casa e scuola di comunione

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casa e scuola di comunione
A R C I D I O C E S I
D I
B E N E V E N T O
CHIESA
casa e scuola
di comunione
Linee
programmatiche
ed ipotesi
operative
ANNO
PASTORALE
2009-2010
Relazione
Premessa
Il presente lavoro è una sintesi del percorso di riflessione e condivisione pastorale che si è sviluppato nel corso dell’ultimo convegno pastorale diocesano sul tema “Dal
segno alla… vita. Liturgia fede condivisa, celebrata e vissuta” e dell’incontro di programmazione svoltosi a Matrice, al quale hanno partecipato i direttori degli uffici diocesani, responsabili dei vari ambiti pastorali.
Il lavoro di confronto e la sintesi che ne scaturisce rappresentano un’ulteriore tappa del cammino che la diocesi sta affrontando sul piano della programmazione. Il piano pastorale triennale “Chiesa, casa e scuola di comunione”, che ha visto convergere, nell’anno appena trascorso
(primo della sua applicazione), ogni attività sul tema della Parola, prosegue nell’itinerario prefissato puntando l’attenzione sulla Liturgia per poi concludersi l’anno prossimo con il tema della Carità.
L’opuscolo ha l’obiettivo di illustrare, in maniera sintetica, il programma pastorale dell’anno con le conseguenti
ricadute operative. Dopo la relazione introduttiva dell’arcivescovo, mons. Andrea Mugione, saranno delineate le
linee programmatiche per l’anno 2009/2010 con una distinzione per settori e successivamente saranno presentate le eventuali attività da realizzare.
Occorre tener ben presente che il testo è uno strumento di lavoro. Esso viene offerto alle singole comunità parrocchiali, alle unità pastorali, ai vicariati perché
vi trovino gli spunti necessari per il percorso pastorale
del prossimo anno.
A cura dell’Ufficio Pastorale Diocesano
Piazza Orsini, 31 - 82100 Benevento
Tel. 0824.323379
E-mail: [email protected]
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Dalla Parola rivelata e incarnata
alla Parola celebrata
MONS. ANDREA MUGIONE
Arcivescovo Metropolita di Benevento
1. Dopo l’anno della Parola rivelata - annunciata - depositata nelle Scritture, ci apprestiamo a vivere l’anno della Parola celebrata nella liturgia e nei sacramenti.
Le nostre comunità hanno messo la Parola al centro dell’anno pastorale 2008-2009. Occorre che il primato della Parola sia sempre vissuto anche
se dobbiamo confessare che ancora non lo è pienamente. La nostra vita è
lontana dal potersi dire nutrita e regolata dalla Parola. Forse lo è nelle intenzioni ma non nelle attuazioni. La Parola di Dio risuona anche nella Liturgia e, così, ci disponiamo in questo nuovo anno pastorale 2009-2010, ancora all’ascolto, mentre celebriamo i sacramenti in quest’anno dedicato alla liturgia.
2. Nella costituzione dogmatica “Sacrosanctum Concilium” è scritto: “Massima è l’importanza della Sacra Scrittura nella celebrazione liturgica. Da essa si
attingono le letture con i salmi; del suo afflato e del suo spirito sono permeate le preci e le orazioni, gli inni… E’ necessario che venga favorita quella soave e viva conoscenza della Sacra Scrittura” (n. 24).
Nella liturgia Dio parla al suo popolo e Cristo annuncia ancora il suo
Vangelo; il popolo a sua volta risponde a Dio con il canto e la preghiera (n.
33). La Parola è orientata ed orienta ai sacramenti e, in particolarissimo
modo, alla Eucaristia. Qui, nel nostro pellegrinaggio, c’è un luogo privilegiato dove la Parola salvatrice risuona con efficacia sacerdotale: la sacra liturgia.
Il Santo Padre Benedetto XVI, nell’udienza generale del mercoledì 1 luglio 2009, a proposito dell’anno sacerdotale, ha affermato:“la Parola e il Sacramento sono le due fondamentali colonne del servizio sacerdotale” auspicando di curare che l’anno sacerdotale costituisca una opportunità di
rinnovamento interiore e, conseguentemente, di saldo rinvigorimento nell’impegno per la propria missione.
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Relazione
Relazione
Icona dei discepoli di Emmaus
3. Possiamo distinguere in questa meravigliosa pagina evangelica una fase
previa e quattro tappe di un unico itinerario comunitario verso la santità, l’unità e la missione.
La fase previa: è la decisione dei discepoli di mettersi in cammino.
Prima tappa: incontro concreto con Cristo. E’ Lui che si avvicina e si fa incontrare.
Seconda tappa: illuminazione della Parola di Dio. Gesù interroga e poi crea
spazi di parola, di riflessione e di ascolto e mette i discepoli davanti alla Parola. E’ Lui la Parola che illumina e riscalda, accende la speranza e suscita la richiesta dei discepoli:“rimani con noi”.
Terza tappa: la frazione del pane. Lo riconobbero nello spezzare il pane. Si
tratta della riscoperta di Cristo nel suo mistero profondo. Riscoprire la presenza salvante di Cristo nei sacramenti e nella vita.
Quarta tappa: la missione. Il ritorno alla comunità per condividere la stessa
fede nella resurrezione di Gesù e la stessa esperienza della missione. E’ l’impegno a trasmettere la propria esperienza e aiutare altri a viverla.
4. Nella pagina evangelica sono indicati due elementi essenziali della presenza di Cristo Signore: quello della Parola e quello dell’Eucaristia. La celebrazione eucaristica è la più alta forma di preghiera che la Chiesa conosca: “fons
et culmen” di tutta la sua vita.
Cristo camminava con loro spiegando in tutte le Scritture ciò che si riferiva a
Lui. Cristo è il protagonista, l’oggetto, il filo conduttore della Scrittura. Ma gli occhi dei discepoli si aprirono quando Gesù si rivela anche nello spezzare il pane.
A noi che non abbiamo conosciuto Cristo nella carne, a noi che non abbiamo avuto la possibilità di contemplarlo e ascoltarlo fisicamente, San Luca ci assicura che possiamo incontrarlo alla mensa della Parola e della Eucaristia. Lo
spiegare la Parola e spezzare il Pane è una sublime epifania di Cristo. Ogni celebrazione eucaristica è celebrazione del mistero pasquale. E’ sempre apparizione pasquale; è un incontro con Cristo; è una esperienza di fede e di amore.
La Parola della Scrittura, quando risuona nelle celebrazioni liturgiche, costituisce uno dei modi della reale, misteriosa, indefettibile presenza di Cristo tra
noi.“Egli è presente nella sua Parola giacché è Lui che parla quando nella Chiesa si legge la Sacra Scrittura” (Sacrosanctum Concilium, 7). Cristo è sempre presente nella sua Chiesa e in modo speciale nelle azioni liturgiche.
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Cristo Sacramento - Chiesa Sacramento
Liturgia = Sacramento
5. Dio ci parla, rivela il suo disegno, comunica il suo amore. La Parola al culmine della rivelazione si è incarnata nel volto amabile di Gesù di Nazareth: segno e sacramento visibile dell’amore invisibile di Dio per l’umanità. Il termine
“sacramento” originariamente fu usato per designare il battesimo conosciuto
come “mistero” della Iniziazione cristiana. E’ segno che manifesta ed attua in
un modo sensibile una realtà soprannaturale e invisibile.
Gesù è il primordiale – fontale sacramento della salvezza (Sacrosanctum
Concilium, 4),“il grande sacramento della pietà”, come lo definisce San Paolo
(1Tm 3,16). E’ il dono supremo offerto dalla misericordia del Padre per guarire
l’uomo ferito dal peccato. Gesù è il primo sacramento salvifico perché la sua
natura umana è l’elemento sensibile che contiene e comunica la vita divina, di
cui Gesù è la pienezza.
La Chiesa è il sacramento universale della salvezza che viene da Gesù,“è
in Cristo come un sacramento o segno e strumento dell’intima unione con
Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (Lumen Gentium, 1). La Chiesa è
sacramento di salvezza perché è una realtà sociale – visibile arricchita dalla presenza invisibile di Gesù Cristo e animata dallo Spirito Santo che la rende Madre e Maestra di santità. La Chiesa è una manifestazione visibile di Gesù Cristo come Gesù Cristo è la manifestazione visibile del Padre. La vita di
Gesù circola nella Chiesa. Qui c’è la permanenza e la sua azione in senno all’umanità. La vita del Redentore trova la sua espressione più alta nella liturgia che rivive i gesti salvifici di Cristo e continua la lode perenne di Cristo al
Padre a nome dell’umanità.
6. La Liturgia è il sacramento complessivo della salvezza che procede da
Gesù e dalla Chiesa. La liturgia è l’insieme dei segni visibili che hanno efficacia divina essendo i gesti salvifici di Gesù Cristo che agisce nella sua Chiesa e nei suoi ministri. Tra questi riti eccellono i sette maggiori e principali
segni o sacramenti di santificazione. Tutta l’economia salvifica è sacramentale. In particolare la Sacrosanctum Concilium ci ricorda l’importanza del mistero eucaristico, mistero dell’amore di Gesù:“tutte le celebrazioni liturgiche
sono intimamente connesse con l’Eucaristia. Con la celebrazione eucaristica
istituita da Gesù, grande preghiera di ringraziamento, celebriamo il memoriale perenne della sua passione, morte e resurrezione redentrice. E’ il sacra-
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Relazione
Relazione
mento che perpetua nei secoli il suo sacrificio, l’offerta della propria vita. E’
quindi il sacramento di pietà, segno di unità, vincolo di carità, convito pasquale” (n. 47).
La Liturgia
7. Il Concilio Vaticano II ha proposto dei cammini e dei fini alla Chiesa. Un
primo fine è quello ascetico: portare a sempre maggiore intensità la vita cristiana dei fedeli, un cammino e programma di santificazione. Un secondo fine
è quello pastorale: adattamento delle istituzioni ai bisogni del nostro tempo;
come annunciare il Vangelo qui e oggi. A questi si aggiungano il fine missionario e quello ecumenico.
Per attuare questi grandi compiti la liturgia ha un ruolo essenziale ed insostituibile perché mediante la liturgia, specialmente nel sacrificio eucaristico,
si attua l’opera della nostra redenzione. E’ grande merito del Concilio aver riproposto alla chiesa l’autentica visione della liturgia. Essa è la prima fonte della vita divina a noi comunicata e prima scuola della nostra vita spirituale.
Ma dopo più di mezzo secolo dalla conclusione del Concilio la riforma liturgica con i suoi principi, orientamenti e norme, non è stata ancora recepita
completamente. Forse è mancata anche qui da noi la formazione liturgica tanto auspicata (Sacrosanctum Concilium, nn. 14-21).
8. Il Cardinale Antonio Cañizares Llovera, nella relazione tenuta al nostro
Convegno Pastorale Diocesano del 17 giugno u. s., ha ribadito che:“nella storia
del post-concilio la costituzione sulla liturgia non è stata certamente capita a
partire dal fondamentale primato di Dio e dell’adorazione […]. In questi momenti della storia ravvivare e rafforzare il senso e il genuino spirito della Sacra
Liturgia nella coscienza e nella vita della Chiesa è urgente […]. La Chiesa, la
comunità e i fedeli cristiani avranno vigore e vitalità solo se vivono della liturgia, se si abbevereranno a questa fonte […]. In definitiva se vogliamo una Chiesa presente nel mondo, capace di rinnovarlo e trasformarlo conforme al volere
di Dio […] è necessario che sia, prima e soprattutto, una Chiesa che viva secondo quanto affermato dalla Sacrosanctum Concilium”.
9. La Liturgia fa la Chiesa perché edifica la comunità per formare “un tempio santo del Signore, un’abitazione di Dio nello Spirito fino a raggiungere la
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misura della pienezza di Cristo” (Sacrosanctum Concilium, 2). Ma la Chiesa popolo di Dio non è solo destinataria dell’azione di Cristo che nella liturgia e attraverso di essa parla ed agisce con dono dello spirito per edificarla nella comunione, ma è anche protagonista. Per cui si afferma anche, per indicare il rapporto Liturgia e Chiesa, che la Chiesa fa la Liturgia.
La Liturgia è insieme il culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutta la sua virtù … Dalla liturgia e, particolarmente dall’Eucaristia, deriva in noi, come da sorgente la grazia e si ottiene
con la massima efficacia quella santificazione degli uomini e glorificazione di
Dio in Cristo verso la quale convergono, come a loro fine, tutte le altre attività
della Chiesa (Sacrosanctum Concilium, 10).
Per questo l’invito ai pastori e ai fedeli a prendere parte consapevolmente,
attivamente e fruttuosamente (Sacrosanctum Concilium,12). Soprattutto i pastori di anime “curino con zelo e pazienza la formazione liturgica come pure la
partecipazione attiva dei fedeli sia interna che esterna (Sacrosanctum Concilium, 19). La Liturgia merita il primo posto perché è la più sublime espressione dei nostri rapporti con Dio e della nostra vita religiosa.
Santità
10. Nella liturgia viene resa a Dio una gloria perfetta e gli uomini vengono
santificati. Cristo associa sempre a Sé la Chiesa, sua sposa amatissima, la quale prega il suo Signore e per mezzo di Lui rende culto all’Eterno Padre … Nella liturgia “per mezzo di segni sensibili viene significata e realizzata la santificazione dell’uomo” (Sacrosanctum Concilium, 7).
I sacramenti sono ordinati alla santificazione degli uomini, alla edificazione del Corpo di Cristo e, infine, a rendere culto a Dio …. Non solo suppongono la fede, ma con le parole e gli elementi rituali la nutrono, la irrobustiscono
e la esprimono; perciò vengono chiamati “sacramenti della fede” (Sacrosanctum Concilium, 50).
Per salvare questa nostra terra ci vogliono i santi. Occorre essere i santi di
questo nuovo millennio. Giovanni Paolo II nella Novo Millennio Ineunte al numero 31 ha indicato nella santità la priorità pastorale. Desidero che anche la
nostra Chiesa locale durante il corso di questo nuovo anno pastorale s’impegni
a camminare sulla via della santità. Infatti il 2010 sarà per la nostra Arcidiocesi l’“anno della santità” perché celebreremo tre importanti avvenimenti: il cen-
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Relazione
tenario dell’ordinazione presbiterale di San Pio da Pietrelcina (1910 - 10 agosto - 2010), il terzo centenario della nascita di San Pompilio Maria Pirrotti (1710
– 29 settembre – 2010) e la preparazione alla futura beatificazione di Teresa
Manganiello (1849-1876) che il 3 luglio u. s. il Santo Padre Benedetto XVI ha
dichiarato venerabile. Ringraziamo il Signore che sta continuando a guardare
con occhio di predilezione la nostra comunità diocesana. La celebrazione di
questi eventi straordinari deve essere per tutti noi un forte stimolo a scegliere
la santità “come misura alta” della nostra ordinaria vita cristiana. Auspico che
volgendo la nostra riflessione a San Pio, a San Pompilio e alla venerabile Teresa Manganiello tutta la nostra Chiesa locale dia il primato alla vita spirituale e
tutti vivano in una conversione continua. Essa è opera divina ed umana, personale e comunitaria, etica e sociale, pastorale e spirituale, ecclesiale ed istituzionale.
11. La santità è il fine che muove tutta la vita cristiana e la presenza di questo fine dà senso alle scelte e alle attività che si compiono.“Questa è la volontà
di Dio, la vostra santificazione” (Cfr. 1Ts 4, 3). La santità è la prospettiva in cui
deve porsi tutto il cammino pastorale e resta più che mai una urgenza della
pastorale. La nostra santità ha una fonte, è agganciata alla santità di Cristo. Lui
è il santo di Dio.“Signore da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che Tu sei il santo di Dio (Cfr. Gv 6, 68-69). Lui è la
vita e noi i tralci. Lui è la sorgente noi i rivoli. Lui il capo noi le membra”.
La santità di Cristo è una santità assoluta e vissuta nella sua umanità senza peccato nell’assoluta obbedienza alla volontà del Padre. E noi apparteniamo a Lui, siamo sua proprietà.“Gesù non solo è il Santo di Dio ma comunica,
dona a noi la sua santità. Questo dono di santità, per così dire oggettiva, è offerta a ciascun battezzato” (Cfr. Novo Millennio Ineunte, 30).“Egli è diventato
per noi sapienza, santificazione e redenzione” (Cfr. 1Cor 1,30).
12. Il Concilio Vaticano II ha dedicato il capitolo V della Costituzione dogmatica sulla Chiesa alla vocazione universale alla santità. Essa non è un lusso,
un privilegio per pochi eletti. E non “per conferire una sorta di tocco spirituale
all’Ecclesiologia di comunione, ma piuttosto per farne emergere una dinamica
intrinseca e qualificante. La riscoperta della Chiesa come mistero, ossia come
popolo adunato nell’unità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, non poteva non comportare anche la riscoperta della sua santità intesa nel senso fondamentale dell’appartenenza a Colui che è per antonomasia il Santo, il tre vol-
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te Santo” (Cfr. Is 6,3; Novo Millennio Ineunte, 30). Questo appello alla santità è
il più necessario ed urgente. Ma purtroppo è proprio quello che rischia di più
di essere trascurato. Noi siamo chiamati ad essere santi. Ma cosa ci manca ancora se siamo stati già santificati in Cristo? Paolo ci dà una risposta nell’indirizzo di saluto alla chiesa che è in Corinto quando afferma che scrive “a coloro
che sono stati santificati in Cristo Gesù, chiamati ad essere santi insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore, nostro Gesù Cristo Signore nostro e loro” (Cfr. 1 Cor 1,2).
13. Allo stupendo dono, alla buona novella che la santità di Cristo è nostra
segue immediatamente l’appello a diventare santi. Nessuno ha in sé la santità.
Tutti la riceviamo da Cristo. La santità richiestaci non è una santità da aggiungere a quella ricevuta da Cristo tramite la fede e i sacramenti, ma da mantenere, sviluppare e manifestare nella vita quella stessa santità ricevuta.
La santità non è opera di virtù umane, ma grazia e dono che si traduce a
sua volta in un compito che deve governare l’intera esistenza cristiana. È un
impegno che non riguarda solo alcuni cristiani, ma tutti, tutti insieme (Novo
Millennio Ineunte, 30).“Ad immagine del Santo che vi ha chiamati, diventate
santi anche voi in tutta la vostra condotta, perché sta scritto:Voi siete santi perché io sono santo” (1Pt 1, 15-16). Il settore della santità esige una chiara testimonianza cristiana perché ritrovi qualità, spirito di servizio, unità di intenti. Di
fronte ai santi della nostra amata Chiesa Beneventana, santi efficaci e luminosi, mi sembra più che mai opportuno elaborare il nostro piano pastorale diocesano partendo dalla santità come strada certa che conduce alla felicità. Non
potremo essere felici se non saremo santi. E solo se siamo santi saremo anche
felici. Risvegliamo il desiderio di santità che ognuno di noi ha ricevuto nel giorno del battesimo. Rinnoviamo il proposito di impegnarci nel cammino di santità in modo da vivere con nuovo e rinnovato entusiasmo la vocazione alla santità. Rimettiamoci in cammino in questo nuovo anno liturgico e pastorale che
ci attende e che ci offre le tappe e i mezzi per sostenerci nella santità. San Pio
da Pietrelcina, immagine vivente di Cristo crocifisso, San Pompilio, grande maestro ed esperto di vita spirituale,Teresa Manganiello, giovane laica tutta di Dio,
accompagnino il nostro cammino pastorale e di vita cristiana con l’efficacia della loro potente intercessione.
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Obiettivi e strategie
Linee programmatiche generali
Il programma pastorale dell’anno 2009 – 2010, come già accennato in precedenza, secondo del triennio che prevede l’animazione e la realizzazione del
progetto pastorale “Chiesa, casa e scuola di comunione”, dopo l’anno dedicato
alla Parola, sarà strutturato puntando l’attenzione sul tema della Liturgia.
Si tratta di una scelta operativa obbligata che, in un certo senso, rappresenta
la naturale prosecuzione degli obiettivi prefissati, perché, come sottolineato
dall’arcivescovo nella relazione introduttiva, nella Liturgia Dio parla al popolo
e annuncia ancora il suo Vangelo.
Lo stesso cardinale Antonio Cañizares (Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e dei Sacramenti), nell’intervento tenuto all’ultimo convegno pastorale
diocesano, ha sottolineato che è urgente ravvivare e rafforzare il senso e il genuino spirito della Liturgia nella vita della Chiesa,così come è fondamentale una maggiore formazione liturgica e una partecipazione attiva dei fedeli.
Di conseguenza, per la definizione del programma pastorale, si è posta attenzione al tema specifico, sia sul piano della riflessione che della realizzazione pratica. Ma poiché il piano delle attività dell’anno, pur avendo un tema
di fondo, si inserisce, come già accennato, in un cammino di programmazione triennale, è chiaro che nella descrizione degli obiettivi specifici se ne ritroveranno alcuni già delineati nel precedente opuscolo operativo relativo all’anno 2008-2009. Questo, chiaramente, dipende dal fatto che esiste un proseguimento concettuale e operativo del percorso intrapreso (essendo il piano triennale), ma anche dalla constatazione (emersa durante il confronto a
Matrice) che parte degli obiettivi prefissati precedentemente, non hanno avuto piena attuazione.
Le motivazioni addotte da parte degli operatori pastorali per spiegare il non
raggiungimento degli obiettivi sono quasi tutte riconducibili alla novità del lavorare per progetto e quindi alla difficoltà, in alcuni casi, di rispettare le tabelle di marcia temporali.
Per tali ragioni, dunque, parte degli obiettivi di seguito riportati, sono stati ripresi dalla programmazione precedente e declinati in quella del 2009-2010 pur
tenendo conto della specificità del tema dell’anno pastorale.
• Maggiore attenzione alla formazione sul tema della liturgia
Con lo scopo di promuovere la partecipazione attiva e consapevole dei fe-
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Obiettivi e strategie
deli e soprattutto per mettere le basi per realizzare percorsi di educazione
alla fede.
(Lettura della Costituzione “Sacrosanctum Concilium”, Note della Cei sul
Rinnovamento Liturgico in Italia, rubriche Prenotanda del Nuovo Messale e documento Cei “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che
cambia”).
• Riscoperta del legame tra liturgia e pietà popolare
Prevedere uno studio approfondito della pietà popolare, serbatoio di fede
ma spesso anche di devozionismo che va riscoperto attraverso la rieducazione delle forme liturgiche in cui si esprime.
• Maggiore coinvolgimento del mondo laicale
E’ importante valorizzare il laicato già formato e renderlo partecipe e coprotagonista delle programmazioni e delle azioni pastorali.
• Rilancio delle altre forme liturgiche
E’ necessario rilanciare le altre forme liturgiche presenti nella Chiesa oltre
alla Messa (Adorazione Eucaristica, Liturgia delle Ore ecc.).
• Elaborazione di percorsi condivisi con il territorio
Prevedere iniziative e programmazioni congiunte con altri soggetti operanti sul territorio; sottolineare in particolari momenti liturgici, l’aggancio
con la realtà sociale per avvicinare fede celebrata e vissuta.
Da questi obiettivi emergono le strategie operative concrete:
• Programmare corsi di formazione con lo scopo innanzitutto di favori-
re la crescita degli animatori liturgici.
E’ importante prevedere incontri diocesani, zonali o parrocchiali con lo scopo di tradurre nei linguaggi più vicini al mondo laicale i segni della liturgia
al fine di favorire la piena partecipazione dei fedeli alle celebrazioni; inoltre è fondamentale sottolineare l’importanza per la cura delle azioni liturgiche.
• Formare una equipe di animazione pastorale-liturgica coinvolgendo laici impegnati nelle parrocchie e nelle associazioni.
Il gruppo avrà il compito di collaborare con gli uffici diocesani specifici, nelle attività di programmazione pastorale, nell’organizzazione di giornate dio-
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Obiettivi e strategie
cesane, nel promuovere confronti operativi nelle parrocchie al loro interno
e di verifica in incontri zonali e nel programmare eventi con impatto sociale in collaborazione con altri soggetti operanti sul territorio.
• Formare una equipe che elabori sussidi per le parrocchie:
- schede per gli incontri formativi;
- tracce di catechesi bibliche;
- schemi per novene, incontri di preghiera, catechesi.
Il gruppo si avvarrà della collaborazione dell’ufficio pastorale, di quello liturgico e per le comunicazioni sociali, per quanto riguarda l’aspetto di realizzazione pratica dei sussidi. Per i contenuti si avvarrà inoltre della collaborazione dei sacerdoti e dell’Istituto Teologico e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose e degli studenti di teologia del seminario.
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Ambiti operativi
Per un lavoro comune
Pur essendo obiettivo specifico dell’azione progettuale diocesana quello di
realizzare una pastorale integrata e/o di insieme che organizzi tutte le azioni e
metta insieme la diversità, è ovvio che non bisogna sottovalutare le stesse diversità. Nell’azione programmatica occorre contemperare le due dimensioni,
quella unitaria e quella settoriale, partendo dal presupposto che la riflessione
specifica nei diversi ambiti sia poi presupposto per un lavoro comune verso l’obiettivo generale dell’evangelizzazione e la definizione di un piano di azione nel
quale, attraverso la propria originalità, ognuno può contribuire al bene di tutti.
Ecco perché lo stesso incontro di Matrice si è svolto tenendo conto di questi presupposti e si è articolato, in una prima fase, distinguendo i vari ambiti
per poi arrivare alla riflessione e alla programmazione in comune. La stessa suddivisione per ambiti caratterizzerà il lavoro futuro del coordinamento pastorale diocesano.
Il confronto di Matrice, impostato come occasione di valutazione del percorso svolto nell’anno pastorale trascorso e come momento programmatico, ha
offerto importanti spunti di riflessione e piste operative concrete. Va sottolineato che non tutti gli ambiti pastorali erano rappresentati all’incontro di programmazione di Matrice, tuttavia è da considerare che si tratta di esperienze
nuove, anche di suddivisioni operative recenti che vanno ancora assimilate. L’incontro è stato comunque fruttuoso e la scelta metodologica di organizzare il
confronto per ambiti si è rivelata positiva e ben accetta da tutti i partecipanti.
Di seguito sarà riportato quanto emerso a Matrice sia sul fronte della valutazione che su quello della programmazione. Le sintesi dei vari settori vanno
però considerate come un momento di lavoro comune dal quale sono emersi
gli obiettivi e le attività generali per il programma del prossimo anno. E’ chiaro che ogni singolo ufficio ha un piano di attività particolareggiato che non
verrà riportato in questa sede, tuttavia è utile ribadire che anche le singole e
specifiche attività saranno in linea con il tema dell’anno.
Va inoltre sottolineato che poiché il settore Curia, con le sue articolazioni,
ha un ruolo tecnico specifico, in questa sede non viene riportata la programmazione dettagliata dello stesso. E’ importante però ribadire la sua funzione di
supporto alle attività degli altri ambiti operativi. Prima di analizzare quanto
emerso nel lavoro di confronto, vale la pena riportare la distinzione dei settori
pastorali e i relativi uffici di riferimento.
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Ambiti operativi
SETTORE PASTORALE
Ambiti operativi
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Ufficio Pastorale
Ufficio Pastorale Giovanile
Ufficio Comunicazioni Sociali
Ufficio Pastorale Familiare
Consulta Laicato
Ufficio Liturgico
Ufficio Vocazioni
Ufficio Missioni
Ufficio Catechistico
Ufficio Confraternite e Comitati Feste
Ufficio Ecumenismo e Dialogo interreligioso
Ufficio Tempo libero, Spettacolo, Sport e Turismo
SETTORE CURIA
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Biblioteca
Studio Teologico
Centro di Cultura Università Cattolica
Museo Diocesano e Musei Parrocchiali
Scuola Cattolica
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Economato
Cancelleria
Ufficio Tecnico
Ufficio Giuridico
Settore Pastorale
SETTORE SACERDOTALE • Seminario
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SETTORE CARITÀ
SETTORE CULTURA
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Vita Consacrata
Gruppo preti giovani
Istituto Sostentamento Clero
Casa del Clero
Unione Apostolica del Clero
Faci
Diaconato
Sovvenire
Formazione permanente del Clero
• Ufficio Caritas
• Associazioni di Volontariato
• Ufficio Pastorale del Malato
• Migrantes
• Pastorale Carceraria
• Ufficio Pastorale Lavoro e Problemi Sociali
• Ufficio Beni Culturali
• Ufficio Scuola
• ISSR
Gli operatori del settore, nel corso del confronto, hanno inizialmente analizzato le problematiche che hanno impedito o rallentato il raggiungimento
degli obiettivi prefissati nel piano pastorale, relativamente all’anno trascorso.
Oltre alle difficoltà operative concrete, sono emersi problemi che riguardano motivazioni profonde che si è scelto di riportare in maniera sintetica:
• Assenteismo dei sacerdoti agli appuntamenti (in particolare al coordinamento) o presenza demotivata
• Scoraggiamento
• Difficoltà comunicativa
• Eccessiva clericalizzazione: scarso coinvolgimento dei laici, manca il confronto (anche negli organismi dove è prevista la loro presenza di fatto poi
gli stessi mancano)
• Eccessiva burocratizzazione: troppi incontri (dove oltretutto partecipano
sempre le stesse persone)
• Scarsa comunicazione sia tra gli uffici sia verso l’esterno.
Analizzati i problemi si è definito successivamente su cosa sia importante
puntare l’attenzione:
• Rivalutare i rapporti e le relazioni umane, base dalla quale non si può prescindere per qualsiasi azione pastorale.
• Rinsaldare la comunione: fare le cose insieme non basta. È ormai chiara
a tutti la strategia operativa del lavorare insieme, ma non è stata ancora interiorizzata.
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Ambiti operativi
Ambiti operativi
• Rivalutare il ruolo dei laici creando spazi di condivisione e mettendoli in
grado di partecipare alle attività pastorali con orari adeguati. Inoltre occorre coinvolgere laici che siano seriamente motivati, ma anche competenti e
non persone di buona volontà reclutate all’ultimo momento.
• Realizzare una metodologia operativa basata su una progettualità che parta da un sistema di premesse comuni.
• Trovare spazi di condivisione reale.
• Tentare percorsi di rimotivazione sia tra sacerdoti che tra laici.
• Verificare se chi ha un incarico, ha volontà di proseguire e possibilmente
con entusiasmo.
• Creare occasioni di confronto per raccontare testimonianze di coerenza e di
esperienze positive.
Infine sono emerse due proposte concrete:
1. Costituire un gruppo di animazione pastorale diocesano, in cui
siano presenti laici competenti e i cui incontri siano guidati da un esperto
di dinamiche di gruppo e di lavoro a progetto. Il gruppo dovrebbe essere
occasione di confronto, di dialogo e soprattutto cantiere di proposte che
vengano vagliate e inserite nella programmazione del coordinamento e poi
realizzate concretamente nei singoli uffici e settori pastorali.
2. Pensare un progetto pilota del piano pastorale diocesano e
realizzarlo in una parrocchia cittadina. A tale scopo dovrà essere costituita
un’equipe interdisciplinare per progettare un’azione pastorale con obiettivi, attività, tempi, azioni… Il progetto servirebbe a creare una metodologia operativa, a verificare risultati che siano replicabili e a creare una nuova mentalità.
Settore sacerdotale
Nel settore sacerdotale, scarsamente rappresentato nell’incontro di programmazione di Matrice, sono emersi elementi positivi per quanto riguarda
l’aspetto della formazione del clero, in relazione alla buona calendarizzazione
degli incontri, al miglioramento della preghiera durante i ritiri spirituali e alla
presenza di buoni relatori.
Non sono mancate le sottolineature degli elementi problematici, anche in
questo caso riportati in maniera sintetica:
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• Formazione sacerdotale di base (seminario)
• Demotivazione e perdita di entusiasmo da parte di sacerdoti e operatori
pastorali
• Isolamento
• Moltiplicazione degli incontri
• Moltiplicazione delle proposte che spesso non si ha nemmeno il tempo di
attuare, metabolizzare o verificare.
Dall’analisi condivisa delle problematiche sono emerse:
Indicazioni ai sacerdoti
• Trovare momenti e luoghi di comunione non solo a livello diocesano, ma
anche e soprattutto a livello foraniale e personale.
• Maggiore sensibilità per i confratelli e maggiore impegno ad allacciare relazioni fraterne con coloro i quali vivono in maniera più isolata, facendosi
carico delle loro sofferenze, solitudini e delusioni.
Indicazioni al Vescovo
• Sarebbero opportune delle visite personali del Vescovo ai sacerdoti più assenti, più lontani e più demotivati.
• Prendendo lo spunto dall’Anno Sacerdotale, il Vescovo potrebbe preparare
una “lettera ai sacerdoti” che in spirito paterno e familiare avrebbe l’obiettivo di ravvivare il dono ricevuto con l’imposizione delle mani ed invitare
alla comunione e alla partecipazione.
• Chiarire che la partecipazione agli incontri del clero (a tutti i livelli) ha la
priorità su qualsiasi altro impegno ministeriale o pastorale.
Indicazioni alle foranie
• Organizzare un incontro sacerdotale in cui, in spirito di grande fraternità, si
possa discutere sulle ragioni delle assenze e dell’indifferenza e sulle eventuali proposte per la soluzione del problema.
Indicazioni al seminario
• Creare, nel seminario, un ambiente più familiare in cui si insista sull’importanza della comunione e sulla corresponsabilità. Creare un clima di famiglia, di entusiasmo e di partecipazione.
• Educare i seminaristi ad una maggiore partecipazione alla vita della comunità ecclesiale, con un progetto formativo adatto ai tempi e alle necessità.
• Impiegare meglio i tempi di vacanza e i tempi liberi con proposte e progetti formativi adeguati.
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Ambiti operativi
Ambiti operativi
Settore Caritas
L’impegno della Caritas, in una situazione sociale complicata e critica come
è quella attuale, rimane quello di essere sempre più strumenti di una compiuta evangelizzazione che si realizza a servizio della persona nella sua integralità, ponendo attenzione sia ai bisogni materiali sia alle aspirazioni spirituali.
Questo in sintesi quanto emerso nel corso del confronto all’assemblea di Matrice.Tenere insieme solidarietà e spiritualità, due dimensioni dell’unica diaconia della Chiesa, vuol dire non separare la ricerca della fede dalla realizzazione
del bene comune. Ma vuol dire anche una carità non separata dall’annuncio e
dalla celebrazione del culto.
Il servizio della Caritas, in stretto collegamento con tutte le realtà che operano nel settore, è basato su: attenzione ai poveri, rapporto con le istituzioni e
la società civile, educazione alla sobrietà e alla condivisione, promozione del
volontariato.
E’ emerso durante il dibattito di Matrice che la questione della crisi e della povertà, il tema dell’immigrazione e l’odissea dei richiedenti asilo, come
anche il tema della vita e del fine vita, delle carceri, sollecitano sempre più
una riflessione puntuale rispetto al rapporto della Chiesa con le istituzioni civili, senza commistione o sudditanza ma con la consapevolezza di una distinzione fondamentale e necessaria. C’è senz’altro una distinta vocazione
della comunità cristiana e delle istituzioni civili, ma anche una comune responsabilità: quella della costruzione del bene comune, della tutela dei diritti fondamentali delle persone, delle famiglie, delle comunità, senza discriminazioni di nessun tipo.
La Caritas Italiana lavora perché in ogni Caritas diocesana siano presenti ed
efficacemente funzionanti tre strumenti pastorali senza i quali è impossibile rispondere con fedeltà al mandato di servizio ai poveri e di animazione della comunità e del territorio:
1. il centro di ascolto, quale luogo in cui i poveri sono accolti, incontrati
e conosciuti. E’ antenna sulle povertà del territorio, centro di relazioni, strumento pastorale della comunità cristiana per farsi prossima ai bisogni;
2. l’osservatorio delle povertà e delle risorse, che garantisce la tenuta delle informazioni ricevute dai centri di ascolto, componendole con
quelle provenienti da altre fonti, finalizzando lo studio alla comprensione
dei fenomeni delle povertà e alla ricerca delle cause, delle risorse e delle risposte ai molteplici bisogni;
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3. il laboratorio di promozione e accompagnamento delle Caritas parrocchiali, quale strumento di sostegno alle Caritas parrocchiali e l’animazione delle comunità parrocchiali, ambito ordinario dell’attività
pastorale della comunità cristiana, ove coordinare e promuovere l’impegno
caritativo, a partire dalla comprensione dei contesti locali.
A queste attenzioni si aggiunge una significativa attività di documentazione e sussidiazione finalizzata principalmente a strumentare le riflessioni e le
iniziative delle Caritas.
Un secondo ambito di sostegno alle Caritas è quello relativo:
• alla promozione di servizi alla persona, soprattutto rispetto alle povertà
emergenti e trascurate, progettati e realizzati come opere-segno;
• alla valutazione delle politiche sociali - ovviamente al fine di tutelare i diritti dei poveri e promuoverne la dignità - e al dialogo con le realtà ecclesiali e civili impegnate nella promozione umana sul territorio;
• alla promozione del volontariato, alla formazione degli operatori dei servizi in ambito ecclesiale e civile, alla costruzione di particolari percorsi educativi basati sulla prossimità al mondo dei poveri (è il caso, ad esempio, del
Servizio civile volontario dei giovani e delle giovani).
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•
Ecco in sintesi l’elenco delle attività svolte nell’anno appena trascorso:
costituzione e formazione dell’equipe diocesana della Caritas;
potenziamento del centro di ascolto, ubicato al centro diocesi, e prima rilevazione dei dati sulla povertà con relativa pubblicazione su Chiesa Informa;
attivazione dello sportello micro-credito e usura che diventerà lo sportello
del progetto Prestito della Speranza;
firma di protocolli d’intesa (con il Coins per la gestione dei beni confiscati
alla mafia, Banca Etica per prestiti socio assistenziali e micro impresa, Casa
Circondariale di Benevento per l’assistenza ai detenuti, Tribunale per i Diritti dell’Ammalato, Comune di Benevento per la partecipazione all’osservatorio sulla casa);
realizzazione del progetto Opera segno “La Casa di Clara”, sulle tossicodipendenze e affido della gestione all’associazione onlus “Vivere dentro”, finanziata dall’8xMille Nazionale e dai Fondi Cei interventi caritativi diocesani, per la ristrutturazione dell’immobile di Ponte della Sig.na Mancini;
struttura rilevata dalla parrocchia di Paupisi, per la prossima realizzazione
di una casa di accoglienza per minori a rischio;
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Ambiti operativi
Ambiti operativi
• sostegno e accompagnamento alle parrocchie e ai gruppi e movimenti di
volontariato per la promozione della Caritas;
• sostegno a famiglie sfrattate, con contratti di fitto a nome della Caritas Diocesana;
• mensa Caritas con distribuzione di circa 60 pasti quotidiani;
• distribuzione di prodotti Agea;
• sportello di Advocacy;
• sportello lavoro per immigrati e autoctoni;
• accoglienza e sistemazione presso strutture alberghiere di profughi e di richiedenti asilo;
• progetto Policoro;
• progettazione e formazione per i Volontari in Servizio Civile;
• emergenza Abruzzo.
Obiettivo per il prossimo anno pastorale 2009/2010 è quello di potenziare
queste attività con risorse umane ed economiche, ma soprattutto di decentralizzarle perché attualmente esistono solo al centro diocesi senza ricadute operative nelle parrocchie.
Settore Cultura
“Una fede non pensata non è fede”. Questo assioma agostiniano evidenzia
l’importanza dell’aspetto culturale della fede cristiana affinché sia autenticamente umana, capace di incidere nel vissuto quotidiano.
Attraverso le istituzioni culturali diocesane si mira a promuovere una fede
più “pensata” a tutti i livelli. E’ questo l’obiettivo che ha motivato e guidato il
lavoro di verifica e di programmazione di questo settore.
Rispetto alle esperienze proposte e alle attività messe in campo nel trascorso anno pastorale sono emerse le seguenti considerazioni.
• La mostra “Sulla via di Damasco. L’inizio di una vita nuova”, organizzata in occasione dell’anno paolino, ha fatto registrare oltre quattromila presenze e, in
generale, una buona partecipazione anche agli eventi collaterali. Il messaggio dell’apostolo Paolo ha potuto raggiungere e suscitare riflessioni e apprezzamento anche da parte di soggetti che abitualmente non sono troppo
sensibili alla proposta cristiana.Il risultato raggiunto è stato il frutto di un contributo di più istituzioni operanti nell’area culturale, anche se si auspicava una
condivisione più ampia da parte degli altri soggetti coinvolti nel settore.
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• Il ciclo di incontri tenuto da novembre a febbraio e denominato “Liberamente in biblioteca” si presta a una duplice valutazione.
Ha senz’altro offerto al capoluogo di provincia un’occasione di conoscenza
delle biblioteche ecclesiastiche e di riflessione su tematiche attuali di notevole impatto, con la partecipazione e il contributo di relatori di indiscusso spessore scientifico-culturale.
Ma tale proposta non ha sortito le sperate risonanze all’interno di tutto il
territorio diocesano e, contestualmente, i notevoli sforzi profusi per l’organizzazione non sono stati premiati dalla proporzionata partecipazione.
Dalla valutazione sulle singole iniziative realizzate emerge in generale:
• a livello individuale, un distacco tra la fede e il vissuto quotidiano, con conseguente leggerezza o indifferenza di fronte a tematiche di natura eticocomportamentale;
• a livello ecclesiale, sia associativo che istituzionale, una diffusa autoreferenzialità che non aiuta il lavoro di sinergia e la condivisione delle varie iniziative proposte.
Per quanto concerne la programmazione per l’anno pastorale 2009-2010
sono stati individuati tre macro-obiettivi:
• formare coscienze più adulte nella fede;
• favorire la formazione e suscitare il coinvolgimento di professionisti laici,
culturalmente preparati, per un contributo più ricco e qualificato;
• promuovere una forte proposta culturale nei luoghi e negli ambiti del vivere sociale, soprattutto cittadino.
1)
2)
3)
4)
Le proposte scaturite sono quattro.
Prolusione accademica volta a presentare l’ultima enciclica del Papa per riflettere sull’attualità delle problematiche economiche.
Nuovo ciclo di incontri “Libera-mente in biblioteca” per riproporre, su temi
legati all’Anno Pastorale, un viaggio attraverso le cinque biblioteche ecclesiastiche, mantenendo la metodologia dell’intervista a un testimone privilegiato e la discussione con il pubblico presente.
Incontri “Dal labirinto della memoria” presso il Teatro Comunale di Benevento per riproporre testi cristiani del 1° millennio e rileggerli in chiave attuale.
Cantata “Redemptor hominis” per soli coro e orchestra, presso il Teatro Comunale nel periodo pasquale, al fine di meditare sulla storia della salvezza
attraverso il linguaggio espressivo e musicale.
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Ambiti operativi
Per quanto riguarda le metodologie di lavoro, a prescindere da un’auspicata partecipazione e condivisione delle singole “anime” dell’area culturale e, fatta salva l’autonomia di ciascuna al proprio interno, è necessario che le quattro
iniziative diventino espressione di tutto il settore e per la loro realizzazione è
indispensabile il contributo fattivo di ogni istituzione.
E’ altresì opportuno che anche le attività programmate dalle singole istituzioni culturali della Diocesi siano comprese e realizzate con spirito di comunione e condivisione per un autentico progetto unitario.
A tal fine si propone, su un piano operativo, di procedere:
• con un incontro mensile di settore, per favorire il confronto e il lavoro a livello orizzontale;
• con un incontro trimestrale o bimestrale del Coordinamento diocesano, per
favorire il confronto e il lavoro a livello verticale.
Suggerimenti pratici
Le attività dell’anno
Il programma pastorale 2009-2010, come già ampiamente delineato, dedicato al tema della Liturgia, prevede la realizzazione degli obiettivi, generali e
di settore, attraverso la realizzazione concreta di alcune attività. Rispetto all’opuscolo dell’anno precedente, si è scelto di elencare le iniziative senza distinguere lassi temporali in cui realizzarle al fine di lasciare autonomia operativa e
soprattutto rendere più agevole la realizzazione delle stesse, in base alle esigenze che di volta in volta si andranno a verificare. Rimane ovvio che è l’intero anno pastorale 2009-2010 il termine di riferimento per la realizzazione delle stesse. Qui di seguito ne è riportato un elenco distinguendo i due livelli: diocesano e parrocchiale.
- A livello diocesano:
• ritiri sui sacramenti
• corso di esercizi spirituali
• istituzione corsi di formazione per animatori della liturgia
• giornata diocesana degli operatori liturgici
• stesura di direttorio liturgico-pastorale
• incontri periodici sui temi della riforma liturgica promossa dal Concilio Vaticano II
• elaborazione di sussidi (con la definizione di norme per favorire celebrazioni più armoniche e uniformi e per la preparazione e amministrazione dei
sacramenti)
• elaborazione di opuscoli con descrizione e spiegazione dei segni liturgici
• predisposizione di linee guida ai fotografi, ai fiorai e agli operatori di agenzie funebri in collaborazione con l’Ufficio Comunicazioni
• programmazione e realizzazione di un evento che metta in evidenza la connessione tra la liturgia e la vita (tra fede celebrata e fede vissuta) durante
il quale coinvolgere anche le altre istituzioni territoriali e che abbia una finalità operativa concreta)
• corso per i lettori
• corso base di primo annuncio
• corso per operatori di pastorale giovanile
• pellegrinaggio diocesano a San Giovanni Rotondo alla riscoperta del “sacerdote” San Pio
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Suggerimenti pratici
• progetto Policoro
• promozione di un Tavolo di concertazione presso il Centro di Servizi del Volontariato per il coinvolgimento degli operatori del Terzo Settore e con rappresentanti di altri enti per l’organizzazione di convegni, giornate di studio
e di approfondimento su tematiche sociali.
Accanto a queste sono state ipotizzate altre attività che vengono di seguito riportate e che sono delle piste di riferimento per le parrocchie e per gli operatori da realizzarsi a seconda delle risorse umane ed economiche disponibili.
- A livello parrocchiale:
• creazione gruppo liturgico parrocchiale
• nomina referente della liturgia che sia presente agli incontri zonali o diocesani
• cura della formazione dei lettori anche con prove di lettura: nei giorni precedenti la domenica, analogamente a quanto avviene per le prove di canto (è opportuno che i lettori facciano delle prove di lettura più e più volte
finché non raggiungano un livello soddisfacente di comunicazione; sta al
sacerdote insegnare loro le modalità di lettura di ogni passo)
• rilancio messa per i giovani, per i fanciulli
• incontri mensili con la comunità per spiegare i segni liturgici
• catechesi nelle domeniche dei tempi liturgici
• centri d’ascolto nelle famiglie in particolari periodi dell’anno
• catechesi interparrocchiale basate sulla tecnica del primo annuncio
• costituzione di un gruppo di laici che aiuti il sacerdote nella lettura della
realtà sociale
• dare importanza ai momenti liturgici in cui rivolgere attenzioni ai problemi e alle esigenze del territorio (preghiera dei fedeli, l’offertorio e la
colletta)
• costituire laboratori sulla Dottrina Sociale della Chiesa, per confrontare le
situazioni concrete vissute nel proprio contesto sociale con gli orientamenti della Chiesa.
Suggerimenti pratici
Per orientarsi
In linea con quanto già delineato nell’opuscolo di programmazione dell’anno appena trascorso, vengono qui di seguito riportate alcune iniziative, distinte per settori, da considerare come possibili suggerimenti pratici. Le attività per
sacerdoti, di seguito elencate, sono quelle già approntate dalla Commissione
del Clero e del Consiglio presbiterale. Quelle relative agli altri settori sono ipotesi da realizzarsi a seconda delle risorse a disposizione e delle opportunità.
Sacerdoti
La istanza prioritaria e più importante è la formazione liturgica che è formazione biblico-teologico-pastorale per superare la fase di stanchezza soprattutto per il clero che si sente competente e non avverte il bisogno di approfondire
il senso teologico e spirituale della liturgia. Va poi considerato il fatto che quest’anno si celebra l’anno sacerdotale, per cui tutte le iniziative che si inseriscono in questa linea comune avranno l’obiettivo di recuperare entusiasmo e motivazione.
• Esercizi spirituali per sacerdoti e diaconi, sul tema “La vocazione sacerdotale” predicati da padre Angelo Urru, Op
• Aggiornamento del clero sul tema “Il ministero liturgico del sacerdote” con don Manlio Sodi (direttore di Rivista Liturgica)
• Ritiri mensili del clero sul tema “Il sacerdozio e i sacramenti” con meditazioni tenute da padre Biagio Costa
• Incontri foraniali del clero
Ragazzi
Per i bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria (in collaborazione con gli insegnanti di religione e non/Ufficio Scuola): si potrebbe proporre un concorso a tema (eventualmente anche Liturgia) da trattare con fumetti, disegni, cartelloni, temi.
Per i ragazzi della scuola secondaria di primo grado (in collaborazione con
gli insegnanti di religione e non/Ufficio Scuola): si potrebbe pensare a delle vere e proprie “olimpiadi”, sulla scia delle olimpiadi di matematica in tre tappe: la
prima, lancio del concorso con la proposta a tutte le scuole in cui si dovranno
approfondire i temi religiosi e in particolare quelli riferiti alla Sacra Scrittura
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Suggerimenti pratici
(eventualmente preparare un canovaccio dei vari temi da trattare nelle tre classe delle medie); la seconda, la promozione di un concorso interno per scegliere i due “atleti” migliori; la terza, a livello diocesano.
Per il cammino dei ragazzi che si preparano ai sacramenti e per le associazioni (in collaborazione con l’ufficio catechistico, l’Acr, il responsabile dei
ministranti e altri gruppi): si potrebbe preparare un sussidio a fumetti (almeno per i tempi forti) che presenti degli aspetti specifici della Bibbia e li
inviti a viaggiare alla scoperta del Libro accompagnati da vari personaggi
che fanno da guida (es. gli evangelisti) e da vari ostacoli da superare (le “parole difficili” o le “difficoltà ad ascoltare” che si trasformano in muri o mostri
che allontanano dalla strada che si deve percorrere). Il tutto si potrebbe concludere con una grande Festa che anticipa la manifestazione finale.
Giovani
Per tutti i giovani: una volta al mese si potrebbe pensare a un momento di
preghiera guidato su una lettura giovanile dei salmi, ad esempio rileggere le parole e i concetti presenti in essi con canzoni di musica leggere, poesie e preghiere
scritte, di volta in volta, dai giovani di una parrocchia o una associazione.
Gruppi e Associazioni
In collaborazione con l’Ufficio di Pastorale Giovanile, Consulta dei Laici, il centro per le vocazioni, i religiosi si potrebbe proporre un cammino comune (almeno per i tempi forti) attraverso delle schede su brani vocazionali: fare un “parallelismo”tra i vari “sì”a Dio (dell’AT e del NT che hanno permesso la realizzazione
della salvezza) e i “sì” dei testimoni moderni (figure non troppo distanti dai giovani che hanno saputo realizzare nelle difficoltà comuni il regno di Dio).
Musicisti
In collaborazione con Radio Speranza si potrebbe proporre un concorso per
la realizzazione di un brano musicale (di vario genere) che diventi l’inno per la
manifestazione finale. Il brano dovrebbe contenere riferimenti all’ascolto della
Parola che si fa accoglienza e condivisione della vita nell’amore (oppure semplicemente un testo biblico).
Studenti
In collaborazione con il Msac, gli insegnanti di Religione e non/Ufficio scuola si potrebbe promuovere un concorso per la realizzazione di un musical/cor-
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Suggerimenti pratici
tometraggio. Per il liceo artistico si potrebbe invece pensare alla realizzazione
di opere d’arte in cui s’intrecciano ascolto, comunicazione, sentimenti. Per l’alberghiero un percorso alla scoperta dei cibi tradizionali presenti nella Bibbia e
nella cultura religiosa tradizionale beneventana, del loro significato simbolico
e la realizzazione di un ricettario “biblico”…
Universitari
In collaborazione con la FUCI, l’Università Cattolica si potrebbero proporre
dei centri di ascolto e di confronto e invitare (attraverso borse di studio) a realizzare tesi di laurea con riferimento alla Sacra Scrittura.
Ad esempio: turismo religioso, fenomeni e tradizioni religiose, il messaggio
evangelico e l’economia (banca etica, mercato equo e solidale, i temi della dottrina sociale), il rapporto tra scienza e fede, la morale e la bioetica..., dalla comunicazione in parabole all’uso di internet, il rapporto tra la giustizia/legge e
la misericordia…
Sportivi
In collaborazione con il CSI, gli allenatori, le palestre… si potrebbero organizzare delle manifestazioni sportive che coinvolgano tutto il territorio diocesano.
Adulti
In collaborazione con la consulta dei laici, pastorale familiare si potrebbe
proporre un cammino comune (almeno per i tempi forti) attraverso la preparazione di schede per la realizzazione di centri di ascolto nelle famiglie.
Per il dialogo ecumenico e interreligioso
In collaborazione con la Commissione Diocesana per l’Ecumenismo, la Consulta dei laici, i francescani si potrebbero pensare a tre momenti che possano
diventare occasioni di confronto/incontro/comunione: la festa di S. Francesco,
la settimana per l’unità dei cristiani e la Pentecoste.
Per vivere la carità
In collaborazione con la Caritas, l’Unitalsi, la Misericordia, i gruppi “vincenziani”, i movimenti lavoratori, Progetto “Policoro” si potrebbe pensare ad un anno dedicato all’ascolto della sofferenza degli uomini e alla promozione di momenti di sensibilizzazione delle Istituzioni su il lavoro, la giustizia, la sanità…
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Progetto pilota
…adesso sperimentiamo!
Schemi
Il piano triennale è la strategia attraverso la quale si deve realizzare
il progetto pastorale:
Chiesa, casa e scuola di comunione
Da quanto dettagliato in precedenza sul tema della pastorale integrata e
sulla necessità di lavorare secondo uno schema progettuale (nel quale vengono definiti obiettivi, attività, tempi di realizzazione, attori coinvolti, risorse umane e strumentali, misurazione dei risultati) sembra interessante l’ipotesi emersa durante il confronto di Matrice di stendere un progetto pilota di pastorale
da sperimentare in una parrocchia cittadina.
Si tratta di iniziative già praticate in altre diocesi, un modo per tentare di
elaborare programmi che siano il più rispondente possibile alla realtà diocesana. In pratica il progetto consiste nella predisposizione di un piano di azione
da sperimentare in una parrocchia cittadina, dove per un intero anno sarà applicato il piano pastorale diocesano (obiettivi specifici e attività che ne discendono) nei singoli ambiti di riferimento (pastorale giovanile, familiare, comunicazioni sociali ecc…).
Il progetto, che sarà accuratamente seguito in itinere e soprattutto sarà valutato nella fase ex post, darà la possibilità di verificare i risultati al fine di poterlo replicare a livello diocesano.
Al centro delle azioni
Liturgia
secondo anno
Obiettivi
a lungo termine
Metodologia operativa
La realizzazione di questa ipotesi operativa concreta richiede dei passaggi
obbligati che possono essere così sintetizzati:
• Costituzione equipe multidisciplinare con i responsabili dei vari ambiti pastorali e laici esperti nel lavoro di gruppo e a progetto.
Nella prima fase l’equipe avrà il compito di effettuare uno studio di fattibilità del progetto.
• Stesura del piano pastorale.
Il piano dovrà essere strutturato secondo le indicazioni tematiche dell’anno pastorale in corso con le ricadute operative per ogni ambito (giovani,
famiglia, comunicazione, cultura….) e seguendo la metodologia del lavoro a progetto.
• Individuazione di una parrocchia disponibile alla sperimentazione.
• Realizzazione delle attività previste.
• Monitoraggio.
• Valutazione finale.
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- Formare una equipe di animazione
pastorale di laici
- Formare una equipe che elabori
sussidi
- Predisporre un’analisi della realtà
diocesana
- Stesura direttorio
liturgico-pastorale
- Attenzione alla
formazione sul
tema specifico
- Interazione con il
mondo laicale ed
elaborazione di
percorsi condivisi
con altri soggetti
operanti sul territorio
- Riscoperta del legame tra liturgia
e pietà popolare
e rilancio di altre
forme liturgiche
Azioni operative
a breve termine
programma pastorale
anno 2009-2010
Il programma pastorale è la strategia
attraverso la quale si
mette in atto il piano
pastorale con attività
pianificate e da sviluppare a due livelli:
- diocesano
- parrocchiale
e con iniziative distinte per settori
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Schemi
Schemi
Programma pastorale
Azioni operative per settori
anno 2009-2010
a livello diocesano
Ipotesi
di azioni operative
- Istituzione corsi di formazione per
animatori della liturgia
- Giornata diocesana degli operatori
liturgici
- Incontri periodici sui temi della
riforma liturgica
- Stesura del direttorio liturgico-pastorale
- Elaborazione di sussidi
- Elaborazione di opuscoli con descrizione e spiegazione dei segni
liturgici
- Stesura linee guida ai fotografi, ai
fiorai e agli operatori di agenzie
funebri
- Programmazione evento sul tema
liturgia e vita in collaborazione
con le altre istituzioni territoriali
- Corso per i lettori
- Corso base primo annuncio
- Corso per operatori di pastorale
giovanile
- Pellegrinaggio diocesano a San
Giovanni Rotondo alla riscoperta
del “sacerdote” San Pio
- Rilancio Progetto Policoro
- Promozione di un Tavolo di concertazione con il Terzo Settore e
con rappresentanti di altri enti
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a livello parrocchiale
- Costituire un gruppo liturgico parrocchiale
- Nominare un referente della liturgia per gli incontri zonali o diocesani
- Curare la formazione dei lettori
anche con prove di lettura
- Rilancio messa per i giovani, per i
fanciulli
- Incontri mensili con la comunità
per spiegare i segni liturgici
- Catechesi pomeridiane nelle domeniche dei tempi forti
- Centri d’ascolto nelle famiglie in
particolari periodi dell’anno
- Catechesi interparrocchiale basate
sulla tecnica del primo annuncio
- Costituzione di un gruppo di laici
che aiuti il sacerdote nella lettura
della realtà sociale
- Dare importanza ai momenti liturgici in cui rivolgere attenzioni ai
problemi e alle esigenze del territorio (preghiera dei fedeli, l’offertorio e la colletta)
- Costituire laboratori sulla Dottrina
Sociale della Chiesa, per confrontare le situazioni concrete vissute
nel proprio contesto sociale con
gli orientamenti della Chiesa
sacerdoti
giovani
adulti
- Esercizi spirituali
per sacerdoti e diaconi
- Aggiornamento
del clero
- Ritiri mensili del
clero
- Incontri foraniali
del clero
- Momento di preghiera mensile con
salmi riletti con i linguaggi giovanili
(attraverso canzoni
di musica leggera,
poesie e preghiere
scritte)
- Per i vari gruppi e
associazioni percorsi formativi con
l’ausilio di schede
su brani vocazionali
- Per i musicisti (in
collaborazione con
Radio Speranza)
concorso musicale
per la realizzazione
di un inno
- Concorso per la realizzazione di un
musical/cortometraggio
- Centri di ascolto e di
confronto per gli
universitari
- Per gruppi e associazioni: cammino
comune (almeno
per i tempi for ti)
con realizzazione di
centri di Ascolto
nelle famiglie
- Per il dialogo ecumenico e interreligioso momenti di
confronto/incontro/comunione: la
festa di S. Francesco,
la settimana per l’unità dei cristiani e la
Pentecoste
- Per vivere la Carità
(in collaborazione
con la Caritas, l’Unitalsi, la Misericordia,
i gruppi “vincenziani”, i movimenti
lavoratori, Progetto
“Policoro”): anno
dedicato all’ascolto dei bisogni con
promozione di momenti di sensibilizzazione delle Istituzioni alle problematiche del territorio
(lavoro, giustizia,
sanità)
ragazzi
- Concorso a tema
(attraverso fumetti,
disegni, cartelloni,
temi) per alunni
della scuole dell’infanzia e primaria
- Olimpiadi con “gare” su temi religiosi
per i ragazzi della
scuola secondaria di
primo grado
- Elaborazione di
sussidi con il linguaggio adatto ai
ragazzi
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Progetto grafico:
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