conquiste - CISL Scuola Ravenna

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conquiste - CISL Scuola Ravenna
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conquiste dellavoro
Anno 64 - N. 182
MARTEDÌ 31 LUGLIO 2012
Quotidiano della Cisl fondato nel 1948 da Giulio Pastore
www.conquistedellavoro.it
Italcementi,
mobilità scongiurata.
L’accordo evita
i licenziamenti:
in cigs per due anni
i 176 dipendenti
di Porto Empedocle
e Vibo Valentia
Fiat Pomigliano.
Bella sorpresa
sulla busta paga
di luglio
per i cassaintegrati
che questo mese
percepiranno
600 euro
di premio
di produzione
Petrelli a pagina 5
N
essuna intesa sul pubblico impiego ma il negoziato non deve fermarsi. Almeno secondo la Cisl,
che dopo l’incontro sindacati-governo sulla spending review, ha rifiutato la
linea di rottura decisa da
Cgil e Uil, che confermano
lo sciopero del settore per
il 28 settembre. Via Po
non aderirà allo sciopero.
“Vogliamo - spiega il segretario confederale, Gianni
Baratta - affrontare i temi
dell’accordo del 3 maggio
e dei tagli, attivando un tavolo negoziale per i primi
di settembre”.
Anche Cisl Fp e Cisl Scuola
confermano il proprio no
ai tagli lineari contenuti
nel decreto. E chiedono
un accordo Aran da firmare in settembre per tradurre in contratto quadro l’intesa del 3 maggio. “Al ministro - affermano i segretari delle due categorie, Giovanni Faverin e Francesco
Scrima - abbiamo espres-
Spending review. Cisl: preoccupazione ma no allo sciopero deciso da Cgil e Uil
Statali,negoziatoaoltranza
Baratta: vogliamo affrontare i temi dell’accordo del 3 maggio
e dei tagli, attivando un tavolo di trattativa per i primi di settembre
so la nostra preoccupazione per il taglio indiscriminato degli organici. Ma
giudichiamo positivamente l’apertura sulle nostre
richieste: un esame congiunto sui criteri per individuare eventuali esuberi e
un confronto su profili e
professionalità da inserire
dopo lo sblocco del
turn-over”. I due sindacalisti puntualizzano, poi, due
ulteriori risultati. Già da
settembre, il ministro confermerà un calendario di
incontri con il sindacato
per discutere di tutta la
partita del pubblico impiego, a partire dalla trasformazione in contratto dell’Intesa del 3 maggio. E’,
poi, in arrivo la soluzione
sulle possibili eccedenze
negli enti pubblici a seguito dei tagli. Non ci saranno esodati né licenziamenti, evidenziano i sindacati.
Eventuali esuberi godranno del pre-pensionamento, cioè delle regole sul
pensionamento pre-riforma Fornero. Faverin e Scrima chiedono che si proceda analogamente anche
per i docenti in esubero e
quelli inidonei per salute,
per i quali la legge prevede il passaggio ad altri profili. La guardia del sindacato, resta, comunque, alta.
“La nostra mobilitazione avvertono Faverin e Scrima - continuerà senza sosta”. L’obiettivo “è vigilare sull’attuazione degli impegni e “ottenere un contratto quadro sulle relazioni sindacali da sottoscrivere all’Aran, per rafforzare
la partecipazione del sindacato alla riorganizzazione Pa”.
Ilaria Storti
Ilva, Napolitano: garantire
attività fabbrica e salute
G
iornata convulsa, quella di ieri, per il susseguirsi di eventi
che potrebbero segnare definitivamente le sorti dell’Ilva.
Anche Napolitano auspica soluzioni che “garantiscano continuità e sviluppo dell’attività e salute”. Quattro custodi giudiziari si sono presentati in azienda ed hanno avuto un lunghissimo colloquio con il Presidente dell’Ilva. Questi, nel tardo
pomeriggio ha accettato di incontrare i segretari generali di
Cgil, Cisl, Uil e Fim, Fiom, Uilm i quali in serata sono stati convocati dal Prefetto. Giovedì 2 agosto sarà sciopero di 24 ore
con i leader nazionali Bonanni, Camusso e Angeletti.
a pagina 4
S
ono passati vent’anni dalla fine
della“scala mobile”. Il meccanismo di indicizzazione dei salari
all’inflazione fu, di fatto, abolito il 31 luglio del 1992 nello storico
protocollo siglato a Palazzo Chigi tra
governoAmato, sindacati e Confindustria. Un accordo fortemente criticato dallasinistra politica e dalla maggioranza Cgil. I fatti dimostrarono successivamente che l’intesa avrebbe salvato l’Italia dalla bancarotta. Ma, allora,
la contestazione dei movimenti antagonisti fu violentissima. Il 13 ottobre
1992, a Milano, durante una manifestazione sindacale, i contestatori
tentarono di far degenerare la protesta, lanciando bulloni sul segretario
della Cisl. “Gridai che la polizia non
intervenisse - ricorda Sergio D’Antoni -. Nel giro di tre minuti 80mila persone isolarono gli estremisti. La piazza, fino allora tiepida, da quel momento fu tutta con noi”.
Guglielmino a pagina 2 e 3
S
Imu,
Caf Cisl:
nelle grandi
città
è stangata
su lavoratori
e pensionati
Italia - Spagna,
rivincita
azzurra
sul mercato
del lavoro.
La riforma
targata
Rajoy dà
un colpo
durissimo alla
contrattazione.
Meglio la cura
Monti - Fornero
1992: quei
bulloni
che salvarono
l’Italia
tangata Imu nelle grandi città. Lavoratori e pensionati hanno
versato in media per la prima casa un acconto di 84 euro, ma
se si considerano le sole città di Milano, Bologna, Genova, Roma, Napoli e Palermo, l’importo pagato è stato più alto del 54%,
con punte del 102% (ossia il doppio della media) a Roma. Sono i
dati raccolti dai Caf Cisl su versamenti di dipendenti e pensionati.
Per quanto riguarda la prima casa, dopo Roma, tra le sei città esaminate nel dettaglio, l’impatto maggiore rispetto alla media nazionale si registra a Bologna, Genova e Napoli. I dati del Caf Cisl sono
stati raccolti sulle distinte di pagamento effettuate per i contribuenti che si sono rivolti alle loro sedi: circa 1,2 milioni di bollettini
compilati in 900 sedi sul territorio. Per quanto riguarda le rate,
dopo la “burrascosa” introduzione della possibilità di pagare in tre
rate anziché due, solo l’1,6% degli assistiti ha scelto questa opzione.
Industria, ancora Cisl Poste: solidarietà Venditabenidemaniali
giù la produzione alladirettriceferita Fai:servetrasparenza
C
ala ancora, a luglio, la produzione industriale. La contrazione, secondo i
dati del Centro studi di Confindustria, è
stata dello 0,4% su base mensile. La
produzione media giornaliera è diminuita dell’8,0% annuo.
Male anche gli ordini in volume, scesi
dello 2,9% sui dodici mesi.
Il peggioramento degli indicatori qualitativi, spiega il Csc, preannuncia ulteriori riduzioni di attività: secondo l’indagine Istat sulle imprese manifatturiere, il
saldo dei giudizi sugli ordini è sceso in
luglio, tornando sui valori di febbraio
2009, per effetto di un maggiore arretramento della domanda estera.
U
n “fatto gravissimo” che “lascia
sgomenta l’intera comunità dei lavoratori di Poste e della Cisl, cui la collega era da tempo associata”. Così Mario Petitto, segretario generale Cisl Poste categoria, commenta l’episodi
drammatico avvenuto a Torre del Greco, dove un dipendente di un ufficio
postale ha sparato contro Anna Iozzino, 53 anni, direttrice nello stesso ufficio. La donna è ricoverata all’ospedale
Maresca, dopo un’operazione chirurgica.“Alla direttrice - aggiunge Petitto
- va tutta la nostra affettuosa solidarietà e vicinanza, insieme agli auguri di
una rapida e completa guarigione.”
A
lla vigilia del decreto attuativo sulla
vendita dei terreni demaniali, decisa dal “salva Italia”, Fai Cisl chiede al governo massima trasparenza. Due sono
i rischi da evitare: che ad acquistare sia
la criminalità organizzata; che a comprare siano businessmen sedicenti agricoltori che, dopo aver ricoperto le loro
terre con pannelli solari facendo affari
d’oro, pretendano siano vendute loro
terre pubbliche magari a costi di saldi.
Il decreto attuativo, avverte la Fai, deve contenere “limiti agli ettari vendibili
al singolo e divieti di vendere a coloro
che con le loro terre agricole scelsero
di fare business extra agricoli”.
2
MARTEDÌ 31 LUGLIO 2012
norma del decreto
Spending Laspending
review che riguarda la prescrizione del
review. principio
attivo per i malati
cronici rappresenta “un
mortale al marchio e
Femca: da colpo
alle produzioni delle indufarmaceutiche italianorma su strie
ne, con pesantissime ripersull’occupazione
farmaci cussioni
del settore”. E’ l’allarme
dal segretario gerischi per lanciato
nerale della Femca Cisl,
Gigli. “Vale la pena
occupazione Sergio
ricordare - sottolinea Gigli
conquiste del lavoro
il fatto
S
ono passati vent’anni
dalla fine della “scala mobile”. Il meccanismo di
indicizzazione dei salari
all’inflazione fu, di fatto, abolito il 31 luglio del 1992 nello storico protocollo siglato a Palazzo Chigi tra il governo Amato, i
tre sindacati e la Confindustria. La “contingenza” (così
era volgarmente chiamata la
scala mobile) veniva calcolata
seguendo l’andamento variabile dei prezzi di particolari beni
di consumo, generalmente di
larga diffusione. Ogni tre mesi,
una commissione aveva il compito di determinare le variazioni del costo della vita, a cui i salari venivano adeguati. Ma, dalla fine degli anni Settanta, quel
meccanismo automatico aveva contribuito, secondo tutti
gli economisti (in primis il premio nobel Modigliani), alla continua crescita dell’inflazione.
Era come un cane che si mordeva la coda.
La prima svolta si ebbe il 14 febbraio 1984. Con un decreto, il
governo Craxi tagliò di 4 punti
percentuali la scala mobile,
per combattere il galoppante
aumento dei prezzi che viaggiava su percentuali a due cifre. Il
provvedimento era frutto dell’accordo di ”San Valentino”, siglato dal governo con Cisl e Uil,
senza la Cgil di Lama. Una spaccatura profonda, sociale e politica. L’anno dopo, in un clima
infuocato, si svolse il referendum abrogativo che sancì la
sconfitta del Pci di Berlinguer.
Una scelta riformista che in piena campagna referendaria costerà la vita all’economista
Ezio Tarantelli, il padre spirituale dell’accordo di San Valentino, ucciso dalle Brigate rosse,
proprio davanti alla facoltà di
Economia. Il taglio della contingenza rimase.
Ma il tema della riforma, tornò
prepotentemente attuale, cinque anni dopo, nel giugno del
1990, quando la Confindustria
di Pininfarina disdettò in maniera unilaterale la scala
mobile. I sindacati, a quel
punto,
- che in questo settore sono occupati 65mila operatori diretti e che queste
aziende, oltre che dare
buona occupazione non
hanno impatti ambientali
e quindi dovrebbero, al
contrario di ciò che fa il Governo essere aiutate a svilupparsi. L’ultimo pensiero - conclude il sindacalista
- va ai tanti malati, che come sostengono i medici, si
vedrebbero privati dei loro farmaci collaudati”.
proclamarono uno sciopero generale che indusse l’ultimo governo Andreotti a prorogare a
tutto il 1991, attraverso una
“leggina”, la scala mobile. Il governo aveva risolto il braccio di
ferro sostanzialmente a favore
del sindacato: ma le parti sociali si impegnarono a iniziare il 1˚
giugno del 1992 il negoziato
per la “ristrutturazione del salario e del sistema contrattuale”. “Quando si parla di nascita
della concertazione, bisogna
partire dall’accordo che siglammo il 10 dicembre del 1991”,
racconta Sergio D’Antoni, oggi
deputato Pd e all’epoca giovanissimo (a 44 anni) segretario
generale della Cisl. “Fu quello il
concepimento della politica di
concertazione”.
Un vento nuovo soffiava nel Paese. Sotto i colpi dei referendum e di tangentopoli si disfaceva la prima repubblica. Il pomeriggio del 23 maggio del
1992 Giovanni Falcone, la moglie e gli agenti della sua
scorta venivano uccisi con una strage terribile sulla autostrada Palermo-Punta Raisi. Un
mese
dopo
anche
Paolo
Borsellino e
gli agenti che lo
proteggevano
furono
massacrati in un attentato. Un
colpo durissimo per il Paese. Il sindacato reagì con
una gran-
è pronta “a dare
Sicilia, Cisl: LaunCislcontributo
per mettere mano al personale
disposti della
Regione”. Lo assicura il segretario regionale,
Bernava. Ma,
a dare Maurizio
avverte, “la politica non
la campagna elettocontributo faccia
rale sulla nostra pelle”.
il 30 novembre per mettere “Entro
aggiunge Bernava - si indied eliminino conmano viduino
sulenze, incarichi ed
che preal personale esternalizzazioni
stano servizi tipici della
Regione Siciliana. Si inserisca l’istituto della mobilità interna, che alla Regione non c'è mai stato,
per reimpiegare il personale in quei servizi nel
frattempo liberatisi”.
Solo a quel punto, “si può
individuare il personale
che può andare in pensione”. Ma, aggiunge, “disponendo subito un regolamento delle pensioni,
che sono pagate col bilancio regionale”.
31 luglio 1992. Vent’anni fa la firma a Palazzo Chigi dello storico accordo
Quei bulloni che
Fu la fine della scala mobile e l’inizio della concertazione.
salvò il Paese dal crac. Ma la contestazione da parte
de manifestaIl 13 ottobre 1992 durante un comizio a Milano,
zione unitaria
i contestatori tentarono di far degenerare la protesta
a Palermo, la
lanciando oggetti sul leader cislino Sergio D’Antoni.
più imponenRicorda l’ex sindacalista: “Gridai che la polizia non
te nella storia
intervenisse. Nel giro di tre minuti 80 mila
del Mezzogiorpersone isolarono gli estremisti. La piazza, che fino
no. Anche i
partiti (o almead allora era stata tiepida, si schierò tutta con noi”
no quel che ne
era rimasto) fecero quadrato dente della Repubblica, il qua- li non dovevano superare i tetintorno alle istituzioni, eleg- le affidò l’incarico di formare il ti programmati per ridurre l'ingendo a larga maggioranza, governo a Giuliano Amato (do- flazione e contribuire a risanaOscar Luigi Scalfaro come Presi- po il ritiro della candidatura di re la finanza pubblica”. Ogni
punto di contingenza corriCraxi).
Era l’inizio dei governi tecni- spondeva a circa mille miliardi
ci, sostenuti anche da in più che lo stato pagava cosindacati e dalla Con- me interessi sul debito pubblifindustria, che por- co. D’Antoni spingeva forteteranno l’Italia in mente per la scelta “virtuosa”
Europa. L’esor- della politica dei redditi per tudio di Amato telare i salari. Ma la Cgil di Trenfu alquanto tin reagì malissimo. Tuttavia la
risoluto. In trattativa con il nuovo governo
una inter- partì ai primi di luglio. “Al minivista che stero del Lavoro era stato desis u s c i t ò gnato Nino Cristofori, mentre
non po- alla Confindustria era stato apche pole- pena eletto presidente degli inmiche, il dustriali Luigi Abete”, ricorda
15 mar- ancora D’Antoni. “Nei primi
zo del giorni del mese di luglio, l'in1 9 9 2 , treccio tra le varie questioni
Amato ri- sul tappeto appariva inestricabadì l'idea bile: costo del lavoro, manovra
che “per i economica, pensioni, riforma
p r o s s i m i fiscale. Una mattina chiamai
tre-quattro Giuliano Amato e gli dissi chiaanni le ri- ro e tondo che il sindacato non
chieste con- avrebbe accettato stangate,
trattua- come una ventilata addizionale Irpef. Se ci dovevano essere
sacrifici, questi dovevano essere distribuiti su tutti, a comincia-
governo accelera su revisione della spesa e
solo spending review o legge elettorale. Negli ultimi,
E il governo Ildecreto
“Mini riforme” Nonconcitati,
sviluppo. Il sottosegretario all'Ecogiorni, prima della breve chiusura estiva il parlanomia, Gianfranco Polillo, ha dichiarato ieri
mento prova a chiudere anche su le cosiddette mini-riforme.
accelera, che
al rush finale: Lalegge,
dopo il voto della fiducia sulla spending
sfida per i parlamentari che sostengono questi disegni di
review al Senato, l’obiettivo dell’esecutivo è
però, non è semplice: trovare un varco all’interno di
ala Camera entro la settimaun’agenda monopolizzata dalla crisi e dalle emergenze. Dorevisione l’approvazione
i
parlamentari
na. Stessa tempistica anche per il decreto svivrebbero trovare un varco le correzioni al Codice della strada
luppo.
ratifica della convenzione per la tutela dei minori, che,
della spesa Polillo ha sottolineato poi che “per questa fa- cercano varchi etralal'altro,
introduce il reato di grooming, vale a dire dell’adescamento tramite internet o telefonini. Più accidentato il perdell'anno abbiamo raggiunto un punto di
e dl sviluppo: searrivo”.
in
un
calendario
corso della riforma del condominio e del disegno di legge che
Per il futuro, Polillo ha aggiunto:
i tempi per ottenere il divorzio da tre anni a uno. A
“Stiamo
cercando
di
vedere
come
intervenisi chiude in re sul debito. Sarà tema di settembre e al mi- monopolizzato riduce
ricevere a breve l’approvazione definitiva dovrebbero invele disposizioni sugli stadi, per favorire la costruziodell'economia ci stiamo lavorando
settimana nistero
dalle emergenze cene essere
molto”.
e la ristrutturazione da parte delle società di calcio.
tra il governo Amato, i tre sindacati confederali e la Confindustria
salvarono l’Italia
Gli eventi dimostrarono che la scelta del sindacato
dei movimenti antagonisti fu davvero violenta
re dal varo della minimum tax per
i lavoratori autonomi. Amato era
d’accordo. Ma voleva chiudere
subito la trattativa sul costo del
lavoro prima della pausa estiva,
per poi affrontare a settembre il
problema della legge finanziaria,
con un accordo forte alle spalle”.
Nella notte tra il 29 e il 30 luglio,
Amato mise a punto un testo i cui
temi centrali erano la definitiva
abolizione della scala mobile, il
blocco della contrattazione articolata per tutto il 1993, un controllo attento dei prezzi e delle tariffe. Erano obiettivi fondamentali di politica dei redditi per avviare il risanamento della finanza
pubblica. “Si trattava di un testo
immodificabile, perché alla approvazione delle parti sociali era
legata la sorte del Governo. Se la
mia proposta di mediazione viene respinta, mi dimetto, ci disse
Amato, parlando di momento grave da far sbiancare i capelli”. La
minoranza della Cgil, guidata da
Bertinotti, era schierata compatta per il no, perché considerava una sconfitta per il
sindacato, le indica-
zioni del Governo. C'era il rischio
di una nuova San Valentino, con
un accordo separato. Ma il segretario della Cgil, Bruno Trentin,
pur non condividendo l’accordo,
aveva compreso l’eccezionalità
della situazione e poi non se la
sentiva di respingere quella intesa, anche per via di uno “storico”
rapporto che legava Amato alla
Cgil (Amato, era stato alcuni anni
prima capo dell’ufficio studi della
confederazione).
E così alla fine Trentin firmò, insieme a D’Antoni e Larizza, nel pomeriggio del 31 luglio, l’accordo.
Subito dopo, il capo della Cgil non
partecipò nemmeno alla conferenza stampa. Aveva già scritto
una lettera ai componenti della
sua segreteria, annunciando le sue dimissioni.
Poi partì per le ferie. In nottata
il diretti-
vo della Cgil votò a maggioranza
contro l’intesa. Tutta la sinistra insorse. Solo Del Turco difese l’accordo. Il Segretario dei Ds, Occhetto, dichiarò sibillino che “Amato aveva costretto Trentin a firmare con la minaccia delle dimissioni da capo del Governo”, chiedendo che prima di firmare i sindacati dovevano sentire i lavoratori. Bassolino e Mussi dissero
che l’intesa era buona solo
per gli industriali.
D’Antoni invece non
ha mai avuto
dubbi: “L’accordo
era un passo obbligato, perché in
una fase in cui le divisioni nel Paese tenevano banco, quel testo
rappresentava un segnale di unità della classe dirigente, di fiducia”. Tre giorni dopo il governatore della Banca d’Italia, Ciampi abbassò di mezzo punto il tasso ufficiale di sconto, “firmando” idealmente l'intesa. Solo a settembre,
al direttivo della Cgil di Ariccia,
Trentin ritirerà le dimissioni. Gli
eventi successivamente dimostrarono quanto la scelta di tutto
il sindacato fosse stata ineluttabile per salvare il Paese dalla bancarotta. Ma la contestazione da parte dei movimenti antagonisti fu
davvero violenta. Quando il governo Amato varò la famosa manovra da 93 mila miliardi, dopo la
svalutazione del 7% della lira, con
l’uscita successiva dallo Sme, i sindacati decisero di proclamare
una serie di scioperi regionali e
manifestazioni in tutta Italia per
chiedere una modifica della manovra.
Il 13 ottobre del 1992 passerà alla storia come la giornata dei “bulloni”. A Milano
la piazza ribolliva di gente. C’erano almeno 80
mila persone, gomito
a gomito, senza soluzione di continuità.
In un angolo, un
gruppo di autonomi e di Cobas cercavano ripetutamente lo
scontro fisico con
la polizia,
sfondando il cordone del servizio
d’ordine del sindacato, nel tentativo di fare degenerare la protesta. Sul palco la tensione era altissima, ed in tanti avevano cominciato ad abbandonare la posizione. Sergio D’Antoni, che aveva rifiutato gli schermi plexiglass protettivi della polizia, fu colpito sul
labbro da un bullone di ferro. Ma
il sindacalista siciliano, continuò
il comizio, con il sangue che gli
scorreva sul mento. Oggi l’ex leader della Cisl racconta: “Riuscii, a
fermare la polizia che stava per
caricare i contestatori. La polizia
stia al suo posto e non intervenga
- gridai -, i provocatori saranno
isolati dai lavoratori. A quel punto rimasero tutti ammutoliti. Poi
scoppiò un applauso liberatorio.
Nel giro di tre minuti, 80 mila persone isolarono gli estremisti. La
piazza, che fino a quel momento
era stata tiepida, a quel punto si
schierò tutta con noi. Mi spiegarono più tardi che l’appello a non
far intervenire la polizia, era molto sentito dai milanesi, fin dai
tempi della tragica vicenda dei
cannoni di Bava Beccaris. Ma stavolta nessuno alzò un dito contro
la folla. Il sindacato uscì vincitore
da quella battaglia. Avevamo
sconfitto la violenza ed i nemici
della concertazione. Se avessimo
ceduto alle richieste dell’estremismo, dei cosiddetti “autoconvocati”, la storia del sindacato e del
Paese, probabilmente, sarebbe
cambiata. Non avremmo potuto
forse siglare gli accordi successivi
con il Governo Ciampi sulla politica dei redditi e sul nuovo sistema
contrattuale. Non avremmo avviato il risanamento dei conti pubblici e non saremmo entrati nella
moneta unica europea”.
I vecchi, freddi, bulloni, il simbolo
delle lotte di fabbrica, di un vecchio modo di intendere le relazioni sindacali, non riuscirono a fermare quel processo storico che
il sindacato aveva responsabilmente deciso di portare avanti.
Salvo Guglielmino
4
MARTEDÌ 31 LUGLIO 2012
non vede ragioni per criticare la Bce in relazione ai ventilati
Bce, Berlino
nuovi acquisti di bond di Paesi in crisi. “Naturalmente il governo
ha piena fiducia nell'indipendenza d'azione della Bce”, ha detBerlino tedesco
to in conferenza stampa Georg Streiter, vice portavoce di Angela MeL'Eurotower adempie ai propri doveri, ha aggiunto. Secondo quanto riportato ancora dall'agenzia Apa, il ministero delle Finanze avrebbe
apre rkel.
inoltre specificato che gli acquisti sul mercato secondario di titoli di
da parte della Bce “non sono inammissibili” secondo i trattati
agli Stato
europei. Per questo non ci sono ragioni per contrastare tale azione con
alla corte di giustizia Ue, come aveva ipotizzato il ministro
acquisti unperricorso
gli Affari europei dell'Assia, Joerg-Uwe Hahn. Ieri, poi, del ruolo
Banca centrale europea avrebbero discusso il segretario al Tesodi bond della
ro Usa Tim Geithner e il ministro tedesco delle FInanze Wolfgang SchaIntanto Francoforte ha reso noto che la scorsa settimana - la
pubblici euble.
ventesima di fila - non ha proceduto ad acquisti di bond pubblici.
ha venduto 5,48 miliarBtp, IldiTesoro
di euro di Btp a 5 e 10 anni,
un target massimo di 5,5
asta ok contro
miliardi, con il tasso sul decennain calo sotto il 6% e una buona
Sulla scadenza a 10 ane spread ledomanda.
ni il rendimento medio è sceso al
dal 6,19% di fine giugno e
stabile 5,96%
su quella a 5 anni al 5,29% dal
del mese scorso. Positiva
a 460. 5,84%
la reazione dei mercati, con Milarosa tra le piazze finanMilano noziariemaglia
europee e lo spread Btp stabile attorno ai 460 punti
festeggia Bund
base.
Mercato del lavoro. Messe a confronto le riforme, Madrid sta peggio. Lo dicono (anche) gli spagnoli
Unarivincitaamara
4-0 nella finale ai Mondiali, ma sul lavoro la mano di Rajoy è stata più pesante
di quella di Monti-Fornero. Stesso metodo: il governo decide, gli altri subiscono
conquiste del lavoro
dibattito
S
ul risultato calcistico, è evidente, c’è
poco da dire. Il 4 a
0 inferto dalla Spagna all’Italia, parla da solo. Ma chi vince sul piano
delle riforme del lavoro
che hanno interessato,
contemporaneamente,
entrambi i Paesi? A questa domanda si è cercato
di rispondere nel corso
del seminario organizzato dalla Scuola internazionale di Dottorato in Formazione della persona e
mercato del lavoro, in occasione della presenza a
Bergamo di due illustri
ospiti provenienti dall’Università di Malaga: il
professor Juan Carlos Álvarez Cortés e il professor
Juan José Plaza Angulo.
Un quadro generale e
comparato sulla situazione economica ed occupazionale in Italia e in Spagna è stato fornito dall’intervento introduttivo di
Emmanuele Massagli,
presidente di Adapt. Ne è
emerso come sul campo
dello spread sia invece
l’Italia a risultare vincitrice, pur trattandosi di una
vittoria amara, in quanto
risultato, pur sempre, di
una guerra “tra poveri”.
Basta dare infatti uno
sguardo ai tassi di disoccupazione e di inattività, soprattutto giovanile, alla
percentuale di Pil sommerso, alla pressione fiscale per le imprese, per
rendersi conto di come
Italia a Spagna, pur trovandosi la prima in leggero vantaggio rispetto alla
seconda, siano però entrambe ben distanti dalle
medie del resto dell’Unione europea.
Ci si è dunque addentrati
nell’analisi specifica delle
novità introdotte dalla riforma spagnola, grazie alle esposizioni di due rappresentanti del mondo accademico spagnolo, Juan
Carlos Álvarez Cortés e il
Juan José Plaza Angulo. Si
è osservato come la riforma spagnola, così come
quella italiana, sia stata
“imposta” dall’alto, vale
a dire, dal Governo mediante decreto legge, strumento giuridico dettato
dall’urgenza, nel caso specifico, di un intervento
che avrebbe dovuto risollevare le sorti del mercato del lavoro, ma che in realtà rispondeva alla necessità, ancor più impellente, di dare risposte concrete all’Europa.
Le riforme sono entrate
in vigore da subito, ma sul
testo definitivo non v’è
chiarezza, soprattutto in
Spagna, poiché esso, pur
dopo essere stato convertito in legge con alcune
modifiche apportate all’esito del dibattito parlamentare, continua a cambiare a suon di leggi e decreti che si susseguono di
settimana in settimana.
Ma sono altri gli aspetti
della riforma spagnola
che portano a ritenere
che l’Italia si sia tutto sommato “salvata” rispetto
ciò che in Spagna ha comportato la riforma. A parere della stragrande maggioranza degli studiosi, accademici ed analisti della
materia, si tratta della riforma più drastica che il
mercato del lavoro spagnolo abbia mai subito. In
effetti, la riforma non fa
che conferire al datore di
lavoro un potere unilaterale pressoché sconfinato in punto di modifiche
sostanziali delle condizioni di lavoro e di mobilità
funzionale e geografica.
In presenza, infatti, di cause economiche (per la cui
ricorrenza vengono identificati alcuni indici di rife-
rimento, quali perdite attuali o anche solo previste, o riduzione del livello
di entrate o vendite per
due trimestri consecutivi), tecniche, organizzative o di produzione
(espressione in cui di fatto può rientrare qualunque causa), sarà possibile
per il datore di lavoro modificare unilateralmente
le condizioni di lavoro del
lavoratore, finanche il salario, o decidere lo spostamento di un lavoratore o
il mutamento di mansioni
(superiori o inferiori, purché sempre nei confini
del gruppo di riferimento, e con il limite dei mestieri per cui è richiesto
un titolo o un’abilitazione), anche quando tali
modiche non siano giustificate da un miglioramento della situazione aziendale.
La riforma sottrae altresì
potere all’autonomia collettiva, limitando la portata e l’efficacia dei contratti collettivi nel rafforzare
le possibilità di deroga
agli stessi, e conferire
priorità ai contratti aziendali. Il legislatore, inoltre,
come mai aveva osato fare prima della riforma del
febbraio scorso, si intromette nella contrattazione collettiva dettando
tempi precisi – dimezzatisi peraltro dopo il passaggio in Parlamento – per il
rinnovo dei contratti collettivi scaduti. Nell’ultima
versione, decorso un anno dalla scadenza del contratto senza che le parti
abbiano raggiunto un accordo sul rinnovo, il contratto collettivo perde vigore, rimanendo applicabile, laddove esistente, il
contratto di livello superiore.
Assieme
all’ultrattività, la riforma
elimina anche alcuni
aspetti essenziali di quello che sino ad ora era stato il contenuto minimo
dei contratti collettivi: il riferimento è in particolare
alle misure di flessibilità
interna, demandate ora
quasi esclusivamente alla
volontà univoca del datore di lavoro. A rendere ancor più gravoso un simile
quadro sono le modifiche
apportate dalla riforma
in punto di licenziamenti:
viene ridotta l’indennità
concessa al lavoratore
per il caso di licenziamento ingiustificato (si passa
dai vecchi 45 giorni per
anno lavorato per un massimo di 42 mensilità, a 33
giorni per anno lavorato
per un massimo di 24
mensilità), e aumentano i
casi di licenziamento oggettivo, ammesso non solo per cause economiche,
tecniche, organizzative o
produttive, ma anche per
i casi, ad esempio, di mancato adattamento del lavoratore alle evoluzioni
tecnologiche dell’impresa nonostante l’apposita
formazione ricevuta, ovvero l’assenza dal lavoro
per malattia “intermittente” (9 giorni in 2 mesi o 20
giorni in 4 mesi in modo
discontinuo). Se ciò non
bastasse, viene abolito il
cosiddetto salario de
tramitación, quello cioè
che si riferisce al periodo
di tempo che intercorre
tra il licenziamento e la
pronuncia della sentenza
giudiziale. A fare da contraltare ad una simile
espansione delle misure
di flessibilità interna e in
uscita, avrebbe dovuto esservi un altrettanto solido sistema di flessibilità
in entrata. Eppure, il nuovo contratto di lavoro a
tempo indeterminato “di
sostegno agli imprendito-
ri”, pensato per favorire
le assunzioni stabili nelle
piccole e medie imprese
(con meno di 50 lavoratori), provocherà probabilmente, invece, l’effetto
contrario, posto che è previsto un periodo di prova
della durata obbligatoria
di un anno (non modificabile neppure dalla contrattazione collettiva), il
quale, oltre a suscitare
forti dubbi di legittimità
costituzionale, rappresenterà un facile incentivo al
turnover di giovani, piuttosto che all’assunzione
definitiva.
E stato Michele Tiraboschi, Direttore scientifico
di Adapt, a tirare le fila
dei vari interventi. In una
Scuola internazionale di
Dottorato, quale è quella
in cui il seminario si è svolto, la comparazione più
che mai riveste un ruolo
centrale. Le critiche mosse alla riforma del lavoro
italiana, ad esempio, andrebbero attenuate alla
luce del quadro prospettato per la Spagna dai nostri ospiti. L’errore di fondo, tuttavia, è comune ad
entrambi i Paesi: tanto la
riforma spagnola quanto
quella italiana sono state
imposte dal Governo, che
ha scavalcato non solo il
Parlamento, ma anche e
soprattutto le parti sociali, prescindendo totalmente dalla concertazione, dal dialogo, dal consenso. Non sono infatti gli
attori sociali a dover intervenire nelle materie di loro competenza, a dover
dettare le regole?
La risposta è certamente
affermativa, ma è forse il
sistema di relazioni industriali ad essersi dimostrato non in grado di assolvere a questi compiti, impegnato piuttosto a lasciarsi
trascinare da fuorvianti
giochi di potere. L’ingerenza della legge sul sistema di contrattazione collettiva è tuttavia ben più
forte in Spagna che in Italia. Il nostro legislatore
non è giunto ad intromettersi nella flessibilità gestionale, limitandosi a
dettare regole di flessibilità in ingresso e in uscita,
laddove in Spagna, invece, ha puntato dritto al
cuore della misurazione
della prestazione.
La vera partita, allora,
Spagna e Italia la giocano
insieme, e c’è ancora molto da fare. I principali avversari sono la disoccupazione e l’inattività giovanile, e i dualismi del mercato del lavoro: chi viene
sconfitto su questo campo, non perde gli europei,
ma l’Europa.
Lavinia Serrani
Francesca Sperotti
Scuola internazionale di
Dottorato in Formazione
della persona e mercato
del lavoro Adapt-CQIA,
Università degli Studi
di Bergamo
MARTEDÌ 31 LUGLIO 2012
(nostro servizio). Cisl e Fim di GenoGenova.No Gvaenovaattaccano
il ministro dello Sviluppo
economico Corrado Passera sull’ipotesi di cesdiCisl e Fim sione
da parte di Finmeccanica di Ansaldo
Energia e Ansaldo Sts. In particolare Cisl e Fim
la posizione perché il ministro dello
acessione motivano
Sviluppo “non dà precise indicazioni sui settoda cui il Paese non deve uscire” ed
da parte di rihastrategici
fatto anche dichiarazioni “scandalose e falsu Finmeccanica”. Lo sostengono Antonio
Finmeccanica seGraniero,
segretario generale Cisl Genova e
Claudio Nicolini, segretario genovese di Fim,
diAnsaldo in una nota dove si dicono “esterrefatti dalle
del ministro su Finmeccanica,
Energiae Sts dichiarazioni
che confermano come lo stesso non eserciti il
proprio ruolo e non dia risposte alle mozioni
presentate dal Pd e quelle al “question time”
dal Pdl, se non evanescenti, impalpabili e soprattutto false”, in quanto, nel dichiarare che
“il piano di ristrutturazione e rilancio è necessario a causa della situazione critica di alcuni
settori, in particolare di quelli civili, il ministro
mente”. Ribadiscono Graniero e Nicolini sostenendo che ”Ansaldo Energia e Sts sono
aziende in salute, che operano in mercati internazionali: sono il fiore all’occhiello della nostra industria”. Infatti “un mese fa - ricordano
i due segretari - quando il ministro incontrò
sindaco e presidente della Regione, la Cisl gli
diede del “Ponzio Pilato” perché dell’azienda
se ne lavava le mani”. Per la Cisl occorre “aprire un tavolo di confronto che porti a decidere
insieme il futuro di Ansaldo”, non pensando
solo “al piano finanziario, ma anche al mantenimento degli investimenti in ricerca e sviluppo per l’intero Gruppo e ad intraprendere serie politiche industriali, vero motore di crescita dell’economia del Paese. Forse però al ministro Passera interessano solo le banche, la finanza virtuale: non manifattura e lavoro”.
Analoga richiesta di tavolo era stata fatta,
giorni fa, da Cgil, Cisl, Uil e Federmanager Genova, uniti dalla contrarietà alla cessione di
Ansaldo Energia e Sts da Finmeccanica.
Dino Frambati
Cassa integrazione straordinaria per due anni per i 176 lavoratori degli stabilimenti di Porto Empedocle e Vibo Valentia
Italcementi,nientemobilità
conquiste del lavoro
TERRITORIO & IMPRESE
L’accordo al ministero del Lavoro tra i sindacati di categoria e i vertici del Gruppo
scongiura i licenziamenti. Gli addetti verranno sospesi a partire dal 10 settembre
R
oma (nostro servizio). Niente
mobilità ma cassa integrazione
guadagni straordinaria
della durata di due anni
per i 176 lavoratori degli stabilimenti Italcementi di Porto Empedocle (Agrigento) e Vibo
Valentia. L’accordo tra i
vertici del gruppo e le
organizzazioni sindacali
Filca-Cisl, Feneal-Uil e
Fillea-Cgil è arrivato nella mattinata di ieri presso il ministero del Lavoro. "L’intesa - spiega Riccardo Gentile, segretario nazionale della Filca-Cisl - prevede il ritiro
della procedura di mobilità, che era stata annunciata nel giugno
scorso unilateralmente
da Italcementi, e l'avvio
della cigs biennale a partire dal 12 settembre
prossimo per 176 lavoratori (94 in forza presso Porto Empedocle e
82 a Vibo Valentia), che
verranno sospesi a zero
ore a decorrere dal
prossimo 10 settembre. Fino a quella data osserva il segretario nazionale della Filca - il
personale dei due stabilimenti lavorerà regolarmente anche in mansioni diverse. Inoltre abbiamo concordato che
l’azienda
anticiperà
mensilmente l’integrazione salariale di competenza dell’Inps". Al fine di contenere l’impatto sociale saranno messe in atto azioni per la
ricollocazione del personale nel corso del periodo di cigs, sia attraverso riconversioni e riqualificazioni dei siti dismessi che con il trasferimento dei lavoratori
interessati in altri stabilimenti del Gruppo, dando priorità a soluzioni
‘interne’, vale a dire nelle regioni Calabria e Sicilia. La mobilità sarà attivata per i lavoratori in
possesso dei requisiti di
età e anzianità contribu-
tiva oppure per quelli
che hanno possibilità di
reimpiego presso aziende terze o attivano forme
di
auto-imprenditorialità.
Verranno attivati corsi
di formazione e riqualificazione per conservare le competenze presenti e per acquisire
nuove competenze per
la riallocazione interna
od esterna degli addetti, e le parti hanno deciso di procedere ad incontri di monitoraggio
con cadenza trimestrale. “L’accordo limita i
danni rispetto a quanto
aveva deciso l’azienda
in maniera del tutto
scorretta, senza preventiva consultazione con i
sindacati, ma soprattutto provvede alla tutela
economica dei lavoratori attraverso il ricorso
agli ammortizzatori sociali previsti dalla legge”, sottolinea Gentile.
“Il settore è certamente in difficoltà - aggiunge - visto che la richiesta del mercato è pari alla metà di quanto si produce attualmente. In attesa che il settore possa invertire la tendenza, trainato dalla ripresa delle costruzioni, abbiamo fatto in modo
che ci siano precise garanzie economiche per
i tanti lavoratori interessati e, conseguentemente, per le loro famiglie, che peraltro vivono in realtà sociali molto difficili dell’Italia meridionale. Quello che
continuiamo a sostenere è che i lavoratori non
possono essere i soli a
pagare il prezzo della
crisi: il costo del personale nei cementifici pesa solo per il 16-17% sul
costo totale mentre i costi industriali, come
l’energia, il combustibile, le materie prime superano il 50%. È su queste voci - conclude Gentile - che bisogna intervenire”.
Vanni Petrelli
Sottoscritto un protocollo d’intesa per lo sviluppo di tutta l’area industriale
AlviailrilanciodiGela
R
oma (nostro servizio). Un accordo importante per rilanciare
l’attività industriale dell’area
interna al petrolchimico di Gela. Lo
hanno siglato alla prefettura di Caltanissetta le parti sociali e le istituzioni
per dare al territorio un’opportunità
di sviluppo e per creare i presupposti affinchè intorno alla Raffineria di
Gela, nelle aree dismesse si stabiliscano nuovi insediamenti industriali. “Abbiamo creato la cornice - dice
Emanuele Gallo, segretario generale
della Femca di Caltanissetta - ora
dobbiamo fare il quadro. Con questo protocollo d’intesa, non abbiamo risolto i problemi ma ci stiamo
muovendo in una certa direzione”. Il
documento infatti conferma l’investimento, della Raffineria di Gela per
la realizzazione del piano
2012-2015, di 480 milioni di euro destinati a migliorare la competitività
dell’intero petrolchimico, ma delinea anche un percorso ben chiaro su
cui le parti, tutte, si impegneranno
per sviluppare il futuro dell’indotto
dell’area. “Se definiamo le regole continua Gallo - riusciamo in due anni a rilanciare l’attività industriale
sia del diretto che dell’indotto”.
I vertici aziendali, della consociata
dell’Eni, hanno confermato gli investimenti in particolare per la centrale termoelettrica, per la diga foranea all’interno del porto industriale,
per il parco serbatoi con i doppi fondi e per il miglioramento degli assetti produttivi degli impianti. Confermati anche i tempi di ritorno ai pre-
cedenti assetti di produttività della
Raffineria (10 maggio del 2013) dopo l’anno di fermata di due delle tre
linee di produzione e la cassa integrazione, che attualmente coinvolge, a
rotazione, 400 dipendenti diretti. Restano in piedi le incertezze sul futuro
dell'indotto, che continua a soffrire
di insufficienti commesse di lavoro e
che dovrebbe subire una drastica riduzione degli organici. È stato deciso perciò di creare uno speciale elenco dei lavoratori in esubero, denominato “lista di disponibilità occupazionale permanente”, dove confluiranno le maestranze dell’indotto in attesa di ricollocazione in altra azienda.
Previsti anche corsi di formazione ad
hoc per futuri impieghi.
Sara Martano
Conto corrente bancario n. 12900
presso Carisbo Spa sede di Bologna (Gruppo Intesa Sanpaolo)
IBAN IT11N0638502401100000012900
intestato a Confindustria, Cgil, Cisl, Uil
causale: Fondo intervento a favore delle popolazioni, dei lavoratori e dei
sistemi produttivi della Regione Emilia-Romagna e della provincia di Mantova
6
MARTEDÌ 31 LUGLIO 2012
ilano (nostro servizio).
Più valore M
Favorire la ricollocazione dei lavoratori, valorizzare
e le iniziative
all’apprendistato l'apprendistato
che favoriscono la transiziogenerazionale, per augrazie all’accordo nementare
l'occupazione giovanile.
Sono
gli obiettivi dell'intra Assolombarda tesa sul mercato
del lavoro
firmata tra Assolombarda e
e Cgil Cisl Uil Cgil, Cisl, Uil di Monza e Briandi Monza e Brianza za.L’accordo valorizza le opportunità previste da un recente
provvedimento di Regione
Lombardia, che finanzia azioni di reimpiego a favore di lavoratori in difficoltà occupazionale, e le arricchisce integrandole con le risorse messe a disposizione da Fondimpresa, il Fondo interprofessionale per la formazione
continua gestito da Confindustria e Cgil, Cisl, Uil.
“Le previsioni per l’autunno
non sono tra le più rosee - ha
dichiarato Marco Viganò, segretario generale della Cisl
Brianza - per questo occorre-
ranno iniziative concrete sulle reti per la ricollocazione
dei lavoratori. Siamo inoltre
particolarmente interessati
a sperimentare forme di transizione generazionale che,
consentendo forme di pensionamento “morbido”, prevedano l’ingresso di giovani
nel mondo del lavoro”.
Inoltre questa intesa rappresenta una importante opportunità anche alla luce del difficile contesto socio - economico che sta vivendo il nostro
Paese. “Questo accordo è
l’inizio di un lavoro comune
tanto importante, quanto impegnativo - aggiunge -. Nell’attuale situazione economico-occupazionale, imprese e
sindacati sentono il pressante impegno di rinnovare tutte le azioni utili per favorire il
miglior funzionamento del
mercato del lavoro, nell’interesse delle aziende, dei lavoratori e della società nel suo
complesso”.
Mare sprecato. Nella sola provincia reggina ci sono 150 chilometri di coste ma il ritorno è basso
TurismoinCalabria:
opportunità di sviluppo perduta
Diminuisce la spesa dei viaggiatori italiani e stranieri alla “punta dello Stivale”
In crisi l’immagine del territorio. Scarsa promozione, poche infrastrutture
conquiste del lavoro
cronache
R
eggio Calabria (nostroservizio).Potrebbeviveresolodiquesto.Diquelmareedi
quelsolecheduranoottomesil’annoediqueituristichesonoingradodimuoverel’economiaregionale.Stiamoparlando della Calabria, regione
invettaalleclassificheperladisoccupazione e per il lavoro
sommerso, giovanile e non
solo,regionechequest’anno
registra alcune bandiere blù,
manontroppe.
Secondo l’assegnazione da
parte della Fee (la Fondazione per l’educazione ambientale) in Calabria hanno avuto
dirittoal riconoscimento: Cariati, Amendolara (vicino Cosenza), Cirò Marina, Melissa-TorreMelissa(neidintorni
di Crotone), Roccella Jonica,
Marina di Gioiosa Jonica (in
provincia di Reggio Calabria).˘
Per Melissa
Consorzi
Bonifica.
Oggi
sciopero
Serranò (Cisl reggina):
si tratta di una
nel periodo gennewentrychefa
naio-ottobre
“Premiate solo le zone ioniche
salireaseileloca2010,lespesedei
con la conferma di Roccella e Marina di Gioiosa.
lità scelte per la
viaggiatoristranieAssente la zona tirrenica.
regione.˘Acque
riinItaliasonoauLe infinite possibilità si scontrano
limpide, lidi acmentate dello
cessibili a tutti,
con le scarse performance delle amministrazioni
0,5%, da 25.952
serviziottimi,racdel2009a26.087
locali in materia, tra l’altro, di qualità della
coltadifferenziadel 2010”. Però
balneazione,
depurazione
delle
acque
reflue,
taspinta,attività
dallastessaindagicertificazione ambientale, gestione dei rifiuti,
di educazione al
ne risulta che “la
servizi turistici, sicurezza,
rispettodell’amspesa dei viaggiabiente: questi i
servizi ed accessibilità nelle spiagge,
toristranieriinCacriteri con cui
labriaèdiminuita
educazione
e
comunicazione
verde”
131Comunimadel 7,1% da 156
rini italiani, cinmila del periodo
za.Perché il turismo, neisuoi vale,realizzatodalSistemainque in più contro i 126 dello vari volti (storico-culturale, formativo turistico presso gennaio-ottobre 2009 a 145
scorso anno (ai 125 iniziali si prettamente ricreativo, reli- l’Assessoratoregionale,lascia mila dello stesso periodo
aggiunseCastro,inPuglia)so- gioso, enogastronomico) parlareinumeri.Nellostesso 2010”.
no stati premiati con i vessilli
non decolla alla punta dello infatti leggiamo: “Secondo Nell’ultimoannoituristiitaliadiqualitàBandiereBluediziostivale? L’XI rapporto sul turi- l’indaginecampionariasultu- ni in Calabria sono diminuiti
ne2012.
del32,4%equellistranieridel
InCalabriaperòquestinume- smo nella regione alla punta rismointernazionalerealizzadello
Stitamensilmentedalla
rinonbastano,considerando
Banca d’Italia,
le risorse naturali di
parten-
O
ggi sciopero generale di 8 ore dei lavoratori dei Consorzi di Bonifica contro il mancato rinnovo contrattuale.
La protesta interessa anche i 250 addetti, occupati a livello regionale del
Friuli Venezia-Giulia. In
particolare, una delegazione di Fai Flai e Filbi partirà alla volta di Roma, dove, sotto la sede dello
Snebi, si terrà la manifestazione unitaria indetta
dai sindacati di categoria.
Stefania Olivieri
43,2%. La situazione economicanonfavorevole,accompagnatadallariduzionegeneralizzatadeiconsumiequindi
anchediquellituristicièintesta alle cause della riduzione
dei flussi. Tuttavia il rapporto
indicachetra“lealtremotivazionichesecondoilpareredeglioperatorihannocontribuitoadalimentarelacongiunturanegativadeiflussituristiciin
Calabriai problemi legati all’immagine della Calabria,
alla mancanza di pubblicità e di promozione per il
turismo, alla mancanza di
infrastrutture, all’aumento dei prezzi e la preferenza per altre destinazioni
ed altri tipi di vacanza”.
La Cisl di Reggio Calabria,
con il segretario generale
Domenico Serranò chiede
ai Comuni costieri reggini
ed alla Regione “sinergie
costruttive per valorizzare il mare”.
Il fatto che ci siano state
solo due sole bandiere
blù lungo i 150 chilometri
circa di costa reggina è un
dato che sorprende. “Viene premiata la ionica soltanto con la conferma delle spiagge di Roccella e
Marina di Gioiosa - precisa Serranò, rivolgendo un
plauso agli amministratori, alle associazioni ed ai
cittadini - mentre risulta
assente del tutto la tirrenica reggina nonostante
qualche perla più unica
che rara. Ciò non si giustifica.”.
“A determinare questo
magro bottino - prosegue
Serranò - nonostante le infinite potenzialità, sono le
scarse performance delle
amministrazioni locali in
materia, tra l’altro, di qualità delle acque di balneazione, depurazione delle
acque reflue, certificazione ambientale, gestione
dei rifiuti, servizi turistici,
sicurezza, servizi ed accessibilità nelle spiagge, educazione e comunicazione
ambientali.” Se il mare
non è blù, il turismo diminuisce e diminuiscono i
posti di lavoro, sia dipendenti che autonomi (aumentati negli ultimi anni
con il fiorire di attività volte alla ricettività leggera,
come agriturismi, bed &
breakfast e affittacamere).
Quindi per aumentare le
opportunità di lavoro in
Calabria, devono aumentare anche le bandiere
blù.
Elisa Latella
Comunale di Napoli deve individuare nelPorto Napoli. IllaConsiglio
riunione di oggi una data, entro il 10 agosto prossi“per approvare un ordine del giorno relativo al
Piano regolatore del porto, dando così un segnale di
Comune mo,
autorevolezza e affidabilità“. Lo ha detto Lina Lucci,
generale Cisl Campania. “Se questo non dostudia segretario
vesse accadere - aggiunge - si determinerà un ulteriocolpevole ritardo, con conseguenze pesanti per
soluzioni re,l’apertura
dei cantieri e i riflessi sull’occupazione”.
7
MARTEDÌ 31 LUGLIO 2012
i criteri “previsti attualmente dalla legge 9, la
del presidente
Sicilia. Conriforma
L’Aquila. Impegno
sul riordino degli Ato, resterebbero senza
della Provincia dell’Aquiin tutta la Sicilia un migliaio di lavoratori, non
la, Antonio Del Corvo, a
Con attuali lavoro
Impegno
possiamo consentirlo abbiamo chiesto dunque alla
convocare, entro la prossiCommissione Ambiente dell’Ars la salvaguardia dei lima settimana, un tavolo
occupazionali nel passaggio dagli Ato alle Srr, con
di confronto specifico alla
norme velli
della
l'adeguamento delle previsioni normative dell'articopresenza del sindaco aquilo
19
della
legge
alle
necessità
maturate
nel
tempo
Massimo Cialente, e
a rischio nei vari territori, e dunque al personale presente al 31
Provincia lano,
dei vertici di Abruzzo En2011”. Lo affemano Michele Palazzotto, seper valutare
posti dicembre
per i 180 geenering,
gretario generale Fp Cgil, Claudio Di Marco segretario
eventuali soluzioni a salvaCgil con la delega all’Ambiente, Dionisio Giordano
dei livelli occupanel settore Fpsegretario
di Abruzzo guardia
Fit Ambiente e Gianni Acquaviva per la sezionali e delle professionaregionale Uiltrasporti che hanno partecipapresenti all’interno
dei rifiuti greteria
Engeenering lità
to, ieri, ad un’audizione in Regione.
della società. Lo ha reso
sindacato
T
orino (nostro servizio). Cgil, Cisl,
Uil e il Comune di Torino hanno
sottoscritto un verbale di intesa
che istituisce per la prima volta,
tra le grandi città italiane, un fondo perequativo sull’Imu per tutelare i redditi più bassi. Le agevolazioni previste
dal Fondo sono destinate esclusivamente alle famiglie di pensionati e di
lavoratori dipendenti, proprietari della propria abitazione.
I redditi da lavoro dipendente e da
pensione sono quelli che in questi anni hanno pagato più di altri i costi della
crisi e sui quali continua a gravare la
maggior parte della pressione fiscale
del Paese.
Il fondo che dispone di uno stanziamento iniziale di 1 milione di euro, erogherà fino a 100 euro di agevolazione
a tutti coloro che pagheranno l’Imu
con un reddito Isee familiare inferiore
a 13 mila euro.
L’agevolazione sarà goduta sotto forma di sconto di pari importo sui servizi
utilizzati ed erogati dal Comune quali
Tarsu, rette asili e refezione scolastica, con modalità che saranno definite
al più presto dall’amministrazione.
Il contributo che interessa al momento circa 10 mila famiglie torinesi sarà
di 100 euro e, una volta verificato l’incasso della seconda rata dell’Imu, potrebbe essere esteso ad una ulteriore
platea di beneficiari, costituita sempre da pensionati e lavoratori dipendenti, che dimostreranno di avere una
noto il responsabile regionale Fisascat, Leonardo
Piccinno, dopo l’incontro
di ieri con Del Corvo, rappresentanti di Cgil, Cisl,
Uil, Ugl, Fisascat, Filcams
e Uiltucs. “L’obiettivo
principale è la salvaguardia dei 180 lavoratori spiega Piccinno - oltre al
grande patrimonio professionale esistente in azienda, fortemente necessario alla ricostruzione dell’area del cratere”.
Torino. Sindacati e Comune sottoscrivono l’intesa sul pagamento dell’Imu
Unfondoperequativo
pertutelareiredditibassi
Disposto uno stanziamento iniziale di 1 milione.
Contributo di 100 euro per redditi Isee familiare fino a 13 mila
dichiarazione Isee tra i 13 mila e 17 mila euro. Ma nulla è ancora deciso. Bisognerà attendere la verifica che sindacati e amministrazione faranno ad ottobre.
Secondo stime dell’amministrazione
comunale, altre 6-7 mila famiglie torinesi potrebbero aggiungersi ai primi
beneficiari, anche se il contributo sarà
più basso e vicino ai 70 euro circa.
I sindacati, dopo questo importante risultato raggiunto con il Comune di Torino e dopo altri accordi analoghi già
sottoscritti in altre amministrazioni
della provincia (Bruino, Alpignano,
Bussoleno, Casellette, Avigliana, Moncalieri, Nichelino, Trofarello e La Loggia) puntano entro il 30 settembre (li-
mite fissato dalla legge per definire i
regolamenti comunali sull’Imu) ad allargare questa esperienza ad altri comuni dell’area.
Motivo per cui Cgil, Cisl e Uil hanno rivolto in queste ore un appello a tutte
le amministrazioni per decidere misure analoghe allo scopo di tutelare i redditi più bassi e di contrastare l’iniquità
di una tassa che, oltre a cancellare la
progressività dell’imposta sulla casa,
distribuisce agevolazioni anche a chi,
per reddito e patrimonio, non ne ha alcun bisogno.
“Con questa intesa che ha una grande
valenza politica - ha spiegato il segretario Cisl Torino, Mimmo Lo Bianco - si
conferma la possibilità per i Comuni,
anche in una fase difficilissima per i loro bilanci (si pensi alla fuoriuscita di Torino dal patto di stabilità) e di fronte ai
nuovi tagli della spending review, di intervenire per proteggere i redditi più
bassi, provando a contrastare le iniquità presenti nella nuova imposta sulla
casa con nuove misure di tutela. La decisione del Comune di Torino di finalizzare le risorse esclusivamente in favore di pensionati e lavoratori dipendenti, oltre a ristabilire un elementare
principio di giustizia sociale per chi da
sempre paga le tasse e subisce più di
altri il peso della crisi, rappresenta una
importantissima innovazione per tutta la contrattazione sociale”.
Rocco Zagaria
Denuncia Sicet: circa 3 mila inquilini vivono in case popolari con bassi affitti
Milano,iprivilegiati
dell’equocanone
Il paradosso: aumenti sospesi per i più ricchi
conquiste del lavoro
M
ilano (nostro servizio). Sono circa 3 mila privilegiati. Vivono nelle case popolari del Comune di
Milano, con affitti a equo canone, più
bassi di quelli a canone sociale. Molti
hanno redditi superiori ai 100 mila euro
e proprietà immobiliari ma per loro non
è scattato l’aumento dell’affitto previsto dalle norme. Aumento che è invece
partito per tutti gli altri. La denuncia è
del Sicet e dell’Unione Inquilini. A salvare i “3mila” è stata una legge della Regione Lombardia, presentata dall’assessore alla Casa, Domenico Zambetti ma fortemente sollecitata da alcuni consiglieri
regionali e comunali del centrosinistra.
“Il Consiglio regionale - spiega Leo Spinelli, segretario generale del Sicet milanese - ha sospeso gli aumenti degli affitti per gli inquilini più ricchi degli alloggi
popolari ma li ha mantenuti a tutti quelli
che hanno i redditi più bassi. E questo
per una scelta fondata su convenienze
politiche ed elettorali. I 3 mila privilegiati, probabilmente, sono voti per qualcuno. Basta andare a vedere chi si è battuto tanto per il provvedimento”. Ad evitare gli aumenti dei canoni di locazione,
previsti dalla legge regionale n˚ 27/2007
sono gli inquilini che abitano negli alloggi pubblici costruiti negli anni ’80 con i
finanziamenti delle cosiddette “leggi
speciali”, destinati all’emergenza sfratti
per i nuclei famigliari con redditi superiori all’allora limite di accesso all’edilizia
pubblica. Per costoro continuerà a valere il regime di equo canone fino alla sca-
denza contrattuale.
“Tutto ha avuto inizio - osserva Maria
Grazia Bove, segretaria della Cisl di Milano - nel maggio scorso, quando il Comune, come previsto dalle norme e sia pure con oltre 4 anni di ritardo, ha tentato
di applicare anche a questa parte del
suo patrimonio gli adeguamenti all’affitto, cui nel frattempo erano stati sottoposti tutti gli altri inquilini delle case popolari della città e del territorio regionale.
Apriti cielo, qualcuno si è messo di traverso”.
Delle 60 mila famiglie che vivono negli
alloggi popolari di Milano, 57 mila hanno già avuto questi aumenti fin dal
2008.
“È inaccettabile - aggiunge Spinelli - perché con questa nuova legge si realizza
una palese ed illogica disparità di trattamento tra inquilini, a discapito di quelli
con i redditi più bassi. Chi ha sostenuto
questa scelta dovrebbe vergognarsi. Ma
non è solo un, pur gravissimo, problema
di giustizia sociale, è anche una questione economica. Il Comune di Milano, secondo i nostri calcoli, in termini di minori entrate perderà circa 6,7 milioni di euro all’anno. Poi quando chiediamo fondi
per qualche intervento, ci dicono che le
casse sono vuote”.
Gli alloggi interessati dal provvedimento sono distribuiti in tutta la città. A settembre il Sicet e l’Unione Inquilini presenteranno ricorso al Tar della Lombardia per chiedere la disapplicazione della
nuova norma.
Mauro Cereda
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