pensiero di giuseppe raineri - Centro Italiano di Documentazione

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pensiero di giuseppe raineri - Centro Italiano di Documentazione
PENSIERO DI GIUSEPPE RAINERI
Fonte: Giuseppe Raineri, Le affittanze collettive in Italia
Inchiesta- Piacenza, 1906, Federazione Italiana dei Consorzi
Agrari.
www.cooperazione.net
Pubblichiamo
nelle
pagine,
che
seguono,
notizie
e
dati
sulle
“affittanze collettive” che la Federazione Italiana dei Consorzi agrari ha
raccolti con un lavoro di inchiesta, svolto negli ultimi mesi del 1905 e nei
primi del 1906. Le “affittanze collettive”sono un istituto nuovo, il quale
chiede il suo posto tra le organizzazioni cooperative, e, poiché nessuna
opportunità la Federazione ha mai voluto le sfuggisse per dare il
contributo dei propri studi e della propria attività all’incremento, nel
campo agrario, di quella azione coordinata dei singoli, che si esplica
mediante la forma cooperativa, ha impreso il lavoro con animo lieto, non
preoccupandosi, essa che ha funzioni strettamente economiche, se, per
studiare le “affittanze collettive”, le era necessario di rivolgersi ad istituti
o a persone i quali le avevano promosse o le dirigevano con intendimenti
politici. Per la Federazione sta il fatto di indole economica, e, perché tale
e
come
tale,
ha
voluto
studiarlo,
prefiggendosi
di
raccogliere,
obiettivamente e con perfetta imparzialità, un materiale che potrà servire
utilmente a chiunque voglia accingersi a nuovi studi e ricerche. Crediamo
di
non
aver
dimenticata
nessuna
“affittanza
collettiva”perché
ci
adoprammo, nella ricerca della loro esistenza, come meglio ci fu dato e
come solo era possibile 1.
Non ci meraviglierebbe tuttavia che, a pubblicazione avvenuta,
qualcun’altra ci fosse indicata. È delle inchieste lasciare luogo a consimili
sorprese.
Nel più dei casi abbiamo avuto dalle persone, a cui ci siamo rivolti,
risposte cordiali e larghe, ma non sono mancati coloro i quali, o ci diedero
risposte incomplete, o non risposero affatto alle nostre sollecitazioni.
Inviammo, a tutte le “affittanze collettive” note, un questionario 2, al
quale seguì una corrispondenza nutrita, e di alcune visitammo i poderi
L’attuale pubblicazione non può necessariamente essere che un
riassunto del materiale abbondante raccolto. La ragione di ciò sta nel
fatto che non ci troviamo innanzi un istituto a tipo unico e procedimenti
uniformi, che, se tale, ci avrebbe permesso di valerci di rappresentazioni
metodiche dei risultamenti dell’inchiesta, il che non fu possibile.
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Basterà accennare alla differenza sostanziale che esiste fra le
“affittanze collettive a conduzione unita”, vere e proprie organizzazioni ad
azione cooperativa, e le “affittanze collettive a conduzione divisa” –
applicazione del concetto individualistico alla conduzione della azienda
agraria, nonostante un primo atto di azione coordinata allorché è assunto
l’affitto, e nonostante intese saltuarie successive – per comprendere la
difficoltà di una esposizione uniforme di elementi di studio così vari.
Trovammo opportuno di stendere una prima parte i Preliminari, che
definisce l’istituto delle “affittanze collettive” e tenta di porne in evidenza
il carattere, coll’esporre le condizioni dell’ambiente economico nel quale è
sorto, e col descrivere l’ordinamento interno. Ai preliminari segue una
parte, intitolata Statistiche, la quale contiene dati e notizie, esposti in
forma succinta; tale però da fornire allo studioso quanto può occorrergli
per definire ogni “affittanza collettiva” nelle sue entità di lavoro e di
capitale. Chiude l’inchiesta la terza parte, Documenti, la quale contiene
Statuti, Regolamenti e Atti analoghi. Quale l’avvenire delle “affittanze
collettive”? Non arrischiamo la risposta, perché assistiamo alle prime
prove; ma poniamo alcuni dei termini, secondo i quali, ci sembra,
l’argomento dovrà essere esaminato. A dare forza di successo alle
affittan ze collettive contribuirà certo lo spirito politico e religioso che
cercano di infondervi i promotori dell’una e dell’altra scuola. È però fuori
di dubbio che l’istituto potrà prosperare sol quando si trovi in condizioni
materiali che permettano, non solo il pagamento di salari normali, ma
altresì l’esaurimento di tutti i bisogni di una azienda agraria.
Costituito un organismo, il quale adempia con profitto alla funzione
economica, a cui è chiamato, saranno facilmente vinte le difficoltà,
specialmente
quelle
del
credito,
intorno
alle
quali
si
dibattono
le
che
riprovare
la
“affittanze collettive”.
Noi,
seguendo
tale
concetto,
non
possiamo
tendenza di quelle Cooperative agricole, le quali, piene di fiducia e di
baldanza, per accaparrarsi qualche azienda agraria, spingono i canoni di
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affitto a cifre alte, aprendo così la via alla più grave delle difficoltà, e
forse segnando, fino dal principio, il loro insuccesso.
L’impresa
deve
essere
finanziariamente
vantaggiosa
e
bene
condotta; ragione questa che dovrà farci sempre apprezzare, meglio delle
altre,
quelle
“Affittanze
collettive”che,
insieme
colla
assunzione
di
un’impresa buona, abbiano pure formata una organizzazione interna
razionale, fondata soprattutto sulla buona direzione tecnica.
Non mancheranno allora i soccorsi del credito e non mancherà
l’aiuto che, nelle varie contingenze dell’esercizio di una azienda agraria,
sono conseguibili, per vie facili e naturali, nell’ambiente economico in cui
essa vive. 34
Rispetto al modo di considerare le affittan ze collettive nel loro
adattamento ai vari sistemi di coltura, ha importanza secondaria il fatto,
sotto altro aspetto invece di notevole valore, che talune hanno soprattutto
lo scopo di dare collocamento per turno ai lavoratori disoccupati. Le
“affittanze collettive si adattano ugualmente a tutti i sistemi di coltura?
Così a quelli nei quali il suolo è il più importante elemento della
produzione (sistemi intensivi), come a quelli in cui il lavoro entra in larga
misura (sistemi attivi) ed agli altri, i quali prendono carattere dai
perfezionamenti
della
tecnica
moderna,
il
che
è
quanto
dire
essenzialmente dal capitale, (sistemi intensivi)? 5 Finora non esistono
“affittanze collettive” le quali seguano sistemi prettamente estensivi di
coltura. Invece quanti non sono i luoghi in Italia dove lo sfruttamento del
suolo è fatto, per diritto collettivo, dagli abitanti di un determinato
territorio, semplicemente raccogliendo i prodotti spontanei del bosco, o
mandando gli animali al pascolo! Ma tali comunanze non possono essere
pareggiate senz’altro alle
“affittanze collettive” giacché assai meno
perfetta è l’azione di una collettività non organizzata, se non per
l’esercizio di un determinato diritto, di quella di una affittan za collettiva,
ordinariamente foggiata come società, legalmente costituita in forma
civile o commerciale. Si apre qui il campo alla discussione sui demani
comunali, di estrema importanza per il Mezzogiorno, e la mente corre ai
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disegni di legge,in specie a quelli del Rinaldi e del Lacava,che tendevano
a dare forma e consistenza precisa alle comunan ze,in modo da poterle
raffigurare come veri organi operanti nello sfruttamento del suolo,a
cominciare dai sistemi più largamente estensivi. L’ambiente più adatto per
le affittan ze collettive parrebbe dunque essere quello dei sistemi attivi di
coltura. L’esempio suffraga tale osservazione. E intanto viene di farsi la
domanda: - “fin dove l’azione collettiva di un gruppo di lavoratori può
mantenersi, e non nascere la tendenza individualistica che conduca il
lavoratore
a
voler
essere
padrone
e
libero
di
se
stesso,
quindi
proprietario, o piccolo affittuario, o mezzadro?” Le affittan ze collettive
della media Lombardia, dove la coltura attiva è in uso, sono tutte a
conduzione divisa, vale a dire che, concluso l’affitto in comune, i poderi,
di piccola estensione, nei quali è divisa l’azienda, sono ognuno affidati
con responsabilità e vantaggi distinti alle famiglie dei soci. Le affittan ze
collettive di quasi tutta l’Emilia, la Romagna e luoghi contigui, che
rappresentano più da vicino il principio del lavoro collettivo, hanno invece
prese le mosse da condizioni di agricoltura aventi sistemi meno attivi di
quelli della Lombardia. D’altro canto nella Sicilia i sistemi di coltura, nei
territori in cui sono sorte le affittanze collettive stanno più presso agli
estensivi che agli intensivi, e non vale a modificare tale stato di cose
l’avere esse colà seguito il concetto della “conduzione divisa”.
Ai sistemi attivi seguono facilmente i sistemi intensivi là dove
l’ambiente economico favorisce l’applicazione dei capitali, ed è a questo
punto che sorgono le maggiori difficoltà per le cooperative dei lavoratori;
difficoltà, le quali non sono soltanto da ritrovare nella scarsa fiducia che
ispirano di solito, ma ancora perché molte volte, nell’assetto normale
delle imprese industriali agrarie, il passaggio da sistemi meno intensivi a
sistemi più intensivi, è chiamato ad effettuarsi, non coll’agglomeramento
immediato della mano d’opera, ma con l’investimento, preparatorio per
molti anni, di forti capitali. La “Maremma”, ad esempio, dovrà passare
attraverso allo stadio di sistemi grado più intensi, colla specializzazione
delle colture granarie e prative, mediante l’applicazione dei grandi mezzi
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di coltura, vale a dire mercè l’uso dei sistemi meccanici di lavorazione del
suolo e l’impiego delle macchine da raccolta, per potere dare luogo a
profitti netti che permettano l’investimento di nuovi capitali nella riduzione
e sistemazione del suolo, nella costruzione di strade e fabbricati, nelle
piantagioni, ecc. Cose tutte le quali chiameranno solo gradualmente il
bisogno di più accurati sistemi e di maggiore quantità di mano d’opera.
Non
dobbiamo
infine
dimenticare
che
l’esercizio
dell’impresa
agraria, col mezzo di una Società legalmente costituita, vale a dire colla
adozione
di
un
organo
intermedio
di
più
nel
procedimento
della
produzione del suolo, è una ragione di rincaro dei prezzi di costo delle
derrate, dovuta alle maggiori spese di amministrazione, alla imposta di
ricchezza mobile sull’ente speciale, dove ne è il caso, ecc. Fedeli alle
nostre promesse, non trarremo giudizi assoluti. Diremo loro, a guisa di
conclusione di queste premesse, che l’affittanza collettiva non deve a
priori, nell’assetto economico attuale, essere ritenuta un organismo il
quale dovunque possa vivere e prosperare. Troverà condizioni facili, ne
troverà di men facili, e ne troverà di difficilissime o senz’altro impossibili
all’adattamento.
Se è nell’animo degli uomini di buona volontà di favorirla, si ponga
mente alle condizioni generali dell’ambiente agrario, in cui è chiamata a
sorgere, e si vegga se ed in qual modo quelle condizioni possano venire
modificate in suo favore con provvedimenti legislativi o di altro genere,
quando non siano tali da assicurarne da sole il successo.
L’esame della seconda parte di questa inchiesta, le Statistiche, ci
dimostra come nella Lombardia l’importanza finanziaria delle operazioni,
che
si
connettono
colla
attività
delle
affittanze
collettive,
sia
notevolissima. Si tratta bene spesso di aziende con canoni di affitto e
cauzioni per decine di migliaia di lire, di istituti popolari di credito, i quali,
nell’esercizio
ordinario
delle
loro
operazioni,
hanno
pure
quella
di
assumere affitti collettivi per gruppi di famiglie coloniche, e abbiamo
esempi, non infrequenti, di Opere Pie le quali hanno affittate vaste
aziende ad associazioni di contadini.
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Si spiega facilmente come queste affittanze collettive abbiano
potuto spingersi così innanzi, col f atto che esse, di spirito cattolico,
hanno veri e propri patroni che li indirizzano, le aiutano e le appoggiano,
il che avviene del resto anche per le affittanze collettive cattoliche della
Sicilia. Amici, se non vogliamo dirli patroni, troviamo pure, di frequente,
aiutare le cooperative a spirito socialista e quelle non confessionali.
Non
ci
arrischieremo
di
dire
che,
nello
stato
presente
delle
organizzazioni che stiamo studiando, ciò sia un male, ma certo dobbiamo
augurarci che esse riescano in avvenire, per ogni loro necessità, a
bastare a sé stesse, perché così soltanto potranno avere vita sicura
Il conseguimento di un tal fine si ha quando, data la saldezza
dell’organizzazione
compongono,
e
venga
lo
spirito
messo
in
di
atto
concordia
il
tra
principio
coloro
della
che
la
materiale
responsabilità dei singoli per ogni impegno che la Società assume;
responsabilità che, non solo ciascuno di essi deve sentire come un
obbligo morale, ma anche deve avere effettivamente data, in misura,
s’intende, che ad ognuno sia sempre possibile di sopportarla e di farvi
fronte.
L’esempio di qualche affittan za collettiva, in cui i soci rilasciano
parte del salario a garanzia degli impegni assunti dalla Società, ci fa
ritenere il sistema di grande efficacia per rinsaldare i vincoli sociali, e di
maggiore valore, riguardo al credito, dei privilegi di legge sui prodotti
pendenti e le scorte e del deposito vincolato delle derrate nei magazzini.
La terza parte dell’inchiesta –Documenti- ha valore dalla esposizione
semplice e fedele degli Statuti, dei Regolamenti e di altri Atti della
Società, scelti fra quelli che una od altra ragione rende più spiccatamente
caratteristici.
L’esame loro darà modo allo studioso di conoscere a fondo l’indole
delle diverse associazioni ed il modo con cui sono regolate. Vorremmo
dire che è la migliore parte della nostra pubblicazione; certo la più
concreta.
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Quale varietà di intenti e di metodi dalla Società “La Madre Terra” di
Castrogiovanni
di
Caltanisetta
con
tendenza
collettivista,
eppure
a
conduzione divisa, alla Cooperativa agricola di Fabbrico di Reggio Emilia
operante con forme più complete di cooperazione, alla Federa zione
agricola di operai di Bocca di Falco di Palermo che ha imposto ai soci la
responsabilità illimitata, alla Società Probi Contadini di Castel Cerreto e
Battaglie di Treviglio di Bergamo sorta coll’aiuto e la vigilanza di attivi
propugnatori
delle
organizzazioni
economiche
cattoliche,
al
Piccolo
Credito di Rho in provincia di Milano, istituto di risparmio e di credito, il
quale con aiuto e vigilanza della stessa natura, stabilisce come una delle
sue ordinarie funzioni, assumere le affittan ze a beneficio di gruppi di
contadini!
La varietà degli intenti e dei metodi nulla toglie però al significato
grandemente civile della affittan za collettiva. All’infuori delle differenze di
fede politica e religiosa, sta il proposito comune di giovare colla
organizzazione ad una delle classi meno fortunate di lavoratori, quelli
delle campagne. Tale proposito deve essere apprezzato ed incoraggiato,
nello stadio attuale del problema che ha formato oggetto di questa nostra
inchiesta, affinché, o per moto spontaneo o mercé l’azione iniziatrice di
uomini oculati e saggi, l’istituto della affittan za collettiva sorga e si
rinvigorisca là dove nel nostro paese può trovare condizioni favorevoli al
suo sviluppo.
Con questo intendimento ed augurio la Federa zione Italiana dei
Consorzi agrari affida la modesta sua opera alla benevolenza dei lettori.
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PER LA FEDERAZIONE ITALIANA DEI CONSORZI AGRARI
G. RAINERI
Deputato al parlamento
Piacenza, 3 Maggio 1906
CAPITOLO PRIMO
TIPI DI AFFITTANZE COLLETTIVE E LORO ORDINAMENTO.
Per affittan za collettiva noi intendiamo un’azienda agraria, assunta
e condotta, il più frequentemente in affitto, ma anche a mezzadria o in
enfiteusi, da una associazione di lavoratori
Vi sono due tipi di affittanza collettiva: a condu zione unita e a
conduzione divisa
L’affittan za
collettiva
a
condu zione
unita
è
una
azienda
con
amministrazione e bilancio unici, anche quando più siano i poderi, di cui
l’azienda si compone, e più siano i lavoratori ai quali i poderi siano
stabilmente affidati.
L’affittan za collettiva a conduzione divisa ha un contratto unico per
l’assunzione in uso della proprietà fondiaria; ma, per tutti gli atti
successivi, esistono altrettante aziende a sé quanti sono i poderi in cui la
proprietà viene divisa, ognuno dei quali è affidato stabilmente ad un
lavoratore colla sua famiglia.
Si tratta dunque di tipi i quali, se hanno un elemento comune, la
sostituzione di un affittuario capitalista con una associazione di lavoratori,
sono, per il resto, diversi fra loro, e noi conserviamo ad entrambi la
denominazione comune, unicamente in omaggio all’uso.
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I Affittanze collettive a conduzione unita
A) Carattere, forma giuridica delle “affittanze collettive a conduzione
unita”e loro distinzione. Le affittanze collettive a conduzione unita si
trovano nell’Emilia, nella Romagna e nella provincia di Mantova
6
La
derivazione delle Società, che hanno assunto la gestione di questa forma
di affittanza, ci consente di stabilire molto nettamente il loro carattere.
Esse infatti nacquero e si mantengono con propositi di organizzazione
proletaria, e hanno rapporti e contatti con le organizzazioni politiche
socialiste. Salvo alcune eccezioni 7, hanno una forma giuridica comune: la
Società
anonima
cooperativa
a
capitale
illimitato.
Distinguiamole
affittan ze collettive a condu zione unita in chiuse e aperte. Chiuse (es.:
Società di Fossoli di Carpi in provincia di Modena) diciamo quelle nelle
quali il numero dei soci è limitato e commisurato alla quantità di mano
d’opera richiesta dall’impresa. Aperte (Cooperativa agricola di Fabbrico e
tutte
le
“affittanze
collettive”
aventi
la
forma
di
Società
anonima
cooperativa) diciamo invece quelle nelle quali il numero dei soci è
illimitato
8
e superiore al bisogno
della
quantità di mano d’opera
necessaria, e il lavoro è distribuito fra i soci per turno. Abbiamo detto che
il nome di affittanze collettive non implica l’indicazione della forma del
contratto con cui vengono assunti collettivamente i terreni: se in affitto, a
mezzadria o in enfiteusi. Vi sono affittanze collettive a conduzione unita
con aziende in affitto, e ve ne sono con aziende a mezzadria; nessuna
finora ci risulta con contratti ad enfiteusi.
B) Ordinamento di una “affittanza collettiva a conduzione unita”- la
Cooperativa agricola di Fabbrico- avente terreni in affitto.
Come esempio delle affittan ze collettive a condu zione unita che
hanno
terreni
in
affitto,
riportiamo
l’ordinamento
della
Cooperativa
agricola di Fabbrico, in provincia di Reggio Emilia, perché servì di
esempio alla maggior parte delle altre del genere. Essa è fra le aperte.
Avremo cura in seguito di far rilevare le differenze sostanziali fra
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l’ordinamento di questa Cooperativa e quello delle Associazioni consimili.
La Società anonima cooperativa di miglioramento fra lavoratori della terra
di Fabbrico, -è questo il suo nome esatto- ha per oggetto il migliorare
progressivamente la condizione economica e morale dei lavoratori della
terra, procurando loro lavoro e abituandoli alla previdenza. Essa si
propone di raggiungere il suo scopo coll’imprendere la conduzione di
fondi rustici, la coltivazione dei quali viene assunta collettivamente dai
soci colle loro famiglie; coll’esercitare il commercio dei prodotti agricoli,
necessari
all’esercizio
dell’industria
agraria
(concimi,
zolfi,
solfati,
attrezzi di lavoro, macchine, ecc.); coll’esercitare imprese di lavori
pubblici, che abbiano attinenza col miglioramento delle condizioni del
terreno (lavori di bonifica, argini, terrapieni, dissodamento di terreni,
ecc.); col diffondere l’istruzione agricola fra i soci; coll’istituire un fondo
soccorso per i soci nei casi di malattia o di assoluta indigenza. Possono
far parte della Società i braccianti, boari, giornalieri e camerati del paese,
uomini e donne. Sono ammessi anche gli affittuari e i mezzadri che hanno
una limitata estensione di terreno, così da poter essere liberi di coltivare
terreni altrui, almeno per metà tempo dell’anno. Ogni socio deve versare,
all’atto dell’ammissione, la tassa di una lira ed acquistare almeno due
azioni, se è uomo, e almeno una se è una donna, da pagarsi in rate
mensili anticipate di lire una. Il valore delle azioni è di lire dodici 9. Organi
della
Società
sono:
l’Assemblea
generale
dei
soci,
il
Consiglio
di
amministrazione (composto di un Presidente e di otto Consiglieri, che
durano in ufficio due anni e sono rieleggibili); il Comitato dei sindaci (tre
effettivi e due supplenti, che durano tutti in ufficio un anno e sono
rieleggibili).
La
scelta
degli
impiegati
(Direttore
tecnico,
Segretario
contabile, Cassiere ecc.) è fatta dal Consiglio. L’ufficio di Direttore
tecnico
è
affidato
al
Presidente,
il
quale
riceve
una
indennità.
Il
Segretario contabile è pagato con stipendio fisso. Il Cassiere, all’atto
dell’ammissione in ufficio, deve versare una cauzione. La Cooperativa
coltiva attualmente tre poderi, assunti in affitto, e li ha raggruppati in due
aziende: la Scaglietta da una parte; la Donata e la Vallicella dall’altra
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Per ognuna di questa due aziende vi è una famiglia di bifolchi comandata
alla cura del bestiame (20 capi per azienda) e un capo-uomo. Tanto
questo che quella ricevono un salario fisso. La Società ha così, come
personale tecnico, oltre al Direttore, due capi-uomo, due famiglie di
bifolchi e, come vedremo poi, anche un magazziniere. Nelle abitazioni,
annesse alle aziende, stanno però solo i bifolchi e i capi-uomo.
La coltivazione dei terreni, assunti in affitto dalla Cooperativa, viene
eseguita dai soci, considerati come salariati e, occorrendo, anche da
estranei, sotto la direzione del Presidente e sotto la sorveglianza dei
capi-uomo. I proprietari del terreno non hanno nessuna ingerenza, salvi
naturalmente i diritti che loro riconosce il capitolato d’affitto.
I lavori vengono divisi in due categorie: quelli a giornata e quelli a
cottimo. Si fanno a giornata i lavori nei quali è richiesto l’uso del
bestiame, degli attrezzi rurali di trasporto e delle macchine agrarie, uso
che determina da sé il numero degli operai occorrenti.
Allorché si tratta di lavori a giornata, il capo-uomo di ogni azienda
fissa il numero necessario di operai, e il Presidente provvede alla loro
assunzione secondo il turno. I soci che, temporaneamente, non sono
occupati nei poderi della Società, vanno a lavorare su aziende condotte
da privati. I capi-uomo tengono nota, e rendono conto al Presidente, del
lavoro prestato da ogni lavoratore. I pagamenti sono fatti settimanalmente
in base ad una tariffa, fissata prima, e uguale a quella in vigore presso gli
altri conduttori di aziende. A cottimo si fanno gli altri lavori; quelli nei
quali non si richiede l’uso del bestiame, degli attrezzi di trasporto e delle
macchine. Per eseguirli, il terreno viene diviso in zone, ognuna delle quali
è affidata ad un gruppo di lavoratori, pagati ad un tanto per unità di
superficie. Al fine di rendere più semplice la designazione delle zone, le
Società non tratta a parte con tutti i lavoratori, ma tratta con i capigruppo
i quali rispondono, verso la Società, del lavoro, compiuto settimanalmente
da tutti i loro compagni, e, per essi, ricevono, da ripartirsi poi, il salario
convenuto. Ai lavoratori a cottimo, per sollecitarne l’esecuzione e per
ragioni riguardanti il credito, hanno obbligo di partecipare tutti i soci
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Abbiamo accennato a ragioni riguardanti il credito. La Società, affine di
non incorrere in troppi gravi anticipazioni di denaro, si fà far credito
anche dai soci col consegnare loro solo parte del salario convenuto e col
rilasciare, per il resto, un buono che verrà ritirato e pagato entro un anno,
o anche dopo se le condizioni della Società non fossero favorevoli.
Appunto per assicurarsi il credito dai soci, la Società fa a loro obbligo di
parteciparvi. Chi non interviene deve trovarsi, tra gli estranei della
Cooperativa, un sostituto, non solo; ma deve versare alla Cassa, a titolo
di prestito, la somma occorrente per pagare il sostituto 11. Le operazioni di
acquisto e di vendita vengono deliberate dal Consiglio ed eseguite
materialmente dal magazziniere, altro impiegato della Cooperativa, il
quale ha un salario fisso e rilascia, assumendo l’ufficio, una cauzione. Il
magazziniere riceve in consegna i prodotti acquistati e ne rilascia ricevuta
al Presidente. Allorché si tratta di vendite, egli rende conto, giorno per
giorno, con modulo speciale, e sempre al Presidente delle vendite
eseguite I soci della Cooperativa agricola di Fabbrico sono, in gran parte,
anche soci della Lega di resistenza e della Cooperativa di consumo locali;
ma
le
tre
istituzioni
sono
amministrativamente
indipendenti
l’una
dall’altra. La Lega di resistenza non ha rapporti continuati con la
Cooperativa agricola. Essa esiste soltanto nei rapporti della classe dei
braccianti coi conduttori delle altre aziende. Al più la Lega ricorre alla
Cooperativa quando ha bisogno di operai per soddisfare impegni assunti
con qualche privato. Con la Cooperativa di consumo, la Cooperativa
agricola, non ha altri rapporti che quelli riguardanti la compra e la vendita
di merci.
C) Differenza tra l’ordinamento della Cooperativa agricola di Fabbrico
e quello di Associazioni consimili
Sul tipo della Cooperativa agricola di Fabbrico sono costituite quasi
tutte le affittanze collettive a conduzione unita del Reggiano e del
Bolognese. Si tratta al più di piccole varianti, riguardo alla composizione
e formazione del capitale sociale, alla distribuzione degli utili, ecc. Alcuni
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uffici sociali (per esempio, quelli di Presidente e di Direttore tecnico) a
Fabbrico sono riuniti in una persona, mentre a Molinella, di Bologna, sono
divise. Altri, come quello di Direttore e magazziniere, a Fabbrico sono
divisi e in alcune Cooperative sono uniti.
Presso qualche affittanza collettiva il Presidente è Direttore tecnico,
magazziniere e, dove si ha una azienda sola, anche capo-uomo. Ma si
tratta, in genere, di differenze che non modificano sostanzialmente
l’ordinamento delle Società.
Una notevole diversità, per quanto riguarda il pagamento del lavoro,
è data dalla Cooperativa agricola di Altedo, in provincia di Bologna. Per la
maggior parte dell’anno, salvo non si tratti di lavoratori estranei, i lavori
non sono pagati in denaro; bensì con un buono che viene riconosciuto e
accettato dai bottegai del paese. I bottegai, in tal modo, fanno credito alla
Coopertiva e ne sono rimborsati quando essa vende i prodotti.
D) Ordinamento di “affittanze collettive a conduzione unita”aventi
terreni a mezzadria.
Alcune Società hanno assunto i terreni a mezzadria e, come tali,
hanno un ordinamento ben distinto da quello delle affittanze collettive
sopra indicate.
Trovare
un
esempio
di
mezzadria,
che
valga
anche
approssimativamente per tutte, non è possibile, data la profonda disparità
di contratti che si concludono sotto il nome di mezzadria; contratti che
non
possono
non
influire
sensibilmente,
per
il
carattere
loro,
sull’ordinamento delle aziende.
Tuttavia parleremo di due di tali mezzadrie collettive come quelle
che ci sembrano le più tipiche: quelle di S. Rocco di Quistello (provincia
di Mantova) e quella di Fossoli di Carpi (provincia di Modena).
A S. Rocco quella Lega di miglioramento assunse nel 1901 la
conduzione a mezzadria di tre poderi 12. Anch’essa è fra le Associazioni
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aperte. La Lega deve provvedere alla lavorazione dei terreni e le spetta il
pagamento di un canone, così detto di cortile, in ragione di L. 30 per
ettaro e la metà spesa per i concimi, sementi, sostanze anticrittogamiche,
ecc.
I proprietari anticipano su stima, come capitale infruttifero, il
bestiame
bovino,
gli
attrezzi
rurali
e
tutto
quanto
occorre
per
la
conduzione del poderi; pagano metà per l’acquisto dei concimi, delle
sementi, ecc.
Di più anticipano, ognuno, in misura e modi diversi e sempre come
capitale infruttifero, una somma per il pagamento dei lavoratori. Il
prodotto viene diviso a metà.
Se la Lega non eseguisce le opere in tempo debito, i proprietari
hanno la facoltà di farle eseguire a loro spese. I proprietari e i mezzadri
non possono vendere né comprare che di comune accordo. I proprietari
poi sono rappresentati sui poderi da un castaldo e la Lega vi è
rappresentata da un socio il quale ha l’alloggio gratuito.
Su ogni podere vi è, e vi ha anch’essa alloggio, una famiglia di
bifolchi, soci della Lega, che ricevono lo stesso salario degli altri soci, ma
colla casa e la legna gratis. Il pagamento dei salari viene fatto ai soci, a
titolo di acconti sugli utili finali, i quali sono poi ripartiti in misura uguale
fra gli uomini, siano giovani, vecchi o adulti. Le donne sono pagate con
tariffa speciale.
La mezzadria collettiva di Fossoli di Carpi ci presenta un caso di
Società chiusa. Circa quaranta soci della locale Lega di miglioramento
fecero
il
contratto
per
conto
loro.
Contratto
mediante
il
quale
il
proprietario cedette a mezzadria parte della sua azienda, coltivata a prato
e cereali.
La
parte
coltivata
a
prato
viene
condotta
direttamente
dal
proprietario al quale preme assicurarsi il foraggio per il suo bestiame. Il
resto viene condotto a mezzadria dalla Società, la quale non possiede
bestiame. Necessariamente la parte, affidata alla Società, muta il posto
15
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ogni
anno
col
procedere
dell’avvicendamento.
La
Società
non
ha
personale fisso e non ha abitazioni sull’azienda.
Il proprietario presta il bestiame, attrezzi e macchine, e versa metà
importo dei concimi, delle sementi, del solfo, dei solfati ecc. e le quote di
spesa per l’assicurazione contro la grandine e contro gli incendi. I
lavoratori pagano l’altra metà e mettono la mano d’opera. Il prodotto
viene diviso per metà e gli utili netti sono ripartiti in parti uguali fra i soci.
La Lega è rappresentata sulla azienda dal Presidente, che è Direttore
tecnico, e il proprietario è rappresentato da un proprio castaldo.
Altri tipi di società chiuse si hanno nel Comune di Ravenna. I
braccianti
di
quel
Comune
si
riuniscono
in
gruppi
e
assumono
a
mezzadria, con contratti annuali, la conduzione indivisa di risaie. In
genere il proprietario dà il terreno, gli attrezzi, qualche volta anche una
dote di denaro; e concorre a metà nella spesa per l’acquisto delle sementi
e dei concimi, per l’assicurazione e per il nolo della trebbiatrice. Il
prodotto ricavato è diviso a metà 13
II Affittanze collettive a conduzione divisa
A)
Carattere
e
forma
giuridica
delle
“affittanze
collettive
a
conduzione divisa”.
Le
affittanze
collettive
a
conduzione
divisa
sono
diffuse
nella
Lombardia (parte media) e nella Sicilia. Qualcuna si trova pure nel
Piemonte,
nell’Emilia
e
nella
Romagna.
Con
esse
l’associazione
sostituisce l’affittuario nel pagamento e nella garanzia del canone di
affitto e qualche volta nelle anticipazioni. Fra le affittanze collettive di
questo tipo è da fare qualche distinzione. La prima è dovuta al loro
carattere politico e confessionale. Molte di esse sono cattoliche; altre
hanno impronta socialista o democratica; poche sono neutre. È bene
chiarire però che la partecipazione ufficiale dell’ente alle lotte politiche
non è ordinariamente un fatto esplicito.
16
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Parecchie
associazioni
cattoliche
della
Lombardia
e
l’unica
affittanza collettiva del Piemonte (Livorno Vercellese in prov. di Novara)
sono organizzate sul tipo delle Società Probi-contadini di Castel Cerreto e
Battaglie in Treviglio di Bergamo e parecchie di quelle della Sicilia sul
tipo della Società Piccole Industrie S. Isidoro in Caltagirone di Catania.
Queste associazioni cattoliche, oltre al carattere religioso, ne hanno,
specialmente quelle della Lombardia, un altro, diremo così patriarcale. Lo
statuto della Società Probi-contadini di Castel Cerreto e Battaglie in
Treviglio, dice infatti nell’art. 6 “ Fanno parte di diritto della Società i
Rev.mi signori Sacerdoti monsignore Alessio Na zari, Portaluppi Canonico
Teologo Ambrogio, Ghe zzi Sacerdote Pompeo e le altre persone che, in
luogo di questi tre, qualora escano dalla Società per morte o per rinuncia,
saranno designate a surrogarli da essi stessi o dai superstiti. Così è
stabilito sino allo scioglimento della società. Fanno parte della società i
contadini capi-famiglia i quali accettano il presente Statuto e si obbligano
a osservarlo e a farlo osservare scrupolosamente”. I tre Sacerdoti
nominati sono rispettivamente Presidente onorario, Presidente effettivo e
Vice-presidente della Società.
Un’altra distinzione è quella relativa alla forma di costituzione:
alcune sono Società civili, altre sono Società commerciali. Civili sono in
genere le Società cattoliche della Lombardia e quella del Piemonte;
commerciali, tranne eccezioni, sono le altre. Le ragioni per cui le
affittanze collettive cattoliche lombarde preferiscono la forma civile, sono
dette dal Sacerdote Portaluppi in un articolo pubblicato sull’Osservatore
Cattolico del 28-29 maggio 1901: “Nel caso attuale (nel caso cioè delle
affittanze collettive) questa forma (forma civile) avrebbe il suo vero posto
perché l’affittan za e lavora zione di un fondo non costituiscono atto
commerciale. I soci, mediante atto notarile, dichiarano di costituire una
Società
particolare
con
apposito
Statuto,
tenendosi
illimitatamente
responsabili di fronte ai terzi delle obbliga zioni contratte regolarmente
dalla Società e versano una quota all’entrata. Se il patrimonio, formato
17
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con le quote d’entrata, non bastasse alla Società, questa ricorrerà a
prestiti che non le sarà difficile trovare.”.
B) Ordinamento delle “affittanze collettive a conduzione divisa”
Per quanto ha rapporto alla conduzione, l’affittan za collettiva a
conduzione divisa considera l’azienda divisa in lotti e cede questi alle
famiglie dei soci con un contratto di colonia 14.
Diverso è il modo con cui viene fatta dalla Associazione ai soci la
cessione dei lotti. In alcune affittanze collettive (ad es. la Società ProbiContadini di Castel Cerreto e Battaglie in Treviglio di Bergamo) si tratta di
associazioni costituite fra i coloni che si trovavano già stabiliti sulle
aziende. Ora si tende di fare divenire sistema il caso, e, nel momento in
cui viene a scadere, per l’affittuario, che prima aveva le aziende in affitto,
il termine della locazione, i coloni si riuniscono e assumono insieme
l’azienda
o
le
aziende
in
affitto.
In
altre
affittanze
collettive
(es.
Cooperativa agricola di Calvenzano di Bergamo e affittanze siciliane)
l’associazione, dopo costituitasi, affida la coltivazione dei singoli lotti, ex
novo, alle famiglie dei soci e, occorrendo, anche a famiglie di estranei.
Dove poi il numero dei soci è di gran lunga superiore al numero dei lotti in
cui può essere ragionevolmente diviso il terreno assunto in affitto
dall’Associazione, questa (ad es. la Associa zione operai braccianti del
Comune di Ravenna) affida la coltivazione dei lotti alle famiglie dei soci,
ma nella cessione applica il turno. Ogni socio-colono non può rinnovare la
locazione quando sia giunta al termine stabilito, ma gli subentra un socio
rimasto prima senza lotto.
Per evitare contestazioni, facili a sorgere in causa della diversa
qualità e produttività del terreno, da molte associazioni l’assegnazione dei
lotti è fatta per estrazione a sorte. L’ampiezza dei lotti talvolta è tale che
può assorbire in modo continuo l’intera attività di una famiglia; talvolta
invece essa è così limitata da richiedere una quantità altrettanto limitata
di lavoro. Accade, in questo secondo caso, che il lotto di terra venga
coltivato dalle donne e dai ragazzi della famiglia del colono mentre gli
uomini adulti della famiglia vanno altrove a guadagnarsi la giornata.
18
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Le famiglie di coloni solo in qualche luogo hanno l’abitazione
sull’azienda, collettivamente assunta in affitto. Spesso invece abitano
fuori. Nelle case, annesse all’azienda, abita allora, tutto o in parte, solo il
personale fisso di cui diremo poi.
Ogni famiglia lavora indipendentemente, salvo i patti fissati nel
capitolato, il proprio lotto e ne ritiene il prodotto, pagando il canone
convenuto alla Società.
Quando un lotto non ha tale ampiezza da poter essere fornito del
bestiame, delle macchine e degli attrezzi necessari, la Società provvede il
tutto ai soci per turno e a nolo. Talvolta il bestiame, le macchine e gli
attrezzi sono proprietà privata dei soci. 15.
Necessariamente, dove il bestiame è proprietà dell’Associazione,
l’azienda, assunta in affitto, non può essere tutta divisa in lotti. Resta una
parte a prato, condotta per conto della Società e coltivata dai soci, dove a
pagamento, secondo una tariffa preventivamente fissata e dove senza
pagamento. Questa parte, che diremo collettiva, muta di posto secondo le
esigenze dell’avvicendamento.
Dove il bestiame è di proprietà sociale, le associazioni hanno al loro
servizio, ciascuna, una o più famiglie di bifolchi, pagate con salario fisso.
Esse hanno spesso al loro servizio anche un magazziniere per la
sorveglianza e la conservazione dei prodotti e delle macchine di proprietà
sociale e per la esecuzione delle operazioni di acquisto e di vendita.
Nei loro rapporti con i soci le associazioni sono rappresentate, oltre
che dal Consiglio, da un personale tecnico – agronomi, fattori, guardiani –
o da una Commissione di vigilanza, composta di soci, alla quale è affidato
l’incarico di procedere alla designazione dei lotti, alla sorveglianza sulla
coltivazione del podere e alla ripartizione dei prodotti. In qualche luogo i
bifolchi, pur ricevendo un compenso a parte, hanno ugualmente un lotto
da coltivare come gli altri soci.
In qualche Società i soci-coloni si uniscono per procedere insieme
agli
acquisti,
alle
vendite,
all’esercizio
delle
industrie
agrarie
(Cooperative agricole di Calvenzano di Bergamo)
19
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Ad alcune anche è aggregata una Società di mutua assicurazione
contro i danni della mortalità del bestiame (Cooperativa agricola di
Calvenzano e Società civile Probi contadini di Mugghiano di Milano) 16,
altre favoriscono la istituzione e l’incremento di Società di tal genere con
il promuovere la inscrizione in esse dei propri soci (Unione rurale di
Maniago Comense).
Le Associazioni sono amministrate da un Consiglio, spesso con
l’aiuto di un impiegato contabile e di un Cassiere. In alcuni casi l’ufficio di
Direttore tecnico è comune con quello di Presidente o di Vice-Presidente.
In qualche Associazione esiste un collegio di Probiviri per le divergenze
che insorgessero fra i soci.
Talora l’Associazione non ha una bene definita organizzazione
amministrativa. Volta per volta allora, essa dà incarico ad un socio di
recarsi a fare i pagamenti e le operazioni che interessano i terzi; ma, per
quanto riguarda i rapporti fra i soci, non vi sono cariche e regole fisse.
Il modo di assunzione dei terreni più frequente è l’affitto. In Sicilia si
trovano casi di terreni assunti collettivamente a mezzadria. In questi
casi il proprietario, più che assumersi la direzione, esercita il controllo
su di essa con personale proprio. Di solito l’ordinamento da noi
indicato non viene, anche trattandosi di mezzadria, sensibilmente
modificato.
Concludendo,
nelle
affittanze
collettive
a
condu zione
divisa,
l’associazione assume, nell’interesse dei soci, le precise funzioni
dell’affittuario. Tolto questo spostamento, l’ordinamento dell’impresa
non ha mutato col passaggio dell’azienda dall’affittuario capitalista
all’associazione dei coloni. La coltivazione resta individuale.
20
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CAPITOLO SECONDO
COME E PERCHE
SORSERO LE AFFITTANZE COLLETTIVE NEGLI ULTIMI TEMPI
Le affittanze collettive sorsero non con gli stessi intenti e per le stesse
cause nelle varie regioni italiane che ce ne danno esempio. Nell’Emilia e
nella Romagna fu il concetto della resistenza e il concetto di avere trovato
un mezzo efficace per vincere la disoccupazione 17che spinse i lavoratori
organizzati delle campagne a crearle.
Analoghe sono le ragioni del fenomeno nel Novarese ed in qualche
parte della Lombardia, come il Bresciano e il Cremonese. Ma, nel resto
della Lombardia e nella Sicilia, si può dire che, a determinare il sorgere
dell’affittanza
collettiva,
abbia
contribuito
quasi
esclusivamente
l’aspirazione dei coloni ad eliminare il grande affittuario e a stabilire
rapporti
diretti
col
proprietario
per
migliorare
le
proprie
condizioni
economiche.
21
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I. Emilia, Romagna e luoghi vicini
A) Le
affittanze
collettive
sono
una
derivazione
delle
ultime
agitazioni agrarie
Il sorgere di associazioni di lavoratori della terra, che assumono la
conduzione collettiva di aziende agrarie, è dovuto quasi dappertutto,
nell’Emilia, nella Romagna e nella provincia di Mantova, alle stesse
cause che hanno determinato le agitazioni agrarie di questi ultimi
anni. Mentre però le organizzazioni proletarie agricole ricorrevano
prima alla resistenza, che si esplicava principalmente per mezzo
degli scioperi, ora, col sorgere delle affittanze collettive, ricorrono
alla cooperazione. Si tratta insomma di un nuovo indirizzo che i
lavoratori
hanno
adottato
nella
lotta
per
la
conquista
dei
miglioramenti a quali aspirano.
B) La sovrabbondanza della mano d’opera in rapporto con le
agitazioni agrarie
Nei luoghi dell’Emilia, della Romagna e nelle province di Mantova
e Rovigo, dove la lotta, come del resto in altri territori, si agita più
frequentemente fra conduttori di fondi e lavoratori avventizi, esiste, a
rendere più aspra la lotta e più acuto il malcontento, un fatto
superiore
a
qualsiasi
volontà:
la
sovrabbondanza
della
mano
d’opera 18. S’intende che, quando diciamo sovrabbondanza di mano
d’opera, ci riferiamo al bisogno che l’esercizio locale dell’agricoltura
ha del lavoro manuale.
Non abbiamo dati esatti, relativi a tale bisogno e le cifre, che
riportiamo in nota, riguardano la popolazione in sé, prescindendo da
questo bisogno.
22
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C) L’emigrazione in rapporto con la disoccupazione
Nelle province dell’Emilia e della Romagna che abbiamo prese in
esame, la emigrazione all’estero non è così intensa da costituire uno
sfogo
adeguato
alla
sovra
popolazione.
Nella
Romagna
la
emigrazione è minima 19
Vi è da tenere conto, oltre che della emigrazione all’estero, anche di
quella all’interno; ma, disorganizzata com’era ora, questa forma di
emigrazione è più spesso sinonimo di concorrenza fra lavoratori, la
quale aggrava gli effetti della disoccupazione.
D) I fini e gli effetti delle organizzazioni di resistenza.
I lavoratori, riunendosi in Leghe di miglioramento o di resisten za,
vollero:
a) ottenere un aumento di salario;
b) conseguire una diminuzione delle ore di lavoro o almeno la
determinazione di un orario giornaliero;
c)disciplinare la distribuzione del lavoro agli operai col turno, in
modo che ad ognuno di essi fosse garantita una quota di lavoro
uguale a quella dei compagni o commisurata, nei limiti del possibile,
ai bisogni dei singoli soci.
Quanto all’aumento del salario e alla determinazione dell’orario, i
primi tentativi delle Leghe diedero risultati corrispondenti al fine. Le
statistiche ufficiali 20 tentano di dare le cifre dei maggiori salari lordi e
netti
conseguiti:
netti,
cioè,
dalle
perdite
subite
dalla
classe
lavoratrice con gli scioperi. Le cifre, che hanno, s’intende, un valore
relativo, non computano inoltre i risultati conseguiti nei casi di
reciproco accordo, avvenuto senza sciopero, fra conduttori di fondi e
lavoratori.
23
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Ma, dopo breve periodo, è risaputo, che i miglioramenti cominciarono
ad arrestarsi. I proprietari opposero più energica resistenza alla
azione delle Leghe nel timore che portasse ad una limitazione tale
del beneficio industriale da rendere più conveniente l’impiego dei
capitali di altre industrie.
La
resistenza
si
manifestò
principalmente
sotto
queste
forme:
soppressione di molti lavori non strettamente necessari; impiego di
macchine agrarie e in special modo di quelle che limitano la mano
d’opera,
21
e, come effetto immediato, nuova disoccupazione si
aggiunse all’antica.
Inoltre si manifestò la tendenza dei proprietari ad abbandonare la
conduzione dei loro terreni per affidarli ad affittuari o a mezzadri.
Più ancora dei proprietari, resistettero alla pressione delle Leghe gli
affittuari, là dove (come nel basso Reggiano, nel basso Modenese e
nel basso Bolognese) il contratto di affitto è più diffuso per
l’assenteismo dei proprietari privati, o per la poca sicurezza del
reddito, che consiglia ai proprietari di vaste aziende di cederle in uso
a imprenditori, o per il fatto che colà sono molte le aziende di
proprietà di enti morali (Comuni, Opere Pie, ecc.) i quali per legge
devono affittarli.
Gli affittuari furono condotti ad opporre una maggiore resistenza
perché stretti anche dai proprietari, non inclini a ribassare i canoni,
essendosi
mantenuta
pur
sempre
forte
la
concorrenza
tra
gli
aspiranti all’affitto 22. A questo si aggiunga, nella bassa Emilia, che in
qualche luogo l’impresa agraria è sommamente rischiosa perché la
giacitura del suolo e le inondazioni rendono incerto il reddito.
Tutto ciò spiega come già nel 1902 e nel 1903, non solo fossero
diminuiti di numero gli scioperi agrari ma fosse diminuita anche la
percentuale degli scioperi vittoriosi 23. E spiega anche come nelle
24
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organizzazioni dei lavoratori si sino manifestati la sfiducia e il
disgregamento.
Quanto al terzo fine, quello di disciplinare la distribuzione del
lavoro ai soci, il male stesso, la disoccupazione, fu di ostacolo alla
attuazione del rimedio. Il lavoratore della terra avventizio, occupato
a giornate, quindi sempre con l’indomani incerto davanti a sé, e
preoccupato di assicurarsi il lavoro presso qualche conduttore di
fondi, mal si adattava a una necessaria disciplina che temeva
potesse recargli il danno immediato della disoccupazione. Finché la
Lega poté spuntarla nella lotta contro i padroni, egli si adagiò nella
convenzione della forza che gli proveniva dall’essere organizzato;
ma quando la Lega trovò, nella resistenza dei conduttori di fondi e
nella concorrenza di altri lavoratori, un ostacolo al conseguimento
dei
suoi
fini,
dell’organizzazione
il
primo
fu
causa
rilassamento
di
nella
indebolimento
compagine
ulteriore.
Ogni
lavoratore cercò di bastare a se stesso, a costo di dover correre
avanti agli altri. Molte Leghe così si sciolsero. Altre però restano,
fiduciose di mantenere le migliori condizioni ottenute, e provvedendo
a completare o a sostituire la resistenza con la fondazione di istituti
cooperativi.
Non piccola influenza, nel determinare il sorgere delle affittanze
collettive hanno lo spirito di imitazione e l’attività dell’Ufficio agrario
della società Umanitaria in Milano il quale stende la sua azione
anche fuori della Lombardia.
II Novarese
A) Analogia delle condizioni per il sorgere delle affittanze
collettive tra l’Emilia e il Novarese.
Nel Piemonte esiste, per quanto è a nostra conoscenza, una
sola affittanza collettiva: a Livorno Vercellese in provincia di Novara.
A Fontanetto Po di Novara è sorta ora una Cooperativa agricola che
25
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comincerà quest’anno a coltivare terreni presi in affitto. Ci dicono poi
che a Santhià e a Vergnasco, sempre in provincia di Novara, si và
ora iniziando un movimento inteso a far sorgere altre affittanze
collettive. Le ragioni di esso sono certamente analoghe a quelle che
abbiamo enunciate per Emilia: sovrabbondanza di mano d’opera e
conseguente disoccupazione; salari bassi e limitazione dei lavori da
parte dei conduttori delle aziende agrarie. Hanno in ciò la loro parte
le lotte per il lavoro risicolo.
III Lombardia
A) Ragione
diversa
del
sorgere
delle
affittanze
collettive
lombarde.
Le affittanze collettive lombarde ebbero diversa ragione tra loro
nel sorgere; sicché, per meglio studiarle, le dividiamo in due gruppi:
da un lato quelle dell’alto Milanese, del basso Comasco e del basso
Bergamasco, e dall’altro quelle del basso Bresciano e dell’alto
Cremonese.
B) Affittanze collettive dell’alto Milanese, del basso Comasco e
del basso Bergamasco.
Nella plaga della media Lombardia che comprende l’alto Milanese, il
basso Comasco e il basso Bergamasco, non c’è disoccupazione,
come nell’Emilia, perché la vicinanza di centri industriali assorbe
molta
mano
d’opera,
e
vi
è
piuttosto
scarsità
che
eccesso.
L’agitazione agraria che qui, come altrove, causò il sorgere di
affittanze collettive, fu determinata da ben altra causa; la specialità
del contratto in uso. Le aziende sono in prevalenza ampie e non
poche possedute
da Opere Pie.
E, sia per l’assenteismo dei
proprietari, sia per il fatto che le Opere Pie sono obbligate ad
affittare i loro terreni, molte sono le aziende agrarie assunte da un
affittuario che è spinto dalle condizioni dell’agricoltura, nella quale, a
tacere d’altro, l’allevamento del baco da seta ha una importanza
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grandissima, a dividerle in lotti e a cedere poi queste a famiglie di
coloni, con un contratto misto di mezzadria e di affitto.
L’affittuario
non
ha
funzioni
tecniche;
egli
è
interessato
d’ordinario alla sola produzione dei bozzoli e in qualche caso ha
nell’azienda una parte sua che viene coltivata in giornate d’obbligo
dai
coloni.
Nel
resto
egli
è
un
semplice
intermediario
fra
il
proprietario ed i coloni avente l’obbligo generico della garanzia e del
pagamento del canone.
Poiché non era sempre possibile, benché in qualche caso lo si
sia
fatto 24,
proprietario
eliminare
l’intermediario
e
tanti
coloni
piccoli
e
concludere
affitti
diretti,
invece
sorse
tra
l’idea
dell’affittanza collettiva. I coloni si costituiscono in Società, dove con
l’intervento del clero, dove con quello delle Camere del Lavoro, dove
con quello di privati. Le Società assumono la aziende in affitto e
affidano ai soci la coltivazione dei lotti nei quali esse sono divise.
C)
Affittanze
collettiva
del
basso
Bresciano
e
dell’alto
Cremonese.
Nel Bresciano e nel Cremonese il sorgere di affittanze collettive
ha una altra causa che è analoga a quella per cui sorsero le
affittanze collettive emiliane. In queste due province della Lombardia
non si può parlare ancora di sovrabbondanza di mano d’opera e di
grave disoccupazione; tuttavia la classe dei lavoratori comincia qui
ad avere una certa densità; e non fu difficile ad alcune persone di
buona volontà di promuovere la costituzione di Associazioni di
lavoratori che assunsero aziende in affitto.
IV Sicilia
A)
Affinità fra le affittanze collettive siciliane e quelle del
Milanese, del Comasco e del Bergamasco.
Veniamo
alla
Sicilia,
dove
numerose
sono
le
affittanze
collettive. Dire che la causa e gli scopi delle affittanze collettive
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siciliane sono in molti punti le stesse, che abbiamo esaminato nel
Milanese, nel Comasco e nel Bergamasco, potrebbe sembrare
semplicissimo. E semplicissimo sarebbe infatti se dicessimo che le
condizioni agrarie della Sicilia sono uguali a quelle della media
Lombardia. Ma, in quanto le affittanze collettive mirano alla
eliminazione di intermediari che si interpongono fra il proprietario
dei terreni ed il diretto coltivatore, l’affinità fra le affittanze
collettive delle due opposte regioni è di una innegabile evidenza.
A) Le condizioni della Sicilia in rapporto col sorgere delle
affittanze collettive.
La proprietà in Sicilia verso le coste è frazionata, mentre
nell’interno predomina il latifondo. Mentre le coste hanno a loro
disposizione quel grande mezzo di comunicazione e di scambi che
è il mare, dal che la coltura attiva ha un grande impulso, nel
centro invece la viabilità è scarsa, meno facili sono i rapporti da
luogo a luogo, meno sicura è la permanenza degli abitanti nelle
campagne 25, ed i sistemi di coltura, data anche la scarsità delle
piogge
e
la
deficienza
delle
acque
in
genere,
sono
necessariamente estensivi.
Se a ciò si aggiunge l’assenteismo dei proprietari, appaiono
chiare le ragioni per le quali permane il latifondo.
Il
sacerdote
Luigi
Sturzo,
che
citiamo
perché
attivo
organizzatore di affittanze collettive in Sicilia scrive in un articolo,
pubblicato dal giornale Il Sole di Palermo e riportato in testa allo
statuto della Società Piccola Industria S. Isidoro in Caltagirone di
Catania: “L’assenteismo dei proprietari dai grandi latifondi, che
non hanno altra idea che quella di costruirsi una rendita più o
meno fissa, è causa necessaria del sistema del subaffitto e crea il
tipo di gabelloto siciliano. Questo offre una sicura garanzia al
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proprietario che ogni anno sa di introitare le cento o le cinquanta
mila lire ed ottiene in affitto il latifondo.”.
“La speculazione del gabelloto fa elevare il prezzo della terra
che, divisa, viene concessa o a mezzeria (che in certi luoghi
equivale ad una parte sei!) o a subaffitto. Tutte le altre minuziose
condizioni contrattuali quasi sempre sono usuraie ed angariche.
L’agricoltore tra la disoccupazione e tali contratti sceglie sempre il
secondo che per lo meno gli permette di lavorare e di stentare la
vita.”.
“Data la concorrenza degli stessi agricoltori, i prezzi dei fitti
salgono ed i salari giornalieri scendono sino, nell’inverno, a 40
centesimi al giorno. Intanto l’agricoltore che prende in affitto
quella parcella di terreno per un tempo limitato ed il gabelloto che
ha solo interesse nella speculazione, sfruttano il terreno per
guadagnarvi quanto più possibile, onde la produzione di anno in
anno diminuisce.”.
La Statistica degli scioperi agrari avvenuti nell’industria e
nell’agricoltura, parlando della provincia di Caltanisetta e del
periodo anteriore agli scioperi agrari del 1901, riferisce come si
concludono i contratti fra gabelloti e coloni.
“….Il contratto
agrario ivi prevalente risente ancora delle
angherie feudali. Al colono si dava per la durata di due anni, per
esempio, una salma di terreno, pari ad ettari 2,24(?). egli nel
primo anno preparava la terra, la ingrassava di concime e vi
seminava e vi coltivava fava o lenti. La semente era prestata dal
colono stesso o dal proprietario o dal gabelloto della terra. Tutta
la produzione andava a beneficio del colono, ma questi nella
seconda ipotesi, cioè se aveva ricevuto la semente, era tenuto a
restituirla con l’aggio di cinque tumuli a salma, cioè in ragione
maggiore del 25%. Nel secondo anno, nel quale alle civaie si
29
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sostituiscono i cereali, i patti del colono erano più onerosi. Il
prodotto si divideva in parti uguali tra colono e proprietario o
gabelloto; ma prima di fare la ripartizione avvenivano parecchie
prelevazioni a favore del proprietario o gabelloto. Una prima
prelevazione
era
quella
della
così
detta
dote
della
terra
(terraggiolo); altra prelevazione il diritto di guardia (guardìania);
una terza prelevazione a titolo di rimborso di tassa di R.M.; una
quarta
era
il
concorso
alla
spesa
necessaria
alla
voluta
manutenzione del selciato, ond’è intersecato il fondo; ed in ultimo
la sottrazione per l’obolo dei santi. La dote della terra consiste
nello imprestare che il gabelloto fa al colono della semente in
ragione di una salma di frumento per ogni salma di terreno. E così
al raccolto il gabelloto dalla massa di frumento prelevava prima la
quantità che si chiama dotazione della terra. Ora, eseguite tutte
queste prelevazioni e fatta poi la divisione, al colono rimaneva
quasi nulla”.
Come si possa porre argine a questo stato di cose, dice il
Sacerdote Luigi Sturzo nello stesso articolo, che abbaimo citato
più avanti: “ Eliminare il gabelloto, questo gran parassita delle
campagne e del lavoro, formato da esigenze ambientali e da
tradizioni capitalistiche, ecco il primo e cardinale concetto…Se i
proprietari si persuadessero che il loro assenteismo è antisociale
e
tornassero
ai
campi
che
li
sostengono
e
li
mantengono
nell’opulenza, il problema sarebbe sciolto. Ma siccome questo è
insperabile, si deve cercare di sostituire il gabelloto. Cinquanta,
cento duecento agricoltori si uniscono in una Cooperativa per
azioni di formare un capitale discreto da dare sufficiente garanzia
al proprietario del latifondo in affitto.”.
Il sig. Nino Raiti, segretario della Cooperativa agricola di Monte
San Giuliano, la quale ha carattere socialista, facendo la storia
30
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delle Cooperative agricole della provincia di Trapani 26conferma: “
Dopo alquanti mesi (dopo l’agita zione agraria del 1901) e dietro la
costituzione
di
molte
Leghe,
l’organizzatore
indefesso
avv.
Giacomo Moltalto dedicò la sua propaganda per la costituzione
della Cooperativa agricola di Monte S. Giuliano, allo scopo di
affittare collettivamente le terre e coltivarle assegnando una quota
ad ogni socio che venisse a trarre i profitti del proprio lavoro
senza
più
l’intermediario
sfruttatore
e
la
concorrenza
generalizzata tra i lavoratori della terra”.
Sorsero così in Sicilia le affittanze collettive.
CAPITOLO TERZO
I PRIMI ESPERIMENTI DI AFFITTANZE COLLETTIVE IN ITALIA. 27
SUCCESSI ED INSUCCESSI
Non è senza interesse dedicare alcune pagine alle notizie che
abbiamo potuto raccogliere intorno alle affittanze collettive che
sorsero prime in Italia; talune antecedenti alle agitazioni agrarie di
questi ultimi anni, altre che di esse furono una delle conseguenze
immediate; e non sarà meno utile di rilevare quali, le affittanze prima
sorte, mancarono al loro fine.
I Emilia, Romagna e luoghi vicini.
A) La prima associazione che assunse terreni
in affitto.-
“Associazione generale degli operai braccianti del Comune
di Ravenna”
La
Società, che
prima
nell’Emilia e
in
tutta Italia,
tentò
l’assunzione di terreni in affitto, fu l’Associazione generale degli
operai braccianti del Comune di Ravenna
28
costituita nel 1883 ad
opera dei signori: Federico Ceroni, Nullo Baldini e Armando
Armuzzi al fine di sottrarre i braccianti alla dipendenza degli
appaltatori e di procurare lavoro ai numerosi disoccupati.
31
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Il primo gruppo degli inscritti fu di 303; ora essi sono oltre
3000.
Ogni
socio
l’associazione
avendo
dispose,
fino
assunta
dal
un’azione
principio,
di
di
un
L.
24,
capitale
sottoscritto ed in parte versato di circa L. 72000. Essa poté così
ottenere facilmente l’aiuto della Cassa di Risparmio di Ravenna
che le fece credito, e della amministrazione Comunale che le
concesse i lavori.
Fino al 1886 l’Associazione non eseguì che lavori pubblici e fu
in questo anno che assunse la conduzione in affitto della tenute S.
Vitale in proprietà del Municipio di Ravenna.
Nel 1891 l’Associazione prese pure in affitto la Colonia di Ostia,
da essa bonificata anni prima. La Colonia, com’è noto, fu l’anno
scorso
lasciata
dalla
Cooperativa
al
Demanio
che
ne
è
il
proprietario. Pendono ora trattative per la cessione della Colonia
in affitto alle famiglie dei coloni di prima.
Invece la tenuta S. Vitale è tutt’ora condotta dai soci della
Cooperativa i quali la coltivano per lotti.
B) L’esperimento della “Frassinara”a Reggio Emilia.
Nell’Emilia si ebbe un esperimento di affittanza collettiva, nel
1980. Il Municipio di Reggio Emilia aveva ceduto un suo podere,
la
Frassinara,
ad
una
società
di
contadini;
ma
mancò
l’autorizzazione dell’autorità tutoria, ed un appello agli amici della
cooperazione, perché aiutassero l’iniziativa dei contadini reggiani,
non raggiunse l’intento. 29
C) Le attuali affittanze collettive reggiane.
Stralciamo, dal resoconto del I. Congresso Na zionale delle
Cooperative agricole ciò che dice, a questo proposito, il signor
Antonio Vergnanini, Segretario della Camera del Lavoro di Reggio
Emilia:
32
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“Le colonie agricole, sorte nella nostra provincia come primo
esperimento di conduzione di fondi od affittanze collettive, non sono
una
creazione
artificiale,
un
tentativo
capriccioso
della
nostra
Camera, ma una produzione spontanea, scaturita dalla necessità
delle organizzazioni e dal consiglio delle condizioni di ambiente…A
Fabbrico nel 1901 un gruppo di 30 soci di quella potente Lega si unì
per assumere in proprio conto in affitto la Vallicella di proprietà del
Comune. La Camera del Lavoro intervenne allora per impedire che la
Vallicella fosse data a soli 30 soci e riuscì ad ottenere che fosse
gestita
in
conto
sociale
dalla
Lega
…Contemporaneamente
la
Cooperativa Braccianti di S. Vittoria assumeva il fondo Capanna del
signor Capitano Manfredi”. Dopo, incoraggiate dall’esempio, vennero
le altre affittanze del Reggiano.
D)
La Lega di miglioramento di S. Rocco di Questello nel
Mantovano e le Cooperative agricole bolognesi.
Nello stesso tempo, in cui i lavoratori di Fabbrico assumevano i
primi terreni in affitto, la Lega di miglioramento di San Rocco di
Questello, in provincia di Mantova, assumeva terreni a mezzadria
collettiva.
Finalmente, nel 1903, anche nel Bolognese, sorsero affittanze
collettive sul tipo delle reggiane, sotto l’impulso delle speciali
condizioni dei lavoratori di quei paesi. Fu prima nel Bolognese la
Lega di miglioramento di Altedo, costituitasi poi in Cooperativa
agricola, e ora le vengono dietro le altre.
III Novarese
A)
L’unica affittanza collettiva, esistente nel Novarese, quella
di Livorno Vercellese sorse nel 1903 per iniziativa del parroco
IV Lombardia
A) L’esperimento di Stagno Lombardo.
33
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Nella Lombardia si ebbe il primo esperimento nel 1886 a Stagno
Lombardo, in provincia di Cremona, e precisamente in una frazione
chiamata Cittadella.
Così parla di questo esperimento l’On. Leonida Bissolati nel
secondo numero della Rivista agricola di Roma, 1905._ “ Un ricco
proprietario cremonese estinto, il Dott. Giuseppe Mori, che fu anche
deputato al Parlamento, antico mazziniano e uomo di cuore, dietro i
consigli e coll’aiuto di alcuni suoi giovani amici, tra cui ve n’era di
socialisti,
di
quel
tipo
di
socialismo
fourietista-anarchico-
cooperativista che allora aveva corso, si decise ad affidare ai propri
contadini costituiti in Cooperativa la grossa sua tenuta che egli con
lode di molto esperto agricoltore governava direttamente. I contadini
accettarono alquanto passivamente la idea del proprietario:senza
resistenza, ma anche senza entusiasmi”.
“ Il contratto ebbe questo congegno: si convenne il canone di
affitto regolato sul reddito minimo del fondo calcolato da tre arbitri
sopra la contabilità padronale. Il maggior ricavo si doveva dividere a
metà fra il proprietario ed i coloni. A favore di questi veniva però
dedotto dal reddito lordo l’importo dei loro salari quali erano al
momento del contratto”.
“Poiché i contadini non avevano capitale di conduzione, il
proprietario provvide a cedere loro tutto il complesso di scorte vive e
morte colle necessarie anticipazioni a forma di concordato e di
mutuo all’interesse del 4% che doveva pure come i salari dedursi dal
reddito lordo. E poiché i contadini non potevano offrire garanzia, fu
adottato il sistema di incaricare il proprietario dell’ufficio di Cassiere.
Rivestito di questo ufficio esso poteva esercitare una continua
vigilanza sull’uso degl’incassi. Si ebbe un biennio formale sulla base
ora accennata”.
34
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“Ma in capo ai due anni il proprietario, uomo un po’ debole di
temperamento, seccato dell’ufficio di Cassiere controllore che lo
costringeva ad un lavoro molto maggiore di quello a cui non fosse
uso colla sua azienda patriarcale, irritato della guerra di pettegolezzi
che veniva fatta contro di lui dai proprietari del paese e dai suoi
parenti, paurosi i primi che l’esperimento socialista, come essi lo
chiamavano, stimolasse le pretese dei contadini, paurosi i secondi
che il Mori portasse in rovina il patrimonio a cui si volgevano le loro
speranze di ereditieri, troncò ogni cosa e tornò all’antico”.
“Eppure l’esperimento era riuscito così dal punto di vista
finanziario, come da quello agricolo, come da quello morale”.
“Finanziariamente nel primo anno, che fu anno poco favorevole
in generale alla produzione agricola, i contadini, oltre i loro salari
consueti,
toccarono
un
piccolo
dividendo;
nel
secondo
anno
conseguirono un dividendo assai più notevole. Il proprietario dal suo
canto incassò la rata d’affitto convenuta oltre un importo, così nel
primo che nel secondo anno, eguale al dividendo complessivo di tutti
i contadini. Ricordiamo che nel secondo anno ogni famiglia ebbe un
centinaio di lire oltre i salari”.
“Dal punto di vista agricolo si ottenne questo risultato: il podere
nel quale il proprietario aveva impiegato molto capitale per radicali
opere
di
miglioria
era
più
assai
trascurato
nella
conduzione
ordinaria. I contadini, che di ciò erano ben più consapevoli, si
diedero con ogni cura a migliorare la coltivazione aumentando, con
un mirabile impiego di forza di lavoro, la produttività del podere”.
“Il risultato morale sociologico fu del pari incoraggiante. I
contadini che costituirono la Cooperativa, non erano selezionati
perché si presero quelli che già stavano sul podere. Tuttavia si
comportarono assai bene in questa improvvisata e quasi coatta
organizzazione. L’accordo tra le famiglie era sufficiente, il lavoro
35
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procedeva con disciplina sotto il governo del Consiglio direttivo(
costituito dai contadini stessi con partecipazione del proprietario ), le
assemblee
generali
riuscivano
ognora
più
interessanti
per
la
crescente educazione di tutti i lavoratori. Avrebbero fatto assai
meglio se fossero stati assistiti da più larghe e precise cognizioni
agricole!”.
Il podere era di 100 ettari e per esso i contadini pagavano un
canone annuo di L. 16000. Forse la memoria di questo esperimento,
per quanto fallito, ha avuto una influenza sulla costituzione delle
affittanze collettive di Ca’ de’ Soresini, di Rivolta d’Adda e di Vailate
nel Cremonese.
B)
La Cooperativa agricola di Calvenzano.
Riuscita invece ad affermarsi, e tuttora fiorente è la Cooperativa
agricola di Calvenzano in provincia di Bergamo. Togliamo dalla
relazione annuale per l’anno 1901 30la storia di questa Società: “La
Cooperativa agricola di Calvenzano fu legalmente costituita il 18
dicembre
1887;
nacque
dalla
Società
di
Mutuo
Imprestito
Calvenzanese, fondata il 20 giugno 1886, ed assunse un indirizzo
proprio, determinato da apposito statuto. Lo svolgimento dell’azione
sua non poté cominciare che nel 1889 con la assunzione del Mutuo
ipotecario alla Cassa di risparmio di Milano in data 25 aprile di
quell’anno. Per patto di scrittura la locazione del podere, da noi
acquistato
31
doveva continuare fino al suo termine, 11 novembre
1892, a favore del precedente fittabile. Però in seguito a costosi
accordi si prese possesso di circa una metà del fondo al S. Martino
1891 e per il rimanente allo stesso giorno del 1892”.
Dopo aver accennato a grandi sacrifici, fatti dai soci per vincere le
prime grandi difficoltà, la relazione prosegue: -“L’11 novembre 1894
venne assunta l’affittanza di pertiche milanesi 600 con tre fabbricati
di ragione dell’Ospedale di Treviglio. La cauzione di due annualità di
36
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affitto fu messa assieme in parte tra i soci che depositarono alla
nostra Società i loro risparmi e in parte mediante ipoteca concessa
da un socio sul proprio fondo contro pagamento però di una annua
provvigione.
Per
tal
modo
fu
possibile
l’ammissione
di
nuovi
appezzamenti di terreno e di locali disponibili”. Da quel tempo la
società proseguì sempre e tuttora vive e prospera.
C)
La cassa Rurale Cattolica di Ca’ de’ Soresini.
Viene poi, per la Lombardia, in ordine di tempo, la Cassa
Rurale Cattolica di Cà’ de’ Soresini di Cremona, la quale assunse nel
1897 e ha tuttora terreni in affitto.
Per fornire lavoro alla povera gente, per toglierla da una schiavitù
di fatto, se non di forma, di fronte ai proprietari, per far fronte alle
invadenti idee socialiste, la Cassa Rurale Cattolica- tale fu il suo
pensiero-assunse in affitto, per conto esclusivo dei soci i terreni
della Congregazione di Carità di Cremona.
D) La Società Probi Contadini di Castel Cerreto e Battaglie di
Treviglio.
Arriviamo così alla società Probi Contadini di Castel Cerreto e
Battaglie
in
Treviglio
di
Bergamo,
sorta
nel
1901
per
opera
specialmente del Sacerdote Portaluppi, società che diventò come il
nucleo del predominante gruppo di consimili associazioni cattoliche
della media Lombardia, sorte in seguito.
Troviamo nell’opuscolo, intitolato alla Società stessa
32
, la
storia di questa associazione: “La defunta ContessaW oyna, vedova
Piazzoni, lasciò
erede universale
della
sua
cospicua
sostanza
l’Orfanotrofio maschile di Bergamo”.
“La più vasta tenuta, passata così in proprietà dell’Orfanotrofio,
è quella di Castel Cerreto e di Battaglie in Comune di Treviglio”.
“Le famiglie coloniche di quei poderi cominciarono tosto a
trepidare
sulla
loro
sorte,
dubitando
do
dover
passare
alle
37
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dipendenze di qualche grosso fittabile. Questi loro timori essi
manifestarono a persone amiche, al Teologo Portaluppi, a Mons.
Prevosto di Treviglio e ad altri, i quali concepirono l’idea di
adoperarsi in guisa che tutte quelle famiglie coloniche potessero
coltivare anche in avvenire i fondi a cui erano applicate. Dopo maturi
studi si concluse che i contadini di Castel Cerreto e Battaglie si
costituissero
in
Società
civile,
alla
quale
l’Amministrazione
dell’Orfanotrofio fu autorizzata a cedere in affitto i terreni.
Sicilia
A) L’esperimento di Corleone
In Sicilia la prima affittanza collettiva, di cui si ha notizia, data
dal 1893 33. L’esperimento ebbe luogo a Corleone, in provincia di
Palermo, per iniziativa del socialista Bernardino Verro.
Nel 1893 veramente sorse una Cooperativa di consumo e solo
più tardi la Cooperativa prese in gabella qualche feudo, dato ai
soci contadini al prezzo risultante dalla gabella e dalle spese
conseguenti. Il carattere politico della Cooperativa, ci si afferma,
trovò
larga
opposizione
nei
proprietari
di
Corleone,
i
quali
ostacolarono l’opera del Verro. Da notizie assunte ci risulta che
quell’affittanza collettiva non esiste più.
B) Le Società di Castrogiovanni – Bocca di Falco – Caltagirone
– Paceco.
Seguono poi, in ordine di tempo, la Cooperativa agricola La
Madre Terra di Castrogiovanni, in provincia di Caltanisetta, sorta,
anch’essa con carattere socialista, nel 1894, la quale assunse
aziende in affitto nel 1898, cooperativa che esiste ancora; la
Federa zione agricola degli operai di Bocca di Falco, neutra,
fondata nel 1900 per iniziativa del Prof. Tucci, Direttore del R.
Istituto Zootecnico di Palermo, la quale ha, a mezzadria collettiva,
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i terreni dell’Istituto stesso; la Società Piccola Industria S. Isidoro,
fondata, con carattere cattolico, a Caltagirone, in provincia di
Catania, nel 1900, dal Sacerdote Luigi Sturzo; la Cooperativa
agricola di Paceco, in provincia di Trapani, fondata nel 1901 dal
socialista Avv. Montalto.
La Società Piccola Industria S: Isidoro di Caltagirone e la
Cooperativa agricola di Paceco furono in seguito come due centri
di
azione,
l’uno
cattolico,
l’altro
socialista,
dai
quali
partì
l’iniziativa per cui sorsero le altre affittanze collettive in Sicilia. La
prima, per opera anche del secondo Gruppo Cattolico Siciliano,
ebbe influenza in tutta la Sicilia; l’altra influì specialmente nella
provincia di Trapani dove sorsero poi numerose le affittanze
collettive.
CAPITOLO QUARTO
LA TECNICA NELLE AFFITTANZE COLLETTIVE.
I risultati delle attuali affittanze collettive non possono ritenersi
definitivi, e noi non ne parleremo estesamente. Si tratta di
associazioni
giovani,
alcune
delle
quali
appena
sorte;
associazioni, che fanno i primi passi e si trovano alle prese con le
prime e più grandi difficoltà.
Se
un
giudizio
ora
dovessimo
avanzare,
dovremmo
dire
genericamente che il successo si mostra sicuro là dove, come
avviene nell’Emilia, i soci hanno educazione cooperativa e senso
di
responsabilità, e dove
le
associazioni
posseggono
mezzi
finanziari sufficienti e capacità a seguire buoni procedimenti
tecnici.
È indubitato che la buona direzione tecnica ha parte preminente
nel successo.
39
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A) Quando è conveniente l’uso delle macchine agrarie nelle
“affittanze collettive”
Un problema tecnico assai importante, per le conseguenze
economiche, è quello che riguarda l’uso, nelle affittanze collettive, e
specialmente in quelle a conduzione unita, delle macchine agrarie,
comprese quelle che limitano il lavoro manuale.
All’uso si oppone il bisogno di non diminuire la quantità di
lavoro, e i lavoratori infatti non sono propensi ad adottare, nelle
aziende da essi condotte, le macchine agrarie. Si trovano, presso le
affittanze collettive dell’Emilia, della Romagna e di altrove, aratri,
erpici, trebbiatrici, presse da foraggi; in nessuna abbiamo trovato
macchine da raccolta.
Conviene l’uso delle macchine agrarie, comprese quelle che
limitano la mano d’opera, nelle affittanze collettive?
L’argomento và esaminato all’infuori degli apriorismi e delle
diffidenze. Perché l’uso convenga sono necessarie due condizioni: a)
che
l’introduzione
della
macchina
arrechi,
nell’esecuzione
di
un’opera, una diminuzione di costo della unità di lavoro in confronto
coll’uso della mano d’opera;
b) che il lavoro umano, nel tempo in cui sarebbe stato
impiegato ad eseguire l’opera che invece è eseguita dalla macchina,
possa applicarsi altrimenti e sia rimunerato almeno in misura tale
che,
unita
al
risparmio
apportato
dalla
macchina,
dia
complessivamente una somma superiore a quella che i lavoratori
avrebbero ottenuto eseguendo essi l’opera 34.
B) La direzione tecnica nelle “affittanze collettive a conduzione
unita” Il problema della tecnica agraria ha importanza, maggiore che
in ogni altro caso, per le affittanze a conduzione unita e in
particolare per le emiliane, a cagione dei fini assai complessi che si
prefiggono; primo fra essi quello di combattere la disoccupazione, e
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che può essere conseguito in modo completo solo colla adozione di
buoni sistemi di coltura. Della importanza di una buona direzione
tecnica le affittanze collettive emiliane si sono facilmente resa
ragione. Prime fra tutte, le Cooperative agricole della Provincia di
Reggio Emilia hanno affrontato lo studio largo del problema.
Nel Congresso del 21 maggio del 1905 le Cooperative agricole
reggiane, (riproduciamo una parte dell’ordine del giorno del prof.
Minguzzi) considerando che, ad integrare la organizza zione agricola
delle classi operaie, la quale abbracci tutti gli elementi della
economia agraria, così da unire ai vantaggi della piccola coltura gran
parte
dei
vantaggi
della
industria
terriera,
manca
l’organismo
tecnico-amministrativo-agrario, delibera l’istitu zione di un Ufficio
tecnico agrario in seno alle Cooperative agricole, che dovrà prestare
l’opera sua alle Cooperative federate e alle Società dei contadini:
a) per lavori di ingegneria agraria
b) per la direzione delle a ziende agrarie affittate; per esperimenti;
per consulen ze negli acquisti e nelle vendite collettive;
c) per studi e progetti di nuove forme di cooperative, per consulenza
e studi sui contratti agrari; per tutto insomma quello che può servire
a conquistare terreni e lavoratori ai moderni sistemi e alle moderne
concezioni dell’agricoltura e dell’economia rurale. L’Ufficio agrario,
così costituito, ora è in funzione.
Nel Bolognese le Cooperative agricole hanno recentemente
istituito un Ufficio-agrario-tecnico-legale, analogo a quello delle
Cooperative agricole reggiane e la Cooperativa agricola di Molinella
ha assunto alla direzione tecnica un agronomo. Nel Modenese e nel
Mantovano, dove si hanno mezzadrie collettive, si sente meno il
bisogno di una direzione tecnica speciale, la conduzione del podere
procedendo d’intesa fra proprietarie lavoratori.
41
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C) La direzione tecnica nelle “affittanze collettive a conduzione
divisa”.
La direzione tecnica va tenuta in grande conto anche nelle
affittanze collettive a conduzione divisa, benché in esse ogni socio
coltivi, indipendentemente dagli altri, il proprio lotto di terra, e sia
egli stesso il direttore tecnico della usa piccola azienda.
Un direttore tecnico per tutta l’Associazione non ha, in queste
affittanze, il potere esecutivo che può avere nelle affittanze a
conduzione unita; egli ha piuttosto una funzione consultiva e di
controllo. Ma anche così la sua opera può essere molto efficace,
avviando i coloni alle moderne pratiche agricole; spingendoli ad
unirsi per procedere insieme all’acquisto di quanto è necessario
all’agricoltura(macchine, concimi, sementi, prodotti anticrittogramici,
ecc.),
alla
vendita
agrarie(zootecnica,
dei
prodotti,
caseificio,
all’esercizio
enologia
delle
industrie
bachicoltura,
ecc.);
all’assicurazione mutua contro le malattie e la morte del bestiame,
contro gli incendi e la grandine; all’esercizio del credito(casse
agrarie); ecc. 35
“Il giornaliero, riferisce il Prof. A. Bruttini 36, divenuto in tal modo
fittaiolo, ma privo di animali e di vera e propria azienda, ha solo
interesse a produr fave e grano 37, perché ne ritrae prodotti che può
vendere prontamente e può destinare alla sua alimentazione. Perciò i
prati permanenti ed avvicendati, le rotazioni e l’allevamento del
bestiame
non
ricevono
da
questa
forma
di
cooperativa
alcun
incremento, e la produttività dell’industria ben poco può aumentare,
perché non bastano i soli e pochi concimi chimici a produrre un
sensibile e duraturo miglioramento”.
In tutta la Sicilia ben poche Società ci hanno risposto di avere
bestiame sui fondi a loro affittati: fra esse la Società Piccola
Industria agricola S. Isidoro di Caltagirone; la Cooperativa agricola di
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Paceco. Le macchine agrarie sono anch’esse poco comuni. Qualche
Società ci ha risposto che possiede aratri e ci indica un numero che
è evidentemente inferiore ai bisogni, data l’ampiezza delle aziende.
E poi che aratri saranno ? Il Prof Bruttini nell’articolo citato parla
dell’aratro-chiodo che i contadini tanto preferiscono. Solo alcune
Cooperative, quelle di Paceco e Monte S. Giuliano, posseggono una
trebbiatrice, e l’averla è necessario, date le grandi estensioni di
terreno coltivate a grano.
Da tutto ciò si deduce che, nelle affittanze collettive della
Sicilia, la direzione tecnica è inferiore ai bisogni. Quasi tutte le
associazioni hanno ai loro stipendi dei campieri coll’incarico di
sorvegliare i coloni. Qualcuna ha anche un Ufficio tecnico: per es. la
Cooperativa di lavoro S. Giuseppe di Ribera in provincia di Girgenti.
Le Cooperative agricole del Trapanese hanno per lo più a capo delle
aziende un agrimensore che provvede alla divisione del terreno e
alla ripartizione dei lotti tra i soci, e un Direttore tecnico dei lavori
colturali coadiuvato da uno o più campieri.
Ora la Cooperativa agricola di Monte S. Giuliano ha preso
l’iniziativa di formare, fra le società consimili delle provincia di
Trapani, una Federazione al fine di evitare che le Società si facciano
concorrenza nell’assunzione dei terreni in affitto, di provvedere
meglio
all’acquisto
delle
materie
necessarie
all’esercizio
dell’agricoltura, alla vendita dei prodotti agrari e alla tecnica agraria
in genere.
D)
La tenuta dei libri nelle affittanze collettive
Sarà senza dubbio interessante, in occasione più propizia, di
studiare a fondo l’argomento al fine di trarne insegnamenti intorno ai
metodi di scrittura che più si confanno alle nuove organizzazioni
agricole che andiamo studiando. La nostra inchiesta sulle contabilità,
attualmente usate, ha dovuto limitarsi a poche domande generiche.
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Esse ci hanno procurato risposte, le quali ci permettono di affermare
che molte affittanze collettive posseggono scritture abbastanza bene
ordinate.
Alcune Società hanno un vero Contabile; altre affidano la tenuta
dei libri al Segretario; altre ancora sono aggregate ad Istituti di
credito o a Cooperative di consumo e in questo caso la tenuta dei
libri è necessariamente accurata e diligente. La Federazione delle
Cooperative agricole della provincia di Reggio Emilia ha provvisto
all’istituzione di un Ufficio centrale di contabilità per mettere le
Cooperative agricole in grado di avere registrazioni uniformi ed un
impianto
contabile
moderno.
Noi
crediamo
che
l’istituto
della
revisione, qual è propugnato dall’on. Luzzatti, e quale è in uso con
profitto in Germania per le associazioni Cooperative, sarà un mezzo
efficacissimo per assicurare il buon funzionamento delle affittanze
collettive.
CAPITOLO QUINTO
IL CREDITO NELLE “AFFITTANZE COLLETTIVE”.
I
Soci
delle
affittan ze
collettive
sono
lavoratori,
e
le
loro
organizzazioni nascono con capitali minimi e di lenta e faticosa
formazione, i quali non possono bastare a tutte le esigenze, imposte
da un razionale impianto e da un regolare funzionamento delle
aziende prese in affitto. Il difetto di capitali è la ragione principale
della diffidenza con cui vengono accolti i primi tentativi delle
affittanze collettive.
Il Prof. Samoggia, si preoccupa 38 di togliere quella diffidenza:
“Qui, egli scrive, si potrebbe da taluno osservare che il concedere
terre a lavoratori ricchi di buona volontà, ma poveri di capitali, può
non essere conforme alle esigenze della moderna economia rurale
44
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che ha fatto passare in seconda linea il lavoro, per valersi più
specialmente del capitale e della intelligenza. Ma domandiamo noi: Può avere, nel paese nostro, un forte valore tale obbiezione?”.
“L’agricoltura
accidentali
e
italiana
quindi
si
esplica
bisognosi
di
in
terreni
molto
per
gran
parte
e
poco
adatti
lavoro
all’impiego delle macchine; l’agricoltura italiana è essenzialmente
arboricola e quindi tale da dover fare fortissimo assegnamento sul
lavoro
umano.
D’altra
parte
la
nostra
mano
d’opera
rurale
è
abbondante ed ha, relativamente ad altri paesi, miti pretese; sicché
più e più volte, anche nelle aziende private, si è in forse se
convenga
la
introduzione
di
qualche
macchina
con
relativa
eliminazione di qualche salariato, perché il salariato di ben poco si
accontenta”.
A noi sembra che l’osservazione non abbia tale efficacia da
togliere i motivi della diffidenza, sia perché i terreni, dove vediamo il
più
spesso
sorgere
le
affittanze
collettive,
non
sono
quelli
accidentali, bensì quelli in pianura dove le macchine si possono
usare facilmente e dove, data l’ampiezza delle aziende, l’uso di
macchine anche costose (come le trebbiatrici) è, più che utile,
necessario; sia perché, se si vuol fare dell’agricoltura moderna,
provvedere alla anticipazione dei canoni di affitto, ai depositi di
garanzia, alle scorte vive e morte, alle spese indispensabili della
gestione, occorre sempre un capitale assai forte.
Tant’è vero che quasi tutte le associazioni hanno dovuto contrarre
al loro sorgere e in seguito prestiti cospicui.
A)
Le
fonti
del
credito
a
cui
ricorrono
le
“affittanze
collettive”.
Le affittanze collettive si procurano ordinariamente il credito da
soci; privati; istituti di credito; altre associazioni.
B)
Credito dai soci.
45
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I soci fanno credito alla Società, o depositando nella Cassa
sociale i loro risparmi, o facendo prestito totale o parziale di quanto
spetta loro per il lavoro eseguito.
I soci delle Cooperative agricole del Reggiano, come quelle di
Fabbrico, di S. Vittoria e Brugneto, incominciarono a mettere insieme
il capitale necessario con sacrifici personali, versando, a titolo di
prestito, alla Cassa sociale i loro piccoli risparmi, messi insieme nei
mesi della emigrazione 39.
Del credito, fatto dai soci, col loro salario abbiamo parlato,
spiegando l’ordinamento della Cooperativa agricola di Fabbrico.
Tutte le Cooperative agricole emiliane ricorrono a questa forma di
credito. I soci ricevono, ordinariamente nell’inverno, invece del
salario o di una parte di esso, un buono che rappresenta il loro
credito, il quale viene rimborsato entro l’anno al tempo della vendita
dei prodotti, oppure anche dopo.
La
Cooperativa
di
Fabbrico,
come
abbiamo
visto
rende
obbligatorio ai soci di farle credito.
Fra le affittanze collettive a condu zione divisa è degna di nota
la Cooperativa agricola di Calvenzano, i soci della quale nei primi
tempi spinsero lo spirito di sacrificio fino a portare al Monte di Pietà
le loro robe per prestarne il ricavato alla Cassa sociale 40.
C) Credito da privati.
Sono spesso amici, qualche volta gli stessi proprietari dei terreni
affittati alla Società, che provvedono i capitali necessari. Nelle
Società cattoliche della Lombardia sono inscritti fra i soci, col titolo
di soci onorari, persone facoltose, spesso i parroci, i quali prestano
garanzia per la Società a privati e ad istituti, facilitando così il
credito. Ragione questa che fa ritenere non necessaria la forma
commerciale alle società cattoliche lombarde.
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Ad Altedo di Bologna fanno credito alla Società gli esercenti. La
Società, nel maggior numero dei casi, paga i soci, non in danaro, ma
con un buono che è riconosciuto ed accettato dagli esercenti. Molte
sono le società che hanno debiti con privati.
D)
Credito da Istituti
Varie affittan ze collettive sono aggregate ad Istituti di credito
(nel più dei casi Casse rurali) i quali provvedono al capitale
necessario. Ad es. la Cassa rurale di Cà dè Soresini in provincia di
Cremona, la Cassa rurale di Francoforte in provincia di Siracusa,
molte altre Casse rurali, e il Piccolo Credito di Rho in provincia di
Milano. Altre, specialmente cattoliche, senza essere aggregate ad
Istituti vivono in molta intimità con essi: - in genere si tratta di Casse
rurali, - e ne godono facilmente il credito. Varie Associazioni
ottennero prestiti da Casse di Risparmio, come le Cooperative
braccianti del Ravennate e da Banche Popolari come la Cooperativa
agricola di Marsala. Il Banco di Sicilia fa credito direttamente ai soci
delle Cooperative agricole con garanzia della Società.
Nella provincia di Reggio Emilia le affittanze collettive, oltre a
trovare credito presso i soci, presso i privati e presso la Cassa di
Risparmio locale, ne trovano anche dalla Banca delle Cooperative,
fondata l’11 ottobre 1903 presso quella Camera di Lavoro, colla
partecipazione di Società di M.S. e di Cooperative e con oltre 100
mila lire di capitale sociale. La Banca funziona dal giugno del 1904;
è ammessa al risconto dall’Istituto di Credito presso la Società
Umanitaria di Milano, dal Banco di Napoli, dal Credito italiano e dalla
banca Popolare di Reggio, ed ha compiuto, dalla sua fondazione a
tutto
settembre
1905,
operazioni
di
prestiti
cambiari
con
le
Cooperative in genere (di lavoro, di consumo e agricole) per 800 mila
lire 41.
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L’Istituito di credito per le Cooperative con sede presso la
società Umanitaria in Milano, è una Cooperativa con un capitale
azionario di 400 mila lire ed un fondo di riserva di 1600 lire. Esso fu
istituito nel maggio del 1904 e aperto nel luglio successivo. Fa
operazioni di credito a Società cooperative in genere, e dalla
costituzione
al
31
dicembre
1905
sovvenne
lire
74
mila
a
Leghe
di
Cooperative agricole 42
E) Credito da altre Associazioni
Hanno
fatto
credito
alle
affittanze
collettive
le
Miglioramento e le loro Federazioni. Alla Cooperativa agricola di
Fabbrico ha fatto credito la Lega di miglioramento locale; alla
Cooperativa agricola di Altedo la Federazione delle Leghe del
Bolognese. La Lega di miglioramento di Caravaggio di Bergamo
sovvenne col credito la Cooperativa agricola dei contadini. Anche i
consorzi agrari, ad es. quelli di Guastalla e di Bologna, hanno fatto
credito
alle
affittanze
collettive,
fornendo
materie
necessarie
all’agricoltura. Quello di Bologna ha richiesto però una speciale
garanzia.
F) Condizioni di credito meglio adatte alle esigenze delle
“affittanze collettive”
La forma più comune delle operazioni di credito è la cambiaria
che è accompagnata di solito da tassi elevati di interesse, obbliga a
scadenze rigorose e frequenti e a non leggere spese di bollo,
provvigioni, viaggi, posta, ecc. Qualche associazione ha ottenuto
l’apertura di un conto corrente. Ad es. la Società probi contadini di
Arcene di Bergamo ebbe l’aiuto di un conto corrente apertogli dalla
Banca Piccolo credito bergamasco.
Anche
nonostante
gli
gli
attuali
ottimi
Istituti
di
intendimenti
credito
dei
loro
per
le
Cooperative,
amministratori,
non
soddisfano interamente ai bisogni perché devono attingere i mezzi,
48
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quasi esclusivamente, dal risconto del portafoglio, e sono quindi
obbligati a ricedere il danaro a tassi elevati e a richiedere alle
affittanze
collettive
la
osservanza
di
discipline
rigorose,
specialmente rispetto alle garanzie.
È indubitato che il prestito cambiario, così come è fatto, grava
eccessivamente sul bilancio delle affittan ze collettive e non si presta
alle condizioni delle aziende le quali hanno bisogno di regolare le
scadenze coi raccolti. Occorrerebbe un servizio di credito più facile,
comodo
e
poco
costoso.
Tutto
questo
veniva
affermato
dal
Congresso delle Cooperative agricole tenuto l’8 ottobre 1905 43 a
Reggio Emilia, il quale invocò apposite disposizioni legislative che
assicurino alle Cooperative, legalmente costituite e possibilmente
consorziate per province o per circondari, un sufficiente, rapido,
facile e libero servizio di credito, ad un tasso non superiore al 4%,
da compiere con piena fiducia sulle aziende, dietro la garanzia
morale di uffici di contabilità e di ispezione, da istituti chiamati ad
esercitare il credito col conferimento ad essi di privilegi sui raccolti e
sulle attività delle aziende cooperative. 44
G) La necessità della garanzia
Uno dei maggiori dubbi intorno al credito per le affittan ze
collettive sorge allorché si discute la solvibilità di esse. Che garanzie
possono prestare le affittan ze collettive ai proprietari dei terreni e ai
creditori ? È certo che la garanzia rappresenta la condizione prima
perché una affittan za collettiva possa vivere. Un proprietario – sia
esso un privato od una pubblica amministrazione – non può accettare
di cedere i suoi terreni ad associazioni di lavoratori che non gli
assicurino, oltre alla buona coltivazione, il pagamento dell’affitto; e
un Istituto di credito o un privato non possono prestare capitali senza
una garanzia che assicuri loro il rimborso.
49
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Nel caso di enti morali (Opere Pie, ecc.) la garanzia assume
una importanza ancora maggiore.
A motivo di ciò abbiamo fatte ricerche, al fine di stabilire le
forme di garanzie offerte dalle affittanze collettive per avere terreni
in affitto e capitali a prestito.
H) Le forme di garanzia
Ai proprietari dei terreni le affittanze collettive anticipano, di
solito, a titolo di cauzione, una somma corrispondente ad una
annualità di affitto. La cauzione e il resto del capitale occorrente
vengono il più spesso dati a prestito alla Società o da privati o da
enti con la garanzia di persone solvibili, spesso di amici della
Società. La Cooperativa agricola di Fabbrico, in un recente contratto
di affitto 45, poté risolvere così il problema della cauzione: la garanzia
del canone, dovuto al proprietario, venne fatta dalla Banca delle
Cooperative di Reggio Emilia la quale si cautelò con la firma di un
facoltoso amico della Cooperativa.
La Cooperativa agricola di Molinella impone a propri soci di
partecipare direttamente a formare la garanzia dei prestiti da essa
contratti e trattiene, a tal fine, una quota dei salari fino al limite
necessario. L’Istituto di credito per le Cooperative presso la Società
Umanitaria di Milano, fornì capitali alla Cooperativa di Molinella la
quale si obbligò appunto di trattenere, a rimborso di essi, il 50% dei
salari.
L’Istituto si è riservato, non solo di accertarsi che la trattenuta
venga fatta, ma volle, a maggiore sua quiete, avere il diritto della
vigilanza tecnica ed amministrativa su tutto l’andamento dell’azienda:
ed esercita tale funzione mediante persona di sua fiducia. L’Istituto
intende seguire lo stesso sistema per tutte le affittanze collettive.
Degna di nota è la forma di garanzia richiesta, alle “affittan ze
collettive”. Da alcune Opere Pie della Lombardia. Nel contratto di
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affitto fra l’Amministra zione dell’Orfanotrofio maschile della provincia
di Bergamo e la Società Probi-Contadini di Castel Cerreto e Battaglie
in Treviglio, L’Amministrazione del luogo Pio richiese:
a)
che i lavoratori depositassero, come ogni altro affittale,
una cauzione uguale al doppio del canone annuo d’affitto, aumentato
dagli accessori previa svalutazione di 1% per i titoli depositati;
b)
che essi fossero costituiti in Società legale diretta
costantemente
da
all’Amministrazione
tre
persone
dell’Opera
abbienti
Pia,
che
e
si
bene
rendano
accette
solidali
e
responsabili illimitatamente degli impegni sociali verso il Luogo Pio
per
tutta
la
durata della
locazione 46.
Le
tre
persone
abbienti
garantiscono per la Società, di cui sono i dirigenti, i capitali avuti a
prestito.
Per ultimo diciamo
della forma
di garanzia, offerta dalla
Cooperativa agricola di Monte S. Giuliano di Trapani ai proprietari
dei terreni e al Banco di Sicilia che fa credito ai soci della
Cooperativa.
Ad alcuni proprietari la Società versa una cauzione; agli altri ha
lasciato scegliere un gruppo di soci fra i più solvibili e questi
prestano garanzia per tutta la Società.
Per le altre anticipazioni, non la Società, ma il singolo socio,
riceve a prestito i capitali occorrenti dal Banco di Sicilia il quale
concede
le
sovvenzioni
agrarie
con
la
garanzia
solidale
dei
Consiglieri di Amministrazione,e con la garanzia della Società che
rinuncia, a favore del Banco, al privilegio legale sui prodotti del
terreno coltivato dal socio-debitore e sulle scorte 47
I) Conclusione
In sostanza, il credito non è mancato alle “affittanze collettive”.
Vi è giunto alla spicciolata, in misura non sempre adeguata, con
formalità
e
vincoli
numerosi
e
talora
con
aiuti
di
carattere
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eccezionale. Ma anche così, il fatto che tutte le associazioni hanno
potuto ottenere il credito, presentando le richieste garanzie, è
incoraggiante ed è una prova in loro favore. 48
1
S i a m o l i e t i d i s e g n a l a r e l a i m p o r t a n t e e d i n t e l l i g e n t e p a r t e c h e n e l l a vo r o d e l l a i n c h i e s t a
e b b e i l D o t t . O l i n d o G o r n i , a d d e t t o a l l a S e zi o n e d i P r o p a g a n d a d e l l a F e d e r a zi o n e . E g l i
p r e p a r ò e c o n d u s s e t u t t a l a c o r r i s p o n d e n za ; f u i n c a r i c a t o d e l l e vi s i t e n e i l u o g h i , t r a s s e
d a l l ’ o s s e r v a z i o n e d e i f a t t i m o l t i g i u d i zi e n e f e c e a s s e n n a t e e s p o s i zi o n i .
Dobbiamo pure ricordare il Prof. Serpieri, docente di Economia Rurale ed Estimo nel R.
I s t i t u t o a g r a r i o d i P e r u g i a , s p i r i t o d o t t o e d a c u t o , i l q u a l e c o n f o r t ò i l D o t t . G o r n i d i p r e zi o s i
c o n s i g l i . E b b i m o l e m a gg i o r i i n d i c a z i o n i , o l t r e c h e d a l l e A s s o c i a zi o n i , d a l l e p e r s o n e e d a g l i
e n t i c h e v e n i a m o i n d i c a n d o . A t u t t i m a n d i a m o i n o s t r i p i ù vi vi r i n g r a zi a m e n t i . D o t t . N a r s e t e
C a m p a n i n i d e l l ’ U f f i c i o a g r a r i o p r e s s o l a C a m e r a d e l L a vo r o d i R e g g i o E m i l i a ; A v v. L u i g i
P l o n e r , S i n d a c o d i M o l i n e l l a ; - S a c . D o t t . A m b r o g i o P o r t a l u p p i d i T r e vi g l i o d i B e r g a m o ; P r o f . M a s s i m o S a m o g g i a , D i r e t t o r e d e l l ’ U f f i c i o a g r a r i o d e l l ’ U ma n i t a r i a d i M i l a n o ; - D a r i o G u z zi n i
d e l l ’ U f f i c i o a g r a r i o p r e s s o l a F e d e r a zi o n e d e i l a vo r a t o r i d e l l a t e r r a d i B o l o g n a ; - N u l l o B a l d i n i
d e l l a C o o p e r a t i v a B r a c c i a n t i d i R a ve n n a ; - G i u s e p p e P i a t e s i d i C o n s e l i c e ; - P r o f . A d o l f o
B e l l u c c i d e l l a C a t t e d r a a m b u l a n t e d i R a ve n n a ; _ D a vo l i e V e r g n a n i n i d e l l a C a m e r a d e l L a vo r o
d i R e g g i o E m i l i a ; _ N i n o R a i t i d e l l a C o o p e r a t i v a a g r i c o l a d i Mo n t e S . G i u l i a n o d i Tr a p a n i ; P r o f C a r p e n t i e r i d e l l a C a t t e d r a d i vi t i c o l t u r a d i P i a z za A r m e r i n a ; - S a l va t o r e L o n g o d i
Mazzarino;
Dott.
Antonio
Varirca
di
Niscemi;
-Sindaci
di
R a v e n n a , B e l l i n z a g o , B r u g h i e r o , P o z z u o l o Ma r t e s a n a , V i m o d r o n e i n p r o v i n c i a d i Mi l a n o , A r q u à
P o l e s i n e i n p r o v i n c i a d i R o v i g o , P i a n a d e i G r e c i i n p r o vi n c i a d i P a l e r m o ; - C a m e r a d e l L a vo r o
d i Mo n z a , - C a t t e d r a a m b u l a n t e d i a g r i c o l t u r a d i C r e m o n a , ; - C o n g r e g a zi o n e d i C a r i t à d i
M i l a n o , e c c - . A t t i n g e m m o b u o n e i n d i c a zi o n i d a i s e g u e n t i l a vo r i : P r o f . Mo l t e m i : G l i a f f i t t i
c o l l e t t i v i e l a l o r o i m p o r t a n za s o c i a l e – N o t e s t o r i c h e c r i t i c h e s t a t i s t i c h e – Mi l a n o Ti p . O l i va e
S o m a s c h i - P o m p e o C o l a i a n n i : L e i s t i t u zi o n i c o o p e r a t i v e i n S i c i l i a
-Presso la “Rivista
p o p o l a r e ”. – P r o f . B r u t t i n i : I l m o v i me n t o a g r a r i o c o o p e r a t i v o i n p r o v i n c i a d i T r a p a n i ( d a l
Bollettino quindicinale della Società degli agricoltori italiani, n.14, 1904). –Resoconti dei
C o n g r e s s i n a z i o n a l i t e n u t i s i a R e g g i o E m i l i a i l 2 1 m a g g i o e l ’ 8 o t t o b r e de l 1 9 0 5 , p u b b l i c a t i p e r
c u r a d e l l a C a m e r a d e l l a v o r o d i R e g g i o E m i l i a – e a l t r i l a vo r i e d a r t i c o l i c h e i l e t t o r i
troveranno citati nel testo.
2
R i p o r t i a m o i l Q u e s t i o n a r i o m a n d a t o a l l e a s s o c i a zi o n i .
(Nome preciso della Società e sua sede)
1)Codesta Società in che anno è sorta?
2)Con quali scopi? Chi può essere socio?
3 ) P e r q u a l i c a u s e c o d e s t a S o c i e t à h a d e l i b e r a t o d i a s s u m e r e l a d i r e zi o n e d i a zi e n d e a g r a r i e ?
4 ) Q u a n d o h a c o m i n c i a t o a d i r i g e r e a zi e n d e a g r a r i e ?
5 ) Q u a n t i e r a n o a l l ’ a t t o d e l l ’ a s s u n z i o n e d e l l e a zi e n d e i s o c i ?
6 ) C o m e è c o s t r u i t a c o d e s t a S o c i e t à ? I n S o c i e t à a n o n i m a c o o p e r a t i va p e r a zi o n i a c a p i t a l e
illimitato o in Società civile?
7 ) A q u a n t o a m m o n t a i l v a l o r e d i u n ’ a zi o n e ?
8 ) Q u a l i s o n o g l i o r g a n i a m m i n i s t r a t i v i e d i r e t t i vi d e l l a S o c i e t à ?
9 ) A q u a n t o a m m o n t a i l c a p i t a l e s o t t o s c r i t t o ? A q u a n t o q u e l l o ve r s a t o ?
10)La azienda agraria o le aziende agrarie dirette da codesta Società sono proprietà della
S o c i e t à s t e s s a o l a S o c i e t à l e h a p r e s e i n a f f i t t o , o a m e z za d r i a o i n e n f i t e u s i ?
11)Le aziende dirette dalla Società come si chiamano? Chi è di ciascuna di esse il
proprietario? Qual è di ciascuna di esse (sia pure in misura locale) l’estensione? In che anno
furono assunte in affitto?
1 2 ) A q u a n t o a m m o n t a , s e t r a t t a s i d i a f f i t t o , i l c a n o n e a n n u o ? I n q u a n t e r a t e vi e n e p a g a t o ?
1 3 ) S e s i t r a t t a d i m e z z a d r i a o d i e n f i t e u s i q u a l i s o n o l e c o n d i zi o n i c o n c l u s e c o l p r o p r i e t a r i o ?
1 4 ) L a s o c i e t à h a d o v u t o v e r s a r e u n a c a u zi o n e ? L a c a u zi o n e a q u a n t o a m m o n t a ?
1 5 ) I l c a p i t a l e d e l l a S o c i e t à è b a s t a t o a l l ’ i m p i a n t o d e l l a a zi e n d a ?
16)Se no, la Società da chi ha ottenuto il credito? A quanto ammonta il debito contratto?
1 7 ) L ’ a z i e n d a o l e a z i e n d e c o m e s o n o c o l t i va t e ? A l o t t i o c o l l e t t i va m e n t e ?
18)Se l’azienda è coltivata a lotti, questi sono affidati alle sole famiglie dei soci o anche a
famiglie di estranei.
1 9 ) Q u a l i s o n o l e c o n d i z i o n i c h e s i f a n n o a l l e f a m i g l i e c h e r i c e vo n o i l s u b a f f i t t o i n l o t t o ?
2 0 ) S e l ’ a z i e n d a è c o l t i v a t a c o l l e t t i v a m e n t e , e s s a vi e n e l a vo r a t a d a i s o l i s o c i o a n c h e d a
estranei?
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21)come viene retribuito il lavoro?Con acconti sugli utili finali o con paghe fisse regolate da
tariffa?
2 2 ) N e l l ’ u n c a s o o n e l l ’ a l t r o q u a l e v i e n e a d e s s e r e i l s a l a r i o p e r g i o r n a t a d i l a vo r o n e i d i ve r s i
m e s i d e l l ’ a n n o ? P e r l e d o n n e e p e r i ve c c h i c ’ è u n a t a r i f f a s p e c i a l e ?
2 3 ) P e r c o n f r o n t o , a q u a n t o a m m o n t a , s e m p r e n e i d i ve r s i m e s i d e l l ’ a n n o , i l s a l a r i o p e r g i o r n a t a
di lavoro nelle aziende agrarie
2 4 ) E v v i s u l l e a z i e n d e u n p e r s o n a l e f i s s o ? C h e s a l a r i o r i c e ve ? C h e u f f i c i o h a ?
2 5 ) P e r i l a vo r a t o r i d e l l a a z i e n d a l a S o c i e t à h a p r e ve n t i va m e n t e c o n c o r d a t o u n o r a r i o ? Q u a l e ?
2 6 ) Q u a l i s o n o l e c o n d i z i o n i d i o g n i a zi e n d a ? ( S e è e r b o r a t a , vi t a t a , i r r i g a t a e c c . )
2 7 ) Q u a l i s o n o l e p i a n t e c o l t i v a t e i n c i a s c u n a a zi e n d a ? ( F r u m e n t o ? F r u m e n t o n e ? R i s o ? P r a t o
artificiale? Pratonaturale? Vigneto?ecc.
2 8 ) P e r c i a s c u n a d i q u e s t e c o l t u r e f a v o r i r e s t e d i r c i l a e s t e n s i o n e d i c i a s c u n a a zi e n d a ?
2 9 ) P e r c i a s c u n a d i q u e s t e c o l t u r e p o t r e s t e d i r c i , p e r u n i t à d i m i s u r a l o c a l e , l a p r o d u zi o n e
m a d i a a n n u a l e ? S e l ’ a z i e n d a è v i t a t a , p o t r e s t e i n d i c a r c i a n c h e l a p r o d u zi o n e m e d i a l o c a l e d i
uva?
3 0 ) I n c i a s c u n a d e l l e a z i e n d e v o s t r e c i s o n o i n d u s t r i e a g r a r i e ? ( C a n t i n a ; l a t t e r i a ; b o z zo l i ; a p i ;
ecc.)
3 1 ) N e l l a s t a l l a p e r c i a s c u n a a z i e n d a q u a n t i c a p i d i b e s t i a m e a ve t e ? Q u a n t i c a p i g r o s s i ?
Quante vacche?
32)In
ciascuna
azienda
vi
sono
macchine
agrarie?
(aratri;seminatrici;spandiconcime;falciatrici;rastrellimeccanici;mietitrici;presse
da
foraggi;torchi da vinacce;ecc.)
33)Gli utili annuali per ogni azienda a quanto hanno finora ammontato?
34)Ci sono state cause(malattie,grandine,incendi o altro) che hanno influito sull’esito delle
annate?
35)La Società è assicurata contro i danni dell’incendio,delle malattie e della morte del
bestiame? Come?
3 6 ) O l t r e g l i u t i l i i n d e n a r o l a S o c i e t à h a o t t e n u t o a l t r i va n t a g g i ? Q u a l i ?
37)Gli utili come vengono ripartiti?
3 8 ) P o t r e s t e f a v o r i r c i i l v o s t r o S t a t u t o e q u a l u n q u e a l t r a c o s a a ve t e r e s o d i p u b b l i c a r a g i o n e ?
3 9 ) S a p e t e s e v i s i a n o a l t r e a f f i t t a n z e c o l l e t t i ve c o m e l e vo s t r e ? D o ve ?
3
L a s c i a n d o a l l e t t o r e d i r i l e v a r e i d a t i e l e n o t i zi e , c h e c a r a t t e r i zz a n o l a va r i e a f f i t t a n ze
c o l l e t t i v e , n e l l a p a r t e i d i q u e s t o l i b r o – S t a t i s t i c h e – n o n s a p p i a m o r e si s t e r e a l d e s i d e r i o d i
indicare fin da ora alcune di quelle che per la estensione dei terreni assunti (a parte la
i n t e n s i t à d e l l a c o l t u r a ) e p e r i l c a n o n e d i a f f i t t o c h e p a g a n o , d a n n o e s e m p i o d i a zi e n d e d i
notevolissima importanza.
C o o p e r a t i ve
Soci
Ettari
Canone
annuo
c o m p l e s s i vo
Cooperativa agricola 471
136
L9100
di Fabbrico
Cooperativa agricola 557
476
L41900
d i Mo l i n e l l a
Cooperativa
3010
260
L23400
braccianti di Ravenna
Piccolo credito di Rho 286
1500
L62800
Cooperativa agricola 141
116
L19600
di Calvenzano
Società
Probi 120
541
L48000
Contadini di Treviglio
Cooperativa agricola ?
1800
L50700
di Piana dei Greci
Cooperativa agricola ?
1175
L25000
cattolica
Cooperativa agricola 730
3389
L176206
d i Ma r s a l a
Cooperativa agricola 1283
3292
L135000
Monte S. Giuliano
Società
La
Ma d r e 7 2 2
895
L25815
Terra
di
Castrogiovanni
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Piccole
Industrie
agricole SanIsidoro di
Caltagirone
117
750
L36500
4
I l n o s t r o c o n c e t t o s i c h i a r i s c e m e g l i o c o l r i p o r t a r e d a l t r a t t a t o d i E c o n o mi a R u r a l e ,
e s t i m o , e c c . d e l p r o f . V i t t o r i o N i c c o l i ( E n c i c l o p e d i a a g r a r i a i t a l i a n a , P a r t e vi i i ) q u a n t o s e g u e :
I t r e f a t t o r i e s s e n z i a l i t e r r a , l a v o r o , c a p i t a l e , p o s s o n o r i s p e t t i va m e n t e e n t r a r e i n d i ve r s i r a p p o r t i
n e l l a p r o d u z i o n e a g r a r i a ; c i a s c u n d ’ e s s i p r e s e n t a a n zi u n a s c a l a a s s a i e s t e s a , e n t r o i c u i l i m i t i
e s t r e m i d i m i n i m o e d i m a s s i m o p u ò c o n c o r r e r e n e l l a p r o d u zi o n e ; c o n l ’ a v ve r t e n za c h e
c o n c o r r e n d o u n o d i e s s i i n g r a d o m i n o r e , vi e n e c o m p e n s a t o d a u n a m a g g i o r e q u o t a d i
concorso degli altri due.
L e c o m b i n a z i o n i c h e p o s s o n o f a r s i g r a d u a n d o d i ve r s a m e n t e l a q u o t a d i c o n c o r s o d i
ciascheduno di essi sono innumerevoli,tantochè si può dire che,in ogni intrapresa agraria, i
t r e f a t t o r i c o n c o r r o n o i n u n r a p p o r t o s p e c i a l e d i ve r s o . Ma p o s s o n o t a l i s va r i a t i s s i m e
combinazioni diverse riunirsi in gruppi di affinità,ciascuno dei quali costituisca o determini
uno speciale sistema o metodo di coltura caratteristico.
I g r u p p i p r i n c i p a l i e v i d e n t e m e n t e s o n o t r e a s e c o n d a c h e , r e l a t i va m e n t e , e c c e d e i l f a t t o r e
terra,o il fattore lavoro,o il fattore capitale. A questi tre gruppi corrispondono i tre metodi o
sistemi di coltura fondamentali:
1 ) E S T E N S I V I , n é q u a l i l a p r o d u z i o n e è d o vu t a e s s e n zi a l m e n t e a l l a t e r r a a g e n t e n a t u r a l e ;
2 ) A T TI V I , n e i q u a l i , r e l a t i v a m e n t e , e c c e d e n e l l a p r o d u zi o n e a g r a r i a i l f a t t o r e l a vo r o .
3 ) I N T E N S I V I n e i q u a l i l a p r o d u z i o n e è d o vu t a e s s e n zi a l m e n t e a l f a t t o r e c a p i t a l e .
6
Nella provincia di Rovigo esistono tre Casse Rurali Cattoliche le quali hanno assunto
t e r r e n i i n a f f i t t o ; m a i l a v o r i s o n o c o m p i u t i , i n g r a n p a r t e , d a l a vo r a t o r i e s t r a n e i a l l e C a s s e ,
n o n s i t r a t t a q u i n d i d i a f f i t t a n z e c o l l e t t i ve n e l s e n s o c h e i n t e n d i a m o n o i .
7
L a L e g a d i m i g l i o r a m e n t o d i S . R o c c o d i Q u i s t e l l o ( p r o v. d i Ma n t o va ) , l a p i c c o l a S o c i e t à d i
F o s s o l i d i C a r p i ( p r o v . d i Mo d e n a ) e l e S o c i e t à d e l R a ve n n a t e , c h e e s e r c i t a n o l a c o n d u zi o n e
unita di risaie assunte a mezzadria, sono società libere.
8
Vedano i lettori in proposito un interessante articolo del Prof.PARAFAVA sul Giornale degli
economisti (novembre 1905)
9
I l p a t r i m o n i o d e l l a S o c ie t à è r a p p r e s e n t a t o d a l c a p i t a l e f o r m a t o c o n l e a zi o n i ; d a l f o n d o d i
r i s e r v a , c o s t i t u i t o c o l 3 0 % d e g l i u t i l i n e t t i e c o l l a c o n t r i b u zi o n e a l l a r i s e r va d e l l e n u o ve a zi o n i ;
dal fondo soccorso.
I l f o n d o s o c c o r s o è r a pp r e s e n t a t o d a l l a q u o t a d e vo l u t a a l f o n d o d i r i s e r va , q u a n d o q u e s t o
a v e s s e r a g g i u n t o i l q u a r t o d e l c a p i t a l e s o c i a l e , d a i ve r s a m e n t i d e i s o c i e s c l u s i o d e s p u l s i e
dai proventi straordinari.
G l i u t i l i n e t t i v e n g o n o c o s ì r i p a r t i t i : i l 3 0 % a l f o n d o d i r i s e r va ( p e r c e n t u a l e a l t a p e r r a g i o n i
o v v i e d i p r e v i d e n z a e g a r a n z i a ) ; i l 3 0 % a l f o n d o s o c c o r s o ; i l 4 0 % a i s o c i i n p r o p o r zi o n e d e l l e
a z i o n i a c q u i s t a t e . L ’ a n n o f i n a n z i a r i o d e c o r r e d a l l ’ 1 1 n o ve m b r e .
10
L a V a l l i c e l l a f u u n i t a a l l a D o n a t a , a c u i è a t t i g u a , p e r c h é è t u t t a c o l t i va t a a r i s a i a s t a b i l e e
non ha abitazioni e stalle proprie.
11
È certo un mezzo coercitivo. Ad ogni modo dobbiamo far notare che il numero dei soci è
tale che i lavori, per lunghi che siano, possono essere terminati in pochi giorni. Un arginello,
c i r c o n d a n t e S c a g l i e t t a , l u n g o 3 0 0 0 m e t r i , f u i n n a l za t o d a i s o c i i n t r e g i o r n i . A n c h e n e l l a
C o o p e r a t i v a a g r i c o l a d i M o l i n e l l a i s o c i s i p r e s t a n o a r i c e ve r e m e t à s a l a r i o , g a r a n t e n d o , c o l
deposito dell’altra metà il prestito in denaro fatto alla Società dall’Istituto di Credito per le
C o o p e r a t i v e c h e h a s e d e p r e s s o l a U m a n i t a r i a d i Mi l a n o .
12
V e d i n e l l ’a g r i c o l t u r a m o d e r n a – N . 4 , 1 9 0 5 - u n a r t i c o l o d e l d o t t . A L B E R T O O L I V A – T r e a n n i
d i e s p e r i m e n t o d i u n a m e z za d r i a c o l l e t t i v a .
13
Q u e s t o c o n t r a t t o a m e z z a d r i a i n q u a l c h e c a s o vi e n e s t i p u l a t o a n c h e f r a g l i a f f i t t u a r i d e l l e
risaie e i braccianti. Gli affittuari pagano l’affitto, anticipano le sementi e prestano gli
a t t r e z z i ; q u a l c h e v o l t a d a n n o a n c h e u n a d o t e d i d e n a r o . I m e z za d r i h a n n o a l o r o c a r i c o l a
l a v o r a z i o n e . A c a r i c o c o m u n e s o n o i c o n c i m i , l e s p e s e d i a s s i c u r a zi o n e e d i t r a s p o r t i . I l
prodotto viene diviso a metà.
14
D i v e r s e n a t u r a l m e n t e , d a a f f i t t a n z a a d a f f i t t a n za , s o n o l e c o n d i zi o n i d i q u e s t o c o n t r a t t o a
colonia fra le associazioni ed i soci. In genere l’ammontare dei canoni, che i soci coloni
d e v o n o p a g a r e a l l ’ a s s o c i a z i o n e , è u g u a l e a l c a n o n e d o vu t o a l p r o p r i e t a r i o o i p r o p r i e t a r i d e i
terreni assunti in affitto, in cui vanno aggiunte le spese di amministrazione con un margine
o c c o r r e n t e a l l ’ a m m o r t a m e n t o d e i d e b i t i c o n tr a t t i , a l p a g a m e n t o d e g l i i n t e r e s s i e a l la
f o r m a z i o n e d i u n f o n d o d i r i s e r v a . L a S o c i e t à a n t i c i p a a d o g n i c o l o n o l e s p e s e d i c o n d u zi o n e
e spesso le sementi, i concimi, le macchine, ecc.
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Q u a s i t u t t e l e a f f i t t a n z e c o l l e t t i v e l o m b a r d e h a n n o b e s t i a m e ; q u a s i t u t t e i n ve c e q u e l l e d e l l a
S i c i l i a n e s o n o p r i v e . F r a l e a f f i t t a n ze d e l l a L o m b a r d i a , i n a l c u n e , i l b e s t i a m e e g l i a t t r e z zi
s o n o p r o p r i e t à d e i s o c i . N e l l e a l t r e s o n o p r o p r i e t à s o c i a l e . N e l l e p o c h e a f f i t t a n ze c o l l e t t i ve a
conduzione divisa dell’Emilia il bestiame è di proprietà sociale.
16
A p r o p o s i t o d e l l a S o c i e t à c i v i l e P r o b i c o n t a d i n i d i Mu g g i a n o v e d i u n a r t i c o l o d e l D o t t .
C I N Z I O C A M P I s u l l ’A g r i c o l t u r a M o d e r n a - N . 4 - 1 9 0 2
17
P u ò p a r e r e f u o r i d i d u b b i o c h e l e a f f i t t a n ze c o l l e t t i v e r a g g i u n g a n o i l f i n e d i r i m e d i a r e a l l a
disoccupazione. L’argomento è invece assai più complesso di quanto non sembra e merita
studi e discussioni che ci auguriamo estesi.
A p r o p o s i t o d i c i ò s i a m o l i e t i d i r i p o r t a r e i l g i u d i zi o a u t o r e vo l e d e l p r o f . S e r p i e r i , d o c e n t e d i
Economia rurale ed Estimo nel R. Istituto agrario di Perugia. Ecco le sue parole, che togliamo
da appunti da lui favoritici.
“ P u ò v e r a m e n t e l ’ a f f i t t a n z a c o l l e t t i v a d i t i p o e m i l i a n o e s s e r e r i m e d i o a l l a d i s o c c u p a zi o n e ? E
come può esserlo, e a quali condizioni?”
“La questione non è semplice, come a taluno può sembrare: e, per rispondere
esaurientemente a quelle domande, occorrerebbe una sottile analisi economica della quale
l a s c i a m o a d a l t r i i l c o m p i t o . F a c c i a m o s o l o q u al c h e b r e ve o s s e r va zi o n e c h e h a q u i im m e d i a t i
r a p p o r t i c o n l a a z i o n e p r a t i c a d e l l e a f f i t t a n ze c o l l e t t i ve . ”
“ Q u a s i t u t t e l e a s s o c i a z i o n i e m i l i a n e , g e r e n t i a f f i t t a n ze c o l l e t t i ve , s o n o a p e r t e , c i o è h a n n o u n
n u m e r o d i s o c i i l l i m i t a t o , i m p i e g a t i p e r t u r n o n e i l a vo r i c a m p e s t r i . ”
“ S e l ’ a z i o n e d e l l ’ a f f i t t a n z a c o l l e t t i v a c o n t r o l a d i s o c c u p a zi o n e s i l im i t a s s e a q u e s t o , a
distribuire la stessa massa di lavoro e di salari, mediante il turno, fra un maggior numero di
l a v o r a t o r i , e s s a s a r e b b e u n a m a n i f e s t a zi o n e d i c a r i t a t e vo l e f r a t e l l a n za , m a s i p o t r e b b e
dubitare della sua radicale efficacia contro il male della disoccupazione. Nota a questo
p r o p o s i t o i l P a r a f a v a ( G i o r n a l e d e g l i E c o n o mi s t i d e l N o ve m b r e 1 9 0 5 ) c h e u n a d e t e r m i n a t a
m a s s a d i s a l a r i , d i s t r i b u i t a f r a p o c h e p e r s o n e , p u ò d a r l u o g o a r i s p a r m i o c h e s ’ i n ve s t i r à i n u n
m o d o o n e l l ’ a l t r o n e l l a p r o d u z i o n e e c r e e r à n u o va d o m a n d a d i l a v o r o ; m e n t r e i n ve c e ,
d i s t r i b u i t a f r a u n m a g g i o r n u m e r o d i l a vo r a t o r i , r e n d e i m p o s s i b i l e i l r i s p a r m i o e q u i n d i
i m p e d i s c e u n p i ù d u r a t u r o r i m e d i o a l l a d i s o c c u p a zi o n e c o n l a c r e a zi o n e d i n u o vo c a p i t a l e . ”
“ S e n n o n c h é , i n r e a l t à , s i è o s s e r v a t o c h e l a c o n d u zi o n e d e i t e r r e n i , p e r p a r t e d i q u e s t e
a s s o c i a z i o n i d i l a v o r a t o r i h a g e n e r a l m e n t e d e t e r m i n a t o u n a u m e n t o d e l l a vo r o i m p i e g a t o
n e l l ’ u n i t à d i s u p e r f i c i e , d i m i n u e n d o r e a l m e n t e l a d i s o c c u p a zi o n e .
“Di questo fatto varie possono essere le cause. Una delle maggiori è forse questa, che,
specialmente in seguito alle agitazioni agrarie degli ultimi anni, molti proprietari e conduttori
d i f o n d i r e a g i r o n o c o n t r o d i e s s a , l i m i t a n d o l ’ im p i e g o d e l l a m a n o d ’ o pe r a e r i n u n c i a n d o a l l a
e s e c u z i o n e d i m o l t i l a v o r i , c h e p u r p o t e n d o e ss e r e e c o n o m i c a m e n t e co n ve n i e n t i , n o n e r a n o
p e r ò s t r e t t a m e n t e n e c e s s a r i . S i c a p i s c e a l l o r a c o m e l ’ a f f i t t a n za c o l l e t t i va a b b i a p o t u t o
r i m e d i a r e a q u e s t o s t a t o d i c o s e , r i p o r t a n d o l ’ i mp i e g o d e l l a m a n o d ’ o p e r a a l l i ve l l o d e t t a t o d a l
solo criterio della convenienza economica. Del resto, anche indipendentemente dalla
s i t u a z i o n e e c c e z i o n a l e , c r e a t a d a l l e a g i t a zi o n i a g r a r i e , è b e n p e n s a b i l e c h e p r o p r i e t a r i e
c o n d u t t o r i d i f o n d i , n o n l a v o r a t o r i , p e r i n s u f f i c i e n za t e c n i c a o p e r a l t r e r a g i o n i , a s s a i s p e s s o
n o n s p i n g a n o l ’ i m p i e g o d i m a n o d ’ o p e r a s u l l ’ u n it à d i s u p e r f i c i e a l m a s si m o c o n s e n t i t o d a l l a
c o n v e n i e n z a e c o n o m i c a , c i ò c h e c e r c h e r à i n o g n i c a s o d i f a r e i n ve c e u n a a s s o c i a zi o n e d i
l a v o r a t o r i , s o t t o i l p u n g o l o d e l l a d i s o c c u p a zi o n e . ” .
“ N o i a b b i a m o p a r l a t o o r a d i c o n v e n i e n za e c o n o m i c a d i i m p i e g a r e l a vo r o u m a n o s u l l ’ u n i t à d i
s u p e r f i c i e , p r e s u p p o n e n d o u n d e t e r m i n a t o s a l a r i o . Ma c ’ è d a o s s e r va r e c h e l a q u a n t i t à d i
m a n o d ’ o p e r a , i m p i e g a b i l e u t i l m e n t e s u l l a u n i t à fo n d i a r i a , è s t r e t t a m e n t e l e g a t a a l l a e n t i t à d e l
s a l a r i o s t e s s o . Mo l t i l a v o r i , c h e n o n s a r e b b e c o n ve n i e n t e e s e g u i r e a u n s a l a r i o x, p o s s o n o
d i v e n t a r e c o n v e n i e n t i s s i m i a u n s a l a r i o m i n o r e d i x. L ’ a u m e n t o q u i n d i d e l l a vo r o , a s s o r b i t o d a i
t e r r e n i d i a f f i t t a n z a c o l l e t t i v a , p o t r e b b e a n c h e d i p e n d e r e d a q u e s t o f a t t o , c h e i l a vo r a t o r i ,
o c c u p a t i n e i t e r r e n i d a e s s i s t e s s i c o n d o t t i , s i c o n t e n t i n o d i r i m u n e r a zi o n i p i ù t e n u i d i q u e l l e
che pretendono quando lavorano per altri.”.
“ F o r s e a n c h e a c i ò s i c o l l e g a l a f u n zi o n e , d a t a l u n i a s s e g n a t a a q u e s te a f f i t t a n ze , d i e s s e r e
q u e s t a u n a r i s e r v a d e l l a o r g a n i z z a z i o n e p r o l e t a r i a n e l l e s u e l o t t e c o i d a t o r i d i l a vo r o . ” .
“ U n ’ u l t i m a o s s e r v a z i o n e v o g l i a m o a n c o r a f a r e , c h e c i s e m b r a n o n p r i va d i i m p o r t a n za .
E s s e n d o e g u a l e i l s a l a r i o g i o r n a l i e r o , p u ò r i s u l t a r e i n f a t t o m o l t o d i ve r s o i l c o s t o d e l l ’ u n i t à d i
l a v o r o e s e g u i t a a s e c o n d a d e l l a a l a c r i t à , d e l l a c u r a e d e l l a d i l i g e n za u s a t a d a l l a vo r a t o r e .
Q u a n t o m a g g i o r e è l a p r o d u t t i v i t à d e l l a vo r o , t a n t o m i n o r e r i s u l t e r à d e t t o c o s t o , n o n c ’ è
d u b b i o a l c u n o , p e r c h é è u m a n o c h e c h i l a vo r a p e r s e , c o m e i l s o c i o d e l l ’ a f f i t t a n za c o l l e t t i va ,
lo fa di regola più alacremente di chi lavora per altri”
“ E ’ c h i a r o c h e p e r q u e s t a r a g i o n e l ’ a f f i t t a n za c o l l e t t i va p o t r à d e t e r m i n a r e u n a u m e n t o d i
l a v o r o u t i l m e n t e i m p i e g a t o s u l l a u n i t à f o n d i a r i a a n c h e s e n za d i m i n u zi o n e d e l s a l a r i o
giornaliero.”.
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“ L a q u e s t i o n e c h e c i e r a v a m o p o s t a n o n è c e r t a m e n t e c o s ì e s a u r i t a . C i p a r e t u t t a vi a c h e d a l l e
o s s e r v a z i o n i f a t t e p o s s a d e d u r s i q u e s t o : l ’ azi o n e d e l l a a f f i t t a n za c o l l e t t i va c o n t r o l a
d i s o c c u p a z i o n e , s e n z a c h e s i a n o d i m i n u i t i i sa l a r i g i o r n a l i e r i e i n d i p e n d e n t e m e n t e d a l l a
situazione anormale e probabilmente transitoria, creatasi in talune regioni in seguito alle
agitazioni agrarie, avrà probabilità di riuscita specialmente quando chi dirige sappia
d i m o s t r a r s i p i ù a b i l e d i q u e l c h e f o s s e r o i c o n d u t t o r i p r i va t i n e l l o s p i n g e r e l ’ i m p i e g o d e l l a vo r o
u m a n o m e d i a n t e m i g l i o r i p r o c e d i m e n t i d e l l a t e c n i c a m o d e r n a a l m a s si m o c o n s e n t i t o d a l l a
c o n v e n i e n z a e c o n o m i c a e q u a n d o i s o c i l a vo r a t o r i e s p l i c h i n o l a m a s s i m a a l a c r i t à e d i l i g e n za
nella esecuzione dei lavori loro assegnati”.
I n c o n c l u s i o n e n o n p o s s i a m o c o n s i d e r a r e c o m e p r i m o e f f e t t o d e l l e a f f i t t a n ze c o l l e t t i ve i l
rimedio alla disoccupazione. Crediamo più esatto dire che esse riescono ad eliminare
l ’ a f f i t t u a l e c a p i t a l i s t a c o l s o s t i t u i r g l i i l a vo r a t o r i n e l l a c o n d u zi o n e d e l l e a zi e n d e a g r a r i e .
Sostituzione possibile e vantaggiosa, tale che potrà portare rimedio diretto ed indiretto alla
d i s o c c u p a z i o n e , q u a n d o s i s a p p i a i m p i e g a r e i l l a vo r o i n m a g g i o r q u a n t i t à e i n m o d o m i g l i o r e
d i q u e l c h e a b b i a n o o s a p u t o f a r e g l i a f f i t t u a r i - c a p i t a l i s t i ; q u a n d o i l l a vo r o s i a p i ù vo l e n t e r o s o
e quindi più produttivo che nell’altro regime.
A g g i u n g i a m o c h e , a d e s e m p i o n e l c a s o d e l l e a tt u a l i a f f i t t a n ze c o l l e t t i ve e m i l i a n e , l ’ a u m e n t o
d e l l a q u a n t i t à d e l l a v o r o è t u t t ’ a l t r o c h e i m p o s s i b i l e . S i t r a t t a d i a zi e n d e d i f r e q u e n t e p o s t e i n
l u o g h i b a s s i , m i n a c c i a t i d a l l e a c q u e , p e r i q u a l i i l a vo r i d i d i f e s a e d i s c o l o r i e s c o n o u t i l i s s i m i ,
c o m e s o r g e n t e d i l a v o r o , i n q u a n t o r e n d o n o c o l t i va b i l i zo n e d i t e r r e n o n o n a n c o r a s t a t e
c o l t i v a t e , e p o s s i b i l e l ’ i n t r o d u z i o n e d i r o t a zi o n i l à d o ve o r a n o n s i h a c he r i s a i a s t a b i l e . I n t al
m o d o i l r e d d i t o d i v i e n e p i ù s i c u r o e i l l a vo r o p i ù r i m u n e r a t o .
Tu t t o c i ò m e t t e i n e v i d e n z a a n c h e l ’ i m p o r t a n za g r a n d e c h e h a , p e r l e a f f i t t a n ze c o l l e t t i ve , u n a
i l l u m i n a t a d i r e z i o n e t e c n i c a , l a q u a l e f a r à m e g l i o s e r vi r e l e a f f i t t a n ze c o l l e t t i ve c o m e m e z zo d i
e d u c a z i o n e e d i e l e v a z i o n e m o r a l e d e l p r o l e t a r i a t o a g r i c o l o , e c o m e c am p o s p e r i m e n t a l e d o ve
i l a v o r a t o r i c o m p i a n o u n t i r o c i n i o c h e l i r e n d e r à a t t i a g e s t i r e a l t r e i m p r e s e p r o d u t t i ve .
18
C o n s i d e r i a m o i n f a t t i l e p r o v i n c e d e l l ’ E m i l i a d o ve p i ù a c u t a s i m a n i f e s t a , vo l t a a vo l t a , l a
l o t t a f r a c o n d u t t o r i d i f o n d i e l a v o r a t o r i , e t a l o r a p e r f i n o , l a l o t t a f r a l a vo r a t o r i e l a vo r a t o r i . L e
c i f r e c h e r i p o r t i a m o s o n o t o l t e d a l C e n s i me n t o d e l l a p o p o l a zi o n e d e l R e g n o d ’I t a l i a a l 1 0
febbraio 1901- Vol.3-.
P r o v i n c i a d i R e g g i o E m i l i a . - S o p r a 2 1 0 4 7 3 a b i t a n t i d a i 9 a n n i i n s u , 9 9 4 1 9 t r a g g o n o m e z zi d i
e s i s t e n z a l a v o r a n d o l a t e r r a . E f r a q u e s t i a b b i a m o : 2 7 2 1 8 l a vo r a t o r i d e l l a t e r r a g i o r n a l i e r i ( i l
2 7 , 3 7 % ) . L a C a m e r a d e l l a v o r o d i R e g g i o E m i l i a ( s e c o n d o i l r e s o c o n t o d e l P r i mo C o n g r e s s o
N a zi o n a l e d e l l e C o o p e r a t i v e A g r i c o l e - 2 1 m a g g i o 1 9 0 5 - s t a m p a t o p e r cu r a d i q u e l l a C a m e r a
d e l L a v o r o , n e c a l c o l a 3 0 3 0 8 d a i 1 4 a n n i i n s u ) . P o i vi s o n o 8 2 6 5 l a vo r a t o r i f i s s i ( 8 , 0 3 % ) , a
c u i s i a g g i u n g o n o 1 7 2 0 4 t r a p i c c o l i c o l o n i o me z za d r i e p i c c o l i a f f i t t u a r i , m o l t i d e i q u a l i s i
f a n n o , p e r p a r e c c h i g i o r n i d e l l ’ a n n o , l a vo r a t o r i g i o r n a l i e r i s u i t e r r e n i a l t r u i . E i n o l t r e vi s o n o
anche molti che dell’agricoltura fanno una sorgente di guadagno sussidiaria.
P o s s i a m o c a l c o l a r e c he , i n q u e s t a p r o vi n c i a , i l n u m e r o d e i l a vo r a t o r i d e l l a t e r r a , f r a
g i o r n a l i e r i e f i s s i , r a p p r e s e n t i i n t u t t o , s e n o n l a o l t r e p a s s a , l a m e t à d e l l e p e r s o n e c h e si
dedicano all’agricoltura.
P r o v i n c i a d i Mo d e n a . - I d a t i u f f i c i a l i s o n o i s e g u e n t i : a b i t a n t i d a i 9 a n n i i n s u 2 4 4 4 3 5 ; p e r s o n e
che traggono i mezzi di esistenza dedicandosi all’agricoltura 91177; tra i quali: 25247
giornalieri in campagna (26,80%) e 12382 contadini obbligati (13,14%). Cifre alle quali
dovrebbe essere aggiunta quella dei molti piccoli proprietari e piccoli affittuari ai quali resta
tempo di andare a lavorare a giornata i terreni degli altri. Si ha certo, anche per questa
p r o v i n c i a u n a p r o p o r z i o n e , f r a i l n u m e r o d e i l a v o r a t o r i d e l l a t e r r a , s i a a v ve n t i zi c h e o b b l i g a t i ,
e quello totale degli abitanti che si dedicano all’agricoltura, di più del 50%.
D o b b i a m o f a r e u n ’ o s s e r v a z i o n e c h e va r r à , mu t a t i s mu t a n d i s , a n c h e p e r l e a l t r e p r o vi n c e ! N on
l ’ a b b i a m o f a t t a p a r l a n d o d e l l a p r o v i n c i a d i R e g g i o , p e r q u a n t o a n c h ’ e s s a s i t r o vi n e l l e s t e s s e
c o n d i z i o n i g e o g r a f i c h e e d e m o g r a f i c h e , p e r c h é l a d i vi s i o n e p e r c i r c o n d a r i i , s e c o n d o l a q u a l e
s o n o d i s p o s t e l e c i f r e d e l C e n s i m e n t o , n o n vi s i p r e s t a va .
L a p r o p o r z i o n e , a c u i a b b i a m o a c c e n n a t o , fr a g i o r n a l i e r i a d a b i t a n t i c h e s i d e d i c a no
a l l ’ a g r i c o l t u r a , v e r r e b b e a d e s s e r e m a g g i o r e p e r i c i r c o n d a r i d i Mo d e n a e d i Mi r a n d o l a p e r i l
f a t t o c h e n e l l e c i f r e c i t a t e s o n o c o m p r e s e a n c h e q u e l l e d e l c i r c o n d a r i o d i P a vu l l o , n e l q u a l e ,
d a t a l a s u a p o s i z i o n e i n c o l l i n a c h e d e t e r m i n a u n m a g g i o r f r a zi o n a m e n t o d e l l a p r o p r i e t à , è
m a g g i o r e i l n u m e r o d e i p r o p r i e t a r i c h e l a vo r a n o i t e r r e n i p r o p r i .
I n f a t t i n e l c i r c o n d a r i o d i Mi r a n d o l a , c h e è i n p i a n u r a , a b b i a m o , s u 2 1 5 7 8 a b i t a n t i c h e vi vo n o
n o r m a l m e n t e d e l l ’ a g r i c o l t u r a , 2 7 0 8 a g r i c o l t o r i c h e l a vo r a n o o c o n d u c o n o t e r r e n i p r o p r i ( i l
1 2 , 5 4 % ) c o n t r o 8 5 4 2 l a v o r a t o r i g i o r n a l i e r i ( i l 3 9 , 5 3 % ) e 4 7 2 0 l a vo r a t o r i f i s s i ( i l 2 1 , 8 7 % ) .
Q u e s t e d u e u l t i m e c i f r e s o n o g i à a b b a s t a n za a l t e s e n za c h e t e n i a m o c o n t o d i q u e i p i c c o l i
56
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p r o p r i e t a r i e d i q u e i p i c c o l i a f f i t t u a r i c h e d i ve n t a n o p e r c e r t i g i o r n i d e l l ’ a n n o g i o r n a l i e r i .
I n v e c e n e l c i r c o n d a r i o d i P a v u l l o a b b i a m o : a b i t a n t i c h e s i d e d i c a n o a l l ’ ag r i c o l t u r a 2 5 0 2 8 c o n
12158 agricoltori che lavorano o conducono terreni propri (il 48,54%) contro 3563 giornalieri
(il 14,23%) e 1796 lavoratori fissi (il 7,17%). Nel circondario abbiamo poi un numero
g r a n d i s s i m o , s u p e r i o r e a q u e l l o d e g l i a l t r i c i r c on d a r i , d i c o l o n i e d i m ez za d r i . I l n u m e r o d e i
l a v o r a t o r i , s i a a v v e n t i z i c h e f i s s i , è q u i n d i m i n i m o . I n f a t t i l ’ a g i t a zi o n e d e i l a vo r a t o r i d e l l a
t e r r a , p e r q u e s t a e p e r a l t r e p r o v i n c e , s i n o t a s e m p r e n e i p a e s i d i p i a nu r a . G l i s c i o p e r i a g r a r i
c h e s i e b b e r o n e l 1 9 0 1 n e l Mo d e n e s e ( f u r o n o 1 1 ) a v ve n n e r o t u t t i n e l c i r c o n d a r i o d i Mi r a n d o l a ;
t r a n n e 1 c h e a v v e n n e n e l c i r c o n d a r i o d i Mo d e n a . V e d i i n p r o p o s i t o l a S t a t i s t i c a d e g l i s c i o p e r i
a v v e n u t i n e l l ’i n d u s t r i a e n e l l ’a g r i c o l t u r a d u r a n t e l ’a n n o 1 9 0 1 e d i t a p e r c u r a d e l Mi n i s t e r o d i
Agr. ind. E Comm.
Provincia di Bologna.- Si ha: abitanti dai 9 anni in su 419570; persone che si dedicano
n o r m a l m e n t e a l l ’ a g r i c o l t u r a 1 4 1 2 2 4 ; i l a vo r a t o r i g i o r n a l i e r i 4 7 0 2 4 ( 3 3 , 2 9 % ) ; i l a v o r a t o r i f i s s i
8157 (5,77%). Se calcoliamo i piccoli proprietari, i piccoli affittuari, i piccoli coloni che per
molti giorni dell’anno sono lavoratori giornalieri, se calcoliamo che nelle cifre riferite sono
c o m p r e s e q u e l l e c h e r i gu a r d a n o i l c i r c o n d a r i o d i V e r g a t o , i l q u a l e è p os t o i n c o l l i n a , d o ve l a
p r o p r i e t à è f r a z i o n a t i s s i m a e d o v e i l a vo r a t o r i , t r a f i s s i e d a v ve n t i zi , s o n o p o c o n u m e r o s i
( 4 6 1 8 s u 1 6 0 0 1 a b i t a n t i c h e s i d e d i c a n o a l l ’ a g r i c o l t u r a : i l 2 8 , 8 6 % ) , ve n i a m o a l l a c o n c l u s i o n e
che nei circondari della provincia di Bologna ( specialmente in quelli di Bologna e di Imola) i
lavoratori della terra avventizi ed obbligati sono molto fitti.
P r o v i n c i a d i F e r r a r a . - I n q u e s t a p r o vi n c i a n o n e s i s t o n o a f f i t t a n ze c o l l e t t i ve . Tu t t a vi a n e
p a r l i a m o p e r i l f a t t o c h e c i r i s u l t a o r a e s s e r vi d e l l e a s s o c i a zi o n i l e q u a l i s t a n n o t r a t t a n d o p e r
l’assunzione di terreni in affitto. A Portomaggiore una società di lavoratori della terra è
a t t u a l m e n t e i n t r a t t a t i v e c o l c o n t e G u i n e l l i ; a d A r g e n t a q u e l l a C o o p e r a t i va b r a c c i a n t i p e n s a
essa pure a prendere terreni in affitto.
A b i t a n t i d a i 9 i n s u 2 0 9 0 4 1 . a b i t a n t i c h e s i d e d i c a n o a l l ’ a g r i c o l t u r a 8 6 4 7 6 . L a vo r a t o r i d e l l a
t e r r a g i o r n a l i e r i 4 5 5 2 6 : i l 5 2 , 6 4 % . L a vo r a t o r i d e l l a t e r r a f i s s i : 2 3 0 4 5 ( 2 6 , 6 4 % ) . N e l s o l o
C i r c o n d a r i o d i F e r r a r a i l a v o r a t o r i a v ve n t i z i s o n o 3 3 8 6 2 a b i t a n t i c h e s i d e d i c a n o
all’agricoltura: il 57,37%.
P r o v i n c i a d i R a v e n n a . - A b i t a n t i d a i 9 a n n i i n s u 1 9 2 3 8 0 . A b i t a n t i c h e s i d e d i c a no
a l l ’ a g r i c o l t u r a 7 8 2 0 4 . L a v o r a t o r i d e l l a t e r r a g i o r n a l i e r i 2 1 2 5 2 ( 2 7 , 1 7 % ) ; l a vo r a t o r i d e l l a t e r r a
f i s s i 3 5 4 8 ( 4 , 5 3 % ) . E c ’ è p o i u n a g r a n q u a n t i t à d i c o l o n i e d i m e z za d r i c h e d à a n c o r a u n b u o n
contingente di giornalieri.
A q u e s t i d a t i c i i n t e r e s s a a g g i u n g e r e q u e l l i c h e r i g u a r d a n o l e p r o vi n c e d i Ma n t o va e d i R o vi g o
che per certi lati si trovano in condizioni analoghe a quelle dell’Emilia di cui abbiamo parlato.
P r o v i n c i a d i Ma n t o v a . - A b i t a n t i d a i 9 a n n i i n s u 2 4 4 2 7 6 . A b i t a n t i c h e s i d e d i c a n o
a l l ’ a g r i c o l t u r a 9 4 9 1 4 . L a v o r a t o r i d e l l a t e r r a g i o r n a l i e r i 4 5 1 7 4 ( 5 7 , 5 9 % ) . L a vo r a t o r i d e l l a t e r r a
f i s s i 1 4 3 6 5 ( 1 5 , 1 3 % ) . E c o m e n e l l e a l t r e p r ovi n c e , u n n u m e r o r i l e v a n t e d i a f f i t t u a r i e d i
mezzadri e di coloni.
Provincia di Rovigo.- Abitanti dai 9 anni in su 167680. Abitanti che si dedicano all’agricoltura
66824.
Lavoratori giornalieri 35621 e lavoratori fissi 25455: in tutto il 91,39% degli abitanti che si
d e d i c a n o a l l ’ a g r i c o l t u r a 6 6 8 2 4 . L a v o r a t o r i g i o r n a l i e r i 3 5 6 2 1 e l a vo r a t o r i f i s s i 2 5 4 5 5 : i n t u t t o i l
91,39% degli abitanti che si dedicano all’agricoltura!
Tu t t e q u e s t e c i f r e h a n n o , c e r t a m e n t e , u n va l o r e m o l t o r e l a t i vo . R i s u l t e r e b b e , p e r e s e m p i o ,
c h e n e l Ma n t o v a n o e n e l P o l e s i n e ( p r o vi n c i a d i R o vi g o ) i l n u m e r o d e i l a vo r a t o r i è i n
p r o p o r z i o n e d i g r a n l u n g a s u p e r i o r e a q u e l l o d e l R a ve n n a t e . I l l e t t o r e n o n d e ve c r e d e r e c h e
p e r q u e s t o l a d i s o c c u p a z i o n e s i a m a g g i o r e n e l Ma n t o va n o e n e l P o l e s i n e c h e n e l R a ve n n a t e .
P o i c h é , m e n t r e n e l M a n t o v a n o e n e l P o l e s i n e l ’ a g r i c o l t u r a è a t t i vi s s i m a , i n c e r t e p l a g h e d e l
B o l o g n e s e , c o m e n e l F e r r a r e s e , l ’ a g r i c o l t u r a è m e n o a t t i va e q u i n d i l a m a n o d ’ o p e r a t r o va
meno applicazione.
I d a t i r a c c o l t i d a l l ’u f f i c i o d e l l a v o r o s u l me r c a t o d e l l a v o r o a g r i c o l o d a n n o p e r l e p r o vi n c e d i
B o l o g n a , F e r r a r a e R a v e n n a 7 m e s i d e l l ’ a n n o i n c u i vi è e s u b e r a n za d i m a n o d ’ o p e r a .
19
R i p o r t i a m o d a l b o l l e t t i n o d e l l ’ e m i g r a zi o n e – N . 7 - 1 9 0 4 l e c i f r e r i g u a r d a n t i , l ’ e m i g r a zi o n e
a l l ’ e s t e r o p e r l ’ a n n o 1 9 0 2 e p e r l e p r o vi n c e d a n o i p r e s e i n e s a m e .
57
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E M I G R AZ I O N E
Popolazione
calcolata al
PROVINCIE
1.Gennaio
1902
Reggio
277778
Emilia
Modena
319891
Bologna
534375
Ferrara
276546
Ravenna
237311
Permanente
o a tempo
indefinito
%
Periodica o
temporanea
%
TOTALE
%
315
1,133
4036
14,529
4351
15,663
924
388
628
80
2,882
0,725
2,271
0,327
4629
4409
346
1273
14,471
8,251
1,251
5,364
5553
4797
974
1353
17,313
8,976
3.522
5,692
P e r i l 1 9 0 3 e 1 9 0 4 t o g l i a m o i d a t i d a l B o l l e t t i n o U f f i c i a l e d e l Mi n i s t e r o d i A g r i c o l t u r a , I n d u s t r i a
e Commercio.
Anno 1903 – Bollettino – Anno III –Fasc. 9.
E M I G R AZ I O N E
Periodica o %
TOTALE
PROVINCIE Popolazione
Permanente
calcolata al
temporanea
%
o a tempo %
1.Gennaio
indefinito
1903
Reggio
12,116 3754
13,473
278626
378
1,356 3376
Emilia
Modena
Bologna
Ferrara
Ravenna
320963
536213
277797
237790
1273
378
388
123
3,966
0,704
1,396
0,517
4011
3376
447
861
12,496
6,296
1,609
5,364
5304
3754
835
984
16,463
7,001
3,006
4,138
Anno 1904 –Bollettino – Anno IV.-Vol. III – Fasc. 5.
D a q u e s t ’ a n n o l ’ e m i g r a z i o n e n o n v i e n e p i ù d i vi s a i n p e r ma n e n t e e t e mp o r a n e a . “ I n r e a l t à d i c e l a r e l a z i o n e c h e p r e c e d e i d a t i c o d e s t a d i s t i n zi o n e , b a s a t a s u l l ’ i n t e n zi o n e m a n i f e s t a t a
d a l l ’ e m i g r a n t e a l m o m e n t o i n c u i f a c e va r i l a s c i a r e i l p a s s a p o r t o , n o n e r a s e m p r e a t t e n d i b i l e . A
m i s u r a c h e è v e n u t o c r e s c e n d o n e l n o s t r o p a e s e i l m o vi m e n t o d i e s p a n s i o n e d e l l a
p o p o l a z i o n e v e r s o l ’ e s t e r o , e s s o è d i ve n t a t o p i ù i r r e g o l a r e ; e , r e s i s i p i ù f a c i l i e m e n o c o s t o s i i
m e z z i d i t r a s p o r t o , a n c h e i p a e s i p i ù l o n t a n i , c h e u n t e m p o e r a n o s c e l t i c o m e m e t a d e l vi a g g i o
s o l t a n t o d a c o l o r o i q u a l i i n t e n d e v a n o p r e n d e r vi r e s i d e n za p e r m o l t i a n n i o p e r t u t t a l a vi t a ,
s o n o o r a v i s i t a t i d a m a s s e d i l a v o r a t o r i , c h e , d o p o b r e ve p e r m a n e n za , v o l o n t a r i a m e n t e o p e r
f o r z a m a g g i o r e , f a n n o r i t o r n o i n p a t r i a . A l t r i , a l c o n t r a r i o , c h e s i e r a n o r e c a t i a l l ’ e s t e r o s e n za
i n t e n z i o n e d i f e r m a r v i s i l u n g a m e n t e , t r o va t e c o l à b u o n e c o n d i zi o n i d i l a vo r o , p r o l u n g a n o
indefinitamente la loro assenza”
F u d e c i s o c o s ì d i d i v i d e r e l ’ e m i g r a z i o n e s e c o n d o l a d e s t i n a zi o n e : p e i p a e s i t r a n s o c e a n i c i ( a
c u i f a r i s c o n t r o , a l m e n o n e l c a s o p a r t i c o l a r e n o s t r o , l e e mi g r a zi o n e p e r ma n e n t e ) e p e r
l ’E u r o p a e p a e s i d e l b a c i n o d e l Me d i t e r r a n e o ( a c u i f a r i s c o n t r o l a e mi g r a zi o n e t e mp o r a n e a ) .
N e l l a p r o v i n c i a d i R e g g i o E m i l i a l a c i f r a d e l l ’ e m i g r a zi o n e p e r l ’ a n n o 1 9 0 4 và a u m e n t a t a d i 2 3 6
individui che non richiesero il passaporto.
E M I G R AZ I O N E
Permanente
Periodica o %
TOTALE
PROVINCIE Popolazione
calcolata al o a tempo
temporanea
%
%
1.Gennaio
indefinito
1903
Reggio
8,435
280362
512
1,826 2365
2877
10,262
Emilia
Modena
323131
1729
6,351 3579
11,385 5308
16,736
Bologna
539930
741
1,372 5060
9,371
5801
10,744
Ferrara
280327
532
1,897 617
2,201
1149
4,099
Ravenna
238759
125
0,523 1238
5,185
1363
5,709
Dell’anno 1905 non si hanno ancora i dati completi.
N o n a b b i a m o c r e d u t o d i r i p o r t a r e i d a t i , r i f e r e n t i s i a l l a e m i g r a zi o n e a l l ’ e s t e r o p e r l a p r o vi n c i a
d i Ma n t o v a p e r c h é , m e n t r e i d a t i u f f i c i a l i s i r i f e r i s c o n o a t u t t a l a p r o vi n c i a , a n o i , i n q u e s t o
caso speciale, occorrevano i soli dati di una parte di essa, molto distinto del resto, e cioè
dell’Oltrepò.
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L a p r o v i n c i a d i R o v i g o d à a l l ’ e m i g r a zi o n e p e r m a n e n t e a l l ’ e s t e r o u n c o n t i n g e n t e m a g g i o r e d i
q u e l l o c h e d à l ’ E m i l i a . L e c i f r e d e l l ’ e m i g r a zi o n e t e m p o r a n e a s o n o i n ve c e a l q u a n t o i n f e r i o r i .
A c o m m e n t o d e l l e c i f r e r i p o r t a t e d o b b i a m o n o t a r e c h e , s e l e c i f r e r i f e r e n t i s i a l l e p r o vi n c e d i
R e g g i o E m i l i a e Mo d e n a s o n o p i u t t o s t o e l e va t e , c i ò è d o vu t o s o p r a t t u t t o a l l a e m i g r a zi o n e
t e m p o r a n e a . Me n t r e i n q u e s t e p r o vi n c e l a e m i g r a zi o n e p e r m a n e n t e n o n s u p e r a c h e p e r
M o d e n a n e l 1 9 0 4 , i l 5 % , n e g l i A b r u z zi , p e r e s e m p i o d o ve l a e m i g r a zi o n e r a g g i u n s e n e l 1 9 0 4
u n t o t a l e d i 2 1 , 9 1 % , l a e m i g r a z i o n e p e r m a n e n t e a r r i va a 1 7 , 8 4 % .
20
S t a t i s t i c a d e g l i s c i o p e r i a v v e n u t i n e l l ’i n d u s t r i a e n e l l ’a g r i c o l t u r a d u r a n t e l ’a n n o 1 9 0 1- e d i t a
per cura del Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio.
21
L ’ a g i t a z i o n e a g r a r i a d i q u e s t i u l t i m i a n n i va l s e a f a vo r i r e l a d i f f u s i o n e d e l l e m a c c h i ne
agricole più di molti anni di propaganda
V e d i : P r o f . G . R A I N E R I e I n g . . E . . M O R A N D I . - D e i me zzi a t t i a d i f f o n d e r e l ’u s o d e l l e ma c c h i n e
agricole in Italia.
Bollettino quindicinale della Società degli agricoltori italiani -Annata1902 Pag. 261. (I recenti
scioperi agrari in Italia e i loro effetti economici).
22
N o n v à d i m e n t i c a t o c h e , n e l l a v a l l e d e l P o , i l va l o r e d e l l a p r o p r i e t à f o n d i a r i a h a , q u a s i
dovunque negli ultimi tempi, avuto un incremento non trascurabile. Ne fanno fede i redditi
f o n d i a r i – p e r a f f i t t o - c o n s e g u i t i d a m o l t e O p e r e P i e e d A m m i n i s t r a zi o n i p u b b l i c h e . I l f a t t o è
certo dovuto in modo speciale ai progressi tecnici dell’agricoltura.
23
I n f a t t i p e r i l 1 9 0 1 s i h a n n o ( S t a t i s t i c a d e g l i s c i o p e r i a v v e n u t i n e l l ’i n d u s t r i a e n e l l ’a g r i c o l t u r a
d u r a n t e l ’a n n o 1 9 0 1 ) l e s e g u e n t i c i f r e : t o t a l e d e g l i s c i o p e r i a g r a r i a v v e n u t i n e l l ’ E m i l i a 1 0 4 ;
s c i o p e r i r i u s c i t i f a v o r e v o l i i n t u t t o 3 4 ; s c i o p e r i r i u s c i t i f a vo r e vo l i i n p a r t e 3 1 ; c o n t r a r i 3 7 ; d i
due non si riporta l’esito.
P e r i l 1 9 0 2 s i h a i n v e c e ( B o l l e t t i n o U f f i c i a l e d e l Mi n i s t e r o d i A g r i c o l t u r a I n d u s t r i a e
C o m m e r c i o - A n n o I I I , V o l . V . , F a s c . 1 ) : s c i o p e r i a g r a r i n e l l ’ E m i l i a 6 5 ; f a vo r e vo l i i n t u t t o 9 ;
favorevoli in parte 24; contrari 32.
P e r i l 1 9 0 3 s i h a ( i d e m ) : s c i o p e r i a g r a r i n e l l ’ E m i l i a 2 2 ; f a vo r e vo l i i n t u t t o 3 ; f a vo r e v o l i i n p a r t e
10 contrari 8. di uno non si riporta l’esito.
24
V e d i i n p r o p o s i t o l a R e l a z i o n e s u l C o n c o r s o f r a a zi e n d e c h e h a n n o m o d i f i c a t o i l ve c c h i o
p a t t o c o l o n i c o e c c . r e d a t t a d a l P r o f S e r p i e r i p e r l a C o m m i s s i o n e g i u d i c a t r i c e c o m p o s t a d al
r e l a t o r e , d a l S e n a t o r e I n g . G i u l i o V i g o n i e d a l P r o f . V i t t o r i o A l p e . L a r e l a zi o n e è s t a m p a t a p e r
cura del Comitato delle Esposizioni e Concorsi in Desio. In essa si fa cenno della
C o n g r e g a z i o n e d i C a r i t à d i M e d a d i Mi l a n o l a q u a l e h a c o n c e s s o d i r e t t a m e n t e a i c o n t a d i n i i
terreni dell’Opera Pia di Rho, da essa amministrati.
A N o v a d i M i l a n o s i s o n o c o n c l u s i d i v e r s i p i c c o l i a f f i t t i i n d i vi d u a l i .
25
L a S i c i l i a , c h e h a 3 5 2 9 7 9 9 a b i t a n t i , è d i vi s a i n s o l i 3 5 7 C o m u n i f r a i q u a l i c o n t a s i u n g r a n
numero di borgate popolarissime.
26
R e l a z i o n e d e l m o v i m e n t o d e l l a C o o p e r a t i va a g r i c o l a d i Mo n t e S . G i u l i a n o d a l l a s u a
c o s t i t u z i o n e . S u l p e r i o d i c o Mo n t e d i Mo n t e S : G i u l i a n o .
27
A l l ’ e s t e r o , d a q u a n t o a n o i r i s u l t a , n o n s o r s e r o a s s o c i a zi o n i d i q u e s t o g e n e r e s e n o n i n
Inghilterra, nel periodo tra il 1830 e il 1886 le quali poi si sciolsero e non ci consta che
adesso ne esistano altre.
L a p r i m a s o r s e n e l 1 8 3 0 a d A s s i n g t o n p e r i n i zi a t i va d i Mr G u r d o n . S e c o n d a f u l ’ A s s o c i a zi o n e
C o o p e r a t i v a a g r i c o l a d i R a l a h i n e , s o r t a i n I r l a n d a n e l 1 8 3 1 p e r o p e r a d i Mr . C r a i g , . D a l 1 8 3 1
p a s s i a m o a l 1 8 6 0 , t e m p o i n c u i s o r s e n e l C u mb e r l a n d u n a t e r za A s s o c i a zi o n e f o n d a t a d a Mr .
L a ws o n . U l t i m a è u n ’ a s s o c i a z i o n e s o r t a n e l P o r t l a n d n e l 1 8 8 6 p e r i n i zi a t i va d e l d u c a d i
Portland.
A b b i a m o t o l t o q u e s t e n o t i z i e d a l l a v o r o L e S o c i e t à C o o p e r a t i v e d i p r o d u zi o n e d e l P r o f . U g o
Rabbeno.
28
G A E TA N O D E L L A V A L L E – L a C o l o n i a a g r i c o l a d i O s t i a
29
U n e s p e r i m e n t o d i a f f i t t a n z a c o l l e t t i va s i è a v u t o a Mo l i n e l l a n e l B o l o g n e s e n e l 1 8 9 3 . i l
t e r r e n o a f f i d a t o e r a c o l t i v a t o a r i s a i a . Ma , a q u a n t o c i s i d ic e , l ’ e s p e r im e n t o , i n c a u s a d i u n
g r a v e i n f o r t u n i o c h e r o v i n ò i l p r o d o t t o n o n f u n zi o n ò .
30
S o c i e t à C o o p e r a t i v a a g r i c o l a d i C a l v e n za n o - R e l a zi o n i e b i l a n c i o s u l l ’e s e r c i zi o 1 9 0 1 - P e r i l
1 5 °a n n o d a l l a f o n d a zi o n e
31
L a C o o p e r a t i v a a g r i c o l a d i C a l v e n za n o o l t r e a d a ve r e d e i t e r r e n i i n a f f i t t o , h a a n c h e u n
p o d e r e d i s u a p r o p r i e t à e d è p r e c i s a m e n t e d i q u e s t o c h e p a r l a l a r e l a zi o n e .
32
S o c i e t à p r o b i c o n t a d i n i d i C a s t e l C e r r e t o e B a t t a g l i e d i Tr e vi g l i o . .
33
V A C C A R O R U S S O – l a c o o p e r a zi o n e n e l l ’a g r i c o l t u r a S i c i l i a n a .
34
Facciamo un esempio.
S i a b b i a d a e s e g u i r e l a f a l c i a t u r a d i m a g g i o d i 9 0 e t t a r i d i p r a t o . C o n vi e n e d i p i ù l a f a l c i a t u r a
a mano o la falciatura a macchina?
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Ci serviamo, nella discussione del quesito, di dati esposti dal Prof. NICCOLI nel suo
P r o n t u a r i o d e l l ’A g r i c o l t o r e e d e l l ’I n g e g n e r e r u r a l e – e d i zi o n e 3 . a – p a g . 2 7 6 , 2 8 2 e 3 1 8 .
Calcoliamo la spesa della falciatura a mano. Siano 3 giornate per ettaro a L. 2, 50 l’una.
Sono in tutto 270 giornate, il valore delle quali ammonta a L. 675.
C o n u n a f a l c i a t r i c e a d u e a n i m a l i , i l l a vo r o , i n r a g i o n e d i e t t a r i 2 1 , 2 a l g i o r n o , s i c o m p i r e b b e
i n v e c e i n 3 6 g i o r n a t e e l a s p e s a t o t a l e s a r e b b e l a s e g u e n t e : P r e z zo d ’ u s o d e l l a f a l c i a t r i c e
( 2 0 % d e l v a l o r e d e l l a m a c c h i n a c a l c o l a t o d i L . 33 0 ) L . 6 6 , 0 0 ; S p e s a p e r 2 o p e r a i ( g i o r n a t e 7 2
a L . 2 , 5 0 ) L . 1 8 0 , 0 0 ; O l i o , p i c c o l e r i p a r a zi o n i , e c c . ( m e z za l i r a a l g i o r n o ) L . 1 8 , 0 0 ; P r e z zo d e l
lavoro bovino (in ragione di L. 5 per paio di buoi al giorno e per giornate36,con ricambio) L.
1 8 0 , 0 0 T O TA L E : L . 4 4 4 , 0 0 S i h a q u i n d i c o l l a f a l c i a t u r a a m a c c h i n a , u n r i s p a r m i o d i L . 6 7 5 –
444 = L. 231 Ma i soci sono occupati 198 giornate di meno (270 -72). Se queste giornate non
p o s s o n o e s s e r e i m p i e ga t e a l t r o v e , i s o c i s i tr o va n o i n p e r d i t a : s a r e b b e c o m e s e l e 1 98
giornate, in cui essi restano disoccupati, fossero loro pagate complessivamente L. 231 pari a
L . 1 , 1 7 l ’ u n a a n z i c h é L . 2 , 5 0 ( o l t r e , s ’ i n t e n d e , l a f a t i c a r i s p a r m i a t a ) . Me s e e s s i p o s s o n o
i m p i e g a r e q u e l t e m p o , r i m a s t o l i b e r o d a i l a vo r i d i f a l c i a t u r a , a n c h e a r i m u n e r a zi o n e b a s s a ,
p u r c h è t a l e c h e , a u m e n t a t a d e l r i s p a r m i o a vu t o s i c o l l a i n t r o d u zi o n e d e l l a m a c c h i n a , d i a u n
s a l a r i o g i o r n a l i e r o s u p e r i o r e a L . 2 , 5 0 i l v a n t a g g i o è e vi d e n t e . N o n è d i f f i c i l e c h e ,
a c c o n t e n t a n d o s i d i b a s s e r i m u n e r a z i o n i , i l a v o r a t o r i t r o vi n o , n e l l ’ a zi e n d a s t e s s a , m o d o d i
i m p i e g a r e i l t e m p o l i b e r o . C e r t o i l c o n t a d i n o s i a c q u i e t e r à a l l a i n t r o d u zi o n e d e l l a m a c c h i n a
q u a n d o i l s a l a r i o c h e eg l i p u ò c o n s e g u i r e a l t r i m e n t i s i a i n p l e n o d i L. 2 , 5 0 e i l r i s p a r m i o
o t t e n u t o c o l l a i n t r o d u z i o n e d e l l a m a c c h i n a va d a a i n t e r o va n t a g g i o d e l l ’ a zi e n d a s o c i a l e .
35
A p r o p o s i t o d i c i ò t o r n a o p p o r t u n o i l g i u d i zi o d i u n va l e n t e a g r o n o m o q u a l è i l P R O F .
B R I G A N TI , i l q u a l e p a r l a n d o d e l l e C o o p e r a t i v a d i l a v o r o d i o R i vo l t a d ’ A d d a , s c r i ve va : “ I o
r i t e n g o c h e n o n s i p o t r à m a i r a g g i u n g e r e u n e f f e t t i vo m i g l i o r a m e n t o e c o n o m i c o d e i c o l t i v a t o r i ,
s e n o n p e n s i a m o a m i g l i o r a r e r a p i d a m e n t e l e c o n d i zi o n i a g r i c o l e d e l p o d e r e . E q u e s t o
p r o g r e s s o a g r a r i o n o n s a r à r e a l i z z a b i l e f i n o a c h e l ’ a t t i vi t à d e i s o c i s i m a n t e r r à d i s o r d i n a t a ,
s l e g a t a , s e n z a u n v e r o e p r o p r i o i n d i r i z zo t e c n i c o . ” . “ L o s c o p o d e l l a S o c i e t à n o n d e ve l i m i t a r s i
a t r a s f o r m a r e i l b r a c c i a n t e i n u n p i c c o l i s s i m o f it t a b i l e i s o l a t o , s e n za m e z zi , n o n s o r r e t t o d a
alcuno e legato a quelle pratiche empiriche che ha seguite finora e che sono in perfetto
c o n t r a s t o c o l p r o g r e s s o r e a l i z z a t o n e i p o d e r i vi c i n i : n e l c a s o o p p o s t o i l c o n c e t t o c o o p e r a t i vo
s a r e b b e i n g r a n p a r t e f r u s t r a t o , e l e c o n d i zi o n i d e l c o l o n o , n e l l a m i g l i o r e d e l l e i p o t e s i ,
resterebbero sempre le medesime.”. “Nello stato attuale delle cose, i singoli coloni si trovano
n e l l a i m p o s s i b i l i t à d i in t r o d u r r e n e i l o r o p o d e r i m a c c h i n e a g r i c o l e p r e zi o s i s s i m e ( a r a t r i ,
s e m i n a t r i c i , z a p p e c a v a l l o , s v e c c i a t o i , e c c . ) ; d i g a r a n t i r s i d e l l a b o n t à e d e l p r e z zo m i n i m o d e i
c o n c i m i e d e l l e s e m e n t i ; e d ’ a l t r a p a r t e s o n o o b b l i g a t i a ve n d e r e i p r o d o t t i u r g e n t e m e n t e e
q u a s i s e m p r e a p r e z z o p i ù b a s s o d i q u e l l o d i m e r c a t o , p e r c h é i l b i so g n o b a t t e a l l a l o r o
p o r t a . ” . “ R i u n e n d o v e r a m e n t e i n u n s o l f a s c i o t a n t e f o r ze d i s p e r s e , s a r e b b e p o s s i b i l e
trasformare in breve tempo un’agricoltura che è ancora misera e stentata. Sarebbe reso
p o s s i b i l e l ’ a c q u i s t o d i b u o n i a r a t r i , d e l b e s t i a m e d a l a vo r o , d e i c o n c i m i e d e l l e s e m e n t i a
p r e z z i p i ù c o n v e n i e n t i e c o n l e n e c e s s a r i e ga r a n zi e ; d i u n a s e m i n a t r i c e c h e r i u s c i r e b b e
vantaggiosissima in questo caso particolare – non fosse altro che per il considerevole
r i s p a r m i o c h e p e r m e t t e d i r e a l i z z a r e n e l l e s p e s e d i c o l t i va zi o n e d e l m a n i c o t t o – e d i t a n t i a l t r i
mezzi colturali. Poche lire per ciascun socio sono sufficienti per dotare il podere delle
macchine indispensabili per ora, le quali per giunta, potrebbero pagarsi ratealmente con i
g u a d a g n i c h e e s s e s t e s s e f a r e b b e r o r e a l i z z a r e . ” . “ S a r e b b e a l t r e s ì p o s s i b i l e l a ve n d i t a
c o l l e t t i v a d e i p r o d o t t i a g r i c o l i , r i c h i e d e n d o a l l a l o c a l e B a n c a P o p o l a r e u n s e r vi zi o d i c r e d i t o . ” .
“ S o l o c o n l a c o n d u z i o n e s o c i a l e d e l p o d e r e p ot r à e s t e n d e r s i l a c o l t i va zi o n e d e i p r a t i c o m e
sussidio all’allevamento del bestiame, indispensabile all’agricoltura moderna. Il miglioramento
s a r à g r a d u a l e , m a i n c e s s a n t e , c o n t i n u o , p r o g r e s s i vo . Tu t t o s t a a r i u n i r e c o n c o r d e m e n t e l e
f o r z e a d e s s o a n c o r a t r o p p o i s o l a t e e a d a r e s o ff i o d i n o ve l l a vi t a n e l l ’ i n d i r i z zo t e c n i c o d e l l a
s o c i e t à ” . A l c u n e a f f i t t a n z e c o l l e t t i v e a c o n d u zi o n e d i vi s a s i s o n o g i à m e s s e s u q u e s t a vi a ,
c o m e a d e s . l a C o o p e r a t i v a a g r i c o l a d i C a l ve n z a n o . A p r o p o s i t o d e l l ’ u n i o n e p e r l ’ a c q u i s t o e
l ’ u s o d e l l e m a c c h i n e n u l l a i m p e d i s c e c h e i c o l o n i d e l l e a f f i t t a n ze c o l l e t t i ve a c o n d u zi o n e
divisa facciano come hanno fatto molto lodevolmente i piccoli proprietari e i piccoli affittuali
d i F e l i n a , i n p r o v i n c i a d i R e g g i o E m i l i a , i q u a l i s i s o n o u n i t i e h a n no a c q u i s t a t o i n s i e m e
m a c c h i n e a g r a r i e p e r u s a r l e i n c o m u n e p e r t u r no e a n o l o . – V e d i i n p ro p o s i t o i l G i o r n a l e d i
Agricoltura della Domenica – Piacenza, 1905 – N. 6.
36
B o l l e t t i n o q u i n d i c i n a l e d e l l a S o c i e t à d e g l i a g r i c o l t o r i i t a l i a n i – 1 9 0 4 – N . 1 4 – “ i l m o vi m e n t o
c o o p e r a t i v o a g r i c o l o i n p r o v i n c i a d i Tr a p a n i ” .
37
C o l à i n f a t t i è m o l t o d i f f u s a l a r o t a z i o n e b i e n n a l e : c i va i e - g r a n o .
38
R e l a z i o n e a l G r u p p o d e i d e p u t a t i a m i c i d e l l a c o o p e r a zi o n e p u b b l i c a t o n e l g i o r n a l e L a
C o o p e r a z i o n e i t a l i a n a d e l 1 5 a p r i l e 1 9 0 5 – C o n c e s s i o n e i n a f f i t t a n ze d e i t e r r e n i d e l l o S t a t o ,
d e l l e P r o v i n c i e , d e i C o m u n i e d e l l e O p e r e P i e a l l e C o o p e r a t i ve d i l a vo r a t o r i r u r a l i .
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D i q u e s t a r e l a z i o n e r i p o r t i a m o l e c o n c l u s i o n i c h e f u r o n o a n c h e d i s c u s s e e a p p r o va t e d a l
Congresso fra le Cooperative agricole tenuto a Reggio Emilia l’8 ottobre 1905:
L e l e g g i v i g e n t i e d i s c i p l i n a n t i l a m a t e r i a d e i b e n i r u s t i c i d e l l o S t a t o , d e l l e P r o vi n c i e , d e i
C o m u n i , d e l l e O p e r e P i e d o v r e b b e r o , c o n n u o va l e g g e , p e r m e t t e r e :
a ) d i p r e f e r i r e , a p a r i t à d i o g n i a l t r a c o n d i zi o n e , n e l l e a f f i t t a n ze d e i b e n i r u s t i c i , l e
C o o p e r a t i v e d i c o l t i v a t o r i a i n o n c o l t i va t o r i o a i c a p i t a l i s t i i m p r e n d i t o r i ;
b ) d i t r a t t a r e d i r e t t a m e n t e c o n d e t t e C o o p e r a t i ve l o c a l i q u a n d o e s s e d i a n o l e p i ù a m p i e
g a r a n z i e d i b u o n a c o l t i v a z i o n e d e i t e r r e n i e d i s o l vi b i l i t à , e d i d a r e a d e s s e l a p r e l a zi o n e
i n m o d o a s s o l u t o n e l l a r i n n o v a z i o n e d e g l i e ve n t u a l i c o n t r a t t i i n c o r s o c o n l e C o o p e r a t i ve
stesse;
c ) d i i n d i r e a s t e o g a r e es c l u s i v a m e n t e t r a c o o p e r a t i ve d i l a vo r a t o r i d i l u o g h i c o n t e r m i n i
q u a n d o l e d e t t e g a r e f o s s e r o s u g g e r i t e d a l l ’ i n t e r e s s e d e l l ’ A m m i n i s t r a zi o n e l o c a t r i c e e
a f f i d a n d o i t e r r e n i d a l l ’ i n t e r e s s e d e l l a A m m i n i s t r a zi o n e l o c a t r i c e e a f f i d a n d o i t e r r e n i a n o n
coltivatori o a capitalisti solo nel caso che l’asta andasse deserta;
d ) d i s t i p u l a r e c o n t r a t t i d i l o c a z i o n e d i n a t u r a e d i d u r a t a va r i a i n a r m o n i a a l l e va r i e
c o n d i z i o n i d e i l u o g h i , d e i b e n i l o c a t i , d e l l e c o l t i v a zi o n i a l d u p l i c e i n t e n t o d i r a g g i u n g e r e i l
m a g g i o r p o s s i b i l e r e d d i t o d a l l a t e r r a e d i a f f e zi o n a r e a d e s s a i c o l t i va t o r i ( c o n t r a t t i a
m i g l i o r i a ; e n f i t e u s i p o s s i b i l m e n t e n o n r e d i m i b i l i ; a f f i t t a n ze c o n a n t i c i p a zi o n e o s o v ve n zi o n i
o p r e s t i t i p e r m i g l i o r i e f o n d i a r i e ; a f f i t t a n ze c o n s o c c i d a ; a f f i t t a n za d a 2 9 a 9 9 a n n i , e c c . ) ;
e ) d i i n c l u d e r e n e l c o n t r a t t o d e l f i t t o l a r e s c i s s i o n e a r i c h i e s t a d e l l a C o o p e r a t i va c o n d u t t r i c e
o g n i t a n t i a n n i e c o n u n c o n g r u o p r e a v vi s o ;
f ) d i f a r c o s t i t u i r e l a c a u z i o n e , p e r i l c a n o n e d i f i t t o e p e r l e e ve n t u a l i s c o r t e i n d i ve r s i a n n i e
c o n u n s o p r a p p i ù d e l c a n o n e s t e s s o , e d i pa g a r e u n c o n g r u o i n t e r e s s e a l d e p o s i t o
cauzionale;
g ) l a c a u z i o n e r i c h i e s t a d a u n a C o o p e r a t i va n o n d e ve m a i e s s e r e s u p e r i o r e a q u e l l a c h e
l o c a l m e n t e è c o n s u e t u d i n e d i c h i e d e r e a i m i g l i o r i c o n d u t t o r i . D a l d e p o s i t o c a u zi o n a l e e
d e l l a s u a i n t e g r i t à r i s p o n d e l ’ A m m i n i s t r a zi o n e l o c a t r i c e ;
h) L’Amministrazione locatrice può concedere gratuitamente o dietro semplice rimborso delle
s p e s e s o s t e n u t e , l ’ a s s i s t e n z a t e c n i c a o q u e l l a c o n t a b i l e a m m i n i s t r a t i va a l l e c o o p e r a t i ve
conduttrici dei propri beni rustici.
S i f a n n o v o t i p o i c h e l a s t e s s a n u o v a l e g g e a us p i c a t a a b b i a : 1 . ° a c o nt e m p l a r e a g e vo l a zi o n i
f i s c a l i p e r l a s t i p u l a z i o n e d e i c o n t r a t t i d i l o c a zi o n e a c o o p e r a t i ve d i l a vo r a t o r i ; 2 . ° a f a c i l i t a r e
i l s o r g e r e e i l f u n z i o n a r e d i u n o o p i ù i s t i t u t i d i c r e d i t o d e s t i n a t i a s o v ve n i r e ( f i n a n zi a r i a m e n t e
o c o n m e r c i d i u s o a g r a r i o e u m a n o o c o n m a c c h i n e e a t t r e z zi , e c c . ) l e C o o p e r a t i ve a s s u n t r i c i
d e i b e n i r u s t i c i a l l e q u a l i v e r r e b b e i m p o s t a u n a d i r e zi o n e t e c n i c a e d a m m i n i s t r a t i va d i f i d u c i a
d e l l ’ I s t i t u t o ; 3 . ° a f a c i l i t a r e l a c o s t i t u zi o n e e d i l f u n zi o n a m e n t o d i c o o p e r a t i ve d ’ a c q u i s t o , d i
v e n d i t a , d i m a n i p o l a z i o n e d i p r o d o t t i , d i c r e d i t o n e l s e n o d e l l e c o o p e r a t i ve c o n d u t t r i c i o f r a l e
s t e s s e C o o p e r a t i v e . A c o m p l e m e n t o d i q u e s t e n o t i zi e è b e n e a g g i u n g e r e c h e t o s t o l ’ O n .
Pantano, Ministro di agricoltura Industria e Commercio ebbe presentato il disegno di legge
p e r l a c r e a z i o n e d i u n I s t i t u t o d i c o l o n i z za zi o n e i n t e r n a , l a C a m e r a d e l l a vo r o d i R e g g i o E m i l i a
telegrafò al Ministero constatando, e di ciò compiacendosi, che nel disegno fossero contenute
disposizioni che corrispondevano ai voti del Congresso di Reggio.
39
C o n g r e s s o n a z i o n a l e d e l l e C o o p e r a t i ve a g r i c o l e – 8 o t t o b r e 1 9 0 5 – R e s o c o n t o s t a m p a t o p er
cura della Camera del Lavoro di Reggio Emilia.
40
V e d i S o c i e t à C o o p e r a t i v a A g r i c o l a d i C a l v e n za n o : R e l a zi o n e e B i l a n c i o s u l l ’E s e r c i zi o 1 9 0 4 .
41
R a p p o r t o d e l C o n g r e s s o n a z i o n a l e d e l l e C o o p e r a t i ve a g r i c o l e d i R e g g i o E m i l i a d e l l ’ 8
o t t o b r e 1 9 0 5 f a t t o d a l S e g r e t a r i o d i q u e l l a C a m e r a d e l L a vo r o .
42
P e r i o d i c o l ’U m a n i t a r i a : N °. d e l g e n n a i o 1 9 0 6 .
43
R e s o c o n t o d e l C o n g r e s s o p u b b l i c a t o p e r c u r a d e l l a C a m e r a d e l L a vo r o d i R e g g i o E m i l i a .
44
N e l l a r i u n i o n e , i n d e t t a d a l l a F e d e r a zi o n e I t a l i a n a d e i C o n s o r zi a g r a r i p e r u n ’ i n t e s a i n t o r n o
a l l a f o n d a z i o n e d i u n I s t i t u t o d i c r e d i t o a g r a r i o , r i u n i o n e c h e e b b e l u o g o a P i a c e n za i l 3 0
o t t o b r e 1 9 0 5 , l ’ o n . L u z z a t t i , c h e d e l p r o g e t t a t o I s t i t u t o s p i e g ò i m e zzi e d i f i n i , a c c e n n ò a n c h e
a l l e C o o p e r a t i v e a g r i c o l e o p e r a i e e a l l ’ e s p e r i m e n t o d e l l e a f f i t t a n ze c o l l e t t i ve , i n f a vo r e d e l l e
quali dovrebbe intervenire il futuro istituto.
N e l c o n g r e s s o d i R e g g i o E m i l i a d e l l ’ 8 o t t o b r e 1 9 0 5 l ’ o n . Ma f f i , S e g r e t a r i o g e n e r a l e d e l l a L e g a
N a z i o n a l e d e l l e C o o p e r a t i v e , p r e s e n t ò u n s u o d i s e g n o d i l e g g e p e r u n a B a n c a C o o p e r a t i va d i
S t a t o . L a B a n c a d o v r e b b e a v e r e u n c a p i t a l e i n i zi a l e d i 3 m i l i o n i , r a c c o l t i c o l c o n c o r s o d e l l o
Stato, della Società Umanitaria, della Banca d’Italia, delle casse di Risparmio. Suo ufficio
d o v r e b b e e s s e r e , f r a l ’ a l t r o , q u e l l o d i s o m m i n i s t r a r e i m e z zi f i n a n zi a r i p e r p r e n d e r e i n a f f i t t o o
i n e n f i t e u s i o p e r c o n d ur r e a c o l o n i a p a r zi a r i a t e r r e n i d a e s s e r e c o l t i va t i i n c o o p e r a zi o n e ; d i
c o n c e d e r e i l c r e d i t o p e r l ’ e s e r c i z i o d e l l ’ i n d u s t r i a a g r i c o l a a b e n e f i c i o d i C o o p e r a t i ve d i
produzione agraria costituite da lavoranti e da piccolissimi proprietari. Il disegno di legge,
p r e s e n t a t o d a l l ’ o n . P a n t a n o a l l a C a m e r a d e i D e p u t a t i n e l l a s e d u t a d e l l ’ 8 m a r zo 1 9 0 6 , c h e
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m i r a a l l a c o s t i t u z i o n e d i u n f o n d o n a zi o n a l e p e r l a c o l o n i z za zi o n e i n t e r n a , a m m i n i s t r a t o d a u n
i s t i t u t o p o s t o s o t t o l a v i g i l a n z a d e l Mi n i s t e r o d i a g r i c o l t u r a , i n d u s t r i a e c o m m e r c i o , c o n t i e n e
d i s p o s i z i o n i c o l l e q u a l i s i p r o v v e d e a l c r e d i t o i n f a vo r e d e l l e c o o p e r a t i ve d i l a vo r a t o r i .
L ’ I s t i t u t o d o v r e b b e f a r e l e s e g u e n t i o p e r a zi o n i : a ) A n t i c i p a zi o n e p e r p a g a m e n t o d e i c a n o n i d i
enfiteusi e di affitto per un periodo da determinarsi dal regolamento, ma in ogni caso non
i n f e r i o r e a i 5 a n n i e d a m m o r t i z z a b i l e i n u n p e r i o d o n o n s u p e r i o r e a i d i e c i a n n i s u c c e s s i vi ; b )
P r e s t i t i a m m o r t i z z a b i l i p e r c o s t r u z i o n i e t r a s f o r m a zi o n i a g r i c o l e ; c ) A n t i c i p a zi o n i e p r e s t i t i p e r
spese di assicurazione, per acquisto di materie prime, di bestiame e di strumenti. Le
o p e r a z i o n i d e l l ’ i s t i t u t o v e n g o n o g a r a n t i t e c o i p r i vi l e g i s p e c i a l i s t a b i l i t i d a l l e l e g g i 2 3 g e n n a i o
1 8 8 7 , n . 4 2 7 6 , s e r i e I I I ; 7 l u g l i o 1 9 0 1 , n . 3 3 4 ; e 3 1 m a r zo 1 9 0 3 , n . 2 5 4 .
45
C o n t r a t t o c o l q u a l e l a C o o p e r a t i v a a s s u n s e i n a f f i t t o u n q u a r t o p o d e r e , L a B a t t i s t o n a di
proprietà De Medici.
46
Q u e s t a e s i g e n z a d e l l ’ A m m i n i s t r a z i o n e d e l L u o g o P i o h a r a p p o r t o c o n l a d i s p o s i zi o n e d e l l ’ a r t
6, già citato a pag 9, dello Statuto della Società Probi Contadini di Castel Cerreto e Battaglie.
47
I l s o c i o r i l a s c i a a l b a nc o d i S i c i l i a u n o o p i ù e f f e t t i c a m b i a r i , s u i q u a l i vi e n e i n d i c a t o , a
g u i s a d i c a u s a l e , l a d e s t i n a z i o n e d e i p r e s t i t i , a f f i n c h é s o r g a a f a vo r e d e l l ’ I s t i t u t o i l p r i v i l e g i o
l e g a l e s u i f r u t t i d e l l e t e r r e , a b e n e f i c i o d e l l e q u a l i l ’ o p e r a zi o n e vi e n e f a t t a e s u l l e s c o r t e . I l
B a n c o n o n d à v a l o r e a l p r i v i l e g i o l e g a l e s e n o n a c o n d i zi o n e c h e l a S o c i e t à , n e l l ’ i n t e r e s s e d i
o g n i s o c i o c h e c h i e d e i l p r e s t i t o , p r e s e n t i : a ) l e q u i e t a n ze d i a f f i t t o a s a l d o ; b ) i c o n t r a t t i d i
a f f i t t o ; c ) l ’ e s t r a t t o d e l l a d e l i b e r a z i o n e d e i s o r t e g g i p e r l ’ a s s e g n a zi o n e d e i l o t t i a i s o c i ; d )
l ’ e s t r a t t o d e l l a d e l i b e r a z i o n e c o l l a q u a l e i l C o n s i g l i o d i A m m i n i s t r a zi o n e a u t o r i z za i l s o c i o a
c o n t r a r r e p r e s t i t o ; e ) u n a p r o c u r a g e n e r a l e d e l s o c i o l a q u a l e a u t o r i z zi u n a m m i n i s t r a t o r e a d
e s e g u i r e t u t t e l e o p e r a z i o n i n e c e s s a r i e p e r i l c o n s e g u i m e n t o d e l p re s t i t o e a r i c e ve r e i l
d e n a r o . C o n q u e s t e f o r m a l i t à i s o c i d e l l a C o o p e r a t i v a a g r i c o l a d i Mo n t e S a n G i u l i a n o d i
Tr a p a n i e b b e r o d a l B a n c o d i S i c i l i a n e l 1 9 0 4 c i r c a L . 4 0 . 0 0 0 e n e l 1 9 0 5 c i r c a L . 9 0 . 0 0 0 . L a
n u o v a l e g g e s u l C r e d i t o a g r a r i o p e r l e p r o v i n c e s i c i l i a n e , r e c e n t e m e n t e a p p r o va t a d a l
Parlamento, porterà modificazioni alle formalità suindicate.
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