato, da integrarsi con la dichiarazione preventiva del valore dell’animale, almeno dal punto di vista economico, commerciale. Se ciò non garantisce dal punto di vista dell’esosità dei risarcimenti, almeno consentirebbe di sottolineare la disparità tra la cifra che il proprietario vuol pagare (bassa) e quella (alta) dichiarata come valore, rimediando almeno in parte all’immaturità spesso diffusa tra la clientela. In certi casi (si pensi, ad esempio, all’ippiatria) il valore richiesto come risarcimento è molto alto, spesso cercando di lucrare sulla morte del soggetto. Se non addirittura prevedere che, con la sottoscrizione del “consenso informato” a effettuare trattamenti diagnostici o terapeutici “a rischio” (ormai obbligatoria secondo il nuovo Codice deontologico), al cliente si richiedesse di dichiarare il valore complessivo (commerciale+affettivo) attribuito al proprio animale. Quella dichiarata sarà la somma che il veterinario dovrà rifondere al proprietario in caso di evento nefasto, ma la parcella richiesta sarà composta da una parte fissa, legata alla complessità del lavoro da eseguire, e da una variabile, proporzionale al rischio economico corso dal professionista. Scarsa formazione legale dei veterinari e degli avvocati in campo veterinario Ci domandiamo anche che riflessi abbia il diniego di effettuare una pratica diagnostica o terapeutica, o la scelta di ripiegare su un “piano B” o anche C dai punti di vista dell’eventuale risarcimento. Emerge inoltre il bisogno di una maggiore preparazione medico-legale degli studenti e dei veterinari in genere, oggi molto carente. La medicina legale è materia molto interessante dal punto di vista formativo professionale, ma purtroppo oggi gli studenti la vivono come materia secondaria. Non è così. Anche dal punto di vista legale, attualmente gli avvocati non sono formati nel nostro settore, e ancora pochi sono gli studi legali associati che comprendano nei loro staff dei veterinari (possibilità offerta dalle so- cietà professionali miste, vedasi ad esempio lo studio a cui partecipa il dott. Baker**). Anche le nostre istituzioni non paiono ancora sensibilizzate sull’argomento: è giusto coltivare il legame uomo-animale, ma se non si punta sulle responsabilità morali del proprietario il rischio è di ferirsi con un’arma a doppio taglio. Senza contare che il rischio di contenziosi in Italia, a differenza di quanto avviene negli States, può riguardare anche gli animali custoditi per tutta la loro vita da associazioni animaliste, ma a carico della pubblica amministrazione (per i quali sono tutt’altro che da escludere cause e costituzioni di parte civile) o direttamente di proprietà dello Stato, come accade per i selvatici, nei confronti dei quali le polemiche gestionali sono frequenti e assai gradite ai media. È necessario che i veterinari siano informati e preparati. Il Sivelp ha un gruppo tecnico-etico che affronta tali argomenti. Per chi volesse partecipare alla discussione e preparazione, è possible scrivere a [email protected]. Non aspettare i problemi, previenili con la consapevolezza! ▲ Sergio Comoglio * http://veterinarynews.dvm360.com/non-economic-damages-pet-injuries-are-veterinarians-expediting-evolution-law ** http://www.huschblackwell.com/industries_services/animal-health La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 DALLE ASSOCIAZIONI A CURA DELLE ASSOCIAZIONI CONVENZIONATE CON LA SETTIMANA VETERINARIA Emergenza animali randagi e business Randagismo in Italia: chi ci guadagna? su una superficie complessiva di 35.565 m2 con una logica che è quella del parco canile: uno spazio dove i cani sono ospitati in box più o meno confortevoli e dove hanno a disposizione aree per correre, ma anche un luogo dove le famiglie possono trascorrere qualche ora per avvicinarsi agli animali e prepararsi ad adottarne uno. L’insieme del Parco canile è piacevole, con aree destinate a parco attrezzate con panchine e ombreggiate da platani e pioppi. tutto il problema dei cani vaganti e abbandonati. Le soluzioni proposte dalla Legge non sono errate: identificazione e microchippatura di tutti i cani, affinché non vengano abbandonati nelle strade; canili e rifugi pubblici per accogliere quelli rifiutati; campagne per promuovere le adozioni; controllo delle nascite per contenere il numero. Serve però una spinta, anche economica: costa costruire i canili, costa sterilizzare, costa predisporre campagne di forma- persone che si recano presso i rifugi o le associazioni e, con le scuse più mirabolanti (“non abbiamo più soldi, è morta la nonna e noi non lo possiamo tenere, siamo diventati allergici” sono le più usate), lasciano lì il cane. Si tratta pur sempre di un passo in avanti: almeno non si lascia il povero quattro zampe in mezzo a una strada, ma questo costringe le associazioni (povere di risorse) a un superlavoro e sovraffolla sempre più i canili. Alcune considerazioni Ogni anno, vengono abbandonati 50.000 cani e altrettanti gatti, nonostante l’abbandono sia un reato penale, punito dalla legge con multe da 3.000 a 15.000 euro e persino con l’arresto. In questa direzione stanno andando altre città, come Bari o come Ragusa, dove a breve sorgerà un rifugio sanitario comunale. Passi in avanti Leggi buone, non sempre applicate Ma una piccola rivoluzione gentile è in atto. Mentre gran parte del Belpaese è costellato di canili fatiscenti, alcuni Comuni avanzati hanno realizzato strutture che si avvicinano molto al Parco-canile. Sono eccellenze che costituiscono dei veri modelli per tutta Italia. È il caso di Genova, ad esempio, che ormai qualche anno fa ha inaugurato il rifugio municipale di Monte Contessa, chiudendo definitivamente il vecchio e fatiscente canile. Milano non è da meno. Il nuovo rifugio comunale si sviluppa Rimane un fatto: l’Italia è in parte un Paese che, nel terzo millennio, è ancora alle prese con il fenomeno del randagismo dei cani abbandonati e rinselvatichiti. Quanti sono? Le cifre ballano. Decine di migliaia, tra randagi, rinselvatichiti e vaganti. Questi ultimi hanno un padrone ma sono lasciati liberi di vagare. I numeri dicono che, nonostante una buona Legge, la 281 del 1991, e l’impegno di tante associazioni di volontariato animalista presenti sul territorio, non si riesce a risolvere del La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 © Fotolia.com C ani denutriti, malati, chiusi a vita in gabbie miserabili. Questa è la tipica immagine del canile-lager. Ce ne sono tanti in Italia, da nord a sud. Ogni tanto un servizio televisivo racconta che la Forestale o i Carabinieri sono arrivati e ne hanno sequestrato uno. Ma i canili lager d’Italia si somigliano un po’ tutti. Tra gli illeciti più frequenti riscontrati dalle Forze dell’Ordine si registrano box sovraffollati, scarsità di cibo e di acqua, strutture fatiscenti, carenze igienico-sanitarie, elevata mortalità dei cani, soppressioni mascherate come eutanasie, maltrattamenti, basso numero di adozioni, decessi non denunciati, reati contro l’ambiente e la pubblica amministrazione, malversazioni, distrazioni e truffe. Come si arriva a questa situazione? “Grazie” alle cifre dell’abbandono e all’incuria di molte amministrazioni comunali. Secondo le più accreditate stime delle associazioni Lav e Gaia Animali & Ambiente, sono 50.000 l’anno gli abbandoni di cani in Italia (più di cento al giorno...). Un fenomeno in lento calo, ma pur sempre agghiacciante. Il destino degli animali abbandonati è vario: molti muoiono travolti dalle macchine, altri di stenti. Qualcuno viene adottato direttamente dalla strada, qualche altro rimane randagio. La maggior parte finisce in canile, a carico dei Comuni. Troppo spesso però le amministrazioni sottovalutano il randagismo e non vi dedicano la necessaria attenzione, con conseguenze negative per gli animali ma anche per le persone. zione e informazione dei cittadini perché si responsabilizzino e considerino l’animale come un membro della famiglia. Piano piano, comunque, le cose stanno migliorando. C’è una maggiore sensibilità, anche grazie alle mille campagne delle associazioni, delle istituzioni e dei media. E gli abbandoni, anche se troppo lentamente, sembrano essere in calo. Resistono, però. Secondo le stime più attendibili, come detto, ogni anno vengono abbandonati 50.000 cani e altrettanti gatti, nonostante l’abbandono sia un reato penale, punito dalla legge con multe da 3.000 a 15.000 euro e persino con l’arresto. A fronte del lieve calo del fenomeno, è invece in aumento quello che io chiamo l’abbandono mascherato: Come spesso accade, la situazione nella quale ci troviamo è quella del cane che si morde la coda. In Italia si stima che vi siano sessanta milioni di animali domestici: cani, gatti e animali non convenzionali. Quanti di questi sono acquistati a cifre folli? Quante volte vi è capitato di soccorrere un cane di razza e di sentirvi rispondere dai proprietari che non hanno i soldi per pagarvi? Come sappiamo, le associazioni e i canili ricevono fondi sia in base al numero di animali ricoverati presso le loro strutture sia in base al numero di persone residenti nei Comuni serviti da tali strutture. E allora perché non incentivare l’adozione? Perché non fare in modo che chi si prende cura di un animale adottato venga aiutato dallo Stato nella gestione e nelle cure? Forse perché a qualcuno non converrebbe più di tanto. Attenzione! Il mio non vuole essere un discorso generalista. Ci sono, come già sottolineato, alcune eccellenze ma purtroppo ci sono ancora troppe mancanze. Ad alcune strutture sanitarie o rifugio conviene che vi sia un continuo afflusso di animali, proprio per poter continuare ad attingere alla sacra fonte del guadagno che arriva dalle tasche di Pantalone. Sapete quanto è la spesa del Paese Italia per i randagi? Si arriva fino a cinque euro giornalieri per cane in una struttura. Sapete quanto l’Italia spende per gli asili? Circa cinquanta centesimi a bambino... fate voi il conto e ditemi se non vi sembra che dietro non ci stia guadagnando nessuno... ▲ Stefano Merlo 21 COMBATTE L’ CON UNA SOLA SOMMINISTRAZIONE Completo assorbimento Elevata concentrazione nei tessuti infiammati Carprieve ® 50mg/ml Azione potente Efficacia duratura Soluzione iniettabile per bovini Carprieve è l’antinfiammatorio iniettabile per bovini a base di Carprofen, che si distingue per elevata biodisponibilità e concentrazione nei siti infiammati. All’efficacia duratura della sua azione antipiretica, antinfiammatoria e analgesica, Carprieve associa la praticità d’uso dovuta a: unico dosaggio, singola somministrazione (sottocutanea o intravenosa) e reazioni sistemiche nulle fino a tre volte il dosaggio consigliato. Carprieve tutela anche la redditività dell’allevamento, grazie a tempi di sospensione ridotti (carni e visceri: 21 giorni) e periodo di attesa per il latte pari a zero. Bayer S.p.A. - Divisione Sanità Animale Viale Certosa 130, 20156 Milano Per informazioni tecniche 02 39782972 Per informazioni commerciali 02 39782369 FILIERE Ovini L’IPOVITAMINOSI A: un rischio da non sottovalutare egli allevamenti estensivi, la carenza di vitamina A è un deficit attualmente molto raro, se non addirittura scomparso. Per contro, in quelli intensivi, a stabulazione fissa, può insorgere una carenza cronica di vitamina A alla fine del periodo invernale, quando gli animali vengono nutriti con alimenti (soprattutto fieno) carenti di β-carotene. In tali condizioni, le pecore manifestano malattie oculari, ritardi nella crescita e una maggiore sensibilità alle infezioni. N Eziologia ed epidemiologia La vitamina A (retinolo) e i suoi precursori (β-carotene e retinil) sono pigmenti abbondantemente presenti nei foraggi verdi freschi. Tuttavia, queste molecole sono relativamente labili e si degradano rapidamente se le condizioni di stoccaggio non sono ottimali (temperatura troppo elevata, ambiente molto umido, forte esposizione PATOGENESI La vitamina A è un precursore della rodopsina, un pigmento retinico. È il suo effetto particolarmente importante sulla retina e le villosità aracnoidee che causa i sintomi più caratteristici osservabili in caso di carenza. La vitamina A interviene anche nel mantenimento dell’integrità della coroide e dei tessuti epiteliali in generale, nell’attività osteoblastica ed osteoclastica, nonché nel corretto funzionamento dell’apparato genitale e del sistema immunitario. In caso di carenza, quindi, i segni sono variabili. ai raggi solari). Un regime alimentare a base di insilato vecchio (più di 1 anno), fieno molto secco o cereali (che ne contengono naturalmente minime quantità) è molto povero in caroteni e vitamina A: si può così instaurare una carenza primaria, che si osserva spesso in autunno-inverno e nei lotti all’ingrasso. In ogni caso, il deficit può anche essere secondario a un disturbo epatico o intestinale. Le cellule della mucosa dell’intestino tenue e del fegato sintetizzano la vitamina A a partire dai caroteni ingeriti e ne consentono l’assorbimento intestinale e lo stoccaggio a livello epatico. Sintomi • Sintomi oculari: le lesioni sono soprattutto retiniche. Insorge un edema pupillare (ombra attorno al disco ottico, con vasi ispessiti e tortuosi), cui segue una degenerazione irreversibile. Parallelamente, l’occlusione dei forami ottici determina la compressione dei nervi ottici (II), che può portare alla loro sezione. I segni clinici, quindi, esordiscono con una nictalopia (cecità notturna), seguita da una cecità bilaterale totale e dalla scomparsa dei riflessi pupillari fotomotori. In alcuni casi, l’esame dell’occhio evidenzia la cheratinizzazione della cornea. • Sintomi nervosi centrali: derivano dall’atrofia delle villosità aracnoidee della dura madre (che normalmente hanno funzione di secrezione e riassorbimento del liquido cefalorachidiano) e dalla concomitante occlusione progressiva dei forami cranici (per inibizione degli osteoclasti). Ne deriva un aumento della pressione intracranica, che causa atassia progressiva, crisi convulsive tonico-cloniche, sincopi e, infine, coma. • Sintomi generali: è possibile rilevare immunodeficienza, debolezza La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 Nella pecora, in caso di sospetta carenza di vitamina A, l’esame oftalmologico è fondamentale. Negli allevamenti intensivi, alla fine del periodo invernale, le pecore possono manifestare malattie oculari, ritardi nella crescita e una maggiore sensibilità alle infezioni se sono nutrite con alimenti carenti in β-carotene. 23 FILIERE (che colpisce soprattutto gli agnelli nati da una madre carente di vitamina A, che spesso sviluppa idrocefalo), diminuzione della crescita, anasarca (edemi generalizzati) e anomalie del tessuto corneo degli unghioni. • Sintomi genitali: si riscontrano, fondamentalmente, atrofia testicolare, degenerazione placentare e aborti. Diagnosi La diagnosi differenziale deve comprendere tutti i possibili disturbi visivi (vedere tabella). In caso di sospetto clinico, il metodo più diretto per confermare questa carenza è il dosaggio della vitamina A o dei caroteni nella razione, nel plasma o nel fegato (organo di stoccaggio dei retinoidi). Nella razione, gli apporti di vitamina A devono essere compresi tra 30 e 70 UI/kg di peso corporeo al giorno (1 UI = 0,4 µg). Questo range varia in base ai fabbisogni (crescita, lattazione, febbre, distruzione da parte della microflora ruminale, ecc.) e al sesso (le femmine sono più resistenti grazie alla possibile trasformazione degli estrogeni in vitamina A). Nel plasma, i valori della vitamina A so- Un deficit cronico di vitamina A può instaurarsi alla fine dell’inverno, quando gli animali ricevono alimenti (soprattutto fieno) carenti di β-carotene. no idealmente compresi tra 25 e 85 µg/dl (carenza con valori inferiori a 18 µg/dl) e quelli del β-carotene tra 150 e 397. Nel fegato, le quantità di vitamina A e β-carotene devono essere rispettivamente pari a 60-200 µg/g di tessuto e 4-800 µg/g. In caso di carenza, la centesi del liquido cefalorachidiano evidenzia un notevole aumento della pressio- ne (oltre 200 mm), un aumento del contenuto proteico (140 mg/dl) e la presenza di cellule mononucleate (40-50 cellule/dl). L’esame oftalmoscopico consente di individuare precocemente l’edema retinico, caratterizzato da un disco ottico a contorni sfumati, di colore meno intenso, a volte ristretto, circondato da un’ombra (a forma di cuore rove- sciato), e dalla presenza di vasi tortuosi (con diametro ridotto alla periferia). L’autopsia consente di individuare diverse lesioni, quali edema pupillare, degenerazione dei gangli ottici, fusione della retina con il plesso coroideo, aumento delle dimensioni delle ossa del cranio e del carpo (negli agnelli nati da madri carenti) e, DISTURBI VISIVI NELLA PECORA SEGNI PRINCIPALI Cecità (animale che sbatte contro gli ostacoli) Cecità crepuscolare Midriasi Miosi Posizione anormale delle palpebre e del globo oculare SEGNI SECONDARI LOCALIZZAZIONE DELLA LESIONE ESEMPI Midriasi Nervo ottico (II) Avitaminosi A, toxoplasmosi, ascesso paraipofisario Assenza del riflesso pupillare e riflesso di minaccia, diametro pupillare normale Corteccia cerebrale Necrosi della corteccia cerebrale, saturnismo, encefalopatia epatica Riflesso pupillare normale Retina Avitaminosi A Assenza di riflesso pupillare, ma vista conservata Nervo oculomotore (III, via motrice) Morso di serpente, intossicazione da atropina, ipocalcemia Assenza di riflesso pupillare, cecità con lesione della retina Lesione retinica Toxoplasmosi, trauma, oftalmia Assenza di riflesso pupillare, cecità, retina normale Atrofia e fibrosi del nervo ottico (II) Avitaminosi A Diarrea, dispnea, ptialismo Alterazione dell’inattivazione dell’acetilcolina Intossicazione da organofosforati Cecità, stato comatoso o semicomatoso, paralisi spastica Lesione diffusa Necrosi della corteccia cerebrale, saturnismo acuto Strabismo convergente Nervo trocleare (IV) Necrosi della corteccia cerebrale Ptosi palpebrale Nervo facciale (VII) Strabismo divergente Nervo oculomotore (II) Esoftalmo e strabismo divergente Assenza dei riflessi corneale e di minaccia Assenza del riflesso pupillare fotomotore 24 Listeriosi, ascesso, tumore Nervo abducente (VI) Interessamento del ramo sensoriale del trigemino (V) Trauma Nervo facciale (VII) Nervo oculomotore (II) Listeriosi La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 a volte, protrusione del cervelletto attraverso il foramen magnum, atresia dei forami ossei, ipercheratosi ruminale focale e degenerazione testicolare macroscopica. A livello microscopico si riscontrano necrosi, demielinizzazione e gliosi del nervo ottico, accumulo di emosiderina e lipofuscina nella retina, fibrosi delle meningi e riduzione delle lacune osteoclastiche. Trattamento e profilassi Le pecore cieche non riacquistano mai più la vista, ma l’edema retinico e l’atassia possono rapidamente regredire dopo un’iniezione di 440 UI/kg pv di vitamina A il primo giorno, seguita da un trattamento che prevede la somministrazione di 6.000 UI/kg in un periodo di 60 giorni. I foraggi devono essere conservati in buone condizioni, al riparo dalla luce e in ambiente fresco e secco. Gli animali devono ricevere almeno 30 UI/kg, ricorrendo, se necessario, a integratori alimentari (blocchi da leccare). Gli ovini sono meno sensibili alla carenza di vitamina A rispetto ai bovini e, quindi, necessitano di integratori specifici. Infine, è bene ricordare che, data l’elevata quantità di vitamina A stoccata a livello epatico, in caso di carenza, i sintomi si manifestano in media dopo 180 giorni. ▲ Karim Adjou IN BREVE H5N8: indicazioni del Ministero su fiere, mostre e mercati di pollame A seguito della conferma di positività a un virus influenzale sottotipo H5N8 ad alta patogenicità in un allevamento di tacchini da carne della Provincia di Rovigo, con dispositivo dirigenziale prot. 27212 del 22.12.2014 il Ministero della Salute ha disposto ulteriori misure di controllo ed eradicazione per contenere l’eventuale diffusione del virus dell’influenza aviaria. Tenuto conto dell’attuale favorevole situazione epidemiologica e che a oggi tutte le attività di controllo hanno data esito negativo, il Ministero, sentito il Centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria, ritiene di poter rimodulare la misura di cui all’articolo 4 comma 3 del dispositivo riguardante il divieto di fiere, mostre e mercati di pollame: su proposta delle autorità regionali, potranno essere valutate eventuali richieste di deroga al predetto divieto, previa analisi del rischio, se sussistono le condizioni epidemiologiche ferme restando specifiche procedure igienico sanitarie e gestionali per ogni singolo evento. Fonte: Sivemp. La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 25 FILIERE Produzioni animali Focus su Aethina tumida, il piccolo coleottero degli alveari Il parassita Aethina tumida è nota anche, come detto, con il nome di piccolo coleot- 26 La femmina si introduce nella colonia De po ne le uo va Ciclo riproduttivo di Aethina tumida Si i n nf e s el t ossa i s erre no vil up no pa no Le larve lasciano l’alveare © SV da Samuel Boucher L tero degli alveari. Questo piccolo insetto è noto dal 1867: proveniente dall’Africa del Sud, ha raggiunto gli Stati Uniti a partire dal 1996; attualmente ha colonizzato l’Egitto, il Canada e l’Australia. L’introduzione è sempre stata una conseguenza dell’importazione di miele o prodotti dell’alveare. Aethina tumida non provoca malattia nelle api: il parassita predatore provoca danni nell’alveare, spoglia la colonia lasciandole poca possibilità di sopravvivenza, ma non attacca le api adulte. L’insetto distrugge le cellette, mangia le uova, il miele, la cera e il polline di favo (o pane d’api). Inoltre danneggia le celle, da cui quindi il miele cola fuori e fermenta, così che l’arnia stessa viene imbrattata. La larva misura circa 1 cm, è di colore bianco crema, e da lontano può essere confusa con una larva di tarma della cera (Galleria mellonella); a differenza di quest’ultima però è dotata di tre paia di zampe lunghe e sottili nella parte anteriore e su ogni segmento corporeo sono presenti dorsalmente delle spicole, mentre nella parte posteriore a prima segnalazione di Aethina tumida (detta anche piccolo coleottero degli alveari) in Europa, risale al 5 settembre scorso ed è avvenuta proprio in Italia, in Calabria. L’origine dell’infestazione da parte di questo piccolo parassita di origine africana non è stata determinata, tuttavia è da segnalare che il primo focolaio è stato osservato in prossimità dell’importante porto marittimo di Gioia Tauro. Al 12 gennaio, i focolai confermati sono stati 60 in Calabria e uno in Sicilia*; larve dei parassiti sono state trovate solo in sei focolai e, in un caso, anche pupe. Aethina tumida è elencata nella lista delle malattia a denuncia obbligatoria dell’Organizzazione mondiale della salute animale (Oie); anche la legislazione italiana prevede, ai sensi dell’Ordinanza del ministro della Salute del 20 aprile 2004, l’obbligo di denuncia al Ministero della Salute. vano presenti all’interno delle celle. Le larve nascono dopo due o tre giorni. Lo stadio larvale dura da 10 a 15 giorni, durante i quali le larve subiscono più mute. Le larve sono onnivore e mangiano il miele, il pane d’api e le uova deposte dalla regina. La metamorfosi avviene dopo un periodo che va da 15 a 60 giorni. L’impupamento avviene all’esterno dell’arnia: nel terreno, alla profondità di 1-30 cm, in un raggio di 20 m o meno dall’arnia. Raramente le larve si spostano di più di 200 m per trovare un terreno più adatto alla metamorfosi: esse prediligono un terreno sciolto, umido e una temperatura superiore a 10° C, infatti non amano il freddo e sopravvivono meno di tre settimane se la terra non è riscaldata. Gli adulti emergono dopo 3-4 settimane, ma il loro sviluppo è termodipendente, tanto che la metamorfosi può arrivare a durare tra 8 e 84 giorni. Le si n larve utro no Esemplare adulto di Aethina tumida: si noti la lunghezza dell’addome, che caudalmente non è coperto dalle elitre. Il parassita può effettuare, a seconda delle condizioni ambientali, da uno a sei cicli annuali. La femmina adulta depone grappoli di piccole uova fecondate che misurano 1,5 x 0,25 mm, in crepe o fessure del legno dell’arnia oppure direttamente sulla covata, dove si ritro- ol fu eot o da rie teri l t sc ad er on ul re o ti no © Anses Larva di Aethina tumida (da notare la presenza delle spicole dorsali, delle spine caudali e delle sei zampe anteriori). Il ciclo del parassita Ic © Anses si può osservare la presenza di due di spine caudali, più robuste. L’adulto, che fuoriesce dalla pupa, è di color marrone scuro e piccolo: misura da 5 a 7 mm, circa un terzo cioè delle dimensioni di un’ape operaia. Una delle caratteristiche di questo coleottero è quella di avere una testa, un pronoto e un addome nettamente separati. Le elitre sono più corte dell’addome e non lo ricoprono completamente, questo aspetto costituisce una caratteristica importante per la diagnosi, infatti i segmenti terminali dell’addome risultano visibili. Le antenne hanno la forma di una clava. Schema del ciclo riproduttivo di Aethina tumida. La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 FILIERE In un’arnia infestata, i favi appaiono scavati e percorsi da gallerie; la covata scompare, mangiata dalle larve; il miele cambia colore, fermenta e spesso cola all’esterno dalla porticina di volo. È quindi fondamentale osservare regolarmente gli alveari e il loro contenuto: il piccolo coleottero può essere rilevato con un semplice esame visivo dei melari rovinati e con l’evidenziazione della presenza delle caratteristiche larve e degli adulti. Tuttavia, tenuto conto delle piccole dimensioni dell’insetto, è più efficace posizionare all’interno dell’arnia delle trappole: si tratta di piastrine in plastica alveolate, in cui l’insetto si va a nascondere, che vanno poi regolarmente asportate per verificare la presenza dei parassiti. Si può utilizzare anche il cartoncino ondulato delle scatole di biscotti, anche se in questo caso la mancanza di trasparenza di questo materiale rende la trappola meno efficace ai fini diagnostici (un occhio ben allenato può comunque rilevare la presenza del coleottero). Fonte: Isz delle Venezie Come individuare il parassita Localizzazione dei focolai di Aethina tumida in Italia al 12/1/2015: la linea blu indica il limite della zona di sorveglianza (raggio di 100 km dal luogo di ritrovamento di A. tumida in Calabria e Sicilia). Cosa fare I campioni sospetti devono essere inviati a cura dei Servizi veterinari Asl all’Izs pertinente per territorio per il riconoscimento di prima istanza e quindi al Centro di referenza nazionale per l’apicoltura presso l’Izs delle Vene- zie. Per evitare di contaminare in caso di smarrimento o distruzione del pacco, è consigliabile congelare il prelievo per 24 ore prima dell’invio, oppure immergerlo in alcool al 70° se si tratta di insetti adulti. Nel Paese d’origine del parassita, l’Africa, le api africane (Apis mellifera capensis e Apis mellifera scutellata) hanno sviluppato un’efficace strategia di lotta: esse confinano gli insetti adulti in “prigioni” di propoli e gettano le uova e le larve fuori dall’alveare. In caso di contaminazione, l’apiario deve essere distrutto, bruciando i melari, le arnie, le api e tutti i materiali biologici in grado di veicolare il parassita in tutte le sue forme dopo aver nebulizzato in queste ultime un insetticida spray. La difficoltà principale risiede nell’eliminazione dei coleotteri quando sono in fase di pupa, nascosti nel terreno. ▲ Samuel Boucher * Fonte: Centro di referenza nazionale per l’apicoltura dell’Izs delle Venezie. Virus influenzali I sistemi di sorveglianza sono efficaci? Q ual è la capacità dei sistemi di sorveglianza messi in atto a livello internazionale per rilevare i virus influenzali con potenziale zoonosico? A questa domanda ha cercato di rispondere un gruppo internazionale di ricercatori inglesi e italiani*, che hanno condotto uno studio raccogliendo informazioni su 587 componenti dei sistemi di sorveglianza dell’influenza negli animali di 99 Paesi, attraverso i direttori dei rispettivi Servizi veterinari (94 Paesi) e tratti dalla letteratura. Un componente del sistema di sorveglianza è caratterizzato da: - tipo di sorveglianza (attiva, passiva, ecc.), - scopo (sistema nazionale o internazionale di sorveglianza, ricerca, ecc.), - finalità (rilevamento, monitoraggio, ecc.), - influenza target (aviare, equina, suina, pandemia influenzale), - popolazione bersaglio (animali domestici, selvatici, da compagnia). Lo studio ha evidenziato che, sebbene i sistemi di sorveglianza per i virus influenzali negli animali siano ampiamente implementati, meno dell’1% delle componenti analizzate sono dedicate specificatamente al rilevamento dei virus dell’influenza pandemica negli animali, e tutti questi riguardano esclusivamente i suini domestici. Questo lavoro mostra quindi la necessità di aumentare a livello mondiale la sorveglianza nei confronti dei virus influenzali potenzialmente zoonotici. Lo studio infine esprime alcune raccomandazioni: - i sistemi di sorveglianza per l’influenza negli animali hanno un elevato potenziale di fornire informazioni sui rischi di pandemia nell’uomo, se vengono messe in atto componenti integrate di sorveglianza o La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 basate sul rischio. I Paesi che implementano solo alcune componenti dovrebbero diversificare gli sforzi di sorveglianza per orientarli verso un maggior numero di virus influenzali e/o popolazioni animali; - per migliorare la preparazione di fronte a una pandemia bisogna privilegiare il controllo dei sottotipi a maggior rischio zoonosico, indipendentemente dalla loro importanza per le produzioni animali, la sanità e il commercio; - i test di routine per gli avicoli o i suini realizzati con fini differenti dalla preparazione a una pandemia possono e dovrebbero essere utilizzati per il rilevamento dei virus potenzialmente pandemici. Il rilevamento dei possibili caratteri di adattamento all’uomo dovrebbe far parte degli esami di laboratorio di routine per i virus di cui si sospetta un potenziale zoonotico; - i metodi di laboratorio come la PCR o l’isolamento dei virus sono le migliori metodiche. I Paesi sono anche incoraggiati a selezionare con regolarità i sottotipi dei virus da sequenziale per caratterizzarli geneticamente; - la notifica periodica dei risultati della sorveglianza (incluse le attività di sorveglianza del settore privato o nell’ambito della ricerca) e l’accesso internazionale a importanti o particolari scoperte sono importanti quanto l’inserimento delle sequenziazioni dei virus nei database di genetica pubblici e l’interscambio di virus vivi con la comunità scientifica internazionale. ▲ * Von Dobschuetz S, De Nardi M, Harris KA, Munoz O, Breed AC, Wieland B, Dauphin G, Lubroth J, Stärk KD e Consortium Flurisk. Influenza surveillance in animals: what is our capacity to detect emerging influenza viruses with zoonotic potential? Epidemiol Infect. 2014;9:1-18. 27 FILIERE Riproduzione della bovina da latte Adattare il box parto alle esigenze comportamentali della bovina 2009) e di distocie (Schuenemann et al., 2011). Questi risultati suggeriscono che spostare le bovine in una fase delicata del parto può pregiudicarne il normale comportamento e aumentare la lunghezza del travaglio. Che tipo di ambiente preferisce la bovina durante il parto Uno studio ha mostrato che che le bovine alloggiate al chiuso gradiscono restare appartate durate il parto se sono da sole, mentre se alloggiate in coppia questo aspetto è indifferente. Questi aspetti andrebbero tenuti in considerazione nella realizzazione dei box parto per migliorare il benessere animale. L a University of British Columbia in Canada e la Aarhus University in Danimarca hanno condotto alcune prove sperimentali volte a inquadrare quali possono essere gli effetti della gestione e delle strutture sul comportamento delle bovine da latte nella fase del parto. Quando spostare la bovina in un box individuale in vista del parto Katy L. Proudfoot, Margit Bak Jensen e Marina A.G. von Keyserlingk hanno condotto uno studio per verificare se lo spostamento di animali durante i diversi stadi del parto (vedere riquadro) può interferire con l’andamento di quest’ultimo. Un gruppo di pluripare in asciutta è stato alloggiato su lettiera; gli animali sono stati spostati in box individuali adiacenti in momenti diversi: - prima del manifestarsi di qualunque segno di parto; - circa 12 ore prima del parto, quando compaiono i segni del primo sta- 28 dio (coda rialzata, perdita di latte dai capezzoli, rilassamento dei legamenti del bacino); - circa 4 ore prima del parto, quando iniziano le contrazioni addominali e si ha la fuoruscita di muco sanguinolento dalla vulva. Nei soggetti spostati prima del parto e all’inizio del primo stadio il secondo stadio aveva una durata di circa 60 minuti, simile a quello di altre prove sperimentali (Schuenemann et al., 2011; Barrier et al., 2012). Queste bovine si trovavano in decubito nel corso dell’ultima ora del parto, comportamento giudicato normale in questa fase (Schuenemann et al., 2011). Al contrario, le bovine spostate durante la parte finale del primo stadio mostravano un secondo stadio più prolungato e trascorrevano meno tempo sdraiate rispetto alle altre; ciò si associa a una maggiore incidenza di processi infiammatori nel primo giorno di lattazione, così come a una superiore incidenza di natimortalità (Gundelach et al., Per determinare il tipo di situazione ambientale che una bovina predilige al momento del parto, gli autori hanno svolto due prove, tenendo conto del fatto che uno degli atteggiamenti più frequenti consiste nella ricerca dell’isolamento; ciò tuttavia non è sempre possibile nelle normali condizioni di allevamento al chiuso. Nella prima prova è stato allestito un box parto caratterizzato da due settori su lettiera: una lettiera “aperta” di 7,3 x 2,4 m, in cui gli animali potevano vedere gli operatori e le altre bovine, e una lettiera “nascosta” di 6,1 x 2,4 m, circondata da una barriera di legno compensato alta 2,4 m che impediva la vista del resto della stalla (Proudfoot et al., 2014). Le bovine entravano nel box circa 3 giorni prima della data prevista del parto ed erano sorvegliate da tele- FASI DEL PERIODO DI TRANSIZIONE E DEL PARTO PERIODO DI TRANSIZIONE a) steaming up (ultime tre settimane di gravidanza); b) parto; c) prime tre settimane di lattazione. PARTO STADIO 1 - il vitello assume la posizione adeguata e la cervice comincia a dilatarsi; STADIO 2 - ha inizio quando il vitello si muove attraverso il canale del parto e termina quando ne esce; in questa fase di solito la bovina si trova sdraiata; STADIO 3 - espulsione della placenta. camere per registrare la zona prescelta per il parto. Quando la bovina si trovava sola nel box, essa tendeva a partorire nella zona “nascosta”, ma solo se il parto si verificava durante il giorno; infatti l’81% dei soggetti che partorirono di giorno scelse la zona riparata. Se invece il parto si verificava di notte, non vi era differenza di scelta per l’una o l’altra area. Quando erano alloggiate a coppie, le bovine partorivano più volentieri nella zona “aperta”, indipendentemente dal momento della giornata, tuttavia, man mano che il momento del parto si avvicinava, tendeva ad aumentare il tempo trascorso lontano dalle compagne. Nella seconda prova si fece uso di un box parto individuale più piccolo e più pratico, dotato di un pannello di compensato alto 1,5 m lungo la metà dei muri del box, allo scopo di creare un angolo appartato da una parte e una sorta di “finestra” dall’altra; in questo modo la bovina poteva avere un contatto visivo con le compagne alloggiate nel box di asciutta. La maggioranza delle bovine (15 su 19, pari al 79%) partorì nella zona appartata del box. Le conclusioni che si possono trarre da questi due esperimenti sono che le bovine alloggiate al chiuso gradiscono restare appartate durate il parto; la ricerca di un disegno ottimale del box destinato al parto (creando degli angoli appartati con pannelli o balle di paglia) può quindi contribuire al benessere della bovina e alla piena espressione del suo comportamento materno. Ricerche successive potranno individuare eventuali altri benefici del parto “appartato”, quali ad esempio la riduzione delle distocie e della mortalità neonatale. ▲ Timeo Fonte: Proudfoot KL, Bak Jensen M, von Keyserlingk MAG. Maternity Pen Design and Management From the Cow’s Perspective. 2014 Tri-State Dairy Nutrition Conference proceedings, pp. 93-101. La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 Per un rapido successo Baytril® Inject è la risposta più innovativa contro le malattie respiratorie di suino e bovino e le mastiti da E. coli: grazie alla nuova formulazione è in grado di apportare più elevate concentrazioni di principio attivo dove serve con una sola somministrazione, sempliÄcando il trattamento e accelerando la guarigione Bayer S.p.A. Divisione Sanità Animale Viale Certosa 130 - 20156 Milano Per informazioni tecniche 02 39782972 Per informazioni commerciali 02 39782369 BAYTRIL_INJECT_250x330.indd 1 Baytril Inject (Enrofloxacin) soluzione iniettabile 100 mg/ml per bovini e suini. PER UN RAPIDO SUCCESSO 10/12/13 16:32 FORMAZIONE CONTINUA ANIMALI DA COMPAGNIA Caso clinico UN CASO DI OSTEOCONDRODISPLASIA in uno Scottish fold Alcuni studi sulla razza hanno dimostrato che questo incrocio è associato ad osteocondrodisplasia. e malattie della crescita ossea e cartilaginea sono rare e possono essere suddivise in due gruppi: • le disostosi corrispondono allo sviluppo anormale di un solo osso o di una parte di esso; • le osteocondrodisplasie sono caratterizzate da un’ossificazione endocondrale o intramembranosa anormale. Lo Scottish fold è una razza nata in Scozia negli anni ’60 dall’incrocio tra gatti di razza “locale” e il British shorthair. Si caratterizza principalmente per le orecchie piegate in avanti, causate dal ripiegamento delle cartilagini auricolari nelle prime 3-4 settimane di vita. Alcuni studi sulla razza hanno dimostrato che l’incrocio tra Scottish fold è associato ad osteocondrodisplasia. Di conseguenza, questi accoppiamenti furono proibiti in Inghilterra, ma non negli Stati Uniti, prima di riprendere anche in Europa. Questo articolo descrive un caso clinico di osteocondrodisplasia. L Caso clinico • Uno Scottish fold maschio, castrato, di 4 anni, vaccinato e sverminato, viene condotto dal veterinario per difficoltà locomotorie e dolori articolari presenti da almeno una settimana. Il proprietario ha notato la presenza di gonfiori articolari. • L’esame clinico evidenzia riluttanza ai movimenti, dolore alla palpazione dei gomiti e dei tarsi e versamenti a carico di queste articolazioni e dei carpi. 30 • L’esame radiografico rivela anchilosi dei tarsi secondaria a una proliferazione ossea periarticolare esuberante, liscia e netta, a carico delle articolazioni tibiotarsiche, intertarsiche e tarsometatarsiche, associata a gonfiore articolare. • La diagnosi differenziale include la poliartrite (di origine infettiva o immunomediata) o una malattia congenita (osteocondrodisplasia). Si eseguono le analisi del sangue e alcune centesi articolari. I test per i virus dell’immunodeficienza e della leucemia feline (FeLV/FIV) sono negativi, così come la PCR (Polymerase chain reaction) per la ricerca di Borrelia, Calicivirus, Coronavirus, Ehrlichia, Anaplasma, emobartonelle e Leishmania. La citologia del liquido sinoviale fa sospettare un’artropatia degenerativa (assenza di batteri e cellule infiammatorie). Per esclusione, viene emessa la diagnosi di osteocondrodisplasia. • Si prescrivono una terapia a base di corticosteroidi, alla dose di 1 mg/kg/die, per il trattamento dell’infiammazione e del dolore, un regime alimentare specifico per le articolazioni e un’integrazione con glucosamina e condroitin solfato. La deambulazione migliora nel giro di 48 ore. Gli antinfiammatori steroidei vengono poi ridotti progressivamente nell’arco di 15 giorni. • Alla visita di controllo, 2 settimane dopo, l’animale si mostra più attivo e anche il dolore sembra attenuato. Ma qualche giorno dopo la sospen- Da ricordare • L’osteocondrodisplasia colpisce tutti i gatti Scottish fold, con sintomi più o meno marcati, in funzione dello stato di omozigosi o eterozigosi della mutazione genetica coinvolta. • È importante informare precocemente i proprietari. • Le lastre radiografiche devono essere consigliate fin dalla comparsa dei primi sintomi. sione dei corticosteroidi, ricompare la zoppia; si prescrive quindi meloxicam per 1 settimana, che ripristina una deambulazione normale. Ma anche in questo caso, alla sospensione del trattamento, il gatto torna a zoppicare. Si instaura quindi un trattamento a lungo termine, alla dose minima efficace. Lastra radiografica del tarso e del gomito destri. Notare la proliferazione ossea periarticolare esuberante, liscia e netta. La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 FORMAZIONE CONTINUA Il ripiegamento in avanti delle orecchie, caratteristiche dello Scottish fold. Discussione La presenza del fenotipo “folded ears” nello Scottish fold è dovuta all’espressione del gene Fd, che causa uno sviluppo anomalo della cartilagine delle orecchie e delle articolazioni distali degli arti, più marcato in quelle di tarso, metatarso, falangi e gomito. La cartilagine interessata determina una frizione anomala tra le ossa e, di conseguenza, una degenerazione prematura e accelerata del- l’articolazione. Le alterazioni cartilaginee possono essere individuate fin dall’età di 7 settimane, ma sono visibili all’esame radiografico e all’esame clinico dopo circa 6 mesi. Si osservano irregolarità nella dimensione e nella forma a livello di tarsi, carpi, metacarpi, metatarsi, falangi e della regione caudale della colonna vertebrale, associate alla diminuzione dello spazio articolare e a una proliferazione ossea periarticolare esuberante. L’ereditarietà del fenotipo “folded ears” è di tipo autosomico dominante; gli animali omozigoti (Fd/Fd) sviluppano una grave osteocondrodisplasia, mentre gli eterozigoti (Fd/fd) manifestano sintomi di minor gravità e a insorgenza più tardiva. Nel caso clinico descritto, considerando i segni clinici e radiografici e l’età dell’animale, probabilmente si tratta di un gatto eterozigote. Il trattamento è palliativo e l’obiettivo è quello di ridurre il dolore per migliorare la qualità di vita. Diverse sono le opzioni disponibili. È possibile testare un trattamento a base di antinfiammatori e antalgici, come nel caso descritto. Le molecole più frequentemente impiegate sono gli antinfiammatori non steroidei (FANS) o steroidei e i trattamenti a lungo termine con meloxicam si sono rivelati efficaci e con pochi effetti secondari. In letteratura è stato descritto anche il ricorso alla radioterapia palliativa, la cui efficacia è riconducibile a una riduzione dell’esostosi tarsale e dei segni clinici a lungo termine (più di 2 anni di sopravvivenza). Tuttavia, questi trattamenti devono essere valutati caso per caso, poiché i gatti eterozigoti manifestano sintomi meno gravi. Inoltre, il trattamento farmacologico può essere sufficiente. Altri studi riportano gli effetti benefici dell’artrodesi. Queste due opzioni terapeutiche possono essere prese in considerazione quando i segni clinici si limitano a una o a qualche articolazione, cosa che si riscontra raramente. In caso di artrodesi, si posiziona una placca da osteosintesi con un’angolazione di 135° (posizione fisiologica dell’articolazione) tra la tibia e le ossa del metatarso, in modo da impedire il movimento di queste articolazioni. Questa soluzione, tuttavia, viene proposta raramente, tenuto conto del carattere multicentrico della malattia e delle conseguenze sulla locomozione di eventuali artrodesi multiple. ▲ Javier Rincon, Adrien Aertsens, Guillaume Ragetly* *Diplomato Dacvs e Decvs. PER SAPERNE DI PIÙ • Chang J, Jung J, Oh S et al. Osteochondrodysplasia in three Scottish fold cats. J Vet Sci 2007; 3: pp. 307-309. • Malik R, Allan GS, Howlett CR et al. Osteochondrodysplasia in Scottish fold cats. Aust Vet J 1999; 77: pp. 85-92. • Hubler M, Volkert M, Kaser-Hotz B, Arnold S. Palliative irradiation of Scottish fold osteochondrodysplasia. Vet Radiol Ultrasound 2004; 45: pp. 582-585. • Takanosu M, Takanosu T, Suzuki H, Suzuki K. Incomplete dominant osteochondrodysplasia in heterozygous Scottish fold cats. J Small Anim Pract 2008; 49: pp. 197-199. • Mathews KG, Koblik PD, Knoeckel MJ et al. Resolution of lameness associated with Scottish fold osteodystrophy following bilateral ostectomies and pantarsal arthrodeses: a case report. J Anim Hosp Assoc 1995; 31: pp. 280-288. La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 31 FORMAZIONE CONTINUA LA PULCE E L’ELEFANTE A CURA DI GRUNIN Kissing bugs e morbo di Chagas Parassiti dai Tropici: triatomini e tripanosomi C ari amici, appassionati di storie e di scienza, di pulci e di elefanti, ben trovati! La redazione de La Settimana Veterinaria, ci ha chiesto di continuare, anche per quest’anno, a raccontare di parassiti che occupano tanta parte del nostro mondo professionale. Sarà per me un piacere farvi compagnia, con qualche racconto, mentre in attesa di un cliente o davanti a un caffè vi dedicate alla lettura di questa rivista. Un appuntamento bimestrale, alla ricerca di un sorriso, per raccontare del quotidiano. In questa nuova stagione scriveremo di artropodi, dei microrganismi da essi trasmessi e delle patologie da essi indotte, ma soprattutto di storie reali, di uomini, di animali, di ricercatori e pensatori che hanno vissuto con una dose di sfrontatezza, e perché no, di audacia, le avventure della professione. Oggi ci spostiamo in centro e in Sud America, Paesi caldi, dalla storia recente, semplice, dal ritmo veloce della capoeira. Paesaggi tropicali, profumati di goiaba e abacaxi, di caffè e tapioca con cocco. Culture così lontane che solo chi le conosce le può comprendere appieno. Paesi dai parassiti esotici, dai nomi roboranti (come i “bossi ligustri o acanti”, nel Giardino dei limoni in Ossi di seppia, di Montale) ove si narrano storie di amori e passioni a ritmo di samba ma anche storie di cimici che baciano (kissing bugs) e che possono uccidere (assassin bugs). Che il viaggio abbia inizio! Triatomini e Trypanosoma cruzi: un incontro caliente! Dove, se non nella caliente America Latina avrebbero potuto svilupparsi le cosiddette “kissing bugs”? Insetti dal nome così dolce e sensuale, che nessuno potrebbe sospettare capaci di determinare reazioni anafilattiche, 32 a volte mortali, in soggetti predisposti o di trasmettere Trypanosoma cruzi, agente del morbo di Chagas. Meglio forse il più crudo e severo cimici assassine (ecco, una delle differenze tra l’approccio sudamericano e quello europeo). Scegliete un po’ voi cosa preferite, ma attenti comunque alla loro puntura. I Reduvidi (vedere foto 1) inclusi nella sottofamiglia Triatominae (sottordine Heteroptera, famiglia Reduviidae) sono insetti diffusi nell’emisfero occidentale, Cina, Australia e India. Nel Nuovo Mondo queste cimici, presenti tra 42° N e 42° S di latitudine, sono endemiche in America Centrale e Meridionale. Inoltre, le più recenti segnalazioni indicano come le popolazioni di kissing bugs siano in movimento verso il nord del continente in Texas, New Mexico, California e Arizona. A oggi, le 140 specie di triatomini sono distinte in 17 generi, tutti caratterizzati da comportamento ematofago (mammofilico o ornitofilico). Gli adulti misurano 20-28 mm in larghezza, 8-10 mm in larghezza e presentano una testa allungata, a forma di cono (da qui il termine anglosassone di conenose bugs). Il nome kissing bugs, invece, si riferisce alle specie di triatomini che sono solite baciare la vittima umana sulle labbra. In Brasile sono definite anche barbeiros poiché prediligono il volto delle persone come zona di alimentazione. Dopo il bacio fatale, una femmina di triatomina può deporre fino a 200-300 Foto 1. Esemplari adulti di Triatoma juazeirensis (Cortesia Rafael Antonio do Nascimento Ramos). uova dalle quali emergono le ninfe (miniature dell’adulto ma prive di ali), anch’esse ematofaghe, che raggiungono lo stadio adulto dopo cinque mute ninfali. Come un silenzioso killer, i triatomini si aggirano, di notte, in prossimità del domicilio della vittima (nido, letto o tana che sia), mentre trascorrono il giorno nascoste tra gli anfratti degli alberi, delle mura o sotto i mobili. Con il giungere del crepuscolo, attratte dalle luci artificiali, queste cimici si mettono affannosamente alla ricerca del pasto di sangue e di un ignaro, assopito, ospite, attratte dal calore corporeo e dalla CO2 da questo emessi. Per tale motivo, le specie con ecotopo domestico, Triatoma infestans, Panstrongylus megistus e Rhodnius prolixus, guarda caso i principali vettori del morbo di Chagas, sono abbondanti nelle camere da letto. La saliva dei triatomini contiene potenti molecole ad azione anestetica per cui le vittime di questi tremendi baciatori sono destate soltanto a pasto ultimato, in preda a prurito e gonfiore fastidioso. Tuttavia, in soggetti Foto 2. Baracche sul mare nell’area predisposti, si ossertropicale del nord est del Brasile: vano reazioni allergiambienti ideali per lo sviluppo delle che, con debolezza, cimici (gennaio 2015). sudorazione profusa e nausea, fino allo shock anafilattico. Ma non è soltanto della saliva di questi insetti che ci dobbiamo preoccupare. Infatti, queste cimici sono vettori di alcuni tripanosomi. Per esempio, Trypanoso- ma cruzi ha escogitato un espediente alternativo per assicurarsi un’efficace trasmissione dal suo ospite invertebrato a quello vertebrato attraverso le feci del triatomino (da qui il termine di tripanosoma stercorario). Infatti, considerando che il protozoo è incapace di penetrare attraverso la cute intatta dell’ospite, esso attende nelle feci dalla cimice (sotto forma di tripomastigote metaciclico) che sono deposte puntuali sull’ospite. Così, attraverso il varco aperto dalla puntura del vettore o la lesione causata dalla reazione pruriginosa, avviene l’infezione dell’ospite. Tuttavia, T. cruzi può guadagnare l’appartato circolatorio dell’ospite attraverso la mucosa integra, congiuntivale o gastrica (ecco il motivo per il quale le cimici preferiscono il viso per alimentarsi). In alternativa, la trasmissione può avvenire mediante trasfusioni di sangue, via materno-fetale o trapianti di organi. Infine, l’ingestione di alimenti contaminati dalle feci dei triatomini, come il succo di canna da zucchero, una prelibatezza nel nord est del Brasile (vedere foto 2) e in molte altre aree del Sud America, è annoverata come ulteriore via di trasmissione della tripanosomiasi. T. cruzi nell’uomo A oggi, si stima che 25 milioni di persone siano a rischio di infezione e 7-8 milioni siano infette da T. cruzi, con più di 10 mila decessi dovuti al morbo di Chagas nel solo anno 2008. I primi sintomi della malattia compaiono 6-10 giorni dall’infezione, nel momento in cui i tripomastigoti del protozoo danneggiano le cellule del sistema reticolo-endote- La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 liale, le cellule miocardiche e quelle del sistema nervoso. Durante la forma acuta, i sintomi clinici sono aspecifici e caratterizzati da febbre, epatomegalia, anormalità nel tracciato elettrocardiografico. La maggior parte dei pazienti entra nella cosiddetta fase latente che progredisce verso quella cronica, caratterizzata da aritmie, insufficienza cardiaca congestizia per dilatazione cardiaca (cardiomiopatia chagasica cronica), e, raramente, megacolon e megaesofago. Sebbene la prognosi della patologia sia grave in soggetti neonati e anziani, le miocarditi o meningoencefaliti mortali sono sempre più di frequente segnalate in pazienti affetti da HIV. Insomma, stiamo parlando di una patologia che ha segnato la storia della ricerca e del genere umano. Numerosi studi, infatti, indicano come, fin dall’epoca pre-Colombiana, T. cruzi abbia influenzato la vita dei primi abitanti del continente. Infatti, il DNA del patogeno è stato amplificato da mummie Chinchorro di 9.000 anni fa. Queste popolazioni furono le prime ad abbandonare uno stile di vita nomade in favore di uno sedentario favorendo quindi il contato con le cimici e il T. cruzi. Allo stesso modo, il passaggio alla società agricola ha promosso la deforestazione, fattore tuttora correlato con l’aumento della prevalenza della malattia di Chagas. Un monito per il futuro? Charles Darwin già nel 1853, molto prima della scoperta della relazione che lega la cimice a questa patologia, nel 1909, scriveva del suo spiacevole incontro, nelle Pampas, con una benchuca (una specie di Reduvius) che si arrampicava sul corpo, provocando un ovvio senso di disgusto. Questo racconto, associato alla prolungata patologia enterica e nervosa di cui Darwin soffriva, ha portato alcuni storici a ipotizzare che il padre della teoria evolutiva fosse affetto dal morbo di Chagas. Ma solo a partire dal 1908 è stato possibile dare un nome a questo male, grazie all’impressionante lavoro di Carlos Chagas (1879-1934), batteriologo brasiliano il quale descrisse in pochi anni tutto ciò che c’era da sapere sull’omonimo morbo. Il lavoro di Chagas non può che suscitare un sentimento di ammirazione. Infatti, sebbene molti dei suoi colleghi avessero concluso, erroneamente, che lo strano morbo che imperversava nel continente fosse una forma rara di leishmaniosi umana, Chagas, controcorrente, dimostrò che nella vita bisogna sempre aspettarsi l’inaspettato. Questo, il senso della ricerca… a tutte le latitudini. ▲ PER SAPERNE DI PIÙ • Russell RC, Otranto D, Wall RL. The Encyclopedia of Medical and Veterinary Entomology. Cab Interantional, luglio 2013. • Steverding D. The history of Chagas disease. Parasites and Vectors, 2014;7:317. • Urdaneta-Morales S. Chagas’ disease: an emergent urban zoonosis. The caracas valley (Venezuela) as an epidemiological model. Frontiers in Public Health, 2014; 2:265 La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 33 FORMAZIONE CONTINUA ESOTICI A CURA DI KIUMARS KHADIVI-DINBOLI Marsupiali Squilibri alimentari nel petauro dello zucchero I l petauro dello zucchero (Petaurus breviceps) chiamato anche “scoiattolo volante”, è un marsupiale delle foreste pluviali di Nuova Guinea, Indonesia e Australia. In natura questi animali si nutrono prevalentemente di linfa degli alberi di eucalipto e acacia, gum (prodotto dagli alberi di acacia in risposta a lesioni), manna, nettare e pollini di fiori e frutta. Non disdegnano inoltre, a integrazione alla dieta, insetti e aracnidi e occasionalmente uova, rettili, piccoli volatili e piccoli mammiferi. Questi animali in primavera ed estate sono principalmente insettivori, nei mesi invernali si nutrono di linfa e nettare degli alberi. In cattività il petauro non ha lo stesso fabbisogno energetico che in natura ma è importante cercare di avvicinarsi il più possibile all’alimentazione naturale, composta per circa il 70% da frutta e verdura e per il restante 30% da proteine animali. La dieta di questo marsupiale dev’essere ricca in carboidrati, proteine e contenere un rapporto calcio/fosforo bilanciato. Poiché non esistono alimenti ad hoc reperibili in Italia, occorre che la dieta contenga una parte di frutta dolce e matura molto varia (ad esempio, mela – preferibilmente delle varietà di colore rosso –, papaya, uva, pera, fichi e lamponi; in minore quantità banana, kiwi, mango e fragola, in quanto non hanno un rapporto calcio/fosforo ottimale) e un’ampia varietà di verdure, disponibili secondo stagione. La frutta e la verdura in genere non devono essere sminuzzate, in quanto i petauri hanno un apparato masticatore adatto a rosicchiare anche alimenti interi, ma devono essere fresche e lavate (attenzione agli antiparassitari) e somministrate a temperatura ambiente. Inoltre, è importante rimuovere gli avanzi del gior- 34 no precedente prima che inizino a deteriorarsi. La dieta deve contenere proteine, meglio se costituite da insetti, reperibili nei negozi che vendono rettili o di caccia e pesca. L’ideale sarebbe somministrare grilli, locuste e lombrichi, che però non sono facilmente gestibili in una gabbia. Un buon compromesso è dato dalle camole della farina e, in minor grado, dalle camole del miele. Si possono utilizzare occasionalmente piccoli roditori (pinky), volatili, uova, carne in pezzettini, tofu e mangimi per volatili insettivori. In genere, è sconsigliato l’uso di croccantini per cani, gatti e furetti ma, in caso di necessità, si possono offrire pochi croccantini per cani o gatti di alta qualità, con formulazione dietetica light. Il cibo può essere ulteriormente arricchito con yogurt o formaggio fresco (tipo fiocchi di latte o ricotta). Il corretto bilanciamento di calcio e fosforo prevede un rapporto di 2:1, mantenendo una buona quantità di FORMULA DIETETICA BML • ½ tazza di miele • 1 uovo sodo sgusciato • ¼ tazza di succo di mela • 100 ml di succo di frutta misto yogurt • 1 cucchiaino di integratore multivitaminico per rettili • 2 cucchiaini di integratore a base di calcio e vitamina D3 per rettili • 2 vasetti di omogeneizzati di pollo (totale 150 ml) • ¼ di tazza di germe di grano • ½ tazza di cereali (misti o farina d’avena) Il tutto, mescolato, può essere surgelato e suddiviso in porzioni adatte, secondo necessità. © Andrea Groppelli Questo piccolo animale è soggetto a diverse patologie che spesso originano da un’alimentazione non sempre corretta. Chiamato anche “scoiattolo volante”, il petauro dello zucchero è un marsupiale delle foreste pluviali di Nuova Guinea, Indonesia e Australia. carboidrati e proteine. Gli alimenti solitamente utilizzati per arricchire la dieta del petauro tendono a squilibrare questo rapporto in favore del fosforo, ma l’utilizzo del calcio carbonato oppure integratori di calcio (vitamina D3 senza fosforo) possono riequilibrarlo. Per chi avesse difficoltà a bilanciare la dieta, ne è stata formulata una di nome BML (Bourbon’s modified leadbeater’s) (vedere riquadro) da utilizzare insieme alla verdura mista e alla frutta fresca in rapporto 1:1:1. Gli alimenti da evitare solitamente sono zuccheri raffinati, dolci e cioccolata. La frutta secca (ad esempio, noci, nocciole, arachidi, semi di girasole, ecc.) non è adatta al petauro perché è troppo grassa e povera di calcio; può essere usata invece come leccornia o premio, a patto che sia al naturale e non salata. Patologie causate da errori alimentari Obesità L’obesità è spesso osservata nei petauri dello zucchero. L’abuso di fonti proteiche, come carne grassa e uova, oltre al frequente ricorso a frutta secca e dolci, sono la maggior causa di obesità. Inoltre, i petauri in cattività non dispongono di ambienti molto ampi e il cibo ad libitum rappresenta un fattore predisponente la patologia. L’obesità può a sua volta provocare cardiopatie, epatopatie e patologie pancreatiche. La diagnosi si basa sull’osservazione dell’animale e raccogliendo l’anam- nesi circa l’ambiente e l’alimentazione domestici. In caso di dubbi, l’esame radiografico rivela l’eccesso di adipe. La terapia consiste nella correzione della dieta, diminuendo la quantità di cibo somministrata, eliminando alimenti ad alto contenuto di grassi (frutta secca, ecc.), rendendo la carne più magra asportando le parti grasse e la pelle e aumentando il consumo di frutta e verdura. L’aumento dell’attività fisica è di notevole aiuto, ampliando lo spazio a disposizione, spostando la ciotola del cibo lontano dalla tana e offrendo diversivi nella gabbia (ad esempio, rami, liane e ruote di dimensioni e fattezze adeguate) e favorendo qualche escursione fuori dalla gabbia. Tuttavia, il rapido dimagrimento non è indicato perché potrebbe provocare un danno epatico nonché la perdita di massa muscolare. Malnutrizione La malnutrizione è dovuta a una dieta inadeguata e porta a sua volta a ipoglicemia, ipocalcemia, ipoproteinemia e anemia. Ipoglicemia L’ipoglicemia nei petauri può avere diverse origini e dipendere, ad esempio, da un deficit di carboidrati nella dieta. Infatti, l’alimentazione del petauro in natura consiste prevalentemente in linfa, gum, manna e nettare, cibi molto ricchi in carboidrati. Inoltre, il suo metabolismo è estremamente rapido e, senza un La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 © Copyright 2015. Tutti i diritti riservati – Comunicazione riservata ai Medici Veterinari La scheda tecnica di SOFTIFLOX® e la bibliografia completa sono disponibili presso l’Ufficio Tecnico Merial. www.merial.it - [email protected] La nuova protezione antibatterica, senza compromessi • BATTERICIDA AD AMPIO SPETTRO: ideale nella terapia delle infezioni della cute, dei tessuti molli, delle vie respiratorie (cane e gatto) e urinarie (cane). • PIÙ EFFICACE: la marbofloxacina garantisce concentrazioni ematiche e tissutali più elevate e persistenti rispetto ai fluorchinoloni classici, come l’enrofloxacina. • MIGLIORE TOLLERABILITÀ: studi clinici hanno evidenziato che non è necessario modificare la terapia in cani con insufficienza renale cronica moderata1. Non causa alterazioni retiniche nei gatti, anche a 10 volte la dose raccomandata2. • PIÙ PRATICO E CONVENIENTE: è in compresse masticabili ed aromatizzate e può essere somministrato anche con il cibo. 3 CONFEZIONI PRATICHE E CONVENIENTI 5 mg - 14 cpr • 20 mg - 7 cpr • 80 mg - 7 cpr 1 - Lefebve HP, Schneider M, Dupoy,V et Al. Effect of experimental renal impairment on disposition of marbofloxacin and its metabolites in the dog. J VET PHARMACOL THER 1998;221:453-461. 2 - The Veterinary Medicine Expert Committee on Drug Information. USP Veterinary Pharmaceutical Information Monographs - Antibiotics. J VET PHARMACOL THER 2003. 26 (suppl);87-109. IL FLUORCHINOLONE MERIAL PER LE INFEZIONI DEL CANE E DEL GATTO 000 - Adv Softiflox Settimana Veterinaria 250x330.indd 1 19/01/15 11.23 FORMAZIONE CONTINUA © Andrea Groppelli integratori per favorire il ripristino dei valori del sangue ed eventualmente fluidoterapia). La dieta del petauro dello zucchero dev’essere ricca in carboidrati, proteine e contenere un rapporto calcio/fosforo bilanciato. Ipoproteinemia e anemia L’ipoproteinemia e l’anemia sono dovute a diete povere di proteine e sostanze adeguate. Gli animali vittime di questa carenza si presentano cachettici, deboli, insicuri nella deambulazione, spesso lenti, depressi e dormono la maggior parte del tempo; le mucose sono pallide e, nei casi più gravi, possono apparire petecchie emorragiche sottocutanee e gonfiori edematosi. Queste condizioni, a lungo andare, 36 possono provocare danni al fegato e ai reni. La diagnosi viene effettuata mediante anamnesi, segni clinici ed eventualmente analisi ematica. Si può prelevare una quantità di sangue fino a un massimo dell’ 1% del peso dell’animale, ma prima è necessario valutare molto bene lo stato del paziente. Il prelievo solitamente richiede una sedazione profonda o l’anestesia. I vasi accessibili possono essere la vena cava craniale, la giugulare o l’arteria tibiale mediale. La terapia consiste nella correzione repentina della dieta e in una terapia sintomatica (somministrazione di © Andrea Groppelli adeguato apporto nutrizionale, può andare incontro a ipoglicemia. Quest’ultima può insorgere anche per altri fattori patologici: neoplasie, setticemie, malassorbimento, ecc. Inizialmente si manifesta con una forte debolezza, difficoltà di deambulazione e di movimento, ipotermia e tremori, per arrivare a crisi convulsive anche fatali. La diagnosi si basa sull’anamnesi, sulla valutazione dei sintomi ed eventualmente sul controllo della glicemia: il range di riferimento è di 130-183 mg/dl. Durante una crisi ipoglicemica il primo soccorso consiste nel somministrare all’animale linfa o nettare o, se non disponibili, miele. Lo zucchero raffinato non è indicato perché metabolizzato troppo rapidamente. Inoltre spesso è necessario riscaldare il paziente perché tende facilmente all’ipotermia, che aggrava ulteriormente la situazione, indebolendo la vittima e impedendone l’assunzione di cibo. Ipocalcemia L’ipocalcemia è una delle più frequenti patologie riscontrate nel petauro, in genere causata da un’errata dieta e malnutrizione, soprattutto nei soggetti giovani in fase di crescita, in gravidanza e nell’allattamento. Sia l’osteodistrofia nutrizionale, anche nota come metabolic bone desease (MBD) o malattia ossea metabolica (MOM), che l’iperparatiroidismo nutrizionale secondario sono patologie dovute a uno squilibrio del rapporto calcio/fosforo. Sono causate da un’alimentazione carente di calcio o, più facilmente, da un eccesso di fosforo nella dieta. Come già precisato, il corretto rapporto calcio/fosforo nella dieta di un petauro dovrebbe essere di 2:1, questo rapporto è difficilmente raggiungibile in cattività senza l’utilizzo di integratori a base di solo calcio. I sintomi che si possono riscontrare nel corso di una visita ambulatoriale sono: paralisi o paresi degli arti posteriori (dovute a deformazione della testa del femore o della regione pelvica, oppure a collasso o fratture patologiche della colonna vertebrale con compressione o lesione del midollo spinale), debolezza, deformazioni pelviche, difficoltà di movimento, gonfiore addominale, perdita di coordinazione, tremori, fino a crisi tetaniche e morte. L’ipocalcemia ha inoltre effetto sia sui muscoli Per favorire l’attività fisica del petauro dello zucchero in cattività, si può ampliare lo spazio a disposizione, spostando la ciotola del cibo lontano dalla tana e offrendo diversivi nella gabbia (ad esempio, rami, liane e ruote di dimensioni e fattezze adeguate) e favorendo qualche escursione fuori gabbia. a fibre striate che lisce, e questo porta a disfunzioni intestinali (fino all’arresto della peristalsi e al blocco intestinale funzionale) e a un grave scompenso cardio-polmonare per l’interessamento di miocardio, muscoli intercostali e diaframma. La diagnosi delle patologie dovute a uno squilibrio alimentare si basa principalmente sull’anamnesi alimentare e sui segni clinici. Di ausilio risultano anche gli esami radiografico ed ematologico. La diagnosi radiologica può rilevare una diminuzione generalizzata della densità ossea (osteoporosi) e la presenza di eventuali fratture patologiche. L’esame ematochimico volto a determinare il livello di calcio e fosforo sierico può essere molto utile per confermare la diagnosi, ma soprattutto per definire un piano terapeutico efficace. Occasionalmente, nella fase iniziale della patologia, i valori di calcio e di fosforo possono risultare normali perché il metabolismo tende a richiamare calcio dai tessuti per riequilibrare i valori ematici. Ma con il progredire della malattia, la calcemia tende a scendere e la fosforemia aumenta. Un rapporto Ca/P invertito è un segno altamente indicativo di MBD. La terapia da mettere in atto deve essere tempestiva: per prima cosa si deve maneggiare l’animale con molta delicatezza data la facilità con cui le ossa possono fratturarsi. L’osteodistrofia, se diagnosticata in tempo, è reversibile e i soggetti giovani hanno un recupero più repentino. Il paziente affetto da osteodistrofia nutrizionale va costretto in uno spazio di dimensioni contenute per limitare la possibilità di movimento ed evitare così lesioni o fratture. Se il paziente è in grado di alimentarsi autonomamente, si corregge opportunamente la dieta. Per somministrare il calcio si possono cospargere o nutrire gli insetti-preda con calcio carbonato. Se il paziente non può alimentarsi o è in uno stato di nutrizione non soddisfacente, si procede all’alimentazione forzata dopo una terapia opportuna per riattivare le funzionalità organiche. Si correggono inoltre eventuali deficit nell’idratazione secondo i consueti canoni terapeutici. La terapia da attuare è calcio gluconato a un dosaggio di 100 mg/kg ogni 12 ore per via parenterale, con integrazione in vitamina D3. ▲ La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 GESTIONE APPUNTI DI PSICOLOGIA A CURA DI ALESSANDRO SCHIANCHI Tecniche psicologiche in ambulatorio Supera lo stress con la “mystic cool” Il rientro al lavoro dopo le vacanze natalizie può essere causa di notevole stress tra i colleghi: qualche consiglio per affrontarlo al meglio, utilizzando la mente in modo creativo. “S offia un vento molto caldo in questi primi giorni dell’anno nuovo”, pensa il dott. Rossi dinanzi all’ingresso della sua clinica, mentre un lancinante mal di testa gli suggerisce di non aprire la porta e ritornare tra le coperte – ancora calde – del suo letto. Anche se il caro veterinario ritiene responsabile della sua pulsante cefalea l’ingorgo di cibi e bevande che si è regalato nella settimana di Natale, si sa che, dopo ogni periodo di relax, ricominciare di nuovo il duro impegno lavorativo quotidiano può mettere in crisi anche il più resistente dei professionisti. Alcuni autori, che si sono occupati di studiare lo stress e i modi migliori per affrontarlo, suggeriscono che il metodo più efficace per superare ogni difficoltà consista nel riuscire a raggiungere uno stato di calma e chiarezza interiore, utilizzando la propria mente in modo creativo (approccio “mystic cool”). Viktor Frankl, uno psichiatra sopravvissuto ai campi di sterminio nazisti, durante il suo periodo di prigionia intuì che, qualunque siano le circostanze esterne, “l’ultima delle libertà umane è scegliere il proprio atteggiamento in ogni circostanza che ci troviamo a vivere, scegliere la propria strada”. La calma che ognuno di noi riesce a raggiungere in certi momenti, secondo lo studioso, ci rende più forti di qualunque disavventura ed è il fattore principale che determina la sopravvivenza di alcune persone rispetto ad altre, in quelle situazioni che ne mettono a rischio la vita. Sfortunatamente, la capacità di mantenere la calma nelle situazioni critiche, così da poter scegliere con lucidità la soluzione migliore al problema, appartiene solamente al 10% della popolazione. La notizia positiva è che la restante parte delle persone che ne è sprovvista può comunque apprenderla. Secondo il dott. Al Siebert (“The resiliency advantage”), gli ostacoli che 38 si frappongono alla calma e alla chiarezza del pensiero sono di tipo emotivo e frequentemente legati alla sensazione di perdere il controllo o sentirci oppressi dalla paura per un risultato che potrebbe non arrivare. Il dott. Rossi ben ricorda come questa sensazione riaffiori durante qualche intervento chirurgico particolarmente complesso o in quelle dense nottate di pronto soccorso. La sensazione di perdere il controllo, come reazione emotiva, spesso affonda le sue radici nell’opacità delle nostre convinzioni riguardanti quello che possiamo o non possiamo controllare. Se è vero che la sensazione di aver perso il controllo di una certa situazione può renderci ansiosi o depressi, è anche vero che nella complessità della vita quotidiana è realisticamente impossibile controllare la maggior parte degli avvenimenti, come chiaramente ammette Rehinold Niebur in una sua famosa preghiera: “Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare e la saggezza di distinguere ciò che posso cambiare da ciò che non posso”. Il dott. Rossi, secondo questa scuola di pensiero, dovrebbe sforzarsi di accettare che il suo potere di controllo è ben poca cosa nei confronti della grande variabilità intrinseca alla natura degli accadimenti, e che questa sua illusione di poter controllare ogni evento aumenta inevitabilmente le sue probabilità di fallire. Il controllo totale, un’illusione Un buon metodo per rendersi conto di quanto sia erronea la nostra convinzione di poter controllare gli eventi consiste nel giocare con la fantasia, cimentandosi a visualizzare un evento particolarmente stressante accaduto nel passato. Una volta che siamo riusciti a rappresentarci la situazione quasi come ci trovassimo all’interno di un film in cui siamo i protagonisti, occorre associare a questa rappresentazione gli stessi pensieri e dipingerla con le medesime tonalità emotive realmente provate durante lo svolgersi dei fatti, trascrivendo, nella parte sinistra di un foglio bianco, almeno sei fatti chiave accaduti durante la situazione e valutabili in termini di qualità di controllo. Per renderci realmente conto di quanto siano effimere le nostre convinzioni in fatto di controllo, nella parte destra del foglio, a ognuno dei fatti elencati, occorrerà attribuire un punteggio da 0 a 5, associando il valore 0 all’assenza totale di controllo e al valore 5 l’assoluta padronanza sulla situazione. Il dott. Rossi, sedutosi alla scrivania e ricordando la litigata con il proprietario del Labrador del mese precedente, elenca tutta una serie di punti critici con le rispettive valutazioni riguardo alla sua personale percezione di controllo. - Il signor Storti arriva in clinica affannato perché il suo cane, ora dispnoico, ha divorato un piccolo oggetto di gomma che gli si è conficcato in trachea: possibilità di controllo 0. - L’uomo all’arrivo in clinica è già adirato, indisponente e refrattario ai “buoni consigli” perché ha appena finito di litigare con la moglie sbadata, che ritiene responsabile di aver lasciato il suo oggetto a “portata di bocca del cane”: possibilità di controllo 0. - È venerdì sera all’ora di chiusura quando il dott. Rossi lo vede entrare e la pianificazione dei turni ha voluto che il suo migliore anestesista sia partito qualche ora prima per un weekend al mare: possibilità di controllo 0. - Il dottore decide comunque di intervenire in emergenza, senza tentare di reclutare al telefono almeno uno tra i suoi fedeli collaboratori: possibilità di controllo 5. - Nel corso dell’intervento, si rompe il pulsi-ossimetro e deve quindi affidare il controllo dell’attività cardiaca del paziente al suo fidato stetoscopio: possibilità di controllo 1. - Il cane esce a malapena dall’intervento per via di un’anomalia cardiaca insorta nella fase di risveglio e che i routinari esami clinici non avevano rivelato: possibilità di controllo 3. - Nonostante le insistenze del dott. Rossi e la sua ragionevole richiesta di ricovero, il signor Storti rientra a casa con il Labrador in cattive condizioni e l’indomani sporge denuncia al veterinario: possibilità di controllo 2. Giunto a fine lista, il dott. Rossi, nonostante si senta come allora ancora pienamente responsabile dell’accaduto, annota la somma dei punteggi attribuiti ai punti chiave, ma basta uno sguardo distratto al foglio per rendersi subito conto che il valore raggiunto di 11 è ben lontano dal risultato che avrebbe ipoteticamente ottenuto se, nello svolgersi dei fatti, avesse avuto il controllo totale, ossia un punteggio di 35. Dinnanzi alla pagina decorata da frasi e numeri, un sorpreso veterinario si rende finalmente conto che l’unico momento nel quale ha avuto la massima possibilità di controllo – e al quale ha attribuito il valore 5 – è stato quando, nell’incalzare della crisi, ha deciso di operare da solo, dando ascolto a un suo naturale atteggiamento. In quel frangente il dott. Rossi ha infatti creduto che nessuno dei colleghi fosse disposto a sacrificare il venerdì sera per corrergli in aiuto, ma di essere in grado di affrontare la situazione in sicurezza anche da solo. La tecnica del “reframing” In molte situazioni della vita, suggeriscono molte discipline psicologiche, il nostro atteggiamento è l’unica cosa sulla quale possiamo realmente disporre di un controllo totale. Probabilmente, in quei frangen- La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 GESTIONE © pathdoc - Fotolia Per affrontare con maggiore calma le situazioni più critiche un modo efficace è quello di immedesimarsi in anticipo nelle situazioni difficili, assumendo un determinato atteggiamento preparatorio, come suggerisce la tecnica del “reframing”. ti critici e nell’incalzare della crisi respiratoria del povero cane, un atteggiamento di maggiore fiducia nell’altrui disponibilità avrebbe fatto propendere il dottore verso una gestione prudenziale dell’emergenza. Quando siamo impegnati pacificamente in un lavoro, ci rendiamo conto che – magicamente – la memoria funziona meglio, le emozioni sono stabili e i fatti che ci accadono tendono ad essere neutri e non connotati da sensazioni negative. In queste rare occasioni di quiete possiamo apprezzare che il tempo, lo stress e i dubbi su noi stessi spariscono quasi immediatamente e ogni problema sembra risolversi da solo. Un modo efficace per affrontare con maggiore calma le situazioni più critiche è quello di immedesimarsi in anticipo nelle situazioni difficili, assumendo un determinato atteggiamento preparatorio, come suggerisce la tecnica del “reframing”. Questo metodo consiglia di raggiungere uno stato ottimale di calma attraverso un training au- La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 togeno, lungo un percorso di nove tappe: 1) Scegli un luogo o un momento che in passato ti hanno fatto sentire felice, cerca di renderlo intenso e reale. Rimani in questo stato finché non ti sentirai profondamente rilassato. 2) Porta alla mente una situazione o una persona che dovrai affrontare nel futuro e che percepisci come difficile e particolarmente stressante. 3) Trasporta in questa situazione il sentimento di felicità e pace che hai appena provato. 4) Visualizza te stesso come persona tranquilla e piena di energia anche in una situazione come questa. 5) Distogli la mente dal risultato finale che vorresti ottenere o dalla paura di fallire, ma lascia piuttosto la mente aperta a ogni possibilità. 6) Accetta che possa accadere qualunque cosa, ma sii consapevole che nulla di tutto questo potrà rubarti la quiete raggiunta, né opprimerti, né farti paura. 7) Se sono coinvolte altre persone, immagina di riuscire a farti capire con chiarezza e di essere in grado di ascoltare tutto quello che hanno da dire. 8) Immagina che il tuo senso di calma e di chiarezza rimanga immutato, a prescindere da ciò che gli altri facciano o non facciano. 9) Alla fine dell’incontro, visualizza te stesso in pace, continuando a sentirti fiducioso e pieno di energia, qualunque sia il risultato. Nella penombra di una finestra affacciata su di un giardino, dinanzi a un foglio di carta segnato da qualche scarabocchio, seduto alla scrivania in una comoda poltrona della clinica veterinaria, un serafico dott. Rossi si perde a scrutare il cielo, librandosi tra le nuvole, come se quello fosse il migliore dei suoi giorni. ▲ PER SAPERNE DI PIÙ • Goedwey DJ. “Mistyc Cool”, trad. it. S. Belli, S. Bruschini: “Supera lo stress con la mente creativa”. Ed. BIS; Cesena. 2012. 39 DAI FATTI... ALLE OPINIONI SPIGOLATURE A CURA DI OSCAR GRAZIOLI Regole e professione Nuove norme sui farmaci, ma anche nuove confezioni! H o sempre stigmatizzato la mancanza di regole che caratterizza la professione di chi fa il veterinario e si occupa di animali da compagnia, tanto da avere tentato la sorte di un’associazione i cui membri autocertificassero una decina di regole da seguire nelle proprie strutture, a garanzia dei diritti dell’animale in cura e di quelli, non meno importanti, del suo proprietario. Inizialmente sembrava che l’idea piacesse a un discreto numero di colleghi, che poi sono andati scemando a tal punto da costringere a chiudere baracca e burattini. Colpa dei dirigenti? Colpa dei colleghi? Non saprei di preciso e non ho francamente neanche più voglia di rifletterci sopra. Me la cavo con un vecchio adagio che si trasmette alle giovani generazioni, almeno dalle nostre parti, quando si verifica un grave dissidio, una separazione, un divorzio: “Per fare un fosso ci vogliono due rive”. Se siamo carenti di regole che qualifichino la nostra professionalità, non dico ogni giorno, ma piuttosto di frequente ci piovono sul capo norme che sembrano (e lo sono) studiate apposta per renderci la vita professionale sempre più ardua, sempre più complicata e la rabbia cresce (almeno in me), quando queste direttive arrivano a ciel sereno, normalmente riportate da un informatore, oppure in una pausa durante un consulto telefonico con un collega che, a sua volta l’ha saputo da una collega che però non era ben sicura ma forse… “Scusa se esco, per un secondo, dal caso che stiamo discutendo, ma tu l’hai saputa la faccenda dei 28 giorni?;, “Cosa, che 28 giorni?”; “Beh, mi ha detto la tal collega che l’ha saputo da un’altra che però non sapeva se era vero che, d’ora in poi tutti i flaconi a tappo perforabile, una volta aperti, dovranno essere utilizzati entro un tempo massimo di 28 giorni, altrimenti vanno smaltiti”. Sicuramente sarà colpa nostra, che non leggiamo le Gazzette Ufficiali (tra un Couto e un Di Bartola ci starebbero anche quelle), certamente sarà arrivata da qualche parte tramite qualche associazione o sindacato, ma nella nostra struttura la faccenda dei 28 giorni è arrivata più o meno così, come il proiettile vagante che colpisce l’innocente che cammina per strada. A parte il fatto che è semplicemente ridicolo stampare sul flacone da 50 ml la scadenza datata tre anni dopo, quando poi lo si deve smaltire (sia chiaro, non gettare), ancora pieno per tre quarti, dopo quattro settimane, sarei veramente curioso di sapere quali sono gli organismi veterinari che sono stati interpellati e che hanno potuto dire la loro su una normativa che potrebbe anche indurre al sorriso se non ci fosse da piangere. La specialità scade dopo tre anni se conservata nei termini dovuti, ma va eliminata 28 giorni IN BREVE Fondazione Onaosi: aumentano gli interventi a favore degli assistiti La Fondazione Onaosi ha reso noto il nuovo Piano annuale degli interventi 2014/15, che contiene le indicazioni delle prestazioni e dei servizi da erogare nell’anno accademico e scolastico 2014/15 a favore degli assistiti. La Fondazione ha reperito risorse di bilancio per un valore di 1 milione 250 mila euro per aumentare l’entità economica delle prestazioni in denaro da erogare agli assistiti, destinando tali risorse anche per nuove tipologie di intervento in favore dei disabili, figli e orfani di contribuenti. Tra le novità, introdotte a partire dall’anno scolastico e accademico 2014/15, vi sono l’aumento dei contributi base a domicilio per gli studenti universitari e per gli studenti della scuola secondaria di II grado e del contributo omnicomprensivo per gli universitari ospiti del Collegio universitario di Perugia e del Centro formativo di Napoli. Altri interventi sono volti a incentivare il profitto e il merito nello studio: è stato raddoppiato il premio di laurea per gli assistiti in regola con il corso di 40 studi; il numero delle borse di studio per il perfezionamento della lingua all’estero passa da 150 a 200; è stato introdotto un nuovo contributo per coloro che conseguono la laurea triennale nell’ultima sessione dell’anno accademico (senza iscriversi fuori corso) e che sono impossibilitati a iscriversi contestualmente alla laurea specialistica biennale successiva. I contributi in denaro che saranno erogati agli assistiti ammontano a circa 19 milioni 250 mila euro e si diversificano in base alla scolarità, con integrazioni differenziate in ragione di fattori quali l’essere studente “fuori sede” o l’appartenere a nuclei familiari con reddito insufficiente. I contributi vengono erogati agli assistiti a partire dall’età prescolare e fino alla formazione post-laurea (il limite di età per beneficiare dei contributi è 30 anni). La spesa totale per prestazioni e servizi ammonta a circa 30 milioni 200 mila euro. Fonte: Onaosi dopo la sua apertura. Perché? Ma perché si può inquinare. E se io uso sempre aghi sterili, durante il prelievo, perché dovrebbe inquinarsi dopo 5 volte che l’ho utilizzata? E perché dopo 28 giorni e non, che so 54 o 72 o 89. Chi ha stabilito e in base a quali studi che, nelle strutture veterinarie, i flaconi a tappo perforabile sì inquinano dopo quattro settimane dalla loro apertura? Qualcuno ha per caso una casistica di ascessi o peggio flemmoni o peggio setticemie dovute all’uso di flaconi a tappo perforabile che fino a ieri usavamo magari per sei mesi, un anno o comunque fino alla data di scadenza? Sarebbe interessante fare un’indagine sul numero di ascessi riscontrati, dopo iniezione sottocutanea, o di setticemie dopo iniezione endovenosa, di flaconi a tappo perforabile ancora in uso dopo sei mesi o un anno, come si usava fare normalmente e legalmente fino a ieri. Ci fosse almeno la possibilità di utilizzare flaconi a tappo perforabile da 10 ml. Si prendano gli antibiotici di uso più comune, che so l’amoxicillina o l’enrofloxacina per esempio. Abbiamo forse a disposizione flaconi da 10 ml? No, tutti da 50. Idem per gli steroidi, ampiamente usati in campo veterinario, come il prednisolone iniettabile. E chi terrà più l’acepromazina che magari serve una volta ogni due mesi per determinati protocolli anestesiologici, quando si sa già che il flacone da 10 ml andrà smaltito quasi completamente pieno? Non mi soffermo sul propofol, l’anestetico per induzione ormai di maggiore impiego, il cui flacone da 20 ml andrebbe smaltito immediatamente dopo la sua prima apertura e uso. Tanto per quel che costa non vale la pena parlarne. Ben vengano i nuovi farmaci ad uso veterinario, magari in una scatola che contiene 10 o 20 fialette, buone ancora dopo tre anni dall’apertura della confezione. ▲ La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 IN VETRINA Felici senza leishmaniosi: il Mese della prevenzione con Virbac! Anche il veterinario può vincere ogni giorno! LA LEISHMANIOSI CANINA È UNA MALATTIA MORTALE. LA PREVENZIONE È L’UNICA ARMA PER MANTENERE IL CANE SANO E FELICE I l Mese della prevenzione è un’iniziativa promossa da Virbac, azienda da sempre in prima linea nella lotta contro la leishmaniosi canina, con il patrocinio di Anmvi. Scopo principale dell’iniziativa è sensibilizzare i proprietari sull’importanza di una prevenzione precoce contro questa pericolosa malattia, che può mettere a rischio la vita del cane. Il medico veterinario riveste in questo senso un ruolo centrale nella diffusione di una corretta informazione prima di tutto sui rischi connessi a questa patologia, sia per il cane che per l’uomo, ma anche su come proteggere il cane dal contagio e sull’importanza di una prevenzione precoce attraverso i test diagnostici e il vaccino. Al Mese della prevenzione è abbinato il concorso Felici senza leishmaniosi che permette a proprietari e veterinari di vincere ogni giorno. Come aderire al Mese della prevenzione Per aderire al Mese della prevenzione, basta registrarsi sul sito web dedicato www.veterinari.felicisenzaleishmaniosi.it. Con la registrazione il veterinario riceverà un costante aggiornamento sui materiali relativi al concorso e potrà aderire gratuitamente a una FAD sulla leishmaniosi Canina sviluppata da Anmvi e Scivac che sarà presentata ufficialmente al congresso Scivac di Rimini. Da questo spazio web si potranno scaricare tutti i materiali da esporre nell’ambulatorio e nella sala d’attesa: la locandina e il poster del Mese della prevenzione. Il veterinario potrà inoltre scaricare tutti i codici gioco che desidera, per fornirli ai proprietari dei cani che eseguono i test diagnostici Speed Leish K, Speed Duo Diro Leish K e Speed Duo Leish K Ehrli per partecipare al concorso. Ogni volta che il proprietario gioca un codice vincente, anche il veterinario associato al codice di gioco vince in automatico. Tutti i veterinari che aderiranno al Mese della prevenzione verranno indicati sul sito www.felicisenzaleishmaniosi.it. Come partecipare al concorso “Felici senza leishmaniosi” Tutti i proprietari che effettueranno il test diagnostico presso uno degli ambulatori veterinari che aderiscono all’iniziativa Mese della prevenzione potranno sapere immediatamente se il cane è sano e partecipare al concorso di Virbac Felici senza leishmaniosi. Aderire è molto semplice: il proprietario deve recarsi presso uno degli ambulatori veterinari che aderiscono all’iniziativa Felici senza leishmaniosi dal 16 febbraio al 16 marzo, sottoporre il proprio cane al test diagnostico Virbac per la leishmaniosi: un semplice prelievo di sangue è sufficiente per scoprire immediatamente La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 Oggi, solo in Europa, ci sono più di 2,5 milioni di cani infetti. In Italia la leishmaniosi è diffusa lungo tutta la costa tirrenica, ionica e adriatica, isole comprese. Sono inoltre presenti focolai sparsi anche nel resto del Paese e nell’ultimo decennio si sta assistendo a un aumento di incidenza e diffusione geografica della malattia. La leishmaniosi canina è chiaramente curabile da un punto di vista dei sintomi così da garantire al cane una buona qualità di vita, ma praticamente inguaribile dal punto di vista parassitologico. La prevenzione della malattia ha quindi un ruolo chiave per preservare la salute del cane. La miglior strategia è quella di potenziare il sistema immunitario del cane con l’utilizzo del vaccino CaniLeish. Con l’uso di antiparassitari esterni ad azione repellente è inoltre possibile se il cane ha già contratto la malattia. Dopo aver effettuato il test il veterinario fornirà al proprietario un codice gioco per registrarsi sul sito IL MESE DELLA PREVENZIONE Dal 16 febbraio al 16 marzo i proprietari di cani che richiederanno il test diagnostico Speed Leish K, Speed Duo Diro Leish K e Speed Duo Leish K Ehrli, al medico veterinario che aderisce al Mese della prevenzione e all’iniziativa Virbac Felici senza leishmaniosi, potranno vincere immediatamente una ricarica telefonica e partecipare all’estrazione per un week end con la famiglia e il cane presso un Hotel Best Western. Se vince il proprietario vince anche il suo veterinario! Infatti il medico veterinario che effettua il test diagnostico per la leishmaniosi ai cani suoi pazienti può vincere ogni giorno ricariche telefoniche da 10 € e partecipare all’estrazione finale di 3 Buoni carburante del valore di 300 €. prevenire la trasmissione dell’infezione riducendo il rischio di puntura del flebotomo. Combinare i due metodi è il modo migliore per proteggere il cane da questa insidiosa patologia. Il primo passo per la prevenzione, però, è scoprire se il cane sia già stato contagiato e lo si può fare sottoponendolo al test. Fondamentale è quindi il ruolo del medico veterinario, per la diffusione di una maggior consapevolezza sui rischi della malattia e una corretta educazione sulla profilassi e la prevenzione. Fai conoscere ai proprietari i rischi che corrono i cani a causa della leishmaniosi, puoi aiutarli a scoprire se stanno facendo di tutto per proteggere il cane da questa pericolosa malattia. Puoi informarli sull’importanza della prevenzione, attraverso il test e il vaccino, e consigliarli sull’uso corretto di antiparassitari esterni! www.felicisenzaleishmaniosi.it e scoprire subito se ha vinto una delle cinque ricariche telefoniche da 10 €, in palio ogni giorno. Potrà inoltre partecipare automaticamente all’estrazione finale di un week end per tutta la famiglia (2 adulti e 1 bambino) presso un hotel della catena Best Western, con la possibilità di portare anche il cane e partecipare insieme a lui ad alcune divertenti attività. Inoltre, grazie al proprietario, anche il medico veterinario potrà vincere. Per i cani dai sei mesi di vita in poi e con test negativo, il veterinario potrà procedere alla vaccinazione. È bene informare i proprietari che il vaccino può essere effettuato in qualsiasi periodo dell’anno ma bisogna agire preventivamente per arrivare all’estate (e quindi al periodo di maggior diffusione dei vettori della malattia) con il cane maggiormente protetto contro la leishmaniosi. Regolamento completo su: www.felicisenzaleishmaniosi.it Per maggiori informazioni contattare Virbac o l’informatore scientifico della propria zona. 41 CALENDARIO 2015 ASSOCIAZIONE ITALIANA VETERINARI PICCOLI ANIMALI Congresso MULTISALA “TERAPIA VETERINARIA” Bentivoglio BO, 11-12 aprile AIVPA-Gruppo di Studio ONC NUOVI CONCETTI E APPROCCI TERAPEUTICI IN DERMATOLOGIA ONCOLOGICA Bentivoglio BO, 11 aprile CARDIEC SITOV Gruppo di Studio ANC Comunicazioni libere L'approccio Cardiec al caso clinico: la cardiologia non è sempre un rompicapo Patologie ortopediche e terapie di supporto alla chirurgia del cane Gestione dei problemi respiratori e cardiovascolari negli uccelli Sessione Comunicazioni orali e poster a tema libero e Gruppo di Studio OTC Bentivoglio BO, 12 aprile AIVPAFE - Gruppo di Studio ECG GISPEV Gruppi di Studio GE-ODT Gruppo di Studio ABC Conferenza / Confronto TECNIVET Epatopatie e pancreatite nel gatto: vecchi e patologie, nuovi approcci al problema Approccio terapeutico al paziente neonato e pediatrico: cosa fare e cosa non fare ! Nuovi concetti terapeutici in Gastroenterologia Terapia comportamentale College Europei: riconoscimento legale in Italia Il tecnico veterinario nella pratica clinica Montecatini Terme, 7-8 febbraio AIVPA - Gruppo di Studio ANC ECM 20,8 per cat. MEDICO VETERINARIO Corso Teorico Pratico Citopatologia negli Animali Non Convenzionali Ferrara, 23-24 maggio Corso teorico-pratico AIVPA – CeLeMaSche RICERCA RADIOGRAFICA DELLE MALATTIE SCHELETRICHE E/O EREDITARIE DEL CANE (HD -ED-SP) Matelica MC, 3-4 ottobre Corso teorico-pratico AIVPA - Gruppo di Studio ANC CHIRURGIA DEGLI ANIMALI NON CONVENZIONALI Sede da definire, 11 ottobre Seminario AIVPA – Gruppo GE PATOLOGIE DELL'APPARATO DIGERENTE: discussione di casi clinici interattivi Ferrara, 24-25 ottobre Corso teorico-pratico AIVPA – CeLeMaSche RICERCA RADIOGRAFICA DELLE MALATTIE SCHELETRICHE E/O EREDITARIE DEL CANE (HD-ED-SP) Novara, 24-25 ottobre Seminario AIVPA- Gruppo di Studio ECG in coll con Istituto Veterinario di Novara EMERGENZE NEUROLOGICHE Matelica (MC), 22 novembre Corso teorico-pratico AIVPA -Gruppo di Studio GE GASTROENTEROLOGIA ENDOSCOPICA Rivoli (TO), 22 novembre Seminario GISPEV - Gruppo di Studio ECG LA GRAVIDANZA, IL PARTO E LA NASCITA, QUANDO DEGLI EVENTI FISIOLOGICI DIVENTANO URGENZE ASSOCIAZIONE ITALIANA VETERINARI PATOLOGIA FELINA Bologna, 22 febbraio Giornata di Studio AIVPAFE Napoli, 22 marzo Giornata di Studio AIVPAFE ECM 3 per cat. MEDICO VETERINARIO L'APPARATO URINARIO: punto debole del gatto DERMATOLOGIA FELINA Bentivoglio BO, 12 aprile Riunione AIVPAFE – Gruppo di Studio AIVPA “ECG” all’interno del Congresso Multisala AIVPA EPATOPATIE E PANCREATITE NEL GATTO: vecchie patologie, nuovi approcci al problema Mestre (VE) 26-27 settembre Congresso Nazionale AIVPAFE ECM 6,80 per cat. MEDICO VETERINARIO PERCORSO ONCOLOGICO NEL GATTO: tumori del SNC, ossei , intratoracici e dell’apparato digerente Salerno, 8 novembre Giornata di Studio AIVPAFE MALATTIE VIRALI ASSOCIAZIONE CARDIOLOGI ED ECOGRAFISTI CLINICI VETERINARI Bentivoglio BO, 11 aprile Riunione CARDIEC all’interno del Congresso Multisala AIVPA L'APPROCCIO CARDIEC AL CASO CLINICO: la cardiologia non è sempre un rompicapo Castelguelfo BO, 17-19 aprile Corso teorico-pratico CARDIEC (Base) ECOGRAFIA ADDOMINALE Roma, 10 maggio Seminario CARDIEC Milano, giugno Corso CARDIEC –OVIC per Osservatori CARDIOPATIE EREDITARIE Sede da definire Corso teorico-pratico CARDIEC (Avanzato) ECOGRAFIA ADDOMINALE Perugia, ottobre Seminario CARDIEC GLI SHUNT PORTOSISTEMICI: DALLA CLINICA ALLA DIAGNOSTICA CARDIOPATIE EREDITARIE DEL CANE GRUPPO ITALIANO STUDIO PEDIATRIA VETERINARIA Bentivoglio BO, 12 aprile Riunione GISPEV all’interno del Congresso Multisala AIVPA APPROCCIO TERAPEUTICO AL PAZIENTE NEONATO E PEDIATRICO: COSA FARE E COSA NON FARE ! Teramo, 23 maggio Seminario GISPEV Giornata di Aggiornamento per Veterinari e Allevatori Cinofili LA RIPRODUZIONE DEL CANE: non più solo un hobby per l’allevatore Rivoli To 22 novembre Seminario GISPEV - Gruppo di Studio ECG LA GRAVIDANZA, IL PARTO E LA NASCITA, QUANDO DEGLI EVENTI FISIOLOGICI DIVENTANO URGENZE SOCIETÀ ITALIANA TRAUMATOLOGIA E ORTOPEDIA VETERINARIA Matelica MC, 13-14 marzo Corso Specialistico SITOV OSTEOTOMIE CORRETTIVE NEL TRATTAMENTO NELLA ROTTURA DEL LEGAMENTO CROCIATO NEL CANE Bentivoglio BO, 11 aprile Riunione SITOV all’interno del Congresso Multisala AIVPA PATOLOGIE ORTOPEDICHE E TERAPIE DI SUPPORTO ALLA CHIRURGIA DEL CANE Corso Teorico Pratico SITOV OSTEOSINTESI INTERNA: Chiodi, Placche DCP, Placche a stabilità angolare. Dalla Teoria alla Pratica. Montegrotto T. (PD), 6-7 novembre Per informazioni: Via Marchesi 26D 43126 Parma - tel. 0521-290191 fax 0521-291314 [email protected] www.aivpa.it AGENDA Legenda ■ animali da compagnia ■ animali da reddito ■ filiere ■ altro ✔ programma pubblicato su questo numero GENNAIO ■ 29 gennaio 2015 Benessere dell’animale da laboratorio e animal care, a Milano, presso la Sala Napoleonica di Palazzo Greppi, via Sant’Antonio 10, organizzato dall’Università degli Studi di Milano Informazioni: Dipartimento di Scienze veterinarie per la salute, la produzione animale e la sicurezza alimentare, via Celoria 10 – 20133 Milano, tel. 02 50 31 79 79; fax 02 50 31 79 19; e-mail: [email protected]; Web:http://www.unimi.it ■ 29 - 31 gennaio 2015 9° Simposio invernale di medicina del cane e del gatto. Medicina d’urgenza anche nel mio ambulatorio, ad Andalo (TN), presso il Palazzo dei Congressi, viale del Parco 1, organizzato dal Dipartimento di Scienze veterinarie e sanità pubblica dell’Università degli Studi di Milano e da Merial Informazioni: MV Congressi spa, via Marchesi 26D - 43126 Parma, tel. 0521 09 01 91; fax 0521 29 13 14, e-mail: [email protected]; Web:http://www.merialneve2015.mvcon gressi.com www.mvcongressi.com ✔ ■ 30 - 31 gennaio 2015 Ematologia e citologia nel cane e nel gatto. 1° Corso teorico-pratico: ematologia base, a Perugia, presso la Facoltà di Medicina veterinaria, via S. Costanzo 4, organizzato dalla Facoltà di Medicina veterinaria di Perugia Informazioni: Per informazioni contattare la dott.ssa Arianna Miglio, tel. 075 58 57 610; fax 075 58 57 606, e-mail: [email protected]; Web:http://www.aivpa.it ✔ ■ 31 gennaio - 1 febbraio 2015 Corso di Ematologia, a Salò (BS), presso la Clinica veterinaria S. Antonio, via Montale 2, organizzato dalla Clinica veterinaria S. Antonio Informazioni: Clinica veterinaria S. Antonio, via Montale 2 - 25087 Salò (BS), tel. 0365 52 25 23 oppure 0365 21 596; ISTRUZIONI Gli eventi contrassegnati con il simbolo % Club sono convenzionati con il Club degli Abbonati pertanto lo sconto indicato all’interno del simbolo verrà riconosciuto a tutti gli abbonati ai periodici veterinari di Le Point Vétérinaire Italie al momento dell’iscrizione. Visita il sito www.clubdelveterinario.it fax 0365 21 596, e-mail: [email protected]; Web:http://www.clinicasantantonio.it ✔ ■ 31 gennaio - 1 febbraio 2015 Corso pratico di Chirurgia, a Roma, presso l’Hotel Petra & Residence, via Sante Vandi 124, organizzato dall’Unione italiana medici veterinari (Unimedvet) Informazioni: Per informazioni contattare la sig.ra Anna Cori, tel. 339 88 63 591; e-mail: [email protected]; Web:http://www.unimedvet.it ✔ Come comunicare un evento da inserire in Agenda La Settimana Veterinaria Via Medardo Rosso, 11 - 20159 Milano Tel.: 02 60 85 23 34 (Monica Viacava) Fax: 02 668 28 66 E-mail: [email protected] • Quali eventi vengono pubblicati? La redazione si riserva il diritto di pubblicare gli eventi nel calendario e gli interi programmi sulla base del loro interesse per il lettore e dello spazio disponibile. • L’inserzione è gratuita o a pagamento? L’inserzione di un evento è gratuita. Per esigenze particolari, come programmi completi, riquadrare il testo o inserirvi un logo, rivolgersi all’ufficio pubblicità: Tel.: 02 60 85 23 20 E-mail: [email protected] • Qual è il termine ultimo per l’invio di un programma? Il più presto possibile prima della manife- FEBBRAIO ■ 5 - 7 febbraio 2015 Corso intermedio di Ecografia (addome patologico), a Salò (BS), presso la Clinica veterinaria S. Antonio, via Montale 2, organizzato dalla Clinica veterinaria S. Antonio Informazioni: Clinica veterinaria S. Antonio, via Montale 2 - 25087 Salò (BS), tel. 0365 52 25 23 oppure 0365 21 596; fax 0365 21 596, e-mail: [email protected]; Web:http://www.clinicasantantonio.it ■ 6 - 8 febbraio 2015 Corso pratico di Ecografia addominale. I livello, a Roma, presso l’Hotel Artis, via Roberto Fancelli 3, organizzato dall’Unione italiana medici veterinari (Unimedvet) Informazioni: Per informazioni contattare la sig.ra Anna Cori, tel. 339 88 63 591; e-mail: [email protected]; Web:http://www.unimedvet.it ✔ ■ 6 - 8 febbraio 2015 XXI Congresso internazionale Sive, a Pisa, presso il Palazzo dei Congressi, via Matteotti 1, organizzato dalla Società italiana veterinari per equini (Sive) Informazioni: Segreteria Sive, tel. 0372 40 35 02; e-mail: [email protected]; Web:http://www.sivecongress.it ■ 7 - 8 febbraio 2015 Seminario di Dermatologia: l’arte e il metodo, a Milano, presso l’Hotel Melià Milano, via Masaccio 19, organizzato dall’Unione italiana società veterinarie (Unisvet) Informazioni: Segreteria Unisvet, via Albani 55 - 20148 Milano, tel. 02 89 07 38 58; fax 02 99 98 30 65, e-mail: [email protected]; Web:http://www.unisvet.it ✔ ■ 10 febbraio 2015 Gli Ogm nella filiera agro-alimen- 44 stazione, in modo da lasciare ai lettori il tempo di iscriversi… Quando l’intervallo di tempo tra l’evento e l’arrivo in redazione è troppo breve (15 giorni prima della scadenza) non se ne garantisce la pubblicazione. • Come inviare il programma? La cosa migliore è inviarlo per e-mail. Qualora non fosse possibile, potete inviarlo per fax o per posta. • Che differenza c’è con il calendario? La parte “calendario” riprende solo il titolo, la data, il luogo di svolgimento e le informazioni. Vengono pubblicati solo i programmi che si svolgono successivamente alla data di pubblicazione del giornale. • Quante volte viene pubblicato un evento nel calendario? Ogni evento viene pubblicato almeno una volta prima della manifestazione, a seconda della data in cui giunge in redazione e degli eventi che si svolgono nella stessa data, il che condiziona lo spazio disponibile. tare: una rinuncia ragionata o un’opportunità non colta?, a Roma, presso l’Aula Pocchiari, Istituto superiore di sanità, viale Regina Elena 299, organizzato dall’Istituto superiore di sanità Informazioni: Istituto superiore di sanità, tel. 06 49 90 61 39; fax 06 49 90 23 63; e-mail: [email protected]; Web:http://www.iss.it ■ 12 - 13 febbraio 2015 Corso di Ventilazione di base, a Salò (BS), presso la Clinica veterinaria S. Antonio, via Montale 2, organizzato dalla Clinica veterinaria S. Antonio Informazioni: Clinica veterinaria S. Antonio, via Montale 2 - 25087 Salò (BS), tel. 0365 52 25 23 oppure 0365 21 596; fax 0365 21 596, e-mail: [email protected]; Web:http://www.clinicasantantonio.it ■ 20 - 21 febbraio 201 La patologia clinica con l’occhio dell’internista, a Salò (BS), presso la Clinica veterinaria S. Antonio, via Montale 2, organizzato dalla Clinica veterinaria S. Antonio Informazioni: Clinica veterinaria S. Antonio, via Montale 2 - 25087 Salò (BS), tel. 0365 52 25 23 oppure 0365 21 596; fax 0365 21 596, e-mail: [email protected]; Web:http://www.clinicasantantonio.it ■ 20 - 22 febbraio 2015 Complicato & complicanze, a Milano, presso l’Hotel Melià Milano, via Masaccio 19, organizzato dall’Unione italiana società veterinarie (Unisvet) Informazioni: Segreteria Unisvet, via Albani 55 - 20148 Milano, tel. 02 89 07 38 58; fax 02 99 98 30 65, e-mail: [email protected]; Web:http://www.unisvet.it ■ 20 - 22 febbraio 2015 Corso pratico di Citologia, I parte, a Roma, presso l’Hotel Artis, via Roberto La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 TO P ER BI NA APPOSITAM E ORMULATO EF T N ESS O ERE C M AGENDA [email protected] MARZO ■ 6 marzo - 29 maggio 2015 Fancelli 3, organizzato dall’Unione italiana medici veterinari (Unimedvet) Informazioni: Per informazioni contattare la sig.ra Anna Cori, tel. 339 88 63 591; e-mail: [email protected]; Web:http://www.unimedvet.it ■ 22 febbraio 2015 -16,5% Club Dermatologia felina, a Bologna, presso l’Hotel Europa, via Cesare Boldrini 11, organizzato dall’Associazione italiana veterinari patologia felina (Aivpafe) Informazioni: MV Congressi Spa, via Marchesi 26/d - 43126 Parma, tel. 0521 29 01 91; fax 0521 29 13 14; e-mail: [email protected] [email protected]; Web:http://www.aivpafe.it www.aivpa.it Benessere dell’animale da laboratorio e animal care, a Milano, presso il Dipartimento Vespa, Facoltà di Medicina veterinaria di Milano, via Celoria 10, organizzato dall’Università degli Studi di Milano Informazioni: Dipartimento di Scienze veterinarie per la salute, la produzione animale e la sicurezza alimentare, via Celoria 10 – 20133 Milano, tel. 02 50 31 79 79; fax 02 50 31 79 19; e-mail: [email protected]; Web:http://www.unimi.it. Accreditato ECM (50 crediti) ■ 26 - 28 febbraio 2015 Corso di Traumatologia ortopedica, a Salò (BS), presso la Clinica veterinaria S. Antonio, via Montale 2, organizzato dalla Clinica veterinaria S. Antonio Informazioni: Clinica veterinaria S. Antonio, via Montale 2 - 25087 Salò (BS), tel. 0365 52 25 23 oppure 0365 21 596; fax 0365 21 596, e-mail: [email protected]; Web:http://www.clinicasantantonio.it MARZO 3 International One Health Congress (Iohc), ad Amsterdam (Olanda), presso l’Amsterdam RAI Convention Centre, Europaplein 24, organizzato International One Health Congress Committee Informazioni: International One Health Congress Secretariat, tel. 0031 30 253 1142; fax 0031 6 205 412 89, e-mail: [email protected]; Web:http://www.iohc2015.com 7 European equine health and nutrition congress (Eehnc), a Bruges (Belgio), presso il Provincial Palace, organizzato dal 7th European equine health and nutrition congress Committee Informazioni: Secretary of the 7th European Equine Health and Nutrition Congress, tel. 0031 (0) 30 253 34 74; fax 0031 (0) 30 253 41 25, e-mail: [email protected]; Web:http://www.equinecongress.com/en/home FEBBRAIO ■ 9 - 13 febbraio 2015 Eurasia Veterinary Conference, a Sabah (Malesia), presso il Shangri La‘s Rasa Ria Resort, Kota Kinabalu, organizzato dall’Eurasia Veterinary Conference Committee Informazioni: Clinic of small animal Internal Medicine LMU University Munich Germany Verterinaerstr 13 80539 Munich PROGRAMMI ANIMALI DA COMPAGNIA ITALIA ■rd15 - 18 marzo 2015 ■th 26 - 27 marzo 2015 ■ 25 febbraio 2015 Itinerario di Medicina interna. Ematologia e malattie infettive, a Milano, presso l’Hotel Melià Milano, via Masaccio 19, organizzato dall’Unione italiana società veterinarie (Unisvet) Informazioni: Segreteria Unisvet, via Albani 55 - 20148 Milano, tel. 02 89 07 38 58; fax 02 99 98 30 65, e-mail: [email protected]; Web:http://www.unisvet.it ✔ Germany, e-mail: [email protected]; Web:http://www.eurasiavc.com/en/index.html La Settimana Veterinaria si sfoglia on line: più interattiva, più pratica, più immediata! www.pointvet.it 9° Simposio invernale di medicina del cane e del gatto. Medicina d’urgenza anche nel mio ambulatorio 29 - 31 gennaio 2015 Ad Andalo (TN), presso il Palazzo dei Congressi, viale del Parco 1 Organizzato dal Dipartimento di Scienze veterinarie e sanità pubblica dell’Università degli Studi di Milano e da Merial Programma Giovedì 29 gennaio LE PRIORITÀ QUANDO SI APRE LA PORTA DEL PRONTO SOCCORSO Chairman: Gualtiero Gandini - 14.45: Tutto ciò che posso fare per salvare la vita a un paziente dispnoico (P. Gaglio) - 15.30: I sintomi che più ci devono allarmare, come interpretarli per non commettere errori (M. Bertoli) - 16.45: Rx del torace in emergenza: quello che non c’è scritto sui libri... (G. Spattini) - 17.30: Radiologia del paziente traumatizzato: il punto di vista dell’ortopedico (M. d’Amato) - 18.15: Casi clinici interattivi Venerdì 30 gennaio QUELLO CHE I RELATORI (DI SOLITO) NON DICONO Chairman: Gualtiero Gandini - 14.45: I miei migliori errori (P. Gaglio) - 15.30: Rx dell’addome in emergenza: quello che non c’è scritto sui libri... (G. Spattini) - 16.45: I miei farmaci preferiti. La notte (M. Bertoli) - 17.45: Discussione di casi clinici SLALOM CON L’ORTOPEDICO TRA LE INSIDIE DEL GOMITO E DEL GINOCCHIO - 14.45: Tavola rotonda, con discussione di casi clinici (M. d’Amato, F. M. Martini) Sabato 31 gennaio UN PASSO AVANTI NEL PRONTO SOCCORSO Chairman: Gualtiero Gandini - 14.45: Ecofast per i non ecografisti: un semplice passo avanti (G. Spattini) - 15.30: Cosa devo sapere e fare al paziente pediatrico in emergenza? (M. Bertoli) - 16.45: Perché, quando e come fare una trasfusione di sangue (P. Gaglio) - 17.30: Casi clinici a sei mani SLALOM CON L’ORTOPEDICO TRA LE INSIDIE DEL GOMITO E DEL GINOCCHIO - 14.45: Tavola rotonda, con discussione di casi clinici (M. d’Amato, F. M. Martini) Informazioni MV Congressi spa, via Marchesi 26D 43126 Parma, tel. 0521 09 01 91; fax 0521 29 13 14, e-mail: [email protected]; Web:http://www.merialneve2015.mvcongressi.com www.mvcongressi.com Ematologia e citologia nel cane e nel gatto. 1° Corso teoricopratico: ematologia base 30 - 31 gennaio 2015 A Perugia, presso la Facoltà di Medicina veterinaria, via S. Costanzo 4 Organizzato dalla Facoltà di Medicina veterinaria di Perugia Programma Venerdi 30 gennaio - 8.30: Registrazione partecipanti - 8.45: Saluto delle Autorità. Presentazione finalità del corso - 9.00: Esame emocromocitometrico quanto ci aiuta nella pratica ambulatoriale (V. Mangili) - 10.45: Interpretazione dello striscio ematico: un grande supporto diagnostico (serie eritroide e piastrinica) (M. T. Antognoni) - 12.00: Interpretazione dello striscio ematico: un grande supporto diagnostico (serie leucocitaria) (A. Miglio) - 14.30: Esercitazioni pratiche presso il laboratorio di ematologia in 2 gruppi (a rotazione) affiancati dai docenti (M. T. Antognoni, V. Mangili, A. Miglio) Gruppo A: esecuzione esame emocromocitometrico, allestimento e preparazione dei campioni ematici, esecuzione strisci da buffy coat, colorazioni ematologiche (MayGrünwald Giemsa, Nuovo Blu di Metilene, Diff Quick), conteggio reticolocitario Gruppo B: corretto uso del microscopio, osservazione strisci ematici con microscopio multi-postazione. Discussione di casi clinici interattiva con lettura ed interpretazione dell’esame emocromocitometrico in relazione ai preparati ematologici osservati - 18.00: Termine della prima giornata del corso Sabato 31 gennaio - 9.00: Anemia e policitemia: eziologia e diagnosi differenziale (M. T. Antognoni) - 10.45: Leucocitosi e leucopenia: eziologia e diagnosi differenziale (A. Miglio) - 12.00: Trombocitosi e trombocitopenia: eziologia e diagnosi differenziale (M. T. Antognoni) - 14.30: Esercitazioni pratiche di ematologia in aula microscopi (postazioni singole) affiancati dai docenti (M. T. Antognoni, V. Mangili, A. Miglio) - 18.00: Verifica di apprendimento e fine del corso 46 La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 Informazioni Per informazioni contattare la dott.ssa Arianna Miglio, tel. 075 58 57 610; fax 075 58 57 606, e-mail: [email protected]; Web:http://www.aivpa.it Corso pratico di Chirurgia 31 gennaio - 1 febbraio 2015 A Roma, presso l’Hotel Petra & Residence, via Sante Vandi 124 Organizzato dall’Unione italiana medici veterinari (Unimedvet) Programma Relatore: Prof. Stefano Romussi Sabato 31 gennaio - 8.30: Registrazione partecipanti - 9.00: Le suture cutanee e le principali plastiche cutanee di base - 11.30: La laparotomia – tecniche di esplorazione – gastrotomia con sintesi - 14.30: Cistotomia con sintesi e sintesi della breccia addominale (se ci sono femmine intere ovariectomia) - 16.30: Discussione dei principali errori e ripetizione di tecniche a richiesta Domenica 1 febbraio - 9.30: Chirurgia da banco. Enterotomia e sintesi I parte - 11.00: Chirurgia da banco. Enterotomia e sintesi II parte - 14.30: Enterectomia e sintesi - 15.30: Discussione dei principali errori e ripetizione delle tecniche a richiesta Informazioni Per informazioni contattare la sig.ra Anna Cori, tel. 339 88 63 591; e-mail: [email protected]; Web:http://www.unimedvet.it 52 25 23 oppure 0365 21 596; fax 0365 21 596, e-mail: [email protected]; Web:http://www.clinicasantantonio.it Corso pratico di Ecografia addominale. I livello 6 - 8 febbraio 2015 A Roma, presso l’Hotel Artis, via Roberto Fancelli 3 Organizzato dall’Unione italiana medici veterinari (Unimedvet) Programma Relatori: dott. Alessia Baio, dott. Domenico Caivano, dott. Patrizia Knafelz Venerdì 6 febbraio - 8.30: Registrazione partecipanti - 9.00: Benvenuto. Indicazioni introduttive sullo scopo e sullo svolgimento del corso - 9.30: Principi generali: cenni di fisica degli ultrasuoni; le apparecchiature; la scelta delle sonde; la preparazione e il posizionamento del paziente; l’orientamento; le scansioni; l’interpretazione dell’immagine; i più comuni artefatti - 12.00: Anatomia topografica della cavità addominale con riferimento a tutti gli organi; anatomia ecografica; principali alterazioni dei vasi e dei linfonodi - 13.00: Suddivisione degli allievi in gruppi - 15.00: Pratica sull’apparecchio: regolazioni; gain; modo di lavoro; esempio pratico dello svolgimento di un esame con particolare attenzione all’anatomia topografica e ai punti di riferimento vascolari e linfonodi addominali Sabato 7 febbraio - 9.30: L’esame ecografico del fegato e delle vie biliari: anatomia ecografica; principali alterazioni - 11.45: L’esame ecografico della milza: anatomia ecografica; principali alterazioni - 14.00: L’esame ecografico dell’apparato gastroenterico: anatomia ecografica; principali alterazioni: L’esame ecografico del pancreas: anatomia ecografica; principali alterazioni - 15.30: Esame pratico della milza, fegato e vie biliari - 17.00: Esame pratico dell’apparato gastroenterico e del pancreas Domenica 8 febbraio 2015 - 9.30: L’esame ecografico dell’apparato urinario: anatomia ecografica; principali alterazioni - 11.45: L’esame ecografico dell’apparato genitale femminile; ovaio; utero; gravidanza; anatomia ecografica; principali alterazioni. L’esame ecografico dell’apparato genitale maschile: prostata e testicoli; anatomia ecografica; principali alterazioni - 13.15: L’esame ecografico delle ghiandole surrenali: anatomia ecografica; principali alterazioni - 15.00: Esame pratico dell’apparato urinario - 16.30: Esame pratico dell’apparato genitale femminile e maschile e delle ghiandole surrenali - 19.00: Consegna CD relazioni e attestati Informazioni Per informazioni contattare la sig.ra Anna Cori, tel. 339 88 63 591; e-mail: [email protected]; Web:http://www.unimedvet.it Seminario di Dermatologia: l’arte e il metodo 7 - 8 febbraio 2015 A Milano, presso l’Hotel Melià Milano, via Masaccio 19 Organizzato dall’Unione italiana società veterinarie (Unisvet) Programma Sabato 7 febbraio - 8.30: Registrazione dei partecipanti - 9.00: L’arte e il metodo: l’approccio orientato al problema in dermatologia (F. Scarampella) - 9.45: Oltre i confini del visibile: possibili applicazioni della demoscopia in dermatologia veterinaria (F. Scarampella) - 11.00: A ciascuno il suo: i metodi di prelievo più convincenti per “interrogare” e interpretare le lesioni; parte prima (G. Zanna) - 11.45: A ciascuno il suo: i metodi di prelievo più convincenti per “interrogare” e interpretare le lesioni; parte seconda (G. Zanna) - 13.30: Il grande alleato: tecniche di allestimento, colorazione e principi interpretativi dei preparati citologici (F. Scarampella) - 14.00: Casi di autovalutazione clinico patologici (G. Zanna) - 15.30: Casi di autovalutazione clinico patologici (F. Scarampella) - 16.15: Discussione e termine della giornata Fax 02/668 28 66 Itinerario di Medicina interna. Ematologia e malattie infettive 25 febbraio 2015 A Milano, presso l’Hotel Melià Milano, via Masaccio 19 Organizzato dall’Unione italiana società veterinarie (Unisvet) Domenica 8 febbraio - 9.00: Casi di autovalutazione clinico patologici; parte prima (G. Zanna) - 9.45: Casi di autovalutazione clinico patologici; parte seconda (F. Scarampella) - 11.00: Casi di autovalutazione clinico patologici; parte prima (F. Scarampella) - 11.45: Casi di autovalutazione clinico patologici; parte seconda (G. Zanna) - 12.30: Termine della giornata - 13.00: Questionario ECM Programma Mercoledì 25 febbraio - 8.30: Registrazione dei partecipanti - 9.00: Come classifichiamo le anemie nel cane e nel gatto (S. Paltrinieri) - 9.45: Anemia emolitica immuno-mediata (IMHA) (P. Silvestrini) - 11.00: Vector-borne diseases: erhlichiosi e anaplamosi canina (P. Silvestrini) - 11.45: Vector-borne diseases: babesiosi, bartonellosi, hepatozoonosi (P. Silvestrini) - 14.00: Le principali malattie infettive del gatto con ripercussioni ematologiche (FIP) (S. Paltrinieri) - 14.45: Le principali malattie infettive del gatto con ripercussioni ematologiche (FIV/FeLV/micoplasmosi ematogene) (S. Paltrinieri) - 15.30: Leishmaniosi: presentazione clinica e diagnosi (P. Silvestrini) - 16.00: Leishmaniosi: presentazione clinica e diagnosi (P. Silvestrini) - 17.15: Leishmaniosi: terapia e prevenzione (P. Silvestrini) - 18.00: Questionario ECM Informazioni Segreteria Unisvet, via Albani 55 20148 Milano, tel. 02 89 07 38 58; fax 02 99 98 30 65, e-mail: [email protected]; Web:http://www.unisvet.it Informazioni Segreteria Unisvet, via Albani 55 20148 Milano, tel. 02 89 07 38 58; fax 02 99 98 30 65, e-mail: [email protected]; Web:http://www.unisvet.it Corso di Ematologia 31 gennaio - 1 febbraio 2015 A Salò (BS), presso la Clinica veterinaria S. Antonio, via Montale 2 Organizzato dalla Clinica veterinaria S. Antonio Programma Relatore: dr. Carlo Masserdotti Sabato 31 gennaio - 9.30: Corretto trattamento dei campioni ematici e modalità di esecuzione dello striscio di sangue periferico - 10.30: Esercitazione pratica sullo striscio ematico - 11.30: Morfologia normale degli elementi ematici - 14.30: Alterazioni morfologiche degli eritrociti e malattie correlate. Parte I - 17.00: Alterazioni morfologiche degli eritrociti e malattie correlate. Parte I Domenica 1 febbraio - 9.00: Alterazioni morfologiche dei leucociti e malattie correlate - 10.30: Alterazioni morfologiche dei trombociti e malattie correlate - 11.30: Metodiche di prelievo e principi interpretativi di citologia del midollo ematopoietico - 12.00: Esercitazione pratica sulle alterazioni morfologiche ematologiche - 14.30: Discussione di casi clinici al microscopio - 17.00: Discussione di casi clinici al microscopio Informazioni Clinica veterinaria S. Antonio, via Montale 2 - 25087 Salò (BS), tel. 0365 La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 47 ANNUNCI La Settimana Veterinaria offre esclusivamente un servizio, non riceve provvigioni sulle contrattazioni, non effettua commerci, non è responsabile per la qualità, la provenienza, veridicità e puntualità di uscita delle inserzioni e neppure per le conseguenze dirette e indirette che possono derivare dalla non corrispondenza di tali dati alla realtà. Qualunque sia la forma dell’annuncio, la Settimana Veterinaria non fa distinzioni di razza, sesso o religione nelle offerte e richieste di lavoro. La direzione si riserva comunque, a suo insindacabile giudizio, di cestinare annunci. Tutti i diritti sono riservati. CERCO LAVORO ◗ Veterinaria, con qualifica di audi- tor interno dei Sistemi di gestione per la qualità (ISO 9001- 9004), esperienza nel settore dell’ispezione e controlli qualità alimenti di origine animale, cerca lavoro come auditor interno presso ditte agro-alimentari, enti di certificazione, aziende zootecniche zone Parma e provincia. Scrivere o inviare fax a La Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif. CSV481 ◗ Veterinaria ligure, con molti anni di esperienza clinica e chirurgia sui piccoli animali, esperienza in dermatologia e animali esotici, ex titolare di studio veterinario a Genova, cerca lavoro presso studio veterinario zona Parma e provincia, causa trasferimento familiare a partire da settembre/ottobre 2013. Curriculum su richiesta. Scrivere o inviare fax a La Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif. CSV482 ◗ Laureata in Scienze della produzione animale, con esperienza nell’allevamento equino, cerca lavoro presso allevamenti da reddito. Automunita, disposta al trasferimento e con tanta voglia di lavorare. Scrivere o inviare fax a La Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif. CSV483 ◗ Laureando in Laurea specialistica a ciclo unico in Medicina Veterinaria valuta possibilità di tirocinio teorico pratico in ambulatori e/o ospedali ve- terinari di Torino e Provincia. Scrivere o inviare fax a La Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif. CSV484 ◗ Veterinario laureato nel 1997, con esperienza come tecnico qualità alimentare, cerca lavoro nelle Province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. Scrivere o inviare fax a La Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif. CSV485 ◗ Giovane laureata in Allevamento e benessere animale, con un tirocinio di 3 mesi presso l’Istituto zooprofilattico di Binago (CO), ricerca un primo impiego nel settore alimentare. Disponibile anche a trasferte e a lavori part-time. Scrivere o inviare fax a La Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif. CSV487 ◗ Dottore magistrale in Scienze e tecnologie delle produzioni animali cerca impiego nel settore zootecnico o delle tecnologie alimentari. Disponibile nella zona di Milano, Lodi, Crema, Piacenza ed Emilia Romagna, ma anche a trasferirsi. Scrivere o inviare fax a La Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif. CSV489 ◗ Neolaureata in Allevamento e benessere animale, con esperienza di sei mesi in un allevamento equino, massima serietà, voglia di imparare e lavorare, cerca lavoro in qualsiasi azienda, allevamento, clinica. Scrivere o inviare fax a La Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif. CSV490 ◗ Veterinaria con esperienza in medicina interna, diagnostica di laboratorio, anestesia e chirurgia di base, offresi per collaborazione in Roma nord-est, massima serietà. Disponibile curriculum vitae. Scrivere o inviare fax a La Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif. CSV491 ◗ Laureata con lode, con Master e qualifica di Auditor/lead auditor Sistemi di gestione per la qualità ISO 9001, Food safety auditor ISO 22000, Auditor interno BRC v.6. Esperienza nel settore avicolo (tirocinio postlaurea e TD), cerca lavoro in Emilia Romagna (preferibilmente BO-MO-RA). Scrivere o inviare fax a La Settimana Veterinaria, Via Me- RICERCA Agenti Animali da Compagnia Per le provincie di Catania, Caltanisetta, Enna, Messina, Ragusa, Siracusa Importante azienda multinazionale del farmaco veterinario cerca un agente per la Regione Sicilia. Si richiede esperienza commerciale e di informazione tecnica nel settore animali da compagnia (Farmaco, Otc, Petfood, Integratori). Costituirà titolo preferenziale una laurea in Medicina Veterinaria o similare. È richiesta la residenza in una delle provincie di competenza. L’azienda cura direttamente la selezione e garantisce la massima riservatezza ai sensi del Dlgs 196/03. Inviare il curriculum a: [email protected], citando nell’oggetto “Ricerca Sicilia”. 48 La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 CLINICA VETERINARIA SANT’ANTONIO SALO’ (BS) CORSO DI VENTILAZIONE DI BASE RELATORI DR. ENRICO STEFANELLI E DR. DAVIDE GAMBA 12‐13 Febbraio 2015 CORSO DI PATOLOGIA CLINICA CON L’OCCHIO DELL’INTERNISTA Azienda Multinazionale Farmaceutica Veterinaria, in fase di organizzazione della nuova Forza Vendita in Italia, RELATORE DR. ANDREA VERCELLI seleziona 20‐21 Febbraio 2015 CORSO DI TRAUMATOLOGIA ORTOPEDICA RELATORI DR. FULVIO CAPPELLARI E DR. ENRICO PANICHI 26‐27‐28 Febbraio 2015 I CORSI SONO ACCREDITATI ECM - DATE E PROGRAMMI CORSI 2014-2015 SUL SITO DELLA CLINICA www.clinicasantantonio.it dardo Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif. CSV492 ◗ Veterinaria, con qualifica di Auditor interno dei sistemi di gestione per la qualità, con esperienza nell’ispezione e igiene controlli di qualità alimenti di origine animale, cerca impiego nel settore controlli di qualità degli alimenti presso aziende alimentari, enti di certificazione, ecc.; zone: Liguria, Basso Piemonte, Parma e dintorni. Disponibile qualsiasi tipo di contratto. Scrivere o inviare fax a La Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif. CSV493 ◗ Medico veterinario con esperienza nella gestione di allevamento vacche da latte e allevamenti ovi-caprini (in particolare clinica e problemi ostetrico-ginecologici), specialista in igiene e tecnologia del latte e dei prodotti lattierocaseari, valuta offerte di lavoro o collaborazione con colleghi o allevamenti zona Lombardia. Scrivere o inviare fax a La Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif. CSV494 ◗ Laureato in Scienze e tecnologie delle produzioni animali (laurea magistrale) con la votazione di 110 e lode cerca lavoro in allevamenti, aziende del settore veterinario, laboratori di analisi. Massima serietà e professionalità. Disponibile a trasferirsi in qualsiasi regione italiana e anche all’estero. Con esperienza formativa effettuata in azienda di allevamento bufalino, con produzione e filiera biologica. Scrivere o inviare fax a La Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif. CSV495 ◗ Laureata in Scienze e tecnologie delle produzioni animali (laurea magistrale) con la votazione di 110 e lode cerca lavoro in allevamenti, aziende del settore veterinario, laboratori di analisi. Massima serietà e professionalità. Disponibile a trasferte anche all’estero. Con esperienza formativa effettuata in azienda di allevamento suinicolo, esperienza di laboratorio analisi (test KRL, HPLC, Tbars) e analisi sensoriale su carne. Scrivere o inviare fax a La Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif. CSV496 ◗ Laureando in TPA con esperienza di 10 anni in strutture convenzionate e clinica veterinaria, cerca impiego in aziende agrozootecniche o attinenti. Esperienza nella prevenzione e repressione dei reati sui maltrattamenti agli animali. Scrivere o inviare fax a La Settimana - Tel. 0365/522523 Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif. CSV497 ◗ Veterinario con buone conoscenze cliniche nel settore bovini da carne e con pluriennale esperienza nel commercio dei bovini vivi, abilitato per la consulenza in ambito condizionalità e sicurezza sul lavoro valuta proposte di collaborazione e/o lavoro. CV su richiesta. Scrivere o inviare fax a La Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif. CSV498 ◗ Laureato in allevamento e benessere animale in maggio 2011 cerca impiego nel settore alimentare e allevamenti di animali da reddito. Precedente esperienza di un anno presso allevamenti di bovini da latte. Attualmente impiego presso la grande distribuzione in reparto macelleria. Scrivere o inviare fax a La Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif. CSV499 ◗ Laureato in Scienze e tecnologie delle produzioni animali con Master europeo area Qualità carni e allevamento, corsi in ambito Ispettivo agroali- La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 AGENTI Plurimandatari per il settore: Animali da Reddito per le zone Brescia e Mantova. Una buona esperienza o conoscenza del settore suinicolo costituirà elemento preferenziale nella selezione. Verranno valutate anche candidature particolarmente qualificate Si prega inviare il CV presso PVI [email protected] Rif. n. 898 mentare e normativo, esperto in Sistemi gestione qualità sicurezza alimentare Haccp Iso 22000/05, auditor, CRA farmaceutico, con esperienza area B veterinari (Igiene commercializzazione pro- dotti origine animale) e area C (Igiene allevamento produzioni zootecniche), ispettore area qualità agroalimentare ente pubblico, auditor controllo qualità carni, ispettore qualità ortofrutta e ispetto- re DOP, IGP ecc., G.D.O., carriera direttiva di negozio G.D.O, direttore di negozio G.D.O., cerca impiego in Lombardia e centro nord Italia nel settore Ispettivo controlli di qualità alimenti presso 49 ANNUNCI CENTRO VETERINARIO GREGORIO VII OFFRE CORSI TEORICO-PRATICI semestrali ad indirizzo chirurgico o internistico. RICERCA AGENTI per settore Animali da Compagnia Per le provincie di Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini, Bologna, Ferrara, Rovigo È richiesta esperienza commerciale e di informazione tecnica nel settore animali da compagnia (Farmaco, Petfood, Otc, Integratori). Laurea in Medicina Veterinaria o similare costituirà titolo preferenziale. È richiesta la residenza in una delle provincie di competenza. L’azienda cura direttamente la selezione e garantisce la massima riservatezza ai sensi del Dlgs 196/03. Inviare il curriculum a: [email protected], citando nell’oggetto “Selezione Agente Romagna”. aziende agroalimentari, enti di certificazione, grande distribuzione arganizzata, ecc. Questa scelta non è però esclusiva nei confronti di altri contesti lavorativi. Scrivere o inviare fax a La Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif. CSV500 INSERZIONE ANNUNCI I Medici veterinari possono inserire gratuitamente le loro inserzioni in tutte le categorie di annunci (offro lavoro, vendita, affitto, materiali/strumenti, cessioni, collaborazioni, formazione/stage, servizi e cerco lavoro). Le inserzioni verranno pubblicate per un mese anche sul nostro sito (wwww.pointvet.it). 50 rea specialistica) cerca lavoro in laboratori di analisi, allevamenti, aziende del settore alimentare e veterinario. Disponibile nel Triveneto. Massima affidabilità e voglia di crescere professionalmente nel settore. Scrivere o inviare fax a La Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif. CSV501 OFFRO LAVORO ◗ Primaria società distributrice di test diagnostici veterinari per pic- coli animali cerca agenti plurimandatari introdotti negli ambulatorio veterinari. Inviare CV a [email protected] MATERIALE RICERCA ◗ Cerco sonda ecografica convex Mindray 35C50EA per ecografo Mindray DP6600 Vet anche rigenerata o da rigenerare. Tel. 328 45 91 844 sione interessante che ne fa ottimo affare. Chi è interessato può contattarci al seguente indirizzo e-mail: [email protected] CESSIONI ◗ Cedesi quote di ambulatorio ve- terinario sito in Torino. Posizione centrale e ben attrezzato. Tel. 349 63 79 784 (ore serali) MATERIALE OFFERTA ◗ Vendesi diodo laser chirurgico Bio- litec Ceralas D15 in eccellenti condizioni per chirurgia generale, endoscopica e dermatologia. Prezzo euro 9.900 trattabili. Tel. 348 33 04 177 ◗ Vendesi sviluppatrice automatica Optimax x ray film processor modello 11700-1-000 220-240 V, euro 1.500 trattabili. Telefonare ore ambulatorio allo 0372 83 60 27 VENDITA ◗ Vendesi clinica veterinaria in Toscana, ottimamente avviata da 15 anni, 140 mq, clientela fidelizzata, ottimamente attrezzata, affitto modico. Prezzo di ces- PER RISPETTO DELLA LEGGE SULLA PRIVACY, LA SETTIMANA VETERINARIA NON RILASCIA INFORMAZIONI DIRETTE RIGUARDANTI GLI INSERZIONISTI DEGLI AN NUNCI CONTRASSEGNATI CON “CSV”. LA REDAZIONE HA IL COMPITO DI AVVERTIRE GLI INSERZIONISTI CHE, QUALORA INTERESSATI, SI METTERANNO IN CONTATTO CON CHI FA RICHIESTA DEL CORRISPONDENTE NUMERO DI CSV. Modulo per la pubblicazione gratuita del tuo annuncio Cognome .................................................................................................. Nome ....................................................................................... Indirizzo .......................................................................................................................................................................................................... CAP .................... Città .................................................................................................................................................... Prov. ................ Tel. ............................................................. Cell................................................................. Fax .................................................................. E-mail............................................................................................................ N. Vetcard .............................................................................. Inviare in busta chiusa o via fax il tracciato debitamente compilato e completato con tutti i dati anagrafici richiesti a: La Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano - Tel: 02/60 85 23 20 - Fax: 02/668 28 66 N.B.: Fornire i dati richiesti per uso archivio indicando sempre il n. di telefono domiciliato. Allegare la fotocopia di un documento di identità (per i professionisti carta intestata e timbro professionale). Senza i dati identificativi lʼinserzione non sarà pubblicata Lʼinformativa sulla privacy è disponibile sul sito www.pointvet.it ✁ Per altri tipi di annunci o per una maggiore evidenziazione degli stessi rivolgersi all’ufficio marketing: [email protected] ◗ Laureata in Scienze animali (lau- Il prezzo totale del corso è di € 300+Iva rateizzabili. Il modulo di iscrizione è reperibile sul sito www.gregoriovii.com PER INFORMAZIONI: [email protected] [email protected] SV 902 La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015 sondaggio SV 250x330_sondaggio SV 250x330 16/01/15 15.29 Pagina 51 Cara lettrice/caro lettore, impegnati nel costante miglioramento de “La Settimana Veterinaria”, pensiamo sia importante raccogliere la tua opinione in merito ai contenuti e al ruolo della rivista nel panorama veterinario italiano. Ti chiediamo pochi minuti per offrirti una rivista moderna e più rispondente alle tue esigenze informative e formative. Rispondi al più presto. 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QUALE FORMULA DI ABBONAMENTO GRADISCI MAGGIORMENTE? ■ rivista cartacea ■ versione sfogliabile on line ■ entrambe DOSSIER alto ■ medio ■ basso ■ nullo ■ ATTUALITÀ SCIENTIFICA alto ■ medio ■ basso ■ nullo ■ ATTUALITÀ PROFESSIONALE/SINDACALE alto ■ medio ■ basso ■ nullo ■ DALLE ASSOCIAZIONI alto ■ medio ■ basso ■ nullo ■ FORMAZIONE CONTINUA alto ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ medio ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ basso ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ nullo ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ FOCUS alto ■ medio ■ basso ■ nullo ■ FILIERE alto ■ ■ ■ ■ ■ medio ■ ■ ■ ■ ■ basso ■ ■ ■ ■ ■ nullo ■ ■ ■ ■ ■ • Animali da compagnia • L’angolo del dermatologo • Igiene • Algologia • Esotici • Fauna selvatica e nac • Nefrologia e Urologia • Buoni propositi in oncologia • Odontostomatologia • La pulce e l’elefante • Equidi Bovini Suini Avicoli Conigli Altro LA RIVISTA SODDISFA LE TUE ASPETTATIVE AI FINI PROFESSIONALI? ■ molto ■ abbastanza ■ poco ■ per niente Perché? ...................................................................................... alto ■ ■ ■ medio ■ ■ ■ basso ■ ■ ■ nullo ■ ■ ■ DAI FATTI... ALLE OPINIONI alto ■ ■ ■ ■ medio ■ ■ ■ ■ basso ■ ■ ■ ■ nullo ■ ■ ■ ■ CALENDARIO, AGENDA, ANNUNCI alto ■ medio ■ basso ■ nullo ■ IN VETRINA alto ■ medio ■ basso ■ nullo ■ SUPPLEMENTI MONOTEMATICI alto ■ medio ■ basso ■ nullo ■ • Appunti di psicologia • Fisco/economia • Dirigere, Clientela, ecc. • Quid juris? • Spigolature • L’Osservatorio • Tribuna aperta QUALI NUOVI ARGOMENTI VORRESTI TROVARE NELLA RIVISTA? ..................................................................................................................................... ..................................................................................................................................... SECONDO TE, IL LIVELLO DEGLI ARTICOLI È: ■ di facile lettura ■ impegnativo, ma accessibile ■ di difficile comprensione QUANTO APPREZZI LA GRAFICA DELLA RIVISTA? ■ molto ■ abbastanza ■ poco ■ per niente HAI QUALCHE SUGGERIMENTO DA DARCI PER MIGLIORARE LA RIVISTA? ..................................................................................................................................... ..................................................................................................................................... Cognome Indirizzo Tel. GESTIONE Città Fax Cap. Prov. E-mail ATTIVITÀ PREVALENTE: ■ Veterinario libero professionista: ■ ■ ■ ■ ■ piccoli animali ■ esotici ■ equini ■ bovini ■ ovicaprini ■ suini ■ avicunicoli Veterinario sanità pubblica Università Studente Altro Autorizzo l’utilizzo dei miei dati personali ai sensi del codice della privacy DL 196/2003. I dati raccolti in questo sondaggio verranno elaborati solo per utilizzo interno. Firma SV 902 SCONTO DI € 8,00 Nome Data ✁ Settore di Regione di residenza appartenenza: ■ animali da compagnia ................................................ ■ animali da reddito ■ sanità pubblica ■ altro (specificare) ..................................................................... QUAL È IL LIVELLO DI GRADIMENTO SULLE SINGOLE SEZIONI DEL SETTIMANALE? *COUPON PER IL BUONO oppure tagliare e inviare via fax al n. 02 6682866 Compilare il questionario on line sul sito www.pointvet.it Per ricevere e utilizzare il buono sconto, compila con i tuoi dati il coupon in fondo alla pagina. 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