Le elezioni in Grecia La Repubblica
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Le elezioni in Grecia La Repubblica
2 la Repubblica LUNEDÌ 26 GENNAIO 2015 LE ELEZIONI IN GRECIA Il voto IL COMIZIO La folla dei sostenitori di Syriza ha riempito la piazza dell’Università di Atene per il comizio della vittoria del leader Alexis Tsipras Grecia, il trionfo di Tsipras Syriza sfiora la maggioranza assoluta: “La Troika è finita, cancellata la parola austerity Facciamo sorgere il sole” DAI NOSTRI INVIATI ETTORE LIVINI MATTEO PUCCIARELLI ATENE. «La Troika è storia. Il memorandum non esiste più. Il voto dei greci ha cancellato dal vocabolario dell’Europa la parola austerity». Mezzanotte ad Atene. Uno spicchio di luna sta sparendo dietro il Partenone. Alexis Tsipras dopo un mese ad alta tensione, può finalmente esultare. Syriza ha fatto saltare il banco. A metà dei seggi scrutinati viaggia al 36%, sette punti davanti al centrodestra del pre- mier Antonis Samaras, a un soffio dalla maggioranza assoluta. «Stasera festeggiamo il nuovo inizio per il Vecchio continente – dice dal palco improvvisato davanti ai Propilei, di fronte a una folla in trance e sterminata – è la vittoria dei cittadini contro i sacrifici che hanno ucciso il nostro futuro. Oggi torna il sorriso sul viso dei greci, il sole della giustizia, della dignità, della democrazia». Sventolano le bandiere, tanta gente è in lacrime. Dopo quarant’anni di governi di Nea Demokratia e Pasok «è l’ora della sinistra», ruggisce con uno slogan ripetuto mille volte la I PARTITI GRECI 36,1% SYRIZA Risultati parziali: il partito di Tsipras avrebbe 149 seggi piazza. Bruxelles e Francoforte, è il ramoscello d’ulivo del 40enne vincitore, non devono preoccuparsi. «Da domani inizieremo a lavorare assieme – promette - smentiremo le Cassandre. Recupereremo la nostra dignità senza rompere con i partner. Negozieremo e troveremo una soluzione che va bene a tutti». Ovazione, nell’aria le note di “The Wall” dei Pink Floyd. «Ora – conclude Tsipras mentre partono i fuochi d’artificio - possiamo festeggiare». L’Euro-schreck – come da sobria definizione di ieri del settimanale tedesco Bild – ha sbaragliato gli avversari e oggi potrebbe risve- 28,1% NUOVA DEMOCRAZIA Il partito del premier Antonis Samaras avrebbe 77 seggi 6,38% ALBA DORATA Il partito neonazista dell’ultradestra greca avrebbe 17 seggi gliarsi con in tasca la maggioranza assoluta del Parlamento. La campagna di terrorismo mediatico di Antonis Samaras – «Dovete scegliere tra Europa e caos» – non ha funzionato. Nea Demokratia si è fermata al 28%. «Io ho la coscienza a posto, il Paese è pronto a uscire dalla crisi», dice battagliero il numero uno del centrodestra. Il canto del cigno, dicono qui, dove tutti danno per certo un imminente cambio della guardia al vertice del centrodestra. Terza, a sorpresa, potrebbe arrivare Alba Dorata. Malgrado sette dei suoi massimi dirigenti siano in carcere con accuse pesantissime, l’ultra- la Repubblica LUNEDÌ 26 GENNAIO 2015 3 PER SAPERNE DI PIÙ www.bbc.com/news www.listatsipras.eu L’INTERVISTA / THEODOROS KOUDOUNAS Esulta anche l’ultradestra “Siamo il terzo partito” DAL NOSTRO INVIATO ATENE. «Abbiamo fatto il miracolo». Theodoros Koudounas, leader di Alba Dorata dal 1986, esulta. Sette dei massimi dirigenti del partito - tra cui il numero uno Nikos Michaloliakos - sono in carcere con l’accusa di associazione a delinquere per l’omicidio del rapper Pavlos Fyssas. Ma l’ultradestra nazionalista oscilla negli exit poll tra il 6,5 e l’8%. E potrebbe diventare il terzo partito del paese. Ve lo aspettavate? «No. Abbiamo fatto una campagna elettorale in clandestinità. Con i vertici in galera e lo Stato che ci ha bloccato, rubandoceli, i finanziamenti pubblici. Siamo stati costretti a fare i comizi in sale di hotel e piccoli cinema per risparmiare. Il risultato è di gran lunga oltre le nostre aspettative ed è solo l’inizio». In che senso? «Tra poco partirà il processo ai nostri compagni di partito. E la Grecia scoprirà che erano tutte accuse inventate di sana pianta. E lì, Quando Michaloliakos uscirà dal carcere di massima sicurezza di Korydallos, il vento inizierà a girare. Poi arriverà la vera svolta. Quando il paese si accorgerà dell’errore che ha fatto a votare Syriza». Perché? «Perché si piegheranno alle richieste della Troika e poi cominceranno a litigare tra di loro. Dal 37% che hanno oggi torneranno in due anni al 4%. E quei voti arriveranno da noi». Non pensa che torneranno al Pasok e a Nea Demokratia? «Lo escludo. I greci non sono così idioti da rimettersi nelle mani di chi li ha governati per quarant’anni facendoli finire in queste condizioni». Che fareste voi con il memorandum? «Pagheremmo solo i debiti legali. Non quelli gonfiati dagli interessi da usura delle banche. E poi, se fossimo in difficoltà, andremmo a cercare soldi altrove». Dove? «Dalla Russia e dalla Cina. Due paesi che hanno dimostrato di rispettare le tradizioni e le origini del popolo greco». E con quei soldi che farete? «Rimanderemo a casa loro gli immigrati. E vareremo un piano per incentivare la natalità delle famiglie». (e. l.) © RIPRODUZIONE RISERVATA “È un nuovo inizio per l’Europa” SU TWITTER 5,90% TO POTAMI I centristi, possibili alleati di Syriza, avrebbero 16 seggi 5,43% PARTITO COMUNISTA KKE Probabili alleati del partito di Tsipras avrebbero 15 seggi IL NUOVO SLOGAN: LA SPERANZA HA VINTO Sul profilo Twitter di Syriza “la speranza arriva” è diventato “la speranza ha vinto” destra balla tra il 6 e il 7%. «Ho aspettato per vent’anni questo momento», piange commossa Anna Sordeli, appoggiata al tendone elettorale del partito, asciugandosi le lacrime con una bandiera rossa. L’austerity targata Troika («un organismo che non riconosco», ripete Tsipras) ha bruciato un quarto del Pil spingendo sull’orlo della povertà un milione di persone. A pagare il conto sono stati i partiti che hanno governato il Paese fino a ieri. «Gli stessi che hanno buttato nella miseria migliaia di famiglie», ricorda soffiandosi il naso Anna. Giorgos Boutaris, 50 an- LA FESTA Alexis Tsipras saluta la folla che lo applaude fuori dall’Università di Atene poco dopo aver saputo i risultati del voto fuoco l’ex premier Giorgos Papandreou. «Sarà, ma lui intanto non entra nemmeno in Parlamento», scherza sotto i Propilei Giorgos, barbone monumentale e bombetta tutta ottimismo: “Syriza 45%, top party”, ha scritto lui sul cappello. Il problema però, inutile negarlo, c’è: «Spero non ci costringano a fare un governo di coalizione. Se annacquiamo le pretese il partito rischia di dividersi subito», dice preoccupato Manoulis, militante dello Zoografo. «L’unica certezza è che non faremo accordi con chi ha firmato accordi con la Troika», è il mantra di “Recupereremo la nostra dignità senza rompere con i partner. Negozieremo e troveremo una soluzione che va bene a tutti” Sconfitto il premier uscente Samaras, di Nea Demokratia: “Ho la coscienza a posto, il Paese è pronto a uscire dalla crisi” ni di appassionata militanza socialista, scuote la testa nel gazebo verde del Pasok al Panapistemiou, circondato dai militanti in festa di Syriza. «Che tristezza, cinque anni fa a festeggiare ero io con il nostro 44%. Ora siamo al 4%». Una debacle. Facile da capire: «Io ho votato Papandreou nel 2009 e ora mi trovo con 500 euro di stipendio in meno», racconta pragmatica Efthimia Yannakis, infermiera all’ospedale Evangelismos. Inutile dire dove ha messo la croce questa volta: «Che domande! Tsipras». Questo ragionamento l’hanno fatto in molti. Solo nell’ultima settimana – raccontano gli esperti di flussi elettorali - un 4-5% di elettori storici di Nea Demokratia ha traslocato armi e bagagli nel campo del vincitore. «So che molti dei voti che abbiamo preso non sono ideologici, ma figli di gente mandata in rovina dall’austerity – dice Tsipras - il nostro compito è non deluderli da domani». Tsipras. Restano quindi il neonato To Potami, un centro figlio della società civile, i comunisti del Kke o gli indipendenti greci. «Mandiamo via assieme gli uomini della Merkel – si candida Panos Kamennos, leader della destra nazionalista – poi riprenderemo a litigare tra di noi». Di questo si inizierà a parlare nelle prossime ore. Già da oggi quando il dossier della Grecia sarà anche sul tavolo del primo Eurogruppo dell’era-Syriza. «Non preoccupatevi – tranquillizza tutti anche Yannis Milios, pragmatico consigliere economico di Tsipras e inviato di Syuriza alla City - le diplomazie sono già al lavoro. Taglieremo il debito greco e sarà una vittoria per chi combatte le disuguaglianze». «Buona lotta a tutti», saluta Tsipras dal palco. E nella notte ateniese parte, un’altra volta, la musica di “Bella Ciao”. Da domani, ma intanto si fa festa. «Oggi tocca ad Atene, in autunno vedrete cosa succederà a Madrid», promette davanti alla sede di Syriza Lola Sanchez, eurodeputata di Podemos, in testa a tutti i sondaggi in Spagna. “Syriza-Podemos, venceremos” urla la piazza do- ve non entra più uno spillo. Passa un 131 Mirafiori blu che ha visto tempi decisamente migliori a clacson spiegato. I primi dati ufficiali sono meno brillanti degli exit-poll ma ormai i tappi di champagne sono saltati. «Nessun partito può fare da solo», prova a gettare acqua sul © RIPRODUZIONE RISERVATA LA DIRETTA Su Repubblica.it l’analisi dello spoglio e il postelezioni con foto, video, dirette, liveblog, i tweet degli inviati 4 la Repubblica LUNEDÌ 26 GENNAIO 2015 LE ELEZIONI IN GRECIA PER SAPERNE DI PIÙ www.theguardian.com/uk http://europa.eu/index_it.htm Il vincitore Il personaggio Dalle proteste studentesche alla battaglia di Atene fino ai duelli con la Merkel: l’ascesa di un politico atipico che ha fatto rinascere la sinistra in Grecia. Che ora intona “Bella Ciao” Alexis, senza cravatta contro i poteri forti “Basta con gli oligarchi diamo dignità al popolo” DAL NOSTRO INVIATO ETTORE LIVINI LE TAPPE L’ESORDIO Nato nel 1974, nei primi anni novanta durante le proteste studentesche ne diventa uno dei leader dopo aver preso parte come ospite a un celebre talk show in tv LA SCALATA ALLE URNE Nel 2008 diventa presidente del partito: nel 2009 Syriza ottiene il 4,9% dei voti. Nel 2012 è al 16,8%, ma si torna subito alle urne e Syriza sale al 26,89% dei voti LEADER ALLE EUROPEE Il 15 dicembre 2013 Tsipras viene candidato dalla Sinistra europea alla presidenza della commissione europea per le elezioni del 2014 in cui ottiene 16 seggi ATENE. Una cravatta per salvare la Grecia. In politica, a volte, bisogna saper far violenza a se stessi. E Alexis Tsipras, asso pigliatutto della notte elettorale di Atene, è pronto al sommo sacrificio. «Non l’ho mai messa, nemmeno per incontrare il Papa», scherzava la scorsa settimana con chi lo accusava di non averla mai indossata. Ora, per la salvezza di Atene, è pronto a tutto. «La speranza scrive la storia. È stata sconfitta la Grecia dell’élite e degli oligarchi. Ridiamo dignità al popolo», urla oggi dal palco del grande vincitore. I cambiamenti saranno tanti promette il leader di Syriza. Che dopo 20 anni in politica vissuti con l’ultimo bottone della camicia slacciato ha annunciato un altro grande passo. «Lo giuro — ha promesso solennemente — se la Troika mi taglia il debito, mi metterò la cravatta». Senza cravatta, del resto, e con un bel girocollo bordeaux, è iniziato tutto: ottobre 1990, tv di stato greca Et1. Anna Panagioteria, la Bruno Vespa del Partenone, pianta gli occhi sull’imberbe 16enne seduto davanti a lei. «Cosa hai detto?». «Glielo ripeto: difenderemo i nostri diritti. E contro la folle riforma della scuola di Vassilis Kontogiannopoulos abbiamo il diritto di bigiare. Anche senza dirlo ai genitori». I tempi sono cambiati. La tv pubblica è stata chiusa, causa austerity. Alexis Tsipras non ha più il ciuffo alla Elvis Presley di allora. Il ragazzo del ‘90 però ha fatto parecchia strada. E archiviato il dossier Kontogiannopoulos — costretto a ritirare la sua legge, la Troika prenda nota — affronta da oggi il braccio di ferro, uno contro tutti, con i falchi del rigore che hanno messo in ginocchio la Grecia. «È l’uomo forte di cui il paese ha bisogno per trattare il taglio del debito», assicura Luciana Castellina, che lo conosce da anni. «È il primo leader della sinistra di una ge- Laureato in ingegneria civile si sposa in Comune. Il secondo figlio decide di chiamarlo Ernesto. Come il “Che” TRA GLI ELETTORI Alexis Tsipras all’uscita del seggio elettorale ieri ad Atene nerazione che non ha paura del colpo di Stato». Le date, in certi casi, sono simboli. Tsipras è nato quattro giorni dopo la fine della giunta dei Colonnelli. E ha percorso un gradino alla volta — con una determinazione che talvolta (dicono i detrattori) è sconfinato nel cinismo — il cursus honorum della carriera di partito. Dalle aule del liceo fino alla sfida con Angela Merkel. I militanti del Kke, il vecchio partito comunista greco, l’hanno notato per la prima volta nell’89 quando quindicenne arringava i compagni di liceo. «I greci quando discutono di politica urlano», ricorda Panos Papadopoulos, uno dei talent scout di allora. «Lui era calmo, articolato nell’argomentare le ragioni senza essere esibizionista». Affare fatto. Due anni dopo Tsipras è nel comitato dei 10 leader della rivolta al Politecnico (è laureato in ingegneria civile) dove conosce la moglie Betty Baziana, sposata in Comune. Due anime gemelle, al punto che lei non batte ciglio quando Alexis le propone di mettere come secondo nome al secondo figlio Ernesto, in onore del Che. Tutti nascono incendiari. Il giovane Tsipras non fa eccezione. Nel 2001 si imbarca su un traghetto per Ancona, direzione G8 di Genova, in un viaggio pagato dall’Arci («allora i compagni di Atene erano senza soldi» ricorda Raffaella Bolini). Peccato il suo nome sia in bella evidenza in cima alla lista di 135 nomi segnalati come “facinorosi” dai servizi ellenici. Messaggio ricevuto. Allo sbarco Tsipras viene fermato a manganellate sul portellone della nave. E dopo un breve sit-in di protesta è rispedito a casa. Il vero salto di qualità della sua carriera politica scatta nel 2006. La sinistra greca si è già scissa enne-volte. E Alekos Alevanos, storico numero uno di Synapsismos, gioca la carta del 32enne Tsipras come sindaco di Atene. «È un modo per muovere la terra attorno alle nostre radici e farne crescere di nuove», spiega. Il neo-candidato batte i quartier con lo slogan «Ribaltiamo la città». E conquista il 10,5%, percentuale da sogno per un uomo della sinistra radicale. La stella Tsipras inizia così a splendere. Lui si circonda di un gruppo di fedelissimi con cui inizia un lavoro certosino per mettere assieme le diverse anime della sua area politica. E nel 2009 — chi lo ritiene un raffinato e carismatico calcolatore non glielo ha mai perdonato — manda in onda il parricidio: c’è da nominare il numero uno di Syriza, il grande contenitore dove stanno confluendo le decine di partiti (Kke escluso) con falce e martello nel simbolo. Il grande favorito è Alevanos. Ma Alexis intuisce che è il suo momento. E ribaltando i pronostici grazie a un abile lavoro dietro le quinte rie- sce a prendere il controllo del partito. Il resto è storia dei nostri giorni. In Grecia arriva la Troika. Syriza (4,9% di consensi nel 2009) fa da catalizzatore alla rabbia anti-austerity grazie all’energia del suo leader. Lui alza l’asticella degli obiettivi. Inizia a seguire corsi accelerati di inglese, toglie dall’anticamera del suo ufficio l’immagine un po’ sbiadita della Giornata della Gioventù cubana del 1997 sostituendola con un maxi quadro con due tori faccia a faccia («è il simbolo dello scontro in Europa di questi anni»). E i consensi salgono: sfiora la vittoria alle elezioni del 2012. E ora, oratoria di velluto in guanto di ferro, si prepara alla sfida finale. Contro la Merkel e la Troika sul fronte esterno. E contro le turbolenze endemiche di Syriza su quello interno. Ai suoi candidati ha fatto firmare un codice preciso: si dibatte in comitato centrale, ma in Parlamento si segue la linea della maggioranza. Chi non accetta deve mollare il seggio. «È solo un obbligo morale», minimizza l’anima più massimalista di Syriza. La storia insegna però che fermare il Caterpillar Tsipras non è facile. E i milioni di greci che l’hanno votato, dopo cinque anni lacrime e sangue, hanno solo un sogno: vederlo prima possibile con al collo una bella cravatta. © RIPRODUZIONE RISERVATA L’INTERVISTA / IL REGISTA COSTA-GAVRAS: “ORA LO LASCINO LAVORARE” “Ha a cuore le persone e non i banchieri, sa cosa fare” ALESSANDRA BADUEL CINEASTA Kostantinos Gavras, in arte Costa-Gavras, a 81 anni è il regista greco più celebre «LA Grecia cambia l’Europa». Non ha dubbi, Costa-Gavras: se dovesse fare un film sulla politica greca di oggi, lo chiamerebbe così. A 81 anni, il regista che nel 1969 descrisse il suo Paese sotto il regime dei colonnelli con ZL’orgia del potere, risponde entusiasta dalla sua casa di Parigi, dove, naturalizzato francese, vive dagli anni Sessanta. Costa-Gavras, cosa pensa di Alexis Tsipras? «Sono con lui in tutto e per tutto. L’ho anche conosciuto e mi ha fatto un’ottima impressione. È venuto a Parigi lo scorso maggio e ha chiesto d’incontrarmi. Abbiamo passato insieme una serata, mi è piaciuto molto. Poi ho letto il suo programma, ci sono le cose giuste. Credo che può fa- re molto, anzi credo che sia l’unico che può cambiare la situazione. E c’è un bisogno assoluto di questo cambiamento. Lì soffrono tutti, sa? Ho degli amici giornalisti, lo sa che non hanno i soldi per scaldare la casa d’inverno? Stanno al freddo, non guadagnano abbastanza. La situazione è davvero tragica, anche per la classe media: è il motivo per cui ora Tsipras vince. I vecchi partiti hanno fatto solo guai, sia la destra che i socialisti». Colpa solo dei politici greci, o anche dell’Europa? «La prima colpa è dei politici greci, ma c’è anche molta responsabilità dell’Europa. Chi ha venduto forniture militari ai greci, a credito, facendoli ulteriormente indebitare? Tutti, dalla Germania di Angela Merkel con i sottomarini alla IL PROGRAMMA Nel suo programma ci sono le cose giuste È l’unico in grado di fermare le sofferenze dei greci LA POLITICA L’Europa ha le sue responsabilità, ma la prima colpa è dei politici greci: hanno fatto solo guai Francia di Sarkozy con elicotteri e fregate, mentre la Grecia non aveva i soldi per pagare e già era in difficoltà». C’è chi accusa Tsipras di promettere l’impossibile, come lo scrittore Petros Makaris. «Non sono affatto d’accordo. Ora è necessario pensare alla gente e Tsipras lo fa. Non si può pensare solo a banche e banchieri. Vengono prima le persone». Un’altra accusa è quella di avere candidati di destra. «Non sono così addentro nei dettagli del partito Syriza, ma sono sicuro che Tsipras controlla. Non credo ci siano persone sbagliate con lui». Crede che il cambiamento greco sia una speranza anche per altri Paesi europei? «Si. Ci sono molte cose che de- vono cambiare, in Europa. E ci sono leader che già stanno provando a farlo. Sia Hollande che Renzi sono sulla buona strada. E anche Mario Draghi, è molto bravo». Come chiamerebbe un film sulla Grecia di adesso, se dovesse girarlo? «La Grecia che cambia l’Europa. Questa è la Grecia di oggi. Forse un poco come la Grecia dell’antichità». Di nuovo, Alexis Tsipras: visto che l’ha conosciuto, come definisce il suo carattere, ha le carte per gestire la situazione, secondo lei? «Si le ha. Ha un buon carattere, molta sicurezza in se stesso. E ha una visione molto chiara del futuro. Bisogna solo vedere se lo lasciano lavorare». © RIPRODUZIONE RISERVATA