La Sindrome di Burn out nel professionista infermiere

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La Sindrome di Burn out nel professionista infermiere
La Sindrome di Burn out nel professionista infermiere: Indagine
conoscitiva in un’Unità Operativa di Emodialisi
Katia Manocchi, Leonardo Camoranesi
Ascoli Piceno
INTRODUZIONE:
La complessità dell’assistenza al paziente sottoposto a trattamento renale sostitutivo determina
negli infermieri operanti nel settore, modificazioni degli stili di vita tali da provocare reazioni di
ansia e di depressione in grado d’incidere negativamente sulla soddisfazione lavorativa e sul
loro benessere psico-fisico.1
Lo stress, inteso come una risposta a-specifica dell’organismo ad uno stimolo esterno,insorge
con l’inizio del Burn out e contribuisce a creare uno stato di nervosismo e di eccitabilità emotiva
che interferisce nella relazione d’aiuto infermiere-paziente.2
Burnout e stress sono spesso collegati tra loro nel personale infermieristico.3,4
In un recente lavoro si è osservato che infermieri afferenti all’area chirurgica, che hanno un più
alto carico di pazienti, sono più soggetti a burn out, ed i loro pazienti affrontano un maggiore
rischio di morte evitabile nel post-operatorio.5
In un’altra indagine si è evidenziato come esistano delle componenti di predisposizione
individuale in grado di aggravare lo stato di burn out, fino a sfociare in chiari sintomi depressivi.6
Analogamente variabili quali le situazioni di conflittualità sul lavoro e l’insoddisfazione legata alle
condizioni in cui si svolge la propria attività sono state correlate, tra gli operatori sanitari, sia allo
sviluppo di esaurimento emotivo che alla depressione.7
Pochi dati tuttavia sono attualmente disponibile sul rischio di burnout negli infermieri che
prestano la propria attività nelle unità operative di emodialisi, anche se ben conosciute in
letteratura sono le potenziali cause di difficoltà emotive che possono essere sintetizzate nelle
seguenti classi di variabili:
- rapporti interpersonali con i colleghi e i familiari non sempre positivi e concordanti;
- mancata realizzazione di aspettative lavorative;
-dover conoscere l’utilizzo di un notevole numero di macchine ed attrezzature con la
consapevolezza delle gravi conseguenze in caso di errore;
- coscienza di essere spesso impotenti di fronte ad una patologia quale “l’insufficienza renale
cronica”;
- routine delle attività svolte giornalmente;
- intenso coinvolgimento emotivo dovuto all’interazione tra infermiere ed utente che solitamente
ha numerosi problemi di carattere patologico, fisico, psicologico e sociale non sempre
risolvibili.8
Tutto questo determina una situazione soggettiva di frustrazione e di stress che cronicizzando
possono logorare la sfera emotiva dell’operatore conducendolo al burnout. 9 Nel presente
studio è stato valutato il livello di stress e burnout negli infermieri afferenti all’unità operativa di
emodialisi del Presidio Ospedaliero C.G. Mazzoni di Ascoli Piceno utilizzando il Maslach
Burnout Inventory come strumento di indagine, nel suo adattamento italiano curato da S.
Sirigatti e C. Stefanile. 10
OBIETTIVI DELLO STUDIO
Questa ricerca si è proposta di misurare il fenomeni di disagio psico-fisico del Burnout nell’unità
Operativa di Emodialisi del Presidio Ospedaliero C.G. Mazzoni di Ascoli Piceno, nello specifico:
· la presenza del fenomeno;
· l’intensità del disagio psico-fisico;
· la tipologia del Burnout ;
· analisi delle condizioni di lavoro;
· le aspettative degli operatori sanitari dell’Unità operativa.
MATERIALE E METODI:
L’indagine è stata eseguita mediante questionario distribuito a tutto il personale infermieristico
dell’Unità Operativa di Emodialisi di Ascoli Piceno nel corso del mese di Febbraio, Marzo e
Aprile 2009. Su un totale di ventiquattro infermieri in servizio, sedici hanno aderito alla ricerca.
Il questionario usato per lo studio è il Maslach Burnout Inventory (MBI) specifico per misurare il
grado di stress negli operatori che lavorano nei servizi socio-sanitari. Questo strumento consiste
essenzialmente in un questionario anonimo che necessita di 15 minuti circa per essere
completato,ed è composto da:
- una scheda demografica, in cui vengono richieste informazioni di carattere generale;
- una serie di 22 items, ai quali il soggetto risponde attribuendo un valore numerico variabile da
0 a 6 in base all’intensità di sentimento provato nella circostanza descritta dall’item e seguendo
i criteri di una tabella predefinita.Tabella I
Tab. I rapporto tra valore numerico ed intensità del sentimento descritto dall’item
0
1
2
3
4
5
6
mai
qualche volta
all'anno
una volta al
mese
qualche volta al
mese
una volta alla
settimana
qualche volta alla
settimana
ogni giorno
Ad ognuno dei tre aspetti caratterizzanti la sindrome di burnout,(esaurimento emotivo,
depersonalizzazione, realizzazione personale) è attribuito un gruppo di items di riferimento che
all’interno del test sono presentati in ordine sparso per non influenzare le risposte date dal
soggetto.
Posizionato sotto l’elenco dei 22 items, si trova uno spazio riservato all’esaminatore, dove viene
riportato il punteggio totale ottenuto da ogni gruppo di items.
In base ad una tabella normativa di riscontro il punteggio individuale può essere considerato
alto, medio, o basso. Tabella II
Livello di
Burnout
Tab.II –
Sanità
Basso
Medio
Elevato
Esaurimento Emotivo
<14
15-23
>24
Depersonalizzazione
<3
4-8
>9
Realizzazione Personale
<37
30-36
<29
Categorizzazione dei punteggi alle sottoscale del MBI per la versione italiana
La consegna del questionario, di volta in volta, è stata preceduta da una breve presentazione
per illustrare gli scopi della ricerca. L’intervistatore si è reso disponibile per fornire eventuali
chiarimenti. Il lavoro di ricerca è stato facilitato da una forte disponibilità del personale che ha
collaborato con entusiasmo. L'elaborazione dei dati è stata effettuata mediante l’ausilio di un
programma statistico che ha consentito la conclusione del lavoro.
RISULTATI
Hanno risposto al questionario 16 infermieri (pari al 66%) su un totale di 24 operatori in servizio
presso l’Unità in esame. Le caratteristiche demografiche e professionali dei rispondenti sono
indicate in tabella III e IV.
Tab. III Suddivisione demografica del campione
caratteristiche
campione
del
%
N
uomini
25
(4)
donne
75
(12)
uomini coniugati
75
(3)
Tab. IV Suddivisione del campione in sottoclassi
età del campione
%
20-30
31-40
41-50
> 50
0
56,2 (9)
43.8 (7)
0
durata dell'impiego
%
<1 aa
0
25
50
25
1- 10 aa
11-20 aa
> 20 aa
donne coniugate
66.6
(8)
uomini non coniugati
25
(1)
donne non coniugate
33.4
(4)
N
(4)
(8)
(4)
anni di lavoro nell'attività
attuale
%
<1 aa
1- 10 aa
11-20 aa
> 20 aa
0
31.2 (5)
41.8 (8)
18.0 (3)
L’età media del campione è di 39.3 anni e la fascia d’ età che prevale è quella compresa tra i
31-40 anni; in quest’ultima il 22.3% (2) sono uomini ed il 77.7% sono donne (7).
Le variabili demografiche più significative sono state successivamente messe in relazione con i
fattori del questionario:
- Esaurimento emotivo (EE),
- Depersonalizzazione (DP),
- Realizzazione personale (PA),
rendendo così possibile il confronto tra una condizione personale soggettiva e il livello di
burnout rilevato attraverso lo strumento di ricerca.
Analizzando i dati emerge che il 43.7 % degli infermieri ha un punteggio di burnout più
elevato nella sottoscala depersonalizzazione mentre i livelli più bassi di stress si rilevano nella
variabile esaurimento emotivo. Tabella V
Tab. V rapporto tra il campione e i sottogruppi del MBI
Livello di
Burnout
Esaurimento Emotivo
Depersonalizzazione
Basso
Medio
43.7 (7)
18.7 (3)
37.6 (6)
31.2 (5)
25.1 (4)
43.7 (7)
31.2 (5)
Realizzazione Personale
44 (7)
Elevato
24.8 (4)
L’83% delle donne raggiunge elevati livelli di stress nel sottogruppo EE mentre tra gli operatori
di sesso maschile prevale per il 55% la variabile PA in corrispondenza del valore medio.
Tabella VI
Tab. VI rapporto tra il sesso e i sottogruppi del MBI
LIVELLI DI
BURNOUT E
VARIABILI
DEMOGRAFICHE
Sottogruppi MBI
Realizzazione
Personale
Esaurimento Emotivo
Depersonalizzazione
BASSO
MEDIO
ALTO
BASSO
MEDIO
ALTO
BASSO
MEDIO
ALTO
DONNE
5.5
11.5
83
25
41.7
33.3
37
48
15
UOMINI
12
31
57
50
50
0
29
55
16
Mettendo in relazione i sottogruppi analizzati e l’età degli operatori si evince che i più bassi
livelli di EE si riscontrano per 83.3% nella fascia di età compresa tra i 41-50 anni, mentre la
prevalenza di un elevato livello di DP è più rilevante nella fascia di età compresa tra i 31-40
anni con il 57%.
Si può quindi ritenere, sulla base di quest’ultimo dato che il peso emotivo è maggiormente
tollerato negli operatori più anziani.
Il rapporto tra l’età anagrafica e PA evidenzia che per il 35.5 % gli operatori compresi tra i 3140 anni si sentono meno realizzati. Tabella VI
Tab. VI livelli di stress nelle classi di età
Sottogruppi MBI
LIVELLI DI
BURNOUT E
CLASSI DI ETA'
Realizzazione
Personale
Esaurimento Emotivo
Depersonalizzazione
BASSO
MEDIO
ALTO
BASSO
MEDIO
ALTO
BASSO
MEDIO
ALTO
31-40
26.3
29.3
44.4
10
33
57
35,5
22.7
31.8
41-50
83.3
11
5.4
51
27
22
29
35
36
I soggetti con elevato livello di stress sono per l' 83.4% sono coniugati, mentre i single
rappresentano il 16.6%, si può quindi rilevare che chi ha famiglia può sviluppare una quantità di
stress emotivo maggiore rispetto a chi invece vive da solo. La relazione tra la realizzazione
personale e lo stato civile non ha riportato differenze significative
Tabella VII
Tab. VII livelli di stress e stato civile
Sottogruppi MBI
LIVELLI DI BURNOUT
Esaurimento Emotivo
E STATO CIVILE
Depersonalizzazione
Realizzazione
Personale
BASSO
MEDIO
ALTO
BASSO
MEDIO
ALTO
BASSO
MEDIO
ALTO
Soggetti coniugati
18.6
8.0
83.4
12
35
53
34
32.7
33.3
Soggetti non
coniugati
16.6
11
5.4
49
25
26
33
31
36
Analizzando i dati dell’esaurimento emotivo e della depersonalizzazione confrontati con gli anni
di servizio nel settore, possiamo affermare che il livello di Burnout alto ha una frequenza
maggiore negli operatori che hanno dai 11 agli 20 anni di servizio rispettivamente per il 57% e
per il 38.5%. La relazione intercorrente tra la variabile e la realizzazione personale evidenzia
bassi livelli nel 28% degli operatori che hanno dai 21- 37 anni di servizio e per il 20% dal
personale compreso nella fascia di età 11-20.
Tabella VIII
Tabella VIII livelli di burnout e anni di servizio
Sottogruppi MBI
LIVELLI DI BURNOUT
E ANNI DI SERVIZIO Esaurimento Emotivo
Depersonalizzazione
Realizzazione
Personale
BASSO
MEDIO
ALTO
BASSO
MEDIO
ALTO
BASSO
MEDIO
ALTO
1- 10 aa
26.1
29.7
44.2
30
33
37
15,5
22.7
51.8
11-20 aa
30
13
57
34.5
27
38.5
20
39
41
> 20 aa
30.3
29.7
40
40
43
17
28
30
42
La relazione fra l’esaurimento emotivo e il numero di anni effettuati nella stessa Unità Operativa
non è risultato significativo. Analizzando la distribuzione della variabile nel campione e
mettendolo in relazione con la scala della depersonalizzazione si evince che il livello più alto di
burnout si verifica nel periodo di lavoro compreso fra i 11 e gli 20 anni (61,9%), sempre nella
stessa classe risulta la più bassa incidenza di realizzazione personale (23,3%).
DISCUSSIONE-CONCLUSIONE
I dati della nostra ricerca evidenziano che il 37,4% dei soggetti esaminati rientra nei parametri
della sindrome di burnout definita in base ai criteri del M.B.I.
La casistica esaminata e le fonti bibliografiche consultate sottolineano che il burnout
rappresenta una fonte di disagio psicologico in ambito lavorativo da non sottovalutare, in quanto
può determinare numerosi problemi per il soggetto colpito, l’azienda e la società.
Questa ricerca, anche se limitata, consente di riconoscere molti fattori di rischio per la
condizione di burnout, in modo tale da preservare un normale svolgimento dell’attività
infermieristica.
Nel lavoro eseguito, è stata posta attenzione al personale infermieristico che opera in un centro
di emodialisi potenzialmente a rischio burnout soprattutto perché si occupa di pazienti critici ai
quali sono dovute attività terapeutiche molto complesse.
Le strategie di “coping” nei confronti del burnout dovrebbero essere orientate, per quanto
possibile, alla prevenzione e alla individuazione delle cause di insorgenza più che al trattamento
del problema stesso una volta insorto. Tuttavia, anche in questo caso esistono possibilità di
cura, individuabili soprattutto in un supporto psicologico fornito da personale competente o nella
formazione di “gruppi di mutuo-aiuto” tra operatori che condividono le stesse difficoltà emotive.
È importante quindi che agli infermieri, come a tutti gli operatori potenzialmente a rischio di
burnout, venga applicata, da parte delle dirigenze aziendali, una politica preventiva nei confronti
di questo grave problema e siano adeguatamente informati e formati, da parte di personale
competente, a riconoscere e combattere gli elementi di criticità che, potenzialmente, sono in
grado di determinare l’esaurimento delle “forze psicologiche” di un individuo.
BIBLIOGRAFIA:
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10) Stefanile C. Christina Maslach: a proposito di “burnout syndrome”.Bollettino di Psicologia
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