Emocomponenti - Clinica Veterinaria My Vets

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Emocomponenti - Clinica Veterinaria My Vets
settimanale d’informazione professionale per il veterinario - 28 gennaio 2015
n. 902
Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Brescia - In caso di mancato recapito ritornare al mittente che si impegna a pagare la corrispondente tassa DCB - Brescia
MEDICINA RIGENERATIVA
Gli emocomponenti
ad uso non trasfusionale
PET THERAPY
Il valore terapeutico
degli animali
OVINI
Cause
di ipovitaminosi A
nella pecora
LA PULCE E L’ELEFANTE
Parassiti tropicali
Contiene I.P.
ISSN 1825-3253
LA SETTIMANA
VETERINARIA
Quando i cambiamenti
oscurano i suoi giorni
Viaggi
Nuovo compagno
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SOMMARIO
DOSSIER
GESTIONE
4 Emocomponenti ad uso non
38 Appunti di psicologia
trasfusionale
Supera lo stress con la “mystic
cool”
ATTUALITÀ
DAI FATTI…
ALLE OPINIONI
12 PET THERAPY. Il valore
terapeutico degli animali
16 INCONTRO SIVAE SUGLI
La deplumazione
tra patologie dermatologiche
e psicogene
PSITTACIDI.
27 VIRUS INFLUENZALI. I sistemi
40 Spigolature
Nuove norme sui farmaci, ma
anche nuove confezioni!
di sorveglianza sono
efficaci?
28 RIPRODUZIONE DELLA BOVINA
DA LATTE. Adattare il box
parto alle esigenze
comportamentali della
bovina
DALLE
ASSOCIAZIONI
20 Sivelp
Anche in Italia assisteremo a un
aumento dei risarcimenti per
cause legate agli animali?
21 Aivpa
Randagismo in Italia: chi ci
guadagna?
FORMAZIONE
CONTINUA
rischio da non sottovalutare
26 PRODUZIONI ANIMALI. Focus
su Aethina tumida, il piccolo
coleottero degli alveari
REDAZIONE (e-mail: [email protected]):
MONICA VAJNA DE PAVA (coordinamento redazionale)
(Tel. 02 60 85 23 29, e-mail: [email protected])
MARIA ROSA CAMA (coordinamento redazionale)
(Tel. 02 60 85 23 41, e-mail: [email protected])
GABRIELLA CARCASSOLA (dossier)
(Tel. 02 60 85 23 39, e-mail: [email protected])
URSULA ONGARO (dossier)
(Tel. 02 60 85 23 35, e-mail: [email protected])
MONICA VIACAVA (agenda)
(Tel. 02 60 85 23 34, e-mail: [email protected])
AGENDA
48
ANNUNCI
Un caso di osteocondrodisplasia
in uno Scottish fold
Parassiti dai Tropici: triatomini e
tripanosomi
34 Esotici
Squilibri alimentari nel petauro
dello zucchero
GRAFICA E IMPAGINAZIONE:
Roberta Covani
DIRETTORE RESPONSABILE: Gabriele Lanzarotti
44
LEGENDA
30 Animali da compagnia
23 OVINI. L’ipovitaminosi A: un
Via Medardo Rosso, 11 - 20159 Milano
Tel. 02 608 52 31 r.a.; fax 02 668 28 66
IN VETRINA
32 La pulce e l’elefante
FILIERE
Point Vétérinaire Italie s.r.l.
Edizioni Veterinarie e Agrozootecniche
41
RUBRICHE:
Carlo Cantoni (IGIENE ALIMENTARE)
Giorgia della Rocca (ALGOLOGIA)
Fabrizio Fabbrini (L’ANGOLO DEL DERMATOLOGO)
Paola Fossati (QUID JURIS?)
Oscar Grazioli (SPIGOLATURE)
Grunin (LA PULCE E L’ELEFANTE)
Kiumars Khadivi-Dinboli (ESOTICI)
Agostino Macrì (L’OSSERVATORIO)
Ferruccio Marello (SPIGOLATURE)
Emanuela Morello (BUONI PROPOSITI IN ONCOLOGIA)
Luciano Olivieri (FISCO/ECONOMIA)
Cristiano Papeschi (VETEXPRESS)
Alessandro Schianchi (APPUNTI DI PSICOLOGIA)
Luigi Settimi (ODONTOSTOMATOLOGIA)
HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO:
Raffaella Bestonso, Sergio Comoglio, Elena Ghelfi,
Helen Giuliano, Stefano Merlo, Adolfo Maria
Tambella, Timeo
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
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3
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DOSSIER
EMOCOMPONENTI
AD USO NON
TRASFUSIONALE
l Ministero della Salute, con il
Decreto del 3 marzo 2005, definisce gli emocomponenti come i “costituenti terapeutici del
sangue che possono essere preparati utilizzando mezzi fisici semplici volti ad ottenere la loro separazione”.
La Legge n. 219 del 21 ottobre 2005,
tra i “prodotti del sangue”, annovera gli emocomponenti e gli emoderivati. Gli emocomponenti vengono
definiti come i «Prodotti ricavati dal
frazionamento del sangue con mezzi fisici semplici o con aferesi» e gli emo-
I
4
derivati come i «Farmaci plasmaderivati ovvero le specialità medicinali
estratte dall’emocomponente plasma mediante processo di lavorazione industriale». Gli emocomponenti per uso non
trasfusionale (topico) annoverano il
gel piastrinico, la colla di fibrina e il
lisato piastrinico.
Gel piastrinico
Il gel piastrinico (GP) è un emocomponente ad uso topico, di origine autologa o allogenica, ottenuto dall’aggregazione di un concentrato pia-
strinico messo a contatto con calcio
e fattori proaggreganti biologici
(trombina) o farmacologici (Decreto
del 3 marzo 2005).
Fattori di crescita
Nel corso del processo di formazione
del coagulo, le piastrine liberano i fattori contenuti negli α-granuli. Dalla
degranulazione degli α-granuli piastrinici si ottiene il rilascio di numerosi growth factors (GFs), tra cui: Platelet-derived growth factor αα/ββ/αβ
(PDGF-αα/ββ/αβ), Transforming
growth factor β1/2 (TGF-β1/2), Vascular endothelial growth factor (VEGF),
Basic fibroblast growth factor (bFGF),
Platelet-derived epidermal growth factor
(PDEGF), Insulin-like growth factorI/II (IGF-I/II).
• Il PDGF è un fattore di crescita termostabile, formato da due catene α
e β che può dar luogo a tre tipi di
PDGF (αα, ββ, αβ). Le cellule sensibili all’azione del PDGF possono
esprimere il recettore α o β. Entrambi i recettori sono coinvolti nella trasduzione dello stimolo mitogenico,
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
DOSSIER
Gli emocomponenti ad uso non trasfusionale, quali
il gel piastrinico, la colla di fibrina e il lisato
piastrinico, sono veri e propri ausili terapeutici
biologici. Seguendo un approccio moderno di
medicina rigenerativa, tali emocomponenti agiscono
localmente, potenziando l’azione delle naturali
risposte a una lesione e agevolando la riparazione e
la rigenerazione, soprattutto in caso di lesioni
croniche di difficile guarigione.
mentre il recettore β media lo stimolo chemiotattico. Questo fattore di crescita è mitogenico per
le cellule mesenchimali, come fibroblasti, osteoblasti e adipociti, e stimola la formazione del collagene di tipo I; inoltre, promuove indirettamente
l’angiogenesi, attivando i macrofagi.
• Il TGF-β partecipa a molti processi fisiologici:
stimola la proliferazione e la differenziazione delle
cellule staminali mesenchimali, promuove la sintesi del collagene di tipo I da parte degli osteoblasti, presenta attività angiogenica, inibisce la
formazione degli osteoclasti e la proliferazione
delle cellule epiteliali in presenza di altri fattori
di crescita.
• Il VEGF è un fattore di crescita che stimola la
chemiotassi e la proliferazione delle cellule endoteliali promuovendo l’angiogenesi e suscita l’iperpermeabilità dei vasi sanguigni. È mitogenico,
proapoptosico e promuove la chemiotassi e la differenziazione dei fibroblasti e delle cellule epiteliali, renali e gliali.
• Il bFGF stimola e coordina la mitogenesi delle
cellule staminali mesenchimali durante la crescita,
nonché il mantenimento e la riparazione dei tessuti. Tale effetto è stato riportato per fibroblasti,
osteoblasti, condrociti, cellule muscolari liscie e
striate. L’angiogenesi viene anche aumentata mediante la stimolazione della mitosi e della migrazione delle cellule endoteliali.
• Il PDEGF ha effetto mitogenico e chemiotattico
su fibroblasti e cellule epiteliali. È stato descritto
anche come induttore della migrazione cellulare
e stimolatore della formazione del tessuto di granulazione. Fibroblasti, preosteoblasti e precondrociti esprimono un elevato numero di recettori
per il PDEGF.
• L’IGF-I stimola la formazione della matrice ossea promuovendo la proliferazione dei preosteoblasti e stimola gli osteoblasti alla sintesi di osteocalcina, fosfatasi alcalina e collagene di tipo I. Inoltre, stimola la proliferazione e la differenziazione
delle cellule staminali mesenchimali in condrogenesi, adipogenesi e miogenesi; promuove la
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
differenziazione neuronale e induce un effetto
chemiotattico sulle cellule endoteliali vasali.
Produzione, indicazioni e modalità di impiego
L’uso topico del GP, favorito dalle sue caratteristiche di plasticità e modellabilità alla sede di applicazione, favorisce e accelera la riparazione tessutale, sia cutanea sia ossea (vedere foto 1). Trova
il suo maggior impiego nella chirurgia maxillofacciale, ortopedica e nella cura delle ulcere torpide cutanee (vedere foto 2).
Il preparato può essere ottenuto da sangue intero
da predeposito o da donazione allogenica per frazionamento, con o senza reinfusione delle emazie,
o da piastrinoaferesi autologa o allogenica. Tutto
il processo deve avvenire garantendo l’asepsi.
Dopo la preparazione va utilizzato il più rapidamente possibile, oppure congelato secondo tempi
e modalità analoghi a quelli del plasma fresco
congelato (PFC) (Dm 03/3/2005).
A tal proposito, il PFC viene ottenuto attraverso
il congelamento del plasma, dopo separazione
del sangue intero o mediante aferesi (plasmaferesi), che deve avvenire entro limiti di tempo e a
temperature tali da preservare adeguatamente
l’attività dei fattori labili della coagulazione. Il
PFC deve essere congelato utilizzando un’apparecchiatura che lo completi entro un’ora, a temperatura inferiore a -30 °C. Se mantenuto costantemente a temperatura inferiore a -25 °C, il PFC
può essere conservato fino a ventiquattro mesi,
se a temperatura compresa tra -18 e -25 °C fino a
tre mesi. Trascorsi questi periodi, il preparato è
utilizzabile solo per la produzione di frazioni plasmatiche. Lo scongelamento del PFC deve avvenire a temperatura compresa tra 30 e 37 °C in bagno con agitazione o con altra strumentazione
idonea, tale da consentire il controllo della temperatura; dopo lo scongelamento deve essere usato il più presto possibile e, comunque, non oltre
ventiquattro ore se conservato e non può essere
ricongelato (Dm 03/3/2005).
Tuttavia, per quanto riguarda il caso specifico del
5
DOSSIER
6
b
a
c
Foto 1. Piaga da leccamento nella
regione metacarpo-falangea in un
cane: condizione iniziale (a),
applicazione di gel piastrinico (b, c),
condizione a 21 giorni.
dicina umana è stato dimostrato che
il gel piastrinico può essere applicato in moltissimi campi e i risultati
più interessanti si sono avuti in: chirurgia oro-maxillo-facciale, riparazione di cartilagine e tendini, chirurgia ortopedica e di ricostruzione
dell’osso (ritardi di consolidazione,
pseudoartrosi, osteonecrosi ischemiche, osteolisi, patologie teno-muscolari, ecc.), ulcere cutanee (da decubito e/o diabetiche), chirurgia
plastico-ricostruttiva ed estetica, oftalmologia (ulcere corneali).
Nonostante il crescente interesse anche in Medicina veterinaria, al momento attuale la letteratura risulta
ancora piuttosto limitata, soprattutto
per quanto concerne gli studi clinici
randomizzati.
Il plasma ricco di piastrine, una volta attivato, può essere utilizzato in
forma liquida per infiltrazione o
iniezione nella sede di lesione (ad
© A.M. Tambella
GP, così come per gli altri emocomponenti, nonostante la legislazione
consenta la conservazione con modalità analoghe al PFC, rimane ancora da accertare, mediante studi in
vitro e in vivo, se tale emocomponente mantenga inalterate dopo la conservazione le caratteristiche di efficacia che contraddistinguono il prodotto fresco.
Il GP è sostanzialmente un concentrato di piastrine che viene posizionato in situ sul focolaio di lesione.
In seguito ad attivazione del plasma
ricco di piastrine (PRP) e degranulazione piastrinica, in modo simile
a quanto avviene fisiologicamente,
vengono rilasciati fattori di crescita
(GFs), chemochine e altri metaboliti
bioattivi. Questi, in seguito all’azione anabolica e chemiotattica, possono contribuire a una più rapida riparazione dei tessuti.
Negli ultimi anni, sono stati proposti
protocolli di preparazione e agenti
attivanti differenti tra loro. Tra gli
agenti attivanti è possibile includere
la trombina bovina, il peptide agonista del recettore della trombina,
l’agente gelificante ITA (Natrex Technologies Inc.), la batroxobina (enzima coagulante isolato dal veleno
del serpente Bothrops atrox, appartenente alla famiglia Viperidae), l’acido
ascorbico e la trombina autologa.
Sulla base del tipo di preparazione,
possiamo ottenere un gel piastrinico
con presenza di leucociti, ottenuto
dall’attivazione del Leukocyte- and platelet-rich plasma (L-PRP), e un gel piastrinico senza leucociti, ottenuto dall’attivazione del Pure platelet-rich plasma (P-PRP). Il contenuto di leucociti
nelle preparazioni piastriniche è un
aspetto ampiamente discusso. Alcuni
autori raccomandano di evitare l’esposizione tessutale ai leucociti, poiché potrebbero promuovere una reazione infiammatoria potenzialmente
in grado di influenzarne la guarigione. Altri autori hanno invece riportato
effetti benefici dell’incremento della
resistenza antibatterica e immunologica, così come dell’incremento dei
fattori di crescita liberati.
Il PRP attivato, quando viene applicato in combinazione con le cellule
staminali stromali mesenchimali
(MSCs), può rivestire la doppia funzione di contributo diretto alla riparazione tessutale e di scaffold biologico, che risulta fondamentale per
il mantenimento cellulare nel sito di
lesione.
Recentemente, nel campo della Me-
d
esempio, derma, articolazioni, tendini) (vedere foto 3) oppure in forma
coagulata, andando a costituire il
gel piastrinico propriamente detto,
che può essere applicato sulle superfici cutanee o mucose o su tessuti
interni durante interventi di chirurgia open (vedere foto 4). In particolare,
nel cavallo, può essere vantaggiosamente applicato per infiltrazione articolare o di foci di lesione tendinee,
soprattutto nelle frequenti lesioni
dei tendini flessori delle falangi nei
cavalli atleti (vedere foto 5), ove tale
trattamento biologico ha esitato in
un minor tempo di riabilitazione e
un più alto numero di cavalli ritornati all’attività agonistica.
Studi clinici randomizzati, eseguiti
in Medicina sia umana sia veterinaria, hanno dimostrato una reale efficacia dell’applicazione topica del
gel piastrinico nel processo di guarigione delle soluzioni di continuo
cutanee rispetto alle tecniche terapeutiche tradizionali.
Quando il gel piastrinico è associato
a tecniche di chirurgia plastico-ricostruttiva, si aumenta la perfusione
dei trapianti peduncolati e degli innesti liberi e ne viene facilitato l’attecchimento e la sopravvivenza, sia
nell’uomo sia nel cane. Nel difficile
campo della guarigione delle ferite,
inoltre, è stata proposta una possibile associazione topica con il miele
in modo da sfruttarne il potenziale
effetto sinergico.
Il trattamento con PRP delle ferite
localizzate nelle parti distali degli
arti nei cavalli ha esitato in risultati
controversi. Alcuni autori hanno infatti riscontrato un’eccessiva formazione di tessuto di granulazione e
un ritardo di guarigione.
Sebbene studi in vivo eseguiti recentemente abbiano rilevato una notevole efficacia terapeutica, altri autori
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
Foto 2. Trattamento con gel piastrinico di un’ulcera da decubito nella regione della spalla
in un cane.
smi secondo la logica che paragona
il PRP ai terreni di coltura contenenti sangue e derivati. Attualmente, al
contrario, si suggerisce che possa
avere un certo effetto inibente la crescita dei microrganismi, anche se
non esistono risultati che esprimano
in modo definitivo tale effetto che,
per ora, risulta ancora da accertare
scientificamente.
La complessità nello stabilire parametri funzionali e non-funzionali
per definire le proprietà qualitative
dei concentrati piastrinici per uso
non-trasfusionale è legata ad alcuni
aspetti che potrebbero influenzare
il risultato terapeutico, tra cui la variabilità e la biodisponibilità di biomolecole contenute nelle piastrine
e la variabilità nella preparazione
del prodotto. Quindi, nonostante sia
molto difficile capire quali siano i
parametri ideali da valutare in modo fattibile nella pratica, la concentrazione piastrinica (1x109 ml-1) sembrerebbe un ”ragionevole compromesso” di riferimento per stabilire
la qualità del prodotto. Uniformare
i concentrati piastrinici non trasfusionali, almeno in base al numero di
piastrine contenute, significa eliminare una variabile importante connessa all’efficacia clinica del prodotto: questo consentirà di valutare e
confrontare tra loro i risultati di studi clinici che verranno pubblicati in
un prossimo futuro.
© A.M. Tambella
La colla di fibrina
Foto 3. Pseudoartrosi del femore: infiltrazione con PRP attivato in un cane.
8
La colla di fibrina (CF) è un emocomponente per uso topico, di origine autologa o allogenica. Il suo
uso topico facilita l’adesione tessutale, favorisce l’emostasi e coadiuva
le suture chirurgiche nel processo
di cicatrizzazione (Dm 03/3/2005).
La CF è utilizzata con successo in
differenti condizioni chirurgiche.
Può essere utilmente impiegata in
sostituzione o a complemento delle
suture chirurgiche e per la loro impermeabilizzazione (ad esempio, suture e anastomosi esofagee, intestinali, duodenali, ileali, coliche, biliodigestive, tracheali, vascolari), nella
riparazione delle lesioni degli organi
parenchimatosi (ad esempio, milza,
fegato, pancreas, rene, polmone) e,
più in generale, in tutti i casi in cui
può essere sfruttata la sua azione
adesiva ed emostatica (ad esempio,
letto biliare, resezioni epatiche, difetti ossei). Trova quindi il maggior
impiego nella chirurgia cardiovascolare, toracica ed epatica, ma anche in neurochirurgia, odontostomatologia e in chirurgia plastico-ricostruttiva.
Le proprietà adesive della CF derivano dalla formazione di fisiologici
legami covalenti fra fibrina, fibronectina e collagene tessutale. Con
l’aggiunta di alcuni materiali, quali
biovetro, sostituto d’osso o, meglio,
di materiale bio-autologo, quale autotrapianti o frazioni d’osso del paziente e similari, la CF autologa può
essere di notevole ausilio nella ricostituzione d’osso nel caso di importanti deficit e di necessità di grandi
riempimenti (vedere foto 6). Il mescolamento del sostituto osseo col collante biologico consente di posizionare agevolmente il materiale o il
biomateriale, che rimane in situ più
© A.M. Tambella
hanno osservato risultati apparentemente conflittuali con i precedenti.
In questi ultimi studi non è scaturito
beneficio dall’applicazione del GP
in lesioni tendinee, difetti ossei, lesioni cutanee e palatali nel cane, in
lesioni enteriche suine e in ferite
equine. Tuttavia è da considerare
che questi ultimi studi condotti su
animali, come altri eseguiti sull’uomo, hanno valutato l’effetto del GP
in lesioni acute e indotte sperimentalmente. Può essere ipotizzato che
il GP possa essere più efficace nei
tessuti biologicamente compromessi
o nei tessuti oggetto di lesioni croniche spontanee, dove una risorsa
fresca di molecole bioattive potrebbe
essere necessaria per indurre e sostenere una risposta riparativa dai
tessuti adiacenti, in modo da ottenere la guarigione. Infatti, uno squilibrio di GFs e citochine è stato identificato nelle lesioni croniche e questo può spiegare lo stimolo alla guarigione che viene ottenuto in tali tipi
di lesione. Le lesioni croniche avrebbero un maggior deficit di GFs e citochine e, quindi, beneficerebbero
dell’applicazione di GP. Studi molto
recenti, tuttavia, hanno mostrato
una notevole efficacia anche nelle
lesioni acute sperimentali.
Alcuni autori del passato avrebbero
empiricamente suggerito che il PRP
possa promuovere le infezioni fungendo da substrato per microrgani-
© A.M. Tambella
DOSSIER
Foto 4. Pseudoartrosi del femore: osteosintesi
e applicazione di gel piastrinico in un cane.
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
Il lisato piastrinico
Il lisato piastrinico (LP) è un estratto
proteico derivante dal frazionamento del concentrato di piastrine con
mezzi fisici o chimici, secondo diverse metodiche. In seguito a lisi, le piastrine rilasciano fattori chemiotattici
e fattori di crescita. Il lisato piastrinico viene usato principalmente come supplemento della crescita cellulare in vitro. Può essere utilizzato
in alternativa al siero fetale bovino
(FBS) per l’espansione e la differenziazione delle cellule staminali stromali mesenchimali multipotenti
(MSCs), evitando così il rischio di
potenziali contaminazioni da agenti
patogeni derivanti dal bovino. Indipendentemente dalle addizionali
proprietà di aderenza ed emostasi
tipiche del PRP, i fattori piastrinici
solubili presenti nel LP possono influenzare la formazione e lo sviluppo dei tessuti grazie alla promozione
della migrazione e della replicazione
cellulare. Più raramente, il LP viene
utilizzato clinicamente come agente
terapeutico ad uso topico.
Take home message
• La Medicina umana e, attualmente, anche la Medicina veterinaria
hanno a disposizione una serie di
ausili terapeutici biologici evoluti,
10
gli emocomponenti, che possono
perfettamente integrarsi con le terapie convenzionali fisiche, farmacologiche e chirurgiche, potenziandone gli effetti e andando, in parte, a
modificare l’approccio alla singola
lesione, rendendolo più moderno e
potenzialmente più efficace. Con gli
emocomponenti ad uso topico non
trasfusionale, in particolare, si potenzia l’azione delle naturali risposte
fisiologiche che si hanno in seguito
a uno stato di malattia o alla singola
lesione locale.
• Tale approccio terapeutico innovativo è in continua evoluzione e,
quindi, necessita di un aggiornamento costante; in particolare, negli
ultimi due anni, il numero di lavori
scientifici sull’argomento ha subito
un evidente incremento, segno di
vivo interesse della comunità scientifica internazionale.
• L’analisi della bibliografia e le
esperienze personali confermano la
concretezza delle potenzialità terapeutiche degli emocomponenti in
medicina rigenerativa/ricostruttiva;
in particolare, in Medicina veterinaria, il ventaglio dei possibili impieghi è vastissimo, spaziando dalle lesioni cutanee a quelle ortopediche,
dalle lesioni oftalmologiche a quelle
odontostomatologiche, e così via; infine, degna di considerazione è la
versatilità di impiego nelle varie
specie animali, sia nei piccoli sia nei
grandi animali per le specifiche ca-
Foto 5. Infiltrazione ecoguidata con PRP attivato di una lesione del tendine flessore superficiale delle falangi in un cavallo.
ratterizzanti patologiche.
• Lo spettro di indicazioni, che è stato in parte identificato, al momento
attuale si orienta verso patologie
croniche difficili da trattare e spesso
impossibili da guarire, per le quali
spesso con gli approcci terapeutici
tradizionali si opta per trattamenti
sintomatici, con l’obiettivo più roseo
di stabilizzare la situazione clinica
ed evitarne un peggioramento.
• L’individuazione della reale indicazione al trattamento con emocomponenti deve essere cautamente eseguita, analizzando caso per caso, valutando ad esempio la condizione
clinica attuale, l’andamento della
patologia nel tempo, i trattamenti
già eseguiti, il risultato conseguito,
per poi utilizzarli in modo responsabile, scegliendo il mezzo più opportuno (tipo di emocomponente,
metodica di produzione, tipo e frequenza di applicazione), evitando
nel contempo di creare possibili false illusioni sul risultato finale.
• Nel campo della terapia topica con
emocomponenti non trasfusionali,
la ricerca scientifica ha ancora molti
elementi da indagare e molti aspetti
da precisare. Innanzitutto, è necessario standardizzare la tecnica di
produzione o adattarla alle reali
possibilità ed esigenze cliniche; è
inoltre necessario validare la qualità
del prodotto finale da applicare mediante sistemi riproducibili.
• In tale ottica, è fondamentale incrementare l’esecuzione di studi
preclinici in vitro e in vivo per capirne il reale meccanismo d’azione, le
possibilità di conservazione, le possibilità di impiego omologo ed eterologo e identificare nuove indicazioni, eventuali rischi e limitazioni.
• Infine, non ci si può esimere dall’esecuzione di studi clinici di fase
1 con lo scopo di valutare la sicurezza e la tollerabilità degli emocomponenti non trasfusionali e studi clinici randomizzati di fase 2 e 3 per
valutare la reale efficacia e le indicazioni all’utilizzo di questi interessanti presidi terapeutici. ▲
Adolfo Maria Tambella*, Helen Giuliano**
© A.M. Tambella
agevolmente, creare un supporto
stabile che facilita l’utilizzo di biomembrane e riempire agevolmente
e stabilmente anche grosse cavità.
Inoltre, la CF può fungere da ottimo
scaffold per l’applicazione topica di
cellule staminali nella rigenerazione
e riparazione delle lesioni tessutali.
Le tecniche di produzione più diffuse prevedono l’utilizzo di una metodica chimica (estrazione etanolica)
o di diverse metodiche fisiche, ad
esempio la crioprecipitazione, oppure la preparazione per centrifugazione e la separazione fisica mediante una speciale membrana idonea a concentrare il fibrinogeno. La
fibrina deriva dalla trasformazione
del fibrinogeno, glicoproteina con
un peso molecolare di 340.000 D,
mediante l’azione della trombina.
Il preparato viene ottenuto dal plasma di origine autologa o allogenica,
con una procedura che garantisce
l’asepsi. Dopo la preparazione, deve
essere utilizzato il più rapidamente
possibile oppure congelato, secondo
tempi e modalità analoghi a quelli
del plasma fresco congelato (PFC)
(Dm 03/3/2005).
© A.M. Tambella
DOSSIER
Foto 6. Riempimento con colla di fibrina di una lesione cavitaria nella regione vestibolare
post maxillectomia in un cane.
* Scuola di Bioscienze e Medicina veterinaria, Ospedale veterinario didattico, Clinica chirurgica, Università di Camerino.
** Libero professionista, Clinica veterinaria My Vets, Melegnano (Mi).
La bibliografia è disponibile presso la redazione.
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
ATTUALITÀ
Pet therapy
© Monkey Business - Fotolia
IL VALORE TERAPEUTICO
degli animali
a pet therapy e le sue numerose valenze sono state l’argomento del convegno “Il valore terapeutico
degli animali”, svoltosi a
Moncalieri presso le Officine teatrali
Limone e organizzato da Asl To5*.
Riunendo figure professionali diverse nel campo della medicina, dell’ingegneria e del sociale, si sono
raggiunti gli obiettivi preposti: informare sulle potenzialità degli interventi assistiti con gli animali come
integrazione alle terapie tradizionali,
fornire agli operatori sanitari elementi utili per gestire tali attività e
favorire l’interazione tra le diverse
professionalità.
Paolo Guiso, medico veterinario Asl
To 5, organizzatore del corso, ha
sottolineato come il connubio e il
confronto tra i vari operatori della
sanità risultino una risorsa importante per poter diffondere e promuovere queste terapie comple-
L
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mentari, che vedono un loro utilizzo non solo in campo sanitario, ma
anche assistenziale e sociale. L’impiego degli animali nelle carceri ne
è un esempio.
Autismo ed equitazione
terapeutica
Il prof. Massimo Frascarelli (neuropsichiatra dell’Università La Sapienza di Roma) ha aperto i lavori presentando uno studio, effettuato in
collaborazione con la Fise (Federazione italiana sport equestri) su
esperienze di equitazione terapeutica in bambini affetti da autismo e
rimarcando la necessità di un maggiore rigore scientifico applicato a
pubblicazioni riguardanti tale disciplina.
Secondo il recente Dsm 5 (Diagnostic
and statistical manual for mental disorders), l’inquadramento diagnostico dell’autismo viene modificato
e classificato in modo diverso ri-
Una panoramica sui principali lavori
scientifici e progetti italiani relativi alle
terapie e attività svolte con l’ausilio di
animali nei confronti di minori ammalati
o in situazioni di disagio.
spetto alle precedenti edizioni. La
malattia viene diagnosticata come
“sindrome dello spettro autistico”
e l’approccio diagnostico deve soddisfare criteri legati alla comunicazione (deficit persistenti della comunicazione e dell’interazione sociale), ai comportamenti e/o agli interessi ripetitivi e ristretti e a condizioni di ipereattività e/o iporeattività sensoriali.
Il lavoro presentato si riferisce a basi
precedenti e parte dal presupposto
che l’autismo vada a colpire la coe-
renza centrale e le funzioni esecutive che aiutano lo sviluppo del
pensiero.
Una situazione di equilibrio instabile è equiparabile alla guida della
motocicletta, che richiede acquisizioni e potenziamenti maggiori rispetto all’automobile: il progetto
coinvolgente il cavallo richiedeva
anch’esso un comportamento adattativo e una flessibilità motoria che
permettessero al bambino di affrontare una condizione inusuale e poco
stabile.
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© R. Bestonso
ATTUALITÀ
Paolo Guiso, medico veterinario Asl To 5, organizzatore del corso, e Clemente Grosso,
vicepresidente Enci.
Ventotto bambini dai 6 ai 12 anni
con diagnosi di autismo sono stati
seguiti per 6 mesi con 20-25 sedute
settimanali in sella e 2-4 sedute a terra. Il lavoro impostato sul cavallo
comprendeva la pulizia, la bardatura, l’insellaggio, la conduzione a mano, l’attività a cavallo e il dissellaggio. Il lavoro sul corpo agiva sulla
postura e sulle sue variazioni, sull’equilibrio, sulla coordinazione, sull’orientamento in maneggio, sull’apprendimento di acquisizioni tecniche, sull’autonomia (personale, strumentale e sociale) e sulla relazione
(comunicazione, gioco, gestione, aggressività e timore).
I risultati, valutati sulla base di test
predefiniti, hanno rilevato un miglioramento della pianificazione e
dell’esecuzione del problem solving,
mentre l’abilità in sella ha favorito
il miglioramento dell’autonomia sociale.
le e al bisogno esperienziale del paziente.
Le principali attività del Centro di
referenza nazionale per gli interventi assistiti con gli animali riguardano, in via prioritaria, la promozione
della ricerca per la standardizzazione di protocolli operativi per il controllo sanitario e comportamentale
degli animali impiegati, il potenziamento delle collaborazioni tra Medicina umana e veterinaria, l’incremento delle conoscenze sull’applicabilità delle metodiche in diverse
tipologie di pazienti, l’organizzazione di corsi formativi e la raccolta di
dati da diffondere nella comunità
scientifica internazionale.
La necessità di tutelare chi si appre-
sta, come paziente, a impiegare gli
Iaa, di dare risposte agli operatori
coinvolti nelle numerose iniziative
con gli animali e di dimostrare al
Ministero della Salute di essere partner credibili e autorevoli hanno portato a cercare di definire linee guida
nazionali.
Queste prevedono la prescrizione,
da parte del medico di famiglia, delle Terapie assistite con gli animali
(Taa), l’educazione di persone in difficoltà al fine di poterle inserire in
un contesto sociale (carcerati, tossicodipendenti), la riabilitazione in
età evolutiva, le aree di cura (psichiatria, psicologia, neurologia, disabilità, neuromotricità).
Il relatore ha quindi citato l’esperienza
della tedesca Michaela Scheidhacker,
che ha potuto seguire un progetto di
ippoterapia appoggiato e sostenuto
dal governo tedesco.
Aaa e Terapie nei disturbi del
comportamento alimentare
La pet therapy viene utilizzata anche in caso di disturbi del comportamento alimentare (Dca), considerati tra le patologie più gravi nel
campo della psichiatria.
Essi sono caratterizzati da alcune
componenti psicopatologiche comuni, comprendenti alterazioni affettive, cognitive e comportamentali
strettamente legate all’ingestione di
cibo e all’immagine corporea. I dati
epidemiologici internazionali indicano un rapporto femmine-maschi
di 9 a 1 e un aumento della patologia bulimica su quella anoressica.
L’anoressia nervosa è una patologia
in espansione nell’età adolescenziale; attualmente, la sua insorgenza
interessa anche giovani di 8-10 anni
e vede la sua presenza in tutti i periodi della storia, anche se nei secoli
ha subito modifiche. Nel 1689 furono descritti due casi di pazienti che
rifiutavano di alimentarsi, nel 1873
fu coniato il termine “anoressia” e
negli ultimi tempi questo disturbo
è diventato una malattia professionale che colpisce modelle, danzatrici
classiche e sportivi a livello agonistico.
La bulimia nervosa colpisce ragazze
tra i 16 e i 25 anni. Come si può vedere, entrambe le malattie interessano la fascia giovanile, mentre il
Binge eating disorder (Disturbo da alimentazione incontrollata) interessa
persone adulte.
Ragazze anoressiche possono successivamente passare alla bulimia
nervosa; il “core” è lo stesso: paura
di prendere peso.
L’eziologia è multifattoriale: una banale dieta su un terreno psichico favorevole, una maggiore vulnerabilità associata a rinforzi positivi (“come stai bene così magra!”) e/o fattori
familiari.
Tra i fattori predisponenti si contano
l’età adolescenziale, i tratti della personalità (perfezionismo, pensiero
dicotomico), il sovrappeso, l’idealizzazione della magrezza. I fattori
di mantenimento si individuano
nella situazione familiare, nei sintomi ansiosi, nella bassa autostima e
nel senso di impotenza.
Lino Cavedon (psicoterapeuta del
Centro di referenza nazionale interventi assistiti con gli animali dell’Izs
Venezie) ha analizzato i vari presupposti che possono portare a un guadagno di cura per il Sistema sanitario attraverso la pet therapy.
I progetti che coinvolgono gli interventi assistiti con gli animali
(Iaa) prendono in considerazioni
patologie dell’età evolutiva, adulta
e anziana. Essi prevedono uno studio sulla tipologia dell’animale da
proporre al paziente in base alle caratteristiche etologiche dell’anima-
© R. Bestonso
La pet therapy, un guadagno
per il Sistema sanitario
nazionale
Un folto pubblico ha assistito al convegno presso le Officine teatrali Limone a Moncalieri (Torino).
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© R. Bestonso
ATTUALITÀ
Il prof. Massimo Frascarelli, neuropsichiatra dell’Università
La Sapienza di Roma, ha aperto i lavori presentando uno
studio, effettuato in collaborazione con la Federazione italiana sport equestri, su esperienze di equitazione terapeutica
in bambini affetti da autismo.
Come ha spiegato Rosanna Saragò (medico, s.c.
psichiatria Asl Cn1 – Cuneo), la terapia può prevedere anche un trattamento integrato con le Attività assistite con gli animali (Aaa) e le Terapie assistite dagli animali (Taa).
Presso l’Asl Cn1 di Cuneo si è realizzato un progetto, della durata di due anni e mezzo, che ha
coinvolto 5 giovani donne con Dca e un’infermiera
in un setting esterno (azienda agrituristica) rispetto
al centro istituzionale per i disturbi alimentari. Gli
obiettivi di questa esperienza erano: favorire la socializzazione, smorzare la tensione al momento del
pasto, sbloccare le emozioni “congelate” dalla patologia, svolgere semplici attività manuali in un
contesto naturalistico dove la presenza degli animali aiutava a superare i blocchi alimentari.
La valutazione dell’esito dell’esperienza ha individuato un effetto positivo sulla vita quotidiana,
sulla salute, sugli stati d’animo e sulle attività
svolte.
Schizofrenia cronica e attività equestri
riabilitative
La schizofrenia cronica è un disturbo psichiatrico
che richiede un impegno elevato con tempi di intervento critici. Negli ultimi anni, si è vista una riduzione dell’età di insorgenza legata all’abuso di
sostanze (ad es. anfetaminosimili) in soggetti predisposti.
Dopo l’introduzione delle Leggi n. 180 (“Legge Basaglia”) e n. 833, si è passati da una visione puramente psicologica della malattia mentale a un approccio biologico, con il tentativo di correlare i danni neuroanatomici a quadri clinici, disturbi e patologie.
Il decorso clinico e fisiopatologico della schizofrenia, come ha esposto Stefano Seripa (psichiatra psicoterapeuta, Asl Roma F), comprende diversi stadi
evolutivi (nel corso degli anni di vita) che vanno
da uno stato premorboso, con disturbi psichici minimi e lievi compromissioni motorie, sociali e co-
14
gnitive, fino allo stato residuo, con sintomatologia
importante di tipo positivo (allucinazioni, deliri),
negativo (appiattimento affettivo, apatia) e cognitivo.
Evidenze cliniche e studi neurofisiologici e sul neurosviluppo hanno evidenziato la presenza di alterazioni strutturali e funzionali della schizofrenia
e, soprattutto, l’esistenza di periodi, anche in età
adulta (18-22 anni), in cui il cervello mostra la possibilità di un’ulteriore crescita. Tale condizione
rappresenta una base per poter definire percorsi
mirati nei confronti di disfunzionalità evidenziate
nel disturbo psichico.
I fattori di rischio precoce sono legati a stili di attaccamento e stress che agiscono su condizioni di
vulnerabilità specifica con inadeguata formazione
delle strutture psichiche. Su questo livello potrebbe
agire la prevenzione primaria di tipo riabilitativo.
Le attività equestri e di riabilitazione psichiatrica
agiscono su pazienti di entrambi i sessi, sono prive
di effetto “Stigma” (discriminazione in ambito sociale legata alla malattia mentale), uniscono valenze
legate alle attività sportive, di gruppo e di pet therapy, si svolgono in contesti esterni alle normali
sedi di riabilitazione psichiatrica (più fruibili per
quanto riguarda eventuali successive attività di
formazione lavorativa) e permettono un miglior
inserimento in contesti di interazione sociale. Purtroppo, ha sottolineato il relatore, mancano pubblicazioni e, soprattutto, fondi per favorire e incrementare tali terapie complementari.
Esse permettono attività diversificate, con interventi sulla sfera metacognitiva (conoscenza che un
soggetto ha del proprio funzionamento cognitivo
e di quello altrui), area in cui si osservano i maggiori deficit in questi soggetti. I processi metacognitivi comprendono fasi diverse quali la pianificazione (ad es. elaborare strategie per risolvere un
problema), la previsione (ad es. stimare il risultato
di un’attività cognitiva specifica), le procedure (ad
es. testare e rivedere le strategie), il controllo dei
risultati ottenuti (ad es. valutare il risultato di un’azione in funzione dell’obiettivo previsto), il transfert e la generalizzazione di una soluzione di un
problema ad altri problemi o contesti.
I lavori con il cavallo risultano più efficaci e danno
risultati più a lungo termine; hanno una valenza
simbolica ed emotiva maggiore poiché si basano
su un rapporto relazionale e affettivo che porta a
una maggiore acquisizione della conoscenza e all’interpretazione del comportamento dell’animale
(approccio metacognitivo).
A questo proposito, il relatore ha citato il progetto
“Marco Cavallo”, nato nel 1973 quando i pazienti
dell’Ospedale psichiatrico di San Giovanni a Trieste uscirono fuori dalle mura dell’ospedale sfondando barriere virtuali e reali al seguito di un
grande cavallo azzurro. Il cavallo di cartapesta,
voluto da Franco Basaglia, allora direttore della
struttura, rappresentava un mezzo per aiutare il
“dentro” a riappropriarsi del “fuori”. ▲
Raffaella Bestonso
*Moncalieri (To), 21/11/2014.
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ATTUALITÀ
La deplumazione tra patologie
dermatologiche e psicogene
Nel pappagallo un piumaggio danneggiato può essere spia di patologie
dermatologiche o di problemi relazionali e psicologici. Se ne è parlato a Cremona*.
I
l danneggiamento del piumaggio
(FDB - feather distress beavior) è un
sintomo comune a molte patologie
organiche e psicogene che colpiscono
i pappagalli allevati come pet.
Il veterinario esoticista viene spesso
consultato da proprietari preoccupati
per cercare di curare questo sintomo,
ma la dermatologia aviare può disorientare anche il clinico già esperto in
quanto le cause di prurito, alterazione
della cute e del piumaggio (e i relativi
protocolli diagnostico-terapeutici) nei
pappagalli sono spesso complicate
sia dalla patologia organica che dalla
psiche di questi animali.
Il problema dell’autodeplumazione
è stato approfondito in un corso promosso dalla Sivae*: autorevoli colleghi con esperienza in materia hanno
esaminato il problema dal punto di
vista clinico e organico (Alessandro
Melillo, Clinca Omniavet - Roma;
Lorenzo Crosta, Clinica Montevecchia - Lc) nonché comportamentale
e gestionale (Marzia Possenti, Clinica Arca, Cassano d’Adda - Mi e Sara
Mainardi, naturalista, consulente
della relazione uomo-animale, Ve).
cutanee è utile analizzare la cute e il
calamo delle piume e delle penne ottenuto mediante spremitura, effettuando uno striscio e colorazione
con reagenti per citologia.
• È utile un esame microbiologico
da cute con lesioni o da piume prelevate in sterilità per ricercare la presenza di batteri o virus che possono
colpire in modo elettivo la cute dei
pappagalli.
• Infine, un utile strumento diagnostico per il clinico aviare è l’istopatologia: con una piccola biopsia cutanea opportunamente preparata
(cute fissata con nastro adesivo, taglio all’interno del nastro adesivo
comprendente un follicolo, sutura
della cute, fissazione in formalina
del lembo cutaneo disteso col nastro
adesivo) si possono ottenere informazioni preziose sullo stato di infiammazione, infiltrazione batterica,
presenza di particelle virali, presenza di parassiti, mancanza o atrofia
di strati cutanei.
Patologie infettive coinvolte
nell’autodeplumazione
Beak and feather disease
Riconoscere un problema
di piumaggio
Le patologie organiche da indagare
durante l’iter diagnostico sono numerose e non sempre facilmente diagnosticabili, ma alcuni segni di malessere devono essere notati e interpretati già alla prima visita e nella
fase di raccolta anamnestica (vedere
riquadro 1).
Ovviamente, per poter valutare correttamente quanto emerso in sede
anamnestica devono essere noti la
normalità e lo stato di buona salute
di ogni singola specie di pappagallo,
comprese le eventuali mutazioni di
colore create con la selezione.
Durante la visita clinica alcuni semplici esami possono dare indizi preziosi al clinico:
• in caso di deplumazione o lesioni
16
La principale malattia infettiva virale
coinvolta in casi di deplumazione è
la BFD (Beak and feather disease), sostenuta da un Circovirus, enzootica
nei luoghi di origine (Australia), ben
tollerata dalle popolazioni wild ma
problematica e mortale per i pet, so-
prattutto se appartenenti a specie
sensibili originarie da altri continenti
come, ad esempio, cinerini e parrocchetti africani.
Gli organi target del Circovirus sono
i tessuti in rapida replicazione, tessuti linfoidi, cute e follicoli, midollo
osseo, ingluvie. Come si può intuire,
i soggetti giovani sono più esposti e
sensibili a questo virus, che ne determina più facilmente la morte per
il coinvolgimento di organi importanti per la difesa dell’organismo
(midollo osseo, organi linfatici). Nei
soggetti adulti la malattia può passare inosservata o presentarsi inizialmente in forma anomala, come ad
esempio una strana discromia delle
piume che può mimare una mutazione genetica del piumaggio. La
forma conclamata causa deformità
dei calami delle piume e penne che
si piegano, si spezzano, presentano
emorragia della polpa, distruzione
dei follicoli, deformazione e necrosi
del tessuto corneo di becco e unghie
oltre ad anemia, leucopenia, polmonite, diarrea e aspergillosi conseguente a immunosoppressione.
Tipica del pappagallino ondulato è
la forma clinica definita “muta francese” in cui il soggetto infettato dimostra i primi sintomi alla prima
muta del piumaggio: perde le remiganti e le timoniere e non riesce più
ad avere una ricrescita normale (in
genere resta a vita sul fondo della
1. COSA REGISTRARE IN FASE ANAMNESTICA
• Dove vive il pappagallo? Cosa mangia? Quante sono le ore di sonno?
• Le lesioni sono localizzate in un punto preciso del corpo? Le penne e le piume
appaiono strappate o masticate? La cute è normale, ipercheratorsica o con ferite?
Vi sono piume vecchie? Vi è un numero elevato piume nuove con calami ancora
inguainati? Si notano colorazioni anomale dal piumaggio (stress marks, colorazione giallastra delle piume bianche, segni nerastri sulle piume o piume di colore
diverso dalle altre)? La cute è ricoperta da squame o “polverina bianca”? Le
unghie e il becco sono lisci e della lunghezza normale per quella specie? La cute
delle zampe appare arrossata soprattutto a livello plantare?
© E. Ghelfi
Incontro Sivae sugli psittacidi
Pappagallo cinerino che presenta una grave deplumazione dell’addome.
gabbia incapace di volare ma può
nutrirsi e sopravvivere). In rari casi,
ma solo in pappagalli ondulati e nei
pappagalli di origine sudamericana,
ci possono essere delle guarigioni
spontanee.
Alla “muta francese” può concorrere
anche il Poliomavirus causando ritenzione dei calami, deformazione
delle piume (che però non si curvano come nella circovirosi), nelle mute successive vengono colpite anche
piume di contorno e di copertura fino a ottenere un pappagallino definito dagli inglesi “runner”, cioè spiumato, incapace totalmente di volare.
I soggetti colpiti che riescono a sopravvivere anche a lungo e i portatori sani sono dei pericolosi “untori”
per i consimili (elevatissima mortalità nei pullus nel nido o in fase di
svezzamento) e per gli altri pappagalli di taglia grande.
Proventricolite dilatativa
Negli ultimi due anni numerose evidenze cliniche hanno dimostrato che
anche la proventricolite dilatativa
(ABV- PDD, Avian Bornavirus - proventricular dilatation disease) causata
da un Bornavirus può indurre una
neurite periferica e quindi parestesie
che stimolano il pappagallo ad autodeplumarsi e automutilarsi soprattutto a livello di addome o parte
prossimale del petto (aree di proiezione dei visceri). Nelle piume copritrici si ritrova facilmente il Bornavirus ma non tutti i pappagalli positivi sviluppano la malattia neurologica classica o nervosa.
Alimentazione, tossine
ed epatopatie
L’alimentazione gioca un ruolo importante nella gestione del paziente
aviare, perché purtroppo ancora
troppo spesso gli psittacidi vengono
alimentati male, in modo non equilibrato, con alimenti scadenti. La
malnutrizione è spesso aggravata
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
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Pappagallo amazzone con alterazione del piumaggio: al
posto di piume di colre verde sono cresciute piume
gialle, che fanno sospettare grave epatopatia cronica.
Dall’anamnesi è emerso che l’animale mangiava da 28
anni solo semi di girasole.
dell’uropigio causa allungamento e
fragilità di unghie e becco, prurito e
alterazione di colore del piumaggio
(soprattutto nelle calopsite), il quale
risulta alterato per diversi motivi:
presenza di soffusioni nerastre sulle
piume (ara e amazzoni), dicromia
delle piume.
Anche lo stile di vita dell’animale in
gabbia o libero in casa va valutato
nella ricerca delle cause di alterazione del piumaggio: la noia o la troppa
curiosità possono essere molto peri-
neurologici, l’intossicazione cronica invece
può essere più subdola: l’animale può presentare a tratti letargia, disfagia, poliuria/polidipsia, perdita
di peso e perdita di
piumaggio soprattutto a livello di sterno o
di area tibiale.
Per formulare un sospetto diagnostico di intossicazione
da zinco non basta una radiografia
(per evidenziare particelle di metalli
pesanti nello stomaco) ma è utile
proporre anche un dosaggio ematico
eseguito correttamente (utilizzando
siringhe prive di gomma e raccogliendo il sangue in provette di plastica senza gomma).
© E. Ghelfi
dal fatto che il pappagallo tende a
selezionare, scartare, giocare e scegliere i cibi secondo suoi particolarissimi gusti dettati dalla famigliarità
con un alimento (se i genitori o i
compagni di allevamento non mangiavano certi alimenti non ha modo
di conoscerli e apprezzarli), dalla
consistenza, colore, sapidità o dalla
possibilità di condividere il cibo con
i suoi compagni (alati o umani). Inoltre, vi sono patologie organiche che
possono ridurre l’assunzione di alcuni elementi come vitamine o aminoacidi essenziali.
La carenza di vitamina A può causare ripercussioni cutanee come secchezza della cute, presenza di scaglie, minor resistenza agli assalti batterici, quindi comparsa di prurito.
Pappagalli obesi che si nutrono in
prevalenza di semi, oltre ad andare
incontro a carenza di vitamina A,
presentano anche una cute più sottile, ipotrofica con penne che stentano ad aprirsi (perdere la guaina durante la muta) e quindi di nuovo
sensazione di prurito.
Una carenza di proteine e aminoacidi essenziali (cistina, lisina e metionina) interferisce nella corretta
muta del piumaggio. Le piume rappresentano il 25% delle proteine del
corpo di un uccello: in uno stato carenziale quindi le piume non vengono cambiate, il piumaggio vecchio
persiste ma si rovina con più facilità,
creando irritazione e disagio che induce il pappagallo a un overpreening
per cercare di compensare.
Anche una carenza di omega 3 nella
dieta induce un alterato trofismo cutaneo causando pelle secca, prurito
e alterazione delle penne. La muta
non aumenta il fabbisogno di omega
3 nella dieta, questi oligoelementi
vanno integrati durante tutte le fasi
dell’allevamento con alimenti che ne
contengono (quindi dieta varia!) oppure con giuste quantità di integratori di buona qualità.
Frequentemente i pappagalli sono
iperalimentati e nutriti con cibi ricchi
di grassi che causano lipidosi epatica
o altre epatopatie.
I segni clinici facilmente individuabili di epatopatia in un paziente
aviare sono: depressione del sensorio, biliverdinuria, ascite, celiomegalia, difficoltà respiratorie per compressione dei visceri e dei sacchi aerei da parte del liquido presente nel
celoma o notevole aumento dei lobi
epatici. L’accumulo di pigmenti biliari nella cute e nella ghiandola
© E. Ghelfi
ATTUALITÀ
colose per l’incauto pappagallino
che, ad esempio, lecca continuamente e ripetutamente la campanellina
giocattolo zincata messa a disposizione come arricchimento ambientale, così che lo zinco ingerito si accumula cronicamente a livello epatico.
Lo zinco è contenuto anche in monete, graffette, chiavi, vernici e antiruggine, oltre alle sbarre delle gabbie
per uccelli. L’intossicazione acuta da
zinco presenta sintomi prettamente
LA TERAPIA COMPORTAMENTALE NEL PAPPAGALLO
Un pappagallo che si depluma dimostra di avere problemi relazionali con i componenti del nucleo familiare e col mondo che lo circonda, incapacità di gestire
emozioni, relazioni e azioni che dovrebbe affrontare nella quotidianità perché
carente di quegli strumenti cognitivi e relazionali che avrebbe dovuto acquisire
ed essergli trasmessi nelle fasi più delicate del suo sviluppo, ovvero in “età pediatrica”e nel successivo periodo di inserimento nel nuovo contesto di allevamento.
L’autodeplumazione e l’autotraumatismo sono sintomi comuni delle tre patologie
comportamentali note nei pappagalli come: disturbo di attaccamento, sindrome
competitiva di relazione e sindrome da privazione sensoriale. La risoluzione o
l’attenuazione del problema va affrontata dal terapeuta in modo molto elastico
e adattabile, non esiste una terapia standard da adottare nei diversi casi elencati:
fondamentale è la raccolta di tutti i dati anamnestici con ordine e metodo, coinvolgere tutti i componenti del nucleo familiare, proporre obiettivi precisi e raggiungibili in modo da stimolare positivamente umani e pappagallo e accreditarsi
agli occhi dei proprietari.
Questa fase è molto importante: i proprietari devono rendersi conto di dover lavorare molto seriamente col loro animale per riportarlo a un livello accettabile
di vita relazionale ma se non vedono - soprattutto nelle prime fasi - risultati e
cambiamenti tangibili facilmente vengono colti da sfiducia e demotivazione, arrivando quindi anche a decidere di interrompere la terapia e ricorrere in modo
autonomo a “scorciatoie” inadeguate (blog internet, relegare il pappagallo in voliere esterne, adottare dei compagni o surrogati per fargli compagnia) senza
però un piano di azione ragionato e veramente utile all’animale, il quale si che
si troverà in una situazione nuova privo di strumenti e quindi destinato a fallire
e aumentare lo stato di ansia e frustrazione.
Il trattamento della patologia comportamentale deve essere impostato e seguito
dal terapeuta competente che può essere coadiuvato da un educatore o coach
di fiducia per la parte pratica e il lavoro insieme al nucleo famigliare sia in casa
che all’esterno (parco, laboratori di socializzazione).
Il punto di partenza, per qualunque problema che coinvolga il comportamento
del pappagallo, rimane comunque la comunicazione: i proprietari devono imparare
a comunicare in modo chiaro ed efficace col loro animale, interpretare i segnali
non verbali di gioia, fastidio, rabbia e disagio per poter creare le basi per una
convivenza serena e ricca di soddisfazioni con questi straordinari animali.
Arricchimento ambientale
e apprendimento
Vivere in un ambiente vario e ricco
di stimoli aiuta notevolmente a modificare il comportamento e facilita
il processo di apprendimento generando cambiamenti anatomici e chimici nel cervello stesso. L’arricchimento ha effetti positivi su memoria,
apprendimento, ansia, aggressività
e movimenti stereotipati proprio
perché la curiosità, l’esplorazione, il
movimento e il gioco impegnano in
modo positivo il cervello che impara
a rispondere e elaborare idee in modo sorprendentemente più efficace
e armonico.
Proporre bacche, rami, palline colorate, corde da scalare, rotoli di carta
da rosicchiare ecc. non va interpretato come una semplice opportunità
per far passare del tempo al pappagallo ma anche come un modo sempre nuovo per farlo crescere anche
mentalmente proponendogli nuovi
problem solving o nuovi “scacchi” da
risolvere.
L’animale che impara a vivere e convivere in un ambiente artificiale non
sempre adatto ai suoi bisogni riesce
a ridurre e contenere in modo significativo lo stress negativo che causa
disagio. In questa nuova ottica l’arricchimento ambientale viene identificato come un’attività che prevede
un compito o un incarico per raggiungere un obiettivo, e può essere
di tipo fisico sensoriale (giochi o attività in cui siano stimolati i rapporti
con l’ambiente: volo, camminata,
equilibrio sui posatoi instabili, oggetti da manipolare con becco e zampe), alimentare o foraging (ricerca di
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
cibo tra materiale non alimentare, ricerca in piccole fessure, apertura di contenitori, esperienza
con cibi nuovi e colorati in diverse forme o gradi
di maturazione) e sociale (con altri individui della
stessa specie, con i proprietari, durante incontri
di socializzazione). Lavorando in prevenzione sia
in allevamento che in casa si possono migliorare
in modo significativo sia la convivenza uomopappagallo sia il benessere degli animali.
Stati di frustrazione, noia, aggressività, ansia possono creare o peggiorare l’autodeplumazione in
un pappagallo. L’utilizzo di un arricchimento ambientale modulato e adattato all’animale con problemi migliorerà la vita dello stesso facilitando la
terapia comportamentale, riducendo le stereotipie
e il disagio psicologico che sta a monte del problema.
Patologie psicogene e deplumazione
L’autodeplumazione psicogena ha la caratteristica
di iniziare sempre con una “ipertrofia” del comportamento di pulizia: come è stato più volte ricordato il pappagallo ha una cura meticolosa e
accurata del suo piumaggio, dato che ne va della
sua sopravvivenza. Un pappagallo con problemi
comportamentali si liscia il piumaggio per tempi
sempre più prolungati e con troppa insistenza
causando dapprima lesioni alle barbule, poi al calamo e infine al follicolo o alla cute.
Lo strappamento della penna causa dapprima dolore, poi prurito per la lesione cutanea o la ricrescita di nuove piume. Può divenire anche un rituale (rigido, non preimpostato e non adattabile,
quindi patologico) e un modo per comunicare:
il pappagallo che si strappa le piume crea ansia
nel proprietario che accorre a distoglierlo ogni
volta che lo vede agire in quel rituale. Il pappagallo impara a comunicare con il proprietario
esacerbando le attività di pulizia e attirando così
la sua attenzione. Inoltre ansia, timore o rabbia
stimolano il pappagallo a distogliersi dalla comunicazione verbale e non verbale dal suo interlocutore (umano o pennuto) attuando questa
displacement activity (comportamento di sostituzione) ovvero lisciandosi le penne per ridurre la
tensione.
In alcuni casi la deplumazione è la risposta a un
attacco di panico: in poche ore il pappagallo si depluma in aree molto estese del corpo (ad es. tutto
il petto o tutta la schiena e le ali). Questa situazione è tipica di animali fortemente ansiosi e con
scarse capacità di adattamento (molto tipica di
pappagalli allevati a mano dall’uomo che non
hanno acquisito in modo naturale le competenze
di specie volte alla gestione emozionale): un brusco cambiamento (di casa o gabbia), l’introduzione di un predatore nel nucleo familiare noto (ad
es. un cane) o il fatto di trovarsi all’improvviso
solo in casa mentre non lo era mai stato prima
causano un forte shock emotivo a cui non riesce
a far fronte. ▲
Elena Ghelfi
* Cremona, 22-23/11/2014: “Deplumazione nei pappagalli: malattia dermatologica
o sintomo?”, organizzato da Sivae.
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
19
DALLE ASSOCIAZIONI
A CURA DELLE ASSOCIAZIONI CONVENZIONATE CON
LA SETTIMANA VETERINARIA
Preparazione dei veterinari in campo legale
Anche in Italia assisteremo a un aumento
dei risarcimenti per cause legate agli animali?
U
n articolo scritto su DVM360,
la rivista della Conferenza
Veterinaria Centroamericana,
a firma di Stan Baker, veterinario statunitense esperto di questioni legali,
suscita alcune riflessioni e domande
che sono interessanti anche per i veterinari italiani*.
La questione riguarda l’escalation dei
risarcimenti riguardanti gli animali.
Sostanzialmente, dice Baker, i veterinari promuovono l’importanza del
legame animale-uomo, e qualche
giudice ha iniziato a dar loro ragione, aumentando l’entità dei risarcimenti conseguenti in caso di morte
degli animali, non più limitandosi
al danno “commerciale”, inteso come riduzione o perdita del valore
commerciale intrinseco del paziente,
che nell’attuale ordinamento giuridico sia statunitense che italiano è
equiparato a un oggetto, ma integrando il suddetto con il concetto di
danno “emotivo”, inteso come la sofferenza arrecata al proprietario dell’animale d’affezione dalla perdita
o dalla invalidità di vario grado derivata dalla pratica professionale del
veterinario curante al «pet», come se
si trattasse di un essere umano; quindi non più una cosa di proprietà della famiglia convivente con esso, ma
un membro effettivo della stessa.
L’articolista cita come cause del fatto
la pressione esercitata dal forte aumento di avvocati negli Stati Uniti e
la poca preparazione legale dei veterinari, e conclude dicendo che sarà
il tempo a stabilire se tale evoluzione
legale sia positiva o negativa, ma
che, in ogni caso, i veterinari dovrebbero essere pienamente consapevoli
delle implicazioni insite nel promuovere fortemente il legame uomo-animale fino a farlo diventare un rapporto “famigliare”. Da questo punto
di vista le analogie con la situazione
europea e più specificamente italiana
sono evidenti. La tendenza sociale e
culturale, fomentata più o meno consapevolmente da un po’ tutte le
componenti che hanno interessi economici nel settore, dall’industria farmaceutica a quella mangimistica, per
arrivare alle sempre più numerose
20
associazione Onlus di amanti degli
animali o sedicenti tali, ma certo senza escludere anche noi stessi veterinari, è innegabilmente sovrapponibile a quella descritta dal collega redattore d’oltre Oceano.
Parallelamente, forse anche come
conseguenza del recente obbligo per
i professionisti di dotarsi di un’assicurazione di responsabilità civile per
i danni arrecati ai clienti dall’esercizio dell’attività professionale, ma anche dalla contingente crisi economica che stiamo attraversando e che ha
prodotto un aumento della litigiosità
delle persone e dei tentativi talvolta
fantasiosi di estorcere denaro al
prossimo, le cause civili di richiesta
danni rivolte ai colleghi sono in costante aumento. Come Sivelp stiamo
assistendo con preoccupazione a
questo fenomeno, e riteniamo che il
nostro possa essere considerato un
“punto di osservazione” privilegiato,
essendo noi al momento gli unici a
offrire una polizza assicurativa in
cui le richieste dei clienti vengono
filtrate e analizzate da veterinari
nell’interesse dei colleghi sottoscrittori.
Se anche qui in Italia dilagasse quanto osservato e denunciato dal collega
statunitense (e qualche caso isolato
si è già verificato), oltre all’aumento
delle cause civili assisteremmo anche
all’aumento esponenziale dell’esosità delle richieste, e la ricaduta economica per noi potrebbe essere difficilmente sostenibile, perché inevitabilmente andremmo incontro a
uno spropositato aumento dei premi
assicurativi richiestici, come già avvenuto in Medicina umana.
Quali questioni porta all’attenzione
questo andamento? O meglio, quali
comportamenti suggeriscono le considerazioni svolte per impedire si verifichi quell’insostenibile – e facilmente prevedibile – aumento dei costi assicurativi?
In primo luogo, sarebbe auspicabile
un adeguamento dei moduli del
consenso informato, da integrarsi
con la dichiarazione preventiva del
valore dell’animale, almeno dal punto di vista economico, commerciale.
Se ciò non garantisce dal punto di
vista dell’esosità dei risarcimenti, almeno consentirebbe di sottolineare
la disparità tra la cifra che il proprietario vuol pagare (bassa) e quella (alta) dichiarata come valore, rimediando almeno in parte all’immaturità
spesso diffusa tra la clientela. In certi
casi (si pensi, ad esempio, all’ippiatria) il valore richiesto come risarcimento è molto alto, spesso cercando di lucrare sulla morte del
soggetto. Se non addirittura prevedere che, con la sottoscrizione
del “consenso informato” a effettuare trattamenti diagnostici
o terapeutici “a rischio” (ormai
obbligatoria secondo il nuovo
Codice deontologico), al cliente
si richiedesse di dichiarare il valore complessivo (commerciale+affettivo) attribuito al proprio
animale. Quella dichiarata sarà
la somma che il veterinario dovrà rifondere al proprietario in
caso di evento nefasto, ma la parcella richiesta sarà composta da
una parte fissa, legata alla complessità del lavoro da eseguire, e da una
variabile, proporzionale al rischio
economico corso dal professionista.
Scarsa formazione legale
dei veterinari e degli avvocati
in campo veterinario
Ci domandiamo anche che riflessi
abbia il diniego di effettuare una
pratica diagnostica o terapeutica, o
la scelta di ripiegare su un “piano B”
o anche C dai punti di vista dell’eventuale risarcimento.
Emerge inoltre il bisogno di una
maggiore preparazione medico-legale degli studenti e dei veterinari
in genere, oggi molto carente. La medicina legale è materia molto interessante dal punto di vista formativo
professionale, ma purtroppo oggi gli
studenti la vivono come materia secondaria. Non è così.
Anche dal punto di vista legale, attualmente gli avvocati non sono formati nel nostro settore, e ancora pochi sono gli studi legali associati che
comprendano nei loro staff dei veterinari (possibilità offerta dalle so-
cietà professionali miste, vedasi ad
esempio lo studio a cui partecipa il
dott. Baker**).
Anche le nostre istituzioni non paiono ancora sensibilizzate sull’argomento: è giusto coltivare il legame
uomo-animale, ma se non si punta
sulle responsabilità morali del proprietario il rischio è di ferirsi con
un’arma a doppio taglio.
Senza contare che il rischio di contenziosi in Italia, a differenza di
quanto avviene negli States, può riguardare anche gli animali custoditi
per tutta la loro vita da associazioni
animaliste, ma a carico della pubblica amministrazione (per i quali sono
tutt’altro che da escludere cause e
costituzioni di parte civile) o direttamente di proprietà dello Stato, come accade per i selvatici, nei confronti dei quali le polemiche gestionali sono frequenti e assai gradite ai
media.
È necessario che i veterinari siano
informati e preparati. Il Sivelp ha un
gruppo tecnico-etico che affronta tali
argomenti. Per chi volesse partecipare alla discussione e preparazione,
è possible scrivere a [email protected].
Non aspettare i problemi, previenili
con la consapevolezza! ▲
Sergio Comoglio
* http://veterinarynews.dvm360.com/non-economic-damages-pet-injuries-are-veterinarians-expediting-evolution-law
** http://www.huschblackwell.com/industries_services/animal-health
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
DALLE ASSOCIAZIONI
A CURA DELLE ASSOCIAZIONI CONVENZIONATE CON
LA SETTIMANA VETERINARIA
Emergenza animali randagi e business
Randagismo in Italia: chi ci guadagna?
su una superficie complessiva di
35.565 m2 con una logica che è quella del parco canile: uno spazio dove
i cani sono ospitati in box più o meno confortevoli e dove hanno a disposizione aree per correre, ma anche un luogo dove le famiglie possono trascorrere qualche ora per avvicinarsi agli animali e prepararsi
ad adottarne uno. L’insieme del Parco canile è piacevole, con aree destinate a parco attrezzate con panchine
e ombreggiate da platani e pioppi.
tutto il problema dei cani vaganti e
abbandonati. Le soluzioni proposte
dalla Legge non sono errate: identificazione e microchippatura di tutti
i cani, affinché non vengano abbandonati nelle strade; canili e rifugi
pubblici per accogliere quelli rifiutati; campagne per promuovere le
adozioni; controllo delle nascite per
contenere il numero. Serve però una
spinta, anche economica: costa costruire i canili, costa sterilizzare, costa predisporre campagne di forma-
persone che si recano presso i rifugi
o le associazioni e, con le scuse più
mirabolanti (“non abbiamo più soldi,
è morta la nonna e noi non lo possiamo
tenere, siamo diventati allergici” sono
le più usate), lasciano lì il cane. Si
tratta pur sempre di un passo in
avanti: almeno non si lascia il povero quattro zampe in mezzo a una
strada, ma questo costringe le associazioni (povere di risorse) a un superlavoro e sovraffolla sempre più
i canili.
Alcune considerazioni
Ogni anno, vengono
abbandonati 50.000 cani e
altrettanti gatti, nonostante
l’abbandono sia un reato
penale, punito dalla legge con
multe da 3.000 a 15.000 euro
e persino con l’arresto.
In questa direzione stanno andando
altre città, come Bari o come Ragusa,
dove a breve sorgerà un rifugio sanitario comunale.
Passi in avanti
Leggi buone, non sempre
applicate
Ma una piccola rivoluzione gentile
è in atto. Mentre gran parte del Belpaese è costellato di canili fatiscenti,
alcuni Comuni avanzati hanno realizzato strutture che si avvicinano
molto al Parco-canile. Sono eccellenze che costituiscono dei veri modelli
per tutta Italia. È il caso di Genova,
ad esempio, che ormai qualche anno
fa ha inaugurato il rifugio municipale di Monte Contessa, chiudendo
definitivamente il vecchio e fatiscente canile. Milano non è da meno. Il
nuovo rifugio comunale si sviluppa
Rimane un fatto: l’Italia è in parte
un Paese che, nel terzo millennio, è
ancora alle prese con il fenomeno
del randagismo dei cani abbandonati e rinselvatichiti. Quanti sono?
Le cifre ballano. Decine di migliaia,
tra randagi, rinselvatichiti e vaganti.
Questi ultimi hanno un padrone ma
sono lasciati liberi di vagare. I numeri dicono che, nonostante una
buona Legge, la 281 del 1991, e l’impegno di tante associazioni di volontariato animalista presenti sul territorio, non si riesce a risolvere del
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
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C
ani denutriti, malati, chiusi a
vita in gabbie miserabili.
Questa è la tipica immagine
del canile-lager. Ce ne sono tanti in
Italia, da nord a sud. Ogni tanto un
servizio televisivo racconta che la
Forestale o i Carabinieri sono arrivati e ne hanno sequestrato uno. Ma
i canili lager d’Italia si somigliano
un po’ tutti. Tra gli illeciti più frequenti riscontrati dalle Forze dell’Ordine si registrano box sovraffollati, scarsità di cibo e di acqua, strutture fatiscenti, carenze igienico-sanitarie, elevata mortalità dei cani,
soppressioni mascherate come eutanasie, maltrattamenti, basso numero di adozioni, decessi non denunciati, reati contro l’ambiente e la
pubblica amministrazione, malversazioni, distrazioni e truffe.
Come si arriva a questa situazione?
“Grazie” alle cifre dell’abbandono
e all’incuria di molte amministrazioni comunali. Secondo le più accreditate stime delle associazioni
Lav e Gaia Animali & Ambiente, sono 50.000 l’anno gli abbandoni di cani in Italia (più di cento al giorno...).
Un fenomeno in lento calo, ma pur
sempre agghiacciante. Il destino degli animali abbandonati è vario:
molti muoiono travolti dalle macchine, altri di stenti. Qualcuno viene
adottato direttamente dalla strada,
qualche altro rimane randagio. La
maggior parte finisce in canile, a carico dei Comuni. Troppo spesso
però le amministrazioni sottovalutano il randagismo e non vi dedicano la necessaria attenzione, con conseguenze negative per gli animali
ma anche per le persone.
zione e informazione dei cittadini
perché si responsabilizzino e considerino l’animale come un membro
della famiglia.
Piano piano, comunque, le cose
stanno migliorando. C’è una maggiore sensibilità, anche grazie alle
mille campagne delle associazioni,
delle istituzioni e dei media. E gli
abbandoni, anche se troppo lentamente, sembrano essere in calo. Resistono, però. Secondo le stime più
attendibili, come detto, ogni anno
vengono abbandonati 50.000 cani e
altrettanti gatti, nonostante l’abbandono sia un reato penale, punito
dalla legge con multe da 3.000 a
15.000 euro e persino con l’arresto.
A fronte del lieve calo del fenomeno,
è invece in aumento quello che io
chiamo l’abbandono mascherato:
Come spesso accade, la situazione
nella quale ci troviamo è quella del
cane che si morde la coda. In Italia
si stima che vi siano sessanta milioni
di animali domestici: cani, gatti e
animali non convenzionali. Quanti
di questi sono acquistati a cifre folli?
Quante volte vi è capitato di soccorrere un cane di razza e di sentirvi rispondere dai proprietari che non
hanno i soldi per pagarvi? Come
sappiamo, le associazioni e i canili
ricevono fondi sia in base al numero
di animali ricoverati presso le loro
strutture sia in base al numero di
persone residenti nei Comuni serviti
da tali strutture. E allora perché non
incentivare l’adozione? Perché non
fare in modo che chi si prende cura
di un animale adottato venga aiutato dallo Stato nella gestione e nelle
cure? Forse perché a qualcuno non
converrebbe più di tanto. Attenzione! Il mio non vuole essere un discorso generalista. Ci sono, come già
sottolineato, alcune eccellenze ma
purtroppo ci sono ancora troppe
mancanze. Ad alcune strutture sanitarie o rifugio conviene che vi sia
un continuo afflusso di animali, proprio per poter continuare ad attingere alla sacra fonte del guadagno
che arriva dalle tasche di Pantalone.
Sapete quanto è la spesa del Paese
Italia per i randagi? Si arriva fino a
cinque euro giornalieri per cane in
una struttura. Sapete quanto l’Italia
spende per gli asili? Circa cinquanta
centesimi a bambino... fate voi il
conto e ditemi se non vi sembra che
dietro non ci stia guadagnando nessuno... ▲
Stefano Merlo
21
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volte il dosaggio consigliato. Carprieve tutela anche la redditività dell’allevamento, grazie a tempi di sospensione ridotti (carni e visceri: 21 giorni) e periodo di
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FILIERE
Ovini
L’IPOVITAMINOSI A:
un rischio da non
sottovalutare
egli allevamenti estensivi, la carenza di vitamina A è un deficit attualmente molto raro,
se non addirittura
scomparso. Per contro, in quelli intensivi, a stabulazione fissa, può insorgere una carenza cronica di vitamina
A alla fine del periodo invernale,
quando gli animali vengono nutriti
con alimenti (soprattutto fieno) carenti
di β-carotene. In tali condizioni, le pecore manifestano malattie oculari, ritardi nella crescita e una maggiore
sensibilità alle infezioni.
N
Eziologia ed epidemiologia
La vitamina A (retinolo) e i suoi precursori (β-carotene e retinil) sono pigmenti abbondantemente presenti nei
foraggi verdi freschi. Tuttavia, queste
molecole sono relativamente labili e
si degradano rapidamente se le condizioni di stoccaggio non sono ottimali (temperatura troppo elevata, ambiente molto umido, forte esposizione
PATOGENESI
La vitamina A è un precursore della rodopsina, un pigmento retinico.
È il suo effetto particolarmente importante sulla retina e le villosità
aracnoidee che causa i sintomi più
caratteristici osservabili in caso di
carenza. La vitamina A interviene
anche nel mantenimento dell’integrità della coroide e dei tessuti
epiteliali in generale, nell’attività
osteoblastica ed osteoclastica,
nonché nel corretto funzionamento
dell’apparato genitale e del sistema immunitario. In caso di carenza, quindi, i segni sono variabili.
ai raggi solari). Un regime alimentare
a base di insilato vecchio (più di 1 anno), fieno molto secco o cereali (che
ne contengono naturalmente minime
quantità) è molto povero in caroteni
e vitamina A: si può così instaurare
una carenza primaria, che si osserva
spesso in autunno-inverno e nei lotti
all’ingrasso. In ogni caso, il deficit può
anche essere secondario a un disturbo
epatico o intestinale. Le cellule della
mucosa dell’intestino tenue e del fegato sintetizzano la vitamina A a partire dai caroteni ingeriti e ne consentono l’assorbimento intestinale e lo
stoccaggio a livello epatico.
Sintomi
• Sintomi oculari: le lesioni sono soprattutto retiniche. Insorge un edema
pupillare (ombra attorno al disco ottico, con vasi ispessiti e tortuosi), cui
segue una degenerazione irreversibile.
Parallelamente, l’occlusione dei forami ottici determina la compressione
dei nervi ottici (II), che può portare
alla loro sezione. I segni clinici, quindi,
esordiscono con una nictalopia (cecità
notturna), seguita da una cecità bilaterale totale e dalla scomparsa dei riflessi pupillari fotomotori. In alcuni
casi, l’esame dell’occhio evidenzia la
cheratinizzazione della cornea.
• Sintomi nervosi centrali: derivano
dall’atrofia delle villosità aracnoidee
della dura madre (che normalmente
hanno funzione di secrezione e riassorbimento del liquido cefalorachidiano) e dalla concomitante occlusione progressiva dei forami cranici (per
inibizione degli osteoclasti). Ne deriva
un aumento della pressione intracranica, che causa atassia progressiva,
crisi convulsive tonico-cloniche, sincopi e, infine, coma.
• Sintomi generali: è possibile rilevare immunodeficienza, debolezza
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
Nella pecora, in caso
di sospetta carenza
di vitamina A, l’esame
oftalmologico è
fondamentale.
Negli allevamenti intensivi, alla fine
del periodo invernale, le pecore
possono manifestare malattie oculari,
ritardi nella crescita e una maggiore
sensibilità alle infezioni se sono
nutrite con alimenti carenti
in β-carotene.
23
FILIERE
(che colpisce soprattutto gli agnelli
nati da una madre carente di vitamina A, che spesso sviluppa idrocefalo), diminuzione della crescita,
anasarca (edemi generalizzati) e
anomalie del tessuto corneo degli
unghioni.
• Sintomi genitali: si riscontrano,
fondamentalmente, atrofia testicolare, degenerazione placentare e
aborti.
Diagnosi
La diagnosi differenziale deve comprendere tutti i possibili disturbi visivi (vedere tabella). In caso di sospetto clinico, il metodo più diretto per
confermare questa carenza è il dosaggio della vitamina A o dei caroteni nella razione, nel plasma o nel
fegato (organo di stoccaggio dei retinoidi).
Nella razione, gli apporti di vitamina A devono essere compresi tra 30
e 70 UI/kg di peso corporeo al giorno (1 UI = 0,4 µg). Questo range varia in base ai fabbisogni (crescita, lattazione, febbre, distruzione da parte
della microflora ruminale, ecc.) e al
sesso (le femmine sono più resistenti
grazie alla possibile trasformazione
degli estrogeni in vitamina A). Nel
plasma, i valori della vitamina A so-
Un deficit cronico di vitamina A può instaurarsi alla fine dell’inverno, quando gli animali ricevono alimenti (soprattutto fieno) carenti
di β-carotene.
no idealmente compresi tra 25 e 85
µg/dl (carenza con valori inferiori
a 18 µg/dl) e quelli del β-carotene
tra 150 e 397. Nel fegato, le quantità
di vitamina A e β-carotene devono
essere rispettivamente pari a 60-200
µg/g di tessuto e 4-800 µg/g.
In caso di carenza, la centesi del liquido cefalorachidiano evidenzia
un notevole aumento della pressio-
ne (oltre 200 mm), un aumento del
contenuto proteico (140 mg/dl) e la
presenza di cellule mononucleate
(40-50 cellule/dl). L’esame oftalmoscopico consente di individuare precocemente l’edema retinico, caratterizzato da un disco ottico a contorni sfumati, di colore meno intenso, a volte ristretto, circondato da
un’ombra (a forma di cuore rove-
sciato), e dalla presenza di vasi tortuosi (con diametro ridotto alla periferia).
L’autopsia consente di individuare
diverse lesioni, quali edema pupillare, degenerazione dei gangli ottici,
fusione della retina con il plesso coroideo, aumento delle dimensioni
delle ossa del cranio e del carpo (negli agnelli nati da madri carenti) e,
DISTURBI VISIVI NELLA PECORA
SEGNI PRINCIPALI
Cecità (animale che sbatte
contro gli ostacoli)
Cecità crepuscolare
Midriasi
Miosi
Posizione anormale
delle palpebre
e del globo oculare
SEGNI SECONDARI
LOCALIZZAZIONE DELLA LESIONE
ESEMPI
Midriasi
Nervo ottico (II)
Avitaminosi A, toxoplasmosi,
ascesso paraipofisario
Assenza del riflesso pupillare e riflesso
di minaccia, diametro pupillare normale
Corteccia cerebrale
Necrosi della corteccia cerebrale, saturnismo,
encefalopatia epatica
Riflesso pupillare normale
Retina
Avitaminosi A
Assenza di riflesso pupillare,
ma vista conservata
Nervo oculomotore
(III, via motrice)
Morso di serpente, intossicazione
da atropina, ipocalcemia
Assenza di riflesso pupillare,
cecità con lesione della retina
Lesione retinica
Toxoplasmosi, trauma, oftalmia
Assenza di riflesso pupillare, cecità,
retina normale
Atrofia e fibrosi
del nervo ottico (II)
Avitaminosi A
Diarrea, dispnea, ptialismo
Alterazione dell’inattivazione dell’acetilcolina Intossicazione da organofosforati
Cecità, stato comatoso o semicomatoso,
paralisi spastica
Lesione diffusa
Necrosi della corteccia cerebrale, saturnismo
acuto
Strabismo convergente
Nervo trocleare (IV)
Necrosi della corteccia cerebrale
Ptosi palpebrale
Nervo facciale (VII)
Strabismo divergente
Nervo oculomotore (II)
Esoftalmo e strabismo divergente
Assenza dei riflessi corneale
e di minaccia
Assenza del riflesso
pupillare fotomotore
24
Listeriosi, ascesso, tumore
Nervo abducente (VI)
Interessamento del ramo
sensoriale del trigemino (V)
Trauma
Nervo facciale (VII)
Nervo oculomotore (II)
Listeriosi
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
a volte, protrusione del cervelletto attraverso il
foramen magnum, atresia dei forami ossei, ipercheratosi ruminale focale e degenerazione testicolare macroscopica.
A livello microscopico si riscontrano necrosi, demielinizzazione e gliosi del nervo ottico, accumulo di emosiderina e lipofuscina nella retina,
fibrosi delle meningi e riduzione delle lacune
osteoclastiche.
Trattamento e profilassi
Le pecore cieche non riacquistano mai più la vista, ma l’edema retinico e l’atassia possono rapidamente regredire dopo un’iniezione di 440
UI/kg pv di vitamina A il primo giorno, seguita
da un trattamento che prevede la somministrazione di 6.000 UI/kg in un periodo di 60 giorni.
I foraggi devono essere conservati in buone condizioni, al riparo dalla luce e in ambiente fresco
e secco. Gli animali devono ricevere almeno 30
UI/kg, ricorrendo, se necessario, a integratori alimentari (blocchi da leccare). Gli ovini sono meno
sensibili alla carenza di vitamina A rispetto ai bovini e, quindi, necessitano di integratori specifici.
Infine, è bene ricordare che, data l’elevata quantità di vitamina A stoccata a livello epatico, in
caso di carenza, i sintomi si manifestano in media
dopo 180 giorni. ▲
Karim Adjou
IN BREVE
H5N8: indicazioni del Ministero su
fiere, mostre e mercati di pollame
A seguito della conferma di positività a un
virus influenzale sottotipo H5N8 ad alta patogenicità in un allevamento di tacchini da
carne della Provincia di Rovigo, con dispositivo dirigenziale prot. 27212 del
22.12.2014 il Ministero della Salute ha disposto ulteriori misure di controllo ed eradicazione per contenere l’eventuale diffusione del virus dell’influenza aviaria. Tenuto
conto dell’attuale favorevole situazione epidemiologica e che a oggi tutte le attività di
controllo hanno data esito negativo, il Ministero, sentito il Centro di referenza nazionale per l’influenza aviaria, ritiene di poter
rimodulare la misura di cui all’articolo 4
comma 3 del dispositivo riguardante il divieto di fiere, mostre e mercati di pollame:
su proposta delle autorità regionali, potranno essere valutate eventuali richieste di deroga al predetto divieto, previa analisi del
rischio, se sussistono le condizioni epidemiologiche ferme restando specifiche procedure igienico sanitarie e gestionali per
ogni singolo evento.
Fonte: Sivemp.
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
25
FILIERE
Produzioni animali
Focus su Aethina tumida, il piccolo coleottero
degli alveari
Il parassita
Aethina tumida è nota anche, come
detto, con il nome di piccolo coleot-
26
La femmina si introduce
nella colonia
De
po
ne
le
uo
va
Ciclo riproduttivo
di Aethina tumida
Si
i
n nf
e s el t ossa
i s erre no
vil
up no
pa
no
Le larve
lasciano l’alveare
© SV da Samuel Boucher
L
tero degli alveari. Questo piccolo insetto è noto dal 1867: proveniente
dall’Africa del Sud, ha raggiunto gli
Stati Uniti a partire dal 1996; attualmente ha colonizzato l’Egitto, il Canada e l’Australia. L’introduzione è
sempre stata una conseguenza dell’importazione di miele o prodotti
dell’alveare.
Aethina tumida non provoca malattia
nelle api: il parassita predatore provoca danni nell’alveare, spoglia la
colonia lasciandole poca possibilità
di sopravvivenza, ma non attacca le
api adulte.
L’insetto distrugge le cellette, mangia le uova, il miele, la cera e il polline di favo (o pane d’api). Inoltre
danneggia le celle, da cui quindi il
miele cola fuori e fermenta, così che
l’arnia stessa viene imbrattata.
La larva misura circa 1 cm, è di colore bianco crema, e da lontano
può essere confusa con una larva
di tarma della cera (Galleria mellonella); a differenza di quest’ultima
però è dotata di tre paia di zampe
lunghe e sottili nella parte anteriore e su ogni segmento corporeo sono presenti dorsalmente delle spicole, mentre nella parte posteriore
a prima segnalazione di
Aethina tumida (detta anche
piccolo coleottero degli alveari) in Europa, risale al 5 settembre scorso ed è avvenuta proprio in
Italia, in Calabria. L’origine dell’infestazione da parte di questo piccolo parassita di origine africana
non è stata determinata, tuttavia è
da segnalare che il primo focolaio
è stato osservato in prossimità dell’importante porto marittimo di
Gioia Tauro.
Al 12 gennaio, i focolai confermati
sono stati 60 in Calabria e uno in Sicilia*; larve dei parassiti sono state
trovate solo in sei focolai e, in un caso, anche pupe.
Aethina tumida è elencata nella lista
delle malattia a denuncia obbligatoria dell’Organizzazione mondiale
della salute animale (Oie); anche la
legislazione italiana prevede, ai
sensi dell’Ordinanza del ministro
della Salute del 20 aprile 2004, l’obbligo di denuncia al Ministero della
Salute.
vano presenti all’interno delle celle. Le larve nascono dopo due o tre
giorni.
Lo stadio larvale dura da 10 a 15
giorni, durante i quali le larve subiscono più mute. Le larve sono onnivore e mangiano il miele, il pane
d’api e le uova deposte dalla regina.
La metamorfosi avviene dopo un
periodo che va da 15 a 60 giorni.
L’impupamento avviene all’esterno
dell’arnia: nel terreno, alla profondità di 1-30 cm, in un raggio di 20 m
o meno dall’arnia.
Raramente le larve si spostano di
più di 200 m per trovare un terreno più adatto alla metamorfosi: esse prediligono un terreno sciolto,
umido e una temperatura superiore a 10° C, infatti non amano il
freddo e sopravvivono meno di tre
settimane se la terra non è riscaldata.
Gli adulti emergono dopo 3-4 settimane, ma il loro sviluppo è termodipendente, tanto che la metamorfosi può arrivare a durare tra 8 e 84
giorni.
Le
si n larve
utro
no
Esemplare adulto di Aethina tumida: si
noti la lunghezza dell’addome, che caudalmente non è coperto dalle elitre.
Il parassita può effettuare, a seconda delle condizioni ambientali, da
uno a sei cicli annuali. La femmina
adulta depone grappoli di piccole
uova fecondate che misurano 1,5
x 0,25 mm, in crepe o fessure del
legno dell’arnia oppure direttamente sulla covata, dove si ritro-
ol
fu eot
o
da rie teri
l t sc ad
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no
© Anses
Larva di Aethina tumida (da notare la presenza delle spicole dorsali, delle spine caudali e delle sei zampe anteriori).
Il ciclo del parassita
Ic
© Anses
si può osservare la presenza di due
di spine caudali, più robuste.
L’adulto, che fuoriesce dalla pupa,
è di color marrone scuro e piccolo:
misura da 5 a 7 mm, circa un terzo
cioè delle dimensioni di un’ape
operaia. Una delle caratteristiche
di questo coleottero è quella di
avere una testa, un pronoto e un
addome nettamente separati. Le
elitre sono più corte dell’addome
e non lo ricoprono completamente, questo aspetto costituisce una
caratteristica importante per la
diagnosi, infatti i segmenti terminali dell’addome risultano visibili.
Le antenne hanno la forma di una
clava.
Schema del ciclo riproduttivo di Aethina tumida.
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
FILIERE
In un’arnia infestata, i favi appaiono
scavati e percorsi da gallerie; la covata scompare, mangiata dalle larve;
il miele cambia colore, fermenta e
spesso cola all’esterno dalla porticina di volo.
È quindi fondamentale osservare
regolarmente gli alveari e il loro
contenuto: il piccolo coleottero può
essere rilevato con un semplice esame visivo dei melari rovinati e con
l’evidenziazione della presenza
delle caratteristiche larve e degli
adulti.
Tuttavia, tenuto conto delle piccole dimensioni dell’insetto, è più efficace posizionare all’interno
dell’arnia delle trappole: si tratta
di piastrine in plastica alveolate,
in cui l’insetto si va a nascondere,
che vanno poi regolarmente
asportate per verificare la presenza dei parassiti. Si può utilizzare
anche il cartoncino ondulato delle
scatole di biscotti, anche se in questo caso la mancanza di trasparenza di questo materiale rende la
trappola meno efficace ai fini diagnostici (un occhio ben allenato
può comunque rilevare la presenza del coleottero).
Fonte: Isz delle Venezie
Come individuare il parassita
Localizzazione dei focolai di Aethina tumida in Italia al 12/1/2015: la linea blu indica il
limite della zona di sorveglianza (raggio di 100 km dal luogo di ritrovamento di A. tumida
in Calabria e Sicilia).
Cosa fare
I campioni sospetti devono essere inviati a cura dei Servizi veterinari Asl all’Izs pertinente per
territorio per il riconoscimento
di prima istanza e quindi al Centro di referenza nazionale per l’apicoltura presso l’Izs delle Vene-
zie. Per evitare di contaminare in
caso di smarrimento o distruzione del pacco, è consigliabile congelare il prelievo per 24 ore prima dell’invio, oppure immergerlo in alcool al 70° se si tratta di
insetti adulti.
Nel Paese d’origine del parassita,
l’Africa, le api africane (Apis mellifera
capensis e Apis mellifera scutellata)
hanno sviluppato un’efficace strategia di lotta: esse confinano gli insetti adulti in “prigioni” di propoli
e gettano le uova e le larve fuori dall’alveare.
In caso di contaminazione, l’apiario deve essere distrutto, bruciando i melari, le arnie, le api e tutti
i materiali biologici in grado di
veicolare il parassita in tutte le
sue forme dopo aver nebulizzato
in queste ultime un insetticida
spray.
La difficoltà principale risiede nell’eliminazione dei coleotteri quando
sono in fase di pupa, nascosti nel
terreno. ▲
Samuel Boucher
* Fonte: Centro di referenza nazionale per l’apicoltura dell’Izs
delle Venezie.
Virus influenzali
I sistemi di sorveglianza sono efficaci?
Q
ual è la capacità dei sistemi
di sorveglianza messi in atto a livello internazionale
per rilevare i virus influenzali con
potenziale zoonosico? A questa domanda ha cercato di rispondere un
gruppo internazionale di ricercatori
inglesi e italiani*, che hanno condotto uno studio raccogliendo informazioni su 587 componenti dei sistemi
di sorveglianza dell’influenza negli
animali di 99 Paesi, attraverso i direttori dei rispettivi Servizi veterinari (94 Paesi) e tratti dalla letteratura.
Un componente del sistema di sorveglianza è caratterizzato da:
- tipo di sorveglianza (attiva, passiva, ecc.),
- scopo (sistema nazionale o internazionale di sorveglianza, ricerca, ecc.),
- finalità (rilevamento, monitoraggio, ecc.),
- influenza target (aviare, equina,
suina, pandemia influenzale),
- popolazione bersaglio (animali domestici, selvatici, da compagnia).
Lo studio ha evidenziato che, sebbene i sistemi di sorveglianza per i
virus influenzali negli animali siano
ampiamente implementati, meno
dell’1% delle componenti analizzate
sono dedicate specificatamente al rilevamento dei virus dell’influenza
pandemica negli animali, e tutti questi riguardano esclusivamente i suini
domestici. Questo lavoro mostra
quindi la necessità di aumentare a
livello mondiale la sorveglianza nei
confronti dei virus influenzali potenzialmente zoonotici.
Lo studio infine esprime alcune raccomandazioni:
- i sistemi di sorveglianza per l’influenza negli animali hanno un elevato potenziale di fornire informazioni sui rischi di pandemia nell’uomo, se vengono messe in atto componenti integrate di sorveglianza o
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
basate sul rischio. I Paesi che implementano solo alcune componenti
dovrebbero diversificare gli sforzi
di sorveglianza per orientarli verso
un maggior numero di virus influenzali e/o popolazioni animali;
- per migliorare la preparazione di
fronte a una pandemia bisogna privilegiare il controllo dei sottotipi a
maggior rischio zoonosico, indipendentemente dalla loro importanza
per le produzioni animali, la sanità
e il commercio;
- i test di routine per gli avicoli o i
suini realizzati con fini differenti
dalla preparazione a una pandemia
possono e dovrebbero essere utilizzati per il rilevamento dei virus potenzialmente pandemici. Il rilevamento dei possibili caratteri di adattamento all’uomo dovrebbe far parte degli esami di laboratorio di routine per i virus di cui si sospetta un
potenziale zoonotico;
- i metodi di laboratorio come la
PCR o l’isolamento dei virus sono
le migliori metodiche. I Paesi sono
anche incoraggiati a selezionare con
regolarità i sottotipi dei virus da sequenziale per caratterizzarli geneticamente;
- la notifica periodica dei risultati
della sorveglianza (incluse le attività
di sorveglianza del settore privato
o nell’ambito della ricerca) e l’accesso internazionale a importanti o particolari scoperte sono importanti
quanto l’inserimento delle sequenziazioni dei virus nei database di genetica pubblici e l’interscambio di
virus vivi con la comunità scientifica
internazionale. ▲
* Von Dobschuetz S, De Nardi M, Harris KA, Munoz O, Breed
AC, Wieland B, Dauphin G, Lubroth J, Stärk KD e Consortium
Flurisk. Influenza surveillance in animals: what is our capacity
to detect emerging influenza viruses with zoonotic potential?
Epidemiol Infect. 2014;9:1-18.
27
FILIERE
Riproduzione della bovina da latte
Adattare il box parto alle esigenze
comportamentali della bovina
2009) e di distocie (Schuenemann
et al., 2011).
Questi risultati suggeriscono che
spostare le bovine in una fase delicata del parto può pregiudicarne il
normale comportamento e aumentare la lunghezza del travaglio.
Che tipo di ambiente
preferisce la bovina durante
il parto
Uno studio ha mostrato che che le bovine alloggiate al chiuso gradiscono restare appartate
durate il parto se sono da sole, mentre se alloggiate in coppia questo aspetto è indifferente.
Questi aspetti andrebbero tenuti in considerazione nella realizzazione dei box parto per
migliorare il benessere animale.
L
a University of British Columbia
in Canada e la Aarhus University in Danimarca hanno condotto alcune prove sperimentali volte a inquadrare quali possono essere
gli effetti della gestione e delle strutture sul comportamento delle bovine da latte nella fase del parto.
Quando spostare la bovina in
un box individuale in vista del
parto
Katy L. Proudfoot, Margit Bak Jensen e Marina A.G. von Keyserlingk
hanno condotto uno studio per verificare se lo spostamento di animali
durante i diversi stadi del parto (vedere riquadro) può interferire con
l’andamento di quest’ultimo.
Un gruppo di pluripare in asciutta
è stato alloggiato su lettiera; gli animali sono stati spostati in box individuali adiacenti in momenti diversi:
- prima del manifestarsi di qualunque segno di parto;
- circa 12 ore prima del parto, quando compaiono i segni del primo sta-
28
dio (coda rialzata, perdita di latte
dai capezzoli, rilassamento dei legamenti del bacino);
- circa 4 ore prima del parto, quando
iniziano le contrazioni addominali
e si ha la fuoruscita di muco sanguinolento dalla vulva.
Nei soggetti spostati prima del parto e all’inizio del primo stadio il secondo stadio aveva una durata di
circa 60 minuti, simile a quello di
altre prove sperimentali (Schuenemann et al., 2011; Barrier et al.,
2012). Queste bovine si trovavano
in decubito nel corso dell’ultima ora
del parto, comportamento giudicato
normale in questa fase (Schuenemann et al., 2011).
Al contrario, le bovine spostate durante la parte finale del primo stadio mostravano un secondo stadio
più prolungato e trascorrevano meno tempo sdraiate rispetto alle altre; ciò si associa a una maggiore
incidenza di processi infiammatori
nel primo giorno di lattazione, così
come a una superiore incidenza di
natimortalità (Gundelach et al.,
Per determinare il tipo di situazione
ambientale che una bovina predilige al momento del parto, gli autori
hanno svolto due prove, tenendo
conto del fatto che uno degli atteggiamenti più frequenti consiste nella ricerca dell’isolamento; ciò tuttavia non è sempre possibile nelle
normali condizioni di allevamento
al chiuso.
Nella prima prova è stato allestito
un box parto caratterizzato da due
settori su lettiera: una lettiera “aperta” di 7,3 x 2,4 m, in cui gli animali
potevano vedere gli operatori e le
altre bovine, e una lettiera “nascosta”
di 6,1 x 2,4 m, circondata da una barriera di legno compensato alta 2,4
m che impediva la vista del resto
della stalla (Proudfoot et al., 2014).
Le bovine entravano nel box circa 3
giorni prima della data prevista del
parto ed erano sorvegliate da tele-
FASI DEL PERIODO DI
TRANSIZIONE E DEL PARTO
PERIODO DI TRANSIZIONE
a) steaming up (ultime tre settimane di gravidanza);
b) parto;
c) prime tre settimane di lattazione.
PARTO
STADIO 1 - il vitello assume la posizione adeguata e la cervice comincia a dilatarsi;
STADIO 2 - ha inizio quando il vitello
si muove attraverso il canale del
parto e termina quando ne esce;
in questa fase di solito la bovina si
trova sdraiata;
STADIO 3 - espulsione della placenta.
camere per registrare la zona prescelta per il parto.
Quando la bovina si trovava sola nel
box, essa tendeva a partorire nella
zona “nascosta”, ma solo se il parto
si verificava durante il giorno; infatti
l’81% dei soggetti che partorirono
di giorno scelse la zona riparata.
Se invece il parto si verificava di notte, non vi era differenza di scelta per
l’una o l’altra area.
Quando erano alloggiate a coppie,
le bovine partorivano più volentieri
nella zona “aperta”, indipendentemente dal momento della giornata,
tuttavia, man mano che il momento
del parto si avvicinava, tendeva ad
aumentare il tempo trascorso lontano dalle compagne.
Nella seconda prova si fece uso di
un box parto individuale più piccolo
e più pratico, dotato di un pannello
di compensato alto 1,5 m lungo la
metà dei muri del box, allo scopo di
creare un angolo appartato da una
parte e una sorta di “finestra” dall’altra; in questo modo la bovina poteva avere un contatto visivo con le
compagne alloggiate nel box di
asciutta.
La maggioranza delle bovine (15 su
19, pari al 79%) partorì nella zona
appartata del box.
Le conclusioni che si possono trarre
da questi due esperimenti sono che
le bovine alloggiate al chiuso gradiscono restare appartate durate il
parto; la ricerca di un disegno ottimale del box destinato al parto
(creando degli angoli appartati con
pannelli o balle di paglia) può quindi contribuire al benessere della bovina e alla piena espressione del suo
comportamento materno.
Ricerche successive potranno individuare eventuali altri benefici del
parto “appartato”, quali ad esempio
la riduzione delle distocie e della
mortalità neonatale. ▲
Timeo
Fonte: Proudfoot KL, Bak Jensen M, von Keyserlingk MAG.
Maternity Pen Design and Management From the Cow’s Perspective. 2014 Tri-State Dairy Nutrition Conference proceedings, pp. 93-101.
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ANIMALI DA COMPAGNIA
Caso clinico
UN CASO
DI OSTEOCONDRODISPLASIA
in uno Scottish fold
Alcuni studi sulla razza hanno
dimostrato che questo incrocio è
associato ad osteocondrodisplasia.
e malattie della crescita
ossea e cartilaginea sono
rare e possono essere
suddivise in due gruppi:
• le disostosi corrispondono allo sviluppo anormale di un
solo osso o di una parte di esso;
• le osteocondrodisplasie sono caratterizzate da un’ossificazione endocondrale o intramembranosa
anormale.
Lo Scottish fold è una razza nata in
Scozia negli anni ’60 dall’incrocio tra
gatti di razza “locale” e il British
shorthair. Si caratterizza principalmente per le orecchie piegate in avanti, causate dal ripiegamento delle cartilagini auricolari nelle prime 3-4 settimane di vita. Alcuni studi sulla razza hanno dimostrato che l’incrocio
tra Scottish fold è associato ad osteocondrodisplasia. Di conseguenza,
questi accoppiamenti furono proibiti
in Inghilterra, ma non negli Stati Uniti, prima di riprendere anche in Europa. Questo articolo descrive un caso
clinico di osteocondrodisplasia.
L
Caso clinico
• Uno Scottish fold maschio, castrato, di 4 anni, vaccinato e sverminato,
viene condotto dal veterinario per
difficoltà locomotorie e dolori articolari presenti da almeno una settimana. Il proprietario ha notato la
presenza di gonfiori articolari.
• L’esame clinico evidenzia riluttanza ai movimenti, dolore alla palpazione dei gomiti e dei tarsi e versamenti a carico di queste articolazioni
e dei carpi.
30
• L’esame radiografico rivela anchilosi dei tarsi secondaria a una proliferazione ossea periarticolare esuberante, liscia e netta, a carico delle
articolazioni tibiotarsiche, intertarsiche e tarsometatarsiche, associata
a gonfiore articolare.
• La diagnosi differenziale include
la poliartrite (di origine infettiva
o immunomediata) o una malattia
congenita (osteocondrodisplasia).
Si eseguono le analisi del sangue
e alcune centesi articolari. I test per
i virus dell’immunodeficienza e
della leucemia feline (FeLV/FIV)
sono negativi, così come la PCR
(Polymerase chain reaction) per la ricerca di Borrelia, Calicivirus, Coronavirus, Ehrlichia, Anaplasma,
emobartonelle e Leishmania. La citologia del liquido sinoviale fa sospettare un’artropatia degenerativa (assenza di batteri e cellule infiammatorie). Per esclusione, viene
emessa la diagnosi di osteocondrodisplasia.
• Si prescrivono una terapia a base
di corticosteroidi, alla dose di 1
mg/kg/die, per il trattamento dell’infiammazione e del dolore, un regime alimentare specifico per le articolazioni e un’integrazione con
glucosamina e condroitin solfato. La
deambulazione migliora nel giro di
48 ore. Gli antinfiammatori steroidei
vengono poi ridotti progressivamente nell’arco di 15 giorni.
• Alla visita di controllo, 2 settimane
dopo, l’animale si mostra più attivo
e anche il dolore sembra attenuato.
Ma qualche giorno dopo la sospen-
Da ricordare
• L’osteocondrodisplasia colpisce tutti i
gatti Scottish fold, con sintomi più o meno
marcati, in funzione dello stato di
omozigosi o eterozigosi della mutazione
genetica coinvolta.
• È importante informare precocemente i
proprietari.
• Le lastre radiografiche devono essere
consigliate fin dalla comparsa dei primi
sintomi.
sione dei corticosteroidi, ricompare
la zoppia; si prescrive quindi meloxicam per 1 settimana, che ripristina una deambulazione normale.
Ma anche in questo caso, alla sospensione del trattamento, il gatto
torna a zoppicare. Si instaura quindi
un trattamento a lungo termine, alla
dose minima efficace.
Lastra radiografica del tarso e del
gomito destri. Notare la proliferazione
ossea periarticolare esuberante, liscia
e netta.
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
FORMAZIONE CONTINUA
Il ripiegamento in
avanti delle orecchie,
caratteristiche dello
Scottish fold.
Discussione
La presenza del fenotipo “folded ears” nello Scottish fold è dovuta all’espressione del gene Fd, che
causa uno sviluppo anomalo della cartilagine delle orecchie e delle articolazioni distali degli arti,
più marcato in quelle di tarso, metatarso, falangi
e gomito. La cartilagine interessata determina una
frizione anomala tra le ossa e, di conseguenza,
una degenerazione prematura e accelerata del-
l’articolazione. Le alterazioni cartilaginee possono
essere individuate fin dall’età di 7 settimane, ma
sono visibili all’esame radiografico e all’esame
clinico dopo circa 6 mesi. Si osservano irregolarità
nella dimensione e nella forma a livello di tarsi,
carpi, metacarpi, metatarsi, falangi e della regione
caudale della colonna vertebrale, associate alla
diminuzione dello spazio articolare e a una proliferazione ossea periarticolare esuberante.
L’ereditarietà del fenotipo “folded ears” è di tipo
autosomico dominante; gli animali omozigoti
(Fd/Fd) sviluppano una grave osteocondrodisplasia, mentre gli eterozigoti (Fd/fd) manifestano
sintomi di minor gravità e a insorgenza più tardiva.
Nel caso clinico descritto, considerando i segni
clinici e radiografici e l’età dell’animale, probabilmente si tratta di un gatto eterozigote. Il trattamento è palliativo e l’obiettivo è quello di ridurre il dolore per migliorare la qualità di vita.
Diverse sono le opzioni disponibili. È possibile
testare un trattamento a base di antinfiammatori
e antalgici, come nel caso descritto. Le molecole
più frequentemente impiegate sono gli antinfiammatori non steroidei (FANS) o steroidei e i trattamenti a lungo termine con meloxicam si sono
rivelati efficaci e con pochi effetti secondari.
In letteratura è stato descritto anche il ricorso
alla radioterapia palliativa, la cui efficacia è riconducibile a una riduzione dell’esostosi tarsale
e dei segni clinici a lungo termine (più di 2 anni
di sopravvivenza). Tuttavia, questi trattamenti
devono essere valutati caso per caso, poiché i
gatti eterozigoti manifestano sintomi meno gravi.
Inoltre, il trattamento farmacologico può essere
sufficiente. Altri studi riportano gli effetti benefici dell’artrodesi. Queste due opzioni terapeutiche possono essere prese in considerazione
quando i segni clinici si limitano a una o a qualche articolazione, cosa che si riscontra raramente.
In caso di artrodesi, si posiziona una placca da
osteosintesi con un’angolazione di 135° (posizione fisiologica dell’articolazione) tra la tibia e
le ossa del metatarso, in modo da impedire il
movimento di queste articolazioni. Questa soluzione, tuttavia, viene proposta raramente, tenuto conto del carattere multicentrico della malattia e delle conseguenze sulla locomozione di
eventuali artrodesi multiple. ▲
Javier Rincon, Adrien Aertsens, Guillaume Ragetly*
*Diplomato Dacvs e Decvs.
PER SAPERNE DI PIÙ
• Chang J, Jung J, Oh S et al. Osteochondrodysplasia in three Scottish fold cats. J Vet Sci 2007; 3: pp. 307-309.
• Malik R, Allan GS, Howlett CR et al. Osteochondrodysplasia in Scottish fold cats. Aust Vet J 1999; 77: pp. 85-92.
• Hubler M, Volkert M, Kaser-Hotz B, Arnold S. Palliative irradiation of Scottish fold osteochondrodysplasia. Vet
Radiol Ultrasound 2004; 45: pp. 582-585.
• Takanosu M, Takanosu T, Suzuki H, Suzuki K. Incomplete dominant osteochondrodysplasia in heterozygous
Scottish fold cats. J Small Anim Pract 2008; 49: pp. 197-199.
• Mathews KG, Koblik PD, Knoeckel MJ et al. Resolution of lameness associated with Scottish fold osteodystrophy
following bilateral ostectomies and pantarsal arthrodeses: a case report. J Anim Hosp Assoc 1995; 31: pp. 280-288.
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
31
FORMAZIONE CONTINUA
LA PULCE E L’ELEFANTE
A CURA DI
GRUNIN
Kissing bugs e morbo di Chagas
Parassiti dai Tropici:
triatomini e tripanosomi
C
ari amici, appassionati di storie e di scienza, di pulci e di
elefanti, ben trovati!
La redazione de La Settimana Veterinaria, ci ha chiesto di continuare,
anche per quest’anno, a raccontare
di parassiti che occupano tanta parte
del nostro mondo professionale.
Sarà per me un piacere farvi compagnia, con qualche racconto, mentre in attesa di un cliente o davanti
a un caffè vi dedicate alla lettura di
questa rivista. Un appuntamento bimestrale, alla ricerca di un sorriso,
per raccontare del quotidiano. In
questa nuova stagione scriveremo
di artropodi, dei microrganismi da
essi trasmessi e delle patologie da
essi indotte, ma soprattutto di storie
reali, di uomini, di animali, di ricercatori e pensatori che hanno vissuto
con una dose di sfrontatezza, e perché no, di audacia, le avventure della professione.
Oggi ci spostiamo in centro e in Sud
America, Paesi caldi, dalla storia recente, semplice, dal ritmo veloce
della capoeira. Paesaggi tropicali,
profumati di goiaba e abacaxi, di
caffè e tapioca con cocco. Culture
così lontane che solo chi le conosce
le può comprendere appieno. Paesi
dai parassiti esotici, dai nomi roboranti (come i “bossi ligustri o acanti”,
nel Giardino dei limoni in Ossi di
seppia, di Montale) ove si narrano
storie di amori e passioni a ritmo di
samba ma anche storie di cimici che
baciano (kissing bugs) e che possono
uccidere (assassin bugs). Che il viaggio abbia inizio!
Triatomini e
Trypanosoma
cruzi: un incontro
caliente!
Dove, se non nella caliente America Latina
avrebbero potuto svilupparsi le cosiddette
“kissing bugs”? Insetti
dal nome così dolce e
sensuale, che nessuno
potrebbe sospettare
capaci di determinare
reazioni anafilattiche,
32
a volte mortali, in soggetti predisposti o di trasmettere Trypanosoma cruzi, agente del morbo di Chagas. Meglio forse il più crudo e severo cimici
assassine (ecco, una delle differenze
tra l’approccio sudamericano e quello europeo). Scegliete un po’ voi cosa preferite, ma attenti comunque
alla loro puntura.
I Reduvidi (vedere foto 1) inclusi nella
sottofamiglia Triatominae (sottordine
Heteroptera, famiglia Reduviidae) sono insetti diffusi nell’emisfero occidentale, Cina, Australia e India. Nel
Nuovo Mondo queste cimici, presenti tra 42° N e 42° S di latitudine,
sono endemiche in America Centrale e Meridionale. Inoltre, le più recenti segnalazioni indicano come le
popolazioni di kissing bugs siano in
movimento verso il nord del continente in Texas, New Mexico, California e Arizona.
A oggi, le 140 specie di triatomini sono distinte in 17 generi, tutti caratterizzati da comportamento ematofago (mammofilico o ornitofilico).
Gli adulti misurano 20-28 mm in larghezza, 8-10 mm in larghezza e presentano una testa allungata, a forma
di cono (da qui il termine anglosassone di conenose bugs). Il nome kissing
bugs, invece, si riferisce alle specie di
triatomini che sono solite baciare la
vittima umana sulle labbra. In Brasile sono definite anche barbeiros poiché prediligono il volto delle persone
come zona di alimentazione. Dopo
il bacio fatale, una femmina di triatomina può deporre fino a 200-300
Foto 1. Esemplari adulti di Triatoma juazeirensis (Cortesia Rafael Antonio do Nascimento
Ramos).
uova dalle quali emergono le ninfe
(miniature dell’adulto ma prive di
ali), anch’esse ematofaghe, che raggiungono lo stadio adulto dopo cinque mute ninfali.
Come un silenzioso killer, i triatomini si aggirano, di notte, in prossimità del domicilio della vittima (nido, letto o tana che sia), mentre trascorrono il giorno nascoste tra gli
anfratti degli alberi, delle mura o
sotto i mobili. Con il giungere del
crepuscolo, attratte dalle luci artificiali, queste cimici si mettono affannosamente alla ricerca del pasto di
sangue e di un ignaro, assopito,
ospite, attratte dal calore corporeo
e dalla CO2 da questo emessi. Per tale motivo, le specie con ecotopo domestico, Triatoma infestans, Panstrongylus megistus e Rhodnius prolixus, guarda caso i principali vettori
del morbo di Chagas, sono abbondanti nelle camere da letto.
La saliva dei triatomini contiene potenti molecole ad azione anestetica
per cui le vittime di questi tremendi
baciatori sono destate soltanto a pasto ultimato, in preda a prurito e
gonfiore fastidioso.
Tuttavia, in soggetti
Foto 2. Baracche sul mare nell’area
predisposti, si ossertropicale del nord est del Brasile:
vano reazioni allergiambienti ideali per lo sviluppo delle
che, con debolezza,
cimici (gennaio 2015).
sudorazione profusa
e nausea, fino allo
shock anafilattico.
Ma non è soltanto
della saliva di questi
insetti che ci dobbiamo preoccupare. Infatti, queste cimici sono vettori di alcuni
tripanosomi.
Per
esempio, Trypanoso-
ma cruzi ha escogitato un espediente
alternativo per assicurarsi un’efficace trasmissione dal suo ospite invertebrato a quello vertebrato attraverso le feci del triatomino (da qui
il termine di tripanosoma stercorario). Infatti, considerando che il protozoo è incapace di penetrare attraverso la cute intatta dell’ospite, esso
attende nelle feci dalla cimice (sotto
forma di tripomastigote metaciclico)
che sono deposte puntuali sull’ospite. Così, attraverso il varco aperto
dalla puntura del vettore o la lesione
causata dalla reazione pruriginosa,
avviene l’infezione dell’ospite.
Tuttavia, T. cruzi può guadagnare
l’appartato circolatorio dell’ospite
attraverso la mucosa integra, congiuntivale o gastrica (ecco il motivo
per il quale le cimici preferiscono il
viso per alimentarsi). In alternativa,
la trasmissione può avvenire mediante trasfusioni di sangue, via materno-fetale o trapianti di organi. Infine, l’ingestione di alimenti contaminati dalle feci dei triatomini, come
il succo di canna da zucchero, una
prelibatezza nel nord est del Brasile
(vedere foto 2) e in molte altre aree
del Sud America, è annoverata come ulteriore via di trasmissione della tripanosomiasi.
T. cruzi nell’uomo
A oggi, si stima che 25 milioni di
persone siano a rischio di infezione
e 7-8 milioni siano infette da T. cruzi, con più di 10 mila decessi dovuti
al morbo di Chagas nel solo anno
2008. I primi sintomi della malattia
compaiono 6-10 giorni dall’infezione, nel momento in cui i tripomastigoti del protozoo danneggiano le
cellule del sistema reticolo-endote-
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
liale, le cellule miocardiche e quelle del sistema
nervoso. Durante la forma acuta, i sintomi clinici
sono aspecifici e caratterizzati da febbre, epatomegalia, anormalità nel tracciato elettrocardiografico. La maggior parte dei pazienti entra nella
cosiddetta fase latente che progredisce verso
quella cronica, caratterizzata da aritmie, insufficienza cardiaca congestizia per dilatazione cardiaca (cardiomiopatia chagasica cronica), e, raramente, megacolon e megaesofago. Sebbene la
prognosi della patologia sia grave in soggetti
neonati e anziani, le miocarditi o meningoencefaliti mortali sono sempre più di frequente segnalate in pazienti affetti da HIV.
Insomma, stiamo parlando di una patologia che
ha segnato la storia della ricerca e del genere
umano. Numerosi studi, infatti, indicano come,
fin dall’epoca pre-Colombiana, T. cruzi abbia influenzato la vita dei primi abitanti del continente. Infatti, il DNA del patogeno è stato amplificato da mummie Chinchorro di 9.000 anni fa.
Queste popolazioni furono le prime ad abbandonare uno stile di vita nomade in favore di uno
sedentario favorendo quindi il contato con le cimici e il T. cruzi. Allo stesso modo, il passaggio
alla società agricola ha promosso la deforestazione, fattore tuttora correlato con l’aumento
della prevalenza della malattia di Chagas. Un
monito per il futuro?
Charles Darwin già nel 1853, molto prima della
scoperta della relazione che lega la cimice a questa patologia, nel 1909, scriveva del suo spiacevole
incontro, nelle Pampas, con una benchuca (una
specie di Reduvius) che si arrampicava sul corpo,
provocando un ovvio senso di disgusto. Questo
racconto, associato alla prolungata patologia enterica e nervosa di cui Darwin soffriva, ha portato
alcuni storici a ipotizzare che il padre della teoria
evolutiva fosse affetto dal morbo di Chagas. Ma
solo a partire dal 1908 è stato possibile dare un
nome a questo male, grazie all’impressionante
lavoro di Carlos Chagas (1879-1934), batteriologo
brasiliano il quale descrisse in pochi anni tutto
ciò che c’era da sapere sull’omonimo morbo.
Il lavoro di Chagas non può che suscitare un
sentimento di ammirazione. Infatti, sebbene
molti dei suoi colleghi avessero concluso, erroneamente, che lo strano morbo che imperversava nel continente fosse una forma rara di leishmaniosi umana, Chagas, controcorrente, dimostrò che nella vita bisogna sempre aspettarsi l’inaspettato. Questo, il senso della ricerca… a tutte le latitudini. ▲
PER SAPERNE DI PIÙ
• Russell RC, Otranto D, Wall RL. The Encyclopedia
of Medical and Veterinary Entomology. Cab Interantional,
luglio 2013.
• Steverding D. The history of Chagas disease. Parasites
and Vectors, 2014;7:317.
• Urdaneta-Morales S. Chagas’ disease: an emergent
urban zoonosis. The caracas valley (Venezuela) as an
epidemiological model. Frontiers in Public Health, 2014;
2:265
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
33
FORMAZIONE CONTINUA
ESOTICI
A CURA DI
KIUMARS KHADIVI-DINBOLI
Marsupiali
Squilibri alimentari nel
petauro dello zucchero
I
l petauro dello zucchero (Petaurus breviceps) chiamato anche
“scoiattolo volante”, è un marsupiale delle foreste pluviali di Nuova Guinea, Indonesia e Australia. In
natura questi animali si nutrono
prevalentemente di linfa degli alberi
di eucalipto e acacia, gum (prodotto
dagli alberi di acacia in risposta a lesioni), manna, nettare e pollini di
fiori e frutta. Non disdegnano inoltre, a integrazione alla dieta, insetti
e aracnidi e occasionalmente uova,
rettili, piccoli volatili e piccoli mammiferi. Questi animali in primavera
ed estate sono principalmente insettivori, nei mesi invernali si nutrono
di linfa e nettare degli alberi.
In cattività il petauro non ha lo stesso fabbisogno energetico che in natura ma è importante cercare di avvicinarsi il più possibile all’alimentazione naturale, composta per circa
il 70% da frutta e verdura e per il restante 30% da proteine animali. La
dieta di questo marsupiale dev’essere ricca in carboidrati, proteine e
contenere un rapporto calcio/fosforo bilanciato.
Poiché non esistono alimenti ad hoc
reperibili in Italia, occorre che la
dieta contenga una parte di frutta
dolce e matura molto varia (ad
esempio, mela – preferibilmente
delle varietà di colore rosso –, papaya, uva, pera, fichi e lamponi; in
minore quantità banana, kiwi, mango e fragola, in quanto non hanno
un rapporto calcio/fosforo ottimale)
e un’ampia varietà di verdure, disponibili secondo stagione. La frutta
e la verdura in genere non devono
essere sminuzzate, in quanto i petauri hanno un apparato masticatore adatto a rosicchiare anche alimenti interi, ma devono essere fresche e lavate (attenzione agli antiparassitari) e somministrate a temperatura ambiente. Inoltre, è importante rimuovere gli avanzi del gior-
34
no precedente prima che inizino a
deteriorarsi.
La dieta deve contenere proteine,
meglio se costituite da insetti, reperibili nei negozi che vendono rettili o di caccia e pesca. L’ideale sarebbe somministrare grilli, locuste
e lombrichi, che però non sono facilmente gestibili in una gabbia. Un
buon compromesso è dato dalle camole della farina e, in minor grado,
dalle camole del miele. Si possono
utilizzare occasionalmente piccoli
roditori (pinky), volatili, uova, carne
in pezzettini, tofu e mangimi per
volatili insettivori. In genere, è
sconsigliato l’uso di croccantini per
cani, gatti e furetti ma, in caso di
necessità, si possono offrire pochi
croccantini per cani o gatti di alta
qualità, con formulazione dietetica
light. Il cibo può essere ulteriormente arricchito con yogurt o formaggio fresco (tipo fiocchi di latte
o ricotta).
Il corretto bilanciamento di calcio e
fosforo prevede un rapporto di 2:1,
mantenendo una buona quantità di
FORMULA DIETETICA BML
• ½ tazza di miele
• 1 uovo sodo sgusciato
• ¼ tazza di succo di mela
• 100 ml di succo di frutta misto
yogurt
• 1 cucchiaino di integratore multivitaminico per rettili
• 2 cucchiaini di integratore a base
di calcio e vitamina D3 per rettili
• 2 vasetti di omogeneizzati di pollo
(totale 150 ml)
• ¼ di tazza di germe di grano
• ½ tazza di cereali (misti o farina
d’avena)
Il tutto, mescolato, può essere surgelato e suddiviso in porzioni adatte, secondo necessità.
© Andrea Groppelli
Questo piccolo animale è soggetto a diverse patologie
che spesso originano da un’alimentazione non sempre
corretta.
Chiamato anche “scoiattolo volante”, il petauro dello zucchero è un marsupiale delle
foreste pluviali di Nuova Guinea, Indonesia e Australia.
carboidrati e proteine. Gli alimenti
solitamente utilizzati per arricchire
la dieta del petauro tendono a squilibrare questo rapporto in favore del
fosforo, ma l’utilizzo del calcio carbonato oppure integratori di calcio
(vitamina D3 senza fosforo) possono
riequilibrarlo.
Per chi avesse difficoltà a bilanciare
la dieta, ne è stata formulata una di
nome BML (Bourbon’s modified leadbeater’s) (vedere riquadro) da utilizzare insieme alla verdura mista e alla
frutta fresca in rapporto 1:1:1.
Gli alimenti da evitare solitamente
sono zuccheri raffinati, dolci e cioccolata. La frutta secca (ad esempio,
noci, nocciole, arachidi, semi di girasole, ecc.) non è adatta al petauro
perché è troppo grassa e povera di
calcio; può essere usata invece come
leccornia o premio, a patto che sia
al naturale e non salata.
Patologie causate da errori
alimentari
Obesità
L’obesità è spesso osservata nei petauri dello zucchero. L’abuso di fonti proteiche, come carne grassa e uova, oltre al frequente ricorso a frutta
secca e dolci, sono la maggior causa
di obesità. Inoltre, i petauri in cattività non dispongono di ambienti
molto ampi e il cibo ad libitum rappresenta un fattore predisponente
la patologia. L’obesità può a sua volta provocare cardiopatie, epatopatie
e patologie pancreatiche.
La diagnosi si basa sull’osservazione
dell’animale e raccogliendo l’anam-
nesi circa l’ambiente e l’alimentazione domestici. In caso di dubbi, l’esame radiografico rivela l’eccesso di
adipe.
La terapia consiste nella correzione
della dieta, diminuendo la quantità
di cibo somministrata, eliminando
alimenti ad alto contenuto di grassi
(frutta secca, ecc.), rendendo la carne
più magra asportando le parti grasse e la pelle e aumentando il consumo di frutta e verdura. L’aumento
dell’attività fisica è di notevole aiuto,
ampliando lo spazio a disposizione,
spostando la ciotola del cibo lontano
dalla tana e offrendo diversivi nella
gabbia (ad esempio, rami, liane e
ruote di dimensioni e fattezze adeguate) e favorendo qualche escursione fuori dalla gabbia. Tuttavia, il
rapido dimagrimento non è indicato
perché potrebbe provocare un danno epatico nonché la perdita di massa muscolare.
Malnutrizione
La malnutrizione è dovuta a una
dieta inadeguata e porta a sua volta
a ipoglicemia, ipocalcemia, ipoproteinemia e anemia.
Ipoglicemia
L’ipoglicemia nei petauri può avere
diverse origini e dipendere, ad
esempio, da un deficit di carboidrati
nella dieta. Infatti, l’alimentazione
del petauro in natura consiste prevalentemente in linfa, gum, manna
e nettare, cibi molto ricchi in carboidrati. Inoltre, il suo metabolismo è
estremamente rapido e, senza un
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delle infezioni della cute, dei tessuti molli, delle vie respiratorie
(cane e gatto) e urinarie (cane).
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ematiche e tissutali più elevate e persistenti rispetto
ai fluorchinoloni classici, come l’enrofloxacina.
• MIGLIORE TOLLERABILITÀ: studi clinici hanno evidenziato che
non è necessario modificare la terapia in cani con insufficienza renale
cronica moderata1. Non causa alterazioni retiniche nei gatti,
anche a 10 volte la dose raccomandata2.
• PIÙ PRATICO E CONVENIENTE: è in compresse masticabili
ed aromatizzate e può essere somministrato anche con il cibo.
3 CONFEZIONI PRATICHE E CONVENIENTI
5 mg - 14 cpr • 20 mg - 7 cpr • 80 mg - 7 cpr
1 - Lefebve HP, Schneider M, Dupoy,V et Al. Effect of experimental renal impairment on disposition of marbofloxacin and its metabolites in the dog. J VET PHARMACOL THER 1998;221:453-461.
2 - The Veterinary Medicine Expert Committee on Drug Information. USP Veterinary Pharmaceutical Information Monographs - Antibiotics. J VET PHARMACOL THER 2003. 26 (suppl);87-109.
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FORMAZIONE CONTINUA
© Andrea Groppelli
integratori per favorire il ripristino
dei valori del sangue ed eventualmente fluidoterapia).
La dieta del petauro dello zucchero dev’essere ricca in carboidrati, proteine e contenere
un rapporto calcio/fosforo bilanciato.
Ipoproteinemia e anemia
L’ipoproteinemia e l’anemia sono
dovute a diete povere di proteine
e sostanze adeguate. Gli animali
vittime di questa carenza si presentano cachettici, deboli, insicuri nella deambulazione, spesso lenti, depressi e dormono la maggior parte
del tempo; le mucose sono pallide
e, nei casi più gravi, possono apparire petecchie emorragiche sottocutanee e gonfiori edematosi.
Queste condizioni, a lungo andare,
36
possono provocare danni al fegato
e ai reni.
La diagnosi viene effettuata mediante anamnesi, segni clinici ed eventualmente analisi ematica. Si può
prelevare una quantità di sangue fino a un massimo dell’ 1% del peso
dell’animale, ma prima è necessario
valutare molto bene lo stato del paziente. Il prelievo solitamente richiede una sedazione profonda o l’anestesia. I vasi accessibili possono essere la vena cava craniale, la giugulare o l’arteria tibiale mediale.
La terapia consiste nella correzione
repentina della dieta e in una terapia
sintomatica (somministrazione di
© Andrea Groppelli
adeguato apporto nutrizionale, può
andare incontro a ipoglicemia. Quest’ultima può insorgere anche per
altri fattori patologici: neoplasie, setticemie, malassorbimento, ecc.
Inizialmente si manifesta con una
forte debolezza, difficoltà di deambulazione e di movimento, ipotermia e tremori, per arrivare a crisi
convulsive anche fatali.
La diagnosi si basa sull’anamnesi,
sulla valutazione dei sintomi ed
eventualmente sul controllo della
glicemia: il range di riferimento è di
130-183 mg/dl.
Durante una crisi ipoglicemica il primo soccorso consiste nel somministrare all’animale linfa o nettare o,
se non disponibili, miele. Lo zucchero raffinato non è indicato perché
metabolizzato troppo rapidamente.
Inoltre spesso è necessario riscaldare
il paziente perché tende facilmente
all’ipotermia, che aggrava ulteriormente la situazione, indebolendo la
vittima e impedendone l’assunzione
di cibo.
Ipocalcemia
L’ipocalcemia è una delle più frequenti patologie riscontrate nel petauro, in genere causata da un’errata
dieta e malnutrizione, soprattutto
nei soggetti giovani in fase di crescita, in gravidanza e nell’allattamento.
Sia l’osteodistrofia nutrizionale, anche nota come metabolic bone desease
(MBD) o malattia ossea metabolica
(MOM), che l’iperparatiroidismo
nutrizionale secondario sono patologie dovute a uno squilibrio del
rapporto calcio/fosforo. Sono causate da un’alimentazione carente di
calcio o, più facilmente, da un eccesso di fosforo nella dieta. Come già
precisato, il corretto rapporto calcio/fosforo nella dieta di un petauro
dovrebbe essere di 2:1, questo rapporto è difficilmente raggiungibile
in cattività senza l’utilizzo di integratori a base di solo calcio. I sintomi che si possono riscontrare nel
corso di una visita ambulatoriale sono: paralisi o paresi degli arti posteriori (dovute a deformazione della
testa del femore o della regione pelvica, oppure a collasso o fratture patologiche della colonna vertebrale
con compressione o lesione del midollo spinale), debolezza, deformazioni pelviche, difficoltà di movimento, gonfiore addominale, perdita di coordinazione, tremori, fino a
crisi tetaniche e morte. L’ipocalcemia ha inoltre effetto sia sui muscoli
Per favorire l’attività fisica del petauro dello zucchero in cattività, si può ampliare lo
spazio a disposizione, spostando la ciotola del cibo lontano dalla tana e offrendo diversivi
nella gabbia (ad esempio, rami, liane e ruote di dimensioni e fattezze adeguate) e favorendo qualche escursione fuori gabbia.
a fibre striate che lisce, e questo porta a disfunzioni intestinali (fino all’arresto della peristalsi e al blocco
intestinale funzionale) e a un grave
scompenso cardio-polmonare per
l’interessamento di miocardio, muscoli intercostali e diaframma.
La diagnosi delle patologie dovute
a uno squilibrio alimentare si basa
principalmente sull’anamnesi alimentare e sui segni clinici. Di ausilio
risultano anche gli esami radiografico ed ematologico. La diagnosi radiologica può rilevare una diminuzione generalizzata della densità ossea (osteoporosi) e la presenza di
eventuali fratture patologiche. L’esame ematochimico volto a determinare il livello di calcio e fosforo
sierico può essere molto utile per
confermare la diagnosi, ma soprattutto per definire un piano terapeutico efficace.
Occasionalmente, nella fase iniziale
della patologia, i valori di calcio e di
fosforo possono risultare normali
perché il metabolismo tende a richiamare calcio dai tessuti per riequilibrare i valori ematici. Ma con il
progredire della malattia, la calcemia tende a scendere e la fosforemia
aumenta. Un rapporto Ca/P invertito è un segno altamente indicativo
di MBD.
La terapia da mettere in atto deve
essere tempestiva: per prima cosa si
deve maneggiare l’animale con molta delicatezza data la facilità con cui
le ossa possono fratturarsi. L’osteodistrofia, se diagnosticata in tempo,
è reversibile e i soggetti giovani hanno un recupero più repentino. Il paziente affetto da osteodistrofia nutrizionale va costretto in uno spazio
di dimensioni contenute per limitare
la possibilità di movimento ed evitare così lesioni o fratture.
Se il paziente è in grado di alimentarsi autonomamente, si corregge
opportunamente la dieta. Per somministrare il calcio si possono cospargere o nutrire gli insetti-preda
con calcio carbonato. Se il paziente
non può alimentarsi o è in uno stato
di nutrizione non soddisfacente, si
procede all’alimentazione forzata
dopo una terapia opportuna per
riattivare le funzionalità organiche.
Si correggono inoltre eventuali deficit nell’idratazione secondo i consueti canoni terapeutici. La terapia
da attuare è calcio gluconato a un
dosaggio di 100 mg/kg ogni 12 ore
per via parenterale, con integrazione
in vitamina D3. ▲
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
GESTIONE
APPUNTI DI PSICOLOGIA
A CURA DI
ALESSANDRO SCHIANCHI
Tecniche psicologiche in ambulatorio
Supera lo stress con la “mystic cool”
Il rientro al lavoro dopo le vacanze natalizie può essere causa di notevole stress tra
i colleghi: qualche consiglio per affrontarlo al meglio, utilizzando la mente in modo creativo.
“S
offia un vento molto caldo
in questi primi giorni dell’anno nuovo”, pensa il
dott. Rossi dinanzi all’ingresso della
sua clinica, mentre un lancinante
mal di testa gli suggerisce di non
aprire la porta e ritornare tra le coperte – ancora calde – del suo letto.
Anche se il caro veterinario ritiene
responsabile della sua pulsante cefalea l’ingorgo di cibi e bevande che
si è regalato nella settimana di Natale, si sa che, dopo ogni periodo di
relax, ricominciare di nuovo il duro
impegno lavorativo quotidiano può
mettere in crisi anche il più resistente dei professionisti.
Alcuni autori, che si sono occupati
di studiare lo stress e i modi migliori
per affrontarlo, suggeriscono che il
metodo più efficace per superare
ogni difficoltà consista nel riuscire
a raggiungere uno stato di calma e
chiarezza interiore, utilizzando la
propria mente in modo creativo (approccio “mystic cool”).
Viktor Frankl, uno psichiatra sopravvissuto ai campi di sterminio
nazisti, durante il suo periodo di
prigionia intuì che, qualunque siano le circostanze esterne, “l’ultima
delle libertà umane è scegliere il proprio
atteggiamento in ogni circostanza che
ci troviamo a vivere, scegliere la propria strada”. La calma che ognuno
di noi riesce a raggiungere in certi
momenti, secondo lo studioso, ci
rende più forti di qualunque disavventura ed è il fattore principale
che determina la sopravvivenza di
alcune persone rispetto ad altre, in
quelle situazioni che ne mettono a
rischio la vita. Sfortunatamente, la
capacità di mantenere la calma nelle situazioni critiche, così da poter
scegliere con lucidità la soluzione
migliore al problema, appartiene
solamente al 10% della popolazione. La notizia positiva è che la restante parte delle persone che ne è
sprovvista può comunque apprenderla.
Secondo il dott. Al Siebert (“The resiliency advantage”), gli ostacoli che
38
si frappongono alla calma e alla
chiarezza del pensiero sono di tipo
emotivo e frequentemente legati alla
sensazione di perdere il controllo o
sentirci oppressi dalla paura per un
risultato che potrebbe non arrivare.
Il dott. Rossi ben ricorda come questa sensazione riaffiori durante qualche intervento chirurgico particolarmente complesso o in quelle dense
nottate di pronto soccorso. La sensazione di perdere il controllo, come
reazione emotiva, spesso affonda le
sue radici nell’opacità delle nostre
convinzioni riguardanti quello che
possiamo o non possiamo controllare. Se è vero che la sensazione di
aver perso il controllo di una certa
situazione può renderci ansiosi o depressi, è anche vero che nella complessità della vita quotidiana è realisticamente impossibile controllare
la maggior parte degli avvenimenti,
come chiaramente ammette Rehinold Niebur in una sua famosa preghiera: “Dio, concedimi la serenità di
accettare le cose che non posso cambiare,
il coraggio di cambiare le cose che posso
cambiare e la saggezza di distinguere
ciò che posso cambiare da ciò che non
posso”.
Il dott. Rossi, secondo questa scuola
di pensiero, dovrebbe sforzarsi di accettare che il suo potere di controllo
è ben poca cosa nei confronti della
grande variabilità intrinseca alla natura degli accadimenti, e che questa
sua illusione di poter controllare
ogni evento aumenta inevitabilmente le sue probabilità di fallire.
Il controllo totale, un’illusione
Un buon metodo per rendersi conto
di quanto sia erronea la nostra convinzione di poter controllare gli
eventi consiste nel giocare con la
fantasia, cimentandosi a visualizzare
un evento particolarmente stressante accaduto nel passato. Una volta
che siamo riusciti a rappresentarci
la situazione quasi come ci trovassimo all’interno di un film in cui siamo i protagonisti, occorre associare
a questa rappresentazione gli stessi
pensieri e dipingerla con le medesime tonalità emotive realmente provate durante lo svolgersi dei fatti,
trascrivendo, nella parte sinistra di
un foglio bianco, almeno sei fatti
chiave accaduti durante la situazione e valutabili in termini di qualità
di controllo. Per renderci realmente
conto di quanto siano effimere le nostre convinzioni in fatto di controllo,
nella parte destra del foglio, a ognuno dei fatti elencati, occorrerà attribuire un punteggio da 0 a 5, associando il valore 0 all’assenza totale
di controllo e al valore 5 l’assoluta
padronanza sulla situazione.
Il dott. Rossi, sedutosi alla scrivania
e ricordando la litigata con il proprietario del Labrador del mese precedente, elenca tutta una serie di
punti critici con le rispettive valutazioni riguardo alla sua personale
percezione di controllo.
- Il signor Storti arriva in clinica affannato perché il suo cane, ora dispnoico, ha divorato un piccolo oggetto di gomma che gli si è conficcato in trachea: possibilità di controllo 0.
- L’uomo all’arrivo in clinica è già
adirato, indisponente e refrattario
ai “buoni consigli” perché ha appena finito di litigare con la moglie
sbadata, che ritiene responsabile di
aver lasciato il suo oggetto a “portata di bocca del cane”: possibilità
di controllo 0.
- È venerdì sera all’ora di chiusura
quando il dott. Rossi lo vede entrare
e la pianificazione dei turni ha voluto che il suo migliore anestesista
sia partito qualche ora prima per un
weekend al mare: possibilità di controllo 0.
- Il dottore decide comunque di intervenire in emergenza, senza tentare di reclutare al telefono almeno
uno tra i suoi fedeli collaboratori:
possibilità di controllo 5.
- Nel corso dell’intervento, si rompe
il pulsi-ossimetro e deve quindi affidare il controllo dell’attività cardiaca del paziente al suo fidato stetoscopio: possibilità di controllo 1.
- Il cane esce
a malapena
dall’intervento
per via di un’anomalia cardiaca insorta nella
fase di risveglio e
che i routinari esami
clinici non avevano
rivelato: possibilità di
controllo 3.
- Nonostante le insistenze del dott.
Rossi e la sua ragionevole richiesta
di ricovero, il signor Storti rientra a
casa con il Labrador in cattive condizioni e l’indomani sporge denuncia al veterinario: possibilità di controllo 2.
Giunto a fine lista, il dott. Rossi, nonostante si senta come allora ancora
pienamente responsabile dell’accaduto, annota la somma dei punteggi
attribuiti ai punti chiave, ma basta
uno sguardo distratto al foglio per
rendersi subito conto che il valore
raggiunto di 11 è ben lontano dal risultato che avrebbe ipoteticamente
ottenuto se, nello svolgersi dei fatti,
avesse avuto il controllo totale, ossia
un punteggio di 35. Dinnanzi alla
pagina decorata da frasi e numeri,
un sorpreso veterinario si rende finalmente conto che l’unico momento nel quale ha avuto la massima
possibilità di controllo – e al quale
ha attribuito il valore 5 – è stato
quando, nell’incalzare della crisi, ha
deciso di operare da solo, dando
ascolto a un suo naturale atteggiamento. In quel frangente il dott.
Rossi ha infatti creduto che nessuno
dei colleghi fosse disposto a sacrificare il venerdì sera per corrergli
in aiuto, ma di essere in grado di affrontare la situazione in sicurezza
anche da solo.
La tecnica del “reframing”
In molte situazioni della vita, suggeriscono molte discipline psicologiche, il nostro atteggiamento è l’unica cosa sulla quale possiamo realmente disporre di un controllo totale. Probabilmente, in quei frangen-
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
GESTIONE
© pathdoc - Fotolia
Per affrontare con maggiore calma le situazioni più
critiche un modo efficace è quello di
immedesimarsi in anticipo nelle situazioni
difficili, assumendo un determinato
atteggiamento preparatorio, come
suggerisce la tecnica del “reframing”.
ti critici e nell’incalzare della crisi
respiratoria del povero cane, un atteggiamento di maggiore fiducia
nell’altrui disponibilità avrebbe fatto
propendere il dottore verso una gestione prudenziale dell’emergenza.
Quando siamo impegnati pacificamente in un lavoro, ci rendiamo
conto che – magicamente – la
memoria funziona meglio,
le emozioni sono stabili
e i fatti che ci accadono tendono ad essere neutri e non
connotati da sensazioni negative.
In queste rare occasioni di quiete
possiamo apprezzare
che il tempo, lo stress e i
dubbi su noi stessi spariscono quasi immediatamente e
ogni problema sembra risolversi
da solo.
Un modo efficace per affrontare
con maggiore calma le situazioni
più critiche è quello di immedesimarsi in anticipo nelle situazioni difficili, assumendo un determinato atteggiamento preparatorio,
come suggerisce la tecnica del “reframing”. Questo metodo consiglia
di raggiungere uno stato ottimale
di calma attraverso un training au-
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
togeno, lungo un percorso di nove
tappe:
1) Scegli un luogo o un momento che
in passato ti hanno fatto sentire felice, cerca di renderlo intenso e reale.
Rimani in questo stato finché non ti
sentirai profondamente rilassato.
2) Porta alla mente una situazione o
una persona che dovrai affrontare
nel futuro e che percepisci come difficile e particolarmente stressante.
3) Trasporta in questa situazione il
sentimento di felicità e pace che hai
appena provato.
4) Visualizza te stesso come persona
tranquilla e piena di energia anche
in una situazione come questa.
5) Distogli la mente dal risultato finale che vorresti ottenere o dalla
paura di fallire, ma lascia piuttosto
la mente aperta a ogni possibilità.
6) Accetta che possa accadere qualunque cosa, ma sii consapevole che
nulla di tutto questo potrà rubarti
la quiete raggiunta, né opprimerti,
né farti paura.
7) Se sono coinvolte altre persone,
immagina di riuscire a farti capire
con chiarezza e di essere in grado di
ascoltare tutto quello che hanno da
dire.
8) Immagina che il tuo senso di calma e di chiarezza rimanga immutato, a prescindere da ciò che gli altri
facciano o non facciano.
9) Alla fine dell’incontro, visualizza
te stesso in pace, continuando a sentirti fiducioso e pieno di energia,
qualunque sia il risultato.
Nella penombra di una finestra affacciata su di un giardino, dinanzi a
un foglio di carta segnato da qualche
scarabocchio, seduto alla scrivania
in una comoda poltrona della clinica
veterinaria, un serafico dott. Rossi si
perde a scrutare il cielo, librandosi
tra le nuvole, come se quello fosse il
migliore dei suoi giorni. ▲
PER SAPERNE DI PIÙ
• Goedwey DJ. “Mistyc Cool”, trad. it.
S. Belli, S. Bruschini: “Supera lo stress
con la mente creativa”. Ed. BIS; Cesena.
2012.
39
DAI FATTI... ALLE OPINIONI
SPIGOLATURE
A CURA DI
OSCAR GRAZIOLI
Regole e professione
Nuove norme sui farmaci, ma anche nuove
confezioni!
H
o sempre stigmatizzato la
mancanza di regole che caratterizza la professione di
chi fa il veterinario e si occupa di
animali da compagnia, tanto da
avere tentato la sorte di un’associazione i cui membri autocertificassero una decina di regole da seguire
nelle proprie strutture, a garanzia
dei diritti dell’animale in cura e di
quelli, non meno importanti, del
suo proprietario. Inizialmente sembrava che l’idea piacesse a un discreto numero di colleghi, che poi
sono andati scemando a tal punto
da costringere a chiudere baracca e
burattini. Colpa dei dirigenti? Colpa
dei colleghi? Non saprei di preciso
e non ho francamente neanche più
voglia di rifletterci sopra. Me la cavo con un vecchio adagio che si trasmette alle giovani generazioni, almeno dalle nostre parti, quando si
verifica un grave dissidio, una separazione, un divorzio: “Per fare un
fosso ci vogliono due rive”.
Se siamo carenti di regole che qualifichino la nostra professionalità,
non dico ogni giorno, ma piuttosto
di frequente ci piovono sul capo
norme che sembrano (e lo sono)
studiate apposta per renderci la vita professionale sempre più ardua,
sempre più complicata e la rabbia
cresce (almeno in me), quando
queste direttive arrivano a ciel sereno, normalmente riportate da un
informatore, oppure in una pausa
durante un consulto telefonico con
un collega che, a sua volta l’ha saputo da una collega che però non
era ben sicura ma forse… “Scusa se
esco, per un secondo, dal caso che stiamo discutendo, ma tu l’hai saputa la
faccenda dei 28 giorni?;, “Cosa, che
28 giorni?”; “Beh, mi ha detto la tal
collega che l’ha saputo da un’altra che
però non sapeva se era vero che, d’ora
in poi tutti i flaconi a tappo perforabile,
una volta aperti, dovranno essere utilizzati entro un tempo massimo di 28
giorni, altrimenti vanno smaltiti”.
Sicuramente sarà colpa nostra, che
non leggiamo le Gazzette Ufficiali
(tra un Couto e un Di Bartola ci starebbero anche quelle), certamente
sarà arrivata da qualche parte tramite qualche associazione o sindacato, ma nella nostra struttura la
faccenda dei 28 giorni è arrivata
più o meno così, come il proiettile
vagante che colpisce l’innocente
che cammina per strada.
A parte il fatto che è semplicemente ridicolo stampare sul flacone da
50 ml la scadenza datata tre anni
dopo, quando poi lo si deve smaltire (sia chiaro, non gettare), ancora
pieno per tre quarti, dopo quattro
settimane, sarei veramente curioso
di sapere quali sono gli organismi
veterinari che sono stati interpellati
e che hanno potuto dire la loro su
una normativa che potrebbe anche
indurre al sorriso se non ci fosse da
piangere. La specialità scade dopo
tre anni se conservata nei termini
dovuti, ma va eliminata 28 giorni
IN BREVE
Fondazione Onaosi: aumentano gli interventi a favore degli assistiti
La Fondazione Onaosi ha reso noto il nuovo Piano
annuale degli interventi 2014/15, che contiene le
indicazioni delle prestazioni e dei servizi da erogare
nell’anno accademico e scolastico 2014/15 a favore
degli assistiti.
La Fondazione ha reperito risorse di bilancio per un
valore di 1 milione 250 mila euro per aumentare
l’entità economica delle prestazioni in denaro da
erogare agli assistiti, destinando tali risorse anche
per nuove tipologie di intervento in favore dei disabili, figli e orfani di contribuenti.
Tra le novità, introdotte a partire dall’anno scolastico
e accademico 2014/15, vi sono l’aumento dei contributi base a domicilio per gli studenti universitari
e per gli studenti della scuola secondaria di II grado
e del contributo omnicomprensivo per gli universitari
ospiti del Collegio universitario di Perugia e del Centro formativo di Napoli.
Altri interventi sono volti a incentivare il profitto e
il merito nello studio: è stato raddoppiato il premio
di laurea per gli assistiti in regola con il corso di
40
studi; il numero delle borse di studio per il perfezionamento della lingua all’estero passa da 150 a
200; è stato introdotto un nuovo contributo per coloro che conseguono la laurea triennale nell’ultima
sessione dell’anno accademico (senza iscriversi fuori
corso) e che sono impossibilitati a iscriversi contestualmente alla laurea specialistica biennale successiva.
I contributi in denaro che saranno erogati agli assistiti ammontano a circa 19 milioni 250 mila euro
e si diversificano in base alla scolarità, con integrazioni differenziate in ragione di fattori quali l’essere
studente “fuori sede” o l’appartenere a nuclei familiari con reddito insufficiente. I contributi vengono
erogati agli assistiti a partire dall’età prescolare e
fino alla formazione post-laurea (il limite di età per
beneficiare dei contributi è 30 anni).
La spesa totale per prestazioni e servizi ammonta
a circa 30 milioni 200 mila euro.
Fonte: Onaosi
dopo la sua apertura. Perché? Ma
perché si può inquinare. E se io uso
sempre aghi sterili, durante il prelievo, perché dovrebbe inquinarsi
dopo 5 volte che l’ho utilizzata? E
perché dopo 28 giorni e non, che
so 54 o 72 o 89.
Chi ha stabilito e in base a quali
studi che, nelle strutture veterinarie, i flaconi a tappo perforabile sì
inquinano dopo quattro settimane
dalla loro apertura? Qualcuno ha
per caso una casistica di ascessi o
peggio flemmoni o peggio setticemie dovute all’uso di flaconi a tappo perforabile che fino a ieri usavamo magari per sei mesi, un anno
o comunque fino alla data di scadenza? Sarebbe interessante fare
un’indagine sul numero di ascessi
riscontrati, dopo iniezione sottocutanea, o di setticemie dopo iniezione endovenosa, di flaconi a tappo
perforabile ancora in uso dopo sei
mesi o un anno, come si usava fare
normalmente e legalmente fino a
ieri.
Ci fosse almeno la possibilità di
utilizzare flaconi a tappo perforabile da 10 ml. Si prendano gli antibiotici di uso più comune, che so
l’amoxicillina o l’enrofloxacina per
esempio. Abbiamo forse a disposizione flaconi da 10 ml? No, tutti
da 50. Idem per gli steroidi, ampiamente usati in campo veterinario, come il prednisolone iniettabile. E chi terrà più l’acepromazina che magari serve una volta
ogni due mesi per determinati
protocolli anestesiologici, quando
si sa già che il flacone da 10 ml andrà smaltito quasi completamente
pieno? Non mi soffermo sul propofol, l’anestetico per induzione
ormai di maggiore impiego, il cui
flacone da 20 ml andrebbe smaltito immediatamente dopo la sua
prima apertura e uso. Tanto per
quel che costa non vale la pena
parlarne.
Ben vengano i nuovi farmaci ad
uso veterinario, magari in una scatola che contiene 10 o 20 fialette,
buone ancora dopo tre anni dall’apertura della confezione. ▲
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
IN VETRINA
Felici senza leishmaniosi: il Mese
della prevenzione con Virbac!
Anche il veterinario può vincere ogni giorno!
LA LEISHMANIOSI CANINA È UNA MALATTIA MORTALE. LA PREVENZIONE È
L’UNICA ARMA PER MANTENERE IL CANE SANO E FELICE
I
l Mese della prevenzione è un’iniziativa promossa da Virbac,
azienda da sempre in prima linea
nella lotta contro la leishmaniosi canina, con il patrocinio di Anmvi. Scopo principale dell’iniziativa è sensibilizzare i proprietari sull’importanza di una prevenzione precoce contro
questa pericolosa malattia, che può
mettere a rischio la vita del cane.
Il medico veterinario riveste in questo
senso un ruolo centrale nella diffusione di una corretta informazione prima
di tutto sui rischi connessi a questa
patologia, sia per il cane che per l’uomo, ma anche su come proteggere il
cane dal contagio e sull’importanza
di una prevenzione precoce attraverso
i test diagnostici e il vaccino.
Al Mese della prevenzione è abbinato il concorso Felici senza leishmaniosi che permette a proprietari
e veterinari di vincere ogni giorno.
Come aderire al Mese
della prevenzione
Per aderire al Mese della prevenzione, basta registrarsi sul sito web dedicato www.veterinari.felicisenzaleishmaniosi.it. Con la registrazione
il veterinario riceverà un costante
aggiornamento sui materiali relativi
al concorso e potrà aderire gratuitamente a una FAD sulla leishmaniosi
Canina sviluppata da Anmvi e Scivac che sarà presentata ufficialmente
al congresso Scivac di Rimini.
Da questo spazio web si potranno
scaricare tutti i materiali da esporre
nell’ambulatorio e nella sala d’attesa:
la locandina e il poster del Mese della prevenzione.
Il veterinario potrà inoltre scaricare
tutti i codici gioco che desidera, per
fornirli ai proprietari dei cani che
eseguono i test diagnostici Speed
Leish K, Speed Duo Diro Leish K e
Speed Duo Leish K Ehrli per partecipare al concorso.
Ogni volta che il proprietario gioca
un codice vincente, anche il veterinario associato al codice di gioco
vince in automatico.
Tutti i veterinari che aderiranno al
Mese della prevenzione verranno
indicati sul sito www.felicisenzaleishmaniosi.it.
Come partecipare al concorso
“Felici senza leishmaniosi”
Tutti i proprietari che effettueranno
il test diagnostico presso uno degli
ambulatori veterinari che aderiscono
all’iniziativa Mese della prevenzione
potranno sapere immediatamente se
il cane è sano e partecipare al concorso
di Virbac Felici senza leishmaniosi.
Aderire è molto semplice: il proprietario deve recarsi presso uno degli
ambulatori veterinari che aderiscono
all’iniziativa Felici senza leishmaniosi
dal 16 febbraio al 16 marzo, sottoporre il proprio cane al test diagnostico Virbac per la leishmaniosi: un
semplice prelievo di sangue è sufficiente per scoprire immediatamente
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
Oggi, solo in Europa, ci sono più di 2,5
milioni di cani infetti. In Italia la leishmaniosi è diffusa lungo tutta la costa
tirrenica, ionica e adriatica, isole comprese. Sono inoltre presenti focolai
sparsi anche nel resto del Paese e
nell’ultimo decennio si sta assistendo
a un aumento di incidenza e diffusione
geografica della malattia.
La leishmaniosi canina è chiaramente
curabile da un punto di vista dei sintomi così da garantire al cane una
buona qualità di vita, ma praticamente
inguaribile dal punto di vista parassitologico.
La prevenzione della malattia ha quindi
un ruolo chiave per preservare la salute del cane. La miglior strategia è
quella di potenziare il sistema immunitario del cane con l’utilizzo del vaccino CaniLeish.
Con l’uso di antiparassitari esterni ad
azione repellente è inoltre possibile
se il cane ha già contratto la malattia.
Dopo aver effettuato il test il veterinario fornirà al proprietario un codice gioco per registrarsi sul sito
IL MESE DELLA PREVENZIONE
Dal 16 febbraio al 16 marzo i proprietari di cani che richiederanno
il test diagnostico Speed Leish K,
Speed Duo Diro Leish K e Speed
Duo Leish K Ehrli, al medico veterinario che aderisce al Mese della
prevenzione e all’iniziativa Virbac
Felici senza leishmaniosi, potranno
vincere immediatamente una ricarica telefonica e partecipare all’estrazione per un week end con la
famiglia e il cane presso un Hotel
Best Western. Se vince il proprietario vince anche il suo veterinario!
Infatti il medico veterinario che effettua il test diagnostico per la leishmaniosi ai cani suoi pazienti può
vincere ogni giorno ricariche telefoniche da 10 € e partecipare
all’estrazione finale di 3 Buoni carburante del valore di 300 €.
prevenire la trasmissione dell’infezione
riducendo il rischio di puntura del flebotomo. Combinare i due metodi è il
modo migliore per proteggere il cane
da questa insidiosa patologia. Il primo
passo per la prevenzione, però, è scoprire se il cane sia già stato contagiato
e lo si può fare sottoponendolo al test.
Fondamentale è quindi il ruolo del medico veterinario, per la diffusione di una
maggior consapevolezza sui rischi della malattia e una corretta educazione
sulla profilassi e la prevenzione.
Fai conoscere ai proprietari i rischi che
corrono i cani a causa della leishmaniosi, puoi aiutarli a scoprire se stanno
facendo di tutto per proteggere il cane
da questa pericolosa malattia.
Puoi informarli sull’importanza della
prevenzione, attraverso il test e il vaccino, e consigliarli sull’uso corretto di
antiparassitari esterni!
www.felicisenzaleishmaniosi.it e
scoprire subito se ha vinto una delle
cinque ricariche telefoniche da 10 €,
in palio ogni giorno. Potrà inoltre
partecipare automaticamente all’estrazione finale di un week end per
tutta la famiglia (2 adulti e 1 bambino) presso un hotel della catena Best
Western, con la possibilità di portare
anche il cane e partecipare insieme
a lui ad alcune divertenti attività.
Inoltre, grazie al proprietario, anche
il medico veterinario potrà vincere.
Per i cani dai sei mesi di vita in poi
e con test negativo, il veterinario potrà procedere alla vaccinazione. È
bene informare i proprietari che il
vaccino può essere effettuato in
qualsiasi periodo dell’anno ma bisogna agire preventivamente per arrivare all’estate (e quindi al periodo
di maggior diffusione dei vettori della malattia) con il cane maggiormente protetto contro la leishmaniosi.
Regolamento completo su: www.felicisenzaleishmaniosi.it
Per maggiori informazioni contattare Virbac o l’informatore
scientifico della propria zona.
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CALENDARIO 2015
ASSOCIAZIONE ITALIANA VETERINARI PICCOLI ANIMALI
Congresso MULTISALA “TERAPIA VETERINARIA”
Bentivoglio BO, 11-12 aprile
AIVPA-Gruppo di Studio ONC
NUOVI CONCETTI E APPROCCI TERAPEUTICI IN DERMATOLOGIA ONCOLOGICA
Bentivoglio BO, 11 aprile
CARDIEC
SITOV
Gruppo di Studio ANC
Comunicazioni libere
L'approccio Cardiec al caso clinico: la cardiologia non è sempre un rompicapo
Patologie ortopediche e terapie di supporto alla chirurgia del cane
Gestione dei problemi respiratori e cardiovascolari negli uccelli
Sessione Comunicazioni orali e poster a tema libero e Gruppo di Studio OTC
Bentivoglio BO, 12 aprile
AIVPAFE - Gruppo di Studio ECG
GISPEV
Gruppi di Studio GE-ODT
Gruppo di Studio ABC
Conferenza / Confronto
TECNIVET
Epatopatie e pancreatite nel gatto: vecchi e patologie, nuovi approcci al problema
Approccio terapeutico al paziente neonato e pediatrico: cosa fare e cosa non fare !
Nuovi concetti terapeutici in Gastroenterologia
Terapia comportamentale
College Europei: riconoscimento legale in Italia
Il tecnico veterinario nella pratica clinica
Montecatini Terme, 7-8 febbraio
AIVPA - Gruppo di Studio ANC
ECM 20,8 per cat. MEDICO VETERINARIO
Corso Teorico Pratico Citopatologia negli Animali Non Convenzionali
Ferrara, 23-24 maggio
Corso teorico-pratico AIVPA – CeLeMaSche
RICERCA RADIOGRAFICA DELLE MALATTIE SCHELETRICHE E/O EREDITARIE DEL CANE (HD -ED-SP)
Matelica MC, 3-4 ottobre
Corso teorico-pratico AIVPA - Gruppo di Studio ANC
CHIRURGIA DEGLI ANIMALI NON CONVENZIONALI
Sede da definire, 11 ottobre
Seminario AIVPA – Gruppo GE
PATOLOGIE DELL'APPARATO DIGERENTE: discussione di casi clinici interattivi
Ferrara, 24-25 ottobre
Corso teorico-pratico AIVPA – CeLeMaSche
RICERCA RADIOGRAFICA DELLE MALATTIE SCHELETRICHE E/O EREDITARIE DEL CANE (HD-ED-SP)
Novara, 24-25 ottobre
Seminario AIVPA- Gruppo di Studio ECG in coll con Istituto Veterinario di Novara
EMERGENZE NEUROLOGICHE
Matelica (MC), 22 novembre
Corso teorico-pratico AIVPA -Gruppo di Studio GE GASTROENTEROLOGIA ENDOSCOPICA
Rivoli (TO), 22 novembre
Seminario GISPEV - Gruppo di Studio ECG
LA GRAVIDANZA, IL PARTO E LA NASCITA, QUANDO DEGLI EVENTI FISIOLOGICI DIVENTANO URGENZE
ASSOCIAZIONE ITALIANA VETERINARI PATOLOGIA FELINA
Bologna, 22 febbraio
Giornata di Studio AIVPAFE
Napoli, 22 marzo
Giornata di Studio AIVPAFE
ECM 3 per cat. MEDICO VETERINARIO
L'APPARATO URINARIO: punto debole del gatto
DERMATOLOGIA FELINA
Bentivoglio BO, 12 aprile
Riunione AIVPAFE – Gruppo di Studio AIVPA “ECG” all’interno del Congresso Multisala AIVPA
EPATOPATIE E PANCREATITE NEL GATTO: vecchie patologie, nuovi approcci al problema
Mestre (VE) 26-27 settembre
Congresso Nazionale AIVPAFE
ECM 6,80 per cat. MEDICO VETERINARIO
PERCORSO ONCOLOGICO NEL GATTO: tumori del SNC, ossei , intratoracici e dell’apparato digerente
Salerno, 8 novembre
Giornata di Studio AIVPAFE
MALATTIE VIRALI
ASSOCIAZIONE CARDIOLOGI ED ECOGRAFISTI CLINICI VETERINARI
Bentivoglio BO, 11 aprile
Riunione CARDIEC all’interno del Congresso Multisala AIVPA
L'APPROCCIO CARDIEC AL CASO CLINICO: la cardiologia non è sempre un rompicapo
Castelguelfo BO, 17-19 aprile
Corso teorico-pratico CARDIEC (Base) ECOGRAFIA ADDOMINALE
Roma, 10 maggio
Seminario CARDIEC
Milano, giugno
Corso CARDIEC –OVIC per Osservatori CARDIOPATIE EREDITARIE
Sede da definire
Corso teorico-pratico CARDIEC (Avanzato) ECOGRAFIA ADDOMINALE
Perugia, ottobre
Seminario CARDIEC
GLI SHUNT PORTOSISTEMICI: DALLA CLINICA ALLA DIAGNOSTICA
CARDIOPATIE EREDITARIE DEL CANE
GRUPPO ITALIANO STUDIO PEDIATRIA VETERINARIA
Bentivoglio BO, 12 aprile
Riunione GISPEV all’interno del Congresso Multisala AIVPA
APPROCCIO TERAPEUTICO AL PAZIENTE NEONATO E PEDIATRICO: COSA FARE E COSA NON FARE !
Teramo, 23 maggio
Seminario GISPEV Giornata di Aggiornamento per Veterinari e Allevatori Cinofili
LA RIPRODUZIONE DEL CANE: non più solo un hobby per l’allevatore
Rivoli To 22 novembre
Seminario GISPEV - Gruppo di Studio ECG
LA GRAVIDANZA, IL PARTO E LA NASCITA, QUANDO DEGLI EVENTI FISIOLOGICI DIVENTANO URGENZE
SOCIETÀ ITALIANA TRAUMATOLOGIA E ORTOPEDIA VETERINARIA
Matelica MC, 13-14 marzo
Corso Specialistico SITOV
OSTEOTOMIE CORRETTIVE NEL TRATTAMENTO NELLA ROTTURA DEL LEGAMENTO CROCIATO NEL CANE
Bentivoglio BO, 11 aprile
Riunione SITOV all’interno del Congresso Multisala AIVPA
PATOLOGIE ORTOPEDICHE E TERAPIE DI SUPPORTO ALLA CHIRURGIA DEL CANE
Corso Teorico Pratico SITOV
OSTEOSINTESI INTERNA: Chiodi, Placche DCP, Placche a stabilità angolare. Dalla Teoria alla Pratica.
Montegrotto T. (PD), 6-7 novembre
Per informazioni:
Via Marchesi 26D 43126 Parma - tel. 0521-290191 fax 0521-291314 [email protected]
www.aivpa.it
AGENDA
Legenda
■ animali da compagnia
■ animali da reddito
■ filiere
■ altro
✔ programma pubblicato su questo
numero
GENNAIO
■ 29 gennaio 2015
Benessere dell’animale da laboratorio e animal care, a Milano, presso
la Sala Napoleonica di Palazzo Greppi,
via Sant’Antonio 10, organizzato dall’Università degli Studi di Milano
Informazioni: Dipartimento di Scienze
veterinarie per la salute, la produzione
animale e la sicurezza alimentare, via
Celoria 10 – 20133 Milano, tel. 02 50 31
79 79; fax 02 50 31 79 19; e-mail:
[email protected];
Web:http://www.unimi.it
■ 29 - 31 gennaio 2015
9° Simposio invernale di medicina
del cane e del gatto. Medicina
d’urgenza anche nel mio ambulatorio, ad Andalo (TN), presso il Palazzo
dei Congressi, viale del Parco 1, organizzato dal Dipartimento di Scienze veterinarie e sanità pubblica dell’Università
degli Studi di Milano e da Merial
Informazioni: MV Congressi spa, via
Marchesi 26D - 43126 Parma, tel. 0521
09 01 91; fax 0521 29 13 14, e-mail:
[email protected];
Web:http://www.merialneve2015.mvcon
gressi.com www.mvcongressi.com
✔
■ 30 - 31 gennaio 2015
Ematologia e citologia nel cane e
nel gatto. 1° Corso teorico-pratico:
ematologia base, a Perugia, presso la
Facoltà di Medicina veterinaria, via S.
Costanzo 4, organizzato dalla Facoltà di
Medicina veterinaria di Perugia
Informazioni: Per informazioni contattare la dott.ssa Arianna Miglio, tel. 075
58 57 610; fax 075 58 57 606, e-mail:
[email protected];
Web:http://www.aivpa.it ✔
■ 31 gennaio - 1 febbraio 2015
Corso di Ematologia, a Salò (BS),
presso la Clinica veterinaria S. Antonio,
via Montale 2, organizzato dalla Clinica
veterinaria S. Antonio
Informazioni: Clinica veterinaria S.
Antonio, via Montale 2 - 25087 Salò (BS),
tel. 0365 52 25 23 oppure 0365 21 596;
ISTRUZIONI
Gli eventi contrassegnati
con il simbolo
%
Club
sono convenzionati con
il Club degli Abbonati
pertanto lo sconto
indicato all’interno del
simbolo verrà
riconosciuto a tutti gli
abbonati ai periodici
veterinari di Le Point
Vétérinaire Italie al
momento dell’iscrizione.
Visita il sito
www.clubdelveterinario.it
fax 0365 21 596, e-mail: [email protected]; Web:http://www.clinicasantantonio.it ✔
■ 31 gennaio - 1 febbraio 2015
Corso pratico di Chirurgia, a Roma,
presso l’Hotel Petra & Residence, via Sante
Vandi 124, organizzato dall’Unione italiana
medici veterinari (Unimedvet)
Informazioni: Per informazioni contattare la sig.ra Anna Cori, tel. 339 88 63
591; e-mail: [email protected];
Web:http://www.unimedvet.it ✔
Come comunicare
un evento da inserire
in Agenda
La Settimana Veterinaria
Via Medardo Rosso, 11 - 20159 Milano
Tel.: 02 60 85 23 34
(Monica Viacava)
Fax: 02 668 28 66
E-mail: [email protected]
• Quali eventi vengono
pubblicati?
La redazione si riserva il diritto di pubblicare gli eventi nel calendario e gli interi
programmi sulla base del loro interesse
per il lettore e dello spazio disponibile.
• L’inserzione è gratuita o a
pagamento?
L’inserzione di un evento è gratuita. Per
esigenze particolari, come programmi
completi, riquadrare il testo o inserirvi
un logo, rivolgersi all’ufficio pubblicità:
Tel.: 02 60 85 23 20
E-mail: [email protected]
• Qual è il termine ultimo per
l’invio di un programma?
Il più presto possibile prima della manife-
FEBBRAIO
■ 5 - 7 febbraio 2015
Corso intermedio di Ecografia
(addome patologico), a Salò (BS),
presso la Clinica veterinaria S. Antonio,
via Montale 2, organizzato dalla Clinica
veterinaria S. Antonio
Informazioni: Clinica veterinaria S.
Antonio, via Montale 2 - 25087 Salò (BS),
tel. 0365 52 25 23 oppure 0365 21 596;
fax 0365 21 596, e-mail: [email protected]; Web:http://www.clinicasantantonio.it
■ 6 - 8 febbraio 2015
Corso pratico di Ecografia addominale. I livello, a Roma, presso l’Hotel
Artis, via Roberto Fancelli 3, organizzato
dall’Unione italiana medici veterinari
(Unimedvet)
Informazioni: Per informazioni contattare la sig.ra Anna Cori, tel. 339 88 63
591; e-mail: [email protected];
Web:http://www.unimedvet.it ✔
■ 6 - 8 febbraio 2015
XXI Congresso internazionale Sive,
a Pisa, presso il Palazzo dei Congressi,
via Matteotti 1, organizzato dalla Società
italiana veterinari per equini (Sive)
Informazioni: Segreteria Sive, tel. 0372
40 35 02; e-mail: [email protected];
Web:http://www.sivecongress.it
■ 7 - 8 febbraio 2015
Seminario di Dermatologia: l’arte e
il metodo, a Milano, presso l’Hotel Melià
Milano, via Masaccio 19, organizzato
dall’Unione italiana società veterinarie
(Unisvet)
Informazioni: Segreteria Unisvet, via Albani
55 - 20148 Milano, tel. 02 89 07 38 58; fax
02 99 98 30 65, e-mail: [email protected];
Web:http://www.unisvet.it ✔
■ 10 febbraio 2015
Gli Ogm nella filiera agro-alimen-
44
stazione, in modo da lasciare ai lettori il
tempo di iscriversi… Quando l’intervallo
di tempo tra l’evento e l’arrivo in redazione
è troppo breve (15 giorni prima della
scadenza) non se ne garantisce la pubblicazione.
• Come inviare il programma?
La cosa migliore è inviarlo per e-mail.
Qualora non fosse possibile, potete inviarlo
per fax o per posta.
• Che differenza c’è con il
calendario?
La parte “calendario” riprende solo il
titolo, la data, il luogo di svolgimento e
le informazioni. Vengono pubblicati solo
i programmi che si svolgono successivamente alla data di pubblicazione del
giornale.
• Quante volte viene pubblicato
un evento nel calendario?
Ogni evento viene pubblicato almeno
una volta prima della manifestazione,
a seconda della data in cui giunge in
redazione e degli eventi che si svolgono
nella stessa data, il che condiziona lo
spazio disponibile.
tare: una rinuncia ragionata o un’opportunità non colta?, a Roma, presso
l’Aula Pocchiari, Istituto superiore di sanità,
viale Regina Elena 299, organizzato dall’Istituto superiore di sanità
Informazioni: Istituto superiore di sanità,
tel. 06 49 90 61 39; fax 06 49 90 23 63;
e-mail:
[email protected];
Web:http://www.iss.it
■ 12 - 13 febbraio 2015
Corso di Ventilazione di base, a Salò
(BS), presso la Clinica veterinaria S.
Antonio, via Montale 2, organizzato dalla
Clinica veterinaria S. Antonio
Informazioni: Clinica veterinaria S.
Antonio, via Montale 2 - 25087 Salò (BS),
tel. 0365 52 25 23 oppure 0365 21 596;
fax 0365 21 596, e-mail: [email protected]; Web:http://www.clinicasantantonio.it
■ 20 - 21 febbraio 201
La patologia clinica con l’occhio
dell’internista, a Salò (BS), presso la
Clinica veterinaria S. Antonio, via Montale
2, organizzato dalla Clinica veterinaria S.
Antonio
Informazioni: Clinica veterinaria S.
Antonio, via Montale 2 - 25087 Salò (BS),
tel. 0365 52 25 23 oppure 0365 21 596;
fax 0365 21 596, e-mail: [email protected]; Web:http://www.clinicasantantonio.it
■ 20 - 22 febbraio 2015
Complicato & complicanze, a Milano,
presso l’Hotel Melià Milano, via Masaccio 19, organizzato dall’Unione italiana
società veterinarie (Unisvet)
Informazioni: Segreteria Unisvet, via
Albani 55 - 20148 Milano, tel. 02 89
07 38 58; fax 02 99 98 30 65, e-mail:
[email protected];
Web:http://www.unisvet.it
■ 20 - 22 febbraio 2015
Corso pratico di Citologia, I parte, a
Roma, presso l’Hotel Artis, via Roberto
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
TO
P
ER
BI
NA
APPOSITAM
E
ORMULATO
EF
T
N
ESS
O
ERE C
M
AGENDA
[email protected]
MARZO
■ 6 marzo - 29 maggio 2015
Fancelli 3, organizzato dall’Unione italiana
medici veterinari (Unimedvet)
Informazioni: Per informazioni contattare la sig.ra Anna Cori, tel. 339 88 63
591; e-mail: [email protected];
Web:http://www.unimedvet.it
■ 22 febbraio 2015
-16,5%
Club
Dermatologia felina, a Bologna, presso
l’Hotel Europa, via Cesare Boldrini 11,
organizzato dall’Associazione italiana
veterinari patologia felina (Aivpafe)
Informazioni: MV Congressi Spa, via
Marchesi 26/d - 43126 Parma, tel. 0521
29 01 91; fax 0521 29 13 14; e-mail:
[email protected] [email protected];
Web:http://www.aivpafe.it www.aivpa.it
Benessere dell’animale da laboratorio e animal care, a Milano, presso
il Dipartimento Vespa, Facoltà di Medicina
veterinaria di Milano, via Celoria 10,
organizzato dall’Università degli Studi di
Milano
Informazioni: Dipartimento di Scienze
veterinarie per la salute, la produzione
animale e la sicurezza alimentare, via
Celoria 10 – 20133 Milano, tel. 02 50 31
79 79; fax 02 50 31 79 19; e-mail:
[email protected];
Web:http://www.unimi.it. Accreditato
ECM (50 crediti)
■ 26 - 28 febbraio 2015
Corso di Traumatologia ortopedica,
a Salò (BS), presso la Clinica veterinaria
S. Antonio, via Montale 2, organizzato
dalla Clinica veterinaria S. Antonio
Informazioni: Clinica veterinaria S.
Antonio, via Montale 2 - 25087 Salò (BS),
tel. 0365 52 25 23 oppure 0365 21 596;
fax 0365 21 596, e-mail: [email protected]; Web:http://www.clinicasantantonio.it
MARZO
3 International One Health
Congress (Iohc), ad Amsterdam
(Olanda), presso l’Amsterdam RAI
Convention Centre, Europaplein 24,
organizzato International One Health
Congress Committee
Informazioni: International One Health
Congress Secretariat, tel. 0031 30 253
1142; fax 0031 6 205 412 89, e-mail:
[email protected];
Web:http://www.iohc2015.com
7 European equine health and nutrition congress (Eehnc), a Bruges (Belgio),
presso il Provincial Palace, organizzato
dal 7th European equine health and nutrition congress Committee
Informazioni: Secretary of the 7th European
Equine Health and Nutrition Congress, tel.
0031 (0) 30 253 34 74; fax 0031 (0) 30 253
41 25, e-mail: [email protected]; Web:http://www.equinecongress.com/en/home
FEBBRAIO
■ 9 - 13 febbraio 2015
Eurasia Veterinary Conference, a
Sabah (Malesia), presso il Shangri La‘s
Rasa Ria Resort, Kota Kinabalu, organizzato dall’Eurasia Veterinary Conference
Committee
Informazioni: Clinic of small animal Internal Medicine LMU University Munich
Germany Verterinaerstr 13 80539 Munich
PROGRAMMI
ANIMALI DA
COMPAGNIA
ITALIA
■rd15 - 18 marzo 2015
■th 26 - 27 marzo 2015
■ 25 febbraio 2015
Itinerario di Medicina interna.
Ematologia e malattie infettive, a
Milano, presso l’Hotel Melià Milano, via
Masaccio 19, organizzato dall’Unione
italiana società veterinarie (Unisvet)
Informazioni: Segreteria Unisvet, via
Albani 55 - 20148 Milano, tel. 02 89
07 38 58; fax 02 99 98 30 65, e-mail:
[email protected];
Web:http://www.unisvet.it ✔
Germany, e-mail: [email protected];
Web:http://www.eurasiavc.com/en/index.html
La Settimana
Veterinaria
si sfoglia on line: più
interattiva,
più pratica,
più immediata!
www.pointvet.it
9° Simposio invernale di
medicina del cane e del gatto.
Medicina d’urgenza anche nel
mio ambulatorio
29 - 31 gennaio 2015
Ad Andalo (TN), presso il Palazzo dei
Congressi, viale del Parco 1
Organizzato dal Dipartimento di
Scienze veterinarie e sanità pubblica
dell’Università degli Studi di Milano e
da Merial
Programma
Giovedì 29 gennaio
LE PRIORITÀ QUANDO SI APRE LA PORTA DEL PRONTO
SOCCORSO
Chairman: Gualtiero Gandini
- 14.45: Tutto ciò che posso fare per salvare
la vita a un paziente dispnoico (P. Gaglio)
- 15.30: I sintomi che più ci devono allarmare, come interpretarli per non commettere errori (M. Bertoli)
- 16.45: Rx del torace in emergenza: quello
che non c’è scritto sui libri... (G. Spattini)
- 17.30: Radiologia del paziente traumatizzato: il punto di vista dell’ortopedico (M.
d’Amato)
- 18.15: Casi clinici interattivi
Venerdì 30 gennaio
QUELLO CHE I RELATORI (DI SOLITO) NON DICONO
Chairman: Gualtiero Gandini
- 14.45: I miei migliori errori (P. Gaglio)
- 15.30: Rx dell’addome in emergenza: quello
che non c’è scritto sui libri... (G. Spattini)
- 16.45: I miei farmaci preferiti. La notte (M.
Bertoli)
- 17.45: Discussione di casi clinici
SLALOM CON L’ORTOPEDICO TRA LE INSIDIE DEL
GOMITO E DEL GINOCCHIO
- 14.45: Tavola rotonda, con discussione di
casi clinici (M. d’Amato, F. M. Martini)
Sabato 31 gennaio
UN PASSO AVANTI NEL PRONTO SOCCORSO
Chairman: Gualtiero Gandini
- 14.45: Ecofast per i non ecografisti: un
semplice passo avanti (G. Spattini)
- 15.30: Cosa devo sapere e fare al paziente
pediatrico in emergenza? (M. Bertoli)
- 16.45: Perché, quando e come fare una
trasfusione di sangue (P. Gaglio)
- 17.30: Casi clinici a sei mani
SLALOM CON L’ORTOPEDICO TRA LE INSIDIE DEL
GOMITO E DEL GINOCCHIO
- 14.45: Tavola rotonda, con discussione di
casi clinici (M. d’Amato, F. M. Martini)
Informazioni
MV Congressi spa, via Marchesi 26D 43126 Parma, tel. 0521 09 01 91; fax
0521 29 13 14, e-mail: [email protected]; Web:http://www.merialneve2015.mvcongressi.com
www.mvcongressi.com
Ematologia e citologia nel cane
e nel gatto. 1° Corso teoricopratico: ematologia base
30 - 31 gennaio 2015
A Perugia, presso la Facoltà di
Medicina veterinaria, via S. Costanzo 4
Organizzato dalla Facoltà di Medicina
veterinaria di Perugia
Programma
Venerdi 30 gennaio
- 8.30: Registrazione partecipanti
- 8.45: Saluto delle Autorità. Presentazione
finalità del corso
- 9.00: Esame emocromocitometrico quanto
ci aiuta nella pratica ambulatoriale (V. Mangili)
- 10.45: Interpretazione dello striscio ematico:
un grande supporto diagnostico (serie
eritroide e piastrinica) (M. T. Antognoni)
- 12.00: Interpretazione dello striscio ematico:
un grande supporto diagnostico (serie leucocitaria) (A. Miglio)
- 14.30: Esercitazioni pratiche presso il laboratorio di ematologia in 2 gruppi (a rotazione)
affiancati dai docenti (M. T. Antognoni, V.
Mangili, A. Miglio)
Gruppo A: esecuzione esame emocromocitometrico, allestimento e preparazione
dei campioni ematici, esecuzione strisci da
buffy coat, colorazioni ematologiche (MayGrünwald Giemsa, Nuovo Blu di Metilene,
Diff Quick), conteggio reticolocitario
Gruppo B: corretto uso del microscopio,
osservazione strisci ematici con microscopio multi-postazione. Discussione di casi
clinici interattiva con lettura ed interpretazione dell’esame emocromocitometrico in
relazione ai preparati ematologici osservati
- 18.00: Termine della prima giornata del
corso
Sabato 31 gennaio
- 9.00: Anemia e policitemia: eziologia e
diagnosi differenziale (M. T. Antognoni)
- 10.45: Leucocitosi e leucopenia: eziologia
e diagnosi differenziale (A. Miglio)
- 12.00: Trombocitosi e trombocitopenia:
eziologia e diagnosi differenziale (M. T.
Antognoni)
- 14.30: Esercitazioni pratiche di ematologia in aula microscopi (postazioni singole)
affiancati dai docenti (M. T. Antognoni, V.
Mangili, A. Miglio)
- 18.00: Verifica di apprendimento e fine
del corso
46
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
Informazioni
Per informazioni contattare la dott.ssa
Arianna Miglio, tel. 075 58 57 610; fax
075 58 57 606, e-mail: [email protected];
Web:http://www.aivpa.it
Corso pratico di Chirurgia
31 gennaio - 1 febbraio 2015
A Roma, presso l’Hotel Petra &
Residence, via Sante Vandi 124
Organizzato dall’Unione italiana
medici veterinari (Unimedvet)
Programma
Relatore: Prof. Stefano Romussi
Sabato 31 gennaio
- 8.30: Registrazione partecipanti
- 9.00: Le suture cutanee e le principali
plastiche cutanee di base
- 11.30: La laparotomia – tecniche di esplorazione – gastrotomia con sintesi
- 14.30: Cistotomia con sintesi e sintesi della
breccia addominale (se ci sono femmine
intere ovariectomia)
- 16.30: Discussione dei principali errori e
ripetizione di tecniche a richiesta
Domenica 1 febbraio
- 9.30: Chirurgia da banco. Enterotomia e
sintesi I parte
- 11.00: Chirurgia da banco. Enterotomia e
sintesi II parte
- 14.30: Enterectomia e sintesi
- 15.30: Discussione dei principali errori e
ripetizione delle tecniche a richiesta
Informazioni
Per informazioni contattare la sig.ra
Anna Cori, tel. 339 88 63 591; e-mail:
[email protected];
Web:http://www.unimedvet.it
52 25 23 oppure 0365 21 596; fax 0365
21 596, e-mail:
[email protected];
Web:http://www.clinicasantantonio.it
Corso pratico di Ecografia
addominale. I livello
6 - 8 febbraio 2015
A Roma, presso l’Hotel Artis, via
Roberto Fancelli 3
Organizzato dall’Unione italiana
medici veterinari (Unimedvet)
Programma
Relatori: dott. Alessia Baio, dott. Domenico
Caivano, dott. Patrizia Knafelz
Venerdì 6 febbraio
- 8.30: Registrazione partecipanti
- 9.00: Benvenuto. Indicazioni introduttive sullo scopo e sullo svolgimento del
corso
- 9.30: Principi generali: cenni di fisica degli
ultrasuoni; le apparecchiature; la scelta delle
sonde; la preparazione e il posizionamento
del paziente; l’orientamento; le scansioni;
l’interpretazione dell’immagine; i più comuni
artefatti
- 12.00: Anatomia topografica della cavità
addominale con riferimento a tutti gli organi;
anatomia ecografica; principali alterazioni
dei vasi e dei linfonodi
- 13.00: Suddivisione degli allievi in gruppi
- 15.00: Pratica sull’apparecchio: regolazioni; gain; modo di lavoro; esempio pratico
dello svolgimento di un esame con particolare attenzione all’anatomia topografica
e ai punti di riferimento vascolari e linfonodi addominali
Sabato 7 febbraio
- 9.30: L’esame ecografico del fegato e delle
vie biliari: anatomia ecografica; principali
alterazioni
- 11.45: L’esame ecografico della milza:
anatomia ecografica; principali alterazioni
- 14.00: L’esame ecografico dell’apparato
gastroenterico: anatomia ecografica; principali alterazioni: L’esame ecografico del
pancreas: anatomia ecografica; principali
alterazioni
- 15.30: Esame pratico della milza, fegato
e vie biliari
- 17.00: Esame pratico dell’apparato gastroenterico e del pancreas
Domenica 8 febbraio 2015
- 9.30: L’esame ecografico dell’apparato
urinario: anatomia ecografica; principali
alterazioni
- 11.45: L’esame ecografico dell’apparato
genitale femminile; ovaio; utero; gravidanza;
anatomia ecografica; principali alterazioni.
L’esame ecografico dell’apparato genitale
maschile: prostata e testicoli; anatomia
ecografica; principali alterazioni
- 13.15: L’esame ecografico delle ghiandole
surrenali: anatomia ecografica; principali
alterazioni
- 15.00: Esame pratico dell’apparato urinario
- 16.30: Esame pratico dell’apparato genitale
femminile e maschile e delle ghiandole
surrenali
- 19.00: Consegna CD relazioni e attestati
Informazioni
Per informazioni contattare la sig.ra
Anna Cori, tel. 339 88 63 591; e-mail:
[email protected];
Web:http://www.unimedvet.it
Seminario di Dermatologia:
l’arte e il metodo
7 - 8 febbraio 2015
A Milano, presso l’Hotel Melià
Milano, via Masaccio 19
Organizzato dall’Unione italiana
società veterinarie (Unisvet)
Programma
Sabato 7 febbraio
- 8.30: Registrazione dei partecipanti
- 9.00: L’arte e il metodo: l’approccio orientato al problema in dermatologia (F. Scarampella)
- 9.45: Oltre i confini del visibile: possibili
applicazioni della demoscopia in dermatologia veterinaria (F. Scarampella)
- 11.00: A ciascuno il suo: i metodi di prelievo
più convincenti per “interrogare” e interpretare le lesioni; parte prima (G. Zanna)
- 11.45: A ciascuno il suo: i metodi di prelievo
più convincenti per “interrogare” e interpretare le lesioni; parte seconda (G. Zanna)
- 13.30: Il grande alleato: tecniche di allestimento, colorazione e principi interpretativi
dei preparati citologici (F. Scarampella)
- 14.00: Casi di autovalutazione clinico patologici (G. Zanna)
- 15.30: Casi di autovalutazione clinico
patologici (F. Scarampella)
- 16.15: Discussione e termine della giornata
Fax 02/668 28 66
Itinerario di Medicina interna.
Ematologia e malattie infettive
25 febbraio 2015
A Milano, presso l’Hotel Melià
Milano, via Masaccio 19
Organizzato dall’Unione italiana
società veterinarie (Unisvet)
Domenica 8 febbraio
- 9.00: Casi di autovalutazione clinico patologici; parte prima (G. Zanna)
- 9.45: Casi di autovalutazione clinico patologici; parte seconda (F. Scarampella)
- 11.00: Casi di autovalutazione clinico patologici; parte prima (F. Scarampella)
- 11.45: Casi di autovalutazione clinico patologici; parte seconda (G. Zanna)
- 12.30: Termine della giornata
- 13.00: Questionario ECM
Programma
Mercoledì 25 febbraio
- 8.30: Registrazione dei partecipanti
- 9.00: Come classifichiamo le anemie nel
cane e nel gatto (S. Paltrinieri)
- 9.45: Anemia emolitica immuno-mediata
(IMHA) (P. Silvestrini)
- 11.00: Vector-borne diseases: erhlichiosi
e anaplamosi canina (P. Silvestrini)
- 11.45: Vector-borne diseases: babesiosi,
bartonellosi, hepatozoonosi (P. Silvestrini)
- 14.00: Le principali malattie infettive del
gatto con ripercussioni ematologiche (FIP)
(S. Paltrinieri)
- 14.45: Le principali malattie infettive del
gatto con ripercussioni ematologiche
(FIV/FeLV/micoplasmosi ematogene) (S.
Paltrinieri)
- 15.30: Leishmaniosi: presentazione clinica
e diagnosi (P. Silvestrini)
- 16.00: Leishmaniosi: presentazione clinica
e diagnosi (P. Silvestrini)
- 17.15: Leishmaniosi: terapia e prevenzione
(P. Silvestrini)
- 18.00: Questionario ECM
Informazioni
Segreteria Unisvet, via Albani 55 20148 Milano, tel. 02 89 07 38 58; fax
02 99 98 30 65, e-mail:
[email protected];
Web:http://www.unisvet.it
Informazioni
Segreteria Unisvet, via Albani 55 20148 Milano, tel. 02 89 07 38 58; fax
02 99 98 30 65, e-mail:
[email protected];
Web:http://www.unisvet.it
Corso di Ematologia
31 gennaio - 1 febbraio 2015
A Salò (BS), presso la Clinica
veterinaria S. Antonio, via Montale 2
Organizzato dalla Clinica veterinaria
S. Antonio
Programma
Relatore: dr. Carlo Masserdotti
Sabato 31 gennaio
- 9.30: Corretto trattamento dei campioni
ematici e modalità di esecuzione dello
striscio di sangue periferico
- 10.30: Esercitazione pratica sullo striscio
ematico
- 11.30: Morfologia normale degli elementi
ematici
- 14.30: Alterazioni morfologiche degli eritrociti e malattie correlate. Parte I
- 17.00: Alterazioni morfologiche degli eritrociti e malattie correlate. Parte I
Domenica 1 febbraio
- 9.00: Alterazioni morfologiche dei leucociti e malattie correlate
- 10.30: Alterazioni morfologiche dei trombociti e malattie correlate
- 11.30: Metodiche di prelievo e principi
interpretativi di citologia del midollo ematopoietico
- 12.00: Esercitazione pratica sulle alterazioni morfologiche ematologiche
- 14.30: Discussione di casi clinici al microscopio
- 17.00: Discussione di casi clinici al microscopio
Informazioni
Clinica veterinaria S. Antonio, via
Montale 2 - 25087 Salò (BS), tel. 0365
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
47
ANNUNCI
La Settimana Veterinaria offre
esclusivamente un servizio, non
riceve provvigioni sulle contrattazioni, non effettua commerci,
non è responsabile per la qualità,
la provenienza, veridicità e puntualità di uscita delle inserzioni e
neppure per le conseguenze dirette e indirette che possono derivare dalla non corrispondenza
di tali dati alla realtà. Qualunque
sia la forma dell’annuncio, la Settimana Veterinaria non fa distinzioni di razza, sesso o religione
nelle offerte e richieste di lavoro.
La direzione si riserva comunque,
a suo insindacabile giudizio, di cestinare annunci. Tutti i diritti sono
riservati.
CERCO LAVORO
◗ Veterinaria, con qualifica di audi-
tor interno dei Sistemi di gestione per
la qualità (ISO 9001- 9004), esperienza
nel settore dell’ispezione e controlli qualità alimenti di origine animale, cerca lavoro come auditor interno presso ditte
agro-alimentari, enti di certificazione,
aziende zootecniche zone Parma e provincia. Scrivere o inviare fax a La Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11,
20159 Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif. CSV481
◗ Veterinaria ligure, con molti anni
di esperienza clinica e chirurgia sui piccoli animali, esperienza in dermatologia
e animali esotici, ex titolare di studio veterinario a Genova, cerca lavoro presso
studio veterinario zona Parma e provincia, causa trasferimento familiare a partire da settembre/ottobre 2013. Curriculum su richiesta. Scrivere o inviare fax a
La Settimana Veterinaria, Via Medardo
Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28
66, citando il rif. CSV482
◗ Laureata in Scienze della produzione animale, con esperienza nell’allevamento equino, cerca lavoro presso
allevamenti da reddito. Automunita, disposta al trasferimento e con tanta voglia di lavorare. Scrivere o inviare fax a
La Settimana Veterinaria, Via Medardo
Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28
66, citando il rif. CSV483
◗ Laureando in Laurea specialistica
a ciclo unico in Medicina Veterinaria valuta possibilità di tirocinio teorico
pratico in ambulatori e/o ospedali ve-
terinari di Torino e Provincia. Scrivere o
inviare fax a La Settimana Veterinaria, Via
Medardo Rosso 11, 20159 Milano, fax:
02/668 28 66, citando il rif. CSV484
◗ Veterinario laureato nel 1997, con
esperienza come tecnico qualità alimentare, cerca lavoro nelle Province di
Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini. Scrivere o inviare fax a La Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif.
CSV485
◗ Giovane laureata in Allevamento
e benessere animale, con un tirocinio
di 3 mesi presso l’Istituto zooprofilattico
di Binago (CO), ricerca un primo impiego nel settore alimentare. Disponibile anche a trasferte e a lavori part-time.
Scrivere o inviare fax a La Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159
Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif.
CSV487
◗ Dottore magistrale in Scienze e
tecnologie delle produzioni animali cerca impiego nel settore zootecnico
o delle tecnologie alimentari. Disponibile nella zona di Milano, Lodi, Crema,
Piacenza ed Emilia Romagna, ma anche
a trasferirsi. Scrivere o inviare fax a La
Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66,
citando il rif. CSV489
◗ Neolaureata in Allevamento e benessere animale, con esperienza di sei
mesi in un allevamento equino, massima serietà, voglia di imparare e lavorare, cerca lavoro in qualsiasi azienda, allevamento, clinica. Scrivere o inviare fax
a La Settimana Veterinaria, Via Medardo
Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28
66, citando il rif. CSV490
◗ Veterinaria con esperienza in medicina interna, diagnostica di laboratorio, anestesia e chirurgia di base, offresi per collaborazione in Roma nord-est,
massima serietà. Disponibile curriculum
vitae. Scrivere o inviare fax a La Settimana
Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159
Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif.
CSV491
◗ Laureata con lode, con Master e
qualifica di Auditor/lead auditor Sistemi di gestione per la qualità ISO 9001,
Food safety auditor ISO 22000, Auditor
interno BRC v.6. Esperienza nel settore
avicolo (tirocinio postlaurea e TD), cerca lavoro in Emilia Romagna (preferibilmente BO-MO-RA). Scrivere o inviare
fax a La Settimana Veterinaria, Via Me-
RICERCA
Agenti Animali da Compagnia
Per le provincie di Catania, Caltanisetta, Enna,
Messina, Ragusa, Siracusa
Importante azienda multinazionale del farmaco veterinario cerca un
agente per la Regione Sicilia.
Si richiede esperienza commerciale e di informazione tecnica nel settore animali da compagnia (Farmaco, Otc, Petfood, Integratori).
Costituirà titolo preferenziale una laurea in Medicina Veterinaria o
similare.
È richiesta la residenza in una delle provincie di competenza.
L’azienda cura direttamente la selezione e garantisce la massima
riservatezza ai sensi del Dlgs 196/03.
Inviare il curriculum a: [email protected], citando
nell’oggetto “Ricerca Sicilia”.
48
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
CLINICA VETERINARIA
SANT’ANTONIO SALO’ (BS)
CORSO DI VENTILAZIONE DI BASE
RELATORI DR. ENRICO STEFANELLI E DR. DAVIDE GAMBA
12‐13 Febbraio 2015
CORSO DI PATOLOGIA CLINICA
CON L’OCCHIO DELL’INTERNISTA
Azienda Multinazionale Farmaceutica Veterinaria,
in fase di organizzazione della nuova Forza
Vendita in Italia,
RELATORE DR. ANDREA VERCELLI
seleziona
20‐21 Febbraio 2015
CORSO DI TRAUMATOLOGIA ORTOPEDICA
RELATORI DR. FULVIO CAPPELLARI E DR. ENRICO PANICHI
26‐27‐28 Febbraio 2015
I CORSI SONO ACCREDITATI ECM - DATE E PROGRAMMI CORSI 2014-2015
SUL SITO DELLA CLINICA www.clinicasantantonio.it
dardo Rosso 11, 20159 Milano, fax:
02/668 28 66, citando il rif. CSV492
◗ Veterinaria, con qualifica di Auditor
interno dei sistemi di gestione per la qualità, con esperienza nell’ispezione e igiene controlli di qualità alimenti di origine
animale, cerca impiego nel settore controlli di qualità degli alimenti presso
aziende alimentari, enti di certificazione,
ecc.; zone: Liguria, Basso Piemonte, Parma e dintorni. Disponibile qualsiasi tipo
di contratto. Scrivere o inviare fax a La
Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66,
citando il rif. CSV493
◗ Medico veterinario con esperienza nella gestione di allevamento vacche
da latte e allevamenti ovi-caprini (in particolare clinica e problemi ostetrico-ginecologici), specialista in igiene e tecnologia del latte e dei prodotti lattierocaseari, valuta offerte di lavoro o collaborazione con colleghi o allevamenti zona Lombardia. Scrivere o inviare fax a La
Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66,
citando il rif. CSV494
◗ Laureato in Scienze e tecnologie
delle produzioni animali (laurea magistrale) con la votazione di 110 e lode
cerca lavoro in allevamenti, aziende del
settore veterinario, laboratori di analisi.
Massima serietà e professionalità. Disponibile a trasferirsi in qualsiasi regione italiana e anche all’estero. Con esperienza formativa effettuata in azienda di
allevamento bufalino, con produzione e
filiera biologica. Scrivere o inviare fax a
La Settimana Veterinaria, Via Medardo
Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28
66, citando il rif. CSV495
◗ Laureata in Scienze e tecnologie
delle produzioni animali (laurea magistrale) con la votazione di 110 e lode
cerca lavoro in allevamenti, aziende del
settore veterinario, laboratori di analisi.
Massima serietà e professionalità. Disponibile a trasferte anche all’estero. Con
esperienza formativa effettuata in azienda di allevamento suinicolo, esperienza di laboratorio analisi (test KRL, HPLC,
Tbars) e analisi sensoriale su carne. Scrivere o inviare fax a La Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif.
CSV496
◗ Laureando in TPA con esperienza di
10 anni in strutture convenzionate e clinica veterinaria, cerca impiego in aziende agrozootecniche o attinenti. Esperienza nella prevenzione e repressione
dei reati sui maltrattamenti agli animali. Scrivere o inviare fax a La Settimana
- Tel. 0365/522523
Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159
Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif.
CSV497
◗ Veterinario con buone conoscenze cliniche nel settore bovini da carne e con pluriennale esperienza nel
commercio dei bovini vivi, abilitato per
la consulenza in ambito condizionalità e
sicurezza sul lavoro valuta proposte di
collaborazione e/o lavoro. CV su richiesta. Scrivere o inviare fax a La Settimana
Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159
Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif.
CSV498
◗ Laureato in allevamento e benessere animale in maggio 2011 cerca impiego nel settore alimentare e allevamenti di animali da reddito. Precedente
esperienza di un anno presso allevamenti di bovini da latte. Attualmente impiego presso la grande distribuzione in
reparto macelleria. Scrivere o inviare fax
a La Settimana Veterinaria, Via Medardo
Rosso 11, 20159 Milano, fax: 02/668 28
66, citando il rif. CSV499
◗ Laureato in Scienze e tecnologie
delle produzioni animali con Master
europeo area Qualità carni e allevamento, corsi in ambito Ispettivo agroali-
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
AGENTI Plurimandatari per il settore:
Animali da Reddito
per le zone Brescia e Mantova.
Una buona esperienza o conoscenza
del settore suinicolo costituirà
elemento preferenziale nella selezione.
Verranno valutate anche candidature
particolarmente qualificate
Si prega inviare il CV presso PVI [email protected]
Rif. n. 898
mentare e normativo, esperto in Sistemi gestione qualità sicurezza alimentare Haccp Iso 22000/05, auditor, CRA farmaceutico, con esperienza area B veterinari (Igiene commercializzazione pro-
dotti origine animale) e area C (Igiene
allevamento produzioni zootecniche),
ispettore area qualità agroalimentare ente pubblico, auditor controllo qualità carni, ispettore qualità ortofrutta e ispetto-
re DOP, IGP ecc., G.D.O., carriera direttiva di negozio G.D.O, direttore di negozio G.D.O., cerca impiego in Lombardia e centro nord Italia nel settore Ispettivo controlli di qualità alimenti presso
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ANNUNCI
CENTRO VETERINARIO
GREGORIO VII
OFFRE
CORSI TEORICO-PRATICI
semestrali ad indirizzo chirurgico o internistico.
RICERCA AGENTI
per settore Animali da Compagnia
Per le provincie di Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini,
Bologna, Ferrara, Rovigo
È richiesta esperienza commerciale e di informazione
tecnica nel settore animali da compagnia (Farmaco,
Petfood, Otc, Integratori).
Laurea in Medicina Veterinaria o similare costituirà titolo
preferenziale.
È richiesta la residenza in una delle provincie di
competenza.
L’azienda cura direttamente la selezione e garantisce la
massima riservatezza ai sensi del Dlgs 196/03.
Inviare il curriculum a: [email protected], citando
nell’oggetto “Selezione Agente Romagna”.
aziende agroalimentari, enti di certificazione, grande distribuzione arganizzata, ecc. Questa scelta non è però esclusiva nei confronti di altri contesti lavorativi. Scrivere o inviare fax a La Settimana
Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159
Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif.
CSV500
INSERZIONE ANNUNCI
I Medici veterinari possono inserire gratuitamente le loro inserzioni
in tutte le categorie di
annunci (offro lavoro,
vendita, affitto, materiali/strumenti, cessioni, collaborazioni, formazione/stage, servizi
e cerco lavoro).
Le inserzioni verranno
pubblicate per un mese
anche sul nostro sito
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rea specialistica) cerca lavoro in laboratori di analisi, allevamenti, aziende del
settore alimentare e veterinario. Disponibile nel Triveneto. Massima affidabilità
e voglia di crescere professionalmente
nel settore. Scrivere o inviare fax a La Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso
11, 20159 Milano, fax: 02/668 28 66, citando il rif. CSV501
OFFRO LAVORO
◗ Primaria società distributrice di
test diagnostici veterinari per pic-
coli animali cerca agenti plurimandatari
introdotti negli ambulatorio veterinari.
Inviare CV a [email protected]
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terinario sito in Torino. Posizione centrale e ben attrezzato. Tel. 349 63 79 784
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dermatologia. Prezzo euro 9.900 trattabili. Tel. 348 33 04 177
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140 mq, clientela fidelizzata, ottimamente
attrezzata, affitto modico. Prezzo di ces-
PER RISPETTO DELLA LEGGE SULLA PRIVACY, LA SETTIMANA VETERINARIA NON RILASCIA INFORMAZIONI DIRETTE RIGUARDANTI GLI
INSERZIONISTI DEGLI AN NUNCI
CONTRASSEGNATI CON “CSV”.
LA REDAZIONE HA IL COMPITO DI
AVVERTIRE GLI INSERZIONISTI CHE,
QUALORA INTERESSATI, SI METTERANNO IN CONTATTO CON CHI FA
RICHIESTA DEL CORRISPONDENTE
NUMERO DI CSV.
Modulo per la pubblicazione gratuita del tuo annuncio
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Indirizzo ..........................................................................................................................................................................................................
CAP ....................
Città .................................................................................................................................................... Prov. ................
Tel. ............................................................. Cell................................................................. Fax ..................................................................
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Inviare in busta chiusa o via fax il tracciato debitamente compilato e completato con tutti i dati anagrafici richiesti a:
La Settimana Veterinaria, Via Medardo Rosso 11, 20159 Milano - Tel: 02/60 85 23 20 - Fax: 02/668 28 66
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(per i professionisti carta intestata e timbro professionale). Senza i dati identificativi lʼinserzione non sarà pubblicata
Lʼinformativa sulla privacy è disponibile sul sito www.pointvet.it
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SV 902
La Settimana Veterinaria - N°902 - 28 gennaio 2015
sondaggio SV 250x330_sondaggio SV 250x330 16/01/15 15.29 Pagina 51
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QUESTIONARIO DI GRADIMENTO DE “LA SETTIMANA VETERINARIA”
DATI PERSONALI
■ uomo
■ donna
Età:
■ 21-30 anni
■ 31-40 anni
■ 41-50 anni
■ 51-60 anni
■ oltre i 60 anni
Ambito occupazionale:
■ libero professionista
■ veterinario pubblico
■ docente universitario
■ studente
■ altro
COME HAI CONOSCIUTO LA NOSTRA RIVISTA?
■ tramite amici o colleghi
■ a un congresso
■ sito Internet
■ pubblicità cartacea
■ altro (specificare)
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QUALE FORMULA DI ABBONAMENTO GRADISCI
MAGGIORMENTE?
■ rivista cartacea
■ versione sfogliabile on line
■ entrambe
DOSSIER
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ATTUALITÀ SCIENTIFICA
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ATTUALITÀ PROFESSIONALE/SINDACALE alto
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DALLE ASSOCIAZIONI
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FORMAZIONE CONTINUA
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• Animali da compagnia
• L’angolo del dermatologo
• Igiene
• Algologia
• Esotici
• Fauna selvatica e nac
• Nefrologia e Urologia
• Buoni propositi in oncologia
• Odontostomatologia
• La pulce e l’elefante
• Equidi
Bovini
Suini
Avicoli
Conigli
Altro
LA RIVISTA SODDISFA LE TUE ASPETTATIVE
AI FINI PROFESSIONALI?
■ molto
■ abbastanza
■ poco
■ per niente
Perché?
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DAI FATTI... ALLE OPINIONI
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CALENDARIO, AGENDA, ANNUNCI
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IN VETRINA
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SUPPLEMENTI MONOTEMATICI
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• Appunti di psicologia
• Fisco/economia
• Dirigere, Clientela, ecc.
• Quid juris?
• Spigolature
• L’Osservatorio
• Tribuna aperta
QUALI NUOVI ARGOMENTI VORRESTI TROVARE NELLA RIVISTA?
.....................................................................................................................................
.....................................................................................................................................
SECONDO TE, IL LIVELLO DEGLI ARTICOLI È:
■ di facile lettura
■ impegnativo, ma accessibile
■ di difficile comprensione
QUANTO APPREZZI LA GRAFICA DELLA RIVISTA?
■ molto
■ abbastanza
■ poco
■ per niente
HAI QUALCHE SUGGERIMENTO DA DARCI PER MIGLIORARE LA RIVISTA?
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.....................................................................................................................................
Cognome
Indirizzo
Tel.
GESTIONE
Città
Fax
Cap.
Prov.
E-mail
ATTIVITÀ PREVALENTE:
■ Veterinario libero professionista:
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■ piccoli animali
■ esotici
■ equini
■ bovini
■ ovicaprini
■ suini
■ avicunicoli
Veterinario sanità pubblica
Università
Studente
Altro
Autorizzo l’utilizzo dei miei dati personali ai sensi del codice della privacy DL 196/2003. I dati raccolti in questo sondaggio verranno elaborati solo per utilizzo interno.
Firma
SV 902
SCONTO DI € 8,00
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Regione di residenza
appartenenza:
■ animali da compagnia
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■ animali da reddito
■ sanità pubblica
■ altro (specificare) .....................................................................
QUAL È IL LIVELLO DI GRADIMENTO SULLE SINGOLE SEZIONI DEL SETTIMANALE?
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oppure tagliare e inviare via fax al n. 02 6682866
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