Monti Lattari (documento pdf) - Città Metropolitana di Napoli
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Monti Lattari (documento pdf) - Città Metropolitana di Napoli
PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A 1 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A S u b -a m b i t i c o m p r e s i n e l l ’ A I L AIL X MONTI LATTARI AIR n° Sub-ambito trame APR Ha (*) 69 Castellamare di Stabia CPT 24-26 508 6,2% 70 Gragnano - Lettere CRT 24-26 1329 16,3% 71 Monti Lattari est - M. Cerviglio RN 24-26 1987 24,3% 72 Pimonte CR 24-26 377 4,6% 73 Agerola CRT 26 1747 21,4% 74 Monte Faito RN 26 2216 27,1% 8164 100,0% 2 3 (*) Percentuale di superficie totale dell’AIL relativa al singolo sub-ambito C o m u n i r i c a d e n t i , i n t u t t o o i n p a r t e , n e l s u b- a m b i t o n° Sub-ambito N° Comuni (**) 69 Castellamare di Stabia 2 70 Gragnano - Lettere 5 71 Monti Lattari est - M. Cerviglio 5 72 Pimonte 3 73 Agerola 74 Monte Faito 1 4 Castellammare di Stabia 99,08%, Gragnano 0,92% Casola 13,94%, Gragnano 61,40%, Lettere 22,61%, Pimonte 1,20%, Sant'Antonio Abate 0,84% Agerola 8,87%, Casola 3,62%, Gragnano 31,05%, Lettere 41,88%, Pimonte 14,58% Castellammare di Stabia 1,41%, Gragnano 3,43%, Pimonte 95,17% Agerola 100% Agerola 1,73%, Castellammare di Stabia 32,48%, Pimonte 26,32%, Vico Equense 39,46% (**) Percentuale di superficie totale del sub-ambito relativa al singolo comune 2 Ha 508 1329 1987 377 1747 2216 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A Parte I Descrizione Ambiente Insediativo 1. C a r a t t e r i s t i c h e d e l t e r r i t o r i o I Monti Lattari costituis cono il prolungamento occidentale dei Monti Picentini dell'Appennino Campano e si protendono nel mar Tirreno formando la penisola sorrentina. La catena montuosa è delimitata a nord- ovest dal golfo di Napoli, a nord dalla pianura del fiume Sarno, ad est dall a s e l l a d i C a v a d e i Tirreni ed a sud dal golfo di Salerno. I monti sono di formazione calcarea e raggiungono la massima elevazione nei 1444 metri del Monte San Michele appartenente al complesso di Monte Sant'Angelo a Tre Pizzi, che comprende tra l’altro le cime di Monte di Mezzo e Monte Catiello. Ad ovest è situato il Monte Cerreto di 1316 metri oltre il quale il massiccio digrada verso est nel “valico di Chiunzi”. Nello specifico l’area dell’AIL in esame comprende le pendici nord- ovest dei monti Lattari c o n g l i insediamenti di Gragnano, Pimonte, Lettere e, lungo le pendici meridionali, il territorio di Agerola. L’area si caratterizza per le strette relazioni tra componenti naturalistiche e componenti antropiche e si articola su alcune principali emergenz e dal punto di vista strutturale: i rilevi montuosi con estese aree di bosco; le aree collinari con coltivazioni prevalenti di vigneti e alberi da frutto; gli insediamenti che mostrano ancora connotati tipici di realtà prevalentemente agricole. I r i l i e v i del monte Faito, del monte S.Michele, del monte S.Angelo a tre Pizzi configurandosi, per questo territorio, come una chiusura naturale alla penisola sorrentina fanno in modo che esso si relazioni più direttamente alla pianura vesuviana e sarnese. E’ possibi le infatti riconoscere due realtà diverse, sia dal punto di vista insediativo che dal punto di vista socio-economico, che conseguono a differenti processi storici di costruzione del territorio e a differenti modalità d’uso che hanno portato alla valorizzaz ione delle aree costiere e alla emarginazione delle aree montane e collinari interne. L’altopiano di Agerola, a ridosso della costiera amalfitana, tra Positano ed Amalfi, chiuso tra il monte S . M i c h e l e e i l m o n t e C e r v i g l i a n o , s i c o n f i g u r a c o m e u n ’ a r e a i s o l at a e a u t o n o m a . L a c o m p l e s s a morfologia del territorio montuoso ha condizionato la strutturazione di questo ambito che presenta caratteri distintivi sia dal punto di vista insediativo e culturale che dal punto di vista produttivo. I l t e r r i t o r i o d e l l ’ A i l , nel suo complesso, si configura dunque come un’area interna marginale f o r t e m e n t e c a r a t t e r i z z a t a d a l p u n t o d i v i s t a p a e s i s t i c o- a m b i e n t a l e e s t o r i c o- c u l t u r a l e e d o t a t a d i significative possibilità di sviluppo in relazione alle risorse agricole e forestali e ai settori produttivi di consolidata tradizione. Dal punto di vista geologico l’Ail è costituito da zone diversamente caratterizzate: in prevalenza l’area è costituita da calcari e calcareniti della Penisola sorrentina e dei monti di Sarno e di Avella (aree c o l l i n a r i e v e r s a n t e s e t t e n t r i o n a l e d e i m o n t i L a t t a r i ) , c o m p r e s i i n u n i n t e r v a l l o a l t i m e t r i c o d i 01500 m (s.l.m.) con permeabilità in genere alta per fessurazione e carsismo; per aree più limitate ( r i l i e v i d i S . E r a s m o , C e r r e t o , C e r v i g l i a n o ) l ’ A i l è c o s t it u i t o d a d e p o s i t i p i r o c l a s t i c i c o m p r e s i i n u n intervallo di 600- 1 5 0 0 m ( s . l . m . ) c o n u n a p e r m e a b i l i t à v a r i a b i l e l e g a t a a l l a g r a n u l o m e t r i a p r e v a l e n t e . Il reticolo idrografico dell’area, estremamente diversificato, è costituito dall’insieme di valloni, vallonc e l l i e p i c c o l i c o r s i d ’ a c q u a ( R i o d i G r a g n a n o e R i o C a c a r e l l a ) . Il PTCP articola l’AIL nelle seguenti aree di specifico interesse: AIL X - Monti Lattari Ha % 5498 67,3% 356 4,4% Aree e componenti d'interesse rurale 1680 20,6% Aree e componenti d'interesse urbano 563 6,9% Aree di criticità e degrado 39 0,5% Nodi e reti per la connettività territoriale 28 0,3% 8164 100,0% Aree e componenti d'interesse naturalistico Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico Aree complessive* (***) L e aree calco late sono indicative e rappresentano i luoghi che sicuramente hanno i caratteri identitari dell’AIL tralasciando le aree a margine dove i caratter identitarii si fondano con quelli degli AIL vicini 2. A r e e d i i n t e r e s s e n a t u r a l i s t i c o e r u r a l e Per quanto riguarda le caratteristiche delle superfici agricole e naturali, l’ambiente dei Monti Lattari al pari di quello della Penisola sorrentina, è la zona dal più alto valore naturalistico della provincia, c o n p i ù d e l 6 0 % d e l l a s u p e r f i c i e c o p e r t o d a b o s c h i e c i r c a il 6% coperto da aree di interesse naturalistico come aree a pascolo naturale, aree con vegetazione rada e vegetazione sclerofilla; il resto del territorio è interessato da sistemi colturali tradizionali come gli arboreti promiscui, gli oliveti, i vigneti dell’area pedemontana di Gragnano e Lettere. La superficie urbanizzata non raggiunge il 10% della superficie territoriale, con sistemi colturali a: 3 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A altissima biodiversità: 45.0 % alta biodiversità: 43.8 % media biodiversità: 0.4 % bassa biodiversità: 0.7 % bassissima biodiversità: 0.5 % E’ area di produzione e lavorazione dei seguenti prodotti tipici:vigneti (Gragnano e Lettere – Doc), olio extravergine di oliva (Dop), Provolone del monaco (Dop in corso di registrazione), caciocavallo silano (Dop). S i g n i f ic a t i v a è a n c h e l ’ a t t i v i t à d i z o o t e c n i a p r a t i c a t a p r e v a l e n t e m e n t e n e l t e r r i t o r i o d i A g e r o l a ( r a z z a bovina agerolese). Dal punto di vista pedologico, nell’ambiente insediativo dei Monti Lattari sono presenti prevalentemente suoli ad alta biodiversità, tipici sia degli ambienti forestali umidi dei rilievi carbonatici (a prevalenza di castagno e subordinatamente faggio e querce) che di quelli delle antiche pianure pedemontane vesuviane e flegree. Dal punto di vista agronomico e forestale sono suoli molto fertil i e d u n i c i n e l t e r r i t o r i o n a z i o n a l e e c a m p a n o : i n f a t t i c o m b i n a n o u n ’ e l e v a t a f e r t i l i t à f i s i c a ( a d e s . elevata porosità) con un’elevata fertilità chimica. FATTORI STRUTTURANTI AREE DI INTERESSE NATURALISTICO Boschi 3468 ha pari al 60% della superficie ALTRE AREE DI INTERESSE Altre aree di valore naturalistico - Aree a pascolo naturale, aree con vegetazione rada, vegetazione sclerofilla- (322 ha pari al 6% della superficie) FATTORI STRUTTURANTI AREE DI INTERESSE RURALE Frutteti in sistemi colturali complessi (836 ha pari al 14 % della superficie) Oliveti (392 ha pari al 7 % della superficie) ALTRE AREE DI INTERESSE Terrazzamenti (833 ha pari al 14% della superficie) Le aree naturali e semi-naturali sono strutturanti del paesaggio di quest'area della Provincia ricadente nella zona pedemontana dell'Appennino. Sono stati considerati strutturanti anche i frutteti, prevalentemente promiscui, e gli oliveti che rappresentano la continuazione degli oliveti terrazzati della Penisola sorrentina. L’olivo, coltivato in Penisola Sorrentina fin da tempi antichissimi, è chiara testimonianza della consacrazione dell’intera penisola alla dea della Sapienza. Le particolari condizioni orografiche, che impongono costosi terrazzamenti, il clima tipicamente mediterraneo, la natura vulcanica del terreno, rendono l'ambiente della Penisola decisamente originale e tipico, come tipico è l'olio che vi viene prodotto. Le colture consociate (orti e frutteti consociati), grazie alle straordinarie condizioni di fertilità del suolo, alle favorevoli condizioni climatiche ed alla storica penuria di terre coltivate, nel territorio della Provincia di Napoli, si è molto diffuso l’uso del suolo con più colture nel tempo (rotazioni ed avvicendamenti classici), ma anche nello spazio, con presenza di colture arboree consociate temporaneamente a colture generalmente ortive. E’ l’unica parte del mondo in cui è possibile ottenere 3 raccolti in un anno (es. pomodoro da aprile a agosto, cavolfiore da agosto a dicembre, patata novella o finocchio da dicembre a aprile). Molto nota è anche l’agricoltura “a 3 piani” costituita da fruttiferi alti (ciliegio o noce), consociati a fruttiferi bassi (agrumi o vite) ed a ortive invernali (cavoli, insalate,….). Questo uso promiscuo presenta numerosi aspetti positivi sull’ambiente e sulle condizioni socio-economiche: 1) l’elevata redditività consente di ottenere redditi soddisfacenti per il sostentamento di una famiglia contadina con soli 3000 m2 (un moggio); 4 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A 2) aumenta i livelli di biodiversità dell’agro-ecosistema e quindi la sua stabilità, grazie alle maggiore presenza di uccelli e insetti utili con conseguente riduzione della necessità di fitofarmaci; 3) conferisce al paesaggio agrario una maggiore naturalità e di variabilità, in contrasto con gli appezzamenti coltivati con un'unica specie (monocoltura) che determina una maggiore monotonia del paesaggio. 5 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A 3. F a t t o r i s t o r i c i e c a r a t t e r i r e c e n t i d e l l ’ i n s e d i a m e n t o r u r a l e L’Ail è fortemente caratterizzato dalla compresenza di componenti ambientali diverse, legate prevalentemente ai versanti collinari terrazzati e agli insediamenti, compresi nel più ampio sistema naturale dei rilievi montani boscati. Nonostante le recenti e corpose espansioni insediative che hanno portato negli ultimi trent’anni quasi alla saldat ura dei nuclei sparsi che originariamente caratterizzavano il sistema insediativo rurale, è ancora percepibile il rapporto significativo tra insediamenti e territorio agricolo. La sistemazione a terrazze caratterizza fortemente il paesaggio dell’Ail; come nella Penisola Sorrentina, il terrazzo è presente infatti come opera di sistemazione delle aree agricole e condiziona l’organizzazione degli elementi della struttura urbana: le strade principali seguono l’andamento altimetrico del terreno, le strade minori tagliano trasversalmente i terrazzi, collegando attraverso scale o rampe in pietra le strade principali lungo le linee di massima pendenza. I terrazzamenti ancora oggi rivestono un fondamentale ruolo di difesa del suolo: la coltivazione del terrazzo risult a f o n d a m e n t a l e p e r l a s u a c o n s e r v a z i o n e , s i a c o m e t e s t i m o n i a n z a s t o r i c a , s i a c o m e sistema di difesa del suolo. L’abbandono della coltivazione, infatti, comporterebbe la mancanza di regimazione delle acque che progressivamente, grazie al trasporto di terre no eroso, porterebbero ad un aumento delle pendenze e quindi ad un aumento della suscettibilità ai fenomeni di dissesto idrogeologico. Di particolare interesse nell’Ail Monte Lattari sono i terrazzamenti montani della conca di Agerola, i terrazzamenti stor ici di Gragnano (versante meridionale di monte Muto; Aurano; Caprile), di Pimonte (versante meridionale di monte Pendolo) e di Lettere (colline del Castello; La Creta). 4. F a t t o r i s t o r i c i centralità e caratteri recenti dello sviluppo urbanizzativo e delle Per q u a n t o r i g u a r d a i l s i s t e m a i n s e d i a t i v o è p o s s i b i l e r i c o n o s c e r e t i p o l o g i e d i n u c l e i d i v e r s e p e r dimensione e ruolo nel contesto territoriale: Gragnano, che si estende ai piedi dei monti Lattari, è il centro maggiore e si relaziona fortemente alle aree densamente urbanizzate di Castellammare di Stabia. I centri minori di Pimonte e Lettere, nonostante le espansioni recenti lungo la viabilità di connessione tra i nuclei (Lettere) e la diffusione dell’edificato lungo le aree collinari terrazzate (Pimonte) cons e r v a n o a n c o r a c a r a t t e r i d i i n s e d i a m e n t i r u r a l i e d e l e v a t i v a l o r i a m b i e n t a l i p e r l a p o s i z i o n e n e l contesto. Le pendici collinari sono ancora a tratti coltivate a vigneti (anche per questo tipo di produzione si riconosce una tradizione significativa legata ai vini rossi frizzanti) lasciando intravedere ancora i caratteri dell’antico paesaggio di impronta amalfitana prodotta con l’insediamento su queste pendici delle fortificazioni difensive dell’antica repubblica marinara (Lettere con i resti del castello e delle murazioni; il borgo fortificato di Castello di Gragnano; i resti del castello di Pino sull’omonimo monte nei pressi di Pimonte). Ad Agerola il sistema insediativo continua a caratterizzarsi per l’articolazione in nuclei sparsi con tipi e d i l i z i c a r a t te r i s t i c i , a n c h e s e l ’ e d i f i c a z i o n e r e c e n t e è d i v e n t a t a c o n s i s t e n t e s o p r a t t u t t o l u n g o l a viabilità di collegamento tra i nuclei. 5. S i t u a z i o n e s o c i o e c o n o m i c a e d i n a m i c a d e l l e a t t i v i t à p r o d u t t i v e Questo ambiente insediativo locale è specializzato nel turismo (ad eccezione di Casola di Napoli), nelle costruzioni e nell’industria manifatturiera. Nell’ambito dell’industria manifatturiera, l’intero ambiente insediativo locale presenta gli indici di s p e c i a l i z z a z i o n e p i ù a l t i n e l s e t t o r e d e l l e i n d u s t r i e a l i m e n t a r i co n u n a s i g n i f i c a t i v a p r e s e n z a d i piccola industria agro-alimentare di qualità (lattiero-caseario, pastaria, olearia) (DA) ed in quello dell’industria tessile e dell’abbigliamento (DB). Se si guarda alle dinamiche comunali questa tendenza è rispettata da quasi tutti i comuni, con un ruolo forte giocato da Agerola e Gragnano. Casola di Napoli si comporta in maniera diversa evidenziando una specializzazione maggiore nella fabbricazione di macchine elettriche e apparecchiature elettroniche ed ottiche (DL). 6. S i t u a z i o n e d e l l a m o b i l i t à e d e l l e i n f r a s t r u t t u r e Nell’attuale sistema della mobilità, la parzialità e la disorganicità del trasporto pubblico, l’assenza di integrazione tra i diversi tipi di infrastrutture e di servizi portano il trasporto privato individua le a prevalere sul trasporto collettivo/pubblico. La rete stradale assume dunque un ruolo principale, nonostante la inadeguatezza di gran parte delle strade per il tracciato tortuoso e le dimensioni r i d o t t e , i n r a p p o r t o a i c o n s i s t e n t i f l u s s i d i t r a f f i c o c he i n t e r e s s a n o l e a r e e d e i M o n t i L a t t a r i s o p r a t t u t t o nel periodo estivo. La rete stradale si articola su due arterie principali: la strada statale 145, che passa tra Castellammare di Stabia e Gragnano, e la strada statale n. 366 che assicura il collegament o 6 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A trasversale tra Castellammare ed Amalfi (dove si congiunge alla SS163 Meta – Amalfi) attraversando i comuni di Gragnano, Pimonte e Agerola. Questo sistema principale è connesso ad una serie di strade minori di collegamento tra i centri dell’area con tracciati prevalentemente tortuosi. Negli ultimi anni il sistema viario minore è stato potenziato con la realizzazione di nuove strade e l’allargamento di antichi tracciati agricoli, che, puntando nella maggior parte dei casi alla risoluzione di un problema di tipo locale, non hanno prodotto miglioramenti significativi sia dal punto di vista del traffico che dei collegamenti. P e r q u a n t o r i g u a r d a i l t r a s p o r t o s u f e r r o , l a l i n e a s t a t a l e T o r r e A n n u n z i a t a - Castellammare – Gragnano che interessa la zona nord ov est dell’Ail, offre attualmente un servizio soddisfacente. 7. R i s o r s e p a e s i s t i c h e e a m b i e n t a l i La specificità e prevalente unitarietà paesaggistica dell’Ail derivano dalla spiccata connotazione rurale del territorio, dalla presenza diffusa delle aree collinari terrazzate, dalle prevalenti coltivazioni arboree, in particolare dei vigneti ed oliveti che connotano fortemente il paesaggio, dalle numerose e varie risorse turistiche connesse prevalentemente all’attività agricola (prodotti tipici, turismo enogastro n o m i c o , a z i e n d e a g r i t u r i s t i c h e , r i s t o r a n t i ) , d a l l ’ o r g a n i z z a z i o n e d e l s i s t e m a i n s e d i a t i v o p e r nuclei sparsi e di contenute dimensioni che, nonostante le modificazioni più recenti, rende ancora r i c o n o s c i b i l i i c a r a t t e r i d e l l a s t r u t t u r a i n s e d i a t i v a r u r a l e o r ig i n a r i a . L ’ i d e n t i t à d e l c o n t e s t o , d u n q u e , data da una trama paesaggistica prevalentemente unitaria nella quale nessuna componente paesaggistica prevale o si distingue nettamente dalle altre, viene rafforzata dalla presenza c o n s i s t e n t e d i a r e e b o s c a t e e n a tu r a l i c h e s e m b r a n o c o n t e n e r e e c i r c o s c r i v e r e i l t e r r i t o r i o r u r a l e . La specificità dell’area è anche data dal suo carattere “marginale” rispetto alle aree più antropizzate e accessibili della Penisola o dell’area Stabiese; questa marginalità costituisce un aspetto significativo denotando allo stesso tempo una potenzialità ed una criticità che vanno attentamente valutate all’interno di strategie complessive di tutela e valorizzazione. Il Decreto Ministeriale 28 luglio 1965, vincola invece l’intero territorio del comune di Castellammare di Stabia esclusa la area demaniale compresa tra il Moletto Quartuccio e il cantiere della navalmeccanica. Il Decreto Ministeriale 12 novembre 1958, vincola invece l’intero territorio del Comune di Agerola. Il Decreto Minister iale 28 marzo 1985, e Lettere. vincola invece l’intero territorio di Gragnano, Pimonte, Casola Gli elementi con incidenza paesaggistica di seguito elencati rappresentano valore e significato di elementi costitutivi e connotativi del paesaggio storico. La l o r o i n d i v i d u a z i o n e d i s c e n d e d a l l a l e t t u r a i n c r o c i a t a d e i s e g u e n t i d a t i : § Valutazione della valenza paesaggistica posseduta da quei beni culturali per i quali è già riconosciuto l’interesse storico – architettonico dichiarato nei decreti ministeriali di vincolo; § Individuazione tra i beni culturali appartenenti a quelli di cui all’art. 12 comma 1 del D.LGS. 22/01/2004 n. 42, di quelli significativi ai fini della conformazione del paesaggio, della connotazione della città storica ovvero della scena urbana. Ele n c o d e i B e n i V i n c o l a t i DENOMINAZIONE COMUNE DECRETO Strutture portuali borboniche Castellammare di Stabia D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 di Castellammare di Stabia D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Chiesa di Pozzano Santa Maria Castello di San Martino strada statale sorrentina s u l l a Castellammare di Stabia Casino reale del Quisisana Castellammare di Stabia Castello – Chiesa Maria delle Vigne di Ex Palazzo Vescovile, Sant’Alfonso Santa L e t t e r e D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 località L e t t e r e D.lgs 4 2 / 2 0 0 4 , a r t . 1 0 , c o m m a 1 7 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A Ex Cattedrale di Santa Assunta, località Piazza Maria L e t t e r e Chiesa del Corpus Domini Monastero Scalzi degli D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Gragnano D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 A g o s t i n i a n i Gragnano D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Mulino del Monaco - Mulino La Pergola Gragnano D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 M u l i n o d i M a r t i n o - M u l i n o Gragnano (foglio 20, particella 112) D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Chiesa e Convento Nicola dei Miri D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Mulino Porta di sopra e di sotto di Castello San Gragnano di Gragnano Masseria Massi con Torre, alla Frazione Aurano Serbatoi Mulini alla via vicinale Gragnano d e i Gragnano Chiesa di Sant’Erasmo Gragnano Mulino Grotticella Cesare – M u l i n o Z ì Gragnano D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Mulino e Segheria Gragnano D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Mulino Forma I Gragnano Mulino Forma II Gragnano D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 M u r i e F o r t i f i c a z i o n i d e l C a s t e l l o Gragnano Decreto 4/4/1928 Ministero Istruzione Chiesa di santa Maria Assunta Gragnano alla frazione Castello D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Castello di Pino – Chiesa della Madonna del Pino Pimonte D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Torre di Monte Pendolo Pimonte Chiesa e Campanile d i San Pimonte Sebastiano – Castello Belvedere D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Chiesa Madonna delle località Montechiaro D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Grazie, V i c o E q u e n s e Eremo dei Camaldolesi, località Astafrana Vico Equense 8 Pubblica del D e c r e t o M i n i s t e r o B e n i C u lt u r a l i e A m b i e n t a l i del 23/11/1987 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A Torre di omonima Fornacelle, Villa della Pocognano Porta, località Vico Equense frazione Vico Equense Cava di Marina a Aecqua Decreto Ministero Beni Culturali e Ambientali del 12/03/1996 Vico Equense San Marco a Sei a n o , i n l o c a l i t à V i c o E q u e n s e Seiano D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Cattedrale in località Centro D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Vico Equense Castello Giusso – Castello Vico Equense Angioino, in località Centro D e c r e t o M i n i s t e r o B e n i C u l t u r a l i e A m b i e nt a l i del 4/10/1999 Casamento di Marina di Vico, Vico Equense alla Marina di Vico Chiesa di Santa Maria del Toro, in località omonima Convento di San località omonima Santa Maria frazione Castello Vico Equense D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 Francesco, Vico Equense D.lgs 42/2004, art . 1 0 , c o m m a 1 Castello, V i c o E q u e n s e D.lgs 42/2004, art. 10, comma 1 di Impianto termale località omonima di Scrajo, Vico Equense L’Ail risulta, inoltre, interessato dalle seguenti aree di interesse naturalistico istituz ionalmente tutelate: Tipo SIC IT8030008 Sito Comuni interessati Dorsale dei Monti Lattari Castellammare di Stabia 8. C r i t i c i t à a m b i e n t a l i e f u n z i o n a l i La situazione complessiva dell’area è caratterizzata da elementi di criticità legati in modo prevalente ai d i s s e s t i i d r o g e o l o g i c i e a l r i s c h i o f r a n e . L e a r e e a g r i c o l e t e r r a z z a t e f r e q u e n t e m e n t e i n s t a t o d i abbandono, anche se non molto diffuse, costituiscono ulteriori elementi critici dal punto di vista ambientale, per il rischio di frana e di perdita di valor i paesaggistici rilevanti. Molti elementi di criticità possono essere rilevati in tutti gli insediamenti dell’area dove l’equilibrio tra l’insediamento e il territorio agricolo sono stati compromessi da una edificazione consistente, prevalentemente di tipo turistico (seconde case e attività ricettive). Come elemento di criticità va evidenziata anche l’integrazione ancora troppo debole dell’attività agricola con l’attività turistica. 9. S p e c i f i c a z i o n e d e l l e l i n e e s t r a t e g i c h e g e n e r a l i p e r a m b i e n t e e p a e s a g g i o , insediamenti,attività, mobilità La tutela e la valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale sono gli elementi fondamentali della strategia di sviluppo proposta dal Piano per il territorio dell’Ail Monti Lattari. I n p a r t i c o l a r e , i l P i a n o è o r i e n t a to: 9 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A • alla tutela delle componenti dotate di forte specificità e visibilità dal punto di vista p a e s a g g i s t i c o- a m b i e n t a l e , n e l l e q u a l i è a n c o r a p o s s i b i l e r i c o n o s c e r e u n e l e v a t o g r a d o d i n a t u r a l i t à e p e r l e q u a l i è n e c e s s a r i o a s s i c u r a r e l a c o n s e r v a z i o n e d e g l i eq u i l i b r i n a t u r a l i e avere massima attenzione per qualsiasi azione di modifica o trasformazione (le aree montuose di monte Faito, monte S.Angelo a Tre Pizzi, monte Cervigliano, monte Cerreto); • a l l a t u t e l a e v a l o r i z z a z i o n e d e l l e a r e e a g r i c o l e e n a t u r a l i d i pa r t i c o l a r e r i l e v a n z a a g r o n o m i c a e paesaggistica per le quali il Piano è orientato ad evitare alterazioni e trasformazioni non congruenti e a valorizzare le relazioni intercorrenti tra le diverse componenti presenti ( t e r r a z z a m e n t i c o l l i n a r i ; s e q u e n z a i n s e d ia m e n t i- a r e e a g r i c o l e c o l l i n a r i- aree montuose); • alla tutela delle strutture insediative che presentano un interesse culturale e ambientale in relazione ai processi storici che le hanno prodotte o un valore documentario o un particolare valore paesaggistico p e r l e r e l a z i o n i c h e i n t e r c o r r o n o c o n a l t r e c o m p o n e n t i t e r r i t o r i a l i ; • al recupero e alla valorizzazione dei nuclei interni collinari e montani; • alla riqualificazione degli insediamenti di recente edificazione; • alla tutela dei beni culturali presenti all’es terno degli agglomerati (edilizia rurale, cappelle, beni dell’archeologia industriale, fortificazioni; sentieri storici; aree archeologiche); • al sostegno e alla qualificazione delle attività turistiche; • al recupero e riuso, anche a fini turistici, del patr imonio abitativo esistente; • all’articolazione dell’offerta turistica puntando anche alla valorizzazione delle colture tipiche; • al potenziamento delle dotazioni di attrezzature pubbliche sia per residenti che per turisti. In particolare il Piano nel comune di Agerola, al fine della tutela dei valori paesaggistici, non rende ammissibile l’edificazione di nuovi volumi di edilizia privata fatta eccezione di quella necessaria ad a d e g u a r e l e s t r u t t u r e t u r i s t i c o- r i c e t t i v e e s i s t e n t i c o n a t t r e z z a t u r e d i s e r v i z i o e a t t r e z z a t u r e s p o r t i v e nel limite del 10% della volumetria esistente, purché compatibile con le condizioni urbanistiche e paesaggistiche. Per quanto riguarda il settore della viabilità e dei trasporti la strategia fondamentale punta al m i g l i o r a m e n t o c o m p le s s i v o d e l r a p p o r t o t r a m o b i l i t à e a m b i e n t e , c e r c a n d o d i r i d u r r e i l t r a f f i c o veicolare privato e di potenziare il trasporto collettivo/pubblico. Il potenziamento dei trasporti collettivi in sede propria riveste particolare importanza sia dal punto di vista d e l l a r i o r g a n i z z a z i o n e t e r r i t o r i a l e l o c a l e c h e d a l p u n t o d i v i s t a d e l m i g l i o r a m e n t o d e l l e r e l a z i o n i provinciali. Per l’Ail Monti Lattari, nel Piano, particolare importanza assumono le ipotesi progettuali che mirano alla realizzazione di un sistema integrato di trasporti con la trasformazione della tratta ferroviaria Torre Annunziata/Gragnano in ferrotranvia e con la realizzazione di sistemi ettometrici di connessione. Per quanto riguarda la viabilità ordinaria il Piano è orientato: • a limitare interventi infrastrutturali pesanti; • a prevedere interventi di adeguamento e riqualificazione della viabilità esistente; • a razionalizzare il sistema della viabilità garantendo una elevata connettività tra le diverse reti stradali. 10 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A Parte II Descrizione Sub-ambiti 70 CRT Centri urbani o minori in contesto in parte rurale poco alterato in parte con diffuse Trasformazioni urbanizzative 11 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A 1. D e s c r i z i o n e d e l s u b-a m b i t o P a e s a g g i o d o t a t o d i f o r t e i d e n t i t à c o n c o m p o n e n t i n a t u r a l i s t i c h e , i n s e d i a t i v e e s t o r i c o- c u l t u r a l i riconos c i b i l i e c a r a t t e r i z z a t e a n c h e i n p r e s e n z a d i m o d i f i c a z i o n i r e c e n t i . Nel sub- a m b i t o c o s t i t u i s c o n o e l e m e n t i a m b i e n t a l i r i l e v a n t i : i l s i s t e m a d e i r i l i e v i d i m o n t e P e n d o l o , monte S.Erasmo, monte Muto, colle La Creta, che costituiscono le pendici nord- o c c i d e n t a li dei monti Lattari e si caratterizzano per le ampie aree boscate lungo i versanti a tratti scoscesi; le fasce pedemontane terrazzate nelle quali predomina la coltivazione di vigneti e frutteti; le profonde i n c i s i o n i v a l l i v e c h e i n t e r e s s a n o e c a r a t t e r i z z an o l ’ i n t e r o a m b i t o ( v a l l o n e d e l P e r i c o l o , v a l l o n e d e l Castello, vallone di Pimonte, valle dei Mulini); le aree prevalentemente pianeggianti connesse alla Piana stabiese e segnate da un’urbanizzazione estesa. Dal punto di vista insediativo, nell’ambito è possibile riconoscere una struttura molto articolata per ruoli e tipologie differenti dei nuclei. Gragnano è il centro maggiore: la sua matrice storica, caratterizzata da diversi nuclei insediativi, è legata al Rio di Gragnano lungo il quale fin dall’età della Repubblica Amalfitana sorsero sistemi di mulini, rimasti attivi fino al XIX secolo nel quadro di quella specializzazione produttiva pastaria che ha reso Gragnano rinomata al livello europeo. Le espansioni r e c e n t i , d e t e r m i n a t e p r e v a l e n t e m e n t e d a l l a n ec e s s i t à d i a m p l i a m e n t o d i C a s t e l l a m m a r e , h a n n o p o r t a t o alla saldatura delle aree urbanizzate tra Gragnano, Castellammare e Casola di Napoli e alla scomparsa di gran parte del tessuto insediativo agricolo. Ad eccezione dei tessuti storici ancora complessivamente riconoscibili nella loro struttura originaria, il territorio urbanizzato di Gragnano è segnato da condizioni diffuse di degrado e disordine per la presenza di elementi poco coerenti con il contesto ambientale (aree edificate recenti lungo i versanti collinari, edifici recenti non congruenti per tipologia e dimensione con i tessuti storici). D i e l e v a t o i n t e r e s s e s t o r i c o- a r c h i t e t t o n i c o e p a e s a g g i s t i c o , i n c o n t i n u i t à c o n i l c e n t r o s t o r i c o , l u n g o u n a n t i c o p e r c o r s o l a s t r i c a t o i n b a s a l t o , s i e s t e n d e l a V alle dei Mulini nella quale si trovano numerosi ruderi di mulini immersi in una vegetazione fitta e suggestiva (mulino del Monaco, mulino Ponte di Castello di Sopra, mulino Zi’ Cesare, mulino Grotticella, mulino Forma I, mulino Forma II). N e l l e a r e e c o l l i n a ri più elevate al margine delle aree boscate dei monti Pino, S.Erasmo e Muto, le frazioni di Caprile, Aurano e Castello si caratterizzano come casali isolati integrati nel paesaggio r u r a l e e p e r i q u a l i è a n c o r a r i c o n o s c i b i l e l a s t r u t t u r a i n s e d i a t i v a o r i g in a r i a c o n t i p o l o g i e e d i l i z i e d i tipo rurale o, per il borgo di Castello, con ruderi delle antiche fortificazioni medioevali. L’insediamento di Lettere, strutturato per aggregati di piccole dimensioni (Depugliano, Piazza, S.Lorenzo, Orsano, S.Martino, S.Nic ola), nonostante le espansioni recenti lungo la viabilità di connessione tra i nuclei, conserva ancora i caratteri dell’insediamento rurale ed elevati valori ambientali per la posizione nel contesto. D i p a r t i c o l a r e i n t e r e s s e p a e s a g g i s t i c o , i n p o s i z i o n e elevata e dominante sulla piana, sono i ruderi del castello di Lettere (cortine murarie, mastio, torrioni) integrati in un contesto naturale prevalentemente boscato dal quale emergono come beni isolati, percepibili anche a notevole distanza. Il PTCP articola il sub-ambito nelle seguenti aree di specifico interesse: Sub-ambito n° 70 - Gragnano - Lettere Ha % 0 0,0% 295 22,2% 0 0,0% 295 22,2% 0 0,0% Centri e nuclei storici 108 8,1% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 108 8,1% 0 0,0% 629 47,4% Aree agricole periurbane 0 0,0% Aree agricole ordinarie 5 0,4% 634 47,7% Aree ad elevata naturalità Aree boscate Laghi, bacini e corsi d'acqua e relative zone di tutela Aree e componenti d'interesse naturalistico Aree ed emergenze archeologiche Aree agricole di particolare rilevanza agronomica Aree agricole di particolare rilevanza paesaggistica Aree e componenti d'interesse rurale Insediamenti urbani prevalentemente compatti 54 4,0% 238 17,9% Aree di integrazione urbanistica e di riqualificazione ambientale 0 0,0% Aree e complessi per insediamenti produttivi sovracomunali 0 0,0% Aree e complessi per servizi e attrezzature pubbliche sovracomunali 0 0,0% Aree di consolidamento urbanistico e di riqualificazione ambientale Impianti tecnologici Aree e componenti d'interesse urbano Aree di recupero e riqualificazione paesaggistica Aree di criticità e degrado Reti infrastrutturali per la mobilità Nodi e reti per la connettività territoriale Aree complessive* 12 0 0,0% 292 21,9% 1 0,0% 1 0,0% 0 0,0% 0 0,0% 1329 100,0% PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A (****) L e a r e e c a l c o l a t e s o n o i n d i c a t i v e e r a p p r e s e n t a n o i l u o g h i c h e s i c u r a m e n t e h a n n o i c a r a t t e r i i d e n t i t a r i d e l s u b- a m b i t o tralasciando le aree a margine dove i caratteri identitari si fondono con quelli dei sub- ambiti vicini 2. S i t u a z i o n i d i s p e c i f i c o i n t e r e s s e I l s u b- a m b i t o è c a r a t t e r i z z a t o d a i s e g u e n t i f a t t o r i : di s t r u t t u r a z i o n e n a t u r a l e N2 Rilievi carbonatici N4 Fiumi N5 Incisioni torrentizie N8 Boschi non coltivati Vette grotte, pareti nude Fasce fluviali vegetate Reticoli irrigui o di drenaggio Sistemazioni e attenzioni storiche delle aree pericolose per dissesto idrogeologico Endemismi, habitat di specie rare (sic, zps o fondali marini), sistemi colturali ad alta biodiversità, aree poco antropizzate in tessuto urbano, N9 Suoli ad alta fertilità di s t r u t t u r a z i o n e s t o r i c a S1 Centri storici S2 Viabilità storica S5 Siti e complessi isolati produttivi civili, religiosi, militari, turistici Ingressi a centri st, luoghi centrali identitari, emergenza nel paesaggio Opere civili storiche per strade o altre infrastrutt ure, percorsi pedonali storici Giardini, parchi storici, filari, viali, ingressi, pertinenze agricole, relazioni terra-mare, sistemazioni storiche per fruizione turistica Infrastrutture e attrezzature dell’insediamento A1 Ferrovie con stazioni A2 Strade Pr, SS, Autostrade Linee di trasporto pubblico locali in sede fissa Reti di percorsi ciclopedonali 3. I n d i r i z z i L’orientamento progettuale fondamentale si basa sul riconoscimento del valore paesaggistico dell’ambito, sulla necessità di tutelare complessivamente le componenti insediative e quelle naturali, di ristabilire condizioni di maggiore equilibrio ambientale. Fermo restando il rispetto delle disposizioni dettate dalla normativa paesaggistica vigente per gli specifici elementi e zone ricadenti nella delimitazione dell’ambito considerato, in particolare il piano definisce i seguenti indirizzi: • valorizzare e qualificare la struttura insediativa storica dei centri maggiori di Gragn a n o , C a s o l a e L e t t e r e r e c u p e r a n d o g l i i n s e d i a m e n t i s t o r i c i , p o t e n z i a n d o e riqualificando il sistema degli spazi pubblici percorribili, recuperando le aree libere contigue agli insediamenti; • potenziare la capacità attrattiva dei centri minori attraverso interventi di recupero e valorizzazione del patrimonio insediativo, il miglioramento complessivo del contesto territoriale, la qualificazione dell’offerta ricettiva, la diversificazione dei servizi compatibili con il contesto, la creazione di specifici eleme nti di attrattività; • riqualificare le espansioni edificate recenti in modo da conferire connotazioni compatibili con i caratteri paesaggistici del contesto e migliorare la qualità del p a e s a g g i o e d i f i c a t o , a n c h e a t t r a v e r s o i n t e r v e n t i o r i e n t a t i a l l a r i q u a l i f icazione e all’incremento degli spazi pubblici percorribili e delle aree verdi come elementi di raccordo con le altre componenti dotate di maggiore identità e valore paesaggistico (insediamenti storici, beni culturali, aree di rilevanza naturalistica, paes aggio agricolo,..); • tutelare e valorizzare anche attraverso specifici interventi di recupero ambientale la Valle dei Mulini a Gragnano; • tutelare e valorizzare i beni culturali interni ed esterni agli agglomerati (chiese, palazzi, edilizia rurale, cappelle, fortificazioni; aree archeologiche); • conservare il paesaggio agrario terrazzato attraverso il mantenimento del sistema agro- a m b i e n t a l e d e l l e c o l t u r e a r b o r e e t i p i c h e ( v i g n e t i , o l i v e t i ) , a t t r a v e r s o l a v a l o r i z z a z i o n e e r i q u a l i f i c a z i o n e d e l l e i n t e r c o n n e s s i o n i tra aree agricole e aree di vegetazione naturale, con particolare attenzione per la conservazione dei margini boscati, il potenziamento delle siepi e delle alberature, la tutela dei varchi liberi esistenti tra i diversi insediamenti; • recuperare la rete s e n t i e r i s t i c a e s i s t e n t e i n t e r v e n e n d o c o n t e c n i c h e a d e g u a t e d i recupero e riqualificazione; 13 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A • • agevolare l’accessibilità e la fruizione delle risorse paesaggistiche attraverso la r e a l i z z a z i o n e d i u n a r e t e i n t e g r a t a d i s e r v i z i e d i a r e e a t t r e z z a t e ( a r e e p e r l a so s t a , centri di informazione turistica, percorsi e aree per la fruizione del paesaggio); promuovere le attività turistiche sostenibili anche attraverso il riuso delle costruzioni r u r a l i i s o l a t e a f i n i t u r i s t i c i ( a t t i v i t à a g r i t u r i s t i c h e c o m p a t i b i l i c o n i c ar a t t e r i r u r a l i d e l l e aree, centri informazione turistica ). 4. V a l o r i s t r u t t u r a l i d a s a l v a g u a r d a r e Fattori di strutturazione naturale Per i crinali principali e secondari: N2 Rilievi carbonatici Vette, grotte, pareti nude - assenza di interventi edificatori o infrastrutturali Per le vette e le pareti nude e le grotte - integrità fisica dei suoli e assenza di interventi antropici nell’immediato intorno, anche colturali (salvo il taglio forestale, gli interventi necessari alla eventuale messa in sicurezza o alla mitigazione del rischio idrogeologico connessi alla difesa del suolo e ad eventuali limitati percorsi di servizio, scientifici o didattici) In generale: N4 Fiumi Fasce fluviali vegetate - salvaguardia quantitat iva e qualitativa della risorsa acqua negli alvei naturali e nei reticoli Reticoli irrigui o di drenaggio irrigui e di drenaggio, con contenimento degli impatti da inquinamento e degli utilizzi impropri - rispetto o ristabilimento degli equilibri idrogeologici, coerentemente con le indicazioni dei Piani di Bacino - assenza o almeno minimo impatto di interventi edificatori o infrastrutturali privati per una fascia di rispetto dalle sponde (con riferimento al vincolo ex Galasso) - naturalizzazione e recupero di fruibilità delle sponde con aumento (e in assoluto non riduzione) della accessibilità ciclopedonale al fiume attraverso percorsi pubblici Fasce fluviali vegetate: - continuità di alberature lungo sponda, da completare e reintegrare ex novo, salvo opere infrastrutturali non evitabili In generale vedi fiumi, con specifiche attenzioni ai fattori di rischio idrogeologico in N5 Incisioni torrentizie Sistemazioni storiche delle aree situazioni torrentizie e di instabilità dei versanti pericolose per dissesto Per le sistemazioni storiche vedi attenzioni per opere civile della viabilità storica (S2) idrogeologico N8 Boschi non coltivati Endemismi, habitat di specie rare (sic, zps o fondali marini), sistemi colturali ad alta biodiversità aree poco antropizzate in tessuto urbano, varchi utili per la rete ecologica. N9 Suoli ad alta fertilità S1 Centri storici Ingressi a centri storici, luoghi centrali identitari, emergenza nel paesaggio Per i boschi non coltivati: - elevato grado di biodiversità, e di disetaneità, da raggiungere senza introduzione di specie alloctone e diminuzione della superficie boscata; - assenza di manufatti edilizi o infrastrutturali salvo i percorsi ciclopedonali funzionali alla fruizione quelli veicolari di servizio e i manufatti per le attività silvocolturali o per attività compatibili di fruizione naturalistica e di ricerca scientifica. Per le aree di valore naturalistico: - integrità in applicazione dei criteri già adottati per Sic e Zps. Per le aree poco antropizzate in contesto urbano e i varchi utili per la rete ecologica: - usi pubblici con prevalente messa a verde alberato e comunque non edificabilità con blocco degli interventi privati salvo limitate definizioni morfologiche dei bordi costruiti; - rafforzamento (e in assoluto non diminuzione dell’ampiezza) dei varchi non edificati, non recintati e dotati di impianti a verde alberato. In generale - caratteri della produzione adeguati agli standard agro-ambientali delle Norme di Buona Pratica Agricola del Piano di sviluppo rurale, con riduzione dell’uso di prodotti chimici - riduzione (e comunque non aumento) di aree con usi residenziali o produttivi non agricoli, con demolizioni e ricostruzioni compensativa in aree di densificazione Per le aree limitrofe ad aree urbanizzate: - usi pubblici con prevalente messa a verde alberato e comunque non edificabilità con blocco degli interventi privati salvo limitate de finizioni morfologiche dei bordi costruiti Per i centri e nuclei storici leggibilità e integrita del disegno dell’impianto urbano con riferimento ai tracciat i, agli spazi pubblici e ai relativi affacci e ai complessi costruiti con le relative tipologie o architetture rilevanti, per l’identità storica; articolazione e dei caratteri tipomorfologici, formali e costruttivi dei tessuti edilizi e degli spazi aperti, da salvaguardare con riferimento alle tipologie ricorrenti, ai materiali e alle tecniche costruttive locali residenzialità come destinazione prevalente, accompagnata da quella commerciale e artigianale tradizionale e compatibile con l e tipologie edilizie storiche leggibilità e fruibilità dell’impianto complessivo nell’inserimento nel territorio circostante e delle strutture e degli elementi naturali o di archeologia antica e medievale che hanno influenzato l’impianto insediativo; 14 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A S2 Viabilità storica Opere civili storiche per strade o altre infrastrutture, percorsi pedonali storici Per la viabilità storica: - leggibilità e valorizzazione dei punti di contatto tra percorsi storici e centri storici (porte urbane, scorci prospettici in ingresso e in uscita) e delle direttrici di attraversamento; - fruibilità dei sedimi esistenti con integrazioni e conservazione degli elementi tradizionali coerenti quali: selciati, alberature, siepi, cigli erbosi, fossi e canalette di scolo, tornanti, ponti, muri di sostegno e scarpate, gradoni e scalini in pietra nei sentieri a forte pendenza; - completezza della rete, da integrare con limitati nuovi tracciati necessari a completarla nei tratti in cui essa non è più riconoscibile; - filari alberati lungo i tracciati da amantenere, integrare o impiantare ex novo; Per le opere civili - integrazione dei manufatti con ripristino delle relazioni con gli assi viari di riferimento e leggibilità con conservazione di eventuali opere d’arte di particolare pregio e con reintegro delle sistemazioni vegetali (viali, siepi) S5 Siti e monumenti isolati religiosi, Per le ville e giardini storici assetto degli edifici e degli spazi a giardino o a corte e delle altre pertinenze militari, civili, produttivi turistici Giardini, parchi storici, filari, viali, nella loro articolazione e morfologia originaria, da conservare con particolare ingressi, pertinenze agricole, relazioni attenzione agli aspetti rilevanti dal punto di vista paesist ico compreso l’arredo terra-mare, sistemazioni storiche per vegetale e manufatto,il rapporto con la viabilità e gli ingressi, con i belvedere, gli fruizione turistica, approdi, gli intorni contestuali ,...) Per gli altri edifici e complessi specialistici di interesse storico, architettonico e monumentale, articolazione dei complessi edificati e caratteri tipomorfologici degli edifici e delle specifiche peculiarità architettoniche e formali da conservare integrità dei caratteri dell’intorno spaziale aperto ad strettamente connessi ai complessi, formato da strade, piazze o corti o altre pertinenze aperte con relative fronti prospicienti, giardini ed elementi architettonici singolari, da mantenere o da rispristinare rilevanza urbana e paesistica storicamente assunta e consolidata e rapporto con gli assi di fruizione e i punti di visuale, da mantenere anche con politiche di promozione delle attività e di vincolo agli interventi del contesto 15 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A 71 RN I n s e d i a m e n t o r u r a l e r a d o o a s s e n t e i n c o n t e s t o n a t u r a l e 16 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A 1. D e s c r i z i o n e d e l s u b-a m b i t o Aree ad alta naturalità forte mente caratterizzate dalla presenza di boschi e da assenza antropica, molto articolate dal punto di vista morfologico con vette e versanti scoscesi, pianori sommitali a morfologia dolce, profondi valloni. Il sub- a m b i t o è c o s t i t u i t o d a l l e p e n d i c i n o r d o c c i d entali dei monti Lattari con monte S.Erasmo (989 m s.l.m.), monte Cervigliano ( 1220 m s.l.m.), monte Cerreto ( 1170 m s.l.m.) e l’altopiano del Megano che segnano il limite provinciale. N e l l e a r e e p i ù e l e v a t e p r e v a l e i l b o s c o d i f a g g i ; s u i v e r s a n t i s e t t e nt r i o n a l i i b o s c h i d i c a s t a g n o s i mescolano a specie secondarie e ad arbusti tipici mediterranei. Nella maggior parte delle aree gli unici segni permanenti della presenza umana sono i sentieri montani e i ruderi di alcune case rurali. Di grande importanza s o n o l e r e l a z i o n i d e l l ’ a m b i t o c o n l a r i s e r v a n a t u r a l e d e l l a “ V a l l e d e l l e F e r r i e r e ” che si estende al confine orientale dell’ambito e che ricade nel territorio provinciale salernitano, area fortemente caratterizzata dal punto di vista paesaggistico e ambien tale per rarità e rilevanza delle componenti naturali e antropiche (resti di antichi opifici). Il PTCP articola il sub-ambito nelle seguenti aree di specifico interesse: Sub-ambito n° 71 - Monti Lattari est - Monte Cerviglio Aree ad elevata naturalità Aree boscate Laghi, bacini e corsi d'acqua e relative zone di tutela Ha % 0 0,0% 1921 96,7% 0 0,0% 1921 96,7% Aree ed emergenze archeologiche 0 0,0% Centri e nuclei storici 0 0,0% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 0 0,0% Aree e componenti d'interesse naturalistico Aree agricole di particolare rilevanza agronomica Aree agricole di particolare rilevanza paesaggistica Aree agricole periurbane Aree agricole ordinarie Aree e componenti d'interesse rurale 0,0% 3,3% 0 0,0% 0 0,0% 66 3,3% Insediamenti urbani prevalentemente compatti 0 0,0% Aree di consolidamento urbanistico e di riqualificazione ambientale 0 0,0% Aree di integrazione urbanistica e di riqualificazione ambientale 0 0,0% Aree e complessi per insediamenti produttivi sovracomunali 0 0,0% Aree e complessi per servizi e attrezzature pubbliche sovracomunali 0 0,0% Impianti tecnologici 0 0,0% Aree e componenti d'interesse urbano Aree di recupero e riqualificazione paesaggistica Aree di criticità e degrado Reti infrastrutturali per la mobilità Nodi e reti per la connettività territoriale Aree complessive* (****) 0 66 0 0,0% 0 0,0% 0 0,0% 0 0,0% 0 0,0% 1987 100,0% L e a r e e c a l c o l a t e s o n o i n d i c a t i v e e r a p p r e s e n t a n o i l u o g h i c h e s i c u r a m e n t e h a n n o i c a r a t t e r i i d e n t i t a r i d e l s u b- a m b i t o tralasciando le aree a margine dove i caratteri identitari si fondono con quelli dei sub- ambiti vicini 2. S i t u a z i o n i d i s p e c i f i c o i n t e r e s s e I l s u b- a m b i t o è c a r a t t e r i z z a t o d a i s e g u e n t i f a t t o r i : di s t r u t t u r a z i o n e n a t u r ale N2 Rilievi carbonatici N4 Fiumi N5 Incisioni torrentizie N8 Boschi non coltivati di s t r u t t u r a z i o n e s t o r i c a S2 Viabilità storica Vette grotte, pareti nude Fasce fluviali vegetate Reticoli irrigui o di drenaggio Sistemazioni e attenzioni storiche delle aree pericolose per dissesto idrogeologico Endemismi, habitat di specie rare (sic, zps o fondali marini), sistemi colturali ad alta biodiversità, aree poco antropizzate in tessuto urbano, Opere civili storiche per strade o altre infrastrutture, percorsi pedonali storici 17 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A 3. I n d i r i z z i L’orientamento fondamentale del piano per tale ambito è quello della tutela delle componenti peculiari geologiche, vegetazionali e paesistiche che caratterizzano l’assetto di tale ambito e la riqualificazione delle aree c he presentano elementi di degrado. Fermo restando il rispetto delle disposizioni dettate dalla normativa paesaggistica vigente per gli specifici elementi e zone ricadenti nella delimitazione dell’ambito considerato, in particolare il piano definisce i seguenti indirizzi: • impedire ogni trasformazione del suolo (sbancamenti, muri di sostegno,…); • assicurare la conservazione della vegetazione spontanea; • recuperare la rete sentieristica esistente intervenendo con tecniche adeguate di recupero e riqualificazione; • conservare il paesaggio agrario terrazzato valorizzando e riqualificando le interconnessioni tra aree agricole e aree di vegetazione naturale o di roccia affiorante; • prevedere eventuali interventi di restauro del paesaggio. 4. V a l o r i s t r u t t u r a l i d a s a l v a g u a rdare Fattori di strutturazione naturale Per i crinali principali e secondari: N2 Rilievi carbonatici Vette, grotte, pareti nude - assenza di interventi edificatori o infrastrutturali. Per le vette e le pareti nude e le grotte: - integrità fisica dei suoli e assenza di interventi antropici nell’immediato intorno, anche colturali (salvo il taglio forestale, gli interventi necessari alla eventuale messa in sicurezza o alla mitigazione del rischio idrogeologico connessi alla difesa del suolo e ad eventuali limitati percorsi di servizio, scientifici o didattici). In generale: N4 Fiumi Fasce fluviali vegetate - salvaguardia quantitativa e qualitativa della risorsa acqua negli alvei naturali e nei reticoli Reticoli irrigui o di drenaggio irrigui e di drenaggio, con contenimento degli impatti da inquinamento e degli utilizzi impropri; - rispetto o ristabilimento degli equilibri idrogeologici, coerentemente con le indicazioni dei Piani di Bacino; - assenza o almeno minimo impatto di interventi edificatori o infrastrutturali privati per una fascia di rispetto dalle sponde (con riferimento al vincolo ex Galasso); - naturalizzazione e recupero di fruibilità delle sponde con aumento (e in assoluto non riduzione) della accessibilità ciclopedonale al fiume attraverso percorsi pubblici. Fasce fluviali vegetate: - continuità di alberature lungo sponda, da completare e reintegrare ex novo, salvo opere infrastrutturali non evitabili. In generale vedi fiumi, con specifiche attenzioni ai fattori di rischio idrogeologico in N5 Incisioni torrentizie Sistemazioni storiche delle aree situazioni torrentizie e di instabilità dei versanti. pericolose per dissesto Per le sistemazioni storiche vedi attenzioni per opere civile della viabilità storica (S2). idrogeologico N8 Boschi non coltivati Endemismi, habitat di specie rare (sic, zps o fondali marini), sistemi colturali ad alta biodiversità aree poco antropizzate in tessuto urbano, varchi utili per la rete ecologica. Per i boschi non coltivati: - elevato grado di biodiversità, e di disetaneità, da raggiungere senza introduzione di specie alloctone e diminuzione della superficie boscata; - assenza di manufatti edilizi o infrastrutturali salvo i percorsi ciclopedonali funzionali alla fruizione quelli veicolari di servizio e i manufatti per le attività silvocolturali o per attività compatibili di fruizione naturalistica e di ricerca scientifica. Per le aree di valore naturalistico: - integrità in applicazione dei criteri già adottati per Sic e Zps. Per le aree poco antropizzate in contesto urbano e i varchi utili per la rete ecologica: - usi pubblici con prevalente messa a verde alberato e comunque non edificabilità con blocco degli interventi privati salvo limitate definizioni morfologiche dei bordi costruiti; - rafforzamento (e in assoluto non diminuzione dell’ampiezza) dei varchi non edificati, non recintati e dotati di impianti a verde alberato. Fattori di strutturazione storica Per la viabilità storica: S2 Viabilità storica Opere civili storiche per strade o altre leggibilità e valorizzazione dei punti di contatto tra percorsi storici e centri infrastrutture, storici (porte urbane, scorci prospettici in ingresso e in uscita) e delle direttrici di percorsi pedonali storici attraversamento; fruibilità dei sedimi esistenti con integrazioni e conservazione degli elementi tradizionali coerenti quali: selciati, alberature, siepi, cigli erbosi, fossi e canalette di scolo, tornanti, ponti, muri di sostegno e scarpate, gradoni e scalini in pietra nei sentieri a forte pendenza; completezza della rete, da integrare con limitati nuovi tracciati necessari a completarla nei tratti in cui essa non è più riconoscibile; 18 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A completarla nei tratti in cui essa non è più riconoscibile; filari alberati lungo i tracciati da amantenere, integrare o impiantare ex novo. Per le opere civili: integrazione dei manufatti con ripristino delle relazioni con gli assi viari di riferimento e leggibilità con conservazione di eventuali opere d’arte di particolare pregio e con reintegro delle sistemazioni vegetali (viali, siepi). 19 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A 72 CR C e n t r i u r b a n i o m i n o r i i n c o n t e s to r u r a l e c o n s o l i d a t o e p o c o a l t e r a t o 20 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A 1. D e s c r i z i o n e d e l s u b-a m b i t o Paesaggio dotato di forte identità con componenti naturalistiche e insediative riconoscibili e caratterizzate anche in presenza di modificazioni recenti. Il sub- a m b i t o s i c o n f i g u r a c o m e u na v a l l a t a s t r e t t a r a c c h i u s a d a l l e b a r r i e r e n a t u r a l i d i m o n t e F a i t o e m o n t e P e n d o l o , i n c i s a d a u n i m p l u v i o a c a r a t t e r e f l u v i o- torrentizio (Rio Cantarone). In particolare il versante nord est di Monte Faito presenta un’alta pendenza ed è inciso da impluvi che i n a l c u n i c a s i sfociano nella fascia pedemontana, in corrispondenza di nuclei abitativi (frazione di Tralia), prima di immettersi nel canale principale di Rio Cantarone. L’ambito si caratterizza dal punto di vista vegetazionale per la presenza di boschi e di ampie aree terrazzate coltivate prevalentemente a vigneti e oliveti. Per quanto riguarda il sistema insediativo, Pimonte è l’unico insediamento dell’ambito; si articola per a g g r e g a t i d i p i c c o l e d i m e n s i o n i e d è s e g n a t o d a l l a p r e s e n z a d i e d i f i c a z i o n e re c e n t e l u n g o l a v i a b i l i t à principale e in modo diffuso lungo le pendici meridionali del monte Pendolo. Il PTCP articola il sub-ambito nelle seguenti aree di specifico interesse: Sub-ambito n° 72 - Pimonte Ha Aree ad elevata naturalità % 0 0,0% 63 16,8% 0 0,0% 63 16,8% 0 0,0% Centri e nuclei storici 16 4,3% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 16 4,3% 0 0,0% Aree boscate Laghi, bacini e corsi d'acqua e relative zone di tutela Aree e componenti d'interesse naturalistico Aree ed emergenze archeologiche Aree agricole di particolare rilevanza agronomica Aree agricole di particolare rilevanza paesaggistica 263 69,6% Aree agricole periurbane 0 0,0% Aree agricole ordinarie 0 0,0% Aree e componenti d'interesse rurale 263 69,6% Insediamenti urbani prevalentemente compatti 16 4,3% Aree di consolidamento urbanistico e di riqualificazione ambientale 19 5,0% Aree di integrazione urbanistica e di riqualificazione ambientale 0 0,0% Aree e complessi per insediamenti produttivi sovracomunali 0 0,0% Aree e complessi per servizi e attrezzature pubbliche sovracomunali 0 0,0% Impianti tecnologici 0 0,0% 35 9,2% 0 0,0% 0 0,0% 0 0,0% Aree e componenti d'interesse urbano Aree di recupero e riqualificazione paesaggistica Aree di criticità e degrado Reti infrastrutturali per la mobilità Nodi e reti per la connettività territoriale Aree complessive* (****) 0 0,0% 377 100,0% L e a r e e c a l c o l a t e s o n o i n d i c a t i v e e r a p p r e s e n t a n o i l u o g h i c h e s i c u r a m e n t e h a n n o i c a r a t t e r i i de n t i t a r i d e l s u b- a m b i t o tralasciando le aree a margine dove i caratteri identitari si fondono con quelli dei sub- ambiti vicini 2. S i t u a z i o n i d i s p e c i f i c o i n t e r e s s e I l s u b- a m b i t o è c a r a t t e r i z z a t o d a i s e g u e n t i f a t t o r i : di s t r u t t u r a z i o n e n a t u r a l e N2 Rilievi carbonatici N4 Fiumi N5 Incisioni torrentizie N8 Boschi non coltivati Vette grotte, pareti nude Fasce fluviali vegetate Reticoli irrigui o di drenaggio Sistemazioni e attenzioni storiche delle aree pericolose per dissesto idrogeologico Endemismi, habitat di specie rare (sic, zps o fondali marini), sistemi colturali ad alta biodiversità, aree poco antropizzate in tessuto urbano, N9 Suoli ad alta fertilità 21 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A di s t r u t t u r a z i o n e s t o r i c a S1 Centri storici S2 Viabilità storica Ingressi a centri st, luoghi centrali identitari, emergenza nel paesaggio Opere civili storiche per strade o altre infrastrutture, percorsi pedonali storici S6 Terrazzamenti, assetti colturali tradizionali dei frutteti dei vigneti degli agrumeti e degli oliveti 3. I n d i r i z z i L’orien t a m e n t o p r o g e t t u a l e f o n d a m e n t a l e s i b a s a s u l r i c o n o s c i m e n t o d e l l a f o r t e c a r a t t e r i z z a z i o n e paesaggistica dell’ambito anche in presenza di recenti processi di modificazione. Fermo restando il rispetto delle disposizioni dettate dalla normativa paesaggistica vigente per gli specifici elementi e zone ricadenti nella delimitazione dell’ambito considerato, in particolare il piano definisce i seguenti indirizzi: • recuperare, valorizzare e qualificare la struttura insediativa storica rafforzando l’offerta di strutture ricettive e di servizi compatibili con il contesto e orientati alla fruizione delle risorse paesistiche dell’ambito; • riqualificare le espansioni edificate recenti in modo da conferire connotazioni c o m p a t i b i l i c o n i c a r a t t e r i p a e s a g g i s t i c i d e l c o n t e s t o e aumentare la qualità del paesaggio edificato, valutando con particolare attenzione la percezione delle aree dai diversi canali di fruizione (strade, alture vicine,…); • riqualificare gli insediamenti periurbani e diffusi, privilegiando interventi che c o n s ol i d i n o l e r e l a z i o n i c o n i l p a e s a g g i o a g r i c o l o ( c o l l i n e t e r r a z z a t e ) e l e a r e e boscate; • recuperare le tipologie architettoniche locali; • tutelare e valorizzare i beni culturali interni ed esterni agli agglomerati (edilizia rurale, s e n t i e r i , c a p p e l l e , r u d e r i di f o r t i f i c a z i o n i e c a s t e l l i ) e a l l a d e f i n i z i o n e d i r e l a z i o n i t r a beni culturali e beni ambientali (reti di fruizione interconnesse); • conservare il paesaggio agrario terrazzato valorizzando e riqualificando le interconnessioni tra aree agricole e aree di vegetazione naturale, con particolare attenzione per la conservazione dei margini boscati, il potenziamento delle siepi e delle alberature, la tutela dei varchi liberi esistenti tra i diversi insediamenti; • r e c u p e r a r e l a r e t e s e n t i e r i s t i c a e s i s t e n t e i n t e r v e n en d o c o n t e c n i c h e a d e g u a t e d i recupero e riqualificazione; • agevolare l’accessibilità e la fruizione delle risorse paesaggistiche attraverso la realizzazione di una rete integrata di servizi e di aree attrezzate (aree per la sosta, centri di informazione turistica, percorsi e aree per la fruizione del paesaggio); • promuovere le attività turistiche sostenibili anche attraverso il riuso delle costruzioni rurali isolate a fini turistici (attività agrituristiche compatibili con i caratteri rurali delle aree, centri informazione turistica, rifugi attrezzati, …). 4. V a l o r i s t r u t t u r a l i d a s a l v a g u a r d a r e Fattori di strutturazione naturale Per i crinali principali e secondari: N2 Rilievi carbonatici Vette, grotte, pareti nude - assenza di interventi edificatori o infrastrutturali. Per le vette e le pareti nude e le grotte: - integrità fisica dei suoli e assenza di interventi antropici nell’immediato intorno, anche colturali (salvo il taglio forestale, gli interventi necessari alla eventuale messa in sicurezza o alla mitigazione del rischio idrogeologico connessi alla difesa del suolo e ad eventuali limitati percorsi di servizio, scientifici o didattici). In generale: N4 Fiumi Fasce fluviali vegetate - salvaguardia quantitativa e qualitativa della risorsa acqua negli alvei naturali e nei reticoli Reticoli irrigui o di drenaggio irrigui e di drenaggio, con contenimento degli impatti da inquinamento e degli utilizzi impropri; - rispetto o ristabilimento degli equilibri idrogeologici, coerentemente con le indicazioni dei Piani di Bacino; - assenza o almeno minimo impatto di interventi edificatori o infrastrutturali privati per una fascia di rispetto dalle sponde (con riferimento al vincolo ex Galasso); - naturalizzazione e recupero di fruibilità delle sponde con aumento (e in assoluto non riduzione) della accessibilità ciclopedonale al fiume attraverso percorsi pubblici. Fasce fluviali vegetate: - continuità di alberature lungo sponda, da completare e reintegrare ex novo, salvo opere infrastrutturali non evitabili. In generale vedi fiumi, con specifiche attenzioni ai fattori di rischio idrogeologico in N5 Incisioni torrentizie Sistemazioni storiche delle aree situazioni torrentizie e di instabilità dei versanti. pericolose per dissesto Per le sistemazio ni storiche vedi attenzioni per opere civile della viabilità storica (S2). 22 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A idrogeologico N8 Boschi non coltivati Endemismi, habitat di specie rare (sic, zps o fondali marini), sistemi colturali ad alta biodiversità aree poco antropizzate in tessuto urbano, varchi utili per la rete ecologica N9 Suoli ad alta fertilità Per i boschi non coltivati: - elevato grado di biodiversità, e di disetaneità, da raggiungere senza introduzione di specie alloctone e diminuzione della superficie boscata; - assenza di manufatti edilizi o infrastrutturali salvo i percorsi ciclopedonali funzionali alla fruizione quelli veicolari di servizio e i manufatti per le attività silvocolturali o per attività compatibili di fruizione naturalistica e di ricerca scientifica. Per le aree di valore naturalistico: - integrità in applicazione dei criteri già adottati per Sic e Zps. Per le aree poco antropizzate in contesto urbano e i varchi utili per la rete ecologica: - usi pubblici con prevalente messa a verde alberato e comunque non edificabilità con blocco degli interventi privat i salvo limitate definizioni morfologiche dei bordi costruiti; - rafforzamento (e in assoluto non diminuzione dell’ampiezza) dei varchi non edificati, non recintati e dotati di impianti a verde alberato. In generale: - caratteri della produzione adeguati agli standard agro-ambientali delle Norme di Buona Pratica Agricola del Piano di sviluppo rurale, con riduzione dell’uso di prodotti chimici; - riduzione (e comunque non aumento) di aree con usi residenziali o produttivi non agricoli, con demolizioni e ricostruzioni compensativa in aree di densificazione. Per le aree limitrofe ad aree urbanizzate: - usi pubblici con prevalente messa a verde alberato e comunque non edificabilità con blocco degli interventi privati salvo limitate definizioni morfologiche dei bordi costruiti. Fattori di strutturazione storica Per i centri e nuclei storici: S1 Centri storici Ingressi a centri storici, luoghi centrali leggibilità e integrita del disegno dell’im pianto urbano con riferimento ai tracciati, agli identitari, emergenza nel paesaggio spazi pubblici e ai relativi affacci e ai complessi costruiti con le relative tipologie o architetture rilevanti, per l’identità storica; articolazione e dei caratteri tipomorfologici, formali e costruttivi dei tessuti edilizi e degli spazi aperti, da salvaguardare con riferimento alle tipologie ricorrenti, ai materiali e alle tecniche costruttive locali; residenzialità come destinazione prevalente, accompagnata da quella commerciale e artigianale tradizionale e compatibile con l e tipologie edilizie storiche; leggibilità e fruibilità dell’impianto complessivo nell’inserimento nel territorio circostante e delle strutture e degli elementi naturali o di archeologia antica e medievale che hanno influenzato l’impianto insediativo. Per la viabilità storica: S2 Viabilità storica Opere civili storiche per strade o altre leggibilità e valorizzazione dei punti di contatto tra percorsi storici e centri storici infrastrutture, (porte urbane, scorci prospettici in ingresso e in uscita) e delle direttrici di percorsi pedonali storici attraversamento; fruibilità dei sedimi esistenti con integrazioni e conservazione degli elementi tradizionali coerenti quali: selciati, alberature, siepi, cigli erbosi, fossi e canalette di scolo, tornanti, ponti, muri di sostegno e scarpate, gradoni e scalini in pietra nei sentieri a forte pendenza; completezza della rete, da integrare con limitati nuovi tracciati necessari a completarla nei tratti in cui essa non è più riconoscibile; filari alberati lungo i tracciati da amantenere, integrare o impiantare ex novo. Per le opere civili: integrazione dei manufatti con ripristino delle relazioni con gli assi viari di riferimento e leggibilità con conservazione di eventuali opere d’arte di particolare pregio e con reintegro delle sistemazioni vegetali (viali, siepi). Per i terrazzamenti: S6 Terrazzamenti, assetti colturali - trattamento di versante con opere di contenimento da mantenere, nel rispetto del tradizionali dei frutteti dei vigneti disegno paesaggistico e dell’andamento orografico, con la morfologia delle opere in degli agrumeti e degli oliveti pietra controterra e dei ciglionamenti tradizionali; - omogeneità nell’utilizzo dei materiali e delle dimensioni e morfologie tradizionali nei manufatti edilizi o infrastrutturali presenti nei contesti dei versanti terrazzati. Per gli assetti colturali tradizionali: - assetto delle coltivazioni a colture legnose da mantenere con la varietà delle cultivar locali, della trama parcellare, delle infrastrutture rurali tradizionali (strade poderali, siepi, muretti, fossi di drenaggio, dei sistemi di siepi miste e di eventuali pur ridotte masse boschive presenti); - omogeneità nell’utilizzo dei materiali e delle morfologie, tipologie e dimensioni tradizionali nei manufatti edilizi o infrastrutturali presenti nei contesti. 23 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A 73 CRT C e n t r i u r b a n i o m i n o r i i n c o n t e s t o i n p a r t e r u r a l e p o c o a l t e r a t o i n p a r t e c o n d i f f u s e trasformazioni urbanizzative 24 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A 1. D e s c r i z i o n e d e l s u b-a m b i t o Paesaggio fortemente caratterizzato dalla coltivazione agricola terrazzata con insediamenti articolati per aggregati e segnati da processi di modificazione recente. Il sub-ambito è caratterizzato da una morfologia complessa con un’ampia area subpianeggiante, leggermente inclinata verso sudest con quote variabili tra 450 e 700 m s.l.m, circondata da alti rilievi carbonatici (monte Tre Cavalli, monte S.Angelo a Tre Pizzi, Crocelle, monte Cervigliano, Colle delle Vene) che presentano condizioni di elevata naturalità e di rilevante valore paesaggistico con ambienti prevalentemente boscati, forre, pareti rocciose e sorgenti. Le pendici dei rilievi sono segnate dalla presenza di numerosi valloni che fanno convergere le loro acque nei due assi drenanti principali costituiti dal vallone Penise – Furore e dal vallone di Praia. L’altopiano, che si protende verso il mare sostenuto da ripide pareti rocciose, si raccorda con i circostanti rilievi attraverso fasce pedemontane articolate in stretti e lunghi terrazzamenti coltivati prevalentemente a frutteti ed oliveti. E’ possibile riconoscere tra i nuclei insediativi e lungo i valloni principali alcune aree boscate rilevanti per dimensione e valore paesaggistico (Parco Corona, Parco Colonia Montana, bosco di Bolvito). Lungo le pareti rocciose dei rilievi montuosi di particolare interesse paesaggistico e valore storico-documentario sono le grotte e le antiche costruzioni rupestri (grotta di S.Barbara; grotta Biscotto con case rupestri; case rupestri lungo il vallone di Praia) spesso collegate attraverso sentieri con gradoni scavati nella roccia. Il sistema insediativo storico è strutturato per aggregati di dimensione contenuta (nuclei di Bomerano, Tuoro, Ponte, Pianillo, Campora e S. Lazzaro) collegati da due strade principali e da una fitta rete di strade minori. Gli insediamenti sono attualmente segnati dalla presenza di edificazione recente, a tratti consistente, sia ai margini dei tessuti storici che lungo la viabilità di collegamento tra i nuclei principali. Sono ancora riconoscibili, prevalentemente lungo le aree collinari terrazzate, piccoli nuclei o case isolate che presentano gli elementi tipologici distintivi dell’edilizia agerolese (case a blocco su più piani con piccole finestre; tetti spioventi con tegole in legno di castagno; canalizzazioni in argilla e pozzi per la raccolta dell’acqua piovana). Di particolare interesse storico e paesaggistico, presso il nucleo di S.Lazzaro, sono i ruderi dell’antico convento di Cospita di origine medioevale e quelli del castello Lauritano che per la particolare posizione nel contesto si configurano come beni isolati in emergenza. Il PTCP articola il sub-ambito nelle seguenti aree di specifico interesse: Sub-ambito n° 73 - Agerola Ha % Aree ad elevata naturalità 204 11,7% Aree boscate 914 52,3% 0 0,0% 1118 64,0% 0 0,0% Centri e nuclei storici 35 2,0% Aree e componenti d'interesse storico culturale e paesaggistico 35 2,0% 0 0,0% 491 28,1% Aree agricole periurbane 0 0,0% Aree agricole ordinarie 0 0,0% Laghi, bacini e corsi d'acqua e relative zone di tutela Aree e componenti d'interesse naturalistico Aree ed emergenze archeologiche Aree agricole di particolare rilevanza agronomica Aree agricole di particolare rilevanza paesaggistica Aree e componenti d'interesse rurale 491 28,1% Insediamenti urbani prevalentemente compatti 76 4,3% Aree di consolidamento urbanistico e di riqualificazione ambientale 26 1,5% Aree di integrazione urbanistica e di riqualificazione ambientale 0 0,0% Aree e complessi per insediamenti produttivi sovracomunali 0 0,0% Aree e complessi per servizi e attrezzature pubbliche sovracomunali 0 0,0% Impianti tecnologici Aree e componenti d'interesse urbano Aree di recupero e riqualificazione paesaggistica Aree di criticità e degrado Reti infrastrutturali per la mobilità Nodi e reti per la connettività territoriale Aree complessive* (****) 0 0,0% 102 5,8% 1 0,0% 1 0,0% 0 0,0% 0 0,0% 1747 100,0% L e a r e e c a l c o l a t e s o n o i n d i c a t i v e e r a p p r e s e n t a n o i l u o g h i c h e s i c u r a m e n t e h a n n o i c a r a t t e r i i d e n t i t a r i d e l s u b- a m b i to tralasciando le aree a margine dove i caratteri identitari si fondono con quelli dei sub- ambiti vicini 2. S i t u a z i o n i d i s p e c i f i c o i n t e r e s s e I l s u b- a m b i t o è c a r a t t e r i z z a t o d a i s e g u e n t i f a t t o r i : 25 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A di s t r u t t u r a z i o n e n a t u r a l e N2 Rilievi carbonatici N4 Fiumi N5 Incisioni torrentizie N8 Boschi non coltivati Vette grotte, pareti nude Fasce fluviali vegetate Reticoli irrigui o di drenaggio Sistemazioni e attenzioni storiche delle aree pericolose per dissesto idrogeologico Endemismi, habitat di specie rare (sic, zps o fondali marini), sistemi colturali ad alta biodiversità, aree poco antropizzate in tessuto urbano, N9 Suoli ad alta fertilità di s t r u t t u r a z i o n e s t o r i c a S1 Centri storici S2 Viabilità storica S6 Terrazzamenti, assetti colturali tradizionali dei frutteti dei vigneti degli agrumeti e degli oliveti S7 Panorami identitari rappresentativi della regione Ingressi a centri st, luoghi centrali identitari, emergenza nel paesaggio Opere civili storiche per strade o altre infrastrutture, percorsi pedonali storici Paesaggi naturali colturali o edificati ad alta identità locale, belvedere o punti panoramici locali 3. I n d i r i z z i L’orientamento progettuale fondamentale si basa sul riconoscimento della forte caratterizzazione paesaggistica del sub- ambito anc he in presenza di recenti processi di modificazione e sulla necessità di tutelare e valorizzare le relazioni tra componenti naturali e componenti antropiche. F e r m o r e s t a n d o i l r i s p e t t o d e l l e d i s p o s i z i o n i d e t t a t e d a l l a n o r m a t i v a p a e s a g g i s t i c a v i g e n t e p e r gli specifici elementi e zone ricadenti nella delimitazione dell’ambito considerato, in particolare il piano definisce i seguenti indirizzi: • conservare e valorizzare attraverso interventi di recupero e riqualificazione la specificità i n s e d i a t i v a d e l t e r r i to r i o d i A g e r o l a , r e c u p e r a n d o g l i i n s e d i a m e n t i s t o r i c i , p o t e n z i a n d o e riqualificando il sistema degli spazi pubblici percorribili, razionalizzando il sistema della sosta, recuperando le aree libere contigue agli insediamenti; • p o t e n z i a r e l a c a p a c i t à a t t r a t t iv a d i A g e r o l a a t t r a v e r s o l a q u a l i f i c a z i o n e d e l l ’ o f f e r t a r i c e t t i v a , i l riequilibrio della relativa distribuzione territoriale e la integrazione o riqualificazione delle a t t r e z z a t u r e c o m p l e m e n t a r i p e r i l t u r i s m o ( a t t r e z z a t u r e c u l t u r a l i , a t t r e z z a t u r e s p o r t i v e, a r e e d i verde attrezzato); • riqualificare le espansioni edificate recenti in modo da conferire connotazioni compatibili con i caratteri paesaggistici del contesto; • recuperare le tipologie architettoniche locali; • tutelare e valorizzare i beni culturali in terni ed esterni agli agglomerati (edilizia rurale, sentieri, case rupestri, cappelle,..) e attivare relazioni significative tra beni culturali e beni ambientali (reti di fruizione interconnesse); • conservare il paesaggio agrario terrazzato valorizzando e riqualificando le interconnessioni tra aree agricole e aree di vegetazione naturale, con particolare attenzione per la conservazione dei margini boscati, il potenziamento delle siepi e delle alberature, la tutela dei varchi liberi e s i s t e n t i t r a i d i v e r s i i ns e d i a m e n t i ; • recuperare e valorizzare la rete sentieristica esistente intervenendo con tecniche adeguate di recupero e riqualificazione; • promuovere un’attività rurale complessa orientata non solo alla produzione agricola, ma anche ad attività legate a servizi turistici, culturali ed educativi, anche attraverso il riuso delle costruzioni rurali isolate (attività agrituristiche compatibili con i caratteri rurali della aree, centri informazione turistica, centri educazione ambientale, …). 4. V a l o r i s t r u t t u r a l i da s a l v a g u a r d a r e Fattori di strutturazione naturale Per i crinali principali e secondari: N2 Rilievi carbonatici Vette, grotte, pareti nude - assenza di interventi edificatori o infrastrutturali. Per le vette e le pareti nude e le grotte: - integrità fisica dei suoli e assenza di interventi antropici nell’immediato intorno, anche colturali (salvo il taglio forestale, gli interventi necessari alla eventuale messa in sicurezza o alla mitigazione del rischio idrogeologico connessi alla difesa del suolo e ad eventuali limitati percorsi di servizio, scientifici o didattici). 26 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A In generale: - salvaguardia quantitativa e qualitativa della risorsa acqua negli alvei naturali e nei reticoli irrigui e di drenaggio, con contenimento degli impatti da inquinamento e degli utilizzi impropri; - rispetto o ristabilimento degli equilibri idrogeologici, coerentemente con le indicazioni dei Piani di Bacino; - assenza o almeno minimo impatto di interventi edificatori o infrastrutturali privati per una fascia di rispetto dalle sponde (con riferimento al vincolo ex Galasso); - naturalizzazione e recupero di fruibilità delle sponde con aumento (e in assoluto non riduzione) della accessibilità ciclopedonale al fiume attraverso percorsi pubblici. Fasce fluviali vegetate: - continuità di alberature lungo sponda, da completare e reintegrare ex novo, salvo opere infrastrutturali non evitabili. In generale vedi fiumi, con specifiche attenzioni ai fattori di rischio idrogeologico in N5 Incisioni torrentizie Sistemazioni storiche delle aree situazioni torrentizie e di instabilità dei versanti. pericolose per dissesto Per le sistemazioni storiche vedi attenzioni per opere civile della viabilità storica (S2). idrogeologico N4 Fiumi Fasce fluviali vegetate Reticoli irrigui o di drenaggio N8 Boschi non coltivati Endemismi, habitat di specie rare (sic, zps o fondali marini), sistemi colturali ad alta biodiversità aree poco antropizzate in tessuto urbano, varchi utili per la rete ecologica N9 Suoli ad alta fertilità Per i boschi non coltivati: - elevato grado di biodiversità, e di disetaneità, da raggiungere senza introduzione di specie alloctone e diminuzione della superficie boscata; - assenza di manufatti edilizi o infrastrutturali salvo i percorsi ciclopedonali funzionali alla fruizione quelli veicolari di servizio e i manufatti per le attività silvocolturali o per attività compatibili di fruizione naturalistica e di ricerca scientifica. Per le aree di valore naturalistico: - integrità in applicazione dei criteri già adottati per Sic e Zps. Per le aree poco antropizzate in contesto urbano e i varchi utili per la rete ecologica: - usi pubblici con prevalente messa a verde alberato e comunque non edificabilità con blocco degli interventi privati salvo limitate definizioni morfologiche dei bordi costruiti; - rafforzamento (e in assoluto non diminuzione dell’ampiezza) dei varchi non edificati, non recintati e dotati di impianti a verde alberato. In generale: - caratteri della produzione adeguati agli standard agro-ambientali delle Norme di Buona Pratica Agricola del Piano di sviluppo rurale, con riduzione dell’uso di prodotti chimici; - riduzione (e comunque non aumento) di aree con usi residenziali o produttivi non agricoli, con demolizioni e ricostruzioni compensativa in aree di densificazione. Per le aree limitrofe ad aree urbanizzate: - usi pubblici con prevalente messa a verde alberato e comunque non edificabilità con blocco degli interventi privati salvo limitate definizioni morfologiche dei bordi costruiti. F a t t o r i d i s t r u t t u r a z io n e s t o r i c a Per i centri e nuclei storici S1 Centri storici Ingressi a centri storici, luoghi centrali leggibilità e integrita del disegno dell’impianto urbano con riferimento ai identitari, emergenza nel paesaggio tracciati, agli spazi pubblici e ai relativi affacci e ai complessi costruiti con le relative tipologie o architetture rilevanti, per l’identità storica; articolazione e dei caratteri tipomorfologici, formali e costruttivi dei tessuti edilizi e degli spazi aperti, da salvaguardare con riferimento alle tipologie ricorrenti, ai materiali e alle tecniche costruttive locali residenzialità come destinazione prevalente, accompagnata da quella commerciale e artigianale tradizionale e compatibile con l e tipologie edilizie storiche leggibilità e fruibilità dell’impianto complessivo nell’inserimento nel territorio circostante e delle strutture e degli elementi naturali o di archeologia antica e medievale che hanno influenzato l’impianto insediativo; Per la viabilità storica: S2 Viabilità storica Opere civili storiche per strade o altre leggibilità e valorizzazione dei punti di contatto tra percorsi storici e centri infrastrutture, storici (porte urbane, scorci prospettici in ingresso e in uscita) e delle direttrici di percorsi pedonali storici attraversamento; fruibilità dei sedimi esistenti con integrazioni e conservazione degli elementi tradizionali coerenti quali: selciati, alberature, siepi, cigli erbosi, fossi e canalette di scolo, tornanti, ponti, muri di sostegno e scarpate, gradoni e scalini in pietra nei sentieri a forte pendenza; completezza della rete, da integrare con limitati nuovi tracciati necessari a completarla nei tratti in cui essa non è più riconoscibile; filari alberati lungo i tracciati da amantenere, integrare o impiantare ex novo; Per le opere civili integrazione dei manufatti con ripristino delle relazioni con gli assi viari di riferimento e leggibilità con conservazione di eventuali opere d’arte di particolare pregio e con reintegro delle sistemazioni vegetali (viali, siepi) Per i terrazzamenti: S6 Terrazzamenti, assetti colturali - trattamento di versante con opere di contenimento da mantenere, nel rispetto del tradizionali dei frutteti dei vigneti disegno paesaggistico e dell’andamento orografico, con la morfologia delle opere in degli agrumeti e degli oliveti pietra controterra e dei ciglionamenti tradizionali - omogeneità nell’utilizzo dei materiali e delle dimensioni e morfologie tradizionali nei manufatti edilizi o infrastrutturali presenti nei contesti dei versanti terrazzati Per gli assetti colturali tradizionali 27 PTCP 2006 – Rapporto Ambientale – Allegato A S7 Panorami identitari rappresentativi della regione Paesaggi naturali colturali o edificati ad alta identità locale, belvedere o punti panoramici locali - assetto delle coltivazioni a colture legnose da mantenere con la varietà delle cultivar locali, della trama parcellare, delle infrastrutture rurali tradizionali (strade poderali, siepi, muretti, fossi di drenaggio, dei sistemi di siepi miste e di eventuali pur ridotte masse boschive presenti) - omogeneità nell’utilizzo dei materiali e delle morfologie, tipologie e dimensioni tradizionali nei manufatti edilizi o infrastrutturali presenti nei contesti Per le strade e i punti panoramici: - fruibilità da mantenere o ripristinare senza ostacoli o elementi deterren ti in primo piano delle visuali panoramiche da luogo pubblico; Per i paesaggi ad alta identità: - immagine consolidata da mantenere senza elementi alteranti per materiali, colori o dimensioni o ostacolanti la fruizione completa 28