borghesia pruduttiva

Transcript

borghesia pruduttiva
FONDAZIONE
ISTITUTO GRAMSCI
BIBLIOTECA
ENRICO CORRADINI
IL REGIME
DELLA
BORGHESIA PRUDUTTIVA
11 9 RI~ J",\~11'.\ - l\' 0 ~l!Gl.L\10
•
R O \1 A
SOC fETA EDITRICE " L'IT:\ LI\~.~ .,
\11.\1\'.\'lll
PREZZO LrnE l ,;)0
ISTITUTO
GRAMSCI
OP.ST .
68.
,J
_.,,,..
E~RICO
CORRADI:\1
IL REGIME
OPERE DELLO ~TESSO .\UTORE
DI "0STR/\ EnIZfO~ 1'
La marcia dei produttori
Discorsi ua::io1wli
Per la guerra d'Italia
DELL.\.
L. 3.'--'
»
2.50
»
0.50
BORGHESIA PRODUTTIVA
ROMA
SOCIETÀ EDITRICE ..
L'lL\.LlA~A
\'lA DF.l.L ORSO. ::..
MOl::..\'111
2S
..
--------- - -
-
La clemoc:razia è il regime della borghesia produttiYa.
I.ia demon·azia nasce, quarnlo un popolo incomincia atl a ccorge1·si di essere
sottoposto a rm pote1·e che gli è soTrapposto. Allora esso incomincia a concepire
H principio cli son·anità comé rma sua
propria prerogatiYa, immanente in lui, e
si riYolta contro il regime monarchico,
o aristocratico. Avvenuta la riYoluzione,
è l'aYYento della demo<'razia.
::\Ia si cleYe subito escludere the la demoerazia sia il regime di tutto il popolo:
è soltanto di lUla parte cli esso, della su
periate, la quale è, app1mto, la borghesia.
Abbiamo queste forme: monarchia, aristocrazia, democrazia. dopo le quali e' è
il socialismo, o altre forme impossibili.
Roma, 1918 -
Tipografia de L 'ITA {.l ANA
- - ~ -- -
- 3 -
Riconoscel'e questo, <:hl!: c:ioè, la democrazia <'> i·egime bo1·ghese, è i·iYoluzionare
tutta la politica ('aedanclone la menzogna e ponendoYi al suo posto la sincerità,
eaedandone l'inti-igo e poncndoYi al suo
posto la rettitudine. La democrazia adunque è regime l)()1·ghese.
Pe1· intendere <:iò basta osservare come e quando la democrazia nasC'e, là doYe
ha una nastita i;;pontanea: ~\tene, pel' esempio, i comuni italiani, la Rivoluzione
francese.
~\tene, nella nostn1 civiltà europea, è
la pati·ia d'origine della clemon·azia. Ess::l ohbeclisce pl'irua a un i·e, poi a una ariHtocrazia eupatl'ida, poi fuutlmente si co1-'lituis<.:e in clemocTazia. ::.\la quando ?
Qua.udo una nuova tlasse s'è fo1·mata col
<:ommel'cio imu·ittimo. Quanclo sono Yenuti RU i mc.sai_, la gente media, che in
\tene, città ùi mare, sono, appunto, spedalmente i pantlioi, quelJi della costa:
quando. cioè, è venuta su una Yen1 e prop1·ia ùo1·ghesia p1·oduttint del mare in'
dusti·iale e romme1·einle. Infatti la costituzionie cli Rolone è la <:ostHuzione dei
i·itehi, degli an·ilt:hiti. clei capaci ili articchil'e, f onclandosi sulht ptemessa ~he i
dil'itti politici debbono essere proporziona ti al censo. La clemoc1·azia allora sempli('emente consiste nel pas~;aggio del
prin<:ipio di ROYranità dal potere sov-rapposto <legli ai·isto{Tatici al popolo, in
quanto la ('apaeità tr~1Ticchire non è limitata cl<l p1·iYilegio di nascita e può esse1·e p1·eTogativa di tutti. Dopo, è pur
, e1·0, il Tegime atenie::;e and1·à sempre
più elemocl'a tizzandosi sino a gli estremi
limiti. Atene, pitco1a tittà con piccolo
ten·itorio, poti-à darsi il lusi::;o cli esperimeuta1·e la Yent e prop1·ia clemoerazia
con soYranità clfrettnmente esercitata dal
popolo pel' mezzo <li assemblee e di magisti·atul'e tfrate a so1·te. )la in i·ealtà
allora detta son-:111ità, sempre più esse1u1o po1·tata in basso, Ye1Tà collocata
in uno sttato sociale che non ha alcuna
('.apatità politica. pe1-ehè non Yi giungono
le due Yhtù ne<'essa1·ie ner aYel'la: di~een1imento e decisione. E il regime i·e~t~rà in ba lìa del c-rn:::o.
Tonrnndo Ol'èl alla clemocn1zia della
'
- ·>
borghe~ia
i>roduttiYa, fl-t0i Yediamo ripeterRi nei comuni italiani quanto è avvenuto in Atene. Come in Atene la de1nocrazia mrnce dalla eHpansione nui.rittima~
in F'henze C'he è il eomunr ti nito, ll<l~t e
dalla espansione ten·estre. Là sono i
mf'soi della costa, qui è il popolo, doYendosi per questo h1ten<lere il /JO polo g rat;so, quello dei gi:anùi mercanti, banchieri,
inclusti·iali, o delle arti maggiori.
Ffrenze è ancora lilla città (li feudo
e già Yi si è f01·mata una bonrhesia mei:. canti.le e guerl'iera. I.a città giace in una
eonc:a. e-iuta d'altu1·e inca~tellate. T C<lHtelli sono dei sigi.101·i feudali ehe osteggiano i comme1·ci per s11il'ito di casta e
tupidigia di i·apina. Bisogna rompere
questa cerchia, e la borghesia Ul'Ùana che
è ·venuta e Yiene ing1·or-;smHlo, riesce a
romperla. La storia agghu1ge che quei si. gno1·i del contaclo sono cli ol'igine germani('a, Yenuti giù con le C'alate ba1·bariche
e f'Oll gli in1pe1·atori, e si chiamano. appunto, o si C'hiamennu10 in seguito. i teut011i"i. e fo1·me1·anno insieme c·on i margi·a n. i legati. i Yirnl'i, i pote~tà impe1·ia-
li r gli impenl to'1ti to1·nanti quel misto
dw ~<nù il partito dell'impero, o ghibellino: i gf'l·manofili. <'Ome ogg-i li rhiameremmo. Di C'Onti·o sta il r·om1n1e: ri~o1·­
gente, si dice, dalla Yeeehia sthpe italiana, o romana, nella città. ~el centro della
stol'ia cl' Italia appare tale magnifica lotta
c-m·a ttel'istica : fra una borghesia indigena e lll'hana di produzione e un feudalismo sfraniero e scl ratico di preda. per
elida in is('orcio, o cli sfruttamento.
Il comune è f 01·ma to dalle arti maggiol'i. o popol'i> g1·asso. o borghe:;;ia maggio1·e. dalle m·ti mi1101·i, o popolo minuto.
o lmrghesia mino1·e, e clai nobili della cittù. ~In qnei-;tì nobili lll'bani, i Donati. i
Cnpons<l.C('hi, gli 1Jhe1·ti. i Lmnherti, j
G iandonati, sono diYe1·si <la quelli del
contado, non hanno titoli, non ~ono insomma feudali, ('Ome i Conti Guidi. ~:J1
..-\lberti. i Cadolingi; si chiamano magnati. o i gran(li. ma ~ono in qnakhe modo
borg11esi, una so1·ta e.li famiglie di !!THn
na.sc:ita, pe1·('hè mTic('hite da tempo. o
HnC'he delL.-i mino1·e nobiltà clel <"ontaclo
in 111'1.<i ta::<i e :-:fenda 1izza tn~i.
/
. G .
'futtn la :-;toi-ia del C'Ornnne .fiorentiJ.10
e'> clominata dal popolo gra8so, dal suo
t'lforzo <l'espansione e dal ~mo sforzo politic-o. Sfo1·zo d'espansione: a vanti domare
il tontado e ap1·i1·si le pl'ime vie, poi raglri ungel'e da una pa1·t1e il mare attraverso
b
FoHhleolo di Ph;a e da uu'alt1·a raggiuno-e1·e Roma attra Ye1·so 1'01-5tac:olo cli Siena.
La grande ban('a fiorentina nwle viant:usi <:t Roma, <.:aedai·ne la toncon·ente
i-;enese, p1·ende1·:-;i il monopolio degli affal'i papali ton la cattoliC'ità. Sul nrn1·e
la 0·1·ande
industria ten:a i mer<.:ati monr:i
diali. Questo lo sf01·zo d'espansione. J..o
sfm·r.o polHi-co è per Higno1·eggi.ai·e il comune. E il popolo g1·as1-50 del le a1·ti maggio1·i vi rilrncirà. 8m·à una C'Ontinua lotta
fra le :nti maggiori e la Socieà delle
'ron·i, o nobiltà cittadina, l)ÌÙ o meno
mes<.:olatasi ('O] feuclalismo di fuori. col
ghibe1lismo, coi gennanoiili insomma; e
{alYolta la SoC'ietà delle To1-ri p1·eYarrà
i-;ulle è1l'ti maggiori e allora, c-ome nel
119:3, creerà la sua rnagisti·atu1·a suprema, il potestà; lll<l poi le a1·ti maggiori
t01·11eranno a preYa le1·e snJla So<.:ietà del~
l:::)
l.
-
I
le 'l'on·i e alloul, l""bme nel 12:50, creeranno la 101·0 magist1·atnra suprema, il capitano clc>l popolo. 8ai·à una continua lotta fra le a1·ti mag-gio1·i e le a1·ti minori,
e <JlH'Rte pu1·e talYoltn preva1Tèn1no per
nu 1rnio d'anni, c-ome clal 1203 al 1295 con
Giano della Bella, gli Orclin:nnenti di
<iiustir.ia e l'omonimo g;onfaloniere. Lo
st('~· :-.o p1·oletal'iato operaio si moverà e
sm·ù 1'01·a del suo trionfo nel 1378 col
Tumulto cle' Ciompi. )Ja il popolo ~:rasso
finfrù tol tene1·e il ('ampo. Sarà tutt'al
più un r egime misto di grande borghesia
P <li nobili, anthe cli grnrnle e pi<:cola bor·
µ;Jwsia. :Jla è in~omma u tomune norentino un esempio insigne di i·egime demo<Tati co cli bo1·ghesin protluttiYa: guer1·ienl e imperialista.
Prn;;~ando finalmente alla RìYoluzione
t' 1'Hn<·ese, noi osse1·Yiamo C'be tnttR la stol'ia cli Francia. sin dalla tnduta clel1'Tn1pe1·0 Romano e l'iln-a:;;ione dei bal'bal'i,
p1·e~:t>nta una g1·adnale fo1·mazione cli.
bo1·ghesia p1·otluttinl. Sotto l'irn1enz~l dei.
conquistatori ge1·nrnni<:i la società gallo1·011rn1h1. ~i sfasda, mn le reliquie ne i·e-
,
.'
-D ~tnuo c:on gli ultimi i·esiclui delle sue pos-
sessioni, della sua C'npacità di laY01·0 e
cli produzione agri<'ola e uulustl'iale.,e da
quelle e <.htl 101·0 ln.bo1·ioso coalesccre coi
lrnJ'lJm·i, atfraYerso H feudalismo prima
e il monarcato poi, Ho1·gel'ù la nuoYa borghesia francese e pe1·ye1Tà alla sua tole conquista economiea, alla sua totale
conquista spi1·ituale e culturale, alla sua
tolè1le co11quista politica. Gli 01·gani ne
80ilO i municipii, i comuni, gli stati gene1·ali, il pai·lamento, gli utli<:i. Già nel XII
s-e(·òlo la nuoYa borghesia lw messo fuoti
la testa dalla opp1·essione feudale, e già
all01·a è il p1·imo l'iso1·gimento del laY01·0
e della p1·ocluzione nelle città e nelle campagne. Si dibosca, si coltiva, si fondano
nu<1Ye città, le vecchie s'ingrandiscono.
1Iona1·chia e borghesia b mmo lo stei:,so nemico, il feudalismo del clero e della
uoùiltà, la pi-ima tendenùo ad estencle1·e
il suo dominio su tutto il paese unificato,
la seconda H <Ten1·e l'uguaglianzn. cìYile
('he le assinu·i la libe1·tà del possesso, del
lay01·0, della pl'ocluzione. Quando noi leggiamo ehe i i·e, Cnl'lo Y, Luigi XI, Enri-
tn
•
IY, Luigi XIII, ""orclinaYano la dishuzione dei castelli f euclali, ci \ien fatto di
1·ico1·dai·e che il comune fìo1·enLino operaYà alla stessa manie1·a nel suo co11t~ rlo.
I me1·c-anti italiani miraYano al libero
ti·nnsito dei 101·0 commerci e i l'e ùi Fran<·ie:1 all 'ing1·andimento della loro corona;
ma questi pure riuscirono allo stesso effetto : a dar ìnano al costituirsi della borghesia. Più importante, la monarchia
frnneese nei suoi periodi migliol'i. con una c-oscienza che preYenne i tempi mode1·11i, feee una politica industriale cli
Yasta Yeduta, tei-restre e mal'ittima. Primo fu Luigi XI, seguì la sel'ie dei grancli
i·e e <lei g1·ancli ministl'i, Enrico IY e
Sully, Luigi XIII e Richelieu, Luigi XIV
e Colbert.
I.Juigi XI, il feroce despota democratico, cercò all'estero, specie in Italia, uomini e eose del nuoYo sviluppo sociale,
atti·asse al'tigiani e appaltatori, s'occupò di stl'acle, di canali, di mu1iere. di ma1·ina me1·cantile, spu1se a ll'apertur;1 di
nnoYe fabbl'iche, alla ricerca cli nuovi
inerc.:ati.
('O
- iO
-
-
11 -
r
Rotto Em·ito I\.. e U lhH·<1 di Sully
tutte le fo1·ze p1·oduttiYe della Francia
si slmH'iano sulle Yie noY:unente anerte.
HiYolgenclo tutte le 101·0 <·m·e all'a~:ricol­
tura e nJl'iudushin, seguendo vasti e dispenclio8i p1·ogrammi di lnxori pubblici.
pe1· i·egoJare le aC'que e le foreste, boni:fiune i tel'l·eni paludmd, gettare nuovi
ponti, a}1l'i1·e nuoYe sti·acle, sc·avare canali naYigabili, mettere in connu1irazione
il ~lediteri·aneo e l'.Atlantko attraverso
il suolo <li FnnlC'ia per mezzo di UJl sistema d'allacciamento dei gnu1cli fiumi; e
nel medesimo tempo p1·om0Yendo l'impianto di ogni s01-ta di nuov·e manifattu1·e, sete, drappi, n·istalli, tappezzerie.
giungendo a l'iconos<'ere all'industria e al
<·ommerdo una tale importanza da decicle1·si a convoC'are a Pal'igi, nel 1604, una
assemblea, una 1-;orta cli veri e proprii
stati genenili, cli inclust1·iali é <'ommer1<-ianti, il g1·ande re e il grande ministro
danno alla Francia lilla superba espansione e una superba preparazione a diventa1·e quel magnifico pae~e di lavoro, di
produzione, di geniale borghesia trasfor-
•
•
ma t1·iC'e delle mateì·ie pl'ime e accumuhttl'iee di ricchezze che tloYeYa essere ai nostl'i giOl'llÌ.
E Luigi XIII e Richelieu continuano.
non soltanto con un crescendo (LI disegni
e tl'o1·dinamenti per l'aumento della mal'ina mercantile, delle compagnie di commercio, della canalizzazione interna, ma
anc-he rol proclamare e legalizzare una
sel'ie cli p1·incipii generali in favore dell'industl'ia, del c.:ommertio, della gente dell'industria e del commercio. Primo, l'indm..;tria e il cornmei·cio costituiscono il
maggior fattore della prosperità nazionale; secondo, · bisogna distinguere fra
gli improduttiL'i} uomini e <:ose, e 1 /H·c·d11,Uici} uomini e cose, e per questi lar
gheggia1·e nelle necessarie spese, per
quelli _l'ithu~le al minimo; terzo, biso·
gna mettere l'inclusti-ia, il commercio e
la loro gente al siclu·o dalla guerra e dalla sua gente, e quindi rasare al suolo le
<.:ittadelle e i castelli feudali; qua1·to, cess~ne di €Onsiderare come indegno della
nobiltà l'ese1·cizio della industria e del
commercio e dichiararlo invece titolo
. 12
-
di nobiltà. cc Eso1-tiamo, ditono ordinanze i·eali del 1629, esortiamo i nostri
sudditi <.:lle ne hanno i mezzj, a legarsi e
unil-8i insieme pe1· fornrnl'e buone e fo1-ti
compagnie e società di ti·affico, navigazione e commercio, n el modo che c1·ecle1·a1rn o migliore. P1·ornettiamo cli protegg-edi e difenderli, ac-c1·es<.:erli cli privilegi
e fayo1·i spe<.:iali, fon1fr 101·0 tutte le condizioni che desiclel'eranno ller la buona
1tornlotta é il buon :-;u<:cesso del loro c-omme1·do ». Demot1·atizzanclo l'~sercito. con
l'ap1·fre tutti i gradi a tutti senza distinzione <li na:-;<'ita (e nnthe questo e1·a un
effetto della irrefrenabile espansione bu1·gheHe); nobilitando l'inclustl'ia, il commermen·io, la navigazione, l'istituto delle compag11ie e delle società commerciali cui tanfi fortuna clov.e va esser riserbata nell'epon1 moderna, si svincola l'ordine dei nobili
<lalla esclusiYa p1·01'el-3::;ione delle armi e
si fa di tutto per ~pinge1·e quanto più è
possibile Yerso la p1·oduzione. .A.l tempo
~tes:-:;o e con gli stessi in·ovYeclimenti si
opera p1·esso quell'alti·a nobiltà più recente, l'alta borghesia delle cariche giu-
•
-
13 -
cliziarie e ammi11i~ti-atfre, ùa queste attraendola ve1·so il eommel'C·io. Tutta la
nazione, in lilla pa1·ola. s'inferYora per
l'attiYità indw.;ti· iale~ pe1· ten·a e per mare. E' già il potente afflato dei tempi moderni, del .m ondo raddoppiato con la scoperta di nuovi continenti, dei mari diYentati oc.:eaiù, delle so1·genti r delle energie di p1·ocluzione centuplic.:ate. E' il potente affiato dei tempi model'l1i che vedono il tdonfo della gnuule borghesia produttiYa. B Luigi XIY e Colbert continuano l'opera di Luigi XIII e di Richelieu.
Colbe1·t, l>01·ghese e figlio di commercianti è il demone ostinato e sfrenato della
'
potenza
industriale e commerciale, ma·
l'ittima e coloniale, della F1·;:tnc:ia moderna. Egli ha l'occhio terribile per cli ~tin­
gue1·e e la Yolontà te1Tibile i>e1· separare
gli uomini produ,ttiri dagli iniproduttil:i.
facendo anch'egli ai primi fa<.:ili tutte le
condizioni dell'esistenza ed ai secondi
difficili. Egli giunge all'idea, così tempestiva nella Francia contemporanea, cli
considera1·e lei soppressione della prole
come .'<oppressione di produ.::ione. « Biso-
-· 1lt
-
l';u· cli tutto, <li(·eY<t ep:li in un <lisc·ora i u;iudi( j, hisogne1·ù fai· cli tutto per
1 ·.cnclei~e clit1ic·ili tntt<.~ le p1·ofpssioni in eui
O'] i uomini c·e1Tnno di HOl tl'm·si a] lavo1·0,
I°'
fontL' <lel bene µ:Pne1·n le clello stato. Que-
:0
ffllPl'Ù
sti t;i]i sono i ti-oppi uflkin1i di giustizia,
i ti-oppi p1·Pti, i troppi fnt ti e le t1·oppe
mon~l('hP. E questi ultimi non soltanto si
, 1 11<.• ggel'is('ono ùel lnY01·0 d1e niuh·el~l>e a
profitto c·onnme, ma <1J1tlif' prinuw il
?HtlJl>li<o di tutti i fiyli du· rssi }Jotrcbùc,-0 11rodurrc fJ<'r le f 1u1.::irm i 11ctcssa ric
cd ·u tili ... _\l tempo stes~o bisogna 1·en·
de1·e ono1·eyoli e nn1taggiose tutte le professioni d1e eonfrilrni:-;('ono nl bene pubbli('o, n1 le a dii·e, soldati, eomnie1·C'ianti
e ]aYoratol'i. >> Colhe1·t può avere molto
esè1ge1·ato, troppo ~dstemntizzato, troppo
Rtntizzato, ma è c·prto dw egli fu nel se<·olo XYII m10 dei g1·nncli prec:u1·so1·i di
que-sta nostn1 Hon·ana epot'a moderna
della produzione e clell' èUTh'c·hime11to
delle irnzioni. E quello stes80 i·e ehe tO('C'Ò
'l'apiee dell'assolutismo, lo asHeeondava,
tale el'a la fo1·za de11e eose, con la ;-;ua politica sodale, come oggi 8Ì dil'ebbe, molto
-
... 15
-
filobo1·ghese e democTntìc:a. Lo a"'seco11dan1 con una politica di i·aYYicinamento
e di liYellamento delle classi, tanto che
ln Yeechia al'istoo..1zia di ol'igine feu·
da.le, Heg1·egatasi dagli affai·i, imp1·igio·
nata pe1· giunta nell'au1·ea pi-igione della
c:01·te. ste1·ilizzatnsi di funzioni pl'ocluttiYe, politicamente come e-lasse precipitnYa in basso. menfre la h01 ghesia semp1·e più frtuentemente montava e soYerchiaYa, in i·agione dell 1 sua sernpl'e più
n·escente potenza di laYoto e di p1·oduzione. cli i·ic:chezza acc-urnulnta e di sforzo in atto cli artumulan1e ancora. In pro
suo eJ·ano tutte le felici condizioni fatte
all'industi-ia e al connne1·do; con le Ya·
ste impl'ese i· apiù~unente essa si creava
Yaste fortune, e da queste e con queste
la Slhl gioYanile ambizione si slandaYa
Ye1·so la dominazione dello stato, splen·
dendo essa anc.:ol'a delle più nobili \irtù
morali, accanto alle dassi maggiori che
Be ne spengenu10. P-e1· US('Ìl'e dai fatti
economici e to('c:are quelli dello spirito
che sono il gl'ado supremo dell'eYoluzione
umana, essa dette al l'eg-110 cli Luigi XIV,
V
-16,,,..
('be fu il Gran 8eC'olo, qmuù tutti i mi11istd, molti dei più eeldn·i nomini di guern-l, tutti., si può c1il·e, i g1-.lrnli ::ierittol'i ed
<Htisti. Takh& cla quaklle nobile il'acon<lo a quel i·eµ,110 sublimc.> fu eletto il titolo
cli « J·egno <lella Yile l>ol'gbesict ». Ebbene,
que::ita Yile 1>01·gh(•sia, quando il tempo
Yen ne, fu p1·onta .•\ Ye':a n ttra verso i se<·o'li silenzio:-rnmente, in i·ngione <lei serYizi utili i·esi e della sua lrnona Yolontà di
l'emle1·e se1·vizi utili, legalmente usm1>ate tutte le cm·idl(>, e1·n Yenuta in possesso cli tutti gli istl'umenti clel lav01·0 e della p1·oduzione, menti·e nell'atto stesso in
cui c laboniva ni i·e il 101·0 dfritto, era
venuta elabonuulo il ~mo diritto opposto.
Sicc:hè qmtndo il suo tempo venne ed essa
fece la sua i·ivoluzi.one, potè dire: - La
nazione sono io! - Pu lct nazione. E per
questa, ('On quesfa e :-.u questa insta1U'ò
il suo p1·oprio i·egime. I1a clemon·azia mode1·na, appunto, della bo1·ghesia produttiva.
Disgraziatamente la clemocTazia nar-;ce, donu1que irnsce, con ge1·mi feraci e
voraci cli <..leg~ne1·azione. '11 ornando alla
1
-17-
toda di F1·aneh1; ::iotto Cado YI, nella
seconchl metà del seeolo XIY, l'imposi·zione ffm1a tassa sulle me1·c"111zie f~ee
inso1·gel'e il popolo di Pal'igi e di alt1·e
città con la complicità. Yen1 o ~mpposta,
dei grossi bo1·gh:esi. Domata la riYolt~,
u11'01·dinanza del re p1·iYò Parigi clelle li.l1el't·\ municipali, e la bo1·gl1esia pagò di
pe1·-.one e di aYel'i, mo1ti fu1·ono giusti;dati. molti spoglh1ti. Xe se~n1ì c-he quando akuni anni dopo, nel l-!12: le libe1·tà
di Pa1·igi Ye1111e1·0 i·estau1·ate, le dassi
nrnggio1·i della b01·ghesia si ti-onu·ono de·
(·apitate e disfatte, e al dominio del munitipio salh-0110 le minol'i aneo1·a brutali,
q u eHa dei beecai in ispecie <.'On le sue mai:macle di garzoni scointol'i e un tal
Simone Cabothe, il dcmagoyo del tempo.
Fu il periodo di tumulti, n1l>el'ie e sangue: d'anarcltia insonnna. Pur si tr:n-ò
1
d1i p1·ese le }Hnti dei besthnii e furono i
tluttori delFUnircr.c.;ifcì e alti·a ,2,'e11i.e lettel'èl ta, spen1la ti"nl e professionale. Que·
st'aUeanza fra la ma<'ellel'ia e i lumi fu
stipulata e sti·etta 8U un compiuto prog1·amma di mirifì<.:a l'iforma del i·eame,
-
<lPI
C'lit Sl
C'Olllpi1ò
-- 10 - -
tS - Hll
µ:raù C'Odi('e, c·o11Ye1·-
titn, i-.1t1·n cr'!·to lllPSP dc•l 1..tl~J. in or<linnm~a l'C<1h•.11w
fi11 i1o. frp mesi dopo apppnn. ue1 111lllè1, p1·ess'~l pOl'O ('Ollle il rrumulto de' Ciompi a Firc>nzP, 'm1terio1·p di
soli :i:> nnni .. 01'1JP1H', in tale ephmdio si
rnanil'rstc1 q1rnku11n <lPlJe molte c·ansc ge11e1·,1li <' nntu1·nli a <·ui si dc>Ye il i·n1>iclo
JH'oc·csso c1i <l~grne1«lzi01w c1P1lH <lemoc1·azi<L ~ono C'<Hlse -e sono (·a1·attel'i. In 1)]'imo
hw!!·o èlY\·i~1ic~ C'l1r sotto il i·egime <li nna
C']as~' si ,-,1mw fonnanclo la dasse sucfessiY(ì e il sno i·eµ;inw. Così Yeclemmo la
bortdirsia
f'1·:1neesr IH\sc·ri·e, <Tese-ere e
'H l'l'inn·c <1 nrn tul'itù sotto il i·egime feu<lale e m01rn1·(·hit·o. A lt1me Yolte queste
fol'n1~1zioni di dnssl <' c1i regimi sottostanti e i-:1u·cessiYi a n·en~ono quietamente, akune \'Olte ÌlH}Uirtamente, fìnchè
erompono. In seeondo luogo e come conseg:neuza clPlLl legge 1n·e('edentP, nelle
sto1·ie più thin1·e dei popolj più YÌYi è
tntto un p1·emen• e nn iIH·<) lzm·e delle
dasi-:i e degli onlini infel'iol'i sulle elassi
e sugli onlini snpe1·iol'i. Così abbiamo visto a YYenfre nel c·omune tio1·entino fra
..
gl'ancli, popolo g1·~~so, popolo minuto; giù
faw ai Ciompi. E seuqn·r si p1·o(luee una
innuissione cli uomini e cli C'Ose delle dassi infel'io1·i nelle dassi supe1·io1·i. romini
e µ:ruppi llrlle dassi infedol'i enti·ano nel
i·erdme e una innte del loro p1·ogi·arnma
l)è~SR.<l in JH'OYYeclimenti e leggi. Così,
piuttosto d1e un i·eginw p111·0 cli classe,
abbiamo un i·egime mi:-.;to~ una C'ontinua
c-ont<1rni1Htzione di dassi al pote1·e. E' dei
re()'imi
tome delle i·azze: (·ome non ci sono
b
più i· azze pu1·e, così non ti ,..;ono più i·egimi
pm·i. B finalmente la te1·za C'ansa della
dp<rene1·azione
(lelhl clemon·azia è aue:-:>
sta : C'he le ela:-1si supe1·iol'i fanno le loro
i·iYoluzioui men·è le classi inferiol'i e
nw1·eè le ideologie. )f en:& le dnssi infe1·iod. e que~te ('Oll('c:>pisC'ono ambizione e
si C'rcano inte1·e::;si pe1· il potere, agitati
dalle demagogie; mere.è le ideologie, e queste a111111olli:::;(·ouo il pote1·e. Ri<.:thè il pote1·e non è più una realtù <"he (·onsiste su
una i·ealtà. su que11n clelle dassi superio1·i ; ma Ya<:illa in pai·t(l sulle demagogie
d1e lo sealzano, in pn1·te sn11e i<leologie che
lo annnolli~tono. E oggi dfriene sotto i no-
-
. - ~(l - -
~t ri o:·<'hi la rPpuhhlil~l socialbta russa
del ~m· iPt. Est1·enrn deg<>IH'1·azione ideoloo·1· ("\, , ,~...strema de<renc1·azio1ie
llenHtgogi ,·~ t.
ti
~
si <\ffo·ilm(J'e
n C'iè> dw s<>m1>re si aggiunne li e ri ,·oluzion i : 1a <'l'iminnli tà mun·-
'('t1 1
·
ll't>
r- -
1
r~
... h Ì('èl.
In sostm1za, c1mnHlo noi affe1·miamo
dH• il l,1·indpio d.i so\'nlllitù (> nella na-
zione. <Hlditimno l'ol'iginc_> e ln causa ùi
tutti i mali pe1· la democrazia. Questo,
per('hè pei· nazione s'internl<> la maggio1·<111za dei <·ittadini Yi\'enti. Yale a c1i1·e le
dassi popohni, mentre clon·ehbe iuten·
de1·~·d quakosa cli rnolto piu 'asto e ele·
Yato m1the dr1la stessa totalità dei dttadini YiYenti: don·ehhe inien<len·ù la viYente unitù di tnttt' le gene1·azioni del
pas:-;ato, del prN;ente e ch•ll'nvnmil'e. La
RiYoluzionP franc:ese inup1ie nel mondo
t·on questo mp1·a viglio so ('OlH·etto e lo
nrnntenne I«Hliante e ineln·iante ~op1·a il
i->UO fm·o1·e, le sue dis('Ol'llie e il sangue,
lo 1nnc-iò alla testa <le' suoi ese1·.titi scatc>mlti a c·onquista1·<.> l'Eu.i·opa. J;a nazione, ln f'nu1c·r. tale l>ivinitù di tale religione clivenne, d1e in akuni momenti par-
21 -
.
Ye e fu, se il f01·tè' ti·n.i->la to è pe1·me:;;:::;o.
l 'ulti1no e più supe1·bo Re di Fl'anei<:1.
Co8e meraviglio~e furono ope1·ate Rotto
cli lei, c·ome semp1·e avviene quando i popoli 1·ipsc-ono a ilnH~stcu·e il nazionalismo
8op1·a ln riYoluzione eon la quale hanno
1·enqw1·ato la 101·0 lillei·tà. Allora e:-;si
appndsvono nuovi !li mm prodigio~a gio,-inez7'a, imvetuosi e fidenti in f'è, e questo fu della Fn11u·ia !li Danton e di Carnot. eome fu della pfr('ola _\.tene cli ::.\lilziacle (:' di Ten1h:tode che .;;ola i·e~~)inse
l'iunnen:-;n Asia. ::.\L.l nei tempi 01·dinal'ii
tlei i·egimi clemot·1·ati<"i, la «nazione n cede il passo al « popolo » , e la democl'azia
enti-a nel ~no pe1·ioc10 <li tlecadenza e di
<.li~soh' imento.
La demon·azia :-;i <lh.;sohe ili 1ma cont·ezione dello :-;ta to e della nazione, da cui
YengOllO SU a poc·o <1 pO<:O l'antistatO e
l'm1tinazione: ln ('Oneezione indiYiduali8tic·a . Le ideologie democ:ratic:he ehe fiol'ivano ann1ti lcl gue1Ta. ehe cos'erano?
Erano un 'eln bo1·azione di dissolvimento
dello stato e (lella iwzione. che si venint
ùwendo da elementi segregati dall\mo e
-
dall'c1lt1·n. lncliYichii l'dlti e c-i1·c·o1i cli tnltui-a dw <l n·,·ano smmTit i i Yirn·oli <on
b i·paltù nazi01rnlP c·ni <lppadenp,·m10, si
'cla nuw a sfoggim·p 1111 101·0 lus::;o d'idealismi lllliYe1·snlisti<·i in c·ui si c-omnia<:evano, l' um<mitarismo, l' intenrnziona1ismo, il pacifismo. Il snpe1·don~i-e dell' nmnnitario ru n <-<11·fro <lel semplice <hffel'e
dcl cittnclino. E c·osicn·o f'm·ono non ulti11w nlllS<:l tlelln gll<'lTH lllOHCliale, ve1·c-hè
1·01H·01Tent10 acl mmnollire le dnssi diri~ent i e a irnleholi1·p gli sta ti e le cli fese
nar,ionali c01H:01·se1·0 a sc·emm·e la forza
d1e an·eùhe don1to fronteggim·e e hattenere r il'l'Olllpe1·e clplla Gc>r1mu1ia eh€
el'n Yenuta alimentantlo In sua p1·epotenv,ct e ln sua ,·olont~t (l'imne1·0 a11e fonti
,·iye <lella sun eneqda pi-odnttiva, sotto
il p1·emei-e della sua in·otlnzioue. X eHo
stesso pe1·iodo la f 01·za lllOl'H le e militai· e
clell' Eu1·opa occidPntale era Yenuta s<:enunHlo, c·ausa non ultima, c-ome dicevamo
quanti nei paesi latini e anglosassoni'
a n~nmo potuto c-hia1mu·e e aYenn10 cbianrnto se1·yii·p 1a i·eligione dell'umanità
non solYe1·e il 101·0 del>ito ve1·80 lo 8tato
•
23
li ,:ui era111J ..., uddih. ln nar.ione di cui enl !!O vittad i.ni, la im"ll·ie:l cli< ui enn10 figli.
Finehè alla Gennanhl vai·ye cli aYe1·e di1Ulll%Ì a sè piuttosto d1e un aYYer:-i<n·io
p1·onto. una p1·eda <tppm·ecchiatn e ~·aY­
n•11tt'. E pe1·c:iò colo1·0 ftffono co1Tei ton
e:-;s<l. <·ome ahhiamo detto, clella guen·a
moncliale. Du1·ante hl qtrnle tu1 fenomeno
a n -enne elle non si s<:n·c>bhe notuto l>l'eYe<le1·p J.nl'ima: la demou·azia fu i·etidiYa !
1~n immane conYido d'ideologie llemon·atithe si leYò ::-ul Yec:d1io e sul nuoYo mondo, l'Ope1·se lo stps~o te1 i·ibile fragore <.li
tante m·mi. t~i <Teò il mito dell'astrazione
delle a~tl'azioni. il clfritto delle ideologie
<lemon·atiehe cli Yineere il militm·ismo
p1·ussinno. L<l guen·a fu p1·odnmata l'ultimn gue1Ta. La clemocntzia dei miliarlhni e la demo('razin clei mugictl1i s'inte~en> attraYen;o oeeani e C'Ontinenti e parla i·ono 1Ja1·i lin~rua
ggio
n mmonitore sopi· a
<<--<le te;-\te delle mi1101·i democ:razie d'In.ghilternl, 1"''1·aiwia e Italia. E tutte le dernot'l'nzie t1·asfo1·nwndo lo stesso nuti-inwnto. foi-te della ~ue1Ta in frenesia di follia,
dimentid1e ('he ~e obl>lig:~l nlno i popoli :i
1
-
-24-
Yei·sm·e il 101·0 sangue, 80ltanto potevano
fcu·lo pel' una i·agione tnolto seria e reale,
snlmoclia1·ono in mezzo ngli Ul'agani del
J'eno e del fuoco e c1i8sel'o cl'ope1·:u·e pe"
i.1 soli<lifi<'azione <1<,lle i·ugiade eteree so]n·a la tc•1·1·a: l'm·hitl'èlto, Ja società delle
nazioni. la lHlte pel'petua e la sa('ra clemocTnzia uniYe1·8ale. gp1nn·e, il Soviet
e1·n là, e8empio ric1i<'olo e spnYentoso ! Il
HoYiet, cio?>, il sneeo della eittà urnsa pe1·
le m<1snèHle <le' suoi indi-vidui in rivolta,
ideologi, demagoghi e <111a1·<:hiei c1·iminali.
Il SoYiet, il frionfo i·usso clel '-'Ocialismo d emagogi c·o-èuuu·c· hi e· o on:i dentale.
rJ'ale Ìl'ÌOllfO di tale 80('Ìelli8lll0 poteYa i:1YYeni1·c soltanto nella Rus1-1in dec·adente
prima d'evolversi. E' c·al'nttcl"istico il
p;1ssaggio iunneclinto <lnllo hHl' al Soviet:
Qnesto paissaggio dall'esti·ema autol'ità
all'estrema anar<.:l1ia fu poi-;sibile ~oltan­
to in Russia dove il eorpo nazionale e
p1·ocluttivo non esistenL :Jia lo snirito del
SoYiet eon g1·a clua t01·i e di n~rse preesistè
nell'Eu1·opa oC'cidentnle pl'ima della guerra. Sono gli imp1·oduttivi eupicli di con-
~ nmm·e.
~o
..
-
::\ a1Ta no i gio1·nali ('he il crimineuunmina i.e1· le vie nottun1e e diu1·ne cli
Piet1·og1·ado. E ne:uTnno c:he il Soviet per
i suoi uomini, non operai, non soldati,
molti elettisi da se medesimi, ghe1·misce
poco m·eno di due milioni al mese. Sono i
ve1·mi del ea(h.1 ve1·e. :Jia in un c·erto senso
il soC'iali~mo ew·opeo pl'ima della guerra.
fu un 01·ganizzatore antincliviclualista di
una nuoYa società e, esso voleva, cl'm1 nuovo stato. Il pl'oletal'ia to lavoratore fu
volto ve1·so m1'unità diReipliuata che in
('e1-ti momenti cli maggio1· cecità e cli maggio1· l'ilassamento della borghesia parve
la sola cosa degna cli rispetto e la sola
capace d'instaurare lUl noi;its orclo. E se
un o·iorno lo stato socialista fosse m1 fatto ~ompiuto, ·sarebbe finita eol liberalismo indiYiclualista che rode dai fondamenti ai culmini lo stato borghese. Libe1·alismo e socialismo ! Sono strane le loro
i·elazioni. Il socialismo chiede sempre allo
stato bo1·ghese libertà, libertà, libertà,
es~o è la più Yigile oca <'apitolina delle libe1·tà statutali, come si chiamano; tutte le
volte che clur~nte la guerra lo stato ita-
.
Jiano 1w ;1<·c·pmrnto n ]H'Prnle1·e qualc·uno
cli cpwi suoi co:-:ì gum·tlinghi e> timidi p1;0\~­
yprlirncnti pet la :-.un p1'op1·i<1 <lif<:'sn inte1·1w, i :~CH·ialisti hmmn µyichdo alla l'eazione
<> t<l1 ~!Ti1lo inch1bhiamenie ha aneo1·a forr,n <ll Y·Pto. :JLt (']le <lù il socialismo allo
sfato horQ'1H':-;P in cnnrpc>n~o cle11a libel'tà
('llc> gli dtie<le '? Eg-1 i l'hic>cle la 1ibe1·tà di
clistruµ:g c1·e lo stato lw1·ghese, e questo è
r,nto simile a t'<Hhn'Pl'P <'hc si concede all'inY<tsimw clei n"·mi. Qw1111lo poi lo stato b01·gl1ese
fos~P disfrutto
P ne aYesse
.
.
111·c,so il posto lo sfoto soC'i<1lista, Yeche1umo allol'a il i·pgno c1P11<1 lihr1·tà ! I.io Ye<linmo in Russia do,·e il sodalismo 1nassim al i :-;hl sopp1·inw lc1 1i hp1·tù cli stampa,
la lihel'tà agli eletti non massimalisti di
scclp1·c~ nelL1ssemhlN1 c·o~tituente, la lil1e1·tù ·111'assemblea c·ostitnente di non essPJ'<' nrnssimalistn. la libe1·tù <111'assemblea
('ostituente c1'esiste1·e, con Lnma del vecchio militèwismo, la miti-agliatl'iee, e ('On
gli nomini ciel militm·ismo nnoYo, i sical'ii
drlla gmu·din l'Ossa, e c·osì i novissimi
ic1eali han c·o1·so. Toniantlo a noi, altresì
(·ome agente economico il socialismo
- 27
-
f'n quello C'he fu e che doYeYa essere,
nacque cla nec·essità stol'iea e la se1·vì.
:Jfa da quando si h'a:-;fo1·mò in agente
po1itiC'o, ve1· la stessa sua natura c:he
gli nega vita p1·op1·hl olti·e i suoi sti·etti limiti e('onomic:i, c·ad<le in balìa altrui
e p1·e('i:-;amente del clelllagogismo arnnchic·o. ~\.llo1a l'iudiYiduo fu eonti·o lo stato, e
quale indìYiduo ! Quello matel'ialista delle
das-.:;i infe1·iod . ..:\llo1·a, sotto spede cli organizzazione cl elle dassi, fu tutto ml so\'ve1·si Yismo c1ernagogit·o-a rnu·chico clell 'incli Yi clual ismo mate1·ialista ('Onfro lo ~ta­
to. 01' noi dic iarno d1P tale sovve1·siYismo,
nel pel'iodo C'he in·ecedette la guerra , eblw moclo di meta vigliosamente aYvantaggiai·si c·ol libe1·alismo, ('01 parlamentari8mo, C'On la demon·azia. Col liberaÌismo
d1e poneva l'indiYiduo so1n·a lo stato e la
libel'tà axanti a tutto. Col parlamental'ismo. coi seni, cioc\ t1ei ('Ollegi ehe asserYono lo stato ai collegi, per cui lo stato
pe1·lllane in una fo1·ma oligal'chico-anarehiC'a: oligm·ehiea. in quanto è la giunta
es-ecutiYa del parlamentarismo al pote1·e, anm·chita, in guanto è, attraverso
•
\
·-. 2!)
-
-
28 - -
il pa1·lcullent<ni~mo, in balfo del caso
.p del 11ume1·0 elet.tm·ale. Durante la
guerra noi spesso abhiamo Yisto in Italia
111inistri <ht- ln più ~wria opiujone puhhli<'èl co1Hlannaxa e inYitani a dimettersi,
inn·olla bDmente nrnntene1·si al gove1·110 :
eeeo l'oligm·d1ia c:he sopp1·ime la nazione: ma abhiamo Yisto gli stessi ministri
tare una politica intenrn molto timida,
ecl eeeo l'mrnrc-hin, il nunw1·0 che sale a
m11Hnn·fre e (lis:-<olYe1·e lo stato. Sam)iamo <'he in g1·aucli C'iltù i deputati della
regione, inYitati a 1·iunioni cl'interventi•sti molto ai·denti, nè l>astando loro l'animo <li dil'e di no, ;.;i dolsc>ro, perchè così
si faeevano passh1·e per fautori dellR
gue1Ta dinanzi agli eh•ttoi-i. E ehe clil'e
finalmente cli quel nrn-Rsiruo complice del
.socialismo demagogic·o-mrnTehko che fu
p1·ima della guern1. la demo('razia? Que1
sotialismo fu in occidente, ai primi di
_\gosto del 1914, ari·estato e la democ1·azia fu separata da lui, ma oggi è giunto
alla pieneZ?;a trionfale, rome dicevamo.
della sua espansione in Russia e si chiama Soviet. E' insomma lassù l'estrema
~
I
<lemon·azia. La dPmoc·1·nzia del sodalii-;mo dernagog-iC'o-anm·d1ic:o. Il potere po1·ta to giù nei hassifoncli clel numero. dell'infinito nume1·0 i·u~so, ·1 inqrnz:d1·e e delinquere. Hono gli abo1·ti sodali in orgia
sulla disfatta dei p1·oclotti sodali. Disfatta clella Hussia e <lelLl allem1za e della ~uen·a, della c-i\·iltù ,, clella umanità.
Come poi si \'ÌYa Jas~ù. p1·a eletto uno cli
questi gio1·ni in u1rn <:01Tispondenza da
Pieti-og1·acfo a llll gionrnle ingle~e. il
Daily Clironiclc: «Lo spettaeolo della
Russin è swn-entoso. La Russi<l non potrà
i·ip1·ernle1·e più il suo posto nella lotta
n10ndiale. Come stato. essa ha ee~sato di
esiste1·e. I se1·vizii fe1T0Yim·ii 11011 ,-anno
più. manta il combustibile, tutti gli altri
servizii della eittà e tutti gli istituti ec:onomki sono in isfal'elo, In pove1·a gente
muore di fame e di frechlo. _\ Pietl'ogrado c'è un 'epidemia cli sniciclii; o~.Jli giorno i suitidi ghu1gono a una ventina, fra
eui molti uffitiali. :Jiolti si tol o·ono la
vita pe1· r intollel'abile pennl"ia e per la
penlita della i·agione. C1·esl·e poi giorna 1mente il nume1·0 ilei clt>Jitti e dei fui-ti;
~
3
- 3l
i nilrn per f'<nne 1>. ('osi ei-;spndo pe1· gli indiYi(llli. iu <·om]H'llSO chllln YP('d1in unit~L
siai<1 IP clelln nussia si di-.;bH'C'è\110 la Rihe1·in, la Finhrndi<l, lT"k1·;1ilw, In Cul'landie1, il Cannt::;o, il rru1·c·l~estan, i ('08<.H'Chi,
i teITito1·ii mmmln1<111i e qnr11i della Russin Hi;uH·,1. ln <·cmpenso, ln ri\"oluzione
1·u:-;s,1 11·attn molt(I hc>IH' c·on l'Pst<~ro, irnpl'igionando minisfri ,,11ea1.i, snC'C'heggiando amhnseiate nlleaie, giungendo n 8pitc·arP mmulct1i cli ntLtrn·;\ C'Olltro J'l' alleati.
Bisogna 1·t_>-;fam·<u·e il regilue clella
ho1·ghesia ptoclutti nt. I in·0clu-Uo1·i hanno clfritto al cl01ninio, pe1·C'hè sono i maggio1·i proclutto1·i. Pm·e oggi <'11e il diritto
al dominio ckhlrn ésse1·e clelle classi
popoltui, ma perC'h<'' s' Pnt cliffm;a una
morale demosodnli::'tn <'he nnda \'a ('OnY<>ttenùosi in sentimento <' questo in istinto .•\1 C'Ontnnio le c·las-.;i l)Opolnri non pe>s8ono aYer quel diritto, se non in quanto
sono produttrici, e, se così è, soltanto una
insanità e una ingiustizia ('OStituitesi posRono escludere dal dominio anelli che noi
d1iamiamo produttori per antonomasia:
perehè sono i maggiori produttori: posso-
8
uo esdudel'li p1·opahuulo~ come si è fatto,
d1e non sono p1·odutto1·i. Pei· loro inYece
(> da l'iaffe1·mare C'he il pl'incipio di so'Tanitù è nella nazione, nella parte produttiYa, cioè. di tutte le genen1zioni, e
il pote1·e spetta alla parte p1·oduttiYa
della generazione YiYente. Lo stato è ruf:fido d'anrn1inisti·azione dell'azienda dei
}n·oduttol'i.
J>tJnet1·ando più achlrntro, lr1 demoC'razia 11011 è il i·egime della horghesia p1·0'lnttiYa, ma è più p1·eC'i-;amente quello del
moto asc-ensionale che p01·ta la gente nuoYa alla das:-;e <lellc1 b01·ghe~ia in·ocluttiYa.
Solo ht b01·g11eHia è thlsse aperta e in
<·( 1ntinuo moto e continuo di,·enire; e così
la cle111o('razia è i·egirne a i1e1·to e in continuo moto e •·ontinuo diYenfre. Essa sta
1n·op1·io in questo: nel far 1ihe1·a la Yia al
pote1·e. rimoYernlo og11i ostruzione, d 'og11i
dasse) o casta di nascita. ~la hen per que1.;to. per questa mobilità e mutabilità demotratic-a, necessita C'he il potere demon·atieo sia stabile e fermo. Yia libera al
potere, ma il pote1·e, cioè. lo stato ferreo.
Questa legge (> per ln demo<T<U~ia più che
.
33 -
:.t~
per qualunque alt1·0 1·t>ginw, e spesso C'hi
]>èll'hl cli libei·tà clelllOC'l'<\ tid1e, c·onfoncle
s(>nza èU·to1·gersenP due• C'ose sotto un c:el'to
aspetto oppo.,te: la dprnoc·1·ar.ia e il libenllhm10. Il lihentlismo e-. c~ottrina spirituale c1r1l'in<li,·icluo, hl clc>mocTazia è i·egirne ('OllettiYo e quincli sul>onli11azione politica clegli incliYiclui alla C'ollettività.
Esiste nel 11101ulo un esempio insigne
cli mm clemonazia assolntistèl: la Chiesa.
X ella Chiesa cl;llle più umili eonclizioni ai
Jastigi ge1·m·('hiC'i hl YÌ<l è lihe1·a e ape1·ta a
t11li.i. ma sui f<tstigi l'aut01·itù è as:-ioluta,
l(·orne a lt1·a non fu m<tL una e as:-ioluta. E
la Chiesa è an<'hc• oggi, clopo poc·o meno di
due miilem1i cli vitn, 1'01·ganisrno più solido e sano che noi c·onosciamo: nella demo~T<l zi n e('C'lesiu sti nt <-. c·onll<l t m·a tu l'è:ì sso1u ti smo del Ponefke. Questo assolui.iqmo
ten·ihile a l>b1·a('dèl e fascia tutto H gran
C'Orpo della clemon·ar.ia P<·c.-h•siasticn e cTistiana dal sommo all'imo, menti·e in senso
inn'1·so sn pe1· es:-.a sa le il nnoYO Pontefiee
l\1as8imo. Così nel1 '01·dine 80ciale e politico, a male agg1rngliarc> e l'ntto il ravYicinamento sol pe1· intencl!;>H:i, dobbiamo
~iunge1·e a una dE>moc·1·ar.ia in cui gli infe-
..
~·io1·j, lJossano è'lS('PlHlete senza limite. ma
finC'hè i·e8tnno giù, s;:lppiano ('he hmu10 bisogno cli esse1·E' ì'PHi e non 1iotenz;:t di reggp1·e. Dobbiamo H ,·e1·e il c·on1ggio di esse.l'e
m1tipopohni pe1· amo1·e clel popolo. Qui
~ta la nuova m01·ale politi<'n. Il popolo ha
,-iTtù eon lE' quali può l'isponclete ai fini
nnzio1rnli e fm·e il suo ...;tesso bene; gove1·ni
deli oli le clistn1ggono. E· cle lla politic a inten1a c-ome della politica estera: gli ....;tati
<lPholi alla frontiera fmu10 i vicini aggressiYi , e ::-o-Ii stati deholi denti-o fanno i srnlditi l'ibelli e sono es!-li colpeYoli delle
101·0 l'iùellioni. Queste sono sc:ontatc> dal
popolo e dalla n<'lzione. 1 ~ohlnti hanno hisoo·no
di esse1·e fo1·mnti <'011 la niù ReYera
:-.
disciplina. pe1· non e:-ise1·e in guerra Yili,
Yinti e disfatti. In Russia al n1·indpio della l'i ,-olnzione tfr('ola Y<"l questa Di cli i ara~·io11 r <lei diritti dcl soldato. c:he, dicesi, il
buon l{el'enski .fi.1·mò: « Compagni soldati. e.la due mesi. aspettiamo c:he i nostri di1·itti. conquistati con la l'iYoluzione. abbiano forza di legge. L;:l i·i ,-oluzione Yi ha
resi tutti uguali, il solclnto è diYentato
.,.
- 35 --
rittacliuo, ogni dilfr1·p11zn è nbolitn tr~t ufficiali P sohln ti. L 'm·tiC'olo XII della Di<'li ia ra: 1011<' d('i rlil'illi rld soldato clke d1e
il !-ì<tlnto milit.m·(' HOll esiste più; 01·mai un
mitate:i., e il pa1·hnuental'ismo è una menzo01rn c·onvenzionale. Per lungo tempo parve
:-.
d1e esso fo::-:;se il più semplice e buon sjstema clj i·app1·esentanza nazionale, pai·ve che
le nazioni asesse1·0 trOY<\to fi.nalm~mte il
gh1sto e saluta1·e i·egime, ma in 1·ealtà non
0, pe1· l'Ihi.lia almeno, C'osì. Pensiamo ad
lUHl nazione la qua le fosse divisa in
tanti sindaC'ati ùen (;Ostitniti, sul tipo, per
esempio, delle a1·ti magglori e minol'i degli antkhi comuni, e che og·ni sindacato
eleo·o·esse
fra i suoi uomini i suoi i·a pp1·ebo
sentanti pe1· un tonsesso nazionale: an·enuno (.\llo1·a pe1· lo meuo i rapp1·esentant.i di1·etti e tecnici dei i·eali interessi
dei sinda<.:ati. Oggi inYel:e tali non sono
neanc-he i pal'lamenta1·i ::-iodalh.;ti, immagilui1·si quelli bo1·ghesi ! Costo1·0, nella
migli01·e delle ipotesi, sono gli eletti dei
pai·titi politid ·e, ne1hl migliore delle ipotesi, hanno mm cultura politica. Per la
massima pm·te, come l'egola generale,
sono indiYidui, industi-hi.li, agral'ii, sorta di feudatm·ii rurali, p1·ofessionisti,
:;:op1·attutto an·ocnti. oziosi, Yaghi di
far politi.ca) senza i·endersi l:onto neppure
" l
!'itt;ulino so1'1:1to pn<'> :·rnlutare <' può non
....:;1Jut u·e, 11: <'!.di \onù. YiYa il sol<1ato c-itta<li110 (·osC'ic->ute ! Ln clisc·iplina <lc,,ll'eser··ito psiste1·èl 11e1· la 1ihe1·a volontà del cittadino so1d<lto ('OH<'iente li. R<llmiamo ora
dw il c·ittnclino ~old<tto C'ostiente in b1·eve
tempo clisf<H'PY<l la disc·ipliua, 1'ese1·C'ito,
ln guen·a, l'a llennza, l'ono1·p cl ella Ru ss1 èl
e la ~tpssa 1·iYqlnzione l'nssa.
)fa a <1nesto punto clobbimno clonwnclm·c-i: il i·egime clelln ho1·ghesia procluttin1 c·ome s<nà possibile nella dviltà po] iti<'a moderna del su(hagio uniYe1·sale e
(lella lotta <li dasse soda 1i sta'!
La i-i sposta è p1·ontn. : la boTghesia
p1·o<lnttfra clmTà sti-enumnente sostenere
la lotta di <'lasse e clon·ù far cli tutto per
pad1·oneggiare il suffragio mliYenmle, in
'' ttesa c·he il sistenrn <'ambi nei· forza di<·ose, c-ome doYrà, '' p1·esto, o tardi, camhim·e, pe1·dH'> nnC'hP lt, 111<.'hzogne convenzionali banno pe1· fo1·tuna una. esistenza li·
. ::37
3!i
del senso cli qm:.sta parola, che dispongono di uno nlrneno dei tre mezzi per raccogliel'e i Yoti: denaro c·o1·ruttore, oratori.a
~le1110cTntita ingarnrntl'iC'e, autopatente di
pl'OC'aC'dni fra HiH to e collegi. fra stato e e1etto1·i. Una volta eletti, in qmu1io ;1 J'<lpp1·esentan' i C'01legi, c·om'(• pos:-;ibile. -;e questi sono un <«10H <l'inte1·essi '?E in
quanto a i·appresent<u·p la na11,ionr. cov' \~
possibile, se i più non C'apis<'ono nep]Hl1'l'
<'he ('0l-i<1 CSSè\ si;\, non ('C\}>ÌSC'llllO C'hP ('S:'cl
1wn è .la somma <lei c·o11egi. non è il « paese''· nel senso ln11·on·atit·o e parlamentare
cl i qnP~tn pm·o 1<1 '? I<'1·a <'i ù C' he In nazione
i·ealmente è, la immanenza spirituale
<' politic-n d i tntle le g<>ne1·azioni d'una
1·nzz<l, l'entp oq.;<lllÌC'O delle genenn~ioni ,
qunle YÌYe nella sua sto1·ia, quale agisce
pp1· mezzo del suo stato. f)nale appare nelle ope1·e della sna C'i \·iltù; fra questo elle
·è la nazione, e il ('OSicldetto i·app1·eseutnnte <le1ln naziont' non <''(>, nè <'i può es~ere
assolutamente nulla in ('Om.u ne. Pel' con('ln<le1·e~ il cleputnto 11011 è il 1'app1·esentante sano degli inte1·essi del <'Ollegio) non è il
1·;lppl'esentante <lella Yolontà nnzionale;
{'sso è il p1·oclotto a1-tifi«iale, arbitrario
'
J'allaC'e, del c·onnuhio fra il c·ao:-; degli inte1·es8i del <'Ollee:io e ln :-;ua propria ambizio·
11e ignorante. E' l'arbitrio. e pe1·chè l'eletto
si ?> seelto da sè, di suo arbiti·io, e perchè
esso, <li suo a1·bitrio, segue alcune vecchie
idee politiche generali, monarchia, repub·
bJfra, clemoC'1·azia. libe1·a1ismo, e l'uomo e
la sua politica non escono dall'organica
necessità delle cose reali. Il parlamentarismo è l'istituto della borghesia politica
la quale è una sorta (li dilettante della
bo1·ghesia procluttiYa; e sotto questo aspetro l-.-;:-.:o è per el'eellenza anticlemoeratico.
perchè nella c1emor1·azia la Yia è sì libera
ma non all'a1·bitrio e al dilettantismo, sib-'
hene ::ll Yalore che è semp1·e un che cli connesso e legato eon 1'01·ganismo sociale.
Quindi il sist€ma è tanto pessimo, quanto
appal'e og~d in Cl·eclito. non diciamo di11m1zi alla C'oseienza nazionale e allo
stes~o semplice buon sem~o del Yolgo che
lo hanno già eondannato e lo disprezzano,
ma tra la sua gente e nella carta costituzionale. In attesa l'he Yenga il suo giorno, il solo mezzo pe1• render meno nocivo
. :38
que:--to Yen·llio i·pgime pnt1·efntto <:he più
non s(>1·,·e, e'- c-hr i p1·odutto1·i lo padrorn~ggino. Dehhono, c-ioè, i pl'ocluttori pa<li·~~1eggim·e il :-:nfl'rngio nniYe1·Hale con
l'animo posto in ltwµ:o dPI nm11cro, ~·c1}
lnwn uso tlelle i·ic·dwzzr posto in luogo del
1rnmPro, c·on l'nuio1w e ]p assoc-inzioni po:--te in luog'C) del m111ir1·0, r 1·01 YHlon, incli' icl11.i 1<' e ton l'Ps<>1·c·izio delle Yil'tù e <:on
J'p . . empio cli una mo1·nlitù più alta. po:-;ti
in luogo del 1111me1·0. X on c:i fn1·0110 mai,
in nessuna etù, in·e~so nessun popolo. sotto nessm1 i'C~gimc, dnssi clomi1wnti the 1)0·
tes:-<'1'0 te11e1·e jl clorninio sE'llZèl solide e
:-.mw Yi1·tù mo1·ali, intellip'C'nzn, c-on-1.ggio
eli m osti-.nsi a ,.i so n pPi-to, rm·si c·onos<'e·
1·p r stimm·e. Cmd f'n i I patl'iziato i·omano,
( osì fu il l>HfrizièllO Y(' IWto, così f11 j} )JO·
polo grasso fio1·entino, ('Osì fu la l>orgl1esiH i'1·nnc·e~e clopo Lt riYo lnzionr. Enn10
gente d111«1 aµ:li a lti-i, ma 1 1·ima llnn1 a sè.
~i d<>Ye i·ic:o1·clare c:he la hotghesia moder·
m1 f'p('e il suo << clelrnti.o » nel monclo con la
piu g1·and.e gesta e1·oic-a d1e la Rto1·ia abliin l'è1('('olto. Essa si e1·a \"CJ«nnente nuti-iti1 di miclolln <li leòne, nYen1 fatto suo
"'' ngne e ->U<l nn·ue clei prn nrngnanimi
sentimenti della ciYiltà c·l nssica, att1·an~1··
so hl s('nola, e si lnndò alla sun co11quist;1, eb1n·a d'Atene e di Roma . E ebbe
in mezzo a mille l' mille gioYani eroi,
1·cffe-:ciato1·i cli ese1·éiti, c·onquistatori di
i·pgni, ,·e1·n <lJ>pai-izione d'una nuoYa gioYinezza del mondo, tutta quanta uscita
clal sno seno: ebbe 1Je1· duce Xapoleone.
Il quale, se fn il genio che t1·nscencleYa
tutte le dassifknzioni sodali, tome trasc·ese tutte le età e tutti i popoli, se fu
l'immenso bm·bm·o della cli~b'uzione e del·
la n·eaz.ione, fu anche nell'essenza sua più
H'l«l e since1·è:1, non ostante la ::ma piccola
e ns~ni dubbia noùiltù cli nascita, fu anche
nn pei-fetto bo1·ghese, :fino acl esse1·e spesso,
nell'intimo, per esernpio, clE>lla guanhu·oba
mate1·na e uxoria, un piccolo borghese.
Ce1·to chl :Xa po leone e (hllla sto1·ia franC'e·
se clella RiYoluzione e dell 'Im1)e1·0" non
poi-:siamo. nè dobbiamo clesumere un tipo
<li ho1·ghesia TH·ocluttìYa mocle1·na. Questa
ho1·ghesia cl' indnstl'ia li, cli eommeu:ianti,
d'agTic·oltol'i, è a ltTa <:osa e deve essere·
n l ti-n C'Osa, e quella p1·ima fu un 'ec<'ezione
- H1
-;tram·clinm·in p1·oclot 1a cla stn101·climu·ie
('oncl i zioni. :.\Ia i·C>stn il fn tto sto1·fro ilwa 11C'P lln hile che ln hoi·ghesia moderna ai suoi
p1·imi atti si addimostl'ò dotata cli una ·
potenza cli Yita podentosa, e <'Ompiè quella gesta, non sec·onclo la ren1tù politica,
non sec·ondo la i·ealtù popohue, ma seC'ondo la J·ealtà clell';ntc anti«n, secondo ln i·ealtù clelln glo1·ia <'he (> il snblinw della potenza e clf'lla gene1·osità cli Yitn. L(~ggete le mem01·ie llel tempo: pas:-;a
un m·ag-ano cli glol'ia su uomini e donne.
Qnrsta fu la fonnn. )la la :-;o:-;tanza fu la
po1Pnza cli Yita, e qui è> Fimpo1·tante. Per
ln stessa i·agione, tonrnrnlo n 1J.Oi, se c·i si
clomanda che cosa dPYe l'nrr ln bo1·gl1esin
proclnttiYa dinanzi alla lotta di dasse,
mul sola è la i·isposta: sapC'1·ln <'Omlmtte1·e.
Xè altro è da aggilu1gere. E' da aggiun.·
p;C'1·e, e eirea la lotta di elasse e eirca i!
suffragio un.iYer~mle, che la borghesia procluttiYa ha sotto cli sè molte categorie cli
persone le quali con lei sono Yineola te
come professionisti, dil'ettol'i di aziende '
tecn;d, giù giù :fino ai capi delle maestran-'
~~e. Sappia essa fa1·le politiC'amente sue.
- .'ii
-
_\llo1·a nas('e il pe11...;ip1·<1 politico supe1·io1·e . .Jla nas('e di1·ettamente dalla borghesia p1·0(1uttiYa e non dalle letterature>
non chli p1·ei--upposti politici, non dal parlamenta1·ismo. E' i·ealtù C'he nasC'e da i·-ealtà. Fo1·matosi. il pensie1·0 politico ~upera
la stessa bo1·ghesia p1·oduttiYa cli cui. è
ernan:·tzione. E' lo spi1·ito delle cose. E'
r intelligenza the ha gnulo più alto della p1·oduzione eeonomic:a. L'intelligenza,
sup1'€ma p1·odutt1·ke (è ~mpel'fiuo fai· not.a1·e c·he pai·lando cli ù01·ghesia produttiYa
110 inte~o cli ace-oppiare quella economica
P quella dell'intelligenza, sul l'icono::;;cimento c:he la p1·oduttiYitù è il pl'inc-ipio
<·omluie di Yalore); l'intelligenza, clice' amo, comprende la nazione nella sua più
Ye1·a e maggio1·e essenza, in guellu della
continuità delle gene1·azioni, e (liYenta
--tn to.
Dinanzi allo st<lto le dns~i ~i (·001'Clinnno: la stessa bo1·gh~i<1 p1·odnttinl spal'i...;c·e <"Ome ('h1s::-:e. non è più ~e non lill urgano tlell'organi::-:mo. :Xelle più alte fornrnzioni politi<'he tnurnnulateci dalla <::to1·i<1, non nel comune ('he fu appena lill
..,
1-
<'lllh1·ione cli stato, ma nelle più nlte for-
mazioni d1e 1·!usc·i1·0110 a pern,nil'e al 101·0
rnas...;imo sYi luppo insiPllH' "O'l le nazioni
K'll i <lJ>partene\·mw; 11Pl ...;rnnto romano,
pp1· psc>mpio, e i1p] sr11aio Y<>n<>to dò nppa1·p <'lii;11·mnen te: rn tnrn11,i, quando ~effgo­
.110 pc·i· 1;1 1·<,puhhli<-;1, 11on sono più, l'uno
il p<1triziaio 1·<rnu1110, l'altl'O il pntl'iziai:o
Ye1wto. m,1 ''µ:i sC'Ol1 o l'uno ('Ollle YOl ere
ienihi](> <li Hmll<l. ra lil'o comr YOlrn~ te1·rilii]P <li \-enP7.Ìèl. L<l te1Tihilità <·onRerYnfri<'<' d<>l primo <'h<> 1rn1· <lnn~n<lo aprirsi
a 11<1 plehe non s'imp1e1H',l. nrn si assindhl
In pl<•l1P, e la i:Pnihilitù <'<mse1·ynfri('e del
spc·0111lo che fa la snn g1«111 ~en·nta, non ROno hmto di C'htRsP, qunni.o di stato. Ciò
intPncle n genio. ~el Ruo immenso CarioTano SliakeRpem·e non Ye<le n ei nobili e nel
se-nc1 to i no hil i e il Renato, ma Roma, il
cc Yole1·e di Roma >>, come Dante lo chiama. «Potete? Yoi, cli<'e il h11011 ::\frnenio
~\.gl'ippa, quel dell'apologo, alla plebe aTumutinata, potete Yoi <'olpire il cielo <·on i
Yostri baHtoni '? Tm1to Yalp leYal'li ('Ontro il
g0Ye1·no rornano. Esso seguil'à il HUO C'ammi.no spezzando diecimila ostacoli più
~
fo1·ti di quello che Yoi possiate opporgli. n
E poco dopo aggiunge: « Roma è in ptocinto d~ battersi c·on i suoi so1·ci. » Questo
supennuento della classe nell'identità
<lrlla classe è mfral>ile. B aggiungiarno
·the solo è possihile pe1· quelli stati 1.:J1e
pogµ:iano saldamente sulla i·ealtà d 'una
<:lasse e non sulla tonfu~ione l><:Ulam.e11.t~'l- .
i·istica dei tempi pn:):-::enti. Tali stati hanno personalità ll1<1f!Jlifka. Il pal'lamental'ismo non la dù .: in esso e pe1· esso la
pe1·~;011alità :-.i peule. ::4e Yuol comp1·e11de1·si C'lie co:-;a <'iò signifka, si Yethl anc:o1·n ::\;1poleone : Pgli è pe1·s01ullissirno i1elln
hl
'- c.
l wlitica e nella ,--,ffue1Ta, fa da ::-;è. Oggi
pe1·;..;onalità del gon~rno tende a sparire
nel pm·lamental'ismo, quella del generali~­
f.;imo n ello ::;ta to nrnggio1·e: quella dello
stei-;so nwna1·ca nelh) C'ostitu;done. Fib1·e
st1·emate nella forza d.'ngil'e eon coraggio
della propria respommbilità. Questa è la
miRe1·ia dei nostri tempi, in sì terribili
tempi tanta miseria cl'uornini, e non tanto
pe1· ava1·izia dell'umana natura, quanto
per effetto del regime. Regimi sirnili si
riducono ad essere il meno possibile pro-
-
''
11
dntth i. ~i o"sen i infatti ('011 quanta fati <':t. p111" '•>tto la pr·essimH' 1<'1Tihile della
~11Pn<l. proclul'ono i p1·0,·vedime-11ti della
lol'o stP .... s<l difesa dai nemici interni. Lo
i-:t ;1to italiano soltanto nel eorHo del te1·zo
Hnno di µ:ne1·1·a hl1 l'èl tto un (le('reto per
1' in trnrn nwnto <l <'i ~rn c1 cl i ti ne mi ci e il seq11P .... t1·0 clei 101·0 beni. e ,·p1·so i sudditi suoi,
ll<'lllil'i dell<1 g-11r1Ta. sc>rnln·a an<:o1·a ispi1·;1rsi al fafalismo mwnilmn.no. l..ia ragione
insommn si è C'he l'mnhizione del potere
e> anC'ora pe1·sonnle, ma la i·esponsabilità
clel pote1·e c·e1·c·a <li es ..-rre il più C'he può
pal'lamenfane. E' la mezza responsabilità
del dilettante, della bo1·ghesia politica che
oc·c·npa il posto della bo1·ghesia produttiva.
TA1 qua le è esti·emamente debole, perchè,
appunto. non assuefatta al clominio. « Xoi
11011 abbiamo tempo, Yi dicono gli inclusti·iali, per darci alla politica! >> ~Iostruo­
s;l 1><n·ola che svela un Yuoto atavico, una
Yen-t a trofia d'organi pe1· inerzia, l'inco-<C'ienza del fondamento c.:ommie degli inte1·eH~i particolari.
Il pensiero politic·o supe1·io1·e, l'intelJigemrn. lo stato clella h01·ghc:sia proclutti-
4.5 -·
Ya, appunto pe1'C:hè muoYe dal p1-inc:11no
della procluttiYità. non può non Yeclere il
''alo1·e <li J)l'oduttfrità die è nei minori
nelle dassi ope1·aie, iwl c·o1-;iclcletto p1·ole·'
tal'iato, e 11011 può non Yolei·e co1Tisponcle1·e 101·0 una propo1·zionale pa1·te cli pote1·e
sotto fo1·rna, pe1· e:-5empio, di Yoto e cli el€o-gibilità. Contrasta questo (·011 quanto a;biamo eletto fin qui, c·onti-asta C'Ol dominio
della ho1·ghesia p1·ocluttin1 ·~ Xo. Ciò che
C'011t1·asta è la p1·esente c·onfnsione clel suffragio uniYe1·sale e clel pn1·lame11tm'i~rno.
Intanto ha da sape1·si ehe aYere il potere
non può signifiC'are aYe1·e quantitatiYarnente tutto il pote1·e, ma cle,·e ~ignificare
.._
aYerne qualitatiYamente il ('Ornando. Il
p1·imo modo sarebbe t1·oppo C'Omoclo per
le dassi maggiori e ~al'ehhe troppo inO'ius t o ,·erso- le classi
minol'i. Quando noib cli<"iamo ('he queste non possono aYe1·e il pote1·e. intendiamo <1i clfre ('he 11011 possono
aYel'lo tutto pe1· sè. perl'hè aYenclolo lo
cli::.::solYe1·ebhe1·0. ma non C'he 11011 possano
e non debbano pm·tedp<n·yi. _\nc-he a loro
spetta una pa1·te del poten• ('he è tenuto
.in alto. Esse sono ln base <lella pfrarnicle.
•
•
o
,_
-
.Jfa lluando ''i produ t t01·i m'. nol'i Ullè\ equa
. ·1. ~di l>Ott>re Yenga dnta rn q1rnnto sono
}Ml e
·
'
, l"
~
.·
·o}<)
J>Pr
qtte"tn
loro
i·ealta
ei
pro<l u t dH 1, "
. .
proclnttori e 11011 pe1 a1t1·0, u~n .1w1 lc1
i()"nohile eonfnsio1w pm·1arnentm·1stica clel
n
o e clell·\' frodP., non l>el' p1·esupponurner
sti cli asti·azioui po1iti<'he, quali, per €~rmpio, i ,·ec·c·hi diritti m\tm·nli c~pll'irnliYi~luo:
allorH la ]01·0 l'q~rn p<tl'te d1 potere :-;1 suhorclimt a qne1hl dei prod11tiol'i lllèlggi01·i.
Quanto nella lotta di elasse conte1n1)01·auea c-'è tli svil·ito clisti-utti \o d<t pm·te del
proletnl'iato c-oni.ro la h01·gltesia, ('Ontro lo
stesso stato. non (• nffaito ne11n lotrn di
da<.<se. ma è nel socialismo <'he di sè la im<' la c-c1peggia, nel sodalismo che
t"
1H'eo1rn
fa confusione, C'ome la fa il parl mnenta1· ismo. In un i·cgime di produttori il sodalismo e lo Hpil'ito di8i.rultiYo della lotta
di dasse ten•lono a 8parire; lo stato dei
procluttol'i è spinto <1<11 la natura 8lUl a fai·
di tutto per spPnge1·1i. Così è, perchè la
legge della produzione, francata da tutte
le pa1·aRsitarie superfetazioni politiche,
~eop1·e al di sotto clell<l lotta delle dassi la
naturale collabo1·azione delle classi e quin-
11
·d i meglio impone la solidal'ietà. Se noi
o:..;:..;e1Tiamo la demo<.Tnzia romana nella
stol'ia della sun lenta conqub;ta. -i.-ediamo
che es:·;a fece <:ostantemente un'opera di
penetrazione e non cli so-i.-Ye1·timento: esi:;a
non ('e1·cò mai <.li clishngge1·e gli istituti
del patriziato, ma (ru1ti-odm·yi la sua gente nuoYa, in tutti. in quelli massimi e politi«i, torne il senato e il consolato, e in
quelli 111inod e p1·i ,·ati, come il matl'imouio. In una i·epubblka di p1·oduttori la
lotta di classe c·osì è. X ell 'cn·dine economi«o, pe1· esempio, al p1·indpio socialista,
;(·he :-;i debbono <.lishuggere le prop1·ietà.
succede il pdneipio opposto: c-he le p1·0p1·ietà si debbono moltiplicare.
In un i·egirne cli bo1·gllesia procluttiYa
si stabilisce la distinzione fra produttiYi
e imp1·oduttiYi. Questi sono da combatte1·e, quelli <.ln fa Yo1·fre. Il più umile o- peraio ha un Yalo1·e sodale the i.!. :::;ignore
il quale fa la rifa dcl signore. non"ha affatto. Quest'ultimo è antisociale. pel'tltè:
imp1·ocluttiYo. Come tale. tende a esproprim·si da se medesimo. consuma il suo_.
e pe1· quel p1·oc:esso di riYoluzione biolo-
•
f
-
giea che è C"ontinno n1.1ll'o1·gnnismo sociale
e da cui que:-;to hn 1a <·onserYazione e lo
sYi luppo, fini N<·e con H'll i1·e esp1·opria to.
Finchè d'età in età :-;opl'a \'Yengono le riYoluz ioni i:;toridie <l toµ;l i'(~1· \' Ì<l t ntti i :-;edi ·
menti delle p1·opl'iet;\ imp1·o<l11ttin', poli
t iehe e<l eeonolllidie. I rnrnm1 i aYc>nlno sac·1·0 e in,·iolahile l'h:;tituto della propl'ietà,
11c:-;suu popolo l'n più <li 101·0 conse1·Yato1·e
sn tale m·g:ouH:'nto: ht co11:-;e1·Yazione della
p1·op1·ietà, ln perennità del di 1·itto di p1·0prietà fm·ouo ft>nei e f'u 1·0110 la i>i<-'fra
anµ:olm·e della n'pubbli<-a . .Jla en1 quello
il couu>tto cli un popolo <li ('ontndini e
non di sfaccen<lati ; il concetto cl'un popolo presso il quelle non si e1·a ope1·ato il
clistnceo che :-;i opent nPlle :-;odetà hoppo
prog1·edite e il'oppo c·omplesse e nelle ciYiltà <le<·<Hlen ti :. il dist<H·c·o fra p1·opl'ieta l'io e p1·o<lntt01·c. 11 c·oueetto l'Omano
della p1·op1·ietà è- del buon tempo antico,
c1cl telllpo dei più pm·i eostnmi, della
astil1e-nza, del laY01·0, . dPl più sahlo vinC'Olo fnmilim·e e c1e1 più semplfre eulto
degJi onesti nei incligeti; è> <lPl tempo di
C'indnnai.o elle foRcinYa il eonsolato e la
49 -
rrlith1 tu1·a pe1· to1·rnu·e nll';.ua ho nei suoi
e· ampi sulla i·i ,.a desti-a del Tevere. In
Ro1na inson1nrn è fe1TPO il Yincolo fra il
in·oprieta1·io e ln slrn prop1·ietà, pe1·chè
è ferreo quello fra tli1·itto di propl'ietà e
cloYere di produzione. ~el cittadino l'Omano il p1·ocluttore è eonna tu1·ato col pro})l'Ìetario. Tornando n noi, ai p1·oclutto1·i ln clemoc.:1·azia deve esse1·e veicolo per
;:1seencle1·e nel maggior u~me1·0 possibile
e nel più ln·eve tempo possibile dalle ch1ssi mi1101·i alle nrn.ggiol'i, dal proletm·iato
a1la p1·opl'ietà. dal minimo di potere al
nrnRsimo. C'ome noi cli<'emmo. la clemo<'1·azia è il i·egime delle fo1·ze espansive,
è il regime del moto astensionale della
gente nuova. Bisogna ('he qup:-;to llloto sia
il più poRi:-;ihile ampio. l·apiclo, Yeemente.
Sotto questo aspetto la clemon·azia è magnifico regime. E' il !egime della stessa
f01·za attiYa e ln·oduttiYa. E' il regime
della pe1·petua giovinezza soC'iale. Il regime della circolazione della vita.
In questo lo stato è C'iò C'he è in tutti
gli alti-i.: il motore c·enfrale; ma in que-:;to ha una <linnmkn potentissima. quan-
•
-
•
-
;j() -
tlo m:llltenga i I <"<H>1·dina 111<'11to cl<>llP da~­
si. atti d ll' r01·:.w {' :·qwngn ]e f'1·enesie
<lelle pal"ti e <lpgJi irnli,·i<lni. ~\llora lo
sU1to, c-001·clinnt01·p P 11wt01·p, è il p1·odntton.) so,Tano, in quanto ti-asfol'lna n popolo iu na~done: lo elPY<l, c-ioè, <·on l'educ·Hzioue, la pe1·slrnsio1w e J'impel'io a Yivp1·e le fo1·mp snpè1·i01·i <1< lla Yitn etnita,
o tlllitù <lc>1le j.'<'1w1·azioni: n fan\ <'ioè, la
~ua stol'ia P a dru·e ln p1·oc1uzìone sovi·aua : ln sua ('i dltù e In propagazione della
sun <·i,·iltù. nel mon<lo. Al101·a filwlmente lo
siato c-1·ea la Ye1·a clemon·azia nazionale
'
non più clemocTazia <li e-lasse, non della
IJ01·ghesj a, non cl elle el n si·d minori, ma della
rn1zione, in C'Ui la bm·ghesia sta alhl testa
del potel'e e le tlassi mi1101·i Yi pa1·teeipano
ben c-001'Clinate, e snb01·<liiwtt> tutte, queste
e quella, ai :fini nazionali, compresi non
soltanto nel p1·esente, -ma nella pienezza
dei tempi. E' questo il nostro ultimo e prec·iso pen!Sie1·0 cirC'a la democrazia.
Il sindacato uc:d<le1·ù il pal"lamenta1·i~mo '?
1
E' il nostro pern~ie1·0.
f'om 'è noto, i soc-in li::.;ti :-; i son semp1·e
!)1
yantnti e si Y<;lntano cli <lYel' s<·operte nella
raµ:ione eeonomica le l)è\'-'i dell'eclifìzio sodale, e haru10 sempre t1·atto e traggono la
loro seope1·ta a 101·0 p1·ofì.tto. 01· noi pure
la p1·endiamo da 101·0 quale è>, ma alla
« c>leY<lzione i1 del p1·01et<ninto Yogliamo
agghmge1·e 1'<< el eYM~ione n della horgh<tsiH. nttern1ern1o un no,·issimo ::.;tato, pure
Pl>sn cc eYolnto e <"osdente )). ehe sappia
impon·e la noYissimn « p<1àfic:azione )) alruno e all'a1ti-a pe1· i fini suoi. Fini
~uoi c-he "ono i migliol'i fatto1·i -. dei
fini 101·0, pe1·d1(ì senzl'.1 lo stato e bor(l"hesia e. 1n·oleta1·i;1to
si penlerebbero;
.
1·011 lo stato, sotto uno stato energico
e fe1·1110, enti·nm bi poss:ono perYenire
al mas~imo ...,,·ilnppo delle 101·0 forze
p1·oduttiYe e <-ol masf'imo di p1·oduzione
ottene1·e il massimo bene. l'm10 per l'altl'o e dasnu10 per sè. Di questo si trath1. app1u1to: di pon·e ·11 di s:op1·a di tutto
e di tutti la legge della p1·oduzione; non
di subordina1·e, e ta:ato meno di sacrifiea1·e, il 1n·oleta1·iato <:1lla borghesia, o
questa a quello. ma di subordinarli ent1·ambi alla legge della produzione. La
~
-
S2 -
ho1·g·lwsia lrn pi 1ì potere, sta in alto del
pot<·~·e,
lrn il c·ommulo del potere? Ciò non
(• pe1· sollclisf'Hl'e il suo egoismo, è non
tanto pe1· i suoi meriti, quanto per<'hè così
1·iC'hiecle la 1Pgge delln 1n·oduzjone, Yiohtnclo ln quale ~i nttenfa n1ln <·011:-ietnlzione
<li tutti <' cli tutto. Da questa legge, seC'on<10, <'ioè, C'he più, o nwno la se1·vono, le
dassi JH'en<lono Jn 101·0 pa1·te cli pote1·e. Sn
qnpstn si i·e~rnla la giustizia sociale. Su
qu<>sfa insomma si fonda il i·egime. E
il popolo non pensi <li m-e1·e qui lilla
dot.frin•t ostile, ma una <lotfrinn amica,
la solcl amica, pel'C·hè si ('e1·c·H, per i
gio1·11i d1e Yel'numo dopo la guen·a, dopo
le più o men lunghe e le più o men gravi
c·on Yulsion i <lel <lopogueJTa C'he fo1·:-;e
venanno; si <·e1·c·a cli l'i<'hiamm-Io all'o1·cl ine del buon :-;enso e clell'impai·ziale rettitudine, liberandolo <la i suoi pe1·\"ertijli·i
the potrebbero dm·gli al più qualche gior1rnta cli gazza1Ta i·ussn, ma finirebbero
poi c·on essicC'ai·e in lui e pe1· lui, anche
pe1· lui, le fonti della vita, eioè, del laY01·0
e della 1n·o<luzio1w, c·ome nYvien<t, nppunto,
iu Rm..;srn e <'ontinue1·ù nd <lYYeni1·e, finthè
<.;
<
-
53 -
lassù non :-;i sa1·anno i·itl'oYati llll ordine
e un impel'io delro1·cline. Il popolo ha generosità, e qui non Yogliamo negarla, mn
affe1·mal'la. Il popolo ha feC'onclità, e qui
non Yogliamo nega1·la, ma affe1·marla. Il
popolo è il YiYaio cli tutte le forze, e qui
non Yogliamo negai·lo, ma a:ffe1·marlo. Il
popolo italiano è gene1·oso, paziente, sano,
la bo1·ioso, inclusti-e, pieno d'anima, pieno
d'intelligenza e di c·uore, è senza alcun
<lubl>io fra tutti gli elementi <'he compongono l'Italia, il migli01·e, miglio1·e delle
eosiddette classi clfrigenti,
miglio1·e
cli eo._
'
101·0 the lo g0Ye1·nano, migliore degli stessi istituti c:he lo i·eg~;ono,
C'Ome sarmo co·
.... '
101·0 che lo eonosc·ono, eolo1·0 C'he t1·atta110
i ~o le la ti, C'ome sanno le dnque pa1·ti del
mondo su cui esso Ye1·sa il slulore della
!"tta fronte. que8to b1·acC'io dell' uniYe1sale produzione. E noi non Yogliamo mi$tOnosC'ere i c; ,1 oi me1·itL i meriti di questo
popolo, fig1io "Je1le più nobili stfrpi, c:arko delle ciYiltà più auguste, C'he tanto
fe<'e e patì att1·aye1·so i secoli; non Yoglia1110 mistono.ste1·e i 8UOi meriti, ma moltipi ic-al'li. ma po1't<.uli n ottene1·e tutti i
r
.)\
guicle.i·tloni. pe1· la sola da, pe1·ò, che è
re1·n. che è sirn:ei-n, che non (> fa hu-e: nell'unità nazionale e sotto l'autorità dello
stato nazionnle. Chi vuole il dh;solvimento dello stato, non (• i 1 popolo, è il popolo
ti-nYiato, anzi sono t·olm·o C'he lo tl'aviano,
i clemagoghi, i pm·lnmental'i politic-anti,
i l:"'
a 0 ye1·ni lilJe1·ali e demoC'1·atiei ('he fanno
/>ff riltadc il !Jr<Ln rifiuto di g0Yerna1·e.
A nu popolo sano il clissolYimento dello
stato è iuuatu1·ale (si noti che il libernlismo e il clemon·atieismo sono delle
«lassi colte e non del popolo): tiò che gli
è 11ntu1·ale è uno stato ('he sia veramente
uno stato, sotto il quale es80 Ri dispone
secondo il suo buon egoismo, perchè gli
<lù ciò che esso n10le, e ('he non è politica, ma la Yo1·0 e benessei·e, a cui la
Hn})e1·iore eoRC'iemm cleYe aggiungere edueazione, tutti i mezzi più la1·ghi per l'ascensione. Pe1· questo R<TiYiamo e non per
instaurare l'antocrazi.c'1 borghese.
Tol'l1auclo a noi, 01· non è molto leggeYamo nei gio1·nali l'rancesi: « Il Comitato
1·epubblicano del comme1·<:io, dell'industria
e tlella ag1·ieoltu1·n, presieduto dal senat01·e
-
,).)
-
-:\Iasnu·aud, lascia j] partito i·e:Hlic-ale soc-ia1ista e si clic-hia1·a irnlipe.nclente. ~\.. tale
Comitato, elle ha nella Yita politi<.:a della
i·epuùl:li<-a un'azione e un pote1·e g1·ancliÌ'Ìsimi, fanno c·apo: i g:1·andi commercinnti, eoloro c-he clominano i traffici e gli
:-.c·amhi, colo1·0 <·he Yam10 alla conquista
dei me1·cati mondiali, i gnuuli industria} i, massimi p1·oclutto1·i <lelln i-icehezza nazionale , e infine o-li ao·1·ieoltol'i c;he diri~rono l e moltitudini nu·ali. Tutte queste
potenze si el'ano fruo ad oggi strette i11tol'110 al pm·tito i·aclieale socialista, forse pel'd1è esso assieun1Ya una politica
h01·gùese <li ('Onciliazione nella lotta fra
c-apitale e lc1Yo1·0, e sopl'attutto pe1·<:hè
ha rn li Ya un p1·ogrnn11ua di espansione
ec·ouomit:a n. E' indubitato <:he sin qui e
. onesti socialist~ e onesti borghesi a YeYano del pal'i giusto motiYo cli dolersi dei
,!.!nnuli inclustl'ia1i e dei 'g1·ancli commerdnnti francesi: c-o~to1·0 aYeYano ereato
i 1 fenomeno tipieo delrimbosn.1111ento della
101'0 i·agione ec:onomica nella ragione po1iti<'a nlti-ui. La lo1·0 ragione economica
e1·n snn·a, ma si col'l·ompeYa e co1Tompeva
~
~
-- j() -
.J I
~
· l'('J' ,.-11t··,'t 1·immziant alla
lottn pPr il dominio dw gli ~pettnnl. e n
C'ni c10Yen1 apedm1HmtP p1·etenclere. Pe1·chè non è dn tontlanrnu·e la demotrnzia,
ma è cla c·01ula mw i·e In cl<>monazia mencln{'e e ipoC'l'ita, quale <· q1wl1a cli C'oloro cbe
-per le loro eondir,ioni e pe1· 1e 101·0. i~1ten­
zioni non liossono eRse1·e democratici. ma
hmmo la llemoc·1·ar,i<1 pei· espediente. E
non & neanche cln c·01Hlanna1·p il sodali:-.mo. mn è cla c·01Hlnnrnu·e il ~odalismo
merntH·P e ipolTita, quale è> quello di
<'olol'O che per le loro eonclizioni e per le
101·0 intenzioni non possono essere ~od al i:-.ti. ma hanno il socialiRmo pe1· espediente.
Questo è il eostrntto <1i tutto il no~ti·o disc·o1·so. Cm;] (\lillnux, nil'adstn, legato nlla banca internazionn le.,, pluton·nte. eg;om·<-a. ambizioso cli sOYYe1·ti1·e e Ot('upare lo
~tnto, è un fenomeno d'imhosca1µento 11el
n·gime clella m<:>nzogna e tlelripocl'isia l'è1dicnle, soci;1lista. <lemon·atkn, i·epubblic·<:1nn. One(.\ti l'a<lfra 1i, one8ti soeialisti. onesti dPmOcTatiei. onesti i·epnbhlinn1i e tutH
in gene1·ale i C'it taclini fran<'esi semplicemente onei::.ti hanno del pal'i giusto moti-
Ìlll llO!-.{'è\lH l OSI.
'o di dole1·:-..i tli lui. Co:-.ì la gnmcle i·epubhli<'a i·ussa. la gl'ancle demonazia i·ussa,.
la l'iYoluzione i·ussa. è il fenomeno dei
fenomeni, l'on·encla e oscena apoteosi di
tutto l'uniYe1·sale i·egime flella menzogna
P clella ipon·isia in c·ni s'imboscano gli
i~linti clell'ana1·C"hia, della distn1zione,
dPll'nssassinio. Lenin è là! Lenin, il fana tito cli tutte le ideologie famose che
pl'inrn della guen·a fec:onchuono il cerYello clegli uomini e <lei popoli. Lenin l'inten1azionalista, Lenin il p<ld:fista, Lenin
1'antimilital'ista, Lenin il socialista. Lenin r ottimista clell' amo1·e 1u1iYe1·~ale,
clella giustizia uniYersale, della bontà
uniYer8ale del genei·e um<1no. E al tempo
stesso il satil·o balzato nella città degli
nomini, il saceheggiato1·e, il distl'uttore.
Il l'i:fiuto sociale che bwillia e nwl clistn1gge1·e il p1·oclotto sociale, quegli ('he
i gi-eti <'hiama1·0110 Tersite. il clefo1·me
m01·clito1·e dei i·e. Lenin. il solhfale col
G1·nn Tutto, il non solidale c:ol c:onsangnineo. Le:nh1, il fanatico, come diceYamo .. o,·ye1·0 l'assetato cl' utopia e l' assetato cli sang11e. Lenin, il pugnale sot<...
-
·1 YanO'elo. rn huon ossernltore cl~lt°'
"
•
•
e ·rnla lll
h 'rin>luzione tus:-.n, \ irg11110 ]"( •. (,
' . let te1·a (lè\ I>id1·ogn\llo al suo g10rna]e
ll ll<l
·
l
lt ·e tose
nmTH\' tl ultimamente fn\
e a.1
:
·t'' . « Ci sono n ttorno a Lenm. e T1 oques " .
.
t ·
zki dPl1e figure ('be h1sognereb1)e po e1e
" Jl ('i:1l)O dell<1
interpretar<' psa tt ament '-·· .
l" 1>·1e~\;1·00·1
..Hlo »
i 1 ('Olonnello
..
«Chiesa
c1
~ <
'
•
)IuntYiof, c:l1e nelh1 sua prima. orchnanza
p1·odarnò il diritto dei soldati acl_ assa:--c..;irnue i 101·0 u 11i<'ia 1i l' sèl<'('hegguue l~
.. ·otto i' l Yec·chio i·egin1e,
al se1·Y1('<lse, e1cl, s
,
.
zio <lelhl polizia e.li )losea. Fu con la i:n-o.. .<le·~toi·e deffli rrlarni Batalwn·i,
.
~
..
1uz1one 1 1 "
i pa ti·iottic-i ha ttngl ioni Yolontan1 delh\
morte, ell osteutaYa pe1· I.,enin, fino ~lla
vigiUa de11a sua ri ,·olt<l, lUÙ1YYers10ne
eRt1·ema. Il counuissaJ·io pe1· la guerra,
Krilenko donrnn<.lù deiuuo n pre::;tito a
~abokof,' uno dei eapi enc.letti, per puùh l'1eai·e un li1H'O sul sin<ln('alismo, con lu1'aspn1 <.:l·itiea del soeialismo. Pochoh;ki.' i1
conclottie1·0 dell '<1RRalto al Palazzo d Inverno. c·he ha i·ovesc:iato il governo di l{eren.ski. ora gnu1ùe personaggio del Comitato i·ivoluzionario, era impiegato, e pare
·t
o
l
•;)!)
fra i più onesti, a c·entocinquanta 1·ubli al mese, nell'uffic·io statistico della lega clelle dttà, e per c·onse1Tai·e il suo posto.
clopo quale-be imln-oglio politico, cercò la
p1·otezione cli una contes8a l{leinmiehel.
Yon Rchneu1·, uno dej delegati i·ussi per ie
tJ·attatiYe di a1·mistizio, e1·a mm spia al
se1·Yizio della polizia segreta, ha denunci<lto n10lti ~moi eompagni ed ha lasciato
una lette1·a, che si può oggi leggere, nella
quale afferma la ~ma volontà di aiutare
la polizia nella g-ue1-ra alla riYoluzione.
E:obosef, 1u10 dej C'api del gTuppo leninista . di Pietrog1·ado, fu insegnante al oo·inlla810 tedesco <li Riga e :o:;c1·isse denunzie
alla polizia conti-o gli. altri professori
. «non abbastanza patl'iotti ». :Jiitrofanof
.l
l
m·a pres1c ente del Comitato i·iyoJuzionario di Samara, fu nacialnik di Zcmstro.
u?mo molto 'icino alla polizia, 'ecchio regime. E poi si tron1110 : commh;sario del
Consiglio cli Piet1·ogrado della dotlic~si­
nia m·nrnta un tal Rottuificiale Ribbe. sospettato di spionaggio a faYol'e della Gernrnnia, inseguito dal Luglio dell'anno scorso da 1u1 mandato di arresto del coman11011
-
60 -
-6'1 -
'
dnnte tli \Yalk, :-;c·ornparso per un anno,
i·inppm·so qumHlo Lenin è diYe~1uto .ministro p1·esidente: aiuto del c·ommrnsa1·10 per
hl giustizia KoslO\':-ù::i, giorm~lista .reaziouin·io est1·emo sotto il YecC'hlO i·eg1me, ~
un t<ll Kommissn1·or, ex-geneJ'ale di po1izia: aiuto di rr1·ozki 1111 ('Onte Desobl'i,
nu:itntoi·e della desti-a, 01·ganizzatore di
p~·ogroms eo11ti·o gli ebrPi. E se si Ya allo
8molni. il Yec·C'hio echH'anclato bianco che
è oggi il g1·an ministp1·0 della nuova rivoluzione. si ,·rclono in molti uffiei solo a
c·aso clelle fac-<:e lmJ'lmte e <legli stiYaloni
cli antentieo J>opolo tusso, ma molti uonLini, rnsi, intip1·iati. c·on ln·aceialetti d'01·0
al polRo, signo1·e in pellic<:ia, borghesi col
sigino, figul'e di «a7rnrcls )). Sotto tale Zar
,-. oo·o'i
la Russia. Ln Russia! In realtà,
"
t°'~
eO'iunta in ea1lo alla Yia della inenzogua,
essa 11<1 ti·oyato lo s\·olto per tornare allo
"1tato cli natm·a, delln 1rntura bestiale.
8en«·1 almeno di annuaest1·amento e mosti-i quanto sia iu•c·essm·io tonune nella .
sinee1·itil nllo 81.ato cli natura, ma di nomini e di nazioni.
~e1·Yn, o questa noi-;fra umanità euro-
pea sarà preda e pascolo dei novissimi
barbari, i i·ettili e i ve1·mi che brulicano
nei bassifondi dell'ideale. In una delle
nostre visite al fronte andammo una volta al Forte del Lisser. J.,assù vedemmo un
improvviso mirabile rito1·no dell'antico,
un soldato con fucile e baionetta inastata
a mo' di lancia, con elmo di ferro . a guardia d'un ponte levatoio, sulla porta di quel
forte in cima alla montagna solitaria.
Andando vedemmo l'immensa macchina
della guerra moderna immobile e in mo~
vimento, nelle trincee e nei baraccamenti,.
nei reggimenti marcianti e nei traini delle
artiglierie e delle forniture, là in quelle
zone in cui il vivente comune più non appare e sta solo il soldato, cioè, la fronte e
il petto della Patriia contro la fronte e il
petto del nemico, e a cui cla tutta la nazione, dai più remoti angoli e per tutte le
vie, sale tutto lo sforzo del lavoro e della
produzione, tutto lo sforzo della resistenza e degli spiriti che chiedono la vittoria.
ìvia nel ritorno, giunti nel bosco di l\Iarceisine sull'imb1·unire, a8sistemmo al di~­
seppellimento di un nffi<:iale italiano
5
L
-
-
G2
morto in C'omhattinwnto <lic·iannow• giorìiÌ pdm~1. I p:t>nitori ne aYPYHno chiesto il
<·<Hla ve1'<' per 01·rP1H1o c-011 f orto de1 loro
clol01·r. Qrnrnclo i1 c-oqio fu tutto fnoTi, vei-;tito c1Pll'onorata cliYisa clel combattente,
itn 1inno, Yedernrno una c·osa clw ancora ci
nt<'<'ap1·ic-c·ia nPl1a mem01·ia. Il suo volto
i.11 tto ne1·0 era i·i<-opPrt o cl'u n a maschera
l>i<1n<«l E' questa non <•ra sr non un empiastro cli Ye1·mi d1P si agitavnno eon una
frpnesia inc1esni vil!ilr, ..;01·presi <lalla luc·e in quella 1010 op<>ra cli cliY01·azionC', in
rnrzr,o al loro gioc-ornlo hmH'lietto. PareYa
che esprimesse1·0 il f111·01·e cl i c>ssere così
c1istm·hati, e pm·eva el1e rsprimessero anc:o1·a la gioia cli c·onsumare quel nobile figliuolo della specie umana, fo1·se un eroe,
d1e nella tumefazione della Repoltura conserYaYa ancora qtrn ko~·m <la n1i traspariva la p:ioYiJ1e%za. :Noi e i 8olclati ehe staYano a<.:ran1pati nel bo8< o, assiHtevamo
muti a quello RpeUa<'olo. Così quer-;to nrnraYi~:lioRo p1·oc1otto <lei se<'oli e dei millenni, questa n·eatu1·a di tanti popoli e di
tanti ge1ùi, la nostra civiltà, può aver
morte e eonsumazione clai suoi distrut-
G3 - -
to1·i. E ce1·to si è ehe oggi la lott'l non .-..
~oltanto fra gli Im1w1·i Ce itrnli e il resto
clell'Bu1·opa, ma è pm·e fra questo campione delle nrn.g-gio1·i e migliori formazioni
1~n~an~, m01·tale produttore cl'immo1·tahta, .1 ero~ combattente per la sua propria
pati·ia, e 11 ln·ulicame russo.
L'IDEA NAZIONALE
POLITICO QUOTIDIANO
CON GRANDI SERVIZI DALL'ITALIA E DALL'ESTERO
ROMA - VIA DELL'ORSO, 28
Comitato Direttivo
ROBERTO FORGES DAVANZATI
ENRICO CORRADINI - LUIGI FEDERZONI
MAURIZIO MARAVIGLIA
•
Redattori e Collaboratori
Tomaso Monicel li, Luigi Silvio Amoroso, Prof. L. Amoroso, Giuseppe Belluzzo, Giuseppe Borghetti, Antonello Caprino, F. Carli, G. Castellini, V. Cian, S. D'Amico, S. Di
Giacomo, G. De Ruggiero, G. Di Lorenzo, P . Foscari,
Umberto Fracchia, F, Franceschi, Pietro Lanino, V. Leonardi, B. Lorecch io, L. Marchetti, I. Minunni, G. Milelli,
A. Musatti, P. Nonno, A. Nosari, P. L. Occhini, G. Ottone, A. Pagano, M. Pantaleoni, R. Paribeni, E. G. Parodi,
G. Pavoni, P. L. Paris i, E. Pistelli, F. V. Ratti, C. Ricci,
A. Rocco, Rosso di San Secondo, Prof. C. Serono·
G. Stefani, G . Valenti, A. Venturi, B. Varisco, E. Vec..
L. Vite tti, ecc.
ABBONAMENTI
ITALIA
••
••
6
COLONIE :
Annuale .. L. 28
Abbonamenti . . { Semestrale ,, 14
Trimestrale ,, 7
ESTERO :
Abbonamenti .
.i
Annuale • . L.
Semestrale ,,
0
~0 ~/
..c.
/
Trimestrale ., 12
.;::::::::;::::::::;::::::::;::::::::;::::::::;::::::::;::::::::::::::;:::::::::;:::::::::;:::::::::::::::::::::::::::::::::::::,:::::~
Società Anonima E~itr ce l' lTALIANA
•
ROMA - Via dell'Orso, 28
1~:-;1uco
<\:\t
CokR.\lll:'\t
OTILISSDL\ PL;BBLIC \l::'.IO:\E:
Ing. PIETRO LA:'\I:\O
LA NUOVA ITALIA INDUSTRIALE
l e,~f},ere :
prodrr/lori L. 3.-
I.a 111c1rcìa di 1
rrisi itC1lia11C1 .
C \. Ro""o -- 1 dirifli d'Italia oltrt'l11are .
U\!B~:RTo F1<ACCllJA /IC11i::dos contro lo Stato
di :1 tene . . . . .
J:-;,;. 1'1F.T1<0 L\'.'il:\O - La 1111o<·a Jtcilia i11dustnalc (-l ,·olumiJ
E:-rnir-o CoRR.\111:-:1 Disrnrsi m1:;i01wl1
():-;. PmRo FosC.\Rl - Sal;:i•11110 la Dal111a::ia!
I''. G1L.sf-.pp1-. B1·:1.1xzzo l'roicllili e ca1111011i
RoBE!<TO P.·\IHBF.::'\J
- L'/tuli(! e il Jfeditara11eo
Oric11talc
h'c .. Ih \tO C\H::'\t . I.a politirC1 del ferro .
F:'\P.lCO ConRA!ll:'\ J Per lu c111erru d'ftalia
C. E. Orro - Fuoco.' ( ,\lho. di disegm)
. .
Co:-;n: l{ocrn DE 1-.'.i.ss(,<.l'JER - l·rc111resco Giuseppe e la sua Corte . . . . .
ON. Lu1G1 FF.nrnzo~r - J.'llalia di do111a'ni
.
G1 L'~l-l'PE BOR<..òl!l,TTI - I co11dollieri della 110sl ra guerra .
. . . . . . . .
E;.;nico Co1m.\IJJ:-\l e G. OrroN1· - Pe1· la diff11sio11e di 1111a roscic11::c1 i11d11strrale e per la
f01·!11a::io11e di 11110 coscie11::a politica degli
i11d11slriali . . . . . . . . . . . .
Gn; sEPPF. BEl.Luzzo Lo s/01·::0 i11d11striale .
l•
Società Anonima E~itrice "l'Italiana ,,
ROj}IA - Via dell'Orso, 28
/.'JT.IU./N.·l, .\·o,ictcì Jiditria dr «L'Idea Xa::io11a/c ». Jw aO'cr111C1fu /<1 scrit'lrì dei suoi i11te11ti anche 11elle
srrc /•11/J/Jlic;1::io11i li/Jrnrit' T11fli i vo/11111i che ha /mbblic11to so110 dire/ti a 1111cl/'o/•era di ri111111vu111e11to che è
11ryc11te, specie 11cllc1 ,·co11r1mia e 11ella /10/itica.
Raccomn ndiamo di
\l
I "<o Cur1•01 •.\ - • l.<1
»
3.--
»
2.50
»
3.-
»
12.50
»
~so
Quattro grossi volumi - Prezzo 12.50
La premessa d1 og11i esame dcl nostro avvenire industriale è nella con >'CCnza. quasi :<cmpre monca o
addirittura manchc,·olc. di quanto \: stato già fatto in
Italia in tutti i camp;.
L'ing-. Pietro l.11.1i11n nei 4 \nl11111i dc L •/ Xl.j Òf'A
IT.·lU.11 JXJ)C.\"(f\J.ILF., ha vnluto compiere questa
prima 'indispcnsahih: iatica.
»
I.-
»
2.-
»
»
»
»
2.-
T,\LLCRGfCE
2.0.50
5.-
ELETTRICA
(Prezzo L. 3,50).
))
3.-
»
0.50
»
I.50
»
0.30
0.50
»
« T'\DUSTRIE :..rEl<BrBCSTIHILl ED E'.'\ERGIA
I'.'\DCSTRJ E
ESTRATTIVE»
fl primo volume tratta dclk
D'imminente pubblicazione
li gecond0. delle « 10Dl'STRI E i-.IECC\'.'\ICHE INDUSTRIE TESSIU - - PELLI E PE.LLA:..fl 'b. \•
(Prezzo L. 3,50).
~
li terzo e q11arto \'nlumc. legati l'uno all'altro, considcrano un aq~omenlo della 111assi111a i111p orta11::11. poieh~· trattano cli inclu~tric cl l hanno. dcl~iono aYere un
an·l'nirc di grande .sYiluppo.
«LE
JXDCST!<l F
C HDIICHE
,-\LI~IE~-
T t\RI E AGRICOLE -.. (Prcu" L. 3.501 e gli .u·cgati
(Prezzo L. 2.00). S"ll•) appuntn cl)nsickrate in questi
clue ultimi \·olumi. di grandi.' ìmcn:~>e e che si Yendono
anche separatamente dagli altri due.
HoRo:-.Ez - Xel paese del Soviet (scene e figure
della rivoluzione russa.
VAss11.1
Dmgere commiss ioni e vagl ia all'Amministrazione
de; « L'T :\LIANA» - Roma, via dell'Orso, 28.
. lm·iarc <.'aqlia dirc/ta111cnlt' al/'.U!JIIXlSTR.-lZlONE de « L'ITALl. IY.1 ». i11 <.•ia dell'Orso 28. Roma.
« LflTALIANA » • Società Anonima Editrice
ROMA • Via dell'Orso, 28 (P:11azzo Carata)
Uf ,TIME NO t'!T li :
I DrnITTI f)' JT \LI:\ <>LTl<E:--f:\l<f~
cli (;, A. Rosso
.L
I•w JJ l·:TTI LI E C. \NN< JNI. Problr111i
tro1iri drl/'ar111a111r11!0, cieli' ing. Giusrf'f'C !Jcllu::::o. profrssore al Polilec))
nico cli ;\I ila no
L' JT.\Ll \ E lL ;\JEDITl·:Rl<1\.:\EO
»
OR I EXT.\JY di f?obcrto Paribcui
Lt\ J>OLITJC\ Df~L i'ERRO dell'inge»
gnere l<rlllo Cataui . .
L.\ ;\L\RCJ.\ DEI PIH>DL:TT01-<l cli
»
1:11ric11 ( ·orradi11i (terzo mii.diaio)
L\ Cl<lSl LT.\Ll.\N.\ cli l;rc111c,·scu Cof1»
f'ola (terzo migliaio)
FL·oco ! \lbo cli cliscg11i di C. 1-:.. o f'f'o.
con prefazione di Pirr J,udo<t•ico Oc»
clli11i
I CO.:\DOTTJEH I Dl~LL \ NOSTI\.\
c;UEl\R. \, cli (;. Hor!fl1ctt1. Edizione
»
illn~trata (dal r. al 7. migliaio) .
L' lT.\LL\ DI DO:\l:\XI. clcll'cin. l.uiyi
»
Fcdcr::o11i
DISCOI\SI X\ZIC>N.\TJ di !:11rìco Cor»
radim
L \ NCOV.\ IT:\U.\ L\'DCSTRlt\LE
,,\'ll'ing-. Pietro La11i110. 4 ,·olumi .
»
RPLE 13THT,\:::\::\'L\ di !Jo111r11ic·o Oli<t•a »
\'E'\IZELOS CO~TRO LO ST \TO
Dl \TE.i\ E. cli C111baln Fracrhia
»
LO ST \ TO -:\fODFRNO r~ L \ DI-
2.:;o
r.-22.-
3.3.-
.:;.-
o._::;o
2.;)0
I2 .:)0
r._:;o
3.-
FES_\ SIS:\I IC\ DEL P\ESE, del
dottor
M.
Jiaurrri
»
2.-