Oh mia Patria
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Casa editrice Ediesse s.r.l. Viale di Porta Tiburtina, 36 - 00185 Roma tel. 06 44870283 - 44870325 fax 06 44870335 Catalogo: www.ediesseonline.it E-mail: [email protected] Vanni Pierini Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) SOMMARIO | Scheda di presentazione dell’opera 2 | Prefazione / Tullio De Mauro 4 | Introduzione / Raffaele Manica 9 | Recensione «Rassegna sindacale» / Giovanni Rispoli 17 | Recensione «Stampa-Tuttolibri» / Maurizio Cucchi 19 | Recensione «Avvenire» / Alfonso Berardinelli 20 | Telegramma del Presidente della Repubblica 21 | Presentazione dell’opera in anteprima: Fiera della Piccola e media editoria «Più libri più liberi» Roma, Palazzo dei Congressi, 9 dicembre 2011 22 | Presentazione dell’opera: Rassegna «Libri come» Roma, Auditorium Parco della Musica, 9 marzo 2012 23 | Evento-spettacolo sull’Italia unita «Oh mia Patria» Roma, Auditorium Parco della Musica, Sala Petrassi, 15 marzo 2012 24 | Presentazione dell’opera: XXV Salone internazionale del libro, Torino Lingotto, 13 maggio 2012 25 —————— | Indice del primo volume: Nascita di una nazione (1796-1870) 26 | Indice del secondo volume: L’Italia règia (1871-1946) 39 | Indice del terzo volume: L’Italia repubblicana (1846-2011) 56 La nascita e la storia dell’Italia unita raccontate dalla poesia Una importante iniziativa editoriale | | | | 3 volumi 2.400 pagine 400 autori più di 1.000 brani Vanni Pierini Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) Prefazione di Tullio De Mauro Introduzione di Raffaele Manica Dalla prima campagna di Napoleone ai giorni d’oggi: la rilettura di oltre due secoli di storia nazionale attraverso le poesie, gli inni, le canzoni Un’opera inedita, che al rigore scientifico della ricerca abbina il proposito di incuriosire e divertire un pubblico di lettori vasto, ben al di là della cerchia degli “addetti ai lavori”. Un’opera, quindi, da consultare e sfogliare per diletto e per studio, da tenere costantemente sottomano. Collana Formato Pagine Prezzo Codice ISBN Codice arg. Arte e lavoro 17 x 24 2.432 complessive 100,00 978-88-230-1562-3 56 L’ antologia abbraccia il periodo che va dal 1796, anno della prima campagna di Napoleone in Italia, ad oggi. I tre volumi, (Nascita di una Nazione 1796-1870; L’Italia regia 1871-1946; L’Italia repubblicana 1946-2011), raccolti in cofanetto, contengono una ventina di capitoli, ciascuno preceduto da una breve presentazione, note ai testi, appendici bibliografiche e notizie biografiche su ciascuno degli autori antologizzati. I brani di ogni capitolo sono ordinati in tre sezioni tematiche: Il racconto della storia; La questione sociale e il mondo del lavoro; Lo spirito del tempo. In tutto più di di 2.400 pagine, con circa 1.000 brani di oltre 400 autori, da quelli più noti a quelli dimenticati. Una accurata e dettagliata cronologia scandisce infine il succedersi degli eventi. ■ Illustrata dalla prefazione di Tullio De Mauro e dall’introduzione di Raffaele Manica, l’antologia non vuole essere, tuttavia, un’opera accademica, né di storia né di critica letteraria. ■ Il curatore ha ‘usato’ poesie, inni e canti popolari, canti folcloristici e di tradizione, canzoni d’autore e canzoni per spiega- 2 | Scheda di presentazione La nascita e la storia dell’Italia unita raccontate dalla poesia re la storia e la cultura del nostro paese, componendo un’opera narrativa in versi che impiega il rigore del lavoro scientifico non allo scopo di ‘selezionare’ i lettori, ma con l’obiettivo opposto: dimostrare che la cultura vera può (deve) evitare sia l’accademia sia la bassa demagogia, riuscendo ad abbattere le barriere tra ‘alto’ e ‘basso’, tra ‘addetti ai lavori’ e pubblico. Sono stati così assemblati, senza steccati grafici di sorta o distinzioni di ‘livello’, testi letterari e poetici, versi per musica operistica, canti e inni politici e militari, canzoni popolari (folk, d’autore e pop). Anche per la scelta dei poeti non ci si è limitati a seguire la gerarchia dei ‘valori consolidati’, ma si sono esplorate anche le opere di autori poco conosciuti o del tutto dimenticati, dal pubblico come dalla critica. ■ Si è voluto così restituire, in modo avvincente e storicamente corretto, il profumo, il ‘suono’ e il senso delle vicende più significative della storia italiana. Al termine del viaggio sarà sorprendente verificare come e quanto la produzione letteraria nazionale – alta e bassa, colta e popolare – sia stata e sia tuttora capace di mettere a fuoco temi apparentemente refrattari alla poesia e al canto, quali: le guerre; le scoperte scientifiche e tecniche; le contraddizioni dello sviluppo economico e sociale; la parabola secolare del mondo del lavoro; le convenzioni e i tic sociali; le domande esistenziali di ognuno e di tutti, di ieri e di sempre. ■ Il curatore dell’antologia, Vanni Pierini, è nato a Recanati nel 1945. Laureato in Filosofia, è stato dirigente sindacale negli anni sessanta-settanta. Ha fondato, con altri, il Premio Recanati di musica e poesia e lo ha presieduto dal 1990 al 2001. Ha pubblicato: Di poesia nuova ’89. Proposte cinque, Manni 1990; Leopardi, Palinodia, Stampalternativa 1993; Il segreto dell’Uno e dell’Altro, Archinto 1999; Lance nell’Infinito, Fuoristagione 2005; Incerte universali passioni, Fuoristagione 2007; Zeitgeist (silloge inedita) in “Nuovi Argomenti” n. 51, Mondadori 2010; Sunset Blvd (silloge inedita) in “Almanacco dello Specchio 20102011”, Mondadori 2011. Ha curato le Antologie: Poesie d’amore: da Saffo a Prévert (con Michele Cucuzza), Mondadori 2004; Foglie della memoria: l’Italia del ’900 nella poesia del ’900, Ediesse 2006. Casa editrice Ediesse s.r.l. Viale di Porta Tiburtina, 36 - 00185 Roma tel. 06 44870283 - 44870325 fax 06 44870335 Catalogo: www.ediesseonline.it E-mail: [email protected] Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) Prefazione Tullio De Mauro 4 | Prefazione Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) Questa grande silloge di materiali documentali raccolti e inquadrati da Vanni Pierini offre letture piacevolmente sorprendenti, ma anche sollecita considerazioni di diverso ordine, che cercherò qui di presentare partendo dalle più generali e remote e venendo verso quelle più particolari e specificamente italiane. Si è detto che la nazione, ciò che chiamiamo nazione, è una convenzione, una creazione artefatta. Ha scritto molti anni fa il grande politologo e storico britannico Hugh Seton-Watson che «una nazione esiste quando un numero significativo di persone in una comunità considerano se stesse come formanti una nazione o si comportano come se la formassero». Lo ha riecheggiato ed estremizzato anni dopo un altro studioso britannico, Benedict Anderson, per il quale una nazione è «una comunità politica immaginaria e immaginata, e immaginata come sia intrinsecamente limitata sia sovrana». In parte è vero, quando ci si riferisca all’idea europea moderna di nazione come entità politica sopraindividuale, magari raffigurata come una prosperosa signora turrita o drappeggiata con vessilli, che ha una sua nascita e vita ed esercita poteri sovrani sugli individui subordinati. È vero, ma con alcune condizioni limitative. Raggrupparsi in formazioni, in éthne differenziati per luogo di nascita, parlata e consuetudini pare un dato etologicamente caratteristico della specie umana, come sappiamo dai tempi della Politica di Aristotele. Risponde a quel bisogno di aggregarsi per sopravvivere e vivere, dividendosi ruoli, non unico tra le specie viventi, ma incomparabilmente più sviluppato tra gli umani. L’artefatto non è l’aggregato etnico, dato naturale permanente. L’artefatto è un altro. Nel pianeta e per millenni questi aggregati non hanno avuto valenza politica. Il potere politico toccava a entità subetniche, come le città-Stato semitiche, greche, etrusche del mondo antico, o a entità plurietniche, sopranazionali, come gli imperi plurilingui che dal Medio e Vicino Oriente antico si sono irradiati verso Oriente, fino alla Cina, e, con Alessandro, verso l’Occidente europeo, dove hanno resistito, come gli imperi zarista, ottomano e asburgico, fino al primo conflitto mondiale. Artefatto storicamente e, all’inizio, geograficamente circoscritto è l’idea che l’aggregato etnico e solo esso abbia, debba avere valenza e autonomia politica, artefatto è l’idea moderna europea di Stato-nazione. La seconda condizione limitativa è che l’idea dello Stato-nazione sarà pure «immaginaria», ma si è rivelata di grande portata e potenza storica: si è diffusa dall’Europa in tutto il mondo (quasi), ha plasmato profondamente la vi- 5 | Prefazione Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) ta delle comunità statuali e nazionali, causa di guerre anche atroci e folli, ma anche forma di vita. Ha fatto storia, storia non immaginaria, ma reale dei popoli. Oggi la forma dello Stato-nazione è in crisi. Organizzazioni internazionali consociative, librate «oltre lo Stato», come ha spiegato Sabino Cassese, limitano fortemente i poteri degli Stati nazionali. Le internazionali del crimine e della finanza ne minacciano l’esistenza e fanno quel che l’internazionalismo proletario del secolo XX forse non volle fare, certo non fece. Ogni Stato-nazione ha una sua vicenda particolare. La convergenza verso lingue differenziate impostesi entro aree delimitate, bisogni economicocommerciali entro territori relativamente vasti, emergere di monarchie nazionali, differenze e specificità religiose, sono stati altrettanti fattori, ciascuno né necessario né sufficiente. La vicenda italiana si è sviluppata intorno ad alcuni germi nucleari. Il primo è il riconoscimento della realtà storica di una espressione geografica (diceva Clemens von Metternich): dal latino alle lingue europee moderne il nome Italia ha indicato nei secoli una certa ben delimitata terra e a tratti, già nel Medioevo, monarchi germanici hanno cercato di dare una valenza politica a questa unità geografica, politicamente e linguisticamente assai diversificata, di cui Machiavelli sognava l’unità e l’indipendenza. Un secondo fattore fu la scelta cinquecentesca del fiorentino scritto dai grandi autori di due secoli prima a lingua delle amministrazioni pubbliche dei diversi Stati italiani e a lingua letteraria comune. La scelta fu compiuta per le esigenze di comunicazione entro l’area italiana e per dotare anche l’Italia, priva di uno Stato nazionale, di una lingua comune, sul modello di ciò che andava avvenendo negli Stati nazionali europei. La scelta elesse Dante a padre di una lingua poco usata fuori di Firenze e a padre di una nazione da trasformare in Stato, ma in realtà quel padre era e fu figlio dei ceti intellettuali del Cinquecento. Le scelte di allora hanno certamente pesato nella effettiva storia successiva. Ma soprattutto hanno determinato un atteggiamento, una forma mentis dell’intellettualità italiana: sorda, più o meno consapevolmente e volutamente, alle ragioni delle differenziazioni interne al paese. Soltanto con grande lentezza il ceto intellettuale italiano ha maturato la coscienza della pluralità di dimensioni in cui si è articolata la storia e ancora si articola il presente dell’Italia, intesa come nazione e come società. Nell’Ottocento il bisogno di convalidare sul piano della cultura intellettuale la spinta unitaria ha portato a far mettere tra parentesi quella pluralità per dir così orizzontale che aveva segnato profondamente le popolazioni di questa terra. Nella storia letteraria, ma non solo, il racconto storico dominante si è adagiato nella ricostruzione di una vicenda lineare, che dalla Divina Commedia andava a Manzoni, da Carducci a Calvino. Le chiusure accademiche hanno poi perpetuato il racconto. Che scrivere in italiano significasse scrivere in una lingua da ritrovare ogni volta, una lingua morta da far rivivere, restava in ombra. In 6 | Prefazione Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) ombra restavano le testimonianze esplicite dei protagonisti, dallo stesso Dante a Foscolo, a Manzoni. Una storia lineare faceva premio su una geografia composita. Certamente grandi studiosi e storici, a partire da Sismonde de Sismondi, Carlo Cattaneo e il suo prosecutore Graziadio Isaia Ascoli, fino ad Antonio Gramsci e Fernand Braudel, non hanno mancato di sottolineare le caratteristiche policentriche, differenziate e differenzianti, dell’intera realtà italiana. Ma il racconto storico lineare ha prevalso a lungo. Salvo errore, bisogna arrivare alla grande Letteratura Einaudi di Alberto Asor Rosa, negli anni ottanta, per trovare un primo grande repertorio che onorasse i patrimoni letterari dialettali e le emergenze culturali regionali. E bisogna scendere fino all’Atlante della letteratura italiana (2011) di due giovani e valorosi studiosi, Giuseppe Luzzatto e Gabriele Pedullà, per vedere proiettata nella geografia urbana e regionale la storia patria delle culture, dei linguaggi e delle lettere. Non è una sorpresa ritrovare queste prospettive policentriche nel bel lavoro di Vanni Pierini. Ma la raccolta sollecita a fare un passo oltre. Il racconto storico lineare non ha soltanto occultato il policentrismo, le differenze regionali e dialettali diciamo così orizzontali. Ha anche messo in ombra altre differenziazioni, che pure, vistele, appaiono vistose, conosciutele, risultano drammatiche: sono le differenziazioni che da tempo (già in un volume del 1979 su L’Italia delle Italie) mi è accaduto di chiamare «verticali», le differenze profonde di cultura e di linguaggio, ulteriormente differenziate per gender, fra strati sociali di ciascuna stessa città o regione e dell’intero paese. Ci sono stati eroici sforzi intellettuali per portare ciò alla ribalta: una parte cospicua dei Quaderni del carcere di Gramsci è questo sforzo, ma l’esito nella gramsciologia ufficiale è stato modesto o nullo. Esperienze pastorali di don Lorenzo Milani, prodromo della più famosa Lettera dei suoi alunni di Calenzano e Barbiana, non fu soltanto messa all’indice dalla Chiesa, ma è relegata nel dimenticatoio. Le ricerche di Ernesto De Martino e Annabella Rossi sulla religiosità meridionale rischiano, a chi le ricorda, di parere una cosa di e per terroni, quelle di Roberto Leydi una curiosità per amanti della folk music. Proprio nella prefazione a una benemerita raccolta di hearings della Commissione istruzione del Senato sulla realtà dell’analfabetismo adulto in Italia, il presidente del Senato dell’epoca, uno storico di peso che evidentemente non aveva letto ciò che prefaceva, proclamava con l’enfasi cui a volte incautamente si abbandonava che in Italia l’analfabetismo era scomparso ed era un problema solo ottocentesco, sofferto dai patrioti del Risorgimento. Era una doppia falsità. E, comunque, stando ad esse, il 38% di persone incapaci di leggere e scrivere accertate da due indagini osservative internazionali del 2000 e 2005 deve essere fatto di ultracentenari. Stratificazione non vuole dire separatezza. La raccolta di Pierini ci permette di cogliere i moti «convettivi» di linguaggio e cultura che discendono dal- 7 | Prefazione Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) l’alto verso i ceti meno secolarizzati e da questi salgono verso l’alto o che da strati intermedi si diramano verso l’alto e verso il basso: poesie d’autore più o meno famose, canti popolari dialettali e non, le «canzonette», cui mai abbastanza si penserà, documenti che tessono memorie collettive sulle vicende comuni e salienti delle popolazioni italiane. Per Vanni Pierini il ponderoso lavoro è un punto d’arrivo. Ma esso merita d’essere un punto di partenza, un riferimento per quanti sapranno e vorranno integrare la ricostruzione della nascita e degli sviluppi della società italiana unitaria tenendo conto non solo della dimensione delle diversità regionali, ma anche della dimensione «diastratica», come dottamente dicono i linguisti: la dimensione delle diversità e interferenze tra i compositi strati della società. . 8 | Prefazione Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) Introduzione Il resto della storia Raffaele Manica 9 | Introduzione Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) Non è solo una disputa. Il rapporto tra poesia e storia è cosa viva, nella quale va incluso il rapporto tra poesia e cronaca, ovvero il momento in cui i fatti accadono e non sono ancora selezionati in una forma che ne colga (o ne fraintenda) la rilevanza. Ma cronaca è anche un momento minore della storia, perché immaginiamo che un fatto prenda consistenza non subito e solo da un giudizio condiviso, ma dall’intensità dello sguardo che vi si posa, e che soggettivamente lo percepisce. Prendiamo l’esempio che va sempre bene, rilevante com’è non solo per grandezza ma perché fonda l’articolarsi delle discussioni tra poesia e storia nella nostra lingua. Le note delle quali il lettore della Commedia dantesca ha veramente bisogno non sono le note di commento intorno alla potente e accecante riuscita di un verso – o, che è lo stesso, le note intorno alla cattiva riuscita di un verso, come è capitato più di frequente di quel che si possa credere. Le note delle quali il lettore della Commedia ha veramente bisogno sono le note informative intorno ai riferimenti culturali messi in pagina dal poeta; e ancora più necessarie sono le note informative intorno a piccoli fatti personaggi o eventi dei quali nulla sapremmo se non fossero stati messi in versi da Dante: i fatti di cronaca elevati nella Commedia a una loro suprema esemplarità. Il caso più noto fra i più noti, e che può valere per tutti gli innumerevoli altri: Paolo e Francesca. La storia non ha dato rilevanza a quella vicenda, la cronaca sì. E Dante che alla cronaca era attento – perché la cronaca è anche sentimento del contemporaneo – di quel piccolo fatto di amore e tradimenti (la solita storia, la solita cosa) si è servito per il grandioso cantare che sappiamo. Potremmo leggere senza conoscere lo svolgersi dei fatti? Sì, e la riuscita poetica non ci apparirebbe minore. Ma ci apparirebbe diversa. Leggeremmo un’altra cosa. Che l’esempio più a portata di mano sia tolto dall’Inferno non è un caso. Con il suo narrare di colpe talvolta insopportabili ma sempre umane, anche nella loro bestialità, l’Inferno è la cantica della concretezza, del riferimento continuo alla cronaca, fino al pettegolezzo, come sanno tutti i lettori di Dante. Il pettegolezzo, il punto estremo della colpa, quello inverificabile ma che consente – parafrasando un politico famoso che l’ha riferita a tutti tranne che a se stesso, come invece sarebbe stato bene fare – di cogliere talvolta una verità nascosta o indicibile. Il pettegolezzo, che una mitologia del giornalismo direbbe da non pubblicarsi, e invece i giornali se ne inzeppano. Del resto un uomo che andava al sodo e che faceva western, John Ford, o uno dei suoi sceneggiatori, lo aveva detto, riferendolo all’alba dei tempi moderni, mentre si formava la nazione che avrebbe contrassegnato 10 | Introduzione Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) con le sue abitudini la modernità: Nascita di una nazione, il titolo del primo dei presenti tre volumi, autorizza al richiamo cinefilo, tolto com’è da Griffith (The Birth of a Nation). Il film era L’uomo che uccise Liberty Valance. La sentenza permette, riguardo la cronaca, di cogliere il punto dell’arco che sta all’opposto del pettegolezzo, ma che ne è una forma alta e solo apparentemente diversa, come una bugia in abito da sera: la leggenda, appunto. Quando il giornalista si rifiuta di pubblicare l’intervista che rivela chi abbia davvero sparato, la motivazione è: «Quando la realtà diventa leggenda, vince la leggenda». Tra pettegolezzo e leggenda la cronaca trova tutte le proprie articolazioni. Il film di Ford è del 1962, la teoria dell’informazione ha già a quella data una bibliografia corposa, ma la verità è semplice, soprattutto per quanto riguarda i rapporti tra i fatti e ciò che l’arte vuol trarre dai fatti. La vicenda dell’Italia unita non ha epopee da western, ma le sue piccole e grandi leggende sono a disposizione dell’arte: dalla pittura al cinema, dal romanzo alla poesia. Per la poesia, il repertorio approntato da Vanni Pierini nei tre ricchi volumi che qui seguono induce subito a porsi una domanda relativa ai fatti minori. Né pettegolezzi né leggenda (o l’una cosa e l’altra?), alcuni comportamenti costanti, dagli scandali alle raccomandazioni, dalla faziosità nella stroncatura o nell’elogio, spingono a domandarci: i poeti sono stati infallibili profeti dall’occhio lungo e presago, o nel costume degli italiani poco o nulla è cambiato? Ora: ci troviamo frequentemente qui appresso di fronte a una poesia che ha bisogno di note informative e che può talvolta essere o anche solo sembrare poesia non ben riuscita, se non ne conosciamo il dato di origine, il punto di ispirazione dettato non dalla musa eterna ma da un articolo di giornale. Ma, anche qui, verrebbe da fare qualche considerazione sulla nostra abitudine nel leggere la poesia e su un esempio che ovviamente, per quel che si vedrà, fa parte dell’antologia solo per i testi poetici, ma aiuta a metterne in luce uno snodo essenziale. L’abitudine a leggere la poesia consiste nel fatto che ci siamo persuasi a leggerla per il suo rilievo lirico, mettendo ai margini il suo rilievo di documento, tranne quando il documento sia linguistico. Ma è esistita ed esiste una poesia dove quel che viene consegnato al lettore è rilevante almeno quanto il come viene consegnato. Si esita a dirla una poesia di contenuti perché si tratta non solo di contenuti (si scusi la brutalità: ma certe volte la consapevolezza che la forma della poesia è il suo contenuto e viceversa non basta all’esemplificazione, anzi le rema contro). La poesia di un immenso poeta come Belli è stata a lungo fraintesa perché rifonda la forma stessa della poesia: né la scelta del dialetto né la classicità del sonetto sono i tratti di maggior importanza per ciò che stiamo dicendo. La poesia di Belli affronta un ampio repertorio di umanità (il Commedione) e insegue, trovandola, una forma adeguata, lontana dal linguaggio lirico e sublime, e invece tutta cose e 11 | Introduzione Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) corpi e inferno del vivere quotidiano. Una forma tecnicamente comica (come Dante), cioè disponibile sperimentalmente a ogni realtà. Il dialetto aiuta, perché crea l’illusione di una aderenza ultima tra cose e parole, nascondendo il grado di consunzione che è così spesso avvertibile nella lingua consueta; e aiuta al punto che quando leggiamo il Belli italiano lo troviamo non di rado impacciato, irrisolto per omaggio inevitabile a una lingua così sempre liricizzante (questo è anche il motivo delle alterne vicende e fortune della Commedia dantesca). Quale sforzo titanico dobbiamo allora immaginare per un Giuseppe Giusti, nel suo permanere dentro la lingua italiana senza rinunciare al tasso comico dei suoi temi? (Tra parentesi: anche l’arte del teatro, della commedia in particolare, ha funzionato in Italia solo quando venata di qualche spruzzo o fibra di dialetto, e basti pensare a Goldoni. La tragedia ha funzionato meglio – Alfieri, Manzoni – ma richiede quasi una scena statica, lirica per immobilità, fino all’irrappresentabilità. E fuori delle vette rischia sempre di esporsi al ridicolo, entrando costantemente in lotta con l’autoparodia). L’esempio al quale sopra si accennava, quasi dovuto. Il caso Pasolini. Dopo gli esordi dialettali (ma un dialetto inquietamente mosso dalla lirica europea di un Machado), dopo Le ceneri di Gramsci, portate da un italiano arcaico e sublime e insieme infisso nel tempo e volutamente frammisto a ogni impurità, Pasolini corre verso una poesia anche politica, che il più delle volte vuol sembrare provvisoria, come lo è un articolo di giornale, che dura il tempo dell’ingiallimento della carta. Una poesia da consumare subito, quasi da pronto intervento e non di rado a sorpresa contro lo spirito del tempo; ma ambiziosamente, definitivamente, quasi cocciutamente poesia, che ritrova lo spirito del tempo in un punto inatteso: ovvero realtà sì, ma con un punto di vista che coincida o tenti di coincidere con la visionarietà – che è poi il desiderio e il destino di Pasolini tutto, fino allo smisurato scartafaccio di Petrolio, e fino all’insostenibile Salò, dove tragico e grottesco alternano i passi. Sulla scia di ciò, si può immaginare che l’idea di scrivere poesia come intervento o giudizio o lettura della realtà o del quotidiano o della storia (per Pasolini sempre coincidente con l’ideologia e con l’antropologia) non si fermi in Pasolini alla scrittura in versi. Così come la poesia sembra da consumarsi al momento, ancora calda di ispirazione, mentre permane ancora la traccia della visita della musa, non è solo congettura che gli articoli di giornale siano pervasi di poesia, di una visione delle cose vissuta a ridosso delle cose, osservate però da una lunga distanza, appunto misurabile con i tempi della storia e dell’antropologia piuttosto che con l’impaccio del quotidiano e della cronaca. È per questo che leggendo i suoi ultimi articoli, poi raccolti negli Scritti corsari e nelle Lettere luterane, si ha spesso l’impressione di trovarsi di fronte a poemetti in prosa. 12 | Introduzione Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) Con sguardo insieme di storico politico e civile e di conoscitore di poesia – come testimoniano le sue introduzioni e i suoi cappelli –, uno dei meriti non secondari di Vanni Pierini consiste nell’aver impostato le note con essenzialità e funzionalità, così che l’occhio del lettore possa con agio e con rapidità tornare a scorrere il testo, sempre al centro di ogni considerazione. La sua antologia, articolata per temi, invece che per autori o per mero ordine cronologico, induce a qualche osservazione. L’articolare per temi sembrerebbe mettere in evidenza soprattutto i contenuti delle poesie (ancora una volta serve un po’ di brutalità esemplificativa, che non rende perfettamente conto dello stato delle cose ma ha una sua utilità esplicativa): solo grazie ai contenuti si può stare aggrappati ai temi. Ma, scorrendo e leggendo, ci si accorge che tale scelta, nell’organizzazione dell’antologia, è una scelta pratica e narrativa. Pratica, perché consente di andare a raffronti immediati, scoprendo le diverse intonazioni intorno agli argomenti: e tale possibilità di cogliere le intonazioni ribalta, nella sostanza, quello che sembrava essere predominio del contenuto, in una devozione alla risoluzione formale dei contenuti. Insomma, se si fa documento, la poesia non cessa di essere poesia. Viene utilizzata come una spia delle costanti e delle varianti antropologiche dei costumi degli italiani. Rispetto alla storia generale d’Italia, non v’è dubbio che, anche accostati e sommati come sono, i testi qui raccolti rimandano a una delle figure irrinunciabili della poesia. Siamo di fronte a un edificio imponente, ma tale edificio regge sull’ellissi. E siamo all’impostazione narrativa: non tutto viene detto, viene detto solo l’essenziale o ciò che all’essenziale rimanda. Dunque ci troviamo di fronte a una grande narrazione antropologica, e questa narrazione è ellittica: suggerisce con suggestioni, esplicita ma come può esplicitare un esempio che abbisogna di evidenti o sottintesi rimandi, che sta al lettore dei singoli testi saper ricostruire grazie anche all’aiuto che viene fornito dal curatore. Più che altrove ciò succede nei capitoli dedicati esplicitamente all’antropologia italiana: le ideologie, le mode e i costumi, le questioni sociali, i problemi del lavoro, i modi di amare e di appassionarsi agli affetti. Leggendo una dopo l’altra tutte le poesie di una singola sezione, il lettore si troverà di fronte a continue ellissi che, andando avanti, si ricompongono come in una grande tessitura o figura finale. Un testo e una dissolvenza che riprende la narrazione più avanti. E, se ci si serve di termini cinematografici, è perché non solo il nome di Griffith già affacciato lo suggerisce, ma anche il titolo di Giuseppe De Santis, Riso amaro, e quello leggendario di Chaplin, Tempi moderni, riutilizzati come titoli di capitoli, accompagnano nella lettura. Basta questo? Non basterebbe ancora. In fondo si tratta di titoli (Nascita di una nazione, Tempi moderni, Riso amaro) che sono diventati quasi lessico corrente: ma, intanto, tutti e tre insieme si riaccendono nella loro origine e forza. E poi sono accompagnati almeno da un altro richiamo che ne risveglia il ri- 13 | Introduzione Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) lievo. Alludo ovviamente al testo per il teatro che fornisce titolo a un altro capitolo: e se c’è un autore che tutto ha fondato sull’ellissi e più, fino all’ultima reticenza possibile, quest’autore è il Beckett del quale si affaccia, sia pure in tutt’altra chiave, un titolo leggendario, Finale di partita. In un saggio di Enzensberger (il «capriccio sociologico» Sulla piccola borghesia, uscito in Italia nel 1983, una decina di anni dopo il famoso Saggio sulle classi sociali di Sylos Labini, del 1974) la piccola borghesia è «quella classe che non è né una cosa né l’altra» e che, in quanto negativamente percepita, induce a dire che «il piccolo borghese è sempre un altro». Si potrebbe definire ciò una dinamica tipica della società italiana e della cultura italiana, compreso il rinfacciare ad altri. Ma se c’è un motore sempre acceso e ben alimentato nella società italiana post-unitaria è il motore della piccola borghesia, verso cui si tende e di cui ci si vergogna una volta a tavola, finendo ovviamente per sputare nel piatto dove, proverbialmente e no, si mangia. Fuori delle connotazioni negative, il discorso potrebbe essere rivolto a un altro fine. La poesia dell’Italia unita è stata praticata anche da grandi burocrati di Stato e alto-borghesi. Ma soprattutto per contrasto, la fitta presenza di classi piccolo-borghesi può portare a un’osservazione: che, dal punto di vista sociologico, la piccola borghesia ha la stessa funzione che, nelle dinamiche letterarie, hanno, rispetto alle grandi tradizioni, le piccole tradizioni della provincia. Ancora una volta potrebbe utilizzarsi il noto, celebrato e plurifrainteso titolo di Carlo Dionisotti, Geografia e storia della letteratura italiana. Ma al di là delle tradizioni locali (e dialettali), che permetterebbero di constatare l’esistenza di un effettivo pluricentrismo nella cultura letteraria e nella poesia italiana – fuori del consueto asse fiorentino – si può dire che la spina dorsale della poesia italiana si trova dove essa accetta la propria piccola voce e la nobilita portandola a un posto di primo piano. Soprattutto dopo aver constatato che la tradizione maggiore, da Carducci a D’Annunzio, se esclusiva, diventerebbe escludente, non consentendo di osservare la ricchezza del coro e dei cento solisti che in quel coro cantano. Come tutte le antologie, la scelta di Pierini procede per pieni, ma allude a vuoti. Tranne che, in questo caso, siccome vanno messi sullo sfondo il formarsi e il divenire dell’identità italiana, il richiamo a quei vuoti non riguarda soltanto le scelte effettuate, ma è come una definizione, per ellissi, del naufragio di un paese, alla fine ripiegato su se stesso dopo aver alzato gli stendardi e la voce in un’illusoria pienezza. Non si dice soltanto che all’età della poesia è presto subentrata l’età della prosa, che non sarebbe niente di male; si dice invece che si è spento lo stesso oggetto rappresentato, divenuto irrappresentabile nella sua sostanza di realtà e, semmai, rimasto solo come oggetto intimo, avversato nelle sue storture e cullato come piccolo, esile 14 | Introduzione Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) mito, auspicio di una buona casa dove abitare, raccogliendo sogni e pensieri, con divinità elette e discrete. Anziché pesare attraverso una scala o una bilancia condivisa, si pesa con le mani. E se è vero che la poesia è diventata marginale, più marginale ancora è diventata la poesia che aveva intenzione di essere voce di una comunità. Nella storia del secolo, le arti nuove sono subentrate alle arti di sempre. Si pensi solo a che cosa è stata l’Italia di Rossellini, di De Sica, di Antonioni, di Fellini. Un discorso a puntate ognuna autonoma e compiuta in sé: Roma città aperta e Viaggio in Italia; Ladri di biciclette e Umberto D.; L’avventura e L’eclisse; Le notti di Cabiria e La dolce vita, 8 ½ e Roma, Amarcord. E accanto, altri maestri e sceneggiatori: da Visconti a Soldati, da Monicelli a Risi, da Rosi a Scola, e Petri e Pietrangeli e via elencando; e attori che sono decisamente co-autori: Mastroianni e Gassman (come immaginare Il sorpasso senza di lui? O, meglio: senza di lui Il sorpasso sarebbe stato un altro film); le due facce opposte d’Italia: Sordi e Volonté; i monumenti della Lollo e della Loren e lo splendore della Cardinale e della Sandrelli, e via elencando, fino all’Italia del poliziottesco e del western-spaghetti, scivolata fino alla commedia erotica così superficiale e così capace di riempire le sale e oggi, incredibile a credersi (ma perché poi incredibile?), gioia dei cinefili consumati. Insieme, l’affermazione dell’Italia della televisione, sulla quale non occorre spendere troppe parole, perché è entrata nelle vene, e non si riesce a disintossicarsene, e i giornali ne sono pieni, echi infiniti. La letteratura perdeva strada? Non finché ci sono stati autori il cui nome da solo bastava a garanzia: all’ingrosso, fino a Montale e Moravia. Poi la strada svaniva. Figurarsi per la poesia. Ma svaniva soltanto come riconoscibilità universale. E non di rado la poesia ha saputo fare di questa debolezza una forza. Però, nel circuito della comunicazione, restava indietro, ai margini, verso la scomparsa. Come in una perenne vigilia, sospesa. E quella vigilia ha saputo diventare per molti un luogo non solo di attesa ma, già, di realizzazione. Quel che i poeti dicono oggi sull’Italia, arriva per voci difficili e di una controversa necessità (lo testimoniano nel terzo volume anche l’importante sezione di inediti e il «carosello» finale). Impossibile rinunciare a questo punto di equilibrio tra la dissipazione e una forza piena, stracolma d’amore per la lingua – che è tutto ciò che ci unisce, se viviamo nel campo di coloro che credono che la letteratura abbia ancora da dire. Quel che i poeti hanno detto sull’Italia è arrivato per voci le più varie. Il reticolo tessuto da Pierini mostra, nell’accompagnamento critico, segni di invito a una lettura non frettolosa dei Fusinato, Dall’Ongaro, Scalvini. E invita alla nuova ricognizione anche intorno a nomi più importanti: Giusti o Zena o Zanella; Russo o Bettini o la Contessa Lara o Vann’Antò. E invita al giusto tono nel leggere Ada Negri o Trilussa o Malaparte. Non la poesia civile, ma la poesia col senti- 15 | Introduzione Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) mento della comunità (sia pure la più piccola delle comunità: il discorso a due), col sentimento sia pure indiretto della cittadinanza, ovvero dell’essere ognuno individuo ma in rapporto civile e politico con altri individui. Così il viaggio sul veicolo della poesia dentro la storia diventa in questa antologia un viaggio nel tempo e nello spazio, sul veicolo della poesia, alla ricerca di una conoscenza che occasionalmente – ma fondatamente e con un’accidentata continuità e con convinzione – si è concentrata su fatti che sono stati più o meno considerati anche dal discorso storico generale. Non è solo per paradosso che, sfogliando e risfogliando questa antologia, entrando e uscendo dalle sue pagine, ci si può persuadere che l’unico discorso storico possibile è quello rintracciabile attraverso la poesia. Non so se gli storici abbiano superato nel loro dibattito la famosa questione del rapporto tra documento e monumento. La poesia è una delle poche forme in cui documento e monumento vivono insieme, e anzi sono la stessa cosa. Non soltanto perché il documento è da assumere come sintomo irrinunciabile a ogni diagnosi; non solo perché il sintomo, nel caso del discorso della poesia, è portatore di significati a oltranza; e non solo perché di qualunque cosa parli, la poesia parla di noi come esseri in relazione tramite parole; ma anche perché tutto ciò che la poesia dice si fa monumento, precario quanto si vuole, ma monumento: al tempo che fugge e ai giorni che se ne vanno e si dispongono dentro la storia. Fellini ricostruì via Veneto negli studi di Cinecittà; e questa è la vera via Veneto, tassello dell’identità italiana. Allo stesso modo, la poesia inventa luoghi (o trova luoghi), ma una volta che li ha inventati quei luoghi sono veri. 16 | Introduzione Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) 14 Rassegna Sindacale 22 - 28 MARZO 2012 | N. 9 “Oh mia Patria”, L’antologia di Vanni Pierini – “Oh mia Patria. Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011)”, prefazione di Tullio De Mauro, introduzione di Raffaele Manica, pp. 2432, euro 100,00 (60,00 per le scuole e le strutture Cgil) – è divisa in tre volumi (Nascita di una nazione; L’Italia règia; L’Italia repubblicana). I brani selezionati, oltre mille, sono ordinati in tre sezioni tematiche: “Il racconto della storia”; “Questioni sociali e mondo del lavoro” (secondo e terzo volume, negli anni cui fa riferimento il primo la questione sociale non è ancora un problema nazionale), “Lo spirito del tempo”. A corredare i brani, le introduzioni ai singoli capitoli, una cronologia che consente di cogliere il contesto storico dei testi, le note agli stessi, le notizie biografiche sugli autori antologizzati, le fonti bibliografiche utilizzate. I brani raccolti sono del genere più diverso e vanno dai componimenti poetici ai testi tratti da libretti d’opera, dalle canzoni (e/o canzonette) ai canti politici, militari e popolari. Vanni Pierini (Recanati, 1945), laureato in filosofia, negli anni sessanta e settanta è stato un dirigente nazionale della Cgil. Successivamente ha svolto attività di ricerca economica per imprese e enti pubblici. Tra i fondatori del Premio Recanati di musica e poesia – anni novanta –, diretto nelle prime dodici edizioni, ha curato le seguenti antologie: Poesie d’amore: da Saffo a Prévert (tre volumi), Mondadori, 2004 (con M. Cucuzza); Foglie della memoria. L’Italia del ’900 nella poesia del ’900, Ediesse, 2006. Le sue poesie sono in Di poesia nuova ’89. Proposte 5 (silloge), Manni, 1990; Leopardi Palinodia, Millelire, 1993; Il Segreto dell’uno e dell’altro, Archinto, 1999; Lance nell’infinito (poesie 1963-1971), Fuoristagione, 2005; Incerte universali passioni (poesie 1972-1979), Fuoristagione, 2007; Zeitgeist (silloge), in Nuovi Argomenti, n. 51, 2010. • P “Perché la pratico fin da ragazzo e la studio ormai da un po’ di anni. E perché illumina il tempo che attraversa”. Alla domanda perché la poesia – perché la poesia per raccontare l’Italia dagli albori del Risorgimento ad oggi –, Vanni Pierini dà una risposta semplice e piana. Oh mia patria, la mega antologia di Versi e canti dell’Italia unita, come recita il sottotitolo dei tre volumi editi dall’Ediesse, nasce innanzitutto dalla personale inclinazione del suo ideatore. Ma viene anche dal convincimento che la poesia, se bene utilizzata, può aiutarci a rischiarare la storia del paese, a coglierne meglio le gioie e le lacerazioni, gli innamoramenti passeggeri e l’anima più profonda. “La poesia è un fascio di luce”, scrive Pierini alla fine dell’opera, nel suo Congedo dal lettore. Ed è da qui, da queste parole, che parte la nostra conversazione sulla sua raccolta. ’ L OPERA di GIOVANNI RISPOLI Un fascio di luce “Sì, ho voluto sottrarre la poesia all’autoreferenzialità in cui spesso è confinata – ci spiega –, usarla come uno strumento capace di leggere il rapporto tra gli italiani e la vicenda “ Siamo qui per dividerci / un’eredità di stenti. / Non spezziamo quello che è intero, / diventa zero. Leonardo Sinisgalli ...Ma novo e quasi / divin consiglio ritrovàr gli eccelsi / spirti del secol mio: che, non potendo / felice in terra far persona alcuna, / l’uomo obbliando, a ricercar si diero / una Senza un qualcosa su cui / poggiare comun felicitade; e quella / trovata non si può costruire; / in altri tempi sui agevolmente, essi di molti / tristi e comandamenti / oggi sul popolo, miseri tutti, un popol fanno / lieto e sempre / le verità corali son verità / felice. Giacomo Leopardi solari che fanno un fracasso / infernale, sono un calvario / di slanci commessi a chi viene / dopo, per un Ei d’alta, di profetica / morte per noi moriro; / con l’ultimo sospiro / vòlto a’ cominciamento / nuovo. Nelo Risi futuri dì. / Ei sien subietto fervido / di 17 | Recensione Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) &PRESENTE PASSATO 22 - 28 MARZO 2012 | N. 9 nazionale: mettere in tal modo la poesia alla prova della sua capacità di illuminare il reale. Perché, per quanti sforzi abbiano fatto le avanguardie, mi pare che il linguaggio poetico abbia una sua concreta densità storica”. Non è casuale, questo accenno polemico alle avanguardie. L’ottica di Pierini, il filo rosso che ha seguito nell’antologia, non ha niente a che fare con l’opera di decostruzione che le avanguardie – e le neoavanguardie – novecentesche hanno voluto realizzare. “Le avanguardie sono importanti, fanno bene all’arte. Ma quando si decide di mandare in soffitta tutto ciò che viene considerato tradizionale, scrivo appunto nel mio Congedo, allora si rischia il decadimento della capacità di rappresentazione, e quindi di trasformazione, di un intero paese: i guasti del ‘modernismo’. Io mi sono formato in un ambito culturale marxista, Della Volpe e la sua scuola, panorama completo: non solo la vite, non solo il cipresso, ma l’uno e l’altro; e come la vite e il cipresso diventano parte del paesaggio”. La poesia, la storia, la tradizione. Ma ogni antologia è anche selezione, significa includere ed escludere, indicare un percorso. Quale è stato il criterio, in questo caso? Quale la chiave adottata? “Ho adoperato un criterio tematico – risponde Pierini –. La chiave non poteva essere la critica letteraria, non era questo l’intento. I testi che tu vedi li ho accostati non per affinità stilistica ma in funzione dell’oggetto. Per capire come il linguaggio poetico s’immerga nella storia, ripeto, penetri lo spirito del tempo, lo Zeitgeist (titolo di un componimento dello stesso Pierini, ndr), da un lato; e, dall’altro, in che modo il caos della realtà entri nel linguaggio, venga rappresentato”. 15 (Il racconto della storia è appunto una delle sezioni di ciascun volume, ndr), e soffermandomi poi sulla questione sociale, dopo il suo insorgere ovviamente, e lo spirito del tempo; e guardando per questa via alla società e al costume”. Tutto questo lungo un percorso che dalla fine del 700, dalle guerre napoleoniche – il Risorgimento ha lì le sue radici – giunge sino ai giorni nostri, alle contraddizioni della nuova fase storica dischiusa davanti a noi, ai soggetti inediti da cui è abitata. Gli stessi di una canzone di Jacopo Incani: “(…) ed invecchiano nel silenzio dei call center/ i prigionieri politici/ mentre i superstiti stipati negli aperitivi/ s’incatenano solidali alla libertà/ di potersi incatenare/ e avanza un sesto stato ancora senza nome e da riarmare/ portandosi appresso un dopoguerra tutto nuovo/ da addobbare”. Sesto stato, dice Incani – e s’intitola il testo –. Solo canzonette? Se abbiamo ben compreso il senso della bella opera di Vanni Pierini, sicuramente no. • , versie canti per l’Italia l’esatto contrario dello storicismo crociano. Ma Croce quei guasti li aveva capiti. E lo stesso Della Volpe, del resto, glielo riconobbe: ‘Benedetto, dunque, don Benedetto’”. L’approdo di queste esperienze, alla fine, è sempre una sindrome autoreferenziale; e la rottura da esse ricercata si cristallizza in un canone, un nuovo canone, che determina esiti assai negativi. Com’è accaduto, osserva Pierini, con il Gruppo 63. “Certo. Non è il caso di entrare nel dibattito tra estimatori e denigratori, non è questa la sede. Ma, obiettivamente, la conseguenza più clamorosa del loro successo è stata la cancellazione di un filone decisivo della nostra cultura, la poesia neorealista”. Sopravvissero in pochi, prosegue: Pasolini, Fortini, Risi, Sereni e qualcun altro, anche perché il loro profilo artistico non era tutto integrabile all’interno della stagione neorealista. “Ma chi ha più sentito parlare di Velso Mucci e Mario Socrate, Luigi Di Ruscio e Mario Tobino, Giovanni Arpino, Giorgio Bassani, Rocco Scotellaro e via elencando?”. “Ecco – prosegue – io cerco invece di ricostruire un L’alto e il basso Accanto alla chiave tematica l’altro criterio che Pierini adopera è la mescolanza dei diversi generi. Tullio De Mauro, nella sua prefazione, ricorda come fra i meriti dell’antologia non ci sia solo l’adozione di una prospettiva policentrica – quindi l’attenzione alle differenze regionali e dialettali per così dire “orizzontali” – ma anche la capacità di guardare alle “differenziazioni verticali”: le differenze di lingua e cultura, ulteriormente articolate per gender, fra i diversi strati sociali. Cogliendo così – perché “stratificazione non vuol dire separatezza” – i moti “convettivi” di linguaggio e cultura dall’alto verso il basso e dal basso verso l’alto. La poesia d’autore, quindi, e poi i canti popolari e dialettali, la canzone e la canzonetta: Leopardi e Bella Ciao, Mameli e Celentano. L’antologia permette in tal modo di leggere la storia unitaria non solo in un’ottica policentrica, come si diceva, ma in una dimensione “diastratica”: “la dimensione delle diversità e interferenze tra i compositi strati della società”. “La preoccupazione che avevo – riprende Pierini – era di agevolare i confronti tra autori noti, meno noti o addirittura dimenticati. E questo ripercorrendo i diversi nodi della vicenda italiana: ripercorrendone i passaggi, la storia dicono sulla patria e su dio / per splendide canzoni, / fin che nel sensi si danno, / con noi senz’avi, e nati convincerci a morire come siamo nati. dagli oppressi. / (...) Italia mai non mondo suoni / la lingua alma del sì. Luigi Di Ruscio leverà l’infermo / fianco da terra senza Alessandro Poerio il poderoso / braccio della sua plebe. Giovita Scalvini Ma non fia mai che Italia si rilevi / O delle glorie nostre ultime, eletta / finché le sorti sue fida nei pochi / ed reliquia! O insuperata itala Lingua! / ignavi Signori. Il pronto omaggio / e la Forse un giorno... / poter dire / non Tu pur cadrai, che non può star co’ che lavorare è gioia / ma che il lavoro spada han deposta a piè del forte / fiacchi / il tuo libero spirto, e non costa / più del piacere che la Patria con l’armi avea nell’occaso / d’ogni nostro splendor complessivo del giorno. sommersa, / e a lor diè gli avi; e le non puoi tant’ombra / vincer tu sola! Giancarlo Majorino Terenzio Mamiani superbe case / e i larghi fondi fur delle tradite / cittadi allo straniero il ...e ogni giorno ci prende il gusto più guiderdone. / (...) Non han sul labbro il (Brani raccolti da Pierini, con il titolo “Sulla forte / di ridere alle solite cose / che cor quando con noi / vanto di liberal storia e l’Italia”, alla fine del terzo volume) 18 | Recensione ” Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) LA STAMPA 19 | Recensione Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) 20 | Recensione Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) 21 | Telegramma Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) La Casa editrice Ediesse a Più libri, più liberi | Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI Vanni Pierini Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) IL CURATORE DELLA RACCOLTA NE DISCUTE CON Claudio Petruccioli Valentino Zeichen ■ Roma ■ Venerdì 9 dicembre 2011 ■ ore 17 ■ Più libri più liberi ■ Palazzo dei Congressi (EUR) ■ Sala Rubino 1°p Per informazioni: Ufficio stampa Ediesse | tel. 06 44870286 | e-mail: [email protected] 22 | Invito Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) 23 | Invito Versi e canti dell’Italia unita Oh mia Patria (1796-2011) CGIL Oh mia Patria Evento spettacolo sull’Italia unita | Documenti filmati di «La Storia siamo noi» | Letture a cura di Accademia nazionale d’Arte drammatica «Silvio d’Amico» | Canti e musiche a cura di Conservatorio di Musica «Licinio Refice» di Frosinone La CGIL conclude il suo programma per la celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia in occasione della pubblicazione dell’antologia curata da Vanni Pierini edita da Ediesse Oh mia Patria. Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) CONDUCE INTERVENGONO | Giovanni Minoli | Giuliano Amato | Guglielmo Epifani | Susanna Camusso Roma • Giovedì 15 marzo 2012 • ore 20,30 Auditorium Parco della Musica • Sala Petrassi • Viale Pietro de Coubertin, 30 Si prega di dare conferma al n. 06 44870269 e/o all’indirizzo [email protected] entro lunedì 12 marzo 24 | Invito Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-2011) 25 | Invito Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-1870) VANNI PIERINI Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita Volume primo NASCITA DI UNA NAZIONE (1796-1870) prefazione di Tullio De Mauro introduzione di Raffaele Manica Cronologie e Appendici di Roberto Di Gioacchino, Maria F. Giovino, Vanni Pierini Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-1870) Indice Prefazione | Tullio De Mauro Introduzione | Raffaele Manica I VII Capitolo primo L’ITALIA E NAPOLEONE (1796-1815) 17 Introduzione 19 Il racconto della storia 29 Il titolo | Filippo Pananti L’esecuzione capitale di Luigi XVI | Vincenzo Monti Inno dell’Albero della Libertà Un’ora della mia giovinezza | Aleardo Aleardi Bonaparte liberatore | Ugo Foscolo Per il Congresso d’Udine | Vincenzo Monti La pianta che in Giudea mise radice | Vincenzo Monti All’Italia | Ugo Foscolo Inno | Vincenzo Monti - Ambrogio Minoia Inno patriottico | Luigi Rossi - Domenico Cimarosa Inno dei Sanfedisti Per la liberazione d’Italia | Vincenzo Monti Pel Congresso cisalpino a Lione | Vincenzo Monti Quanto vaglian gli Italiani | Angelo Anelli - Gioacchino Rossini 31 32 34 36 38 39 41 42 43 46 48 51 53 55 27 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-1870) Il proclama di Rimini | Alessandro Manzoni Il Congresso di Vienna | Vincenzo Monti Per la morte di Napoleone | Paolo Costa Il cinque maggio | Alessandro Manzoni Napoleone | Niccolò Tommaseo La pipa | Vincenzo Padula 57 59 60 62 65 66 Lo spirito del tempo 67 Partirò Sonett | Carlo Porta La preghiera | Carlo Porta Desgrazzi de Giovannin Bongee | Carlo Porta Sogn | Tommaso Grossi 69 70 71 73 78 Capitolo secondo O COMPAGNI SUL LETTO DI MORTE O FRATELLI SU LIBERO SUOL (1815-1847) 81 83 Introduzione Il racconto della storia 97 All’Italia | Giacomo Leopardi Ad Angelo Mai | Giacomo Leopardi La battaglia di Maclodio | Alessandro Manzoni La Costituzione di Napoli nel 1820 | Gabriele Rossetti 99 101 103 105 Addio alla Patria | Gabriele Rossetti Marzo 1821 | Alessandro Manzoni Clarina | Giovanni Berchet Dagli atrii muscosi, dai fori cadenti | Alessandro Manzoni Ai martiri della libertà | Giuseppe Mazzini Antonio Oroboni alla sua fidanzata | Terenzio Mamiani Il Fuoruscito | Giovita Scalvini Le fantasie | Giovanni Berchet Riunione di Carbonari | Pietro Giannone Avviso pel nuovo Teatro del Real palazzo | Giuseppe Giusti 110 112 116 119 121 123 125 128 132 135 28 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-1870) A Silvio Pellico | Gabriele Rossetti All’armi! All’armi! | Giovanni Berchet Coro | Giuseppe Giusti L’addio dalle Alpi | Giuseppe Mazzini Anatema | Giuseppe Mazzini Suoni la tromba e intrepido | Carlo Pepoli - Vincenzo Bellini Unità e libertà | Gabriele Rossetti Va’, pensiero, sull’ali dorate | Temistocle Solera - Giuseppe Verdi Il Risorgimento | Alessandro Poerio Ai fratelli Bandiera | Goffredo Mameli Chi per la patria muor | Paolo Pola - Saverio Mercadante La libertà italiana | Angelo Brofferio Il Congresso dell’ombre | Gabriele Rossetti A Pio IX. Canzone prima | Caterina Franceschi Ferrucci Er Papa pacioccone | Giuseppe Gioachino Belli La tor de Babbelle | Giuseppe Gioachino Belli La cechezza der Papa | Giuseppe Gioachino Belli A Pio IX. Coro popolare Il battesimo | Francesco Dall’Ongaro Il Papa, il Papa! | Giuseppe Giusti Pio IX | Francesco Dall’Ongaro Dio e Popolo | Goffredo Mameli Il brigidino | Francesco Dall’Ongaro Re Tentenna | Domenico Carbone 136 137 139 140 142 144 145 147 148 150 152 154 155 157 158 159 160 161 163 164 165 166 168 169 Lo spirito del tempo 173 Idee e ideologie 175 Il poeta e gli eroi da poltrona | Giuseppe Giusti Sul traffico de’ negri | Giovanni Marchetti L’anniversario della nascita | Carlo Bini Palinodia | Giacomo Leopardi La ginestra, o il fiore del deserto | Giacomo Leopardi Il secolo umanitario | Antonio Guadagnoli Gli Umanitari | Giuseppe Giusti L’utopista | Giuseppe Gioachino Belli 177 178 180 182 187 190 192 195 29 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-1870) La guerra | Giuseppe Giusti Il congresso de’ birri | Giuseppe Giusti Il delenda Cartago | Giuseppe Giusti 196 199 203 Mode e costumi 205 Il brindisi di Girella | Giuseppe Giusti Li rivoltosi | Giuseppe Gioachino Belli Un progetto scientifico | Arnaldo Fusinato L’etere solforico | Arnaldo Fusinato Lo studio | Giuseppe Gioachino Belli Il laureando | Arnaldo Fusintato Apologia del Lotto | Giuseppe Giusti Legge penale per gl’impiegati | Giuseppe Giusti Le sale di ricovero | Silvio Pellico Ninna nanna | Giuseppe Giusti Credo | Giuseppe Giusti Er merito | Giuseppe Gioachino Belli Li dilitti d’oggiggiorno | Giuseppe Gioachino Belli 207 210 211 213 215 216 218 220 222 225 226 227 228 Luoghi e paesaggi 229 Le vetture a vapore | Giuseppe Gioachino Belli Il movimento | Antonio Guadagnoli Per la progettata strada di ferro | Luigi Carrer I bagni d’Abano | Giuseppe Barbieri La sera | Agostino Cagnoli Un’occhiata ai paesi piccoli | Arnaldo Fusinato 231 232 233 235 237 238 Figure 241 A una bella siciliana | Cesare Betteloni I quindici anni | Vincenzo Padula Biglietto di gentil donna | Giuseppe Gioachino Belli 243 244 246 Lavoro e lavori 247 Er bottegaro | Giuseppe Gioachino Belli Gli operai | Pietro Paolo Parzanese Il fabbro ferraio | Pietro Paolo Parzanese Er ferraro | Giuseppe Gioachino Belli Le manifatture | Giuseppe Gioachino Belli 249 250 252 255 256 30 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-1870) Capitolo terzo DOV’È LA VITTORIA? (1848-1849) 257 Introduzione 259 Il racconto della storia 267 Inno | Goffredo Mameli - Michele Novaro Lo stivale | Francesco Dall’Ongaro Italia e Napoli | Pietro Paolo Parzanese Per la solenne inaugurazione del Parlamento in Napoli | Gabriele Rossetti Al ‘Nettuno’ | Vincenzo Padula La donna lombarda | Francesco Dall’Ongaro Il ‘pater noster’ dei milanesi L’8 febbraio 1848 in Padova | Giovanni Prati Le cinque giornate di Milano | Giovanni Torti La liberazione di Milano | Felice Bellotti Le cinque giornate di marzo in Milano | Tommaso Grossi [Oh giornate del nostro riscatto] | Alessandro Manzoni Saluto a Milano | Giovanni Berchet Il Noncello | Francesco Dall’Ongaro La patria dell’Italiano | Antonio Gazzoletti All’auditore Antonio Ghezzi ad Arezzo | Antonio Guadagnoli Il Volontario parte per la guerra dell’indipendenza | Carlo Alberto Bosi La innamorata al Volontario | Carlo Alberto Bosi Cantata di guerra Inno di guerra | Luigi Mercantini - Giovanni Zampettini Il Volontario arriva sul Po | Carlo Alberto Bosi Dopo la battaglia di Goito | Giovanni Prati A Re Carlo Alberto | Giovanni Prati Il Volontario ritorna dalla guerra dell’indipendenza | Carlo Alberto Bosi Anniversario di Curtatone | Giovanni Prati La fuga di Pio IX da Roma | Goffredo Mameli Al Papa | Biagio Miraglia 269 271 272 31 | Indice 274 276 278 279 281 284 286 288 290 291 293 294 296 297 299 300 301 303 305 307 309 311 313 315 Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-1870) All’armi, all’armi! | Goffredo Mameli - Giuseppe Verdi Addio all’anno 1848 | Antonio Gazzoletti La battaglia di Legnano | Salvatore Cammarano - Giuseppe Verdi L’arruffapopoli | Giuseppe Giusti A Gino Capponi | Giovanni Prati Canzone di Carlo Zima | Luigi Mercantini Era il mio Tito | Luigi Mercantini I morti di Novara | Giovanni Prati Non mi pento | Carlo Alberto Bosi Sonetto | Giovanni Torti Per la morte di Tentennino | Luigi Carrer In morte di Carlo Alberto | Carlo Alberto Bosi In morte di Carlo Alberto | Giovanni Prati Il Re | Biagio Miraglia Il movimento italiano del 1848 | Carlo Alberto Bosi Rapsodia Garibaldina | Giovanni Marradi La morte di Anita | Giuseppe Garibaldi Supplica dei cittadini di Acri a Ferdinando Il | Vincenzo Padula A Venezia | Antonio Gazzoletti A Venezia | Niccolò Tommaseo L’ultima ora di Venezia | Arnaldo Fusinato Mazzini | Francesco Dall’Ongaro Capitolo quarto OLTRE LA SCONFITTA: L’EUROPA, LE ALLEANZE, LE STRATEGIE (1850-1858) 316 318 322 324 325 330 333 336 338 339 340 342 344 347 349 351 353 355 356 357 358 361 363 Introduzione 365 Il racconto della storia 373 Tedeschi e Granduca | Giuseppe Giusti La fuga | Vincenzo Padula 375 376 32 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-1870) Il Knout | Francesco Dall’Ongaro In morte, a Silvio Pellico | Costantino Nigra All’Italia | Andrea Maffei La carabina del Bersagliere | Domenico Carbone Sonetto composto per la mia mamma | Carlo Poma Tito Speri | Giulio Uberti Sospiro alla patria | Andrea Maffei L’esilio | Giuseppe Revere L’esule | Biagio Miraglia La spigolatrice di Sapri | Luigi Mercantini Accanto a Roma | Aleardo Aleardi Tornerà | Aleardo Aleardi Le tre fanciulle | Aleardo Aleardi La bella Gigogin Inno di Garibaldi | Luigi Mercantini - Alessio Olivieri 378 380 381 382 384 385 386 387 388 390 393 395 397 401 402 Lo spirito del tempo 405 Idee e ideologie 407 A Fedele Lampertico | Giacomo Zanella Drammaturgia popolare | Ippolito Nievo Alla chiesa terrena | Giuseppe Revere La nostra età | Giovanni Prati 409 414 417 418 Mode e costumi 421 Il piccolo turcofilo | Arnaldo Fusinato Viva il Bloomerismo | Arnaldo Fusinato Abbasso il Bloomerismo | Arnaldo Fusinato Guàrdati | Ippolito Nievo 423 425 427 430 Luoghi e paesaggi 433 Il touriste | Ippolito Nievo L’erica | Giulio Carcano A Maria Bonaparte | Giovanni Torlonia Monte Circello | Aleardo Aleardi 435 436 437 439 33 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-1870) Lavoro e lavori 441 Il lavoro | Giacomo Zanella Il merciajuolo | Giulio Carcano Il contadino | Giulio Carcano La ricamatrice | Giulio Carcano La boscaiola | Pietro Paolo Parzanese Il telaio | Vincenzo Padula 443 446 448 449 450 452 Capitolo quinto FINALE DI PARTITA (1859-1861) 455 Introduzione 457 Il racconto della storia 467 Dell’Europa nelle sorti | Jacopo Cabianca Stornello garibaldino | Antonio Pavan Guerra? | Carlo Alberto Bosi Dunque? | Carlo Alberto Bosi I confronti dell’impazienza | Ippolito Nievo Per Savoia e Nizza | Giuseppe Revere La Rosa di Novara | Francesco Coppi Il Volontario del 1848 parte per la guerra dell’Indipendenza del 1859 | Carlo Alberto Bosi Sono Italiano ed alla guerra vo Lasselo annà Pel monumento eretto dai milanesi in Torino all’esercito sardo | Antonio Gazzoletti A Camillo di Cavour | Giuseppe Carcano Montebello | Giosuè Carducci La morte di Ferdinando II | Ferdinando Russo Palestro | Giosuè Carducci Magenta | Giosuè Carducci 469 470 471 474 476 477 478 34 | Indice 480 483 485 486 488 489 490 492 493 Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-1870) I cacciatori a cavallo | Ippolito Nievo A Carlo De Cristoforis morto combattente a San Fermo | Giulio Carcano Modena e Bologna | Giosuè Carducci San Martino | Giosuè Carducci Per le stragi di Perugia | Giosuè Carducci Il Bersagliere morente | Giulio Carcano Un indovinello | Ippolito Nievo Nun lo vedi Memento | Francesco Dall’Ongaro Per l’annunzio della pace di Villafranca | Carlo Alberto Bosi A casa | Ippolito Nievo Venezia a Milano | Erminia Fuà Fusinato Troppo tardi | Francesco Dall’Ongaro Croce di Savoia (variante per musica) | Giosuè Carducci Il plebiscito | Giosuè Carducci Il plebiscito | Francesco Dall’Ongaro Il voto | Francesco Dall’Ongaro Inno nazionale | Pietro Thouar Garibaldi | Francesco Dall’Ongaro Aggregata la Savoia all’Impero di Francia rimane tuttavia la Croce nel Vessillo del Regno Italico! | Niccolò Tommaseo Le ultime ore di Francesco Riso | Eliodoro Lombardi Rosolino Pilo | Francesco Dall’Ongaro Il generale | Ippolito Nievo La garibaldina | Francesco Dall’Ongaro Garibaldi in Sicilia | Francesco Dall’Ongaro [E quannu Garibardu s’affacciava] [Ch’è beddu Garibardu ca mi pari] Il Navicellaio di Caprera | Giuseppe Garibaldi - Luigi Pantaleoni Venezia nel 1860 | Giuseppe Regaldi I sette soldati | Aleardo Aleardi La caduta del Re Bomba Per la proclamazione del Regno d’Italia | Giosuè Carducci 35 | Indice 494 496 497 498 499 500 501 502 503 505 506 507 508 509 511 513 514 515 517 520 521 523 524 526 528 531 532 533 535 537 539 541 Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-1870) Capitolo sesto UNA ITALIA L’ABBIAMO! (1861-1870) 543 Introduzione 545 Il racconto della storia 555 [Vittorio che comandi il re dei regni] Nel contemplare la maschera plasmata sul cadavere di Cavour | Giulio Carcano Roma, o morte! | Francesco Dall’Ongaro Spinte o sponte | Francesco Dall’Ongaro Roma | Giuseppe Montanelli I cardinali | Francesco Dall’Ongaro Canto politico | Aleardo Aleardi Non possumus | Francesco Dall’Ongaro L’inno di Pio nono | Emilio Praga Straniero | Antonio Gnoli Roma e Venezia | Francesco Dall’Ongaro A Teresa Barrera-Fogazzaro | Giacomo Zanella A Trieste e all’Istria | Antonio Gazzoletti Tonina Marinello | Francesco Dall’Ongaro Venezia alla Polonia | Erminia Fuà Fusinato A Giancarlo Di Negro | Emanuele Celesia A Ferdinando Santini | Paolo Emilio Castagnola La rondinella d’Aspromonte Dopo Aspromonte | Francesco Dall’Ongaro Dopo Aspromonte | Giosuè Carducci [C’amm’a fa de Garebbalde] Canzone di guerra del 1866 | Angelo Brofferio - Enea Brizzi Il canto di guerra | Ippolito Pederzolli - Stefano Rocchetti Monteviti Venezia a Daniele Manin | Giacomo Zanella A Venezia. Inno dell’esercito nazionale | Giovanni Biffi - Carlo Rovere La marina italiana | Francesco Dall’Ongaro Viva l’Italia unita! | Erminia Fuà Fusinato 557 558 36 | Indice 559 560 561 562 563 568 569 570 571 572 574 576 577 578 581 583 584 585 587 588 590 592 594 596 598 Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-1870) La fidanzata di un marinaio della ‘Palestro’ | Luigi Mercantini 16 luglio 1866 | Francesco Dall’Ongaro [Ciapa Cialdini, ciapa Persano] A Camillo Cavour | Giacomo Zanella Per Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti | Giosuè Carducci In morte di Giovanni Cairoli | Giosuè Carducci La rondinella di Mentana La squilla di Mentana | Giuseppe Aurelio Costanzo Marcia di Leonida | Felice Cavallotti Per i morti di Mentana | Luigi Mercantini La guerra nel settembre 1870 | Giacomo Zanella XX Settembre | Mario Rapisardi La mattina der 20 settembre 1870 in via l’Arancio | Neri Tanfucio A Roma capitale d’Italia | Orazio Pennesi 600 602 603 604 606 608 610 611 613 615 616 619 620 621 Lo spirito del tempo 623 Idee e ideologie 625 [Secol decimonono] | Emilio Praga Natura e scienza | Giacomo Zanella Il taglio dell’istmo di Suez | Giacomo Zanella Preludio | Emilio Praga Spes unica | Emilio Praga 627 628 630 632 634 Mode e costumi 637 La commissione araldica | Giosuè Carducci Orgia | Emilio Praga Al suo medico | Giambattista Maccari La poverella | Giambattista Maccari Memento | Lorenzo Stecchetti 639 640 641 643 645 Luoghi e paesaggi 647 Case nuove | Iginio Ugo Tarchetti I bagni di mare | Giambattista Maccari Il cocomero | Giambattista Maccari Il corso all’alba | Emilio Praga 649 650 651 652 37 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1796-1870) Lavoro e lavori 655 La neve | Giuseppe Maccari L’industria | Giacomo Zanella Il buon operajo | Arnaldo Fusinato [Amo il buio e il fragor della fucina ] | Emilio Praga 657 658 660 670 APPENDICE 671 Fonti bibliografiche del primo volume 673 Notizie sugli autori 677 38 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1871-1946) VANNI PIERINI Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita Volume secondo L’ITALIA RÈGIA (1871-1946) Cronologie e Appendici di Roberto Di Gioacchino, Maria F. Giovino, Vanni Pierini Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1871-1946) Indice Capitolo primo ITALIA DOMANDAVA ROMA, BISANZIO ESSI LE HAN DATO (1871-1900) 21 Introduzione 23 Il racconto della storia 37 Per Vincenzo Caldesi | Giosuè Carducci Feste ed oblii | Giosuè Carducci Lamento dei popoli sopra l’amministrazione governativa | G. Bruzzo A Giosuè Carducci | Giuseppe Garibaldi A Vittorio Emanuele | Giuseppe Garibaldi A Giuseppe Garibaldi | Felice Cavallotti In risposta all’enciclica contro il socialismo di Leone XIII | Carlo Monticelli Frammassoneria | Antonio Cassaro Inno a Oberdan Guagliù nun cacate muollo [Quattrocento son morti] | Pompeo Bettini Dopo il disastro; a chi va… | Ulisse Barbieri Nigra nox | Remigio Zena 39 40 40 | Indice 41 42 43 44 45 47 48 50 51 53 54 Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1871-1946) Fresco sogno | Remigio Zena L’Italia ‘croata’ in Africa 5 marzo 1896 | Vittoria Aganoor Ai reduci dello Scioa | Lorenzo Stecchetti Le ballatelle italo-abissine | Ernesto Ragazzoni Il crak delle banche | Ulisse Barbieri Dopo il plico | Lorenzo Stecchetti Le ultime ore e la decapitazione di Sante Caserio Il feroce monarchico Bava Pace! | Giovanni Pascoli Il tipografo anarchico | Paolo Brera Al Re Umberto | Giovanni Pascoli Alla stazion di Monza 56 57 58 59 61 62 64 65 67 69 70 71 73 La questione sociale e il mondo del lavoro 75 L’emigrazione 77 Gli emigranti | Edmondo De Amicis [Trenta giorni di nave a vapore] Emigranti | Mario Rapisardi Chiantu de l’emigranti Emigranti a bordo | Contessa Lara I va in Merica | Berto Barbarani La colonia Cecilia Italy | Giovanni Pascoli Il tragico naufragio del vapore Sirio [Mamma mia dammi cento lire] 79 82 83 85 86 87 89 90 92 93 La miseria, i lavori, le lotte 95 Aurora | Lorenzo Stecchetti Duetto | Mario Rapisardi Dies Irae | Pietro Gori Miseria. A un amico | Edmondo De Amicis Lusso e miseria | Antonio Ghislanzoni A San Giuseppe | Giacomo Zanella 41 | Indice 97 98 99 101 102 103 Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1871-1946) ’A rota ’a Nunziata | Ferdinando Russo Sopra una casa d’ospizio | Edmondo De Amicis Addije, addije amore Arano | Giovanni Pascoli Il canto dei mietitori | Mario Rapisardi Gli scariolanti [Eravamo in ventinove solo in séte siamo tornà] La macchina romba | Ada Negri Mano nell’ingranaggio | Ada Negri Operaio | Ada Negri A un macchinista | Adolfo De Bosis Inno dei lavoratori | Filippo Turati - Amintore Galli Nota di cronaca | Ada Negri Maggio di sangue | Gian Pietro Lucini Primo maggio | Lorenzo Stecchetti [Miei cari amici, il vostro Primo Maggio] | Pompeo Bettini 104 105 106 107 108 109 111 112 113 114 116 118 120 121 122 123 Lo spirito del tempo 125 Idee, ideologie, propaganda 127 L’età novella | Giuseppe Revere Microscopio e telescopio | Giacomo Zanella Nell’annuale della fondazione di Roma | Giosuè Carducci Il canto dell’amore | Giosuè Carducci [Insegnavi al villan che non a caso] | Giacomo Zanella Gli eroi della soffitta | Giuseppe Aurelio Costanzo La pace | Pietro Gori Anarchico | Lorenzo Stecchetti Piemonte | Giosuè Carducci 129 130 132 134 136 137 139 140 141 Riso amaro 143 Idillio domestico | Vittorio Betteloni Bombabà | Vincenzo Riccardi di Lantosca Un corpo di guardia | Remigio Zena A proposito del processo Fadda | Giosuè Carducci 145 146 147 148 42 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1871-1946) Epigramma | Neri Tanfucio A un repubblicano monarchico | Giulio Pinchetti Elettore io? | Giovanni Antonelli Il resoconto La canzone del giovane signore | Gian Pietro Lucini 150 151 152 153 155 Tempi moderni 157 La locomotiva | Giovanni Alfredo Cesareo Alla stazione in una mattina d’autunno | Giosuè Carducci Sulla strada ferrata | Edmondo De Amicis La via ferrata | Giovanni Pascoli Er vaiolo | Neri Tanfucio La ginnastica educativa | Cesare Pascarella Sui bagni | Contessa Lara 159 161 163 164 165 166 167 Luoghi e paesaggi (naturali e dell’anima) 169 La mia sera | Giovanni Pascoli Case nuove | Arrigo Boito Città nordica | Angiolo Orvieto [La luna piena è un freddo pulito diamante] | Pompeo Bettini Di notte, da una finestra di piazza di Spagna | Ugo Fleres Rammento il borgo sulla via montana | Giovanni Camerana 171 173 174 175 176 177 Istantanee e dardi amorosi 179 Una sera a Venezia | Enrico Panzacchi La letterata | Edmondo De Amicis Il tunnel | Remigio Zena ‘I te vurria vasà | Vincenzo Russo - Eduardo Di Capua Finalmente | Vittoria Aganoor Il peccato di maggio | Gabriele D’Annunzio Da La boheme | Luigi Illica, Giuseppe Giacosa - Giacomo Puccini Visite d’un collegiale | Contessa Lara Tra poco | Annie Vivanti Italia Donati | Pompeo Bettini 181 182 183 184 186 187 43 | Indice 190 192 193 194 Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1871-1946) Capitolo secondo TERZA ITALIA, QUARTA SPONDA, SOCIALISMO, NAZIONALISMO, INTERVENTISMO: ADDIO ALLA BELL’ÉPOQUE (1900-1914) 197 Introduzione Il racconto della storia 199 L’Internazionale | E. Bergeret Al Re Giovine | Gabriele D’Annunzio Nord e sud | Ferdinando Russo Pel rincaro del pane | Ferdinando Russo Libertà | Ceccardo Roccatagliata Ceccardi Gli eroi del Sempione | Giovanni Pascoli Scandali cattolici | Antonio Gamberi Dalle caserme | Paolo Buzzi Per Trieste | Vittoria Aganoor Tendenze | Trilussa La canzone d’oltremare | Gabriele D’Annunzio A Tripoli | Giovanni Corvetto - Colombino Arona ’A marina ’e Tripoli | Giuseppe Capaldo ’A mamma | Ferdinando Russo La madre | Ada Negri Pro victoria | Maria Motta La canzone della diana | Gabriele D’Annunzio Il Natale d’Italia | Annie Vivanti Le formiche e er ragno | Trilussa Lai a Melisanda contessa di Tripoli | Gian Pietro Lucini Le coscenze all’asta | Trilussa L’eccidio di Ancona Allegri Italiani! | Piero Jahier Fanfara italica | Annie Vivanti L’ape | Trilussa Lo studente interventista | Paolo Brera 213 215 218 220 221 222 224 226 227 228 229 232 233 235 236 238 240 243 245 246 249 250 252 254 256 257 211 44 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1871-1946) La questione sociale e il mondo del lavoro 259 L’emigrazione 261 [Quando saremo in Merica ] [I muglieri r’ americani] ’O zio ’e ll’America | Libero Bovio Emigranti | Ada Negri Buenos Aires | Dino Campana Pietole | Giovanni Pascoli I dissodatori | Giovanni Cena 263 264 265 266 268 269 271 La miseria, i lavori, le lotte 273 La voce dei poveri | Giovanni Pascoli [Son cieco e mi vedete] [È notte, è notte, lo patron sospira] Uomini ed ombre | Ceccardo Roccatagliata Ceccardi [Se otto ore vi sembran poche] Gli uomini e gli eroi. Sonetto LXXIX | Francesco Chiesa Gli uomini e gli eroi. Sonetto LXXX | Francesco Chiesa Contadina | Ada Negri [Alle cinque e mezza] Bettogli 1911 | Bededeum Sciopero | Attilio Bertolucci Sciopero in risaia | Lorenzo Stecchetti Il sindacalista La lega 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 286 288 289 290 Lo spirito del tempo 293 Idee, ideologie, propaganda 295 Apriamo i vetri | Domenico Gnoli Stornelli d’esilio | Pietro Gori Inno della rivolta | Luigi Molinari Al popolo d’Italia | Giovanni Cena A Roma | Gabriele D’Annunzio 297 299 300 301 302 45 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1871-1946) Canto augurale per la nazione eletta | Gabriele D’Annunzio A certi agitatori | Vittoria Aganoor A un demagogo | Guido Gozzano La favola del disarmo | Giovanni Pascoli Inno alla guerra | Paolo Buzzi Commiato (Giovinezza, giovinezza) | Nino Oxilia - Giuseppe Blanc Il saluto ai poeti crepuscolari | Nino Oxilia 304 307 309 310 312 313 315 Riso amaro 319 L’incontro de li sovrani | Trilussa La riforma | Remigio Zena L’elettore onesto | Ferdinando Russo Er battesimo civile | Trilussa 321 322 325 326 L’individuo smarrito del secolo nuovo 327 Mi contraddico? | Arturo Graf Dal barbiere | Marino Moretti Nell’Abazia di San Giuliano | Guido Gozzano La capra | Umberto Saba Pazzi gli uccelli | Mario Novaro [M’ero così assuefatto al silenzio] | Giuseppe Antonio Borgese 329 331 333 334 335 336 Tempi moderni 339 [O vita del mio secolo! Profonda] | Nino Oxilia Il giornale | Arturo Graf Telefono | Marino Moretti L’arivo de Marconi | Sergio Corazzini Marte | Giovanni Cena Al carbone | Luciano Folgore Alba alla stazione | Arturo Onofri Elegia ferroviaria | Guelfo Civinini In automobile | Vittoria Aganoor Fuga in aeroplano | Enrico Cavacchioli Volando sul nuovo cuore d’Italia | Filippo Tommaso Marinetti 341 342 344 346 347 348 350 351 353 354 355 Luoghi e paesaggi (naturali e dell’anima) 357 Città vecchia | Umberto Saba 359 46 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1871-1946) Il maremagno | Francesco Chiesa Città | Arturo Onofri L’onda | Gabriele D’Annunzio A la spiagia | Giulio Grimaldi 360 361 363 366 Istantanee e dardi amorosi 367 L’istantanea | Guelfo Civinini La pioggia nel pineto | Gabriele D’Annunzio Le golose | Guido Gozzano ’A vucchella | Gabriele D’Annunzio - Francesco Paolo Tosti Cose maliose | Amalia Guglielminetti Capriccio | Ada Negri Nuda nel sole | Sibilla Aleramo Io porto in me un’oasi di luce | Nino Oxilia 369 371 373 375 376 377 379 380 Capitolo terzo LA GRANDE GUERRA (1915-1918) 383 Introduzione 385 Il racconto della storia 393 Con me | Piero Jahier Fra cent’anni | Trilussa Guerra! | Corrado Govoni La guerra | Antonio Gamberi Verso la frontiera | Giovanni Ermete Gaeta - G. Spagnolo Vicenza | Diego Valeri L’«Internazzionale» tedesca | Trilussa La campana di San Giusto | G. Drovetti - C. Arona Ai soldati alladiesi combattenti | Guido Gozzano La battaglia del Sabotino | Vann’Antò O Gorizia tu sei maledetta A mio fratello in questo settembre | Giovanni Titta Rosa Tre salmi per i nostri morti | Gabriele D’Annunzio 395 399 400 402 403 404 405 407 408 409 410 412 413 47 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1871-1946) Natale de guerra | Trilussa Nino | Umberto Saba Il cuore della casa | Giovanni Titta Rosa ’A guerra | Libero Bovio La bomba Excelsior | Vann’Antò Partenza d’aeroplani | Umberto Saba L’aviatore futurista bombarda tre sottomarini austriaci | Filippo Tommaso Marinetti Voce di vedetta morta | Clemente Rebora Viatico | Clemente Rebora Lussuria | Massimo Bontempelli Voluttà | Massimo Bontempelli Ozio dolce dell’ospedale | Ardengo Soffici Sul pajon A destra dell’Isonzo Sul Kobilek | Ardengo Soffici San Michele | Giulio Trasanna Sono una creatura | Giuseppe Ungaretti Fratelli | Giuseppe Ungaretti Il dovere | Vann’Antò Dichiarazione | Piero Jahier Quel mazzolin di fiori Senza fanfara | Clemente Rebora Caserma | Corrado Alvaro ’A gerarchia A un compagno | Corrado Alvaro È arrivata la tua cassetta militare | Angiolo Silvio Novaro Il campo del figlio | Vann’Antò Notte serena di luna | Vann’Antò Valmorbia | Eugenio Montale A Luigi Cadorna | Gabriele D’Annunzio Caporetto 1917 | Delio Tessa Il general Cadorna Il canto degli arditi «Sammý» (Saluto all’America) | Annie Vivanti Cô se gera soldai… | Giacomo Noventa 48 | Indice 414 416 418 419 421 422 423 426 427 428 430 431 432 433 435 436 438 439 440 441 443 444 445 447 449 451 452 454 455 456 457 460 461 462 463 Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1871-1946) Ricordi del 1918 | Sergio Solmi La leggenda del Piave | E.A. Mario 464 465 Capitolo quarto DALLA FONDAZIONE DEI FASCI AL 25 LUGLIO: L’ITALIA DI MUSSOLINI (1919-1943) 467 Introduzione Il racconto della storia 469 493 Crisi della politica, conati rivoluzionari, prove di guerra civile, governo forte 495 Tarantella di Versaglia | E.A. Mario Quattro signori a Parigi vanno Il reduce | Paolo Brera L’operaio diciannovista | Paolo Brera La marcia di Ronchi | Antonio Miclavio Inno delle truppe fiumane Canto della rivolta dei Bersaglieri | Spartacus Picenus Giovinezza, giovinezza (versione degli Arditi del popolo) La ballata del manganello La vittoria rinnegata e il Re silenzioso | Corrado Govoni La così detta rivoluzione fascista | Antonio Gamberi Su le dichiarazioni del ministro Mussolini alla Camera | Antonio Gamberi 497 500 501 502 503 505 506 508 510 512 514 Costruzione di un regime: la ‘rivoluzione fascista’ alla prova 517 Su l’assassinio di Giacomo Matteotti | Antonio Gamberi Cantata dell’Arcimussolini | Curzio Malaparte Giovinezza, giovinezza (Inno del Pnf) | Salvator Gotta - Giuseppe Blanc I tre grint | Delio Tessa 519 524 49 | Indice 515 526 528 Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1871-1946) Mì lasso Parigi... | Giacomo Noventa Il confinato | Paolo Brera [Scandisco ai passi il ritmo dei pensieri] | Carlo Levi El fio tornà a casa | Virgilio Giotti Caro esilio | Curzio Malaparte Ex-voto | Curzio Malaparte Faccetta nera | Renato Micheli - Francesco Ruccione Aurora a Tobruk | Filippo Tommaso Marinetti Adua | Nino Rastelli - Dino Olivieri Amor di vita | Adriano Grande Saluto all’Etiopia | Adriano Grande La canzone di Maria Uva | Enrico Frati - Dino Olivieri L’anello d’acciaio | Ada Negri Sanzionami questo | Rodolfo De Angelis Noi tireremo diritto | E.A. Mario El Quinto Regimiento Ay Carmela Frecce nere del Guadalajara 530 531 532 533 534 535 536 538 539 540 541 543 544 546 547 549 551 552 L’Italia fascista e ‘imperiale’ corre verso il baratro della guerra, con Hitler 553 Le leggi razziali | Giorgio Bassani Mascherata | Giorgio Bassani L’affare de la razza | Trilussa Meditazione per il Chipùr | Angiolo Orvieto Inno per questa guerra | Ugo Betti Le tre zattere dell’‘Espero’ | Corrado Govoni Ode alla Francia | Giovanni Titta Rosa Ottobre | Camillo Sbarbaro La rondinella | Antonello Trombadori La sagra di Giarabub | Ferrante Alvaro De Torres, Alberto Simeoni - Mario Ruccione Battaglioni M | Auro D’Alba - Francesco Pellegrino Italiano in Grecia | Vittorio Sereni Lamento del soldato sconfitto | Mario Tobino Lili Marlen | Nino Rastelli - Norbert Schultze 50 | Indice 555 557 558 559 560 562 564 566 567 568 570 572 573 574 Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1871-1946) La questione sociale e il mondo del lavoro 577 L’emigrazione 579 Canto di emigranti | Ugo Betti Lacreme napulitane | Libero Bovio Santa Lucia luntana | E.A. Mario Il quartiere italiano e il quartiere ebraico | Angiolo Orvieto Canto di emigranti | Ugo Betti 581 582 583 585 587 La miseria, i lavori, le lotte 589 La guardia rossa | Spartacus Picenus Giovinezza, giovinezza (versione dei sindacalisti corridoniani) Poveri | Alfonso Gatto Sciur padrun da li bèli braghi bianchi Fravecature | Raffaele Viviani Il canto del lavoro | Edmondo Rossoni, Libero Bovio - Pietro Mascagni I due aratri | Ada Negri La bonifica integrale | Bruno Tosi Agro | Giulio Trasanna Lavori e riposi | Giulio Trasanna Finestra | Sandro Penna [Eccoli gli operai sul prato verde] | Sandro Penna Crescenzago | Primo Levi 591 592 594 595 597 599 601 603 605 607 608 609 610 Lo spirito del tempo 613 Idee, ideologie, propaganda 615 [Non chiederci la parola che squadri da ogni lato] | Eugenio Montale Fumatori di carta | Cesare Pavese L’adunata | Ardengo Soffici Camicia nera | Vincenzo Cardarelli Ho scritto ar Duce… | Ferrante Alvaro De Torres, Alberto Simeoni - Alfredo Del Palo Compatimento di nemico caduto | Adriano Grande Mi riprometto di non arricchire | Enrico Pea 617 618 620 623 51 | Indice 625 626 628 Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1871-1946) Mille lire al mese | Alessandro Sopranzi - Carlo Innocenzi Senza bussola | Luciano Erba Italia 1942 | Franco Fortini A Leopardi | Giovanni Titta Rosa 632 635 636 637 Riso amaro e ‘parole in libertà’ 639 La sincerità ne li comizzi | Trilussa L’editto | Trilussa Nerone | Ettore Petrolini Uno che svicola | Trilussa Fortunello | Ettore Petrolini L’indecisi | Trilussa I salamini | Ettore Petrolini È arrivata la bufera | Renato Rascel 641 642 643 645 646 648 649 651 Tempi moderni 653 Film sonoro | Raffaele Viviani Er telefono | Trilussa In automobile | Corrado Pavolini All’automobile da corsa | Filippo Tommaso Marinetti Aeroplano | Sergio Solmi [Tranve serale, dal fondo] | Giorgio Vigolo La famiglia canterina | Bixio Cherubini - Cesare Andrea Bixio 655 657 658 659 662 664 665 Luoghi e paesaggi (naturali e dell’anima) 667 [Meriggiare pallido e assorto] | Eugenio Montale L’agave su lo scoglio (Scirocco) | Eugenio Montale Bagni popolari | Sergio Solmi [Mi perdo nel quartiere popolare] | Sandro Penna Tempo | Enrico Pea Prima estate | Corrado Govoni Stazione | Giorgio Vigolo Visita a Littoria e Sabaudia | Sibilla Aleramo Lucania | Leonardo Sinisgalli Le case | Ugo Betti Millenovecentotrentatré | Tito Balestra 669 670 671 673 674 675 676 677 679 681 682 52 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1871-1946) Il tempio e la chiesa | Angiolo Orvieto Palazzo della Civiltà del Lavoro | Valentino Zeichen 683 684 Istantanee e dardi amorosi 685 Crepuscolo di febbraio a Monte P. | Leonardo Sinisgalli [Tentava la vostra mano la tastiera] | Eugenio Montale Eros | Umberto Saba Creola | Ripp Attesa | Vincenzo Cardarelli [Già fiammeggia il cocomero. La sera] | Sandro Penna Nuotatore | Sandro Penna Vento e bandiere | Eugenio Montale Giunone | Giuseppe Ungaretti 687 689 690 691 693 694 695 696 697 Capitolo quinto LA GUERRA DI LIBERAZIONE: SALVARE L’ITALIA UNITA E IL SUO FUTURO DEMOCRATICO (1943-1946) 699 Introduzione 701 Il racconto della storia 713 Voi siciliani e noi italiani | Bartolo Cattafi Duello filosofico | Valentino Zeichen La strada nel bosco | Nicola Salerno (Nisa) - Cesare Andrea Bixio, Ermenegildo Rusconi Ho dormito l’ultima notte | Elio Filippo Accrocca Eviva la libartê | Guido Benini Milano, agosto 1943 | Salvatore Quasimodo Li tedesche l’otte settembre | Ottaviano Giannangeli Ballata per Raffaele | Luca Canali Settembre tedesco | Libero De Libero 11 settembre 1943 | Eugenio Montale 715 716 53 | Indice 717 718 719 720 721 722 724 726 Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1871-1946) Il fascista repubblicano / Il partigiano | Paolo Brera Le 4 giornate di Napoli | Alberto Mario Moriconi La fuga a Monte Navert | Attilio Bertolucci 16 ottobre 1943 | Antonello Trombadori Millenovecentoquarantatré | Tiziano Rossi 1943 | Luciano Erba Stornelli di Regina Coeli | Franco Antonicelli A dicembre Badoglio | Bartolo Cattafi La Badoglieide | Livio Bianchi - Nuto Revelli Il voltagabbana | Davide Lajolo Memoria | Natalia Ginzburg [Quanto poté durare il tuo martirio] | Corrado Govoni Per gli uccisi alle Fosse Ardeatine | Libero De Libero [Uccidere il puro Atto] | Carlo Levi [Rinascono la valentia] | Vittorio Sereni [Non sa più nulla, è alto sulle ali] | Vittorio Sereni Tammurriata nera | E.A. Mario - Edoardo Nicolardi Fischia il vento Per i martiri di Piazzale Loreto | Alfonso Gatto Ai quindici di Piazzale Loreto | Salvatore Quasimodo Sono nella mia storia | Mario Tobino Bella ciao Epigrafe per i caduti di Marzabotto | Salvatore Quasimodo Il soldato | Mario Luzi Teatro degli Artigianelli | Umberto Saba Prologo di una rivista | Carlo Levi Pane 1944 | Edoardo Firpo Il partigiano Pietà dell’uomo | Giovanni Titta Rosa Rastrellamento | Davide Lajolo Per Ottavio Ricci | Attilio Bertolucci Caprera | Aldo Palazzeschi Noi vogliam Dio in camicia rossa [Quieta è la notte e un palpito di stelle] Lettera Ai morti di Naiarda 54 | Indice 727 729 731 733 734 735 736 738 739 742 743 744 745 746 747 748 749 751 752 754 755 756 757 759 761 762 765 766 767 768 769 770 771 772 773 774 Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1871-1946) La Rita mòre | Egidio Meneghetti Stanote s’è smorsada l’ebreeta | Egidio Meneghetti Aprile a San Vittore | Sergio Solmi Io lo ricordo col suo triciclo | Sandro Sinigaglia 25 aprile | Alfonso Gatto 1945 | Attilio Bertolucci Alle fronde dei salici | Salvatore Quasimodo Un giunco di palude | Luciano Erba Shemà | Primo Levi I lamenti | Giorgio Caproni Coro dei reduci | Cesare Vivaldi Surdato ca tuorne | E.A. Mario Ma come non pensare | Umberto Bellintani Agli americani | Gaetano Arcangeli Era bionda e l’amavo | Mario Tobino Il sole su Hiroshima | Bruno Lucrezi Il chitarrista Franco Cerri | Paolo Brera Cantare | Primo Levi Ma l’amore no | Michele Galdieri - Giovanni D’Anzi La passione del ’45 | Pier Paolo Pasolini La Resistenza e la sua luce | Pier Paolo Pasolini Lassù | Giovanni Arpino Il periodo clandestino | Mario Tobino 1946 | Carlo Betocchi 775 777 779 780 781 782 783 784 785 786 787 789 790 791 792 793 794 796 797 799 801 802 803 804 APPENDICE 805 Fonti bibliografiche del secondo volume 807 Notizie sugli autori 813 55 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1946-2011) VANNI PIERINI Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita Volume terzo L’ITALIA REPUBBLICANA (1946-2011) Cronologie e Appendici di Roberto Di Gioacchino, Maria F. Giovino, Vanni Pierini Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1946-2011) Indice Capitolo primo DALLA RICOSTRUZIONE AL ‘MIRACOLO’ (1946-1960) 21 Introduzione 23 Il racconto della storia 37 Il mese della patria | Francesco Monterosso Il campo dei profughi | Mario Luzi Un’epoca ho vissuto | Francesco Monterosso Rovine | Carlo Betocchi Sangue a Portella | Giuseppe Zagarrio Messa libera | Curzio Malaparte Vi ricordate quel diciotto aprile | Lanfranco Bellotti Saba | Vittorio Sereni Nel sonno (II) | Vittorio Sereni Pozzanghera nera il diciotto aprile | Rocco Scotellaro Storia del Psi nel centenario della nascita | Ottiero Ottieri Luglio | Cesare Vivaldi L’attentato a Togliatti | Marino Piazza Canzone del 14 luglio | Giorgio Piovano Il tuo deserto d’aria (ai morti di Melissa) | Enzo Nasso Italia 1949 | Franco Fortini 39 41 42 44 45 47 48 50 51 52 53 54 55 57 61 62 57 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1946-2011) [improvvisamente mi trovo scomunicato interdetto da tutti i sacramenti] | Luigi Di Ruscio Lettera a mia madre scomunicata | Mario Socrate Paradiso e inferno | Curzio Malaparte A Gino, nelle carceri di Peschiera | Velso Mucci Ultime notizie | Sergio Solmi La morte di Rodolfo Morandi | Velso Mucci Alla nuova luna | Salvatore Quasimodo Sputnik | Alessandro Parronchi In alto, in alto nel çiel | Giacomo Noventa Al mio primo comizio | Franco Scataglini È morta la reazione | Antonio Delfini Per i morti di Reggio Emilia | Fausto Amodei [Millenovecentsessanta... Ann de vent] | Franco Loi [Non temere censure, il tuo coraggio] | Tito Balestra 63 64 65 66 69 70 71 72 73 74 75 77 79 80 Questioni sociali e mondo del lavoro 81 O cancellier che tieni la penna in mano Ghirlande per il primo di maggio | Elio Filippo Accrocca Lamento per il Sud | Salvatore Quasimodo Due cose non ha il Sud | Vittorio Bodini Lucania | Giulio Stolfi Padrone mio | Matteo Salvatore Lamento di zappatore | Giuseppe Tedeschi Coro dei braccianti siciliani | Mario Farinella Settimana del giornaliero | Vann’Antò America scordarola | Rocco Scotellaro [Se le sapeva bene lui – sapesse –] | Mario Socrate Coro degli operai | Francesco Leonetti La città dove viviamo | Luigi Di Ruscio Sono senza lavoro da anni | Luigi Di Ruscio Spingere | Giovanni Arpino Un viaggio in Italia nel marzo del ‘54 | Velso Mucci Biglietto per Torino | Rocco Scotellaro Marcinelle 83 84 85 86 87 88 89 90 92 93 95 97 98 102 103 104 107 108 58 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1946-2011) L’Appennino contadino | Paolo Volponi [Sòra padrona bòngiorno a lei] Pianto della scavatrice (VI) | Pier Paolo Pasolini Ordine del giorno | Nelo Risi [ero alla Commerciale] | Giancarlo Majorino Una visita in fabbrica | Vittorio Sereni La ragazza Carla | Elio Pagliarani 109 111 112 115 116 117 118 Lo spirito del tempo Idee, ideologie, riflessioni 121 [Il giorno che dalla macchia] | Sandro Sinigaglia Cronaca 1946 | Attilio Bertolucci A mio padre | Dino Menichini [Bander sura bander, in bicicletta] | Franco Loi Le belle bandiere | Pier Paolo Pasolini Gli ex fascistoni di Ferrara | Giorgio Bassani A un giovane comunista | Umberto Saba Un’altra voce | Giovanni Giudici Il mondo ha un occhio solo | Giovanni Arpino Italia 1955 | Franco Fortini Lacrime | Pier Paolo Pasolini Presso il Bisenzio | Mario Luzi Nel sonno (V) | Vittorio Sereni Negare quello che sappiamo | Nelo Risi Congedo del viaggiatore cerimonioso | Giorgio Caproni 125 127 128 130 131 133 135 136 138 139 140 142 145 146 147 Società, mode e tendenze 151 Colonia marina 1948 | Umberto Piersanti Il verbalizzatore | Luigi Di Ruscio [La domenica la passiamo a ballare] | Luigi Di Ruscio Contadini al mare | Vann’Antò Spiagge | Emilio Jona Cannes promenade | Giorgio Soavi Le giovani coppie | Luciano Erba [è giovedì la sera] | Giancarlo Majorino 153 156 157 158 160 162 163 164 123 59 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1946-2011) [Marte scarlatto a notte sul Gianicolo] | Mario Socrate Due temi svolti | Elio Pagliarani Il ribelle | Adriano Celentano - Gian Carlo Testoni I ragazzi del juke-box | Enzo Bonagura, Ugo Pirro - Eros Sciorilli 166 168 169 170 Luoghi e paesaggi (naturali e dell’anima) 171 A quest’ora | Paolo Volponi Entro la densa lente dell’estate | Sergio Solmi Vicolo Scanderberg | Giorgio Vigolo Polesine | Gigi Fossati [Quella Russia autunnale] | Franco Scataglini Inverno al Bar Bozzi | Daria Menicanti 173 174 175 177 179 180 Istantanee e dardi amorosi 181 È calda così la malva | Rocco Scotellaro Dentro l’amore | Alfonso Gatto Sera con la ragazza | Marco Visconti Bellezze in bicicletta | Marcello Marchesi - Giovanni D’Anzi Dies Irae | Alda Merini [Se sfioro la tua spalla per trasmetterti] | Ariodante Marianni [L’amore è una guerra, vuoi convincermi] | Ariodante Marianni Senza risposta | Luciano Erba A Dora, durante una sua lontananza | Velso Mucci Vecchio frac | Domenico Modugno Il tuo bacio è come un rock | Adriano Celentano 183 184 185 186 188 189 190 191 192 194 196 Capitolo secondo L’ITALIA DEL ‘MIRACOLO’ DAL CENTRO-SINISTRA A PIAZZA FONTANA (1961-1969) 199 Introduzione Il racconto della storia 201 Gagarin | Claudio Baglioni Confusione | Giancarlo Majorino 1963 - Boy scout | Paolo Brera 219 221 222 217 60 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1946-2011) Ballata per l’Ardizzone | Ivan Della Mea Frammento di una ballata per Kennedy | Raffaele Carrieri Finalino | Ariodante Marianni Dopo | Nelo Risi Paesaggio atomico | Aldo Palazzeschi Seconda lettera ai membri del Cc e della Ccc del Pci | Velso Mucci Ai giovani di Praga | Adriano Guerrini Creare due tre molti Vietnam | Ivan Della Mea 1966 - La studentessa del Parini | Paolo Brera Valle Giulia | Paolo Pietrangeli Sit-in | Giancarlo Majorino Primavera di Praga | Francesco Guccini Settembre 1968 | Franco Fortini [Sentâ süj scrann se vàrdum tücc de sbièss] | Franco Loi 1969 - Il correntista toscano | Paolo Brera [Piassa Funtana, e mi s’eri sül tram] | Franco Loi 1969 - L’anarchico volante | Paolo Brera La ballata del Pinelli 224 226 229 230 231 232 240 241 243 244 246 247 249 250 252 253 255 256 Questioni sociali e mondo del lavoro 259 Mattmark Il treno che viene dal Sud | Sergio Endrigo [...e così aveva abbandonato] | Pier Paolo Pasolini [Sei fuori strada, resta nel tema, il Sud che cosa c’entra?] | Elio Pagliarani Le mani del Sud | Vittorio Bodini I madéun | Tonino Guerra Avola | Dario Fo - Enzo Del Re, Antonio Infantino Paesaggio industriale | Giancarlo Majorino [Stamattina al reparto T.A. il ritmatore] | Elio Pagliarani Vedrai com’è bello | Gualtiero Bertelli [Dopo dieci quindici anni] | Alberto Bellocchio O cara moglie | Ivan Della Mea Nei reparti della Fiat | Fausto Amodei Sciopero interno | Fausto Amodei [Gli studenti sono tra noi] | Alberto Bellocchio 261 263 264 265 267 268 269 270 271 272 274 275 276 277 279 61 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1946-2011) Lo spirito del tempo 281 Idee, ideologie, riflessioni 283 Il ribelle borghese | Nelo Risi Decima descrizione in atto | Roberto Roversi Figli dell’epoca | Gaetano Arcangeli Dal cuore del miracolo | Giovanni Giudici Un giorno dopo l’altro | Luigi Tenco Il miracolo | Tiziano Rossi Segni dei tempi (5) | Nelo Risi Io so che un giorno | Ivan Della Mea È la pioggia che va | Mogol - Lind Contessa | Paolo Pietrangeli Perché non dormi fratello? | Sergio Endrigo Gli alleati | Tiziano Rossi Il Pci ai giovani | Pier Paolo Pasolini Fine del ’68 | Eugenio Montale 285 286 287 288 289 290 291 292 294 295 297 298 299 303 Società, mode e tendenze 305 Mio nonno Eusebio | Tito Balestra Telegiornale | Nelo Risi L’età dei semidei | Sergio Solmi Ed è un puro miracolo | Carlo Villa Iniezione serale | Margherita Guidacci Linguaggio parlamentare | Nelo Risi Italia | Adriano Guerrini 307 308 309 310 311 312 314 Istantanee e dardi amorosi 315 Sapore di sale | Gino Paoli [Te caresso i genugi] | Biagio Marin Mani bucate | Sergio Endrigo La canzone dell’amore perduto | Fabrizio De Andrè - Georg Philipp Telemann Se sapessi come fai | Luigi Tenco Il tuo nudo | Sandro Sinigaglia Genova P.P. | Daria Menicanti 317 319 320 62 | Indice 321 322 323 324 Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1946-2011) Vedi cara | Francesco Guccini Uno dei tanti epiloghi | Pier Paolo Pasolini 325 327 Capitolo terzo GLI ANNI DI PIOMBO (1970-1979) 329 Introduzione 331 Il racconto della storia 347 Nel silenzio | Eugenio Montale L’ora del fucile | Pino Masi Disastro aereo sul Canale di Sicilia | Francesco De Gregori 1974 - La separata | Paolo Brera Er compromesso rivoluzzionario | Anonimo romano Dopo la dichiarazione congiunta Pci-Pcf | Adriano Guerrini Canzone per Seveso | Antonello Venditti Stammheim | Franco Fortini [Al Moro g’àn sparâ... Canaja dré canaja] | Franco Loi [Ma ci sono le anime stupide, come sempre] | Gianni D’Elia Il martirio | Michele Parrella [Acciambellato in quella sconcia stiva] | Mario Luzi 349 350 352 353 354 355 356 357 358 360 361 363 Questioni sociali e mondo del lavoro 365 Un seculu di storia | Ignazio Buttitta Il meridionale | Franco Trincale Il padrone di terre | Raffaele Carrieri Ballata per Alfredo Zardini | Franco Trincale Era bello il mio ragazzo | Anna Identici I treni per Reggio Calabria | Giovanna Marini [Andammo a Reggio Calabria, non potevamo] | Alberto Bellocchio La basa | Cesare Zavattini Gli operai | Giorgio Gaber Una storia di teste e di zucche Il caffè dell’alba | Ferruccio Brugnaro 367 370 371 373 375 376 380 381 382 383 385 63 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1946-2011) Nelle tane dei reparti | Ferruccio Brugnaro Vogliono cacciarci sotto | Ferruccio Brugnaro Il piazzale è zeppo, tumultuoso | Ferruccio Brugnaro Il treno dei pendolari | Alberto Bevilacqua Vincenzina e la fabbrica | Enzo Jannacci ’A Flobert | Gruppo operaio ‘E Zezi’ di Pomigliano d’Arco Duecento lire di castagne | Claudio Baglioni [Ti ricordi Carlini? Di’, ti ricordi] | Gianni D’Elia Centro studi confederale | Gianfranco Ciabatti [L’unità sindacale, l’arma segreta. L’asso] | Alberto Bellocchio 386 387 388 389 390 391 394 395 397 398 Lo spirito del tempo 399 Idee, ideologie, riflessioni 401 La poesia della tradizione | Pier Paolo Pasolini [Sì, piccola, semplificata, fissa] | Gianni D’Elia Le macchine della tortura Abbiamo scordato | Adriano Guerrini Il teatro privato | Nelo Risi [Non mi ricordo più della mia vita] | Gianni D’Elia Saluto e augurio | Pier Paolo Pasolini Versi buttati giù in fretta | Pier Paolo Pasolini Rosso colore | Pierangelo Bertoli - Alfonso Borghi Andare camminare lavorare | Piero Ciampi, Gianni Marchetti, Pino Pavone Ho visto anche degli zingari felici (introduzione) | Claudio Lolli [Claudio, sapessi, quanta malinconia] | Gianni D’Elia Che svujament e pien l’è stâ quèl temp | Franco Loi L’obbrobrio | Eugenio Montale Eskimo | Francesco Guccini Ferrovie dello Stato | Giorgio Manacorda Allonsanfan | Roberto Vecchioni L’anno che verrà | Lucio Dalla 403 406 408 409 410 411 412 417 418 420 421 423 425 427 428 430 431 432 Società, mode e tendenze 435 La pioggia sul corteo | R.E. Il boomerang | Adriano Spatola [mi racconti: il poliziotto li ammanettava alle sbarre] | Antonio Porta 437 438 439 64 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1946-2011) La morte | Francesca V. Spezzata | Mirella Garbini Doppia militanza | Dacia Maraini Marilyn Monroe | Maria Teresa D’Antea Quarto Oggiaro Story | Gianfranco Manfredi Terza media | Daria Menicanti La radio | Eugenio Finardi - Lucio Fabbri E lui ballava | Rudi Assuntino Legalizzatela | Eugenio Finardi [L’orizzonte anche del mio passato] | Silvio Ramat Un tranquillo festival pop di paura | Gianfranco Manfredi Quale allegria | Lucio Dalla [da molti giorni] | Umberto Piersanti Ce n’ho abbastanza | Victor Cavallo Nuntereggaepiù! | Rino Gaetano 440 441 442 443 445 447 448 449 450 452 453 454 456 458 460 Istantanee e dardi amorosi 463 E penso a te | Mogol - Lucio Battisti Per un passante | Daria Menicanti Pazza idea | Paolo Dossena, Cesare Gigli, Maurizio Monti, Giovanni Ullu Lilly | Antonello Venditti Caro Papà | Eros Alesi L’importante è finire | Cristiano Malgioglio - Alberto Anelli Pioggia leggera | Renzo Paris Dammi un bacio | Dacia Maraini Minimi morali | Biancamaria Frabotta Questa ragazza si sottrae ad ogni gesto | Valerio Magrelli 465 466 467 469 471 474 476 477 478 479 Capitolo quarto CRAXI, BERLUSCONI E…? (1980-2011) 481 Introduzione 483 Il racconto della storia 497 Il nome di Maria Fresu | Andrea Zanzotto 499 65 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1946-2011) Annunci immobiliari | Stefano Benni Versi scritti durante le feste di Natale del 1989 | Fernando Bandini Tango rosso | Sergio Endrigo 1992 - Il tangentomane / Il P.M. | Paolo Brera Questo è tempo di haiku | Luciano Erba 1994 - Il democristiano | Paolo Brera Bosnia (Estate ’95) | Ilde Arcelli 1999/2000 - Hacker | Paolo Brera Anestesie | Antonella Anedda Dopo l’11 settembre | Luciano Erba Ground Zero | Maria De Lorenzo 12 settembre 2011 | Valerio Magrelli Mentre cadeva | Alba Donati Senza immagini | Fabio Pusterla Welby | Paolo Febbraro Lineamenti di topologia politica: SartorResartus | Valerio Magrelli 500 501 503 505 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 Berlusconeide 519 Canzone della nuova era | Giovanni Raboni Canzone del danno e della beffa | Giovanni Raboni Trionfi numero uno, quattro, sei | Giovanni Raboni Bokassa Rap | Stefano Benni Satira in versi per l’anno che verrà | Michele Serra Le proprietà di Berlusconi | Roberto Benigni 521 522 523 525 527 529 Questioni sociali e mondo del lavoro 531 Ballata del lavoro | Edoardo Sanguineti [Sandrino mise mano alla penna] | Alberto Bellocchio Tornà la dì prin | Leonardo Zanier Petra Pertusa e mista | Paolo Volponi Le case degli operai | Maurizio Cucchi L’uomo della Bovisa non poteva immaginare | Maurizio Cucchi Canto di un’area dismessa | Flavio Santi I marocchini con i tappeti | Patrizia Cavalli Testamento | Vivian Lamarque 533 535 536 538 542 543 544 545 546 66 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1946-2011) Metró | Giancarlo Consonni Maghidà | Teodoro Ndjock Ngana [Vivono di niente, persone] | Davide Rondoni Su un’aria del Turco in Italia | Valerio Magrelli [Non lo si vede più tanto in giro il ragazzo] | Alberto Nessi [In tuta] | Graziella Tonon Grüista | Giancarlo Consonni Gemma P. | Tiziano Rossi Un computer come giudice | Elio Pagliarani Quando questo lusso | Elio Pagliarani Il sesto stato | Jacopo Incani Chini Marco | Fabrizio Zanotti Giovani senza lavoro | Valerio Magrelli 547 548 550 551 552 553 554 555 556 557 559 560 563 Lo spirito del tempo 565 Idee, ideologie, riflessioni 567 [Abbiamo nel cuore un solitario] | Beppe Salvia Riflusso | Pierangelo Bertoli, Marco Dieci, Glauco Borrelli Minoranze | Gianfranco Ciabatti [Questa è un’aria che tira dai Balcani] | Gianni D’Elia Das Kapital | Ariodante Marianni [Che in tutto fra tutte suprema sia] | Giovanni Raboni Negozi di uccelli | Fernando Bandini Caffè centrale | Daniele Bollea La domenica delle salme | Fabrizio De André 1994 | Tre allegri ragazzi morti Semifinale | Milo De Angelis La piazza | Paolo Febbraro Aria pubblica | Patrizia Cavalli [Se gli uomini avessero sempre da fare] | Claudio Damiani [Se qualcuno di voi dice «Ma perché non possiamo fare una televisione] | Claudio Damiani (arietta) | Eugenio De Signoribus [Gli oggetti sono cambiati, sono cambiato io] | Maurizio Cucchi Tra le scorie | Massimo Gezzi 569 570 571 572 575 577 578 579 580 582 583 584 585 589 67 | Indice 590 591 592 593 Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1946-2011) [Già da bambino, a vedervi] | Umberto Fiori I segni della fine | Max Manfredi Zeitgeist | Vanni Pierini Il quinto mondo | Lorenzo Jovanotti Default | Giancarlo Consonni Nuovo Coro sulla legalità | Valerio Magrelli La traversata | Maurizio Cucchi 595 597 598 600 601 602 604 Società, mode e tendenze 607 Dateci | Primo Levi Silvia lo sai | Luca Carboni Scanner | Attilio Lolini Tuttologo in tv | Luciano Erba E adesso la pubblicità | Claudio Baglioni Ecce video | Valerio Magrelli Archeologia | Flavio Santi La terra dei cachi | Elio e le Storie Tese Apocalisse per l’acqua | Valentino Zeichen Milano | Andrea Inglese Filovia | Giancarlo Consonni Paesaggio | Eugenio De Signoribus Rap dell’anoressia o bulimia che sia | Elio Pagliarani Tempi di guerra | Giuliano Gramigna [Sono indecise se alzare le gonne] | Danilo Dolci A vita bassa | Baustelle Claudio P. | Tiziano Rossi Comici spaventati guerrieri | Roberto Vecchioni La spesa | Giovanni Turra Modernità | Alberto Bellocchio L’ora del dilettante | Max Manfredi Summer on a spiaggia affollata | Jacopo Incani 609 610 612 613 614 616 618 619 620 624 625 626 627 628 629 631 632 633 635 636 637 639 Istantanee e dardi amorosi 641 [Per caso mentre tu dormi] | Antonio Porta «Questo è il momento» mi sono detto... | Nelo Risi [Sempre più mi sembri una persona innamorata] | Vivian Lamarque 643 644 645 68 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1946-2011) L’insalata | Vanni Pierini El vé dal scòl | Franca Grisoni Quella donna ha un potere magico | Valerio Magrelli Qui venuta | Tiziano Rossi La costruzione di un amore | Ivano Fossati Amore assurdo | Morgan [Sarebbe certo andato tutto bene] | Patrizia Cavalli [Prima quando partivi dimenticavi sempre] | Patrizia Cavalli Fotoromanza | Gianna Nannini Gay Pride | Franco Buffoni [L’amore è immoto] | Anna Cascella [Tirati su, dai che ti porto a letto] | Patrizia Valduga [Ma che bisogno ha l’amore] | Duccio Trombadori [ll corpo sta alla terra come il cuore all’addio] | Silvia Bre Sotto gli archi di Ancona | Alessandro Moscè Desiderio | Andrea Inglese 646 647 648 649 650 653 656 657 658 660 661 662 663 664 665 666 Epilogo CAROSELLO ITALIANO 667 1861-2011 | Silvia Bre [Ahi serva Italia, di dolore ostello] | Dante Alighieri CXXVIII [Italia mia, ben che ’l parlar sia indarno] | Francesco Petrarca All’Italia | Pietro Bembo All’Italia | Giovanni Guidiccioni Alla patria | Jacopo Marmitta A Dio | Laura Terracina All’Italia | Gabriello Chiabrera All’Italia | Carlo Emanuele I Al duca di Savoia | Fulvio Testi A Roma | Giovan Battista Marino | Per le guerre d’Italia de’ suoi tempi | Carlo Maria Maggi All’Italia | Vincenzo Filicaia All’Italia | Antonio Gatti Ode all’Italia | Scipione Maffei 669 671 671 674 675 676 676 677 678 678 679 681 681 682 683 69 | Indice Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1946-2011) La patria | Pietro Metastasio [Giorno verrà, tornerà il giorno, in cui] | Vittorio Alfieri Alla Repubblica Cisalpina | Giovanni Pindemonte I sepolcri | Ugo Foscolo All’armi! All’armi! | Giovanni Berchet A Francesco Lomonaco | Alessandro Manzoni Marzo 1821 | Alessandro Manzoni La patria | Silvio Pellico All’Italia | Giacomo Leopardi All’Italia | Andrea Maffei La lingua italiana | Terenzio Mamiani Petrarca | Alessandro Poerio L’Italia | Niccolò Tommaseo) La Repubblica | Giuseppe Giusti [Io per l’Italia] | Giuseppe Giusti Le città italiane marinare e commercianti | Aleardo Aleardi Sono italiano! | Carlo Alberto Bosi La patria dell’italiano | Antonio Gazzoletti Inno | Goffredo Mameli La Patria | Giuseppe Bustelli Il canto dell’amore | Giosuè Carducci A Giuseppe Garibaldi | Felice Cavallotti Frammento | Mario Rapisardi [Italia, tu produci ottime cose] | Pompeo Bettini Patria | Giovanni Pascoli Al Re Umberto | Giovanni Pascoli Italia | Sibilla Aleramo [Non è la patria] | Carlo Michelstaedter Italia | Giuseppe Ungaretti Il cielo della patria | Giorgio Vigolo Inno detto dell’Italia serva e libera | Curzio Malaparte All’Italia | Corrado Pavolini Sono un cane italiano | Mario Tobino La mia bella Patria | Rocco Scotellaro La luna dei Borboni | Vittorio Bodini L’Italia | Pier Paolo Pasolini 70 | Indice 684 685 685 686 688 689 689 692 694 696 696 697 698 699 701 702 703 704 705 706 707 709 710 711 711 712 714 714 714 715 716 717 719 720 720 721 Oh mia Patria Versi e canti dell’Italia unita (1946-2011) [Ho imparato negli anni della lotta che cosa significhi] | Luca Canali Alla mia nazione | Pier Paolo Pasolini Canzonetta all’Italia | Gaetano Arcangeli Sempre meno disposto a infiammarmi | Nelo Risi Il dolce Paese | Sergio Endrigo Ipotesi II | Eugenio Montale Lìberati Italia | Dario Bellezza Viva l’Italia | Francesco De Gregori Una notte in Italia | Ivano Fossati Povera patria | Franco Battiato Io non mi sento italiano | Giorgio Gaber [Sulla riva dell’epoca, e di questo] | Gianni D’Elia [Italia mia... ho qualcosa da dirti] | Vincenzo Cerami [Un accorgimento del buon gusto] | Valentino Zeichen [In un hotel di Reggio Calabria] | Valentino Zeichen Italia, Italia soprattutto | Valentino Zeichen Canzonetta vecchia maniera per i 150 anni d’Italia | Umberto Piersanti 721 722 722 723 724 724 725 725 726 728 728 732 732 734 735 735 736 APPENDICE 739 Fonti bibliografiche del terzo volume 741 Notizie sugli autori 747 CONGEDO 813 71 | Indice