pensiero di giuseppe raineri - Centro Italiano di Documentazione
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PENSIERO DI GIUSEPPE RAINERI Fonte: Giuseppe Raineri, Le affittanze collettive in Italia Inchiesta- Piacenza, 1906, Federazione Italiana dei Consorzi Agrari. www.cooperazione.net Pubblichiamo nelle pagine, che seguono, notizie e dati sulle “affittanze collettive” che la Federazione Italiana dei Consorzi agrari ha raccolti con un lavoro di inchiesta, svolto negli ultimi mesi del 1905 e nei primi del 1906. Le “affittanze collettive”sono un istituto nuovo, il quale chiede il suo posto tra le organizzazioni cooperative, e, poiché nessuna opportunità la Federazione ha mai voluto le sfuggisse per dare il contributo dei propri studi e della propria attività all’incremento, nel campo agrario, di quella azione coordinata dei singoli, che si esplica mediante la forma cooperativa, ha impreso il lavoro con animo lieto, non preoccupandosi, essa che ha funzioni strettamente economiche, se, per studiare le “affittanze collettive”, le era necessario di rivolgersi ad istituti o a persone i quali le avevano promosse o le dirigevano con intendimenti politici. Per la Federazione sta il fatto di indole economica, e, perché tale e come tale, ha voluto studiarlo, prefiggendosi di raccogliere, obiettivamente e con perfetta imparzialità, un materiale che potrà servire utilmente a chiunque voglia accingersi a nuovi studi e ricerche. Crediamo di non aver dimenticata nessuna “affittanza collettiva”perché ci adoprammo, nella ricerca della loro esistenza, come meglio ci fu dato e come solo era possibile 1. Non ci meraviglierebbe tuttavia che, a pubblicazione avvenuta, qualcun’altra ci fosse indicata. È delle inchieste lasciare luogo a consimili sorprese. Nel più dei casi abbiamo avuto dalle persone, a cui ci siamo rivolti, risposte cordiali e larghe, ma non sono mancati coloro i quali, o ci diedero risposte incomplete, o non risposero affatto alle nostre sollecitazioni. Inviammo, a tutte le “affittanze collettive” note, un questionario 2, al quale seguì una corrispondenza nutrita, e di alcune visitammo i poderi L’attuale pubblicazione non può necessariamente essere che un riassunto del materiale abbondante raccolto. La ragione di ciò sta nel fatto che non ci troviamo innanzi un istituto a tipo unico e procedimenti uniformi, che, se tale, ci avrebbe permesso di valerci di rappresentazioni metodiche dei risultamenti dell’inchiesta, il che non fu possibile. 2 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net Basterà accennare alla differenza sostanziale che esiste fra le “affittanze collettive a conduzione unita”, vere e proprie organizzazioni ad azione cooperativa, e le “affittanze collettive a conduzione divisa” – applicazione del concetto individualistico alla conduzione della azienda agraria, nonostante un primo atto di azione coordinata allorché è assunto l’affitto, e nonostante intese saltuarie successive – per comprendere la difficoltà di una esposizione uniforme di elementi di studio così vari. Trovammo opportuno di stendere una prima parte i Preliminari, che definisce l’istituto delle “affittanze collettive” e tenta di porne in evidenza il carattere, coll’esporre le condizioni dell’ambiente economico nel quale è sorto, e col descrivere l’ordinamento interno. Ai preliminari segue una parte, intitolata Statistiche, la quale contiene dati e notizie, esposti in forma succinta; tale però da fornire allo studioso quanto può occorrergli per definire ogni “affittanza collettiva” nelle sue entità di lavoro e di capitale. Chiude l’inchiesta la terza parte, Documenti, la quale contiene Statuti, Regolamenti e Atti analoghi. Quale l’avvenire delle “affittanze collettive”? Non arrischiamo la risposta, perché assistiamo alle prime prove; ma poniamo alcuni dei termini, secondo i quali, ci sembra, l’argomento dovrà essere esaminato. A dare forza di successo alle affittan ze collettive contribuirà certo lo spirito politico e religioso che cercano di infondervi i promotori dell’una e dell’altra scuola. È però fuori di dubbio che l’istituto potrà prosperare sol quando si trovi in condizioni materiali che permettano, non solo il pagamento di salari normali, ma altresì l’esaurimento di tutti i bisogni di una azienda agraria. Costituito un organismo, il quale adempia con profitto alla funzione economica, a cui è chiamato, saranno facilmente vinte le difficoltà, specialmente quelle del credito, intorno alle quali si dibattono le che riprovare la “affittanze collettive”. Noi, seguendo tale concetto, non possiamo tendenza di quelle Cooperative agricole, le quali, piene di fiducia e di baldanza, per accaparrarsi qualche azienda agraria, spingono i canoni di 3 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net affitto a cifre alte, aprendo così la via alla più grave delle difficoltà, e forse segnando, fino dal principio, il loro insuccesso. L’impresa deve essere finanziariamente vantaggiosa e bene condotta; ragione questa che dovrà farci sempre apprezzare, meglio delle altre, quelle “Affittanze collettive”che, insieme colla assunzione di un’impresa buona, abbiano pure formata una organizzazione interna razionale, fondata soprattutto sulla buona direzione tecnica. Non mancheranno allora i soccorsi del credito e non mancherà l’aiuto che, nelle varie contingenze dell’esercizio di una azienda agraria, sono conseguibili, per vie facili e naturali, nell’ambiente economico in cui essa vive. 34 Rispetto al modo di considerare le affittan ze collettive nel loro adattamento ai vari sistemi di coltura, ha importanza secondaria il fatto, sotto altro aspetto invece di notevole valore, che talune hanno soprattutto lo scopo di dare collocamento per turno ai lavoratori disoccupati. Le “affittanze collettive si adattano ugualmente a tutti i sistemi di coltura? Così a quelli nei quali il suolo è il più importante elemento della produzione (sistemi intensivi), come a quelli in cui il lavoro entra in larga misura (sistemi attivi) ed agli altri, i quali prendono carattere dai perfezionamenti della tecnica moderna, il che è quanto dire essenzialmente dal capitale, (sistemi intensivi)? 5 Finora non esistono “affittanze collettive” le quali seguano sistemi prettamente estensivi di coltura. Invece quanti non sono i luoghi in Italia dove lo sfruttamento del suolo è fatto, per diritto collettivo, dagli abitanti di un determinato territorio, semplicemente raccogliendo i prodotti spontanei del bosco, o mandando gli animali al pascolo! Ma tali comunanze non possono essere pareggiate senz’altro alle “affittanze collettive” giacché assai meno perfetta è l’azione di una collettività non organizzata, se non per l’esercizio di un determinato diritto, di quella di una affittan za collettiva, ordinariamente foggiata come società, legalmente costituita in forma civile o commerciale. Si apre qui il campo alla discussione sui demani comunali, di estrema importanza per il Mezzogiorno, e la mente corre ai 4 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net disegni di legge,in specie a quelli del Rinaldi e del Lacava,che tendevano a dare forma e consistenza precisa alle comunan ze,in modo da poterle raffigurare come veri organi operanti nello sfruttamento del suolo,a cominciare dai sistemi più largamente estensivi. L’ambiente più adatto per le affittan ze collettive parrebbe dunque essere quello dei sistemi attivi di coltura. L’esempio suffraga tale osservazione. E intanto viene di farsi la domanda: - “fin dove l’azione collettiva di un gruppo di lavoratori può mantenersi, e non nascere la tendenza individualistica che conduca il lavoratore a voler essere padrone e libero di se stesso, quindi proprietario, o piccolo affittuario, o mezzadro?” Le affittan ze collettive della media Lombardia, dove la coltura attiva è in uso, sono tutte a conduzione divisa, vale a dire che, concluso l’affitto in comune, i poderi, di piccola estensione, nei quali è divisa l’azienda, sono ognuno affidati con responsabilità e vantaggi distinti alle famiglie dei soci. Le affittan ze collettive di quasi tutta l’Emilia, la Romagna e luoghi contigui, che rappresentano più da vicino il principio del lavoro collettivo, hanno invece prese le mosse da condizioni di agricoltura aventi sistemi meno attivi di quelli della Lombardia. D’altro canto nella Sicilia i sistemi di coltura, nei territori in cui sono sorte le affittanze collettive stanno più presso agli estensivi che agli intensivi, e non vale a modificare tale stato di cose l’avere esse colà seguito il concetto della “conduzione divisa”. Ai sistemi attivi seguono facilmente i sistemi intensivi là dove l’ambiente economico favorisce l’applicazione dei capitali, ed è a questo punto che sorgono le maggiori difficoltà per le cooperative dei lavoratori; difficoltà, le quali non sono soltanto da ritrovare nella scarsa fiducia che ispirano di solito, ma ancora perché molte volte, nell’assetto normale delle imprese industriali agrarie, il passaggio da sistemi meno intensivi a sistemi più intensivi, è chiamato ad effettuarsi, non coll’agglomeramento immediato della mano d’opera, ma con l’investimento, preparatorio per molti anni, di forti capitali. La “Maremma”, ad esempio, dovrà passare attraverso allo stadio di sistemi grado più intensi, colla specializzazione delle colture granarie e prative, mediante l’applicazione dei grandi mezzi 5 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net di coltura, vale a dire mercè l’uso dei sistemi meccanici di lavorazione del suolo e l’impiego delle macchine da raccolta, per potere dare luogo a profitti netti che permettano l’investimento di nuovi capitali nella riduzione e sistemazione del suolo, nella costruzione di strade e fabbricati, nelle piantagioni, ecc. Cose tutte le quali chiameranno solo gradualmente il bisogno di più accurati sistemi e di maggiore quantità di mano d’opera. Non dobbiamo infine dimenticare che l’esercizio dell’impresa agraria, col mezzo di una Società legalmente costituita, vale a dire colla adozione di un organo intermedio di più nel procedimento della produzione del suolo, è una ragione di rincaro dei prezzi di costo delle derrate, dovuta alle maggiori spese di amministrazione, alla imposta di ricchezza mobile sull’ente speciale, dove ne è il caso, ecc. Fedeli alle nostre promesse, non trarremo giudizi assoluti. Diremo loro, a guisa di conclusione di queste premesse, che l’affittanza collettiva non deve a priori, nell’assetto economico attuale, essere ritenuta un organismo il quale dovunque possa vivere e prosperare. Troverà condizioni facili, ne troverà di men facili, e ne troverà di difficilissime o senz’altro impossibili all’adattamento. Se è nell’animo degli uomini di buona volontà di favorirla, si ponga mente alle condizioni generali dell’ambiente agrario, in cui è chiamata a sorgere, e si vegga se ed in qual modo quelle condizioni possano venire modificate in suo favore con provvedimenti legislativi o di altro genere, quando non siano tali da assicurarne da sole il successo. L’esame della seconda parte di questa inchiesta, le Statistiche, ci dimostra come nella Lombardia l’importanza finanziaria delle operazioni, che si connettono colla attività delle affittanze collettive, sia notevolissima. Si tratta bene spesso di aziende con canoni di affitto e cauzioni per decine di migliaia di lire, di istituti popolari di credito, i quali, nell’esercizio ordinario delle loro operazioni, hanno pure quella di assumere affitti collettivi per gruppi di famiglie coloniche, e abbiamo esempi, non infrequenti, di Opere Pie le quali hanno affittate vaste aziende ad associazioni di contadini. 6 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net Si spiega facilmente come queste affittanze collettive abbiano potuto spingersi così innanzi, col f atto che esse, di spirito cattolico, hanno veri e propri patroni che li indirizzano, le aiutano e le appoggiano, il che avviene del resto anche per le affittanze collettive cattoliche della Sicilia. Amici, se non vogliamo dirli patroni, troviamo pure, di frequente, aiutare le cooperative a spirito socialista e quelle non confessionali. Non ci arrischieremo di dire che, nello stato presente delle organizzazioni che stiamo studiando, ciò sia un male, ma certo dobbiamo augurarci che esse riescano in avvenire, per ogni loro necessità, a bastare a sé stesse, perché così soltanto potranno avere vita sicura Il conseguimento di un tal fine si ha quando, data la saldezza dell’organizzazione compongono, e venga lo spirito messo in di atto concordia il tra principio coloro della che la materiale responsabilità dei singoli per ogni impegno che la Società assume; responsabilità che, non solo ciascuno di essi deve sentire come un obbligo morale, ma anche deve avere effettivamente data, in misura, s’intende, che ad ognuno sia sempre possibile di sopportarla e di farvi fronte. L’esempio di qualche affittan za collettiva, in cui i soci rilasciano parte del salario a garanzia degli impegni assunti dalla Società, ci fa ritenere il sistema di grande efficacia per rinsaldare i vincoli sociali, e di maggiore valore, riguardo al credito, dei privilegi di legge sui prodotti pendenti e le scorte e del deposito vincolato delle derrate nei magazzini. La terza parte dell’inchiesta –Documenti- ha valore dalla esposizione semplice e fedele degli Statuti, dei Regolamenti e di altri Atti della Società, scelti fra quelli che una od altra ragione rende più spiccatamente caratteristici. L’esame loro darà modo allo studioso di conoscere a fondo l’indole delle diverse associazioni ed il modo con cui sono regolate. Vorremmo dire che è la migliore parte della nostra pubblicazione; certo la più concreta. 7 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net Quale varietà di intenti e di metodi dalla Società “La Madre Terra” di Castrogiovanni di Caltanisetta con tendenza collettivista, eppure a conduzione divisa, alla Cooperativa agricola di Fabbrico di Reggio Emilia operante con forme più complete di cooperazione, alla Federa zione agricola di operai di Bocca di Falco di Palermo che ha imposto ai soci la responsabilità illimitata, alla Società Probi Contadini di Castel Cerreto e Battaglie di Treviglio di Bergamo sorta coll’aiuto e la vigilanza di attivi propugnatori delle organizzazioni economiche cattoliche, al Piccolo Credito di Rho in provincia di Milano, istituto di risparmio e di credito, il quale con aiuto e vigilanza della stessa natura, stabilisce come una delle sue ordinarie funzioni, assumere le affittan ze a beneficio di gruppi di contadini! La varietà degli intenti e dei metodi nulla toglie però al significato grandemente civile della affittan za collettiva. All’infuori delle differenze di fede politica e religiosa, sta il proposito comune di giovare colla organizzazione ad una delle classi meno fortunate di lavoratori, quelli delle campagne. Tale proposito deve essere apprezzato ed incoraggiato, nello stadio attuale del problema che ha formato oggetto di questa nostra inchiesta, affinché, o per moto spontaneo o mercé l’azione iniziatrice di uomini oculati e saggi, l’istituto della affittan za collettiva sorga e si rinvigorisca là dove nel nostro paese può trovare condizioni favorevoli al suo sviluppo. Con questo intendimento ed augurio la Federa zione Italiana dei Consorzi agrari affida la modesta sua opera alla benevolenza dei lettori. 8 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net PER LA FEDERAZIONE ITALIANA DEI CONSORZI AGRARI G. RAINERI Deputato al parlamento Piacenza, 3 Maggio 1906 CAPITOLO PRIMO TIPI DI AFFITTANZE COLLETTIVE E LORO ORDINAMENTO. Per affittan za collettiva noi intendiamo un’azienda agraria, assunta e condotta, il più frequentemente in affitto, ma anche a mezzadria o in enfiteusi, da una associazione di lavoratori Vi sono due tipi di affittanza collettiva: a condu zione unita e a conduzione divisa L’affittan za collettiva a condu zione unita è una azienda con amministrazione e bilancio unici, anche quando più siano i poderi, di cui l’azienda si compone, e più siano i lavoratori ai quali i poderi siano stabilmente affidati. L’affittan za collettiva a conduzione divisa ha un contratto unico per l’assunzione in uso della proprietà fondiaria; ma, per tutti gli atti successivi, esistono altrettante aziende a sé quanti sono i poderi in cui la proprietà viene divisa, ognuno dei quali è affidato stabilmente ad un lavoratore colla sua famiglia. Si tratta dunque di tipi i quali, se hanno un elemento comune, la sostituzione di un affittuario capitalista con una associazione di lavoratori, sono, per il resto, diversi fra loro, e noi conserviamo ad entrambi la denominazione comune, unicamente in omaggio all’uso. 9 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net I Affittanze collettive a conduzione unita A) Carattere, forma giuridica delle “affittanze collettive a conduzione unita”e loro distinzione. Le affittanze collettive a conduzione unita si trovano nell’Emilia, nella Romagna e nella provincia di Mantova 6 La derivazione delle Società, che hanno assunto la gestione di questa forma di affittanza, ci consente di stabilire molto nettamente il loro carattere. Esse infatti nacquero e si mantengono con propositi di organizzazione proletaria, e hanno rapporti e contatti con le organizzazioni politiche socialiste. Salvo alcune eccezioni 7, hanno una forma giuridica comune: la Società anonima cooperativa a capitale illimitato. Distinguiamole affittan ze collettive a condu zione unita in chiuse e aperte. Chiuse (es.: Società di Fossoli di Carpi in provincia di Modena) diciamo quelle nelle quali il numero dei soci è limitato e commisurato alla quantità di mano d’opera richiesta dall’impresa. Aperte (Cooperativa agricola di Fabbrico e tutte le “affittanze collettive” aventi la forma di Società anonima cooperativa) diciamo invece quelle nelle quali il numero dei soci è illimitato 8 e superiore al bisogno della quantità di mano d’opera necessaria, e il lavoro è distribuito fra i soci per turno. Abbiamo detto che il nome di affittanze collettive non implica l’indicazione della forma del contratto con cui vengono assunti collettivamente i terreni: se in affitto, a mezzadria o in enfiteusi. Vi sono affittanze collettive a conduzione unita con aziende in affitto, e ve ne sono con aziende a mezzadria; nessuna finora ci risulta con contratti ad enfiteusi. B) Ordinamento di una “affittanza collettiva a conduzione unita”- la Cooperativa agricola di Fabbrico- avente terreni in affitto. Come esempio delle affittan ze collettive a condu zione unita che hanno terreni in affitto, riportiamo l’ordinamento della Cooperativa agricola di Fabbrico, in provincia di Reggio Emilia, perché servì di esempio alla maggior parte delle altre del genere. Essa è fra le aperte. Avremo cura in seguito di far rilevare le differenze sostanziali fra 10 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net l’ordinamento di questa Cooperativa e quello delle Associazioni consimili. La Società anonima cooperativa di miglioramento fra lavoratori della terra di Fabbrico, -è questo il suo nome esatto- ha per oggetto il migliorare progressivamente la condizione economica e morale dei lavoratori della terra, procurando loro lavoro e abituandoli alla previdenza. Essa si propone di raggiungere il suo scopo coll’imprendere la conduzione di fondi rustici, la coltivazione dei quali viene assunta collettivamente dai soci colle loro famiglie; coll’esercitare il commercio dei prodotti agricoli, necessari all’esercizio dell’industria agraria (concimi, zolfi, solfati, attrezzi di lavoro, macchine, ecc.); coll’esercitare imprese di lavori pubblici, che abbiano attinenza col miglioramento delle condizioni del terreno (lavori di bonifica, argini, terrapieni, dissodamento di terreni, ecc.); col diffondere l’istruzione agricola fra i soci; coll’istituire un fondo soccorso per i soci nei casi di malattia o di assoluta indigenza. Possono far parte della Società i braccianti, boari, giornalieri e camerati del paese, uomini e donne. Sono ammessi anche gli affittuari e i mezzadri che hanno una limitata estensione di terreno, così da poter essere liberi di coltivare terreni altrui, almeno per metà tempo dell’anno. Ogni socio deve versare, all’atto dell’ammissione, la tassa di una lira ed acquistare almeno due azioni, se è uomo, e almeno una se è una donna, da pagarsi in rate mensili anticipate di lire una. Il valore delle azioni è di lire dodici 9. Organi della Società sono: l’Assemblea generale dei soci, il Consiglio di amministrazione (composto di un Presidente e di otto Consiglieri, che durano in ufficio due anni e sono rieleggibili); il Comitato dei sindaci (tre effettivi e due supplenti, che durano tutti in ufficio un anno e sono rieleggibili). La scelta degli impiegati (Direttore tecnico, Segretario contabile, Cassiere ecc.) è fatta dal Consiglio. L’ufficio di Direttore tecnico è affidato al Presidente, il quale riceve una indennità. Il Segretario contabile è pagato con stipendio fisso. Il Cassiere, all’atto dell’ammissione in ufficio, deve versare una cauzione. La Cooperativa coltiva attualmente tre poderi, assunti in affitto, e li ha raggruppati in due aziende: la Scaglietta da una parte; la Donata e la Vallicella dall’altra 10 . 11 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net Per ognuna di questa due aziende vi è una famiglia di bifolchi comandata alla cura del bestiame (20 capi per azienda) e un capo-uomo. Tanto questo che quella ricevono un salario fisso. La Società ha così, come personale tecnico, oltre al Direttore, due capi-uomo, due famiglie di bifolchi e, come vedremo poi, anche un magazziniere. Nelle abitazioni, annesse alle aziende, stanno però solo i bifolchi e i capi-uomo. La coltivazione dei terreni, assunti in affitto dalla Cooperativa, viene eseguita dai soci, considerati come salariati e, occorrendo, anche da estranei, sotto la direzione del Presidente e sotto la sorveglianza dei capi-uomo. I proprietari del terreno non hanno nessuna ingerenza, salvi naturalmente i diritti che loro riconosce il capitolato d’affitto. I lavori vengono divisi in due categorie: quelli a giornata e quelli a cottimo. Si fanno a giornata i lavori nei quali è richiesto l’uso del bestiame, degli attrezzi rurali di trasporto e delle macchine agrarie, uso che determina da sé il numero degli operai occorrenti. Allorché si tratta di lavori a giornata, il capo-uomo di ogni azienda fissa il numero necessario di operai, e il Presidente provvede alla loro assunzione secondo il turno. I soci che, temporaneamente, non sono occupati nei poderi della Società, vanno a lavorare su aziende condotte da privati. I capi-uomo tengono nota, e rendono conto al Presidente, del lavoro prestato da ogni lavoratore. I pagamenti sono fatti settimanalmente in base ad una tariffa, fissata prima, e uguale a quella in vigore presso gli altri conduttori di aziende. A cottimo si fanno gli altri lavori; quelli nei quali non si richiede l’uso del bestiame, degli attrezzi di trasporto e delle macchine. Per eseguirli, il terreno viene diviso in zone, ognuna delle quali è affidata ad un gruppo di lavoratori, pagati ad un tanto per unità di superficie. Al fine di rendere più semplice la designazione delle zone, le Società non tratta a parte con tutti i lavoratori, ma tratta con i capigruppo i quali rispondono, verso la Società, del lavoro, compiuto settimanalmente da tutti i loro compagni, e, per essi, ricevono, da ripartirsi poi, il salario convenuto. Ai lavoratori a cottimo, per sollecitarne l’esecuzione e per ragioni riguardanti il credito, hanno obbligo di partecipare tutti i soci 12 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net Abbiamo accennato a ragioni riguardanti il credito. La Società, affine di non incorrere in troppi gravi anticipazioni di denaro, si fà far credito anche dai soci col consegnare loro solo parte del salario convenuto e col rilasciare, per il resto, un buono che verrà ritirato e pagato entro un anno, o anche dopo se le condizioni della Società non fossero favorevoli. Appunto per assicurarsi il credito dai soci, la Società fa a loro obbligo di parteciparvi. Chi non interviene deve trovarsi, tra gli estranei della Cooperativa, un sostituto, non solo; ma deve versare alla Cassa, a titolo di prestito, la somma occorrente per pagare il sostituto 11. Le operazioni di acquisto e di vendita vengono deliberate dal Consiglio ed eseguite materialmente dal magazziniere, altro impiegato della Cooperativa, il quale ha un salario fisso e rilascia, assumendo l’ufficio, una cauzione. Il magazziniere riceve in consegna i prodotti acquistati e ne rilascia ricevuta al Presidente. Allorché si tratta di vendite, egli rende conto, giorno per giorno, con modulo speciale, e sempre al Presidente delle vendite eseguite I soci della Cooperativa agricola di Fabbrico sono, in gran parte, anche soci della Lega di resistenza e della Cooperativa di consumo locali; ma le tre istituzioni sono amministrativamente indipendenti l’una dall’altra. La Lega di resistenza non ha rapporti continuati con la Cooperativa agricola. Essa esiste soltanto nei rapporti della classe dei braccianti coi conduttori delle altre aziende. Al più la Lega ricorre alla Cooperativa quando ha bisogno di operai per soddisfare impegni assunti con qualche privato. Con la Cooperativa di consumo, la Cooperativa agricola, non ha altri rapporti che quelli riguardanti la compra e la vendita di merci. C) Differenza tra l’ordinamento della Cooperativa agricola di Fabbrico e quello di Associazioni consimili Sul tipo della Cooperativa agricola di Fabbrico sono costituite quasi tutte le affittanze collettive a conduzione unita del Reggiano e del Bolognese. Si tratta al più di piccole varianti, riguardo alla composizione e formazione del capitale sociale, alla distribuzione degli utili, ecc. Alcuni 13 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net uffici sociali (per esempio, quelli di Presidente e di Direttore tecnico) a Fabbrico sono riuniti in una persona, mentre a Molinella, di Bologna, sono divise. Altri, come quello di Direttore e magazziniere, a Fabbrico sono divisi e in alcune Cooperative sono uniti. Presso qualche affittanza collettiva il Presidente è Direttore tecnico, magazziniere e, dove si ha una azienda sola, anche capo-uomo. Ma si tratta, in genere, di differenze che non modificano sostanzialmente l’ordinamento delle Società. Una notevole diversità, per quanto riguarda il pagamento del lavoro, è data dalla Cooperativa agricola di Altedo, in provincia di Bologna. Per la maggior parte dell’anno, salvo non si tratti di lavoratori estranei, i lavori non sono pagati in denaro; bensì con un buono che viene riconosciuto e accettato dai bottegai del paese. I bottegai, in tal modo, fanno credito alla Coopertiva e ne sono rimborsati quando essa vende i prodotti. D) Ordinamento di “affittanze collettive a conduzione unita”aventi terreni a mezzadria. Alcune Società hanno assunto i terreni a mezzadria e, come tali, hanno un ordinamento ben distinto da quello delle affittanze collettive sopra indicate. Trovare un esempio di mezzadria, che valga anche approssimativamente per tutte, non è possibile, data la profonda disparità di contratti che si concludono sotto il nome di mezzadria; contratti che non possono non influire sensibilmente, per il carattere loro, sull’ordinamento delle aziende. Tuttavia parleremo di due di tali mezzadrie collettive come quelle che ci sembrano le più tipiche: quelle di S. Rocco di Quistello (provincia di Mantova) e quella di Fossoli di Carpi (provincia di Modena). A S. Rocco quella Lega di miglioramento assunse nel 1901 la conduzione a mezzadria di tre poderi 12. Anch’essa è fra le Associazioni 14 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net aperte. La Lega deve provvedere alla lavorazione dei terreni e le spetta il pagamento di un canone, così detto di cortile, in ragione di L. 30 per ettaro e la metà spesa per i concimi, sementi, sostanze anticrittogamiche, ecc. I proprietari anticipano su stima, come capitale infruttifero, il bestiame bovino, gli attrezzi rurali e tutto quanto occorre per la conduzione del poderi; pagano metà per l’acquisto dei concimi, delle sementi, ecc. Di più anticipano, ognuno, in misura e modi diversi e sempre come capitale infruttifero, una somma per il pagamento dei lavoratori. Il prodotto viene diviso a metà. Se la Lega non eseguisce le opere in tempo debito, i proprietari hanno la facoltà di farle eseguire a loro spese. I proprietari e i mezzadri non possono vendere né comprare che di comune accordo. I proprietari poi sono rappresentati sui poderi da un castaldo e la Lega vi è rappresentata da un socio il quale ha l’alloggio gratuito. Su ogni podere vi è, e vi ha anch’essa alloggio, una famiglia di bifolchi, soci della Lega, che ricevono lo stesso salario degli altri soci, ma colla casa e la legna gratis. Il pagamento dei salari viene fatto ai soci, a titolo di acconti sugli utili finali, i quali sono poi ripartiti in misura uguale fra gli uomini, siano giovani, vecchi o adulti. Le donne sono pagate con tariffa speciale. La mezzadria collettiva di Fossoli di Carpi ci presenta un caso di Società chiusa. Circa quaranta soci della locale Lega di miglioramento fecero il contratto per conto loro. Contratto mediante il quale il proprietario cedette a mezzadria parte della sua azienda, coltivata a prato e cereali. La parte coltivata a prato viene condotta direttamente dal proprietario al quale preme assicurarsi il foraggio per il suo bestiame. Il resto viene condotto a mezzadria dalla Società, la quale non possiede bestiame. Necessariamente la parte, affidata alla Società, muta il posto 15 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net ogni anno col procedere dell’avvicendamento. La Società non ha personale fisso e non ha abitazioni sull’azienda. Il proprietario presta il bestiame, attrezzi e macchine, e versa metà importo dei concimi, delle sementi, del solfo, dei solfati ecc. e le quote di spesa per l’assicurazione contro la grandine e contro gli incendi. I lavoratori pagano l’altra metà e mettono la mano d’opera. Il prodotto viene diviso per metà e gli utili netti sono ripartiti in parti uguali fra i soci. La Lega è rappresentata sulla azienda dal Presidente, che è Direttore tecnico, e il proprietario è rappresentato da un proprio castaldo. Altri tipi di società chiuse si hanno nel Comune di Ravenna. I braccianti di quel Comune si riuniscono in gruppi e assumono a mezzadria, con contratti annuali, la conduzione indivisa di risaie. In genere il proprietario dà il terreno, gli attrezzi, qualche volta anche una dote di denaro; e concorre a metà nella spesa per l’acquisto delle sementi e dei concimi, per l’assicurazione e per il nolo della trebbiatrice. Il prodotto ricavato è diviso a metà 13 II Affittanze collettive a conduzione divisa A) Carattere e forma giuridica delle “affittanze collettive a conduzione divisa”. Le affittanze collettive a conduzione divisa sono diffuse nella Lombardia (parte media) e nella Sicilia. Qualcuna si trova pure nel Piemonte, nell’Emilia e nella Romagna. Con esse l’associazione sostituisce l’affittuario nel pagamento e nella garanzia del canone di affitto e qualche volta nelle anticipazioni. Fra le affittanze collettive di questo tipo è da fare qualche distinzione. La prima è dovuta al loro carattere politico e confessionale. Molte di esse sono cattoliche; altre hanno impronta socialista o democratica; poche sono neutre. È bene chiarire però che la partecipazione ufficiale dell’ente alle lotte politiche non è ordinariamente un fatto esplicito. 16 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net Parecchie associazioni cattoliche della Lombardia e l’unica affittanza collettiva del Piemonte (Livorno Vercellese in prov. di Novara) sono organizzate sul tipo delle Società Probi-contadini di Castel Cerreto e Battaglie in Treviglio di Bergamo e parecchie di quelle della Sicilia sul tipo della Società Piccole Industrie S. Isidoro in Caltagirone di Catania. Queste associazioni cattoliche, oltre al carattere religioso, ne hanno, specialmente quelle della Lombardia, un altro, diremo così patriarcale. Lo statuto della Società Probi-contadini di Castel Cerreto e Battaglie in Treviglio, dice infatti nell’art. 6 “ Fanno parte di diritto della Società i Rev.mi signori Sacerdoti monsignore Alessio Na zari, Portaluppi Canonico Teologo Ambrogio, Ghe zzi Sacerdote Pompeo e le altre persone che, in luogo di questi tre, qualora escano dalla Società per morte o per rinuncia, saranno designate a surrogarli da essi stessi o dai superstiti. Così è stabilito sino allo scioglimento della società. Fanno parte della società i contadini capi-famiglia i quali accettano il presente Statuto e si obbligano a osservarlo e a farlo osservare scrupolosamente”. I tre Sacerdoti nominati sono rispettivamente Presidente onorario, Presidente effettivo e Vice-presidente della Società. Un’altra distinzione è quella relativa alla forma di costituzione: alcune sono Società civili, altre sono Società commerciali. Civili sono in genere le Società cattoliche della Lombardia e quella del Piemonte; commerciali, tranne eccezioni, sono le altre. Le ragioni per cui le affittanze collettive cattoliche lombarde preferiscono la forma civile, sono dette dal Sacerdote Portaluppi in un articolo pubblicato sull’Osservatore Cattolico del 28-29 maggio 1901: “Nel caso attuale (nel caso cioè delle affittanze collettive) questa forma (forma civile) avrebbe il suo vero posto perché l’affittan za e lavora zione di un fondo non costituiscono atto commerciale. I soci, mediante atto notarile, dichiarano di costituire una Società particolare con apposito Statuto, tenendosi illimitatamente responsabili di fronte ai terzi delle obbliga zioni contratte regolarmente dalla Società e versano una quota all’entrata. Se il patrimonio, formato 17 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net con le quote d’entrata, non bastasse alla Società, questa ricorrerà a prestiti che non le sarà difficile trovare.”. B) Ordinamento delle “affittanze collettive a conduzione divisa” Per quanto ha rapporto alla conduzione, l’affittan za collettiva a conduzione divisa considera l’azienda divisa in lotti e cede questi alle famiglie dei soci con un contratto di colonia 14. Diverso è il modo con cui viene fatta dalla Associazione ai soci la cessione dei lotti. In alcune affittanze collettive (ad es. la Società ProbiContadini di Castel Cerreto e Battaglie in Treviglio di Bergamo) si tratta di associazioni costituite fra i coloni che si trovavano già stabiliti sulle aziende. Ora si tende di fare divenire sistema il caso, e, nel momento in cui viene a scadere, per l’affittuario, che prima aveva le aziende in affitto, il termine della locazione, i coloni si riuniscono e assumono insieme l’azienda o le aziende in affitto. In altre affittanze collettive (es. Cooperativa agricola di Calvenzano di Bergamo e affittanze siciliane) l’associazione, dopo costituitasi, affida la coltivazione dei singoli lotti, ex novo, alle famiglie dei soci e, occorrendo, anche a famiglie di estranei. Dove poi il numero dei soci è di gran lunga superiore al numero dei lotti in cui può essere ragionevolmente diviso il terreno assunto in affitto dall’Associazione, questa (ad es. la Associa zione operai braccianti del Comune di Ravenna) affida la coltivazione dei lotti alle famiglie dei soci, ma nella cessione applica il turno. Ogni socio-colono non può rinnovare la locazione quando sia giunta al termine stabilito, ma gli subentra un socio rimasto prima senza lotto. Per evitare contestazioni, facili a sorgere in causa della diversa qualità e produttività del terreno, da molte associazioni l’assegnazione dei lotti è fatta per estrazione a sorte. L’ampiezza dei lotti talvolta è tale che può assorbire in modo continuo l’intera attività di una famiglia; talvolta invece essa è così limitata da richiedere una quantità altrettanto limitata di lavoro. Accade, in questo secondo caso, che il lotto di terra venga coltivato dalle donne e dai ragazzi della famiglia del colono mentre gli uomini adulti della famiglia vanno altrove a guadagnarsi la giornata. 18 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net Le famiglie di coloni solo in qualche luogo hanno l’abitazione sull’azienda, collettivamente assunta in affitto. Spesso invece abitano fuori. Nelle case, annesse all’azienda, abita allora, tutto o in parte, solo il personale fisso di cui diremo poi. Ogni famiglia lavora indipendentemente, salvo i patti fissati nel capitolato, il proprio lotto e ne ritiene il prodotto, pagando il canone convenuto alla Società. Quando un lotto non ha tale ampiezza da poter essere fornito del bestiame, delle macchine e degli attrezzi necessari, la Società provvede il tutto ai soci per turno e a nolo. Talvolta il bestiame, le macchine e gli attrezzi sono proprietà privata dei soci. 15. Necessariamente, dove il bestiame è proprietà dell’Associazione, l’azienda, assunta in affitto, non può essere tutta divisa in lotti. Resta una parte a prato, condotta per conto della Società e coltivata dai soci, dove a pagamento, secondo una tariffa preventivamente fissata e dove senza pagamento. Questa parte, che diremo collettiva, muta di posto secondo le esigenze dell’avvicendamento. Dove il bestiame è di proprietà sociale, le associazioni hanno al loro servizio, ciascuna, una o più famiglie di bifolchi, pagate con salario fisso. Esse hanno spesso al loro servizio anche un magazziniere per la sorveglianza e la conservazione dei prodotti e delle macchine di proprietà sociale e per la esecuzione delle operazioni di acquisto e di vendita. Nei loro rapporti con i soci le associazioni sono rappresentate, oltre che dal Consiglio, da un personale tecnico – agronomi, fattori, guardiani – o da una Commissione di vigilanza, composta di soci, alla quale è affidato l’incarico di procedere alla designazione dei lotti, alla sorveglianza sulla coltivazione del podere e alla ripartizione dei prodotti. In qualche luogo i bifolchi, pur ricevendo un compenso a parte, hanno ugualmente un lotto da coltivare come gli altri soci. In qualche Società i soci-coloni si uniscono per procedere insieme agli acquisti, alle vendite, all’esercizio delle industrie agrarie (Cooperative agricole di Calvenzano di Bergamo) 19 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net Ad alcune anche è aggregata una Società di mutua assicurazione contro i danni della mortalità del bestiame (Cooperativa agricola di Calvenzano e Società civile Probi contadini di Mugghiano di Milano) 16, altre favoriscono la istituzione e l’incremento di Società di tal genere con il promuovere la inscrizione in esse dei propri soci (Unione rurale di Maniago Comense). Le Associazioni sono amministrate da un Consiglio, spesso con l’aiuto di un impiegato contabile e di un Cassiere. In alcuni casi l’ufficio di Direttore tecnico è comune con quello di Presidente o di Vice-Presidente. In qualche Associazione esiste un collegio di Probiviri per le divergenze che insorgessero fra i soci. Talora l’Associazione non ha una bene definita organizzazione amministrativa. Volta per volta allora, essa dà incarico ad un socio di recarsi a fare i pagamenti e le operazioni che interessano i terzi; ma, per quanto riguarda i rapporti fra i soci, non vi sono cariche e regole fisse. Il modo di assunzione dei terreni più frequente è l’affitto. In Sicilia si trovano casi di terreni assunti collettivamente a mezzadria. In questi casi il proprietario, più che assumersi la direzione, esercita il controllo su di essa con personale proprio. Di solito l’ordinamento da noi indicato non viene, anche trattandosi di mezzadria, sensibilmente modificato. Concludendo, nelle affittanze collettive a condu zione divisa, l’associazione assume, nell’interesse dei soci, le precise funzioni dell’affittuario. Tolto questo spostamento, l’ordinamento dell’impresa non ha mutato col passaggio dell’azienda dall’affittuario capitalista all’associazione dei coloni. La coltivazione resta individuale. 20 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net CAPITOLO SECONDO COME E PERCHE SORSERO LE AFFITTANZE COLLETTIVE NEGLI ULTIMI TEMPI Le affittanze collettive sorsero non con gli stessi intenti e per le stesse cause nelle varie regioni italiane che ce ne danno esempio. Nell’Emilia e nella Romagna fu il concetto della resistenza e il concetto di avere trovato un mezzo efficace per vincere la disoccupazione 17che spinse i lavoratori organizzati delle campagne a crearle. Analoghe sono le ragioni del fenomeno nel Novarese ed in qualche parte della Lombardia, come il Bresciano e il Cremonese. Ma, nel resto della Lombardia e nella Sicilia, si può dire che, a determinare il sorgere dell’affittanza collettiva, abbia contribuito quasi esclusivamente l’aspirazione dei coloni ad eliminare il grande affittuario e a stabilire rapporti diretti col proprietario per migliorare le proprie condizioni economiche. 21 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net I. Emilia, Romagna e luoghi vicini A) Le affittanze collettive sono una derivazione delle ultime agitazioni agrarie Il sorgere di associazioni di lavoratori della terra, che assumono la conduzione collettiva di aziende agrarie, è dovuto quasi dappertutto, nell’Emilia, nella Romagna e nella provincia di Mantova, alle stesse cause che hanno determinato le agitazioni agrarie di questi ultimi anni. Mentre però le organizzazioni proletarie agricole ricorrevano prima alla resistenza, che si esplicava principalmente per mezzo degli scioperi, ora, col sorgere delle affittanze collettive, ricorrono alla cooperazione. Si tratta insomma di un nuovo indirizzo che i lavoratori hanno adottato nella lotta per la conquista dei miglioramenti a quali aspirano. B) La sovrabbondanza della mano d’opera in rapporto con le agitazioni agrarie Nei luoghi dell’Emilia, della Romagna e nelle province di Mantova e Rovigo, dove la lotta, come del resto in altri territori, si agita più frequentemente fra conduttori di fondi e lavoratori avventizi, esiste, a rendere più aspra la lotta e più acuto il malcontento, un fatto superiore a qualsiasi volontà: la sovrabbondanza della mano d’opera 18. S’intende che, quando diciamo sovrabbondanza di mano d’opera, ci riferiamo al bisogno che l’esercizio locale dell’agricoltura ha del lavoro manuale. Non abbiamo dati esatti, relativi a tale bisogno e le cifre, che riportiamo in nota, riguardano la popolazione in sé, prescindendo da questo bisogno. 22 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net C) L’emigrazione in rapporto con la disoccupazione Nelle province dell’Emilia e della Romagna che abbiamo prese in esame, la emigrazione all’estero non è così intensa da costituire uno sfogo adeguato alla sovra popolazione. Nella Romagna la emigrazione è minima 19 Vi è da tenere conto, oltre che della emigrazione all’estero, anche di quella all’interno; ma, disorganizzata com’era ora, questa forma di emigrazione è più spesso sinonimo di concorrenza fra lavoratori, la quale aggrava gli effetti della disoccupazione. D) I fini e gli effetti delle organizzazioni di resistenza. I lavoratori, riunendosi in Leghe di miglioramento o di resisten za, vollero: a) ottenere un aumento di salario; b) conseguire una diminuzione delle ore di lavoro o almeno la determinazione di un orario giornaliero; c)disciplinare la distribuzione del lavoro agli operai col turno, in modo che ad ognuno di essi fosse garantita una quota di lavoro uguale a quella dei compagni o commisurata, nei limiti del possibile, ai bisogni dei singoli soci. Quanto all’aumento del salario e alla determinazione dell’orario, i primi tentativi delle Leghe diedero risultati corrispondenti al fine. Le statistiche ufficiali 20 tentano di dare le cifre dei maggiori salari lordi e netti conseguiti: netti, cioè, dalle perdite subite dalla classe lavoratrice con gli scioperi. Le cifre, che hanno, s’intende, un valore relativo, non computano inoltre i risultati conseguiti nei casi di reciproco accordo, avvenuto senza sciopero, fra conduttori di fondi e lavoratori. 23 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net Ma, dopo breve periodo, è risaputo, che i miglioramenti cominciarono ad arrestarsi. I proprietari opposero più energica resistenza alla azione delle Leghe nel timore che portasse ad una limitazione tale del beneficio industriale da rendere più conveniente l’impiego dei capitali di altre industrie. La resistenza si manifestò principalmente sotto queste forme: soppressione di molti lavori non strettamente necessari; impiego di macchine agrarie e in special modo di quelle che limitano la mano d’opera, 21 e, come effetto immediato, nuova disoccupazione si aggiunse all’antica. Inoltre si manifestò la tendenza dei proprietari ad abbandonare la conduzione dei loro terreni per affidarli ad affittuari o a mezzadri. Più ancora dei proprietari, resistettero alla pressione delle Leghe gli affittuari, là dove (come nel basso Reggiano, nel basso Modenese e nel basso Bolognese) il contratto di affitto è più diffuso per l’assenteismo dei proprietari privati, o per la poca sicurezza del reddito, che consiglia ai proprietari di vaste aziende di cederle in uso a imprenditori, o per il fatto che colà sono molte le aziende di proprietà di enti morali (Comuni, Opere Pie, ecc.) i quali per legge devono affittarli. Gli affittuari furono condotti ad opporre una maggiore resistenza perché stretti anche dai proprietari, non inclini a ribassare i canoni, essendosi mantenuta pur sempre forte la concorrenza tra gli aspiranti all’affitto 22. A questo si aggiunga, nella bassa Emilia, che in qualche luogo l’impresa agraria è sommamente rischiosa perché la giacitura del suolo e le inondazioni rendono incerto il reddito. Tutto ciò spiega come già nel 1902 e nel 1903, non solo fossero diminuiti di numero gli scioperi agrari ma fosse diminuita anche la percentuale degli scioperi vittoriosi 23. E spiega anche come nelle 24 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net organizzazioni dei lavoratori si sino manifestati la sfiducia e il disgregamento. Quanto al terzo fine, quello di disciplinare la distribuzione del lavoro ai soci, il male stesso, la disoccupazione, fu di ostacolo alla attuazione del rimedio. Il lavoratore della terra avventizio, occupato a giornate, quindi sempre con l’indomani incerto davanti a sé, e preoccupato di assicurarsi il lavoro presso qualche conduttore di fondi, mal si adattava a una necessaria disciplina che temeva potesse recargli il danno immediato della disoccupazione. Finché la Lega poté spuntarla nella lotta contro i padroni, egli si adagiò nella convenzione della forza che gli proveniva dall’essere organizzato; ma quando la Lega trovò, nella resistenza dei conduttori di fondi e nella concorrenza di altri lavoratori, un ostacolo al conseguimento dei suoi fini, dell’organizzazione il primo fu causa rilassamento di nella indebolimento compagine ulteriore. Ogni lavoratore cercò di bastare a se stesso, a costo di dover correre avanti agli altri. Molte Leghe così si sciolsero. Altre però restano, fiduciose di mantenere le migliori condizioni ottenute, e provvedendo a completare o a sostituire la resistenza con la fondazione di istituti cooperativi. Non piccola influenza, nel determinare il sorgere delle affittanze collettive hanno lo spirito di imitazione e l’attività dell’Ufficio agrario della società Umanitaria in Milano il quale stende la sua azione anche fuori della Lombardia. II Novarese A) Analogia delle condizioni per il sorgere delle affittanze collettive tra l’Emilia e il Novarese. Nel Piemonte esiste, per quanto è a nostra conoscenza, una sola affittanza collettiva: a Livorno Vercellese in provincia di Novara. A Fontanetto Po di Novara è sorta ora una Cooperativa agricola che 25 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net comincerà quest’anno a coltivare terreni presi in affitto. Ci dicono poi che a Santhià e a Vergnasco, sempre in provincia di Novara, si và ora iniziando un movimento inteso a far sorgere altre affittanze collettive. Le ragioni di esso sono certamente analoghe a quelle che abbiamo enunciate per Emilia: sovrabbondanza di mano d’opera e conseguente disoccupazione; salari bassi e limitazione dei lavori da parte dei conduttori delle aziende agrarie. Hanno in ciò la loro parte le lotte per il lavoro risicolo. III Lombardia A) Ragione diversa del sorgere delle affittanze collettive lombarde. Le affittanze collettive lombarde ebbero diversa ragione tra loro nel sorgere; sicché, per meglio studiarle, le dividiamo in due gruppi: da un lato quelle dell’alto Milanese, del basso Comasco e del basso Bergamasco, e dall’altro quelle del basso Bresciano e dell’alto Cremonese. B) Affittanze collettive dell’alto Milanese, del basso Comasco e del basso Bergamasco. Nella plaga della media Lombardia che comprende l’alto Milanese, il basso Comasco e il basso Bergamasco, non c’è disoccupazione, come nell’Emilia, perché la vicinanza di centri industriali assorbe molta mano d’opera, e vi è piuttosto scarsità che eccesso. L’agitazione agraria che qui, come altrove, causò il sorgere di affittanze collettive, fu determinata da ben altra causa; la specialità del contratto in uso. Le aziende sono in prevalenza ampie e non poche possedute da Opere Pie. E, sia per l’assenteismo dei proprietari, sia per il fatto che le Opere Pie sono obbligate ad affittare i loro terreni, molte sono le aziende agrarie assunte da un affittuario che è spinto dalle condizioni dell’agricoltura, nella quale, a tacere d’altro, l’allevamento del baco da seta ha una importanza 26 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net grandissima, a dividerle in lotti e a cedere poi queste a famiglie di coloni, con un contratto misto di mezzadria e di affitto. L’affittuario non ha funzioni tecniche; egli è interessato d’ordinario alla sola produzione dei bozzoli e in qualche caso ha nell’azienda una parte sua che viene coltivata in giornate d’obbligo dai coloni. Nel resto egli è un semplice intermediario fra il proprietario ed i coloni avente l’obbligo generico della garanzia e del pagamento del canone. Poiché non era sempre possibile, benché in qualche caso lo si sia fatto 24, proprietario eliminare l’intermediario e tanti coloni piccoli e concludere affitti diretti, invece sorse tra l’idea dell’affittanza collettiva. I coloni si costituiscono in Società, dove con l’intervento del clero, dove con quello delle Camere del Lavoro, dove con quello di privati. Le Società assumono la aziende in affitto e affidano ai soci la coltivazione dei lotti nei quali esse sono divise. C) Affittanze collettiva del basso Bresciano e dell’alto Cremonese. Nel Bresciano e nel Cremonese il sorgere di affittanze collettive ha una altra causa che è analoga a quella per cui sorsero le affittanze collettive emiliane. In queste due province della Lombardia non si può parlare ancora di sovrabbondanza di mano d’opera e di grave disoccupazione; tuttavia la classe dei lavoratori comincia qui ad avere una certa densità; e non fu difficile ad alcune persone di buona volontà di promuovere la costituzione di Associazioni di lavoratori che assunsero aziende in affitto. IV Sicilia A) Affinità fra le affittanze collettive siciliane e quelle del Milanese, del Comasco e del Bergamasco. Veniamo alla Sicilia, dove numerose sono le affittanze collettive. Dire che la causa e gli scopi delle affittanze collettive 27 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net siciliane sono in molti punti le stesse, che abbiamo esaminato nel Milanese, nel Comasco e nel Bergamasco, potrebbe sembrare semplicissimo. E semplicissimo sarebbe infatti se dicessimo che le condizioni agrarie della Sicilia sono uguali a quelle della media Lombardia. Ma, in quanto le affittanze collettive mirano alla eliminazione di intermediari che si interpongono fra il proprietario dei terreni ed il diretto coltivatore, l’affinità fra le affittanze collettive delle due opposte regioni è di una innegabile evidenza. A) Le condizioni della Sicilia in rapporto col sorgere delle affittanze collettive. La proprietà in Sicilia verso le coste è frazionata, mentre nell’interno predomina il latifondo. Mentre le coste hanno a loro disposizione quel grande mezzo di comunicazione e di scambi che è il mare, dal che la coltura attiva ha un grande impulso, nel centro invece la viabilità è scarsa, meno facili sono i rapporti da luogo a luogo, meno sicura è la permanenza degli abitanti nelle campagne 25, ed i sistemi di coltura, data anche la scarsità delle piogge e la deficienza delle acque in genere, sono necessariamente estensivi. Se a ciò si aggiunge l’assenteismo dei proprietari, appaiono chiare le ragioni per le quali permane il latifondo. Il sacerdote Luigi Sturzo, che citiamo perché attivo organizzatore di affittanze collettive in Sicilia scrive in un articolo, pubblicato dal giornale Il Sole di Palermo e riportato in testa allo statuto della Società Piccola Industria S. Isidoro in Caltagirone di Catania: “L’assenteismo dei proprietari dai grandi latifondi, che non hanno altra idea che quella di costruirsi una rendita più o meno fissa, è causa necessaria del sistema del subaffitto e crea il tipo di gabelloto siciliano. Questo offre una sicura garanzia al 28 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net proprietario che ogni anno sa di introitare le cento o le cinquanta mila lire ed ottiene in affitto il latifondo.”. “La speculazione del gabelloto fa elevare il prezzo della terra che, divisa, viene concessa o a mezzeria (che in certi luoghi equivale ad una parte sei!) o a subaffitto. Tutte le altre minuziose condizioni contrattuali quasi sempre sono usuraie ed angariche. L’agricoltore tra la disoccupazione e tali contratti sceglie sempre il secondo che per lo meno gli permette di lavorare e di stentare la vita.”. “Data la concorrenza degli stessi agricoltori, i prezzi dei fitti salgono ed i salari giornalieri scendono sino, nell’inverno, a 40 centesimi al giorno. Intanto l’agricoltore che prende in affitto quella parcella di terreno per un tempo limitato ed il gabelloto che ha solo interesse nella speculazione, sfruttano il terreno per guadagnarvi quanto più possibile, onde la produzione di anno in anno diminuisce.”. La Statistica degli scioperi agrari avvenuti nell’industria e nell’agricoltura, parlando della provincia di Caltanisetta e del periodo anteriore agli scioperi agrari del 1901, riferisce come si concludono i contratti fra gabelloti e coloni. “….Il contratto agrario ivi prevalente risente ancora delle angherie feudali. Al colono si dava per la durata di due anni, per esempio, una salma di terreno, pari ad ettari 2,24(?). egli nel primo anno preparava la terra, la ingrassava di concime e vi seminava e vi coltivava fava o lenti. La semente era prestata dal colono stesso o dal proprietario o dal gabelloto della terra. Tutta la produzione andava a beneficio del colono, ma questi nella seconda ipotesi, cioè se aveva ricevuto la semente, era tenuto a restituirla con l’aggio di cinque tumuli a salma, cioè in ragione maggiore del 25%. Nel secondo anno, nel quale alle civaie si 29 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net sostituiscono i cereali, i patti del colono erano più onerosi. Il prodotto si divideva in parti uguali tra colono e proprietario o gabelloto; ma prima di fare la ripartizione avvenivano parecchie prelevazioni a favore del proprietario o gabelloto. Una prima prelevazione era quella della così detta dote della terra (terraggiolo); altra prelevazione il diritto di guardia (guardìania); una terza prelevazione a titolo di rimborso di tassa di R.M.; una quarta era il concorso alla spesa necessaria alla voluta manutenzione del selciato, ond’è intersecato il fondo; ed in ultimo la sottrazione per l’obolo dei santi. La dote della terra consiste nello imprestare che il gabelloto fa al colono della semente in ragione di una salma di frumento per ogni salma di terreno. E così al raccolto il gabelloto dalla massa di frumento prelevava prima la quantità che si chiama dotazione della terra. Ora, eseguite tutte queste prelevazioni e fatta poi la divisione, al colono rimaneva quasi nulla”. Come si possa porre argine a questo stato di cose, dice il Sacerdote Luigi Sturzo nello stesso articolo, che abbaimo citato più avanti: “ Eliminare il gabelloto, questo gran parassita delle campagne e del lavoro, formato da esigenze ambientali e da tradizioni capitalistiche, ecco il primo e cardinale concetto…Se i proprietari si persuadessero che il loro assenteismo è antisociale e tornassero ai campi che li sostengono e li mantengono nell’opulenza, il problema sarebbe sciolto. Ma siccome questo è insperabile, si deve cercare di sostituire il gabelloto. Cinquanta, cento duecento agricoltori si uniscono in una Cooperativa per azioni di formare un capitale discreto da dare sufficiente garanzia al proprietario del latifondo in affitto.”. Il sig. Nino Raiti, segretario della Cooperativa agricola di Monte San Giuliano, la quale ha carattere socialista, facendo la storia 30 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net delle Cooperative agricole della provincia di Trapani 26conferma: “ Dopo alquanti mesi (dopo l’agita zione agraria del 1901) e dietro la costituzione di molte Leghe, l’organizzatore indefesso avv. Giacomo Moltalto dedicò la sua propaganda per la costituzione della Cooperativa agricola di Monte S. Giuliano, allo scopo di affittare collettivamente le terre e coltivarle assegnando una quota ad ogni socio che venisse a trarre i profitti del proprio lavoro senza più l’intermediario sfruttatore e la concorrenza generalizzata tra i lavoratori della terra”. Sorsero così in Sicilia le affittanze collettive. CAPITOLO TERZO I PRIMI ESPERIMENTI DI AFFITTANZE COLLETTIVE IN ITALIA. 27 SUCCESSI ED INSUCCESSI Non è senza interesse dedicare alcune pagine alle notizie che abbiamo potuto raccogliere intorno alle affittanze collettive che sorsero prime in Italia; talune antecedenti alle agitazioni agrarie di questi ultimi anni, altre che di esse furono una delle conseguenze immediate; e non sarà meno utile di rilevare quali, le affittanze prima sorte, mancarono al loro fine. I Emilia, Romagna e luoghi vicini. A) La prima associazione che assunse terreni in affitto.- “Associazione generale degli operai braccianti del Comune di Ravenna” La Società, che prima nell’Emilia e in tutta Italia, tentò l’assunzione di terreni in affitto, fu l’Associazione generale degli operai braccianti del Comune di Ravenna 28 costituita nel 1883 ad opera dei signori: Federico Ceroni, Nullo Baldini e Armando Armuzzi al fine di sottrarre i braccianti alla dipendenza degli appaltatori e di procurare lavoro ai numerosi disoccupati. 31 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net Il primo gruppo degli inscritti fu di 303; ora essi sono oltre 3000. Ogni socio l’associazione avendo dispose, fino assunta dal un’azione principio, di di un L. 24, capitale sottoscritto ed in parte versato di circa L. 72000. Essa poté così ottenere facilmente l’aiuto della Cassa di Risparmio di Ravenna che le fece credito, e della amministrazione Comunale che le concesse i lavori. Fino al 1886 l’Associazione non eseguì che lavori pubblici e fu in questo anno che assunse la conduzione in affitto della tenute S. Vitale in proprietà del Municipio di Ravenna. Nel 1891 l’Associazione prese pure in affitto la Colonia di Ostia, da essa bonificata anni prima. La Colonia, com’è noto, fu l’anno scorso lasciata dalla Cooperativa al Demanio che ne è il proprietario. Pendono ora trattative per la cessione della Colonia in affitto alle famiglie dei coloni di prima. Invece la tenuta S. Vitale è tutt’ora condotta dai soci della Cooperativa i quali la coltivano per lotti. B) L’esperimento della “Frassinara”a Reggio Emilia. Nell’Emilia si ebbe un esperimento di affittanza collettiva, nel 1980. Il Municipio di Reggio Emilia aveva ceduto un suo podere, la Frassinara, ad una società di contadini; ma mancò l’autorizzazione dell’autorità tutoria, ed un appello agli amici della cooperazione, perché aiutassero l’iniziativa dei contadini reggiani, non raggiunse l’intento. 29 C) Le attuali affittanze collettive reggiane. Stralciamo, dal resoconto del I. Congresso Na zionale delle Cooperative agricole ciò che dice, a questo proposito, il signor Antonio Vergnanini, Segretario della Camera del Lavoro di Reggio Emilia: 32 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net “Le colonie agricole, sorte nella nostra provincia come primo esperimento di conduzione di fondi od affittanze collettive, non sono una creazione artificiale, un tentativo capriccioso della nostra Camera, ma una produzione spontanea, scaturita dalla necessità delle organizzazioni e dal consiglio delle condizioni di ambiente…A Fabbrico nel 1901 un gruppo di 30 soci di quella potente Lega si unì per assumere in proprio conto in affitto la Vallicella di proprietà del Comune. La Camera del Lavoro intervenne allora per impedire che la Vallicella fosse data a soli 30 soci e riuscì ad ottenere che fosse gestita in conto sociale dalla Lega …Contemporaneamente la Cooperativa Braccianti di S. Vittoria assumeva il fondo Capanna del signor Capitano Manfredi”. Dopo, incoraggiate dall’esempio, vennero le altre affittanze del Reggiano. D) La Lega di miglioramento di S. Rocco di Questello nel Mantovano e le Cooperative agricole bolognesi. Nello stesso tempo, in cui i lavoratori di Fabbrico assumevano i primi terreni in affitto, la Lega di miglioramento di San Rocco di Questello, in provincia di Mantova, assumeva terreni a mezzadria collettiva. Finalmente, nel 1903, anche nel Bolognese, sorsero affittanze collettive sul tipo delle reggiane, sotto l’impulso delle speciali condizioni dei lavoratori di quei paesi. Fu prima nel Bolognese la Lega di miglioramento di Altedo, costituitasi poi in Cooperativa agricola, e ora le vengono dietro le altre. III Novarese A) L’unica affittanza collettiva, esistente nel Novarese, quella di Livorno Vercellese sorse nel 1903 per iniziativa del parroco IV Lombardia A) L’esperimento di Stagno Lombardo. 33 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net Nella Lombardia si ebbe il primo esperimento nel 1886 a Stagno Lombardo, in provincia di Cremona, e precisamente in una frazione chiamata Cittadella. Così parla di questo esperimento l’On. Leonida Bissolati nel secondo numero della Rivista agricola di Roma, 1905._ “ Un ricco proprietario cremonese estinto, il Dott. Giuseppe Mori, che fu anche deputato al Parlamento, antico mazziniano e uomo di cuore, dietro i consigli e coll’aiuto di alcuni suoi giovani amici, tra cui ve n’era di socialisti, di quel tipo di socialismo fourietista-anarchico- cooperativista che allora aveva corso, si decise ad affidare ai propri contadini costituiti in Cooperativa la grossa sua tenuta che egli con lode di molto esperto agricoltore governava direttamente. I contadini accettarono alquanto passivamente la idea del proprietario:senza resistenza, ma anche senza entusiasmi”. “ Il contratto ebbe questo congegno: si convenne il canone di affitto regolato sul reddito minimo del fondo calcolato da tre arbitri sopra la contabilità padronale. Il maggior ricavo si doveva dividere a metà fra il proprietario ed i coloni. A favore di questi veniva però dedotto dal reddito lordo l’importo dei loro salari quali erano al momento del contratto”. “Poiché i contadini non avevano capitale di conduzione, il proprietario provvide a cedere loro tutto il complesso di scorte vive e morte colle necessarie anticipazioni a forma di concordato e di mutuo all’interesse del 4% che doveva pure come i salari dedursi dal reddito lordo. E poiché i contadini non potevano offrire garanzia, fu adottato il sistema di incaricare il proprietario dell’ufficio di Cassiere. Rivestito di questo ufficio esso poteva esercitare una continua vigilanza sull’uso degl’incassi. Si ebbe un biennio formale sulla base ora accennata”. 34 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net “Ma in capo ai due anni il proprietario, uomo un po’ debole di temperamento, seccato dell’ufficio di Cassiere controllore che lo costringeva ad un lavoro molto maggiore di quello a cui non fosse uso colla sua azienda patriarcale, irritato della guerra di pettegolezzi che veniva fatta contro di lui dai proprietari del paese e dai suoi parenti, paurosi i primi che l’esperimento socialista, come essi lo chiamavano, stimolasse le pretese dei contadini, paurosi i secondi che il Mori portasse in rovina il patrimonio a cui si volgevano le loro speranze di ereditieri, troncò ogni cosa e tornò all’antico”. “Eppure l’esperimento era riuscito così dal punto di vista finanziario, come da quello agricolo, come da quello morale”. “Finanziariamente nel primo anno, che fu anno poco favorevole in generale alla produzione agricola, i contadini, oltre i loro salari consueti, toccarono un piccolo dividendo; nel secondo anno conseguirono un dividendo assai più notevole. Il proprietario dal suo canto incassò la rata d’affitto convenuta oltre un importo, così nel primo che nel secondo anno, eguale al dividendo complessivo di tutti i contadini. Ricordiamo che nel secondo anno ogni famiglia ebbe un centinaio di lire oltre i salari”. “Dal punto di vista agricolo si ottenne questo risultato: il podere nel quale il proprietario aveva impiegato molto capitale per radicali opere di miglioria era più assai trascurato nella conduzione ordinaria. I contadini, che di ciò erano ben più consapevoli, si diedero con ogni cura a migliorare la coltivazione aumentando, con un mirabile impiego di forza di lavoro, la produttività del podere”. “Il risultato morale sociologico fu del pari incoraggiante. I contadini che costituirono la Cooperativa, non erano selezionati perché si presero quelli che già stavano sul podere. Tuttavia si comportarono assai bene in questa improvvisata e quasi coatta organizzazione. L’accordo tra le famiglie era sufficiente, il lavoro 35 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net procedeva con disciplina sotto il governo del Consiglio direttivo( costituito dai contadini stessi con partecipazione del proprietario ), le assemblee generali riuscivano ognora più interessanti per la crescente educazione di tutti i lavoratori. Avrebbero fatto assai meglio se fossero stati assistiti da più larghe e precise cognizioni agricole!”. Il podere era di 100 ettari e per esso i contadini pagavano un canone annuo di L. 16000. Forse la memoria di questo esperimento, per quanto fallito, ha avuto una influenza sulla costituzione delle affittanze collettive di Ca’ de’ Soresini, di Rivolta d’Adda e di Vailate nel Cremonese. B) La Cooperativa agricola di Calvenzano. Riuscita invece ad affermarsi, e tuttora fiorente è la Cooperativa agricola di Calvenzano in provincia di Bergamo. Togliamo dalla relazione annuale per l’anno 1901 30la storia di questa Società: “La Cooperativa agricola di Calvenzano fu legalmente costituita il 18 dicembre 1887; nacque dalla Società di Mutuo Imprestito Calvenzanese, fondata il 20 giugno 1886, ed assunse un indirizzo proprio, determinato da apposito statuto. Lo svolgimento dell’azione sua non poté cominciare che nel 1889 con la assunzione del Mutuo ipotecario alla Cassa di risparmio di Milano in data 25 aprile di quell’anno. Per patto di scrittura la locazione del podere, da noi acquistato 31 doveva continuare fino al suo termine, 11 novembre 1892, a favore del precedente fittabile. Però in seguito a costosi accordi si prese possesso di circa una metà del fondo al S. Martino 1891 e per il rimanente allo stesso giorno del 1892”. Dopo aver accennato a grandi sacrifici, fatti dai soci per vincere le prime grandi difficoltà, la relazione prosegue: -“L’11 novembre 1894 venne assunta l’affittanza di pertiche milanesi 600 con tre fabbricati di ragione dell’Ospedale di Treviglio. La cauzione di due annualità di 36 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net affitto fu messa assieme in parte tra i soci che depositarono alla nostra Società i loro risparmi e in parte mediante ipoteca concessa da un socio sul proprio fondo contro pagamento però di una annua provvigione. Per tal modo fu possibile l’ammissione di nuovi appezzamenti di terreno e di locali disponibili”. Da quel tempo la società proseguì sempre e tuttora vive e prospera. C) La cassa Rurale Cattolica di Ca’ de’ Soresini. Viene poi, per la Lombardia, in ordine di tempo, la Cassa Rurale Cattolica di Cà’ de’ Soresini di Cremona, la quale assunse nel 1897 e ha tuttora terreni in affitto. Per fornire lavoro alla povera gente, per toglierla da una schiavitù di fatto, se non di forma, di fronte ai proprietari, per far fronte alle invadenti idee socialiste, la Cassa Rurale Cattolica- tale fu il suo pensiero-assunse in affitto, per conto esclusivo dei soci i terreni della Congregazione di Carità di Cremona. D) La Società Probi Contadini di Castel Cerreto e Battaglie di Treviglio. Arriviamo così alla società Probi Contadini di Castel Cerreto e Battaglie in Treviglio di Bergamo, sorta nel 1901 per opera specialmente del Sacerdote Portaluppi, società che diventò come il nucleo del predominante gruppo di consimili associazioni cattoliche della media Lombardia, sorte in seguito. Troviamo nell’opuscolo, intitolato alla Società stessa 32 , la storia di questa associazione: “La defunta ContessaW oyna, vedova Piazzoni, lasciò erede universale della sua cospicua sostanza l’Orfanotrofio maschile di Bergamo”. “La più vasta tenuta, passata così in proprietà dell’Orfanotrofio, è quella di Castel Cerreto e di Battaglie in Comune di Treviglio”. “Le famiglie coloniche di quei poderi cominciarono tosto a trepidare sulla loro sorte, dubitando do dover passare alle 37 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net dipendenze di qualche grosso fittabile. Questi loro timori essi manifestarono a persone amiche, al Teologo Portaluppi, a Mons. Prevosto di Treviglio e ad altri, i quali concepirono l’idea di adoperarsi in guisa che tutte quelle famiglie coloniche potessero coltivare anche in avvenire i fondi a cui erano applicate. Dopo maturi studi si concluse che i contadini di Castel Cerreto e Battaglie si costituissero in Società civile, alla quale l’Amministrazione dell’Orfanotrofio fu autorizzata a cedere in affitto i terreni. Sicilia A) L’esperimento di Corleone In Sicilia la prima affittanza collettiva, di cui si ha notizia, data dal 1893 33. L’esperimento ebbe luogo a Corleone, in provincia di Palermo, per iniziativa del socialista Bernardino Verro. Nel 1893 veramente sorse una Cooperativa di consumo e solo più tardi la Cooperativa prese in gabella qualche feudo, dato ai soci contadini al prezzo risultante dalla gabella e dalle spese conseguenti. Il carattere politico della Cooperativa, ci si afferma, trovò larga opposizione nei proprietari di Corleone, i quali ostacolarono l’opera del Verro. Da notizie assunte ci risulta che quell’affittanza collettiva non esiste più. B) Le Società di Castrogiovanni – Bocca di Falco – Caltagirone – Paceco. Seguono poi, in ordine di tempo, la Cooperativa agricola La Madre Terra di Castrogiovanni, in provincia di Caltanisetta, sorta, anch’essa con carattere socialista, nel 1894, la quale assunse aziende in affitto nel 1898, cooperativa che esiste ancora; la Federa zione agricola degli operai di Bocca di Falco, neutra, fondata nel 1900 per iniziativa del Prof. Tucci, Direttore del R. Istituto Zootecnico di Palermo, la quale ha, a mezzadria collettiva, 38 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net i terreni dell’Istituto stesso; la Società Piccola Industria S. Isidoro, fondata, con carattere cattolico, a Caltagirone, in provincia di Catania, nel 1900, dal Sacerdote Luigi Sturzo; la Cooperativa agricola di Paceco, in provincia di Trapani, fondata nel 1901 dal socialista Avv. Montalto. La Società Piccola Industria S: Isidoro di Caltagirone e la Cooperativa agricola di Paceco furono in seguito come due centri di azione, l’uno cattolico, l’altro socialista, dai quali partì l’iniziativa per cui sorsero le altre affittanze collettive in Sicilia. La prima, per opera anche del secondo Gruppo Cattolico Siciliano, ebbe influenza in tutta la Sicilia; l’altra influì specialmente nella provincia di Trapani dove sorsero poi numerose le affittanze collettive. CAPITOLO QUARTO LA TECNICA NELLE AFFITTANZE COLLETTIVE. I risultati delle attuali affittanze collettive non possono ritenersi definitivi, e noi non ne parleremo estesamente. Si tratta di associazioni giovani, alcune delle quali appena sorte; associazioni, che fanno i primi passi e si trovano alle prese con le prime e più grandi difficoltà. Se un giudizio ora dovessimo avanzare, dovremmo dire genericamente che il successo si mostra sicuro là dove, come avviene nell’Emilia, i soci hanno educazione cooperativa e senso di responsabilità, e dove le associazioni posseggono mezzi finanziari sufficienti e capacità a seguire buoni procedimenti tecnici. È indubitato che la buona direzione tecnica ha parte preminente nel successo. 39 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net A) Quando è conveniente l’uso delle macchine agrarie nelle “affittanze collettive” Un problema tecnico assai importante, per le conseguenze economiche, è quello che riguarda l’uso, nelle affittanze collettive, e specialmente in quelle a conduzione unita, delle macchine agrarie, comprese quelle che limitano il lavoro manuale. All’uso si oppone il bisogno di non diminuire la quantità di lavoro, e i lavoratori infatti non sono propensi ad adottare, nelle aziende da essi condotte, le macchine agrarie. Si trovano, presso le affittanze collettive dell’Emilia, della Romagna e di altrove, aratri, erpici, trebbiatrici, presse da foraggi; in nessuna abbiamo trovato macchine da raccolta. Conviene l’uso delle macchine agrarie, comprese quelle che limitano la mano d’opera, nelle affittanze collettive? L’argomento và esaminato all’infuori degli apriorismi e delle diffidenze. Perché l’uso convenga sono necessarie due condizioni: a) che l’introduzione della macchina arrechi, nell’esecuzione di un’opera, una diminuzione di costo della unità di lavoro in confronto coll’uso della mano d’opera; b) che il lavoro umano, nel tempo in cui sarebbe stato impiegato ad eseguire l’opera che invece è eseguita dalla macchina, possa applicarsi altrimenti e sia rimunerato almeno in misura tale che, unita al risparmio apportato dalla macchina, dia complessivamente una somma superiore a quella che i lavoratori avrebbero ottenuto eseguendo essi l’opera 34. B) La direzione tecnica nelle “affittanze collettive a conduzione unita” Il problema della tecnica agraria ha importanza, maggiore che in ogni altro caso, per le affittanze a conduzione unita e in particolare per le emiliane, a cagione dei fini assai complessi che si prefiggono; primo fra essi quello di combattere la disoccupazione, e 40 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net che può essere conseguito in modo completo solo colla adozione di buoni sistemi di coltura. Della importanza di una buona direzione tecnica le affittanze collettive emiliane si sono facilmente resa ragione. Prime fra tutte, le Cooperative agricole della Provincia di Reggio Emilia hanno affrontato lo studio largo del problema. Nel Congresso del 21 maggio del 1905 le Cooperative agricole reggiane, (riproduciamo una parte dell’ordine del giorno del prof. Minguzzi) considerando che, ad integrare la organizza zione agricola delle classi operaie, la quale abbracci tutti gli elementi della economia agraria, così da unire ai vantaggi della piccola coltura gran parte dei vantaggi della industria terriera, manca l’organismo tecnico-amministrativo-agrario, delibera l’istitu zione di un Ufficio tecnico agrario in seno alle Cooperative agricole, che dovrà prestare l’opera sua alle Cooperative federate e alle Società dei contadini: a) per lavori di ingegneria agraria b) per la direzione delle a ziende agrarie affittate; per esperimenti; per consulen ze negli acquisti e nelle vendite collettive; c) per studi e progetti di nuove forme di cooperative, per consulenza e studi sui contratti agrari; per tutto insomma quello che può servire a conquistare terreni e lavoratori ai moderni sistemi e alle moderne concezioni dell’agricoltura e dell’economia rurale. L’Ufficio agrario, così costituito, ora è in funzione. Nel Bolognese le Cooperative agricole hanno recentemente istituito un Ufficio-agrario-tecnico-legale, analogo a quello delle Cooperative agricole reggiane e la Cooperativa agricola di Molinella ha assunto alla direzione tecnica un agronomo. Nel Modenese e nel Mantovano, dove si hanno mezzadrie collettive, si sente meno il bisogno di una direzione tecnica speciale, la conduzione del podere procedendo d’intesa fra proprietarie lavoratori. 41 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net C) La direzione tecnica nelle “affittanze collettive a conduzione divisa”. La direzione tecnica va tenuta in grande conto anche nelle affittanze collettive a conduzione divisa, benché in esse ogni socio coltivi, indipendentemente dagli altri, il proprio lotto di terra, e sia egli stesso il direttore tecnico della usa piccola azienda. Un direttore tecnico per tutta l’Associazione non ha, in queste affittanze, il potere esecutivo che può avere nelle affittanze a conduzione unita; egli ha piuttosto una funzione consultiva e di controllo. Ma anche così la sua opera può essere molto efficace, avviando i coloni alle moderne pratiche agricole; spingendoli ad unirsi per procedere insieme all’acquisto di quanto è necessario all’agricoltura(macchine, concimi, sementi, prodotti anticrittogramici, ecc.), alla vendita agrarie(zootecnica, dei prodotti, caseificio, all’esercizio enologia delle industrie bachicoltura, ecc.); all’assicurazione mutua contro le malattie e la morte del bestiame, contro gli incendi e la grandine; all’esercizio del credito(casse agrarie); ecc. 35 “Il giornaliero, riferisce il Prof. A. Bruttini 36, divenuto in tal modo fittaiolo, ma privo di animali e di vera e propria azienda, ha solo interesse a produr fave e grano 37, perché ne ritrae prodotti che può vendere prontamente e può destinare alla sua alimentazione. Perciò i prati permanenti ed avvicendati, le rotazioni e l’allevamento del bestiame non ricevono da questa forma di cooperativa alcun incremento, e la produttività dell’industria ben poco può aumentare, perché non bastano i soli e pochi concimi chimici a produrre un sensibile e duraturo miglioramento”. In tutta la Sicilia ben poche Società ci hanno risposto di avere bestiame sui fondi a loro affittati: fra esse la Società Piccola Industria agricola S. Isidoro di Caltagirone; la Cooperativa agricola di 42 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net Paceco. Le macchine agrarie sono anch’esse poco comuni. Qualche Società ci ha risposto che possiede aratri e ci indica un numero che è evidentemente inferiore ai bisogni, data l’ampiezza delle aziende. E poi che aratri saranno ? Il Prof Bruttini nell’articolo citato parla dell’aratro-chiodo che i contadini tanto preferiscono. Solo alcune Cooperative, quelle di Paceco e Monte S. Giuliano, posseggono una trebbiatrice, e l’averla è necessario, date le grandi estensioni di terreno coltivate a grano. Da tutto ciò si deduce che, nelle affittanze collettive della Sicilia, la direzione tecnica è inferiore ai bisogni. Quasi tutte le associazioni hanno ai loro stipendi dei campieri coll’incarico di sorvegliare i coloni. Qualcuna ha anche un Ufficio tecnico: per es. la Cooperativa di lavoro S. Giuseppe di Ribera in provincia di Girgenti. Le Cooperative agricole del Trapanese hanno per lo più a capo delle aziende un agrimensore che provvede alla divisione del terreno e alla ripartizione dei lotti tra i soci, e un Direttore tecnico dei lavori colturali coadiuvato da uno o più campieri. Ora la Cooperativa agricola di Monte S. Giuliano ha preso l’iniziativa di formare, fra le società consimili delle provincia di Trapani, una Federazione al fine di evitare che le Società si facciano concorrenza nell’assunzione dei terreni in affitto, di provvedere meglio all’acquisto delle materie necessarie all’esercizio dell’agricoltura, alla vendita dei prodotti agrari e alla tecnica agraria in genere. D) La tenuta dei libri nelle affittanze collettive Sarà senza dubbio interessante, in occasione più propizia, di studiare a fondo l’argomento al fine di trarne insegnamenti intorno ai metodi di scrittura che più si confanno alle nuove organizzazioni agricole che andiamo studiando. La nostra inchiesta sulle contabilità, attualmente usate, ha dovuto limitarsi a poche domande generiche. 43 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net Esse ci hanno procurato risposte, le quali ci permettono di affermare che molte affittanze collettive posseggono scritture abbastanza bene ordinate. Alcune Società hanno un vero Contabile; altre affidano la tenuta dei libri al Segretario; altre ancora sono aggregate ad Istituti di credito o a Cooperative di consumo e in questo caso la tenuta dei libri è necessariamente accurata e diligente. La Federazione delle Cooperative agricole della provincia di Reggio Emilia ha provvisto all’istituzione di un Ufficio centrale di contabilità per mettere le Cooperative agricole in grado di avere registrazioni uniformi ed un impianto contabile moderno. Noi crediamo che l’istituto della revisione, qual è propugnato dall’on. Luzzatti, e quale è in uso con profitto in Germania per le associazioni Cooperative, sarà un mezzo efficacissimo per assicurare il buon funzionamento delle affittanze collettive. CAPITOLO QUINTO IL CREDITO NELLE “AFFITTANZE COLLETTIVE”. I Soci delle affittan ze collettive sono lavoratori, e le loro organizzazioni nascono con capitali minimi e di lenta e faticosa formazione, i quali non possono bastare a tutte le esigenze, imposte da un razionale impianto e da un regolare funzionamento delle aziende prese in affitto. Il difetto di capitali è la ragione principale della diffidenza con cui vengono accolti i primi tentativi delle affittanze collettive. Il Prof. Samoggia, si preoccupa 38 di togliere quella diffidenza: “Qui, egli scrive, si potrebbe da taluno osservare che il concedere terre a lavoratori ricchi di buona volontà, ma poveri di capitali, può non essere conforme alle esigenze della moderna economia rurale 44 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net che ha fatto passare in seconda linea il lavoro, per valersi più specialmente del capitale e della intelligenza. Ma domandiamo noi: Può avere, nel paese nostro, un forte valore tale obbiezione?”. “L’agricoltura accidentali e italiana quindi si esplica bisognosi di in terreni molto per gran parte e poco adatti lavoro all’impiego delle macchine; l’agricoltura italiana è essenzialmente arboricola e quindi tale da dover fare fortissimo assegnamento sul lavoro umano. D’altra parte la nostra mano d’opera rurale è abbondante ed ha, relativamente ad altri paesi, miti pretese; sicché più e più volte, anche nelle aziende private, si è in forse se convenga la introduzione di qualche macchina con relativa eliminazione di qualche salariato, perché il salariato di ben poco si accontenta”. A noi sembra che l’osservazione non abbia tale efficacia da togliere i motivi della diffidenza, sia perché i terreni, dove vediamo il più spesso sorgere le affittanze collettive, non sono quelli accidentali, bensì quelli in pianura dove le macchine si possono usare facilmente e dove, data l’ampiezza delle aziende, l’uso di macchine anche costose (come le trebbiatrici) è, più che utile, necessario; sia perché, se si vuol fare dell’agricoltura moderna, provvedere alla anticipazione dei canoni di affitto, ai depositi di garanzia, alle scorte vive e morte, alle spese indispensabili della gestione, occorre sempre un capitale assai forte. Tant’è vero che quasi tutte le associazioni hanno dovuto contrarre al loro sorgere e in seguito prestiti cospicui. A) Le fonti del credito a cui ricorrono le “affittanze collettive”. Le affittanze collettive si procurano ordinariamente il credito da soci; privati; istituti di credito; altre associazioni. B) Credito dai soci. 45 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net I soci fanno credito alla Società, o depositando nella Cassa sociale i loro risparmi, o facendo prestito totale o parziale di quanto spetta loro per il lavoro eseguito. I soci delle Cooperative agricole del Reggiano, come quelle di Fabbrico, di S. Vittoria e Brugneto, incominciarono a mettere insieme il capitale necessario con sacrifici personali, versando, a titolo di prestito, alla Cassa sociale i loro piccoli risparmi, messi insieme nei mesi della emigrazione 39. Del credito, fatto dai soci, col loro salario abbiamo parlato, spiegando l’ordinamento della Cooperativa agricola di Fabbrico. Tutte le Cooperative agricole emiliane ricorrono a questa forma di credito. I soci ricevono, ordinariamente nell’inverno, invece del salario o di una parte di esso, un buono che rappresenta il loro credito, il quale viene rimborsato entro l’anno al tempo della vendita dei prodotti, oppure anche dopo. La Cooperativa di Fabbrico, come abbiamo visto rende obbligatorio ai soci di farle credito. Fra le affittanze collettive a condu zione divisa è degna di nota la Cooperativa agricola di Calvenzano, i soci della quale nei primi tempi spinsero lo spirito di sacrificio fino a portare al Monte di Pietà le loro robe per prestarne il ricavato alla Cassa sociale 40. C) Credito da privati. Sono spesso amici, qualche volta gli stessi proprietari dei terreni affittati alla Società, che provvedono i capitali necessari. Nelle Società cattoliche della Lombardia sono inscritti fra i soci, col titolo di soci onorari, persone facoltose, spesso i parroci, i quali prestano garanzia per la Società a privati e ad istituti, facilitando così il credito. Ragione questa che fa ritenere non necessaria la forma commerciale alle società cattoliche lombarde. 46 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net Ad Altedo di Bologna fanno credito alla Società gli esercenti. La Società, nel maggior numero dei casi, paga i soci, non in danaro, ma con un buono che è riconosciuto ed accettato dagli esercenti. Molte sono le società che hanno debiti con privati. D) Credito da Istituti Varie affittan ze collettive sono aggregate ad Istituti di credito (nel più dei casi Casse rurali) i quali provvedono al capitale necessario. Ad es. la Cassa rurale di Cà dè Soresini in provincia di Cremona, la Cassa rurale di Francoforte in provincia di Siracusa, molte altre Casse rurali, e il Piccolo Credito di Rho in provincia di Milano. Altre, specialmente cattoliche, senza essere aggregate ad Istituti vivono in molta intimità con essi: - in genere si tratta di Casse rurali, - e ne godono facilmente il credito. Varie Associazioni ottennero prestiti da Casse di Risparmio, come le Cooperative braccianti del Ravennate e da Banche Popolari come la Cooperativa agricola di Marsala. Il Banco di Sicilia fa credito direttamente ai soci delle Cooperative agricole con garanzia della Società. Nella provincia di Reggio Emilia le affittanze collettive, oltre a trovare credito presso i soci, presso i privati e presso la Cassa di Risparmio locale, ne trovano anche dalla Banca delle Cooperative, fondata l’11 ottobre 1903 presso quella Camera di Lavoro, colla partecipazione di Società di M.S. e di Cooperative e con oltre 100 mila lire di capitale sociale. La Banca funziona dal giugno del 1904; è ammessa al risconto dall’Istituto di Credito presso la Società Umanitaria di Milano, dal Banco di Napoli, dal Credito italiano e dalla banca Popolare di Reggio, ed ha compiuto, dalla sua fondazione a tutto settembre 1905, operazioni di prestiti cambiari con le Cooperative in genere (di lavoro, di consumo e agricole) per 800 mila lire 41. 47 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net L’Istituito di credito per le Cooperative con sede presso la società Umanitaria in Milano, è una Cooperativa con un capitale azionario di 400 mila lire ed un fondo di riserva di 1600 lire. Esso fu istituito nel maggio del 1904 e aperto nel luglio successivo. Fa operazioni di credito a Società cooperative in genere, e dalla costituzione al 31 dicembre 1905 sovvenne lire 74 mila a Leghe di Cooperative agricole 42 E) Credito da altre Associazioni Hanno fatto credito alle affittanze collettive le Miglioramento e le loro Federazioni. Alla Cooperativa agricola di Fabbrico ha fatto credito la Lega di miglioramento locale; alla Cooperativa agricola di Altedo la Federazione delle Leghe del Bolognese. La Lega di miglioramento di Caravaggio di Bergamo sovvenne col credito la Cooperativa agricola dei contadini. Anche i consorzi agrari, ad es. quelli di Guastalla e di Bologna, hanno fatto credito alle affittanze collettive, fornendo materie necessarie all’agricoltura. Quello di Bologna ha richiesto però una speciale garanzia. F) Condizioni di credito meglio adatte alle esigenze delle “affittanze collettive” La forma più comune delle operazioni di credito è la cambiaria che è accompagnata di solito da tassi elevati di interesse, obbliga a scadenze rigorose e frequenti e a non leggere spese di bollo, provvigioni, viaggi, posta, ecc. Qualche associazione ha ottenuto l’apertura di un conto corrente. Ad es. la Società probi contadini di Arcene di Bergamo ebbe l’aiuto di un conto corrente apertogli dalla Banca Piccolo credito bergamasco. Anche nonostante gli gli attuali ottimi Istituti di intendimenti credito dei loro per le Cooperative, amministratori, non soddisfano interamente ai bisogni perché devono attingere i mezzi, 48 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net quasi esclusivamente, dal risconto del portafoglio, e sono quindi obbligati a ricedere il danaro a tassi elevati e a richiedere alle affittanze collettive la osservanza di discipline rigorose, specialmente rispetto alle garanzie. È indubitato che il prestito cambiario, così come è fatto, grava eccessivamente sul bilancio delle affittan ze collettive e non si presta alle condizioni delle aziende le quali hanno bisogno di regolare le scadenze coi raccolti. Occorrerebbe un servizio di credito più facile, comodo e poco costoso. Tutto questo veniva affermato dal Congresso delle Cooperative agricole tenuto l’8 ottobre 1905 43 a Reggio Emilia, il quale invocò apposite disposizioni legislative che assicurino alle Cooperative, legalmente costituite e possibilmente consorziate per province o per circondari, un sufficiente, rapido, facile e libero servizio di credito, ad un tasso non superiore al 4%, da compiere con piena fiducia sulle aziende, dietro la garanzia morale di uffici di contabilità e di ispezione, da istituti chiamati ad esercitare il credito col conferimento ad essi di privilegi sui raccolti e sulle attività delle aziende cooperative. 44 G) La necessità della garanzia Uno dei maggiori dubbi intorno al credito per le affittan ze collettive sorge allorché si discute la solvibilità di esse. Che garanzie possono prestare le affittan ze collettive ai proprietari dei terreni e ai creditori ? È certo che la garanzia rappresenta la condizione prima perché una affittan za collettiva possa vivere. Un proprietario – sia esso un privato od una pubblica amministrazione – non può accettare di cedere i suoi terreni ad associazioni di lavoratori che non gli assicurino, oltre alla buona coltivazione, il pagamento dell’affitto; e un Istituto di credito o un privato non possono prestare capitali senza una garanzia che assicuri loro il rimborso. 49 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net Nel caso di enti morali (Opere Pie, ecc.) la garanzia assume una importanza ancora maggiore. A motivo di ciò abbiamo fatte ricerche, al fine di stabilire le forme di garanzie offerte dalle affittanze collettive per avere terreni in affitto e capitali a prestito. H) Le forme di garanzia Ai proprietari dei terreni le affittanze collettive anticipano, di solito, a titolo di cauzione, una somma corrispondente ad una annualità di affitto. La cauzione e il resto del capitale occorrente vengono il più spesso dati a prestito alla Società o da privati o da enti con la garanzia di persone solvibili, spesso di amici della Società. La Cooperativa agricola di Fabbrico, in un recente contratto di affitto 45, poté risolvere così il problema della cauzione: la garanzia del canone, dovuto al proprietario, venne fatta dalla Banca delle Cooperative di Reggio Emilia la quale si cautelò con la firma di un facoltoso amico della Cooperativa. La Cooperativa agricola di Molinella impone a propri soci di partecipare direttamente a formare la garanzia dei prestiti da essa contratti e trattiene, a tal fine, una quota dei salari fino al limite necessario. L’Istituto di credito per le Cooperative presso la Società Umanitaria di Milano, fornì capitali alla Cooperativa di Molinella la quale si obbligò appunto di trattenere, a rimborso di essi, il 50% dei salari. L’Istituto si è riservato, non solo di accertarsi che la trattenuta venga fatta, ma volle, a maggiore sua quiete, avere il diritto della vigilanza tecnica ed amministrativa su tutto l’andamento dell’azienda: ed esercita tale funzione mediante persona di sua fiducia. L’Istituto intende seguire lo stesso sistema per tutte le affittanze collettive. Degna di nota è la forma di garanzia richiesta, alle “affittan ze collettive”. Da alcune Opere Pie della Lombardia. Nel contratto di 50 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net affitto fra l’Amministra zione dell’Orfanotrofio maschile della provincia di Bergamo e la Società Probi-Contadini di Castel Cerreto e Battaglie in Treviglio, L’Amministrazione del luogo Pio richiese: a) che i lavoratori depositassero, come ogni altro affittale, una cauzione uguale al doppio del canone annuo d’affitto, aumentato dagli accessori previa svalutazione di 1% per i titoli depositati; b) che essi fossero costituiti in Società legale diretta costantemente da all’Amministrazione tre persone dell’Opera abbienti Pia, che e si bene rendano accette solidali e responsabili illimitatamente degli impegni sociali verso il Luogo Pio per tutta la durata della locazione 46. Le tre persone abbienti garantiscono per la Società, di cui sono i dirigenti, i capitali avuti a prestito. Per ultimo diciamo della forma di garanzia, offerta dalla Cooperativa agricola di Monte S. Giuliano di Trapani ai proprietari dei terreni e al Banco di Sicilia che fa credito ai soci della Cooperativa. Ad alcuni proprietari la Società versa una cauzione; agli altri ha lasciato scegliere un gruppo di soci fra i più solvibili e questi prestano garanzia per tutta la Società. Per le altre anticipazioni, non la Società, ma il singolo socio, riceve a prestito i capitali occorrenti dal Banco di Sicilia il quale concede le sovvenzioni agrarie con la garanzia solidale dei Consiglieri di Amministrazione,e con la garanzia della Società che rinuncia, a favore del Banco, al privilegio legale sui prodotti del terreno coltivato dal socio-debitore e sulle scorte 47 I) Conclusione In sostanza, il credito non è mancato alle “affittanze collettive”. Vi è giunto alla spicciolata, in misura non sempre adeguata, con formalità e vincoli numerosi e talora con aiuti di carattere 51 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net eccezionale. Ma anche così, il fatto che tutte le associazioni hanno potuto ottenere il credito, presentando le richieste garanzie, è incoraggiante ed è una prova in loro favore. 48 1 S i a m o l i e t i d i s e g n a l a r e l a i m p o r t a n t e e d i n t e l l i g e n t e p a r t e c h e n e l l a vo r o d e l l a i n c h i e s t a e b b e i l D o t t . O l i n d o G o r n i , a d d e t t o a l l a S e zi o n e d i P r o p a g a n d a d e l l a F e d e r a zi o n e . E g l i p r e p a r ò e c o n d u s s e t u t t a l a c o r r i s p o n d e n za ; f u i n c a r i c a t o d e l l e vi s i t e n e i l u o g h i , t r a s s e d a l l ’ o s s e r v a z i o n e d e i f a t t i m o l t i g i u d i zi e n e f e c e a s s e n n a t e e s p o s i zi o n i . Dobbiamo pure ricordare il Prof. Serpieri, docente di Economia Rurale ed Estimo nel R. I s t i t u t o a g r a r i o d i P e r u g i a , s p i r i t o d o t t o e d a c u t o , i l q u a l e c o n f o r t ò i l D o t t . G o r n i d i p r e zi o s i c o n s i g l i . E b b i m o l e m a gg i o r i i n d i c a z i o n i , o l t r e c h e d a l l e A s s o c i a zi o n i , d a l l e p e r s o n e e d a g l i e n t i c h e v e n i a m o i n d i c a n d o . A t u t t i m a n d i a m o i n o s t r i p i ù vi vi r i n g r a zi a m e n t i . D o t t . N a r s e t e C a m p a n i n i d e l l ’ U f f i c i o a g r a r i o p r e s s o l a C a m e r a d e l L a vo r o d i R e g g i o E m i l i a ; A v v. L u i g i P l o n e r , S i n d a c o d i M o l i n e l l a ; - S a c . D o t t . A m b r o g i o P o r t a l u p p i d i T r e vi g l i o d i B e r g a m o ; P r o f . M a s s i m o S a m o g g i a , D i r e t t o r e d e l l ’ U f f i c i o a g r a r i o d e l l ’ U ma n i t a r i a d i M i l a n o ; - D a r i o G u z zi n i d e l l ’ U f f i c i o a g r a r i o p r e s s o l a F e d e r a zi o n e d e i l a vo r a t o r i d e l l a t e r r a d i B o l o g n a ; - N u l l o B a l d i n i d e l l a C o o p e r a t i v a B r a c c i a n t i d i R a ve n n a ; - G i u s e p p e P i a t e s i d i C o n s e l i c e ; - P r o f . A d o l f o B e l l u c c i d e l l a C a t t e d r a a m b u l a n t e d i R a ve n n a ; _ D a vo l i e V e r g n a n i n i d e l l a C a m e r a d e l L a vo r o d i R e g g i o E m i l i a ; _ N i n o R a i t i d e l l a C o o p e r a t i v a a g r i c o l a d i Mo n t e S . G i u l i a n o d i Tr a p a n i ; P r o f C a r p e n t i e r i d e l l a C a t t e d r a d i vi t i c o l t u r a d i P i a z za A r m e r i n a ; - S a l va t o r e L o n g o d i Mazzarino; Dott. Antonio Varirca di Niscemi; -Sindaci di R a v e n n a , B e l l i n z a g o , B r u g h i e r o , P o z z u o l o Ma r t e s a n a , V i m o d r o n e i n p r o v i n c i a d i Mi l a n o , A r q u à P o l e s i n e i n p r o v i n c i a d i R o v i g o , P i a n a d e i G r e c i i n p r o vi n c i a d i P a l e r m o ; - C a m e r a d e l L a vo r o d i Mo n z a , - C a t t e d r a a m b u l a n t e d i a g r i c o l t u r a d i C r e m o n a , ; - C o n g r e g a zi o n e d i C a r i t à d i M i l a n o , e c c - . A t t i n g e m m o b u o n e i n d i c a zi o n i d a i s e g u e n t i l a vo r i : P r o f . Mo l t e m i : G l i a f f i t t i c o l l e t t i v i e l a l o r o i m p o r t a n za s o c i a l e – N o t e s t o r i c h e c r i t i c h e s t a t i s t i c h e – Mi l a n o Ti p . O l i va e S o m a s c h i - P o m p e o C o l a i a n n i : L e i s t i t u zi o n i c o o p e r a t i v e i n S i c i l i a -Presso la “Rivista p o p o l a r e ”. – P r o f . B r u t t i n i : I l m o v i me n t o a g r a r i o c o o p e r a t i v o i n p r o v i n c i a d i T r a p a n i ( d a l Bollettino quindicinale della Società degli agricoltori italiani, n.14, 1904). –Resoconti dei C o n g r e s s i n a z i o n a l i t e n u t i s i a R e g g i o E m i l i a i l 2 1 m a g g i o e l ’ 8 o t t o b r e de l 1 9 0 5 , p u b b l i c a t i p e r c u r a d e l l a C a m e r a d e l l a v o r o d i R e g g i o E m i l i a – e a l t r i l a vo r i e d a r t i c o l i c h e i l e t t o r i troveranno citati nel testo. 2 R i p o r t i a m o i l Q u e s t i o n a r i o m a n d a t o a l l e a s s o c i a zi o n i . (Nome preciso della Società e sua sede) 1)Codesta Società in che anno è sorta? 2)Con quali scopi? Chi può essere socio? 3 ) P e r q u a l i c a u s e c o d e s t a S o c i e t à h a d e l i b e r a t o d i a s s u m e r e l a d i r e zi o n e d i a zi e n d e a g r a r i e ? 4 ) Q u a n d o h a c o m i n c i a t o a d i r i g e r e a zi e n d e a g r a r i e ? 5 ) Q u a n t i e r a n o a l l ’ a t t o d e l l ’ a s s u n z i o n e d e l l e a zi e n d e i s o c i ? 6 ) C o m e è c o s t r u i t a c o d e s t a S o c i e t à ? I n S o c i e t à a n o n i m a c o o p e r a t i va p e r a zi o n i a c a p i t a l e illimitato o in Società civile? 7 ) A q u a n t o a m m o n t a i l v a l o r e d i u n ’ a zi o n e ? 8 ) Q u a l i s o n o g l i o r g a n i a m m i n i s t r a t i v i e d i r e t t i vi d e l l a S o c i e t à ? 9 ) A q u a n t o a m m o n t a i l c a p i t a l e s o t t o s c r i t t o ? A q u a n t o q u e l l o ve r s a t o ? 10)La azienda agraria o le aziende agrarie dirette da codesta Società sono proprietà della S o c i e t à s t e s s a o l a S o c i e t à l e h a p r e s e i n a f f i t t o , o a m e z za d r i a o i n e n f i t e u s i ? 11)Le aziende dirette dalla Società come si chiamano? Chi è di ciascuna di esse il proprietario? Qual è di ciascuna di esse (sia pure in misura locale) l’estensione? In che anno furono assunte in affitto? 1 2 ) A q u a n t o a m m o n t a , s e t r a t t a s i d i a f f i t t o , i l c a n o n e a n n u o ? I n q u a n t e r a t e vi e n e p a g a t o ? 1 3 ) S e s i t r a t t a d i m e z z a d r i a o d i e n f i t e u s i q u a l i s o n o l e c o n d i zi o n i c o n c l u s e c o l p r o p r i e t a r i o ? 1 4 ) L a s o c i e t à h a d o v u t o v e r s a r e u n a c a u zi o n e ? L a c a u zi o n e a q u a n t o a m m o n t a ? 1 5 ) I l c a p i t a l e d e l l a S o c i e t à è b a s t a t o a l l ’ i m p i a n t o d e l l a a zi e n d a ? 16)Se no, la Società da chi ha ottenuto il credito? A quanto ammonta il debito contratto? 1 7 ) L ’ a z i e n d a o l e a z i e n d e c o m e s o n o c o l t i va t e ? A l o t t i o c o l l e t t i va m e n t e ? 18)Se l’azienda è coltivata a lotti, questi sono affidati alle sole famiglie dei soci o anche a famiglie di estranei. 1 9 ) Q u a l i s o n o l e c o n d i z i o n i c h e s i f a n n o a l l e f a m i g l i e c h e r i c e vo n o i l s u b a f f i t t o i n l o t t o ? 2 0 ) S e l ’ a z i e n d a è c o l t i v a t a c o l l e t t i v a m e n t e , e s s a vi e n e l a vo r a t a d a i s o l i s o c i o a n c h e d a estranei? 52 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net 21)come viene retribuito il lavoro?Con acconti sugli utili finali o con paghe fisse regolate da tariffa? 2 2 ) N e l l ’ u n c a s o o n e l l ’ a l t r o q u a l e v i e n e a d e s s e r e i l s a l a r i o p e r g i o r n a t a d i l a vo r o n e i d i ve r s i m e s i d e l l ’ a n n o ? P e r l e d o n n e e p e r i ve c c h i c ’ è u n a t a r i f f a s p e c i a l e ? 2 3 ) P e r c o n f r o n t o , a q u a n t o a m m o n t a , s e m p r e n e i d i ve r s i m e s i d e l l ’ a n n o , i l s a l a r i o p e r g i o r n a t a di lavoro nelle aziende agrarie 2 4 ) E v v i s u l l e a z i e n d e u n p e r s o n a l e f i s s o ? C h e s a l a r i o r i c e ve ? C h e u f f i c i o h a ? 2 5 ) P e r i l a vo r a t o r i d e l l a a z i e n d a l a S o c i e t à h a p r e ve n t i va m e n t e c o n c o r d a t o u n o r a r i o ? Q u a l e ? 2 6 ) Q u a l i s o n o l e c o n d i z i o n i d i o g n i a zi e n d a ? ( S e è e r b o r a t a , vi t a t a , i r r i g a t a e c c . ) 2 7 ) Q u a l i s o n o l e p i a n t e c o l t i v a t e i n c i a s c u n a a zi e n d a ? ( F r u m e n t o ? F r u m e n t o n e ? R i s o ? P r a t o artificiale? Pratonaturale? Vigneto?ecc. 2 8 ) P e r c i a s c u n a d i q u e s t e c o l t u r e f a v o r i r e s t e d i r c i l a e s t e n s i o n e d i c i a s c u n a a zi e n d a ? 2 9 ) P e r c i a s c u n a d i q u e s t e c o l t u r e p o t r e s t e d i r c i , p e r u n i t à d i m i s u r a l o c a l e , l a p r o d u zi o n e m a d i a a n n u a l e ? S e l ’ a z i e n d a è v i t a t a , p o t r e s t e i n d i c a r c i a n c h e l a p r o d u zi o n e m e d i a l o c a l e d i uva? 3 0 ) I n c i a s c u n a d e l l e a z i e n d e v o s t r e c i s o n o i n d u s t r i e a g r a r i e ? ( C a n t i n a ; l a t t e r i a ; b o z zo l i ; a p i ; ecc.) 3 1 ) N e l l a s t a l l a p e r c i a s c u n a a z i e n d a q u a n t i c a p i d i b e s t i a m e a ve t e ? Q u a n t i c a p i g r o s s i ? Quante vacche? 32)In ciascuna azienda vi sono macchine agrarie? (aratri;seminatrici;spandiconcime;falciatrici;rastrellimeccanici;mietitrici;presse da foraggi;torchi da vinacce;ecc.) 33)Gli utili annuali per ogni azienda a quanto hanno finora ammontato? 34)Ci sono state cause(malattie,grandine,incendi o altro) che hanno influito sull’esito delle annate? 35)La Società è assicurata contro i danni dell’incendio,delle malattie e della morte del bestiame? Come? 3 6 ) O l t r e g l i u t i l i i n d e n a r o l a S o c i e t à h a o t t e n u t o a l t r i va n t a g g i ? Q u a l i ? 37)Gli utili come vengono ripartiti? 3 8 ) P o t r e s t e f a v o r i r c i i l v o s t r o S t a t u t o e q u a l u n q u e a l t r a c o s a a ve t e r e s o d i p u b b l i c a r a g i o n e ? 3 9 ) S a p e t e s e v i s i a n o a l t r e a f f i t t a n z e c o l l e t t i ve c o m e l e vo s t r e ? D o ve ? 3 L a s c i a n d o a l l e t t o r e d i r i l e v a r e i d a t i e l e n o t i zi e , c h e c a r a t t e r i zz a n o l a va r i e a f f i t t a n ze c o l l e t t i v e , n e l l a p a r t e i d i q u e s t o l i b r o – S t a t i s t i c h e – n o n s a p p i a m o r e si s t e r e a l d e s i d e r i o d i indicare fin da ora alcune di quelle che per la estensione dei terreni assunti (a parte la i n t e n s i t à d e l l a c o l t u r a ) e p e r i l c a n o n e d i a f f i t t o c h e p a g a n o , d a n n o e s e m p i o d i a zi e n d e d i notevolissima importanza. C o o p e r a t i ve Soci Ettari Canone annuo c o m p l e s s i vo Cooperativa agricola 471 136 L9100 di Fabbrico Cooperativa agricola 557 476 L41900 d i Mo l i n e l l a Cooperativa 3010 260 L23400 braccianti di Ravenna Piccolo credito di Rho 286 1500 L62800 Cooperativa agricola 141 116 L19600 di Calvenzano Società Probi 120 541 L48000 Contadini di Treviglio Cooperativa agricola ? 1800 L50700 di Piana dei Greci Cooperativa agricola ? 1175 L25000 cattolica Cooperativa agricola 730 3389 L176206 d i Ma r s a l a Cooperativa agricola 1283 3292 L135000 Monte S. Giuliano Società La Ma d r e 7 2 2 895 L25815 Terra di Castrogiovanni 53 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net Piccole Industrie agricole SanIsidoro di Caltagirone 117 750 L36500 4 I l n o s t r o c o n c e t t o s i c h i a r i s c e m e g l i o c o l r i p o r t a r e d a l t r a t t a t o d i E c o n o mi a R u r a l e , e s t i m o , e c c . d e l p r o f . V i t t o r i o N i c c o l i ( E n c i c l o p e d i a a g r a r i a i t a l i a n a , P a r t e vi i i ) q u a n t o s e g u e : I t r e f a t t o r i e s s e n z i a l i t e r r a , l a v o r o , c a p i t a l e , p o s s o n o r i s p e t t i va m e n t e e n t r a r e i n d i ve r s i r a p p o r t i n e l l a p r o d u z i o n e a g r a r i a ; c i a s c u n d ’ e s s i p r e s e n t a a n zi u n a s c a l a a s s a i e s t e s a , e n t r o i c u i l i m i t i e s t r e m i d i m i n i m o e d i m a s s i m o p u ò c o n c o r r e r e n e l l a p r o d u zi o n e ; c o n l ’ a v ve r t e n za c h e c o n c o r r e n d o u n o d i e s s i i n g r a d o m i n o r e , vi e n e c o m p e n s a t o d a u n a m a g g i o r e q u o t a d i concorso degli altri due. L e c o m b i n a z i o n i c h e p o s s o n o f a r s i g r a d u a n d o d i ve r s a m e n t e l a q u o t a d i c o n c o r s o d i ciascheduno di essi sono innumerevoli,tantochè si può dire che,in ogni intrapresa agraria, i t r e f a t t o r i c o n c o r r o n o i n u n r a p p o r t o s p e c i a l e d i ve r s o . Ma p o s s o n o t a l i s va r i a t i s s i m e combinazioni diverse riunirsi in gruppi di affinità,ciascuno dei quali costituisca o determini uno speciale sistema o metodo di coltura caratteristico. I g r u p p i p r i n c i p a l i e v i d e n t e m e n t e s o n o t r e a s e c o n d a c h e , r e l a t i va m e n t e , e c c e d e i l f a t t o r e terra,o il fattore lavoro,o il fattore capitale. A questi tre gruppi corrispondono i tre metodi o sistemi di coltura fondamentali: 1 ) E S T E N S I V I , n é q u a l i l a p r o d u z i o n e è d o vu t a e s s e n zi a l m e n t e a l l a t e r r a a g e n t e n a t u r a l e ; 2 ) A T TI V I , n e i q u a l i , r e l a t i v a m e n t e , e c c e d e n e l l a p r o d u zi o n e a g r a r i a i l f a t t o r e l a vo r o . 3 ) I N T E N S I V I n e i q u a l i l a p r o d u z i o n e è d o vu t a e s s e n zi a l m e n t e a l f a t t o r e c a p i t a l e . 6 Nella provincia di Rovigo esistono tre Casse Rurali Cattoliche le quali hanno assunto t e r r e n i i n a f f i t t o ; m a i l a v o r i s o n o c o m p i u t i , i n g r a n p a r t e , d a l a vo r a t o r i e s t r a n e i a l l e C a s s e , n o n s i t r a t t a q u i n d i d i a f f i t t a n z e c o l l e t t i ve n e l s e n s o c h e i n t e n d i a m o n o i . 7 L a L e g a d i m i g l i o r a m e n t o d i S . R o c c o d i Q u i s t e l l o ( p r o v. d i Ma n t o va ) , l a p i c c o l a S o c i e t à d i F o s s o l i d i C a r p i ( p r o v . d i Mo d e n a ) e l e S o c i e t à d e l R a ve n n a t e , c h e e s e r c i t a n o l a c o n d u zi o n e unita di risaie assunte a mezzadria, sono società libere. 8 Vedano i lettori in proposito un interessante articolo del Prof.PARAFAVA sul Giornale degli economisti (novembre 1905) 9 I l p a t r i m o n i o d e l l a S o c ie t à è r a p p r e s e n t a t o d a l c a p i t a l e f o r m a t o c o n l e a zi o n i ; d a l f o n d o d i r i s e r v a , c o s t i t u i t o c o l 3 0 % d e g l i u t i l i n e t t i e c o l l a c o n t r i b u zi o n e a l l a r i s e r va d e l l e n u o ve a zi o n i ; dal fondo soccorso. I l f o n d o s o c c o r s o è r a pp r e s e n t a t o d a l l a q u o t a d e vo l u t a a l f o n d o d i r i s e r va , q u a n d o q u e s t o a v e s s e r a g g i u n t o i l q u a r t o d e l c a p i t a l e s o c i a l e , d a i ve r s a m e n t i d e i s o c i e s c l u s i o d e s p u l s i e dai proventi straordinari. G l i u t i l i n e t t i v e n g o n o c o s ì r i p a r t i t i : i l 3 0 % a l f o n d o d i r i s e r va ( p e r c e n t u a l e a l t a p e r r a g i o n i o v v i e d i p r e v i d e n z a e g a r a n z i a ) ; i l 3 0 % a l f o n d o s o c c o r s o ; i l 4 0 % a i s o c i i n p r o p o r zi o n e d e l l e a z i o n i a c q u i s t a t e . L ’ a n n o f i n a n z i a r i o d e c o r r e d a l l ’ 1 1 n o ve m b r e . 10 L a V a l l i c e l l a f u u n i t a a l l a D o n a t a , a c u i è a t t i g u a , p e r c h é è t u t t a c o l t i va t a a r i s a i a s t a b i l e e non ha abitazioni e stalle proprie. 11 È certo un mezzo coercitivo. Ad ogni modo dobbiamo far notare che il numero dei soci è tale che i lavori, per lunghi che siano, possono essere terminati in pochi giorni. Un arginello, c i r c o n d a n t e S c a g l i e t t a , l u n g o 3 0 0 0 m e t r i , f u i n n a l za t o d a i s o c i i n t r e g i o r n i . A n c h e n e l l a C o o p e r a t i v a a g r i c o l a d i M o l i n e l l a i s o c i s i p r e s t a n o a r i c e ve r e m e t à s a l a r i o , g a r a n t e n d o , c o l deposito dell’altra metà il prestito in denaro fatto alla Società dall’Istituto di Credito per le C o o p e r a t i v e c h e h a s e d e p r e s s o l a U m a n i t a r i a d i Mi l a n o . 12 V e d i n e l l ’a g r i c o l t u r a m o d e r n a – N . 4 , 1 9 0 5 - u n a r t i c o l o d e l d o t t . A L B E R T O O L I V A – T r e a n n i d i e s p e r i m e n t o d i u n a m e z za d r i a c o l l e t t i v a . 13 Q u e s t o c o n t r a t t o a m e z z a d r i a i n q u a l c h e c a s o vi e n e s t i p u l a t o a n c h e f r a g l i a f f i t t u a r i d e l l e risaie e i braccianti. Gli affittuari pagano l’affitto, anticipano le sementi e prestano gli a t t r e z z i ; q u a l c h e v o l t a d a n n o a n c h e u n a d o t e d i d e n a r o . I m e z za d r i h a n n o a l o r o c a r i c o l a l a v o r a z i o n e . A c a r i c o c o m u n e s o n o i c o n c i m i , l e s p e s e d i a s s i c u r a zi o n e e d i t r a s p o r t i . I l prodotto viene diviso a metà. 14 D i v e r s e n a t u r a l m e n t e , d a a f f i t t a n z a a d a f f i t t a n za , s o n o l e c o n d i zi o n i d i q u e s t o c o n t r a t t o a colonia fra le associazioni ed i soci. In genere l’ammontare dei canoni, che i soci coloni d e v o n o p a g a r e a l l ’ a s s o c i a z i o n e , è u g u a l e a l c a n o n e d o vu t o a l p r o p r i e t a r i o o i p r o p r i e t a r i d e i terreni assunti in affitto, in cui vanno aggiunte le spese di amministrazione con un margine o c c o r r e n t e a l l ’ a m m o r t a m e n t o d e i d e b i t i c o n tr a t t i , a l p a g a m e n t o d e g l i i n t e r e s s i e a l la f o r m a z i o n e d i u n f o n d o d i r i s e r v a . L a S o c i e t à a n t i c i p a a d o g n i c o l o n o l e s p e s e d i c o n d u zi o n e e spesso le sementi, i concimi, le macchine, ecc. 54 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net 15 Q u a s i t u t t e l e a f f i t t a n z e c o l l e t t i v e l o m b a r d e h a n n o b e s t i a m e ; q u a s i t u t t e i n ve c e q u e l l e d e l l a S i c i l i a n e s o n o p r i v e . F r a l e a f f i t t a n ze d e l l a L o m b a r d i a , i n a l c u n e , i l b e s t i a m e e g l i a t t r e z zi s o n o p r o p r i e t à d e i s o c i . N e l l e a l t r e s o n o p r o p r i e t à s o c i a l e . N e l l e p o c h e a f f i t t a n ze c o l l e t t i ve a conduzione divisa dell’Emilia il bestiame è di proprietà sociale. 16 A p r o p o s i t o d e l l a S o c i e t à c i v i l e P r o b i c o n t a d i n i d i Mu g g i a n o v e d i u n a r t i c o l o d e l D o t t . C I N Z I O C A M P I s u l l ’A g r i c o l t u r a M o d e r n a - N . 4 - 1 9 0 2 17 P u ò p a r e r e f u o r i d i d u b b i o c h e l e a f f i t t a n ze c o l l e t t i v e r a g g i u n g a n o i l f i n e d i r i m e d i a r e a l l a disoccupazione. L’argomento è invece assai più complesso di quanto non sembra e merita studi e discussioni che ci auguriamo estesi. A p r o p o s i t o d i c i ò s i a m o l i e t i d i r i p o r t a r e i l g i u d i zi o a u t o r e vo l e d e l p r o f . S e r p i e r i , d o c e n t e d i Economia rurale ed Estimo nel R. Istituto agrario di Perugia. Ecco le sue parole, che togliamo da appunti da lui favoritici. “ P u ò v e r a m e n t e l ’ a f f i t t a n z a c o l l e t t i v a d i t i p o e m i l i a n o e s s e r e r i m e d i o a l l a d i s o c c u p a zi o n e ? E come può esserlo, e a quali condizioni?” “La questione non è semplice, come a taluno può sembrare: e, per rispondere esaurientemente a quelle domande, occorrerebbe una sottile analisi economica della quale l a s c i a m o a d a l t r i i l c o m p i t o . F a c c i a m o s o l o q u al c h e b r e ve o s s e r va zi o n e c h e h a q u i im m e d i a t i r a p p o r t i c o n l a a z i o n e p r a t i c a d e l l e a f f i t t a n ze c o l l e t t i ve . ” “ Q u a s i t u t t e l e a s s o c i a z i o n i e m i l i a n e , g e r e n t i a f f i t t a n ze c o l l e t t i ve , s o n o a p e r t e , c i o è h a n n o u n n u m e r o d i s o c i i l l i m i t a t o , i m p i e g a t i p e r t u r n o n e i l a vo r i c a m p e s t r i . ” “ S e l ’ a z i o n e d e l l ’ a f f i t t a n z a c o l l e t t i v a c o n t r o l a d i s o c c u p a zi o n e s i l im i t a s s e a q u e s t o , a distribuire la stessa massa di lavoro e di salari, mediante il turno, fra un maggior numero di l a v o r a t o r i , e s s a s a r e b b e u n a m a n i f e s t a zi o n e d i c a r i t a t e vo l e f r a t e l l a n za , m a s i p o t r e b b e dubitare della sua radicale efficacia contro il male della disoccupazione. Nota a questo p r o p o s i t o i l P a r a f a v a ( G i o r n a l e d e g l i E c o n o mi s t i d e l N o ve m b r e 1 9 0 5 ) c h e u n a d e t e r m i n a t a m a s s a d i s a l a r i , d i s t r i b u i t a f r a p o c h e p e r s o n e , p u ò d a r l u o g o a r i s p a r m i o c h e s ’ i n ve s t i r à i n u n m o d o o n e l l ’ a l t r o n e l l a p r o d u z i o n e e c r e e r à n u o va d o m a n d a d i l a v o r o ; m e n t r e i n ve c e , d i s t r i b u i t a f r a u n m a g g i o r n u m e r o d i l a vo r a t o r i , r e n d e i m p o s s i b i l e i l r i s p a r m i o e q u i n d i i m p e d i s c e u n p i ù d u r a t u r o r i m e d i o a l l a d i s o c c u p a zi o n e c o n l a c r e a zi o n e d i n u o vo c a p i t a l e . ” “ S e n n o n c h é , i n r e a l t à , s i è o s s e r v a t o c h e l a c o n d u zi o n e d e i t e r r e n i , p e r p a r t e d i q u e s t e a s s o c i a z i o n i d i l a v o r a t o r i h a g e n e r a l m e n t e d e t e r m i n a t o u n a u m e n t o d e l l a vo r o i m p i e g a t o n e l l ’ u n i t à d i s u p e r f i c i e , d i m i n u e n d o r e a l m e n t e l a d i s o c c u p a zi o n e . “Di questo fatto varie possono essere le cause. Una delle maggiori è forse questa, che, specialmente in seguito alle agitazioni agrarie degli ultimi anni, molti proprietari e conduttori d i f o n d i r e a g i r o n o c o n t r o d i e s s a , l i m i t a n d o l ’ im p i e g o d e l l a m a n o d ’ o pe r a e r i n u n c i a n d o a l l a e s e c u z i o n e d i m o l t i l a v o r i , c h e p u r p o t e n d o e ss e r e e c o n o m i c a m e n t e co n ve n i e n t i , n o n e r a n o p e r ò s t r e t t a m e n t e n e c e s s a r i . S i c a p i s c e a l l o r a c o m e l ’ a f f i t t a n za c o l l e t t i va a b b i a p o t u t o r i m e d i a r e a q u e s t o s t a t o d i c o s e , r i p o r t a n d o l ’ i mp i e g o d e l l a m a n o d ’ o p e r a a l l i ve l l o d e t t a t o d a l solo criterio della convenienza economica. Del resto, anche indipendentemente dalla s i t u a z i o n e e c c e z i o n a l e , c r e a t a d a l l e a g i t a zi o n i a g r a r i e , è b e n p e n s a b i l e c h e p r o p r i e t a r i e c o n d u t t o r i d i f o n d i , n o n l a v o r a t o r i , p e r i n s u f f i c i e n za t e c n i c a o p e r a l t r e r a g i o n i , a s s a i s p e s s o n o n s p i n g a n o l ’ i m p i e g o d i m a n o d ’ o p e r a s u l l ’ u n it à d i s u p e r f i c i e a l m a s si m o c o n s e n t i t o d a l l a c o n v e n i e n z a e c o n o m i c a , c i ò c h e c e r c h e r à i n o g n i c a s o d i f a r e i n ve c e u n a a s s o c i a zi o n e d i l a v o r a t o r i , s o t t o i l p u n g o l o d e l l a d i s o c c u p a zi o n e . ” . “ N o i a b b i a m o p a r l a t o o r a d i c o n v e n i e n za e c o n o m i c a d i i m p i e g a r e l a vo r o u m a n o s u l l ’ u n i t à d i s u p e r f i c i e , p r e s u p p o n e n d o u n d e t e r m i n a t o s a l a r i o . Ma c ’ è d a o s s e r va r e c h e l a q u a n t i t à d i m a n o d ’ o p e r a , i m p i e g a b i l e u t i l m e n t e s u l l a u n i t à fo n d i a r i a , è s t r e t t a m e n t e l e g a t a a l l a e n t i t à d e l s a l a r i o s t e s s o . Mo l t i l a v o r i , c h e n o n s a r e b b e c o n ve n i e n t e e s e g u i r e a u n s a l a r i o x, p o s s o n o d i v e n t a r e c o n v e n i e n t i s s i m i a u n s a l a r i o m i n o r e d i x. L ’ a u m e n t o q u i n d i d e l l a vo r o , a s s o r b i t o d a i t e r r e n i d i a f f i t t a n z a c o l l e t t i v a , p o t r e b b e a n c h e d i p e n d e r e d a q u e s t o f a t t o , c h e i l a vo r a t o r i , o c c u p a t i n e i t e r r e n i d a e s s i s t e s s i c o n d o t t i , s i c o n t e n t i n o d i r i m u n e r a zi o n i p i ù t e n u i d i q u e l l e che pretendono quando lavorano per altri.”. “ F o r s e a n c h e a c i ò s i c o l l e g a l a f u n zi o n e , d a t a l u n i a s s e g n a t a a q u e s te a f f i t t a n ze , d i e s s e r e q u e s t a u n a r i s e r v a d e l l a o r g a n i z z a z i o n e p r o l e t a r i a n e l l e s u e l o t t e c o i d a t o r i d i l a vo r o . ” . “ U n ’ u l t i m a o s s e r v a z i o n e v o g l i a m o a n c o r a f a r e , c h e c i s e m b r a n o n p r i va d i i m p o r t a n za . E s s e n d o e g u a l e i l s a l a r i o g i o r n a l i e r o , p u ò r i s u l t a r e i n f a t t o m o l t o d i ve r s o i l c o s t o d e l l ’ u n i t à d i l a v o r o e s e g u i t a a s e c o n d a d e l l a a l a c r i t à , d e l l a c u r a e d e l l a d i l i g e n za u s a t a d a l l a vo r a t o r e . Q u a n t o m a g g i o r e è l a p r o d u t t i v i t à d e l l a vo r o , t a n t o m i n o r e r i s u l t e r à d e t t o c o s t o , n o n c ’ è d u b b i o a l c u n o , p e r c h é è u m a n o c h e c h i l a vo r a p e r s e , c o m e i l s o c i o d e l l ’ a f f i t t a n za c o l l e t t i va , lo fa di regola più alacremente di chi lavora per altri” “ E ’ c h i a r o c h e p e r q u e s t a r a g i o n e l ’ a f f i t t a n za c o l l e t t i va p o t r à d e t e r m i n a r e u n a u m e n t o d i l a v o r o u t i l m e n t e i m p i e g a t o s u l l a u n i t à f o n d i a r i a a n c h e s e n za d i m i n u zi o n e d e l s a l a r i o giornaliero.”. 55 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net “ L a q u e s t i o n e c h e c i e r a v a m o p o s t a n o n è c e r t a m e n t e c o s ì e s a u r i t a . C i p a r e t u t t a vi a c h e d a l l e o s s e r v a z i o n i f a t t e p o s s a d e d u r s i q u e s t o : l ’ azi o n e d e l l a a f f i t t a n za c o l l e t t i va c o n t r o l a d i s o c c u p a z i o n e , s e n z a c h e s i a n o d i m i n u i t i i sa l a r i g i o r n a l i e r i e i n d i p e n d e n t e m e n t e d a l l a situazione anormale e probabilmente transitoria, creatasi in talune regioni in seguito alle agitazioni agrarie, avrà probabilità di riuscita specialmente quando chi dirige sappia d i m o s t r a r s i p i ù a b i l e d i q u e l c h e f o s s e r o i c o n d u t t o r i p r i va t i n e l l o s p i n g e r e l ’ i m p i e g o d e l l a vo r o u m a n o m e d i a n t e m i g l i o r i p r o c e d i m e n t i d e l l a t e c n i c a m o d e r n a a l m a s si m o c o n s e n t i t o d a l l a c o n v e n i e n z a e c o n o m i c a e q u a n d o i s o c i l a vo r a t o r i e s p l i c h i n o l a m a s s i m a a l a c r i t à e d i l i g e n za nella esecuzione dei lavori loro assegnati”. I n c o n c l u s i o n e n o n p o s s i a m o c o n s i d e r a r e c o m e p r i m o e f f e t t o d e l l e a f f i t t a n ze c o l l e t t i ve i l rimedio alla disoccupazione. Crediamo più esatto dire che esse riescono ad eliminare l ’ a f f i t t u a l e c a p i t a l i s t a c o l s o s t i t u i r g l i i l a vo r a t o r i n e l l a c o n d u zi o n e d e l l e a zi e n d e a g r a r i e . Sostituzione possibile e vantaggiosa, tale che potrà portare rimedio diretto ed indiretto alla d i s o c c u p a z i o n e , q u a n d o s i s a p p i a i m p i e g a r e i l l a vo r o i n m a g g i o r q u a n t i t à e i n m o d o m i g l i o r e d i q u e l c h e a b b i a n o o s a p u t o f a r e g l i a f f i t t u a r i - c a p i t a l i s t i ; q u a n d o i l l a vo r o s i a p i ù vo l e n t e r o s o e quindi più produttivo che nell’altro regime. A g g i u n g i a m o c h e , a d e s e m p i o n e l c a s o d e l l e a tt u a l i a f f i t t a n ze c o l l e t t i ve e m i l i a n e , l ’ a u m e n t o d e l l a q u a n t i t à d e l l a v o r o è t u t t ’ a l t r o c h e i m p o s s i b i l e . S i t r a t t a d i a zi e n d e d i f r e q u e n t e p o s t e i n l u o g h i b a s s i , m i n a c c i a t i d a l l e a c q u e , p e r i q u a l i i l a vo r i d i d i f e s a e d i s c o l o r i e s c o n o u t i l i s s i m i , c o m e s o r g e n t e d i l a v o r o , i n q u a n t o r e n d o n o c o l t i va b i l i zo n e d i t e r r e n o n o n a n c o r a s t a t e c o l t i v a t e , e p o s s i b i l e l ’ i n t r o d u z i o n e d i r o t a zi o n i l à d o ve o r a n o n s i h a c he r i s a i a s t a b i l e . I n t al m o d o i l r e d d i t o d i v i e n e p i ù s i c u r o e i l l a vo r o p i ù r i m u n e r a t o . Tu t t o c i ò m e t t e i n e v i d e n z a a n c h e l ’ i m p o r t a n za g r a n d e c h e h a , p e r l e a f f i t t a n ze c o l l e t t i ve , u n a i l l u m i n a t a d i r e z i o n e t e c n i c a , l a q u a l e f a r à m e g l i o s e r vi r e l e a f f i t t a n ze c o l l e t t i ve c o m e m e z zo d i e d u c a z i o n e e d i e l e v a z i o n e m o r a l e d e l p r o l e t a r i a t o a g r i c o l o , e c o m e c am p o s p e r i m e n t a l e d o ve i l a v o r a t o r i c o m p i a n o u n t i r o c i n i o c h e l i r e n d e r à a t t i a g e s t i r e a l t r e i m p r e s e p r o d u t t i ve . 18 C o n s i d e r i a m o i n f a t t i l e p r o v i n c e d e l l ’ E m i l i a d o ve p i ù a c u t a s i m a n i f e s t a , vo l t a a vo l t a , l a l o t t a f r a c o n d u t t o r i d i f o n d i e l a v o r a t o r i , e t a l o r a p e r f i n o , l a l o t t a f r a l a vo r a t o r i e l a vo r a t o r i . L e c i f r e c h e r i p o r t i a m o s o n o t o l t e d a l C e n s i me n t o d e l l a p o p o l a zi o n e d e l R e g n o d ’I t a l i a a l 1 0 febbraio 1901- Vol.3-. P r o v i n c i a d i R e g g i o E m i l i a . - S o p r a 2 1 0 4 7 3 a b i t a n t i d a i 9 a n n i i n s u , 9 9 4 1 9 t r a g g o n o m e z zi d i e s i s t e n z a l a v o r a n d o l a t e r r a . E f r a q u e s t i a b b i a m o : 2 7 2 1 8 l a vo r a t o r i d e l l a t e r r a g i o r n a l i e r i ( i l 2 7 , 3 7 % ) . L a C a m e r a d e l l a v o r o d i R e g g i o E m i l i a ( s e c o n d o i l r e s o c o n t o d e l P r i mo C o n g r e s s o N a zi o n a l e d e l l e C o o p e r a t i v e A g r i c o l e - 2 1 m a g g i o 1 9 0 5 - s t a m p a t o p e r cu r a d i q u e l l a C a m e r a d e l L a v o r o , n e c a l c o l a 3 0 3 0 8 d a i 1 4 a n n i i n s u ) . P o i vi s o n o 8 2 6 5 l a vo r a t o r i f i s s i ( 8 , 0 3 % ) , a c u i s i a g g i u n g o n o 1 7 2 0 4 t r a p i c c o l i c o l o n i o me z za d r i e p i c c o l i a f f i t t u a r i , m o l t i d e i q u a l i s i f a n n o , p e r p a r e c c h i g i o r n i d e l l ’ a n n o , l a vo r a t o r i g i o r n a l i e r i s u i t e r r e n i a l t r u i . E i n o l t r e vi s o n o anche molti che dell’agricoltura fanno una sorgente di guadagno sussidiaria. P o s s i a m o c a l c o l a r e c he , i n q u e s t a p r o vi n c i a , i l n u m e r o d e i l a vo r a t o r i d e l l a t e r r a , f r a g i o r n a l i e r i e f i s s i , r a p p r e s e n t i i n t u t t o , s e n o n l a o l t r e p a s s a , l a m e t à d e l l e p e r s o n e c h e si dedicano all’agricoltura. P r o v i n c i a d i Mo d e n a . - I d a t i u f f i c i a l i s o n o i s e g u e n t i : a b i t a n t i d a i 9 a n n i i n s u 2 4 4 4 3 5 ; p e r s o n e che traggono i mezzi di esistenza dedicandosi all’agricoltura 91177; tra i quali: 25247 giornalieri in campagna (26,80%) e 12382 contadini obbligati (13,14%). Cifre alle quali dovrebbe essere aggiunta quella dei molti piccoli proprietari e piccoli affittuari ai quali resta tempo di andare a lavorare a giornata i terreni degli altri. Si ha certo, anche per questa p r o v i n c i a u n a p r o p o r z i o n e , f r a i l n u m e r o d e i l a v o r a t o r i d e l l a t e r r a , s i a a v ve n t i zi c h e o b b l i g a t i , e quello totale degli abitanti che si dedicano all’agricoltura, di più del 50%. D o b b i a m o f a r e u n ’ o s s e r v a z i o n e c h e va r r à , mu t a t i s mu t a n d i s , a n c h e p e r l e a l t r e p r o vi n c e ! N on l ’ a b b i a m o f a t t a p a r l a n d o d e l l a p r o v i n c i a d i R e g g i o , p e r q u a n t o a n c h ’ e s s a s i t r o vi n e l l e s t e s s e c o n d i z i o n i g e o g r a f i c h e e d e m o g r a f i c h e , p e r c h é l a d i vi s i o n e p e r c i r c o n d a r i i , s e c o n d o l a q u a l e s o n o d i s p o s t e l e c i f r e d e l C e n s i m e n t o , n o n vi s i p r e s t a va . L a p r o p o r z i o n e , a c u i a b b i a m o a c c e n n a t o , fr a g i o r n a l i e r i a d a b i t a n t i c h e s i d e d i c a no a l l ’ a g r i c o l t u r a , v e r r e b b e a d e s s e r e m a g g i o r e p e r i c i r c o n d a r i d i Mo d e n a e d i Mi r a n d o l a p e r i l f a t t o c h e n e l l e c i f r e c i t a t e s o n o c o m p r e s e a n c h e q u e l l e d e l c i r c o n d a r i o d i P a vu l l o , n e l q u a l e , d a t a l a s u a p o s i z i o n e i n c o l l i n a c h e d e t e r m i n a u n m a g g i o r f r a zi o n a m e n t o d e l l a p r o p r i e t à , è m a g g i o r e i l n u m e r o d e i p r o p r i e t a r i c h e l a vo r a n o i t e r r e n i p r o p r i . I n f a t t i n e l c i r c o n d a r i o d i Mi r a n d o l a , c h e è i n p i a n u r a , a b b i a m o , s u 2 1 5 7 8 a b i t a n t i c h e vi vo n o n o r m a l m e n t e d e l l ’ a g r i c o l t u r a , 2 7 0 8 a g r i c o l t o r i c h e l a vo r a n o o c o n d u c o n o t e r r e n i p r o p r i ( i l 1 2 , 5 4 % ) c o n t r o 8 5 4 2 l a v o r a t o r i g i o r n a l i e r i ( i l 3 9 , 5 3 % ) e 4 7 2 0 l a vo r a t o r i f i s s i ( i l 2 1 , 8 7 % ) . Q u e s t e d u e u l t i m e c i f r e s o n o g i à a b b a s t a n za a l t e s e n za c h e t e n i a m o c o n t o d i q u e i p i c c o l i 56 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net p r o p r i e t a r i e d i q u e i p i c c o l i a f f i t t u a r i c h e d i ve n t a n o p e r c e r t i g i o r n i d e l l ’ a n n o g i o r n a l i e r i . I n v e c e n e l c i r c o n d a r i o d i P a v u l l o a b b i a m o : a b i t a n t i c h e s i d e d i c a n o a l l ’ ag r i c o l t u r a 2 5 0 2 8 c o n 12158 agricoltori che lavorano o conducono terreni propri (il 48,54%) contro 3563 giornalieri (il 14,23%) e 1796 lavoratori fissi (il 7,17%). Nel circondario abbiamo poi un numero g r a n d i s s i m o , s u p e r i o r e a q u e l l o d e g l i a l t r i c i r c on d a r i , d i c o l o n i e d i m ez za d r i . I l n u m e r o d e i l a v o r a t o r i , s i a a v v e n t i z i c h e f i s s i , è q u i n d i m i n i m o . I n f a t t i l ’ a g i t a zi o n e d e i l a vo r a t o r i d e l l a t e r r a , p e r q u e s t a e p e r a l t r e p r o v i n c e , s i n o t a s e m p r e n e i p a e s i d i p i a nu r a . G l i s c i o p e r i a g r a r i c h e s i e b b e r o n e l 1 9 0 1 n e l Mo d e n e s e ( f u r o n o 1 1 ) a v ve n n e r o t u t t i n e l c i r c o n d a r i o d i Mi r a n d o l a ; t r a n n e 1 c h e a v v e n n e n e l c i r c o n d a r i o d i Mo d e n a . V e d i i n p r o p o s i t o l a S t a t i s t i c a d e g l i s c i o p e r i a v v e n u t i n e l l ’i n d u s t r i a e n e l l ’a g r i c o l t u r a d u r a n t e l ’a n n o 1 9 0 1 e d i t a p e r c u r a d e l Mi n i s t e r o d i Agr. ind. E Comm. Provincia di Bologna.- Si ha: abitanti dai 9 anni in su 419570; persone che si dedicano n o r m a l m e n t e a l l ’ a g r i c o l t u r a 1 4 1 2 2 4 ; i l a vo r a t o r i g i o r n a l i e r i 4 7 0 2 4 ( 3 3 , 2 9 % ) ; i l a v o r a t o r i f i s s i 8157 (5,77%). Se calcoliamo i piccoli proprietari, i piccoli affittuari, i piccoli coloni che per molti giorni dell’anno sono lavoratori giornalieri, se calcoliamo che nelle cifre riferite sono c o m p r e s e q u e l l e c h e r i gu a r d a n o i l c i r c o n d a r i o d i V e r g a t o , i l q u a l e è p os t o i n c o l l i n a , d o ve l a p r o p r i e t à è f r a z i o n a t i s s i m a e d o v e i l a vo r a t o r i , t r a f i s s i e d a v ve n t i zi , s o n o p o c o n u m e r o s i ( 4 6 1 8 s u 1 6 0 0 1 a b i t a n t i c h e s i d e d i c a n o a l l ’ a g r i c o l t u r a : i l 2 8 , 8 6 % ) , ve n i a m o a l l a c o n c l u s i o n e che nei circondari della provincia di Bologna ( specialmente in quelli di Bologna e di Imola) i lavoratori della terra avventizi ed obbligati sono molto fitti. P r o v i n c i a d i F e r r a r a . - I n q u e s t a p r o vi n c i a n o n e s i s t o n o a f f i t t a n ze c o l l e t t i ve . Tu t t a vi a n e p a r l i a m o p e r i l f a t t o c h e c i r i s u l t a o r a e s s e r vi d e l l e a s s o c i a zi o n i l e q u a l i s t a n n o t r a t t a n d o p e r l’assunzione di terreni in affitto. A Portomaggiore una società di lavoratori della terra è a t t u a l m e n t e i n t r a t t a t i v e c o l c o n t e G u i n e l l i ; a d A r g e n t a q u e l l a C o o p e r a t i va b r a c c i a n t i p e n s a essa pure a prendere terreni in affitto. A b i t a n t i d a i 9 i n s u 2 0 9 0 4 1 . a b i t a n t i c h e s i d e d i c a n o a l l ’ a g r i c o l t u r a 8 6 4 7 6 . L a vo r a t o r i d e l l a t e r r a g i o r n a l i e r i 4 5 5 2 6 : i l 5 2 , 6 4 % . L a vo r a t o r i d e l l a t e r r a f i s s i : 2 3 0 4 5 ( 2 6 , 6 4 % ) . N e l s o l o C i r c o n d a r i o d i F e r r a r a i l a v o r a t o r i a v ve n t i z i s o n o 3 3 8 6 2 a b i t a n t i c h e s i d e d i c a n o all’agricoltura: il 57,37%. P r o v i n c i a d i R a v e n n a . - A b i t a n t i d a i 9 a n n i i n s u 1 9 2 3 8 0 . A b i t a n t i c h e s i d e d i c a no a l l ’ a g r i c o l t u r a 7 8 2 0 4 . L a v o r a t o r i d e l l a t e r r a g i o r n a l i e r i 2 1 2 5 2 ( 2 7 , 1 7 % ) ; l a vo r a t o r i d e l l a t e r r a f i s s i 3 5 4 8 ( 4 , 5 3 % ) . E c ’ è p o i u n a g r a n q u a n t i t à d i c o l o n i e d i m e z za d r i c h e d à a n c o r a u n b u o n contingente di giornalieri. A q u e s t i d a t i c i i n t e r e s s a a g g i u n g e r e q u e l l i c h e r i g u a r d a n o l e p r o vi n c e d i Ma n t o va e d i R o vi g o che per certi lati si trovano in condizioni analoghe a quelle dell’Emilia di cui abbiamo parlato. P r o v i n c i a d i Ma n t o v a . - A b i t a n t i d a i 9 a n n i i n s u 2 4 4 2 7 6 . A b i t a n t i c h e s i d e d i c a n o a l l ’ a g r i c o l t u r a 9 4 9 1 4 . L a v o r a t o r i d e l l a t e r r a g i o r n a l i e r i 4 5 1 7 4 ( 5 7 , 5 9 % ) . L a vo r a t o r i d e l l a t e r r a f i s s i 1 4 3 6 5 ( 1 5 , 1 3 % ) . E c o m e n e l l e a l t r e p r ovi n c e , u n n u m e r o r i l e v a n t e d i a f f i t t u a r i e d i mezzadri e di coloni. Provincia di Rovigo.- Abitanti dai 9 anni in su 167680. Abitanti che si dedicano all’agricoltura 66824. Lavoratori giornalieri 35621 e lavoratori fissi 25455: in tutto il 91,39% degli abitanti che si d e d i c a n o a l l ’ a g r i c o l t u r a 6 6 8 2 4 . L a v o r a t o r i g i o r n a l i e r i 3 5 6 2 1 e l a vo r a t o r i f i s s i 2 5 4 5 5 : i n t u t t o i l 91,39% degli abitanti che si dedicano all’agricoltura! Tu t t e q u e s t e c i f r e h a n n o , c e r t a m e n t e , u n va l o r e m o l t o r e l a t i vo . R i s u l t e r e b b e , p e r e s e m p i o , c h e n e l Ma n t o v a n o e n e l P o l e s i n e ( p r o vi n c i a d i R o vi g o ) i l n u m e r o d e i l a vo r a t o r i è i n p r o p o r z i o n e d i g r a n l u n g a s u p e r i o r e a q u e l l o d e l R a ve n n a t e . I l l e t t o r e n o n d e ve c r e d e r e c h e p e r q u e s t o l a d i s o c c u p a z i o n e s i a m a g g i o r e n e l Ma n t o va n o e n e l P o l e s i n e c h e n e l R a ve n n a t e . P o i c h é , m e n t r e n e l M a n t o v a n o e n e l P o l e s i n e l ’ a g r i c o l t u r a è a t t i vi s s i m a , i n c e r t e p l a g h e d e l B o l o g n e s e , c o m e n e l F e r r a r e s e , l ’ a g r i c o l t u r a è m e n o a t t i va e q u i n d i l a m a n o d ’ o p e r a t r o va meno applicazione. I d a t i r a c c o l t i d a l l ’u f f i c i o d e l l a v o r o s u l me r c a t o d e l l a v o r o a g r i c o l o d a n n o p e r l e p r o vi n c e d i B o l o g n a , F e r r a r a e R a v e n n a 7 m e s i d e l l ’ a n n o i n c u i vi è e s u b e r a n za d i m a n o d ’ o p e r a . 19 R i p o r t i a m o d a l b o l l e t t i n o d e l l ’ e m i g r a zi o n e – N . 7 - 1 9 0 4 l e c i f r e r i g u a r d a n t i , l ’ e m i g r a zi o n e a l l ’ e s t e r o p e r l ’ a n n o 1 9 0 2 e p e r l e p r o vi n c e d a n o i p r e s e i n e s a m e . 57 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net E M I G R AZ I O N E Popolazione calcolata al PROVINCIE 1.Gennaio 1902 Reggio 277778 Emilia Modena 319891 Bologna 534375 Ferrara 276546 Ravenna 237311 Permanente o a tempo indefinito % Periodica o temporanea % TOTALE % 315 1,133 4036 14,529 4351 15,663 924 388 628 80 2,882 0,725 2,271 0,327 4629 4409 346 1273 14,471 8,251 1,251 5,364 5553 4797 974 1353 17,313 8,976 3.522 5,692 P e r i l 1 9 0 3 e 1 9 0 4 t o g l i a m o i d a t i d a l B o l l e t t i n o U f f i c i a l e d e l Mi n i s t e r o d i A g r i c o l t u r a , I n d u s t r i a e Commercio. Anno 1903 – Bollettino – Anno III –Fasc. 9. E M I G R AZ I O N E Periodica o % TOTALE PROVINCIE Popolazione Permanente calcolata al temporanea % o a tempo % 1.Gennaio indefinito 1903 Reggio 12,116 3754 13,473 278626 378 1,356 3376 Emilia Modena Bologna Ferrara Ravenna 320963 536213 277797 237790 1273 378 388 123 3,966 0,704 1,396 0,517 4011 3376 447 861 12,496 6,296 1,609 5,364 5304 3754 835 984 16,463 7,001 3,006 4,138 Anno 1904 –Bollettino – Anno IV.-Vol. III – Fasc. 5. D a q u e s t ’ a n n o l ’ e m i g r a z i o n e n o n v i e n e p i ù d i vi s a i n p e r ma n e n t e e t e mp o r a n e a . “ I n r e a l t à d i c e l a r e l a z i o n e c h e p r e c e d e i d a t i c o d e s t a d i s t i n zi o n e , b a s a t a s u l l ’ i n t e n zi o n e m a n i f e s t a t a d a l l ’ e m i g r a n t e a l m o m e n t o i n c u i f a c e va r i l a s c i a r e i l p a s s a p o r t o , n o n e r a s e m p r e a t t e n d i b i l e . A m i s u r a c h e è v e n u t o c r e s c e n d o n e l n o s t r o p a e s e i l m o vi m e n t o d i e s p a n s i o n e d e l l a p o p o l a z i o n e v e r s o l ’ e s t e r o , e s s o è d i ve n t a t o p i ù i r r e g o l a r e ; e , r e s i s i p i ù f a c i l i e m e n o c o s t o s i i m e z z i d i t r a s p o r t o , a n c h e i p a e s i p i ù l o n t a n i , c h e u n t e m p o e r a n o s c e l t i c o m e m e t a d e l vi a g g i o s o l t a n t o d a c o l o r o i q u a l i i n t e n d e v a n o p r e n d e r vi r e s i d e n za p e r m o l t i a n n i o p e r t u t t a l a vi t a , s o n o o r a v i s i t a t i d a m a s s e d i l a v o r a t o r i , c h e , d o p o b r e ve p e r m a n e n za , v o l o n t a r i a m e n t e o p e r f o r z a m a g g i o r e , f a n n o r i t o r n o i n p a t r i a . A l t r i , a l c o n t r a r i o , c h e s i e r a n o r e c a t i a l l ’ e s t e r o s e n za i n t e n z i o n e d i f e r m a r v i s i l u n g a m e n t e , t r o va t e c o l à b u o n e c o n d i zi o n i d i l a vo r o , p r o l u n g a n o indefinitamente la loro assenza” F u d e c i s o c o s ì d i d i v i d e r e l ’ e m i g r a z i o n e s e c o n d o l a d e s t i n a zi o n e : p e i p a e s i t r a n s o c e a n i c i ( a c u i f a r i s c o n t r o , a l m e n o n e l c a s o p a r t i c o l a r e n o s t r o , l e e mi g r a zi o n e p e r ma n e n t e ) e p e r l ’E u r o p a e p a e s i d e l b a c i n o d e l Me d i t e r r a n e o ( a c u i f a r i s c o n t r o l a e mi g r a zi o n e t e mp o r a n e a ) . N e l l a p r o v i n c i a d i R e g g i o E m i l i a l a c i f r a d e l l ’ e m i g r a zi o n e p e r l ’ a n n o 1 9 0 4 và a u m e n t a t a d i 2 3 6 individui che non richiesero il passaporto. E M I G R AZ I O N E Permanente Periodica o % TOTALE PROVINCIE Popolazione calcolata al o a tempo temporanea % % 1.Gennaio indefinito 1903 Reggio 8,435 280362 512 1,826 2365 2877 10,262 Emilia Modena 323131 1729 6,351 3579 11,385 5308 16,736 Bologna 539930 741 1,372 5060 9,371 5801 10,744 Ferrara 280327 532 1,897 617 2,201 1149 4,099 Ravenna 238759 125 0,523 1238 5,185 1363 5,709 Dell’anno 1905 non si hanno ancora i dati completi. N o n a b b i a m o c r e d u t o d i r i p o r t a r e i d a t i , r i f e r e n t i s i a l l a e m i g r a zi o n e a l l ’ e s t e r o p e r l a p r o vi n c i a d i Ma n t o v a p e r c h é , m e n t r e i d a t i u f f i c i a l i s i r i f e r i s c o n o a t u t t a l a p r o vi n c i a , a n o i , i n q u e s t o caso speciale, occorrevano i soli dati di una parte di essa, molto distinto del resto, e cioè dell’Oltrepò. 58 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net L a p r o v i n c i a d i R o v i g o d à a l l ’ e m i g r a zi o n e p e r m a n e n t e a l l ’ e s t e r o u n c o n t i n g e n t e m a g g i o r e d i q u e l l o c h e d à l ’ E m i l i a . L e c i f r e d e l l ’ e m i g r a zi o n e t e m p o r a n e a s o n o i n ve c e a l q u a n t o i n f e r i o r i . A c o m m e n t o d e l l e c i f r e r i p o r t a t e d o b b i a m o n o t a r e c h e , s e l e c i f r e r i f e r e n t i s i a l l e p r o vi n c e d i R e g g i o E m i l i a e Mo d e n a s o n o p i u t t o s t o e l e va t e , c i ò è d o vu t o s o p r a t t u t t o a l l a e m i g r a zi o n e t e m p o r a n e a . Me n t r e i n q u e s t e p r o vi n c e l a e m i g r a zi o n e p e r m a n e n t e n o n s u p e r a c h e p e r M o d e n a n e l 1 9 0 4 , i l 5 % , n e g l i A b r u z zi , p e r e s e m p i o d o ve l a e m i g r a zi o n e r a g g i u n s e n e l 1 9 0 4 u n t o t a l e d i 2 1 , 9 1 % , l a e m i g r a z i o n e p e r m a n e n t e a r r i va a 1 7 , 8 4 % . 20 S t a t i s t i c a d e g l i s c i o p e r i a v v e n u t i n e l l ’i n d u s t r i a e n e l l ’a g r i c o l t u r a d u r a n t e l ’a n n o 1 9 0 1- e d i t a per cura del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio. 21 L ’ a g i t a z i o n e a g r a r i a d i q u e s t i u l t i m i a n n i va l s e a f a vo r i r e l a d i f f u s i o n e d e l l e m a c c h i ne agricole più di molti anni di propaganda V e d i : P r o f . G . R A I N E R I e I n g . . E . . M O R A N D I . - D e i me zzi a t t i a d i f f o n d e r e l ’u s o d e l l e ma c c h i n e agricole in Italia. Bollettino quindicinale della Società degli agricoltori italiani -Annata1902 Pag. 261. (I recenti scioperi agrari in Italia e i loro effetti economici). 22 N o n v à d i m e n t i c a t o c h e , n e l l a v a l l e d e l P o , i l va l o r e d e l l a p r o p r i e t à f o n d i a r i a h a , q u a s i dovunque negli ultimi tempi, avuto un incremento non trascurabile. Ne fanno fede i redditi f o n d i a r i – p e r a f f i t t o - c o n s e g u i t i d a m o l t e O p e r e P i e e d A m m i n i s t r a zi o n i p u b b l i c h e . I l f a t t o è certo dovuto in modo speciale ai progressi tecnici dell’agricoltura. 23 I n f a t t i p e r i l 1 9 0 1 s i h a n n o ( S t a t i s t i c a d e g l i s c i o p e r i a v v e n u t i n e l l ’i n d u s t r i a e n e l l ’a g r i c o l t u r a d u r a n t e l ’a n n o 1 9 0 1 ) l e s e g u e n t i c i f r e : t o t a l e d e g l i s c i o p e r i a g r a r i a v v e n u t i n e l l ’ E m i l i a 1 0 4 ; s c i o p e r i r i u s c i t i f a v o r e v o l i i n t u t t o 3 4 ; s c i o p e r i r i u s c i t i f a vo r e vo l i i n p a r t e 3 1 ; c o n t r a r i 3 7 ; d i due non si riporta l’esito. P e r i l 1 9 0 2 s i h a i n v e c e ( B o l l e t t i n o U f f i c i a l e d e l Mi n i s t e r o d i A g r i c o l t u r a I n d u s t r i a e C o m m e r c i o - A n n o I I I , V o l . V . , F a s c . 1 ) : s c i o p e r i a g r a r i n e l l ’ E m i l i a 6 5 ; f a vo r e vo l i i n t u t t o 9 ; favorevoli in parte 24; contrari 32. P e r i l 1 9 0 3 s i h a ( i d e m ) : s c i o p e r i a g r a r i n e l l ’ E m i l i a 2 2 ; f a vo r e vo l i i n t u t t o 3 ; f a vo r e v o l i i n p a r t e 10 contrari 8. di uno non si riporta l’esito. 24 V e d i i n p r o p o s i t o l a R e l a z i o n e s u l C o n c o r s o f r a a zi e n d e c h e h a n n o m o d i f i c a t o i l ve c c h i o p a t t o c o l o n i c o e c c . r e d a t t a d a l P r o f S e r p i e r i p e r l a C o m m i s s i o n e g i u d i c a t r i c e c o m p o s t a d al r e l a t o r e , d a l S e n a t o r e I n g . G i u l i o V i g o n i e d a l P r o f . V i t t o r i o A l p e . L a r e l a zi o n e è s t a m p a t a p e r cura del Comitato delle Esposizioni e Concorsi in Desio. In essa si fa cenno della C o n g r e g a z i o n e d i C a r i t à d i M e d a d i Mi l a n o l a q u a l e h a c o n c e s s o d i r e t t a m e n t e a i c o n t a d i n i i terreni dell’Opera Pia di Rho, da essa amministrati. A N o v a d i M i l a n o s i s o n o c o n c l u s i d i v e r s i p i c c o l i a f f i t t i i n d i vi d u a l i . 25 L a S i c i l i a , c h e h a 3 5 2 9 7 9 9 a b i t a n t i , è d i vi s a i n s o l i 3 5 7 C o m u n i f r a i q u a l i c o n t a s i u n g r a n numero di borgate popolarissime. 26 R e l a z i o n e d e l m o v i m e n t o d e l l a C o o p e r a t i va a g r i c o l a d i Mo n t e S . G i u l i a n o d a l l a s u a c o s t i t u z i o n e . S u l p e r i o d i c o Mo n t e d i Mo n t e S : G i u l i a n o . 27 A l l ’ e s t e r o , d a q u a n t o a n o i r i s u l t a , n o n s o r s e r o a s s o c i a zi o n i d i q u e s t o g e n e r e s e n o n i n Inghilterra, nel periodo tra il 1830 e il 1886 le quali poi si sciolsero e non ci consta che adesso ne esistano altre. L a p r i m a s o r s e n e l 1 8 3 0 a d A s s i n g t o n p e r i n i zi a t i va d i Mr G u r d o n . S e c o n d a f u l ’ A s s o c i a zi o n e C o o p e r a t i v a a g r i c o l a d i R a l a h i n e , s o r t a i n I r l a n d a n e l 1 8 3 1 p e r o p e r a d i Mr . C r a i g , . D a l 1 8 3 1 p a s s i a m o a l 1 8 6 0 , t e m p o i n c u i s o r s e n e l C u mb e r l a n d u n a t e r za A s s o c i a zi o n e f o n d a t a d a Mr . L a ws o n . U l t i m a è u n ’ a s s o c i a z i o n e s o r t a n e l P o r t l a n d n e l 1 8 8 6 p e r i n i zi a t i va d e l d u c a d i Portland. A b b i a m o t o l t o q u e s t e n o t i z i e d a l l a v o r o L e S o c i e t à C o o p e r a t i v e d i p r o d u zi o n e d e l P r o f . U g o Rabbeno. 28 G A E TA N O D E L L A V A L L E – L a C o l o n i a a g r i c o l a d i O s t i a 29 U n e s p e r i m e n t o d i a f f i t t a n z a c o l l e t t i va s i è a v u t o a Mo l i n e l l a n e l B o l o g n e s e n e l 1 8 9 3 . i l t e r r e n o a f f i d a t o e r a c o l t i v a t o a r i s a i a . Ma , a q u a n t o c i s i d ic e , l ’ e s p e r im e n t o , i n c a u s a d i u n g r a v e i n f o r t u n i o c h e r o v i n ò i l p r o d o t t o n o n f u n zi o n ò . 30 S o c i e t à C o o p e r a t i v a a g r i c o l a d i C a l v e n za n o - R e l a zi o n i e b i l a n c i o s u l l ’e s e r c i zi o 1 9 0 1 - P e r i l 1 5 °a n n o d a l l a f o n d a zi o n e 31 L a C o o p e r a t i v a a g r i c o l a d i C a l v e n za n o o l t r e a d a ve r e d e i t e r r e n i i n a f f i t t o , h a a n c h e u n p o d e r e d i s u a p r o p r i e t à e d è p r e c i s a m e n t e d i q u e s t o c h e p a r l a l a r e l a zi o n e . 32 S o c i e t à p r o b i c o n t a d i n i d i C a s t e l C e r r e t o e B a t t a g l i e d i Tr e vi g l i o . . 33 V A C C A R O R U S S O – l a c o o p e r a zi o n e n e l l ’a g r i c o l t u r a S i c i l i a n a . 34 Facciamo un esempio. S i a b b i a d a e s e g u i r e l a f a l c i a t u r a d i m a g g i o d i 9 0 e t t a r i d i p r a t o . C o n vi e n e d i p i ù l a f a l c i a t u r a a mano o la falciatura a macchina? 59 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net Ci serviamo, nella discussione del quesito, di dati esposti dal Prof. NICCOLI nel suo P r o n t u a r i o d e l l ’A g r i c o l t o r e e d e l l ’I n g e g n e r e r u r a l e – e d i zi o n e 3 . a – p a g . 2 7 6 , 2 8 2 e 3 1 8 . Calcoliamo la spesa della falciatura a mano. Siano 3 giornate per ettaro a L. 2, 50 l’una. Sono in tutto 270 giornate, il valore delle quali ammonta a L. 675. C o n u n a f a l c i a t r i c e a d u e a n i m a l i , i l l a vo r o , i n r a g i o n e d i e t t a r i 2 1 , 2 a l g i o r n o , s i c o m p i r e b b e i n v e c e i n 3 6 g i o r n a t e e l a s p e s a t o t a l e s a r e b b e l a s e g u e n t e : P r e z zo d ’ u s o d e l l a f a l c i a t r i c e ( 2 0 % d e l v a l o r e d e l l a m a c c h i n a c a l c o l a t o d i L . 33 0 ) L . 6 6 , 0 0 ; S p e s a p e r 2 o p e r a i ( g i o r n a t e 7 2 a L . 2 , 5 0 ) L . 1 8 0 , 0 0 ; O l i o , p i c c o l e r i p a r a zi o n i , e c c . ( m e z za l i r a a l g i o r n o ) L . 1 8 , 0 0 ; P r e z zo d e l lavoro bovino (in ragione di L. 5 per paio di buoi al giorno e per giornate36,con ricambio) L. 1 8 0 , 0 0 T O TA L E : L . 4 4 4 , 0 0 S i h a q u i n d i c o l l a f a l c i a t u r a a m a c c h i n a , u n r i s p a r m i o d i L . 6 7 5 – 444 = L. 231 Ma i soci sono occupati 198 giornate di meno (270 -72). Se queste giornate non p o s s o n o e s s e r e i m p i e ga t e a l t r o v e , i s o c i s i tr o va n o i n p e r d i t a : s a r e b b e c o m e s e l e 1 98 giornate, in cui essi restano disoccupati, fossero loro pagate complessivamente L. 231 pari a L . 1 , 1 7 l ’ u n a a n z i c h é L . 2 , 5 0 ( o l t r e , s ’ i n t e n d e , l a f a t i c a r i s p a r m i a t a ) . Me s e e s s i p o s s o n o i m p i e g a r e q u e l t e m p o , r i m a s t o l i b e r o d a i l a vo r i d i f a l c i a t u r a , a n c h e a r i m u n e r a zi o n e b a s s a , p u r c h è t a l e c h e , a u m e n t a t a d e l r i s p a r m i o a vu t o s i c o l l a i n t r o d u zi o n e d e l l a m a c c h i n a , d i a u n s a l a r i o g i o r n a l i e r o s u p e r i o r e a L . 2 , 5 0 i l v a n t a g g i o è e vi d e n t e . N o n è d i f f i c i l e c h e , a c c o n t e n t a n d o s i d i b a s s e r i m u n e r a z i o n i , i l a v o r a t o r i t r o vi n o , n e l l ’ a zi e n d a s t e s s a , m o d o d i i m p i e g a r e i l t e m p o l i b e r o . C e r t o i l c o n t a d i n o s i a c q u i e t e r à a l l a i n t r o d u zi o n e d e l l a m a c c h i n a q u a n d o i l s a l a r i o c h e eg l i p u ò c o n s e g u i r e a l t r i m e n t i s i a i n p l e n o d i L. 2 , 5 0 e i l r i s p a r m i o o t t e n u t o c o l l a i n t r o d u z i o n e d e l l a m a c c h i n a va d a a i n t e r o va n t a g g i o d e l l ’ a zi e n d a s o c i a l e . 35 A p r o p o s i t o d i c i ò t o r n a o p p o r t u n o i l g i u d i zi o d i u n va l e n t e a g r o n o m o q u a l è i l P R O F . B R I G A N TI , i l q u a l e p a r l a n d o d e l l e C o o p e r a t i v a d i l a v o r o d i o R i vo l t a d ’ A d d a , s c r i ve va : “ I o r i t e n g o c h e n o n s i p o t r à m a i r a g g i u n g e r e u n e f f e t t i vo m i g l i o r a m e n t o e c o n o m i c o d e i c o l t i v a t o r i , s e n o n p e n s i a m o a m i g l i o r a r e r a p i d a m e n t e l e c o n d i zi o n i a g r i c o l e d e l p o d e r e . E q u e s t o p r o g r e s s o a g r a r i o n o n s a r à r e a l i z z a b i l e f i n o a c h e l ’ a t t i vi t à d e i s o c i s i m a n t e r r à d i s o r d i n a t a , s l e g a t a , s e n z a u n v e r o e p r o p r i o i n d i r i z zo t e c n i c o . ” . “ L o s c o p o d e l l a S o c i e t à n o n d e ve l i m i t a r s i a t r a s f o r m a r e i l b r a c c i a n t e i n u n p i c c o l i s s i m o f it t a b i l e i s o l a t o , s e n za m e z zi , n o n s o r r e t t o d a alcuno e legato a quelle pratiche empiriche che ha seguite finora e che sono in perfetto c o n t r a s t o c o l p r o g r e s s o r e a l i z z a t o n e i p o d e r i vi c i n i : n e l c a s o o p p o s t o i l c o n c e t t o c o o p e r a t i vo s a r e b b e i n g r a n p a r t e f r u s t r a t o , e l e c o n d i zi o n i d e l c o l o n o , n e l l a m i g l i o r e d e l l e i p o t e s i , resterebbero sempre le medesime.”. “Nello stato attuale delle cose, i singoli coloni si trovano n e l l a i m p o s s i b i l i t à d i in t r o d u r r e n e i l o r o p o d e r i m a c c h i n e a g r i c o l e p r e zi o s i s s i m e ( a r a t r i , s e m i n a t r i c i , z a p p e c a v a l l o , s v e c c i a t o i , e c c . ) ; d i g a r a n t i r s i d e l l a b o n t à e d e l p r e z zo m i n i m o d e i c o n c i m i e d e l l e s e m e n t i ; e d ’ a l t r a p a r t e s o n o o b b l i g a t i a ve n d e r e i p r o d o t t i u r g e n t e m e n t e e q u a s i s e m p r e a p r e z z o p i ù b a s s o d i q u e l l o d i m e r c a t o , p e r c h é i l b i so g n o b a t t e a l l a l o r o p o r t a . ” . “ R i u n e n d o v e r a m e n t e i n u n s o l f a s c i o t a n t e f o r ze d i s p e r s e , s a r e b b e p o s s i b i l e trasformare in breve tempo un’agricoltura che è ancora misera e stentata. Sarebbe reso p o s s i b i l e l ’ a c q u i s t o d i b u o n i a r a t r i , d e l b e s t i a m e d a l a vo r o , d e i c o n c i m i e d e l l e s e m e n t i a p r e z z i p i ù c o n v e n i e n t i e c o n l e n e c e s s a r i e ga r a n zi e ; d i u n a s e m i n a t r i c e c h e r i u s c i r e b b e vantaggiosissima in questo caso particolare – non fosse altro che per il considerevole r i s p a r m i o c h e p e r m e t t e d i r e a l i z z a r e n e l l e s p e s e d i c o l t i va zi o n e d e l m a n i c o t t o – e d i t a n t i a l t r i mezzi colturali. Poche lire per ciascun socio sono sufficienti per dotare il podere delle macchine indispensabili per ora, le quali per giunta, potrebbero pagarsi ratealmente con i g u a d a g n i c h e e s s e s t e s s e f a r e b b e r o r e a l i z z a r e . ” . “ S a r e b b e a l t r e s ì p o s s i b i l e l a ve n d i t a c o l l e t t i v a d e i p r o d o t t i a g r i c o l i , r i c h i e d e n d o a l l a l o c a l e B a n c a P o p o l a r e u n s e r vi zi o d i c r e d i t o . ” . “ S o l o c o n l a c o n d u z i o n e s o c i a l e d e l p o d e r e p ot r à e s t e n d e r s i l a c o l t i va zi o n e d e i p r a t i c o m e sussidio all’allevamento del bestiame, indispensabile all’agricoltura moderna. Il miglioramento s a r à g r a d u a l e , m a i n c e s s a n t e , c o n t i n u o , p r o g r e s s i vo . Tu t t o s t a a r i u n i r e c o n c o r d e m e n t e l e f o r z e a d e s s o a n c o r a t r o p p o i s o l a t e e a d a r e s o ff i o d i n o ve l l a vi t a n e l l ’ i n d i r i z zo t e c n i c o d e l l a s o c i e t à ” . A l c u n e a f f i t t a n z e c o l l e t t i v e a c o n d u zi o n e d i vi s a s i s o n o g i à m e s s e s u q u e s t a vi a , c o m e a d e s . l a C o o p e r a t i v a a g r i c o l a d i C a l ve n z a n o . A p r o p o s i t o d e l l ’ u n i o n e p e r l ’ a c q u i s t o e l ’ u s o d e l l e m a c c h i n e n u l l a i m p e d i s c e c h e i c o l o n i d e l l e a f f i t t a n ze c o l l e t t i ve a c o n d u zi o n e divisa facciano come hanno fatto molto lodevolmente i piccoli proprietari e i piccoli affittuali d i F e l i n a , i n p r o v i n c i a d i R e g g i o E m i l i a , i q u a l i s i s o n o u n i t i e h a n no a c q u i s t a t o i n s i e m e m a c c h i n e a g r a r i e p e r u s a r l e i n c o m u n e p e r t u r no e a n o l o . – V e d i i n p ro p o s i t o i l G i o r n a l e d i Agricoltura della Domenica – Piacenza, 1905 – N. 6. 36 B o l l e t t i n o q u i n d i c i n a l e d e l l a S o c i e t à d e g l i a g r i c o l t o r i i t a l i a n i – 1 9 0 4 – N . 1 4 – “ i l m o vi m e n t o c o o p e r a t i v o a g r i c o l o i n p r o v i n c i a d i Tr a p a n i ” . 37 C o l à i n f a t t i è m o l t o d i f f u s a l a r o t a z i o n e b i e n n a l e : c i va i e - g r a n o . 38 R e l a z i o n e a l G r u p p o d e i d e p u t a t i a m i c i d e l l a c o o p e r a zi o n e p u b b l i c a t o n e l g i o r n a l e L a C o o p e r a z i o n e i t a l i a n a d e l 1 5 a p r i l e 1 9 0 5 – C o n c e s s i o n e i n a f f i t t a n ze d e i t e r r e n i d e l l o S t a t o , d e l l e P r o v i n c i e , d e i C o m u n i e d e l l e O p e r e P i e a l l e C o o p e r a t i ve d i l a vo r a t o r i r u r a l i . 60 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net D i q u e s t a r e l a z i o n e r i p o r t i a m o l e c o n c l u s i o n i c h e f u r o n o a n c h e d i s c u s s e e a p p r o va t e d a l Congresso fra le Cooperative agricole tenuto a Reggio Emilia l’8 ottobre 1905: L e l e g g i v i g e n t i e d i s c i p l i n a n t i l a m a t e r i a d e i b e n i r u s t i c i d e l l o S t a t o , d e l l e P r o vi n c i e , d e i C o m u n i , d e l l e O p e r e P i e d o v r e b b e r o , c o n n u o va l e g g e , p e r m e t t e r e : a ) d i p r e f e r i r e , a p a r i t à d i o g n i a l t r a c o n d i zi o n e , n e l l e a f f i t t a n ze d e i b e n i r u s t i c i , l e C o o p e r a t i v e d i c o l t i v a t o r i a i n o n c o l t i va t o r i o a i c a p i t a l i s t i i m p r e n d i t o r i ; b ) d i t r a t t a r e d i r e t t a m e n t e c o n d e t t e C o o p e r a t i ve l o c a l i q u a n d o e s s e d i a n o l e p i ù a m p i e g a r a n z i e d i b u o n a c o l t i v a z i o n e d e i t e r r e n i e d i s o l vi b i l i t à , e d i d a r e a d e s s e l a p r e l a zi o n e i n m o d o a s s o l u t o n e l l a r i n n o v a z i o n e d e g l i e ve n t u a l i c o n t r a t t i i n c o r s o c o n l e C o o p e r a t i ve stesse; c ) d i i n d i r e a s t e o g a r e es c l u s i v a m e n t e t r a c o o p e r a t i ve d i l a vo r a t o r i d i l u o g h i c o n t e r m i n i q u a n d o l e d e t t e g a r e f o s s e r o s u g g e r i t e d a l l ’ i n t e r e s s e d e l l ’ A m m i n i s t r a zi o n e l o c a t r i c e e a f f i d a n d o i t e r r e n i d a l l ’ i n t e r e s s e d e l l a A m m i n i s t r a zi o n e l o c a t r i c e e a f f i d a n d o i t e r r e n i a n o n coltivatori o a capitalisti solo nel caso che l’asta andasse deserta; d ) d i s t i p u l a r e c o n t r a t t i d i l o c a z i o n e d i n a t u r a e d i d u r a t a va r i a i n a r m o n i a a l l e va r i e c o n d i z i o n i d e i l u o g h i , d e i b e n i l o c a t i , d e l l e c o l t i v a zi o n i a l d u p l i c e i n t e n t o d i r a g g i u n g e r e i l m a g g i o r p o s s i b i l e r e d d i t o d a l l a t e r r a e d i a f f e zi o n a r e a d e s s a i c o l t i va t o r i ( c o n t r a t t i a m i g l i o r i a ; e n f i t e u s i p o s s i b i l m e n t e n o n r e d i m i b i l i ; a f f i t t a n ze c o n a n t i c i p a zi o n e o s o v ve n zi o n i o p r e s t i t i p e r m i g l i o r i e f o n d i a r i e ; a f f i t t a n ze c o n s o c c i d a ; a f f i t t a n za d a 2 9 a 9 9 a n n i , e c c . ) ; e ) d i i n c l u d e r e n e l c o n t r a t t o d e l f i t t o l a r e s c i s s i o n e a r i c h i e s t a d e l l a C o o p e r a t i va c o n d u t t r i c e o g n i t a n t i a n n i e c o n u n c o n g r u o p r e a v vi s o ; f ) d i f a r c o s t i t u i r e l a c a u z i o n e , p e r i l c a n o n e d i f i t t o e p e r l e e ve n t u a l i s c o r t e i n d i ve r s i a n n i e c o n u n s o p r a p p i ù d e l c a n o n e s t e s s o , e d i pa g a r e u n c o n g r u o i n t e r e s s e a l d e p o s i t o cauzionale; g ) l a c a u z i o n e r i c h i e s t a d a u n a C o o p e r a t i va n o n d e ve m a i e s s e r e s u p e r i o r e a q u e l l a c h e l o c a l m e n t e è c o n s u e t u d i n e d i c h i e d e r e a i m i g l i o r i c o n d u t t o r i . D a l d e p o s i t o c a u zi o n a l e e d e l l a s u a i n t e g r i t à r i s p o n d e l ’ A m m i n i s t r a zi o n e l o c a t r i c e ; h) L’Amministrazione locatrice può concedere gratuitamente o dietro semplice rimborso delle s p e s e s o s t e n u t e , l ’ a s s i s t e n z a t e c n i c a o q u e l l a c o n t a b i l e a m m i n i s t r a t i va a l l e c o o p e r a t i ve conduttrici dei propri beni rustici. S i f a n n o v o t i p o i c h e l a s t e s s a n u o v a l e g g e a us p i c a t a a b b i a : 1 . ° a c o nt e m p l a r e a g e vo l a zi o n i f i s c a l i p e r l a s t i p u l a z i o n e d e i c o n t r a t t i d i l o c a zi o n e a c o o p e r a t i ve d i l a vo r a t o r i ; 2 . ° a f a c i l i t a r e i l s o r g e r e e i l f u n z i o n a r e d i u n o o p i ù i s t i t u t i d i c r e d i t o d e s t i n a t i a s o v ve n i r e ( f i n a n zi a r i a m e n t e o c o n m e r c i d i u s o a g r a r i o e u m a n o o c o n m a c c h i n e e a t t r e z zi , e c c . ) l e C o o p e r a t i ve a s s u n t r i c i d e i b e n i r u s t i c i a l l e q u a l i v e r r e b b e i m p o s t a u n a d i r e zi o n e t e c n i c a e d a m m i n i s t r a t i va d i f i d u c i a d e l l ’ I s t i t u t o ; 3 . ° a f a c i l i t a r e l a c o s t i t u zi o n e e d i l f u n zi o n a m e n t o d i c o o p e r a t i ve d ’ a c q u i s t o , d i v e n d i t a , d i m a n i p o l a z i o n e d i p r o d o t t i , d i c r e d i t o n e l s e n o d e l l e c o o p e r a t i ve c o n d u t t r i c i o f r a l e s t e s s e C o o p e r a t i v e . A c o m p l e m e n t o d i q u e s t e n o t i zi e è b e n e a g g i u n g e r e c h e t o s t o l ’ O n . Pantano, Ministro di agricoltura Industria e Commercio ebbe presentato il disegno di legge p e r l a c r e a z i o n e d i u n I s t i t u t o d i c o l o n i z za zi o n e i n t e r n a , l a C a m e r a d e l l a vo r o d i R e g g i o E m i l i a telegrafò al Ministero constatando, e di ciò compiacendosi, che nel disegno fossero contenute disposizioni che corrispondevano ai voti del Congresso di Reggio. 39 C o n g r e s s o n a z i o n a l e d e l l e C o o p e r a t i ve a g r i c o l e – 8 o t t o b r e 1 9 0 5 – R e s o c o n t o s t a m p a t o p er cura della Camera del Lavoro di Reggio Emilia. 40 V e d i S o c i e t à C o o p e r a t i v a A g r i c o l a d i C a l v e n za n o : R e l a zi o n e e B i l a n c i o s u l l ’E s e r c i zi o 1 9 0 4 . 41 R a p p o r t o d e l C o n g r e s s o n a z i o n a l e d e l l e C o o p e r a t i ve a g r i c o l e d i R e g g i o E m i l i a d e l l ’ 8 o t t o b r e 1 9 0 5 f a t t o d a l S e g r e t a r i o d i q u e l l a C a m e r a d e l L a vo r o . 42 P e r i o d i c o l ’U m a n i t a r i a : N °. d e l g e n n a i o 1 9 0 6 . 43 R e s o c o n t o d e l C o n g r e s s o p u b b l i c a t o p e r c u r a d e l l a C a m e r a d e l L a vo r o d i R e g g i o E m i l i a . 44 N e l l a r i u n i o n e , i n d e t t a d a l l a F e d e r a zi o n e I t a l i a n a d e i C o n s o r zi a g r a r i p e r u n ’ i n t e s a i n t o r n o a l l a f o n d a z i o n e d i u n I s t i t u t o d i c r e d i t o a g r a r i o , r i u n i o n e c h e e b b e l u o g o a P i a c e n za i l 3 0 o t t o b r e 1 9 0 5 , l ’ o n . L u z z a t t i , c h e d e l p r o g e t t a t o I s t i t u t o s p i e g ò i m e zzi e d i f i n i , a c c e n n ò a n c h e a l l e C o o p e r a t i v e a g r i c o l e o p e r a i e e a l l ’ e s p e r i m e n t o d e l l e a f f i t t a n ze c o l l e t t i ve , i n f a vo r e d e l l e quali dovrebbe intervenire il futuro istituto. N e l c o n g r e s s o d i R e g g i o E m i l i a d e l l ’ 8 o t t o b r e 1 9 0 5 l ’ o n . Ma f f i , S e g r e t a r i o g e n e r a l e d e l l a L e g a N a z i o n a l e d e l l e C o o p e r a t i v e , p r e s e n t ò u n s u o d i s e g n o d i l e g g e p e r u n a B a n c a C o o p e r a t i va d i S t a t o . L a B a n c a d o v r e b b e a v e r e u n c a p i t a l e i n i zi a l e d i 3 m i l i o n i , r a c c o l t i c o l c o n c o r s o d e l l o Stato, della Società Umanitaria, della Banca d’Italia, delle casse di Risparmio. Suo ufficio d o v r e b b e e s s e r e , f r a l ’ a l t r o , q u e l l o d i s o m m i n i s t r a r e i m e z zi f i n a n zi a r i p e r p r e n d e r e i n a f f i t t o o i n e n f i t e u s i o p e r c o n d ur r e a c o l o n i a p a r zi a r i a t e r r e n i d a e s s e r e c o l t i va t i i n c o o p e r a zi o n e ; d i c o n c e d e r e i l c r e d i t o p e r l ’ e s e r c i z i o d e l l ’ i n d u s t r i a a g r i c o l a a b e n e f i c i o d i C o o p e r a t i ve d i produzione agraria costituite da lavoranti e da piccolissimi proprietari. Il disegno di legge, p r e s e n t a t o d a l l ’ o n . P a n t a n o a l l a C a m e r a d e i D e p u t a t i n e l l a s e d u t a d e l l ’ 8 m a r zo 1 9 0 6 , c h e 61 Cooperazione.net © 2009 www.cooperazione.net m i r a a l l a c o s t i t u z i o n e d i u n f o n d o n a zi o n a l e p e r l a c o l o n i z za zi o n e i n t e r n a , a m m i n i s t r a t o d a u n i s t i t u t o p o s t o s o t t o l a v i g i l a n z a d e l Mi n i s t e r o d i a g r i c o l t u r a , i n d u s t r i a e c o m m e r c i o , c o n t i e n e d i s p o s i z i o n i c o l l e q u a l i s i p r o v v e d e a l c r e d i t o i n f a vo r e d e l l e c o o p e r a t i ve d i l a vo r a t o r i . L ’ I s t i t u t o d o v r e b b e f a r e l e s e g u e n t i o p e r a zi o n i : a ) A n t i c i p a zi o n e p e r p a g a m e n t o d e i c a n o n i d i enfiteusi e di affitto per un periodo da determinarsi dal regolamento, ma in ogni caso non i n f e r i o r e a i 5 a n n i e d a m m o r t i z z a b i l e i n u n p e r i o d o n o n s u p e r i o r e a i d i e c i a n n i s u c c e s s i vi ; b ) P r e s t i t i a m m o r t i z z a b i l i p e r c o s t r u z i o n i e t r a s f o r m a zi o n i a g r i c o l e ; c ) A n t i c i p a zi o n i e p r e s t i t i p e r spese di assicurazione, per acquisto di materie prime, di bestiame e di strumenti. Le o p e r a z i o n i d e l l ’ i s t i t u t o v e n g o n o g a r a n t i t e c o i p r i vi l e g i s p e c i a l i s t a b i l i t i d a l l e l e g g i 2 3 g e n n a i o 1 8 8 7 , n . 4 2 7 6 , s e r i e I I I ; 7 l u g l i o 1 9 0 1 , n . 3 3 4 ; e 3 1 m a r zo 1 9 0 3 , n . 2 5 4 . 45 C o n t r a t t o c o l q u a l e l a C o o p e r a t i v a a s s u n s e i n a f f i t t o u n q u a r t o p o d e r e , L a B a t t i s t o n a di proprietà De Medici. 46 Q u e s t a e s i g e n z a d e l l ’ A m m i n i s t r a z i o n e d e l L u o g o P i o h a r a p p o r t o c o n l a d i s p o s i zi o n e d e l l ’ a r t 6, già citato a pag 9, dello Statuto della Società Probi Contadini di Castel Cerreto e Battaglie. 47 I l s o c i o r i l a s c i a a l b a nc o d i S i c i l i a u n o o p i ù e f f e t t i c a m b i a r i , s u i q u a l i vi e n e i n d i c a t o , a g u i s a d i c a u s a l e , l a d e s t i n a z i o n e d e i p r e s t i t i , a f f i n c h é s o r g a a f a vo r e d e l l ’ I s t i t u t o i l p r i v i l e g i o l e g a l e s u i f r u t t i d e l l e t e r r e , a b e n e f i c i o d e l l e q u a l i l ’ o p e r a zi o n e vi e n e f a t t a e s u l l e s c o r t e . I l B a n c o n o n d à v a l o r e a l p r i v i l e g i o l e g a l e s e n o n a c o n d i zi o n e c h e l a S o c i e t à , n e l l ’ i n t e r e s s e d i o g n i s o c i o c h e c h i e d e i l p r e s t i t o , p r e s e n t i : a ) l e q u i e t a n ze d i a f f i t t o a s a l d o ; b ) i c o n t r a t t i d i a f f i t t o ; c ) l ’ e s t r a t t o d e l l a d e l i b e r a z i o n e d e i s o r t e g g i p e r l ’ a s s e g n a zi o n e d e i l o t t i a i s o c i ; d ) l ’ e s t r a t t o d e l l a d e l i b e r a z i o n e c o l l a q u a l e i l C o n s i g l i o d i A m m i n i s t r a zi o n e a u t o r i z za i l s o c i o a c o n t r a r r e p r e s t i t o ; e ) u n a p r o c u r a g e n e r a l e d e l s o c i o l a q u a l e a u t o r i z zi u n a m m i n i s t r a t o r e a d e s e g u i r e t u t t e l e o p e r a z i o n i n e c e s s a r i e p e r i l c o n s e g u i m e n t o d e l p re s t i t o e a r i c e ve r e i l d e n a r o . C o n q u e s t e f o r m a l i t à i s o c i d e l l a C o o p e r a t i v a a g r i c o l a d i Mo n t e S a n G i u l i a n o d i Tr a p a n i e b b e r o d a l B a n c o d i S i c i l i a n e l 1 9 0 4 c i r c a L . 4 0 . 0 0 0 e n e l 1 9 0 5 c i r c a L . 9 0 . 0 0 0 . L a n u o v a l e g g e s u l C r e d i t o a g r a r i o p e r l e p r o v i n c e s i c i l i a n e , r e c e n t e m e n t e a p p r o va t a d a l Parlamento, porterà modificazioni alle formalità suindicate. 62 Cooperazione.net © 2009