più sicuri insieme

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più sicuri insieme
sabato 3 ottobre 2015
CONSIGLIO COMUNALE
CITTADINI IMBUFALITI,
MINORANZE MOLTO
CRITICHE E SCHIERATE
SULLA RICHIESTA
DI SPEGNERLO,
O ALMENO ALZARE
IL LIMITE A 90 KM/H.
NELLA VARIAZIONE
DI BILANCIO
CONFERMATE
SANZIONI,
AL 31 LUGLIO,
PER OLTRE 3 MILIONI
Autovelox
“vampiro”
di ANGELO MARAZZI
C
ittadini imbufaliti – diverse centinaia le firme raccolte dal Movimento 5 Stelle e dai gestori dei due distributori di carburante sulla
tangenziale sud di Crema – minoranze consiliari che chiedono a gran
voce di togliere il rilevatore elettronico della velocità sull’arteria o, per
lo meno, di elevare il limite a 90 chilometri orari, anziché i 70 attuali
ritenuto eccessivamente basso; sindaco e maggioranza che invece non
intendono recedere e respingono indignati l’accusa di voler solo fare
cassa. Sta di fatto che l’autovelox... incriminato ha prodotto, in soli tre
mesi dall’entrata in funzione ad aprile, qualche decina di migliaia di
contravvenzioni – in diversi casi collezionate a ripetizione dal medesimo malcapitato automobilista o camionista, in transito ogni giorno per
raggiungere e rientrare dal posto di lavoro – per un importo complessivo
che al 31 luglio, per esplicita ammissione dell’assessore al Bilancio Saltini, superava ampiamente i 3 milioni di euro.
Il sindaco – rispondendo all’interrogazione in merito di Simone Beretta – ha cercato di giustificare la scelta, sottolineando che la decisione d’installare l’autovelox è di competenza della Prefettura, come pure
quella di porre il limite di 70 chilometri orari, in vigore per altro fin
dall’apertura della tangenziale, nell’ottobre 1993, per le criticità presentate da subito dalla medesima: un tracciato pressoché tutto in curva e
fondo... ondulato. La richiesta d’installarlo è stata inoltre presentata dalla giunta Bruttomesso. Osservazione a cui Beretta, nella replica, ha fatto
osservare come invero non l’abbia però mai attivata.
Per rigettare, indignata, l’accusa di voler solo fare cassa, il sindaco ha
portato alcuni dati relativi alla pericolosità della tangenziale: ben 56 gli
incidenti rilevati dal 2009 al 2013, con 90 feriti e 4 morti. Ma un altro
mortale è avvenuto lo scorso mese di gennaio e l’ultimo, grave, proprio
martedì.
L’amministrazione, ha riferito, ha chiesto di elevare il limite a 90 chilometri orari, ma la Provincia, che ha in gestione l’arteria, l’ha negato.
E in ogni caso tutti i proventi dalle contravvenzioni, al netto del 50% da
riversare alla Provincia e dell’aggio da riconoscere all’Ica, sono impiegati nella manutenzione e messa in sicurezza di strade, illuminazione, ciclopedonali, oltre che per interventi di educazione stradale nelle scuole.
L’argomento è stato poi ripreso da altri consiglieri della minoranza –
con accenti ancor più forti – nel successivo dibattito sulle due variazioni
all’esercizio finanziario 2015, la seconda delle quali proprio relativa alla
contabilizzazione dei proventi dall’autovelox, che hanno elevato appunto l’ammontare da 1.120.000 euro a preventivo a ben 3.835.000. Con
Agazzi che ha definito la Giunta “rapace”, che “infierisce su gente che
è davvero anche in difficoltà a pagare”. E s’è chiesto, inoltre, quali vantaggi stia portando al cittadino contribuente “tutta questa vampirizzazione, anche perché le tasse restano elevate al massimo”, dal momento
che il verde pubblico e la manutenzione in città lasciano a desiderare.
Critico anche il capogruppo del M5S Boldi, altrettanto convinto che,
“al di là delle giustificazioni, sia solo per fare cassa; diversamente, per la
sicurezza, mettiamo autovelox in tutta la città con limite a 30 chilometri
orari e li massacriamo!”, ha suggerito, estremizzando.
A sostenere la scelta dell’amministrazione, ribadendo le motivazioni
addotte dal sindaco, sono intervenuti per la maggioranza Emilio Guerini e Gianluca Giossi del Pd e Dante Verdelli del Patto civico; mentre
Emanuele Coti Zelati, di Sel, s’è limitato come al solito a esprimere
giudizi sugli interventi dei consiglieri di minoranza.
Al momento del voto, all’unanimità è passata la prima variazione,
relativa ai 68 mila euro di spesa per lavori di sistemazione straordinaria
alla Primaria dei Sabbioni; sulla seconda a favore solo i 14 della maggioranza – essendo assente Sartori di Rc e fuori aula il sindaco – mentre
Arpini, Agazzi e i due pentastellati han votato contro (già andati via
Beretta e Zanibelli).
Stessi numeri a favore, infine, sulla verifica della salvaguardia degli equilibri di bilancio e ricognizione dello stato di attuazione dei
programmi: di fatto una presa d’atto, per cui i quattro di minoranza
si sono astenuti.
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L’autovelox “incriminato”
sulla tangenziale sud di Crema
e la riunione di consiglio di lunedì
PROFUGHI: ACCORDO FIRMATO DA 29 COMUNI
Disponibilità all’accoglienza da parte delle parrocchie
C
onclusa la sottoscrizione dell’Accordo
operativo territoriale per la gestione dell’emergenza richiedenti asilo nel Cremasco, la cui
sperimentazione – pare unica a livello regionale – terminerà il 31 marzo prossimo;
ma che potrà poi essere rinnovato, apportando eventuali adeguamenti.
Ventinove su 48 i Comuni firmatari: in
pratica tutti quelli governati dal centro sinistra o liste civiche d’area, più alcuni di
riferimento centrista, come Offanengo,
Sergnano, Vaiano, Monte...
Fa un po’ specie Chieve, che resta fra i
sei che non hanno ancora deciso se sottoscrivere o no il documento, che gli consentirebbe una maggior tutela in futuro, evitando aperture in paese di altre eventuali
strutture.
Da martedì scorso, dunque, la Prefettura per l’assegnazione di richiedenti asilo
nell’ambito territoriale Cremasco farà riferimento alla nostra Caritas diocesana,
attuando il progetto della cosiddetta “accoglienza diffusa”: ovvero, prevedendo
all’interno delle singole comunità strutture da 4 a massimo 8 persone per ciascuna,
fino al tetto del 2 per mille della popolazione residente.
Per i Comuni non firmatari l’accordo,
invece, si potrebbero aprire incognite di
soggetti privati che mettono a disposizione propri spazi abitativi, in base alle cui
dimensioni la Prefettura potrà siglare accordi diretti, senza alcuna quota massima.
“Come Caritas – commenta Claudio
Dagheti, coordinatore del progetto – siamo soddisfatti che la maggioranza dei sindaci abbia scelto di governare il fenomeno, anziché subirlo. Adesso occorre però
darsi da fare, per individuare strutture
idonee e attivare collaborazioni con le par-
ture, altre ancora sono orientate
a farlo o stanno valutando le forze a disposizione.
“Per le parrocchie – fa osservare il vice direttore della Caritas
diocesana – può essere davvero
un’opportunità di esercizio della
carità, che ha il suo cuore nella
relazione con chi e in difficoltà.”
“Quello che è infatti richiesto
ai volontari – spiega – non è di
dare dei beni, perché vitto, alloggio, vestiario... sono finanziati
dall’Unione europea; ma piuttosto la disponibilità all’accompagnamento di queste persone nel
quotidiano, favorendo l’integraAlcuni richiedenti asilo al corso di alfabetizzazione
zione nella vita della comunità.”
Sul piano metodologico la Caritas fa
rocchie, che sono il nostro punto di riferimento nelle diverse comunità, per creare riferimento alle parrocchie che segnalano
le condizioni per una reale accoglienza. una disponibilità di volontari o di spazi
Trovando la disponibilità di volontari in abitativi. Espletato un adeguato discerloco, che possano affiancare i nostri ope- nimento circa l’idoneità, prende contatto
ratori nelle attività di accompagnamento- con l’amministrazione locale, per coinvolgerla nella progettualità, attenendosi a
integrazione.”
La scorsa settimana i responsabili della quanto previsto nell’Accordo territoriale
Caritas hanno concluso il giro d’incontri per i Comuni che l’hanno firmato e che
con i consigli pastorali zonali, come in- sono impegnati a ricercare attivamente
dicato da quello diocesano, trovando – a disponibilità di spazi e a collaborare con
quel che riferisce Dagheti – “un clima parrocchie e Caritas. Affiancando in ogni
decisamente positivo e anche una dispo- caso la parrocchia che abbia scelto di insenibilità di spazi abitativi da parte di una rire l’accoglienza nel proprio piano pastorale, a prescindere che l’amministrazione
dozzina di parrocchie”.
Le prime a partire da Sergnano e San non abbia sottoscritto l’intesa, auspicando
Giacomo in città, dall’altro ieri; mentre che non ostacoli l’operazione.
L’intera gestione è svolta con la massiScannabue sarà pronta dalla prossima
settimana. E si vanno ad aggiungere a Va- ma trasparenza: sul sito www.caritascrema.
iano, Pandino e Castelleone, dove l’acco- it è presente un’area dedicata, dove trovaglienza è già avviata da alcune settimane, re documenti e informazioni aggiornate
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