IG Magazine n. 9 - Provincia di Varese

Transcript

IG Magazine n. 9 - Provincia di Varese
N. 9
11
10
SOMMARIO
numero 9 - novembre 2010
Registrazione del Tribunale di Varese
n. 923 del 4 dicembre 2007
Editore:
Direttore responsabile:
Mauro Carabelli
Redazione:
Alessandro Cadoni, Daniela Giunta, Davide Longo,
Elena Spinelli,Fabio Ferrana, Francesca Capoluongo,
Francesco Piotti, Glenda Giussani, Ivana Basaric,
Marco Bonaglia, Marco De Santi, Mario Favini,
Marilisa Menegatti, Nicole Colombo, Rosalba Maruca,
Rossella Scutteri, Sergio Zaza, Stefano Fioretti,
Vincenzo Niesi, Elisabetta Ranco, Edoardo Grimoldi,
Floriana Pagnottoni, Maria Cialone
Francesco Mugnani, Silvia Sommaruga
Hanno collaborato:
gli InformaGiovani dei Comuni di:
Marchirolo, Cugliate Fabiasco,
Cunardo e Cadegliano Viconago - Marzia Albieri,
Saronno - Elena Mazzucchelli,
Sesto Calende - Massimiliano Tappari
Varese - Elena Emilitri e Anna Manicone
Hanno partecipato:
Rete Bibliotecaria Provinciale
Elisabetta Bertani - Rete Bibliotecaria Provinciale
Cristina Diani - Biblioteca di Caronno Pertusella
Valentina Candiani - Biblioteca di Busto Arsizio
Letizia Antonello - Biblioteca di Gavirate
Coordinamento:
Provincia di Varese - Coordinamento InformaGiovani
Donatella Ballerini
con la collaborazione di Giorgio Benzoni
Grafica:
Provincia di Varese Stefania Magni
Stampa:
Real Arti Lego - Corbetta (MI)
Se vuoi contattarci scrivi una mail a:
[email protected]
GIOVANI ARTISTI
Nella “web” di giovani artisti
4
FACEBOOK
Botta e risposta
6
IG SARONNO
Finalmente il nuovo sito
9
RADIO ADO
Adolescenti on air
10
STUDENTI
La consulta
studentesca provinciale
12
E-BOOK
Ma anche no
13
RECENSIONI LIBRI
16
CURIOSITÀ
A cosa stai pensando?
18
FAKEBOOK
La stazione si reinventa
19
SPORT
Il softair
20
LAVORO
Esseri digitali in cerca di lavoro
22
ESPERIENZE
Radio web itinerante
24
ORIENTAMENTO
Sogno o son gnappo?
27
SCUOLE
Gemellaggio L’Aquila-Varese
28
INTERVISTA
il teatro degli orrori
31
XX
xx
33
CONCORSO
I love my land: la premiazione
34
INFORMAZIONE
I media del futuro
36
MOSAICO GIOVANI
Raccontare con il reportage
38
EDITORIALE
di Mauro Carabelli
IL VIRTUALE, IL CORPO
E LA VITA REALE
Oggi, le macchine e, in particolare, i nostri pc connessi alla vasta
rete mediatica, tendono a diventare sempre più lo strumento principale di conoscenza e il medium privilegiato del relazionarsi al
mondo inteso in tutti i suoi aspetti (sociali, naturali, politici, relazionali, affettivi ecc.).
Buona parte di questo IG Magazine ospita interessanti articoli e
testimonianze relative alla comunicazione e alla creatività sul web
e l’applicazione delle nuove tecnologie nei più svariati campi della
nostra vita.
Impensabile fino a qualche anno fa un dominio del virtuale così vasto
in quasi tutti i processi di comunicazione. Leggendo gli articoli emerge una sostanziale aderenza a un’evoluzione tecnologica che sta trasformando radicalmente anche i più elementari rapporti tra gli esseri umani. Emerge anche qualche dissenso: il confine tra realtà e rappresentazione si assottiglia con il rischio di indebolire l’”autenticità” del rapporto diretto. Il corpo con le sue emozioni ed espressioni
non verbali comunica molta più “verità” di quanto riusciamo a dire
e a registrare. Il punto è proprio questo: dov’è finito il corpo? E che
consistenza hanno la reciprocità e il feed bach nel messaggio telematico?
Al di là degli innegabili vantaggi di tempo, di reperimento di materiale e della globalità di rapporti garantiti dall’immane estensione
della rete, è sempre in agguato il rischio di scivolare inconsapevolmente dentro la potente illusione che si possa conservare inalterata la propria identità prescindendo totalmente dal corpo all’interno
del quale essa si costituisce.
Sebbene lavori ormai da più di trent’anni nel campo della comunicazione
e abbia dovuto cimentarmi velocemente per ragioni professionali
con i nuovi strumenti proposti continuamente dall’evoluzione della tecnologia informatica, devo ammettere che il rischio dell’assorbimento
totale con la conseguenza di ottimizzare una funzione ma di perdere
contemporaneamente il contatto
reale con il mondo non appartenga più solo alla fantascienza filmica di
Matrix.
Non c'è uomo che non possa bere
o mangiare, ma sono in pochi in grado
di capire che cosa abbia sapore.
(Confucio)
Oggi si può tranquillamente neutralizzare un obiettivo nemico con
un RQ-1 Predator, cioè un Unmanned Aerial Vehicle meglio conosciuto come drone, pilotando “da remoto” anche oltre la linea dell'orizzonte, grazie ad un sistema data link satellitare, standosene
cioè “tranquillamente” seduti a casa dietro il proprio pc.
“Neutralizzare”, target offset, come in un wargame. Ma i missili che vengono sganciati non sono virtuali e dall’altra parte, a
migliaia di km di distanza, il target è costituito da “vere” vittime. E’ un tipico esempio di come quella fusione uomo-macchina capace di modificare la percezione dello spazio-tempo sia già
in atto. Insomma, il soggetto post-moderno sta diventando
tecno-sensibile.
Quello che emerge all’interno dell’ambiente reticolare che ci
avvolge, sottoponendoci a un bombardamento mediatico
senza precedenti, a una relazione simbiotica con le tecnologie informatiche e con le macchine in generale, è l’immagine di una soggettività distante
dal mondo reale, tuttavia pervasa e
ossessionata dal controllo ed “emotivamente” agganciata alla performance.
Si dirà che il cyborg, in funzione del modo
e del mezzo più razionale e vantaggioso con
cui raggiungere l’obiettivo (il target, appunto),
può permettersi di lasciare sul campo qualche
esame di coscienza di troppo. Sono aspetti questi
che ormai coinvolgono lo stile con cui si fanno la
comunicazione e l’informazione più ordinarie.
Però, come sono lontani i tempi in cui, per esempio, la gavetta giornalistica consumava le suole
delle scarpe e annotava sul taccuino! Si viveva
costantemente dentro l’evento e se ne percepivano visceralmente gli umori. Soprattutto
ci si guardava in faccia e si aveva anche il
tempo per fermarsi e riflettere.
3
GIOVANI ARTISTI
NELLA “WEB”
DI GIOVANI ARTISTI
CONOSCIAMO MEGLIO I GIOVANI AUTORI DELLA COPERTINA
DI QUESTO INFORMAGIOVANI MAGAZINE
APPUNTAMENTO OBBLIGATORIAMENTE A SPAZIOANTEPRIMA
C
onosciamo meglio i giovani autori della copertina di questo InformaGiovani Magazine.
Appuntamento obbligatoriamente a Spazio
Anteprima.
IL PROFILO DEGLI AUTORI
Marco Ceolin ha 22 anni, studia grafica
all’Accademia di Brera.
Francesco Pirini ha 23 anni, frequenta Nuove
tecnologie, sempre all’Accademia di Brera.
Collaborano a Vibrazioni Artistiche e
lavorano presso SpazioAnteprima.
Alcune loro opere sono visibili al sito
spazioanteprima.wordpress.com
VIBRAZIONI ARTISTICHE
Vibrazioni Artistiche è un gruppo di giovani artisti di Saronno e dintorni: musicisti,
fotografi, costruttori, eccetera...
Vibrazioni artistiche, a cui partecipano 10 14 persone in modo stabile, propone diversi eventi a tema, spesso con musica dal visvo
e dj set, oltre ad organizzare mostre per giovani artisti.
Gli eventi si tengono in gran parte presso
SpazioAnteprima - V.le Lombardia - Saronno
4
Allora Marco e Francesco, come nasce l’idea di una vostra collaborazione?
M.: Francesco ed io eravamo compagni di liceo,
ma una volta finito questo, ci siamo persi di vista.
Ho rivisto Francesco dopo un paio d’anni e gli ho
proposto di unirsi a me per fare la locandina per
Vibrazioni Artistiche in occasione del primo evento
che stavamo organizzando “SilenzioRumore”.
F. Esattamente così. Da lì inizia la nostra collaborazione e praticamente posso dire che lavoriamo
insieme. Anche i murales qui allo Spazio per la
maggior parte sono opera nostra.
di Ivana Basaric
Ecco, visto che mi hai lanciato la palla,la
prendo al balzo, ma il futuro come lo vedete, come vi vedete voi nel futuro?
Come nasce la vostra passione per l’arte?
F.: Mi piaceva disegnare da quando ero alle medie,
così mi sono iscritto al Liceo Artistico e dopo ho
deciso di rimanere nell’ambiente iscrivendomi
all’Accademia di Brera. Ora studio qualcosa
che esula dal semplice campo artistico: imparo come sfruttare la tecnologia e i computer per
ricreare effetti che non esistono in natura o per
montaggi e altre cose che non sto ora a spiegarti, se no ci servirebbero giorni.
M.: Anche a me piaceva disegnare sin
dalle medie. Per due mesi ho frequentato il Liceo
Scientifico, però poi ho capito che forse non era
la mia strada. E’ da quando avevo 14 anni che
mi piace la Street Art e quindi ho deciso di passare al
Liceo Artistico e poi a Brera. Ora faccio il grafico e spero
di continuare in questo campo.
F.: Eh il futuro? Bella domanda…Ovvio io spero di
continuare a fare quello che mi piace. Oggi anche
il mondo artistico è un mondo difficile. Ci sono artisti veramente bravi che sono in grado di affermarsi
da sé, ma ci sono molti artisti,e mi ci metto tra quelli, che sono “bravini“, ma non eccelsi. In tal caso,
come spesso accade in Italia, bisogna avere contatti giusti. Io personalmente non sono uno a cui piace
molto apparire e nemmeno vendere la mia immagine o quello che faccio. Preferisco
rimanere “nell’anonimato” e
fare quello che spero
altri
possano
apprezzare.
Spero solo di
non dovermi ridurre davanti ad un
computer a fare
un lavoro noioso e ripetitivo.
M.: Sono d’accordo
con
lui.
Usciti
dall’Accademia ci si accorge che comunque il lavoro, è difficile da trovare. La
gente oggi apprezza sempre meno l’arte e tutto
quello che è connesso ad essa. Spero di diventare
grafico o comunque di fare qualcosa che mi piace
e poter campare di quello.
Chiudo l’incontro con un pensiero: chi critica i giovani per mancanza di iniziative, dovrebbe conoscere questi ragazzi e tanti altri che, come loro,
hanno voglia di sperimentarsi e mettersi in gioco;
è un’ottima cosa creare spazi per dare la possibilità, a quelli come loro, di esprimersi. Sembra che
essere umanisti o interessati ad aspetti più profondi sia quasi un sinonimo di nullafacenza. Persone
come Francesco e Marco potranno almeno dire di
aver provato a fare qualcosa in cui credono.
Illusi? Sognatori? Spero di no, ma al futuro l’ardua
sentenza.
5
FACEBOOK
BOTTA E RISPOSTA
CHI USA FACEBOOK TUTTI I GIORNI E CHI PROPRIO NON LO SOPPORTA
C
iao Serena e ciao Luca! Prima di iniziare, una
domanda per conoscervi meglio e capire qual è
il vostro rapporto con internet e le nuove tecnologie?
S. Ciao! Per mia passione e corso di studi uso parecchio le nuove tecnologie e la rete. In università ci
stiamo concentrando parecchio sulla comunicazione
sul web, quindi navigo in internet per studio e per
divertimento non meno di due ore al giorno. Non mi
separo mai dal mio I-pod e dal mio I-phone con cui
navigo in internet e aggiorno i miei profili sui social
network... e chissà se per la laurea arriverà l’I-pad!
L. Ciao! Io sono al contrario. Internet non lo uso
quasi mai, se non per controllare il sito
dell’università. Mi dimentico anche di
controllare la mia casella mail!
Preferisco trascorrere il mio
tempo con gli amici, ma fisicamente insieme. Quando ci troviamo facciamo lunghe partite con la WII,
questa è la tecnologia che uso
di più. Ho il cellulare, ma non è
uno smartphone: scrivo solo sms e
telefono, nient’altro.
Serena
23
laurea triennale
in scienze della comunicazione
Mi piace: musica, tecnologia, sport
Nome:
Età:
Scuola:
6
Intervista doppia
per riflettere:
la parola
a due universitari
...e voi
cosa ne pensate?
Luca
23
laurea triennale
in scienze dell’educazione
Mi piace: arte, natura,
lettura artenologia, sport
Nome:
Età:
Scuola:
Subito una domanda a bruciapelo. Siete
iscritti a Facebook?
S. Sì, sono iscritta a Facebook da tre anni.
L. No no, non sono iscritto e va bene così.
Facebook in tre parole?
S. Semplice, gratuito e immenso.
L. Caotico, insicuro e devastante.
Le vostre posizioni sono chiare. Nel bene o
nel male, pensate che Facebook abbia rivoluzionato la vita delle persone?
S. Rivoluzionato forse è una parola grossa, però in
effetti qualcosa è cambiato. Posso essere aggiornata
su quello che succede ai miei amici e conoscenti
senza necessariamente vederci.
di Nicole Colombo
L. Sì, più che altro un’involuzione. Serena, il fatto di
sapere cosa succede agli altri senza incontrarli non
è positivo. Si perde completamente la bellezza del
rapporto umano, del rapporto diretto.
S. Sì, questo può essere. Però, Luca, pensa a chi vive
lontanissimo dagli amici o dalla famiglia. Questo è un
modo per rimanere in contatto quotidianamente, cosa
che altrimenti non sarebbe possibile, o comunque sarebbe più difficoltosa o costosa.
L. Certo, questo è un caso particolare. Io sto pensando
a tutti quegli “amici”, cioè conoscenti, dei quali hai
accettato l’amicizia e che altrimenti non vedresti mai. Di
queste persone sai tutto e loro sanno tutto di te e a nessuno dei due interessa. Ti sembra logico?
S. Luca, un po’ ti sei risposto da solo. Se non m’interessa probabilmente neanche andrò a guardare il profilo e
non sarò così aggiornata su quello che succede a questa persona. In ogni caso ognuno è responsabile di ciò
che pubblica. Ci sono notizie che non condividerei mai
su Facebook o su qualsiasi altro sito, notizie che preferisco comunicare solo ad alcune persone fidate e in
altro modo.
COME È NATO FACEBOOK?
La storia del leader della rete
Facebook è il social network più diffuso e
conosciuto. Le classifiche mostrano Facebook
tra i primi tre siti più visti al mondo.
Nel 2010 ha superato i 400 milioni di utenti attivi, 15 solo in Italia.
Tutti conoscono Facebook adesso, ma non
tutti sanno come, quando e perché è nato.
Facebook è stato creato nel 2004 come
annuario elettronico del campus universitario di Harvard, per agevolare gli studenti a
rimanere in contatto tra loro. Il suo creatore
è Mark Zuckerberg, allora studente diciannovenne di quell’università. In un mese già
metà campus si è iscritta al social network e
nel giro di poco tempo l’uso si è esteso ad
altre sei università.
Dal 2005 gli atenei che hanno aderito al
social network sono cresciute esponenzialmente e all’inizio del 2006 la rete è stata
aperta alle scuole superiori e alle grandi
aziende. Dal settembre 2006 chiunque al
mondo abbia compiuto 13 anni può registrarsi e divertirsi con questo sito.
7
FACEBOOK
VOLETE DIRE LA VOSTRA?
Scrivete a [email protected]
Le prime due cose di cui avete parlato
entrambi sono la relazione e la privacy.
Questi temi sono quindi importanti sia per
gli ammiratori che per i detrattori di
Facebook.
S. Sì, certo. Internet in generale permette di facilitare le relazioni con gli altri. Facebook ti permette di
vedere i legami che ci sono tra le persone, cioè scopri subito se ci sono conoscenze in comune e in questo modo siamo tutti più vicini.
L. E più rintronati e sempre rinchiusi in casa. Ma dov’è
la bellezza d’incontrare di persona gli altri e parlare a
quattrocchi con loro. Non mi piace contattare una persona che magari neanche conosco solo via mail. A me
piace il contatto, farmi vedere, essere trasparente.
S. Bè Luca, per questo una webcam ti aiuterebbe.
L. Non è lo stesso il rapporto che cerco!
S. Ma certo, l’avevo capito! Per rispondere all’altra
parte di domanda, la tutela della propria privacy in
rete, e su Facebook soprattutto, è sicuramente un tema
delicato. Nei giorni scorsi ho letto articoli che riportavano dichiarazioni di Zuckerberg, il quale ammetteva
di aver trascurato un po’ il tema privacy.
Personalmente credo che chiunque online debba scegliere in modo responsabile quali siano i contenuti da
pubblicare. Foto, video ma anche frasi e dichiarazioni non devono essere postate con leggerezza. Ogni
nostro movimento in rete è tracciato e i malintenzionati sono sempre in agguato. Certo, Facebook ha avuto
un successo enorme e sarebbe bello poter condivide-
re in tutta tranquillità foto, video ed altro. Se il team di
Facebook ci continua a lavorare è solo positivo.
L. Già, peccato che in questi anni di abuso di Facebook
la privacy degli iscritti sia stata più volte minacciata. È
vero che ognuno è responsabile di quello che pubblica,
ma il sito non facilita la gestione del profilo ed è facile
iscriversi anche con dati falsi. Questo è un grosso problema, bambini che di nascosto si registrano fingendosi
grandi e pubblicano contenuti di cui si potrebbero pentire solo per farsi notare. Conosco amici di mio fratello più
piccolo che usano Facebook quotidianamente, all’insaputa dei genitori e pubblicano di tutto.
S. Luca, però, quest’ultimo discorso è un po’ estraneo da
Facebook. Il ruolo dei genitori è importante, stiamo
entrando forse più nel tuo campo. È innegabile che molto
dipenda dall’educazione che viene data e dalla libertà
che i genitori lasciano ai figli forse fin troppo presto.
L. Va bene, non approfondiamo ora questo argomento
se no dovremmo aprire una parentesi enorme. Io non
sono iscritto a Facebook, ma ho sentito le polemiche
sulla difficoltà di gestire il proprio profilo e questa è una
nota stranegativa per un sito del genere.
S. È vero Luca, in effetti forse non per tutti era semplice,
ma rimango dell’idea che chi era più insicuro poteva
chiedere consigli agli amici e comunque poteva pubblicare responsabilmente. Nel corso dell’ultimo anno già le
impostazioni di base sono cambiate e questo è stato un
passo avanti. È bene che il team Facebook continui a
lavorare sulla privacy, perché è una questione
importante, anche se io rimango della mia idea, se
pubblichi responsabilmente non hai nulla da
nascondere o da temere!
Grazie ragazzi, le vostre opinioni sono molto interessanti e ci offrono ottimi spunti di discussione!
Si è discusso di:
Internet Quanto tempo navigate ogni giorno e quali siti preferite?
Nativi digitali Quanto siete dei giovani tecnologici? Avete un cellulare, un computer personale, un I-pod, la Nintendo DS o la PSP?
Facebook Siete iscritti? Quanto tempo dedicate ogni giorno al vostro profilo?
Amici Quanti amici avete in Facebook? E quanti di questi sono amici veri?
Privacy Cosa pubblicate in rete e su Facebook? Vi preoccupa la tutela della vostra privacy?
Responsabilità Il vostro comportamento in rete è responsabile o mentite spesso?
Rischi Siete consapevoli dei rischi che si possono incontrare in rete?
Genitori-figli-internet Cosa pensate di questo triangolo? I genitori sanno mettere dei giusti paletti ai figli sull’uso della rete? I figli li rispettano?
8
di Floriana Pagnottoni
IG SARONNO
FINALMENTE IL NUOVO SITO:
www.informagiovanisaronno.it
QUANDO TRA IL DIRE E IL FARE... C’È DI MEZZO TECNOLOGIA E I GIOVANI VOLONTARI
C
iascuno di noi, nella sua quotidianità,
naviga con consolidata dimestichezza
nella rete globale; l'esigenza che ci accomuna, come fruitori, è soprattutto la ricerca di informazioni. Orari dei treni, numeri
di telefono, previsioni meteo.... Persino la
corretta ortografia di una parola, ahimè.
Abituati come siamo a interagire costantemente con la realtà virtuale, quasi fosse
più autentica di quella effettivamente
tangibile, tendiamo a dimenticare che
GLI IG DELLA PROVINCIA
DI VARESE SU FACEBOOK
IG Somma Lombardo
IG Marchirolo
InformaGiovani Gavirate
InformaGiovani Saronno
InformaGiovani Varese
L'idea di un sito internet dedicato all'Informa
Giovani di Saronno nasce con Daniele. La sua
personale passione per l'informatica, la laurea in 'Scienze Linguistiche per la comunicazione' curriculum 'Tecnologia Informatica', l'esperienza acquisita da autodidatta hanno fatto
di lui 'l'uomo giusto al momento giusto'.
Daniele afferma: "Il sito è nato dalla volontà
mia e del Servizio di mettere a frutto le mie
competenze specifiche e dalla necessità di creare un sito... Ho potuto confrontare quanto sapevo fare con le esperienze di altri siti di
InformaGiovani".
Al brillante giovane si deve il merito di aver elaborato, con la collaborazione della sua
dietro un sito internet, un linguaggio
HTML ci sono persone in carne e ossa, che
hanno contribuito in maniera determinante alla sua ideazione, realizzazione, lancio on-line, aggiornamento continuo.
Nasce il sito dell'Informa Giovani a
Saronno: a dirlo così sembra normale routine; altri InformaGiovani sul territorio
possiedono già il loro sito: un servizio
pubblico che, per divenire ancor più efficiente, si serve di nuovi strumenti di
comunicazione di massa, a beneficio dell'
utenza.
Tuttavia la complessità di compiere una
selezione dello sconfinato materiale cartaceo presente nel Servizio, la scelta di
non avvalersi di professionalità esterna
ma di utilizzare le competenze dei volontari in Servizio Civile e numerose altre
considerazioni hanno fatto sì che la gestazione di questo sito risultasse piuttosto
lunga e significativa.
GLI IG DELLA PROVINCIA DI VARESE SU INTERNET:
Cugliate Fabiasco, Cunardo, Marchirolo
Gavirate
Saronno
Somma Lombardo
Varese
Coordinamento Provinciale IG
Responsabile di Servizio Civile, la struttura base
del sito.
Ma soprattutto, l'aver trasferito i suoi preziosi
insegnamenti ad Alessandra, volontaria del
Servizio Civile nell' anno successivo a Daniele.
Alessandra, pur in possesso di Laurea in Scienze
della Comunicazione, si è scoperta impreparata
dal punto di vista tecnico-informatico. Ma la sua
determinazione - "Ce la devo fare!!" è il suo slogan - l'ha portata lontano. Non solo ha ben
gestito il lavoro iniziato da Daniele, occupandosi del sito in prevalenza da un punto di vista
contenutistico, ma ha fatto fruttare a livello
lavorativo le competenze acquisite durante il
Servizio Civile. Al termine del servizio, infatti,
http://informagiovani.spaces.live.com
www.tempogavirate.it/lavoro
www.informagiovanisaronno.it
www.iflsommalombardo.blogspot.com
www.informagiovanivarese.info
www.provincia.va.it/giovani.htm
ha potuto aggiungere al suo curriculum la voce
'realizzazione di un sito web' e ciò l'ha resa la
candidata ideale per una scuola elementare alla
ricerca di un'insegnante di informatica, che
fosse in grado di elaborare anche il portale scolastico.
Il testimone è poi passato ad Alessandro che si
sta occupando della fase finale, le ultime rifiniture al sito prima del lancio on-line: "Rivisito i
contenuti per renderli più omogenei". Ci siamo
ormai: grazie all' esperienza di lavoro di questi
ragazzi, l'aiuto dei colleghi, la supervisione dei
responsabili anche l' InformaGiovani di
Saronno finalmente avrà il suo sito!!! Che sia
la volta buona… Vi aspettiamo numerosi.
9
RADIO ADO
UN POMERIGGIO
IN COMPAGNIA
DEI RAGAZZI
DELLA REDAZIONE
DI RADIOADO
L
e ampullarie sono una famiglia di molluschi
gasteropodi d'acqua dolce, comuni in molte zone
tropicali di tutto il mondo. (Spero scuserete la mia
ignoranza biologica ma io di queste chiocciole d’acqua evidentemente sì comuni nelle zone tropicali, e
soprattutto negli acquari, di tutto il mondo, non avevo
mai sentito parlare!).
Radio Missione Francescana a Varese per essere inter-
ADOLESCENTI
ON AIR
Digressione su questi animaletti presenti nell’acquario
in uno dei corridoi di Radio Missione Francescana a
parte, eccomi qui, con il viso incollato al vetro per scoprire i segreti delle chioccioline appena nate, con
Greta (una delle ragazze di Radio Ado) che mi sorride paziente in attesa delle mie domande.
Eh sì, perché a dire il vero in questo pomeriggio di
mercoledì 12 maggio sono approdata alla sede di
RADIO ADO
Radio Ado è e un laboratorio di giovani che imparano a far radio nata dalla collaborazione fra
Radio Missione Francescana e dalla I.S.P.E della
Comunità Montana della Valcuvia. Gli incontri si
svolgono a Casa Fraschini (Cittiglio). Chi fosse
interessato a partecipare può contattare Silvia o
Claudio al numero 335 6270227. Radioado è
anche su facebook, chiedi l’amicizia a Radioado
Cittiglio.
10
vistata dai ragazzi della redazione di Radio Ado a
proposito della mia “onorevole” e lunga carriera alla
redazione dell’InformaGiovani Magazine.
Cuffie alle orecchie e tutti intorno al tavolo con
davanti i nostri microfoni, io e Anna apriamo la puntata. Domande semplici su come nascono gli articoli e gli argomenti da affrontare, su quante volte esce
IG Magazine, su come poter far parte della redazione, su chi sceglie la grafica e le immagini.
Da “star” radiofonica mi sono poi trasformata in
giornalista ed inviata speciale ed infine ho scoperto
un’inaspettata passione per la biologia. (Vedi definizione sopra).
Piuttosto eclettica come esperienza!
di Francesca Capoluongo
Le radio sono sempre
state simbolo di libertà,
strumenti di informazione,
contro-informazione, lotta,
speranza, rivoluzione
Fra mille rivelazioni quello che mi ha donato emozioni più nuove è stato proprio l’ambiente della
radio, una decina di ragazzi delle scuole superiori
del distretto Cittiglio-Valcuvia, con tanta fantasia,
impegno, immancabile allegria ed ancora un poco
di timidezza nei confronti di uno strumento capace
di svelare le note più profonde di un animo, celando l’identità della persona.
Le radio sono sempre state simbolo di libertà, strumenti di informazione, contro-informazione, lotta,
speranza, rivoluzione.
Oggi le radio libere degli anni ’70 sono purtroppo
solo un ricordo nostalgico, trovare spazi d’aria
disponibili ed aperti ai giovani è sempre più diffici-
le e sono poche le realtà genuine che ancora
sopravvivono.
Una di queste è proprio Radio Ado, e attraverso le
parole di Greta, attiva nel progetto da due anni,
Davide, da poco entrato nel mondo radiofonico,
Claudio e Silvia, responsabili del programma, si
intravede una semplice passione per l’iniziativa,
tanta creatività ed attenzione al loro mondo, al
nostro mondo.
L’obbiettivo della radio è offrire uno spazio ed un
momento di confronto per e tra i ragazzi: “Non solo
calcio”, “Eventi Bollenti”, “Teatrando” e “Il mio più
stile” sono solo alcune delle rubriche in onda una
domenica al mese sulla frequenza 90.1 di Radio
Missione Francescana; indagando sugli sport più
improbabili o sugli stili stereotipati giovanili, questi
ragazzi, divertendosi, dipingono un vivace affresco
delle possibilità e realtà che ci circondano, offrendo
anche molti stimoli e curiosità.
Per chiunque voglia unirsi al laboratorio promosso
dall' I.S.Pe. della Valcuvia, gli incontri di Radio Ado
sono aperti a tutti i giovani del territorio.
L’appuntamento è il giovedì dalle 15 alle 17 a Casa
Fraschini, Cittiglio.
11
STUDENTI
LA CONSULTA
STUDENTESCA
PROVINCIALE:
chi è e cosa fa
L
12
strato i vantaggi di Internet, ma anche i pericoli che si
posso correre navigando in rete, illustrandoci anche le
problematiche legate ai social network: dall’incapacità di gestire i dati personali che forniamo, al diffondersi di materiale illegale. I rappresentanti della Polizia
Stradale ci hanno parlato dei danni che si possono
causare se ci si mette alla guida in stato di ebbrezza,
facendoci vedere sul display ricostruzioni di incidenti
e un esperimento che è stato fatto:una persona alla
guida di una macchina doveva percorrere un tracciato ad ostacoli; la prima volta da sobrio, poi gli veniva
dato sempre più da bere fino a quando, oltrepassando il limite di 0.5 gr/l imposto dalla legge, non
riusciva più a mantenere stabile la vettura e a
guidare correttamente.
Per la prevenzione all’uso di sostanze stupefacenti, abbiamo invitato un
rappresentante
della
Squadra Anti-droga di
Varese che ci ha illustrato i
vari tipi di droghe e gli effetti che
esse producono sul nostro corpo, ma
soprattutto sul nostro cervello.
Questi incontri si sono rivelati realmente utili per diffondere una
consapevolezza della necessità
di portare questi temi nelle scuole, per sviluppare la coscienza che è necessaria
una responsabilità civile personale, soprattutto tra i più
giovani. In CPS teniamo molto ad essere portatori di
proposte formative da fare agli studenti, dando modo
a tutti di costruirsi una capacità decisionale e un libero pensiero senza vincoli, offrendo una piattaforma
per il confronto tra gli studenti.
a Consulta Provinciale Studentesca è l’organo di
rappresentanza degli studenti
della scuola secondaria di secondo
grado.
Attualmente, la CPS è presente nelle 110
province di tutta Italia, ed è formata da due
rappresentanti eletti dagli studenti in ogni istituto superiore della provincia.
Tra queste province vi è anche la
nostra, quella di Varese, con la nostra
Consulta. La funzione principale della
Consulta è quella di garantire un confronto che sia
il più ampio possibile fra tutti gli istituti superiori. Per
questo motivo abbiamo formulato proposte che vanno
oltre alla realtà del singolo istituto, realizzando progetti a cui possano partecipare tutte le scuole superiori
della provincia. Il 16 e il 17 marzo abbiamo realizzato due giornate di formazione che si sono tenute presso l’Istituto ‘De Filippi’ di Varese, dal titolo ‘PRE-VEDERE’, aperte ai rappreLA FUNZIONE PRINCIPALE DELLA CONSULTA
sentanti degli studenti
È
QUELLA DI GARANTIRE UN CONFRONTO PIÙ AMPIO POSSIBILE
in Consulta ed in
Consiglio d’Istituto FRA TUTTI GLI ISTITUTI SUPERIORI
Ricordiamo che le Consulte sono gli unici organi
da tutta la Provincia. L’obiettivo era quello di informadi cui fanno parte gli studenti a poter dare davvere gli studenti attraverso un percorso di peer education
ro un contributo: purtroppo la rappresentanza stu(educazione tra pari), con momenti di confronto e
dentesca non ha grande spazio d’azione nei
dibattito. Il filo conduttore delle giornate, come dice lo
Consigli d’Istituto, cui partecipano prevalentemenstesso titolo, era quella della “prevenzione”, e, tra le
te docenti e solo una piccola componente degli
varie possibilità, abbiamo scelto tre filoni: conoscere il
studenti; la CPS è interamente composta da stumodo di utilizzare al meglio il mezzo del web, gli
denti, ed un impegno serio nel lavoro di cui si fa
effetti di un abuso dell’alcool alla guida e la dipendencarico non può che giovare a tutti gli studenti
za dall’uso di sostanze stupefacenti. Abbiamo invitato
della provincia.
un sovrintendente della Polizia Postale che ci ha illu-
di Mario Favini
E-BOOK
MA ANCHE NO
E - B O O K : P E R C H É L A R I V O L U Z I O N E A N N U N C I ATA È G I À FA L L I TA
S
ono almeno dieci anni che si sente parlare di ebook. Se ne sente parlare tanto. Se ne sente parlare al punto che sembrano esserci più articoli sugli
e-book che libri digitali. L’idea che passa è che l’equazione nuovo = migliore non ammetta eccezioni,
che qualsiasi cosa, se digitalizzata, hi-techizzata e
webbizzata diventi automaticamente più fica.
Ora, nessuno vuol mettere in dubbio la bontà delle
innovazioni informatiche. Internet permette di scaricare un film in mezz’ora e un CD in dieci minuti, al
di là dei problemi legali (di cui nessuno si cura
molto) che questo può comportare. Il fatto è che
mentre l’interesse degli utenti per queste risorse è
enorme, nessuno o quasi
nessuno ha mai
scaricato un
e-book,
e-book
è la contrazione di electronic book (libro elettronico), cioè il libro in formato elettronico che si
può leggere sul personal
computer o su un apposito lettore.
Si può acquistare un
eBook su un supporto
magnetico o scaricato da
Internet.
Un e-book ha le stesse
funzionalità di un classico libro su formato cartaceo (ad esempio si possono scrivere le note, si possono mettere dei segnalibri, evidenziare i passaggi più significativi ecc...), ma offre anche altre funzionalità impensabili per i libri cartacei (ad esempio cambiare la grandezza e lo stile del font,) ma
soprattutto consente un notevole guadagno in spazio (… come accade per la musica!!)
e i pochi che lo hanno fatto sono rimasti quasi sempre delusi.
Le ragioni di questo fallimento non sono complesse
e non serve cercare i difetti degli e-book per comprenderle. Non è che il libro digitale faccia schifo,
insomma; il fatto piuttosto è che il libro vero, quello
di carta, è uno dei prodotti più funzionali che l’uomo abbia mai creato, un prodotto che, non a caso,
è più o meno uguale da 2000 anni, cioè da quando siamo passati dal rotolo al volume.
Prima di tutto c’è da sfatare un errore di valutazione molto comune: non è possibile paragonare il passaggio da libro tradizionale a libro digitale a quello da musicassetta a compact
13
E-BOOK
disc. In questo caso il supporto resta lo stesso, l’aria
attraverso cui il suono si propaga, e a cambiare è
solo l’oggetto che inseriamo nello stereo. Nel caso
del libro, invece, il supporto cambia radicalmente e
non ci vuole molto a capire che leggere su uno
schermo è un po’ meno riposante che leggere su un foglio.
C’è chi dice di poter sviluppare nuovi schermi capaci di imitare alla perfezione la carta e mi viene da
chiedergli: perché, se c’è già la carta? Perché è
più ecologico? No, già ci sono editori che pubblicano parte o tutta la loro produzione su carte riciclate e trattate con prodotti naturali. Basta dare un’occhiata all’iniziativa “Scrittori per le foreste” di
Greenpeace (www.greenpeace.it/scrittori): tra i
libri stampati rispettando Madre Natura troviamo
volumi di Ammaniti, Wu Ming e De Carlo, autori
che vendono centinaia di migliaia di copie. Magari
uno di questi libri li avete anche tenuti in mano e
non ve ne siete accorti, che erano stampati su carta
riciclata.
PROPONETE A UN GIOVANE DI LEGGERE
UN LIBRO SU PC, O DI COMPRARE UN
AGGEGGIO ELETTRONICO CAPACE DI
IMITARE LA CARTA. L’UNICA RISPOSTA
CHE OTTERRETE È “MA ANCHE NO.”
Ci sono i paladini della miniaturizzazione,
poi: il tascabile con copertina morbida è troppo
ingombrante, per loro, meglio il minipalmare con lo
schermo da 4 pollici: perché leggere un romanzo in
corpo 6 e perdere diottrie a palate, da oggi, è cool.
C’è chi pensa alla razionalizzazione della produzione, perché con la digitalizzazione si riducono gli sprechi. Evidentemente per loro è importante compattare il corpo sociale: vogliono vedere
in piazza a protestare gli operai delle cartiere insieme agli industriali.
Forse c’è un piccolo conflitto di interessi in quello
che sto per scrivere, ma nessuno pensa a chi
scrive, a chi vende e a chi distribuisce i libri:
mentre i musicisti possono farsi pagare profumatamente per fare un concerto e nessuno
si fa problemi a sborsare 10 euro per
vedere un film in 3D, difficilmente chi
scrive può trovare un modo alternativo al
libro da vendere in libreria per sbarcare
il lunario. Ve lo vedete, il lettore medio, a
pagare per sentire il suo autore preferito
che legge?
Non sono un conservatore reazionario o un
sentimentalista antitecnologico: scarico
decine di cd musicali, scrivo praticamente
solo al computer, sono su Facebook e ho
pure un blog. Non si tratta di essere pro
14
o contro le nuove tecnologie, si tratta semplicemente di guardare al nuovo con un minimo di buon
senso. Ci sono un gran numero innovazioni estremamente funzionali, e alcune innovazioni del tutto inutili. Credo che l’e-book sia una delle pochissime novità non solo inutili, ma anche dannose.
Proponete a un giovane di leggere un libro su pc, o
di comprare un aggeggio elettronico capace di imitare la carta. L’unica risposta che otterrete è “Ma
anche no.” I libri li si può trovare gratis
in biblioteca: ne prendi quanti ne
vuoi, trovi quello che ti serve
molto più facilmente
che su internet e
magari trovi
pure qualcuno
con cui fare
conversazione.
Non a caso
anche quest’anno, con la crisi e
tutto il resto, il Salone
del Libro di Torino ha registrato numeri record: 315000
visitatori, in buona parte giovani e giovanissimi.
per la contemporaneità. Un esempio su tutti è
Nazione Indiana (www.nazioneindiana.com): tra i
suoi collaboratori, per citarne solo alcuni, figurano
Gianni Biondillo, Giulio Mozzi, Roberto Saviano e
Tiziano Scarpa. Non mancano nemmeno le riviste
scaricabili gratuitamente, spesso di ottima qualità,
come Inutile (www.rivistainutile.it), e con redazioni
pronte a dialogare in tempo reale con chiunque
abbia qualcosa da proporre.
Il fatto è che la digitalizzazione sembra funzionare
per tutto tranne che per il libro, un prodotto di
fatto quasi impossibile da migliorare.
Finalmente l’estate è alle porte, e una
cosa è sicura: in spiaggia vedremo
tanta gente col lettore MP3, tanta
gente col cellulare dell’ultimo modello
e tanta gente col classico romanzo, si
tratti del best-seller di grido o del vecchio
libro ritrovato in soffitta: perché il libro così
come lo conosciamo, alla prova dei fatti, sembra non invecchiare mai.
IL FATTO È CHE LA DIGITALIZZAZIONE
SEMBRA FUNZIONARE PER TUTTO TRANNE
CHE PER IL LIBRO, UN PRODOTTO DI FATTO
QUASI IMPOSSIBILE DA MIGLIORARE.
Con questo non voglio dire che il mondo di Internet
non abbia nulla da offrire alla letteratura: oggi
Internet, oltre ad essere una vetrina importante per
autori ed editori, è anche un mezzo di aggregazione per chi scrive e per chi legge. Il
ruolo che un tempo era
delle riviste se l’è preso
la rete, che pullula di blog
importanti e significativi,
frequentati da nomi di peso
15
RECENSIONI
L
a rubrica, curata da alcuni bibliotecari della Nuova Rete
Bibliotecaria della Provincia di Varese. Verranno segnalati non solo
libri, ma anche materiale multimediale, in riferimento ad alcuni argomenti trattati in questo numero. Il materiale si trova comunque a disposizione nelle biblioteche della provincia di Varese.
Per maggiori informazioni:
www.webopac.bibliotecheprovinciavarese.it
QUELLO
CHE MI RIMANE
Carolina Crespi
Bologna
Giraldi editore
2008
Il tema della crescita nelle sue
svariate accezioni è il fuoco dei
racconti che si susseguono in questa piccola raccolta.
I protagonisti crescono di racconto in racconto, da bambini a
poco più che ventenni.
Due fratelli e una bambinaia speciale, che li ricopre d’amore
come e più che una madre. Altri
due fratelli che vivono il conflitto
derivante dalla loro differenza
d’età. Un giovane che lotta tra la
necessità di riconoscere finalmente la sua identità e la paura di
ferire la ragazza che lo ama da
sempre. Un anno perso a scuola
per amore dello sport, la passione per la pista di atletica e la
malinconia struggente che scaturisce dall’inevitabile abbandono.
Un ritorno a casa dopo anni di
lontananza, in un’estate calda
incandescente, nel dubbioso tentativo di ricucire vecchi strappi
con le persone amate. La resa dei
16
conti con il proprio orgoglio
dopo la fine di una storia durata
quel pezzo di vita che qualcuno
chiama adolescenza. La favola
del signor Tempo e della sua
Barba e dei loro sette figlioletti, i
sette giorni della settimana. E
quella, triste quanto profondamente vera, dei bambini sotto il
muro di Gaza.
Il percorso che si snoda tra le
pagine ha a che fare con la delicatezza dei rapporti familiari, la
difficoltà di ammettere chi si è
realmente e l’urgenza di verità,
che a volte riesce ad emergere
solo sulla pagina.
La scrittura di Carolina è lineare e
fresca. Racconta situazioni comuni a molti mantenendo efficacia,
spontaneità ed originalità.
L’ambientazione più frequente è
Milano, ma con interessanti tentativi di sperimentazione di dimensioni “altre”, come quella fiabesca e surreale del racconto sul
Signor Tempo, che pare avere
echi di Pennac e Benni. Poi una
vera e propria colonna sonora:
dai Beatsteaks ai Korn, dai Tre
allegri ragazzi morti ai Deftones.
Carolina Crespi ha venticinque
anni, è di Busto Arsizio, studia
filosofia. Ha pubblicato come vincitrice del Premio Grinzane
Cavour 2005 un racconto su La
Stampa e uno su Avvenire come
finalista del concorso “SMS: scritture memorie sentimenti”.
Ecco quello che lei stessa dice di
questi suoi racconti:
“Quello che mi rimane è una raccolta di tredici racconti che ho
scritto tra la fine del liceo e il
primo anno di università.
Sono racconti di bambini e di
ventenni.
Da bambini a da ventenni. Fiabe
e monologhi.
Una cesura in mezzo a segnare
quel salto imprevisto che tra i
diciotto e i ventuno ti taglia le
gambe.
Salto di quantità non certo di
qualità.
E poi si va avanti, carponi e
occhiali scuri.
Per difendersi dalla grandine di
metà luglio, con i gomiti larghi e
il pensiero che quello che ti rimane è molto più di quello che credevi potesse restare”.
Fonti: www.mangialibri.com
carolinacrespi.bigcartel.com
STUDIO ILLEGALE
“BABELE 56”:
Duchesne
otto fermate
nella città
che cambia
Marsilio
2009
Giorgio Fontana
Terre di mezzo
2008
Andrea Campi è un giovane avvocato di un
prestigioso studio legale milanese. La sua
vita accade prevalentemente in ufficio tra
computer, e-mail, blackberry, videoconferenze e un senso crescente di straniamento.
Dov’è finita la realtà? Gli amici, la fidanzata, la famiglia, le vacanze, le domeniche a
far niente?
Tutto risucchiato nel
gorgo delle scadenze,
delle aspettative, delle
prospettive, delle occasioni da non lasciarsi
sfuggire. Finché, però,
qualcosa arriva a far
capire che, forse, ciò che
sta per sfuggire definitivamente è il senso vero
delle cose, di quello che
avevi in mente per la tua
vita quando ancora
riuscivi a esprimere un desiderio o a lasciarti andare ai sogni.
Quando riuscivi a parlare davvero con qualcuno, non solo con il muro della stanza in cui
ti ritrovi a passare da solo le notti.
Un libro che nasce da un blog, curato per
qualche tempo dall’autore, Federico
Baccomo, in arte Duchesne.
Un libro ironico, a tratti esilarante, piacevole, amaro e dissacrante, che con scrittura leggera e sferzante sa cogliere e raccontare
ossessioni, paure e frustrazioni comuni a tutti
coloro che si ritrovano ad affrontare, magari
per la prima volta, il mondo del lavoro con
tutte le sue fatiche, le conquiste, le insperate
gioie e gli inevitabili disincanti.
Sono otto i racconti quelli
che Giorgio Fontana,
nato a Saronno nel
1981, ci presenta prendendo spunto dall’autobus della linea 56 che
percorre la multietnica via Padova a Milano.
E’ proprio Milano, come potrebbe essere
qualsiasi altra città europea, la Babele linguistica e culturale che viene narrata nel libro.
Otto storie intense, con personaggi e destini
che ci ricordano che anche noi italiani abbiamo una storia di immigrazione.
Gabriele, immigrato di vecchia data
dall’Etiopia, Kamal, giocatore di cricket
dallo Sri Lanka che a Milano lavora come
custode di un condominio, Josè, peruviano,
che ha creato una nuova casa editrice,
Karkadan che viene da Tunisi e fa il rapper
per passione ... E’ forse solo la musica, lingua universale che supera la babele linguistica, che ci fa sentire tutti appartenenti al genere umano.
Immagini, storie e speranze di una città che
accoglie nuovi destini, paradigma di un
mondo che sta cambiando.
Vuoi un aiuto
per scegliere una libro adatto a te?
Prova a visitare il sito
www.ilibridisofia.it
Si tratta di una iniziativa del Sistema Bibliotecario
dei Laghi… Ma se vuoi qualche consiglio “personalizzato” puoi sempre rivolgerti alla biblioteca; ne
trovi una sicuramente nei paraggi…
17
CURIOSITÀ
A cosa stai pensando?
A questa domanda hanno risposto molti ragazzi che si sono
ritrovati a scuola o in biblioteca o al loro punto di aggregazione
un grande cartello bianco (un po’ come una “parete del bagno”)
dove potevano scrivere cosa passava loro per la testa.
Voglio essere libero, libero come un uomo.
Quello che non ho è ciò che non mi manca.
Penso alla maturità! Ho paura di crescere.
Un mond
in cui gli o felice è un mond
st
accesso a udenti hanno libeo
ro
lla caffein
a.
Io e il calc
o
siamo pe lo combinatorio
rfetti scon
osciuti.
La luce ch
e abbagli
a non mo
Scusa ma
rde.
mi voglio
buttare
Il medio-e
vo dura 6
libri.
Queste
alcune
delle frasi
“lasciate
ai posteri”…
Il segreto è
raggomitolarsi.
Sto
ma pens
che è da ando
si c que che
api llo c se
Son
p
sce
h
o
dop ag
cos e penensi se
o c itato
a
i,
s
he
ei. si
No
ha come
i
p
u
s
iovu n lo
Son peri
to.
mb
o sp amo
rico
arit
c
Arr
h
e
e
i
v
le lu me
e sa erà
cc la c
rà a la n
nco utella iole. avo.
ra p
iù b
ella
.
E tu….a cosa stai pensando?
Invia la tua mail a [email protected]
o scrivi un sms (???)
Magari sul prossimo numero
troverai pubblicato anche il tuo.
18
La musica è un qualcosa
che ti prende e non ti lascia più.
E’ impossibile solo quello
che pensi che lo sia.
Se avessi tempo
imparerei a sognare.
Ho suonato alla scala
ma non mi hanno aperto.
Nulla è reale, tutto è lecito!
Con
un libro
ti porti
il mondo
in tasca
Tenetevi
le ghiande
lasciateci
le ali.
FAKEBOOK
L
LA STAZIONE
SI REINVENTA
Tutti i cartelloni sono stati esposti durante la festa finale
di “Fuori chi legge! 2010” a Laveno.. Alla sperimentazione hanno preso parte i Comuni di Angera, Gavirate,
Laveno Mombello, Luino, Sesto Calende, Vergiate.
a sala d’aspetto della Stazione
di Vergiate si è trasformata per
opera dei Writers di Art Kitchen:
una versione artistica ed interattiva
ispirata a Facebook; la differenza
è che si tratta di uno spazio fisico
a loro dedicato … un posto in cui
vedersi, parlare, scambiarsi
idee… un luogo forse più genuino,
ma certamente più reale, di
Facebook.
L’iniziativa fa parte del progetto
Interreg Chia.Ve. e coinvolge i
Comuni di Vergiate, Sesto
Calende, Chiasso e la cooperativa
L’Aquilone.
19
SPORT
IL SOFTAIR
RACCONTATO DALL’A-TEAM TREVALLI
I
l Softair è uno sport di squadra nel quale si riproducono le situazioni tattiche del combattimento
militare moderno. Per giocare servono poche cose:
una maschera protettiva per gli occhi, un fucile giocattolo che possa sparare colpi in plastica di 6 mm
di diametro (ASG), voglia di divertirsi e un gran
senso di lealtà. Infatti non esiste alcun modo per provare che l’avversario sia stato colpito: è dovere del
giocatore, nel momento in cui avverte l’impatto del
pallino, alzare la mano, smettere di sparare, gridare “preso!” e quindi abbandonare l’area di gioco,
PER GIOCARE SERVONO: UNA MASCHERA
PROTETTIVA PER GLI OCCHI, UN FUCILE GIOCATTOLO CHE POSSA SPARARE COLPI IN PLASTICA DI 6 MM DI DIAMETRO (ASG), VOGLIA
DI DIVERTIRSI E UN GRAN SENSO DI LEALTÀ
20
evitando di collaborare
e comunicare con i propri compagni ancora
impegnati nell’azione.
Al contrario di quanto si possa credere è uno sport
innocuo, poiché è vietato il contatto fisico e i fucili
non possono sprigionare una potenza maggiore a
0,99 joule (le normali carabine a CO2 hanno il limite a 7,5 joule).
di Vincenzo Niesi, Presidente A-Team Tre Valli
A-TEAM TREVALLI
La modalità di gioco più comune è “bandiera” dove
due squadre si scontrano per conquistare l’una il territorio dell’altra: ogni squadra ha un campo base
segnalato da una bandiera e la vittoria si ottiene
quando una squadra riesce ad impossessarsi della
bandiera degli avversari senza perdere la propria.
Esistono anche altre tipologie di gioco più complesse che possono prevedere l’uso di bussole e navigatori gps, nonché la cattura di ostaggi da salvare. I
campi di gioco possono essere diversi: boschivi,
sabbiosi o urbani (ma sempre in aree dedicate e
autorizzate allo svolgimento del game).
Personalmente credo che il Softair sia uno sport da
provare per essere davvero capito. Mi ricordo la
mia prima esperienza durante la quale ho provato
un’intensa scarica di adrenalina. Prima del
game si imposta una tattica base che
tutti devono rispettare, perché se
sbaglia anche solo un elemento
rischia di fallire l’intera squadra:
raggiungere l’obiettivo prefissato
insieme ai compagni rende
soddisfatti e appagati.
Le parole d’ordine dell’ATeam Trevalli, di cui sono
orgoglioso di essere
Presidente, sono proprio: “adrenalina,
gioco di squadra,
rispetto dell’avversario ed onestà”.
L’A-Team Trevalli è un’associazione sportiva
dilettantistica nata con lo scopo di promuovere e
valorizzare il Softair per smentire chi lo dipinge
come “violento”, “diseducativo” e “guerrafondaio”. Chi si sofferma solo alla simulazione di
scontri fra piccoli gruppi armati non ne comprende infatti la natura sportiva, lo spirito di squadra
che sta alla base del gioco, la dinamicità e la
spettacolarità di alcuni game.
L’A-Team Trevalli nasce nel 2007, dopo quasi
due anni di “intense combat” nei boschi di
Cunardo, prima usando solo semplici pistole a
molla e a gas e indossando magliette e scarpe
da ginnastica; poi passando all’ASG, giacche
mimetiche, anfibi e perfezionamento delle modalità di scontro.
La sede dell’associazione si trova a Marchirolo, in
via Dante 20, mentre il campo da gioco è situato
a Cunardo.
Ogni anno si svolgono numerosi tornei e campionati in tutta Italia e alcuni eventi internazionali.
L’A-Team Trevalli ha partecipato ad alcuni di essi,
tra cui il 1° raduno nazionale di Softair tenutosi a
Fermo, dove una nostra delegazione ha fatto
parte della squadra vincitrice.
Per info: [email protected]
www.ateamtrevalli.altervista.org
21
LAVORO
ESSERI
DIGITALI
IN CERCA DI LAVORO
P
ossiamo affermare di appartenere alla generazione degli Esseri digitali, rifacendoci al titolo
di un best seller di Nicholas Negroponte, considerato che il web è diventato parte essenziale della
nostra quotidianità. La velocità con cui si evolve
la tecnologia scandisce i ritmi della nostra vita a
cui dobbiamo per forza adeguarci. Così anche
per cercare lavoro internet, che è nato ai tempi
della guerra fredda nei primi anni ’60 ad opera
del Dipartimento della Difesa Americana, ci può
venire in aiuto.
INTERNET: DA STRUMENTO DELLA DIFESA MILITARE AMERICANA A FONTE DI INFORMAZIONE
PRIMARIA, ANCHE PER CHI CERCA LAVORO O PER CHI DEVE SCEGLIERE IL PERCORSO DI STUDIO
Se siamo alla ricerca di un lavoro, online ci sono
siti in cui viene spiegato come redigere un curriculum vitae, le diverse tipologie e la relativa lettera
di motivazione; non dobbiamo più
imbustarlo, comprare il francobollo
e spedirlo, ma con un semplice
invio di posta elettronica la nostra
candidatura arriva all’azienda
destinataria, abbreviando i tempi
e riducendo i costi
E’ anche molto più semplice
reperire informazioni sui luoghi di lavoro in cui ci piacerebbe lavorare, documentarci sui diversi settori e
mercato del lavoro, reperire
le offerte di lavoro più
facilmente e per le
22
di Rossella Scutteri
offerte di lavoro locali e del Canton Ticino vedere
da vicino i diversi profili professionali per orientarci
e quindi comprendere se le nostre competenze e
attitudini sono compatibili rispetto alla nostra scelta.
Con Internet sono nate anche nuove professioni,
come per esempio, il net clipper, il web content
manager, il webmaster che permettono di unire la
passione per la rete in un possibile impiego.
Per iniziare a inserirci nel mondo del lavoro possiamo fare anche un’esperienza di tirocinio, utile per
trasformare le nostre conoscenze teoriche in competenze e internet risulta essere una buona fonte per
reperire le proposte delle diverse organizzazioni.
Per la realizzazione del nostro progetto professionale sono da tener presenti anche i siti istituzionali
delle aziende alla voce “lavora con noi” dove ci forniscono, le caratteristiche delle figure ricercate in
quell’ambito, oltre che le reali opportunità di inserimento.
LINK•UTILI
www.trovareillavorochepiace.it
www.europass-italia.it/scelta2.asp
www.borsalavorolombardia.net
www.jobrapido.it
www.monster.it
www.helplavoro.it
www.catapulta.it
www.provincia.va.it/lavoro
www.professioni.info
www.orientaonline.isfol.it
www.sportellostage.it
www.4stars.it
www.provincia.va.it/lavoro
www.provincia.va.it/istruzione
www.cistodentro.it
www.almadiploma.it
www.studenti.it
OVVIAMENTE NON BASTA FERMARCI AD
INTERNET PER TROVARE LAVORO O PER
SCEGLIERE IL CORSO DI STUDI
La rete è anche strumento per l’apprendimento, pensiamo anche solamente alle lingue straniere, online
è possibile imparare o migliorare il nostro livello di
conoscenza gratuitamente. Inoltre, la consultazione
di alcuni siti è utile per la scelta della scuola superiore o della facoltà universitaria, altri, invece, forniscono consigli orientativi su come impostare il proprio progetto formativo o professionale oltre che
proporre test per conoscere meglio se stessi e le proprie potenzialità.
Collegandosi ai forum di discussione possiamo interagire con ragazzi/e che già frequentano la facoltà
prescelta e avere ulteriori chiarimenti.
Ovviamente non basta fermarci ad internet per trovare il lavoro che fa per noi e vale sempre la pena
di rivolgersi alla rete dei servizi dedicati (ad esempio la Rete degli InFormaLavoro o dei Centri per
l’Impiego) per farci dare una mano, ma iniziare a
dargli un’occhiata può essere comunque utile.
23
ESPERIENZE
RADIO WEB
ITINERANTE
IL RACCONTO DI UNA SERATA DIETRO AI MICROFONI
P
24
iacere, Francesco e Sergio, 18 anni, vite normali,
una passione in comune per la musica.
Professione? Teoricamente studenti, ma ultimamente ci
siamo dilettati alle prese con la Radio. Perchè proprio
la radio? Beh, non siamo abbastanza belli per la tv, e
ci è sembrato sufficiente prestare al pubblico la nostra
voce. Che poi ora stiamo parlando di radio e voi sicuramente starete pensando a megastudi, megacuffie,
megamicrofoni, megafonici dietro il vetro. Nulla di
tutto questo. Cancellate queste immagini e immaginate due speaker alle prime armi, 3 educatori
dell'Educativa di Strada di Vergiate, una piccola stazione radio mobile, computer portatile, cuffie e computer. Ecco, questi sono stati gli elementi della nostra
esperienza. Tutto questo all'interno dello scenario
dell'HubSonica, concorso musicale al quale hanno
partecipato tantissime band emergenti, tra le quali i
vincitori Pacefull Sleep, i Killertrone, i Manifesto
Sergio e Francesco
da qualche anno suonano in due gruppi musicali.
Sergio è chitarrista e voce degli Hat Of Jester,
gruppo ska-raggae che si sta facendo conoscere
con concerti in tutta la provincia di Varese.
Francesco, invece, è rapper di Spuma Cru Phemily,
particolare band che suona musica rap--demenziale e produce video comici, tutti basati sul surreale.
Potete trovare questi gruppi sul web clikkando
www.myspace.com/hatofjester
e, per quanto riguarda gli Spuma Cru Phemily
www.myspace.com/spumacruphemily
o www.you
Carneviva, i Quemme, i Maydays e molti altri.
Sicuramente, così a prima vista, questi gruppi non vi
diranno niente. A noi, invece, hanno detto moltissimo.
Già, perchè abbiamo avuto la possibilità di intervistarli prima e dopo le loro esibizioni alle serate di
Hubsonica.
Invitavamo di volta in volta i nostri ospiti nell'angolino
del locale che avevamo magicamente trasformato in
un mini-studio ambulante e, una volta microfonati
(come dicono quelli bravi), ci lanciavamo nella nostra
intervista.
L'elemento figo della cosa è stato che le interviste
erano completamente improvvisate, senza copioni,
scalette o robe simili. Vi lascio immaginare cosa ne è
venuto fuori: dopo un buon inizio, con domande di
''routine'' del tipo "che genere fate?", "cosa pensate
di questo concorso?", spesso le interviste degeneravano rovinosamente, trasformandosi in interviste malatissime, come quando abbiamo chiesto al batterista di
''Manifesto Carneviva'' di suggerirci una buona
marca di batterie, siccome dovevamo cambiare quella del nostro cellulare.
Non pensate, zii lettori di IG magazine, che queste
"minchiate" precludano il fatto di avere preso questo
progetto seriamente: l'abbiamo preso più che seriamente e improvvisare, scherzare in modo demenziale
e il far degenerare situazioni partite come "normali"
fa parte del nostro stile.
Non vorremmo fare la parte dei soliti filosofi di strada che ripetono sempre gli stessi concetti riguardo lo
stile. Ma mantenere il proprio stile è fondamentale,
anche se c'è chi non apprezza, anche se le condizioni suggerirebbero qualcosa di diverso, anche se il
vostro stile è così...mmm... "particolare" come il
nostro: un mix di due mondi musicali diversi, rap e
ska-reggae, uniti alla tendenza a quello che noi volgarmente chiamiamo "sparare minchiate" che fa
parte, ahimè, della nostra natura.
Quando ci chiedono "come è stata quest'esperienza?", non possiamo che rispondere "una figata". In
che altro modo potreste definire la possibilità di fare
qualcosa di divertente, di ascoltare buona musica, di
far divertire e allo stesso tempo divertirsi? Già, proprio
il divertimento era il fine di questo progetto che abbiamo portato avanti.
Divertirsi e vedere gente intorno a noi che a sua
volta si divertiva, è stata una cosa molto soddisfacente, anzi, emozionante. Se quest'esperienza ha
raggiunto il suo fine, non ha però raggiunto la sua
fine: abbiamo accompagnato con la radio tutto il
grande evento del Fuori Chi Legge, sabato 12 giugno a Laveno Mombello, insieme a tanti altri giovani dj della zona.
Non vorremmo. però, prenderci tutti i meriti del successo di quest'iniziativa (anzi vorremmo farlo, ma
se vogliamo continuare a lavorare ci conviene quantomento citare i nostri ''superiori'', eheh).
Tutto questo non sarebbe stato possibile senza gli educatori Matteo, Elisa e Chiara e senza l'aiuto di Fester
e Bazzo, per gli amici, ma anche per i nemici,
''Ciccio'', bassista degli Hat Of Jester, che ci hanno
dato una mano con cavi, cavetti, microfoni e altre
cose il cui funzionamento ignoriamo molto molto profondamente.
Beh, che dire, vi invitiamo, anzi, vi obblighiamo, a
visitare presto il sito www.hubcreativi.it, dove, nella
sezione Radio Web, potrete presto ascoltare le nostre
interviste e farvi 2 risate.
Se qualcuno, inoltre, volesse darci qualche consiglio,
darci una mano o magari insultarci e darci degli incapaci, potrà farlo aggiungendoci su facebook, cercando Sergio Zaza e Francesco Piotti.
Bella a tutti i lettori di IG Magazine. Vi lasciamo con
un appello, molto importante: Francesco? Presente...
Sergio? Presente... Matteo? Presente...
25
ORIENTAMENTO
SPAZIO - GIOVANI - ONIRICO
SOGNO
O SON
GNAPPO?
C
26
ome ogni pomeriggio d’estate, si girava in centro a
Varese. Date le poche alternative per noi giovani e i
bar cari, vidi la vecchia sede del Liceo Artistico “Frattini”.
Mi fermai ad osservarla, e con lo sguardo da ex alunno,
mi accorsi di un cartello familiare, già visto dalle parti dei
giardini…di fianco alla biblioteca civica. Mi avvicinai e
vidi delle scale antincendio bianche. La forma di queste
scale si deformava a causa del calore che saliva dall’asfalto e sembrava un miraggio nel deserto.
Incuriosito da quel cartello e dal sali-scendi di ragazzi e
persone di tutte le età e nazionalità, ebbi la bella idea di
arrivare in cima a queste scale.
Pur essendo solo tre piani, arriSPAZIO GIOVANI
vai in cima tutto sudato e con
INFORMAGIOVANI
un bel fiatone.Entrai in questo
E POLITICHE GIOVANILI
edificio: un bancone e bacheInformalavoro
che alla mia sinistra sul quale vi
Via Como, 21
erano da un lato vari volantini
Varese
riguardanti offerte di lavoro e
Tel. 0332-255445
dall’altro locandine e volantini
[email protected]
di ogni genere: viaggi e vacanwww.informagiovanivarese.info
ze studio all’estero, volontariato, corsi di ogni tipo, lezioni di musica, eventi per il fine
settimana e non. Insomma, c’erano abbastanza informazioni interessanti per non far annoiare i giovani varesini.
Accanto, una sala grande, detta “Sala Rossa” (chissà perché?): uno spazio dedicato alle associazioni giovanili del
territorio che non hanno una sede in cui riunirsi. Un tavolo al centro con persone attorno. C’erano degli adulti, sì,
ma erano i ragazzi più giovani a tener banco. Mi sembrò
di sentir parlare di un evento per giovani, probabilmente
lo stavano organizzando loro.
a cura della redazione di Varese
Ancora sulla destra, un ufficio mezzo verde mezzo e
bianco, con dei motivi floreali zen disegnati, due scrivanie, due computer e un gran mucchio di fogli!Davvero
tanti! Era l’ufficio Politiche giovanili e Informagiovani del
Comune. Una vera e propria “agenzia di comunicazione” nella quale si organizzano tanti tipi di iniziative per
far divertire i ragazzi varesini in modo sano, prevenendo
l’abuso di alcool e droghe, e per rendere i giovani i veri
protagonisti degli eventi che l’IG crea ad hoc per loro.
Il fiatone non mi abbandonava e il caldo era ancora soffocante. A volte però arrivavano delle ventate di aria fresca grazie ai ventilatori. Mi accorsi che poco più avanti
c’era un’altra porta: un altro ufficio, dai colori caldi e
dalle decorazioni orientaleggianti, rosso e giallo. Tre operatrici e tante persone col proprio curriculum in mano…
Ecco l’ ufficio Informalavoro!
Lo Spazio Giovani di Via Como, 21 a Varese è stato ideato e progettato dall’associazione culturale di giovani designers e architetti “Prosp3ttiVA”, nell’ambito del progetto Mosaico Giovani.
Per info: www.prosp3ttiva.it
GNAPPO = nickname dato dall’Informagiovani di Varese al logo
ufficiale della Rete Provinciale Informagiovani, il cui nome reale
è “Puppet”.
Nei corridoi incontrai dei ragazzi con le
facce esauste e dei libri in mano… provenivano da delle grandi stanze poste in
un’altra ala dell’edificio. Erano aule studio: una, la “Meditation Room” per lo
studio intensivo, con i muri insonorizzati,
le pareti bianche e delle nicchie blu con
dipinti dei simboli simili a geroglifici: i
ragazzi che erano dentro sembravano
avere un esame importantissimo da un
momento all’altro! Vigeva il silenzio più assoluto. Alcuni,
presi dallo studio matto e disperatissimo, studiavano su
tavolini “conficcati” nelle rientranze blu. L’altra, invece,
era un’aula “Parlante”. Un tavolo attraversava una parete, come se si fosse schiantato sul muro. C’erano un sacco
di puff su cui potersi sedere: qui i ragazzi potevano ripetere ad alta voce quelle parole che proprio non vogliono
entrare in testa!
Poi l’ultima sala. Un ambiente molto spazioso e luminoso,
col pavimento azzurro e le pareti bianchissime. Un piccolo palco e delle casse già montate.
Non mi sembrava un posto dove potevo stare, ma poi capii che si dovesse
trattare della Sala Polivalente, luogo in
cui si sarebbero potute realizzare piccole performance teatrali e musicali e
anche conferenze. Diedi un’ ultima
occhiata prima di lasciare l’ufficio. Mi
accorsi che c’era un'altra sala, piena di
computer nuovi di pacca, con dei
ragazzi intenti a lavorare. Chi era sui
programmi di grafica, chi sui programmi di musica, chi stava realizzando un
cortometraggio: sembrava uno studio
di un certo livello. Uscii dall’edificio ma caddi dalle scale,
rotolando giù come una pera cotta e poi… ...poi…
”ehm –ehm.. Signor. Gnappo mi sta ascoltando? Le
sto raccontando il mio sogno!” “Si caro, beh è evidente che hai bisogno di un posto dove passare il
tuo tempo, dove coltivare le tue passioni, studiare e
conoscere gente...ti lascio l’indirizzo di un posto
che potrebbe fare a caso tuo!”
27
SCUOLE
GEMELLAGGIO
L'AQUILA-VARESE
I
l 26 Novembre dell'anno scolastico 2009/2010, alcuni studenti, delle specializzazioni di
elettronica, elettrotecnica e meccanica dell'ITIS "Amedeo di
Savoia" de L'Aquila, sono partiti
per Varese per frequentare uno
stage nell'azienda USAG.
Durante il loro soggiorno, durato
cinque giorni, i ragazzi sono
stati ospitati da alcuni alunni
dell'ISIS "Newton" di Varese e
Hanno lavorato presso il suddetto stabilimento dove viene prodotta utensileria meccanica. In
fabbrica hanno potuto apprendere importanti nozioni sulla
produzione degli utensili, sui
diagrammi di flussi logistici della
produzione e sulle prove sui
28
L'ITIS DE L'AQUILA CONOSCE
LA REALTÀ LAVORATIVA E SCOLASTICA DI VARESE
materiali, instaurando un rapporto diretto con il personale.
Accompagnati dagli alunni e dai
professori dell'ISIS, gli studenti
aquilani hanno visitato il centro
di Varese e i musei della città.
Non sono mancati momenti di
allegria che hanno reso momentaneamente più spensierati i giovani aquilani, provati dalla terribile esperienza del terremoto. Il
30 Novembre dopo un caloroso
saluto alle famiglie e ai docenti
della scuola, i ragazzi de
L'Aquila sono ripartiti portando
con loro tanti bei ricordi e tante
nuove amicizie. L'esperienza ha
lasciato gli studenti talmente
entusiasti che hanno deciso di
tornare a Varese per partecipare
alla manifestazione "Giovanni
Alianti", che quest'anno ha trattato il tema dei sogni e delle speranze giovanili. Gli studenti
dell'ITIS per l'occasione hanno
realizzato un DVD avente come
tema il terremoto del 6 Aprile. Il
video realizzato ha trattato
anche le tematiche della solidarietà e dell'affettività. Il 9 Marzo
al teatro "Apollonio" di Varese
hanno presentato il loro progetto
riscuotendo un boato di applausi. Gli aquilani, attraverso immagini toccanti della notte del 6
Aprile e un racconto scritto dai
ragazzi sulla base della loro
esperienza, sono riusciti a trasmettere ai loro coetanei un messaggio forte, che ha scosso gli
studenti presenti alla manifestazione, i quali hanno dimostrato
una notevole sensibilità.
di Maria Cialone
…conoscere un’azienda da dentro… serve?
Scambio di battute con l’Assessore Alessandro Fagioli
partendo dall’esperienza studio-lavoro dei giovani aquilani c/o la Usag
I
l valore dell’esperienza di scambio dei
ragazzi de L’Aquila è indubbiamente
positiva, sotto tanti aspetti. Volevamo
però sapere cosa ne pensa, più in generale, delle esperienze studio-lavoro che
fanno molti ragazzi delle scuole tecniche. Servono?
Sicuramente questo tipo di esperienze,
che consentono di entrare in azienda,
sono positive in quanto permettono di
“vedere” e di “fare”. Ci sono dei limiti
oggettivi a queste esperienze, in termini di tempo e di attività che si possono
svolgere, ma speriamo che si possano
allargare gli spazi di sperimentazione
concreta dell’attività in azienda, esperienza che è sicuramente formativa.
Per i ragazzi de L’Aquila il discorso era
comunque diverso, molto più ampio, in
quanto voleva essere esperienza di vita
a tutto tondo e quindi, penso e spero,
che sia stata positiva nel suo complesso,
soprattutto sotto l’aspetto umano.
Riprendendo il discorso sulle esperienze
scuola-lavoro, pensa allora di agire per
agevolare questo tipo di esperienze?
Sul territorio ci sono attivita’ collaudate
e positive di alternanza scuola-lavoro,
coordinate dall’Assessorato all’
Istruzione e Formazione Professionale
in collaborazione con l’Assessorato al
Lavoro e Pol. Giovanili.
Queste attivita’ hanno avuto riscontro
positivo sia da parte degli Istituti scolastici, sia da parte delle aziende coinvolte, ma soprattutto da parte degli stu-
denti. Si tratta di un passo importante
per l’evoluzione dello scambio di esperienze e necessita’ tra il mondo del
lavoro ed il mondo della formazione.
Soprattutto mi piacerebbe fare in modo
che molti più ragazzi, insieme ai loro
genitori, quando devono scegliere il
corso di studi dopo la terza media,
prendano in considerazione con attenzione anche i 44 istituti tecnici della
provincia. Se ben frequentati sono ricchi
di contenuti e in linea di massima
danno maggiori possibilità di impiego,
se dopo il diploma si intende sospendere gli studi….. se si vuole proseguire,
magari scegliendo una facoltà coerente,
si ha comunque la possibilità di continuare. Una maggiore attenzione alla
formazione tecnica è una linea condivisa ormai da tempo anche dalle
Associazioni di categoria.
E’ opinione diffusa che le scuole tecniche diano meno stimoli “culturali”. Cosa
ne pensa?
Non è proprio vero, si sviluppano ambiti diversi. Accanto ad una buona cultura
di base, che viene comunque garantita
e che è essenziale, l’imparare un
“mestiere”, il fare può essere un percorso per esprimere genialità e creatività. Comunemente si è portati a valorizzare le forme di arte più tradizionali, come un dipinto o una poesia,
ma è altrettanto vero che molti
ragazzi si emozionano a vedere un
elicottero o una bella auto, che sono
comunque modi di “plasmare” la
materia … non penso di scandalizzare nessuno, ma di dire una semplice verità. In passato la parola arte
significava il saper fare, avendo
conoscenze tecniche. Molti studenti
qualora venissero indirizzati a seguire un percorso di studi tecnici,
avrebbero modo di approfondire la
funzionalità di un motore o le possibilità di impiego delle materie plastiche, così da esprimere al meglio le
proprie capacità. In fondo il nostro
territorio è cresciuto molto su questo
tipo di “capacità creativa”.
Non mancano certo esempi di scuole
tecniche del territorio che hanno una
forte attrattiva, un ottimo corpo insegnante, buone proposte culturali, una
capacità di costruire rapporti con il
tessuto sociale e produttivo; questo
scambio ne è un esempio …. Al primo
posto sta però ovviamente la volontà
dei ragazzi.
29
SCUOLE
di Edoardo Grimoldi ed Elisabetta Ranco
L’AQUILA RITORNA A VOLARE
Cronaca di una mattina di fine ottobre
Sono seduti intorno al tavolo dei consiglieri della
Provincia. Ciascuno di loro ha un microfono e giocano a fare i cassieri del supermercato. Si imbarazzano se sono inquadrati dalla telecamera che
riprende tutta la conferenza stampa. Sono gli studenti delle classi quarte dell’ITIS “Amedeo
D’Aosta” de L’Aquila, ospiti a Villa Recalcati –
sede della Provincia di Varese una mattina di fine
ottobre, per la conferenza stampa di presentazione del progetto di solidarietà “Ricominciare a studiare…e L’Aquila ritorna a volare” che li vede
coinvolti da vicino. Infatti l’ISIS “Newton” di
Varese ha dato vita ad un gemellaggio con l’istituto tecnico abruzzese, colpito dal sisma dell’aprile dell’anno scorso, in collaborazione con
l’Unione degli Industriali della provincia di
Varese, la Provincia di Varese e l’azienda SWK
Utensilerie srl (ex Usag). Gli studenti dell’ITIS de
L’Aquila sono infatti ospiti dalle famiglie dei loro
coetanei varesini.
Alla conferenza stampa erano presenti il presidente della Provincia Dario Galli, l’Assessore al
Lavoro e Politiche Giovanili Alessandro Fagioli, il
direttore dell’Univa Vittorio Gandini, il direttore
Risorse Umane di SWK Utensilerie Carlo Corollo
e il professor Di Prospero, docente che ha accompagnato i ragazzi abruzzesi in visita a Varese.
L’intervento del professore, il più commovente.
Definisce L’Aquila il “paese del cratere” e ringrazia i presenti per aver portato i 17 ragazzi e lui
lontano da quella che può essere definita la
bocca del vulcano. Ormai i professori oltre ad
insegnare matematica, lettere o inglese, si sono
trasformati anche in docenti di sismologia. Di terremoti, scosse, epicentri sanno tutto. Durante il
viaggio – dice – i ragazzi non hanno parlato del
terremoto. L’idea di andare in “gita” a Varese li
entusiasmava. Riporta la testimonianza di uno studente che aveva una casa nuova, costruita da
30
qualche mese, ma che l’energia del terremoto ha
raso al suolo. E si chiede: “La città de L’Aquila è
stata fondata nel 1254 e nel corso della sua storia è stata rasa al suolo più volte. Ma dove le
prende le energie?”. Prosegue dicendo: “Alcuni
studenti si chiedono come faranno gli anziani ad
adeguarsi alla situazione. Loro sono giovani e
hanno le forze per abituarsi al nuovo, ma gli
anziani?”. Insomma, sia in positivo che in negativo, alla città abruzzese non manca l’energia.
Ringrazia poi commosso per avergli fatto dimenticare almeno per qualche giorno di essere “terremotati”.
Terminata la conferenza stampa sono stati regalati ai ragazzi, tra l’altro, i nostri IG Magazine. La
giornata è proseguita con un buffet e con la visita
guidata alle SWK Utensilerie di Gemonio e
Monvalle, per vedere da vicino un’azienda che
lavora nell’ambito della meccanica e che potrebbe essere di interesse per il loro futuro lavorativo.
Le attività previste per la settimana sono state oltre
a stage a piccoli gruppi nei diversi reparti dell’azienda (fabbrica, meccanica e stampi, sicurezza,
magazzino, laboratorio) anche il rafting, attività
sportiva molto in voga fra i ragazzi.
Ma come hanno vissuto loro la settimana qui a
Varese? Non ci rimane che leggere la loro testimonianza!
INTERVISTA
a cura di Daniela Giunta
IL TEATRO
DEGLI ORRORI
QUANDO UN’INTERVISTA
SU WEB RADIO SI TRASFORMA
IN PAROLE SCRITTE SU CARTA…
E
cco che noi di IG Magazine vi proponiamo
un’intervista radio svolta a Pier Paolo, cantante
varesino de Il Teatro degli Orrori, da Daniela,
ragazza che fa parte della redazione della radio
web Hub Creativi, e che è stata trasmessa successivamente on line. Accanto alle radio tradizionali si
stanno moltiplicando infatti le radio che usano il
web come strumento, e la web radio Hub Creativi
ne è un esempio.
D: Ciao Pier Paolo, cosa ne pensi della
scena alternativa musicale in Italia?
P: Parlare di una scena presuppone una comunità
d’intenti e di obiettivi che gli artisti dovrebbero
avere, ma mi sembra che in Italia ognuno si facci
agli affari suoi. Non si può parlare a mio avviso di
“scena” in Italia, come poteva ad esempio essere la
New Wave degli anni ’80. Certo è che c’è una
grande voglia di suonare, di dire, di fare. Ciò che
trovo significativo in questi ultimi tempi è il ritorno e
il desiderio di contenuti e di impegno sociale (e questo lo dimostra il successo del nostro gruppo),
soprattutto da parte dei giovani che si sono stancati di tanto edonismo e superficialità.
D: Cosa ne pensi del mercato discografico e
delle etichette indipendenti rispetto ai giovani gruppi emergenti?
P: Le etichette indipendenti non hanno grandi risorse e fanno ciò che possono all’interno di un tessuto
economico e finanziario che il mercato discografico
dà. Si fa tutto con poco, lo si fa con grande passione ed entusiasmo ma non possono paragonarsi alla
31
WEB RADIO
di Alessandro Cadoni, Fabio Ferrara, Glenda Giussani
forza delle grandi mayor. Si parl comunque di crollo delle grandi major, perché tutti “downloadano”
ed è giusto che sia così. Le etichette indipendentimettiamola così- fanno ciò che possono, mentre le
mayor ciò che vogliono.
D: Voi siete partiti a cantare in lingua inglese, una lingua universale, poi avete optato
per l’italiano. Come mai questa scelta?
P: E’ una scelta tardiva, ci siamo resi conto poi che
usando la lingua italiana il pubblico capisce di più
e riusciamo ad entrare nel
cuore della gente. L’inglese è
indubbiamente una lingua
molto adatta al rock, ma dopo
tutto viviamo in Italia, parliamo
in italiano, e credo che la cosa
più onesta sia cantare in italiano per quanto sia difficile.
Così facendo il pubblico si
innamora delle canzoni.
CI SIAMO ACCORTI COME IL PUBBLICO AI
NOSTRI CONCERTI CANTI PAROLA PER
PAROLA LE NOSTRE CANZONI. CEÒ È
UNA GRANDE SODDISFAZIONE!
Noi ci siamo accorti come il
pubblico ai nostri concerti canti
parola per parola le nostre canzoni. Ciò dà molta soddisfazione! Consiglio a tutti i gruppi
che cantano in inglese di cambiare o andare a vivere in un
paese anglosassone. Poi ognuno fa quel che vuole:
l’importante è che ci sia del contenuto e dire qualcosa, che sia in inglese, francese o tedesco!
D: Se pensiamo al rock pensiamo a quella
enorme fusione di rivoluzioni sociali e di
anticonformismo che a suo tempo hanno
cambiato così il mondo letteralmente che
32
COS’È UNA WEB RADIO?
Per web radio o radio on line si intendono
emittenti radiofoniche che trasmettono in
forma digitale il proprio palinsesto attraverso internet. Possono essere radio tradizionali che ampliano il proprio raggio di
ascolto ripetendo le trasmissioni on line o,
in altri casi, si tratta di emittenti, amatoriali o meno, che mettono a disposizione il
proprio palinsesto esclusivamente in streaming, ovvero in tempo reale su internet.
TEATRO DEGLI ORRORI
Il Teatro degli Orrori è un gruppo noise rock nato
nel 2005. Il nome della band si ispira al teatro
delle crudeltà di Antonin Artaud.
oggigiorno ne sentiamo
ancora le conseguenze:
pensi che oggi sia ancora così a livello nazionale e internazionale o
visto che oggi ciò che
importa è vendere, non
la situazione è cambiata?
P: Quando parli di rock nel senso autentico del termine è sempre stato sintomo di progresso civile.
Fare musica rock contribuisce alla maturazione e al
mutamento dell’immaginario collettivo, inteso come
vita delle persone. Una buona canzone può in effetti contribuire a mutare la società. Il nostro pubblico per esempio si rispecchia nelle nostre
canzoni, piange, ride e se ne va
a casa con un pensiero in più su
cui riflettere.
Ringraziamo Pier Paolo per la
disponibilità e arrivederci al
prossimo concerto!
a cura di Daniela Giunta
MUSICA
NOTTURNOGIOVANI
UN VENTAGLIO DI PROPOSTE
PER I GIOVANI
AMANTI DELLA MUSICA,
PER DIVERTIRE E DIVERTIRSI
S
quillino le trombe.... rullino
i
tamburi...
l'Informagiovani di Varese
è tornato con voi, e per voi!
Abbiamo fatto “fagotto” e
abbiamo cambiato casa!
Tutto nuovo, tutto più grande e tutto più interessante!... questi cambiamenti non riguardano solo le mura dentro
alle quali lavoreremo, ma anche i nostri
progetti. Orsù dunque anime musicali, questo articolo è per voi! Notturnogiovani
è un progetto che si rivolge a tutti i giovani
dei territori di Varese, Como, Verbania e
Ticino, interessati alla musica. In particolare
a coloro che fanno parte di band musicali.
Come scopo si propone quello di incrementare e facilitare la produzione musicale giovanile attraverso attività innovative come
quelle che trovate in questa pagina.
VA SUL PALCO
Concorso aperto a tutte le band giovanili emergenti della Provincia di
Varese e territori limitrofi. Requisiti: un'età compresa tra i 16 e 30 anni,
un repertorio proprio. Alle prime 40 band iscritte verrà data la possibilità
di registrare gratuitamente un demo con i 3 brani necessari per la selezione. 3 le speciali giurie: tecnica, giovani e giuria
popolare. A tal proposito, ecco il link in cui potete
trovare tutte le info e la modulistica per la nuova
iscrizione!
http://lnx.notturnogiovani.it/
notturno/blog/2010/10/01/aperte-le-iscrizionia-va-sul-palco-2011/
SUMMERFEST
Espressione e creatività giovanile a 360°. Un festival di 2 giorni dove
Sport, Arte ma soprattutto Musica faranno da padroni! Il palco ospiterà
varie band, da quelle Varesine e in trasferta da Bilbao e quelle affermate sulla scena.
WORKSHOP TEMATICI:
Dedicati ai giovani musicisti dei territori coinvolti nel progetto e che sono
interessati al tema della musica e della produzione indipendente.
TAVOLA ROTONDA
Spazio alla Musica. Incontro aperto a tutti i giovani del territorio amanti della musica in tutte
le suo forme e contesti. Testimonial d'eccezione porteranno le loro esperienze e risponderanno a
domande aperte che gli verranno poste dai giovani partecipanti.
Vi aggrada?! Speriamo di si! Tutto questo e le varie novità le potrete trovare sul
nostro sito:
www.informagiovanivarese.info o su FB
Informagiovani Varese.
Seguiteci e venite a trovarci alla nuova
sede di Via Como 21! Vi aspettiamo!
CORTISONICI: SEZIONE VIDEOCLIP
Il mondo dello schermo e delle note si uniscono! All'interno del noto festival di cortometraggi Varesino Cortisonici viene lanciato un concorso per
band emergenti. La band con in migliore videoclip sarà invitata a suonare durante il festival!
33
CONCORSO
I LOVE
MY LAND
LA PREMIAZIONE
34
CRONACA DELLA
CERIMONIA FINALE
DEL CONCORSO
FOTOGRAFICO
FIRMATO
INFORMAGIOVANI
R
JUNIO
G
iovedì 21 gennaio 2010. Villa
Recalcati.
Varese.
1°
Anche quest’anno si è
concluso il concorso fotografico organizzato dal
Coordinamento
2°
Provinciale Informagiovani
dal titolo “I love my land”.
Ritratti di giovani nei luoghi
della provincia di Varese”.
Oggi è il giorno del verdetto
finale. Chi sarà il vincitore delle due categorie, junior e
senior, previste? Noi della redazione di IG Magazine non
potevamo mancare!
La cerimonia si apre con una breve presentazione della
giuria di esperti, che ha visionato tutte le fotografie pervenute. Poco spazio alle parole e ci si dedica subito alle
immagini. Ecco che parte la proiezione delle foto finaliste.
Ai primi sei classificati della categoria Junior (1991-1994)
e della categoria Senior (1983-1990), infatti, verranno
assegnati premi in buoni acquisto per materiale informatico, multimediale e fotografico.
Ed ecco che vengono annunciati i vincitori, una vincita
tutta al femminile. Il premio più importante della
categoria Junior va a Elena Cavalieri, 16
anni, studentessa del Liceo Artistico di
Varese. Titolo della sua fotografia: “Ci
sono anche io”. Per la categoria
Senior invece è la fotografia dal
titolo “Estensioni” ad aggiudicarsi
la vittoria. Autrice dello scatto è
Francesca Mariani, 20 anni,
studentessa del NABA di
Milano.
3°
di Francesco Mugnani
IL CONCORSO IG 2010
“SCATTI D’ATLETA”
Le prendiamo da parte ancora emozionate per la vittoria,
per rivolgergli qualche domanda.
Da cosa trae ispirazione la tua fotografia?
E: Dunque, la mia foto s’intitola “Ci sono anch’io”. Il titolo richiama la condizione in cui si ritrovano i giovani di
oggi, ovvero poco presi in considerazione. Questo scatto
vuole spronare chi di dovere ad avere la giusta attenzione nei confronti di noi ragazzi.
F: “Estensioni” è in realtà un progetto che ho presentato
per un esame universitario. Il
tema da affrontare e rendere
R
SENIO
con uno scatto era come la
personalità dell’uomo si delinea e si trasforma, diventando altro.
Il concorso fotografico lanciato dal Coordinamen-to provinciale
Informagiovani per il 2010 ha come tema giovani e
sport, ovvero giovani raffigurati e accostati ai valori
dello sport (agonismo, vittoria, lealtà, etc.). Il titolo
scelto per questa edizione è "Scatti d’atleta Immagini di giovani & sport”.
I premi previsti sono buoni per l’acquisto
di materiale informatico, multimediale e fotografico. Novità di quest’anno è la sezione speciale
“Scatti d’atleta in rosa Immagini di sport al
femminile” organizzata in
collaborazione con la consulta femminile provinciale.
Ai primi 4 classificati
saranno dati in premio
buoni acquisto per attrezzature sportive o materiale sportivo.
Nei primi giorni di dicembre
sipotrà anche partecipare all'assegnazione di un premio speciale internet
collegandosi a:
www.provincia.va.it/giovani.htm
1°
2°
3°
Cosa ne pensi del
tema di quest’anno?
E: Penso sia un bel
tema. Inizialmente volevo incentrare la mia
fotografia sul tema
della natura, ma poi
successivamente ho
cambiato idea, trattando invece la condizione giovanile.
F: Mi piace,
soprattutto perché si è potuto
valorizzare il
territorio in cui
viviamo.
Qual è il tuo stile fotografico preferito?
E: non ho uno stile preferito, ogni fotografia è soggettiva.
F: Personalmente mi piace molto il bianco e nero. Inoltre
tra le foto digitali e quelle tradizionali, preferisco le foto
analogiche.
Progetti per il futuro?
E: Vorrei studiare più approfonditamente fotografia, ma
anche disegno.
F: Mi piacerebbe diventare una “videoartista”, un’artista
che lavora nell’ambito delle arti visuali (fotografia, pittura,
video). Mi interesserebbe anche studiare l’arteterapia,
ovvero l’impiego di tecniche impiegate nella musica, nel
teatro, nella pittura, nella danza, etc. utili alla crescita
della persona nella sfera emotiva e nelle relazioni con gli
altri.
35
INFORMAZIONE
I MEDIA
DEL
FUTURO
INTERVISTA DOPPIA AI DIRETTORI DI DUE DELLE PIÙ IMPORTANTI
TESTATE LOCALI: OPINIONI A CONFRONTO
C
36
ome redattrice ho sempre toccato argomenti
artistici, questa volta, invece, vi proporrò una
doppia intervista che parla di Media.
L’informazione attraverso Internet. Abbiamo intervistato il direttore della Prealpina e il direttore di
Varese News, cercando i loro punti di vista in
materia.
Io stessa sono ipnotizzata da Internet e dai Social
Network, perché hanno un immediato impatto su
chi vuole essere informato. Purtroppo hanno dei
pro e dei contro, ossia, l’informazione arriva
immediata, ma esclude tutto quello che riguarda le
attività sociali.
Una volta ci si trovava al bar, a fare
colazione e a leggere il giornale. A discutere sugli eventi
mondani. Così si faceva spesso amicizia. Ora ci si chiude in
casa, leggendo le notizie diret-
tamente da internet o dai Social Network. L’attività
sociale c’è in parte, ma esclude tutto ciò che
riguarda il contatto diretto. Leggere le notizie da
internet è ottimo, ma non scordiamo i nostri amati
giornali appena freschi di stampa e il contatto con
il mondo esterno.
Questa è solo una mia opinione
ovviamente, ma ora sentiamo
cosa ne pensano i direttori!
di Marilisa Menegatti
INTERVISTA
a Angeleri Direttore della Prealpina
e a Giovannelli Direttore di Varese News
Riguardo alla informazione on-line “locale”, a che livello si attesta secondo Lei? In
un ipotetico sondaggio, secondo Lei i lettori
preferirebbero leggere il giornale cartaceo
o la versione multimediale?
L'informazione on-line è destinata a continuare crescere o no? Perché?
Livello medio - per ora e per
qualche anno (dieci?) il cartaceo - Sì, crescerà per la
comodità di accesso.
L'informazione online locale crescerà perchè internet si caratterizza sempre più come
mezzo di condivisione. Questa si sviluppa sia per
interessi (e la dimensione globale abbatte le distanze) che per territorialità. Il lettore cerca servizi oltre
alle informazioni. Non credo che esista un dualismo
tra carta e web. Oggi vengono visti come alternativi,
ma questo è dovuto ancora alla scarsa conoscenza
di internet. I giornali cartacei si ricollocheranno e
anzi il web potrà essergli di aiuto per tante ragioni,
anche nella diffusione di maggiori lettori.
L'informazione online continuerà a crescere anche se
abbiamo molti problemi di infrastruttura e anche un
profondo ritardo culturale.
Il Suo giudizio è identico sia che i parli di
informazione locale che informazione
nazionale e internazionale?
L'informazione locale online è
più svantaggiata ma è più sincera. L'altra è apparentemente completa ma molto ben pilotata non dalle
notizie.
Hanno caratteristiche profondamente diverse. L'informazione internazionale e quella nazionale possono usufruire di molte fonti (agenzie, giornali, istituzioni, blog, ecc) mentre quella
locale non ha molte fonti salvo quelle più tradizionali. I giornali locali sono essi stessi fonte.
Quale la differenza più significativa fra
le due forme di "giornale"? Sotto quali
aspetti il cartaceo è migliore del multimediale o viceversa?
Uno si legge a video ancora
con fatica, l'altro mentre si sfoglia emana quel profumo di carta che è parte integrante della nostra vita.
Di qui la mia preferenza per il cartaceo
Il cartaceo ha una maggiore
leggibilità e soprattutto può essere fruito in modo
più snello. Per contro però trovarlo è più difficile
e soprattutto ha una tempistica diversa. Arriva
dopo molte ore che i fatti sono successi e sviluppa un minore dibattito.
Che differenza c'è nei costi tra informazione cartacea e quella on line?
Costi identici se si vuol realizzare un prodotto vero e sincero.
profondamente diversi per
quanto riguarda i costi di stampa e distribuzione.
Per il resto è tutta l'organizzazione a mutare e
quindi ad avere altri costi.
Pensa che i social network, tipo Facebook e
simili, siano un buon sistema di comunicazione per far arrivare le notizie ai giovani?
Quali i rischi e quali i vantaggi….
Sì, certo parlano ai giovani e
comunicano alla rinfusa. Ecco il rischio. Il mancato onesto filtro del giornalista professionista e non
pennivendolo.
Certamente. I social network
sono comunicazione e condivisione pura. Tutto
poi dipende da come si usano, ma certamente
rivoluzionano il modo di interagire e di informarsi. I rischi sono quelli di credere che lì c'e' tutto il
mondo, i vantaggi quelli che davvero lì' può passare il mondo.
37
MOSAICO GIOVANI
VIAGGIO TRA INSOLITI PROTAGONISTI:
RACCONTARE
CON IL REPORTAGE
Gli stagisti dell'Insubria alla scoperta dei tasselli del “mosaico”
38
Cosa significa raccontare? Noi stagisti del laboratorio
ce lo siamo chiesto all'inizio del percorso che ci ha portati a documentare il progetto Mosaico Giovani. (finanziato da Regione Lombardia e Ministero della Gioventù,
di cui la Provincia è il soggetto Capofila)
Tutto inizia quando, all'interno del Laboratorio
Multimediale di Ateneo dell'Università
dell'Insubria veniamo incaricati di realizzare
un reportage filmato sulle varie iniziative giovanili che interessano l'area del Varesotto:
viaggiando per la provincia, dovremo conoscere le diverse realtà che Mosaico ha permesso, spaziando tra volontariato, sport, attività
educative, teatro, orientamento per gli studenti e concerti, fino alle iniziative delle associazioni giovanili e alla realizzazione di spazi ad
hoc per i ragazzi.
Da subito cerchiamo di
capire quale sia l'approccio più adatto per
realizzare il nostro lavoro, con quali occhi
osservare ciò che dovremo poi descrivere attraverso le immagini. Si tratta di fotografare dall'esterno i vari progetti o forse sarebbe interessante parlare in modo specifico dei singoli protagonisti?
Questo tipo di riflessione ci porta a delineare le linee
guida con le quali lavorare: dovremo cercare di essere
il più possibile obiettivi e, al contempo, mirare a cogliere ciò che è il significato più profondo delle iniziative che
man mano conosceremo, con uno sguardo che vada
oltre i risultati più evidenti. Ciò che di interessante
vogliamo raccontare è quanto di solido Mosaico abbia
costruito, tutto quello che, al di là della situazione contingente, resterà nel tempo. Su questi presupposti
inizia il nostro percorso, che porta noi quattro stagisti del laboratorio ad entrare in contatto con ragaz-
LABORATORIO MULTIMEDIALE
DI ATENEO DELL'INSUBRIA
Il Laboratorio Multimediale di Ateneo
dell'Insubria è attivo dal 2008. La realizzazione di prodotti multimediali negli anni, che
ha coinvolto studenti e stagisti provenienti dal
corso di laurea in Scienze della
Comunicazione, è stata supportata da alcuni
esperti in campo tecnico e organizzativo,
oltre che da alcuni docenti dell'università.
di Silvia Sommaruga
REPORTAGE MOSAICO GIOVANI
è una documentazione video che consiste in quattro episodi e in un lavoro conclusivo che, attraverso gli occhi della troupe, disegna un quadro
generale del progetto.
I prodotti sono visibili ai link:
www.provincia.va.it/giovani.htm
www.uninsubria.it/pls/uninsubria/consultazione.mostra_pagina?id_pagina=11453
zi della nostra stessa età, esplorando il mosaico di
realtà che il progetto ha contribuito a creare.
Tappa dopo tappa è il viaggio stesso a insegnarci
come raccontare al meglio le esperienze che incontriamo: la chiave è entrare in sintonia con le persone che andiamo a riprendere e intervistare, riuscire
a metterci in reale contatto con loro.
CIÒ CHE VOGLIAMO
RACCONTARE È QUANTO
DI SOLIDO È STATO COSTRUITO
CON MOSAICO GIOVANI
Esemplare in questo senso è il pomeriggio
di riprese con i ragazzi saronnesi di Spazio Anteprima,
alle prese con l'interpretazione del musical Rocky Horror
Picture Show: un'intera giornata trascorsa in un batter
d'occhio, tra sperimentazione
di nuove inquadrature e domande impreviste che emergono spontanee. Ci ritroviamo così a
indossare le parrucche di scena e a ridere con i
ragazzi degli errori durante le prove mentre interagiamo spontaneamente, facendoci raccontare come
quest'esperienza li abbia uniti come gruppo di amici
e abbia permesso loro di interpretare dei ruoli insoliti, liberi dalle regole sociali.
Altro episodio che non dimenticheremo facilmente è
il concerto unplugged nella biblioteca di Luino,
durante il quale, tra le riprese dell'ambiente e l'a-
scolto dei pezzi, decidiamo di ribaltare completamente l'impostazione delle interviste, per riuscire a
catturare l'atmosfera di quella giornata, totalmente
diversa da quello che ci aspettavamo: un semplice
ritrovo di giovani musicisti e cantanti crea un perfetto clima di scambio e condivisione di esperienze.
Una tappa in cui il dialogo coi ragazzi è efficace si
rivela poi l'incontro con il coro gospel Divertimento
Vocale: nel clima disteso, immersi nell'energia che il
coro trasmette, i ragazzi non incontrano ostacoli nel
comunicarci cosa significhi davvero per loro far
parte del coro.
Come questi, sono tanti gli episodi in cui il lavoro si
trasforma in momento di divertimento ma anche di
crescita, professionale e personale, in cui
risulta fondamentale mettersi sempre in gioco. Occasioni in cui
la distanza tra osservatore ed
osservato si assottiglia e la vicinanza tra i due permette un
contatto immediato ed efficace.
Riuscire a capire i nostri coetanei: è
stata questa la sfida più affascinante di
un'esperienza che si è rivelata un vero viaggio, un
viaggio tra insoliti protagonisti.
MOSAICO GIOVANI
Tante iniziative
per e con i giovani del territorio
Per saperne di più collegatiti a
www.provincia.va.it/giovani.htm
39
http://www.provincia.va.it/giovani.htm
music ook
Hey! Hai sentito la novità?
Cosa?
Se suoni in una band o ti piace fare musica puoi iscriverti
al censimento delle band della provincia di Varese.
Perchè dovrei iscrivermi?
Ci sono all’orizzonte nuove iniziative ed opportunità!!!
Hai una band? Ti piace fare musica?
Taggati anche tu!
Iscriviti alla nostra community
www.provincia.va.it/giovani.htm