IG Magazine n. 9 - Provincia di Varese
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IG Magazine n. 9 - Provincia di Varese
N. 9 11 10 SOMMARIO numero 9 - novembre 2010 Registrazione del Tribunale di Varese n. 923 del 4 dicembre 2007 Editore: Direttore responsabile: Mauro Carabelli Redazione: Alessandro Cadoni, Daniela Giunta, Davide Longo, Elena Spinelli,Fabio Ferrana, Francesca Capoluongo, Francesco Piotti, Glenda Giussani, Ivana Basaric, Marco Bonaglia, Marco De Santi, Mario Favini, Marilisa Menegatti, Nicole Colombo, Rosalba Maruca, Rossella Scutteri, Sergio Zaza, Stefano Fioretti, Vincenzo Niesi, Elisabetta Ranco, Edoardo Grimoldi, Floriana Pagnottoni, Maria Cialone Francesco Mugnani, Silvia Sommaruga Hanno collaborato: gli InformaGiovani dei Comuni di: Marchirolo, Cugliate Fabiasco, Cunardo e Cadegliano Viconago - Marzia Albieri, Saronno - Elena Mazzucchelli, Sesto Calende - Massimiliano Tappari Varese - Elena Emilitri e Anna Manicone Hanno partecipato: Rete Bibliotecaria Provinciale Elisabetta Bertani - Rete Bibliotecaria Provinciale Cristina Diani - Biblioteca di Caronno Pertusella Valentina Candiani - Biblioteca di Busto Arsizio Letizia Antonello - Biblioteca di Gavirate Coordinamento: Provincia di Varese - Coordinamento InformaGiovani Donatella Ballerini con la collaborazione di Giorgio Benzoni Grafica: Provincia di Varese Stefania Magni Stampa: Real Arti Lego - Corbetta (MI) Se vuoi contattarci scrivi una mail a: [email protected] GIOVANI ARTISTI Nella “web” di giovani artisti 4 FACEBOOK Botta e risposta 6 IG SARONNO Finalmente il nuovo sito 9 RADIO ADO Adolescenti on air 10 STUDENTI La consulta studentesca provinciale 12 E-BOOK Ma anche no 13 RECENSIONI LIBRI 16 CURIOSITÀ A cosa stai pensando? 18 FAKEBOOK La stazione si reinventa 19 SPORT Il softair 20 LAVORO Esseri digitali in cerca di lavoro 22 ESPERIENZE Radio web itinerante 24 ORIENTAMENTO Sogno o son gnappo? 27 SCUOLE Gemellaggio L’Aquila-Varese 28 INTERVISTA il teatro degli orrori 31 XX xx 33 CONCORSO I love my land: la premiazione 34 INFORMAZIONE I media del futuro 36 MOSAICO GIOVANI Raccontare con il reportage 38 EDITORIALE di Mauro Carabelli IL VIRTUALE, IL CORPO E LA VITA REALE Oggi, le macchine e, in particolare, i nostri pc connessi alla vasta rete mediatica, tendono a diventare sempre più lo strumento principale di conoscenza e il medium privilegiato del relazionarsi al mondo inteso in tutti i suoi aspetti (sociali, naturali, politici, relazionali, affettivi ecc.). Buona parte di questo IG Magazine ospita interessanti articoli e testimonianze relative alla comunicazione e alla creatività sul web e l’applicazione delle nuove tecnologie nei più svariati campi della nostra vita. Impensabile fino a qualche anno fa un dominio del virtuale così vasto in quasi tutti i processi di comunicazione. Leggendo gli articoli emerge una sostanziale aderenza a un’evoluzione tecnologica che sta trasformando radicalmente anche i più elementari rapporti tra gli esseri umani. Emerge anche qualche dissenso: il confine tra realtà e rappresentazione si assottiglia con il rischio di indebolire l’”autenticità” del rapporto diretto. Il corpo con le sue emozioni ed espressioni non verbali comunica molta più “verità” di quanto riusciamo a dire e a registrare. Il punto è proprio questo: dov’è finito il corpo? E che consistenza hanno la reciprocità e il feed bach nel messaggio telematico? Al di là degli innegabili vantaggi di tempo, di reperimento di materiale e della globalità di rapporti garantiti dall’immane estensione della rete, è sempre in agguato il rischio di scivolare inconsapevolmente dentro la potente illusione che si possa conservare inalterata la propria identità prescindendo totalmente dal corpo all’interno del quale essa si costituisce. Sebbene lavori ormai da più di trent’anni nel campo della comunicazione e abbia dovuto cimentarmi velocemente per ragioni professionali con i nuovi strumenti proposti continuamente dall’evoluzione della tecnologia informatica, devo ammettere che il rischio dell’assorbimento totale con la conseguenza di ottimizzare una funzione ma di perdere contemporaneamente il contatto reale con il mondo non appartenga più solo alla fantascienza filmica di Matrix. Non c'è uomo che non possa bere o mangiare, ma sono in pochi in grado di capire che cosa abbia sapore. (Confucio) Oggi si può tranquillamente neutralizzare un obiettivo nemico con un RQ-1 Predator, cioè un Unmanned Aerial Vehicle meglio conosciuto come drone, pilotando “da remoto” anche oltre la linea dell'orizzonte, grazie ad un sistema data link satellitare, standosene cioè “tranquillamente” seduti a casa dietro il proprio pc. “Neutralizzare”, target offset, come in un wargame. Ma i missili che vengono sganciati non sono virtuali e dall’altra parte, a migliaia di km di distanza, il target è costituito da “vere” vittime. E’ un tipico esempio di come quella fusione uomo-macchina capace di modificare la percezione dello spazio-tempo sia già in atto. Insomma, il soggetto post-moderno sta diventando tecno-sensibile. Quello che emerge all’interno dell’ambiente reticolare che ci avvolge, sottoponendoci a un bombardamento mediatico senza precedenti, a una relazione simbiotica con le tecnologie informatiche e con le macchine in generale, è l’immagine di una soggettività distante dal mondo reale, tuttavia pervasa e ossessionata dal controllo ed “emotivamente” agganciata alla performance. Si dirà che il cyborg, in funzione del modo e del mezzo più razionale e vantaggioso con cui raggiungere l’obiettivo (il target, appunto), può permettersi di lasciare sul campo qualche esame di coscienza di troppo. Sono aspetti questi che ormai coinvolgono lo stile con cui si fanno la comunicazione e l’informazione più ordinarie. Però, come sono lontani i tempi in cui, per esempio, la gavetta giornalistica consumava le suole delle scarpe e annotava sul taccuino! Si viveva costantemente dentro l’evento e se ne percepivano visceralmente gli umori. Soprattutto ci si guardava in faccia e si aveva anche il tempo per fermarsi e riflettere. 3 GIOVANI ARTISTI NELLA “WEB” DI GIOVANI ARTISTI CONOSCIAMO MEGLIO I GIOVANI AUTORI DELLA COPERTINA DI QUESTO INFORMAGIOVANI MAGAZINE APPUNTAMENTO OBBLIGATORIAMENTE A SPAZIOANTEPRIMA C onosciamo meglio i giovani autori della copertina di questo InformaGiovani Magazine. Appuntamento obbligatoriamente a Spazio Anteprima. IL PROFILO DEGLI AUTORI Marco Ceolin ha 22 anni, studia grafica all’Accademia di Brera. Francesco Pirini ha 23 anni, frequenta Nuove tecnologie, sempre all’Accademia di Brera. Collaborano a Vibrazioni Artistiche e lavorano presso SpazioAnteprima. Alcune loro opere sono visibili al sito spazioanteprima.wordpress.com VIBRAZIONI ARTISTICHE Vibrazioni Artistiche è un gruppo di giovani artisti di Saronno e dintorni: musicisti, fotografi, costruttori, eccetera... Vibrazioni artistiche, a cui partecipano 10 14 persone in modo stabile, propone diversi eventi a tema, spesso con musica dal visvo e dj set, oltre ad organizzare mostre per giovani artisti. Gli eventi si tengono in gran parte presso SpazioAnteprima - V.le Lombardia - Saronno 4 Allora Marco e Francesco, come nasce l’idea di una vostra collaborazione? M.: Francesco ed io eravamo compagni di liceo, ma una volta finito questo, ci siamo persi di vista. Ho rivisto Francesco dopo un paio d’anni e gli ho proposto di unirsi a me per fare la locandina per Vibrazioni Artistiche in occasione del primo evento che stavamo organizzando “SilenzioRumore”. F. Esattamente così. Da lì inizia la nostra collaborazione e praticamente posso dire che lavoriamo insieme. Anche i murales qui allo Spazio per la maggior parte sono opera nostra. di Ivana Basaric Ecco, visto che mi hai lanciato la palla,la prendo al balzo, ma il futuro come lo vedete, come vi vedete voi nel futuro? Come nasce la vostra passione per l’arte? F.: Mi piaceva disegnare da quando ero alle medie, così mi sono iscritto al Liceo Artistico e dopo ho deciso di rimanere nell’ambiente iscrivendomi all’Accademia di Brera. Ora studio qualcosa che esula dal semplice campo artistico: imparo come sfruttare la tecnologia e i computer per ricreare effetti che non esistono in natura o per montaggi e altre cose che non sto ora a spiegarti, se no ci servirebbero giorni. M.: Anche a me piaceva disegnare sin dalle medie. Per due mesi ho frequentato il Liceo Scientifico, però poi ho capito che forse non era la mia strada. E’ da quando avevo 14 anni che mi piace la Street Art e quindi ho deciso di passare al Liceo Artistico e poi a Brera. Ora faccio il grafico e spero di continuare in questo campo. F.: Eh il futuro? Bella domanda…Ovvio io spero di continuare a fare quello che mi piace. Oggi anche il mondo artistico è un mondo difficile. Ci sono artisti veramente bravi che sono in grado di affermarsi da sé, ma ci sono molti artisti,e mi ci metto tra quelli, che sono “bravini“, ma non eccelsi. In tal caso, come spesso accade in Italia, bisogna avere contatti giusti. Io personalmente non sono uno a cui piace molto apparire e nemmeno vendere la mia immagine o quello che faccio. Preferisco rimanere “nell’anonimato” e fare quello che spero altri possano apprezzare. Spero solo di non dovermi ridurre davanti ad un computer a fare un lavoro noioso e ripetitivo. M.: Sono d’accordo con lui. Usciti dall’Accademia ci si accorge che comunque il lavoro, è difficile da trovare. La gente oggi apprezza sempre meno l’arte e tutto quello che è connesso ad essa. Spero di diventare grafico o comunque di fare qualcosa che mi piace e poter campare di quello. Chiudo l’incontro con un pensiero: chi critica i giovani per mancanza di iniziative, dovrebbe conoscere questi ragazzi e tanti altri che, come loro, hanno voglia di sperimentarsi e mettersi in gioco; è un’ottima cosa creare spazi per dare la possibilità, a quelli come loro, di esprimersi. Sembra che essere umanisti o interessati ad aspetti più profondi sia quasi un sinonimo di nullafacenza. Persone come Francesco e Marco potranno almeno dire di aver provato a fare qualcosa in cui credono. Illusi? Sognatori? Spero di no, ma al futuro l’ardua sentenza. 5 FACEBOOK BOTTA E RISPOSTA CHI USA FACEBOOK TUTTI I GIORNI E CHI PROPRIO NON LO SOPPORTA C iao Serena e ciao Luca! Prima di iniziare, una domanda per conoscervi meglio e capire qual è il vostro rapporto con internet e le nuove tecnologie? S. Ciao! Per mia passione e corso di studi uso parecchio le nuove tecnologie e la rete. In università ci stiamo concentrando parecchio sulla comunicazione sul web, quindi navigo in internet per studio e per divertimento non meno di due ore al giorno. Non mi separo mai dal mio I-pod e dal mio I-phone con cui navigo in internet e aggiorno i miei profili sui social network... e chissà se per la laurea arriverà l’I-pad! L. Ciao! Io sono al contrario. Internet non lo uso quasi mai, se non per controllare il sito dell’università. Mi dimentico anche di controllare la mia casella mail! Preferisco trascorrere il mio tempo con gli amici, ma fisicamente insieme. Quando ci troviamo facciamo lunghe partite con la WII, questa è la tecnologia che uso di più. Ho il cellulare, ma non è uno smartphone: scrivo solo sms e telefono, nient’altro. Serena 23 laurea triennale in scienze della comunicazione Mi piace: musica, tecnologia, sport Nome: Età: Scuola: 6 Intervista doppia per riflettere: la parola a due universitari ...e voi cosa ne pensate? Luca 23 laurea triennale in scienze dell’educazione Mi piace: arte, natura, lettura artenologia, sport Nome: Età: Scuola: Subito una domanda a bruciapelo. Siete iscritti a Facebook? S. Sì, sono iscritta a Facebook da tre anni. L. No no, non sono iscritto e va bene così. Facebook in tre parole? S. Semplice, gratuito e immenso. L. Caotico, insicuro e devastante. Le vostre posizioni sono chiare. Nel bene o nel male, pensate che Facebook abbia rivoluzionato la vita delle persone? S. Rivoluzionato forse è una parola grossa, però in effetti qualcosa è cambiato. Posso essere aggiornata su quello che succede ai miei amici e conoscenti senza necessariamente vederci. di Nicole Colombo L. Sì, più che altro un’involuzione. Serena, il fatto di sapere cosa succede agli altri senza incontrarli non è positivo. Si perde completamente la bellezza del rapporto umano, del rapporto diretto. S. Sì, questo può essere. Però, Luca, pensa a chi vive lontanissimo dagli amici o dalla famiglia. Questo è un modo per rimanere in contatto quotidianamente, cosa che altrimenti non sarebbe possibile, o comunque sarebbe più difficoltosa o costosa. L. Certo, questo è un caso particolare. Io sto pensando a tutti quegli “amici”, cioè conoscenti, dei quali hai accettato l’amicizia e che altrimenti non vedresti mai. Di queste persone sai tutto e loro sanno tutto di te e a nessuno dei due interessa. Ti sembra logico? S. Luca, un po’ ti sei risposto da solo. Se non m’interessa probabilmente neanche andrò a guardare il profilo e non sarò così aggiornata su quello che succede a questa persona. In ogni caso ognuno è responsabile di ciò che pubblica. Ci sono notizie che non condividerei mai su Facebook o su qualsiasi altro sito, notizie che preferisco comunicare solo ad alcune persone fidate e in altro modo. COME È NATO FACEBOOK? La storia del leader della rete Facebook è il social network più diffuso e conosciuto. Le classifiche mostrano Facebook tra i primi tre siti più visti al mondo. Nel 2010 ha superato i 400 milioni di utenti attivi, 15 solo in Italia. Tutti conoscono Facebook adesso, ma non tutti sanno come, quando e perché è nato. Facebook è stato creato nel 2004 come annuario elettronico del campus universitario di Harvard, per agevolare gli studenti a rimanere in contatto tra loro. Il suo creatore è Mark Zuckerberg, allora studente diciannovenne di quell’università. In un mese già metà campus si è iscritta al social network e nel giro di poco tempo l’uso si è esteso ad altre sei università. Dal 2005 gli atenei che hanno aderito al social network sono cresciute esponenzialmente e all’inizio del 2006 la rete è stata aperta alle scuole superiori e alle grandi aziende. Dal settembre 2006 chiunque al mondo abbia compiuto 13 anni può registrarsi e divertirsi con questo sito. 7 FACEBOOK VOLETE DIRE LA VOSTRA? Scrivete a [email protected] Le prime due cose di cui avete parlato entrambi sono la relazione e la privacy. Questi temi sono quindi importanti sia per gli ammiratori che per i detrattori di Facebook. S. Sì, certo. Internet in generale permette di facilitare le relazioni con gli altri. Facebook ti permette di vedere i legami che ci sono tra le persone, cioè scopri subito se ci sono conoscenze in comune e in questo modo siamo tutti più vicini. L. E più rintronati e sempre rinchiusi in casa. Ma dov’è la bellezza d’incontrare di persona gli altri e parlare a quattrocchi con loro. Non mi piace contattare una persona che magari neanche conosco solo via mail. A me piace il contatto, farmi vedere, essere trasparente. S. Bè Luca, per questo una webcam ti aiuterebbe. L. Non è lo stesso il rapporto che cerco! S. Ma certo, l’avevo capito! Per rispondere all’altra parte di domanda, la tutela della propria privacy in rete, e su Facebook soprattutto, è sicuramente un tema delicato. Nei giorni scorsi ho letto articoli che riportavano dichiarazioni di Zuckerberg, il quale ammetteva di aver trascurato un po’ il tema privacy. Personalmente credo che chiunque online debba scegliere in modo responsabile quali siano i contenuti da pubblicare. Foto, video ma anche frasi e dichiarazioni non devono essere postate con leggerezza. Ogni nostro movimento in rete è tracciato e i malintenzionati sono sempre in agguato. Certo, Facebook ha avuto un successo enorme e sarebbe bello poter condivide- re in tutta tranquillità foto, video ed altro. Se il team di Facebook ci continua a lavorare è solo positivo. L. Già, peccato che in questi anni di abuso di Facebook la privacy degli iscritti sia stata più volte minacciata. È vero che ognuno è responsabile di quello che pubblica, ma il sito non facilita la gestione del profilo ed è facile iscriversi anche con dati falsi. Questo è un grosso problema, bambini che di nascosto si registrano fingendosi grandi e pubblicano contenuti di cui si potrebbero pentire solo per farsi notare. Conosco amici di mio fratello più piccolo che usano Facebook quotidianamente, all’insaputa dei genitori e pubblicano di tutto. S. Luca, però, quest’ultimo discorso è un po’ estraneo da Facebook. Il ruolo dei genitori è importante, stiamo entrando forse più nel tuo campo. È innegabile che molto dipenda dall’educazione che viene data e dalla libertà che i genitori lasciano ai figli forse fin troppo presto. L. Va bene, non approfondiamo ora questo argomento se no dovremmo aprire una parentesi enorme. Io non sono iscritto a Facebook, ma ho sentito le polemiche sulla difficoltà di gestire il proprio profilo e questa è una nota stranegativa per un sito del genere. S. È vero Luca, in effetti forse non per tutti era semplice, ma rimango dell’idea che chi era più insicuro poteva chiedere consigli agli amici e comunque poteva pubblicare responsabilmente. Nel corso dell’ultimo anno già le impostazioni di base sono cambiate e questo è stato un passo avanti. È bene che il team Facebook continui a lavorare sulla privacy, perché è una questione importante, anche se io rimango della mia idea, se pubblichi responsabilmente non hai nulla da nascondere o da temere! Grazie ragazzi, le vostre opinioni sono molto interessanti e ci offrono ottimi spunti di discussione! Si è discusso di: Internet Quanto tempo navigate ogni giorno e quali siti preferite? Nativi digitali Quanto siete dei giovani tecnologici? Avete un cellulare, un computer personale, un I-pod, la Nintendo DS o la PSP? Facebook Siete iscritti? Quanto tempo dedicate ogni giorno al vostro profilo? Amici Quanti amici avete in Facebook? E quanti di questi sono amici veri? Privacy Cosa pubblicate in rete e su Facebook? Vi preoccupa la tutela della vostra privacy? Responsabilità Il vostro comportamento in rete è responsabile o mentite spesso? Rischi Siete consapevoli dei rischi che si possono incontrare in rete? Genitori-figli-internet Cosa pensate di questo triangolo? I genitori sanno mettere dei giusti paletti ai figli sull’uso della rete? I figli li rispettano? 8 di Floriana Pagnottoni IG SARONNO FINALMENTE IL NUOVO SITO: www.informagiovanisaronno.it QUANDO TRA IL DIRE E IL FARE... C’È DI MEZZO TECNOLOGIA E I GIOVANI VOLONTARI C iascuno di noi, nella sua quotidianità, naviga con consolidata dimestichezza nella rete globale; l'esigenza che ci accomuna, come fruitori, è soprattutto la ricerca di informazioni. Orari dei treni, numeri di telefono, previsioni meteo.... Persino la corretta ortografia di una parola, ahimè. Abituati come siamo a interagire costantemente con la realtà virtuale, quasi fosse più autentica di quella effettivamente tangibile, tendiamo a dimenticare che GLI IG DELLA PROVINCIA DI VARESE SU FACEBOOK IG Somma Lombardo IG Marchirolo InformaGiovani Gavirate InformaGiovani Saronno InformaGiovani Varese L'idea di un sito internet dedicato all'Informa Giovani di Saronno nasce con Daniele. La sua personale passione per l'informatica, la laurea in 'Scienze Linguistiche per la comunicazione' curriculum 'Tecnologia Informatica', l'esperienza acquisita da autodidatta hanno fatto di lui 'l'uomo giusto al momento giusto'. Daniele afferma: "Il sito è nato dalla volontà mia e del Servizio di mettere a frutto le mie competenze specifiche e dalla necessità di creare un sito... Ho potuto confrontare quanto sapevo fare con le esperienze di altri siti di InformaGiovani". Al brillante giovane si deve il merito di aver elaborato, con la collaborazione della sua dietro un sito internet, un linguaggio HTML ci sono persone in carne e ossa, che hanno contribuito in maniera determinante alla sua ideazione, realizzazione, lancio on-line, aggiornamento continuo. Nasce il sito dell'Informa Giovani a Saronno: a dirlo così sembra normale routine; altri InformaGiovani sul territorio possiedono già il loro sito: un servizio pubblico che, per divenire ancor più efficiente, si serve di nuovi strumenti di comunicazione di massa, a beneficio dell' utenza. Tuttavia la complessità di compiere una selezione dello sconfinato materiale cartaceo presente nel Servizio, la scelta di non avvalersi di professionalità esterna ma di utilizzare le competenze dei volontari in Servizio Civile e numerose altre considerazioni hanno fatto sì che la gestazione di questo sito risultasse piuttosto lunga e significativa. GLI IG DELLA PROVINCIA DI VARESE SU INTERNET: Cugliate Fabiasco, Cunardo, Marchirolo Gavirate Saronno Somma Lombardo Varese Coordinamento Provinciale IG Responsabile di Servizio Civile, la struttura base del sito. Ma soprattutto, l'aver trasferito i suoi preziosi insegnamenti ad Alessandra, volontaria del Servizio Civile nell' anno successivo a Daniele. Alessandra, pur in possesso di Laurea in Scienze della Comunicazione, si è scoperta impreparata dal punto di vista tecnico-informatico. Ma la sua determinazione - "Ce la devo fare!!" è il suo slogan - l'ha portata lontano. Non solo ha ben gestito il lavoro iniziato da Daniele, occupandosi del sito in prevalenza da un punto di vista contenutistico, ma ha fatto fruttare a livello lavorativo le competenze acquisite durante il Servizio Civile. Al termine del servizio, infatti, http://informagiovani.spaces.live.com www.tempogavirate.it/lavoro www.informagiovanisaronno.it www.iflsommalombardo.blogspot.com www.informagiovanivarese.info www.provincia.va.it/giovani.htm ha potuto aggiungere al suo curriculum la voce 'realizzazione di un sito web' e ciò l'ha resa la candidata ideale per una scuola elementare alla ricerca di un'insegnante di informatica, che fosse in grado di elaborare anche il portale scolastico. Il testimone è poi passato ad Alessandro che si sta occupando della fase finale, le ultime rifiniture al sito prima del lancio on-line: "Rivisito i contenuti per renderli più omogenei". Ci siamo ormai: grazie all' esperienza di lavoro di questi ragazzi, l'aiuto dei colleghi, la supervisione dei responsabili anche l' InformaGiovani di Saronno finalmente avrà il suo sito!!! Che sia la volta buona… Vi aspettiamo numerosi. 9 RADIO ADO UN POMERIGGIO IN COMPAGNIA DEI RAGAZZI DELLA REDAZIONE DI RADIOADO L e ampullarie sono una famiglia di molluschi gasteropodi d'acqua dolce, comuni in molte zone tropicali di tutto il mondo. (Spero scuserete la mia ignoranza biologica ma io di queste chiocciole d’acqua evidentemente sì comuni nelle zone tropicali, e soprattutto negli acquari, di tutto il mondo, non avevo mai sentito parlare!). Radio Missione Francescana a Varese per essere inter- ADOLESCENTI ON AIR Digressione su questi animaletti presenti nell’acquario in uno dei corridoi di Radio Missione Francescana a parte, eccomi qui, con il viso incollato al vetro per scoprire i segreti delle chioccioline appena nate, con Greta (una delle ragazze di Radio Ado) che mi sorride paziente in attesa delle mie domande. Eh sì, perché a dire il vero in questo pomeriggio di mercoledì 12 maggio sono approdata alla sede di RADIO ADO Radio Ado è e un laboratorio di giovani che imparano a far radio nata dalla collaborazione fra Radio Missione Francescana e dalla I.S.P.E della Comunità Montana della Valcuvia. Gli incontri si svolgono a Casa Fraschini (Cittiglio). Chi fosse interessato a partecipare può contattare Silvia o Claudio al numero 335 6270227. Radioado è anche su facebook, chiedi l’amicizia a Radioado Cittiglio. 10 vistata dai ragazzi della redazione di Radio Ado a proposito della mia “onorevole” e lunga carriera alla redazione dell’InformaGiovani Magazine. Cuffie alle orecchie e tutti intorno al tavolo con davanti i nostri microfoni, io e Anna apriamo la puntata. Domande semplici su come nascono gli articoli e gli argomenti da affrontare, su quante volte esce IG Magazine, su come poter far parte della redazione, su chi sceglie la grafica e le immagini. Da “star” radiofonica mi sono poi trasformata in giornalista ed inviata speciale ed infine ho scoperto un’inaspettata passione per la biologia. (Vedi definizione sopra). Piuttosto eclettica come esperienza! di Francesca Capoluongo Le radio sono sempre state simbolo di libertà, strumenti di informazione, contro-informazione, lotta, speranza, rivoluzione Fra mille rivelazioni quello che mi ha donato emozioni più nuove è stato proprio l’ambiente della radio, una decina di ragazzi delle scuole superiori del distretto Cittiglio-Valcuvia, con tanta fantasia, impegno, immancabile allegria ed ancora un poco di timidezza nei confronti di uno strumento capace di svelare le note più profonde di un animo, celando l’identità della persona. Le radio sono sempre state simbolo di libertà, strumenti di informazione, contro-informazione, lotta, speranza, rivoluzione. Oggi le radio libere degli anni ’70 sono purtroppo solo un ricordo nostalgico, trovare spazi d’aria disponibili ed aperti ai giovani è sempre più diffici- le e sono poche le realtà genuine che ancora sopravvivono. Una di queste è proprio Radio Ado, e attraverso le parole di Greta, attiva nel progetto da due anni, Davide, da poco entrato nel mondo radiofonico, Claudio e Silvia, responsabili del programma, si intravede una semplice passione per l’iniziativa, tanta creatività ed attenzione al loro mondo, al nostro mondo. L’obbiettivo della radio è offrire uno spazio ed un momento di confronto per e tra i ragazzi: “Non solo calcio”, “Eventi Bollenti”, “Teatrando” e “Il mio più stile” sono solo alcune delle rubriche in onda una domenica al mese sulla frequenza 90.1 di Radio Missione Francescana; indagando sugli sport più improbabili o sugli stili stereotipati giovanili, questi ragazzi, divertendosi, dipingono un vivace affresco delle possibilità e realtà che ci circondano, offrendo anche molti stimoli e curiosità. Per chiunque voglia unirsi al laboratorio promosso dall' I.S.Pe. della Valcuvia, gli incontri di Radio Ado sono aperti a tutti i giovani del territorio. L’appuntamento è il giovedì dalle 15 alle 17 a Casa Fraschini, Cittiglio. 11 STUDENTI LA CONSULTA STUDENTESCA PROVINCIALE: chi è e cosa fa L 12 strato i vantaggi di Internet, ma anche i pericoli che si posso correre navigando in rete, illustrandoci anche le problematiche legate ai social network: dall’incapacità di gestire i dati personali che forniamo, al diffondersi di materiale illegale. I rappresentanti della Polizia Stradale ci hanno parlato dei danni che si possono causare se ci si mette alla guida in stato di ebbrezza, facendoci vedere sul display ricostruzioni di incidenti e un esperimento che è stato fatto:una persona alla guida di una macchina doveva percorrere un tracciato ad ostacoli; la prima volta da sobrio, poi gli veniva dato sempre più da bere fino a quando, oltrepassando il limite di 0.5 gr/l imposto dalla legge, non riusciva più a mantenere stabile la vettura e a guidare correttamente. Per la prevenzione all’uso di sostanze stupefacenti, abbiamo invitato un rappresentante della Squadra Anti-droga di Varese che ci ha illustrato i vari tipi di droghe e gli effetti che esse producono sul nostro corpo, ma soprattutto sul nostro cervello. Questi incontri si sono rivelati realmente utili per diffondere una consapevolezza della necessità di portare questi temi nelle scuole, per sviluppare la coscienza che è necessaria una responsabilità civile personale, soprattutto tra i più giovani. In CPS teniamo molto ad essere portatori di proposte formative da fare agli studenti, dando modo a tutti di costruirsi una capacità decisionale e un libero pensiero senza vincoli, offrendo una piattaforma per il confronto tra gli studenti. a Consulta Provinciale Studentesca è l’organo di rappresentanza degli studenti della scuola secondaria di secondo grado. Attualmente, la CPS è presente nelle 110 province di tutta Italia, ed è formata da due rappresentanti eletti dagli studenti in ogni istituto superiore della provincia. Tra queste province vi è anche la nostra, quella di Varese, con la nostra Consulta. La funzione principale della Consulta è quella di garantire un confronto che sia il più ampio possibile fra tutti gli istituti superiori. Per questo motivo abbiamo formulato proposte che vanno oltre alla realtà del singolo istituto, realizzando progetti a cui possano partecipare tutte le scuole superiori della provincia. Il 16 e il 17 marzo abbiamo realizzato due giornate di formazione che si sono tenute presso l’Istituto ‘De Filippi’ di Varese, dal titolo ‘PRE-VEDERE’, aperte ai rappreLA FUNZIONE PRINCIPALE DELLA CONSULTA sentanti degli studenti È QUELLA DI GARANTIRE UN CONFRONTO PIÙ AMPIO POSSIBILE in Consulta ed in Consiglio d’Istituto FRA TUTTI GLI ISTITUTI SUPERIORI Ricordiamo che le Consulte sono gli unici organi da tutta la Provincia. L’obiettivo era quello di informadi cui fanno parte gli studenti a poter dare davvere gli studenti attraverso un percorso di peer education ro un contributo: purtroppo la rappresentanza stu(educazione tra pari), con momenti di confronto e dentesca non ha grande spazio d’azione nei dibattito. Il filo conduttore delle giornate, come dice lo Consigli d’Istituto, cui partecipano prevalentemenstesso titolo, era quella della “prevenzione”, e, tra le te docenti e solo una piccola componente degli varie possibilità, abbiamo scelto tre filoni: conoscere il studenti; la CPS è interamente composta da stumodo di utilizzare al meglio il mezzo del web, gli denti, ed un impegno serio nel lavoro di cui si fa effetti di un abuso dell’alcool alla guida e la dipendencarico non può che giovare a tutti gli studenti za dall’uso di sostanze stupefacenti. Abbiamo invitato della provincia. un sovrintendente della Polizia Postale che ci ha illu- di Mario Favini E-BOOK MA ANCHE NO E - B O O K : P E R C H É L A R I V O L U Z I O N E A N N U N C I ATA È G I À FA L L I TA S ono almeno dieci anni che si sente parlare di ebook. Se ne sente parlare tanto. Se ne sente parlare al punto che sembrano esserci più articoli sugli e-book che libri digitali. L’idea che passa è che l’equazione nuovo = migliore non ammetta eccezioni, che qualsiasi cosa, se digitalizzata, hi-techizzata e webbizzata diventi automaticamente più fica. Ora, nessuno vuol mettere in dubbio la bontà delle innovazioni informatiche. Internet permette di scaricare un film in mezz’ora e un CD in dieci minuti, al di là dei problemi legali (di cui nessuno si cura molto) che questo può comportare. Il fatto è che mentre l’interesse degli utenti per queste risorse è enorme, nessuno o quasi nessuno ha mai scaricato un e-book, e-book è la contrazione di electronic book (libro elettronico), cioè il libro in formato elettronico che si può leggere sul personal computer o su un apposito lettore. Si può acquistare un eBook su un supporto magnetico o scaricato da Internet. Un e-book ha le stesse funzionalità di un classico libro su formato cartaceo (ad esempio si possono scrivere le note, si possono mettere dei segnalibri, evidenziare i passaggi più significativi ecc...), ma offre anche altre funzionalità impensabili per i libri cartacei (ad esempio cambiare la grandezza e lo stile del font,) ma soprattutto consente un notevole guadagno in spazio (… come accade per la musica!!) e i pochi che lo hanno fatto sono rimasti quasi sempre delusi. Le ragioni di questo fallimento non sono complesse e non serve cercare i difetti degli e-book per comprenderle. Non è che il libro digitale faccia schifo, insomma; il fatto piuttosto è che il libro vero, quello di carta, è uno dei prodotti più funzionali che l’uomo abbia mai creato, un prodotto che, non a caso, è più o meno uguale da 2000 anni, cioè da quando siamo passati dal rotolo al volume. Prima di tutto c’è da sfatare un errore di valutazione molto comune: non è possibile paragonare il passaggio da libro tradizionale a libro digitale a quello da musicassetta a compact 13 E-BOOK disc. In questo caso il supporto resta lo stesso, l’aria attraverso cui il suono si propaga, e a cambiare è solo l’oggetto che inseriamo nello stereo. Nel caso del libro, invece, il supporto cambia radicalmente e non ci vuole molto a capire che leggere su uno schermo è un po’ meno riposante che leggere su un foglio. C’è chi dice di poter sviluppare nuovi schermi capaci di imitare alla perfezione la carta e mi viene da chiedergli: perché, se c’è già la carta? Perché è più ecologico? No, già ci sono editori che pubblicano parte o tutta la loro produzione su carte riciclate e trattate con prodotti naturali. Basta dare un’occhiata all’iniziativa “Scrittori per le foreste” di Greenpeace (www.greenpeace.it/scrittori): tra i libri stampati rispettando Madre Natura troviamo volumi di Ammaniti, Wu Ming e De Carlo, autori che vendono centinaia di migliaia di copie. Magari uno di questi libri li avete anche tenuti in mano e non ve ne siete accorti, che erano stampati su carta riciclata. PROPONETE A UN GIOVANE DI LEGGERE UN LIBRO SU PC, O DI COMPRARE UN AGGEGGIO ELETTRONICO CAPACE DI IMITARE LA CARTA. L’UNICA RISPOSTA CHE OTTERRETE È “MA ANCHE NO.” Ci sono i paladini della miniaturizzazione, poi: il tascabile con copertina morbida è troppo ingombrante, per loro, meglio il minipalmare con lo schermo da 4 pollici: perché leggere un romanzo in corpo 6 e perdere diottrie a palate, da oggi, è cool. C’è chi pensa alla razionalizzazione della produzione, perché con la digitalizzazione si riducono gli sprechi. Evidentemente per loro è importante compattare il corpo sociale: vogliono vedere in piazza a protestare gli operai delle cartiere insieme agli industriali. Forse c’è un piccolo conflitto di interessi in quello che sto per scrivere, ma nessuno pensa a chi scrive, a chi vende e a chi distribuisce i libri: mentre i musicisti possono farsi pagare profumatamente per fare un concerto e nessuno si fa problemi a sborsare 10 euro per vedere un film in 3D, difficilmente chi scrive può trovare un modo alternativo al libro da vendere in libreria per sbarcare il lunario. Ve lo vedete, il lettore medio, a pagare per sentire il suo autore preferito che legge? Non sono un conservatore reazionario o un sentimentalista antitecnologico: scarico decine di cd musicali, scrivo praticamente solo al computer, sono su Facebook e ho pure un blog. Non si tratta di essere pro 14 o contro le nuove tecnologie, si tratta semplicemente di guardare al nuovo con un minimo di buon senso. Ci sono un gran numero innovazioni estremamente funzionali, e alcune innovazioni del tutto inutili. Credo che l’e-book sia una delle pochissime novità non solo inutili, ma anche dannose. Proponete a un giovane di leggere un libro su pc, o di comprare un aggeggio elettronico capace di imitare la carta. L’unica risposta che otterrete è “Ma anche no.” I libri li si può trovare gratis in biblioteca: ne prendi quanti ne vuoi, trovi quello che ti serve molto più facilmente che su internet e magari trovi pure qualcuno con cui fare conversazione. Non a caso anche quest’anno, con la crisi e tutto il resto, il Salone del Libro di Torino ha registrato numeri record: 315000 visitatori, in buona parte giovani e giovanissimi. per la contemporaneità. Un esempio su tutti è Nazione Indiana (www.nazioneindiana.com): tra i suoi collaboratori, per citarne solo alcuni, figurano Gianni Biondillo, Giulio Mozzi, Roberto Saviano e Tiziano Scarpa. Non mancano nemmeno le riviste scaricabili gratuitamente, spesso di ottima qualità, come Inutile (www.rivistainutile.it), e con redazioni pronte a dialogare in tempo reale con chiunque abbia qualcosa da proporre. Il fatto è che la digitalizzazione sembra funzionare per tutto tranne che per il libro, un prodotto di fatto quasi impossibile da migliorare. Finalmente l’estate è alle porte, e una cosa è sicura: in spiaggia vedremo tanta gente col lettore MP3, tanta gente col cellulare dell’ultimo modello e tanta gente col classico romanzo, si tratti del best-seller di grido o del vecchio libro ritrovato in soffitta: perché il libro così come lo conosciamo, alla prova dei fatti, sembra non invecchiare mai. IL FATTO È CHE LA DIGITALIZZAZIONE SEMBRA FUNZIONARE PER TUTTO TRANNE CHE PER IL LIBRO, UN PRODOTTO DI FATTO QUASI IMPOSSIBILE DA MIGLIORARE. Con questo non voglio dire che il mondo di Internet non abbia nulla da offrire alla letteratura: oggi Internet, oltre ad essere una vetrina importante per autori ed editori, è anche un mezzo di aggregazione per chi scrive e per chi legge. Il ruolo che un tempo era delle riviste se l’è preso la rete, che pullula di blog importanti e significativi, frequentati da nomi di peso 15 RECENSIONI L a rubrica, curata da alcuni bibliotecari della Nuova Rete Bibliotecaria della Provincia di Varese. Verranno segnalati non solo libri, ma anche materiale multimediale, in riferimento ad alcuni argomenti trattati in questo numero. Il materiale si trova comunque a disposizione nelle biblioteche della provincia di Varese. Per maggiori informazioni: www.webopac.bibliotecheprovinciavarese.it QUELLO CHE MI RIMANE Carolina Crespi Bologna Giraldi editore 2008 Il tema della crescita nelle sue svariate accezioni è il fuoco dei racconti che si susseguono in questa piccola raccolta. I protagonisti crescono di racconto in racconto, da bambini a poco più che ventenni. Due fratelli e una bambinaia speciale, che li ricopre d’amore come e più che una madre. Altri due fratelli che vivono il conflitto derivante dalla loro differenza d’età. Un giovane che lotta tra la necessità di riconoscere finalmente la sua identità e la paura di ferire la ragazza che lo ama da sempre. Un anno perso a scuola per amore dello sport, la passione per la pista di atletica e la malinconia struggente che scaturisce dall’inevitabile abbandono. Un ritorno a casa dopo anni di lontananza, in un’estate calda incandescente, nel dubbioso tentativo di ricucire vecchi strappi con le persone amate. La resa dei 16 conti con il proprio orgoglio dopo la fine di una storia durata quel pezzo di vita che qualcuno chiama adolescenza. La favola del signor Tempo e della sua Barba e dei loro sette figlioletti, i sette giorni della settimana. E quella, triste quanto profondamente vera, dei bambini sotto il muro di Gaza. Il percorso che si snoda tra le pagine ha a che fare con la delicatezza dei rapporti familiari, la difficoltà di ammettere chi si è realmente e l’urgenza di verità, che a volte riesce ad emergere solo sulla pagina. La scrittura di Carolina è lineare e fresca. Racconta situazioni comuni a molti mantenendo efficacia, spontaneità ed originalità. L’ambientazione più frequente è Milano, ma con interessanti tentativi di sperimentazione di dimensioni “altre”, come quella fiabesca e surreale del racconto sul Signor Tempo, che pare avere echi di Pennac e Benni. Poi una vera e propria colonna sonora: dai Beatsteaks ai Korn, dai Tre allegri ragazzi morti ai Deftones. Carolina Crespi ha venticinque anni, è di Busto Arsizio, studia filosofia. Ha pubblicato come vincitrice del Premio Grinzane Cavour 2005 un racconto su La Stampa e uno su Avvenire come finalista del concorso “SMS: scritture memorie sentimenti”. Ecco quello che lei stessa dice di questi suoi racconti: “Quello che mi rimane è una raccolta di tredici racconti che ho scritto tra la fine del liceo e il primo anno di università. Sono racconti di bambini e di ventenni. Da bambini a da ventenni. Fiabe e monologhi. Una cesura in mezzo a segnare quel salto imprevisto che tra i diciotto e i ventuno ti taglia le gambe. Salto di quantità non certo di qualità. E poi si va avanti, carponi e occhiali scuri. Per difendersi dalla grandine di metà luglio, con i gomiti larghi e il pensiero che quello che ti rimane è molto più di quello che credevi potesse restare”. Fonti: www.mangialibri.com carolinacrespi.bigcartel.com STUDIO ILLEGALE “BABELE 56”: Duchesne otto fermate nella città che cambia Marsilio 2009 Giorgio Fontana Terre di mezzo 2008 Andrea Campi è un giovane avvocato di un prestigioso studio legale milanese. La sua vita accade prevalentemente in ufficio tra computer, e-mail, blackberry, videoconferenze e un senso crescente di straniamento. Dov’è finita la realtà? Gli amici, la fidanzata, la famiglia, le vacanze, le domeniche a far niente? Tutto risucchiato nel gorgo delle scadenze, delle aspettative, delle prospettive, delle occasioni da non lasciarsi sfuggire. Finché, però, qualcosa arriva a far capire che, forse, ciò che sta per sfuggire definitivamente è il senso vero delle cose, di quello che avevi in mente per la tua vita quando ancora riuscivi a esprimere un desiderio o a lasciarti andare ai sogni. Quando riuscivi a parlare davvero con qualcuno, non solo con il muro della stanza in cui ti ritrovi a passare da solo le notti. Un libro che nasce da un blog, curato per qualche tempo dall’autore, Federico Baccomo, in arte Duchesne. Un libro ironico, a tratti esilarante, piacevole, amaro e dissacrante, che con scrittura leggera e sferzante sa cogliere e raccontare ossessioni, paure e frustrazioni comuni a tutti coloro che si ritrovano ad affrontare, magari per la prima volta, il mondo del lavoro con tutte le sue fatiche, le conquiste, le insperate gioie e gli inevitabili disincanti. Sono otto i racconti quelli che Giorgio Fontana, nato a Saronno nel 1981, ci presenta prendendo spunto dall’autobus della linea 56 che percorre la multietnica via Padova a Milano. E’ proprio Milano, come potrebbe essere qualsiasi altra città europea, la Babele linguistica e culturale che viene narrata nel libro. Otto storie intense, con personaggi e destini che ci ricordano che anche noi italiani abbiamo una storia di immigrazione. Gabriele, immigrato di vecchia data dall’Etiopia, Kamal, giocatore di cricket dallo Sri Lanka che a Milano lavora come custode di un condominio, Josè, peruviano, che ha creato una nuova casa editrice, Karkadan che viene da Tunisi e fa il rapper per passione ... E’ forse solo la musica, lingua universale che supera la babele linguistica, che ci fa sentire tutti appartenenti al genere umano. Immagini, storie e speranze di una città che accoglie nuovi destini, paradigma di un mondo che sta cambiando. Vuoi un aiuto per scegliere una libro adatto a te? Prova a visitare il sito www.ilibridisofia.it Si tratta di una iniziativa del Sistema Bibliotecario dei Laghi… Ma se vuoi qualche consiglio “personalizzato” puoi sempre rivolgerti alla biblioteca; ne trovi una sicuramente nei paraggi… 17 CURIOSITÀ A cosa stai pensando? A questa domanda hanno risposto molti ragazzi che si sono ritrovati a scuola o in biblioteca o al loro punto di aggregazione un grande cartello bianco (un po’ come una “parete del bagno”) dove potevano scrivere cosa passava loro per la testa. Voglio essere libero, libero come un uomo. Quello che non ho è ciò che non mi manca. Penso alla maturità! Ho paura di crescere. Un mond in cui gli o felice è un mond st accesso a udenti hanno libeo ro lla caffein a. Io e il calc o siamo pe lo combinatorio rfetti scon osciuti. La luce ch e abbagli a non mo Scusa ma rde. mi voglio buttare Il medio-e vo dura 6 libri. Queste alcune delle frasi “lasciate ai posteri”… Il segreto è raggomitolarsi. Sto ma pens che è da ando si c que che api llo c se Son p sce h o dop ag cos e penensi se o c itato a i, s he ei. si No ha come i p u s iovu n lo Son peri to. mb o sp amo rico arit c Arr h e e i v le lu me e sa erà cc la c rà a la n nco utella iole. avo. ra p iù b ella . E tu….a cosa stai pensando? Invia la tua mail a [email protected] o scrivi un sms (???) Magari sul prossimo numero troverai pubblicato anche il tuo. 18 La musica è un qualcosa che ti prende e non ti lascia più. E’ impossibile solo quello che pensi che lo sia. Se avessi tempo imparerei a sognare. Ho suonato alla scala ma non mi hanno aperto. Nulla è reale, tutto è lecito! Con un libro ti porti il mondo in tasca Tenetevi le ghiande lasciateci le ali. FAKEBOOK L LA STAZIONE SI REINVENTA Tutti i cartelloni sono stati esposti durante la festa finale di “Fuori chi legge! 2010” a Laveno.. Alla sperimentazione hanno preso parte i Comuni di Angera, Gavirate, Laveno Mombello, Luino, Sesto Calende, Vergiate. a sala d’aspetto della Stazione di Vergiate si è trasformata per opera dei Writers di Art Kitchen: una versione artistica ed interattiva ispirata a Facebook; la differenza è che si tratta di uno spazio fisico a loro dedicato … un posto in cui vedersi, parlare, scambiarsi idee… un luogo forse più genuino, ma certamente più reale, di Facebook. L’iniziativa fa parte del progetto Interreg Chia.Ve. e coinvolge i Comuni di Vergiate, Sesto Calende, Chiasso e la cooperativa L’Aquilone. 19 SPORT IL SOFTAIR RACCONTATO DALL’A-TEAM TREVALLI I l Softair è uno sport di squadra nel quale si riproducono le situazioni tattiche del combattimento militare moderno. Per giocare servono poche cose: una maschera protettiva per gli occhi, un fucile giocattolo che possa sparare colpi in plastica di 6 mm di diametro (ASG), voglia di divertirsi e un gran senso di lealtà. Infatti non esiste alcun modo per provare che l’avversario sia stato colpito: è dovere del giocatore, nel momento in cui avverte l’impatto del pallino, alzare la mano, smettere di sparare, gridare “preso!” e quindi abbandonare l’area di gioco, PER GIOCARE SERVONO: UNA MASCHERA PROTETTIVA PER GLI OCCHI, UN FUCILE GIOCATTOLO CHE POSSA SPARARE COLPI IN PLASTICA DI 6 MM DI DIAMETRO (ASG), VOGLIA DI DIVERTIRSI E UN GRAN SENSO DI LEALTÀ 20 evitando di collaborare e comunicare con i propri compagni ancora impegnati nell’azione. Al contrario di quanto si possa credere è uno sport innocuo, poiché è vietato il contatto fisico e i fucili non possono sprigionare una potenza maggiore a 0,99 joule (le normali carabine a CO2 hanno il limite a 7,5 joule). di Vincenzo Niesi, Presidente A-Team Tre Valli A-TEAM TREVALLI La modalità di gioco più comune è “bandiera” dove due squadre si scontrano per conquistare l’una il territorio dell’altra: ogni squadra ha un campo base segnalato da una bandiera e la vittoria si ottiene quando una squadra riesce ad impossessarsi della bandiera degli avversari senza perdere la propria. Esistono anche altre tipologie di gioco più complesse che possono prevedere l’uso di bussole e navigatori gps, nonché la cattura di ostaggi da salvare. I campi di gioco possono essere diversi: boschivi, sabbiosi o urbani (ma sempre in aree dedicate e autorizzate allo svolgimento del game). Personalmente credo che il Softair sia uno sport da provare per essere davvero capito. Mi ricordo la mia prima esperienza durante la quale ho provato un’intensa scarica di adrenalina. Prima del game si imposta una tattica base che tutti devono rispettare, perché se sbaglia anche solo un elemento rischia di fallire l’intera squadra: raggiungere l’obiettivo prefissato insieme ai compagni rende soddisfatti e appagati. Le parole d’ordine dell’ATeam Trevalli, di cui sono orgoglioso di essere Presidente, sono proprio: “adrenalina, gioco di squadra, rispetto dell’avversario ed onestà”. L’A-Team Trevalli è un’associazione sportiva dilettantistica nata con lo scopo di promuovere e valorizzare il Softair per smentire chi lo dipinge come “violento”, “diseducativo” e “guerrafondaio”. Chi si sofferma solo alla simulazione di scontri fra piccoli gruppi armati non ne comprende infatti la natura sportiva, lo spirito di squadra che sta alla base del gioco, la dinamicità e la spettacolarità di alcuni game. L’A-Team Trevalli nasce nel 2007, dopo quasi due anni di “intense combat” nei boschi di Cunardo, prima usando solo semplici pistole a molla e a gas e indossando magliette e scarpe da ginnastica; poi passando all’ASG, giacche mimetiche, anfibi e perfezionamento delle modalità di scontro. La sede dell’associazione si trova a Marchirolo, in via Dante 20, mentre il campo da gioco è situato a Cunardo. Ogni anno si svolgono numerosi tornei e campionati in tutta Italia e alcuni eventi internazionali. L’A-Team Trevalli ha partecipato ad alcuni di essi, tra cui il 1° raduno nazionale di Softair tenutosi a Fermo, dove una nostra delegazione ha fatto parte della squadra vincitrice. Per info: [email protected] www.ateamtrevalli.altervista.org 21 LAVORO ESSERI DIGITALI IN CERCA DI LAVORO P ossiamo affermare di appartenere alla generazione degli Esseri digitali, rifacendoci al titolo di un best seller di Nicholas Negroponte, considerato che il web è diventato parte essenziale della nostra quotidianità. La velocità con cui si evolve la tecnologia scandisce i ritmi della nostra vita a cui dobbiamo per forza adeguarci. Così anche per cercare lavoro internet, che è nato ai tempi della guerra fredda nei primi anni ’60 ad opera del Dipartimento della Difesa Americana, ci può venire in aiuto. INTERNET: DA STRUMENTO DELLA DIFESA MILITARE AMERICANA A FONTE DI INFORMAZIONE PRIMARIA, ANCHE PER CHI CERCA LAVORO O PER CHI DEVE SCEGLIERE IL PERCORSO DI STUDIO Se siamo alla ricerca di un lavoro, online ci sono siti in cui viene spiegato come redigere un curriculum vitae, le diverse tipologie e la relativa lettera di motivazione; non dobbiamo più imbustarlo, comprare il francobollo e spedirlo, ma con un semplice invio di posta elettronica la nostra candidatura arriva all’azienda destinataria, abbreviando i tempi e riducendo i costi E’ anche molto più semplice reperire informazioni sui luoghi di lavoro in cui ci piacerebbe lavorare, documentarci sui diversi settori e mercato del lavoro, reperire le offerte di lavoro più facilmente e per le 22 di Rossella Scutteri offerte di lavoro locali e del Canton Ticino vedere da vicino i diversi profili professionali per orientarci e quindi comprendere se le nostre competenze e attitudini sono compatibili rispetto alla nostra scelta. Con Internet sono nate anche nuove professioni, come per esempio, il net clipper, il web content manager, il webmaster che permettono di unire la passione per la rete in un possibile impiego. Per iniziare a inserirci nel mondo del lavoro possiamo fare anche un’esperienza di tirocinio, utile per trasformare le nostre conoscenze teoriche in competenze e internet risulta essere una buona fonte per reperire le proposte delle diverse organizzazioni. Per la realizzazione del nostro progetto professionale sono da tener presenti anche i siti istituzionali delle aziende alla voce “lavora con noi” dove ci forniscono, le caratteristiche delle figure ricercate in quell’ambito, oltre che le reali opportunità di inserimento. LINK•UTILI www.trovareillavorochepiace.it www.europass-italia.it/scelta2.asp www.borsalavorolombardia.net www.jobrapido.it www.monster.it www.helplavoro.it www.catapulta.it www.provincia.va.it/lavoro www.professioni.info www.orientaonline.isfol.it www.sportellostage.it www.4stars.it www.provincia.va.it/lavoro www.provincia.va.it/istruzione www.cistodentro.it www.almadiploma.it www.studenti.it OVVIAMENTE NON BASTA FERMARCI AD INTERNET PER TROVARE LAVORO O PER SCEGLIERE IL CORSO DI STUDI La rete è anche strumento per l’apprendimento, pensiamo anche solamente alle lingue straniere, online è possibile imparare o migliorare il nostro livello di conoscenza gratuitamente. Inoltre, la consultazione di alcuni siti è utile per la scelta della scuola superiore o della facoltà universitaria, altri, invece, forniscono consigli orientativi su come impostare il proprio progetto formativo o professionale oltre che proporre test per conoscere meglio se stessi e le proprie potenzialità. Collegandosi ai forum di discussione possiamo interagire con ragazzi/e che già frequentano la facoltà prescelta e avere ulteriori chiarimenti. Ovviamente non basta fermarci ad internet per trovare il lavoro che fa per noi e vale sempre la pena di rivolgersi alla rete dei servizi dedicati (ad esempio la Rete degli InFormaLavoro o dei Centri per l’Impiego) per farci dare una mano, ma iniziare a dargli un’occhiata può essere comunque utile. 23 ESPERIENZE RADIO WEB ITINERANTE IL RACCONTO DI UNA SERATA DIETRO AI MICROFONI P 24 iacere, Francesco e Sergio, 18 anni, vite normali, una passione in comune per la musica. Professione? Teoricamente studenti, ma ultimamente ci siamo dilettati alle prese con la Radio. Perchè proprio la radio? Beh, non siamo abbastanza belli per la tv, e ci è sembrato sufficiente prestare al pubblico la nostra voce. Che poi ora stiamo parlando di radio e voi sicuramente starete pensando a megastudi, megacuffie, megamicrofoni, megafonici dietro il vetro. Nulla di tutto questo. Cancellate queste immagini e immaginate due speaker alle prime armi, 3 educatori dell'Educativa di Strada di Vergiate, una piccola stazione radio mobile, computer portatile, cuffie e computer. Ecco, questi sono stati gli elementi della nostra esperienza. Tutto questo all'interno dello scenario dell'HubSonica, concorso musicale al quale hanno partecipato tantissime band emergenti, tra le quali i vincitori Pacefull Sleep, i Killertrone, i Manifesto Sergio e Francesco da qualche anno suonano in due gruppi musicali. Sergio è chitarrista e voce degli Hat Of Jester, gruppo ska-raggae che si sta facendo conoscere con concerti in tutta la provincia di Varese. Francesco, invece, è rapper di Spuma Cru Phemily, particolare band che suona musica rap--demenziale e produce video comici, tutti basati sul surreale. Potete trovare questi gruppi sul web clikkando www.myspace.com/hatofjester e, per quanto riguarda gli Spuma Cru Phemily www.myspace.com/spumacruphemily o www.you Carneviva, i Quemme, i Maydays e molti altri. Sicuramente, così a prima vista, questi gruppi non vi diranno niente. A noi, invece, hanno detto moltissimo. Già, perchè abbiamo avuto la possibilità di intervistarli prima e dopo le loro esibizioni alle serate di Hubsonica. Invitavamo di volta in volta i nostri ospiti nell'angolino del locale che avevamo magicamente trasformato in un mini-studio ambulante e, una volta microfonati (come dicono quelli bravi), ci lanciavamo nella nostra intervista. L'elemento figo della cosa è stato che le interviste erano completamente improvvisate, senza copioni, scalette o robe simili. Vi lascio immaginare cosa ne è venuto fuori: dopo un buon inizio, con domande di ''routine'' del tipo "che genere fate?", "cosa pensate di questo concorso?", spesso le interviste degeneravano rovinosamente, trasformandosi in interviste malatissime, come quando abbiamo chiesto al batterista di ''Manifesto Carneviva'' di suggerirci una buona marca di batterie, siccome dovevamo cambiare quella del nostro cellulare. Non pensate, zii lettori di IG magazine, che queste "minchiate" precludano il fatto di avere preso questo progetto seriamente: l'abbiamo preso più che seriamente e improvvisare, scherzare in modo demenziale e il far degenerare situazioni partite come "normali" fa parte del nostro stile. Non vorremmo fare la parte dei soliti filosofi di strada che ripetono sempre gli stessi concetti riguardo lo stile. Ma mantenere il proprio stile è fondamentale, anche se c'è chi non apprezza, anche se le condizioni suggerirebbero qualcosa di diverso, anche se il vostro stile è così...mmm... "particolare" come il nostro: un mix di due mondi musicali diversi, rap e ska-reggae, uniti alla tendenza a quello che noi volgarmente chiamiamo "sparare minchiate" che fa parte, ahimè, della nostra natura. Quando ci chiedono "come è stata quest'esperienza?", non possiamo che rispondere "una figata". In che altro modo potreste definire la possibilità di fare qualcosa di divertente, di ascoltare buona musica, di far divertire e allo stesso tempo divertirsi? Già, proprio il divertimento era il fine di questo progetto che abbiamo portato avanti. Divertirsi e vedere gente intorno a noi che a sua volta si divertiva, è stata una cosa molto soddisfacente, anzi, emozionante. Se quest'esperienza ha raggiunto il suo fine, non ha però raggiunto la sua fine: abbiamo accompagnato con la radio tutto il grande evento del Fuori Chi Legge, sabato 12 giugno a Laveno Mombello, insieme a tanti altri giovani dj della zona. Non vorremmo. però, prenderci tutti i meriti del successo di quest'iniziativa (anzi vorremmo farlo, ma se vogliamo continuare a lavorare ci conviene quantomento citare i nostri ''superiori'', eheh). Tutto questo non sarebbe stato possibile senza gli educatori Matteo, Elisa e Chiara e senza l'aiuto di Fester e Bazzo, per gli amici, ma anche per i nemici, ''Ciccio'', bassista degli Hat Of Jester, che ci hanno dato una mano con cavi, cavetti, microfoni e altre cose il cui funzionamento ignoriamo molto molto profondamente. Beh, che dire, vi invitiamo, anzi, vi obblighiamo, a visitare presto il sito www.hubcreativi.it, dove, nella sezione Radio Web, potrete presto ascoltare le nostre interviste e farvi 2 risate. Se qualcuno, inoltre, volesse darci qualche consiglio, darci una mano o magari insultarci e darci degli incapaci, potrà farlo aggiungendoci su facebook, cercando Sergio Zaza e Francesco Piotti. Bella a tutti i lettori di IG Magazine. Vi lasciamo con un appello, molto importante: Francesco? Presente... Sergio? Presente... Matteo? Presente... 25 ORIENTAMENTO SPAZIO - GIOVANI - ONIRICO SOGNO O SON GNAPPO? C 26 ome ogni pomeriggio d’estate, si girava in centro a Varese. Date le poche alternative per noi giovani e i bar cari, vidi la vecchia sede del Liceo Artistico “Frattini”. Mi fermai ad osservarla, e con lo sguardo da ex alunno, mi accorsi di un cartello familiare, già visto dalle parti dei giardini…di fianco alla biblioteca civica. Mi avvicinai e vidi delle scale antincendio bianche. La forma di queste scale si deformava a causa del calore che saliva dall’asfalto e sembrava un miraggio nel deserto. Incuriosito da quel cartello e dal sali-scendi di ragazzi e persone di tutte le età e nazionalità, ebbi la bella idea di arrivare in cima a queste scale. Pur essendo solo tre piani, arriSPAZIO GIOVANI vai in cima tutto sudato e con INFORMAGIOVANI un bel fiatone.Entrai in questo E POLITICHE GIOVANILI edificio: un bancone e bacheInformalavoro che alla mia sinistra sul quale vi Via Como, 21 erano da un lato vari volantini Varese riguardanti offerte di lavoro e Tel. 0332-255445 dall’altro locandine e volantini [email protected] di ogni genere: viaggi e vacanwww.informagiovanivarese.info ze studio all’estero, volontariato, corsi di ogni tipo, lezioni di musica, eventi per il fine settimana e non. Insomma, c’erano abbastanza informazioni interessanti per non far annoiare i giovani varesini. Accanto, una sala grande, detta “Sala Rossa” (chissà perché?): uno spazio dedicato alle associazioni giovanili del territorio che non hanno una sede in cui riunirsi. Un tavolo al centro con persone attorno. C’erano degli adulti, sì, ma erano i ragazzi più giovani a tener banco. Mi sembrò di sentir parlare di un evento per giovani, probabilmente lo stavano organizzando loro. a cura della redazione di Varese Ancora sulla destra, un ufficio mezzo verde mezzo e bianco, con dei motivi floreali zen disegnati, due scrivanie, due computer e un gran mucchio di fogli!Davvero tanti! Era l’ufficio Politiche giovanili e Informagiovani del Comune. Una vera e propria “agenzia di comunicazione” nella quale si organizzano tanti tipi di iniziative per far divertire i ragazzi varesini in modo sano, prevenendo l’abuso di alcool e droghe, e per rendere i giovani i veri protagonisti degli eventi che l’IG crea ad hoc per loro. Il fiatone non mi abbandonava e il caldo era ancora soffocante. A volte però arrivavano delle ventate di aria fresca grazie ai ventilatori. Mi accorsi che poco più avanti c’era un’altra porta: un altro ufficio, dai colori caldi e dalle decorazioni orientaleggianti, rosso e giallo. Tre operatrici e tante persone col proprio curriculum in mano… Ecco l’ ufficio Informalavoro! Lo Spazio Giovani di Via Como, 21 a Varese è stato ideato e progettato dall’associazione culturale di giovani designers e architetti “Prosp3ttiVA”, nell’ambito del progetto Mosaico Giovani. Per info: www.prosp3ttiva.it GNAPPO = nickname dato dall’Informagiovani di Varese al logo ufficiale della Rete Provinciale Informagiovani, il cui nome reale è “Puppet”. Nei corridoi incontrai dei ragazzi con le facce esauste e dei libri in mano… provenivano da delle grandi stanze poste in un’altra ala dell’edificio. Erano aule studio: una, la “Meditation Room” per lo studio intensivo, con i muri insonorizzati, le pareti bianche e delle nicchie blu con dipinti dei simboli simili a geroglifici: i ragazzi che erano dentro sembravano avere un esame importantissimo da un momento all’altro! Vigeva il silenzio più assoluto. Alcuni, presi dallo studio matto e disperatissimo, studiavano su tavolini “conficcati” nelle rientranze blu. L’altra, invece, era un’aula “Parlante”. Un tavolo attraversava una parete, come se si fosse schiantato sul muro. C’erano un sacco di puff su cui potersi sedere: qui i ragazzi potevano ripetere ad alta voce quelle parole che proprio non vogliono entrare in testa! Poi l’ultima sala. Un ambiente molto spazioso e luminoso, col pavimento azzurro e le pareti bianchissime. Un piccolo palco e delle casse già montate. Non mi sembrava un posto dove potevo stare, ma poi capii che si dovesse trattare della Sala Polivalente, luogo in cui si sarebbero potute realizzare piccole performance teatrali e musicali e anche conferenze. Diedi un’ ultima occhiata prima di lasciare l’ufficio. Mi accorsi che c’era un'altra sala, piena di computer nuovi di pacca, con dei ragazzi intenti a lavorare. Chi era sui programmi di grafica, chi sui programmi di musica, chi stava realizzando un cortometraggio: sembrava uno studio di un certo livello. Uscii dall’edificio ma caddi dalle scale, rotolando giù come una pera cotta e poi… ...poi… ”ehm –ehm.. Signor. Gnappo mi sta ascoltando? Le sto raccontando il mio sogno!” “Si caro, beh è evidente che hai bisogno di un posto dove passare il tuo tempo, dove coltivare le tue passioni, studiare e conoscere gente...ti lascio l’indirizzo di un posto che potrebbe fare a caso tuo!” 27 SCUOLE GEMELLAGGIO L'AQUILA-VARESE I l 26 Novembre dell'anno scolastico 2009/2010, alcuni studenti, delle specializzazioni di elettronica, elettrotecnica e meccanica dell'ITIS "Amedeo di Savoia" de L'Aquila, sono partiti per Varese per frequentare uno stage nell'azienda USAG. Durante il loro soggiorno, durato cinque giorni, i ragazzi sono stati ospitati da alcuni alunni dell'ISIS "Newton" di Varese e Hanno lavorato presso il suddetto stabilimento dove viene prodotta utensileria meccanica. In fabbrica hanno potuto apprendere importanti nozioni sulla produzione degli utensili, sui diagrammi di flussi logistici della produzione e sulle prove sui 28 L'ITIS DE L'AQUILA CONOSCE LA REALTÀ LAVORATIVA E SCOLASTICA DI VARESE materiali, instaurando un rapporto diretto con il personale. Accompagnati dagli alunni e dai professori dell'ISIS, gli studenti aquilani hanno visitato il centro di Varese e i musei della città. Non sono mancati momenti di allegria che hanno reso momentaneamente più spensierati i giovani aquilani, provati dalla terribile esperienza del terremoto. Il 30 Novembre dopo un caloroso saluto alle famiglie e ai docenti della scuola, i ragazzi de L'Aquila sono ripartiti portando con loro tanti bei ricordi e tante nuove amicizie. L'esperienza ha lasciato gli studenti talmente entusiasti che hanno deciso di tornare a Varese per partecipare alla manifestazione "Giovanni Alianti", che quest'anno ha trattato il tema dei sogni e delle speranze giovanili. Gli studenti dell'ITIS per l'occasione hanno realizzato un DVD avente come tema il terremoto del 6 Aprile. Il video realizzato ha trattato anche le tematiche della solidarietà e dell'affettività. Il 9 Marzo al teatro "Apollonio" di Varese hanno presentato il loro progetto riscuotendo un boato di applausi. Gli aquilani, attraverso immagini toccanti della notte del 6 Aprile e un racconto scritto dai ragazzi sulla base della loro esperienza, sono riusciti a trasmettere ai loro coetanei un messaggio forte, che ha scosso gli studenti presenti alla manifestazione, i quali hanno dimostrato una notevole sensibilità. di Maria Cialone …conoscere un’azienda da dentro… serve? Scambio di battute con l’Assessore Alessandro Fagioli partendo dall’esperienza studio-lavoro dei giovani aquilani c/o la Usag I l valore dell’esperienza di scambio dei ragazzi de L’Aquila è indubbiamente positiva, sotto tanti aspetti. Volevamo però sapere cosa ne pensa, più in generale, delle esperienze studio-lavoro che fanno molti ragazzi delle scuole tecniche. Servono? Sicuramente questo tipo di esperienze, che consentono di entrare in azienda, sono positive in quanto permettono di “vedere” e di “fare”. Ci sono dei limiti oggettivi a queste esperienze, in termini di tempo e di attività che si possono svolgere, ma speriamo che si possano allargare gli spazi di sperimentazione concreta dell’attività in azienda, esperienza che è sicuramente formativa. Per i ragazzi de L’Aquila il discorso era comunque diverso, molto più ampio, in quanto voleva essere esperienza di vita a tutto tondo e quindi, penso e spero, che sia stata positiva nel suo complesso, soprattutto sotto l’aspetto umano. Riprendendo il discorso sulle esperienze scuola-lavoro, pensa allora di agire per agevolare questo tipo di esperienze? Sul territorio ci sono attivita’ collaudate e positive di alternanza scuola-lavoro, coordinate dall’Assessorato all’ Istruzione e Formazione Professionale in collaborazione con l’Assessorato al Lavoro e Pol. Giovanili. Queste attivita’ hanno avuto riscontro positivo sia da parte degli Istituti scolastici, sia da parte delle aziende coinvolte, ma soprattutto da parte degli stu- denti. Si tratta di un passo importante per l’evoluzione dello scambio di esperienze e necessita’ tra il mondo del lavoro ed il mondo della formazione. Soprattutto mi piacerebbe fare in modo che molti più ragazzi, insieme ai loro genitori, quando devono scegliere il corso di studi dopo la terza media, prendano in considerazione con attenzione anche i 44 istituti tecnici della provincia. Se ben frequentati sono ricchi di contenuti e in linea di massima danno maggiori possibilità di impiego, se dopo il diploma si intende sospendere gli studi….. se si vuole proseguire, magari scegliendo una facoltà coerente, si ha comunque la possibilità di continuare. Una maggiore attenzione alla formazione tecnica è una linea condivisa ormai da tempo anche dalle Associazioni di categoria. E’ opinione diffusa che le scuole tecniche diano meno stimoli “culturali”. Cosa ne pensa? Non è proprio vero, si sviluppano ambiti diversi. Accanto ad una buona cultura di base, che viene comunque garantita e che è essenziale, l’imparare un “mestiere”, il fare può essere un percorso per esprimere genialità e creatività. Comunemente si è portati a valorizzare le forme di arte più tradizionali, come un dipinto o una poesia, ma è altrettanto vero che molti ragazzi si emozionano a vedere un elicottero o una bella auto, che sono comunque modi di “plasmare” la materia … non penso di scandalizzare nessuno, ma di dire una semplice verità. In passato la parola arte significava il saper fare, avendo conoscenze tecniche. Molti studenti qualora venissero indirizzati a seguire un percorso di studi tecnici, avrebbero modo di approfondire la funzionalità di un motore o le possibilità di impiego delle materie plastiche, così da esprimere al meglio le proprie capacità. In fondo il nostro territorio è cresciuto molto su questo tipo di “capacità creativa”. Non mancano certo esempi di scuole tecniche del territorio che hanno una forte attrattiva, un ottimo corpo insegnante, buone proposte culturali, una capacità di costruire rapporti con il tessuto sociale e produttivo; questo scambio ne è un esempio …. Al primo posto sta però ovviamente la volontà dei ragazzi. 29 SCUOLE di Edoardo Grimoldi ed Elisabetta Ranco L’AQUILA RITORNA A VOLARE Cronaca di una mattina di fine ottobre Sono seduti intorno al tavolo dei consiglieri della Provincia. Ciascuno di loro ha un microfono e giocano a fare i cassieri del supermercato. Si imbarazzano se sono inquadrati dalla telecamera che riprende tutta la conferenza stampa. Sono gli studenti delle classi quarte dell’ITIS “Amedeo D’Aosta” de L’Aquila, ospiti a Villa Recalcati – sede della Provincia di Varese una mattina di fine ottobre, per la conferenza stampa di presentazione del progetto di solidarietà “Ricominciare a studiare…e L’Aquila ritorna a volare” che li vede coinvolti da vicino. Infatti l’ISIS “Newton” di Varese ha dato vita ad un gemellaggio con l’istituto tecnico abruzzese, colpito dal sisma dell’aprile dell’anno scorso, in collaborazione con l’Unione degli Industriali della provincia di Varese, la Provincia di Varese e l’azienda SWK Utensilerie srl (ex Usag). Gli studenti dell’ITIS de L’Aquila sono infatti ospiti dalle famiglie dei loro coetanei varesini. Alla conferenza stampa erano presenti il presidente della Provincia Dario Galli, l’Assessore al Lavoro e Politiche Giovanili Alessandro Fagioli, il direttore dell’Univa Vittorio Gandini, il direttore Risorse Umane di SWK Utensilerie Carlo Corollo e il professor Di Prospero, docente che ha accompagnato i ragazzi abruzzesi in visita a Varese. L’intervento del professore, il più commovente. Definisce L’Aquila il “paese del cratere” e ringrazia i presenti per aver portato i 17 ragazzi e lui lontano da quella che può essere definita la bocca del vulcano. Ormai i professori oltre ad insegnare matematica, lettere o inglese, si sono trasformati anche in docenti di sismologia. Di terremoti, scosse, epicentri sanno tutto. Durante il viaggio – dice – i ragazzi non hanno parlato del terremoto. L’idea di andare in “gita” a Varese li entusiasmava. Riporta la testimonianza di uno studente che aveva una casa nuova, costruita da 30 qualche mese, ma che l’energia del terremoto ha raso al suolo. E si chiede: “La città de L’Aquila è stata fondata nel 1254 e nel corso della sua storia è stata rasa al suolo più volte. Ma dove le prende le energie?”. Prosegue dicendo: “Alcuni studenti si chiedono come faranno gli anziani ad adeguarsi alla situazione. Loro sono giovani e hanno le forze per abituarsi al nuovo, ma gli anziani?”. Insomma, sia in positivo che in negativo, alla città abruzzese non manca l’energia. Ringrazia poi commosso per avergli fatto dimenticare almeno per qualche giorno di essere “terremotati”. Terminata la conferenza stampa sono stati regalati ai ragazzi, tra l’altro, i nostri IG Magazine. La giornata è proseguita con un buffet e con la visita guidata alle SWK Utensilerie di Gemonio e Monvalle, per vedere da vicino un’azienda che lavora nell’ambito della meccanica e che potrebbe essere di interesse per il loro futuro lavorativo. Le attività previste per la settimana sono state oltre a stage a piccoli gruppi nei diversi reparti dell’azienda (fabbrica, meccanica e stampi, sicurezza, magazzino, laboratorio) anche il rafting, attività sportiva molto in voga fra i ragazzi. Ma come hanno vissuto loro la settimana qui a Varese? Non ci rimane che leggere la loro testimonianza! INTERVISTA a cura di Daniela Giunta IL TEATRO DEGLI ORRORI QUANDO UN’INTERVISTA SU WEB RADIO SI TRASFORMA IN PAROLE SCRITTE SU CARTA… E cco che noi di IG Magazine vi proponiamo un’intervista radio svolta a Pier Paolo, cantante varesino de Il Teatro degli Orrori, da Daniela, ragazza che fa parte della redazione della radio web Hub Creativi, e che è stata trasmessa successivamente on line. Accanto alle radio tradizionali si stanno moltiplicando infatti le radio che usano il web come strumento, e la web radio Hub Creativi ne è un esempio. D: Ciao Pier Paolo, cosa ne pensi della scena alternativa musicale in Italia? P: Parlare di una scena presuppone una comunità d’intenti e di obiettivi che gli artisti dovrebbero avere, ma mi sembra che in Italia ognuno si facci agli affari suoi. Non si può parlare a mio avviso di “scena” in Italia, come poteva ad esempio essere la New Wave degli anni ’80. Certo è che c’è una grande voglia di suonare, di dire, di fare. Ciò che trovo significativo in questi ultimi tempi è il ritorno e il desiderio di contenuti e di impegno sociale (e questo lo dimostra il successo del nostro gruppo), soprattutto da parte dei giovani che si sono stancati di tanto edonismo e superficialità. D: Cosa ne pensi del mercato discografico e delle etichette indipendenti rispetto ai giovani gruppi emergenti? P: Le etichette indipendenti non hanno grandi risorse e fanno ciò che possono all’interno di un tessuto economico e finanziario che il mercato discografico dà. Si fa tutto con poco, lo si fa con grande passione ed entusiasmo ma non possono paragonarsi alla 31 WEB RADIO di Alessandro Cadoni, Fabio Ferrara, Glenda Giussani forza delle grandi mayor. Si parl comunque di crollo delle grandi major, perché tutti “downloadano” ed è giusto che sia così. Le etichette indipendentimettiamola così- fanno ciò che possono, mentre le mayor ciò che vogliono. D: Voi siete partiti a cantare in lingua inglese, una lingua universale, poi avete optato per l’italiano. Come mai questa scelta? P: E’ una scelta tardiva, ci siamo resi conto poi che usando la lingua italiana il pubblico capisce di più e riusciamo ad entrare nel cuore della gente. L’inglese è indubbiamente una lingua molto adatta al rock, ma dopo tutto viviamo in Italia, parliamo in italiano, e credo che la cosa più onesta sia cantare in italiano per quanto sia difficile. Così facendo il pubblico si innamora delle canzoni. CI SIAMO ACCORTI COME IL PUBBLICO AI NOSTRI CONCERTI CANTI PAROLA PER PAROLA LE NOSTRE CANZONI. CEÒ È UNA GRANDE SODDISFAZIONE! Noi ci siamo accorti come il pubblico ai nostri concerti canti parola per parola le nostre canzoni. Ciò dà molta soddisfazione! Consiglio a tutti i gruppi che cantano in inglese di cambiare o andare a vivere in un paese anglosassone. Poi ognuno fa quel che vuole: l’importante è che ci sia del contenuto e dire qualcosa, che sia in inglese, francese o tedesco! D: Se pensiamo al rock pensiamo a quella enorme fusione di rivoluzioni sociali e di anticonformismo che a suo tempo hanno cambiato così il mondo letteralmente che 32 COS’È UNA WEB RADIO? Per web radio o radio on line si intendono emittenti radiofoniche che trasmettono in forma digitale il proprio palinsesto attraverso internet. Possono essere radio tradizionali che ampliano il proprio raggio di ascolto ripetendo le trasmissioni on line o, in altri casi, si tratta di emittenti, amatoriali o meno, che mettono a disposizione il proprio palinsesto esclusivamente in streaming, ovvero in tempo reale su internet. TEATRO DEGLI ORRORI Il Teatro degli Orrori è un gruppo noise rock nato nel 2005. Il nome della band si ispira al teatro delle crudeltà di Antonin Artaud. oggigiorno ne sentiamo ancora le conseguenze: pensi che oggi sia ancora così a livello nazionale e internazionale o visto che oggi ciò che importa è vendere, non la situazione è cambiata? P: Quando parli di rock nel senso autentico del termine è sempre stato sintomo di progresso civile. Fare musica rock contribuisce alla maturazione e al mutamento dell’immaginario collettivo, inteso come vita delle persone. Una buona canzone può in effetti contribuire a mutare la società. Il nostro pubblico per esempio si rispecchia nelle nostre canzoni, piange, ride e se ne va a casa con un pensiero in più su cui riflettere. Ringraziamo Pier Paolo per la disponibilità e arrivederci al prossimo concerto! a cura di Daniela Giunta MUSICA NOTTURNOGIOVANI UN VENTAGLIO DI PROPOSTE PER I GIOVANI AMANTI DELLA MUSICA, PER DIVERTIRE E DIVERTIRSI S quillino le trombe.... rullino i tamburi... l'Informagiovani di Varese è tornato con voi, e per voi! Abbiamo fatto “fagotto” e abbiamo cambiato casa! Tutto nuovo, tutto più grande e tutto più interessante!... questi cambiamenti non riguardano solo le mura dentro alle quali lavoreremo, ma anche i nostri progetti. Orsù dunque anime musicali, questo articolo è per voi! Notturnogiovani è un progetto che si rivolge a tutti i giovani dei territori di Varese, Como, Verbania e Ticino, interessati alla musica. In particolare a coloro che fanno parte di band musicali. Come scopo si propone quello di incrementare e facilitare la produzione musicale giovanile attraverso attività innovative come quelle che trovate in questa pagina. VA SUL PALCO Concorso aperto a tutte le band giovanili emergenti della Provincia di Varese e territori limitrofi. Requisiti: un'età compresa tra i 16 e 30 anni, un repertorio proprio. Alle prime 40 band iscritte verrà data la possibilità di registrare gratuitamente un demo con i 3 brani necessari per la selezione. 3 le speciali giurie: tecnica, giovani e giuria popolare. A tal proposito, ecco il link in cui potete trovare tutte le info e la modulistica per la nuova iscrizione! http://lnx.notturnogiovani.it/ notturno/blog/2010/10/01/aperte-le-iscrizionia-va-sul-palco-2011/ SUMMERFEST Espressione e creatività giovanile a 360°. Un festival di 2 giorni dove Sport, Arte ma soprattutto Musica faranno da padroni! Il palco ospiterà varie band, da quelle Varesine e in trasferta da Bilbao e quelle affermate sulla scena. WORKSHOP TEMATICI: Dedicati ai giovani musicisti dei territori coinvolti nel progetto e che sono interessati al tema della musica e della produzione indipendente. TAVOLA ROTONDA Spazio alla Musica. Incontro aperto a tutti i giovani del territorio amanti della musica in tutte le suo forme e contesti. Testimonial d'eccezione porteranno le loro esperienze e risponderanno a domande aperte che gli verranno poste dai giovani partecipanti. Vi aggrada?! Speriamo di si! Tutto questo e le varie novità le potrete trovare sul nostro sito: www.informagiovanivarese.info o su FB Informagiovani Varese. Seguiteci e venite a trovarci alla nuova sede di Via Como 21! Vi aspettiamo! CORTISONICI: SEZIONE VIDEOCLIP Il mondo dello schermo e delle note si uniscono! All'interno del noto festival di cortometraggi Varesino Cortisonici viene lanciato un concorso per band emergenti. La band con in migliore videoclip sarà invitata a suonare durante il festival! 33 CONCORSO I LOVE MY LAND LA PREMIAZIONE 34 CRONACA DELLA CERIMONIA FINALE DEL CONCORSO FOTOGRAFICO FIRMATO INFORMAGIOVANI R JUNIO G iovedì 21 gennaio 2010. Villa Recalcati. Varese. 1° Anche quest’anno si è concluso il concorso fotografico organizzato dal Coordinamento 2° Provinciale Informagiovani dal titolo “I love my land”. Ritratti di giovani nei luoghi della provincia di Varese”. Oggi è il giorno del verdetto finale. Chi sarà il vincitore delle due categorie, junior e senior, previste? Noi della redazione di IG Magazine non potevamo mancare! La cerimonia si apre con una breve presentazione della giuria di esperti, che ha visionato tutte le fotografie pervenute. Poco spazio alle parole e ci si dedica subito alle immagini. Ecco che parte la proiezione delle foto finaliste. Ai primi sei classificati della categoria Junior (1991-1994) e della categoria Senior (1983-1990), infatti, verranno assegnati premi in buoni acquisto per materiale informatico, multimediale e fotografico. Ed ecco che vengono annunciati i vincitori, una vincita tutta al femminile. Il premio più importante della categoria Junior va a Elena Cavalieri, 16 anni, studentessa del Liceo Artistico di Varese. Titolo della sua fotografia: “Ci sono anche io”. Per la categoria Senior invece è la fotografia dal titolo “Estensioni” ad aggiudicarsi la vittoria. Autrice dello scatto è Francesca Mariani, 20 anni, studentessa del NABA di Milano. 3° di Francesco Mugnani IL CONCORSO IG 2010 “SCATTI D’ATLETA” Le prendiamo da parte ancora emozionate per la vittoria, per rivolgergli qualche domanda. Da cosa trae ispirazione la tua fotografia? E: Dunque, la mia foto s’intitola “Ci sono anch’io”. Il titolo richiama la condizione in cui si ritrovano i giovani di oggi, ovvero poco presi in considerazione. Questo scatto vuole spronare chi di dovere ad avere la giusta attenzione nei confronti di noi ragazzi. F: “Estensioni” è in realtà un progetto che ho presentato per un esame universitario. Il tema da affrontare e rendere R SENIO con uno scatto era come la personalità dell’uomo si delinea e si trasforma, diventando altro. Il concorso fotografico lanciato dal Coordinamen-to provinciale Informagiovani per il 2010 ha come tema giovani e sport, ovvero giovani raffigurati e accostati ai valori dello sport (agonismo, vittoria, lealtà, etc.). Il titolo scelto per questa edizione è "Scatti d’atleta Immagini di giovani & sport”. I premi previsti sono buoni per l’acquisto di materiale informatico, multimediale e fotografico. Novità di quest’anno è la sezione speciale “Scatti d’atleta in rosa Immagini di sport al femminile” organizzata in collaborazione con la consulta femminile provinciale. Ai primi 4 classificati saranno dati in premio buoni acquisto per attrezzature sportive o materiale sportivo. Nei primi giorni di dicembre sipotrà anche partecipare all'assegnazione di un premio speciale internet collegandosi a: www.provincia.va.it/giovani.htm 1° 2° 3° Cosa ne pensi del tema di quest’anno? E: Penso sia un bel tema. Inizialmente volevo incentrare la mia fotografia sul tema della natura, ma poi successivamente ho cambiato idea, trattando invece la condizione giovanile. F: Mi piace, soprattutto perché si è potuto valorizzare il territorio in cui viviamo. Qual è il tuo stile fotografico preferito? E: non ho uno stile preferito, ogni fotografia è soggettiva. F: Personalmente mi piace molto il bianco e nero. Inoltre tra le foto digitali e quelle tradizionali, preferisco le foto analogiche. Progetti per il futuro? E: Vorrei studiare più approfonditamente fotografia, ma anche disegno. F: Mi piacerebbe diventare una “videoartista”, un’artista che lavora nell’ambito delle arti visuali (fotografia, pittura, video). Mi interesserebbe anche studiare l’arteterapia, ovvero l’impiego di tecniche impiegate nella musica, nel teatro, nella pittura, nella danza, etc. utili alla crescita della persona nella sfera emotiva e nelle relazioni con gli altri. 35 INFORMAZIONE I MEDIA DEL FUTURO INTERVISTA DOPPIA AI DIRETTORI DI DUE DELLE PIÙ IMPORTANTI TESTATE LOCALI: OPINIONI A CONFRONTO C 36 ome redattrice ho sempre toccato argomenti artistici, questa volta, invece, vi proporrò una doppia intervista che parla di Media. L’informazione attraverso Internet. Abbiamo intervistato il direttore della Prealpina e il direttore di Varese News, cercando i loro punti di vista in materia. Io stessa sono ipnotizzata da Internet e dai Social Network, perché hanno un immediato impatto su chi vuole essere informato. Purtroppo hanno dei pro e dei contro, ossia, l’informazione arriva immediata, ma esclude tutto quello che riguarda le attività sociali. Una volta ci si trovava al bar, a fare colazione e a leggere il giornale. A discutere sugli eventi mondani. Così si faceva spesso amicizia. Ora ci si chiude in casa, leggendo le notizie diret- tamente da internet o dai Social Network. L’attività sociale c’è in parte, ma esclude tutto ciò che riguarda il contatto diretto. Leggere le notizie da internet è ottimo, ma non scordiamo i nostri amati giornali appena freschi di stampa e il contatto con il mondo esterno. Questa è solo una mia opinione ovviamente, ma ora sentiamo cosa ne pensano i direttori! di Marilisa Menegatti INTERVISTA a Angeleri Direttore della Prealpina e a Giovannelli Direttore di Varese News Riguardo alla informazione on-line “locale”, a che livello si attesta secondo Lei? In un ipotetico sondaggio, secondo Lei i lettori preferirebbero leggere il giornale cartaceo o la versione multimediale? L'informazione on-line è destinata a continuare crescere o no? Perché? Livello medio - per ora e per qualche anno (dieci?) il cartaceo - Sì, crescerà per la comodità di accesso. L'informazione online locale crescerà perchè internet si caratterizza sempre più come mezzo di condivisione. Questa si sviluppa sia per interessi (e la dimensione globale abbatte le distanze) che per territorialità. Il lettore cerca servizi oltre alle informazioni. Non credo che esista un dualismo tra carta e web. Oggi vengono visti come alternativi, ma questo è dovuto ancora alla scarsa conoscenza di internet. I giornali cartacei si ricollocheranno e anzi il web potrà essergli di aiuto per tante ragioni, anche nella diffusione di maggiori lettori. L'informazione online continuerà a crescere anche se abbiamo molti problemi di infrastruttura e anche un profondo ritardo culturale. Il Suo giudizio è identico sia che i parli di informazione locale che informazione nazionale e internazionale? L'informazione locale online è più svantaggiata ma è più sincera. L'altra è apparentemente completa ma molto ben pilotata non dalle notizie. Hanno caratteristiche profondamente diverse. L'informazione internazionale e quella nazionale possono usufruire di molte fonti (agenzie, giornali, istituzioni, blog, ecc) mentre quella locale non ha molte fonti salvo quelle più tradizionali. I giornali locali sono essi stessi fonte. Quale la differenza più significativa fra le due forme di "giornale"? Sotto quali aspetti il cartaceo è migliore del multimediale o viceversa? Uno si legge a video ancora con fatica, l'altro mentre si sfoglia emana quel profumo di carta che è parte integrante della nostra vita. Di qui la mia preferenza per il cartaceo Il cartaceo ha una maggiore leggibilità e soprattutto può essere fruito in modo più snello. Per contro però trovarlo è più difficile e soprattutto ha una tempistica diversa. Arriva dopo molte ore che i fatti sono successi e sviluppa un minore dibattito. Che differenza c'è nei costi tra informazione cartacea e quella on line? Costi identici se si vuol realizzare un prodotto vero e sincero. profondamente diversi per quanto riguarda i costi di stampa e distribuzione. Per il resto è tutta l'organizzazione a mutare e quindi ad avere altri costi. Pensa che i social network, tipo Facebook e simili, siano un buon sistema di comunicazione per far arrivare le notizie ai giovani? Quali i rischi e quali i vantaggi…. Sì, certo parlano ai giovani e comunicano alla rinfusa. Ecco il rischio. Il mancato onesto filtro del giornalista professionista e non pennivendolo. Certamente. I social network sono comunicazione e condivisione pura. Tutto poi dipende da come si usano, ma certamente rivoluzionano il modo di interagire e di informarsi. I rischi sono quelli di credere che lì c'e' tutto il mondo, i vantaggi quelli che davvero lì' può passare il mondo. 37 MOSAICO GIOVANI VIAGGIO TRA INSOLITI PROTAGONISTI: RACCONTARE CON IL REPORTAGE Gli stagisti dell'Insubria alla scoperta dei tasselli del “mosaico” 38 Cosa significa raccontare? Noi stagisti del laboratorio ce lo siamo chiesto all'inizio del percorso che ci ha portati a documentare il progetto Mosaico Giovani. (finanziato da Regione Lombardia e Ministero della Gioventù, di cui la Provincia è il soggetto Capofila) Tutto inizia quando, all'interno del Laboratorio Multimediale di Ateneo dell'Università dell'Insubria veniamo incaricati di realizzare un reportage filmato sulle varie iniziative giovanili che interessano l'area del Varesotto: viaggiando per la provincia, dovremo conoscere le diverse realtà che Mosaico ha permesso, spaziando tra volontariato, sport, attività educative, teatro, orientamento per gli studenti e concerti, fino alle iniziative delle associazioni giovanili e alla realizzazione di spazi ad hoc per i ragazzi. Da subito cerchiamo di capire quale sia l'approccio più adatto per realizzare il nostro lavoro, con quali occhi osservare ciò che dovremo poi descrivere attraverso le immagini. Si tratta di fotografare dall'esterno i vari progetti o forse sarebbe interessante parlare in modo specifico dei singoli protagonisti? Questo tipo di riflessione ci porta a delineare le linee guida con le quali lavorare: dovremo cercare di essere il più possibile obiettivi e, al contempo, mirare a cogliere ciò che è il significato più profondo delle iniziative che man mano conosceremo, con uno sguardo che vada oltre i risultati più evidenti. Ciò che di interessante vogliamo raccontare è quanto di solido Mosaico abbia costruito, tutto quello che, al di là della situazione contingente, resterà nel tempo. Su questi presupposti inizia il nostro percorso, che porta noi quattro stagisti del laboratorio ad entrare in contatto con ragaz- LABORATORIO MULTIMEDIALE DI ATENEO DELL'INSUBRIA Il Laboratorio Multimediale di Ateneo dell'Insubria è attivo dal 2008. La realizzazione di prodotti multimediali negli anni, che ha coinvolto studenti e stagisti provenienti dal corso di laurea in Scienze della Comunicazione, è stata supportata da alcuni esperti in campo tecnico e organizzativo, oltre che da alcuni docenti dell'università. di Silvia Sommaruga REPORTAGE MOSAICO GIOVANI è una documentazione video che consiste in quattro episodi e in un lavoro conclusivo che, attraverso gli occhi della troupe, disegna un quadro generale del progetto. I prodotti sono visibili ai link: www.provincia.va.it/giovani.htm www.uninsubria.it/pls/uninsubria/consultazione.mostra_pagina?id_pagina=11453 zi della nostra stessa età, esplorando il mosaico di realtà che il progetto ha contribuito a creare. Tappa dopo tappa è il viaggio stesso a insegnarci come raccontare al meglio le esperienze che incontriamo: la chiave è entrare in sintonia con le persone che andiamo a riprendere e intervistare, riuscire a metterci in reale contatto con loro. CIÒ CHE VOGLIAMO RACCONTARE È QUANTO DI SOLIDO È STATO COSTRUITO CON MOSAICO GIOVANI Esemplare in questo senso è il pomeriggio di riprese con i ragazzi saronnesi di Spazio Anteprima, alle prese con l'interpretazione del musical Rocky Horror Picture Show: un'intera giornata trascorsa in un batter d'occhio, tra sperimentazione di nuove inquadrature e domande impreviste che emergono spontanee. Ci ritroviamo così a indossare le parrucche di scena e a ridere con i ragazzi degli errori durante le prove mentre interagiamo spontaneamente, facendoci raccontare come quest'esperienza li abbia uniti come gruppo di amici e abbia permesso loro di interpretare dei ruoli insoliti, liberi dalle regole sociali. Altro episodio che non dimenticheremo facilmente è il concerto unplugged nella biblioteca di Luino, durante il quale, tra le riprese dell'ambiente e l'a- scolto dei pezzi, decidiamo di ribaltare completamente l'impostazione delle interviste, per riuscire a catturare l'atmosfera di quella giornata, totalmente diversa da quello che ci aspettavamo: un semplice ritrovo di giovani musicisti e cantanti crea un perfetto clima di scambio e condivisione di esperienze. Una tappa in cui il dialogo coi ragazzi è efficace si rivela poi l'incontro con il coro gospel Divertimento Vocale: nel clima disteso, immersi nell'energia che il coro trasmette, i ragazzi non incontrano ostacoli nel comunicarci cosa significhi davvero per loro far parte del coro. Come questi, sono tanti gli episodi in cui il lavoro si trasforma in momento di divertimento ma anche di crescita, professionale e personale, in cui risulta fondamentale mettersi sempre in gioco. Occasioni in cui la distanza tra osservatore ed osservato si assottiglia e la vicinanza tra i due permette un contatto immediato ed efficace. Riuscire a capire i nostri coetanei: è stata questa la sfida più affascinante di un'esperienza che si è rivelata un vero viaggio, un viaggio tra insoliti protagonisti. MOSAICO GIOVANI Tante iniziative per e con i giovani del territorio Per saperne di più collegatiti a www.provincia.va.it/giovani.htm 39 http://www.provincia.va.it/giovani.htm music ook Hey! Hai sentito la novità? Cosa? Se suoni in una band o ti piace fare musica puoi iscriverti al censimento delle band della provincia di Varese. Perchè dovrei iscrivermi? Ci sono all’orizzonte nuove iniziative ed opportunità!!! Hai una band? Ti piace fare musica? Taggati anche tu! Iscriviti alla nostra community www.provincia.va.it/giovani.htm