Presentazione del Rapporto - Europamondo

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Presentazione del Rapporto - Europamondo
Presentazione del Rapporto
Obiettivo del presente rapporto, giunto alla terza edizione, è far comprendere il grado di
coinvolgimento dell’Amministrazione regionale nei vari campi dell’intervento comunitario. Il
positivo interesse suscitato dalle edizioni precedenti rappresenta un incentivo per migliorare
l’informazione che permette di descrivere, anche se in maniera sintetica, l’impegno regionale
nell’attuazione di programmi, iniziative e azioni sostenute in parte o totalmente dai finanziamenti
europei.
Le Regioni, già da diversi anni, esprimono la volontà per una partecipazione attiva al processo di
integrazione europea, non solo in qualità di interlocutori istituzionali, ma anche come soggetti
catalizzatori di interessi pubblici e privati espressi dal territorio ed in grado di intercettare le
opportunità finanziarie offerte dalla Unione Europea, coniugandole con le proprie politiche di
intervento.
Il 1999 è stato un anno particolarmente significativo per la Regione Emilia-Romagna: si è avviata a
termine la sesta legislatura e sono stati approvati importanti provvedimenti, quali la LR 3/99
attuativa della cosiddetta “Riforma Bassanini” e relativa alla riforma del sistema regionale e locale.
Si sono ridisegnati, tramite un ulteriore conferimento di funzioni e compiti amministrativi dallo Stato
alle Regioni ed agli Enti Locali, le nuove coordinate del modus operandi della Pubblica
Amministrazione, creando le condizioni per una più efficace ed efficiente operatività.
Sul piano strettamente gestionale e connesso alle attività comunitarie, con il 1999, si è conclusa la
programmazione della seconda fase (1994-1999) di interventi attivati sul territorio comunitario
attraverso l’impiego dei Fondi strutturali.
Al 31 dicembre 1999 sono risultate impegnate tutte le risorse assegnate dalla programmazione degli
obiettivi 2, 3, 4 e 5b. Nell’ambito degli obiettivi 3 e 4, la Regione ha beneficiato, inoltre, di risorse
aggiuntive assegnate alle Regioni che hanno dimostrato una maggiore capacità di spesa.
Nell’ambito dell’ob. 5b, in virtù degli obiettivi di spesa raggiunti, sono state restituite alla Regione le
risorse comunitarie di solidarietà devolute nel 1997 alle Regioni colpite dal terremoto del 1996.
Col 1999 si è conclusa amministrativamente, la fase del Docup ob. 2 1994-1996 con un livello totale
di spesa rendicontata, rispetto alle risorse programmate, di circa il 95%.
Per il territorio regionale, ed in particolare per le aree più deboli, ciò ha rappresentato
un’importante occasione di sviluppo.
L’alta percentuale di assorbimento ed utilizzo delle risorse comunitarie sta inoltre a dimostrare che
accanto ad una elevata progettualità espressa dal livello locale pubblico e privato si è andata
strutturando una buona capacità amministrativa.
Nel corso del 1999, con la conclusione dei negoziati di Agenda 2000, si sono avviate le fasi di
programmazione degli interventi per il periodo 2000-2006; in quest’ambito la Regione EmiliaRomagna ha approvato gli atti che permetteranno un programmazione rapida e coordinata di tutti
gli strumenti comunitari a finalità strutturale. Si presentano quindi, a partire dal 2000, nuove
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importanti occasioni di sviluppo per il nostro territorio che dovranno essere massimamente
utilizzate al fine di non incorrere nei “meccanismi di taglio automatico” dei finanziamenti che la
Commissione europea, per la prima volta, attiverà nei confronti di interventi programmati ma non
velocemente realizzati. E’ un’ulteriore scommessa per l’intero apparato amministrativo pubblico
coinvolto e per tutti i soggetti potenzialmente interessati.
Questo rapporto, nei prossimi anni, dovrà rendere conto anche di questi aspetti.
In definitiva, in questa Giunta regionale resta una convinzione molto chiara: si sono poste le basi
per una corretta programmazione ed attuazione dei futuri interventi comunitari.
Emilio Sabattini
Vicepresidente della Giunta regionale
Bologna, 29 febbraio 2000
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L’Unione Europea nel 1999
Il 1999 sarà probabilmente ricordato come un anno chiave nella costruzione della “casa europea”:
luci ed ombre ne hanno contrassegnato i principali eventi senza comunque compromettere od
arrestarne l’evoluzione.
Il processo di integrazione europea ha acquisito uno slancio all’inizio dell’anno quando, il 4 gennaio,
i Ministri Finanziari degli Stati membri hanno fissato in modo irrevocabile i tassi di conversione fra
l’euro e le monete nazionali sancendo ufficialmente l’avvio effettivo dell’unione economica e
monetaria e la nascita della moneta unica europea che ha costituito l’avvenimento più importante
dalla firma dei Trattati di Roma (si ricorda che Danimarca, Regno Unito e Svezia hanno preso la
decisione di non parteciparvi mentre la Grecia è stato l’unico Stato che non ha potuto soddisfare i
criteri di convergenza).
L’accordo raggiunto al Consiglio europeo di Berlino (24-25 marzo), nel quadro di Agenda 2000 e la
definizione di un nuovo quadro finanziario hanno contribuito al riassetto di alcune importanti
politiche interne dell’Unione ed alla definizione della strategia di preadesione verso nuovi stati.
Il processo di ampliamento dell’Unione è entrato in una nuova fase ed attualmente riunisce in un
unico quadro 13 paesi europei candidati; in quest’ambito sono stati adottati accordi riveduti di
partenariato nonché specifici strumenti di appoggio alla fase di preadesione.
Il 1° maggio 1999 è entrato in vigore il trattato di Amsterdam concludendo il percorso istituzionale
iniziato nell’ottobre del 1997 con l’accordo e la firma dei rappresentanti dei 15 paesi membri e
proseguito nei mesi successivi con l’iter di ratifica nei singoli Stati.
Le riforme introdotte dal Trattato di Amsterdam hanno modificato e trasformato il Trattato
dell’Unione Europea: si sono poste le basi per una politica comune in materia di giustizia ed affari
interni e per una politica estera e di sicurezza comune che, attraverso nuovi strumenti consentiranno
di prendere decisioni più rapide; sono stati ampliati i diritti di partecipazione del Parlamento
europeo al processo legislativo comunitario; sono state create le condizioni per l’allargamento
dell’Unione. Inoltre il nuovo trattato dedica un capitolo specifico alla lotta contro la disoccupazione
che diventa obiettivo centrale dell’Unione attraverso una strategia mirata e coordinata a livello
europeo.
In tale ambito, il Consiglio europeo di Colonia (3, 4 giugno), a conclusione della presidenza di turno
tedesca, ha adottato il Patto europeo per l’occupazione per ricondurre ad una concezione
complessiva tutte le iniziative dell’Unione in questo campo, per porre le basi per una cooperazione
più stretta al fine di sostenere le riforme economiche in Europa e per rilanciare e far progredire il
dialogo sociale a livello europeo.
I successivi Vertici europei organizzati sotto la presidenza di turno finlandese hanno affrontato ed
approfondito specifici argomenti: il Consiglio europeo straordinario di Tampere (15, 16 ottobre
1999) ha posto le basi dello spazio di libertà, di sicurezza e di giustizia e definito le modalità per
l’elaborazione della carta europea dei diritti fondamentali; il Consiglio europeo di Helsinki (10,11
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dicembre 1999) ha adottato decisioni che segnano una nuova fase del processo di allargamento (13
Stati candidati in un quadro unico) e ha inoltre preso iniziative per avviare la riforma delle Istituzioni
(Conferenza intergovernativa).
Contestualmente alla modifica degli aspetti istituzionali dei trattati, l’Unione Europea ha avviato un
processo di riforma dell’Amministrazione e dei metodi di lavoro delle sue istituzioni. A tale
proposito corre l’obbligo di ricordare la situazione creatasi a seguito del rapporto di un comitato di
esperti indipendenti, insediato dal Parlamento europeo, per esaminare il modo con cui la
Commissione ha trattato problemi di frode e cattiva gestione di alcuni programmi comunitari con le
dimissioni dell’intero collegio dei Commissari presieduto da Jacques Santer. Si è così anticipata di sei
mesi dalla scadenza del mandato, la necessità della nomina del Presidente e dei nuovi Commissari.
La nuova Commissione, presieduta da Romano Prodi, insediatasi ufficialmente nel settembre 1999,
ha posto la riforma dell’Amministrazione tra le sue massime priorità e si è impegnata nell’adozione
di un programma per migliorare l’efficienza, la trasparenza e la responsabilizzazione all’interno della
Commissione quale istituzione “motore” del processo di integrazione europea.
Il 1999 ha segnato altresì una svolta nei rapporti con i paesi ACP, grazie ai negoziati relativi ad un
accordo di partenariato per lo sviluppo che sostituirà la convenzione di Lomè.
Fra il 13 ed il 15 giugno del 1999 si sono svolte, nei quindici Stati membri, le quinte elezioni a
suffragio universale, dei rappresentanti al Parlamento europeo per la legislatura che terminerà nel
2004. La nuova Assemblea, con le riforme introdotte dapprima dall’accordo di Maastricht e,
successivamente, dal Trattato di Amsterdam, ha acquisito maggiori competenze ed un maggiore
potere legislativo da esercitare e gestire unitamente al Consiglio. In tal senso il dialogo
interistituzionale Parlamento/Consiglio/Commissione sarà sempre più cruciale per la scelte e le
politiche che l’Unione Europea dovrà compiere nei prossimi anni.
Nel corso dell’anno alcuni avvenimenti a forte impatto sull’opinione pubblica (contaminazione da
diossina di determinati elementi, utilizzo ormoni nelle carni, encefalopatia spongiforme) hanno
inoltre formato oggetto di specifica attenzione per i provvedimenti straordinari adottati da parte
della Commissione europea.
I termini finanziari l’analisi delle spese del bilancio comunitario condotta dalla Corte dei Conti
europea sull’esercizio 1998, comparata alla rilevazione effettuata per l’esercizio precedente, rivela
ancora un forte assorbimento da parte della politica agricola (48.1%) con più di due punti
percentuali inferiori al dato 1997. Le azioni strutturali hanno registrato un aumento di 2.3 punti
rispetto al dato precedente. Le altre politiche interne aumentano di una minima quota percentuale
(circa lo 0,2%). Per i prossimi esercizi oltre ad una ulteriore tendenza al ribasso, anche se non in
termini sostanziali della spesa agricola, un consolidamento delle spese strutturali a seguito dell’avvio
delle azioni previste da Agenda 2000 ed un aumento delle spese “esterne” per l’avvio delle azioni di
preadesione verso i nuovi paesi candidati.
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Pagamenti effettuati nel 1998, per rubrica delle prospettive finanziarie
Nota: Pagamenti effettuati nel 1998 = pag. a fronte di stanziamenti 1998 + pag. a fronte di riporti dal 1997
(in milioni di euro e %)
Totale:
6%
5%
80 713,0 milioni di euro
5,2%
0,3%
0,1%
35,1%
49%
Legenda
1. Politica agricola comune
38 810,0
(48,1%)
2. Azioni strutturali
28 366,0
(35,1%)
3. Politiche interne
4 878,5
( 6,0%)
4. Azioni esterne
4 067,7
( 5,0%)
5. Spese amministrative
4 219,4
( 5,2%)
272,4
( 0,3%)
99,0
( 0,1%)
6. Riserve
7. Compensazioni
(gli elementi e le considerazioni soprariportate, sono tratte dai documenti della Commissione europea: “Relazione
generale 1999 sull’attività dell’Unione Europea” disponibile sul server Europa
http://europa.eu.int/abc/doc/off/rg/fr/welcome.htm “Corte dei Conti europea – Relazione annuale sull’esercizio 1998”)
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L’Amministrazione regionale nei rapporti con l’Unione
Europea
Strutture operative
La descrizione delle attività dell’Amministrazione regionale di gestione ed attuazione di programmi e
progetti sostenuti congiuntamente da finanziamenti regionali e dell’Unione Europea è il principale
oggetto del presente rapporto che, in forma sintetica, riporta anche altre azioni sostenute dalla
Regione collegate indirettamente a tematiche comunitarie.
Nell’ambito dell’Amministrazione non sono previste strutture operative specificamente dedicate a
tali programmi, ma la loro attuazione fa riferimento alle Direzioni Generali settoriali competenti.
Gli interventi relativi ai Fondi strutturali del periodo di programmazione 1994/1999, che
rappresentano la parte preponderante sia in termini finanziari che di impegno burocratico ed
amministrativo, sono attivati tramite i programmi territorializzati ed intersettoriali. In questo caso,
singole Direzioni generali assicurano il coordinamento operativo fra i vari settori coinvolti:
-
la DG Agricoltura cura la gestione ed il coordinamento del programma per le aree dell’obiettivo
5b, dei programmi Leader II e Pesca e degli interventi previsti nell’ambito dell’obiettivo 5a;
la DG Attività produttive è competente per la gestione ed il coordinamento del programma per
l’obiettivo 2 e dei programmi Retex e PMI;
la DG Formazione Professionale e Lavoro gestisce gli interventi previsti nell’ambito degli
obiettivi 3 e 4 e dei programmi Occupazione, Adapt e degli altri progetti finanziati dal FSE.
Le altre Direzioni Generali operative sono coinvolte direttamente nella gestione di singole misure
all’interno dei programmi 5b e 2 e nell’attuazione di progetti non finanziati dai Fondi strutturali, ma
da altre risorse del bilancio dell’Unione Europea.
Questi ultimi fanno riferimento ad un insieme di programmi o azioni che l’Unione Europea attua e
gestisce, per la maggior parte in maniera diretta, attraverso bandi ed inviti per la presentazione di
progetti. Come si può evincere anche dal rapporto, queste “azioni dirette” si inseriscono nell’ambito
di specifici programmi che hanno l’obiettivo di consolidare politiche comuni già avviate (agricoltura,
ricerca, trasporti, tutela dell’ambiente), o di creare le basi per l’attivazione di nuove politiche comuni
(sociale, cultura, reti transeuropee, turismo ecc.).
Le regole comunitarie di partecipazione a singole azioni e/o progetti, caratterizzate per la maggior
parte dall’elemento della transnazionalità (sviluppo del progetto da parte di più partners europei)
richiedono, nella maggioranza dei casi un forte impegno sia in termini di progettazione che di
gestione. Per un Amministrazione pubblica, in qualche caso, ciò si accompagna ad un notevole carico
amministrativo-burocratico non sempre compensato dal riscontro finanziario. Ciò nondimeno la
partecipazione a progetti comunitari, reca comunque un interesse specifico di accrescimento della
struttura amministrativa confrontata con realtà simili di altri paesi europei, di creazione di reti
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relazionali e di avvio di specifiche collaborazioni anche fra i rispettivi contesti economici e
produtttivi.
A consolidamento della struttura soprarichiamata, dal 1995 è operativo il Servizio Politiche Europee
e Relazioni Internazionali, istituito presso la Direzione Generale alla Presidenza, incaricato dei
rapporti istituzionali con gli Organismi europei e con le strutture nazionali di coordinamento delle
politiche comunitarie ed internazionali e all’interno del quale opera funzionalmente l’Ufficio
regionale di collegamento di Bruxelles.
Nel 1996, con delibera di Giunta n. 447, è stata formalizzata la costituzione della Cabina di regia
regionale con l’intento di migliorare l’integrazione delle attività regionali connesse all’attuazione dei
programmi comunitari. Il livello politico è identificato nella Giunta regionale coadiuvata da un
gruppo tecnico interassessorile coordinato dal Direttore generale alla Presidenza.
Sul piano istituzionale, il Presidente ed il Vicepresidente della Giunta regionale sono membri, per il
periodo 1998-2002, del Comitato delle Regioni organismo consultivo dell’Unione Europea istituito
nel 1993 a seguito dell’entrata in vigore del Trattato di Maastricht.
Ufficio di collegamento di Bruxelles
L'Ufficio di collegamento della Regione Emilia-Romagna a Bruxelles è stato istituito con Legge
regionale n. 12 del maggio 1997 “Istituzione della struttura regionale di collegamento presso le sedi
delle Istituzioni dell’Unione Europea”.
Inserito nell'ambito della Direzione generale alla Presidenza della Giunta, l'Ufficio dipende dal
Servizio Politiche europee e Relazioni internazionali e prevede attualmente l’impiego del dirigente
responsabile della struttura più 3 collaboratori. La struttura lavora in stretto collegamento con Ervet
S.p.A., in virtù della convenzione Regione/Ervet che prevede la realizzazione di una serie di attività
e servizi a supporto dell'Ufficio1.
L'obiettivo principale dell'Ufficio è di garantire il collegamento tra la Regione Emilia-Romagna e le
Istituzioni comunitarie, la Rappresentanza Permanente d'Italia presso l'Unione Europea e le altre
Regioni europee presenti a Bruxelles. La funzione di raccordo permette la realizzazione di una serie
di attività d'informazione/formazione e di assistenza per facilitare la partecipazione della Regione alle
politiche e ai programmi comunitari al fine di accrescere l'immagine e promuovere gli interessi
regionali.
L'ufficio di collegamento della Regione Emilia-Romagna, primo tra gli uffici regionali italiani a
Bruxelles2 , si inserisce in un contesto in cui sono presenti 154 uffici regionali appartenenti a quasi
tutti gli Stati membri. Pur con diverse denominazioni (delegazione, antenna, missione,
1 La Convenzione tra la RER ed Ervet spa (delibere 2456/1997, 1556/1998, 2712/1998) prevede lo svolgimento di supporto
all’attività dell’Ufficio di Bruxelles e la realizzazione di specifiche attività informative, organizzative e di assistenza alle
strutture dell’Amministrazione previste nell’ambito di un piano di lavoro.
2 L’Agenzia Regionale per lo Sviluppo Tecnologico dell’Emilia Romagna (Aster) ha istituito una propria struttura a
Bruxelles nel febbraio 1994, con lo scopo di rappresentare anche gli interessi della Regione. Come testé citato, tale ufficio è
divenuto rappresentanza istituzionale della Regione Emilia-Romagna nel gennaio 1998.
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rappresentanza, ufficio d’informazione, ufficio di collegamento) le rappresentanze regionali hanno
tutte il principale obiettivo d'offrire ai propri governi regionali/locali e ai diversi rappresentanti
territoriali un collegamento diretto con le Istituzioni dell'Unione Europea.
Uffici di rappresentanza a Bruxelles di Regioni, Province e Città per Stato membro (fonti varie)
Austria
Danimarca
Finlandia
Francia
Germania
Grecia
Irlanda
Italia
Paesi Bassi
Regno Unito
Spagna
Svezia
1990
4
4
1
5
4
2
1995
8
4
2
8
15
2
4
1
28
13
6
1999
12
10
3
24
21
1
4
17
5
32
17
8
Le funzioni dell'ufficio si sviluppano sulla base di una complessa rete di relazioni che permette lo
scambio di informazioni e facilita il collegamento tra la realtà regionale/locale e quella comunitaria. Il
networking si concretizza anche attraverso l'organizzazione di incontri con funzionari comunitari e
rappresentanti di altre Regioni europee nell'ambito di missioni regionali a Bruxelles, nonché nella
partecipazione a seminari su tematiche specifiche e nell'organizzazione di iniziative/seminari/gruppi
di lavoro presso la sede dell'ufficio .
Attività nel 1999
L’operatività dell'ufficio può essere ricondotta alle seguenti categorie:
•
Informazione rivolta principalmente all'Amministrazione regionale ma anche al sistema delle
Autonomie locali ed ai diversi attori socio-economici del territorio. L'attività consiste
nell'individuazione, raccolta, selezione, “assemblaggio” di informazioni comunitarie, o
provenienti da altre Regioni europee, su tematiche di competenza regionale. In quest’ambito
compito essenziale dell'ufficio è interpretare concretamente i fabbisogni informativi e fornire
informazioni "decodificate" ed esaustive. Tale attività permette inoltre di veicolare informazioni
sul funzionamento dei meccanismi e sulle procedure interne delle istituzioni dell'Unione Europea
e sulle modalità concrete di partecipazione a programmi ed iniziative comunitarie.
A titolo informativo si evidenziano gli oltre 6000 contatti telefonici/ telematici intervenuti nel
1999 e le oltre 1000 trasmissioni di comunicazioni, note e documenti comunitari.
•
Promozione degli interessi regionali: s'intende la presentazione di iniziative/progetti regionali,
nonché la promozione di manifestazioni pubbliche e seminari di carattere politico-istituzionale.
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Tra le principali iniziative di carattere pubblico organizzate da/presso l'ufficio della Regione
Emilia-Romagna nel 1999:
- Seminario "Agenda 2000 – Orientamenti per i programmi del periodo 2000-2006" promosso
dalla Direzione generale XVI - Politiche regionali della Commissione e rivolto ai
rappresentanti delle sedi di collegamento delle Regioni europee;
- Dibattito sul bilancio dell'attività del Parlamento europeo promossa dall'Associazione
Emilia-Romagna, con la partecipazione di membri italiani del Parlamento europeo;
- Presentazione del progetto comunitario Inter@gorà co-finanziato dalla DG Politiche
regionali della CE: iniziativa presentata dai Presidenti dei Consigli regionali delle Regioni
partners (Regione Emilia-Romagna, Assia, Pays de la Loire, Castilla Y la Mancha, West of
England);
- Conferenza "Regioni-Italia-Unione Europea: verso un nuovo sistema di relazioni" promossa
dalla Direzione generale regionale Affari istituzionali e legislativi (in preparazione della
Sessione comunitaria della Conferenza Stato/Regioni, riunitasi per la prima volta a Bruxelles
nel mese di novembre 1999);
- L’avvio operativo
del "Forum ambiente" (rete italiana di funzionari comunitari,
rappresentanti istituzionali e non che si occupano di ambiente, con l'obiettivo di facilitare lo
scambio di informazioni e di promuovere iniziative in questo settore).
•
Assistenza tecnica: comprende le attività che vanno dall’individuazione di opportunità di cofinanziamento al percorso di redazione e presentazione di progetti ed ad altri contributi quali la
ricerca di eventuali partners europei e la funzione di facilitator nella gestione dei contatti con i
funzionari comunitari e nell’individuazione di opportunità di collaborazione interregionale.
Nell'ambito di questa attività si inserisce inoltre il supporto fornito all'organizzazione di
missioni a Bruxelles di personale dell’Amministrazione e, in taluni casi, anche degli Enti locali:
nel corso del 1999 si sono organizzate ed "assistite" oltre 20 delegazioni.
La funzione relazionale comunemente definita networking consiste perciò nella gestione di una serie
di rapporti con una molteplicità di altri attori politico-istituzionali e di gruppi economici che hanno
proprie strutture di rappresentanza a Bruxelles (Ambasciata, Consolato, Agenzie regionali europee,
Associazioni settoriali, Centri Studi ecc….).
Tra i principali interlocutori istituzionali con cui l'Ufficio opera, la Commissione europea è l’
Istituzione con la quale si è intrattenuto il maggior numero di contatti, in particolare con i Servizi
delle diverse Direzioni Generali, con i Gabinetti dei Commissari e con il Segretariato generale.
Anche la gestione dei rapporti con il Parlamento europeo rientra nell'attività quotidiana; l 'ufficio ha
finora privilegiato i rapporti con i membri italiani, in particolare emiliano-romagnoli e con i
funzionari dei gruppi politici.
Attraverso le strutture della Rappresentanza Permanente d'Italia presso l'Unione Europea sono
mantenuti i rapporti con il Consiglio dell’Unione Europea. Le strette relazioni con la
Rappresentanza Permanente permettono di seguire più efficacemente, in seno alle Istituzioni, i
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dossiers relativi alle tematiche d'interesse regionale, mediante incontri, riunioni o il semplice scambio
d'informazioni.
L'ufficio gestisce inoltre, unitamente al Servizio Politiche europee e Relazioni internazionali, i
contatti con il Comitato delle Regioni. L’obiettivo principale è di assistere il Presidente ed il
Vicepresidente della Giunta nel loro mandato di membri del Comitato.
L'ufficio lavora regolarmente con altri uffici di rappresentanza di diverse Regioni europee. In
particolare, sono assidui i rapporti con le Regioni partners tra cui l'Assia (in base al partenariato
ormai settennale e alla condivisione della stessa sede di rappresentanza a Bruxelles) e con i Pays de
la Loire. Nel corso del 1999 si è lavorato per accrescere le forme di cooperazione con West
Midlands, Galles (Regno Unito), Scania (Svezia), Stiria (Austria), rappresentanza di Berlino
(Germania), Overijssel (Paesi Bassi), Aquitaine, Lorena (Francia), País Vasco e Castilla y la Mancha
(Spagna).
Per quanto riguarda le Regioni italiane, sono presenti a Bruxelles 17 uffici di collegamento. Esiste tra
queste un livello di "coordinamento", la cui segreteria è gestita a turno da ciascun ufficio. L'obiettivo
è quello di dialogare in maniera coordinata con le Istituzioni comunitarie e con la Rappresentanza
Permanente d'Italia presso l'Unione Europea e di organizzare iniziative comuni. Durante il turno di
segreteria dell'Emilia-Romagna, conclusosi nel gennaio 1999, l'ufficio ha organizzato varie iniziative:
incontri a Lussemburgo con il Vicepresidente della BEI e funzionari del FEI, riunione con gli Esperti
nazionali distaccati presso la Commissione (END), seminario sulle politiche di cooperazione allo
sviluppo, incontri tematici con i consiglieri della Rappresentanza Permanente d'Italia presso l'Unione
Europea e con i funzionari di Commissione e Parlamento europeo.
Contatti a Bruxelles
Associazio
ni europee
10%
vario
10%
Università
imprese 3%
Commissio
ne europea
28%
Uffici
regionali
europei
24%
Ambasciata
, Consolato
4%
Contatti in ambito regionale
Italrap
11%
privati
5%
1%
Ass
categoria
3%
Centri
s ervizi
3%
Parlamento
europeo
13%
vario
9% RER
42%
E rvet
26%
enti locali
8%
L’anno 1999 ha quindi permesso il consolidamento dell'Ufficio di Bruxelles nell’ottica di una
progressiva e sempre più funzionale operatività sia nei confronti delle strutture
dell’Amministrazione, sia verso le altre strutture di riferimento a Bruxelles ed in Regione.
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La convenzione con ERVET spa
Nell’ambito delle attività di collegamento con l’Ufficio di Bruxelles e con l’obiettivo di strutturare
specifiche attività di informazione ed assistenza ai diversi settori dell’Amministrazione, la Regione
Emilia Romagna ha avviato una collaborazione con ERVET spa.
L’ufficio “Servizi sulle Politiche dell’Unione Europea” di ERVET ha realizzato, in tal senso, per
conto della Regione Emilia-Romagna, i seguenti strumenti informativi:
•
EuRop@FacilE – un sito WEB di informazione e orientamento sui programmi e i
finanziamenti comunitari finalizzato a consentire all’utente di reperire con facilità, grazie ad un
sistema di navigazione guidata, informazioni relativamente ai programmi ed alle opportunità di
finanziamento dell’Unione Europea, nonché tutta la documentazione necessaria per la
presentazione di progetti alla Commissione. Il sito, aggiornato quotidianamente, è accessibile
attraverso il sito ERMES della Regione Emilia-Romagna e il sito di ERVET, oppure
direttamente all’indirizzo http://www.ervet.it/politicheue/politicheue.htm. Il sito, inaugurato nel
gennaio 1999, ha registrato nel corso dell’anno un totale di 11.000 consultazioni attribuibili a
varie tipologie di utenti;
• INFOMAIL – uno strumento informativo erogato settimanalmente attraverso posta elettronica e
strutturato sulla base delle specifiche esigenze dell’utente, nell’intento di consentire all’utente
stesso di essere costantemente e tempestivamente aggiornato sullo stato di elaborazione ed
attuazione delle politiche dell’Unione Europea con riferimento ad aree tematiche da lui
individuate.
Attualmente, oltre agli Uffici e Servizi della Regione, usufruiscono di questo servizio diverse
Amministrazioni locali (Province e Comuni), nonché altri Organismi di vario tipo.
•
EUROLETTERA – una newsletter, a cadenza mensile, su tematiche di rilevanza comunitaria e
sull’attività politica e legislativa dell’Unione Europea. Oltre agli Uffici e Servizi della Regione.
Questo strumento di informazione ha incontrato l’interesse di una molteplicità di soggetti, quali
altre Amministrazioni locali (Province, Comuni, Comunità Montane), Aziende municipalizzate,
Associazioni imprenditoriali, Organismi ed Associazioni di vario tipo.
Parallelamente alla predisposizione degli strumenti informativi indicati, l’ufficio di ERVET risponde
quotidianamente a molteplici richieste di documentazione e di informazioni relative sia ai contenuti
dei suddetti prodotti informativi che, più in generale, a tematiche afferenti le politiche comunitarie, in
particolare, con riferimento alle richieste pervenute da Uffici e Servizi della Regione, ma anche da
utenti esterni.
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1
ATTUAZIONE E PARTECIPAZIONE
ALLE POLITICHE COMUNI
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La Politica Agricola
Lo scenario comunitario
Il 1999 è stato caratterizzato dalla riforma della politica agricola comune (PAC) adottata nel quadro
di Agenda 2000 e che si fonda su una riduzione dei prezzi di sostegno dei mercati e su un aumento
degli aiuti diretti agli agricoltori. Con tale riforma la Commissione europea si è data anche come
obiettivi la salvaguardia del modello agricolo europeo attraverso la salvaguardia di un’agricoltura
sostenibile e competitiva.
La base giuridica della riforma è costituita da un pacchetto di regolamenti che il Consiglio ha adottato
a partire dal mese di maggio 1999 (regolamenti nn.1251-1259/1999 e regolamento n.1493/1999).
Le normative regolamentano i vari settori introducendo le innovazioni previste dalla riforma. In
particolare:
-
-
la ridefinizione dei ruoli delle sezioni garanzia ed orientamento del Fondo agricolo comunitario;
la riorganizzazione e l’introduzione di nuove misure per il sostegno allo sviluppo rurale;
la creazione di un collegamento tra il sostegno diretto agli agricoltori ed il rispetto delle esigenze
ambientali (regolamento1259/99);
nel settore dei seminativi, la riduzione del 15% dei prezzi di intervento in due anni a partire
dalla campagna 2000/2001 e l’aumento degli aiuti diretti ai produttori;
nel settore del latte e dei prodotti lattiero caseari, la riduzione dei prezzi di intervento in tre
fasi e l’introduzione di un aiuto diretto a partire dal 2005 ed inoltre il mantenimento, fino al
2008, del sistema delle quote lattiere (compreso un aumento del 2,4% del quantitativo totale di
riferimento ripartito anche all’Italia);
una riorganizzazione sostanziale dell’ OCM vitivinicola;
una riduzione del 20% dei prezzi di sostegno nel settore delle carni bovine compensate da un
aumento dei premi esistenti.
Oltre a questa attività legislativa legata alla riforma della PAC si segnala nel corso dell’anno:
-
-
-
la modifica del regolamento 2092/91 relativo all’ agricoltura biologica con l’introduzione della
parte relativa alle produzioni animali e l’adozione di un regolamento specifico per l’introduzione
di un logo CE per le produzioni biologiche;
l’ulteriore aggiornamento dell’elenco delle denominazioni (circa 520) registrate ai sensi del
Regolamento2081/92 relativo alla protezione delle indicazioni geografiche e delle
denominazioni d’origine dei prodotti agricoli ed alimentari;
l’adozione di una comunicazione della Commissione europea su “Orientamenti per
un’agricoltura sostenibile”
126
Gli interventi comunitari nel settore agricolo e agroindustriale regionale3
Il quadro degli interventi, attuati nel 1998 in Emilia-Romagna, conferma l’ampia tipologia di
finanziamenti comunitari che può essere ripartita nelle due grandi famiglie dei regolamenti di mercato
e di quelli a finalità strutturale. Nel complesso i finanziamenti Unione Europea superano i 789
miliardi, con oltre 923 miliardi di aiuto pubblico complessivo.
Mercati. Gli interventi che regolano il mercato comprendono i ritiri dei prodotti, i regimi di
compensazione nel settore dei seminativi e degli allevamenti bovini e ovini, gli aiuti ambientali e al
rimboschimento delle aziende.
Ai regolamenti di mercato vanno quasi 680 miliardi di lire, pari al 86% dei finanziamenti dell’Unione
Europea. Il sistema di ritiro dei prodotti agricoli eccedentari mantiene un ruolo di primo piano per il
sostegno al reddito degli agricoltori. L’ammontare complessivo gravita attorno ai trecento miliardi di
lire e rappresenta la seconda forma di sostegno al reddito dopo il regime di compensazione ai
seminativi. Il sostegno ai seminativi si attesta nel 1998 sui 316 miliardi, con una riduzione di quasi il
5% rispetto all’anno precedente. Un esame approfondito di questo intervento viene svolto nel
paragrafo successivo.
Per quanto riguarda le misure di accompagnamento, occorre evidenziare la ”esplosione” delle
compensazioni per gli impegni agroambientali (regolamento CEE 2078/92) degli agricoltori, più che
raddoppiate rispetto all’anno precedente. Nel 1998 queste misure hanno ricevuto un finanziamento
di quasi 60 miliardi. Si tratta di una delle voci più significative nel quadro degli interventi comunitari,
in quanto denota l’avvenuta sensibilità degli agricoltori a questo dispositivo.
Tab. 1 - Quadro degli interventi dell'U.E. per l'agricoltura dell'Emilia-Romagna nel 1998 (milioni di lire)
Azione comunitaria
(ha o UBA)
Beneficiar
i
n.
Quantità
54.014
446.495
1.955
Aiuto pubblico
Totale
di cui quota
Ue
REGOLAMENTI DI MERCATO
Interventi di mercato (AIMA)
Regime di sostegno ai seminativi
Premio mantenimento vacche nutrici
(Reg. 2066/92)
Premio bovini maschi (Reg. 2066/92)
Premio straordinario bovini per immissione sul mercato
(Reg. 234/96)
Premio speciale produttori carni ovine (Reg. 2069/92)
Interventi ecocompatibili (Reg. 2078/92)
Misure forestali (Reg. 2080/92)
Totale regolamenti di mercato
REGOLAMENTI A FINALITA' STRUTTURALE
Misure 5b (sottoprogramma Agricoltura):
Valorizzazione produz. Agro-silvo-pastorali
Valorizzazione specie e risorse animali
Diversificazione delle produzioni vegetali
Attività integrative nelle aziende agricole
Risorse idriche e viabilità
Assistenza tecnica nelle zone umide
294.195
315.957
294.195
315.957
UBA 19.978
6.791
5.636
3.021
0
UBA 16.614
0
4.320
0
4.320
0
0
10.612
330
0
Ha 165.682 10.465 UBA
Ha 706
0
112.123
7.248
740.634
0
56.061
3.624
679.793
8.345
1.305
732
1.428
10.871
558
4.069
587
329
643
3.642
251
170
29
74
29
30
3 Si fa riferimento all’anno 1998 in quanto al momento della redazione del rapporto, non erano disponibili i dati complessivi
1999, normalmente previsti per maggio 2000.
126
Ricerca e sviluppo nelle zone umide
Riassetto infrastrutturale nelle zone umide
Iniziativa Leader II
Iniziativa Pesca
Misure 5a e altre:
Piani di miglioramento aziendale (art. 7 Reg. 950/97)
Piani di miglioramento giovani (art. 11 Reg. 950/97)
Premi di insediamento giovani (art. 10 Reg. 950/97)
Indennità compensativa (art. 17 Reg. 950/97)
Associazioni di gestione (art. 16 Reg. 950/97)
Assistenza interaziendale (art. 14 Reg. 950/97)
Contabilità aziendale (art. 13 Reg. 950/97)
Trasformaz/comm. Prod. Agricoli (Reg. 951/97)
Prepensionamento (Reg. 2079/92)
Set aside
Imboschimento (Reg. 1609/89)
Estensivazione (Reg. 4115/88)
Estirpazione frutteti
Associazioni dei produttori (Reg. 952/97)
Associazioni produttori ortofrutticoli (Reg. 2200/96)
Divulgazione agricola (Reg. 270/79)
Totale regolamenti a finalità strutturale
27
11
1.753
4.990
813
2.246
4
0
4.585
0
1.973
0
37.189
1.842
22.651
4.301
286
40
63
17.811
181
0
44
703
21.476
1.337
39.788
939
183.218
923.852
9.297
921
11.326
2.115
71
10
16
8.905
90
0
33
211
21.476
334
39.788
300
109.446
789.239
1171
245
815
2057
16
3
139
36
0
0
95
4
UBA 39283
0
0
UBA 1223
3
14
35
TOTALE GENERALE
Fonte: Regione Emilia-Romagna - Assessorato Agricoltura.
Strutture. I regolamenti a finalità strutturale sono stati ripartiti in misure destinate alle zone 5b
(zone rurali svantaggiate) e in misure orizzontali a vantaggio delle strutture agricole e agroindustriali
dell’intero territorio regionale. Queste ultime comprendono l’applicazione dei regolamenti di
adeguamento delle strutture agricole e gli aiuti alla trasformazione e commercializzazione dei
prodotti. Rientrano nelle misure a finalità strutturale anche gli incentivi al prepensionamento degli
agricoltori, i premi di estirpazione dei frutteti e gli aiuti alle Associazioni dei produttori. Per quanto
riguarda la divulgazione agricola (regolamento CEE 270/79) le erogazioni previste nel 1998 sono di
939,5 milioni di lire, comprensive dei contributi derivanti dall’obiettivo 5b.
In merito agli interventi relativi all’obiettivo 5b, si registra un’accelerazione nell’utilizzazione delle
disponibilità sulla base del rispetto delle scadenze previste dal Docup 1994-1999 con finanziamenti
comunitari per oltre 12 miliardi. Le misure strutturali orizzontali (regolamento CE 950/97) ed alle
imprese hanno ottenuto finanziamenti europei consistenti per quasi 95 miliardi, di cui oltre 9 miliardi
per i piani di miglioramento aziendale ed 11,3 miliardi di premi per l’insediamento giovani.
All’estirpazione dei frutteti sono andati quasi 21,5 miliardi, mentre quasi 9 miliardi hanno finanziato la
trasformazione industriale (regolamento 951/97).
Nel 1998 si osserva una crescita dei finanziamenti strutturali dovuti principalmente alle erogazioni a
favore delle Associazioni dei produttori ortofrutticoli, con l’entrata a pieno regime del regolamento
CE 2200/96 (quasi 40 miliardi).
La stima complessiva degli aiuti pubblici all’agricoltura dell’Emilia-Romagna registra quindi una
crescita delle erogazioni nel 1998 dovute sia al probabile aumento degli interventi di mercato
(probabile in quanto si ritiene che l’entità dei premi ai settori bovino e ovino, tuttora non
interamente disponibili, sia però dello stesso ordine del 1997), sia e soprattutto all’accelerazione
degli aiuti agroambientali e degli interventi a carattere strutturale.
126
L’applicazione della PAC ai seminativi. Giunta oramai al suo sesto anno di applicazione, la
“nuova” politica agricola comunitaria in tema di seminativi ha dato luogo nel 1998 ad oltre 54 mila
domande di compensazione, con una sensibile riduzione rispetto all’anno precedente (-4,4%)4.
Anche le superfici interessate dalle compensazioni si sono ridotte, sia pure in misura modesta (da
circa 451 mila ad oltre 446 mila ettari). Negativo è stato anche l’andamento delle compensazioni, che
sono ammontate nel 1998 a circa 316 miliardi di lire, con una diminuzione del 4,6% rispetto all’anno
precedente.
Per quanto concerne il regime di applicazione prescelto dagli imprenditori, è proseguita anche nel
1998 la tendenza ad un maggior interesse per il regime generale. Le domande per il regime generale
sono infatti cresciute di poco meno di 600 unità, mentre la loro quota è passata dal 18,9% al 20,9%
del totale. Il peso di queste domande è molto superiore se si fa riferimento alle compensazioni,
passate dal 64,4% nel 1997 al 65,2% del totale nel 1998.
I dati relativi ai diversi tipi di utilizzazione (tab.2) evidenziano una forte dinamica fra le diverse
colture ed una rilevante capacità di adattamento degli imprenditori agli andamenti di mercato. I cereali
hanno interessato nel 1998 poco meno di 51 mila domande, con una flessione di poco superiore a
quella manifestata dal numero complessivo di domande.
Tab. 2 – Numerosità, superfici e contributi riconosciuti ai seminativi
Beneficiari
Totale compensazioni
Cereali
Di cui: mais
Di cui:altri cereali
Oleaginose
Di cui: soia
Di cui: girasole
Di cui: colza
Lino non tessile
Proteiche
Consociate
Set-aside
Riso
Ceci, vecce, lenticchie
Colture senza comp.
Superfici
97
98
%
97
56.517
53.958
19.805
46.405
54.014
50.925
16.014
45.699
-4,4
-5,6
-19,1
-1,5
7.515
6.621
985
72
8.615
7.773
936
57
14,6
17,4
-5,0
-20,8
66.913
55.102
11.023
788
2
923
3
4
1.093
14
100,0
18,4
366,7
3
2.781
3
10.692
484
27
54.285
11.283
433
18
51.662
5,5
-10,5
-33,3
-4,8
Compensazioni
98
450.688 446.495
357.244 347.119
101.223
82.888
256.021 264.231
97
98
-0,9
-2,8
-18,1
3,2
331.049
236.532
85.918
150.614
315.957 -4,6
228.951 -3,2
72.652 -15,4
156.299
3,8
8,5
8,5
8,7
8,1
78.702
67.694
10.193
815
70.375 -10,6
60.108 -11,2
9.491 -6,9
777 -4,7
9 259,1
4.273
53,7
44 1.323,9
3
1.847
2
9 219,7
2.512 36,0
29 1.383
,6
11.057 -8,3
2.931 68,6
93 -45,5
-
72.595
59.763
11.980
851
14.943
15.189
8.309
7.005
478
261
572.867 573.609
1,6
-15,7
-45,5
0,1
12.053
1.739
171
-
Fonte: AIMA dati provvisori.
Le superfici interessate sono scese a 347 mila ettari, mentre l’ammontare complessivo delle
compensazioni per i cereali è passato da 237 a 229 miliardi di lire (-3,2%). Tale andamento è tuttavia
il frutto di due tendenze opposte che hanno interessato la coltura del mais e quella degli “altri
cereali”. Questi ultimi, infatti, hanno registrato un aumento sia per quanto attiene alle superfici, sia
per quanto concerne le compensazioni. La coltura del mais ha invece risentito dell’infelice andamento
4 . Per il 1998 gli archivi forniti dall’Aima risultano incompleti. In particolare, mancano gran parte dei dati relativi alle aziende
della provincia di Rimini. E’ stata perciò adottata una procedura di stima che si basa sull’ipotesi che anche nel Riminese s i
siano manifestate le tendenze osservate nelle restanti province dell’Emilia-Romagna.
126
della passata campagna di commercializzazione e le domande di compensazione sono passate infatti
da 20 a 16 mila, mentre le superfici coltivate sono risultate di poco inferiori a 83 mila ettari (-18,1%).
L’ammontare della compensazione ha fatto registrare una flessione del 15,4%. Nel 1997, infatti, per
il mais era stata superata la superficie massima garantita assegnata all’Italia, il che aveva comportato
una riduzione delle compensazioni del 2,6%. La riduzione delle superfici coltivate ha evitato che tale
penalizzazione si ripetesse anche nel 1998.
Le oleaginose, prevalentemente rappresentate dalla soia, hanno al contrario fatto registrare un
sensibile aumento sia del numero delle domande, sia delle superfici. Le prime sono cresciute di circa
il 15%, con una dinamica positiva particolarmente marcata per la soia, mentre girasole e colza sono
risultati in flessione. Le superfici sono invece aumentate dell’8,5%, con un andamento omogeneo fra
le diverse specie e superando nel complesso i 72 mila ettari. E’ noto purtroppo come il ripetuto
superamento della superficie massima garantita e l’andamento dei prezzi di riferimento abbiano dato
luogo ad una penalizzazione delle compensazioni superiore al 34%. Ciò ha comportato una netta
riduzione delle compensazioni dirette alle aziende dell’Emilia-Romagna, che per i semi oleosi sono
passate da 79 a 70 miliardi di lire (-10,6%).
In lieve aumento sono risultate anche le superfici destinate a set-aside da parte delle aziende che
hanno optato per il regime generale. Le compensazioni ad esse collegate si sono invece sensibilmente
ridotte per la ridistribuzione territoriale delle superfici, che ha privilegiato le aree collinari e montane.
Per quanto concerne gli altri tipi di utilizzazione, si è registrato un significativo aumento del numero
di domande, delle superfici e delle compensazioni per le colture proteiche. La crisi del comparto
risicolo trova invece conferma nei dati analizzati, poiché le domande di compensazione e le superfici
si sono ridotte del 10,5% e del 15,7% rispettivamente. Il raddoppio dell’entità delle compensazioni
per unità di superficie ha tuttavia consentito ai risicoltori emiliano-romagnoli di ottenere
compensazioni per poco meno di 3 miliardi di lire, con un aumento di circa il 70% rispetto all’annata
precedente.
Un’ultima notazione concerne le colture non oggetto di compensazione. Come è possibile evincere
dai dati riportati in tabella, queste rappresentano mediamente oltre il 55% della superficie delle
aziende che presentano domanda di compensazione.
L’applicazione dell’OCM ortofrutta. Con il 1998 termina il primo biennio d’applicazione della
nuova riforma dell’Ortofrutta secondo quanto previsto dal regolamento CE 2200/96 relativo alla:
“Organizzazione comune dei mercati nel settore degli ortofrutticoli”, che ha sostituito il regolamento
CEE 1035/72, ormai non più adeguato alle attuali esigenze del comparto. Il dibattito aperto,
dall’applicazione di questo regolamento, non appare ancora concluso e debbono, ancora oggi, essere
meglio definiti alcuni aspetti importanti per rendere più efficace e più facilmente applicabile il regime
di sostegno al comparto.
In termini generali, questo provvedimento ha trovato un’applicazione positiva nelle Regioni del
Centro Nord Italia, dove l’associazionismo tuttora gode di maggiori consensi, tanto da costituire un
fondo di esercizio pari all’82% del totale nazionale. Al Sud, i risultati sono meno soddisfacenti, a
causa di problemi organizzativi nel dare vita ad Organizzazioni dei produttori (OO.PP.) che
gestiscano in modo organizzato la produzione dei soci (almeno 20 miliardi di fatturato per 100
126
aderenti) e la immettano direttamente sul mercato (il fondo d’esercizio costituito in queste Regioni è
stato del 18%).
A livello nazionale al 31 dicembre 1998 le Organizzazioni dei produttori riconosciute (OO.PP.) sono
complessivamente 84 di cui 63 universali, 1 per gli ortaggi, 1 per la frutta, 6 per la trasformazione
industriale, 7 per gli agrumi, 6 per la frutta in guscio. Le OO.PP. che hanno presentato il piano
d’azione in base all’art. 13 del regolamento sono 33, sono 7 invece quelle che hanno presentato
richiesta di pre-riconoscimento. Complessivamente sono 124 le OO.PP. aventi diritto, secondo
quanto previsto dal regolamento 2200/96.
Il contributo comunitario richiesto in conformità a quanto previsto dal regolamento CE 411/97, per
la realizzazione dei programmi operativi e dei piani d’azione è stato di 58 milioni di EURO, contro i
46 del 1997.
Le Regioni in cui l’OCM ha trovato, nel 1998, maggior applicazione sono l’Emilia-Romagna (41%
del totale nazionale) e il Trentino Alto Adige (28%). Il valore della produzione commercializzata
dalle OO.PP. del’Emilia-Romagna ammonta a oltre 1.460 miliardi di lire. Tale fatturato proviene, per
circa il 75%, dalla commercializzazione dei prodotti conferiti dai soci dell’Emilia-Romagna, la
rimanente quota del 25% deriva dalla commercializzazione dei prodotti provenienti dalle altre
Regioni italiane, in particolare: Campania, Basilicata, Puglia, Veneto.
Complessivamente la produzione lorda vendibile regionale del comparto ortofrutticolo è stimata in
2.353 miliardi, quella organizzata, per i prodotti considerati dal regolamento può essere calcolata, in
termini percentuali, pari a circa il 62%, molto superiore alla media nazionale, che si attesta intorno al
25%.
Nel 1998 in Emilia-Romagna, tutte le OO.PP. hanno presentato richiesta di saldo per la
realizzazione delle azioni previste ed approvate nel programma operativo e l’aiuto comunitario
richiesto dalle 14 OO.PP. riconosciute è stato di quasi 39,8 miliardi di lire (tab. 3).
Tenuto conto degli obiettivi generali dell’OCM e degli obiettivi principali riconducibili alla
organizzazione e razionalizzazione della produzione, alla valorizzazione e promozione commerciale,
alla riduzione ed alla stabilizzazione dei costi di produzione, nonché alle misure ambientali, le azioni
individuate, come per il 1997, sono state 11. Quelle che hanno suscitato più interesse e sono state
maggiormente realizzate riguardano l’adeguamento della produzione alla domanda, la realizzazione
delle pratiche ecocompatibili, lo sviluppo e la valorizzazione commerciale, la concentrazione
dell’offerta.
Le considerazioni sopra riportate, tenuto conto del costante calo degli investimenti, favoriti nel
1998, anche dall’applicazione del regolamento CE 2200/97 relativo al risanamento della produzione
frutticola che ha favorito l’abbattimento di circa 2.700 ettari di impianti di mele, pere, pesche e
pesche noci, a cui devono essere aggiunti i frutteti eliminati per i noti motivi fitosanitari dimostrano
che, sotto la regia delle OO.PP., i produttori Emiliano Romagnoli investono ancora in frutticoltura,
sia per introdurre le più moderne tecniche di coltivazione, sia per adeguare la produzione alle reali
esigenze dei consumatori, nonché per sostenere il mercato italiano ed estero.
126
Tab. 3 – Valore della produzione commercializzata (.000) dalle Organizzazioni dei produttori
(OOPP) e aiuti richiesti all’Unione Europea
Nome
(O.P.)
Valore produzione
commercializzata (VPC) 1997
Euro
Inizio
(anno)
Durata
(anni)
lire
SOLEMILIA
COPADOR
ARP
APOCONERPO
APOFRUIT
CORER
AFE
APROFRUTTADORO
GRANFRUTTA ZANI
ASIPO
AINPO
APOFERRARA
CICO
OPOEUROPA
23.748
12.671
16.605
245.769
72.683
39.155
23.938
69.133
18.481
21.180
24.222
5.712
13.044
9.917
45.983.000
24.534.134
32.151.440
475.874.800
140.734.003
75.813.968
46.350.271
133.860.418
35.784.201
41.010.661
46.899.605
11.059.340
25.255.937
19.201.825
QUOTA EU
TOTALE GENERALE
596.257 1.154.513.606
Azioni
realizzate
Integrazioni
e
Compensazion
i
nel 1998
1997
1997
1997
1997
1997
1997
1997
1997
1997
1997
1997
1997
1997
1997
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2
2.935.996
2.187.696
1.659.694
25.666.776
7.879.361
6.642.143
3.747.064
14.501.109
1.791.053
757.511
1.412.715
1.199.464
1.508.730
370.768
Totale
generale
Euro
lire
297.084
0
0
3.346.582
776.538
916.996
167.899
643.276
353.163
0
0
471.321
268.943
75.000
835
565
429
7.492
2.235
1.952
1.011
3.911
554
196
365
431
459
115
1.616.540
1.093.848
829.847
14.506.679
4.327.950
3.779.570
1.957.481
7.572.193
1.072.108
378.755
706.358
835.393
888.836
222.884
3,5
4,5
2,6
3,0
3,1
5,0
4,2
5,7
3,0
0,9
1,5
7,6
3,5
1,2
7.316.802
20.549
39.788.442
3,4
Fonte: Regione Emilia-Romagna - Assessorato Agricoltura.
E’ significativo, inoltre, che nel 1998 l’importo utilizzato per i ritiri dal mercato, le compensazioni e
le integrazioni dei prodotti non compresi dall’allegato 2 del regolamento 2200/96, siano state
scarsamente utilizzate. Infatti sono stati spesi solamente 7,3 miliardi rispetto ai 17,3 preventivati ed
approvati.
Mentre nel 1997 lo scarso impiego di queste risorse finanziarie era imputabile alla scarsa
disponibilità di prodotto, per le gravi gelate primaverili che hanno colpito la nostra Regione, nel
1998, anno in cui la produzione può essere considerata normale, è significativo che, con prezzi
sostanzialmente cedenti, l’andamento commerciale dei prodotti ortofrutticoli dell’Emilia-Romagna
sia risultato positivo.
In merito a questo aspetto è opportuno segnalare che tale trend trova riscontro anche nella continua
evoluzione della produzione integrata, che permette la produzione di frutta più pulita, nel rispetto
dell’ambiente e dell’uomo attraverso l’applicazione di tecniche ecocompatibili fra di loro integrate,
che interessano l’intera filiera, dal produttore fino alla tavola del consumatore.
Gli oneri relativi alla attività di assistenza tecnica per incentivare e diffondere ulteriormente tale pratica,
ormai diffusa su oltre 30.000 ettari di coltivazioni ortofrutticole, sono previsti nei programmi operativi.
Nel 1998 in Regione hanno operato anche le due Organizzazioni di produttori che hanno ottenuto il
pre-riconoscimento in base all’art. 14 del regolamento CE 2200/96: il Consorzio Agribologna ed
Eur.o.p.fruit che hanno presentato il piano di adeguamento per raggiungere gli obiettivi previsti
dall’art.11 del medesimo regolamento. Tali obiettivi sono stati raggiunti e le Associazioni,
riconosciute nel 1998, hanno presentato per il 1999 il programma operativo.
126
%
su
V.P
C.
Entro il 15 dicembre del 1998, con deliberazione regionale, sono state approvate le linee tecniche dei
programmi operativi pluriennali ed i ritiri dal mercato presentati dalle 16 OO.PP. operanti nel territorio,
che debbono essere realizzati nel quinquennio 1999/2003. Sono stati inoltre approvati per le medesime
Associazioni, gli stralci esecutivi per l’anno 1999 relativi all’attuazione dei programmi operativi e ai
ritiri dal mercato. L’importo complessivo approvato è stato di 135,7 miliardi di lire.
La gestione e la certificazione della qualità per i prodotti DOP e IGP. La normativa
comunitaria sulle denominazioni di origine (DOP e IGP) è una forma di intervento pubblico che
istituisce dei marchi collettivi riconosciuti a livello europeo a protezione delle produzioni
agroalimentari tipiche, con l’obiettivo di consentire la diversificazione delle produzioni, di fornire al
consumatore informazioni certe e di proteggere i produttori ed i consumatori dalla concorrenza sleale
di imitazioni a minor livello qualitativo.
L’obiettivo principale è quello di consentire ai produttori di sfruttare un canale di qualificazione delle
proprie produzioni, dando rilievo alle reputazioni di alta qualità che i produttori tipici riescono a
trasmettere.
Nella nostra Regione attualmente i prodotti che godono della Denominazione di origine Protetta (DOP)
sono 10 e altrettanti dell’Indicazione Geografica Protetta (IGP), e per numerosi prodotti sono state
avviate le procedure di registrazione.
La gestione del controllo, vero aspetto qualificante di tutta l’operazione, è determinante per raggiungere
gli obiettivi elencati. Oggi il sistema di controllo è avviato, nel rispetto di quanto indicato dall’art.10 del
regolamento (CEE) 2081/92. Si tratta di consolidare, grazie al tempo e all’esperienza acquisita,
l’efficacia concreta, aumentando la diffusione e la riconoscibilità dei prodotti tipici, sia di quelli di
tradizione secolare, noti in tutto il mondo, sia di quelli meno prestigiosi, ma ugualmente rappresentativi
di una stretta connessione fra territorio e lavoro.
Il piano regionale di sviluppo rurale 2000-2006
Il Piano di sviluppo rurale (PSR) approvato dal Consiglio regionale il 19 gennaio 2000 è stato
trasmesso alla Commissione europea, per la definitiva approvazione ai sensi del regolamento (CE)
1257/1999 che dovrebbe intervenire nel corso del primo semestre 2000.
Il PSR si inserisce a pieno titolo tra gli strumenti adottati dal governo regionale per promuovere il
comparto agricolo e, per questo motivo, nell’elaborazione del piano si è tenuto conto del contesto
socio-economico regionale e della coerenza che il Piano ha con le altre principali politiche regionali
per il settore.
Il Piano si propone di promuovere un’evoluzione differenziata delle diverse realtà agricole presenti
in Regione, grazie alla valorizzazione dei punti di forza specifici di ciascuna e ad un’integrazione
virtuosa fra tutela dell’ambiente e sviluppo socio-economico. Pertanto l’obiettivo globale è
accrescere la competitività delle imprese, mantenendo la coesione e l’integrazione dei sistemi socioeconomici territoriali e favorendo la salvaguardia delle risorse ambientali.
La realtà agricola dell’Emilia-Romagna può essere ricondotta alla combinazione di tre paradigmi
produttivi:
126
1) Un’agricoltura intensiva specializzata sviluppata soprattutto nelle aree di pianura e che deve
il suo successo alla capacità di mantenere sempre elevata la produttività, grazie alla costante
attenzione alle innovazioni tecnologiche, ai continui adeguamenti strutturali e alla qualità del
processo produttivo;
2) Un’agricoltura orientata alle produzioni tipiche di pregio che deve il suo vantaggio
competitivo alla specificità territoriale delle risorse naturali, fisiche ed umane, all’ambiente
socio-culturale, tradizionale e istituzionale;
3) Un’agricoltura a forte valenza ambientale con rilevanza soprattutto nelle zone di montagna,
ma con una incidenza notevole anche in zone periurbane ed in altre aree della Regione e
caratterizzata prevalentamente da aziende a carattere familiare, non professionali, in cui il
reddito agricolo si intreccia di frequente con quello proveniente da altre attività e dove l’attività
agricola è spesso svolta a tempo parziale.
Il Piano regionale di sviluppo rurale intende sostenere tutti e tre questi tipi di agricoltura,
valorizzando - attraverso un orientamento deciso al mercato ed il sostegno all’innovazione - i fattori
di competitività ad essi connaturati. L’ articolazione in tre Assi principali risponde alle seguenti
priorità:
- sostegno all’ammodernamento ed alla diversificazione della struttura produttiva. Si tratta di un
obiettivo di evidente valore generale, che assume tuttavia particolare rilevanza strategica per
l’agricoltura intensiva;
- promozione di attività agricole eco compatibili. Perseguendo questo obiettivo si intende
rafforzare in particolare l’area dell’agricoltura a valenza ambientale;
- supporto allo sviluppo locale tramite interventi integrati. Questa linea di azione intende cogliere in
particolar modo le esigenze dell’agricoltura tipica di pregio.
Tre fili conduttori legano le diverse Misure previste dal Piano: qualità, adesione al decentramento
amministrativo e continuità con gli interventi di successo della precedente programmazione
(promozione dell’agricoltura biologica e integrata, sostegno agli investimenti nella filiera
dell’agroalimentare, aiuti ai giovani, interventi sul paesaggio).
Asse 1: Sviluppo della competitività delle imprese
L’Asse persegue l’obiettivo di rafforzare la competitività del sistema delle imprese e l’evoluzione
differenziata della realtà agricola e comprende misure finalizzate ad innalzare la competitività delle
imprese agricole, così come delle strutture di trasformazione e commercializzazione dei prodotti
agricoli.
Le imprese agricole dell’Emilia-Romagna attraversano una fase di grande cambiamento caratterizzata
dai seguenti elementi: il passaggio alla Agricoltura Integrata, assieme all’espandersi delle Produzioni
Biologiche; l’ampliamento della dimensione media delle aziende; l’inserimento di una nuova
generazione di imprenditori agricoli; il modificarsi del rapporto aziende/mercato.
126
In questo frangente è grande la necessità di investimenti e di imprenditorialità e a testimonianza del
fermento nel settore agricolo, vi sono le molte domande di investimento e di primo insediamento
presentate nel periodo 1994-99, non soddisfatte dalle risorse disponibili.
Importante è, poi, il sostegno all’industria agro-alimentare collegata alla produzione agricola. Il
sostegno agli investimenti aziendali è cruciale anche per le aziende dei territori montani che si
avviano a diventare pluriattive, differenziando le loro fonti di reddito.
Il rafforzamento competitivo della struttura produttiva verrà perseguito anche tramite la crescita
professionale degli addetti: oltre all’erogazione di aiuti ai giovani per garantire il ricambio
generazionale complessivo del settore, sono previsti specifici interventi in campo formativo.
Asse 2: Ambiente
L’Asse concorre al raggiungimento dell’obiettivo di promuovere uno sviluppo sostenibile che faccia
della tutela dell’ambiente un servizio rivolto al benessere della collettività ed un’opportunità di
valorizzazione dell’agricoltura e dello sviluppo rurale.
Sono previsti interventi per la diffusione di sistemi di produzione a basso impatto sull’ambiente,
ovvero caratterizzati da bassi consumi intermedi (con particolare riferimento all’agricoltura
biologica), ma anche il sostegno ad attività di cura del paesaggio e dello spazio rurale, di tutela della
biodiversità e di rimboschimento dei terreni agricoli. Al recupero, salvaguardia e miglioramento delle
foreste e della filiera del bosco si intende dedicare un gruppo di interventi specifici, in considerazione
del ruolo particolarmente rilevante che queste svolgono in termini di preservazione degli equilibri
ambientali.
Alla base del sistema di priorità dell’Asse, c’è l’assunto che la qualità dei prodotti agricoli non può
essere disgiunta dalla qualità del territorio sul quale essi sono realizzati e che alla base del nuovo
patto sociale fra agricoltura e società, sta la ridefinizione di agricoltura intesa come attività che
produce, oltre ad alimenti e materie prime, anche ambiente, paesaggio e servizi per il tempo libero.
L’obiettivo di sostenere una agricoltura intensiva di pianura ad alto reddito e rispettosa delle risorse
ambientali e che ricostituisca un paesaggio rurale gradevole, è di fatto una sfida che richiede di essere
sostenuta con grande impegno.
Per la montagna e la collina, si tratta soprattutto di mantenere e ripristinare sia territori e paesaggi
creati dall’attività agricola, sia ambienti forestali. La presenza dell’uomo, ed in particolare
dell’agricoltore, è fondamentale: per questo la Misura “indennità compensativa per zone
svantaggiate” è stata compresa nell’Asse Ambiente.
Asse 3: Sviluppo locale integrato
L’Asse, che concorre all’obiettivo di riconoscere il ruolo polifunzionale dell’agricoltura ed attuare
una strategia integrata per le zone rurali, si articola su due fronti complementari: quello della
diversificazione delle attività economiche e quello della valorizzazione del territorio. Quanto al
primo, si intende riservare una particolare attenzione alle Misure per lo sviluppo di attività di
servizio ed integrative del reddito agricolo, nonché alla promozione di strutture e di circuiti
agrituristici. Per quanto attiene alla valorizzazione delle specificità locali, verranno intraprese azioni
per favorire la commercializzazione di prodotti agricoli di qualità legati al territorio. Inoltre, verrà
126
accordato un supporto alla realizzazione di infrastrutture rurali e di opere di salvaguardia del
patrimonio rurale.
La grande parte delle risorse comunitarie disponibili sarà concentrata nelle zone di montagna e nel
basso ferrarese, che rientreranno nelle aree delimitate come “Obiettivo 2”.
Struttura del Piano regionale di sviluppo rurale (proposta presentata alla Commissione europea)
ASSE 1 – Sostegno alla competitività delle imprese
Misura 1.a – Investimenti nelle aziende agricole
Misura 1.b – Insediamento dei giovani agricoltori
Misura 1.c – Formazione
Misura 1.g – Miglioramento delle condizioni di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli
ASSE 2 - Ambiente
Sotto-asse – Agroambiente
Misura 2.e – Indennità compensative in zone sottoposte a svantaggi naturali
AZIONE 1 - Indennità compensativa nelle zone soggette a svantaggi naturali
Misura 2.f – Misure agroambientali per la diffusione di sistemi di produzione a basso impatto ambientale e conservazione degli spazi naturali,
tutela delle biodiversità, cura e ripristino del paesaggio
AZIONE 1 - Produzione Integrata
AZIONE 2 - Produzione biologica
AZIONE 3 - Colture intercalari per la copertura vegetale nel periodo autunnale e invernale
AZIONE 4 - Incremento della materia organica nei suoli
AZIONE 5 - Inerbimento permanente delle colture da frutto e vite
AZIONE 6 - Riequilibrio ambientale dell’allevamento zootecnico specializzato da latte
AZIONE 7 - Pianificazione ambientale aziendale
AZIONE 8 - Regime sodivo e praticoltura estensiva
AZIONE 9 - Ripristino e/o conservazione spazi naturali e del paesaggio agrario
AZIONE 10 - Ritiro ventennale dei seminativi per scopi ambientali
AZIONE 11 - Salvaguardia della biodiversità genetica
ASSE 2 – Ambiente
Sotto-asse – Foreste
Misura 2.h – Imboschimento dei terreni agricoli
AZIONE 1 - Boschi permanenti
AZIONE 2 - Arboricoltura specializzata da legno a fini produttivi
AZIONE 3 - Impianti con essenze arbustive ed arboree ai fini di protezione dal dissesto e dall’erosione e di consolidamento di pendici
instabili
AZIONE 4 - Alberature, boschetti e fasce arborate di collegamento o frangivento, comprese aree a radura purché ritirate dalla
produzione a fini ambientali
Misura 2.i – Altre misure forestali
AZIONE 1 = Imboschimento di terreni non agricoli
AZIONE 2 = Interventi di miglioramento eco-morfologico delle aree forestali
AZIONE 3 = Interventi selvicolturali sostenibili
AZIONE 4 = Meccanizzazione forestale
AZIONE 5 = Associazionismo forestale
Misura 2.t – Tutela dell’ambiente in relazione alla selvicoltura
AZIONE 1 = Realizzazione di strumenti di conoscenza e prevenzione
ASSE 3 - Sviluppo locale integrato
Misura 3.m – Commercializzazione di prodotti agricoli di qualità
Misura 3.o – Rinnovamento e miglioramento di villaggi e protezione e tutela del patrimonio rurale
Misura 3.p – Diversificazione delle attività del settore agricolo e delle attività affini
Misura 3.q – Gestione delle risorse idriche in agricoltura
Misura 3.r. – Sviluppo e miglioramento delle infrastrutture rurali connesse allo sviluppo dell’agricoltura
126
Programma regionale di sviluppo rurale - Piano finanziario
(proposta presentata alla Commissione europea)
(in milioni di euro)
totale
contributo
spesa
UE
pubblica
misure
asse1 "sostegno competitività imprese"
1a - Investimenti aziendali
1b - Insediamento giovani agricoltori
1c - Formazione
1g - Investimenti per la trasformazione e commercializzazione
subtotale
asse 2 "ambiente"
2f - Misure agro-ambientali
2h - Imboschimento terreni agricoli
2i - Altre misure forestali
2t - tutela ambient.silvicoltura
2e - Indennità compensativa
subtotale
asse 3 "sviluppo locale integrato"
3m - commercializzazione prodotti agricoli di qualità
3o - rinnovamento, miglioramento villaggi, protezione,
tut.patr.rurale
3p - diversificazione attività settore agricolo e affini
3q - gestione risorse idriche
3r - sviluppo, miglioramento infrastrutture rurali connesse
sviluppo agricoltura
subtotale
Valutazione
TOTALE
% sul
totale
53,62
27,31
3,54
23,41
107,88
178,73
91,02
11,80
78,02
359,57
20,6%
10,5%
1,4%
9,0%
41,5%
177,35
16,75
9,97
0,62
7,10
211,79
354,70
33,50
19,94
1,24
14,20
423,76
41,0%
3,9%
2,3%
0,1%
1,6%
48,9%
6,62
14,71
1,7%
6,04
6,13
5,51
13,42
13,63
12,24
1,5%
1,6%
1,4%
11,23
35,53
1,75
356,95
24,96
78,96
3,50
865,79
2,9%
9,1%
0,4%
100,0%
La Politica Ambientale
L’azione comunitaria in campo ambientale trova il suo fondamento giuridico nel Trattato laddove,
all’articolo B, con le riforme introdotte dal Trattato di Amsterdam, lo sviluppo sostenibile è
consacrato ad obiettivo prioritario dell’Unione Europea. Gli articoli 130 R, 130 S,130 T
approfondiscono gli ambiti di azione specificando in particolare che “la politica della Comunità in
materia ambientale…è fondata sui principi della precauzione e dell’azione preventiva, sul principio
della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all’ambiente, nonché sul principio
“chi inquina paga.”
Il riferimento principale dell’azione comunitaria è rappresentato dal V° programma a favore
dell’ambiente “Verso uno sviluppo sostenibile” adottato nel 1992 e rivisto nel 1998 (decisione n.
2179/98/CE) che ha identificato temi ed obiettivi ambientali prioritari sino al 2000 mettendo in
evidenza i settori chiave con rilevante impatto sull’ambiente e per i quali la Comunità è impegnata
per inserire e sviluppare la dimensione ambientale.
Nel corso del mese di novembre 1999, la Commissione europea ha presentato un documento di
valutazione globale dell’attuazione del programma [doc. COM(1999)543] nel quale vengono
126
descritti i progressi compiuti dalla Comunità nell’istituzione ed attuazione degli strumenti per
proteggere l’ambiente, lo stato di attuazione del diritto ambientale comunitario negli Stati membri e la
situazione complessiva dell’ambiente in connessione con i periodici rapporti elaborati dall’Agenzia
europea dell’ambiente.
La chiave di lettura della valutazione è fatta in relazione agli obiettivi individuati:
- strategie per sette tematiche ambientali prioritarie (acqua, rifiuti, ambiente urbano, zone costiere,
cambiamento climatico, acidificazione e biodiversità);
- settori in cui integrare la dimensione ambientale (industria, energia, trasporti, turismo,
agricoltura);
- ampliamento gamma strumenti di intervento;
- informazione
- dimensione internazionale con riferimento alle questioni globali ed alla Conferenza di Rio.
Con tale documento, la Commissione europea intende avviare il dibattito con le altre Istituzioni, i
soggetti interessati sulle priorità per un Sesto programma che dovrebbe essere presentato nel corso
dell’anno 2000.
Fra i provvedimenti specifici approvati nel corso dell’anno sono da segnalare la direttiva relativa alle
discariche dei rifiuti, un regolamento che stabilisce norme e procedure comuni applicabili alla
spedizione di rifiuti non pericolosi nei paesi non membri dell’OCSE.
Il Consiglio, nel corso del mese di dicembre 1999, ha approvato una decisione di proroga del
programma d’azione comunitario a favore della protezione civile 2000-2004.
La Commissione ha inoltre pubblicato una relazione sull’applicazione della direttiva 91/271/CEE
concernente il trattamento delle acque reflue urbane ed un rapporto sulla qualità delle acque da
balneazione.5
Attuazione normative ambientali a livello regionale
Continuando nell’approccio settoriale del precedente Eurorapporto cui si rimanda, le novità che si
sono manifestate per il settore delle acque, nell’attuazione delle direttive ambientali a livello
nazionale, sono state decisive per il settore, con implicazioni per la futura attuazione a livello
regionale.
Attualmente l’impegno più rilevante, infatti, riguarda l’attuazione della direttiva “nitrati” e “acque
reflue”. Tali direttive sono state recepite con il Decreto Legislativo 152 dell’ 11 maggio 1999 recante
“disposizioni sulla tutela delle acque dall’inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE
concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla
protezione delle acque dall’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole”. Oltre a
ciò i1 Decreto rivede le norme di recepimento delle seguenti direttive comunitarie:
5 (informazioni più puntuali è possibile ottenerle dal sito della Commissione europea:
http://europa.eu.int/comm/environment/newprg/index.htm)
126
a)
b)
c)
d)
e)
f)
g)
h)
i)
l)
m)
n)
direttiva 75/440/CEE relativa alla qualità delle acque superficiali destinate alla produzione
d’acqua potabile;
direttiva 76/464/CEE concernente l’inquinamento provocato da certe sostanze pericolose
scaricate nell’ambiente idrico;
direttiva 78/659/CEE relativa alla qualità delle acque dolci che richiedono protezione o
miglioramento per essere idonee alla vita dei pesci;
direttiva 79/869/CEE relativa ai metodi di misura, alla frequenza dei campionamenti e delle
analisi delle acque superficiali destinate alla produzione d’acqua potabile;
direttiva 79/923/CEE relativa ai requisiti di qualità delle acque destinate alla molluschicoltura;
direttiva 80/68/CEE relativa alla protezione delle acque sotterranee dall’inquinamento provocato
da certe sostanze pericolose;
direttiva 82/176/CEE relativa ai valori limite ed obiettivi di qualità per gli scarichi di mercurio del
settore dell’elettrolisi dei cloruri alcalini;
direttiva 83/513/CEE relativa ai valori limite ed obiettivi di qualità per gli scarichi di cadmio;
direttiva 84/156/CEE relativa ai valori limite ed obiettivi di qualità per gli scarichi di mercurio
provenienti da settori diversi da quello dell’elettrolisi dei cloruri alcalini;
direttiva 84/491/CEE relativa ai valori limite e obiettivi di qualità per gli scarichi di
esaclorocicloesano;
direttiva 88/347/CEE relativa alla modifica dell’allegato II della direttiva 86/280/CEE
concernente i valori limite e gli obiettivi di qualità per gli scarichi di talune sostanze pericolose
che figurano nell’elenco I dell’allegato della direttiva 76/464/CEE;
direttiva 90/415/CEE relativa alla modifica della direttiva 86/280/CEE concernente i valori limite
e gli obiettivi di qualità per gli scarichi di talune sostanze pericolose che figurano nell’elenco I
della direttiva 76/464/CEE;
Come si era già anticipato con l’Eurorapporto 98, il Decreto positivamente anticipa anche il
recepimento della proposta di direttiva quadro sulle acque, direttiva 97/49/CE e successive
revisioni, la cui approvazione a livello comunitario è prevista per quest’anno. L’attuazione del
Decreto 152 comporterà alcune modifiche alla legge regionale 3/99, che sono già state proposte dalla
Giunta, ma soprattutto un lavoro d’analisi e ricognizione preliminare e la definizione del Piano di
tutela delle acque. Il Piano, previsto anche dalla legge regionale 3/99, è uno strumento finalizzato a
raggiungere, mediante un approccio integrato di tutela quali-quantitativa, entro il 2016 gli obiettivi di
qualità ambientale buona per i corpi idrici significativi.
Preliminarmente si tratterà, attraverso l’analisi delle pressioni sul bacino e il monitoraggio e l’analisi
quali-quantitativa dei corpi idrici significativi, di classificare lo stato dei corpi idrici sulla base dei
parametri fissati nel decreto, poi di definire le misure per raggiungere gli obiettivi di qualità di cui
sopra.
Sempre a livello nazionale è stata recepita con Decreto Legislativo 4 agosto 1999 n. 372, la direttiva
96/91/CE sulla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento del 24 settembre 1996.
L’importanza del recepimento di questa direttiva risiede nella novità d’impostazione della direttiva
stessa, il cui scopo è di un approccio integrato alla tutela ambientale che tenga conto delle
interrelazioni sui vari “media” (aria, acqua, suolo) ambientali, con la fissazione quindi di parametri
per le emissioni che tengano conto delle migliori tecniche disponibili (Best available TechniquesBAT).
126
Nell’ambito della revisione del 5° Piano d’azione comunitario per lo sviluppo sostenibile, nel corso
della 4a Conferenza ambientale delle Regioni europee, tenutasi a Wexford, il Direttore Generale della
DGXI, James Currie, ha rilevato l’esigenza, anche da parte della Commissione europea, di rafforzare
il dialogo con le Regioni sulle politiche ambientali e in particolare sulla preparazione del futuro sesto
piano d’azione per l’Ambiente. La Conferenza era la quarta di una serie di conferenze biennali
sviluppatesi dal 1993. Le Regioni partecipanti al processo firmarono una carta, la Carta di Valenza,
confermata dalla successiva carta di Göteborg del 1997, che le impegnava a perseguire più elevati
standard ambientali. Dalla conferenza di Göteborg la Regione Emilia-Romagna fa parte del Gruppo
di Pilotaggio che organizza la Conferenza. Maggiori informazioni sulla conferenza di Wexford
insieme alla risoluzione finale, che ha visto la partecipazione di circa 200 delegati in rappresentanza
di circa 70 Regioni di dodici paesi europei, possono essere ricercate nel sito Internet della
Conferenza, http://www.gencat.es/mediamb/wexford/wexffr/main.htm, o nel sito dell’Assessorato
Territorio, Programmazione e Ambiente, all’interno del sito generale http://www.regione.emiliaromagna.it/.
LIFE - strumento finanziario europeo per l’ambiente
Dal 1992 LIFE rappresenta il più importante strumento comunitario di finanziamento in materia
ambientale e costituisce una parte della strategia globale dell’Unione Europea che riguarda tutti i
settori della protezione ambientale ed è finalizzato ad integrare gli aspetti ambientali in tutte le
misure destinate al settore dell’economia. E’ uno strumento dotato di grande flessibilità in quanto
non vincolato a zone geografiche ammissibili, tipologie di beneficiari e partenariati multinazionali.
La base giuridica è costituita dal regolamento (CEE) n. 1973/92 del 21 maggio 1992, modificato dal
regolamento (CE) n. 1404/96 del 2 luglio 1996 che ha avviato la seconda fase di LIFE (1996-1999).
Un ulteriore provvedimento (COM (98) 720) non ancora approvato, prevede la continuazione del
programma in una terza fase (LIFE III) dal 2000 al 2004.
LIFE III sarà suddiviso, come i precedenti, in tre sezioni: Ambiente, Natura e Paesi Terzi; avrà una
dotazione complessiva di 613 milioni di euro. Il cofinanziamento comunitario oscillerà tra il 30% ed
il 50%, per alcuni progetti relativi alla conservazione della natura potrà arrivare al 75% mentre per le
misure di accompagnamento coprirà il 100% dei costi totali. I paesi candidati all’adesione, non sono
considerati “paesi terzi”, potranno partecipare a pieno titolo a LIFE.
LIFE-Ambiente promuove lo sviluppo di nuove tecnologie e metodi innovativi individuando cinque
settori prioritari: integrazione della dimensione ambientale nella pianificazione e nella valorizzazione
del territorio in particolare nell’ambiente urbano, produzione industriale sostenibile, riciclaggio e
gestione dei rifiuti, gestione sostenibile dei prodotti e sviluppo di nuove azioni in materia ambientale.
LIFE-Natura è destinato a contribuire alla creazione della rete Natura 2000 ed all’attuazione della
direttiva 92/43/CEE sulla conservazione degli habitat naturali e della fauna e flora selvatica, nonché
della direttiva 79/409/CEE sulla conservazione degli uccelli selvatici. Sono previste due nuove misure
di accompagnamento: le “misure starter” per complessi progetti internazionali e le misure “co-op” di
cooperazione cioè scambi di informazioni per migliorare l’interconnessione tra progetti riguardanti
tematiche apparentate.
126
LIFE-Paesi Terzi comprende l’assistenza tecnica all’istituzione di strutture amministrative in campo
ambientale nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo e sul Baltico.
Partecipazione della Regione a progetti LIFE
Ogni anno la Commissione europea concede un sostegno finanziario alle azioni che possono
contribuire in modo significativo alla realizzazione della politica comunitaria dell’ambiente.
Nel 1999, per quanto riguarda LIFE-Natura, sono stati selezionati, a livello comunitario, 94 nuovi
progetti di conservazione della natura che riguardano tutti gli Stati membri, tranne l’Irlanda. Tra i 19
progetti italiani approvati, 2 riguardano anche la nostra Regione: “La Rete NATURA 2000 in Italia:
modelli di gestione” gestito direttamente dal Ministero dell’Ambiente e “Restauro di habitat di
prateria nei SIC Monte Gemelli, Monte Guffone” che comprende il Parco Nazionale delle Foreste
Casentinesi, Monte Falterona (Campigna).
Per quanto riguarda LIFE-Ambiente, la Commissione europea ha selezionato, a livello comunitario,
nel 1999, 152 nuovi progetti di conservazione dell’ambiente che riguardano tutti gli Stati membri.
Tra i 26 progetti italiani approvati, 8 riguardano la nostra Regione.
La Direzione Generale Programmazione e Pianificazione Urbanistica ha partecipato a diversi
progetti:
Nella tranche Life/Natura 1996 è stato approvato il progetto “Azioni di conservazione del lupo in
sei siti “SIC” del Parco regionale dell’Alto Appennino Reggiano” con un contributo
comunitario di 148.000 euro. Il progetto prevedeva, da parte dell’Ente di gestione del Parco del
Gigante, quale Ente attuatore, l’organizzazione di un sistema gestionale per la tutela del lupo
appenninico basato principalmente su un’attività di sorveglianza antibracconaggio, di ricerca sulla
ecologia della specie nel contesto del Parco, su campagne di informazione e sensibilizzazione. Il
progetto si è concluso alla fine del 1998 e i risultati sono stati presentati in Consiglio regionale il 10
settembre 1999 in occasione del convegno “Il ritorno del lupo”.
Nella tranche Life/Natura 1997 è stato approvato il progetto “Conservazione delle abetaie e
faggete appenniniche in Emilia-Romagna” la cui gestione generale è stata affidata, con delibera
della giunta regionale n. 1209 del 20 luglio 1998, al Servizio “Paesaggio, Parchi e Patrimonio
naturale”. Il progetto ha un contributo comunitario di 229.083 euro e prevede la prosecuzione del
progetto Life/Natura 1995 “Misure di salvaguardia delle popolazioni di Abies alba Miller, Picea
excelsa Lam., Taxus Baccata e dei loro Habitat naturali sull’Appennino emiliano”, con particolare
riguardo alla tutela e alla diffusione del patrimonio genetico di popolazioni di Abies alba e Picea
excelsa presenti sull’Appennino emiliano. Nel corso del 1999 sono state realizzate tutte le misure
preparatorie consistenti in attività di ricerca svolte dal Dipartimento di Scienze ambientali
dell’Università di Parma che hanno fornito le indicazioni per individuare il metodo di gestione più
idoneo per la salvaguardia in situ delle abetine appenniniche autoctone individuate con il precedente
progetto Life. Sono inoltre continuati gli interventi per la conservazione, l’espansione e la
costituzione di nuovi nuclei di abete rosso e abete bianco. All’interno del “Parco Regionale di Crinale
Alta Val Parma e Cedra” è in corso di realizzazione un’area in cui sarà impiantata una collezione di
piante autoctone (soprattutto abete bianco, abete rosso e tasso). I lavori per migliorare l’accesso e la
126
fruizione dell’area immediatamente circostante rientrano in un progetto del sottoprogramma
“Ambiente” del Docup ob. 5b Emilia-Romagna 1994-1999. Nell’ambito delle attività di divulgazione
e sensibilizzazione si evidenzia la realizzazione di un campo di lavoro del Servizio Civile
Internazionale (5-19 settembre 1999) presso il Parco Regionale di Crinale Alta Val Parma e Cedra
per la manutenzione dei sentieri Life-Natura che conducono ai relitti di conifere, la partecipazione
dal 20 al 23 ottobre 1999 alla conferenza/esposizione “Life Week” a Bruxelles, la realizzazione di
poster, opuscoli divulgativi e conferenze divulgative.
Nella tranche Life/Natura 1998 è stato approvato il progetto “Riqualificazione di habitat fluviali
del Taro vitali per l’avifauna” con un contributo finanziario comunitario di 179.075 euro. Il
progetto prevede la realizzazione nel periodo 1999-2001 di interventi di restauro morfologico, di
allestimento di strutture per la didattica e la fruizione, di divulgazione e sensibilizzazione che
interessano il tratto del fiume Taro ricompreso nel Parco regionale fluviale del Taro.
Nella “tranche” Life/Ambiente 1998 è stato approvato e finanziato (Direzione Generale Ambiente) il
progetto “VAMP: Valorizzazione Materiali e Prodotti di demolizione” per un costo totale di
989.360 euro e un contributo finanziario comunitario di 494.680 euro e per un periodo di 24 mesi
per la realizzazione. Scopo del progetto è la realizzazione e la sperimentazione di un sistema
informativo distribuito per la gestione dei flussi di rifiuti aventi come origine e/o destinazione, per il
possibile recupero, le attività di costruzione e demolizione. Finalità del sistema è la riduzione della
quantità di rifiuti smaltiti in discarica, valorizzando le frazioni riusabili o riciclabili ed ottimizzando
le potenzialità di tutti i circuiti locali di recupero esistenti sul territorio e creando condizioni
favorevoli allo sviluppo di nuova occupazione a favore, in particolare, della fasce sociali più deboli.
Il progetto, iniziato nel novembre 1998, si articola in quattro azioni e prevede la partecipazione di
diversi partners: Istituti di ricerca CSTB (Francia) e ITEC (Spagna) e, a livello locale, Quasco e ICIE
di Bologna, Meta, AMIU e Coop Aliante di Modena, AGAC e Consorzio coop. Sociali
Quarantacinque di Reggio Emilia, CMB Carpi, Coopsette Castelnuovo di Sotto (RE). Il 14 ottobre
1999 si è tenuto a Bologna un convegno transnazionale che ha avuto l’obiettivo di conoscere e
valutare alcune significative esperienze europee in materia di gestione e valorizzazione dei rifiuti da
costruzione e demolizione. Nel corso dell’anno 2000 due sperimentazioni interesseranno aree delle
Province di Modena e Reggio Emilia, coinvolgendo anche imprese di costruzioni, gestori di discariche
e centri di trattamento di rifiuti, Comuni, Associazioni di volontariato, Cooperative sociali e privati
cittadini, in un’operazione di rilevanza non solo ambientale, ma anche occupazionale e sociale.
La Direzione Generale Programmazione e Pianificazione Urbanistica partecipa, unitamente
all’Università dell’Aquila, la Regione Abruzzo e le Province di Bologna e Modena, al progetto
ECONET, di durata quadriennale (settembre 1999 - agosto 2003) il cui obiettivo è quello di
progettare su diverse scale, nell’area di pianura, un assetto migliore dal punto di vista ecologico,
definendo e facendo conoscere quindi tale rete ecologica di pianura. La Contea del Cheshire (UK) è
la Regione capofila del progetto, altri partners europei sono: English Nature, Università di Salford
(UK), Università di Wageningen (NL).
126
Regolamento CEE
atmosferico
3528/86 Protezione delle foreste contro l’inquinamento
Il regolamento n. 3528/86, successivamente modificato dal regolamento CEE 2157/92, detta le
disposizioni per il finanziamento di programmi relativi alla protezione delle foreste contro
l’inquinamento atmosferico.
La Regione Emilia-Romagna (Direzione Generale Programmazione e Pianificazione urbanistica) ha
partecipato, con propri progetti, all’attuazione del programma relativo al quinquennio 1991-95
impegnando contributi comunitari, statali e regionali per un totale di oltre 600 milioni di Lire.
I progetti, già conclusi, prevedevano l’attivazione di un sistema di monitoraggio, basato anche su
metodologie sperimentali ed innovative, di rilevamento dei danni ai popolamenti forestali. I risultati
di queste prove sperimentali danno esiti non preoccupanti per quanto riguarda lo stato
di deperimento dei boschi regionali dovuto alle piogge acide, mentre sono più preoccupanti
le condizioni dovute a malattie note (funghi, insetti, ecc.) ed allo stato di abbandono della maggior
parte dei boschi di origine artificiale. I dati completi sono contenuti nella pubblicazione “Progetto di
Indagine Sperimentale sul Deperimento e sulle Protezione delle Foreste contro l’inquinamento
atmosferico - Risultati 1991-1995” edito dalla Regione Emilia-Romagna (Ufficio Risorse Forestali).
La Politica di Ricerca e Sviluppo Tecnologico
Gli articoli 163-173 (ex 130 F - 130 P) del Trattato sull’Unione Europea riguardano la ricerca e lo
sviluppo tecnologico, uno degli strumenti a cui la Comunità affida l’obiettivo di favorire lo sviluppo
della competitività internazionale dell’industria europea, rafforzandone le basi scientifiche e
tecnologiche.
Lo sviluppo più importante della politica comunitaria di ricerca è stato l’adozione del Quinto
Programma quadro di RST dell’Unione Europea 1998-2002 da parte del Parlamento europeo e del
Consiglio, il 22 dicembre 1998, che ha consentito di attuare la nuova politica sin dai primi mesi del
1999. Nel marzo del 1999 sono stati pubblicati i primi inviti a presentare proposte e sono stati
pubblicati i programmi di lavoro dettagliati di tutti i programmi specifici e i fascicoli informativi,
contenenti una guida per la presentazione delle proposte e il manuale di valutazione, destinati ai
proponenti.
Con il Quinto Programma quadro, la nuova politica di ricerca comunitaria contribuirà alla
realizzazione di un’Europa economicamente più integrata, più adatta a elaborare risposte comuni alla
mondializzazione dell’economia, delle scienze e della tecnica, ma in cui la sfida principale rimane
l’occupazione che dipende sempre più dai settori ad alto contenuto scientifico e tecnologico e
dall’utilizzazione delle nuove tecnologie da parte dei settori tradizionali e delle PMI.
126
La ricerca comunitaria, inoltre, apporterà un sostegno importante all’ampliamento dell’Unione
Europea grazie all’associazione degli undici paesi candidati all’adesione, i cui ricercatori potranno
partecipare alle stesse condizioni di ammissibilità e finanziamento delle equipes comunitarie, in
cambio di contributi di questi paesi al bilancio dell’Unione Europea.
Al Programma quadro sono collegate le norme per la partecipazione, divulgazione e valorizzazione
dei risultati (decisioni 1999/65/CE e 1999/66/Euratom) che sono notevolmente cambiate rispetto alle
disposizioni precedenti: i proponenti dovranno presentare alla Commissione un “piano di
divulgazione e di valorizzazione” e, se selezionati, il contratto concluso con la Commissione
comprenderà un “piano di applicazione della tecnologia” più dettagliato e, in cambio di diritti di
proprietà intellettuale più adatti allo sfruttamento industriale della ricerca, i contraenti saranno tenuti
a valorizzare le conoscenze acquisite o, dopo un periodo stabilito, a diffonderle.
L’articolo 7 della decisione di approvazione del Quinto Programma impone il rispetto dei principi
etici fondamentali. In tale contesto la ricerca comunitaria rientra nei principali settori di competenza
del Gruppo europeo di etica delle scienze e delle nuove tecnologie (EGE), istituito nel 1998 sotto
l’egida del Presidente della Commissione, e finalizzato a valutare l’ impatto, sulla vita dei cittadini,
delle biotecnologie e delle altre nuove tecnologie, come quelle dell’informazione. Nei settori che
interessano direttamente la ricerca comunitaria, l’EGE ha pubblicato alcuni pareri: sugli “aspetti etici
delle banche dei tessuti” (21 luglio 1998), sugli “aspetti etici della ricerca che prevede l’utilizzazione
di embrioni umani nell’ambito del Quinto Programma quadro” (23 novembre 1998) e sulle nuove
tecnologie dell’informazione ( 1999).
Il Quinto programma quadro è dotato di un bilancio di 14,96 miliardi di euro per il periodo 19992002. Rispetto al Quarto Programma quadro, questo importo rappresenta un aumento reale del 3%
(tenuto conto dell’inflazione); l’ aumento riguarda essenzialmente le azioni nei settori “qualità della
vita” e “potenziale umano” i cui mezzi aumentano in termini reali rispettivamente del 32% e del 29%
rispetto ai settori analoghi del Quarto Programma quadro.
126
Quinto Programma Quadro di ricerca e Sviluppo Tecnologico 1998-2002
struttura e finanziamento (importi 1999-2002 in milioni di
euro)
5° programma quadro CE
Programmi tematici
Qualità della vita e gestione delle risorse biologiche
Società dell'informazione di facile uso
Crescita competitiva e sostenibile
Energia, Ambiente e Sviluppo sostenibile
ambiente e sviluppo sostenibile
energia
Programmi orizzontali
Confermare il ruolo internazionale della ricerca
comunitaria
Promuovere l'innovazione e incoraggiare la partecipazione delle
PMI
Accrescere
il potenziale umano di ricerca e la base delle
conoscenze
socioeconomiche
Azioni dirette (Centro comune di ricerca*)
5° programma quadro Euratom
Fusione termonucleare controllata
Fissione nucleare
Azioni dirette (Centro comune di ricerca*)
Totale 5° Programma quadro
13700
2413
3600
2705
2125
(1083)
(1042)
475
363
1280
739
1260
788
191
281
14960
* Il CCR è il Centro Comune di ricerca della Comunità ed è costituito da 8 istituti specializzati situati in cinque
diverse località dell’Unione Europea. Cura l’attuazione di azioni dirette che non sono oggetto di bandi. I lavori del
CCR fanno riferimento a due programmi specifici che riguardano rispettivamente il Programma quadro CE ed il
Programma quadro Euratom ed integrano i programmi tematici ed orizzontali del Quinto Programma quadro. Nel
1999 saranno avviati un centinaio di progetti che, per la maggior parte, copriranno l’intero periodo di validità del
Quinto Programma quadro. Il CCR partecipa anche alle azioni indirette, con gli stessi obblighi e gli stessi diritti
degli altri partecipanti.
Per maggiori informazioni sui programmi di lavoro, inviti a presentare proposte e modalità di
presentazione, oltre la Gazzetta Ufficiale, si può consultare il sito web della Commissione relativo
alla ricerca: “www.cordis.lu” e, per quanto riguarda il Centro Comune di Ricerca, il sito:
“www.jrc.org”.6
6 (le considerazioni e i dati riportati sono tratte dalla Relazione annuale 1999 della Commissione “Attività di ricerca e
di sviluppo tecnologico dell’Unione Europea” Bruxelles 25 giugno 1999)
126
La partecipazione della Regione a programmi di ricerca
Nell’ambito del programma ESPRIT, la Direzione Generale Ambiente partecipa al progetto SMOG
(Smart air pollution MonitOrinG), frutto di un accordo tra l’Unione Europea ed un consorzio
internazionale di enti e società private al quale è associata anche la nostra Regione, che sta
sviluppando un nuovo tipo di stazione di monitoraggio miniaturizzata per il rilevamento
dell’inquinamento atmosferico. Il progetto è in fase avanzata di attuazione e il prototipo è stato
presentato sia a scala nazionale durante il meeting organizzato dalla Regione Emilia-Romagna il 2
Giugno 1999, sia a scala europea dalla Commissione europea, che lo ha presentato quale progetto di
valore ed interesse comunitario, alla IST Convention Exibition di Helsinky del 23-25 Novembre
1999. E’ in corso di valutazione la possibilità di una prosecuzione del progetto per una più spinta
ingegnerizzazione dell’apparecchiatura, anche e seguito dei test a campo che verranno effettuati nella
rete di rilevamento della Regione Emilia-Romagna gestita dall’ARPA. Entrando nel sito di
PROSOMA (http://www.prosoma.lu/) servizio informativo sui risultati della ricerca europea
nell’ambito dell’Information Technology è possibile trovare la presentazione del progetto digitando
la parola SMOG.
La Direzione Generale Ambiente, inoltre, prosegue con il Centro Comune di Ricerca di Ispra (CCR)
la realizzazione del progetto EURAPAQ (Exercises on Urban Areas for the Pianification of Air
Quality) riguardante l’uso dei mezzi per la valutazione e la pianificazione della qualità dell’aria in
Regione. Le tre fasi principali, modellistica-monitoraggio-epidemiologia, nelle quali si articola il
progetto sono in piena esecuzione. Per l’applicazione di modelli deterministici a mesoscala, è in
corso di rilevamento in un campione di significative aree del territorio regionale, l’inventario delle
emissioni secondo l’approccio “Bottom-Up” per completare la validazione di quello ottenuto dal
CCR con l’approccio “Top-Down”; è stata completata la determinazione sperimentale dei fattori di
emissione del traffico autoveicolare i cui risultati sono stati presentati in un workshop a scala
nazionale nel mese di Dicembre 1999. Per la fase del progetto riguardante il monitoraggio, sono state
completate le relazioni finali sulle campagne condotte a Bologna per il rilevamento del Biossido
d’Azoto e di Benzene, Toluene e Xilene, mentre l’analisi dei dati della campagna di rilevamento
dell’ozono troposferico, condotta nel corso dell’estate 1998, ha messo in luce l’ancora scarsa
affidabilità dei campionatori per tale inquinante. Per questo è in corso di valutazione la ripetizione
delle campagne nell’estate 2000.
Gli studi epidemiologici sulla esposizione di cittadini a determinati inquinanti atmosferici, sono stati
ricalibrati dando origine ad uno specifico progetto denominato AIRE (Asma Infantile - Ricerca in
Emilia-Romagna). Lo studio si propone di stimare in tre aree di indagine (urbana, urbano-industriale
e rurale) le prevalenze delle malattie e dei disturbi respiratori e l’eventuale associazione fra i livelli di
determinati inquinanti atmosferici e l’esacerbazione di sintomi respiratori e/o di modificazioni della
funzionalità respiratoria in bambini affetti da sintomi respiratori cronici, anche in relazione alla
stagionalità (inverno ed estate). Lo svolgimento dello studio è stato esteso anche al 2000, in relazione
al fatto che l’installazione dei campionatori per la frazione respirabile delle polveri, PM 2,5, nelle reti
provinciali di monitoraggio di Bologna, Modena e Reggio Emilia effettuata nel corso del 1999, ha
richiesto la riprogrammazione del piano di campionamento originario.
126
Nell’ambito dell’Azione Ambiente del Quarto Programma quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico,
il Servizio Meteorologico Regionale di ARPA Emilia-Romagna (ARPA-SMR) ha partecipato, nel
corso del 1999, a tre progetti: HERA, ACCORD e CLOUDS.
HERA (Heavy Precipitation in the Alpine Region), legato al progetto internazionale MAP, ha come
scopo generale l’ ottimizzazione delle tecniche di monitoraggio e previsione delle precipitazioni
intense nel territorio alpino, intendendo con il termine “precipitazioni intense” gli eventi di
precipitazione connessi ad eventi alluvionali. ARPA-SMR. Con un finanziamento di 77.000 euro,
partecipa al progetto su due distinti programmi: nel primo è stata portata avanti un’attività di
comparazione della qualità delle previsioni realizzate dai modelli adottati dagli altri partner: (il
francese ARPEGE, il tedesco DEM e lo svizzero SM) con quello italiano (LAMBO) operativo
presso il Servizio Meteorologico Regionale di ARPA. Nel secondo programma ARPA-SMR ha
svolto sperimentazione numerica con LAM (utilizzando il modello LAMBO) in situazioni di eventi
di precipitazione intensa sviluppando metodologie idonee all’inizializzazione di LAMBO. La fase di
sperimentazione su case studies ha mostrato la validità dell’applicazione dello schema di
assimilazione dati sviluppato che, associato ad un aumento della risoluzione (5km), ha prodotto un
notevole miglioramento delle previsioni numeriche. In base ai risultati ottenuti è in fase di
progettazione una nuova catena modellitica pre-operativa presso ARPA-SMR.
Il progetto HERA, di durata triennale, si è concluso il 31 Marzo 1999 ed è in fase di pubblicazione
un numero speciale di Meteorology and Atmospheric Physics con articoli dei partners sui principali
risultati scientifici ottenuti.
ACCORD (Atmospheric Circulation Classification and Regional Downscaling) ha lo scopo di
definire delle tecniche oggettive di discriminazione di “circolazione atmosferica” alle varie scale
spaziali, da quella globale a quella locale. Le circolazioni atmosferiche così definite sono poi state
messe in relazione ai “tipi di tempo” al suolo (precipitazione, anomalie termiche ecc..) mediante uso
di tecniche statistiche di vario tipo. Tra le aree geografiche di indagine di tale link tra circolazioni
atmosferiche e tempo al suolo vi è anche il Bacino Padano Adriatico che risulta essere, per la sua
complessa struttura geomorfologica, un laboratorio naturale eccellente per i fenomeni atmosferici alla
mesoscala.
Il progetto, con un finanziamento di 82.500 euro, è iniziato nel dicembre del 1997 ed è terminato il
30 novembre 1999. Tra i principali risultati raggiunti: definizione di tecniche statistiche di
classificazione, migliore conoscenza della meteoclimatologia del territorio (Nord Italia, Regione
Emilia Romagna) e delle cause meteorologiche che determinano le varie tipologie di tempo e quindi
un miglioramento della qualità delle previsioni meteorologiche realizzate; va inoltre citato il ruolo
della North Atlantic Oscillation (NAO) che risulta essere un importante potenziale predittore della
precipitazione a livello di Bacino Padano Adriatico.
CLOUDS è uno studio di fattibilità per la definizione e la realizzazione di un nuovo satellite per
fornire informazioni, al massimo livello di accuratezza e frequenza attualmente possibile, sulla
struttura delle nubi e sul bilancio radiativo associato.
Il progetto, di durata biennale (giugno 1998-maggio 2000), prevede un finanziamento di 84.000 euro.
Nel corso del 1999 sono state attribuite due borse di studio per la durata di 14 mesi ognuna; ciò ha
permesso di sviluppare il lavoro di ricerca per valutare l’impatto dei dati di remote sensing nella
126
meteorologia. In particolare è stato dimostrato che i dati satellitari possono ricoprire un ruolo attivo
nella valutazione della definizione delle aree nuvolose e nella stima del contenuto di vapore acqueo in
atmosfera. I risultati ottenuti sono stati presentati durante le riunioni tecniche del progetto e a
conferenze scientifiche internazionali
Nell’ambito dell’Azione Ambiente e Sviluppo sostenibile del Quinto Programma Quadro di Ricerca
e Sviluppo Tecnologico, al Servizio Meteorologico Regionale di Arpa Emilia-Romagna è stato
approvato il progetto DEMETER (Development of a European Multi-model Ensemble system for
seasonal to interannual prediction) che prevede lo sviluppo di un insieme unico di modelli
meteorologici europei per previsioni stagionali ed interannuali comune.
Il progetto, di durata quadriennale (2000-2003), prevede un finanziamento di 131.948 euro, pari a
255.487.000 lire ed ha l’obiettivo di produrre un mezzo previsionale innovativo che possa essere
utilizzato in modelli quantitativi per la stima delle produzioni agrarie in Europa e la diffusione delle
malattie endemiche in Africa.
La prima parte del progetto considera l’archiviazione unica dei dati con un formato comune; la
seconda riguarda la generazione di un ampio insieme di previsioni sul passato utilizzando quaranta
anni di rianalisi provenienti dal progetto ERA 40. Nella terza parte sarà prodotto un archivio unico
dei dati provenienti da tutti i modelli previsionali, corretti statisticamente: i risultati saranno raccolti
in formato CD-ROM o DVD e distribuiti tramite il programma WMO Clips. La quarta parte
riguarda la stima della potenziale utilità economica dell’insieme dei modelli sulle previsioni del
passato in Europa e su altre aree del globo di interesse europeo. La quinta parte concerne la
valutazione della qualità previsionale del sistema DEMETER da parte di contraenti esperti, con la
creazione della distribuzione di probabilità della produzione delle colture in Europa e dell’incidenza
delle malattie nell’Africa tropicale. La sesta parte è inerente alla verifica della sensibilità dell’insieme
dei modelli all’inclusione di dati da satellite, di cambiamenti nella parametrizzazione dei modelli ed
all’uso di anomalie SST. L’ultima parte del progetto riguarda la valutazione della possibile
applicazione del sistema DEMETER a scale spaziali più ridotte di quella globale.
Nell’ambito del programma Applicazioni Telematiche che promuove le attività di ricerca applicata
con l’obiettivo di costituire le basi per la graduale introduzione di tecnologie delle comunicazioni in
rete in tredici settori diversi, tra cui l’istruzione e le biblioteche, l’Istituto dei Beni Artistici, Culturali
e Naturali dell’Emilia-Romagna partecipa, come partner associato insieme al CNR e ai Centri ISNN
di Roma, Atene e Oslo, al progetto CASA (A Cooperative Archive of Serials and Articles) di cui è
capofila il Centro Interfacoltà Biblioteche dell’Università degli Studi di Bologna. Il progetto, iniziato
nel 1997, si concluderà nel settembre 2000 ed ha un costo totale di 1.386,188 euro con un contributo
comunitario di 729,134 euro. Si propone di costituire un sistema cooperativo per la registrazione dei
periodici e, per la loro identificazione uniforme, un sistema di metacatalogazione delle parti
costitutive dei periodici: ossia dei fascicoli e degli articoli. CASA offrirà all’utente finale una
interfaccia amichevole per l’accesso ad informazioni su servizi disponibili per i periodici, quali: la
localizzazione dei periodici, una directory dei databases di spogli di articoli, una directory degli
editori e un indirizzario di fornitori di Document delivery e Ill. Partners del progetto sono: Edimburg
University Computers Service SALSER (UK), ISNN International Center CIEPS di Parigi (F), l’
Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche italiane per le informazioni bibliografiche del
Ministero per i Beni e le Attività Culturali di Roma e Ariadne srl (I).
126
La Politica dei Trasporti
Nell’ambito di tale politica nel 1999 si sono realizzati progressi , a livello di Unione Europea , per
l’attuazione della strategia comunitaria di progressiva armonizzazione dei sistemi di tariffazione delle
infrastrutture, in materia di sicurezza marittima e di integrazione ed interoperabilità dei sistemi
ferroviari nazionali.
Il Consiglio ha adottato una relazione sulla Integrazione delle questioni ambientali e di sviluppo
sostenibile nella politica dei trasporti mentre la Commissione ha adottato una comunicazione su
Intermodalità e trasporto merci intermodale. In ambito di Consiglio si è giunti ad un accordo per
modificare gli orientamenti relativi alle reti transeuropee di trasporto, includendovi i porti marittimi,
i porti di navigazione interne ed i terminali intermodali.
In data 29 marzo il Consiglio ha poi adottato un regolamento relativo alla capacità delle flotte
comunitarie nella navigazione interna.
La partecipazione della Regione ad azioni comunitarie
La Direzione Generale Trasporti e Sistemi di mobilità ha partecipato alla realizzazione dei Progetti
GILDA (vedi capitolo “I programmi di iniziativa comunitaria” Interreg IIc) e Corridoio Adriatico.
Il Progetto Corridoio Adriatico mira a delineare in sede interregionale un disegno di pianificazione
e di razionalizzazione complessiva dell’intero sistema multimodale dei trasporti lungo la fascia
adriatica, favorendo - in particolare per il trasporto merci - le modalità alternative alla gomma.
Nel corso del 1999 lo studio di fattibilità del Corridoio Adriatico è stato portato a compimento,
riscuotendo approvazione a livello locale, nazionale ed europeo. Lo studio ha dato dimostrazione
delle grandi potenzialità di questa area territoriale in un’ottica di razionalizzazione complessiva
dell’intero sistema multimodale dei trasporti. Si tratta ora di utilizzare i risultati acquisiti con lo
studio di fattibilità per inserire questo progetto nel quadro delle scelte fondamentali che dovranno
essere fatte dal Piano Generale dei Trasporti (PGT) e fra le scelte prioritarie dell’Unione Europea.
Nell’ambito del Programma Applicazioni Telematiche, è stato approvato il progetto EU-SPIRIT
(European System for Passenger service with Intermodal Reservatioon, Information and Ticketing)
che si propone di sviluppare e sperimentare un sistema informativo customer friendly (di facile uso)
per servizi integrati di trasporto. Il progetto avviato nel dicembre 1998 si concluderà nella primavera
2001. Grazie a questo sistema sarà possibile, usando sia Internet che i tradizionali canali informativi
e di vendita, pianificare un viaggio “porta a porta” tra Regioni europee tra loro distanti, utilizzando
mezzi di trasporto pubblico: linee ferroviarie internazionali, ferrovie locali, autobus. Aderiscono al
Programma: Germania, Danimarca, Belgio, Austria, Spagna, Francia e Svezia. Per l’Italia sono
coinvolte, oltre alla Regione Emilia-Romagna, ERVET, ATC Bologna, RITU e TRAM di Rimini.
126
Nel primo anno di attività la squadra di progetto ha sviluppato le azioni previste dal piano di lavoro,
peraltro soggetto a periodiche revisioni. Dal lato della partecipazione italiana al progetto, promossa e
coordinata dalla Regione Emilia-Romagna, si segnala innanzitutto l’ingresso nel gruppo dei partner
della società Maior, specializzata nella produzione di software per il trasporto pubblico, al posto del
partner tecnologico precedentemente individuato. Si sono sviluppate le interfacce di comunicazione
tra i diversi sistemi, sono state applicate e sono stati effettuati primi test di collegamento tra sistemi.
Tutti i partner italiani hanno contribuito a fornire e omogeneizzare i dati necessari al funzionamento
del sistema, finora sperimentale, e che sarà aperto alla consultazione del pubblico dalla primavera
2000.
Parallelamente al progetto EU-SPIRIT, con i medesimi partners, si sta sviluppando un Sistema
Regionale di Informazione Integrata sul Trasporto Pubblico, che costituirà probabilmente la ricaduta
più direttamente interessante ed utile per chi viaggia in Emilia-Romagna.
Lo stato di avanzamento complessivo del progetto può essere seguito sul sito internet
appositamente creato: htpp://eu-spirit.jrc.es/
126
La Politica Energetica
L’Unione Europea nel corso del 1999 ha compiuto progressi nella realizzazione dei tre grandi
obiettivi di questa politica: sicurezza dell’approvvigionamento, liberalizzazione del mercato interno
dell’energia, sviluppo sostenibile. Ha rafforzato le relazioni con i principali partner e fornitori
internazionali ed ha continuato a promuovere lo sviluppo delle energie rinnovabili, l’efficienza
energetica e l’uso razionale dell’energia.
In quest’ultimo ambito è da segnalare la decisione di prolungare l’attuazione dei programmi Altener
(promozione delle fonti energetiche rinnovabili) e SAVE ( promozione dell’efficienza energetica) che
completano il quadro di azioni previste dal programma quadro pluriennale di azioni del settore per
il periodo 1998-2002 che prevede altri quattro programmi specifici adottati nel 1998: ETAP (studi
ed analisi di previsione), SYNERGY (cooperazione internazionale), Carnot (utilizzazione pulita di
combustibili solidi) SURE (sicurezza trasporto di sostanze nucleari).
La partecipazione della Regione a programmi comunitari
Nell’ambito del programma SAVE è stato approvato dalla Commissione europea il progetto
ENERGILYNK in data 3 dicembre 1998 che prevede, quale proponente, l’Istituto Nazionale di
Bioarchitettura (INBAR) con funzioni di coordinamento e di segreteria organizzativa e, in qualità di
partner: la Regione Emilia-Romagna (Direzione Generale Programmazione e Pianificazione
Urbanistica), il Ministerium Fuer Bauen Und Wohnen des Landes Nordrhein-Westfalen (D), il
Ministerie V. Volkshuisvesting Ruimtelijke Ordening en Milieubeheer (NL), il Boligministeriet
(DK).
L’obiettivo prioritario del progetto è lo studio, nelle Regioni partners, dei provvedimenti adottati nel
settore energetico con particolare riferimento all’edilizia abitativa, con l’intento di:
1. coordinare gli interventi normativi per ottimizzare il rapporto costi/benefici e le procedure
attuative;
2. unificare i criteri di raccolta e analisi dati e di valutazione dei risultati;
3. uniformare la normativa relativa alla incentivazione ed alla certificazione energetica;
4. produrre materiale informativo adeguato alle esigenze dei funzionari tecnici.
Gli esiti di tale studio verranno discussi e valutati nell’ambito di sette seminari da tenersi a rotazione
nelle rispettive sedi nell’arco di due anni: 1999 e 2000. Verranno presentati al pubblico nel corso di
manifestazioni con valenza internazionale. L’Europa Symposium 1999, tenutosi a Bologna nei giorni
15 e 16 ottobre, è una iniziativa nel quadro di questo progetto. Il costo totale delle attività da
svolgersi da parte della Regione Emilia-Romagna è di 63.000 euro, di cui 21.062,5 di contributo
comunitario.
126
2
I
PROGRAMMI
COMUNITARI
TERRITORIALI E INTERSETTORIALI
126
“Agenda 2000”
Il documento “Agenda 2000” presentato dalla Commissione europea nel luglio 1997 ha fornito la
base programmatica per l’azione futura dell’Unione Europea e per la ridefinizione di alcune politiche
comuni che coinvolgono, nella loro attuazione, le Regioni. Si fa riferimento in particolare alla politica
agricola comune ed alla politica di coesione economica e sociale attuata tramite l’intervento dei Fondi
a finalità strutturale.
Il documento Agenda 2000 è stato oggetto di un ampio dibattito fra le Istituzioni comunitarie e nei
vari Stati membri. Il processo di riforma si è concretizzato nel marzo 1998 con l’adozione da parte
della Commissione europea, delle proposte di regolamenti sia per quanto riguarda i Fondi strutturali
sia per le norme relative alla politica agricola avviando un complesso negoziato fra gli Stati membri e
di recepimento dei pareri delle Istituzioni europee coinvolte nel processo decisionale:
•
•
Il Parlamento europeo ha espresso il proprio parere nel corso della sessione plenaria del
novembre 1998 (doc. PE A4-391/98 del 19.11.1998);
Il Comitato economico e sociale ed il Comitato delle Regioni hanno adottato propri pareri (doc.
CES 1130/98 e doc. CdR 167/98).
In questa fase importante, per la prima volta le Regioni italiane sono state coinvolte attivamente
dall’Amministrazione centrale ed hanno espresso punti di vista comuni.
In particolare si richiamano i documenti specifici approvati nell’ambito della Conferenza dei
Presidenti delle Regioni e delle Province autonome e condivisi dal sistema delle Autonomie Locali
(dicembre 1997, febbraio 1998, ottobre 1998, gennaio 1999).
Nel corso del mese di dicembre 1998 il Convegno “Cento idee per lo sviluppo”, organizzato a
Catania dal Ministero del Bilancio e Tesoro, ha fornito l’occasione per approfondire l’impostazione
della nuova fase di programmazione 2000-2006 e le linee di intervento delineate dai nuovi
regolamenti comunitari.
La nuova fase è stata successivamente oggetto di una delibera del CIPE del 22 dicembre 1998, che ha
raccolto le indicazioni scaturite dal convegno di Catania e ne ha definito, in particolare per l’obiettivo
1, le nuove linee programmatiche.
Agenda 2000 è stato oggetto di dibattito nell’ambito di due Consigli europei: al Vertice di Vienna nel
dicembre 1998 e al Vertice di Berlino nel marzo 1999 che ha approvato formalmente il complesso di
riforme previste da Agenda 2000.
L’accordo globale raggiunto a Berlino dai capi di Stato e di Governo prevede una dotazione
finanziaria di 213 miliardi di euro per il periodo 2000-2006 che dovrebbe consentire all’Unione di
mantenere l’attuale livello di impegno a favore della politica di coesione economica e sociale.
126
OBIETTIVI E STRUMENTI FINANZIARI
(Raffronto periodo 1994-1999 e 2000-2006)
ob. 1
ob. 2
ob. 3
FESR FSE
FESR
1994-1999 FEOGA or.
FSE
SFOP
FSE
FESR FSE
FESR
2000-2006 FEOGA or.
FSE
SFOP
FSE
ob. 4
ob. 5a
ob. 5b
Piano
Azioni
sviluppo pesca non
rurale
ob.1
FEOGA or. FESR FSE
SFOP
FEOGA or.
FSE
FEOGA
Sez. gar
SFOP
Nel periodo 2000-2006 i fondi strutturali continueranno, anche se in forma più concentrata, a
finanziare programmi di sviluppo dei 15 Stati membri.
Come previsto da Agenda 2000, il Consiglio europeo:
a) ha deciso di ridurre a tre il numero di obiettivi prioritari:
- l’ obiettivo 1 promuoverà lo sviluppo e l’adeguamento strutturale nelle Regioni in ritardo di
sviluppo (per l’Italia le aree del Mezzogiorno e le Isole);
- l’obiettivo 2 favorirà la riconversione economica e sociale delle aree con difficoltà strutturali.
Ne beneficerà circa il 18% della popolazione dell’Unione Europea ed è previsto che per ogni
Stato membro, la popolazione interessata sarà inferiore di non oltre il 33% a quella
interessata dagli attuali obiettivi 2 e 5b.
- le Regioni e le zone attualmente beneficiarie degli obiettivi 1, 2, 5b, ma che non soddisfano ai
nuovi criteri usufruiranno di un sostegno transitorio (phasing out) e decrescente fino al 2005.
- l’obiettivo 3 favorirà l’adeguamento e l’ammodernamento delle politiche e dei sistemi
d‘istruzione, formazione ed occupazione;
b) ha confermato l’attivazione di uno strumento specifico, finanziato dal FEOGA sezione Garanzia,
per lo sviluppo rurale nelle aree escluse dall’obiettivo 1;
c) ha confermato tre iniziative comunitarie proposte dalla Commissione (Interreg, Leader, Equal) e,
su sollecitazione del Parlamento europeo, una quarta iniziativa (URBAN); ad esse verrà dedicato
il 5% degli stanziamenti dei Fondi strutturali.
L’1% della dotazione dei Fondi sarà utilizzato direttamente dalla Commissione per finanziare azioni
innovatrici e di assistenza tecnica.
d) ha confermato l’utilizzo del Fondo di Coesione da parte di Spagna, Grecia, Irlanda e Portogallo
per il finanziamento di grossi progetti infrastrutturali nei settori dell’ambiente e dei trasporti.
A seguito dell’accordo raggiunto a Berlino, il pacchetto di normative di riferimento per gli interventi
strutturali dell’Unione Europea per il periodo 2000-2006 è stato pubblicato, nel corso del mese di
luglio 1999, sulla Gazzetta Ufficiale europea.
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Le risorse finanziarie per il 2000-2006 messe a disposizione dall’Unione Europea per le azioni a
finalità socio-strutturale ammontano complessivamente a 195 miliardi di euro (prezzi costanti 1999).
La Commissione europea con varie decisioni ha fissato le ripartizioni finanziarie indicative per
obiettivo tra gli Stati membri [decisioni C(1999) 1760, 1772, 1774 del 1° luglio 1999] pari al 90%
degli stanziamenti complessivi. Per gli obiettivi 1 e 2 le ripartizioni sono state effettuate in base alla
popolazione delle aree interessate, alla ricchezza regionale e nazionale ed alla gravità dei problemi
strutturali, in particolare al livello di disoccupazione. Per l’obiettivo 3 le ripartizioni sono state
effettuate tenendo conto della popolazione, del mercato del lavoro e di alcuni parametri specifici
(emarginazione sociale, livello di istruzione, formazione, presenza delle donne nel mercato del
lavoro). Il rimanente 4% delle risorse costituisce la cosiddetta “riserva di efficacia” e sarà assegnata
nel corso del 2004 in base alla efficienza dimostrata nella realizzazione dei programmi. La
Commissione, inoltre, ha stabilito un massimale di popolazione per Stato membro nel quadro
dell’ob.2 [decisione CE C(1999) 1771 del 1° luglio1999] assegnano all’Italia un massimale di
popolazione pari 7.402.000 abitanti.
Reg. (CE) 1260/1999
disposizioni generali sui Fondi strutturali
Reg. (CE) 1783/1999
relativo al FESR
Reg. (CE) 1784/1999
relativo al FSE
Reg. (CE) 1263/1999
relarivo allo SFOP
Reg. (CE) 1257/1999
relativo al FEAOG
Reg. (CE) 1750/1999
recante disposizioni di applicazione del
reg. 1257/1999
Le normative, pur richiamandosi ai principi che hanno regolato l’azione dei Fondi strutturali nel
periodo 1994-1999, cercano di rispondere ad un’esigenza di semplificazione degli interventi, di
miglioramento della gestione, della valutazione e del controllo.
Oltre alla riduzione del numero degli obiettivi, le principali novità introdotte nell’organizzazione
degli interventi riguardano lo Strumento Finanziario di Orientamento alla Pesca (SFOP) che diviene
un Fondo strutturale a tutti gli effetti ed al FEOGA-sezione Garanzia che partecipa in maniera
consistente agli interventi strutturali di sviluppo rurale.
In particolare nel regolamento 1260/1999 si definiscono gli obiettivi e i compiti dell’azione che la
Comunità svolge attraverso i Fondi strutturali, l’organizzazione per la programmazione e
l’attuazione degli interventi, le disposizioni di partecipazione, gestione e controllo finanziario dei
Fondi. Nel regolamento 1257/1999 si definisce invece il quadro del sostegno comunitario allo
sviluppo rurale.
Si tratta in sostanza di due regolamenti quadro che disciplinano la programmazione di un complesso
di interventi attuati e gestiti in prima istanza dalle Regioni con il sostegno delle Amministrazioni
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locali ed il concorso delle organizzazioni economiche e sociali rappresentate sul territorio. La
presenza di due normative-quadro non faciliterà certamente i compiti delle Amministrazioni dello
Stato membro che saranno impegnate in procedure differenziate. Questa difficoltà, a livello italiano,
sarà avvertita soprattutto dalle Regioni del Centro-Nord che si troveranno a gestire strumenti di
intervento con diversi tempi di programmazione e regole di gestione finanziaria.
Vengono di seguito riportate in sintesi le procedure per la definizione programmatica degli interventi:
Adozione nuova
base normativa
I regolamenti sono stati approvati nel corso del mese di giugno 1999 e
pubblicati ufficialmente nel corso del mese di luglio 1999
Definizione delle
priorità comunitarie
per ciascun obiettivo
La Commissione europea ha approvato le linee direttrici per i programmi del periodo 2000-2006 con comunicazione 1999/C 267/02 del 22
settembre 1999
Definizione delle
aree eligibili agli
ob. 1 e 2
La Commissione ha stabilito (Dec. n. 502 del 1° luglio 1999) l'elenco delle
Regioni in cui si applica l'ob. 1 e, in concertazione con gli Stati membri,
definisce l'elenco delle zone in cui si applica l'ob. 2
(in corso di definizione: l'Italia ha presentato la propria proposta di
zonizzazione nel mese di ottobre 1999)
Predisposizione delle
proposte di piano di
sviluppo
Gli Stati membri trasmettono alla Commissione le proposte (Per l'Italia
sono stati presentate al dicembre 1999, le proposte: di piani per l'ob. 1,
per l'ob. 3, alcuni programmi operativi regionali per l'ob. 3 e alcuni piani
regionali di sviluppo rurale)
Approvazione dei
QCS*, PO*, Docup*
La Commissione, sulla base dei piani presentati approva il QCS ed i PO
per gli obiettivi 1 e 3 e i Docup per l'ob. 2 (i vari documenti saranno
approvati nel corso del 2000)
Adozione dei
Complementi di
Programmazione
Le autorità di gestione (Amministrazioni centrali e/o Regioni) elaborano
ed adottano i Complementi di programmazione, documenti contenenti gli
elementi di dettaglio per l'attuazione degli interventi
* QCS Quadro comunitario di sostegno
PO
Programma operativo
Docup Documento unico di programmazione
Il quadro di riferimento regionale
Le riforme introdotte da Agenda 2000 coincidono con un momento particolarmente significativo
della programmazione della Regione Emilia-Romagna attualmente impegnata a rivedere i propri
strumenti di governo, per adeguarli al contesto competitivo globale ed all’orientamento delle nuove
politiche europee.
La fase attuale della programmazione regionale è caratterizzata dall’attuazione, a livello locale e
settoriale, dell’impianto adottato alla fine degli anni ottanta.
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Si è inoltre avviata una revisione degli strumenti programmatici più importanti; in primo luogo la
predisposizione del nuovo Piano Territoriale Regionale. In secondo luogo si è dato avvio alla
sperimentazione di strumenti di nuova concezione quali i programmi speciali d’area (L.R. 30/96), i
programmi di riqualificazione urbana (L.R. 19/97) ed i piani di sviluppo socio-economico delle
Comunità Montane (L.R. 22/97).
L’affermarsi di principi quali la sussidiarietà, l’integrazione e la concertazione, trae impulso anche
dalla progressiva attuazione a livello regionale della riforma “Bassanini” che, in Emilia-Romagna, si è
concretamente avviata con l’approvazione della L.R. 3/99 “Riforma del sistema regionale e locale”,
anticipata dalla L.R. 15/97 per le competenze in materia di agricoltura.
In tale contesto, la necessità di corrispondere agli adempimenti di pertinenza regionale per dare avvio
alla programmazione dell’utilizzo dei fondi europei a finalità strutturale, rappresenta l’occasione per:
-
affinare la corrispondenza tra i principi ispiratori del modello regionale ed i riferimenti
comunitari;
migliorare la capacità delle singole politiche di contribuire agli obiettivi generali delineati nella
proposta di Piano territoriale regionale;
prevedere un utilizzo coordinato dell’intera gamma degli strumenti di intervento di cui oggi la
Regione dispone.
Per corrispondere a tali esigenze la Regione Emilia-Romagna ha adottato un documento di indirizzi
per guidare la Giunta regionale nella predisposizione degli atti programmatici previsti dai nuovi
regolamenti comunitari (Docup per l’obiettivo 2, Programma operativo per l’obiettivo 3, Piano di
sviluppo rurale, Programma di interventi ed azioni strutturali nel settore della pesca, nuovi
Programmi di iniziativa comunitari).
Il “Quadro di riferimento per la programmazione coordinata degli interventi strutturali dell’Unione
Europea (2000-2006)“ è stato approvato con delibera del Consiglio regionale n.1280 del 3 novembre
1999.
Il nuovo obiettivo 2
L’obiettivo 2 destinato ad assorbire gli obiettivi 2 e 5b della programmazione 94-99, è quello che, in
termini di procedure, presenta una complessità maggiore. L’articolo 4 del regolamento generale n.
1260/1999 definisce i criteri ed i parametri per l’individuazione delle nuove aree eligibili secondo le
fasi che di seguito si riportano:
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Definizione dei massimali di
popolazione per Stato membro
Con decisione C(1999)1771 del 1° luglio 1999 la Commissione ha
stabilito i massimali per un totale che rappresenta il 18% della popolazione comunitaria
(All'Italia è stato assegnato un massimale di 7.402.000 abitanti
corrispondente a circa i 2/3 della popolazione eligibile agli ob. 2 e 5b
del periodo 1994/1999)
definizione delle aree NUTS III
(province) eligibili a criteri di
ruralità e di declino industriale
La Commissione europea ha comunicato nel mese di giugno 1999
l'elenco delle aree NUTS III "preeligibili" e che dovranno coprire, in
linea di massima, in termini di popolazione, almeno il 50% delle zone
in cui si applicherà il nuovo ob. 2
Proposta di candidatura delle
aree per l'eligilità al nuovo ob. 2
I singoli Stati membri propongono l'elenco delle aree da candidare
Definizione delle aree eligibili
La Commissione europea adotta, con specifica decisione, l'elenco
delle aree eligibili e definisce di conseguenza le aree in "phasing out"
(precedentemente rientranti negli ob. 1, 2 e 5b)
Per l’Italia, a partire dal massimale di riferimento dei 7.402.000 abitanti, si è raggiunto il 22 luglio
1999, nell’ambito della Conferenza dei Presidenti, un accordo fra le Regioni interessate per definire
dei “plafonds” entro cui ogni Regione si è attenuta per la individuazione delle aree da candidare.
La Regione Emilia-Romagna con delibera di Giunta n. 1508 del 30 luglio 1999 ratificata dal Consiglio
con atto n. 1254 del 23 settembre 1999, ha approvato l’elenco dei Comuni e delle aree subcomunali
della Regione da candidare all’obiettivo 2, nel rispetto di un massimale di popolazione previsto di
383.189 abitanti. La proposta fa riferimento a 117 Comuni distribuiti fra tutte le nove Province della
Regione. In 21 casi la proposta si riferisce a parti del territorio comunale.
Viene confermata la candidatura di 87 Comuni eleggibili agli obiettivi 2 e 5b del periodo 1994-1999
ed avanzata la candidatura di ulteriori 30 Comuni. Per 10 Comuni delle Province di Modena e Reggio
Emilia (ex obiettivo 2) viene proposto il passaggio alla fase di transizione (phasing out).
La proposta complessiva si articola in due sub aree nettamente distinte quanto a caratteristiche
territoriali e socio economiche: la sub area appenninica e la sub area orientale.
La sub area appenninica si compone di 98 Comuni pari a poco più di 237 mila abitanti e, nel suo
complesso, risponde ai requisiti previsti per le zone rurali [articolo 6 paragrafo 4 del regolamento
(CE) 1260/1999] in quanto presenta una densità di popolazione largamente inferiore alla soglia dei
100 ab./Kmq, un tasso di occupazione in agricoltura superiore al doppio della media comunitaria ed
una variazione negativa della popolazione residente. In quest’area la popolazione ha fatto registrare
tassi di variazione negativi di entità doppia rispetto al resto della Regione e gli indici di vecchiaia
risultano nettamente superiori rispetto alla già elevata età media regionale. La distribuzione per
settore economico della forza lavoro residente presenta una forte specializzazione nel settore
primario.
La sub area orientale è la più colpita, in ambito regionale, dal fenomeno della disoccupazione. La
problematicità del territorio deriva anche dall’intreccio fra la persistenza di aspetti di marginalità
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rurale ed il mancato decollo di processi di industrializzazione autonomi nei due poli di riferimento di
quest’area, la zona industriale di Ferrara e la zona portuale di Ravenna. Con riferimento ai parametri
comunitari, la sub area risponde ai requisiti previsto per le zone in mutazione socio economica nel
settore dell’industria (articolo 6 paragrafo 5 del regolamento 1260) ed ai requisiti della ruralità.
La candidatura è composta di 19 Comuni (18 in Provincia di FE cui va aggiunta una parte del
Comune di Ravenna) per circa 145.000 abitanti.
Sulla base delle candidature delle singole Regioni, il Ministero Tesoro, Bilancio e Programmazione
economica ha trasmesso al competente organismo comunitario, il 1° ottobre 1999, la proposta
complessiva italiana articolata in Sistemi Locali del Lavoro (SSLL) quali unità territoriali di
riferimento ed in base alla definizione Istat (Istat, I sistemi locali del lavoro, 1997).
La proposta italiana è stata oggetto di rilievi da parte della Commissione che ne ha rilevato la non
corrispondenza, in termini di percentuale, di abitanti appartenenti a NUTS III eligibili secondo i
parametri della ruralità e del declino industriale.
A tutto il 1999 era ancora in corso il negoziato fra Commissione europea e Governo italiano per
definire le correzioni da apportare alla candidatura italiana dell’ottobre 1999.
Il nuovo obiettivo 3
Nel corso del confronto iniziato ai primi di gennaio 1999 e che ha coinvolto oltre all’Ufficio Centrale
Orientamento e Formazione Professionale dei Lavoratori del Ministero del Lavoro e della Previdenza
Sociale, tutti gli altri soggetti istituzionali e sociali interessati (Regioni, altre Amministrazioni centrali
dello Stato, rappresentanze delle maggiori Parti Sociali, associazioni delle Province e dei Comuni e
realtà associative del Terzo Settore) è stato raggiunto il consenso sulla possibilità, prevista dal
regolamento generale n. 1260/99 di utilizzare gli strumenti del Quadro Comunitario di Sostegno e dei
relativi Programmi Operativi, nonché sugli obiettivi generali e specifici del “Quadro di riferimento
per sviluppare le risorse umane, aumentare e migliorare l’occupazione”.
Sulla base del Quadro di riferimento è stato elaborato il Piano Nazionale obiettivo 3, sottoposto al
parere della Conferenza Stato/Regioni il 21 ottobre 1999 e successivamente approvato dal Comitato
Interministeriale per la Programmazione Economica. Il 29 ottobre 1999 il Quadro di riferimento ed il
Piano Nazionale dell’obiettivo 3, accompagnato dal documento di valutazione ex ante, sono stati
trasmessi alla Commissione europea.
A seguito della comunicazione di ricevibilità formale del Piano Nazionale da parte della Commissione
europea e sulla scorta del mandato elaborato dalla stessa Commissione, è stato aperto ufficialmente
in data 7 dicembre 1999 a Roma, il negoziato Italia-Commissione europea sviluppatosi
successivamente nel corso dell’ incontro svoltosi a Bruxelles il 4 gennaio 2000 e quello conclusivo
del 26 gennaio 2000 a Firenze. L’Italia, insieme alla Finlandia, è il primo tra gli Stati membri a
presentare la propria programmazione: nell’arco del periodo 2000-2006 le Regioni del Centro-Nord
avranno a disposizione un finanziamento comunitario di 7.249 miliardi di lire (3.744 milioni di euro)
a cui si aggiungerà un cofinanziamento italiano di oltre 8.000 miliardi di lire.
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E’ inoltre previsto un Programma Operativo Nazionale a titolarità del Ministero del Lavoro e della
Previdenza Sociale, relativo alle azioni nazionali di sostegno ai sistemi formativi e del lavoro ed al
loro processo di integrazione che assorbe una percentuale pari al 5% delle risorse finanziarie previste
per l’obiettivo 3, come concordato tra Regioni, Province Autonome e Ministero.
In data 14 dicembre 1999 sono quindi stati trasmessi alla Commissione, il Programma Operativo
Nazionale e i Programmi Operativi regionali.
La Regione Emilia-Romagna con delibera n. 1275 del 3 novembre 1999 del Consiglio regionale ha
approvato il “Documento di orientamento per il programma operativo della Regione Emilia Romagna
Ob. 3 – Fondo Sociale Europeo 2000-2006”. L’obiettivo generale assegnato all’azione del Fondo
sociale europeo dal Piano per l’Obiettivo 3 per il periodo 2000-2006 consiste nel contribuire ad
accrescere l’occupabilità della popolazione in età attiva e la qualificazione delle risorse umane, anche
attraverso lo sviluppo dell’imprenditorialità, dell’adattabilità delle imprese e dei lavoratori e delle
pari opportunità tra uomini e donne. Consiste altresì nel favorire i processi ammodernamento e
innovazione dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro.
Come definito nel Piano nazionale per l’Obiettivo 3, l’obiettivo generale indicato – che fa proprie le
finalità del FSE e le politiche di intervento della Strategia Europea per l’Occupazione – si articola nel
contesto regionale secondo i seguenti obiettivi globali:
1. Contribuire all’occupabilità dei soggetti in cerca di lavoro attraverso l’offerta di un’ampia gamma
di misure anche integrabili tra di loro, di prevenzione della disoccupazione. Sostenere, al fine di
rendere operativi gli obiettivi descritti, la riforma dei servizi dell’impiego;
2. Offrire la possibilità ai soggetti a rischio di esclusione sociale e/o in condizioni di particolare
svantaggio di poter fruire di servizi di informazione e supporto, interventi mirati all’occupabilità
e all’inclusione sociale e politiche di welfare, per migliorare la loro integrazione culturale, sociale
e produttiva;
3. Adeguare i sistemi formativi e sviluppare un’offerta di istruzione, formazione professionale e
orientamento che consenta uno sviluppo di percorsi formativi per tutto l’arco della vita
utilizzando metodologie innovative, approcci individualizzati e strumenti tali da permettere
l’acquisizione e l’apprendimento di competenze adeguate all’evoluzione del sistema produttivo.
Favorire l’integrazione tra i sistemi della formazione, istruzione e lavoro;
4. Sostegno al mantenimento e allo sviluppo dei tassi di occupazione, nonché alla crescita di
competitività dei sistemi produttivi attraverso l’adeguamento della qualità delle risorse umane
nel quadro delle politiche di rimodulazione e riduzione degli orari di lavoro, di flessibilizzazione
del mercato del lavoro, di sviluppo dell’imprenditorialità e del lavoro autonomo e dello sviluppo
della ricerca e delle tecnologie;
5. Incremento del tasso di attività femminile attraverso misure che favoriscano la partecipazione
delle donne al mercato del lavoro, il loro inserimento nel lavoro dipendente, la creazione di lavoro
autonomo e di impresa, lo sviluppo di carriera, utilizzando strumenti molteplici di servizi,
sviluppo delle competenze, incentivi e azioni di accompagnamento. Sviluppo dell’approccio di
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genere sia nelle misure rivolte ai soggetti che in quelle dirette all’incremento della cultura e della
programmazione delle pari opportunità nei soggetti e nelle politiche pubbliche e in quelle
aziendali.
La strategia regionale per l’intervento del FSE, nell’ambito degli obiettivi globali indicati, tiene conto
delle peculiarità del mercato del lavoro regionale e delle priorità che ne conseguono. I fenomeni che
connotano in maniera più rilevante l’evoluzione del mercato del lavoro regionale attengono:
all’invecchiamento demografico e al ridotto tasso di natalità - alla flessibilità del lavoro - alla
composizione della struttura produttiva e occupazionale - alle differenze territoriali in termini di
strutture produttive e occupazionali - alle discriminazioni generazionali, di genere e sociali - e a
rischi di indebolimento della struttura imprenditoriale.
Discendono da questo contesto le priorità regionali che guidano la strategia di intervento del
programma operativo verso i due seguenti obiettivi:
1. l’aumento strutturale del livello dell’occupazione regionale, che implica:
• l’inserimento e la permanenza sul mercato del lavoro delle componenti meno rappresentate
della popolazione attiva, in primo luogo le donne e i giovani, e coloro che si trovano in
condizioni di svantaggio sociale;
• lo sviluppo di sistemi generalizzati di apprendimento e riqualificazione lungo tutto l’arco
della vita, al fine di aumentare le chance occupazionali, la mobilità professionale,
l’adattabilità all’evoluzione delle organizzazioni del lavoro e d’impresa, l’integrazione sociale;
• il governo della flessibilità, al fine di garantire stabilità occupazionale e qualificazione
professionale nei nuovi lavori e nelle nuove modalità di prestazione lavorativa, e ridurre i
costi sociali della flessibilità;
• il governo dei flussi di immigrazione tramite politiche di incentivazione della mobilità
geografica, al fine di ridurre l’impatto sul sistema produttivo regionale del mancato ricambio
generazionale degli occupati;
2. il rafforzamento della struttura produttiva regionale e dell’impatto occupazionale della
crescita, attraverso:
• lo sviluppo del potenziale occupazionale del settore dei servizi e dei “nuovi bacini
d’impiego”, ed in particolare dei servizi collettivi e alla persona;
• il sostegno ai processi di consolidamento, evoluzione ed innovazione dei sistemi locali di
piccola e media impresa, al fine di rafforzarne la competitività.
Come enunciato nell’obiettivo generale del FSE, il perseguimento di queste priorità richiede, da un
lato, di agire con specifiche politiche (finalizzate all’occupabilità, all’imprenditorialità, all’adattabilità
e alle pari opportunità), dall’altro di incidere sulla capacità di intervento del sistema regionale,
innovando i modelli di gestione del mercato del lavoro e di governo delle strategie di politica attiva
del lavoro, sviluppando gli elementi di qualità dell’offerta di formazione e istruzione, implementando
le politiche in una logica di mainstreaming. Al tempo stesso, vanno rafforzati i modelli e i processi
di programmazione già sperimentati in questi anni nel contesto regionale, che dovranno essere
sempre più connotati:
•
dall’integrazione tra le politiche regionali, per aumentare l’efficacia degli interventi delle politiche
attive del lavoro, coniugandole alle priorità dello sviluppo settoriale e territoriale, e per
valorizzare gli elementi più innovativi introdotti dalla riforma dei Fondi strutturali con riguardo
particolare alla missione e ai campi di intervento del FSE;
126
•
•
•
dall’integrazione degli strumenti e delle linee di intervento in una logica di filiera di attività, come
modalità per la massimizzazione degli effetti attesi;
dalla cooperazione progettuale e attuativa tra i diversi livelli di governo delle politiche pubbliche
in ambito regionale (dalle amministrazioni centrali alle autonomie locali), e dallo sviluppo di
partenariati a livello interregionale su specifiche priorità e linee di intervento del programma;
dalla concertazione e dal partenariato sociale come strumento permanente di indirizzo e
valutazione delle politiche regionali e per favorire un governo consensuale delle regole e delle
risorse.
La strategia regionale nella programmazione dell’Obiettivo 3 assume inoltre i tre campi trasversali di
intervento del FSE (pari opportunità, sviluppo locale, società dell’informazione) come elemento che
orienta le priorità individuate all’interno di ciascun obiettivo globale. In particolare, l’attenzione sarà
rivolta:
•
•
•
nell’ambito delle pari opportunità: a garantire l’adeguata partecipazione delle donne alle misure
di inserimento lavorativo e di formazione, soprattutto nell’ambito della formazione continua e
permanente, e l’osservanza dell’attuazione dei principi di pari opportunità e di equità di genere
degli impatti;
nell’ambito dello sviluppo locale: a privilegiare l’integrazione tra le politiche attive del lavoro e le
iniziative locali per lo sviluppo e l’occupazione, con particolare riferimento alle aree
dell’Obiettivo 2. Come già affermato negli orientamenti regionali alla programmazione 20002006, si tratta in questo ambito di focalizzare le opportunità di intervento negli specifici contesti
territoriali, concentrare su tali opportunità un insieme integrato di azioni intersettoriali,
promuovere la concertazione tra l’operato dei diversi soggetti istituzionali. Le strategie
complessive di sostegno allo sviluppo locale troveranno strumenti e modalità di intervento
diversi in relazione alle particolarità dei singoli contesti provinciali o locali e dei rispettivi sistemi
produttivi;
nell’ambito della società dell’informazione: a sostenere processi di creazione di impresa e di
lavoro, e di accrescimento delle competenze nel settore delle nuove tecnologie, dell’informazione
e della comunicazione.
126
Da questa impostazione discende la strategia assegnata ad ognuno degli obiettivi globali del
programma operativo.
Ambiti di intervento previsti dal P.O. ob. 3 2000-2006
decollo del sistema re gionale dei servizi per l'impiego;
Asse 1
Asse 2
Asse 3
apprendistato;
formazione iniziale (obbligo formativo fino a 18 anni);
integrazione con l'obbligo scolastico;
aiuti all'occupazione
specializzazione post-obbligo formativo;
drop-out e dispersione scolastica;
assegni studio per studenti a rischio di abbandono a
causa di disagiate condizioni economiche;
sostegno alle famiglie finalizzato allo sviluppo socioeducativo dei giovani.
gruppi svantaggiati: handicap, detenuti extracomunitari
nomadi, tossicodipendenti, sieropositivi, alcolizzati ecc.
formazione formatori, operatori sociali, datori di lavoro
e parti sociali.
accreditamento
certificazione delle competenze e dei crediti
formazione formatori
analisi dei fabbisogni
monitoraggio e valutazione
informazione e pubblicità
formazione post-secondaria (2°-3° livello)
I.F.T.S.
formazione permanente per gli adulti
Diplomi universitari
Asse 4
formazione continua nel settore pubblico e privato;
sviluppo delle competenze nei settori della ricerca e
delle nuove tecnologie.
Asse 5
pari opportunità
Asse 6
assistenza tecnica (attuazione e gestione del P.O.);
informazione e pubblicità.
Il piano di sviluppo rurale
Fin dal 1972 la Comunità europea ha introdotto nella politica agricola comune (PAC) misure intese a
sostenere il miglioramento delle strutture agrarie; l’azione della Comunità per inserire la politica delle
strutture agrarie nel più ampio contesto socio economico delle zone rurali si è fatta più consistente
nel corso delle varie riforme dei meccanismi di attuazione della PAC.
126
Contemporaneamente hanno assunto rilievo altre dimensioni dell’agricoltura, quale quella ambientale
e di conseguenza si sono aggiunti nuovi strumenti di intervento non finalizzati esclusivamente
all’agricoltura.
Con le modifiche introdotte da Agenda 2000 prende avvio una sostanziale riforma della politica
comunitaria per lo sviluppo rurale che interessa tutte le zone rurali della Comunità.
Il regolamento (CE) 1257/1999 rappresenta la base giuridica per l’attuazione di tale politica che
accompagna ed integra gli altri strumenti della politica agricola comune (PAC) e stabilisce l’ambito di
applicazione e la tipologia delle misure da attivare. Il sostegno comunitario è fornito dal Fondo
europeo di orientamento e garanzia (FEOGA) sez. Garanzia nelle aree escluse dall’obiettivo 1 dove
le misure sono sostenute dal FEOGA sez. Orientamento.
Il regolamento abroga una serie di normative precedenti, sistematizzando ed adeguando i vari regimi
di aiuto previsti; in particolare è previsto che gli Stati membri (per l’Italia le Regioni) elaborino dei
piani di sviluppo di durata pluriennale (2000-2006), da presentare, per l’avvio del negoziato e la
successiva adozione, alla Commissione europea.
Tali piani comprendono la strategia, gli obiettivi, le misure e le procedure delle Regioni per attivare
l’insieme dei regimi d’aiuto previsti dal regolamento 1257/1999.
La Regione Emilia-Romagna con delibera di Giunta n. 2060 del 10 novembre 1999 adottata dal
Consiglio regionale con atto n. 1338 del 19 gennaio 2000 ha approvato la proposta di Piano regionale
di sviluppo rurale (P.R.S.R.) titolato “La qualità dell’agricoltura per la qualità dell’ambiente e del
territorio”.
Una descrizione dei contenuti del piano è riportata nella parte dedicata alla Politica agricola comune.
Il Piano Pesca
Col regolamento 1263/1999 relativo allo strumento finanziario per la pesca (SFOP), viene definito il
quadro giuridico per il sostegno comunitario alle azioni strutturali nel settore della pesca e
dell’acquacoltura. La norma stabilisce che l’utilizzo dello SFOP nell’ambito delle Regioni obiettivo 1
nella programmazione di detto obiettivo mentre al di fuori dell’obiettivo 1, le azioni devono essere
oggetto di un unico documento di programmazione (DOCUP) in ogni Stato membro.
La Commissione europea ha successivamente definito gli assi prioritari da prevedere nei singoli
DOCUP nazionali:
- asse 1
Adeguamento dello sforzo di pesca;
- asse 2
Rinnovo e ammodernamento della flotta di pesca;
- asse 3
Protezione e sviluppo risorse acquatiche, acquacoltura, attrezzature dei porti di
pesca,
trasformazione e commercializzazione prodotti ittici;
- asse 4
Altre misure.
Per l’Italia, a tutto il 1999, non si è arrivati alla definizione della proposta di piano da presentare alla
Commissione europea.
126
In quest’ambito le Regioni del centro nord, pur riconoscendo la necessità di una programmazione
unitaria, ma nel rispetto della suddivisione delle competenze statali e regionali che regolano il settore,
hanno rivendicato una propria autonomia programmatica e gestionale per gli interventi che fanno
riferimento agli assi 3 e 4.
E’ quindi probabile che il piano unico nazionale preveda specifiche articolazioni riferite ai diversi
ambiti regionali.
Le nuove Iniziative Comunitarie 2000-2006
Gli articoli 20 e 21 del regolamento (CE) 1260/99 stabiliscono il contenuto e gli obiettivi delle nuove
iniziative comunitarie (IC) oltre che le procedure per l’elaborazione, l’approvazione e l’attuazione.
Le nuove iniziative nascono, per impostazione e settori trattati, dall’esperienza maturata nel
quinquennio 1994/1999 dai precedenti PIC (Programmi di Iniziativa Comunitaria) riproponendo
alcune tematiche:
-
INTERREG, iniziativa volta al sostegno di azioni di cooperazione transeuropea per lo sviluppo
territoriale;
URBAN, destinata ad interventi in ambito urbano, in aree con popolazione superiore ai 10 mila
abitanti;
LEADER finalizzata allo sviluppo rurale;
EQUAL rivolta alla lotta contro l’esclusione dal mercato del lavoro delle categorie deboli.
La Commissione europea ha pubblicato nel corso del mese di ottobre 1999 le proposte relative agli
orientamenti per le nuove Iniziative [doc. COM(1999) nn. 475, 476, 477, 479 del 13 ottobre 1999]
ed ha definito i criteri per la ripartizione delle risorse comunitarie per iniziativa e tra gli Stati membri.
Il calendario di attuazione prevede che su tali proposte, oltre ai comitati previsti dalla normativa dei
Fondi strutturali, anche il Parlamento europeo, il Comitato delle Regioni ed il Comitato economico e
sociale emettano propri pareri (attesi per il primo trimestre del 2000) prima della approvazione e
pubblicazione dei testi definitivi nella Gazzetta ufficiale europea. A partire da tale data, le autorità
nazionali e regionali competenti disporranno di un termine di sei mesi per la presentazione dei
programmi operativi.
126
Ripartizione indicativa degli stanziamenti disponibili per Stato membro
(milioni d'euro - prezzi 1999)
INTERREG
FESR
BE
104
DK
31
DE
737
GR
568
ES
900
FR
397
IE
84
IT
426
LU
7
NL
349
AT
183
PT
394
FI
129
SE
154
UK
362
Reti europee
50
EUR 15
4875
EQUAL
LEADER +
URBAN TOTALE
FSE
FEOGA-Or.
FESR
70
15
20
209
28
16
5
80
484
247
140
1608
98
172
24
862
485
467
106
1958
301
252
96
1046
32
45
5
166
371
267
108
1172
4
2
0
13
196
78
28
651
96
71
8
358
107
152
18
671
68
52
5
254
81
38
5
278
376
106
117
961
50
40
15
155
2847
2020
700
10442
(Fonte: Commissione europea)
Interreg III è l’iniziativa finanziariamente più consistente e costituirà un elemento fondamentale
della strategia dell’Unione Europea volta a rafforzare la coesione territoriale. Gli orientamenti
operativi prevedono un’articolazione in tre sezioni:
Asse A: cooperazione transfrontaliera rivolta alla promozione di uno sviluppo integrato tra
Regioni confinanti;
Asse B: cooperazione transnazionale tra autorità nazionali, regionali e locali tra raggruppamenti di
Regioni finalizzata all’integrazione territoriale fra paesi comunitari e con i paesi candidati
ed altri paesi terzi limitrofi;
Asse C: cooperazione interregionale per il miglioramento delle politiche e degli strumenti di
sviluppo regionale e di coesione attraverso la creazione di reti.
Per gli assi A e B gli orientamenti definiscono, per raggruppamenti di Regioni, le aree ammissibili
stabilendo percentuali indicative di riparto delle risorse fra i singoli assi. Secondo tali orientamenti la
Regione Emilia-Romagna sarà ammissibile all’asse B in due raggruppamenti/programmi (MEDOCMediterraneo occidentale e CADSES-adriatico, danubiano) oltre che all’asse C.
Urban prevede azioni anche in aree urbane al di fuori degli obiettivi 1 e 2. La Commissione, negli
orientamenti, fa una previsione di circa 50 interventi di cui 8 in Italia. Due sono gli obiettivi
principali:
1. incoraggiare la definizione e l’applicazione di strategie di riqualificazione urbana che siano
altamente innovative dal punto di vista economico e sociale;
2. rafforzare lo scambio di esperienze e conoscenze relativamente alla riqualificazione urbana ed allo
sviluppo sostenibile nell’Unione Europea.
126
Leader plus riprende, per impostazione, l’esperienza dell’iniziativa precedente ma rispetto ai
precedenti Leader I e II, interesseranno tutte le zone rurali europee e non solo quelle inserite in
obiettivo 1 e 2. Le azioni finanziabili dovranno avere le caratteristiche di azioni pilota relative ad aree
di piccola dimensione, aventi cioè al massimo centomila abitanti, finalizzate a promuovere:
1. strategie territoriali pilota di sviluppo rurale integrato;
2. la cooperazione tra zone rurali sia entro lo stesso Stato membro che tra più Stati comunitari;
3. la messa in rete di aree rurali nel quadro dell’Osservatorio europeo delle zone rurali.
Equal è destinata al sostegno di politiche a favore delle categorie deboli e rappresenta una delle
componenti della Strategia europea per l’occupazione, con un’impostazione attiva e preventiva delle
pari opportunità per tutti. Sosterrà azioni di cooperazione transnazionale finalizzata alla
promozione di nuovi strumenti e mezzi per prevenire e combattere tutte le forme di discriminazione
e diseguaglianze possibili nel mercato del lavoro considerando anche l’integrazione sociale e
professionale dei profughi. Il meccanismo di funzionamento prevede la costituzione di partenariati di
sviluppo cioè accordi tra partner statali, privati ed associazioni, costituiti su una base geografica o
settoriale.
Obiettivo comune a tutte e quattro le iniziative è lo sviluppo di scambi di esperienze e buone
pratiche tra Stati e fra Regioni e la conseguente creazione di reti europee per le quali sono previste
specifiche risorse nell’ambito di ciascun programma.
Maggiori informazioni possono essere ottenute consultando il sito della DG XVI della Commissione
europea: http://www.inforegio.cec.eu.int/wbdoc/docoffic/official/orient.it.htm
Lo Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo
Le Regioni, le città, i territori competono fra loro per attrarre attività economiche, posti di lavoro,
infrastrutture, ecc.: se da un lato questa competizione costituisce la principale forza motrice dello
sviluppo territoriale, dall'altro è pur vero che non tutti i territori vi partecipano in condizioni di
parità e che la stessa competizione, se animata esclusivamente da una concorrenza incontrollata,
risulta inefficace, allenta la coesione economica e sociale fra le Regioni, genera una dispersione di
sforzi, di investimenti e, spesso, di risorse ambientali.
A fronte di questi rischi, i Ministri degli Stati membri dell'Unione Europea responsabili dell'assetto
del territorio hanno evidenziato la necessità per l'Unione Europea di predisporre una “visione
d'insieme”, cioè derivare una strategia di sviluppo “armonioso ed equilibrato” del territorio europeo
rivolta a un “migliore equilibrio tra concorrenza e cooperazione” affinché il territorio europeo nel suo
insieme possa raggiungere un livello ottimale di competitività. Una visione d'insieme che muove dalla
considerazione che nella fase attuale si stanno sempre più accentuando tre livelli di interdipendenza:
fra territori; fra le politiche settoriali che hanno un incidenza sul territorio; fra i vari livelli di potere
che condividono la competenza su un territorio dato.
Nel novembre del 1993, a Liegi, i Ministri per l'assetto del territorio hanno deciso di elaborare lo
Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo (SSSE) e da allora hanno svolto tale compito di concerto
con la Commissione europea e con il sostegno del Parlamento europeo, del Comitato delle Regioni e
126
delle Autorità locali, oltre che del Comitato economico e sociale. In questo periodo, le presidenze di
turno (Corfù e Lipsia nel 1994, Strasburgo e Madrid nel 1995, Venezia nel 1996) hanno contribuito a
sviluppare la riflessione sullo statuto e sul contenuto di questo documento. Al termine di questo
periodo di riflessione fu deciso di riunire in un primo documento di carattere consensuale tutte le
idee fino allora sviluppate: questo documento, sottoposto all'approvazione nella riunione
ministeriale di Noordwijk del giugno 1997, costituisce il primo progetto ufficiale dello SSSE.
Il documento di Noordwijk, che delinea una strategia per lo sviluppo del territorio europeo in una
fase in cui le trasformazioni sociali ed economiche in seno all'Europa e i processi di globalizzazione
dell'economia e della società possono rappresentare nuove occasioni di progresso o essere fonte di
nuovi squilibri territoriali, per volere degli stessi Ministri è stato sottoposto alla più ampia
discussione ed è stato adottato dai Ministri degli Stati membri dell'Unione Europea responsabili
dell'assetto del territorio a Potsdam l'11 maggio 1999.
Le Regioni e le Province Autonome italiane, operando con propri tecnici in un gruppo di lavoro
coordinato dalla Regione Emilia-Romagna, attraverso la Conferenza dei Presidenti, hanno accolto con
grande interesse e con impegno l'invito alla discussione sulla bozza di Schema di Sviluppo dello
Spazio Europeo e, da subito, hanno proposto che fosse finalizzata a delineare le scelte
programmatiche portate dall'Italia, intesa come insieme delle articolazioni istituzionali dello Stato,
delle Regioni e delle Autonomie Locali, al confronto con gli altri Paesi europei per la stesura e la
decisione finale sul documento. Alla base di questa proposta vi è la considerazione che lo Schema di
Sviluppo dello Spazio Europeo sottoposto alla discussione ha assunto il territorio non tanto o non
solo come spazio fisico, ma soprattutto come spazio economico, ecologico e sociale e si configura
come una strategia di sviluppo che potrà risultare pienamente efficace solo se assunta come quadro
di riferimento per l'azione dei vari soggetti che la devono realizzare.
Per questo motivo la Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province Autonome ha chiesto e
ottenuto che fosse la Conferenza Stato-Regioni la sede fra quelle vigenti maggiormente idonea per
costruire validamente le posizioni comuni in merito alle questioni proposte dallo SSSE, superando
approcci settoriali e unilaterali che inevitabilmente sarebbero risultati se la discussione avesse
mantenuto come sede del confronto esclusivamente il Ministero dei Lavori Pubblici.
Il documento "Primi contributi delle Regioni e delle Province Autonome sullo Schema di Sviluppo
dello Spazio Europeo" predisposto dal Gruppo Tecnico istituito presso la Conferenza dei Presidenti
e delle Province autonome, è stato quindi trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni.
Il 21 gennaio 1999 la Conferenza Stato-Regioni ha poi approvato il documento "Considerazioni dello
Stato, delle Regioni e delle Province autonome sulla prima bozza di Schema di Sviluppo dello Spazio
Europeo" frutto del lavoro di un gruppo interistituzionale e che l'Italia ha portato al confronto con
gli altri Paesi europei per la stesura e la decisione finale sullo SSSE.
Nell'ambito dell'attività di coordinamento delle Regioni, per fare il punto sul ruolo e sulle proposte
delle Regioni e delle Province Autonome nella definizione dello Schema di Sviluppo dello Spazio
Europeo e sul rapporto tra lo SSSE e la pianificazione regionale, la Regione Emilia-Romagna il 6
luglio 1998 ha promosso, unitamente alla Conferenza dei Presidenti, un convegno interregionale al
quale hanno preso parte funzionari della Unione Europea, rappresentanti del Governo e funzionari
ministeriali, presidenti, assessori e tecnici delle Regioni competenti in materia di programmazione e
126
pianificazione del territorio, rappresentanti delle Province e dei principali Comuni della Regione
Emilia-Romagna.
La Commissione europea ha contribuito al dibattito sulla bozza di SSSE approvata a Noordwijk
organizzando 9 seminari transnazionali tenuti in Paesi diversi dell'Unione, offrendo in questo modo
una opportunità di coinvolgimento diretto e di dibattito a politici, funzionari, tecnici e professionisti
interessati alla pianificazione del territorio sia a livello nazionale che regionale.
Presentata l'iniziativa con una prima conferenza a Berlino nell'aprile del 1998, ogni seminario ha
affrontato un tema diverso di importanza chiave per lo sviluppo territoriale:
-
Trasporto e telecomunicazioni (Napoli, I)
Sistemi urbani (Lille, F)
Gestione idrica (Tessaloniki, Gr)
La conoscenza come fattore di sviluppo (Manchester, Ru)
Partenariato urbano-rurale (Salamanca, E)
Zone sensibili dal punto di vista ambientale (Göteborg, S)
Cooperazione in materia di assetto del territorio in un contesto di ampliamento dell'Unione
Europea (Vienna, A).
I risultati delle consultazioni sullo SSSE sono stati presentati al forum di Bruxelles nel febbraio 1999;
nell’ambito del quale il rappresentante dell’Emilia-Romagna ha illustrato il parere delle Regioni
italiane evidenziando in particolare la necessità di raccordo fra SSSE e Fondi Strutturali ed il ruolo
strategico che deve essere attribuito alla dimensione regionale per l'attuazione delle strategie indicate
dallo SSSE.
Informazioni e documenti ufficiali sullo SSSE sono reperibili al WS della Commissione europea (DG
XVI) http://www.inforegio.cec.eu.int/wbdoc/docoffic/official/space_en.htm.
Situazione socioeconomica e sviluppo delle Regioni dell’Unione Europea
(Sesta relazione periodica)
Nel corso del mese di febbraio 1999, la Commissione europea ha approvato la Sesta relazione
periodica sulle Regioni che con cadenza triennale fornisce un quadro d’insieme del processo di
coesione e della politica regionale comunitaria.
In conformità dell’art.130 B del Trattato dell’Unione Europea la Commissione pubblica inoltre
relazioni triennali sulla coesione sociale ed economica che riprendono le analisi contenute nelle
relazioni periodiche. Il primo di questi rapporti (I° Rapporto sulla coesione - 1996) è stato
approvato nel 1996 e pubblicato nel 1997.
La Sesta relazione periodica sulle Regioni riporta in maniera puntuale dati ed analisi delle
implicazioni, per l’economia delle Regioni dell’Unione ed i relativi mercati del lavoro, di alcuni
cambiamenti quali la crescente globalizzazione, il passaggio all’euro e l’allargamento dell’Unione
Europea ai paesi dell’Europa centrale ed orientale. In particolare vengono affrontate in parti distinte:
126
-
le principali tendenze in materia di economia, mercato del lavoro e cambiamenti demografici
registrati nelle Regioni nell’ultimo decennio;
l’analisi e dei più importanti fattori della competitività delle Regioni;
l’impatto dell’utilizzo dei Fondi strutturali;
le dinamiche economico-sociali all’interno dei 10 paesi dell’Europa centrale ed orientale candidati
all’adesione.
Per il livello di analisi, la relazione rappresenta quindi un utile strumento di conoscenza delle
dinamiche territoriali dell’Unione e di approfondimento delle tematiche relative all’approccio
integrato allo sviluppo regionale.
Il testo completo della relazione è disponibile sul sito Inforegio della Commissione europea :
< http://inforegio.cec.eu.int/6rp>
La politica regionale comunitaria
Il 1999 costituisce l’ultimo anno del secondo periodo di programmazione (1994/1999) avviato e
sostenuto dall’Unione Europea tramite i Fondi strutturali. Entro l’anno si sono portati a termine gli
impegni finanziari previsti dai documenti di programmazione regionale (Docup e Programmi
Operativi) previsti per le aree interessate dagli obiettivi 2 (zone in declino e riconversione
industriale), 5b (aree rurali) 3 e 4 (risorse umane).
Il 2000 rappresenterà l’anno di transizione verso la nuova fase di programmazione (2000-2006), in
tale periodo l’Amministrazione regionale sarà impegnata da un lato nella conclusione della gestione
dei programmi precedenti e per contro dalla programmazione dei nuovi interventi secondo le nuove
regole comunitarie e nell’avvio dei negoziati con la Commissione europea per il riconoscimento delle
nuove aree obiettivo e per l’approvazione dei nuovi documenti di programmazione. La coincidenza
con l’avvio della nuova legislatura regionale costituirà inoltre un ulteriore elemento di complessità.
126
RE
I comuni interessati all’Ob. 5b
PIACENZA
Bettola
Bobbio
Cerignale
Coli
Corte Brugn atella
Farini
Ferriere
Morfasso
Ottone
Vernasca
Zerba
PARMA
Albareto
Bardi
Bedonia
Berceto
Bore
Borgo Val di Taro
Calestano
Compiano
Corniglio
M onchio delle Corti
Neviano degli Arduini
Palenzano
Pellegrino parmense
Solignano
Terenzo
Tizzano Val di Parma
Tornolo
Valmozzola
Varsi
REGGIO EMILIA
Busana
Carpineti
Pavullo nel Frignano
Castelnovo nei MontiPievepelago
Collagna
Polinago
Ligon chio
Riolunato
Ramiseto
Zocca
Toano
Vetto
BOLOGNA
Villa Minozzo
Borgo Tossignano
Camugnano
MODENA
Castel d’Aiano
Fanano
Castel del Rio
Fiumalbo
Castel di Casio
Frassinoro
Castiglione dei Pepoli
Lama Mocogno
Fontanelice
Montecreto
Granaglione
Montefiorino
Lizzano in Belvedere
Montese
Mon ghidoro
Palagano
San Benenetto Val di Sambro
FERRARA
Berra
Codigoro
Comacchio
(escluso centro
s torico)
Lagosanto
M esola
Ostellato
Goro
RAVENNA
Casola Valsenio
FORLI’/CESENA
Bagno di Romagna
Galeata
M ercato Saraceno
Portico e
S. Benedetto
Premilcuore
Rocca San
Casciano
Roncofreddo
Santa Sofia
Sarsina
Sogliano al
Rubicone
Tredozio
Verghereto
RIMINI
Torriana
I comuni interessati all’Ob. 2
SUBAREA REGGIANO-MODENESE
Campagn ola Emilia, Correggio (zona industiale), Fabbrico, Reggio Emilia (circoscrizioni 2, 7 e 8), Rio Saliceto, Rolo, San Martino in Rio, Carpi
industriale), Cavezzo, Novi di Modena
(zona
SUBAREA FERRARESE
Ferrara (tre circoscrizioni zone industriali), Copparo (zona industriale),
Ro
126
OBIETTIVO 2
L’obiettivo 2 fa riferimento alla riconversione delle Regioni o delle parti di Regioni gravemente
colpite dal declino industriale. In considerazione della rapidità dei mutamenti di riconversione
industriale, sono previste due fasi di programmazione triennale con possibilità di adeguamento delle
zone ammissibili alla fine del primo triennio. Il contributo finanziario comunitario avviene attraverso
il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e il Fondo Sociale Europeo (FSE).
Il DocUP ob. 2 Emilia-Romagna 1994-1996
Il Documento unico di programmazione per gli interventi strutturali comunitari nella Regione EmiliaRomagna per il periodo 1994-1996 è stato approvato dalla Commissione europea con decisione C
(94) 3410 del 14 dicembre 1994, recepito e messo in attuazione dalla L.R. 10 aprile 1995 n. 25 che
ha assegnato, inoltre, all’Assessorato regionale “Attività Produttive” il compito di promuovere gli
atti e le iniziative necessarie per la realizzazione del Programma e di assicurare il coordinamento delle
altre strutture regionali competenti per settore.
L’area della Regione Emilia-Romagna ammessa ai contributi, stabilita dalla decisione comunitaria
94/169/CE del 20 gennaio 1994, comprendeva sette comuni della Provincia di Reggio Emilia
(Campagnola Emilia, Correggio, Fabbrico, Reggio Emilia - circoscrizioni 2, 7 e 8 -, Rio Saliceto, Rolo,
S. Martino in Rio) e tre Comuni della Provincia di Modena (Carpi, Cavezzo e Novi).
Il contributo comunitario previsto, per il triennio, è stato di 12 milioni di euro: di questi 9, a carico
del FESR e 2,4 a carico del FSE.
Il 30 giugno 1999 è terminato formalmente il periodo di programmazione 1994-96 con l’invio della
relazione conclusiva e della richiesta di pagamento finale alla Commissione europea di 9,595 milioni
di euro di FESR, con un utilizzo pari quasi al 100%, e di 1,513 milioni di euro di FSE, con un
utilizzo pari al 63%. Complessivamente, quindi, l’attuazione finanziaria dell’intero DocUP si è
attestata al 95% delle risorse programmate.
Nel corso della attuazione del Programma, il Comitato di Sorveglianza ha approvato tre
riprogrammazioni delle risorse finanziarie che hanno incrementato la misura 2.2 diretta a sostenere gli
investimenti delle imprese artigiane (3.335 mila euro in più) e la misura 3.2 diretta a sostenere gli
investimenti per la riconversione di attività produttive ad elevato impatto ambientale (100 mila euro
in più) e ridotto gli stanziamenti delle misure 1.1 (Incentivi alle nuove imprese), 1.2 (Animazione
economica per le nuove imprese), 2.4 (Animazione economica per il rafforzamento e
riposizionamento competitivo delle PMI) e l’assistenza tecnica FESR.
Con le risorse destinate all’assistenza tecnica, sono stati attivati mediante convenzioni con le
Amministrazioni provinciali di Modena e di Reggio Emilia degli Sportelli informativi, con il
compito di promuovere e diffondere le opportunità finanziarie offerte dal Programma.
A livello complessivo si può dare un giudizio positivo sull’attuazione dell’obiettivo 2 anche
considerando il ritardo con cui la Commissione europea ha approvato il DocUP, rispetto alla data di
126
inizio del periodo di programmazione, e gli schemi di convenzione che regolano i rapporti fra
Regione e i soggetti realizzatori delle attività. Complessivamente il Docup ha movimentato 44,6
miliardi di risorse pubbliche destinate a favorire gli investimenti delle piccole e medie imprese
industriali artigiane localizzate nell’area: ne hanno beneficiato 529 imprese che hanno realizzato un
ammontare di investimenti pari a 229 miliardi di lire nel triennio 1994-96 che hanno permesso anche
la creazione di 1.509 posti di lavoro, pari ad un incremento del 52,6%.
Le imprese che hanno realizzato gli investimenti appartengono in prevalenza a quattro settori di
attività: l’industria tessile, la fabbricazione e lavorazione dei prodotti in metallo, la fabbricazione di
macchine ed apparecchi meccanici e la fabbricazione di articoli in materie plastiche. L’attuazione del
Programma ha consentito il rafforzamento competitivo delle imprese, che hanno investito
prevalentemente nell’acquisto di macchinari a più elevato contenuto tecnologico.
Le attività di animazione e di ricerca hanno contribuito a risolvere le difficoltà per le imprese
dell’area di accedere ai servizi: le modalità di diffusione delle informazioni hanno permesso alle
imprese di aumentare le conoscenze rispetto alle problematiche della certificazione della qualità,
dell’internazionalizzazione, della introduzione di nuovi materiali e processi produttivi maggiormente
innovativi.
Vi è stato un alto livello di integrazione tra le misure che hanno concesso aiuti agli investimenti e le
misure di animazione economica, in quanto molte delle imprese beneficiarie delle prime hanno
partecipato attivamente alla realizzazione delle seconde.
Attraverso le misure cofinanziate dal Fondo Sociale Europeo, sono stati realizzati 137 corsi di
formazione professionale rivolti a 6.927 allievi (di cui circa il 25% donne) occupati nelle imprese
locali (imprenditori, manager, quadri, tecnici ed operai) in tematiche legate alla qualità e alla gestione
informatica e, in misura limitata, l’ aggiornamento o specializzazione di specifiche figure
professionali.
Obiettivo 2 Emilia-Romagna - Docup 1994-1996
situazione conclusiva al 30 giugno 1999 in euro
Assi
1
2
3
4
Sostegno nuove imprese (FESR)
Sviluppo e rafforzamento PMI
misure FESR
misure FSE
Promozione e diffusione innovazione
misure FESR
misure FSE
Valorizzazione risorse umane (FSE)
Assistenza tecnica (FESR)
Totale Docup
costo totale
A
impegni
B
pagamenti
C
%
B/A
%
C/B
%
C/A
2.414.000
23.384.000
22.682.000
70 2.000
9.971.000
8.509.000
1.462.000
3.169.000
34 3.000
2.414.000
23.260.634
22.682.000
578.634
9.952.353
8.509.000
1.443.353
3.082.456
340.000
2.414.000
22.905.128
22.682.000
223.128
9.647.932
8.509.000
1.138.932
1.999.909
335.000
100
99
100
82
100
100
99
97
99
100
98
100
39
97
100
79
65
99
100
98
100
32
97
100
78
63
98
39.281.000
39.049.442
37.301.968
99
96
95
(Le considerazioni e i dati riportati sono tratti dal Rapporto finale di valutazione, maggio 1999, di CLES s.r.l., presentato al Comitato di
Sorveglianza del DocUP ob. 2 del 22 ottobre 1999).
126
Il DocUP ob. 2 Emilia-Romagna 1997-1999
La decisione comunitaria 96/472/CE del 26 luglio 1996, modificata dalla decisione 1999/477/CE del
29 giugno 1999, ha stabilito l’elenco delle aree interessate alla realizzazione dell’obiettivo 2 per il
periodo di programmazione 1997-1999 inserendo tra le aree regionali anche i Comuni di Ro ferrarese,
Copparo e parte del Comune di Ferrara.
Il Documento unico di programmazione per gli interventi strutturali comunitari nella Regione EmiliaRomagna per il periodo 1997-1999 approvato dalla Commissione europea con decisione C (97) 1145
del 7 maggio 1997 prevede un contributo dei Fondi strutturali, per il triennio, di 14,171 milioni di
euro: di questi 11,337 milioni di euro sono a carico del FESR e 2,834 milioni di euro a carico del FSE.
Il DocUp è articolato in quattro Assi: Qualificazione e sviluppo d’impresa, Patto territoriale sub
area ferrarese e Valorizzazione delle risorse umane, nonché Assistenza tecnica FESR e FSE.
Al 31 dicembre 1999, termine ultimo fissato dalla Commissione europea per impegnare le risorse, la
Regione Emilia-Romagna ha raggiunto l’obiettivo di impegnare tutte le risorse disponibili previste dal
DocUP, compresi i fondi relativi ad un Programma aggiuntivo regionale (pari a 5 miliardi e 876
milioni di lire).
Nell’ambito delle misure 1.1. “Incentivi alle nuove imprese” e 1.3. “Qualificazione delle imprese
artigiane”, sono state presentate rispettivamente 174 domande (di cui 99 finanziate per un totale di
oltre 5 miliardi e mezzo di lire) e 360 (di cui accolte 227 per oltre 28 miliardi di lire di intervento
pubblico).
Notevole interesse per le aziende, confermato dal considerevole numero di domande pervenute, ha
suscitato la misura 1.2. che prevede “Aiuti agli investimenti nelle PMI” a valere sulla legge 488/92,
attraverso la quale sono stati erogati alle 81 imprese ammesse circa 14 miliardi.
Le misure 1.4. “Sostegno allo sviluppo delle PMI” e 2.1. “Investimenti innovativi”, prevedono
contributi finanziari tramite la concessione di finanziamenti a tasso zero, in corrispondenza di un
mutuo bancario concesso da un istituto di credito convenzionato con i soggetti attuatori
(Artigiancredit, Fidindustria, Coop.ER.Fidi), in misura pari a quella del mutuo e per tutto il periodo
di preammortamento). Tali iniziative, hanno avuto uno stanziamento di fondi per oltre 7 miliardi di
lire con i quali sono stati avviati, al momento, 8 progetti.
Circa le misure 1.5. “Animazione per la creazione d’impresa e la qualificazione ambientale” e 2.2. “
Animazione e strutture di sostegno all’economia locale”, ai soggetti attuatori, individuati da una
convenzione con la Regione (ERVET, IG. S.p.A. e SIPRO), sono stati assegnati oltre 4 miliardi di
lire che si prevede saranno totalmente utilizzati entro la fine del 2000.
Di particolare interesse, per lo sviluppo delle tecnologie nel nostro territorio, sono le misure 1.6.
“Sviluppo dell’innovazione” e 2.3. ”Trasferimento tecnologico territoriale”.
La prima, attuata da Aster, promuove l’innovazione sostenendo consorzi e/o società consortili senza
fini di lucro per la realizzazione di progetti di ricerca applicata e tecnologica finalizzata alla
diffusione ed al trasferimento dei risultati. Degli 11 progetti pervenuti ne sono stati ammessi 7 per
126
un contributo pari a 5 miliardi di lire circa, di cui oltre 1 miliardo appartenente ai fondi del
Programma aggiuntivo regionale.
Nell’ambito della misura 2.3. sono stati avviati, dal Consorzio Ferrara Ricerche, quale soggetto
attuatore, 5 progetti pilota, oltre ad attività di animazione e d’ informazione per un ammontare
globale pari a circa 2 miliardi.
L’Assistenza tecnica FESR, sostenuta da impegni per circa 1 miliardo di lire, è finalizzata a
promuovere e diffondere le opportunità offerte alle aree dell’ob. 2, favorire la realizzazione del
DocUP, nonché monitorare e valutare il programma. A tal fine si sono avviate convenzioni con le
Province di Ferrara, Modena e Reggio Emilia che, tramite Sportelli informativi, hanno realizzato
attività di diffusione e promozione
L’asse “Valorizzazione delle risorse umane”, cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo, è attuato
con tre misure che riguardano la sensibilizzazione all’autoimpiego, lo sviluppo delle competenze per
la qualificazione d’impresa e lo sviluppo di competenze e professionalità nel terzo settore. I fondi
relativi sono stati ripartiti fra le Province di Ferrara, Modena e Reggio Emilia. Nel 1999 sono state
approvate complessivamente, dalle tre Province, 72 attività di cui 46 di formazione sul lavoro, 25 di
formazione al lavoro ed 1 non corsuale di informazione e consulenza. Tali attività hanno avuto
2.030 partecipanti ed un finanziamento complessivo di 3,918 miliardi di lire di cui 1,756 miliardi a
carico del Fondo Sociale Europeo.
Obiettivo 2 Emilia-Romagna - Docup 1997-1999
situazione al 31 dicembre 1999 in euro (dati provvisori)
Assi
1
2
3
4
Qualificazione e sviluppo imprese
(FESR)
Patto territoriale sub area Ferrara
(FESR)
Valorizzazione risorse umane (FSE)
Assistenza tecnica
misure FESR
misure FSE
Totale Docup
costo totale
A
impegni
B
pagamenti
C
%
B/A
%
C/B
%
C/A
28.885.000
28.990.000
9.775.000
100
34
34
6.240.000
5.910.000
86 7.000
48 0.000
38 7.000
7.932.000
5.788.610
853.000
562.000
291.000
2.809.000
3.041.140
274.000
190.000
84.000
127
98
98
117
75
35
53
32
34
29
45
51
32
40
22
41.902.000
43.563.610
15.899.140
104
36
38
N.B. gli impegni FESR superano il 100% delle risorse previste nel piano finanziario in quanto, in ottemperanza a quanto stabilito dalla delibera Cipe de
5 agosto 1997, la Regione ha stanziato, per il finanziamento del Docup, ulteriori risorse ricomprese nel Programma aggiuntivo regionale (vedi
testo).
OBIETTIVO 5b
L’obiettivo 5b si prefigge di agevolare lo sviluppo e l’adeguamento strutturale delle zone rurali con
basso livello di sviluppo economico, tali zone devono soddisfare almeno due dei seguenti criteri di
ammissibilità:
tasso elevato di occupazione agricola
basso livello di reddito agricolo
126
bassa densità di popolazione e/o considerevole tendenza allo spopolamento
Il contributo finanziario avviene attraverso il FESR, il FEOGA sezione Orientamento e il FSE.
Il DocUP ob. 5b Emilia-Romagna 1994-1999
La decisione comunitaria 94/197 CE del 26 gennaio 1994 (GUCE L 96/97) stabilisce l’elenco dei
Comuni ammissibili ed individua, per la Regione Emilia-Romagna, 84 Comuni: 77 dell’appennino
emiliano-romagnolo e 7 dell’area del basso ferrarese.
Il DOCumento Unico di Programmazione per gli interventi strutturali comunitari nella Regione
Emilia-Romagna è stato approvato dalla Commissione europea con decisione C(94) 3787 del 23
dicembre 1994, recepito e messo in attuazione dalla L.R. 7 aprile 1995 n. 23. Il programma
prevedeva originariamente investimenti per circa 311 milioni di euro, con un contributo pubblico di
129 milioni di euro; il contributo complessivo comunitario ammontava a 57 milioni di euro di cui
28,5 a carico del FEOGA-orientamento, 21,5 a carico del FESR e 7 a carico del FSE.
Nel corso del 1997, a seguito dell’evento sismico verificatosi in alcune aree dell’Umbria e delle
Marche, l’Amministrazione centrale, d’accordo con le Regioni, ha chiesto ed ottenuto dalla
Commissione europea l’assenso per un’azione di solidarietà nei confronti delle due Regioni colpite
dal sisma attraverso la devoluzione di fondi europei programmati nei vari DocUP regionali. A seguito
di tale decisione si è resa necessaria, per il DocUP Ob. 5b, una riprogrammazione e rimodulazione
delle quote di partecipazione che ha determinato una riduzione del 17,38% del contributo
comunitario e statale.
All’epoca lo Stato italiano si impegnò a restituire le risorse devolute, alle Regioni che avessero
raggiunto l’80% degli impegni e il 55% dei pagamenti al 31 dicembre 1998.
A seguito del superamento di dette soglie (88,49% sugli impegni e 55,79% sui pagamenti), il
Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (con propria deliberazione n.75, del 9
giugno 1999) ha deliberato di restituire alla Regione Emilia-Romagna la totalità delle risorse Obiettivo
5b devolute, pari a 16,813 milioni di euro. L’Amministrazione regionale ha destinato nuovamente tali
risorse alle aree Obiettivo 5b emiliano-romagnole ed ha provveduto ad assumere i relativi impegni
entro la scadenza del 31 dicembre 1999.
Il DocUP è articolato in 6 sottoprogrammi e 34 misure e il coordinamento per l’attuazione del
programma è assicurato dalla Direzione Generale Agricoltura. Per la descrizione dei contenuti del
DocUP si rimanda al Primo Eurorapporto.
126
Lo stato di attuazione del programma
DocUP 5b Regione Emilia-Romagna Periodo 1994-1999
situazione al 31 dicembre 1999 in euro (dati provvisori)
Sottoprogrammi
Costo totale
A
Impegni
B
Pagamenti
C
%
B/A
%
C/A
%
C/B
1 - Valorizzazione delle
attività agricole e delle zone
umide (FEOGA)
75.443.815
83.999.649
41.441.197 111
55
49
2 - Valorizzazione turistica
(FESR)
38.240.087
43.428.344
32.791.114
114
86
76
3 - Industria, artigianato e
servizi alle imprese (FESR)
62.290.223
68.130.383
47.397.599 109
76
70
4 - Ambiente (FEOGA)
16.950.113
17.245.534
10.698.788
102
63
62
5 - Risorse umane (FSE)
14.690.129
16.053.429
11.485.351
109
78
72
582.220
724.453
328.456
124
56
45
208.196.587
229.581.792
144.142.505
110
69
63
6 - Attuazione
Totale Programma
N.B. gli impegni superano il 100% delle risorse previste nel piano finanziario rivisto a seguito dell'azione di "solidarietà
terremoto" e sono comprensive anche degli impegni su risorse nazionali restituite e che la Regione ha destinate alle
aree ob. 5b (vedi testo).
1. L’avanzamento finanziario
Osservando i grafici 1 e 2 si può notare come a partire dal II° trimestre 1997 si sia verificata una
accelerazione dell’avanzamento finanziario del Programma, che in maniera diversificata, ha
interessato un po’ tutti i sottoprogrammi. Il trend positivo dell’ultimo anno e mezzo è ormai
consolidato, come dimostrano i risultati aggiornati al 31.12.1999 per gli impegni e al 30.09.1999 per i
pagamenti.
126
Gr a f. 1 - P r ev is io ne d e g li i m p eg n i s u ll o s t an z ia t o ( co s to t o ta l
1 6 0,0 0%
1 4 0,0 0%
1 2 0,0 0%
Ob.5b )
1 0 0,0 0%
1 - Ag ricolt u ra
2 - Tu rismo
3 - In d ust ria
8 0,0 0%
4 - Ambien te
5 - Risorse uman
6 0,0 0%
6 - At t u azion e
4 0,0 0%
2 0,0 0%
0 ,00%
VI° 96 I° 9 7 I° 9 7 III° 9 7 IV° 97 I° 9 8 I° 9 8 III° 9 8 IV° 98 I° 9 9 I° 9 9 III° 9 9 IV° 99
T ri me st re
G ra f. 2 - Pr og r es si one d ei p ag a m en t i s u llo s ta n zi ato ( co sto t o
9 0 , 00%
8 0 , 00%
7 0 , 00%
O b .5 b)
6 0 , 00%
1 - A gricolt ur a
2 - Turismo
5 0 , 00%
3 - In dus tr ia
4 0 , 00%
4 - A mbien t e
5 - Risor se umane
3 0 , 00%
6 - A t tu azione
2 0 , 00%
10, 00 %
0 , 00%
VI° 96 I° 9 7
II° 97 III° 97 IV° 97 I° 98
II° 98 III° 9 8 IV° 98 I° 9 9
II° 99 II° 99
T ri m e st re
2. Lo stato di attuazione delle misure
Sottoprogramma 1 “Valorizzazione delle risorse agricole e delle zone umide”
Relativamente a tutte le misure previste nel Sottoprogramma, è stato pubblicato, sul BUR n. 32 del
2 marzo 1998, il terzo ed ultimo bando per la richiesta di contributi a valere sull’annualità 1999.
Nell’ambito della misura 1.1 “Valorizzazione dei prodotti agro-silvo pastorali: obiettivo giovani”,
che finanzia azioni finalizzate a rafforzare la struttura aziendale (azione A) e a valorizzare le
produzioni locali attraverso la promozione di strutture di stoccaggio e commercializzazione (azione
B), a seguito dei tre bandi realizzati, sono stati ammessi a contributo oltre 500 progetti;
126
La misura 1.2 “Valorizzazione specie e razze animali” ha lo scopo di consolidare gli allevamenti
attraverso il finanziamento di progetti le cui tipologie di interventi vanno dall’acquisto di bestiame,
agli adeguamenti strutturali aziendali ed alle prove di miglioramento genetico su razze equine
particolari (Bardigiana, del Delta). A seguito dei tre bandi sono stati ammessi a contributo 140
progetti.
La misura 1.3 “Diversificazione delle produzioni vegetali” mira a favorire l’introduzione o la
reintroduzione di colture il cui mercato è in equilibrio o in crescita. Complessivamente sono stati
ammessi a contributo circa 150 progetti.
La misura 1.4 “Attività integrative in azienda” che ha finora finanziato 59 progetti, ha avuto una
risposta inferiore a quanto preventivato nel DocUP.
Nell’ambito della misura 1.5 “Razionalizzazione uso risorse idriche e recupero viabilità rurale
interna” sono stati ultimati 22 progetti relativi al primo bando (annualità 1994-95) e sono in corso di
finanziamento altri 37 progetti con una prevalenza per le tipologie di azione riferite alle risorse
idriche.
Le attività previste dalla misura 1.6 “Assistenza tecnica e diffusione dell’informazione per la gestione
delle zone umide” riguardano in particolare la redazione e la diffusione (12.000 copie) della rivista
“Laguna” e l’attribuzione di borse di studio assegnate dall’Accademia delle Scienze dell’Università di
Ferrara. E’, inoltre, in corso di progettazione la realizzazione di un sito web delle zone lagunari.
L’attività avviata dalla misura 1.7 “Ricerca e sperimentazione per le zone umide” riguarda 16
progetti (relativi a 37 stralci funzionali) che affrontano tematiche relative al monitoraggio ambientale,
al rapporto tra avifauna ed acquacoltura, all’integrazione fra attività agricola ed acquacolturale.
I 16 progetti ammessi a contributo nell’ambito della misura 1.8 “Riassetto infrastrutturale delle zone
umide” hanno riguardato esclusivamente la provincia di Ferrara, il terzo bando estende l’area
beneficiaria all’intero territorio 5b.
Sottoprogramma 2 “Valorizzazione turistica”
Attraverso tre bandi sono stati finanziati, per la misura 2.1 “Valorizzazione turistica, culturale ed
ambientale della Via Francigena (Via dei Romei)” 30 progetti finalizzati al recupero, restauro e
valorizzazione di beni monumentali ed emergenze storico culturali.
La misura 2.2 “Investimenti diretti a qualificare la ricettività” ha interessato aree 5b di tutte le nove
Province della Regione per un totale di 61 progetti, presentati per la maggior parte, da privati
(recupero ed ammodernamento di strutture alberghiere) ed in parte anche da Enti pubblici (recupero
edifici storici, realizzazione di ostelli e campeggi).
La misura 2.3 “Promozione e commercializzazione” si propone di coordinare le iniziative dei centri
di promozione e commercializzazione già costituiti. I progetti ammessi a contributo, a seguito di
quattro bandi, sono 25.
L’attuazione della misura 2.4 “Strutture complementari per il turismo” attraverso 36 progetti
ammessi a contributo, prevede una variabilità di azioni che va dalla creazione di itinerari attrezzati
per il turismo culturale, naturalistico e nautico, all’ammodernamento di piste da sci ed impianti di
risalita, ad interventi complementari e centri di informazione.
La misura 2.5 “Recupero delle borgate rurali a fini di ricettività turistica minore” ha registrato
l’attivazione di 12 progetti. Inizialmente usufruibile solo da operatori privati, la misura ammette
attualmente anche operatori pubblici.
126
Sottoprogramma 3 “Industria, Artigianato e Servizi”
La misura 3.1 “Aiuti agli investimenti di piccole e medie imprese” prevede attraverso le risorse
comunitarie, l’ampliamento delle disponibilità finanziarie nazionali derivanti dalla L. 488/92.
Attraverso il 1° e 3° bando (il 2° è stato finanziato esclusivamente con risorse nazionali) sono stati
finanziati 39 progetti; le domande pervenute alla scadenza del 4° bando sono state 11, alla
graduatoria di tale bando concorreranno anche le domande del terzo bando ammissibili ma non
finanziate. La Regione ha stabilito di assegnare, per l’anno 1998, priorità regionale ai nuovi impianti.
La misura 3.2 “Fondi di garanzia” è entrata in piena operatività solamente nel 1998 a seguito del
ritardo dell’approvazione degli schemi di convenzione da parte della Commissione europea. La
misura prevede la concessione di garanzie a PMI ed imprese artigiane mediante la costituzione di
fondi rischi presso tre Consorzi fidi regionali.
Le misure 3.3 “Contributi per il contenimento degli oneri finanziari delle imprese” e 3.4 “Aiuti agli
investimenti delle imprese artigiane” prevedono rispettivamente finanziamenti in conto interessi alle
PMI, alle loro forme associative, alle imprese artigiane e loro forme associative. Complessivamente,
attraverso tre bandi, sono stati ammessi a contributo di oltre 200 progetti.
La misura 3.5 “Contributi per l’acquisizione di servizi” che finanzia le PMI dell’area per
acquisizione di consulenze e servizi tecnici, ha fatto registrare una domanda molto contenuta (44
progetti ammessi a contributo attraverso tre bandi) ed in sede di riprogrammazione è stato deciso
una riduzione dello stanziamento a favore della misura 3.3.
Nell’ambito della misura 3.6 “Creazione di nuove imprese”, attraverso i bandi sono stati ammessi a
contributo oltre 130 imprese di nuova formazione, prevalentemente microimprese e ditte individuali
che svolgono attività tradizionali, in preponderanza attività di servizio soprattutto nel campo dei
trasporti e dell’impiantistica.
In attuazione della misura 3.7 “Animazione economica” Ervet SpA, incaricata dalla Regione quale
soggetto attuatore, coordina e raccorda l’attività di quattro strutture di sviluppo imprenditoriale che
operano nei quattro bacini in cui è stata ripartita l’area obiettivo.
I contributi concessi nell’ambito della misura 3.8 “Infrastrutture tecnologiche a scala intercomunale”
riguardano 11 progetti in corso di attuazione in aree montane di sette ambiti provinciali (esclusi
Ferrara e Ravenna) che permetteranno l’attivazione di un sistema di reti multiuso in grado sia di
fornire servizi differenziati ai cittadini ed alle imprese sia costituire la base tecnologica per ulteriori
interventi destinati ad altri settori quali quello sanitario e socio assistenziale.
Nell’ambito della misura 3.9 “Sistemi di stoccaggio e smaltimento rifiuti per piccole e medie
imprese” è stata realizzata, ad opera dell’ARPA regionale, un’indagine conoscitiva sulle
caratteristiche e sulle quantità di rifiuti speciali prodotti dalle PMI e sulle modalità di smaltimento
e/o recupero. La misura è da ritenersi conclusa.
Sottoprogramma 4 “Ambiente”
I contributi concessi nell’ambito della misura 4.1 “Parchi e riserve naturali” riguardano 21 progetti
localizzati nell’ambito dei Parchi del Corno alle Scale, dell’Alto Appennino Modenese, dell’Alto
Appennino Reggiano e della Riserva naturale Monte Prinzera. La misura si è positivamente conclusa
nel corso del 1999, con la verifica regionale delle rendicontazioni presentate dai Parchi.
La misura 4.2 “Censimento del patrimonio naturale e delle sorgenti nelle aree protette” si è conclusa
con la realizzazione di uno studio.
La misura 4.3 “Rinaturalizzazione delle aree marginali” prevede diverse tipologie di interventi
(ripristino e creazione di biotopi rari, recupero di aree degradate, di aree fluviali, consolidamento di
126
versanti, regimazione dei corsi d’acqua, ricostituzione di aree boscate in pianura). Nel corso delle
annualità 1994-1999 sono stati ammessi a contributo 74 progetti. Attualmente è in corso la
realizzazione dei progetti relativi all’annualità 1999, per tutte le altre annualità gli interventi sono da
ritenersi conclusi.
La misura 4.4 “Protezione e miglioramento del patrimonio forestale” prevede azioni di
miglioramento dei boschi artificiali con introduzione di specie autoctone, conversione di cedui in
fustaie, miglioramento dei soprassuoli degradati, viabilità forestale, ricostituzione aree di pregio. Nel
corso delle annualità 1994-1999 sono stati ammessi al finanziamento 108 progetti. Attualmente è in
corso la realizzazione dei progetti relativi all’annualità 1999, per tutte le altre annualità gli interventi
sono da ritenersi conclusi.
Sottoprogramma 5 “Sviluppo risorse umane”
L’obiettivo del sottoprogramma 5 “Sviluppo delle risorse umane” è quello di favorire il
mantenimento e lo sviluppo dell’occupazione nelle aree oggetto di intervento. L’impostazione del
programma tende a privilegiare forme di integrazione fra le azioni formative e quelle finanziate negli
altri sottoprogrammi, di cui le prime tre misure ne ripropongono anche i titoli: ”Formazione in
agricoltura/prodotti tipici della montagna e della pesca”, “Turismo/ambiente”, “PMI”. Le altre tre
misure sono trasversali occupandosi di “Aiuti all’occupazione”, “Azioni innovative a carattere
trasversale” e “Rafforzamento del sistema”.
Nel 1998, il piano delle attività 98-99 ha finanziato 127 progetti per un importo di circa 14 miliardi
di lire. A fine anno 1999 sono state finanziate altre 9 iniziative per un importo di 1,5 miliardi, tali
attività erano già state approvate, ma non finanziate per mancanza di risorse, con la deliberazione
1727/98. Complessivamente quindi, nel corso del periodo 1994-99 sono state approvate 373
iniziative di cui 232 corsuali e 141 non corsuali per un importo globale di circa lire 31 miliardi Per
maggiori informazioni, consultare il sito www.regione.emilia-romagna.it/formazione/politiche/sito5b nel quale,
oltre ad una descrizione generale del Sottoprogramma, è possibile, attraverso grafici, esaminare i
risultati raggiunti e consultare una banca dati sulle attività corsuali e non corsuali, nonché la
distribuzione territoriale di tutte le attività realizzate.
Sottoprogramma 6 “Attuazione”
Le attività avviate nell’ambito delle due misure “Valutazione e monitoraggio” e “Informazione, studi
e ricerche” che compongono il sottoprogramma fanno riferimento in particolare all’esigenza di
garantire un controllo costante sull’andamento del programma ed un’informazione costante ai
soggetti istituzionali e alle comunità locali sulle opportunità per gli operatori economici e le
amministrazioni locali. Nel corso del 1998 è stato costituito un gruppo di lavoro interdirezioni
incaricato di sovraintendere alla realizzazione di un nuovo sistema di monitoraggio e rendicontazione
per il DocUP, che è divenuto operativo nel corso del 1999.
A partire dall’autunno del 1996 fino al 31 dicembre 1999, sono state realizzate 350 copie di una
guida sulle opportunità finanziarie offerte dall’Ob. 5b alle imprese nella Regione, 14 attività
informative di tipo seminariale, 2 convegni (di cui uno di rilevanza internazionale), 7 rapporti di
monitoraggio, 6 rapporti di valutazione esterna e materiale informativo e multimediale vario (agende,
Cd-Rom, audiovisivo, targhe, manifesti).
126
OBIETTIVO 3
L’obiettivo 3 si prefigge di lottare contro la disoccupazione di lunga durata e facilitare l’inserimento
professionale dei giovani e l’integrazione delle persone minacciate di esclusione dal mercato del
lavoro. Il contributo finanziario avviene attraverso il FSE.
Per il raggiungimento di queste finalità, la Commissione europea ha approvato, con decisione n.
94/1417 del 5 agosto 1994, il Quadro Comunitario di Sostegno per le Regioni italiane del CentroNord per un costo complessivo di 2.891.449.626 euro ed un contributo FSE di 1.316.250.000 euro
(circa 2.600 miliardi di lire) e con i seguenti assi prioritari d’intervento:
Asse 1: Inserimento o reinserimento di disoccupati di lunga durata o esposti alla disoccupazione di
lunga durata;
Asse 2: Rafforzamento della formazione iniziale ed inserimento dei giovani nel mercato del lavoro;
Asse 3: Integrazione o reintegrazione delle persone esposte al rischio di esclusione sociale;
Asse 4: Promozione della parità di opportunità tra uomini e donne sul mercato del lavoro;
Asse 5: Rafforzamento dei sistemi di formazione e di impiego.
A questi, per il periodo 1997-1999, si aggiunge l’Asse 6: Parco Progetti - Una rete per lo sviluppo
locale, approvato dalla commissione con decisione n. 970034/I/3 del 30 novembre 1997 nell’ambito
del programma operativo multiregionale. Il Parco Progetti viene finanziato attraverso le risorse date
dal deflatore comunitario e dalle risorse dei titolari dei P.O. ob. 3 che al 31 dicembre di ogni anno non
sono riusciti a raggiungere le soglie di impegno finanziario prefissate.
Il P.O. ob. 3 Emilia-Romagna 1994-1999
Nell’ambito del QCS ob. 3 per le Regioni italiane del Centro-Nord, la Commissione europea, con
decisione C(94)3236 del 14 dicembre 1994 modificata dalle decisioni C(98)1545 del 2 luglio 1998 e
C(1999)1203 del 20 maggio 1999, ha approvato il Programma Operativo della Regione EmiliaRomagna per un costo complessivo 423.391.829 euro ed un contributo di FSE di 190.526.322 euro
per il periodo 1 gennaio 1994-31 dicembre 1999.
Programmando negli scorsi anni, con forte anticipo le risorse assegnate, i fondi disponibili per
pianificare nuove attività nel 1999 sono stati relativamente “contenuti” considerando anche che oltre
30 miliardi di FSE erano già impegnati per l’attuazione della delega alle Amministrazioni provinciali.
La Regione con l’obiettivo di rafforzare le politiche di sviluppo locale attraverso interventi mirati di
formazione e sostegno all’occupazione, in linea con i nuovi orientamenti comunitari ed anticipando la
riforma dei fondi strutturali, ha deciso di trasferire nella programmazione ordinaria l’esperienza del
Programma Operativo “Parco Progetti” ed ha emesso un bando con scadenza 18 marzo 1999 nel
quale si finanziavano solo progetti concertati a livello locale che prevedevano obbligatoriamente
partenariati tra più soggetti pubblici e privati, nei territori delle Province di Bologna, Forlì-Cesena,
Modena, Parma, Piacenza e Reggio Emilia, e diretti verso attività innovative e ad impatto
occupazionale di specifici settori dell’industria, dei servizi alla persona e socio-assistenziali, del
turismo, dell’ambiente e della valorizzazione del patrimonio culturale. Sono stati approvati 216
126
progetti e, in un primo momento finanziati 143 per un importo di Lire 27.160.675.000 (pari ad Euro
14.027.317,99) e successivamente altri 24 per un costo di Lire 4.212.386.000.
Attraverso il “Progetto Integrato per la formazione alla creazione di impresa e di lavoro
autonomo di persone con handicap” del costo complessivo di 600 milioni, di cui 300 finanziati
con l’obiettivo 4, vengono realizzate attività formative e di orientamento rivolte alla creazione di
profili professionali specifici nel campo della consulenza all’autonomia e del marketing degli ausili.
Finalità generale è la produzione di un set di competenze professionali implementate in profili
complementari riferite alle aree della consulenza, della tecnica progettuale e della pratica
manutentistica nel settore degli ausili per l’autonomia fisica e motoria personale. Al termine
dell’attività formativa si attiveranno dei servizi di supporto allo start up imprenditoriale attraverso la
costruzione di un quadro conoscitivo di riferimento per il contesto delle azioni (stato dell’arte del
settore, caratteristiche dell’utenza, mercato potenziale) e alla formulazione di linee guida
d’intervento per percorsi innovativi di creazione di impresa.
Con l’intento di anticipare le opportunità aperte dalla nuova programmazione del Fse 2000-2006,
che richiederà di incentivare gli strumenti individualizzati di supporto all’occupazione, la Regione,
per favorire la diffusione di strumenti flessibili di socializzazione fra impresa e chi cerca lavoro,
poggiando sul ruolo che le imprese possono svolgere nel sistema formativo della nostra Regione, ha
avviato i progetti a) “Formazione per il lavoro” per promuovere tirocini di qualificazione della
PMI e di supporto alla mobilità geografica che con un costo complessivo di 2 miliardi di Lire, di cui
200 milioni per servizi di supporto finanziati con l’obiettivo 4, ha approvate n. 48 iniziative rivolte
a 247 partecipanti, b) “Il lavoro possibile” per l’ inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati che
ha finanziato 44 attività, rivolte a 130 partecipanti, con un costo complessivo di 1 miliardo e mezzo
di Lire e c) “Promozione di tirocini nell’ambito di progetti di utilità sociale” rivolto a i giovani
laureati o laureandi o giovani frequentanti corsi universitari, compresi i diplomi di laurea, con un
costo complessivo di 600 milioni di Lire.
Più in particolare, il progetto “Formazione per il lavoro” si articola in più azioni che concernono:
• la realizzazione di un piano regionale di accesso al lavoro mediante l’attivazione di tirocini in aree
professionali ad elevato potenziale di qualificazione ed innovazione della PMI;
• la sperimentazione di un modello di rilevazione delle esigenze di professionalità delle imprese
e dei fabbisogni formativi di coloro che cercano lavoro, nonché di promozione dell’accesso al
lavoro;
• attività di monitoraggio e valutazione dei tirocini.
Il progetto “Il lavoro possibile”, partendo dal presupposto che alla richiesta di lavoro da parte di
soggetti in condizione di svantaggio fa spesso riscontro una domanda di lavoro inevasa , destinata a
rimanere tale senza adeguati interventi di supporto ricondotti a una programmazione pubblica, cerca
di favorire la ricostruzione e la valorizzazione delle competenze implicite, sviluppate dalle persone
in condizione di svantaggio attraverso le esperienze di vita e di lavoro, per farne una risorsa
effettivamente spendibile sul mercato del lavoro. Il progetto si propone di:
1. acquisire un quadro effettivo delle posizioni concrete detenute dai lavoratori disabili, delle
caratteristiche professionali dei lavoratori in attesa di occupazione e delle peculiarità dei posti di
lavoro potenziali offerti dal sistema delle imprese;
2. promuovere azioni per il miglioramento delle attività di orientamento e di formazione;
3. programmare interventi per una efficace gestione del rapporto domanda e offerta di lavoro.
126
Il Progetto “Promozione di tirocini nell’ambito di progetti di utilità sociale” si propone di :
- favorire la transizione nel lavoro e in particolare l’inserimento di giovani con un elevato livello di
scolarità ma in possesso di titoli di studio deboli rispetto al mercato del lavoro;
- sostenere l’emersione di progetti di utilità sociale, in particolare nell’ambito dei nuovi bacini di
lavoro (quali i “communal services“, la tutela ambientale, la valorizzazione del patrimonio e degli
interventi culturali, il turismo e le attività per la valorizzazione del tempo libero ecc.) realizzati
nell’ambito di una promozione pubblica o di accordi per lo sviluppo locale;
- offrire agli utenti una offerta formativa flessibile;
- sostenere le opportunità di lavoro offerte da o correlate a iniziative di pubblica utilità promosse a
livello locale;
- favorire e sostenere la realizzazione di rapporti di scambio tra Università ed Enti locali.
Con le risorse dell’asse 5 è stato finanziato un progetto di formazione formatori, riqualificazione ed
aggiornamento degli operatori del sistema regionale di formazione professionale con un costo di 1
miliardo e mezzo (pari a 774.685,35 euro). Esso si rivolge a circa 200 operatori dipendenti, o con
caratteristiche di stabilità, degli Enti che operano nel sistema regionale di formazione professionale e
che hanno richiesto di ottenere l’accreditamento.
Sempre utilizzando risorse dell’asse 5 (Lit. 255.128.000 di cui 114.810.000 di FSE) è stata
finanziata l’implementazione del sito Internet a supporto del sistema formativo integrato
denominato “ScuolaER” (http://scuolaer.regione.emilia-romagna.it) la cui gestione è coordinata
dall’Assessorato al Lavoro, Formazione, Scuola e Università e realizzato in collaborazione con
Laboratorio di Telematica per il Territorio di Parma, Irrsae Emilia-Romagna, Provveditorato agli
Studi di Bologna, Centro di Ricerca per l’Informatica Applicata alla Didattica di Cesena e
Dipartimento di Scienze dell’Informazione dell’Università di Bologna.
Il sito internet ScuolaER nasce dalla necessità di una sempre maggiore integrazione tra politiche
scolastiche e formative da un lato e la riflessione sulle azioni di supporto utili alla diffusione delle
nuove tecnologie informatiche e telematiche dall’altro ed è un’iniziativa nata nell’ambito del
Protocollo d'Intesa siglato nel 1997 dalla Regione Emilia Romagna con il Ministero della Pubblica
Istruzione, il Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica, il Ministero del Lavoro e della
Previdenza Sociale, le Amministrazioni Provinciali della Regione, la Confederazione delle Autonomie
Locali (CALER) sulla “sperimentazione di un sistema di governo a livello regionale e locale per il
coordinamento delle politiche per l'istruzione e la formazione, nonché di un nuovo sistema integrato
di istruzione scolastica, universitaria, di formazione professionale al lavoro e sul lavoro fondato
sull'autonomia degli istituti scolastici e su uno stretto rapporto con il territorio ed il lavoro".
Nel corso del biennio 1998/99 inoltre è continuata l’attuazione, in parte a gestione diretta regionale e
in parte delegata alle Province, degli interventi stabiliti della legge regionale n. 45/96 “Misure di
politica regionale del lavoro”. Per la parte a gestione diretta della Regione Emilia-Romagna,
riguardante i progetti occupazionali in area svantaggiata di cui all’art.5, sono state previste quattro
scadenze per la presentazione delle domande di contributo: la prima il 30 settembre 1998 e le
successive con cadenza quadrimestrale fino all’ultima del 30 settembre 1999. I contributi sono stati
concessi per inserimenti al lavoro a seguito di assunzione a tempo indeterminato o per la creazione di
nuove imprese. Per quanto attiene i contributi relativi alle assunzioni a tempo indeterminato sono
state finanziate in totale quasi 900 iniziative, che a fronte di una spesa complessiva di quasi 5 mld di
126
lire, pari a circa 2.6 mln di Euro, hanno favorito l’inserimento nel mondo del lavoro nelle aree
obiettivo 5b, 2 e dei Programmi Speciali d’Area di altrettanti lavoratori disoccupati. Mentre i
contributi concessi a sostegno della creazione di nuove imprese da parte di disoccupati, a fronte di
una spesa pubblica di circa 700 mln di lire, pari a circa 361.000 Euro, hanno favorito l’avvio di 40
nuove imprese in area svantaggiata.
Per quanto riguarda gli interventi delegati alle Province di cui all’art. 9 intesi a sostenere il
reinserimento nel mondo del lavoro di adulti disoccupati da oltre un anno o provenienti dalle liste di
mobilità hanno favorito il reinserimento di quasi 250 lavoratori. In totale nel corso del biennio
1998/99 complessivamente per l’attuazione degli interventi a sostegno del reinserimento
professionale sono stati assegnati alle Province risorse per oltre 1,5 mld di lire, pari a oltre 774.000
Euro. Sempre nell’ambito degli aiuti all’occupazione, la Regione ha assegnato oltre 2,5 mld di lire
pari a 1,3 mln di Euro alle Amministrazioni provinciali per l’applicazione dell’art. 8 della l.r. 45/96,
con le quali sono state finanziate annualmente quasi un centinaio di iniziative tese a favorire
l’inserimento nel mondo del lavoro di lavoratori appartenenti alle fasce deboli.
Le Amministrazioni provinciali, nell’ambito delle risorse delegate, hanno approvato n. 333 attività
rivolti a 7.507 partecipanti per un costo complessivo di Lire 44.476.746.000.
Obiettivo 3 Emilia-Romagna - P.O. 1994-1999
situazione al 31 dicembre 1999 in euro
1
2
3
4
5
Assi
costo totale
A
inserimento disoccupati lunga durata
inserimento giovani
integrazione nel mondo del lavoro
formazione pari opportunità
rafforzamento sistemi fp/impiego
75.015.145
248.575.556
63.708.705
29.896.427
6.195.996
totale programma
423.391.829
impegni
B
pagamenti
C
%
B/A
%
C/B
%
C/A
79.108.140
264.645.092
62.253.434
32.825.075
6.529.984
64.049.013
223.129.899
50.230.624
27.096.798
4.397.620
105
106
98
110
105
81
84
81
83
67
85
90
79
91
71
445.361.725
368.903.953
105
83
87
(dati provvisori in quanto comunicati ufficialmente al Ministero del Tesoro, ma non ancora convalidati dal Comitato di Sorveglianza).
I Programmi Operativi Multiregionali (POM)
Nell’ambito dei Programmi Operativi Multiregionali, a titolarità delle amministrazioni centrali
nazionali, la Regione Emilia-Romagna ha partecipato a diversi progetti.
La Circolare 30 settembre 1998 n. 114 del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale stabiliva
modalità e termini per la richiesta di finanziamento annualità 1998 e 1999 del POM 970034/I/3
“Parco Progetti: una rete per lo sviluppo locale” e prevedeva tre distinte misure: accordi
territoriali, progetti in rete e promozione di lavoro e di impresa per nuovi bacini di impiego. Il “Parco
progetti” è un programma operativo multiregionale e pur essendo a titolarità del Ministero del
Lavoro ne è stata affidata la responsabilità sia di programmazione che di attuazione alle Regioni. Il
126
coordinamento è stato garantito da Tecnostruttura per le fasi di preistruttoria sui progetti valutati
dalle Regioni e di assistenza tecnica: tutoraggio, assistenza progettuale, formazione dei responsabili
di procedimento, azioni di divulgazione e diffusione delle buone prassi; mentre a Isfol è stato
demandato il monitoraggio e la valutazione finale.
La Regione Emilia-Romagna nell’ambito delle risorse assegnate (2.174.090 euro di Fondo Sociale
Europeo sull’asse 6 e 217.410 euro di FSE sull’asse 5) ha finanziato un progetto relativo
all’apprendistato ed alcuni progetti interregionali: “Creazione di nuova occupazione tramite la
formazione della figura sperimentale dell’educatore/trice familiare e l’avvio di nuovi servizi per
l’infanzia” e “Tecnico per la gestione dei cantieri di costruzione portuali e ambientali”.
Con l’approvazione della legge 196/97 (“Pacchetto Treu”) e l’introduzione dell’obbligo formativo a
18 anni, l’apprendistato ha assunto una nuova centralità nelle politiche della formazione e come
modalità di inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, infatti l’apprendistato dovrebbe
rappresentare l’unico strumento di ingresso del mercato del lavoro per i giovani fino a venticinque
anni. Il progetto “Sperimentazione integrativa regionale apprendistato” si configura come un
progetto quadro ed intende porre le basi per la creazione di un “mercato” delle attività formative
connesse all’apprendistato, in conformità con le previsioni della normativa nazionale e con l’intento
di coinvolgere tutte le categorie produttive e tutte le aree territoriali provinciali nella
sperimentazione. La sperimentazione che comprende 19 attività per un costo totale di
7.093.787.000 di cui 3.200.305.000 ( pari a 1.652.819,60 euro) di FSE, riguarda le PMI del
commercio e del turismo, le cooperative, gli studi professionali, il terziario
“Creazione di nuova occupazione tramite la formazione della figura sperimentale
dell’educatore/trice familiare e l’avvio di nuovi servizi per l’infanzia” presentato dalla
Regione Emilia-Romagna, in qualità di Regione capofila, con la Regione Abruzzo, in qualità di
partner con cui sono stati concordati i percorsi e le modalità per garantire a entrambe le Regioni
l’effettiva incidenza e utilità dell’intervento proposto. L’obiettivo è quello di creare o incrementare
un sistema integrato di servizi all’infanzia e alla preadolescenza (0-14 anni) mediante la costruzione
di percorsi finalizzati alla creazione di nuovi servizi, alla valorizzazione della cultura e
all’integrazione dei servizi esistenti, attivando risorse per la creazione di imprese. Al progetto è stato
destinato un finanziamento complessivo di 720 milioni di lire di cui 360 milioni per la Regione
Emilia-Romagna.
Con il termine “educatore/trice familiare” si individua una nuova figura professionale che presta il
suo servizio a casa dei bambini di cui si occupa, è un nuovo servizio educativo e di cura per bambini
da 0 a 3 anni e per le loro famiglie, previsto dalla legge regionale “Norme in materia di servizi
educativi per la prima infanzia” e proposto ad integrazione degli altri servizi educativi esistenti sul
territorio (asili nido, centri bambini, centri gioco).
Il corso di formazione della durata di 480 ore, rivolto a 25 disoccupati, è stato realizzato a partire da
gennaio 1999 e si è concluso nel giugno dello stesso anno. Attualmente si stanno concludendo le
iniziative di accompagnamento e le attività relative all’avvio di impresa previste nel progetto. Si
stanno infatti costituendo due cooperative, una nel territorio di Bologna e una in quello di Forlì, che
saranno il punto di riferimento per l’avvio della sperimentazione e per l’effettiva erogazione del
servizio nelle forme in cui era stato previsto dal progetto regionale.
“Tecnico per la gestione dei cantieri di costruzione portuali e ambientali”, progetto
interregionale di sviluppo dei sistemi portuali, finanziato sulla misura 2 “Progetti in rete”, realizza
126
una rete formata dalle Regioni Liguria, in qualità di Regione Capofila, Emilia-Romagna, Friuli Venezia
Giulia, Toscana e – in partenariato indiretto – la Regione Calabria. Il progetto è finalizzato
essenzialmente a non occupati che potranno, attraverso un miglioramento qualitativo della
formazione, avere maggiori opportunità per entrare nel mondo del lavoro. Il progetto individua nella
formazione, sul modello delle portualità più innovative europee ed extraeuropee, una fondamentale
leva strategica di competitività.
L’obiettivo principale di tutto il progetto è quello di sostenere e favorire l’occupazione in ambito
portuale e logistico, mediante l’approccio sistemico e lo sviluppo qualitativo dell’offerta formativa
di settore. Il secondo obiettivo che si vuole raggiungere è quello di creare stimoli “culturali” per
accrescere la competitività della portualità italiana, in un’ottica di scambio e confronto di esperienze,
competenze e metodologie, in cui verranno coinvolti: le Autorità Portuali, gli Enti di formazione, le
parti imprenditoriali e sociali.
Nel 1999 il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha
approvato e finanziato, nell’ambito del P.O.M. 940029 I/3 “Asse 4. Interventi per la formazione
professionale e l’occupazione da realizzare nelle aree del Centro Nord. Promozione delle pari
opportunità tra uomini e donne sul mercato del lavoro“ ha finanziato due progetti: “ITINERE” e
“Telelavoro e formazione individualizzata per l’impiego e l’autoimpiego della donna nel mondo del
lavoro”.
Il progetto “ITINERE” Modelli e sperimentazioni di azioni-pilota di transizione al lavoro delle
donne in cerca di prima occupazione o che intendono reinserirsi dopo un periodo di prolungata
assenza, ha un costo complessivo di L. 2.210.000.000, prevede la partnership delle Regioni EmiliaRomagna, Liguria, Toscana, Umbria, della Provincia autonoma di Bolzano oltre alle nove Province
emiliano-romagnole e terminerà alla fine del 2000.
La flessibilità delle azioni consente di rispondere ai bisogni differenziati delle destinatarie sostenendo
la transizione verso forme di lavoro di lavoro dipendente, di autoimpiego o di creazione di impresa. I
percorsi-modello, prevedono la realizzazione di azioni integrate di orientamento, percorsi formativi
individuali, laboratori di sperimentazione, oltre alla valorizzazione del ruolo del mentor, quale
persona esperta che si pone come riferimento per la supervisione dell’intero processo formativo.
Altri obiettivi del progetto sono la produzione di strumenti per la formazione/informazione mirata
rivolta alle donne, la valorizzazione del know-How prodotto anche attraverso la ricognizione delle
best practices, la trasferibilità dei modelli e la sedimentazione di strumenti e buone prassi, in
particolare presso i nuovi servizi per il lavoro, al fine di sostenere adeguatamente i processi di
supporto all’occupazione delle donne.
“Telelavoro e formazione individualizzata per l’impiego e l’autoimpiego della donna nel
mondo del lavoro” ha un costo complessivo di Lire 1.812.967.200 (pari a 936.319,42 Euro),
prevede la partnership delle Regioni Emilia-Romagna, Veneto e Marche e il termine è previsto per il
31 gennaio 2000. Il progetto si prefigge di fornire alle partecipanti residenti nelle Regioni interessate
al progetto competenze in specifiche aree la cui integrazione è indispensabile ai fini della
realizzazione del lavoro autonomo e dipendente. Il progetto sperimentale intende fornire una
preparazione all’impiego e all’autoimpiego, che sia il più possibile ampia, attraverso una formazione
collettiva e percorsi modello individuali. I moduli insegnati saranno diversificati e spazieranno dalla
comunicazione, alle relazioni pubbliche, dal commercio elettronico, alla contabilità,
dall’amministrazione, al marketing e all’informatica, ecc. Alle partecipanti saranno inoltre trasferiti
tutti i requisiti indispensabili per entrare nel mondo del telelavoro.
126
Sempre nel 1999 il Dipartimento per gli Affari Sociali della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha
approvato e finanziato, nell’ambito del P.O.M. 940030 I/3 “I percorsi dell’esclusione Sociale“
relativo ad interventi per l’integrazione e la reintegrazione nel mercato del lavoro degli esclusi sociali,
i progetti “Prostitution Inclusion Network“ e "Operatore addetto ai servizi alla famiglia e alle
persone non autosufficienti (OSS)" entrambi coordinati dall’ Assessorato “Politiche sociali,
educative e familiari. Qualità urbana. Immigrazione. Aiuti internazionali”.
Il progetto “Prostitution Inclusion Network“, approvato per la somma complessiva di L.
468.750.000, di cui L. 210.937.500 a carico del FSE, L. 164.062.500 a carico del FNR e L.
93.750.000 a carico Regione Emilia-Romagna ed Enti partners. Si sostanzia in un intervento
realizzato in alcune aree omogenee come: Reggio Emilia, Bologna, Modena, Ravenna, Cesena e
Rimini ed ha come destinatari le donne che sono uscite dal mondo della prostituzione e prevede le
seguenti azioni: orientamento ed informazione, alfabetizzazione della lingua italiana, laboratorio
Motivazionale, intervento formativo di peer educator .
Il Progetto "Operatore addetto ai servizi alla famiglia e alle persone non autosufficienti
(OSS)", approvato per la somma complessiva di Lire 1.049.735.650, di cui L. 364.500.000 a carico
del FSE, L. 283.500.000 a carico del FNR, L.202.615.567 di contributi Regione Emilia-Romagna e L.
199.120.082 di contributi Enti Locali, intende coniugare due problematicità emergenti nel nostro
territorio: l'incremento della domanda di assistenza a persone non autosufficienti
dovuto
all'invecchiamento della popolazione locale e il collocamento al lavoro di persone in situazioni di
disagio (extracomunitari, donne sole, disoccupati di lunga durata), cercando anche di sanare situazioni
di lavoro nero e di mancanza di preparazione specifica.
Il progetto intende quindi adeguare le risposte alle richieste di assistenza domiciliare a seconda dei
bisogni espressi dalle famiglie e delineare percorsi formativi per soggetti a rischio di esclusione
introducendo elementi di garanzia qualitativa delle prestazioni domiciliari.
Il progetto annuale, settembre 1999-settembre 2000, si svolge in collaborazione con l’Assessorato
“Lavoro, Formazione, Scuola e Università”, e prevede tre diverse azioni:
1) Orientamento e formazione per donne disoccupate, italiane o immigrate, nei territori della
Provincia di Piacenza, del Comune di Reggio Emilia e di Budrio, per gruppi di 20 donne per le
quali si giungerà a una dichiarazione di competenze di base. Le competenze acquisite potranno
costituire crediti formativi per accedere a percorsi di qualifica per Addetto all'Assistenza di Base;
2) Orientamento e formazione per disoccupati, immigrati, donne capofamiglia da svolgersi nei
territori del Comune di Massafiscaglia, Bondeno, Imola e della Provincia di Ravenna e del Basso
ferrarese. Si tratta di interventi finalizzati al conseguimento della qualifica di Addetto
all'Assistenza di Base con percorsi formativi di 900 ore. Nella provincia di Ravenna, dove è
presente, nel settore dell'assistenza, una forte realtà di lavoro nero di immigrati si procederà alla
valutazione dell'esperienza di donne immigrate che abbaiano già svolto il lavoro, per l'accesso a un
percorso breve di qualifica della durata di 500 ore;
3) Orientamento e formazione per disoccupati a rischio di esclusione, donne capofamiglia e
immigrate, da svolgersi nei territori dei comuni di Parma e Modena. Si svolgerà un primo percorso
di orientamento di 150 ore, al termine del quale è prevista una dichiarazione di competenze e un
successivo percorso formativo di 750 ore per la qualifica.
126
In considerazione della particolare tipologie di utenti sono previste azioni di tutela per sostenere la
partecipazione ai percorsi formativi: erogazione di una indennità di partecipazione, assistenza a
minori e anziani, contributi per i trasporti.
Sono previste azioni di scambio e conoscenza con progetti analoghi ed è stato attivato il partenariato
con la Regione Liguria e con il Comune di Napoli.
OBIETTIVO 4
L’obiettivo 4 ho lo scopo di agevolare l’adattamento dei lavoratori e delle lavoratrici ai mutamenti
industriali e all’evoluzione dei sistemi di produzione.
Per il raggiungimento di questa finalità, la Commissione europea ha approvato, con decisione
C(94)3152 del 2 dicembre 1994, il DOCumento Unico di Programmazione per le Regioni italiane del
Centro-Nord per un costo complessivo di oltre 900 milioni di euro ed un contributo FSE di
398.750.000 euro (circa 772 miliardi di lire). Il DocUP definisce i seguenti assi prioritari
d’intervento:
Asse 1:
Anticipazione, supporto alla programmazione e gestione di un sistema di formazione
continua;
Asse 2: Interventi di accompagnamento/adeguamento delle risorse umane in relazione ai cambiamenti
strutturali del sistema economico-produttivo ed all’impatto del mercato interno;
Asse 3: Assistenza tecnica.
Il DocUP ob.4 Emilia-Romagna 1994-1999
La Regione Emilia-Romagna, nell’ambito del DocUP nazionale, alla fine del periodo di
programmazione 1994-1999, ha un’assegnazione di 160.457.068 euro (circa 311 miliardi di lire)
avendo beneficiato, nel corso degli anni, delle quote aggiuntive di deflatore e delle ulteriori risorse
assegnate in seguito alla cosiddetta riprogrammazione automatica.
Nel corso del 1999 sono state approvate 198 attività per un costo complessivo di 21.476.279.000 di
cui circa 9 miliardi e mezzo, pari a circa 4 milioni e ottocentomila euro, a carico del FSE.
Nell’ambito dell’assistenza tecnica vengono finanziati i progetti “Sistema di supporto e promozione
di tirocinio e di formazione in impresa”, OPTO e ON LINE.
Nel processo di riprogrammazione delle politiche per il lavoro e degli interventi a supporto
dell’inserimento lavorativo viene fortemente valorizzato il ruolo delle work esperiencies e dei
percorsi diretti a favorire le transizioni nei e fra i lavori. Particolare rilievo viene acquisito dai tirocini
formativi e di orientamento, previsti dall’art.18 della Legge 196/97, quale strumento a dimensione
formativa delle politiche del lavoro.
126
Il progetto “Realizzazione di un sistema di supporto e promozione di tirocinio e di
formazione in impresa” si propone di individuare le linee guida su cui innestare processi formativi
realizzati in setting aziendale, con la realizzazione di azioni di monitoraggio e valutazione dei tirocini,
meccanismi per l’attestazione delle competenze, la formazione dei tutor e delle figure di
coordinamento, strumenti di informazione e supporto per gli operatori dei servizi per il lavoro, per
le imprese e per i cittadini. Il progetto, di durata biennale (1999-2000) ha un costo complessivo di
858 milioni di lire.
OPTO “Orientamento professionale. Costruzione di una rete di servizi territoriali e dei
servizi di supporto” ha l’obiettivo di costruire un sostegno efficace per i diversi soggetti attivi
nell’orientamento. Le sei azioni di cui si compone il progetto si inseriscono in un contesto
complesso ed in rapida evoluzione, caratterizzato da diverse tipologie di utenti (soggetti in iter
scolastico, in cerca di formazione, in cerca di lavoro), e dall’esigenza da parte dei servizi di mettere in
campo nuove competenze e modalità di lavoro. L’integrazione e il lavoro in rete tra i diversi attori
del “sistema” sono, quindi, le due leve con cui la Regione Emilia-Romagna vuole rispondere
all’esigenza emergente di comporre in un quadro unitario i servizi territoriali e i servizi regionali di
supporto.
Opto si concluderà nel 2001 ed finanziato, oltre che dal FSE, dal Ministero del Lavoro sulla Legge
492/88 e si rivolge a tutti i soggetti che costituiscono per la Regione e per le Province i partner
privilegiati dell’ampia rete di orientamento: Scuole, Università, Aziende Regionali per il Diritto allo
studio universitario, Centri di formazione professionali, privato sociale. Oltre alla produzione di
supporti informativi come i 15 volumi della Collana Professioni, è stato realizzato “Comunità on
line” che, con l’utilizzo di Internet, permette lo scambio di informazioni aggiornate e il confronto di
esperienze e diffusione di prodotti per l’orientamento tra gli operatori; è in costruzione “Professioni
in rete” sito on line sulle professioni con una banca dati di circa trecento schede professionali di cui
le prime sessanta schede saranno disponibili in rete dal febbraio 2000.
“ON LINE “ per la facilitazione dell’accesso ai servizi per il lavoro, è stato approvato con delibera
della Giunta regionale n. 682 dell’11 gennaio 1999 ed ha un costo complessivo di lire 1.374.000.000
Nel processo di riforma e di regionalizzazione dei servizi per il lavoro, si manifesta l’esigenza di
integrare la rete delle strutture denominate “ Centri per l’impiego” la cui gestione è attribuita alle
Province in base al Decreto Legislativo 469/97, con altre sedi sul territorio, attrezzate con strumenti
adeguati, per la diffusione capillare dell’informazione. Il progetto ON LINE si propone di realizzare,
con il coinvolgimento attivo dei Comuni, una rete capillare di servizi per l’erogazione automatizzata
di attività di natura amministrativa (pratiche connesse alla gestione del mercato del lavoro) e di
supporto alla diffusione di una informazione qualificata. Obiettivi operativi del progetto sono quindi
quelli di:
-
realizzare per ogni Comune che si renda disponibile un punto di erogazione dei servizi di
informazione sul mercato del lavoro e di accesso alle pratiche relative al collocamento;
realizzare strumenti telematici per l’accesso alle informazioni e le dichiarazioni di disponibilità al
lavoro o richieste di lavoro;
realizzazione di collegamenti in rete fra servizi per il lavoro (Centri per l’impiego, Province,
Comuni).
126
Le Amministrazioni provinciali, nell’ambito delle risorse delegate, hanno approvato n. 884 attività
per un costo complessivo di Lire 26.618.643.000.
Obiettivo 4 Emilia-Romagna - Docup 1994-1999
situazion e al 31 dicembre 1999 in euro
Assi
1
2
3
Anticipazione
Accompagnamento
Assistenza tecnica
Totale Docup
costo totale
A
impegni
B
pagamenti
C
%
B/A
%
C/B
%
C/A
17.678.518
136.009.561
6.768.989
17.656.257
148.382.609
6.771.470
7.600.795
87.256.983
2.484.735
100
109
100
43
59
37
43
64
37
160.457.068
172.810.336
97.342.514
108
56
61
126
3
I PROGRAMMI DI INIZIATIVA
COMUNITARIA (PIC) 1994-1999
126
Il programma INTERREG IIc
L’iniziativa comunitaria Interreg IIc è volta a sviluppare ulteriormente la sperimentazione in materia
di cooperazione tra Stati limitrofi: dalla connotazione bilaterale e quindi transfrontaliera tipica di
Interreg si è passati alla cooperazione fra almeno tre Stati. La Commissione europea ha individuato
gli “spazi geografici” entro i quali sono stati concordati i progetti transnazionali. L’Italia è interessata
a tre spazi: Mediterraneo, Alpino e “CADSES“. A quest’ultimo, che fa riferimento all’area Centrale,
Adriatica, del Danubio e del Sud-est Europeo, sono interessate tutte le Regioni Adriatiche.
Il programma operativo “CADSES” è stato approvato dalla Commissione europea con decisione
C(97) 2458 del 6 agosto 1997, comprende: Austria, Germania, Italia e Grecia. Le assegnazioni
complessive sono di 35.996.500 euro ed il relativo contributo finanziario del FESR è pari a
20.905.000 euro. La quota di cofinanziamento nazionale, per la parte italiana, è assicurata da risorse
del Ministero del Tesoro e dei Lavori Pubblici. Il programma “CADSES”, di durata triennale (19971999), è articolato in 5 misure:
A-Iniziative per il lancio di un processo di cooperazione per la pianificazione territoriale
B-Promozione delle cooperazioni per la realizzazione di sistemi urbani più equilibrati e policentrici
C-Sviluppo della multimodalità nei sistemi di trasporto e parità di accesso alle infrastrutture
D-Cooperazione per migliorare l’accesso alle conoscenze e all’informazione
E-Corretta gestione del patrimonio culturale e naturale
Nell’ambito della Misura A, la Regione Emilia-Romagna (Direzione Generale Programmazione e
Pianificazione Urbanistica), unitamente alle Regioni adriatiche italiane (con la Regione Friuli-Venezia
Giulia come capofila), ha proseguito nel 1999 la sua partecipazione al progetto di cooperazione
VISION PLANET; al progetto partecipano Germania ed Austria tra gli Stati membri e altri Paesi
non membri ricadenti nell’area CADSES.
Obiettivo del progetto è la predisposizione di un documento (VISION) che illustri le prospettive di
sviluppo territoriale strategico dell’intera area centro europea-danubiano-adriatica condivise dai
partner, che possono contribuire ad arricchire l’analisi e le previsioni dello Schema di Sviluppo dello
Spazio Europeo (SSSE), nonché del documento Guiding Principles for Sustainable Spatial
Development, in materia di sviluppo territoriale, che sarà adottato nel 2000 dalla Conferenza dei
Ministri della Pianificazione Territoriale del Consiglio d’Europa (CEMAT) in coincidenza con
l’attivazione di Agenda 2000. Il confronto e lo scambio tra i diversi partner sui temi della
pianificazione territoriale, da realizzare attraverso l’organizzazione di seminari e conferenze,
costituiscono inoltre la parte PLANET dello stesso progetto.
Nel corso del 1999 la Regione Emilia-Romagna ha partecipato all’attività di coordinamento italiana e
alla prima conferenza prevista nel programma PLANET (Conferenza Adriatica, che si è svolta a
Trieste l’1 e 2 luglio 1999). Con le altre Regioni adriatiche italiane ha in particolare curato,
utilizzando i contributi di esperti delle Università di Trieste, di Venezia e d’Ancona, l’adeguamento e
l’integrazione dei due documenti (“Guidelines and Policy Proposals” e “Background Report”)
che costituiscono la parte VISION del progetto. Nel mese di novembre è stata messa a punto la
126
versione finale del documento “Guidelines and Policy Proposals”; nel mese di gennaio 2000 è
prevista la distribuzione del documento tradotto in italiano.
Sempre nell’ambito della misura A, nel corso del 1999 la Direzione Generale Programmazione e
Pianificazione Urbanistica ha aderito al Progetto CEDA e VICLI mediante il coinvolgimento, quale
soggetto tecnico-scientifico attuatore, di Ervet s.p.a..
Il progetto CEDA (Regional Development Agencies Network Central European and Danubian
Countries) ha come obiettivo principale quello di incoraggiare la formazione di un “network” tra
Aziende di sviluppo regionale le quali svolgono un ruolo fondamentale nella crescita regionale e
locale. Il progetto è coordinato a livello nazionale dalla Regione Abruzzo e a livello transnazionale
dall’Ungheria.
Il Progetto VICLI (Virtual Clustering Identification and Dissemination of Strategic Territorial
Planing Best Practices) si pone come obiettivo principale di migliorare le competenze delle autorità
regionali e locali nella pianificazione territoriale allo scopo di favorire l’evoluzione competitiva dei
raggruppamenti produttivi (distretti) attraverso misure appropriate, con priorità a quelle riguardanti
l’impatto ambientale, la logistica e l’insediamento di altre infrastrutture di servizio. Il progetto è
coordinato a livello nazionale dalla Regione Friuli-Venezia Giulia e vede la partecipazione di vari
partners esteri quali l’Ungheria, la Slovenia, la Romania e la Bulgaria.
Nell’ambito della Misura B, la Direzione Generale Ambiente partecipa al Progetto U.T.N. (Urban
Technology Network) che ha come obiettivo la diffusione e lo sviluppo delle tecnologie urbane per
la gestione delle città supportando le attività delle Amministrazioni locali, attraverso il trasferimento
di conoscenze tecniche e la messa in risalto di buone pratiche. Il progetto è coordinato a livello
nazionale dalla Regione Veneto; la Regione Emilia-Romagna ha il coordinamento del work-shop sulle
tematiche del riutilizzo delle acque reflue urbane che sarà realizzato dall’ARPA e si terrà
presumibilmente nel maggio 2000.
Sempre nell'ambito della Misura B, la Direzione Generale Politiche Sociali partecipa al Progetto
INTEMIGRA coordinato dalla Regione Abruzzo. Il progetto tende a collegare tra loro le
problematiche relative alla pianificazione strutturale di specifici contesti territoriali a quelle di
carattere prettamente sociali. L'obiettivo è di realizzare ricerche-azione e modelli prototipali da
utilizzare per far fronte al problema dell'immigrazione. Nel dicembre del 1999 è stato approvato
INTEMIGRA ADDITIONAL per un costo totale di 834.167 euro.
Nell’ambito della Misura C, la Direzione Generale Trasporti e Sistemi di Mobilità partecipa al
Progetto GILDA (Gestione Informatica della Logistica Distribuita nello spazio Adriaticojonico) il cui obiettivo consiste sostanzialmente nel dare supporto alla logistica del trasporto delle
merci nello spazio adriatico-jonico con strumenti di comunicazione informatica e telematica. In tal
senso esso si affianca e completa il progetto Corridoio Adriatico, orientato soprattutto alla
razionalizzazione delle infrastrutture e al trasporto fisico delle merci.
Il Ministro dei Lavori pubblici con decreto 22 maggio 1998 ha assegnato alla Regione EmiliaRomagna, quale responsabile dell’attuazione complessiva del progetto, 6.531.201 euro, di cui
3.589.344 di contributo comunitario.
126
Con la deliberazione della Giunta regionale n. 2450 del 14 dicembre 1998 l’attuazione del progetto è
assunta nell’ambito della Direzione Generale dell’Assessorato alla Mobilità e presso la Regione
Emilia-Romagna viene istituito il coordinatore, un Gruppo tecnico di coordinamento e la segreteria
tecnica, inoltre ha sede il Comitato transnazionale di coordinamento (Transnational Project Coordinatio Committee) al quale hanno aderito Slovenia, Austria e Grecia.
Il 1999 ha visto svilupparsi il complesso lavoro di messa a punto delle procedure per l’appalto
concorso per la realizzazione del progetto: la gara è stata effettuata nella seconda metà dell’anno
sulla base di precisi capitolati per un importo, comprensivo di IVA, di poco meno di 10 miliardi di
lire. A tale scopo è stata costituita una struttura agile e qualificata che ha consentito il governo della
fase di assegnazione e consentirà la gestione ed il monitoraggio continuativo della fase di
realizzazione.
Nell’ambito della Misura D, la Direzione Generale Programmazione e Pianificazione Urbanistica
partecipa al Progetto COUNTDOWN, mediante il coinvolgimento, quale soggetto tecnicoscientifico attuatore di Ervet s.p.a. Il progetto si occupa della raccolta e sistemazione degli studi
tecnico-scientifici riguardanti gli effetti dell’allargamento ad est dell’Unione Europea con
collocazione dei risultati su apposito sito web.
Nell’ambito della Misura E, la Regione Emilia-Romagna (Direzione Generale Programmazione e
Pianificazione Urbanistica è capofila e coordina il progetto “WETLANDS. Gestione integrata
delle zone umide”. Partners del progetto sono le Regioni Friuli Venezia-Giulia, Veneto, Puglia, la
provincia di Schonebeck (Germania) ed il Voivodato di Opole (Polonia); a questi si è aggiunto il
Ministero dell’Ambiente della Slovenia. Il progetto ha un costo totale di 832.000 euro e si inserisce
nella strategia globale del recupero, della conservazione, della programmazione territoriale e dell’uso
economico equilibrato e sostenibile delle zone umide. Per quanto riguarda la nostra Regione, la zona
interessata è quella del Parco regionale del Delta del Po. Nel corso del 1999 si sono svolti incontri
transnazionali a Schonebeck, Venezia e Torre Canne (Puglia) ed è in corso di predisposizione un
apposito sito internet dedicato.
Sempre nell’ambito della Misura E, attraverso l’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali, la
Regione Emilia-Romagna partecipa al progetto “LET’S CARE METHOD” (Landscape
EnviromenT asseSment and Cultural heritAge REstoration). Il progetto è coordinato dalla Regione
Veneto ed ha un costo complessivo di 1.833.334 euro (decreto del Ministro dei Lavori Pubblici 16
ottobre 1998); l’IBACN svilupperà il modulo 1.1 relativo a studi per la catalogazione e
standardizzazione dei sistemi di accesso e di informazione in ambito culturale.
Il programma LEADER II
L’iniziativa Comunitaria LEADER II (comunicazione 94/C 180/12 in GUCE C 180 del 1° luglio
1994) ha come obiettivo la promozione di azioni innovative proposte da operatori locali, pubblici e
privati, in tutti i settori di attività dell’ambiente rurale. Il programma interviene non tanto sotto il
126
profilo strutturale, quanto piuttosto attivando misure trasversali e prevalentemente immateriali
capaci di qualificare il tessuto imprenditoriale ed innescare processi innovativi di sviluppo locale.
Il Programma Operativo Leader II Emilia-Romagna è stato approvato con decisione C(95)3618/1 del
27 dicembre 1995, successivamente modificata con la decisione C(97)2461/1 del 6 agosto 1997, che
ha determinato un incremento delle risorse comunitarie e statali assegnate al programma regionale.
Attualmente le risorse ammontano a circa 18,2 milioni di euro, di cui 7,7 Milioni di euro a carico dei
fondi strutturali (3,8 FESR, 3 FEOGA, 0,9 FSE), per un costo complessivo di 25,1 Milioni di euro.
Il programma regionale orienta la maggior parte delle risorse in due categorie di interventi definite
Misura B (programmi di innovazione rurale) e Misura C (cooperazione transnazionale). In
particolare la Misura B prevede l’attivazione di azioni di promozione e valorizzazione territoriale
inseriti in Piani di Azione Locale (PAL) programmati e gestiti da Gruppi di Azione Locale (GAL)
organismi di diritto con base sociale.
Con deliberazione della Giunta regionale n. 1497 del 26 giugno 1996 è stato approvato e bandito
l’avviso pubblico per l’attuazione della Misura B “Programmi di Innovazione rurale” e della Misura
C “Cooperazione Transnazionale”, la fase di selezione si è conclusa con l’adozione della
deliberazione della Giunta regionale n. 3560 del 30 dicembre 1996 che approva 4 PAL,
successivamente integrata dalla deliberazione della Giunta regionale n. 1487 del 30 luglio 1999 che
assegna le risorse aggiuntive [vedi la summenzionata decisione C(97)2461/1]. I 4 PAL insistono su
differenti aree del territorio regionale e presentano proprie specificità:
• PAL Appennino piacentino e parmense, gestito dal GAL Soprip SpA, che privilegia interventi
per la valorizzazione e commercializzazione delle produzioni agroalimentari,
• PAL Appennino modenese e bolognese, gestito dal GAL Antico Frignano scarl, che sviluppa in
particolare interventi per la piccola impresa, l’artigianato ed i servizi zonali,
• PAL Appennino cesenate, forlivese, faentino e bolognese, gestito dal GAL L’Altra Romagna srl,
che indirizza le azioni in particolare verso il settore turistico,
• PAL Basso ferrarese, gestito dal GAL Delta 2000 soc.cons.a r.l., ed indirizzato verso le azioni di
sostegno delle produzioni agricole e del turismo naturalistico ambientale.
Il 1999 è stato caratterizzato dalla definitiva assegnazione delle risorse aggiuntive di cui alla decisione
C(97)2461/1, ai quattro GAL, sulla base della presentazione di piani di azione locale integrativi, che
hanno allocato le nuove risorse. Sempre nel corso di quest’ultimo anno è stata portata positivamente
a termine la procedura di notifica dei regimi di aiuto agricoli alla Commissione europea.
Nell’ambito della Misura C, i GAL hanno avviato una intensa attività di cooperazione
transnazionale, usufruendo anche dell’appoggio finanziario dell’Osservatorio Europeo Leader
(AEIDL) che sostiene progetti promossi dai raggruppamenti di GAL dei vari paesi europei.
126
STATO DI ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA AL 31.12.1999
Euro
Programma
Stanziato
Regionale
LEADER II
Totale
Totale
[1]
Importi in
Impegni
Pubblico
[2]
Totale
[3]
Spese
%
Pubblico
%
[4=3/1]
[5]
[6=5/2]
Totale
[7]
%
Pubblico
[8=7/1]
[9]
%
[10=9/2]
25.493.023 18.224.251 30.129.040 118,2% 18.602.007 102,1% 9.000.686 35,31% 6.577.709 36,1%
STATO DI ATTUAZIONE PER SOGGETTO ATTUATORE al 31.12.1999
GAL/Regione
Importi in Euro
Impegni
Spese
Totale
Pubblico
Totale
Pubblico
GAL Soprip
9.719.008
5.581.998
3.447.533
2.297.426
GAL Antico Frignano
8.155.461
4.392.603
2.182.117
1.761.423
GAL L'Altra Romagna
5.840.537
4.318.461
1.057.176
847.113
GAL Delta 2000
6.282.222
4.250.573
2.182.048
1.613.376
131.812
58.372
131.812
58.372
30.129.040
18.602.007
9.000.686
6.577.709
Monitoraggio e valutazione (1)
Totale
(1) Trattasi della misura di monitoraggio e valutazione del programma, totalmente a carico della Regione.
Di seguito viene sintetizzato lo stato di attuazione della Misura C
GAL
SOPRIP
ANTICO FRIGNANO
L'ALTRA ROMAGNA
DELTA 2000
Totale
n° Impegno
Partner
prog Totale Pubblico IRL A
4
4
3
5
16
213.635 143.234
177.972 114.611
120.928
95.667
139.123 104.367
1
1
1
651.659
3
457.879
I
0
E
F
D
GR
4
1
2
2
1
4
3
2
0
1
1
1
5
4
3
1
9
9
7
0
0
P
UK
2
1
1
10
12
11
11
2
36
1
2
2
3
Tot
N.B.: i totali non corrispondono alla somma dei partners indicati in quanto vi sono due progetti ai quali partecipano
due GAL Emiliano-Romagnoli (Antico Frignano-L’Altra Romagna; L’Altra Romagna-Delta 2000). Pertanto, si è
ritenuto opportuno conteggiare solo una volta i partners dei due progetti, che vengono comunque evidenziati per
entrambi i GAL coinvolti.
E’ importante notare come i GAL emiliano-romagnoli stiano partecipando mediamente a 4 progetti
di cooperazione transnazionale a testa (dato relativamente alto rispetto al contesto italiano), con una
media di 3,25 partecipanti/progetto (il numero limitato di partner è un buon indice della concretezza
e della buona finalizzazione dei progetti). Risulta interessante notare come la cooperazione sia
126
rivolta prevalentemente verso gli altri paesi europei mediterranei, infatti, escludendo i partners
italiani, sui restanti 27 partners, 22 appartengono a dei paesi mediterranei (81,5%). Si evidenzia,
inoltre, tra i paesi nordici, una polarizzazione verso Irlanda e Regno Unito.
Il programma OCCUPAZIONE
Il Programma di Iniziativa Comunitaria OCCUPAZIONE intende contribuire allo sviluppo delle
risorse umane e al miglioramento del funzionamento del mercato del lavoro attraverso la crescita
dell’occupazione, la promozione della solidarietà sociale e l’incentivazione delle politiche di pari
opportunità. Occupazione è suddiviso in quattro settori corrispondenti a diverse categorie di utenti:
•
•
•
•
NOW rivolto alle donne
YOUTHSTART rivolto ai giovani con meno di 20 anni
HORIZON rivolto ai portatori di handicap, sia fisico che mentale,
INTEGRA rivolto alle persone svantaggiate: minoranze etniche, emigrati, rifugiati, nomadi,
detenuti ed ex detenuti, tossicodipendenti ed ex tossicodipendenti, disoccupati di lungo periodo.
Sono stati aperti 3 bandi per la partecipazione al programma, che è terminato il 31 dicembre 1999;
l’ultimo bando risale all’aprile 1997 e ha finanziato progetti che si sono realizzati tra maggio 1998 e
dicembre 1999. Le caratteristiche specifiche che ogni progetto doveva avere per partecipare al bando,
erano quelle dell’ innovazione, cooperazione transnazionale e collaborazione locale.
La Direzione Generale Formazione Professionale e Lavoro è stata titolare di 2 progetti per gli anni
96/98 (Integra II e Janus, entrambi conclusi nel novembre 1998) e 3 progetti per il 98/99 (Janus II,
Rainbow e Isola), sui volet:
YOUTHSTART: “Janus II°: Progetto regionale per l’inserimento sociale e lavorativo dei
giovani nell’Unione Europea” Approvato e finanziato per un costo totale di lire 5 miliardi, di cui
2.250.000.000 lire a carico del FSE (circa 1.153.000 euro). Periodo di svolgimento: settembre 199831 marzo 2000.
Essendo il progetto già stato trattato nel precedente Eurorapporto, si dà un aggiornamento sulle
diverse azioni attuate al 31 dicembre 1999:
- ingegnerizzazione del sistema di formazione professionale: è in fase di pubblicazione il
Vademecum sulla gestione di percorsi di formazione di base secondo il modello Janus II°;
- produzione di materiali didattici multimediali: è in fase di predisposizione il sito Internet del
progetto nel quale sarà possibile visionare tutti i prodotti. Nel sito saranno disponibili anche gli
strumenti multimediali pensati per i giovani e tutti i materiali predisposti per i formatori.
Sono state inoltre realizzate le dispense cartacee su alcuni moduli di competenze di base e
trasversali (inglese, informatica, ecc.);
126
- formazione formatori e operatori: si sono conclusi i corsi per i formatori che hanno partecipato
alle sperimentazioni. I corsi sono stati sviluppati contemporaneamente alle sperimentazioni e
hanno costituito un luogo di "Assistenza tecnica " per le attività in corso. Le attività per i tutors
aziendali si sono svolte in forma di conferenze nei territori coinvolti;
- sperimentazioni: si sono conclusi i percorsi formativi nei quattro territori: Piacenza/Parma, Reggio
Emilia, Ravenna e Forlì. I giovani coinvolti sono stati complessivamente 174; di questi 148 hanno
terminato il percorso conseguendo, nella maggior parte dei casi, una certificazione di competenze
(per alcuni la Dichiarazione di competenze). Per alcuni di quelli che non hanno terminato il
percorso è stato realizzato l'inserimento al lavoro;
- adeguamento dei centri: tutti i centri hanno provveduto ad adeguare gli ambienti al nuovo modello
di formazione iniziale, sia predisponendo appositi locali per l'accoglienza e la socializzazione che
ammodernando strumentalmente laboratori e aule informatiche.
INTEGRA: “Isola: Inserimento sociale e lavorativo di soggetti con disagio” Approvato e
finanziato per un costo totale di lire 3.060.600.000, di cui 1.377.270.000 lire a carico del FSE (circa
705.000 euro). Periodo di svolgimento: settembre 1998-31 maggio 2000.
Nell’ambito del progetto, nell’ ottobre 1999 si è svolto a Bologna un seminario sul tema dei nuovi
servizi per il collocamento e, a Nizza, si è svolto un seminario internazionale sull'inserimento
lavorativo di soggetti svantaggiati. Attualmente è in preparazione un incontro trasnazionale sul tema
dei "Nuovi bacini di impiego" che si terrà a Bologna alla fine di gennaio 2000 ed è attivo un sito
Internet all'indirizzo: http://www.odl.net/integraisola.
Essendo il progetto già stato trattato nel precedente Eurorapporto, si dà un aggiornamento sulle
diverse azioni attuate al 31 dicembre 1999:
- animazione del territorio in zone urbane degradate: La ricerca sull'entità e qualità dello svantaggio
nella nostra Regione è terminata ed è in fase di pubblicazione.
Sono state realizzate tre edizioni del corso per "Agenti di sviluppo locale", a Piacenza,
Cesena/Forlì e Bologna. Nei corsi sono stati coinvolti 60 tra immigrati rappresentanti di
associazioni, operatori dei servizi sociali, formatori, rappresentanti di associazioni di
volontariato. Sono stati prodotti dei project work sui temi del: lavoro di rete, creazione di uno
spazio giovani, comunicare l'integrazione;
- qualificazione e ingegnerizzazione dei servizi per il collocamento: Si sta completando il report di
ricerca sulle proposte di strutturazione di un sistema integrato di servizi di orientamento,
formazione e inserimento lavorativo per soggetti a rischio di emarginazione, attraverso la messa in
rete dei servizi esistenti e l'attivazione di funzioni specifiche.
Stanno partendo i corsi di riqualificazione degli operatori del collocamento per favorire
l'integrazione tra i servizi e una corretta lettura dei bisogni e delle potenzialità dei soggetti
emarginati nei confronti del lavoro;
- sostegno all'autoimprenditoria per immigrati: E' stato completato il report dell'analisi
dell'autoimprenditoria fra immigrati nella nostra Regione.
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Sono stati realizzati corsi per 8 "Agenti di sviluppo" che lavorano come "Agenzia per il sostegno
all'autoimprenditoria" presso la CGIL di Modena, la Cooperativa Il Mappamondo di Ravenna e
l'ISI di Bologna. E' stato realizzato il corso di formazione per 9 imprenditori immigrati a sostegno
dello sviluppo di loro progetti di autoimpiego;
- sperimentazione per l'occupazione nell'ambiente: E' stata completata la ricerca sui fabbisogni per
la gestione del patrimonio ambientale, anche in aree urbane, per individuare i settori di possibile
sviluppo occupazionale.
Sono stati avviati due corsi per 30 soggetti svantaggiati (ex tossicodipendenti, immigrati,
disoccupati di lunga durata, carcerati ed ex carcerati) per "Operatore della tutela ambientale". Al
termine dei corsi i soggetti saranno avviati al lavoro in cooperative, già operanti sul territorio, di
servizi di tutela ambientale.
Sono state realizzate visite presso i partner degli operatori dei corsi e dei ricercatori; in Andalusia,
presso l'Università di Granada, si è tenuto un seminario per i partecipanti ai corsi di Agenti di
sviluppo locale.
HORIZON : “Rainbow: per l’integrazione visibile” Approvato e finanziato per un costo totale
di lire 980.000.000, di cui 441.000.000 lire a carico del FSE (circa 226.000 euro). Periodo di
svolgimento: settembre 1998-31 marzo 2000.
Nell’ambito del progetto, nell’ ottobre 1999 si è svolto a Bologna un seminario sul tema dei nuovi
servizi per il collocamento per soggetti svantaggiati; attualmente è in preparazione il seminario finale
con la mostra di tutti i prodotti realizzati nei vari progetti Horizon ed è attivo un sito Internet
all'indirizzo: http://www.rainbownet.net
Essendo il progetto già stato trattato nel precedente Eurorapporto, si dà un aggiornamento sulle
diverse azioni attuate al 31 dicembre 1999:
- monitoraggio: sono state effettuate interviste in sede e sottoposti questionari agli utenti di tutti i
progetti Horizon che si stanno realizzando nel territorio regionale. Si sono svolti tre seminari tra i
promotori dei progetti per favorire il reciproco scambio di esperienze
E' in fase di predisposizione una pubblicazione contenente i risultati dell'azione di monitoraggio;
- diffusione: sono stati realizzati filmati e interviste per la produzione di cinque trasmissioni
televisive sul tema dell'handicap e del diritto al lavoro. La prima trasmissione è andata in onda il
18 dicembre su RAI tre nazionale, mentre le altre trasmissioni sono in fase di montaggio e saranno
trasmesse su reti locali. E' terminato il mediometraggio "Karaoke" che sarà proiettato nel
seminario finale e sarà riproposto in manifestazioni a tema.
Sempre nell’ambito del volet Horizon, la Direzione Generale Politiche Sociali ha promosso due
progetti ASIHA e FUTURE, entrambi attuati da EnAIP Emilia-Romagna. Tali iniziative che si
concluderanno nel mese di marzo 2000, sono state finalizzate ad offrire alle persone disabili, giovani
e adulti, nuovi percorsi ed opportunità per la riabilitazione e l’integrazione socio-lavorativa.
In particolare, con il progetto FUTURE – Per una solidarietà attiva, sono stati realizzati due
interventi formativi per “tutors della transizione” destinati a 30 operatori del settore socio-sanitario,
126
della formazione professionale e della cooperazione sociale. Sono stati realizzati interventi di
orientamento e tirocini formativi in azienda per 76 disabili e, in collaborazione con il Servizio
Ausilioteca dell’AIAS di Bologna sono stati predisposti strumenti per la valutazione delle
competenze e l’adattamento del posto di lavoro, anche attraverso l’utilizzo di ausili elettronici ed
informatici. Inoltre, per promuovere lo sviluppo delle imprese sociali, è stato realizzato un corso di
formazione per 10 cooperatori e una ricerca sul settore della cooperazione sociale di tipo b che ha
individuato le caratteristiche dei loro mercati, pubblici e privati, soprattutto in termini di azioni di
marketing e di comunicazione ed il posizionamento assunto da queste imprese al loro interno. I
risultati della ricerca sono stati utilizzati per la produzione di un Manuale di marketing utile a
promuovere sul mercato prodotti e servizi delle cooperativi sociali, mentre i risultati dell’azione
formativa sono stati utilizzati per la produzione di un Catalogo delle cooperative sociali di tipo b
volto ad individuare nuove modalità di corretta comunicazione e nuovi strumenti che permettono di
utilizzare a pieno le risorse di comunicazione che le cooperative sociali hanno a disposizione.
Il progetto FUTURE è stato approvato con un costo complessivo di 751.000 euro (circa un miliardo
e mezzo di lire) ed ha coinvolto Germania, Spagna e Portogallo.
Per quanto riguarda il progetto ASIHA - Azioni Sperimentali per l’Inserimento dell’Handicap
Acquisito, è stato realizzato un corso per “tutors dell’orientamento” rivolto a 18 formatori ed
operatori socio-sanitari e sono stati sperimentati, nelle Province di Bologna, Ferrara, Piacenza e
Rimini, sportelli/servizi di orientamento, integrati con la rete dei servizi territoriali, grazie ai quali
sono già stati offerti servizi di consulenza, bilancio di competenze e percorsi di formazione
individualizzati a 24 persone con handicap acquisito. E’ stata, inoltre, realizzata una ricerca sul
territorio regionale volta alla produzione di un Modello di riabilitazione globale del soggetto
traumatizzato, finalizzato da un lato, all’integrazione degli aspetti sociali, relazionali, sanitari e
formativi attraverso la messa a punto di metodologie e la produzione di nuovi strumenti da utilizzare
nella fase di orientamento/formazione e dall’altro, all’analisi delle opportunità occupazionali per i
disabili, in particolare sulle possibilità di inserimento offerte dal telelavoro.
Il progetto ASIHA è stato approvato con un costo complessivo di 444.000 euro (circa 850 milioni di
lire) ed ha coinvolto, oltre alla nostra Regione, Francia e Spagna.
I risultati dei due progetti sono già stati presentati in occasione del seminario conclusivo “Diversità,
diverse abilità e nuove opportunità” che si è tenuto il 4 febbraio 2000 presso la sede della Regione
Emilia Romagna; i prodotti finali (rapporti di ricerca, esiti sperimentazioni, azioni formative) dei due
progetti saranno diffusi attraverso pubblicazioni e realizzazione di kit multimediali.
Il programma ADAPT
Il Programma di Iniziativa Comunitaria ADAPT ha il compito di favorire l’adattamento della forza
lavoro ai mutamenti industriali, di anticipare lo sviluppo di nuove mansioni e di nuove attività, di
migliorare il funzionamento del mercato del lavoro e di sostenere la crescita, l’occupazione e la
competitività delle imprese nell’Unione Europea. La Commissione europea, con due comunicazioni
126
94/C180/09 e 96/C200/05 ha stabilito i criteri a cui gli Stati membri devono attenersi per la
presentazione dei programmi operativi.
Nella prima fase di ADAPT, la Regione Emilia-Romagna ha partecipato al progetto “J.100
Regiones”, mentre nell’ambito di ADAPT BIS (Building the Information Society) partecipa ai
progetti “Regiones BIS”, “VOLA” ed “ASCESI”.
La Direzione Generale Formazione Professionale e Lavoro ha attuato due iniziative fra loro
strettamente collegate: il progetto “J.100 REGIONES”, approvato nell’ambito della prima fase,
conclusosi nel dicembre 1998, e il progetto “REGIONES BIS”, di completamento, approvato nella II
fase del programma.
Per quanto concerne la prima fase, dopo aver effettuato i controlli di propria competenza, di merito
e finanziari, rispetto alla realizzazione di tutte le attività previste, la Regione Emilia-Romagna ha
approvato, con delibera della Giunta regionale n. 2144 del novembre 1999, l’atto di chiusura del
progetto sperimentale ADAPT J.100 REGIONES. Il progetto è stato realizzato con un costo totale
rendicontato di 27 miliardi, di cui 6,5 a carico dei co-attuatori privati. All’attuazione e gestione di
J.100 REGIONES hanno lavorato quasi 900 persone, fra personale dei pool, formatori, ricercatori,
collaboratori delle società di servizio, e della Regione Emilia-Romagna.
Fra gli oltre 600 prodotti, si contano 45 rapporti di studio e ricerca sui settori e le aree produttive
interessate, la realizzazione di circa 250 percorsi formativi sperimentali, una sessantina di materiali
per la formazione e l’orientamento (di cui una decina di pacchetti didattici multimediali), materiale
per l’informazione e la diffusione, complessivo e specifico dei vari “Progetti europei di innovazione
formazione/impresa”, software, banche dati, cd rom, siti internet, sportelli informativi telematici.
Nel triennio di svolgimento il progetto ha interessato, direttamente ed indirettamente, circa 650
imprese ed oltre tremila lavoratori. L’attività trasnsnazionale, che ha coinvolto tutti i partner
pubblici e privati co-attuatori del progetto, ha visto la partecipazione diretta di circa 300 persone,
che hanno lavorato nei gruppi transnazionali, sono state presenti alle Convention transnazionali di
Palma di Maiorca e di Bologna, alle iniziative comune fra le varie Regioni europee coinvolte, agli
scambi diretti con organismi omologhi di paesi diversi.
Il progetto REGIONES BIS, ancora in corso, vedrà la conclusione dei 24 “Progetti europei di
innovazione formazione/impresa” fra dicembre 1999 e aprile 2000, cui seguirà l’attività di controllo
di merito e finanziaria da parte degli uffici regionali. Il costo complessivo approvato è di 18.700
milioni di lire (circa 9.350.000 euro), di cui il 75% a carico di fondi comunitari e nazionali ed il 25% a
carico di fondi privati.
Alla Convention finale transnazionale, tenutasi a Bruxelles alla fine di febbraio 2000, la Regione
Emilia-Romagna ha partecipato con un’esposizione dei prodotti realizzati nell’ambito dei gruppi di
lavoro fra partners dei diversi paesi.
Infine, la Regione Emilia-Romagna realizzerà un proprio Convegno conclusivo di tutta la
sperimentazione regionale ADAPT, presumibilmente fra maggio e giugno del 2000.
126
Sempre la Direzione Generale Formazione Professionale e Lavoro è titolare del progetto
multiregionale VOLA (Valorizzazione Occupazione LAvoro): approvato per un importo
complessivo di L. 3.715.008.045 (circa 1.857.000 euro) ha ricevuto dal Ministero del Lavoro e della
Previdenza Sociale un ulteriore finanziamento di L. 340.551.914.
Il progetto trae origine dalla necessità di dotare le Regioni, i soggetti pubblici e privati operanti nel
campo della formazione professionale, dei servizi per il lavoro e l’orientamento, di strumenti e
metodologie in grado di governare il processo di transizione da politiche del lavoro di tipo passivo a
politiche di tipo attivo, atte a favorire l’occupazione attraverso l’individuazione di aree di mercato
non ancora sfruttate, di lavori innovativi e nuove forme di imprenditoria.
Terminato le fasi di ricerca funzionale alla realizzazione dell’intero processo nelle Regioni coinvolte
(Emilia-Romagna, Piemonte, Toscana, Lazio, Umbria, Calabria) si sono raccolte, tramite bando, idee
imprenditoriali che in una fase successiva, a partire dal febbraio 2000, verranno supportate con la
realizzazione di un corso di 140 ore sui temi della consulenza e dell’avvio di una nuova impresa al
termine del quale si attiverà il tutoraggio alle imprese che risulteranno più interessanti.
Il Progetto ASCESI (Adattamento del Settore della Cultura e dell’Editoria alla Società
dell’Informazione), a cui partecipa l’ Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali, attraverso la
Soprintendenza per i beni librari e documentari, interessa il settore dell’editoria e intende
promuovere il rinnovamento delle professioni e dell’industria regionale del libro. Il progetto prevede
un costo complessivo di 900 milioni di lire di cui 405 a carico del FSE ed è articolato su 4 assi:
Formazione orientamento consulenza, Anticipazione e occupazione, Adeguamento strutture e
sistemi, Informazione e sensibilizzazione. Per gli assi 1, 3 e 4 è stata richiesta al Ministero del
Lavoro una proroga al 30 aprile 2000 per il completamento del progetto.
Nel 1998 sono state svolte le ricerche di base sui flussi occupazionali e le interviste sui fabbisogni
formativi, ad un campione statisticamente significativo di editori, mentre nel 1999 sono stati
realizzati quattro moduli formativi sui temi emersi nel corso delle ricerche e con i seguenti obiettivi:
1. La gestione dei rapporti e dei contratti editoriali con il settore pubblico: fornire alle
amministrazioni interessate e soprattutto alle imprese operanti nel settore un "manuale di buon
uso" o "di buona pratica" per individuare le corrette procedure di stipula di un contratto ad
oggetto editoriale con un ente pubblico;
2. Politica commerciale e marketing on-line per editori: presentare le informazioni e i passi
necessari a un editore per utilizzare Internet come strumento di politica commerciale di
marketing;
3. L'impatto delle tecnologie sull'editoria di cultura: definire uno schema generale per la
segmentazione del contesto competitivo editoriale in relazione alla tipologia e ampiezza del
pubblico e alle modalità di fruizione dei prodotti editoriali;
4. Tecniche di marketing e promozione editoriale in libreria: presentare tipologie ed esempi di
diversi tipi di libreria e descrivere i diversi profili professionali presenti al suo interno.
126
I materiali di formazione possono essere richiesti indirizzando una e-mail ad [email protected].
Sono stati inoltre realizzati materiali di sostegno per i formatori che seguono la sperimentazione del
progetto, in particolare una serie di dispense, sempre disponibili in rete, incentrate sulla formazione
a distanza.
Nell’ambito del progetto sono state create sale multimediali, collocate presso la Soprintendenza per i
Beni Librari e Documentari della Regione Emilia-Romagna e presso il Centro di Documentazione
sulla Storia del Movimento Cooperativo, per consentire ai partners del progetto di erogare i
materiali didattici e, agli operatori del settore, di avere una serie di costanti punti di riferimento a cui
rivolgersi per dimostrazioni di software didattico, assistenza nella definizione di propri percorsi
formativi, consulenza nella risoluzione di specifici problemi organizzativi e tecnici.
Un vasto sostegno alle azioni intraprese è emerso dal confronto con i partners europei:
particolarmente utili i collegamenti con il progetto inglese, anch'esso rivolto al settore del libro, per le
evidenti analogie e per il coinvolgimento delle biblioteche pubbliche. Anche il travaso delle
esperienze che si stanno sviluppando in Francia e in Portogallo sta contribuendo alla riuscita della
parte transnazionale dell’iniziativa, per la quale è stato scelto il nome di PARSIFAL; le esperienze
comuni e il materiale dei singoli progetti saranno resi disponibili in apposito sito web, al momento
in costruzione.
I partners coinvolti nel progetto ASCESI e nel suo sviluppo in PARSIFAL sono, oltre all’ Istituto
per i Beni Artistici Culturali e Naturali, Soprintendenza per i Beni Librari e Documentari della
Regione Emilia-Romagna, Amitié, AIE - Associazione Italiana Editori, ECAP,
Centro di
Documentazione sulla Storia del Movimento Cooperativo. Alla parte transnazionale partecipano:
FAST di Milano (I), ADIIS (P), Camera di Commercio di Rennes - CRCI Bretagne - e l’Istituto
Universitario di Tecnologia - IUT di St. Nazaire (F) e Haringey Council - Central Library di Londra
(UK).
Nel 1999, il progetto è stato presentato nell’ambito dei seguenti eventi pubblici: Problemi e vantaggi
dell’editoria elettronica: Incontri di informazione/formazione per editoria e librai Bologna, Palazzo
Notai, 20 aprile 1999; L’informazione nel settore pubblico: una risorsa fondamentale per l’Europa,
Firenze, Midas-Net, Regione Toscana, 14 maggio 1999.
Il programma PESCA
L’Iniziativa Comunitaria PESCA (comunicazione 94/C 180/01 in GUCE C 180 del 1° luglio 1994),
si prefigge lo scopo di aiutare il mondo della pesca a sopportare e superare le conseguenze
socioeconomiche della crisi e a contribuire alla diversificazione delle attività nelle Regioni interessate,
mediante lo sviluppo di iniziative creatrici di occupazione.
Per la parte regionale è stato presentato ed approvato, nell’ambito del Programma Operativo
Integrato nazionale, un sottoprogramma all’interno dei territori del basso Ferrarese, comprendente i
Comuni di Comacchio e Goro e con contributi pubblici pari a 4 Milioni di euro (quasi 8 miliardi di
lire), dei quali 1,7 a carico comunitario. Il programma è gestito dalla Provincia di Ferrara con il
126
contributo finanziario della Regione Emilia-Romagna. A tal fine è stata approvata un’apposita legge
regionale, n. 22 del 13 agosto 1999, che autorizza la Regione a partecipare al Programma. In base a
tale provvedimento, la Giunta regionale ha quindi impegnato, con propria deliberazione n. 2716 del
30 dicembre 1999, la somma di L. 1.024.836.730 quale partecipazione agli oneri di finanziamento
posti a carico della Provincia di Ferrara.
I progetti hanno come obiettivo la diversificazione delle attività e la riconversione produttiva verso il
turismo, la valorizzazione dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura, il miglioramento dei contatti
tra imprese e l’erogazione di aiuti per l’innovazione tecnologica.
Il programma PMI
L’Iniziativa Comunitaria PMI (comunicazione 94/C, in GUCE C 180/03 del 1° luglio 1994) è
finalizzata a promuovere l’adeguamento delle PMI industriali e del terziario al mercato interno e ad
acquisire competitività sul piano internazionale. Beneficiarie sono le imprese situate nelle zone degli
obiettivi 2 e 5b.
Due sono le azioni tramite le quali esso si attua: ”Interventi per la promozione e la diffusione di
servizi innovativi” e “Promozione e collaborazione in materia di Ricerca e Sviluppo tra PMI, Enti di
ricerca e Centri di servizio”.
Gli ultimi bandi, approvati con deliberazioni della Giunta regionale del 30 dicembre 1998, n. 2622 e
2623, pubblicate sul BUR del 9 febbraio 1999, n.19, hanno visto 22 domande finanziate, per un
totale di oltre 1 miliardo di lire.
Alla fine del dicembre 1999 sono stati esauriti così i fondi PMI ed è quindi possibile asserire che,
complessivamente, l’iniziativa ha consentito di agevolare 35 progetti, per più di 2 miliardi di lire di
contributo.
Il programma RETEX
L’iniziativa comunitaria RETEX (comunicazione 94/C, in GUCE C 180/05 del 1° luglio 1994) si
propone di sviluppare la diversificazione dell’attività economica nelle zone connotate da una forte
dipendenza dai settori del tessile e dell’abbigliamento, nelle aree obiettivo.
Nella Regione Emilia-Romagna le zone interessate comprendono l’intera area inserita nell’ob. 2 ed i
Comuni delle Province di Ferrara e di Forlì rientranti nell’area ob. 5b.
Il Programma è articolato in tre misure: “Rafforzamento competitivo”, “Reti di cooperazione fra
imprese” e “Recupero e riutilizzo di siti industriali”.
126
Sul BUR del 9 febbraio 1999 sono stati pubblicati anche i bandi relativi al RETEX, approvati con
delibere nn. 2619, 2620 e 2621 della Giunta regionale. Con questi bandi sono stati ammessi al
finanziamento 83 progetti, per 5 miliardi circa.
Utilizzati tutti i fondi disponibili e completata l’iniziativa al 31 dicembre 1999, si può rilevare che
ben 111 progetti hanno beneficiato, in questi anni, degli stanziamenti RETEX per un ammontare
globale superiore ai 6 miliardi di lire.
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4
PARTECIPAZIONE DELLA REGIONE
AD ALTRI PROGRAMMI
COMUNITARI
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Programma Leonardo Da Vinci
Con decisione 94/819/CE del 6 dicembre 1994 è stato istituito il programma d’azione LEONARDO
DA VINCI, per il periodo 1995-1999, con l’obiettivo di promuovere l’innalzamento della qualità
della formazione professionale in Europa favorendo il parternariato transnazionale e raccogliendo
l’eredità di precedenti programmi (Comett, Petra, Force, Eurotecnet, in parte Lingua e la rete Iris);
con decisione 1999/382/CE del 26 aprile 1999 è stata approvata la seconda fase 2000-2006; il
Programma si inserisce esplicitamente tra le politiche dell’occupazione al fine di rafforzare
l’occupabilità, l’adattabilità, lo spirito imprenditoriale e di promuovere le pari opportunità. Sono
previste le seguenti misure:
a) sostegno alla mobilità transnazionale sia dei partecipanti alla formazione che dei formatori;
b) progetti pilota basati su partenariati transnazionali intesi allo sviluppo dell’innovazione e della
qualità della formazione;
c) promozione delle competenze linguistiche e della comprensione delle diverse culture;
d) sostegno alle reti di cooperazione transnazionale per lo scambio di esperienze e buone prassi;
e) sviluppo e aggiornamento del materiale di riferimento.
Sono inoltre finanziate azioni transnazionali per la promozione e l’uso delle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione (TIC) nella formazione professionale.
Nell’ambito della prima fase del Programma, la Regione Emilia-Romagna (Direzione Generale
Formazione Professionale e Lavoro) ha partecipato con la realizzazione dei progetti EUROFOLIO,
SEED e con la gestione del CENTRO RISORSE Europeo.
Al progetto EUROFOLIO (relativo alla certificazione delle competenze) partecipano, oltre
all’Emilia-Romagna, i Pays de la Loire (Regione capofila), Galizia e Comunidad Valenciana. Il
progetto ha carattere triennale (1997-2000) e prevede due fasi con l’obiettivo di confrontare le
modalità in uso nelle 4 Regioni in materia di identificazione e validazione delle competenze e
successivamente generalizzare il metodo del portafoglio delle competenze in ambito socioprofessionale europeo.
La prima fase del progetto ha visto la realizzazione di 5 scambi tra organismi di formazione della
Regione Emilia Romagna e della Regione Pays de la Loire, finalizzati alla conoscenza reciproca dei
rispettivi sistemi di formazione professionale e di attività sulla certificazione delle competenza e si è
conclusa con un seminario, tenutosi a Bruxelles, di presentazione delle attività realizzate e di esame
dei livelli nazionali delle politiche delle certificazioni.
Il tema al quale il progetto è dedicato presenta molti elementi di complessità e i partners del progetto
hanno riformulato gli obiettivi e le modalità di realizzazione relative alla seconda fase del progetto
che sarà fondato sull’osservazione dell’evoluzione dei reciproci sistemi, attivando soprattutto
scambi fra organismi istituzionali decisori oltre che tra enti di formazione. Da tali scambi dovrà
emergere una modalità condivisa di affrontare la tematica della certificazione delle competenze e di
riconoscimento dei crediti da registrare in un documento (libretto formativo o eurofolio) che le
126
Regioni partners del progetto potranno presentare all’attenzione delle rispettive istituzioni politiche
di riferimento, come risultato di una riflessione comune.
Il progetto si concluderà a marzo 2000. Il finanziamento comunitario, per la Regione Emilia
Romagna, ammonta a 94.000 euro.
Il progetto SEED (Strategies to Enhance Employment services Dissemination) ha l’obiettivo di
sviluppare la dimensione europea della formazione professionale e dell’orientamento agendo, con
effetto di demoltiplicazione, su tutte quelle strutture e quei servizi che si occupano di incontro tra
domanda e offerta di lavoro.
I destinatari diretti previsti dal progetto sono gli operatori e i dirigenti del sistema integrato dei
servizi per l’impiego, intendendo come sistema integrato l’insieme degli operatori/decisori del settore
pubblico e del settore privato .
L’iniziativa, che intende agire nell’ambito della demoltiplicazione delle attività, ha la finalità di
diffondere su scala più ampia il modello formativo, debitamente adattato e ritarato, realizzato con la
precedente iniziativa finanziata dal Programma Leonardo (Progetto Pilota “Predisposizione e
sperimentazione di un modello di formazione per lo sviluppo e la gestione integrata dei Servizi per
l’Impiego”) e che ha rappresentato la precondizione per la realizzazione del progetto SEED.
Il progetto a titolarità regionale, ha come partners SINFORM, la Direzione regionale del Lavoro
(Italia), ADREP Group (Francia), Generalitat de Catalunya, Direcciò General d’Ocupaciò e ADEIT
( Spagna), Crimm ( Romania).
Il progetto terminerà nel 2001. Il finanziamento comunitario, per la Regione Emilia-Romagna,
ammonta a 40.000 euro.
Programma Raffaello
Raffaello, istituito con decisione 2228/97/CE del 13 ottobre 1997 e operante per un periodo di
quattro anni (1997-2000), è un programma di sostegno a progetti nel settore dei beni culturali ed ha
l’obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale europeo rafforzando l’accesso del pubblico ai beni
culturali. I progetti devono coinvolgere almeno tre Stati membri e realizzarsi sul territorio
dell’Unione Europea. Sono previste tre azioni, suddivise in più misure:
Azione I –
Conservazione, salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali mediante la
cooperazione europea. Creazione di reti di cooperazione finalizzate allo studio, alla salvaguardia
ed alla valorizzazione di beni culturali;
Azione II – Cooperazione per lo scambio di esperienze e sviluppo di tecniche applicate al settore
dei beni culturali, incentivando la cooperazione transnazionale tra istituzioni attraverso
lo scambio di conoscenze e sviluppo delle migliori pratiche;
Azione III – Accesso, partecipazione e sensibilizzazione del pubblico ai beni culturali.
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La Regione Emilia-Romagna partecipa, tramite l’Istituto Beni Artistici, Culturali e Naturali al
progetto TERPSYCHORE il cui obiettivo è quello di avviare e coordinare la realizzazione di un
network di archivi di video sulla danza e la salvaguardia della loro memoria storica con l’intento di
creare e rafforzare una coscienza per la dimensione europea della storia della danza come
fondamentale fattore culturale e artistico.
Il progetto, triennale (giugno 1999-maggio 2001), ha un costo totale di 248.527 euro, di cui 60.000
euro di contributo comunitario per l’IBACN, e vede la partecipazione dell’Associazione Napoli
Danza, del Deutsches Tanzfilminstitut di Brema (D) e del Vlaams Theater Institut di Bruxelles (B).
Partecipano inoltre, in qualità di partners associati e test sites, il Teatro Municipale Valli di Reggio
Emilia, Riccione Teatro e l’ETI.
Il progetto prevede quattro diverse attività: lavoro di ricostruzione e di restauro dei film e dei video
europei a rischio e il loro trasferimento su sistemi video di alta qualità/digitalizzazione,
armonizzazione e generazione di banche dati, elaborazione di nuove forme di rappresentazione del
materiale per esperti e per il pubblico, inserimento della storia audiovisiva della danza nel quadro
delle attività educative.
Programma Socrates
Approvato con decisione 95/819/CE, è un programma di cooperazione nel campo dell’istruzione tra
i Paesi dell’Unione Europea; con esso la Comunità interviene in tutti i livelli dell’insegnamento
scolastico, comprese le scuole materne ed elementari con l’obiettivo di rafforzare la dimensione
europea dell’istruzione a tutti i livelli, stimolando lo scambio di informazioni, la mobilità di studenti
ed insegnanti, la cooperazione tra istituti educativi ed il riconoscimento dei titoli conseguiti.
Il nuovo Socrates, prevede azioni destinate alle diverse fasi dell’istruzione: insegnamento scolastico
(Comenius), istruzione superiore (Erasmus), educazione degli adulti (Grundtvig) ed altre azioni
trasversali: insegnamento delle lingue (Lingua), insegnamento a distanza e tecnologie
dell’informazione e della comunicazione (Minerva).
Nell’ambito di Socrates, la Regione (Direzione Generale Formazione Professionale e Lavoro)
partecipa al progetto Circoli Europa in collaborazione con i Pays de la Loire (capofila del progetto
- F), il Land dello Schleswig-Holstein (D), la Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord. Nel corso del
1999 sono stati associati due nuovi partners: la Regione ungherese del Lago Balaton e la Regione
svedese di Skane.
L’obiettivo del progetto è quello di introdurre la dimensione europea all’interno degli istituti
secondari superiori informando i giovani sulle tematiche europee e facendoli lavorare insieme
attraverso una rete di istituti scolastici collegati per via telematica.
Il progetto, iniziato nel 1995, doveva concludersi a dicembre 1998, ma la Commissione ha approvato
un ulteriore ed ultimo finanziamento per le attività per l’anno 1999 che dovranno concludersi entro il
marzo 2000.
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Tali attività hanno sostanzialmente riguardato l’elaborazione di una proposta didattica per lo
svolgimento di un “Modulo Europa” all’interno delle scuole aderenti all’iniziativa, nonché la
predisposizione di un sito web interattivo che consenta alle scuole medesime di realizzare progetti
educativi in partenariato fra loro, a partire da contatti virtuali da sviluppare eventualmente attraverso
visite e scambi reali.
Dal punto di vista operativo, negli incontri di lavoro fra i partners (in Francia, Svezia, Ungheria ed
Irlanda del Nord) si sono sviluppate le attività che saranno presentate alla sessione di chiusura,
prevista a Nantes per metà marzo 2000.
Programma Daphne
Nel quadro del Programma DAPHNE 1998/1999 - programma di sostegno alle misure dirette ad
impedire la violenza fisica e mentale nei confronti dei bambini, degli adolescenti e delle donne-, la
Commissione europea e la Regione Emilia-Romagna hanno sostenuto la realizzazione di una
iniziativa dal titolo “Uomini violenti: quali azioni intraprendere. Analisi comparata di
progetti europei”. Il costo complessivo del progetto è di Lire 110.000.000, di cui 88 milioni di lire
finanziati dall’Unione Europea. La Regione Emilia-Romagna, nell’ambito delle iniziative della
Presidenza della Giunta sulla sicurezza delle cittadine e dei cittadini (progetto “Città sicure”), ha
contribuito al finanziamento del progetto nella misura del 20%, pari a 22 milioni di lire.
L’azione, promossa dalla Associazione “Gruppo contro la violenza alle donne” di Modena, ha avuto
i seguenti obiettivi:
• analizzare la letteratura prodotta sino ad oggi nei vari paesi europei sugli interventi e le politiche
pubbliche volte a prevenire i comportamenti violento maschili;
• individuare i diversi modelli di intervento e confrontarne i risultati;
• promuovere il confronto e lo scambio fra i paesi che partecipano alla ricerca;
• produrre una banca dati informatizzata delle iniziative più significative e dei soggetti che le hanno
promosse;
• elaborare delle linee-guida per la formulazione di nuovi interventi.
Programma Gioventù per l’Europa
Il programma Gioventù per l’Europa (decisione 818/95/CE del 14 marzo 1995) è lo strumento
privilegiato per promuovere la politica di cooperazione nel campo della gioventù. Le cinque azioni
principali sono: attività intracomunitarie che comportano il coinvolgimento diretto dei giovani;
animatori giovanili; cooperazione tra le strutture degli Stati membri; scambi con i paesi non membri;
informazione dei giovani e ricerca nel settore gioventù. Gioventù per l’Europa si rivolge ai giovani,
dai 15 ai 25 anni, al di fuori di qualsiasi struttura di istruzione o di formazione, allargando in tal
126
modo le possibilità offerte ai giovani, affinché questi prendano contatto con l’Europa e partecipano
alla sua costruzione come cittadini attivi e responsabili.
La Regione Emilia-Romagna, nell’ambito delle attività Progetto Giovani, dal 1996 ha finanziato il
sito Internet “www.stradanove.net”, progettato e gestito dal Comune di Modena, in cui i giovani
possono accedere a informazioni, scambiarsi messaggi e pareri e avere un’occasione per pubblicare i
propri progetti digitali e telematici. Cinque sono le attuali aree di interesse: Giovani ed Europa:
opportunità, idee, scambi, informazioni, sessualità, NetArt: aret in rete, Giovani e Lavoro, Sicurezza
stradale. Nel 1999 il Comune di Modena, per il progetto “Stradanove”, ha ricevuto un
finanziamento nell’ambito del Programma Gioventù per l’Europa per l’apertura di cinque redazioni
in altrettanti paesi dell’Unione Europea (Spagna, Portogallo, Francia, Belgio e Inghilterra) che
permetterà di organizzare inchieste di largo respiro nella sezione giornalistica del sito, focalizzando
l’attenzione sui temi vicini alla quotidianità giovanile. Il contributo europeo è di 40.000 euro per i sei
Paesi coinvolti. La Regione finanzia il servizio per 100 milioni all’anno.
Parita’ di opportunita’
Nell’ambito delle attività del IV Programma d’azione comunitaria a medio termine per la parità di
opportunità tra le donne e gli uomini (1996-2000) promosso e finanziato dalla Unione Europea con
decisione 95/593/CE del 22 dicembre 1995, la Regione Direzione Generale Politiche sociali partecipa
al progetto “Rete europea delle buone prassi utili a promuovere pari opportunità” che è stato
approvato dalla Commissione europea nell’agosto 1999 con un contributo di 300 milioni di lire. Il
progetto che è stato affidato in gestione dalla Regione all’Assessorato alle Politiche sociali del
Comune di Forlì e prevede l’attivazione in rete di una serie di iniziative volte a sviluppare la
solidarietà e la cooperazione femminile internazionale attraverso scambi di esperienze, forum di
discussione e divulgazione delle decisioni amministrative e della legislazione che si occupano di pari
opportunità. In seguito all’approvazione del progetto la rete verrà estesa a Palestina, Algeria e
Saraawi. Per sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti delle donne e la promozione della
democrazia è già in programma in Algeria un evento di rilevanza mediterranea per l’8 marzo 2000.
Partecipano alla rete associazioni e istituzioni delle principali città italiane e di Karlsruhe (D),
Mechelen (B), Barcellona (E), Marsiglia (F), Pristina (Kosovo), Ramallah (Palestina), Sidi
m’Hammed e Mohammadia (Algeria).
Il programma Sprite-S 2
L’11 gennaio 1999 ha avuto inizio il progetto GUIDeS, "Guidelines, Methodologies and Standards
to set up a Certification Authority for Digital Signature: outsourcing and insourcing cases" (Linee
guida, metodologie e standard per l'istituzione di una Autorità di Certificazione per la firma digitale
in modalità outsourcing e insourcing).
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Il progetto, per il quale è prevista la durata di un anno, è stato approvato e finanziato sul Programma
della Commissione europea (Direzione Generale III) denominato "SPRITE-S 2", "Support and
guidance to the procurement of information and telecommunications systems and services"
(Supporto e guida all'acquisizione di sistemi e servizi di telecomunicazioni), per un importo
complessivo di 386.000 euro, di cui 200.000 a carico della Comunità.
Lo scopo del progetto è di definire un insieme di linee guida che servano a enti pubblici a formulare le
loro richieste per la individuazione di autorità di certificazione per transazioni basate sulla firma
digitale. L'articolazione copre aspetti di collocazione dell'ente rispetto allo sviluppo interno o
all'esternalizzazione di servizi, le specifiche tecnico-organizzative, articolate in una decina di
sottotemi, i criteri di selezione di prodotti dal mercato.
Partecipano al progetto otto partners: Regione Emilia-Romagna (coordinatore), Comune di Bologna,
Comune di Modena, Comune di Reggio Emilia, Politecnico di Torino, Danish Computing Center for
Research and Education (Danimarca), University of Salford (Regno Unito), True Trust Ltd. (Regno
Unito).
E’ attiva una pagina di Ermes, http://www.regione.emilia-romagna.it/guides/ nella quale si possono
consultare le principali informazioni sull’attuazione delle Guidelines.
Progetti pilota e linee speciali di bilancio
Oltre ai programmi d’azione comunitari, le diverse Direzioni Generali della Commissione europea
hanno la possibilità di utilizzare linee finanziarie per sostenere attività pilota in settori considerati
prioritari. Tra le linee di bilancio più significative si trovano quelle gestite dalla DG V relative
all’assistenza agli anziani, alla promozione delle pari opportunità per i disabili, alla lotta contro il
razzismo e la xenofobia, ad azioni a favore degli immigrati, della famiglia e dell’infanzia.
Proprio nell’ambito della linea di bilancio B3-4114 “Misure di lotta contro il razzismo, la xenofobia
e l’antisemitismo” della DG V, la Regione Emilia-Romagna ha partecipato a due diversi progetti:
NAPAP e ULTRA’.
Il progetto NAPAP (NGOs And Police Against Prejudice) “Formazione della polizia per l’agire nelle
società multiculturali” si fonda sulla collaborazione fra organizzazioni non governative e polizie
nazionali per la realizzazione di progetti contro il razzismo e la discriminazione di diversi paesi
europei: Italia, Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda e Spagna.
Gli obiettivi del progetto, della durata di due anni (ottobre 1997-ottobre 1999), sono stati quelli di
favorire la visibilità e la presenza delle etnie non comunitarie, incentivare lo scambio e la
collaborazione con le agenzie responsabili del mantenimento dell’ordine, contribuire alla costruzione
di un sapere e di un agire delle polizie, nazionali e locali, non improntate da pregiudizi razziali. La
formazione degli operatori, 90 operatori della Polizia di Stato e 57 operatori delle Polizie Municipali
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di Modena e di Bologna, è stata lo strumento principale per il raggiungimento di questi obiettivi,
insieme alla creazione di una rete più generale di scambio e di conoscenze tra operatori di polizia ed
etnie minoritarie (i cosiddetti “gruppi di contatto”).
Il progetto, promosso e gestito dal COSPE, organizzazione non governativa specializzata
nell’assistenza ai paesi in via di sviluppo e particolarmente impegnata nelle attività contro le
discriminazioni razziali, si è concluso nell’autunno del 1999, con la presentazione di un rapporto
finale delle attività e la predisposizione di linee guida per il proseguimento della sperimentazione
avviata nella formazione multiculturale.
La partecipazione della Regione Emilia-Romagna è avvenuta in tutte le fasi di attuazione del
progetto, con un coinvolgimento diretto, tramite l’Ufficio “Progetti e documentazione sui temi della
sicurezza” ed ha contribuito al finanziamento del progetto nella misura del 10%, pari a lire
22.748.534.
Il progetto ULTRA’, promosso e gestito da UISP Emilia-Romagna, fin dalla sua prima
sperimentazione (1996), si è posto l’obiettivo di limitare i comportamenti intolleranti e xenofobi
presenti dentro e fuori gli stadi di calcio (o i palazzetti dello sport) attraverso un lavoro di tipo
sociale rivolto ai tifosi e, al contempo, intende difendere i valori legati alla cultura popolare del tifo.
Per fare ciò utilizza una strategia a carattere preventivo che si avvale di conoscenze sociologiche delle
dinamiche di curva e metodologiche tipiche del lavoro di strada e delle mediazioni di comunità,
lavorando direttamente con i tifosi e tendendo a favorire la partecipazione e l’impegno in prima
persona dei singoli e di interi gruppi sui temi e valori legati alla tolleranza. La peculiarità del progetto
Ultrà si connota infine per i diversi livelli di intervento previsti: a livello locale e regionale, con gli
ultrà di Bologna e con le tifoserie emiliano-romagnole; a livello nazionale, con i gruppi ultrà delle
varie squadre; a livello europeo, mantenendo contatti e relazioni con i progetti sui tifosi operativi in
altri paesi.
La DG V ha partecipato all’iniziativa per il 1996 e il 1997 con un importo di 80 mila euro annui.
Nel 1999 nella stessa linea di finanziamento ha partecipato con 85 mila euro in un progetto
trasnazionale che vede la presenza di cinque partners di cui è capofila il progetto Ultrà/Uisp emiliaromagna. La Regione Emilia-Romagna partecipa al finanziamento del progetto dal 1996 per un
importo complessivo di L. 320 milioni.
Nell’ambito delle sovvenzioni della DG III “Grant Theme 19 – Information Society Standardisation
Public Fora” finalizzato al sostegno di conferenze, workshop e altri tipi di forum pubblici o eventi di
presentazione e discussione in merito alla standardizzazione della società dell’informazione, il 28
dicembre 1999 la Commissione ha approvato il finanziamento del progetto “STAND FOR”
presentato dalla Direzione Generale Sistemi informativi e telematica della Regione Emilia Romagna.
Il progetto “STAND FOR” (Standardisation Reference Forum) si propone l’obiettivo di
promuovere la realizzazione di un forum per la disseminazione e la discussione di iniziative inerenti
alla firma digitale. Il costo complessivo è di Lire 49.659.517, pari a 25.647 euro, di cui il 50% è
finanziato dalla Commissione europea e il restante 50% viene finanziato dalla Regione Emilia
Romagna
126
Nell’ambito dell’articolo 10 del regolamento (CEE) n. 2083/93 relativo al FESR, che finanzia anche
progetti pilota e azioni innovative che favoriscono lo scambio di esperienze e la cooperazione in
materia di sviluppo tra Regioni comunitarie, la Regione Emilia-Romagna ha avuto approvato nel
1998 il progetto Inter@agorà.
Inter@agorà è una rivista telematica sulle tematiche europee promossa da cinque Regioni: EmiliaRomagna, Hessen, Pays de la Loire, Castilla La Mancha e West of England. Il progetto complessivo,
che è stato presentato a Bruxelles con un seminario il 21 settembre 1999, è stato finanziato per il
40%, per un importo pari a 30.000 euro, dalla DG XVI (Politiche Regionali). Inter@agorà si avvale
di una redazione “virtuale” composta da giornalisti dei Servizi Stampa delle rispettive Regioni e da
funzionari esperti di tematiche comunitarie. L’aggiornamento della rivista è a cadenza mensile ed il
coordinamento redazionale è curato dalla Regione Emilia-Romagna.
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PARTECIPAZIONE DELLA REGIONE
AD ALTRE INIZIATIVE
DELL’UNIONE EUROPEA
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Il Centro Risorse Europeo per l’Orientamento:
nodo italiano della Rete Euroguidance
La Regione Emilia-Romagna coordina dal 1993 il Centro Risorse Europeo per l'Orientamento - Area
Formazione e Lavoro. Il Centro, nodo nazionale della Rete europea EUROGUIDANCE, è stato
istituito nel 1993 grazie alla promozione dell'Ufficio Centrale per l'Orientamento e la Formazione
Professionale dei Lavoratori del Ministero del Lavoro e al supporto gestionale di Aster.
La Rete EUROGUIDANCE è nata per volontà della Commissione europea nei primi anni '90 con
l'obiettivo di contribuire al diffondersi del concetto di "cittadinanza europea" attraverso il supporto
della mobilità per motivi di studio e lavoro. La rete europea compare tra le misure di
accompagnamento del Programma Comunitario Leonardo da Vinci II.
Le due grandi aree di lavoro, ritenute strategiche per la promozione della dimensione europea
dell'orientamento e rispetto alle quali è avvenuta l'evoluzione del Centro Risorse dalla sua
costituzione ad oggi, sono:
1. La diffusione e lo scambio di informazioni sui sistemi dell'orientamento, della formazione e del
mercato del lavoro dei paesi dell'Unione Europea;
2. Il confronto sulle metodologie e la disseminazione di "buone pratiche" di orientamento.
Il costante tentativo di offrire alla propria utenza informazione aggiornata e di qualità ha portato il
Centro Risorse, grazie al costante supporto del Ministero del Lavoro, a produrre nel 1999 "Vivere
l'Europa" e "Informazioni per l'Europa, che vanno ad aggiungersi alla banca dati Giotto e al Cd-Rom
multimediale sulle professioni Euro-Profiles.
Relativamente alla seconda area, gran parte del lavoro svolto ha riguardato la comparazione e
l'adattamento di metodologie adottate con successo all'estero al nostro contesto nazionale, come ad
esempio: il bilancio delle competenze. Grazie a rilevanti partenariati transnazionali sono state poi
affrontate tematiche specifiche come: l'orientamento degli adulti salariati (Progetto Leonardo
ODAS); la formazione del consigliere d'inserimento professionale, una nuova figura che favorisce
l'inserimento nel mercato del lavoro in particolare dei soggetti più deboli, attivando la rete dei servizi
territoriali (Progetto Leonardo CIP); l'applicazione delle nuove tecnologie all'orientamento e alla
informazione a distanza (Progetti Leonardo Open Guidance e ESTIA).
La diffusione dei materiali prodotti è stata incentivata grazie all'investimento sulle tecnologie
dell'informazione, che ha consentito di creare su Internet un vero e proprio Centro Risorse virtuale
(http://www.centrorisorse.org), dal quale è possibile consultare o scaricare tutti i prodotti realizzati.
Sempre in tema di siti Internet, molto rilevante per chi desidera studiare o lavorare in un paese
dell'Unione Europea è la piattaforma ESTIA, prodotta dai Centri Risorse della Rete
EUROGUIDANCE e accessibile all'indirizzo http://www.estia.educ.goteborg.se/.
Il Centro Risorse è riconosciuto a livello nazionale come punto di eccellenza e bacino di progettualità
e ricopre questo ruolo anche grazie all'importante lavoro della Rete di Diffusione Nazionale. La Rete,
istituita nel 1995, è composta da servizi di informazione e orientamento presenti in ogni Regione
d'Italia che fungono da veri e propri agenti di diffusione e sviluppo della dimensione europea. Per i
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referenti della Rete il Centro Risorse organizza seminari formativi e riunioni periodiche nel corso
delle quali operatori provenienti da ogni parte d'Italia e rappresentanti diverse tipologie di servizi si
confrontano.
I Carrefour di informazione rurale
Dal 1988 la Commissione europea ha istituito, su tutto il territorio dell’Unione, dei centri di
informazione e animazione delle aree rurali chiamati Carrefour Europei. Questi uffici, distribuiti
secondo una logica territoriale (almeno uno per Regione) formano una vera e propria Rete europea,
supportata e coordinata dalla Commissione europea, Direzione Generale Educazione e Cultura.
La Rete europea dei Carrefours conta oggi centoventi uffici in tutta l’Unione Europea, di cui solo
venti in Italia. Nella Regione Emilia-Romagna operano il Carrefour Emilia, con sede a Reggio Emilia,
e il Carrefour Romagna, con sede a Ravenna. La legge regionale 26 aprile 1993 n. 22, modificata dalla
L.R. 12 novembre 1996 n. 41, riconosce un contributo annuale ai due sportelli sulla base di un
programma di attività teso a definire i servizi di informazione e animazione sulla base delle esigenze
del territorio.
Attività principale del Carrefour Emilia è lo sportello pubblico a disposizione di utenti, intesi
come singoli cittadini, ma anche imprese, associazioni, cooperative, enti pubblici, scuole, mondo del
volontariato e della ricerca, professionisti, centri di formazione, associazioni di categoria, agricoltori,
studenti e insegnanti, che possono accedere ai locali del centro per cercare informazioni sulle
principali tematiche di pertinenza dell’Unione Europea. A disposizione del pubblico è il centro di
documentazione allestito presso la sede del Carrefour Emilia, ove è possibile reperire tutta la
normativa comunitaria dal 1957 ad oggi, nonché opuscoli informativi, riviste, periodici, monografie
pubblicate dalle Istituzioni comunitarie. L’attività informativa è completata dalla pubblicazione e
diffusione del quindicinale Carrefour Emilia Notizie, dalla collaborazione con le riveste Agricoltura
(rubrica “Informazioni dall’Unione Europea”) dell’Assessorato regionale Agricoltura e Dar Voce
Informa (rubrica “Obiettivo Europa”) del Centro servizi per il volontariato di Reggio Emilia, nonché
dall’aggiornamento del sito Internet http://carrefour.crpa.it.
Oltre all’informazione, il Carrefour Emilia offre servizi di assistenza/consulenza in risposta ai
bisogni specifici del singolo utente e, in alcuni casi, convenzioni mirate per la prestazione di servizi
continuativi: assistenza nell’individuazione di finanziamenti comunitari, consulenza nella
presentazione di progetti europei, ricerca di partners per iniziative comuni, organizzazione e
realizzazione di seminari, mostre, viaggi di studio e lavoro nonché moduli formativi per varie
tipologie d’utenti.
Fra le iniziative attuate nel 1999, tutte supportate e finanziate dalla Commissione europea, anche
attraverso la Regione Emilia-Romagna, ricordiamo:
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• il Laboratorio Europa, attuato in collaborazione con Comune e Provveditorato agli Studi di
Reggio Emilia, struttura unica in Europa dedicata al mondo della scuola, con la quale si cerca di
diffondere quotidianamente fra i giovani lo spirito di comune appartenenza all’Unione Europea;
• il progetto Zone rurali a confronto, in partenariato con Carrefour Romagna, destinato agli
operatori socioeconomici delle aree obiettivo 5b della nostra Regione, per consentire loro di
confrontare le migliori strategie di sviluppo rurale attuate in altre aree d’Italia e d’Europa;
• le Azioni di Sviluppo Rurale, in partenariato con Carrefour Romagna, con lo scopo di
sensibilizzare gli operatori rurali regionali alle procedure di progettazione comunitaria;
• i Carrefours europei al servizio delle pari opportunità, in collaborazione con il Carrefour
Provence-Alpes-Cote d’Azur e il Carrefour Guadajoz-Andalucia, iniziativa pilota di promozione
della parità uomo-donna nella progettazione di iniziative a carattere comunitario.
Il Carrefour Romagna informa sulle politiche comunitarie di interesse per il mondo rurale
attraverso la pubblicazione di note informative mensili, bollettini quindicinali di segnalazione delle
voci della Gazzetta ufficiale delle Comunità europee, articoli su riviste a diffusione locale e regionale.
Durante il 1999 si sono gestite le fasi principali di realizzazione del progetto “Zone rurali a
confronto” finanziato ai Carrefour Emilia e Romagna, nell’ambito Docup ob. 5b, ed è stato portato a
termine, nell’ambito del programma interregionale di sviluppo rurale, il progetto di informazione per
una migliore conoscenza delle metodologie della progettazione comunitaria. Una giornata
informativa, in collaborazione con il Carrefour Emilia, è stata dedicata alle prassi consolidate del
parternariato transnazionale. Inoltre è stata redatta una guida “Il gergo dei fondi strutturali” per una
migliore comprensione della terminologia utilizzata nella gestione di tali fondi europei e lo sportello è
stato coinvolto nella fase di organizzazione del patto territoriale agroalimentare della Provincia di
Ravenna.
Nell’ambito delle iniziative ammissibili al piano regionale di sviluppo rurale 2000-2006, il Carrefour
partecipa ai lavori preparatori - modalità di coinvolgimento degli operatori, possibili azioni di
sensibilizzazione, ricerca delle azioni più efficaci - inerenti un’iniziativa di sviluppo rurale condotta
dall’Amministrazione comunale di Cervia.
Con il contributo della Regione Emilia-Romagna, nel mese di ottobre 1999 il Carrefour ha inaugurato
una antenna, denominata “Punto Europa” presso il centro sociale “La Sveglia” a Ravenna; l’antenna
ha il compito di avvicinare i giovani ai temi dell’Europa attraverso l’organizzazione di incontri e
momenti formativi. Un apposito spazio presso il centro permette ai visitatori di consultare gli
strumenti multimediali disponibili.
Nel quadro dell’attività di coordinamento della rete italiana dei Carrefour, si è provveduto a
presentare alla Direzione Agricoltura della Commissione europea, una proposta di attività
informative inerenti la politica agricola e di sviluppo rurale per il periodo 2000-2006, si sono inoltre
avviati i primi rapporti con il Ministero delle Politiche Comunitarie che avrà il compito di realizzare,
in partenariato con la Commissione europea, il Centro nazionale di informazione sull’Europa con
sede a Roma.
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Ufficio Europeo per il Suolo
L’Ufficio Europeo per il Suolo (ESB) è un servizio creato nel 1996 presso l’Istituto delle
Applicazioni Spaziali, unità Agricoltura e Sistemi Informativi Regionali, di Ispra (VA) nell’ambito
delle attività del Centro Comune di Ricerca. L’ESB svolge un’azione di coordinamento per la
creazione di sistemi informativi riguardanti il suolo, verso l’integrazione Europea nel campo della
gestione del territorio e dello spazio rurale; opera su richiesta degli Stati membri dell’Unione Europea
e dei servizi della Commissione interessati direttamente o indirettamente al suolo in Europa.
Il coordinamento con le varie iniziative nell’ambito della Commissione riguardanti il suolo viene
assicurato da un gruppo di lavoro inter-servizio che riunisce le principali Direzioni Generali
coinvolte: DG VI (Agricoltura), DG XI (Ambiente), DG XII (Ricerca), DG I (Relazioni Esterne),
DG XVI (Politiche Regionali), DG JRC (Centro Comune di Ricerca), ecc.
La Regione, attraverso l’Ufficio Pedologico, del Servizio Sistemi Informativi Geografici, ha attivato
alcune iniziative in collaborazione con l’ESB:
• ha stipulato, all’inizio del 1997, una convenzione triennale con l’ESB, nell’ambito del progetto
“Carta pedologica in aree a rischio ambientale”, finanziato dal programma Sistema Informativo
Nazionale Ambientale, con lo scopo di raggiungere una migliore armonizzazione, fra Regioni
attive nel settore, dei dati sui suoli e delle relative banche dati e dei criteri per valutare le proprietà
dei suoli che influenzano la vulnerabilità delle acque;
• ha collaborato all’organizzazione del primo convegno del Comitato Scientifico dell’ESB (Bologna,
3-5 dicembre 1997);
• ha stipulato, nell’autunno del 1999, una convenzione triennale con l’ESB per la “Prima
approssimazione della base dati georeferenziata dei suoli d’Italia in scala 1:250.000”, al fine di
favorire l’integrazione dei progetti “Realizzazione della carta pedologica nazionale” (Programma
Interregionale “Agricoltura e qualità) e “Carta ecopedologica d’Italia” (convenzione ESB Ministero dell’Ambiente).
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ALTRE ATTIVITA’
DELLA REGIONE
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La partecipazione ad Associazioni ed Organismi di carattere
interregionale
La Regione Emilia-Romagna aderisce formalmente:
• alla “Conferenza delle Regioni periferiche marittime d’Europa (CRPM)” che si pone come
portavoce delle Regioni marittime nei confronti degli Stati e della Commissione europea nella
definizione e gestione di politiche relative all’assetto del territorio, alla cooperazione
interregionale, allo sviluppo sostenibile al fine di affermare e valorizzare la dimensione marittima
dell’ Europa. Sono organi della CRPM l’Assemblea generale, l’Ufficio politico. L’Assemblea
generale è composta dai Presidenti delle Regioni ed è convocata una volta all’anno.
I lavori della Conferenza fanno riferimento a 5 Commissioni geografiche - Arco Atlantico,
Mediterraneo, Mare del Nord, Baltico e Isole - ed ogni commissione geografica è dotata di un
segretariato esecutivo.
La Commissione Intermediterranea, alla quale aderisce la Regione Emilia-Romagna, si pone come
obiettivo politico di affermare l’importanza economica, sociale e strategica del Bacino
mediterraneo, con particolare attenzione alle altre rive, valorizzando il ruolo che le Regioni
possono svolgere per la sicurezza, la pace e lo sviluppo tramite l’istituzione di strumenti di
cooperazione interregionale e attraverso una rete di scambi e progetti comuni.
L’organigramma della Commissione Intermediterranea prevede 6 gruppi di lavoro: agricoltura e
ambiente, sviluppo rurale, pesca; coesione e assetto del territorio; cooperazione esterna; acqua e
lotta contro la desertificazione; politica sociale, turismo; società dell’ informazione, ricerca e
sviluppo, cultura.
La Regione Emilia-Romagna, all’interno del gruppo di lavoro “politica sociale e turismo”coordina il gruppo “Pari Opportunità e le libertà pubbliche delle donne nel Mediterraneo”. Tale
gruppo è stato costituito a Bologna il 2 luglio 1999 ed in tale occasione sono stati scelti i seguenti
ambiti di intervento: occupazione e imprenditoria femminile; conciliazione tra vita lavorativa e
vita familiare di uomini e donne; cooperazione allo sviluppo - rete nord/sud delle donne del
mediterraneo; partecipazione delle donne alle funzioni pubbliche, elettive e non elettive.
• al Forum Europeo Per La Sicurezza Urbana (FESU), di cui è costituita una sezione italiana
denominata Forum italiano per la sicurezza urbana (FISU), al quale la Regione Emilia-Romagna
aderisce dal 1996.
Si tratta di un ente non governativo che si propone come luogo di dialogo, di riflessione e di
cooperazione sulle politiche e pratiche di sicurezza urbana e che, attraverso la messa in opera di
programmi di collaborazione tra le città, ha contribuito a stimolare ed orientare le politiche locali
nazionali e comunitarie in materia di sicurezza urbana.
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L’attività del FESU per l’anno 1999-2000 è stata e sarà principalmente dedicata alla preparazione
della Conferenza Finale del movimento Sicurezza & Democrazia 2001, lanciato dal Comitato
Esecutivo del FESU nel febbraio 1999. I lavori preparatori della Conferenza Finale hanno lo
scopo di coinvolgere tutte le città aderenti al FESU nella predisposizione di manifesto politico
che dia voce e allo stesso tempo nuovo slancio al pensiero che le città aderenti al FESU hanno
elaborato in materia di sicurezza urbana nei 10 anni ormai trascorsi dalla nascita del FESU.
Nel corso del 1999 sono stati costituiti tre networks di città per il coordinamento e
l’approfondimento dei lavori preparatori su altrettanti temi di interesse: 1) le città e la violenza;
2) il governo della sicurezza urbana; 3) le risposte della società civile.
Il FISU, e la Regione Emilia-Romagna in qualità di componente dell’esecutivo di questa
associazione, ha assunto il compito di coordinare, insieme al Forum Spagnolo per la prevenzione
e sicurezza urbana, i lavori relativi al secondo dei temi sopra elencati.
I due Forums nazionali hanno individuato lo specifico oggetto di studio nel tema “Progettazione e
gestione dello spazio pubblico tra libertà e sicurezza”, rispetto al quale il Forum italiano ha scelto
di approfondire la “Partecipazione dei cittadini alla gestione e progettazione dello spazio
pubblico”.
Nel corso dei lavori già svolti nel 1999 è stato predisposto un questionario che sarà sottoposto a
tutte le città del FESU. Nel corso della primavera del 2000 sarà realizzato un seminario di studio
e di lavoro a Roma ed a conclusione dei lavori sarà preparato un testo congiunto di
raccomandazioni che costituirà il contributo del Forum italiano e del Forum spagnolo al
Manifesto delle città Sicurezza & Democrazia 2001.
Il Manifesto sarà infine approvato in occasione della Conferenza finale che si terrà a Napoli nel
Dicembre 2000, alla quale parteciperanno tutte le amministrazioni aderenti al FESU e saranno
invitate personalità di rilievo europeo al fine di ottenere la massima amplificazione del messaggio
che attraverso il Manifesto il FESU vuole portare nel nuovo millennio.
Per informazioni consultare il sito
web dedicato (http://www.regione.emiliaromagna.it/citta_sicure/forumeuropeo.htm) oppure rivolgersi a: progetto Città sicure, Presidenza
della Giunta, tel. 051/6395177/8, e-mail:[email protected]
• a Metrex, Rete delle Regioni e Aree Metropolitane Europee, costituita a Glasgow nel 1996 nel
corso della Conferenza delle Regioni Metropolitane. Allo stato attuale aderiscono a Metrex 39
Autorità che rappresentano 26 Regioni e aree metropolitane europee. La Regione Emilia-Romagna
vi ha aderito nel 1997 (L.R. 26 luglio 1997, n. 25) e partecipa attivamente all’attività e agli
incontri periodici.
Scopi di Metrex sono: agevolare lo scambio di informazioni scientifiche, di competenze ed
esperienze nella pianificazione e nello sviluppo del territorio a livello metropolitano e regionale in
Europa oltre a fungere da interfaccia tra i livelli transnazionali, metropolitani e regionali in materia
di pianificazione e sviluppo del territorio in Europa. Tali scopi vengono perseguiti attraverso
l’organizzazione di incontri periodici volti ad approfondire specifiche tematiche della
pianificazione territoriale di interesse comune.
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La Regione Emilia-Romagna ha ospitato l’Ottava riunione della Rete organizzando a Bologna, il
25 e 26 marzo 1999, un convegno sul tema: “La pianificazione territoriale in Regioni
metropolitane policentriche”. Nel corso del convegno sono stati presentati indirizzi ed esperienze
della pianificazione territoriale e urbanistica in Emilia-Romagna e sono stati affrontati e discussi i
temi dei rapporti fra i livelli di pianificazione regionali e sub-regionali in aree territoriali
policentriche, della riqualificazione urbana e delle politiche di valorizzazione dei centri storici.
All’iniziativa hanno partecipato oltre 60 ospiti stranieri.
Il 9 e 10 settembre 1999 la Regione Emilia-Romagna ha partecipato alla Nona riunione della Rete
tenutasi ad Helsinki, nel corso della quale è stato illustrato e discusso lo stato d’avanzamento
della costituzione dell’ESPON (Rete degli osservatori europei sulla pianificazione territoriale).
Il 12 e 13 novembre 1999 Metrex, in collaborazione con la Presidenza finlandese dell'Unione
Europea, il Parlamento Europeo, Il Comitato delle Regioni e Il Consiglio d'Europa ha organizzato
un incontro a Porto nel corso del quale istituzioni europee e governi delle Regioni e delle aree
metropolitane europee, tra cui la Regione Emilia-Romagna, hanno partecipato alla firma della
“Magna Carta Metropolitana”, una Dichiarazione d’intenti avente l'obiettivo di riconoscere e
definire il ruolo delle Regioni e delle aree metropolitane europee nell'applicare gli scopi e gli
obiettivi della pianificazione territoriale ed urbanistica.
• all’Associazione europea di interesse economico “Tele Regions Network”. Dal 26 maggio 1998
(delibera del Consiglio regionale n. 907) la Regione Emilia-Romagna è socio dell’Associazione
nata allo scopo di favorire la cooperazione delle Regioni a livello europeo per lo sviluppo delle
tecnologie dell’informazione, con conseguente aumento di competitività e creazione di nuovi
posti di lavoro. A Tele Regions Network hanno aderito Regioni e Provincie di Belgio, Svezia,
Finlandia, Regno Unito, Germania, Francia, Spagna, Italia: dopo l’Emilia-Romagna, prima
Regione italiana ad aderire, sono entrate la Regione Puglia, la Regione Veneto, la Provincia di
Macerata.
L’attività di TRN è risultata una preziosa fonte di scambio di informazioni e di esperienze, che
sono state utilizzate in occasione di incontri pubblici di carattere culturale e scientifico e nella
presentazione di progetti transnazionali da presentare alla Commissione europea.. Tre gruppi di
lavoro, su “sanità”, “piccole e medie imprese ed e-commerce”, “education”, effettuano periodiche
riunioni con presentazione e discussione di progetti realizzati da Regioni membre.
Il Direttore generale ai Sistemi informativi e telematica della Regione Emilia-Romagna è membro
del Consiglio direttivo di TRN; inoltre, coordina il gruppo di lavoro di TRN sul tema La rete per
le piccole e medie imprese e il commercio elettronico. Vengono inoltre discusse le modalità di
sviluppo di sistemi informativi e reti telematiche a livello regionale, i rapporti tra domanda e
offerta nella pianificazione dei sistemi, i tipi di servizi distribuiti per via telematica a cittadini e
imprese. Inoltre, sono state preparate proposte per il Quinto programma quadro della
Commissione europea.
Tele Regions Network ha un sito web: http://www.teleregionsnetwork.org/
• alla Associazione “Comunità di lavoro Alpe-Adria” (v. L.R. 26 luglio 1997 n. 25) che ha lo
scopo di promuovere e coordinare azioni e programmi di interesse dei suoi membri, in particolare
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nell’ambito di competenze riconducibili alle materie di competenza delle Regioni. Dall’aprile 1999
la DG Programmazione e Pianificazione Urbanistica partecipa a due gruppi di lavoro “Assetto
del territorio” e “Catalogo dei dati/GIS” della I Commissione - Assetto del territorio e tutela
dell’ambiente - che ha come finalità la definizione di un pacchetto di progetti per l’individuazione
di metodologie comuni per l’analisi e criteri di valutazione del paesaggio con l’intento di
presentarli nell’ambito delle iniziative che saranno sostenute dal Programma d’Iniziativa
Comunitaria Interreg III.
Per ulteriori informazioni sull’Associazione, vedere il sito web: http://www.alpeadria.org/home
• all’Assemblea delle Regioni d’Europa (ARE) (L. R. 3 maggio 1988 n. 14) organismo creato nel
1987, con sede a Strasburgo e che raggruppa circa 300 Regioni europee, anche non appartenenti
all’Unione Europea. Tale organismo persegue l’obiettivo di promuovere il regionalismo in tutti i
paesi d’Europa e farsi portavoce politico organizzato nei confronti delle Istituzioni dell’Unione
Europea e di altri organismi internazionali europei;
• al “Centro delle Regioni Euromediterranee per l’ambiente (CREA)” (L.R. 26 luglio 1997 n. 25)
che ha lo scopo di definire le linee di un asse politico euromediterraneo dell’ambiente nel quadro
dell’Unione Europea e per favorire lo scambio e la cooperazione tra gli Enti e le Regioni
rivierasche.
Sulla base delle esperienze svolte in questi anni, è in corso da parte di numerose Regioni, una
riflessione sull’opportunità di razionalizzare e meglio finalizzare l’attività di alcuni organismi.
La collaborazione istituzionale con altre Regioni
Nel corso di questi ultimi anni la Regione Emilia-Romagna ha consolidato, sul piano istituzionale,
rapporti con altre Regioni europee. Questo tipo di collaborazione si inserisce in un quadro di
impegno crescente delle Regioni per sostenere il processo di integrazione europea e le azioni avviate
dall’Unione Europea, contribuendo ad avviare ed alimentare la rete di rapporti tra analoghe realtà
europee, nonché potenziare gli scambi ed i partenariati interregionali.
Accanto ad una attività di collegamento sul piano istituzionale, la Regione ha stipulato protocolli di
collaborazione finalizzati allo scambio di esperienze e conoscenze e alla realizzazione di iniziative
congiunte nei settori culturale, turistico e della formazione professionale, con alcune realtà europee:
Pays de la Loire, Land Hessen e Comunidad Valenciana.
Al di fuori dell’Unione Europea la Regione ha stipulato protocolli di intesa in Ucraina con la Regione
di Odessa, in Polonia con il Voivodato di Breslavia, in Albania con la Prefettura di Elbasan e in
Bosnia Erzegovina con il Cantone di Mostar. Con riguardo a questi ultimi due paesi la Regione
svolge inoltre azioni di cooperazione e solidarietà internazionale in altre aree geografiche.
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In ambito internazionale invece la Regione ha stipulato protocolli di collaborazione di carattere
prevalentemente economico con le seguenti realtà: in Giappone con la Prefettura di Ibaraki, in Cina
con la Provincia di Liaoning, in Sudafrica con le Province dell’Eastern Cape e Western Cape, in
Brasile con lo Stato di San Paolo e negli Stati Uniti con la Contea di Cook (Illinois).
Infine la Regione realizza azioni di cooperazione e solidarietà internazionale in Palestina, Vietnam,
Brasile, Uruguay, Venezuela, Panama, Costa Rica, Etiopia, Eritrea, Repubblica Srpska, Cuba,
Algeria, Chiapas e Saharaui.
Con l’adozione della legge regionale 27 giugno 1997, n. 18 “Iniziative per la promozione
dell’integrazione europea e la collaborazione tra i popoli di tutti i continenti”, la Regione EmiliaRomagna ha inteso valorizzare le numerose attività svolte da enti locali dell’Emilia-Romagna in
ambito europeo ed internazionale, promuovendo e sostenendo la realizzazione di nuovi gemellaggi e
lo sviluppo di rapporti di gemellaggio già esistenti. Sono state prioritariamente finanziate iniziative
con realtà locali dell’Assia, Pays de la Loire e Albania.
Il progetto euro
Il 1° gennaio 1999 ha avuto inizio la terza fase dell’Unione economica e monetaria e negli undici Stati
membri partecipanti è stato adottato l’euro come unità monetaria. E’ stato inoltre deciso di
prevedere un periodo transitorio tra la sostituzione dell’euro alle monete degli Stati membri
partecipanti. Solo a decorrere dal 1°gennaio 2002 la Banca Centrale Europea e le Banche centrali
degli Stati membri immetteranno in circolazione le banconote denominate in euro quali uniche
banconote aventi corso legale.
L’introduzione dell’euro ha attivato un processo di cambiamento che modificherà radicalmente il
modo di pensare quotidiano di centinaia di milioni di individui e dell’intero sistema produttivo
economico sociale e politico.
Durante la fase di transizione, la Pubblica Amministrazione italiana ha assunto un compito
informativo e formativo verso i cittadini sia dando la possibilità di utilizzare l’Euro in tutti i rapporti
con le varie strutture pubbliche, sia svolgendo un ruolo di sensibilizzazione verso le aziende al fine di
assicurare trasparenza dei prezzi e facilitazione ai consumatori nella familiarizzazione con la nuova
moneta.
La Regione Emilia-Romagna ha affrontato le scadenze e gli impegni conseguenti all’introduzione della
moneta unica, avviando uno specifico “progetto EURO”, col supporto specialistico di ABM
Consulting group, al fine di:
- modificare la propria organizzazione per adeguare le procedure e la modulistica alla nuova
moneta;
- formare il personale e garantire comportamenti omogenei di tutta la struttura regionale;
- garantire un’efficace comunicazione verso l’esterno, contribuendo a diffondere la conoscenza e
l’utilizzo della nuova moneta.
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Nell’ambito del progetto, che ha coinvolto l’intera struttura regionale, è stato prodotto ed approvato
un “Contingency plan” che comprende l’insieme delle attività ed interventi che la Regione ha messo
in atto, dall’inizio del 1999 e per tutta la durata del periodo transitorio, per garantire l’operatività ed
un’adeguata risposta dell’Amministrazione alle richieste dei cittadini e delle aziende.
Inoltre, è in corso di adozione il “Master Plan” ovvero l’insieme delle azioni necessarie ad adeguare
l’organizzazione alla scadenza del 2002, quando la lira non esisterà più come moneta circolante.
Informazioni più specifiche possono essere ottenute consultando il sito Ermes della Regione:
< http://www.regione.emilia-romagna.it/euro/presentazione.htm >
Un’esperienza di Institution building
Tra gli obblighi che sono derivati agli Stati membri ed alla Commissione europea a seguito della
stipula dei Trattati di associazione con i Paesi dell’Europa Centrorientale (PECO) e in vista della
loro adesione all’Unione Europea, vi è quello di aiutare questi Stati a rafforzare la loro capacità
istituzionale ed amministrativa (in gergo comunitario “institution building”) ed a recepire stabilmente
quello che viene denominato l ”acquis” comunitario. Questa strategia di pre-adesione viene
finanziata con fondi comunitari del programma PHARE: in particolare una parte di tali fondi è
destinato all’ institution building, nel cui ambito sono attuati i gemellaggi amministrativi (twinnings)
quali innovativi strumenti di cooperazione e di accompagnamento all’adesione e che si concretizzano
essenzialmente nell’invio di funzionari ed esperti degli Stati membri, per periodi da uno a massimo
tre anni, come consiglieri di pre-adesione presso le amministrazioni o gli enti dei Paesi candidati.
La partecipazione degli Stati membri è regolata da un accordo quadro fra la Commissione e ciascun
Stato membro.
Accanto a questi sono maturate, a vari livelli, nei singoli Stati membri, esperienze di collaborazione
non sostenute finanziariamente dall’ Unione Europea.
In quest’ambito, la Regione Emilia Romagna, su iniziativa della Vice Presidenza della Giunta, a
seguito della richiesta della Fondazione europea per la Formazione Professionale di Torino –
organismo creato e sostenuto dall’Unione Europea – ha organizzato un Corso di formazione sul
funzionamento e modalità di utilizzo del Fondo Sociale Europeo, per funzionari dei paesi candidati
all’adesione. Il corso della durata di una settimana, finanziato interamente dalla Regione per un costo
complessivo di 150.000.000 di lire, è stato realizzato e gestito dalla Direzione Generale Formazione
Professionale e Lavoro in collaborazione con UnionCamere Emilia Romagna. Il corso si è svolto dal
18 al 24 gennaio 1999 e ha visto la partecipazione di 20 funzionari di Amministrazioni pubbliche di
Slovenia, Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca.
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Il “Centro Documentazione Europa”
della Biblioteca del Consiglio Regionale
Nel corso del 1999 è stata aperta al pubblico la nuova sezione “Centro Documentazione Europa”
della Biblioteca del Consiglio Regionale Emilia-Romagna. Con questo Centro, proseguendo il
percorso già iniziato con l’istituzione dell’ Ufficio Relazioni con il Pubblico (URP) della Regione per
l’informazione di primo livello, si vuole offrire un punto di riferimento al cittadino che sempre più
spesso si rivolge all’istituzione regionale per problematiche sull’Unione Europea. Si è voluto
rispondere alle esigenze dei Consiglieri regionali, del personale dei Gruppi consiliari, dei collaboratori
regionali e dei frequentatori della Biblioteca.
In prospettiva, ci si inserisce in un percorso, indicato dalla Commissione europea nella direzione del
principio del decentramento, volto ad informare i cittadini sull'Unione Europea e sulle sue politiche
in maniera chiara e in relazione alle loro specifiche esigenze ed interessi.
Il ruolo è essenziale in quanto il Centro rappresenta uno strumento privilegiato sull’ informazione
dell'Unione. Infatti, grazie al contatto diretto con il pubblico, costituisce la garanzia di un'attività di
informazione decentrata di facile accesso e finalizzata alle esigenze degli utenti.
Il Centro è aperto al pubblico il lunedì dalle 13 alle 16 e dal martedì al venerdì dalle 9 alle 16; nel
1999 ha garantito 18 giornate di apertura al mese pari a 1188 ore di apertura al pubblico. Al 31
dicembre 1999 hanno frequentato il Centro oltre 900 utenti fra interni ed esterni, sono state fatte
ricerche legislative (regolamenti - direttive - COM) pari al 70% dell’attività complessiva e le materie
di maggiore interesse sono state Accesso alle istituzioni comunitarie - Fondi strutturali - Agenda
2000 - Aiuti di Stato e Appalti. Sono state inoltre effettuate ricerche giurisprudenziali (Sentenze
della Corte di Giustizia della Comunità Europea - sentenze del Tribunale di I° Grado della Comunità
Europea) pari al 30 % dell’attivita’. Nell’ambito dell’ attività del Centro è stata richiesta la
consultazione di Gazzetta Ufficiale C.E. (n. 316), Pubblicazioni Ufficiali U.E. (n. 161), Internet (n.
434).
Sono stati curati i rapporti con i principali Centri d’informazione comunitaria ufficiali presenti in
Emilia-Romagna: i Centri di Documentazione Europea delle Università di Bologna, Ferrara, Modena
e Parma, gli Info Point Europa del Comune di Bologna e del Comune di Modena, gli Euro Info
Centre dell’Associazione Industriali della provincia di Bologna e della Camera di Commercio di
Ravenna; i Carrefour Rurali Europei di Reggio Emilia e di Ravenna.
Il Centro Documentazione Europa offre i seguenti servizi:
• Servizio di Quick reference sull’informazione ufficiale dell’Unione Europea;
• Servizio di diffusione e conoscenza dell’ attività e delle iniziative dell’Unione Europea attraverso
la consultazione di Gazzette Ufficiali della Comunità europa serie C, L ed S, Documenti COM,
Relazioni del Parlamento Europeo, oltre 100 periodici ed oltre 150 monografie su varie materie;
• Servizio di ricerca sulle banche dati (CD-Rom - n.2 postazioni Internet) autonomamente o
guidati dall’assistenza di personale qualificato.
126
• Disponibilità di materiale divulgativo dell’ Unione Europea in distribuzione gratuita edito
dall’Unione Europea fornito dall’Ufficio di rappresentanza di Roma del Parlamento Europeo ed
organizzato in: Settore istituzionale, Settore tematico, depliant e Periodici.
Ai servizi del Centro si può accedere:
• Visitando il Centro :
Il Centro Documentazione Europa - Biblioteca del Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna - si
trova in Viale Aldo Moro, 36/3 - 40127 Bologna
• Telefonando per informazioni e chiarimenti : Tel. 051 6395122 - Fax 051 515288
• Tramite INTERNET inviando un messaggio al seguente indirizzo E-mail:
[email protected]
126
7
DISCIPLINA COMUNITARIA IN
MATERIA DI CONCORRENZA:
COMPATIBILITA’ DEGLI AIUTI
REGIONALI
126
Aiuti di Stato
L’articolo 87 (ex 92), paragrafo 1, del Trattato dell’Unione Europea stabilisce che “salvo deroghe
contemplate dal Trattato sono incompatibili con il mercato comune, nella misura in cui incidano
sugli scambi tra Stati membri, gli aiuti concessi dagli Stati, ovvero mediante risorse statali, sotto
qualsiasi forma che, favorendo talune imprese o talune produzioni, falsino o minaccino di falsare la
concorrenza”.
Ogni aiuto di Stato che risponda a i criteri sopra indicati è, in linea di principio, incompatibile con il
mercato comune. Tuttavia i paragrafi 2 e 3 dello stesso articolo 87 specificano le ipotesi in cui, in
deroga al principio generale, gli aiuti di Stato possono essere considerati ammissibili. Al riguardo
sono individuabili tre principali categorie di deroghe, per le quali occorre ottenere l’esito positivo
dell’esame di compatibilità:
aiuti a finalità regionale destinati a favorire lo sviluppo delle Regioni ove il tenore di vita sia
anormalmente basso, oppure si abbia una grave forma di
sottoccupazione (articolo 87.3.a);
destinati ad agevolare lo sviluppo di talune attività o di talune Regioni
economiche, sempre che non alterino le condizioni degli scambi in
misura contraria al comune interesse (articolo 87.3.c).
Con gli “Orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale”
(decisione 98/C74/06 del 10 marzo 1998) e la “Disciplina
multisettoriale degli aiuti regionali destinati ai grandi progetti di
investimento” (Comunicazione 98/C107/05 del 7 aprile 1998) la
Commissione ha indicato i criteri applicati per la valutazione degli aiuti
regionali.
Norme orizzontali
Con appositi orientamenti la Commissione ha stabilito criteri di
valutazione per l’ammissibilità di determinate categorie di aiuti, aiuti
c.d. orizzontali, destinate a far fronte a difficoltà che possono sorgere
in tutti i settori dell’attività economica e in ogni Regione. Gli atti
adottati dalla Commissione relativi a tali categorie di aiuti sono:
•
•
•
•
aiuti alle piccole e medie imprese (comunicazione 96/C213/04 del 23
luglio 1996);
aiuti alla ricerca e sviluppo (comunicazione 98/C48/02 del 13 febbraio
1998);
aiuti per la tutela dell’ambiente (comunicazione 94/C72/03 del 10
marzo 1994);
aiuti per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficoltà
(comunicazione 94/C368/12 del 23 dicembre 1994, - comunicazione
1999/C288/02 del 9 ottobre 1999);
126
•
•
•
Norme settoriali
aiuti all’occupazione (comunicazione 95/C334/04 del 12 dicembre
1995);
aiuti alle imprese nei quartieri urbani svantaggiati
aiuti alla formazione professionale (comunicazione 98/C343/07 dell’11
novembre 1998).
Con norme settoriali, la Commissione ha definito i propri orientamenti
in merito alla concessione di aiuti di Stato in determinati settori di
attività, caratterizzati da problemi economici particolarmente gravi,
considerati come “settori sensibili”, quali:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
costruzioni navali (regolamento CE n. 1540/98 del Consiglio del 29
giugno 1998);
siderurgia (decisione n. 2496/96/CECA della Commissione);
carbone (decisione n. 3632/93/CECA della Commissione);
industria automobilistica (GU C 279 del 15.9.1999);
fibre sintetiche (comunicazione 96/C94/07 del 30 marzo 1996 e 99/C24
del 29 gennaio 1999);
industria tessile e dell’abbigliamento
trasporti
agricoltura
pesca e acquacoltura (regolamento CE 2468/98 del Consiglio del 3
novembre 1998).
A tutt’oggi sono state adottate dalla Commissione, in data 24 novembre 1999, le linee guida per gli
aiuti di Stato nel settore agricolo (GUCE C 28 del 1° gennaio 2000).
Per quanto attiene agli aiuti di Stato a finalità regionale, la Commissione ha chiesto agli Stati membri
di riesaminare i regimi esistenti al 31 dicembre 1999, per consentire un adeguamento dei regimi stessi
ai nuovi Orientamenti in materia, sin dal 1° gennaio 2000. Il Ministro del Tesoro, del Bilancio e della
Programmazione Economica ha quindi avviato le consultazioni con le amministrazioni pubbliche
interessate, ivi comprese le amministrazioni regionali, al fine di individuare i regimi di aiuto rilevanti
ed adottare le opportune misure.
La Regione Emilia-Romagna – a chiarimento della propria posizione, che era stata dapprima ritenuta
non esauriente dal Ministero – ha comunicato che le leggi regionali vigenti in materia di aiuti a favore
di alcune attività economiche non rientrano nell’ambito di applicazione dei nuovi Orientamenti, in
quanto non sono qualificabili quali “aiuti a finalità regionale” nel senso fatto proprio dagli
orientamenti stessi (aiuti “riservati ad alcune Regioni particolari” ed aventi come “obiettivo specifico
lo sviluppo regionale”). Si tratta, piuttosto, di aiuti c.d. orizzontali, conformi alle normative
specifiche dettate a livello comunitario, contenute in leggi regionali regolarmente notificate e
controllate dalla Commissione. Gli unici regimi rientranti nell’ambito di applicazione degli
Orientamenti di cui si tratta sono stati individuati in quelli disposti con il Docup ob. 2 “EmiliaRomagna”, limitati temporalmente alla durata del Docup medesimo.
126
La previsione di deroghe al principio generale di incompatibilità degli aiuti di Stato con il mercato
comune giustifica il controllo preventivo da parte della Commissione. La procedura di controllo,
definita dall’articolo 88 (ex 93) del Trattato UE, prevede che gli Stati membri notifichino alla
Commissione qualsiasi atto diretto ad istituire aiuti, prima di procedere all’ esecuzione della misura
stessa, e attribuisce alla Commissione il potere discrezionale di decidere se l’aiuto previsto possa
beneficiare delle deroghe. In quest’ultimo caso, lo Stato membro interessato deve provvedere a
sopprimere o modificare l’aiuto previsto.
Soltanto gli aiuti di importo inferiore a 100.000 euro su un periodo di tre anni, c.d. aiuti de minimis,
sono esenti dall’obbligo di previa notifica alla Commissione, conformemente alla Comunicazione
della Commissione relativa agli aiuti de minimis (GUCE C 68 del 6 marzo 1996).
Pertanto tutte le misure dirette a istituire nuovi aiuti ovvero a modificare aiuti esistenza – fatta
eccezione appunto per gli aiuti de minimis - devono essere notificati alla Commissione, prima di
essere attuate: gli aiuti concessi senza essere stati preventivamente notificati alla Commissione sono
considerati “aiuti illegali”, passibili di costituire oggetto di una decisione di recupero a carico del
beneficiario, qualora la Commissione accerti che gli aiuti stessi sono incompatibili con il mercato
comune.
La L.R. 6 settembre 1993, n. 32, prevede un’apposita clausola sospensiva, da inserire nelle proposte
di atti amministrativi o legislativi concernenti nuovi regimi di aiuto, del seguente tenore: “Agli aiuti
previsti dalla legge è data attuazione a partire dalla pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della
decisione favorevole della Commissione CE” (articolo 28, comma 5). Al fine di rendere possibile la
più ampia conoscibilità circa l’effettiva entrata in vigore della disciplina regionale, la pubblicazione
dell’esito dell’esame comunitario ha luogo nella parte prima del Bollettino Ufficiale, quella, cioè,
dedicata alla pubblicazioni delle leggi regionali.
Con il regolamento CE 994/98 del 7 maggio 1998 (GUCE L 142 del 14 maggio 1998), il Consiglio ha
attribuito alla Commissione la facoltà di esentare, mediante regolamento, alcuni tipi di misure di aiuto
orizzontali dall’obbligo di notifica. In attuazione di tale regolamento, nel corso del mese di luglio
1999, la Commissione ha adottato tre proposte di regolamento, concernenti gli aiuti destinati alle
PMI, alla formazione professionale, nonchè agli aiuti de minimis, oggetto peraltro di orientamenti già
formulati dalla Commissione in apposite comunicazioni, sopra richiamate.
Notifica e procedure di autorizzazione
Fino allo scorso anno la Commissione esaminava i progetti di aiuto notificati dagli Stati membri
secondo procedure non definite da regolamenti, ma conformi a prassi consolidate, derivanti da
sentenze della Corte di Giustizia, decisioni ed orientamenti adottati dalla Commissione stessa per
particolari tipi o settori di aiuti. Con il regolamento CE n. 659/1999 del Consiglio, del 22 marzo
1999, sono state espressamente disciplinate le procedure relative agli aiuti di Stato, in applicazione
dell’articolo 88 (ex 93) del Trattato UE.
126
Le notifiche di atti relativi alla concessione di aiuti di Stato devono dunque essere inviate
tempestivamente tramite la Rappresentanza permanente dello Stato membro interessato. Se la
notifica è incompleta, la Commissione chiede allo Stato membro, che deve rispondere di regola entro
20 giorni, informazioni supplementari. La notifica è ritenuta completa se entro due mesi dalla sua
ricezione, o dalla ricezione di ogni informazione supplementare richiesta, la Commissione non
richiede ulteriori informazioni.
La Commissione conclude l’esame preliminare della notifica, adottando una decisione entro due mesi
dal giorno successivo a quello di ricezione della notifica completa. Se l’istituzione comunitaria non
provvede entro il termine indicato, si ritiene che l’aiuto sia stato autorizzato (silenzio-assenso),
potendo lo Stato membro interessato - dopo averne informato la Commissione - adottare le misure in
questione. La Commissione può, tuttavia, adottare una decisione entro quindici giorni dalla ricezione
della comunicazione da parte dello Stato membro..
Come si è detto, l’esame preliminare della notifica si conclude con una decisione della Commissione,
che può essere:
a) una decisione che constata che la misura notificata non costituisce aiuto;
b) una decisione che dichiara che l’aiuto è compatibile con il mercato comune, specificando quale sia
la deroga applicata a norma del Trattato ( “decisione di non sollevare obiezioni”);
c) una decisione che constata che sussistono dubbi in ordine alla compatibilità con il mercato
comune della misura notificata (“decisione di avviare il procedimento d’indagine formale”).
In questo ultimo caso, la Commissione apre la procedura di indagine formale, pubblicando sulla
Gazzetta Ufficiale delle Comunità europee una descrizione dell’aiuto, unitamente alla propria
valutazione preliminare e ai dubbi sulla compatibilità con il mercato comune. Invita altresì lo Stato
membro e tutte le parti interessate a presentare, di norma entro un mese, le proprie osservazioni. Al
termine dell’istruttoria, per lo svolgimento della quale è previsto un termine ordinatorio di 18 mesi,
la Commissione adotta una decisione finale rivolta allo Stato membro interessato, che può essere:
positiva, negativa o condizionale. Nel caso di decisione condizionale, l’esito positivo è subordinato a
determinate condizioni e ad obblighi che consentano di controllare il rispetto della decisione stessa.
Tutte le decisioni sono comunque soggette al controllo giurisdizionale del Tribunale di I grado o della
Corte di Giustizia, secondo che soggetti ricorrenti siano le persone fisiche o giuridiche di diritto
nazionale – imprese beneficiarie, imprese concorrenti, enti locali che hanno istituito od erogato
l’aiuto nell’esercizio delle proprie competenze istituzionali – ovvero lo Stato membro o le istituzioni
comunitarie (articolo 230, ex art. 173, TUE).
Si segnala, sulla materia, la XXVIII Relazione sulla politica di concorrenza (1998), Commissione
europea - Bruxelles - Lussemburgo 1999 e il Vademecum “Regole comunitarie applicabili agli aiuti di
Stato” della DG IV: entrambi i testi sono disponibili sul
sito
internet
http://europa.eu.int/comm/dg04/aid/other.htm.
Inoltre,
sul
sito
internet
http://europa.eu.int/comm/dg04/lawaid.htm sono disponibili tutti i regolamenti, comunicazioni,
orientamenti e discipline inerenti le decisioni della Commissione sulla concessione o meno di deroghe
per gli aiuti notificati, mentre sul sito http://europa.eu.int/comm/sg/sgb/state_aids è possibile trovare
anche i testi delle decisioni adottate, suddivise per settori e Stati membri.
126
Le notifiche effettuate nel 1999
Per quanto riguarda la Regione Emilia-Romagna, la legge regionale 6 settembre 1993, n.32 “Norme
per la disciplina del procedimento amministrativo e del diritto di accesso” disciplina in modo
puntuale, all’articolo28, la comunicazione all’autorità comunitaria ed utilizza la cosiddetta “clausola
di sospensione dell’efficacia” prevedendo che l’efficacia delle misure di aiuto sia subordinata alla
pubblicazione sul Bollettino ufficiale regionale della decisione favorevole della Commissione.
Operativamente la notifica formale è effettuata a cura del Servizio Politiche Europee e Relazioni
Internazionali della Presidenza della Giunta su segnalazione della Direzione Generale competente del
provvedimento oggetto di notifica.
Nel corso del 1999 sono stati inoltrati 5 provvedimenti elencati nella tabella unitamente alla data di
notifica, il numero di codice comunitario e l’esito dell’esame di compatibilità.
Titolo del provvedimento
codice comun.
data di notifica
8/3/1996
Esito
Interventi per la realizzazione
di infrastrutture e di servizi nel
settore del trasporto merci
(L.R. 20 dicembre 1993 n. 44)
N 202/96
positivo
BURER n. 15
del 3/2/2000
PDL “Interventi a favore di forme
collettive di garanzia nel settore
agricolo”
N 759/97
4/11/1997
positivo
BURER n. 37
del 18/3/1999
Promozione dei servizi di sviluppo
al sistema agroalimentare
(L. R. 11 agosto 1998, n. 28)
N 62/98
7/01/1998
positivo
BURER n. 37
del 18/3/1999
Leader II Emilia-Romagna
(regimi di aiuto)
N 91/99
26/1/1999
positivo
comunicazione CE
SG (99) n. D/10231
del 14/12/1999
Valorizzazione dei prodotti agricoli ed
alimentari ottenuti con tecniche
rispettose dell’ambiente e della salute
dei consumatori. Abrogazione LL.RR.
29/92 e 51/95
(L.R. 28 ottobre 1999, n. 28)
N 465/99
30/7/1999
esame in corso
Modifiche art. 6 della L.R.7
14 maggio 1975 n. 31 concernente
provvidenze per il miglioramento
delle produzioni agricole pregiate
(L.R. 12 novembre 1996, n. 43)
N 489/99
6/8/1999
esame in corso
“Interventi per lo sviluppo dei
N 600/99
13/9/1999
esame in corso
7 Il provvedimento, oggetto di notifica nel 1996 (N 863/96) ha subito adeguamenti a seguito di modifiche alla legge di riferimento. Per tale motivo
ne è stato richiesto il ritiro per permettere una nuova aggiornata notifica nel 1999.
126
sistemi agroalimentari”
(L.R. 39 del 28 dicembre 1999)
“Partecipazione finanziaria
regionale a fondi di solidarietà
costituiti per interventi contro
Erwinia Amylovora”
(L.R. 9 dicembre 1999, n. 35)
N 77/99
26/11/1999
esame in corso
Breve quadro riepilogativo delle leggi regionali e dei progetti di
legge approvati nel 1999, attuativi della normativa comunitaria.
Come è ben noto, il processo di integrazione europea ha un’incidenza crescente sul sistema delle
fonti del diritto anche con riferimento alla realtà regionale.
Il Trattato di Maastricht ha, infatti, previsto un’integrazione politica ed economica sempre più
incisiva tra i paesi della Comunità europea con l’istituzione dell’Unione Europea e la introduzione
del principio di sussidiarietà. Il complesso e articolato processo di integrazione ha, senza dubbio,
conferito un ruolo significativo alle Regioni sul versante dell’attuazione della normativa comunitaria,
ruolo che la Regione Emilia-Romagna sta esercitando in modo sempre più rilevante e incisivo. In tal
senso, particolarmente significativa risulta essere l’iniziativa legislativa regionale del 1999 attuativa
della normativa comunitaria che non si è limitata alla disciplina ed all’attuazione dei programmi
regionalizzati cofinanziati dai fondi strutturali a partire dall’esperienza dei Programmi Integrati
Mediterranei, ma ha recepito significativi principi comunitari e stabiliti anche in altri settori e
materie.
Di seguito si riporta un breve quadro riepilogativo delle iniziative legislative particolarmente
emblematiche sotto il profilo della integrazione della normativa regionale con quella normativa
europea.
126
Legge regionale 18 maggio 1999, n. 9
“Disciplina della procedura di valutazione dell’impatto ambientale”
Con la legge richiamata, si è dato attuazione alla direttiva 85/337/CEE del Consiglio concernente la
valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati e al Decreto del Presidente
della Repubblica 12 aprile 1996 recante “Atto di indirizzo e coordinamento per l’attuazione dell’articolo
40, comma 1, della legge 22 febbraio 1994, n. 146, concernente disposizioni in materia di impatto
ambientale”. Con la legge n. 9/1999, la Regione ha disciplinato, in sintonia con i principi comunitari, le
procedure necessarie a prevedere e stimare l’impatto ambientale di impianti, opere ed interventi al fine
di identificare e valutare le possibili alternative ed individuare le misure per minimizzare ed eliminare gli
impatti negativi.
Legge regionale 6 agosto 1999, n. 20
“Realizzazione dei programmi comunitari. Norme e finanziamenti regionali per il pieno
utilizzo dei fondi”
Con la legge in questione si è voluto assicurare la propria tempestiva ed adeguata partecipazione
all’attuazione, nelle materie di propria competenza, degli interventi previsti dai Regolamenti della
Unione Europea. In tal senso, al fine di ottimizzare l’utilizzo delle risorse comunitarie disponibili la
Regione è autorizzata ad anticipare, con proprie risorse finanziarie, l’attivazione di interventi aventi le
caratteristiche di ammissibilità ai finanziamenti comunitari anche in aggiunta a quelle previste dalla
programmazione dell’Unione Europea.
Legge regionale 28 ottobre 1999, n. 28
“Valorizzazione dei prodotti agricoli ed alimentari ottenuti con tecniche rispettose
dell’ambiente e della salute di consumatori. Abrogazione delle leggi regionali n. 29/92 e
51/95”
La legge è diretta ad assicurare la valorizzazione dei prodotti agroalimentari ottenuti con metodi di
produzione rispettosi dell’ambiente e della salute dei cittadini, individuando forme di tutela per i
consumatori e di promozione per i promotori. La legge, in sostanza, si prefigge di ampliare le possibilità
di diffusione dei prodotti contraddistinti dal marchio “Qualità controllata” (QC) nel rispetto degli
orientamenti che l’Unione Europea ha, nel frattempo formulato in materia di marchi. Si è, pertanto,
deciso di dare un rilievo sempre maggiore alla certificazione dei prodotti per conferire al marchio
collettivo regionale il carattere di certificazione del processo produttivo nonché di garanzia
dell’avvenuto rispetto dei disciplinari di produzione. Il marchio sarà, inoltre, disponibile a qualunque
produttore, singolo o consortile o trasformatore che, nell’ambito dell’Unione Europea, intenda
valorizzare le proprie merci secondo le disposizioni contenute nella legge regionale.
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Progetto di legge d’iniziativa della Giunta regionale “Ordinamento del sistema fieristico
regionale”, approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 20 gennaio 2000.
Il progetto di legge si pone sulla linea di una rinnovata attenzione al settore fieristico da parte
dell’Unione Europea con particolare riferimento alla disciplina relativa al diritto di stabilimento, alla
libertà di prestazione dei servizi e alla libertà di circolazione delle merci. Come la stessa Commissione
europea ha di recente sottolineato nella “Comunicazione interpretativa per il settore fiere ed
esposizioni” 98/C143/02,
le discipline predette hanno riflessi vincolanti soprattutto su alcuni
importanti temi propri delle normative nazionali in materia. Da ciò consegue che si dovrà assicurare agli
operatori comunitari la possibilità di organizzare fiere ed esposizioni ovunque nell’ambito della
Comunità, che si dovrà consentire agli operatori stabiliti in altro Stato membro di accedere alle fiere ed
esposizioni organizzate in tutta la Comunità senza limiti discriminatori. Il progetto di legge regionale si
conforma ai richiamati principi prevedendo una sostanziale parificazione di tutti gli operatori
comunitari che partecipano a manifestazioni fieristiche ed in particolare degli organizzatori di tali
manifestazioni i quali sono legittimati allo svolgimento di tali attività in base alla normativa “dei
rispettivi ordinamenti d’appartenenza”.
Progetto di legge d’iniziativa della Giunta regionale “Disposizioni in materia di forniture e
servizi”, approvato dal Consiglio regionale nella seduta del 19 gennaio 2000.
Il progetto di legge configura un sistema coerente di norme concernenti le diverse fasi dell’attività
contrattuale (dalla programmazione al controllo sui risultati raggiunti). In particolare, si è deciso di
estendere alcuni principi comunitari anche agli appalti non assoggettati a tale disciplina, attraverso
opportuni “adeguamenti” di talune disposizioni di derivazione comunitaria. L’articolo 1 definisce,
infatti, l’ambito di applicazione della legge ponendo una disciplina uniforme per le forniture e i servizi di
importo inferiore alla soglia “comunitaria” mentre per gli appalti d’importo superiore alla predetta
soglia, la legge regionale si configura come normativa di carattere residuale, applicabile nelle ipotesi non
assoggettate all’applicazione della normativa comunitaria.
126
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SERVIZI DI INFORMAZIONE
EUROPEA SUL TERRITORIO
REGIONALE
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Servizi informativi dell’Unione Europea
presenti in Emilia Romagna
Sono ormai numerosi, sul territorio regionale, i punti di informazione attivati nell’ambito di
specifiche azioni e/o programmi europei o su iniziativa diretta di diverse Direzioni Generali (DG)
della Commissione europea.
•
Agenzie SAVE
Lo scopo delle Agenzie per l’energia e l’ambiente, create nell’ambito del programma SAVE,
è di fornire servizi informativi ad enti pubblici, imprese e cittadini nei settori della
razionalizzazione e del miglioramento dell’efficienza nell’uso delle risorse energetiche,
del risparmio energetico, del ricorso alle fonti energetiche rinnovabili, e più in generale per
la promozione dell’energia pulita.
Modena
Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile
41100 Modena – Via Razzaboni 80
Tel. 059-407112 – Fax. 059-407118
e-mail: [email protected]
•
Bc-Net: Business Cooperation Network
Coordinati dalla DG Imprese, il Bc-net è un sistema informatizzato costituito da una rete di
consulenti e di intermediari che forniscono assistenza alle PMI nella ricerca di partner a livello
nazionale e internazionale. Le PMI non hanno accesso diretto al Bc-Net, ma devono servirsi di un
consulente o di un intermediario (trattasi di società e studi di consulenza, CCIAA, organizzazioni
imprenditoriali, banche ...)
Bologna
Associazione industriali provincia di Bologna
Via San Domenico, 4 - 40124 Bologna
E-mail: [email protected]
Tel.: (051) 58 96 28 - Fax: 52 96 13
Bologna
Aster - Agenzia per lo sviluppo tecnologico dell’E-R
Via Morgagni, 4 - 40122 Bologna
E-mail: [email protected]
Internet: http://www.aster.it
Tel.: (051) 23 62 42 - Fax: 22 78 03
Modena
Agenzia d’informazione aziendale Srl
Stradello Romano, 8 - Località Fossalta –
41100 Modena
Tel.: (059) 28 16 98 - Fax: 28 17 04
Cobapo - Consorzio Banche popolari E-R Marche
Via Amendola, 8 - 40121 Bologna
Tel.: (051) 25 42 02 - Fax: 25 44 62
126
•
BIC: Business Innovation Centres
I Centri europei di impresa e innovazione forniscono assistenza multifunzionale e continua
alle PMI per stimolare lo sviluppo industriale, a livello locale e regionale. Lo scopo
principale è dei BIC è di creare nuove imprese o di sviluppare imprese già esistenti che
siano “innovative” in tutti i settori dell’industria e dei servizi connessi.
Bic Emilia Romagna - Via Morgagni, 6 - 40122 Bologna
E-mail: [email protected]
Tel.: (051) 23 11 07 - Fax: 23 29 03
•
BRE: Bureau de Rapprochement des Entreprises
Coordinati dalla DG Imprese, favoriscono la cooperazione transnazionale tra le PMI
attraverso la messa in rete delle loro offerte e domande di cooperazione che possono essere
principalmente di tre tipi: commerciale, finanziario e tecnico/produttivo. Svolgono anche un
ruolo di supporto durante la fase di negoziazione dell’accordo alla cooperazione.
Bologna
Aster - Agenzia per lo sviluppo tecnologico
dell'Emilia Romagna
Via Morgagni, 4 - 40122 Bologna
E-mail: [email protected]
Internet: http://www.aster.it
Tel.: (051) 23 62 42 - Fax: 22 78 03
Modena
Eda Program
Via Papazzoni, 122 - 41032 Cavezzo (MO)
E-mail: [email protected]
Tel.: (0535) 582 42 - Fax: 462 01
Forlì
Cise - Centro per l’innovazione e lo sviluppo
Azienda speciale della Camera di commercio
Corso della Repubblica, 5 - 47100 Forlì
E-mail: [email protected]
Tel.: (0543) 38 213 - Fax: 71 35 02
Piacenza
Asip
Camera di commercio di Piacenza –
Ufficio commercio estero
Piazza Cavalli, 35 - 29100 Piacenza
E-mail: [email protected]
Tel.: (0523) 38 62 40 - Fax: 33 85 19
Modena
Agenzia d'informazione aziendale Srl
Stradello Romano, 8 - Località Fossalta
41100 Modena
E-mail: [email protected]
Tel.: (059) 28 16 98 - Fax: 28 17 04
Reggio Emilia
Camera di commercio e artigianato di Reggio E
Piazza della Vittoria, 1 - 42100 Reggio Emilia
E-mail: [email protected]
Tel.: (0522) 796 337/243 - Fax: 796 300
126
•
CDE: Centri di documentazione europea
La rete dei Cde, coordinata dalla DG Istruzione e Cultura, è stata creata con lo scopo di
aiutare coloro che si interessano al processo di integrazione europea ad accedere alle
pubblicazioni della Comunità. Si tratta di biblioteche e centri di documentazione,
solitamente insediati presso le Università, che raccolgono, catalogano e permettono la
consultazione al pubblico delle pubblicazioni dell’Ufficio delle pubblicazioni ufficiali
dell’Unione Europea.
Bologna
Ferrara
Università di Bologna – Istituto giuridico “A. Cicu” Università di Ferrara – Istituto di
economia e finanza
Via Zamboni, 27-29 – 40126 Bologna
Corso Ercole I d’Este, 44 – 44100 Ferrara
E-mail: [email protected]
Tel.: (0532) 29 19 52/50 – Fax 20 21 02
Tel.: (051) 25 96 87 – Fax: 25 96 24
Modena
Parma
Università di Modena – Centro documentazione Università di Parma – Facoltà di
giurisprudenza
e ricerche sulle CE
Istituto di diritto e organizzazione
internazionale
Via Università, 4 – 41100 Modena
Via Università, 12 – 43100 Parma
E-mail: [email protected]
Tel.: (0521) 90 45 13 – Fax: 90 45 49
Tel.: (059) 41 75 68 – Fax: 23 04 43
•
CDI: Centres of the Development of Industry
I Centri per lo sviluppo industriale hanno lo scopo di incentivare e sostenere la creazione,
l’espansione e la ristrutturazione delle imprese industriali (principalmente manifatturiere
e agro-industriali) nei paesi ACP (Africa, Caraibi e Pacifico) attraverso la promozione di
accordi di cooperazione tra imprese ACP e europee. Questi accordi possono essere di tipo
commerciale, tecnico, finanziario, fanchising, subforniture, …
Bologna
ERVET S.p.a. – Politiche per le imprese
via Morgagni, 6 - 40122 Bologna Italia
tel. 051-64.50.411 fax 051-22.23.52
e-mail: [email protected]
web-site: www.ervet.it
•
Carrefours europei di informazione e animazione rurale (Car)
126
Coordinati dalla DG Istruzione e Cultura, la rete dei Car europei favorisce la diffusione
dell’informazione comunitaria verso le collettività rurali. I membri della rete raccolgono e
diffondono informazioni sull’Unione Europea trattando in particolare temi legati allo
sviluppo rurale, all’agricoltura e alla protezione dell’ambiente.
Ravenna
Consorzio provinciale per la formazione professionale
Via M. Monti, 32 - 48100 Ravenna
E-mail: [email protected]
Tel.: (0544) 45 03 45 - Fax: 45 17 88
•
Reggio Emilia
Via Bolognesi, 2 - 42100 Reggio Emilia
E-mail: [email protected]
Internet: http://www.crpa.it/carrefour
Tel.: (0522) 27 80 19 - Fax: 51 89 56
EIC: Euro Info Centres
Gli Euro Info Centres, o Eurosportelli, informano, assistono e consigliano le aziende su
tutte le materie comunitarie e di interesse per le imprese.
Bologna
Associazione industriali provincia di Bologna
Via San Domenico, 4 - 40124 Bologna
E-mail: [email protected]
Internet: http://www.nettuno.it/eurochefare
Tel.: (051) 52 96 11 - Fax: 52 96 13
Ravenna
Camera di commercio
Viale L.C. Farini, 14 - 48100 Ravenna
E-mail: [email protected]
Internet: http://www.ra.camcom.it/
Tel.: (0544) 333 18 - Fax: 21 87 31
Comitato Impresa Donna
Viale Aldo Moro, 22 - 40127 Bologna
E-mail: [email protected]
Tel: (051) 609 94 73 - Fax: 609 94 74
•
EURES: EURopean Public Employment Services
Gli Eures –Servizi europei per l’occupazione- sono stati creati al fine di favorire la mobilità
dei lavoratori tranfrontaliera all’interno delle 17 nazioni dello spazio economico europeo
attraverso la cooperazione tra servizi pubblici di collocamento.
L’anima del servizio è composta da una rete di 450 consulenti per l’occupazione chiamati
Euroconsiglieri. In Italia questi consulenti operano generalmente presso gli uffici
provinciali del lavoro.
Bologna
Direzione regionale del lavoro
Largo Caduti del lavoro, 6 - 40100 Bologna
Tel.: (051) 52 01 07 - Fax: 22 70 75/52 21 44
•
Scica
Largo Caduti del lavoro, 6 - 40100 Bologna
Tel.: (051) 22 13 89 - Fax: 26 56 42
IPE: Info Point Europa
126
Gli IPE sono coordinati dalla DG Istruzione e Cultura al fine di permettere al grande
pubblico l’accesso alle informazioni comunitarie. Gli Info Point Europa offrono una
consultazione delle pubblicazioni della Comunità europea e mettono a disposizione del
pubblico opuscoli e note informative.
Bologna
Piazza Maggiore, 6 - 40125 Bologna
E-mail:[email protected]
Internet:http://www.comune.bologna.it/infopoint_Eu
Tel.: (051) 20 35 92 - Fax: 23 23 81
Modena
Piazza Grande, 17 - 41100 Modena
E-mail: [email protected]
Tel.: (059) 20 66 02 - Fax: 20 66 12
Dall’Info Point Europa di Modena
dipendono diversi “Punto Europa” che
forniscono un servizio di informazione
comunitaria destinato a tutti i cittadini.
126
Punto Europa – Forlì
Punto Europa di Cento
Palazzo Orsi Mangelli
C/o Comune di Cento - URP
Corso Diaz 45 – 47100 Forlì
corso Guercino 41
Tel. 0543-450227 – Fax. 0543-450235
44042 - Cento
e-mail: [email protected]
web site: http://www.spfo.unibo.it/scienze/peuropa
Punto Europa Finale- C/o Informacittà
P.zza Verdi, 1/c
41043 Finale Emilia – MO
Tel. 0535 788333 fax 0535 788130
•
Punto Europa Maranello - C/o la Biblioteca comunale
Via V. Veneto, 7
41053 Maranello – MO
Tel. 0536 941268
Irc: Innovation Relay Centre
La rete degli Innovation Relay Centres (Centri di collegamento per l’innovazione) è
formata da organizzazioni selezionate dalla Commissione europea, attive nel settore della
diffusione di conoscenze e del trasferimento tecnologico alle imprese.
I membri della rete sono incaricati della diffusione di informazioni sui programmi di
ricerca e dell’organizzazione di incontri e di seminari mirati al trasferimento di tecnologie
innovative.
Bologna
IRENE c/o ENEA
Vian Don Fiammelli, 2 – 40129 Bologna
Tel. 051-6398074 – Fax. 051-6398131
•
OPET: Organizzazioni per la Promozione delle Tecnologie Energetiche
La rete degli OPET è stata creata dalla Commissione Europea per contribuire alla
diffusione delle tecnologie energetiche innovative nell'Unione Europea, negli Stati
Associati e nei paesi dell'Europa Centro-Orientale.
ASTER-CESEN c/o ASTER
40122, Bologna - Via Morgagni, 4
Tel.: +39 051 236242 - Fax: +39 051 227803
E-mail: [email protected]
Web: http://www.aster.it/opet
Ulteriori informazioni possono essere reperite consultando la pubblicazione: “L’Europa in
Italia – Guida pratica all’Unione Europea” ed. D’Anselmi/Hoepli in collaborazione con
Parlamento Europeo (Ufficio per l’Italia) e Commissione Europea (Rappresentanza in
Italia).
65
QUADRO RIASSUNTIVO
DEGLI STANZIAMENTI 1994-1999
66
Quadro riassuntivo degli stanziamenti dei Fondi strutturali e dei programmi comunitari per il periodo 1994-1999
(in Milion
Totale
complessivo
fondi strutturali
FESR
FSE
Feoga
Totale
ob. 2 - 94/96
ob. 2 - 97/99
ob. 3
ob. 3 Parco Progetti
ob. 4
ob. 5a
ob. 5b
39
41
423,3
20,4
160,4
644,9
311
12
14
190,5
9,2
72,2
99,9
57
10
11
2
3
190,5
9,2
72,2
21,5
7
99,9
28,5
TOTALE
1640
454,8
42,5
283,9
128,4
Leader II
Pesca
PMI
Retex
Interreg IIC *
Occupazione
Adapt
25
6
2,5
9,1
2
8,4
26
7,7
2
0,6
1,9
1
3,8
11,7
3,8
1
0,6
1,9
1
0,9
3
TOTALE PIC
79
28,7
8,3
Altri Programmi **
19,3
8
TOTALE GENERALE
1.738,3
Altri
23
24
228,9
11,2
60,7
180,7
72
18
22
176,2
9
48,6
139
51
5
2
52,7
2,2
12,1
41,7
21
600,5
463,8
136,7
10,2
1
0,6
1,9
1
4,6
7,8
10,2
1
0,6
1,3
1
4,6
7,8
0,6
1
27,1
26,5
0,6
8
6,5
4,5
2
9
634,1
494,8
139,3
0
1
3,8
11,7
491,5
16,4
50,8
3
300,3
131,4
spesa nazionale
Totale
Stato
Regione
* dato di stima della ricaduta a livello regionale, tenuto conto che il programma Interreg IIC interessa tutte le regioni adriatiche
** dato di stima programmi: Life, Ambiente, thermie, turismo, parità, ecos-ouverture, leonardo, socrates, phare, pacte, sprite-s, ecc
Quadro riassuntivo degli stanziamenti - periodo 1994/1999
700
600
500
400
634,1
612,7
300
200
100
300,3
131,4
9
50,8
0
FESR
FSE
Feoga
67
Altri
Totale
enti/privati
QUADRO RIASSUNTIVO
DEGLI STANZIAMENTI 2000-2006
68
Quadro riassuntivo delle previsioni degli stanziamenti per la programmazione 2000-2006 cofinanziata dai Fondi
comunitari a finalità strutturale
(in milioni di euro)
Totale
quote pubbliche
Totale
fondi comunitari
FESR
FSE
370,3
115,3
115,3
1228
865,6
556,8
356,9
2463,9
1029
Equal, Interreg, Leader plus,
Urban **
0
0
TOTALE PIC
0
0
ob. 2*
phasing-out **
ob. 3***
Piano Sviluppo Rurale***
TOTALE
Feoga
spesa pubblica
Stato/Regione
255
556,8
356,9
671,2
508,7
1434,9
115,3
556,8
356,9
0
0
0
* dato stimato
** dato non ancora definito
*** dati riferiti alla proposta di programma presentato alla Commissione Europea - per l'ob. 3 alle quote pubbliche
vanno aggiunte risorse pari a 9,3 milioni di euro di costo privato elegibile.
previsione intervento fondi comunitari
11%
35%
FESR
FSE
Feoga
54%
1434,9
556,8
356,9
115,3
previsione intervento fondi comunitari e
cofinanziamento nazionale
69
FESR
FSE
Feoga
Stato/Regione
Indice dei progetti e dei programmi di riferimento
ACCORD - programma AMBIENTE AIRE - programmi di ricerca e sviluppo tecnologico ASCESI - Iniziativa Adapt ASIHA - Iniziativa Occupazione volet Horizon AZIONI DI CONSERVAZIONE DEL LUPO IN SEI SITI “SIC” DEL PARCO
REGIONALE DELL’ALTO APPENNINO REGGIANO - LIFE/Natura CADSES - Iniziativa Interreg IIc CASA – programma Applicazioni Telematiche –
CEDA - Iniziativa Interreg IIc CIRCOLI EUROPA - programma Socrates CLOUDS - programma AMBIENTE CONSERVAZIONE DELLE ABETAIE E FAGGETE APPENNINICHE IN
EMILIA-ROMAGNA - LIFE/Natura CORRIDOIO ADRIATICO - vedi La Politica dei Trasporti COUNTDOWN - Iniziativa Interreg IIc CREAZIONE NUOVA OCCUPAZIONE TRAMITE FORMAZIONE FIGURA
EDUCATORE/TRICE FAMILIARE E AVVIO NUOVI SERVIZI PER INFANZIA
- vedi Obiettivo 3, I POM DEMETER - programma AMBIENTE –
ECONET – LIFE/Ambiente ENERGILYNK – programma SAVE EURAPAQ - programmi di Ricerca e Sviluppo Tecnologico EUROFOLIO - programma Leonardo da Vinci EU-SPIRIT - programma Applicazioni Telematiche FORMAZIONE PER IL LAVORO – vedi P.O. ob. 3 1994-1999 FUTURE - Iniziativa Occupazione volet Horizon GILDA - Iniziativa Interreg IIc GUIDeS - programma SPRITE-S2 HERA - programma AMBIENTE INTEGRA II - Iniziativa Occupazione volet Horizon –
INTEMIGRA – Iniziativa Interreg IIc INTER@AGORA’ - vedi progetti pilota e linee speciali di bilancio ISOLA - Iniziativa Occupazione volet Integra ITINERE - vedi Obiettivo 3, I POM J.100 REGIONES - Iniziativa Adapt JANUS II°- Iniziativa Occupazione volet Youthstart LET’S CARE METHOD - Iniziativa Interreg IIc LAVORO POSSIBILE – vedi P.O. ob. 3 1994-1999 NAPAP – vedi progetti pilota e linee speciali di bilancio ON LINE – vedi Obiettivo 4 OPTO – vedi Obiettivo 4 OSS – OPERATORE ADDETTO SERVIZI FAMIGLIA E PERSONE NON
AUTOSUFFICIENTI – vedi Obiettivo 3, I POM PROGETTO INTEGRATO PER LA FORMAZIONE ALLA CREAZIONE
DI IMPRESA E DI LAVORO AUTONOMO DI PERSONE CON HANDICAP
- vedi P.O.ob. 3 1994-1999
PROMOZIONE DI TIROCINI NELL’AMBITO DI PROGETTI DI UTILITA’
SOCIALE – vedi P.O. ob. 3 1994-1999 PROSTITUTION INCLUSION NETWORK – vedi Obiettivo 3, I POM RAINBOW- Iniziativa Occupazione volet Horizon REGIONES BIS - Iniziativa Adapt RETE EUROPEA DELLE BUONE PRASSI UTILI A PROMUOVERE PARI
OPPURTUNITA’ – IV Programma Parità di opportunità RIQUALIFICAZIONE DI HABITAT FLUVIALI DEL TARO VITALI
PER L’AVIFAUNA - vedi LIFE/Natura SCUOLAER – vedi P.O. ob. 3 1994-1999 70
SEED – programma Leonardo da Vinci SMOG - programma ESPRIT SPERIMENTAZIONE INTEGRATIVA REGIONALE APPRENDISTATO
- vedi Obiettivo 3, I Programmi Operativi Multiregionali –
STAND FOR – vedi Progetti pilota e linee speciali di bilancio –
STRADANOVE – programma Gioventù per l’Europa
TECNICO GESTIONE CANTIERI COSTRUZIONE PORTUALI ED
AMBIENTALI – vedi Obiettivo 3, I Programmi Operativi Multiregionali –
TELELAVORO E FORMAZIONE INDIVIDUALIZZATA PER IMPIEGO E
AUTOIMPIEGO DELLA DONNA NEL MONDO DEL LAVORO – vedi
Obiettivo 3, I POM TERPSYCHORE – programma Raffaello ULTRA’ – vedi Progetti pilota e linee speciali di bilancio UOMINI VIOLENTI: QUALI AZIONI INTRAPRENDERE – programma Daphne UTN (Urban Technology Network) - Iniziativa Interreg IIc VAMP - LIFE/Ambiente VICLI - Iniziativa Interreg IIc VISION PLANET - Iniziativa Interreg IIc VOLA - Iniziativa Adapt WETLANDS - Iniziativa Interreg IIc -
71
CABINA DI REGIA REGIONALE
TERZO RAPPORTO
SULLE ATTIVITA’DELLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA
IN ATTUAZIONE DELLE POLITICHE COMUNITARIE
(1999)
presentato nella seduta della Giunta regionale del 1° marzo 2000
72
Il documento, prodotto in collaborazione con il Servizio Stampa e Informazione della Giunta regionale, è stato elaborato
nell’ambito del Gruppo di lavoro “Cabina di regia regionale” con il coordinamento di Michele Migliori e Giuliana
Ventura.
Hanno contribuito: Lorenza Badiello, Gloria Baroncini, Vincenzo Bazzocchi, Franca Bertacca, Cristina Bertelli, Nicola
Bertuzzi, Francesco Besio, Paola Bosi, Cosimo Braccesi, Brunella Buttieri, Noelia Carboni, Carla Cavallini, Mario
Cerè, Milena Chiodi, Maria Cristina Cremaschi, Valerio Dalla, Roberta Dall’Olio, Germana De Carli, Antonietta Di
Giovannantonio, Tiziano Draghetti, Vilma Ecchia, Anna Favaro, Nicola Filippi, Milco Forni, Anita Gaiani, Lodovico
Gherardi, Luciano Giuffrida, Maria Francesca Grande, Giovanni Grandi, Silvia Grassi, Luana Grilli, Silva Gurioli,
Sandra Kaczanow, Mauro Innocenti, Cinzia Ioppi, Carmen Iuvone, Eugenio Lanzi, Antonietta La Ruina, Stefania
Leoni, Luca Marangoni, Myriam Matteucci, Annalisa Menzani, Fabrizia Monti, Sergio Piancastelli, Rossana Preus,
Claudio Ravaglia, Susi Realti, Francesca Ricciarelli, Annamaria Rosetti, Luisa Rossi, Elena Saccenti, Gian Luca
Sagradini, Serenella Sandri, Antonietta Santilli, Marta Scarelli, Teresa Schipani, Rossella Selmini, Margherita
Spinazzola, Eugenio Spreafico, Claudio Tolomelli, Daniele Violetti, Valerio Vignoli, Maurizio Zamboni.
73
SOMMARIO
Presentazione del Rapporto
L’Unione Europea nel 1999
L’Amministrazione regionale nei rapporti con l’Unione Europea
Strutture operative
Ufficio di collegamento di Bruxelles
La convenzione con Ervet spa
1. ATTUAZIONE E PARTECIPAZIONE DELLA REGIONE ALLE POLITICHE COMUNI
La politica agricola
Lo scenario comunitario
Gli interventi comunitari nel settore agricolo e agroindustriale regionale
Mercati
Strutture
L’applicazione della PAC ai seminativi
L’applicazione dell’OCM ortofrutta
La gestione e la certificazione della qualità per i prodotti DOP e IGP
Il piano regionale di sviluppo rurale 2000-2006
La politica ambientale
Attuazione normative ambientali a livello regionale
LIFE - strumento finanziario europeo per l’ambiente
Partecipazione della Regione a progetti LIFE
Regolamento CEE 3528/86 protezione delle foreste contro l’inquinamento
La politica di ricerca e sviluppo tecnologico
Il V Programma quadro
La partecipazione della Regione a progetti di ricerca
La politica dei trasporti
La partecipazione della Regione ad azioni comunitarie
La politica energetica
La partecipazione della Regione ad azioni comunitarie
74
2. PROGRAMMI COMUNITARI TERRITORIALIZZATI ED INTERSETTORIALI
“Agenda 2000”
Il quadro di riferimento generale
Il nuovo obiettivo 2
Il nuovo obiettivo 3
Il piano di sviluppo rurale
Il piano Pesca
Le nuove iniziative comunitarie 2000-2006
Lo Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo
Situazione socioeconomica e sviluppo delle regione dell’Unione europea (Sesta
relazione periodica)
La politica regionale comunitaria
Obiettivo 2
Il DOCUP ob. 2 Emilia-Romagna 1994-1996
Il DOCUP ob. 2 Emilia-Romagna 1997-1999
Obiettivo 5b
Il DOCUP ob. 5b Emilia-Romagna 1994-1999
Obiettivo 3
Il P.O. ob. 3 Emilia-Romagna 1994-1999
I Programmi Operativi Multiregionali
Obiettivo 4
Il DOCUP ob. 4 Emilia-Romagna 1994-1999
3. I PROGRAMMI DI INIZIATIVA COMUNITARIA (PIC) 1994-1999
Il programma INTERREG II C
Il programma LEADER II
Il programma OCCUPAZIONE
YOUTHSTART
INTEGRA
HORIZON
Il programma ADAPT
Il programma PESCA
Il programma PMI
Il programma RETEX
4. PARTECIPAZIONE DELLA REGIONE AD ALTRI PROGRAMMI COMUNITARI
Programma Leonardo da Vinci
Programma Raffaello
Programma Socrates
75
Programma Daphne
Programma Gioventù per l’Europa
Parità di opportunità
Il programma Sprite-s2
Progetti pilota e Linee speciali di bilancio
5. PARTECIPAZIONE AD ALTRE INIZIATIVE DELL’UNIONE EUROPEA
Il Centro Risorse Europeo per l’Orientamento
I Carrefour di informazione ed animazione rurale
L’Ufficio europeo per il suolo
6. ALTRE ATTIVITA’ DELLA REGIONE
La partecipazione della Regione ad associazioni ed organismi internazionali di carattere
interregionale
La collaborazione istituzionale con altre Regioni europee
Il progetto euro
Un’esperienza di “Istitution building”
Il Centro Documentazione Europa della Biblioteca del Consiglio Regionale
7. DISCIPLINA COMUNITARIA IN MATERIA DI CONCORRENZA: COMPATIBILITA’
DEGLI AIUTI REGIONALI
Aiuti di Stato
Notifiche e procedure di autorizzazione
Le notifiche effettuate nel 1999
Breve quadro riepilogativo delle leggi regionali e dei progetti di legge approvati nel 1999,
attuativi della normativa comunitaria
8. FONTI DI INFORMAZIONE EUROPEA SUL TERRITORIO REGIONALE
Servizi informativi dell’Unione Europea presenti in Emilia-Romagna
QUADRO RIASSUNTIVO DEGLI STANZIAMENTI 1994-1999
QUADRO RIASSUNTIVO DEGLI STANZIAMENTI 2000-2006
INDICE DEI PROGETTI E DEI PROGRAMMI DI RIFERIMENTO
76