uno strumento di successo per le aziende esportatrici - Cc-Ti

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uno strumento di successo per le aziende esportatrici - Cc-Ti
Commercio estero
di Monica Zurfluh, Responsabile Switzerland-GE per la Svizzera italiana e Marco Passalia, Responsabile Servizio Export Cc-Ti
Il factoring: uno strumento
di successo per le aziende
esportatrici
Monica Zurfluh
Marco Passalia
Le aziende esportatrici ticinesi negli ultimi anni si sono
orientate verso una diversificazione dei Paesi di sbocco in
cui vendere i propri prodotti. Gli accordi di libero scambio
siglati dalla Svizzera (singolarmente o in seno all’Associazione europea di libero scambio) e il franco forte hanno
certamente contribuito a velocizzare questo processo di
internazionalizzazione verso nuovi mercati. Espandere le
proprie attività commerciali all’estero comporta tutta una
serie di rischi che l’azienda deve tenere in conto: non da
ultimo pensiamo al mancato pagamento dei propri prodotti
da parte del cliente che può essere causato dall’insolvenza
del proprio cliente, da una situazione di crisi nel Paese
della controparte e così via. È noto a tutti che per ridurre
al minimo questi rischi, vi sono strumenti bancari ed assicurativi in grado di garantire diversi livelli di sicurezza:
accreditivi, garanzie bancarie o assicurative, assicurazione
del credito e anche il factoring.
Quest’ultimo strumento, poco noto alle nostre latitudini, è
utilizzato per il finanziamento e per la copertura di determinati rischi di esportazione. Si tratta di una forma di finanziamento d’impresa usato oggigiorno da molte aziende
che desiderano espandere il loro mercato anche all’estero.
Infatti, sappiamo benissimo che sul mercato globale le
sfide e le richieste sono numerose e spaziano dal fabbisogno di liquidità, alla conoscenza insufficiente dei partner
commerciali esteri, all’ottimizzazione della gestione dei
debitori, ai termini di pagamento più lunghi e così via.
Come funziona
Con questo strumento finanziario si cede alla banca (“il
factor”) i crediti in avere nei confronti dei clienti. Come
ben esposto dal Credit Suisse (https://www.credit-suisse.
com/factoring) che offre questo genere di servizi, la banca verifica, eventualmente in collaborazione con un partner di assicurazione dei crediti operante a livello internazionale, la solvibilità degli acquirenti. In caso di partner
commerciali che rifiutano l’acquisto del credito per mancanza di solvibilità, l’esportatore se possibile dovrebbe
rinunciare alla fornitura, in quanto altrimenti rischia il
mancato pagamento dei crediti. Se i limiti di credito su
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merce sono approvati dalla banca (factor), l’esportatore
può effettuare la fornitura senza problemi, in quanto tali
crediti sono coperti al 100% contro l’insolvenza.
Nell’export factoring sono coinvolte tre parti: l’esportatore, i clienti dell’esportatore (importatori, debitori) e la
società di factoring. Gli importatori non partecipano direttamente all’export factoring, per loro l’unica cosa che
cambia è il domicilio di pagamento, perché corrispondono il pagamento alla società di factoring e non all’esportatore. I quesiti relativi alla merce o ai servizi, invece,
continuano ad essere chiariti direttamente tra il cliente
e l’esportatore.
Le aziende esportatrici sono al riparo anche da problematiche che concernono i termini di pagamento dato che la
banca, quando la merce è stata consegnata o il servizio è
stato effettuato, anticipa fino al 90% dei crediti. Grazie al
factoring, l’imprenditore può quindi disporre di una buona liquidità che gli permette di trarne benefici a bilancio.
Per le società di piccole medie dimensioni, vi è il prodotto
“Full Service Factoring” che include il finanziamento della
sostanza circolante, l’outsourcing della gestione dei debitori e la copertura del rischio d’inadempienza dei debitori.
In questo caso, le PMI risparmiano le loro risorse aziendali
e non devono più preoccuparsi di incassi e relativi solleciti.
Per le società più grandi, con un fatturato annuo pari
almeno a 10 milioni di franchi, vi è invece la soluzione
proposta da “Inhouse Factoring” che include il finanziamento della sostanza circolante e la copertura del rischio
d’inadempienza dei debitori, mentre la gestione dei debitori rimane di competenza dell’azienda.
Il factoring consente quindi di espandersi verso nuovi
mercati con una ridotta esposizione al rischio e di focalizzarsi sulle loro attività. Nel mercato internazionale
a cui siamo confrontati ogni giorno, la forma di finanziamento “factoring” può rivelarsi uno strumento utile e
complementare per le aziende esportatrici, che possono
operare molto più facilmente e con sicurezza nel commercio estero.