le quattro stagioni

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le quattro stagioni
LE QUATTRO STAGIONI
una Produzione Spellbound dance Company con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività culturali
Debutto: 6 marzo 2010 , Pisa - Teatro Verdi
coreografia e set concept Mauro Astolfi
musiche originali Luca Salvadori
musiche Antonio Vivaldi
disegno luci Marco Policastro
elaborazioni video Enzo Aronica
scene Esse a Sistemi
interpreti Maria Cossu, Marianna Omrbosi, Sofia Barbiero, Alessandra Chirulli, Giacomo Todeschi,
Marioenrico D’Angelo, Michelangelo Puglisi, Giuliana Mele, Gaia Mattioli.
Video
http://www.youtube.com/watch?v=vIa1U6-H31Y Durata 60’
LE MIE QUATTRO STAGIONI
Dietro l’apparente quadro iconografico rappresentato dal susseguirsi delle”stagioni” con
tutta la simbologia annessa,i suoi simboli atmosferici …si percepisce un significato molto
profondo,meno visibile,ma che arriva a toccare piani molto vasti e meno soggettivi. Le
“mie “ Quattro Stagioni abitano fuori e dentro una piccolo spazio,che si innalza,trascina e
soffoca a momenti..ma che ripara, unisce,protegge…sembra una casetta,ma è una nave,un
albero…un posto misterioso da cui osservare le stagioni che mutano,un posto da dove
partecipare in prima persona al ciclo della natura che si rinnova…e l’autunno ,non solo
foglie che cadono,la primavera, non solo fiori che spuntano…ma una natura dentro di noi,un
rituale magico primordiale…un evento che si immagina,poi si cerca di imitare,poi si cerca
di impossessarsi del spirito stesso dell’evento. Gli eventi si evocano per diventarne parte
integrante,partecipando al dramma della natura che muore..ma vedere un po’ più in là il
seme della futura rinascita. Spellbound Dance Company vive questa avventura sprofondata
nella terra e sul ramo più alto degli alberi…quando è sera si torna a casa.
Mauro Astolfi
ALTRE MUSICHE PER LE STAGIONI
L’alternarsi delle stagioni è come un cerchio che si chiude e ricomincia, una spirale continua,
senza interruzioni, sempre diversa e sempre uguale; la musica sarebbe una materia ideale
per raccontare questo ciclo di perenni ripetizioni variate ma è inadeguata a renderne la
concretezza, quella solida realtà che regola la vita sulla terra.
Per questo ho deciso di usare frammenti musicali eterogenei che di volta in volta accendessero
un piccolo riflettore su un dettaglio significativo: i suoni della natura, le voci degli uccelli,
un ritmo di danza, una melodia modale dal sapore arcaico, sonorità elettroniche astratte,
il suono di uno strumento insolito come la glassharmonica o il flauto basso, ad esempio.
Come dire, un caleidoscopio di situazioni che si riunissero, di volta in volta, sotto l’etichetta
di una “stagione” per offrire una chiave di lettura parziale, evocativa più che esplicativa:
suggestioni in luogo di spiegazioni.
Il confronto con il capolavoro di Vivaldi ho cercato di virarlo in positivo (la sfida sarebbe
stata persa in partenza, ovviamente) provando a considerarlo una risorsa dialettica:
complementarietà nelle differenze, ricchezza raggiunta dall’avere più punti di osservazione
per mettere a fuoco un oggetto sfuggente. Di conseguenza vi ho accostato materiali e stili
eterogenei, come immaginando la complessità di un paesaggio sonoro che nelle mutazioni
cerca una delle ragioni di esistere.
Queste musiche sono state pensate per la danza, per le coreografie di Mauro Astolfi, e
quindi sono nate col desiderio di volersi completare altrove, fuori dalla dimensione del puro
suono, e consapevoli che, una volta entrate nel cerchio magico dei corpi in movimento,
avrebbero ricevuto in cambio qualcosa.
Forse la misteriosa spirale di intersezioni e reciproche influenze tra musica e danza è un altro
modo per rappresentare la mutevolezza inafferabile delle stagioni.
Luca Salvadori
IL CORPO È LA CASA
la Pelle le pareti del nostro Mondo. Le Stagioni trasudano i loro umori, Stati Interiori che
evaporano attraverso i pori di quelle mura e si fanno Luce, Movimento, Mutazione.
È l’inclinazione dell’asse di rotazione che determina il cambiamento del nostro Corpo,
della nostra Casa, e così muta l’angolo dei raggi che ne raggiungono la superficie: e, nella
Trasformazione, quei raggi si fanno Luce e raccontano l’Acqua, la Terra, il Fuoco, l’Aria.
Enzo Aronica
Da Vivaldi ad Astolfi Le Quattro Stagioni: un capolavoro in anteprima assoluta al Verdi
di Pisa (da teatrionline)
“…Le Quattro Stagioni è finora il fulcro della stagione di Danza del teatro Verdi: è il punto
d’arrivo di tanti spettacoli che l’hanno preceduto e ne hanno preparato con la loro bellezza
il terreno, anzi hanno affinato il gusto artistico del pubblico per portarlo a quest’acme di
piacere. Altri spettacoli altrettanto belli seguiranno ma questo capolavoro di Astolfi segnerà
la stagione, vuoi perché ha scelto come banco di prova il Verdi di Pisa per presentare al
mondo Le Quattro Stagioni, vuoi perché è proprio meritato il successo riscosso presso il
numeroso pubblico in sala.”
“La Spellbound canta la nostalgia” La Nuova Venezia 18 aprile 2011 di Roberto Lamantea
“…La scrittura delle Quattro stagioni è insieme astratta, lirica, atletica, i bravissimi ballerini
della Spellbound disegnano linee e geometrie perfette, ariose o delicate, morbide o
vorticose. Le quattro stagioni è anche un’elegante scrittura sul tempo, rallenta nell’oscurità,
diviene un vortice nella tempesta.
Ma ha un timbro, Le quattro stagioni, che forse ne rivela la filigrana segreta: è un canto
della nostalgia. In una scena, bellissima,sul muro della casa viene proiettata la figura di una
donna e quell’ologramma dialoga con un ballerino, svanisce,torna, è vicina e irraggiungibile
perché è, forse, solo un ricordo o un rimpianto. Questo fluire del tempo dà al lavoro, una
tonalità struggente. Come in Les jardins des souvenirs di Malou Airaudo, Blind Moment di
Harri Kuorelahti, Maggio della milanese Corte Sconta, certi lavori di Susanne Linke, molti di
Pina Bausch. Stilisticamente il teatrodanza di scuola tedesca qui è lontano, ma forse c’è una
sensibilità comune, tutta europea, che arriva fino alle Quattro stagioni della Spellbound.
Forse uno dei lavori migliori di Astolfi.”
“Le Quattro stagioni il mistero della natura “ L’Arena 18 aprile 2011 di Alessandra Galetto
“…Protagonista assoluta resta la musica, quella di Vivaldi, ma anche quella originale di
Luca Salvatori: le note del grande compositore veneziano rivivono, infatti,intrecciandosi con
le incursioni contemporanee di Salvatori, in una sovrapposizionedi linguaggi e stili differenti
che fa da contrappunto alla danza dei nove ballerini in scena (Sofia Barbero, Giuliana
Mele, Alessandra Chirulli, Maria Cossu, Marioenrico D’Angelo, Michelangelo Puglisi, Giacomo
Todeschi, Marianna Ombrosi, Gaia Mattioli), capaci di muoversi come un corpo unico, un
organismo vivente che pulsa, soffre, gioisce, condivide.Unico elemento scenografico, una
grande casa bianca, stilizzata, essenziale, un indecifrabile cubo con una finestra, da cui
continuamente appaiono e spariscono i danzatori: metafora forse della natura stessa, che
prende e restituisce, rapina e poi consegna…. I ballerini saltano, strisciano, rotolano,
in un mix di accelerazioni, fughe e stasi che creano una trama di movimenti ora sincronici,
ora sfasati, che bene mimano il ciclo delle stagioni, oggetto di sperimentazione e ricerca
coreografica che si concretizza in un’insolita e armoniosa commistione di generi, a testimoniare
lo stretto rapporto dell’uomo con il mondo circostante. Ne risulta uno spettacolo poetico
e intenso, immediato e profondo, capace di far avvertire una pascoliana meraviglia di
fanciullo di fronte alla forza straripante del creato.”
“Spellbound dance Company. Le Quattro stagioni, silenzioso brulichio della vita” Teatro.org
30
marzo 2011 di Tania Mastrangioli
“…Le Quattro Stagioni sono essenza pura. Linearità. Privazione volontaria di orpelli. L’unica
“complessità” è data dalla coreografia. Il corpo dei danzatori è quasi scomposto per
cogliere con ogni singola parte di esso ogni più piccolo accento musicale suggerito dagli
archi prestigiosi di Vivaldi. I corpi si intrecciano, contorcendosi in passi a due in cui i danzatori
mantengono costantemente il contatto, dando a tratti la sensazione di inglobare l’uno
nell’altro…Sotto l’apparente semplicità di scene e costumi si nasconde una complessità
meravigliosa come il susseguirsi silenzioso delle stagioni cela in sé il brulichio continuo della
vita.”
SPELLBOUND DANCE COMPANY
direzione artistica Mauro Astolfi
direzione generale Valentina Marini
direzione degli allestimenti Marco Policastro
segreteria amministrativa Noemi Massari
consulenza amministrativa Studio Rigel, Maurizio Silvio
assistente alle coreografie Adriana De Santis
Associazione Culturale Spell Bound val Maira 12, 00141 Roma www.spellboundance.com
Contact +39 06 45492515 +39 392 4854911 +39 348 9119482 [email protected]
L’attività di Spellbound Dance Company è sostenuta dal ministero per i Beni e le attività culturali