L`industria cinese del cemento verso la
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L`industria cinese del cemento verso la
L’industria cinese del cemento verso la sostenibilità La produzione del cemento è un settore chiave per la riduzione dei consumi di energia. 16 Sui Tongbo Docente e Vice Presidente China Building Materials Academy L a Cina è il secondo produttore e consumatore mondiale di energia. Il consumo di energia per uso industriale è pari al 70% del totale e genera, rispettivamente, il 40% e l’85% dei due inquinanti principali, CO2 e SO2. Tra il 1985 e il 2005, il consumo di energia in Cina è cresciuto a tassi stupefacenti. Ma a partire dal 2006, il governo cinese ha deciso di ridimensionare questa tendenza poichè lo Sviluppo Sostenibile rappresenta un obiettivo strategico per la Cina. Nel corso dell’undicesimo piano quinquennale cinese (2006-2010), il Paese intende ridurre l’intensità energetica del 20% e l’inquinamento del 10%. Ciò significa diminuire il consumo energetico per unità di PIL da 1 tonnellata equivalente di petrolio nel 2005 a 0,80 tonnellate equivalenti nel 2010. L’industria delle costruzioni assorbe in Cina una quota consistente dell’energia totale. Nel 2007, il settore ha consumato 137 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, pari al 7% del consumo energetico nazionale e al 10% del consumo energetico industriale. Il settore del cemento assorbiva fino al 58% dell’energia industriale utilizzata in Cina. Il cemento è un settore chiave per la riduzione del Nel 2007 l’industria del cemento ha assorbito il 58% del consumo energetico totale dell’industria cinese 17 Nel 2000 la Cina ha prodotto 595 milioni di tonnellate di cemento. Nel 2007 ne ha prodotte 13,6 miliardi di tonnellate consumo energetico prevista dall’undicesimo piano quinquennale. All’interno di questo settore sono state adottate, a partire dal 2006, una serie di politiche e di misure che hanno prodotto risultati importanti. Panoramica sull’industria cinese del cemento La produzione del cemento continua a crescere e a svilupparsi costantemente. La capacità produttiva della Cina è stata di 1,36 miliardi di tonnellate nel 2007 e di 1,4 miliardi di tonnellate nel 2008: quasi metà della produzione mondiale di cemento. A partire dal 1986 la Cina è stata leader mondiale nella produzione di cemento per 24 anni consecutivi. La struttura industriale è costantemente migliorata. La percentuale di cemento prodotta dai nuovi forni a via secca ha raggiunto il 55% del totale nel 2007 e il 61% nel 2008, aumentando rispettivamente dell’11% e del 17% sul dato 2005 (44%). Attualmente vi sono in Cina 171 nuove linee di produzione di cemento a via secca con una capacità superiore a quattromila tonnellate al giorno. È aumentata anche la concentrazione produttiva. La produzione di cemento effettuata dalle prime 17 cementerie della Cina (che hanno una capacità superiore a dieci milioni di tonnellate all’anno) ha rappresentato il 27% della produzione totale nel 2007 e il 30% nel 2008. La produttività è cresciuta significativamente. Nel 2000, 1,67 milioni di addetti hanno prodotto 595 milioni di tonnellate di cemento. Ma nel 2007, 1,18 milioni di addetti ne hanno prodotto 13,6 miliardi di tonnellate. A questo fortissimo incremento della produttività hanno contribuito i miglioramenti tecnologici e l’ammodernamento dei macchinari. Progressi significativi sono intervenuti nella tecnologia e nello sviluppo dei macchinari per la produzione del cemento. Circa il 95% delle macchine utilizzate sulle nuove linee di produzione a via secca con una capacità superiore a 5.000 tonnellate al giorno sono prodotte e distribuite localmente. Alla fine del 2006, più di 700 nuove linee di produzione a via secca hanno cominciato a utilizzare tecnologie e macchinari cinesi. L’esportazione di tecnologie e di macchinari è cresciuta rapidamente; vengono esportate in tutti i Paesi del mondo, inclusa l’Europa. Due linee di produzione dalla capacità di 10.000 tonnellate di clinker al giorno sono state installate in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi Uniti. La quota di mercato mondiale delle macchine cinesi per la produzione di cemento è attualmente del 37%. Tecnologie e macchine cinesi sono state installate anche in Tailandia per la cogenerazione di energia dal recupero dei cascami di calore dei forni. Alla fine del 2006, 107 linee di produzione del cemento sparse nel mondo avevano adottato, o progettavano di adottare, tecnologie e macchinari cinesi. Efficienza energetica nel settore Il consumo energetico nell’industria cinese del cemento è diminuito sensibilmente con il miglioramento delle tecnologie e dei macchinari. Nel 2006 il consumo medio di energia nel settore era di 99 chilogrammi equivalenti di petrolio per tonnellata, ossia il 15% in meno rispetto al 2002. Secondo un’indagine effettuata su più di 2.000 cementerie cinesi nel 2007, il consumo medio di calore per ogni tonnellata di clinker prodotta era di 88 chilogrammi equivalenti di petrolio, mentre il consumo con il moderno processo di produzione a via secca ammonta a 81 chilogrammi equivalenti di petrolio, e con la tecnologia più avanzata si assesta addirittura sotto i 77 chilogrammi. Politiche per l’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni 18 L’obiettivo complessivo dell’industria cinese del cemento è promuovere l’uso responsabile delle risorse attraverso il corretto impiego delle tecnologie, cercando di soddisfare al tempo stesso le esigenze di crescita economica nazionale. Nel perseguimento di questo obiettivo, un supporto fondamentale verrà fornito dal governo centrale a 60 grandi cementerie selezionate. Inoltre, le tecnologie più obsolete verranno progressivamente abbandonate. I forni a via umida, i forni lunghi a via secca e i forni verticali costituiscono delle tecnologie superate, e, a partire dal 2006, il totale dei 206 forni a via umida sono stati eliminati e metà della capacità produttiva basata sui forni verticali verrà progressivamente abbandonata. Nel 2007 il governo centrale ha emanato un decreto che consentiva l’eliminazione graduale di 250 milioni di tonnellate di capacità tra il 2007 e il 2010. I governi locali sono stati invitati a sottoscrivere contratti con il governo centrale per l’attuazione del piano. Questa operazione avrà un peso significativo nella riduzione delle emissioni di biossido di carbonio. Varie disposizioni normative e regolamentari guideranno il progressivo abbandono delle produzioni più obsolete, e in particolare la Product Quality Law, la Environmental Protection Law, le Cement Industry Development Policies, uno Special Programme on Cement Industry Development, e le norme per accelerare lo Structural Adjustment of the Cement Industry, che sono state approvate dal Consiglio di Stato. Effetti delle riduzioni nell’uso di energia e nelle emissioni di CO2 I risparmi preliminari raggiunti dalla progressiva eliminazione di 50 milioni di tonnellate di capacità produttiva obsoleta sono 500 milioni di chilowattora e 1,8 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio. Nello stesso tempo, si eliminano dal ciclo produttivo 600.000 tonnellate di polveri, 590.000 tonnellate di CO2 e 150.000 tonnellate di SO2. Sostituendo 250 milioni di tonnellate di capacità produttiva obsoleta nell’arco di cinque anni, si risparmieranno 2,5 miliardi di chilowattora, con minori emissioni pari a 3 milioni di tonnellate di polveri, 3 milioni di tonnellate di CO 2 e 750.000 tonnellate di SO2. Gli effetti del risparmio energetico e della riduzione delle emissioni sono considerevoli. I governi locali concederanno dei finanziamenti agli impianti dismessi di taglia minore. Tutti i livelli di governo sono coinvolti nella gestione della ricollocazione degli operai licenziati. Gli operatori dei vecchi impianti avranno la priorità nella assegnazione di quote di proprietà delle nuove cementerie. Ove possibile, le piccole cementerie verranno riconvertite in centri di macinazione. Dovranno essere messe in campo svariate misure per gestire adeguatamente i vari problemi che emergono dalla dismissione degli impianti. Efficienza dai miglioramenti di processo Tutti i forni utilizzati nei processi a via umida sono stati sostituiti da forni a via secca dotati di precalcinatore e la percentuale di forni verticali è stata ulteriormente ridotta, con l’obiettivo di portarla al 30% del totale. La percentuale di cemento prodotta con il moderno processo a via secca è salita al 55% nel 2007 e al 61% nel 2008. Nel 2007 si stimava un risparmio di 1 milione di tonnellate equivalenti di petrolio - corrispondente a una riduzione di 3,6 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 - grazie al maggiore impiego del moderno processo a via secca. Con l’impiego di questo nuovo processo, nel 2007 si sono ridotte le e a basse emissioni di CO2” (o cementi low-e). Questa denominazione si riferisce alla presenza di silicato bicalcico nel clinker impiegato per la produzione del cemento. Una variante del clinker belitico è stata commercializzata con successo in vari progetti di edilizia pubblica, tra cui la Diga delle tre gole. Il cemento low-e può consentire risparmi energetici fino al 20%, con riduzioni nelle emissioni di CO2 nell’ordine del 10% rispetto al normale cemento Portland. Offre anche più lavorabilità, rilascio di calore, tenuta nel tempo e durabilità rispetto al cemento e al calcestruzzo aiutando a ottimizzare l’efficienza energetica nella produzione di cementi e calcestruzzi di qualità. L’industria cinese del cemento ha fatto dunque dei grandissimi progressi nelle proprie performance ambientali. Nel 2007, il consumo energetico totale per tonnellata di cemento era 81 kg equivalenti di petrolio, il 4% in meno rispetto al 2006 e il 9% in meno rispetto al 2005. Il consumo specifico di calore per la sinterizzazione del clinker è diminuito del 2,8% rispetto al 2006 e del 4,8% rispetto al 2005. Il futuro dell’industria cinese del cemento emissioni SO2 di 3,3 milioni di tonnellate, quelle di CO2 di 37 milioni di tonnellate e le polveri di 4,4 milioni di tonnellate rispetto ai valori del 2001. Combustibili alternativi, materie prime alternative e cogenerazione Attraverso l’impiego di combustibili e materie prime alternativi, e attraverso la cogenerazione, si può ridurre l’uso di risorse naturali e di fonti fossili nella produzione di cemento. Sono in atto degli sforzi per riutilizzare i rifiuti e per il recupero dei cascami di calore dispersi durante il processo di produzione. In alcuni progetti pilota, all’interno dei forni della cementeria, si stanno iniziando ad utilizzare combustibili e materie prime alternative. In Cina, il fattore clinker – ossia la percentuale di clinker presente nel cemento – è mediamente dello 0,7%. Nel 2007, i miglioramenti apportati nella gestione di rifiuti hanno fatto diminuire il volume complessivo dei rifiuti inviati a discarica, incluse loppa e ceneri volanti, a 300 milioni di tonnellate, con una conseguente riduzione nelle emissioni di CO2. Finora 92 linee di produzione del cemento hanno adottato un sistema di cogenerazione a bassa temperatura. La capacità installata totale è 740 megawatt e l’out-put energetico annuale è 4,96 miliardi di chilowattora. Questo sistema fa risparmiare 1,27 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio ed elimina ogni anno 4,73 milioni di tonnellate di emissioni di CO2. Un nuovo approccio per ridurre il biossido di carbonio nella produzione del cemento è accrescere la produzione di clinker belitico, ottenendo così dei cementi “a basso consumo energetico Le previsioni indicano che nel giro di dieci anni il consumo di cemento toccherà il picco massimo intorno a 1,7-1,8 milioni di tonnellate. Il tasso di concentrazione (concentration rate, CR) dovrebbe aumentare di dieci punti percentuali arrivando al 70%, e il numero delle cementerie dovrebbe salire a 300, ossia una decina di aziende per ciascuna provincia. Entro il 2030, il consumo specifico di calore scenderà a 77 kg equivalenti di petrolio per tonnellata di clinker, con una riduzione del 19,91% rispetto al 2005 (96kg/t). Sistemi di cogenerazione verranno costruiti in tutti i nuovi impianti di produzione a secco per ridurre le emissioni di CO2 e promuovere uno sviluppo pulito. Entro il 2010, un sistema elettronico di gestione delle performance verrà introdotto nelle aziende principali, per estendersi a tutte le imprese del settore entro il 2020. Tecnologie emergenti come i cementi low-e verranno ulteriormente sviluppate per sostenere l’industria cinese nel migliorare le sue performance ambientali. ■ 19