Incontro internazionale a Parigi su « La libération de la France »
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Incontro internazionale a Parigi su « La libération de la France »
motiziario Incontro internazionale a Parigi su « La libération de la France » Si è tenuta a Parigi, dal 28 al 31 ottobre 1974, un incontro internazionale dedicato a « L a libération de la France », organizzato dal Com ité d ’historié de la deuxièm e guerre m ondiale, sotto la presidenza del prof. H . M ichel. H anno partecipato al colloque oltre trecento tra studiosi e testim oni francesi e stranieri. Per l ’Istitu to nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia erano presenti Carlo Francovich, G iorgio Rochat e Luigi Ganapini. L ’obiettivo che il convegno si pro poneva era quello di offrire una vasta panoram ica di studi e di affrontare il dibattito su tutto l ’arco dei problem i che interessano il periodo tra la fase conclusiva della Resistenza e l ’avvio della vita politica ed economica nel dopoguerra (1944-45). L a relazione introduttiva di M . Baum ont ha appunto presentato in rapida sintesi gli eventi fondam entali, dalla lunga lotta di D e G aulle per il riconoscimento alleato a una rassegna delle forze politiche e delle tendenze di m assa che caratterizzarono il dopoguerra francese. L ’azione di D e G aulle e le direttive che la ispiravano tanto nei confronti delle for ze interne — e in particolare dei com unisti — e di quelle internazionali sono sta te l ’argomento della relazione di Ch. L . Foulon (L e général de G aulle et la L ib é ration de la France), a cui ha portato un interessante contributo la testimonianza dell’am basciatore Brouillet. I rapporto tra D e G aulle e i comunisti e lo sbocco della lotta di liberazione hanno assunto, a partire da questi contributi, un rilievo prim ario nel contesto del con vegno. L a relazione di M . Agulhon ha affrontato appunto lo scottante tem a della strategia seguita dal P C F nel risolvere il rapporto tra rivoluzione sociale e lotta antinazista e di liberazione nazionale. L ’attenta e acuta analisi di A gulhon, par ticolarmente sensibile ai condizionamenti internazionali e ai precedenti storici della politica comunista, è sem brato tuttavia a D aniel M ayer che accentuasse in modo eccessivo il contributo com unista, a detrimento della partecipazione so cialista. II dibattito ha d ’altra parte sottolineato, negli interventi di studiosi e di protagonisti (da Leo H am on a Pierre V illon), pur con diverse accentuazioni, la volontà dei dirigenti comunisti di respingere ogni tentativo — fosse impazienza di m ilitanti di base o, come ha detto V illon, in alcuni casi addirittura « provo cazione » — di dare vita a tentativi di rivoluzione sociale, di scalata diretta al potere. A ll’interno di questa problem atica, non sem pre decantata di elementi di viva partecipazione passionale, s ’è d ’altro canto m osso anche il dibattito seguito alle relazioni dedicate agli aspetti m ilitari. L a relazione del generale G am biez sulla liberazione della Corsica ha aggiunto ulteriore m otivo di interesse al dibattito nel lum eggiare i rapporti tra D e G aulle e G iraud, su cui l ’intervento del gene- 136 Notiziario rale Colonna d ’Istria ha portato nuove precisazioni. I l colonnello Cruccu, del l ’Ufficio Storico dell’Esercito italiano ha aggiunto dal canto suo una più rigorosa ricostruzione della lotta condotta dalle forze italiane in Corsica e dell’entità delle loro perdite. L e relazioni di Blum enson e del generale G ilin e sulla collocazione della Francia nella strategia degli A lleati ha p osto in evidenza come, d all’angolo visuale di R oosevelt, non esistesse posto per la Francia quale grande potenza: il ruolo che D e G aulle riuscì a farle assum ere fu invece fondato su ll’importanza della lotta arm ata che i francesi stessi — forze armate e m aquis — ebbero la forza di condurre. Su questo punto la discussione seguita alla relazione, spesso polem ica, di H . U m breit (L a stratégie défensive de l ’A llem agne) cha ha preferito attribuire alle debolezze interne della W erm acht e alla sua sottovalutazione delle forze della Resistenza le ragioni delle sconfitte naziste, si è fatta particolarmente vivace nel rivendicare alle forze francesi un peso consistente nel contrastare l ’azione dell’esercito nazista. L a seconda giornata del colloque, nel proporre una più am pia considerazione dei termini anche economici e sociali entro i quali si realizza la liberazione del paese, ha aperto la possibilità di una interpretazione indubbiam ente più am pia degli avvenimenti. L a relazione di A . Sauvy (Econom ie e dém ographie de la France au printem ps du 1944) ha sottolineato come l ’andamento com plessivo della situazione economica e demografica del paese sia stato largam ente superiore per qualità a tutte le previsioni catastrofiche; conferm ando, a suo modo di vedere, che le p ossi bilità di adattam ento di un paese risultano, ad attenta analisi, assai più elevate di quanto non si sia inclini a ritenere. L ’analisi di Sauvy — di grande interesse anche metodologico — giunge tuttavia a concludere che, proprio in ragione di simili condizioni favorevoli il crearsi di grandi speranze per la liberazione e la sottova lutazione dei danni apportati dallo svolgim ento delle operazioni m ilitari sul ter ritorio francese, dovevano condurre nel dopoguerra ad una inaspettata contrazione dei beni disponibili, come conseguenza di eccessiva fiducia nel buon andamento della situazione. L a relazione Sauvy apriva, con questo quadro per certi aspetti inedito, la discussione sul 1944: il lavoro dell’americano R .O . Paxton aggiungeva un accurato esam e della situazione di Vichy. L o studioso americano ha m esso in forte rilievo il di sgregarsi del regim e del maresciallo Pétain e il graduale venir meno di tutti i presuppo sti politici, diplom atici e di tutte le giustificazioni ideologiche su cui si era retto. M al grado il tentativo che esso compì di radicarsi in alcune zone dell’opinione pubblica m o derata agitando lo spettro del bolscevism o, il consenso gli sfuggì di m ano, a partire dal 1943, ed esso si presentò alla resa dei conti senza alcuna forza effettiva, senza al cuna capacità di reagire. L a comunicazione di C. Levy ha sottolineato l ’importanza delle fonti di polizia, come m ateriali per la ricostruzione degli atteggiam enti d ’opi nione pubblica. A l quadro di disgregazione di Vichy, René H ostacche (L ’organisa tion de la R ésisfence au printem ps du 1944) ha invece contrapposto una descri zione fin troppo efficientista dell’organizzazione della Resistenza. Estrem am ente accu rata e precisa nel determ inare le funzioni dei diversi organism i, all’interno e all’estero i reciproci rapporti, la relazione di H ostacche è stata in qualche m odo accusata di aver sacrificato la com plessità del movim ento a una schematizzazione eccessiva, che non rende lo spirito e le condizioni in cui si trovò ad agire. Protagonisti del dibattito su questo tema sono stati Pascal Copeau e M ichel D ebré, i cui interventi hanno nuovam ente portato l ’attenzione — anche grazie al vigore di testimonianze vissute — sui tem i di fondo per la valutazione della Resistenza francese: il rap porto cioè tra gli obiettivi che le forze in lotta si proponevano e i risultati con seguiti. Il tema doveva riaffiorare nelle relazioni del colonnello D elm as (Concep tion et préparation de l ’insurrection nationale) e di Ch. L . Foulon (Prise et exer cice du pouvoir en province). Il prim o ha sottolineato la stretta interdipendenza Notiziario 137 tra gli organism i della Resistenza sia all’interno che all’estero, e la necessità reci proca di convergere su obiettivi insurrezionali col duplice scopo di im porre la loro presenza e la funzione autonom a della Francia nel quadro dell’alleanza anti nazista, mentre il secondo ha approfondito il tem a del potere dei C D L quali ri sultanze di una lotta insurrezionale: la restaurazione di un potere statale tradi zionale, per quanto sem brasse smentire e disperdere speranze che pure erano state parte consistente della Resistenza, rispose alla necessità di respingere l ’ipo tesi di un governo m ilitare alleato e finì per godere del favore di una considerevole maggioranza dei francesi. L a continuazione del conflitto, e la partecipazione di for ze francesi allo sforzo finale contro la G erm ania costituivano, sul piano interna zionale, lo sbocco obbligato della Liberazione della Francia: i problem i che si p o nevano in tale prospettiva erano soprattutto e in prim o luogo m ilitari e che sono stati argomenti di precise relazioni e interventi (il colonnello L e G oyet: Q uelques aspects des problèm es m ilitaires pendant la Libération du territoire e il colon nello M ichalon L ’am algam e F .F .I. - Ire Arm ée et I I D .B .; sono intervenuti tra gli altri i generali de G uillebon, de Cam as e Redon). Sul tem a del ritorno dei prigionieri di guerra e dei deportati si è aggiunta alla relazione di Boudot la viva testimonianza di M me W ormser-M igot. L ’ultim a giornata del colloque ha affrontato i problem i politici ed economici al l ’indomani della Liberazione; al prim o posto il problem a dell’epurazione, su cui — come ha affermato il relatore Baudot [L ’épuration) — solo dal 1968 è stato possibile aprire un discorso pacato. Cavallo di battaglia dei denigratori della Resistenza, l ’epurazione rivela, ad un’analisi puntuale, la profondità delle lace razioni prodotte nel paese dall’invasione nazista, dal collaborazionism o e della lotta di liberazione stessa; m a perm ette anche di appurare che esecuzioni som m arie e persecuzioni contro i collaborazionisti furono certamente più am pie là dove fu più aspra e più diffusa la lotta clandestina. U na funzione m oderatrice, rispetto alle richieste di gran parte dell’opinione pubblica, svolsero invece le autorità sta tali fin dalla fine del 1944: un dato certo non sorprendente, che tuttavia è stato giustam ente segnalato anche dagli interventi (de M enthon, Basdevant e Braquemont) come un aspetto della normalizzazione richiesta dalla natura stessa del go verno nazionale. René Rém ond ha successivamente presentato u n ’acuta e sintetica analisi dei m ag giori problem i politici all’indomani della Liberazione esaminando a diversi livelli — da quello del potere, dell’esercizio del potere e delle istituzioni a quello dei partiti e dei movimenti politici — la dialettica restaurazione-rinnovamento che domina, in Francia non diversam ente che negli altri paesi europei, i prim i tempi del dopoguerra. L a tentazione di riconoscere il fallim ento degli ideali di rinnova mento, ha notato Rém ond, sarebbe forte di fronte allo spettacolo di progressiva restaurazione presentato dalla Francia del 1945; ma un raffronto tra l ’impostazione che alla lotta di Resistenza era stata data, tra il quadro politico in cui s’erano m os se tutte le forze antifasciste francesi, consiglia, ha concluso Rém ond, a non scam biare « les nostalgies d ’après » con le « illusions d ’avant ». D ’altra parte il sostan ziale rinnovamento del corpo elettorale, della rappresentanza stessa, delle form a zioni politiche che compongono l ’A ssem blea N azionale del 1947 non autorizzano affatto a parlare di pura e semplice restaurazione, ma costituiscono un patrim onio da « incorporare nella nostra esperienza e nella nostra cultura politica ». Rinno vamento o restaurazione: questo dilem ma che, in form e diversam ente articolate, ha segnato profondam ente relazioni e discussioni dei quattro giorni del colloque, ha trovato una delle espressioni m igliori nella relazioni di Jea n Bouvier [Sur la politique economique en 1944-45): egli ha ripreso le osservazioni di Sauvy sulla 138 Notiziario sopravvalutazione della situazione economica alla liberazione per notare come l ’uso dell’inflazione abbia concorso a una sorta di fuga in avanti rispetto alle dif ficoltà del momento, sia sul piano politico sia su quello sociale. N ata da fattori soprattutto endogeni — disequilibri interni dovuti alla congiuntura bellica — ma intimamente legata alla fase di un movimento di lungo periodo — la lunga sto ria dell’inflazione a livello m ondiale del secolo XX — l ’inflazione è la conseguenza di una rinuncia ad interventi precisi nell’economia, a favore di un aggiustam ento naturale della situazione e di u n ’altrettanto spontanea ripresa dei livelli produttivi. In questa accettazione dell’inflazione stava, sottolinea Bouvier, il germe di scelte di lungo periodo: essa costituisce una prem essa fondam entale anche rispetto alle nazionalizzazioni e al piano M onnet: né le une né l ’altra, se si misurano i loro effetti sul piano dei rapporti sociali, danno in realtà l ’avvio a u n ’economia di tipo nuovo. N e risulta un assetto che può per qualche aspetto essere definito « m isto », ma che inevitabilm ente finirà ad orientarsi, con u n ’evoluzione già rilevabile nei prim i anni ’50 e progressivam ente accelerata dopo il 1958, verso strutture che si potrebbero definire « neoliberali ». Inflazione e riform e di struttura realizzate entro lim iti estrem amente precisi furono gli strum enti che perm isero di salvare a breve scadenza il sistem a, senza apportare quei cam biamenti nei rapporti di forza tra le classi che soli avrebbero garantito trasform azioni reali nella società. Il dibattito non ha forse, a proposito della relazione di Bouvier, perm esso di portare molto a fondo le osservazioni critiche da lui form ulate con forza e rigore m eto dologico; ma era forse inevitabile che soprattutto il dibattito generale si esaurisse in interventi sempre interessanti ma difficilmente collocabili nell’ambito di un di scorso organico. L a pubblicazione degli atti del convegno non mancherà comunque di portare m otivi di riflessione e di confronto anche per gli studiosi italiani, per l ’ampiezza e la ricchezza dei temi emersi durante il colloque e per la dimensione veramente internazionale che i temi in esso trattati dim ostrano di avere assunto. Bando della Regione Lombardia per ricerche sulla storia d’Italia Il Consiglio regionale lom bardo ha bandito un concorso a cinque borse biennali di lire due milioni ciascuna per ricerche sulla storia d ’Italia negli anni della R e sistenza. L e ricerche dovranno preferibilm ente avere per oggetto la storia politica, economica, sociale e m ilitare della Lom bardia negli anni della liberazione. L a partecipazione al concorso è lim itata a chi non abbia già svolto attività pro fessionale nel campo della ricerca storica. L e domande vanno presentate in carta libera entro il 31 dicembre 1974 alla presidenza della I Com m issione del com itato per le m anifestazioni del trentennio della Resistenza (Presidenza del Consiglio regionale lom bardo, V iale Prem uda, 27 - M ilano). Il candidato dovrà: 1) dichiarare i dati anagrafici, l ’indirizzo e l ’attività professionale; 2) allegare: un piano dettagliato della ricerca; un curriculum degli studi com piuti; copia di eventuali lavori a stam pa o dattiloscritti; altri documenti idonei alla valutazione del candidato. L ’assegnazione delle borse avverrà entro il 15 febbraio 1975.