Rapporto ambientale B
Transcript
Rapporto ambientale B
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale Capitolo 3 Principali elementi partecipativi 121 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale 122 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale 3.1. PROCESSO PARTECIPATIVO PGT-VAS DEL COMUNE DI BOLLATE Il complesso processo partecipativo della VAS del PGT del Comune di Bollate ha previsto molteplici iniziative che, con metodologie diverse, hanno coinvolto istituzioni, enti, associazioni,cittadini, con un approccio veramente integrato e una strettissima collaborazione tra Ufficio di Piano, professionisti incaricati del PGT e incaricati VAS. Si vuole sottolineare questa stretta integrazione ha portato la VAS ad incidere effettivamente sulle scelte sia di carattere strategico che di dettaglio del Documento di Piano: si veda ad esempio la Tavola DA08 del Documento di Piano dove sono riassunte le principali criticità emerse durante il processo di VAS, con l’evidenziazione dei maggiori elementi puntuali emersi dalle “passeggiate di quartiere”. Pur con una serie di precedenti attività preparatorie, il processo di VAS ha avuto avvio ufficialmente con delibera di Giunta Comunale l’8 novembre 2006, precedentemente quindi agli Indirizzi Generali per la Valutazione Ambientale Strategica -VAS- DCR 13/03/2007, n. 8/351, ed è proseguito coerentemente con la Determinazione della Procedura per la Valutazione Ambientale Strategica -VAS- DGR 27/12/2007, n. 8/6420, la quale, al punto 2, stabilisce che i procedimenti di formazione e di approvazione di piani già avviati alla data di pubblicazione sul BURL della deliberazione stessa si concludono in conformità alle disposizioni in vigore al momento dell’avvio del procedimento stesso (ovvero secondo le disposizioni di cui all’art. 4, comma 4, della l.r. 12/2005). Stante quindi queste disposizioni occorre però ricordare che il processo di VAS implementato è riconducibile ai principali elementi contenuti nei suddetti Indirizzi. Coerentemente con tali principi è stata tenuta una Conferenza di Valutazione Preliminare in due sessioni, allo scopo di raccogliere pareri, stimoli, informazioni, dai principali soggetti istituzionali. Le sessioni sono state le seguenti: 1. incontro con Arpa, Asl, Consorzio Parco delle Groane il 3 aprile 2007, 2. incontro con la Provincia di Milano, Consorzio Parco delle Groane e i Comuni contermini (Arese, Baranzate, Garbagnate M.se, Milano, Novate M.se, Senago) il 21 giugno 2007. In estrema sintesi e tralasciando gli elementi minori, i momenti principali del processo sono stati i seguenti: INCONTRI PROPEDEUTICI ALL’AVVIO DELLA VAS 2 maggio 2006 Consigli di Circoscrizione in seduta unificata 3 maggio 2006 Incontro con i professionisti operanti sul territorio 10 maggio 2006 Consiglio di Circoscrizione Ospiate-Castellazzo 11 maggio 2006 Consiglio di Circoscrizione Cascina del Sole 17 maggio 2006 Consiglio di Circoscrizione Cassina Nuova 18 maggio 2006 Consiglio di Circoscrizione Bollate Centro INCONTRI DEL PROCESSO PGT-VAS 123 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale 3 aprile 2007 Prima sessione della Conferenza di Valutazione Preliminare 31 maggio 2007 Consigli di Circoscrizione in seduta unificata 14 giugno 2007 Consigli di Circoscrizione in seduta unificata 21 giugno 2007 Seconda sessione della Conferenza di Valutazione Preliminare 27 ottobre 2007 Convegno “Vent'anni di pianificazione urbanistica a Bollate” 22 settembre 2007 Passeggiata di quartiere Cascina del Sole Passeggiata di quartiere Cassina Nuova 29 settembre 2007 Passeggiata di quartiere Bollate Centro Passeggiata di quartiere Ospiate 5 dicembre 2007 Passeggiata di quartiere Castellazzo 1 marzo 2008 Workshop associazionismo locale (ambientale, culturale, produttivo, umanitario) 4 aprile 2008 Workshop ambito produttivo-commerciale 9 aprile 2008 Workshop Cooperative edilizie operanti sul territorio 8 maggio 2008 Workshop Cooperative edilizie operanti sul territorio 10 maggio 2008 Workshop associazionismo locale (ambientale, culturale, produttivo, umanitario, sportivo) 21 maggio 2008 Incontro con Parroci del territorio 2006-09 Vari incontri con la Commissione Urbanistica 23 luglio 2009 Incontro con le parti sociali Incontro con i partecipanti di tutti i workshop 28 luglio 2009 Seconda Conferenza di Valutazione 18 Ottobre 2010 Workshop “Il futuro Piano di Governo del Territorio – Presentazione della bozza del Documento di Piano”, organizzato in tre sessioni: Prima sessione: parti economiche; Seconda sessione: parti sociali; Terza sessione: aperto a tutti. 21 Dicembre 2010 Conferenza di Valutazione Finale Nelle pagine seguenti si riportano solo i momenti principali, caratterizzati dalle passeggiate di quartiere, da alcuni dei workshop e dalla giornata dedicata ai “VENT'ANNI DI PIANIFICAZIONE URBANISTICA DI BOLLATE”. Si segnala, per completezza, anche i partecipanti agli incontri pubblici non espressamente riportati nel Rapporto e che hanno avuto luogo il 1 marzo, il 4 aprile e il 9 aprile. 1 MARZO 2008 – WORKSHOP ASSOCIAZIONISMO Associazione Nazionale Carabinieri Auser Assolombarda Unione Artigiani Provincia di Milano Unione Commercianti S.P.I. C.G.I.L. Associazione Culturale Lazzati 124 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale Gruppo Artisti Bollatesi A.N.F.F.A.S. Associazione “Il sole splende per tutti” WWF Sezione Groane Parrocchia San Martino n. 1 rappresentante del Consiglio di Istituto dell'I.T.C. Erasmo da Rotterdam n. 1 rappresentante del Consiglio di Istituto dell'I.T.C. Primo Levi. 4 APRILE 2008 – WORKSHOP AMBITO PRODUTTIVO - COMMERCIALE UNIONE ARTIGIANI Sig. Dalla Francesca (Segretario Sezione di Bollate) Sig. Fabrizio Sig. Giuseppe APA CONFARTIGIANATO Sig. Messina (Segretario Associazione di Milano) UNIONE COMMERCIO Sig. Federico (Presidente Unione CTSP Prov. di Milano - Associazione Territoriale di Bollate) Sig.ra Lorenzelli Sig. Boniardi - Disegnarte Sig. Dorato - Cremeria Orchidea Sig. Monfrini - Bar Gramsci Sig. Ghioni - Abbigliamento Ghioni ASSOLOMBARDA E AZIENDE ASSOCIATE Sig.ra Anghinelli - Assolombarda Sig. Ceccherelli - Euro Elettronica Srl e Consigliere di Zona Nord di Assolombarda Sig. Lorenzon - Lorenzon Srl AZIENDE INVITATE Metalmilv Sig. Balestrucci (titolare) Sicna Srl Dr. Ghioni (direttore generale) Cotril Sig. Artesani Fabriano Securities Sig. Antoci Boscarol Srl Sig.ra Fabiancich (socia) Banca Intesa San Paolo Dr.ssa Scannella AZIENDE PRESENTI EXTRA INVITO Sig. Gravina - Tecnico HSE (Solvay Solexis SpA) Sig. Ponzoni - Ponzoni Costruzioni Sig. Marcandelli - Ponzoni Costruzioni Sig. Lavelli - Epicas Sig. Valera - Epicas 9 APRILE 2008 – WORKSHOP “LE POLITICHE PER LA CASA” Cooperative Associate (sigg. Sciarra e Ballarini) Cooperativa Guido Dorso Groane (sig. Barra) Cooperativa Nuova Benvenuta (sig. Cimbro) Cooperativa San Martino (sig. Dal Molin) Cooperativa Alba (sig.ra Restelli) Cooperativa S. Giuseppe Lavoratore (sig. Volpe) Cooperativa Ospiate 72 (sig. Morando) 125 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale 3.2. PASSEGGIATE DI QUARTIERE La metodologia La”Passeggiata di Quartiere” è un metodo partecipativo che può essere utilizzato quale tecnica di "ascolto attivo" del territorio e di “progettazione partecipata”. Sotto la guida di architetti, ingegneri e facilitatori, un gruppo di cittadini (selezionati direttamente dai rappresentanti di Quartiere per raggiungere un numero adeguato alla “gestione” del gruppo) vengono coinvolti in una “Passeggiata di Quartiere” che serve a conoscere meglio criticità/opportunità del proprio territorio. Alla base di questa tecnica c'è l'idea che sia fondamentale riconoscere e valorizzare la competenza degli abitanti riguardo al proprio ambiente di vita: conoscenza ordinaria, non professionale e non tecnica, ma che deriva dal fatto che essi quotidianamente vivono quel territorio, ne fruiscono in quanto "ambiente" in cui abitano o lavorano, o intessono reti di relazione e di socialità. La percezione che un abitante ha del proprio Quartiere è dunque un tipo di conoscenza di cui "non si può fare a meno" in un processo di trasformazione territoriale, perché è una conoscenza che il professionista non può possedere. Un altro aspetto caratterizzante della Passeggiata di Quartiere consiste nel riconoscimento dell'importanza di una conoscenza non solo ordinaria, ma anche percettiva, attiva, spaziale, che emerge e si configura a partire dall' "andare a vedere di persona". Questi “workshop itineranti” che sono le passeggiate, utilizzano la metodologia come strumento di conoscenza del territorio e di progettazione partecipata (“community planning”). L’area del Quartiere e le zone limitrofe vengono quindi “lette” dai progettisti e dai tecnici attraverso l’ascolto dei cittadini. Le “Passeggiate di Quartiere” si attuano attraverso precisi step: 1. Composizione - Il gruppo di partecipanti è composto da professionisti, operatori economici, commercianti e imprenditori ma anche pensionati, giovani e rappresentanti di cooperative sociali e associazioni. 2. Durata - La Passeggiata prevede un impegno di 2-3 ore su di un percorso scelto dagli stessi cittadini per evidenziare ai “visitatori esterni” (i professionisti e i tecnici) gli elementi salienti del Quartiere. 3. Meeting Iniziale - Al punto di riunione è brevemente illustrata la Passeggiata, con ruoli e modalità. Ogni partecipante si presenta al gruppo ed è “schedato”, con nome, cognome, età, professione, e fotografato (per dare “un volto alle parole”). Ad ogni partecipante è anche fornito anche un breve questionario introduttivo. 4. Mappatura - Sulla “mappa” del percorso sono annotate le “soste” effettuate e le foto evidenziano i problemi o le opportunità del Quartiere. a. La “mappa” è anche vista come strumento “attivo” su cui scrivere note, indicazioni, appunti, ecc. anche da utilizzarsi poi in altri momenti partecipativi (ad es. workshop) e su cui inserire eventuali commenti di cittadini non appartenenti al gruppo e incontrati nella Passeggiata. 5. Indicazioni - Ai partecipanti è richiesto di esporre sinteticamente le loro indicazioni (con tipo di problema, rilevanza in una scala da 1-min a 5-max, possibile risoluzione) in modo ordinato: durante la passeggiata oralmente al “verbalizzatore” che le sintetizza su apposite schede al termine della passeggiata tramite i “post-it” sui quali indicare nominativo e localizzazione (via xx, incrocio xx, ...) 6. Meeting Finale – Nella riunione finale sono raccolte ulteriori indicazioni del rapporto tra il Quartiere e il resto della Città. 126 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale L’applicazione al Comune di Bollate Sono state svolte tre riunioni preliminari, per discutere i passi operativi: due con i tecnici, i professionisti, gli esperti di valutazione ambientale, i membri dell’Ufficio di Piano e l’Assessorato all’Urbanistica, una con i presidenti delle Circoscrizioni. Si sono svolte quattro “passeggiate”, rispettivamente: 22 settembre, sabato mattina, Cascina del Sole, 22 settembre, sabato pomeriggio, Cassina Nuova 29 settembre, sabato mattina, Ospiate 29 settembre, sabato pomeriggio, Bollate Centro Ogni sessione è durata dalle tre alle quattro ore, e si è sviluppata su un percorso scelto direttamente dai partecipanti. Il resoconto delle Passeggiate è stato improntato alla massima semplicità, utilizzando il linguaggio “non tecnico” dei partecipanti, così da rimanere il più aderente possibile al loro pensiero e non perdere la freschezza delle loro indicazioni. 127 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale Tavola DA08 del Documento di Piano – Criticità e problemi con evidenziazione dei maggiori elementi puntuali emersi dalle “passeggiate di quartiere” – area ovest 128 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale Tavola DA08 del Documento di Piano – Criticità e problemi con evidenziazione dei maggiori elementi puntuali emersi dalle “passeggiate di quartiere” – area est 129 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale 3.2.1. CASCINA DEL SOLE 130 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale 131 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale in blu le principali tappe in rosso le principali segnalazioni 132 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale sabato 22 settembre 2007 - Cascina del Sole i partecipanti nome Anna Angela Cesare Giuseppe Luciano Ippolito Roberto cognome Dugoni Carcano Andreasi Tiengo Puricelli Giovinazzo Ingiardi età 45 60 63 65 62 59 57 professione Insegnante scuola primaria Pensionata (consigliere CdC) Pensionato (ex commerciante) Pensionato (pres. CPS) Pensionato (pres. ass. sportiva GOSS) Pensionato (presidente CdC) Pensionato ed inoltre gli allora consulenti del PGT, arch. Aprà e arch Engel l’allora assessore all’urbanistica Catenacci il consulente per la Valutazione Ambientale Strategica, arch. Baldizzone 133 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale dicono … Anna Dugoni “Cascina del Sole è un quartiere dormitorio e un grosso incrocio di traffico. Occorre recuperare la vita a piedi, per socializzare, per conoscersi. Come insegnate ricordo l’iniziativa “pedibus”, a scuola a piedi per una settimana, che ha dimostrato come potrebbe essere la vita per i residenti se ci si organizzasse per lasciare la macchina e accompagnare i bambini a scuola a piedi. Certo ci sono anche problemi di sicurezza per i pedoni: attraversamenti, incroci,…”. Manca un luogo di socializzazione. Occorrerebbe uno sforzo grande e ribaltare Cascina del Sole da quartiere dormitorio a Cittadella della Cultura con biblioteca, ludoteca, … e spazi aperti per i giovani anche alla sera. Altrimenti il quartiere è e rimarrà un grosso incrocio e basta.” Cesare Andreasi “Sono un ex commerciante in pensione. Ho visto cambiare Cascina del Sole negli anni. Ora è solo un insieme di strade piene di traffico, di macchine. La gente non socializza più, anche perché non si cammina, non si incrocia uno sguardo. E così si perde anche la dimensione storica e Cascina del Sole diventa un luogo come tutti gli altri, dove dormire e non vivere. Manca un luogo di aggregazione. Occorre togliere traffico e dare spazio per camminare a piedi, per incontrarsi, per vivere.” Luciano Puricelli “Come presidente dell’associazione sportiva dell’oratorio devo dire che manca un senso di appartenenza al quartiere. Occorre pensare a riqualificare non solo gli spazi ma anche la gente, altrimenti lo sforzo è inutile. Cascina del Sole è diventato progressivamente un grosso dormitorio e manca l’incontro tra le persone. Se lo spazio non è comune, se non c’è condivisione, non c’è nemmeno rispetto per il quartiere. La mancanza di ordine e pulizia richiama disordine e sporco. Ma come si fa a socializzare se non si può nemmeno camminare? In certe aree mancano addirittura i marciapiedi.” Giuseppe Tiengo “Mi occupo di volontariato soprattutto per la fascia anziana. Senza andare troppo lontano voglio paragonare Cascina del Sole a Bollate Centro: li gli anziani possono camminare, incontrarsi, sedersi su una panchina, qui no. E se non c’è nemmeno la possibilità di incontrarsi come è possibile un dialogo? Poi chiaramente ci sono problemi come la Cava Bossi, la mancanza di verde, di aree pedonali e ciclabili, di parcheggi.” Ansela Carcano “Il quartiere ha pagato anche in termini di vivibilità e sicurezza la forte presenza delle case popolari. E’ stato un forte impatto, da cui fatichiamo a riprenderci. Occorre riqualificare nel tempo l’assegnazione delle case popolari selezionando l’assegnazione degli alloggi ed evitando persone con problemi con la legge o similari. Occorre pensare ad una riqualificazione complessiva. Innanzitutto traffico e parcheggi, altrimenti siamo strangolati dalle macchine. Ma anche spazi verdi, parchi, recuperi ambientali, come la Cava Bossi ol il fontanile Terrone.” Ippolito Giovinazzo “Occorre pensare ad una riqualificazione di Cascina del Sole, quartiere che più di altri a Bollate a pagato un certo tipo di sviluppo. Però il nuovo Piano potrebbe sfruttare le opportunità di aree e terreni, spesso interni all’edificato e potenzialmente importanti per il riequilibrio del quartiere. Certo il traffico ci stringe, esistono problemi ambientali, ad es. la Cava Bossi. Però esistono anche problemi pratici, che fanno si che il quartiere abbia un certo grado di autonomia o no: ad esempio, se chiude il negozietto del quartiere dove si compra?” 134 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale le principali segnalazioni L’incrocio per Novate, tra le vie Montegrappa, Battisti ed Ospitaletto, è un punto molto caotico, ma anche uno snodo molto importante per il collegamento con il Comune limitrofo. Sicuramente una maggiore e migliore sorveglianza ne ridurrebbe il rischio di incidenti. Il problema sussiste anche al semaforo seguente, in prossimità della chiesa. In via Ospitaletto c’è un centro sportivo, una bocciofila, l’asilo, il centro polifunzionale, la chiesa e l’oratorio. Il centro sportivo e la bocciofila appaiono come “chiusi” rispetto al quartiere, non integrati con il tessuto urbano e con quello sociale. Il posteggio che dovrebbe servire gli utenti di tali servizi è sempre pieno di camion e, dunque, è stato chiesto all’amministrazione di creare un area di parcheggio riservata ai mezzi pesanti. I servizi non sono carenti o assenti in Cascina del Sole, però smettono di svolgere la loro funzione di luogo di aggregazione nel momento in cui si esaurisce l’attività sportiva o scolastica. Manca quindi un luogo di aggregazione, una piazza pubblica vissuta. Anche i giardinetti di fronte al centro sportivo, che fra l’altro meriterebbero migliore qualità e attenzione, sono luoghi di aggregazione potenzialmente molto interessanti. Ci sono errori che derivano dai vecchi piani regolatori, come ad esempio l’esistenza di vie molto strette in cui non è possibile fare inversione di marcia ed è quindi necessario uscire in retromarcia, correndo il rischio di provocare incidenti. La rotonda tra Via Madonna in Campagna, Via Battisti e Via Kennedy è una bretella di collegamento tra la superstrada Rho- Monza e Via Battisti ed ha alleggerito un po’ i problemi viabilistici nel centro di Cascina del Sole, in quanto costituisce una variante al centro. 135 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale Le Case Popolari sono percepite come un problema di degrado urbano e sociale. Cascina del Sole ha subito nel corso del tempo un forte impatto sociale da parte di insediamenti residenziali per cittadini a basso reddito: la popolazione si lamenta del degrado non solo edilizio ma anche dei rapporti sociali tra gli abitanti. Un tema molto importante è il recupero della Cava Bossi, dove una volta c’era una impresa di escavazione ed ora è un’area adibita al recupero di materiali ed a riciclaggio. Relativamente alla dismissione di cantieri ed imprese di escavazione emerge nei cittadini la preoccupazione per la presenza di sostanze nocive, come l’amianto, che potrebbero disperdersi sul territorio trasportati dagli agenti atmosferici. La proposta è stata quella di riqualificare l’area per adibirla a parco pubblico accessibile sia per la cittadinanza di Cascina del Sole, sia per quella di Cassina Nuova. 136 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale I comparti abitativi noti come CC8 e CC9, se realizzati, incrementeranno la densità demografica, per cui bisognerà prevedere soluzioni viabilistiche ed anche urbanistiche e di servizi. Un grande problema di Cascina del Sole è la mancanza di un “centro” e quindi su 4800 abitanti, la maggior parte si vede costretta a rivolgersi a servizi esterni alla circoscrizione. C’è una netta prevalenza della funzione residenziale, mentre le attività produttive, commerciali e professionali sono poche ed esterne. 137 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale Le priorità espresse dai partecipanti PRIORITA’ PROBLEMA Viabilità: 1 • Incrocio via per Novate (sistemazione semafori e maggiore sicurezza stradale, possibilità di evitare l’attraversamento del centro storico) Traffico limitato e passaggi pedonali rialzati via Battisti centro Rotonda via Battisti – Via Kennedy che da Via Kennedy colleghi direttamente l’uscita della Rho-Monza Apertura di vie di collegamento da Cascina del sole verso Novate Bretella via Friuli Venezia Giulia – via s.Ronco Parcheggi 1 • 2 • 3 • 3 • 4 • 5 • Creazione di parcheggi nella via per Novate Trasformazione delle aree in Via Scesia e Via Monte Grappa con idonei parcheggi Liberare dai mezzi pesanti il parcheggio di via Ospitaletto, creando un area apposita ad essi dedicata Recupero ambientale Cava Bossi: controllo delle attuali attività di smaltimento (es. presenza di amianto?) e riqualificazione dell’intera area, con la formazione di un’area vivibile e fruibile da bambini ed anziani Centro culturale e di aggregazione: creazione di un centro socio-culturale (ad es. negli spazi vuoti di Via Battisti) Parco pubblico, verde e ripristino ambientale degli alvei Creazione di un parco pubblico Riqualificazione alveo e fontanile del Terrone, creazione di un parco attiguo al fontanile (per la quale il Comune paga già l’affitto) Aumentare il verde, con particolare attenzione alla quantità e alla qualità degli impianti Riduzione e/o altra localizzazione delle attività di rottamazione e smaltimento/riciclaggio Distribuzione commerciale: Salvaguardia-aiuto dei piccoli negozi, molto importanti soprattutto per gli anziani Area PIP, coinvolgere la grande distribuzione Apertura di un piccolo supermarket in via M.Grappa, già preesistente 5 • Problema di accumuli di rifiuti, gestione delle aree di raccolta 138 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale 3.2.2. CASSINA NUOVA 139 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale 140 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale in blu le principali tappe in rosso le principali segnalazioni 141 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale sabato 22 settembre 2007 – Cassina Nuova i partecipanti nome cognome età professione Alfonso Pietro Sergio Valerio Di Pasqua Vanotti Locatelli Baronio 58 47 58 51 Presidente CdQ ingegnere pensionato Pres. C.d.Ist.Gadda ed inoltre gli allora consulenti del PGT, arch. Aprà e arch. Engel l’allora assessore all’urbanistica Catenacci il consulente per la Valutazione Ambientale Strategica, arch. Baldizzone 142 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale dicono … Sergio Locatelli “Sono nativo di Cassina Nuova, penso quindi di conoscere molto bene l’evoluzione del quartiere. Penso innanzitutto che occorrerebbe qualificare l’immagine del quartiere, fornendo l’aspetto di un vero e proprio paese, anche perché Cassina Nuova ha un certo grado di autonomia rispetto al resto del Comune. La viabilità è la questione strategica del quartiere, sia interna, sia esterna di raccordo con Paderno, Seregno, Cascina del Sole, Bollate centro. Un altro aspetto determinante è quello ecologico, con pezzi di territorio disastrato, cave diventate discariche, montagne di detriti volatili, ecc., ma anche con inquinamento atmosferico ed acustico da traffico.” Pietro Vanotti “Condivido quanto detto da Locatelli, sottolineando l’importanza dei problemi ambientali che spesso Cassina Nuova ha dovuto pagare (vedasi l’inquinamento da piombo dell’ex Cobat) e sta pagando ancora (ad esempio la montagna di detriti stradali alle sue porte). Inoltre vorrei aggiungere che occorre cercare di dare vita non solo al centro (via San Bernardo), ma anche ad altre parti del quartiere, spesso cresciute in modo caotico. Occorre una maggiore attenzione per le aree verdi, spesso segnate come tali ma senza nemmeno un albero, basti vedere la piazza del mercato. Per la viabilità certo occorrono interventi, ma attenzione a costruire nuove strade che richiamino ancora più traffico!” Alfonso Di Pasqua “Cassina Nuova con i suoi 7.500 abitanti è una frazione viva, con più autonomia rispetto al resto del Comune. La sua crescita a volte non è stata razionale, basti pensare che negli anni ’60 contava solo 2.500 abitanti: quindi vi è stato un periodo di costruzioni “spontanee”, con strade strette, spesso cieche, con i problemi che ne conseguono. Però complessivamente la situazione è buona, con un centro vivo, che può confrontarsi anche con i comuni limitrofi. Mancano alcune realizzazioni, ad es. un auditorium, magari nella vecchia chiesa sconsacrata che è anche un bel esempio di architettura purtroppo usato solo come magazzino,… con alcune di queste cose ed alcuni interventi di carattere ambientale si avrebbe davvero un paese qualificato. La frazione necessita di una struttura che permette l'utilizzo polifunzionale (teatro ludico, ecc...); il Consiglio di Circoscrizione ha proposto il risanamento della via Kennedy e della zona di via Pace; l'obiettivo da raggiungere sarebbe l'abbattimento dell'ex forno inceneritorie,la realizzazione della via che collega la via Kennedy con la 119 attraverso il territorio della cava, allontanandola dall'abitato, con il conseguente risanamento della zona. Ormai è giunto il momento che si pensi allo spostamento della cava e alla realizzazione di strutture (abitative, terziario, produttivo)”. Valerio Baronio “Vivo a Cassina Nuova dagli anni ’60. Vorrei sottolineare che qualsiasi azione, quale ad esempio varianti stradali, non deve compensare passati abusivismi. Bella la realizzazione delle Scuole col parco, ma occorre una attenzione continua del Comune, quindi no ad interventi sporadici. Cassina Nuova è una frazione certo, ma può avere una sua connotazione di “paese”, sicuramente di qualità. Però bisogna risolvere tutta una serie di questioni al margine del quartiere che lo penalizzano molto. Inoltre la situazione delle aree pubbliche è spesso di bassa qualità, specie per la presenza o, meglio, l’assenza di alberature.” 143 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale le principali segnalazioni Il percorso si è sviluppato a partire dal punto di ritrovo, in P.za della Chiesa, lungo le vie: Pace (incrocio con Via Kennedy), Brianza, Arno, Meucci e Farini. Dal punto di ritrovo si percepisce come alcuni interventi abbiano sensibilmente migliorato l’aspetto complessivo: il recente arredo urbano e pavimentazione in porfido di Via S.Bernardo, Corte Brioschi e del sagrato della Chiesa hanno avuto lo scopo di migliorare e offrire servizi, come la tanto richiesta biblioteca. Occorre rilevare però come sia difficile soddisfare tutti: alcuni in via S.Bernardo si sono lamentati per la pavimentazione in porfido (per il maggiore rumore al passaggio delle macchine) o per la riduzione dei parcheggi, anche se è presente un parcheggio a poche decine di metri. All’incrocio di via Pace con via De Leva è presente una vecchia cascina: la sistemazione di questa area può contribuire notevolmente alla fruizione e all’aspetto del quartiere, affacciandosi sulla piazza della chiesa. Inoltre la presenza della exchiesa parrocchiale di S.Bernardo, risalente al XVI secolo, dovrebbe essere valorizzata, ad esempio come auditorium, mentre adesso è utilizzata solo come magazzino. Sarebbe importante rendere pedonale la via S.Bernardo come centro cittadino. La piazza del mercato, vicino al cimitero, rappresenta un tentativo di riqualificazione riuscito a metà. Sebbene molto frequentato da bambini ed anziani, la mancanza di verde e di alberi offre allo sguardo un ampia distesa di cemento e asfalto che non può essere ravvivata solo dalla presenza della fontana. Il problema del verde e della mancanza di alberi si riscontro in tutto il quartiere. Un grande problema, soprattutto nelle ore mattutine e serali, è il traffico lungo le Vie Farini e Pace per immettersi in Via Kennedy. Si chiede la creazione di un’arteria di scorrimento per preservare queste strade e ed il loro abitato. 144 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale Su via Kennedy si affaccia l’area dell’azienda che si occupa di riasfaltature di gran parte dell’area milanese. Sussiste il problema ambientale della montagna di detriti derivanti dallo scortico dei manti stradali rifatti: a detta dei partecipanti questo materiale, oltre ad essere volatile e quindi ad inquinare l’antistante abitato di Cassina Nuova, dovrebbe essere monitorato, in quanto potrebbe contenere elementi potenzialmente pericolosi. Proseguendo su via Kennedy si incontra da una parte un campo nomadi e dall’altra attività di rottami e autotrasporti. Il tutto in modo sicuramente molto “spontaneo”, non regolamentato e che contribuisce non poco al decadimento dell’immagine e della qualità ambientale di Cassina Nuova. In Via San Nicola e nelle vie adiacenti si assiste alla presenza di una urbanizzazione “selvaggia” nata nel secondo dopoguerra, con strade strette e casette addossate l’una sull’altra, spesso di scarsa qualità architettonica. Nell’area adiacente Paderno si assiste ad una mancanza di collegamenti tra i tessuti urbani dei due Comuni, con vie residenziali a fondo cieco che sboccano sui capannoni industriali di Paderno. Il tutto, oltre a fornire una immagine di “chiusura” tra i due Comuni, pone problemi di viabilità ai residenti. Nel centro si hanno problemi di viabilità, e a volte di pericolosità. Come ad esempio per la “esse” di via della Madonna - via Archimede, e in via Marconi, in cui mezzi pesanti, che non rispettano il divieto di transito, si “piantano” nelle curve del centro. 145 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale Le priorità espresse dai partecipanti PRIORITA’ 1 • PROBLEMA Problemi ecologici, quali ad es.: inquinamento acustico/atmosferico (es. incrocio via Kennedy con via Pace) attività dei “selciatori”, lato destro di via Kennedy, con alti cumuli di materiale e dispersione dello stesso sull’abitato anche con poco vento attività rottamai recupero ambientale zona Cava e piattaforma ecologica dell’ex inceneritore individuazione delle aree di recupero o dismesse Viabilità: problematiche di traffico da eliminare/limitare, con attenzione a non fare altre strade che portino altro traffico 1 • connessione delle vie a fondo cieco con Paderno viabilità di attraversamento e ripristino del vecchio tracciato di via Po per connettersi in futuro alla SP 119 riordino di via Raffaello Sanzio pericolosità zona via Arno – via Madonna pericolosità zona via Madonna – via Brianza collegamento dal retro delle Scuole Medie di via Brianza con la zona industriale di Paterno Dugnano 2 • 3 • 4 • 5 • Riassetto delle aree periferiche (viabilità interna e arredo urbano) Sistemazione della Piazza del mercato: chiusura della piazza verso il parcheggio adiacente il cimitero sistemazione area di rispetto del cimitero arredo urbano e verde Sistemazione di via Madonna e via S.Bernardo con marciapiedi, fermata bus, attraversamenti, e sua chiusura (piazza della Chiesa) rendendola solo pedonabile Aree a verde: riqualificazione degli attuali parchi, inadeguati o non curati, per cui spesso poco utilizzati. La mancanza di cura ne limita l'utilizzo e incoraggia il vandalismo. 146 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale 3.2.3. OSPIATE - CASTELLAZZO 147 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale 148 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale in blu le principali tappe in rosso le principali segnalazioni 149 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale 29 settembre 2007 - Ospiate i partecipanti: nome cognome età professione Antonio Luca Massimiliano Massimo Silvano Barbato Cormanni Vittani Zucchetti Redaelli 52 21 45 48 67 commerciante studente impiegato impiegato pensionato ed inoltre gli allora consulenti del PGT, arch. Aprà e arch. Engel l’allora assessore all’urbanistica Catenacci il consulente per la Valutazione Ambientale Strategica, arch. Baldizzone la rappresentante dell’Ufficio di Piano, dott.ssa Bollini 150 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale dicono … Antonio Barbato “Sono ad Ospiate dal ’63. I problemi ci sono, eccome. Oltre al traffico che è sotto gli occhi di tutti e che incide pesantemente sulla vita di tutti i giorni, tanto che non si riesce ad attraversare nemmeno la strada, direi che i maggiori problemi sono ambientali, come la manutenzione dei torrenti , dei parchi e delle aree a verde. Lo sporco, l’abbandono, portano alla mal frequentazione:se lasciamo certe aree a se stesse non lamentiamoci poi! Basti pensare alla frequentazione delle “signorine” vicino alla Scuola. E poi mancano attraversamenti sicuri e piste ciclopedonali, come ad esempio per connettersi con il centro Castorama.” Luca Cormanni “Ci sono alcuni problemi specifici che vanno risolti, altrimenti la vivibilità di Ospiate ne soffre. Parlo anche in termini di sicurezza del traffico, ad esempio per quanto riguarda l’incrocio della Varesina. O anche il parcheggio del Blockbuster, esempio di come un problema relativamente piccolo posso diventare estremamente rischioso, con auto che devono attraversare una pista ciclopedonale e sbucare nella via, senza visuale e con rischio di incidente. Occorre riqualificare aree dimesse, abbandonate. Sistemare le strade, parlo anche in termini di manutenzione dell’asfaltatura, ma anche piste ciclopedonali.” Massimiliano Vittani “Ci sono aree che devono essere riqualificate e ripensate, ad esempio quella della Forgia di Bollate che potenzialmente sarebbe di grande utilità pubblica e invece cos’è adesso? Pensate alla stessa area con un parco (siamo o non siamo nel Parco delle Groane?), una pista ciclopedonale, una regolamentazione degli orti “spontanei”, … Chiaramente il traffico rappresenta il tema prioritario, ma penso che il problema sia risolvibile solo dopo la realizzazione della variante varesina e con l’interdizione all’ingresso in Bollate del traffico proveniente da Rho-Arese.” Massimo Zucchetti “Direi che il problema più grosso è rappresentato dal traffico, non solo e non tanto quello interno quanto quello di attraversamento pendolare, quindi con ore di punta particolarmente congestionate. Vi sono chiaramente altri elementi, quali ad esempio i parcheggi, ad es. in via Leopardi, la sicurezza e la pulizia, il sottopassaggio, ed alcuni problemi ambientali, quali ad esempio quelli dei corsi d’acqua, sia in termini di gestione che di controlli. Inoltre occorre pensare ad una ricucitura del tessuto urbano, spesso cresciuto non in modo coordinato. In tutto questo si inserisce anche il discorso sulle aree verdi, sulla loro assenza e, quando presenti, sulla loro manutenzione e tutela.” Silvano Redaelli “Sottolineo l’importanza di alcuni problemi ambientali, come ad esempio quello del Canale Villoresi e di altri corsi d’acqua, in certi periodi fogne a cielo aperto. Ci sono poi elementi puntuali che potrebbero innalzare immediatamente la qualità della vita in Ospiate, ad esempio un percorso ciclopedonale con il centro commerciale vicino, un parco giochi per i bambini, degli orti regolamentati per gli anziani, un parcheggio per la farmacia.” 151 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale le principali segnalazioni Dal punto di partenza in P.zza Indipendenza il percorso si è sviluppato lungo le vie Ferraris, Ghisalba, Milano, Stelvio, Fornace Mariani, Repubblica, Madonnina e Villoresi. La mancanza di un centro e la sua disposizione lungo l’asse Varesina, il traffico di attraversamento che ne deriva e la qualità dell’intervento pubblico e del disegno urbano, sono gli elementi che da subito sono stati sottolineati dai partecipanti. Già dal punto di ritrovo (P.zza Indipendenza) è emerso il principale problema del traffico da attraversamento che investe la città. Ospiate, non avendo un vero e proprio centro si estende lungo l’asse della SS. Varesina, con una grande affluenza di veicoli in direzione Milano. Legati a questo problema sono la carenza di attraversamenti pedonali e di collegamenti ciclopedonali lungo Via Milano. La presenza di un sottopassaggio pedonale non supplisce a tali mancanze, soprattutto per la scarsa qualità igienica e per la mal frequentazione che caratterizza questo attraversamento; inoltre non prevede un agevole transito da parte di carrozzine per bambini o per persone diversamente abili. E’ fortemente auspicabile un collegamento ciclo-pedonale lungo Via Milano in direzione del centro commerciale di Baranzate, appena fuori dal confine comunale di Bollate, poiché è una strada molto frequentata a piedi da extracomunitari, che si spostano verso Roserio, ed in bicicletta da anziane signore per raggiungere il supermercato. Dal punto di vista ecologico, i cittadini evidenziano il tema dell’inquinamento del canale Guisa sia perché non manutentato, sia per scarichi infrasettimanali dai comuni che stanno a monte. Spostandosi dall’altro lato di Via Milano, nella direzione della circoscrizione di Bollate centro, vengono percorse le vie Repubblica, Madonnina e Villoresi. 152 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale Via Repubblica è un’area di commercio, messa però a dura prova dall’assenza di posteggi e dal traffico di attraversamento, perché è la strada che collega Bollate centro con la SS. Varesina. E’ situata lungo questa via, per esempio, la farmacia comunale. Una soluzione potrebbe essere l’esproprio di pubblica utilità di un terreno adiacente a quest’area e la creazione di una ventina di posteggi a dsco orario. Un altro grande problema di Via Repubblica è il posteggio del ex-Blockbuster, accessibile ai veicoli solamente mediante l’attraversamento della pista ciclabile adiacente ad esso. La soluzione possibile prevede due differenti soluzioni: spostare marciapiede e ciclopedonale a ridosso del palazzo e ricreare il parcheggio dove ora e locata la ciclopedonale, evitando quindi che le zone di transito di biciclette e pedoni siano attraversate dai veicoli che utilizzano il parcheggio; non modificare l'area di parcheggio ma impedire,con un alto cordolo o con dei paletti muniti di catena,che le macchine possano creare l'accesso dove prima sorgeva il casotto del rimetterebbero in sicurezza ciclopedonale e marciapiede rallentamenti dovuti dalle auto che abbandonano l'area di Repubblica. invadere la ciclopedonale e marmista.Così facendo si e si eviterebbero anche i sosta per immettersi in via Via Madonnina è invece l’esempio dei problemi legati alla qualità dell’intervento pubblico e del disegno dello spazio urbano (rintracciabili anche su tutto il resto del territorio), in quanto presenta ancora molte barriere architettoniche, come l’assenza di scivoli per la salita e discesa dei diversamente abili dai marciapiedi, il posizionamento dei pali della luce nel mezzo del passaggio pedonale, che diventano così inaccessibili alle carrozzine ed anche errori logistici come i tornelli intorno agli alberi con un diametro di solo 1m, che non consentono quindi la crescita dell’arbusto. Via Villoresi presenta grandi complessi residenziali e un ampio posteggio che risponde alle esigenze insediative dell’area. Lungo la via scorre il canale Villoresi che, per la mancanza di manutenzioni, riduce la portata dell’alveo creando grossi rischi, anche per gli orti posti dall’altro lato della strada. In fondo alla via, in prossimità della Forgia di Bollate, c’è una grande area verde non utilizzata, se non per il passeggio dei cani. Ne viene quindi richiesta un’opera di riqualificazione.La Forgia può anche rappresentare un problema ambientale, vista la presenza dei depositi di fonderia, ad alta temperatura, sopra al canale stesso. 153 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale Le priorità espresse dai partecipanti PRIORITA’ PROBLEMA Viabilità: 1 • 2 • 3 • 4 • realizzazione variante Varesina e viabilità via Ferraris ricostruzione della viabilità di Via Villoresi riaprendo Vicolo Villoresi permettendo il collegamento diretto con il piazzale della piscina,così come è sempre stato,per pedoni e biciclette realizzazione di piste ciclopedonali di collegamento, ad es. con il Castorama attraversamenti pedonali sicuri incroci e attraversamenti pericolosi (es. ex-Blockbaster) parcheggi Problemi ambientali: inquinamento da traffico gestione e controllo dei corsi d’acqua, come il Guisa e il Villoresi controllo area Forgia di Bollate Aree verdi: incremento delle aree verdi e a parco, corretta manutenzione di quelle esistenti plantumazione di alberi ad alto fusto creazione di un vero e proprio parco attrezzato in fondo alla via Villoresi, vicino alla Forgia Aree per bambini ed anziani Maggiori aree a gioco per i bambini Creazione di centri di incontro per gli anziani Creazione di “orti” regolamentati per i pensionati, con apposite aree attrezzate da destinare agli attuali fruitori degli orti di Via Villoresi e ripristino dell'area ove oggi sorgono gli insediamenti abusivi. 5 • Riqualificazione di aree dimesse, edifici fatiscenti, aree inutilizzate 154 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale 5 dicembre 2007 - Castellazzo In relazione alla specificità di Castellazzo rispetto al territorio comunale, il 5 dicembre 2007 è stata effettuata una passeggiata di quartiere dedicata espressamente a questa realtà. Hanno partecipato Roberto Marangoni e Marco Monti, oltre al Presidente del Consiglio di Circoscrizione Massimiliano Vittani, agli allora consulenti del PGT, arch. Aprà e arch. Engel, all’allora assessore all’urbanistica Catenacci e al consulente per la Valutazione Ambientale Strategica, arch. Baldizzone. Si sono approfonditi i problemi e le opportunità di recupero del complesso del Castellazzo, complesso che risulta essere di grande valore storico, culturale ed architettonico e che rappresenta un indubbia risorsa per Bollate. Il borgo di Castellazzo1 è un complesso di case, cascine e rustici composto da più corti: Corte Grande, Corte del Fabbro, Corte Nuova e Case Nuove, in armonia con la tipologia classica dell’azienda agricola lombarda. L’origine non è databile, ma sicuramente si è sviluppato contestualmente alla villa Arconati, la quale, oltre che alla villeggiatura, serviva anche come centro di gestione agricola delle terre circostanti. Piacere intellettuale e investimento fondiario erano strettamente connessi anche per gli Arconati, tanto che porteranno capitali inizialmente estranei all’economia rurale, rendendo il borgo un’azienda agricola all’avanguardia nel ‘700. Un accenno alle "case del Castellazzo" e soprattutto ai terreni, ai boschi e alle vigne è già contenuto nell’atto del 1610 con il quale Galeazzo Arconati acquista tutta la proprietà. E’ però Luigi Maria, dopo il 1648, che ricostruì la parte più antica del borgo, il cosiddetto "Castellazzino" , e mise mano anche ad una certa "Corte delli Massari". Sulla base dei rilievi per il catasto di Maria Teresa e sulla base della planimetria di Marc’Antonio dal Re, è possibile descrivere come si strutturava il borgo nel ‘700. Immediatamente a nord del cortile delle scuderie vi era, come tuttora, la chiesa parrocchiale di San Guglielmo, "chiesa del Palazzo" con annesso un cortiletto con canonica. Questo insieme è separato da quello delle scuderie da una "strada per le carrozze" che immette nella "corte grande rustica", un grande spazio rettangolare quasi interamente porticato, addossato all’ala di nord-est della villa e direttamente comunicante con spazi di servizio di questa. Collegato al lato nord di questa grande corte vi è poi il cosiddetto "Castellazzino", ossia abitazione famigliare che disegna una corte più piccola e di forma quadrata, corrispondente in pianta alla situazione secentesca. Nel 1773 risultavano presenti quattro "case da Fittabili, o siano Massari", e 65 "case da Piggionanti, o siano Coloni", e 1 Sintesi delle informazione tratte dai siti degli “Amici di Castellazzo” e e di “Villa Arconati” 155 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale dal registro parrocchiale nel 1774 risultavano residenti nel borgo ben 47 famiglie, suddivise in tre corti, per un totale di 226 persone. Il borgo definitivamente costruito raggiunge all’inizio del ‘900 il massimo numero di abitanti, oltre 500 persone: vi risiedono artigiani, lavoratori agricoli e addetti alle fornaci, formando una vera e propria comunità. Attualmente il Borgo è costituito corti e da complessi agricoli ancora utilizzati dove viene praticato l’allevamento di vitelli da carne e coltivazioni foraggiere: le famiglie agricole ancora in attività sono tre. I suoi abitanti sono circa 120, la caratteristica di buona parte di essi è la grande disponibilità personale che sono disposti a fornire per il Borgo stesso, alcuni si dedicano alla gestione del "Maggio Castellazzese" , comprensivo della Festa Patronale con mostre di fiori e di pittura, con opere eseguite anche da artisti famosi che hanno mantenuto il loro laboratorio in Castellazzo e tante altre attività che si susseguono per tutto il mese. L'abitato si è sviluppato attorno alla storica Villa Arconati, già monumento nazionale, chiamata anche il Castellazzo, che dà il nome alla frazione e che è teatro tutte le estati del Festival di Villa Arconati, un'importante manifestazione musicale che si svolge nella suggestiva cornice della villa nei mesi di giugno e luglio. Villa Arconati, una delle “Ville di Delizia” che caratterizzavano il territorio milanese, è sita in territorio di Bollate, località Castellazzo. Costruita nel ‘600 attorno ad un nucleo precedente, trova nel ‘700 ad opera dell’architetto Giovanni Ruggeri la configurazione planimetrica ed architettonica che è giunta quasi inalterata sino a noi e che consta di tre elementi fondamentali: Giardino, Villa e Borgo. L’ impianto scenografico del complesso inizia già dall’accesso costituito dal viale “dei leoni”, così denominato per la presenza di scultore ferinomorfe site su due basamenti di pietra posti all’inizio del viale. Decorazioni interne, sculture, arredi e raccolte di quadri e di libri, tra cui il Codice Atlantico di Leonardo da Vinci, impreziosivano la proprietà sino a collocarla tra le più importanti dell’area del capoluogo lombardo, così da essere celebrata da Marcantonio Dal Re nelle sue incisioni. Straordinario è il giardino; di impianto articolato, ricco di specie arboree, di elementi decorativi, sculture e fontane, dei teatri di Diana e di Pompeo e della limonaia, esso costituisce l’unico attuale elemento museale di Villa Arconati, definita “piccola Versailles” grazie proprio al suo giardino, che è tra i pochi realizzati in Italia “alla francese” e certamente il più esteso in Lombardia. Il Festival di Villa Arconati, nato nel 1989, è un progetto culturale realizzato grazie alla collaborazione fra i comuni di Bollate, Arese, Garbagnate Milanese, la Provincia di Milano, la proprietà di Villa Arconati e i sostenitori della manifestazione. Nel corso del tempo il festival ha acquisito un carattere ed una personalità assolutamente unici nell'ambito della provincia di Milano, candidandosi sempre più a divenire uno dei festival musicali più importanti dell'estate italiana. Tutto questo è dovuto certamente alla qualità delle proposte artistiche che il festival ha offerto nelle passate edizioni e grazie anche al valore architettonico, ambientale e storico di Villa Arconati, una delle residenze più belle e caratteristiche del Nord Italia. La frazione, inserita nella tranquillità del Parco delle Groane, è dotata di diversi percorsi ciclopedonali che la rendono meta e "piccolo paradiso" per sportivi del jogging e mountain bike. A questi aspetti pregevoli di una località a soli 12 km dal cuore di Milano seguono purtroppo aspetti che denotano anche segni di inciviltà e malcostume. Difatti negli ultimi anni si segnala un certo progressivo degrado dovuto alla presenza di 156 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale microdiscariche abusive di materiale edilizio, di immondizia lasciata dai "patiti della grigliata" domenicale e a carcasse di auto e motorini dati alle fiamme a cui cerca di porre rimedio il Corpo di Vigilanza del Parco delle Groane. Inoltre da parecchi anni la Villa, le Corti e l'intero Borgo sono al centro del dibattito cittadino sul futuro di Castellazzo. Secondo l'Associazione gli “Amici di Castellazzo”: “l'ultima residente di Villa Arconati, Donna Beatrice Crivelli, fu l'ultima garante di tutela del patrimonio costituito da Villa, Corti e vecchie Fornaci. Venendo nel frattempo a mancare, gli eredi hanno venduto la proprietà a diverse immobiliari la cui unica preoccupazione fu quella di realizzare liquidità attraverso la vendita di quasi tutto ciò custodito al suo interno, e di predisporre alcuni piani che se attuati, si sarebbero rivelati autentiche colate di cemento che avrebbero irrimediabilmente compromesso un equilibrio del territorio consolidato ormai da decenni. Questi piani prevedevano, oltre al riutilizzo delle vecchie corti, anche l'utilizzo delle originarie volumetrie delle vecchie fornaci, dove attraverso il loro cambio di destinazione d'uso, da industriali a residenziali, avrebbero permesso la costruzione di residenze a dismisura. Inoltre, all 'interno di questi piani era prevista la progressiva espulsione dei vecchi affittuari delle corti, e tutto ciò è stato scongiurato anche grazie alla dinamicità dell'Associazione". Ultima menzione riguarda la ferrovia. La frazione di Castellazzo è attraversata dai binari della linea ferroviaria Milano-Saronno delle Ferrovie Nord Milano, e sino al 1990 era attiva la piccola stazione. La stazione, oltre a essere utilizzata dai residenti, fu anche utlizzata dalle maestranze occupate nelle vicine fornaci e cave di argilla per la produzione di laterizi, visibili nel film di Aldo Vergano “Il sole sorge ancora”. Il film fu girato nel 1946 nelle fornaci, nelle corti di Castellazzo, oltreché all' interno della Villa Arconati. Con i lavori di quadruplicamento della Linea Milano - Saronno di FerrovieNord, tale stazione è stata soppressa e successivamente demolita nonostante le proteste della popolazione locale. Oggi gli abitanti ne auspicano la riapertura, come fermata impresenziata e "a banchina centrale" sui due binari dedicati alle linee del servizio ferroviario suburbano di Milano per diminuire il senso di isolamento degli abitanti della frazione con Bollate e per permettere di rendere Castellazzo più vivibile e accessibile non solo alle automobili nei giorni di maggiore affluenza Domenicale/Festiva e in concomitanza del Festival. 157 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale 158 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale 3.2.4. BOLLATE CENTRO 159 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale 160 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale in blu le principali tappe in rosso le principali segnalazioni 161 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale sabato 29 settembre – Bollate Centro i partecipanti: nome cognome età professione Alberto Ghioni 44 Angelo Eleonora Emanuele Paolo Barlassina Cimbro Gorno Gaiotto 61 29 38 36 amministrator e pensionato professoressa commerciante architetto ed inoltre gli allora consulenti del PGT, arch. Aprà e arch. Engel l’allora assessore all’urbanistica Catenacci il consulente per la Valutazione Ambientale Strategica, arch. Baldizzone la rappresentante dell’Ufficio di Piano, dott.ssa Bollini 162 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale dicono … Angelo Barlassina “Vorrei sottolineare il decadimento di Bollate dovuto al traffico. E per traffico intendo il traffico da attraversamento. A questo scopo abbiamo predisposto una raccolta firme per una petizione popolare con 2.700 aderenti, allo scopo di impedire il traffico ai non residenti. Un altro aspetto che può essere determinante per il quartiere è il destino dell’area della exCeruti, con il timore di un grande centro commerciale, quando invece sarebbe auspicabile un recupero dell’area”. Eleonora Cimbro “Bollate Centro ha tutta una serie di elementi problematici. Vi sono innanzitutto “quartieri dormitorio” con mancanza di servizi, negozi, aree verdi attrezzate. Queste aree, ma spesso tutta Bollate Centro, non hanno collegamenti ciclopedonali, sia interni al Comune che con i Comuni limitrofi, come ad esempio Novate. Vi sono poi tutta una serie di incroci pericolosi, assi stradali a forte presenza di traffico, attraversamenti pedonali rischiosi, ecc. Vi sono situazioni di forte degrado, come sovrappassi e sottopassi, la stazione, l’ex Garden, ecc. L’ex Ceruti potrebbe rappresentare un forte elemento di riqualificazione con funzioni pregiate, come ad esempio la creazione di un polo universitario ben servito dalle Ferrovie Nord. Riqualificazioni spontanee già presenti, come lo spazio della Borroni, andrebbero ulteriormente valorizzate. Il commercio andrebbe incentivato. Il verde è insufficiente, sia in termini di quantità che di qualità”. Emanuele Gorno “Penso che Bollate Centro dovrebbe innanzitutto occuparsi di un decentramento dei servizi comunali, per coinvolgere i cittadini anche della periferia, agevolando ed incentivando il commercio. Si dovrebbe pensare anche al decentramento delle banche, risolvendo il problema dei parcheggi nella zona centrale del paese. Vi sono anche “piccoli problemi” che diventano grandi: ad esempio occorre recintare e arredare i parchi per eliminare gli atti di vandalismo Paolo Gaiotto “Partirei da un maggiore coinvolgimento dei giovani e delle forze culturali già presenti nel quartiere. Ad esempio il fabbricato della Borroni è molto interessante quale esempio di “archeologia industriale”, ha una localizzazione ottima, essendo di fianco alla stazione delle Nord, ospita una iniziativa spontanea, quella dei proprietari stessi che hanno creato un centro culturale ed artistico che in futuro potrebbe ospitare anche residenze e laboratori temporanei per gli artisti … Perché non sfruttare questa occasione, valorizzandola, integrandola con le politiche del Comune, così da far divenire Bollate una “cittadella dell’arte” che richiami giovani, artisti, forze nuove e funzioni culturalmente elevate? Sono cose come queste che possono contrastare la tendenza di città dormitorio di servizio a Milano e fare di bollate una città viva. Altrimenti il collegamento con le Nord è solo un collegamento in “uscita” verso Milano e non in “entrata” in Bollate: occorre connotare Bollate con funzioni specifiche di richiamo.” 163 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale le principali segnalazioni Il percorso si è sviluppato a partire da via Nenni, lungo poi le Vie Berlinguer, Silvio Pellico, Madonna in campagna, Montessori, Caduti bollatesi e P.za Carlo Marx. Fin dal punto di ritrovo, posizionato lungo la Via IV Novembre, emerge l’importanza di un collegamento ciclo-pedonale che colleghi la città di Bollate con i Comuni limitrofi (in questo caso Novate). La riqualificazione della ex Boston è un’esperienza ed un esempio di trasformazione del territorio, seppure sussista ancora il problema dell’integrazione con il tessuto urbano circostante. Percorrendo le vie Nenni e Berlinguer si osservano edifici “tagliati fuori” dalle aree circostanti; lo si può definire un quartiere dormitorio, dove la funzione residenziale è esclusiva, mentre sono assenti attività commerciali e servizi. Le aree verdi circostanti sono lasciate a se stesse e, quindi, usate solo per le “passeggiate” dei cani. La Via Silvio Pellico è un importante collegamento con la frazione di Cascina del Sole, così come la parallela Via Friuli Venezia-Giulia, e per questo si richiede a gran voce la realizzazione di collegamenti ciclo-pedonali. Una pista ciclabile potrebbe collegare così Cascina del Sole con Bollate (tramite Via S. Pellico) e poi proseguire lungo Via Madonna in Campagna, Via Montessori (dove c’è una scuola elementare), giungendo fino alla stazione ferroviaria di Bollate Centro. L’area intorno al benzinaio è da riqualificare, magari con la creazione di una rotonda e di un parcheggio per la banca e il servizio pediatrico. All’incrocio tra Via Madonna in Campagna, Via Montessori e Via Giovanni XXIII è stato da poco creato un regolatore di velocità, contestato da una parte di popolazione ma fortemente sostenuto dall’altra, perché questo è un incrocio molto frequentato dai bambini che si recano alla scuola elementare di Via Montessori e molto trafficato, perché conduce alla Via Verdi. 164 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale Via Madonna in Campagna è un altro esempio di quartiere dormitorio, dove ci sono aree verdi, anche attrezzate con giochi e panchine, ma con poca manutenzione. Le alberature però sono scarse, poco qualificanti e nulla ad esempio è stato fatto per creare una “quinta” verde lungo la strada per migliorare la qualità estetica della piazza, gravata pesantemente dal lungo muro della ex Ceruti. Nella P.za sono presenti attività commerciali, ma è un’area poco utilizzata e poco vissuta. Di fronte a questa c’è l’ex Ceruti, che è un potenziale immenso sia per l’estensione dell’area, sia per la posizione adiacente alla stazione. Sono state fatte varie ipotesi di trasformazione, tra cui quella di un nuovo polo universitario. Gli attraversamenti pedonali da una parte all’altra della ferrovia sono presenti (ce ne sono quattro) anche se presentano condizioni di degrado. Un problema fortemente sentito a Bollate è la carenza di parcheggi, soprattutto nella zona vicino alla stazione, ossia in P.za Carlo Marx; un’ipotesi è quella della creazione di un parcheggio sotterraneo. L’area della Borroni, con un bel edificio industriale dei primi del ‘900 un tempo ospitante un collificio e attualmente destinato dai proprietari a centro culturale per esposizioni d’arte, ha sicuramente delle grosse potenzialità, sia per la sua localizzazione, adiacente alla stazione e quindi facilmente raggiungibile da potenziali utilizzatori provenienti da Milano, sia per la funzione di richiamo culturale che può svolgere. Una integrazione della Borroni con le politiche dell’Amministrazione sarebbe auspicabile. 165 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale Nel parco centrale di Bollate ed in quello di Via Piave, si richiede un controllo maggiore da parte delle forze dell’ordine per ridurne la mal frequentazione, nonostante i recenti tentativi di ridurre la criminalità. Al centro si assiste alla presenza di ampie aree da qualificare, come ad esempio quella sottoposta ad un degrado anche sociale delle Quattro Torri. 166 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale Le priorità espresse dai partecipanti PRIORITA’ PROBLEMA Viabilità e parcheggi: 1 • 1 • 2 • 3 • 4 • 5 • mancanza di collegamento tra via Berlinguer e Cascina del Sole rotonda e parcheggio are benzianaio via Pellico via Petrarca – via Friuli, incrocio pericoloso su asse stradale ad elevata percorrenza via Montessori, incrocio pericoloso e asse ad elevata percorrenza, parcheggi via Veneto – via Verdi, asse al elevata percorrenza e incrocio pericoloso via Piave, collegamento con la Varesina e problema di traffico elevato via Varalli, problema del traffico all’uscita delle scuole via da Vinci – via IV Novembre, incrocio pericoloso piazza Marx, problema parcheggi in tutta la zona Vie ciclabili: collegamento via Nenni con Novate via Berlinguer via Petrarca - via Friuli, mancanza di collegamento con C.na proseguimento della pista ciclabile raccordata con la ferrovia via Veneto – via Verdi via Piave Aree verdi – parchi: riqualificazione aree verdi vicino alla scuola di via Montessori parco via Piave creazione di parchi e aree a verde, maggiore manutenzione di quelle esistenti e con più presenza di alberi di alto fusto Degrado strutture, quali ad esempio: sottopasso di via IV Novembre sottopasso area ex Sacis sovrappasso pedonale di via Caduti Bollatesi stazione ferroviaria ed ex Garden degrado anche sociale delle Quattro Torri strutture scolastiche degradate in via Varalli Valorizzazione aree ex industriali: Area ex Ceruti, riqualificazione e allocazione di funzioni “elevate” (es. polo universitario) Valorizzazione Borroni quale centro artistico-culturale di rilevanza metropolitana Commercio e servizi: piazza del mercato, possibilità di creare strutture permanenti per il commercio per renderla viva tutta la settimana attrezzare con strutture mobili per il commercio via Montessori mancanza di servizi e commercio per gli insediamenti periferici, come quelli di via Berlinguer senza nemmeno un oratorio 167 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale 3.3. Workshop 3.3.1. Workshop “Politiche per la Casa” 8 maggio 2008 - sala consiliare incontro con le cooperative edilizie ed altri Enti aventi ad oggetto le politiche per la casa Presenti, oltre all’allora Assessore Catenacci, gli arch. Aprà, Engel e Baldizzone, allora consulenti per il PGT e la VAS, e l’arch. Fregoni, allora dirigente di settore in rappresentanza dell’Ufficio di Piano. Partecipanti Cooperativa Edificatrice San Martino Cooperativa Edilizia Urbanistica Nuova Cooperativa Edificatrice Nuova Benvenuta Società Coop. Edificatrice delle Forze dell'Ordine Associate Cooperativa Edilizia Guido Dorso Groane Cooperativa Edile San Giuseppe Lavoratore Cooperativa Edilizia Mercantesse II Cooperativa Edilizia Alba Cooperativa Edilizia Ospiate 72 CIMEP Assimpredil I contributi dei partecipanti Dopo una introduzione di Catenacci e di Baldizzone, hanno preso la parola gli architetti Aprà ed Engel, illustrando gli elementi principali delle problematiche legate alla residenza per il Comune di Bollate. Aprà – Engel. Bollate subisce più di altri comuni del Rhodense il problema “casa”, sono infatti ben il 20% della popolazione che è soggetto a fenomeni di sovraffollamento e, quindi, con disagio abitativo a volte anche profondo. Si tratta di nuclei familiari non solvibili che non possono affrontare ne la spesa di affitto di un alloggio più grande ne tanto meno un mutuo per l’acquisto di una abitazione. In passato la risposta è venuta dalla cosiddetta edilizia economicopopolare, con diretto intervento pubblico, e convenzionata, ossia senza un diretto intervento pubblico. Attualmente si è tornati a riparlare sia di edilizia economico-popolare che di edilizia convenzionata: però evidentemente non tutta l’offerta edilizia di Bollate potrà essere di questa tipologia. I dati di Bollate-Baranzate dicono che ci sono 6000 famiglie di tre componenti e 1000 famiglie di due componenti che vivono in due stanze. Evidentemente queste famiglie non esprimono domanda d’acquisto perché non possono permettersi di comprare una casa … CIMEP (Cazzaniga). Facendo un ragionamento generale, il CIMEP (con il PIM e il CRESMI) ha stimato il fabbisogno abitativo e si è confrontato con la Provincia per un “Piano Casa”. CIMEP rappresenta 80 comuni della cintura milanese, ma ragionando con la Provincia si giunge a tutti i 189 comuni. Secondo i dati della Provincia per l’edilizia sociale occorrono 60.000 abitazioni, secondo il CIMEP questo dato deve essere almeno raddoppiato se non triplicato. Il CIMEP sottolinea che occorre una stretta relazione strategica con il trasporto su ferro e ha anche presentato osservazioni al Parco Sud sulle aree agricole destinabili alle stazioni su ferro. Su questi temi Il Comune di Milano intende partecipare, confrontandosi con la Provincia all’interno del PTCP. L’idea è quella di giungere ad un “piano quadro” per giungere ad ipotizzare con la Provincia un “piano dei servizi sovracomunale”. Tra le considerazioni pratiche, occorre ricordare che la Finanziaria stabilisce per gli espropri il ricorso al valore venale decurtato del 20%, un costo maggiore rispetto all’attuale che si scaricherà sul costo finale delle abitazioni. Proponiamo 168 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale nello specifico due azioni: una differenziazione del valore al metro quadro, sfavorendo l’edilizia convenzionata e favorendo quella destinata ad affitti o a patti di futura vendita per fasce a basso reddito; la previsione di azioni specifiche nei Programmi Integrati d’Intervento con l’acquisizione di aree per tale edilizia. CIMEP (Defendi). La situazione è complessa. Occorre uno stock abitativo consistente da destinare all’affitto, anche per rispondere al bisogno di mobilità della popolazione. Si può discutere se il 5% del costo dell’alloggio come affitto sia davvero valido. Però occorre anche dire che i finanziamenti regionali spesso non sono utilizzati, i bandi sono troppo dirigisti e i comuni non mettono in gioco le aree perché non hanno garanzie. Occorre poi ripensare anche all’architettura, pensando anche ad uno sviluppo in altezza. Infine occorre ricordare che nel Rhodense verrà l’Expò e quindi potrà diventare terra di conquista se i Comuni lasceranno il territorio all’evoluzione spontanea. Assimpredil (Enrico). Non devono essere fissate caratteristiche costruttive con standard così elevati da non permettere dei prezzi di cessione adeguati. Occorre una mediazione tra gli standard qualitativi tecnologici e il prezzo finale, prezzo a cui contribuisce in modo determinante l’acquisto delle aree. Cooperativa Villaggio Guido Dorso Groane (Barra). Per costruire case a basso prezzo bisogna partire dal basso prezzo di acquisizione dei terreni. A Bollate ci sono ad esempio aree inedificate, libere in quanto destinate a standard. Occorrerebbe un intervento diretto del Comune, con la possibilità di cedere le aree ad un prezzo che non superi il 15% del costo della casa. Cooperativa Mercantesse Seconda (Gagliardi). Occorre valutare attentamente le zone di completamento per armonizzare l’insieme e non creare dei ghetti, come è successo in passato ad esempio a Cascine del Sole. Certo il problema dei costi di acquisizione delle aree è determinante. Non si riesce ad offrire edilizia residenziale a prezzo competitivo, così i figli dei vecchi proprietari di alloggi cooperativi devono andare ad abitare nei comuni limitrofi. La mancanza di terreni è davvero un elemento fondamentale. Cooperativa Ospiate 72 (Morando). La nostra è una piccola cooperativa operante ad Ospiate. Il quartiere è rimasto inattuato, spesso con strade a pettine che non permettono fluidità di traffico. Nel tempo l’area è, per così dire, “invecchiata” con i proprietari che sono andati in pensione e i figli che sono andati a vivere in altri comuni, non avendo trovato possibilità in loco. Cooperativa Edificatrice Bollatese (Castagna). La nostra cooperative ha circa 1.800 appartamenti in affitto. Noi vorremmo operare sia per l’affitto che per la vendita. Purtroppo non ci sono aiuti da parte della Regione. Inoltre le agevolazioni sul credito sono minime: infatti abbiamo uno sconto sugli interessi di solo un 1,5% rispetto ai privati. Confcoop e Coop Acli (Maggioni). Come dare una risposta di edilizia sociale? Si invoca la 167 ma il quadro normativo è differente. Inoltre i Comuni mettono a bando aree a valore di mercato, quindi con richieste alte che poi si scaricano sul prezzo finale: risulta impossibile quindi la vendita a 1.700 €/mq. La regione ha fatto la Legge 14 e sta mettendo a punto convenzioni-tipo. Interessante il caso di Milano che mette in gioco aree a standard per l’edilizia sociale sa in vendita che in affitto. Occorrerebbe un PGT che chiarisse questi temi. Bollate e i comuni di cintura se non hanno un processo strategico di lungo periodo subiscono l’assalto degli imprenditori edili con rischio di una conurbazione selvaggia con Milano. Un’ultima notazione sul mercato immobiliare: nell’ultimo anno le compravendite in Milano sono scese dell’11%. Cooperativa S.Martino (Albani). Abbiamo difficoltà a dare risposte ai nostri 970 soci. Attualmente dei nostri 850 alloggi, 350 sono a proprietà indivisa e quindi in godimento. Di questi 169 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale 200-250 ci chiederanno alloggi nel prossimo futuro. Inoltre abbiamo 350 richieste di acquisto, magari anche con iscrizioni multiple su altre cooperative. Cooperativa Urbanistica Nuova (De Paoli). Occorre rilevare che negli ultimi anni sta cambiando la richiesta abitativa, con tipologie un tempo minori o sconosciute: genitori separati, giovani, case-ufficio, ecc. Occorre chiarezza dell’amministrazione sugli obietti finali, con tempi certi e rapidi. Occorrono anche bandi chiari, senza incongruenze. Occorrono infine studi competi, dal punto di vista ambientale, economico e sociale, evitando ghetti, creando mix funzionali realistici e con affitti realmente bassi. Cooperativa Nuova Benvenuta (Cimbro). La nostra cooperativa ha costi bassi, non avendo dipendenti e dirigenti da remunerare. In un mondo ideale la rata di affitto dovrebbe essere inferiore alla rata del mutuo di acquisto della casa. Ho sentito dire in questa sede che il 20% dei Bollatesi ha bisogno di casa: un dato che mi lascia perplesso. Senza considerare che lasciando queste abitazioni le stesse richiameranno altra popolazione. Occorre chiedersi: c’è un limite alla costruzione? Non sono favorevole ad un processo di continuo conturbamento: ad esempio Cassina Nuova non deve essere saldata a Bollate; è un’isola felice che deve essere salvaguardata, magari con più servizi. Contrario anche ad una costruzione continua che da Bollate va ad Ospiate, così come contrario d un verde “percentile” ubicato in aree già verdi: cosa serve ad esempio mettere del verde a Castellazzo dove il verde c’è già? Aprà. Una delle parole magiche da usare in questi casi è “mescolare”. Occorre quindi creare un mix. Mescolare progetti, utenze, investimenti, attori. Ma occorre anche “incidere”. Incidere sull’acquisto dell’area “caricando” la parte di edilizia libera per “scaricare” l’edilizia non libera e quindi favorirla: quasi una “tassa” sulla libera. Il Comune può pensare ad incentivi per la libera che finanzi la non libera. Ci sono dei limiti nello strumento del PGT ma lo stesso può mettere a punto un sistema di incentivi ben “percepito” dagli operatori con regole di contrattazione chiare e trasparenti. La concentrazione di edilizia sociale ha prodotto dei problemi di degrado. Mescolare significa anche “perequare” , caricando costi su “chi può per fare case per “chi non può”. 170 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale 3.3.2. Workshop “Associazioni e Territorio” 10 maggio 2008 - sala consiliare incontro con le associazioni operanti sul territorio Presenti, oltre all’allora Assessore Catenacci, gli arch. Aprà, Engel e Baldizzone, allora consulenti per il PGT e la VAS, e l’arch. Fregoni, allora dirigente di setorre in rappresentanza dell’Ufficio di Piano. Partecipanti Legambiente WWF Sezione Groane Associazione Culturale Lazzati Circolo Fotografico “Lo Scatto” Gruppo Artisti Bollatesi Accademia Vivaldi Corpo Musicale Parrocchiale “S. Cecilia” A.C.L.I. A.N.F.F.A.S. “Il sole splende per tutti” Pedale Bollatese Polisportiva Solese A.S.D. Assolombarda Unione Commercianti Unione Artigiani Provincia di Milano I.T.C. Superiore “Erasmo da Rotterdam” I.T.C. Superiore “Primo Levi” (sig. Pironi) (Sig.ra Mastrosanti) (Sig. Cimbro) (Sig.ra Liverani) (Sigg. de Ruvo e Croce) (Sig.ra Nebuloni) (Sig. Farina) (Sig. Confalonieri) (Sig. Lorenzon) (Sig. Mesini) (Sig. Dalla Francesca) (Sig.ra Marin) (Sig.ra de Maria) I contributi dei partecipanti Dopo una introduzione di Catenacci e di Baldizzone, che hanno illustrato il processo partecipativo in atto, mirato al raggiungimento di una visione comune e condivisa per la Bollate del futuro, visione che si concretizza in un progetto di città policentrica dotata di adeguati servizi, ha preso la parola l’arch. Engel, illustrando gli elementi principali della bozza di piano. Engel. Il PRG ha ipotizzato una sorta di città lineare, che solo in parte si è realizzata. Attualmente infatti oltre a Bollate attualmente sono ben riconoscibili anche gli abitati di Cassina Nuova, Ospiate e Cascina del Sole, tutte dotate di un loro “centro”, anche se più limitato nel caso di Cascina del Sole. Per connotare questi “centri” come centri qualificati occorre anche ragionare in termini di servizi. Con la nuova legge urbanistica regionale è stato inserito uno specifico strumento che regola la presenza e la quantificazione dei servizi: Il Piano dei Servizi, ricompresso all’interno del Piano doi Governo del Territorio (PGT). Il Piano dei Servizi forma un grande disegno dei servizi, stabilisce le aree da destinarsi e in parte fornisce anche indicazioni di bilancio. Occorre ricordare che il Piano dei Servizi non si occupa solo di quelli pubblici (vincolando aree destinate a servizi) ma si interessa anche di associazioni e simili. Quindi la presenza del mondo associativo è importante. Rispetto allo strumento del PRG, che stabiliva per legge standard minimi di servizi, occorre col PGT uno studio specifico per quantificare con precisione le esigenze. Non tutti i parametri quantitativi sono scomparsi, rimanendo quelli per esigenze di base, quali ad esempio quelle scolastiche (mq/studente) o cimiteriali. Difficile invece è la quantificazione per verde, assistenza sociale, sport, cultura e in parte anche per la sanità. ACLI Bollate (Croce). La nostra associazione conta 250 iscritti e circa 3.000 simpatizzanti che utilizzano i nostri servizi che vanno dal patronato fiscale al turismo. Però non riusciamo ad offrire un servizio adeguato proprio per problemi logistici. Abbiamo una sede piccola, con un affitto oneroso, e nei periodi “caldi” come ad esempio quelli relativi al patronato fiscale 171 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale abbiamo code interminabili, con la gente, spesso anziani, che deve attendere in piedi per molto tempo. ACLI Bollate (Deluvo). I nostri servizi vanno dallo sport al fiscale. Vorrei sottolineare i servizi che diamo agli stranieri, un servizio molto utile nella loro integrazione nel territorio bollatese. Noi per loro teniamo anche dei corsi di Italiano, ma c’è bisogno di mezzi didattici. Svolgiamo anche altri servizi, ad esempio di gestione dei lavori domestici, per una conduzione fiscalmente regolare delle badanti. A livello più generale sottolineerei la mancanza di strutture alberghiere, l’attenzione da dedicarsi agli impianti sportivi, il collegamento delle frazioni, Collegamento che potrebbe essere risolto con microbus o soluzioni simili: occorre mettere in relazione le persone per una reale integrazione di quartieri e frazioni. I.T.C. Superiore “Erasmo da Rotterdam” (Marin). Occorre interagire sia con gli altri Comuni che con la Provincia. Non solo per l’integrazione dei servizi scolastici ma anche e soprattutto per il sistema di mobilità e viabilità/parcheggi, per migliorare accessibilità e fruibilità dei nostri istituti. Istituti che vivono in una situazione di costrizione fisica e con carenza di infrastrutture e spazi esterni. I.T.C. Superiore “Primo Levi” (de Maria). Dato anche l’obbligo scolastico esteso ai 16 anni, nei nostri istituti stiamo troppo stretti. Siamo giunti a rifiutare le iscrizioni per problemi di spazi. Inoltre non esistono servizi di trasporti adeguati per una possibile ridistribuzione della popolazione studentesca su altri comuni, come ad esempio Rho. Associazione “Il sole splende per tutti” (Nebuloni). Siamo quindici famiglie associate, caratterizzate dalla presenza di disabili, e cinque volontari per l’assistenza. Siamo nati a Cascina del Sole, ove forse i problemi sociali sono più forti e più sentiti che nel resto del territorio. Svolgiamo molte iniziative, come ad esempio i laboratori culturali, ma non abbiamo una nostra sede: speriamo quindi in un futuro e prossimo Centro Sociale. Le criticità da affrontare per noi sono le seguenti: problemi nei trasporti, specie per i disabili, assenza di negozi a Cascina del Sole (solo un piccolo alimentari) che diventa pesante per la popolazione anziana, e in ultimo la inadeguatezza dei parcheggi. WWF (Pironi). A Bollate gestiamo l’Oasi del Caloggio, osai di sette ettari che comprende due fontanili, ma non abbiamo una sede, così siamo dovuti migrare a Garbagnate, con una sede piccola e in coabitazione. La nostra attività è anche legata all’educazione ambientale, quindi abbiamo bisogno di spazi adeguati per la documentazione di cui siamo dotati. La maggior criticità di Bollate è la mancanza di verde specie nel centro e il territorio agricolo che via via va scomparendo. Associazione Culturale “Giuseppe Lazzati” (Mastrosanti). La nostra associazione ogni anno sviluppa un tema culturale specifico, creando manifestazioni/attività legate a tale tema. Attualmente non abbiamo bisogno tanto di una sede per le riunioni, essendo ospitati da altre associazioni, ma di una sede/spazio per mettere a disposizione del pubblico il materiale bibliografico raccolto in trent’anni di attività, materiale che va dalla storia cittadina ad aspetti culturali specifici. Per le criticità, oltre a quella dei trasporti da tutti rilevata, occorre ribadire la mancanza di spazi per i giovani: ad esempio è molto sentita la mancanza di spazi per le prove dei giovani musicisti. Pedale Bollatese (Farina). Per svolgere la nostra attività in sicurezza e per togliere i giovani dalla strada, in tutti i sensi, vorremmo poter avere un anello ciclabile chiuso, magari circondato da spazi verdi, per poter dare ai ragazzi quella sicurezza che altrimenti attualmente non hanno, dovendo svolgere gli allenamenti sempre a contatto col traffico automobilistico e quindi in situazione di rischi costante nonostante le nostre attenzioni. 172 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale Circolo Fotografico “Lo Scatto” (Cimbro). La nostra associazione, nata per scopi esclusivamente culturali per cercare di rivitalizzare da questo punto di vista il territorio bollatese, non ha tanto esigenze di una sede quanto di un vero spazio espositivo per le arti visive in genere. Gli attuali spazi infatti sono poco sfruttabili, perché non pensati a questo scopo. La Biblioteca ad esempio ha pareti “intoccabili, un videoproiettore con schermo piccolo, ecc. Occorre uno spazio dedicato e attrezzato allo scopo, ad esempio con catenelle alle pareti per quadri e pannelli. Dove situare questo spazio? Ad esempio vicino alla stazione delle Ferrovie Nord a Bollate, così da essere anche maggiormente raggiungibile da un pubblico esterno. Accademia Vivaldi (Liverani). Abbiamo 300 allievi, provenienti da un vasto territorio, e 30 docenti. Purtroppo dobbiamo venire ospitati da altri Istituti. Si comprende facilmente come il nostro problema sia quello delle prove, con l’isolamento acustico degli spazi che a volte non è sufficiente in spazi già di per se stessi inadeguati. A Baranzate era stata realizzata una splendida struttura con sala prove adeguata, però purtroppo dopo il distacco da Bollate non vi abbiamo accesso. Ricordo infine la mancanza a Bollate di un teatro. Polisportiva Solese (Confalonieri). Non voglio ripetere quanto detto da chi mi ha preceduto, a cui mi associo. Ricordo per il nostro caso specifico la mancanza di parcheggi vicino al centro sportivo, che alla domenica diventa veramente critica. Assolombarda (Lorenzon). Vorrei sottolineare i problemi di viabilità di Cassina Nuova e Cascina del Sole. Inoltre i problemi di sicurezza della Stazione di Bollate Centro, e la situazione di degrado nell’intorno. Per quanto riguarda gli aspetti produttivi, occorrerebbe un piano per gli insediamenti produttivi per la possibile rilocalizzazione delle aziende che via via sono state fagocitate dall’edilizia residenziale. 173 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale 3.3.3. Convegno “Vent' anni di pianificazione urbanistica di Bollate” Sabato 27 ottobre 2007 - Cinema Teatro Splendor di Bollate Relatori: Sig. Antonio Serravillo - Assessore all’Urbanistica dal 1977 al 1985 Arch. Paolo Ferrante - Estensore Piano Regolatore Generale Ing. Antonio Pastore - Assessore all’Urbanistica dal 1985 al 1990 Arch. Marcello De Carli - Progettista Piani Attuativi Arch. Piero Nobile - Centro Studi PIM Interventi: Arch. Marco Engel e Franco Aprà – Allora progettisti incaricati della redazione del Piano di Governo del Territorio Arch. Piergiorgio Vitillo - Studio FOA - Redattore del Documento di Inquadramento Arch. Giorgio Baldizzone - Estensore della Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) Arch. Fabio Lopez Nunes - Direttore Settore Parchi della Provincia di Milano Arch. Luigi Fregoni – Allora Dirigente Area Qualità Urbana del Comune di Bollate I responsabili degli uffici: Ambiente, Edilizia Privata, Lavori Pubblici, Urbanistica del Comune di Bollate PUBBLICO INTERVENENTE: Gianni Rossetti Annamaria Landriani Fecchio Giancarlo Annoni Giuseppe Carlo STELLUTI (Allora Sindaco del Comune di Bollate). Questo è un convegno che cerca di riscoprire quali sono state le basi culturali e tecniche che hanno dato vita al piano regolatore dell’inizio degli anni '80. Dobbiamo dire che il lavoro che si sta facendo per la realizzazione del Piano di Governo del Territorio è un lavoro che è iniziato nel 2006, ha portato ad una prima elaborazione e alla approvazione in Consiglio Comunale delle linee guida che ne sono sostanzialmente l’ossatura; è evidente che arrivati a questo punto dell’elaborazione, si rendeva sicuramente necessaria una riflessione, come dicevamo, una riscoperta di quali sono state le motivazioni che erano contenute nell’elaborazione del piano regolatore degli anni '80; noi in questa sede vorremmo soprattutto che i protagonisti di allora potessero portarci uno squarcio di quali sono state le motivazioni, le riflessioni, le tensioni - anche ideali - nella progettazione del Piano Regolatore di allora. Questo convegno è un primo momento di riflessione, come dicevamo, con caratteristiche tecnico-culturali nel quale vorremmo tentare proprio di portare in superficie qual era il contesto nel quale il Piano Regolatore è stato steso e approvato, è chiaro che da allora, probabilmente, molto è cambiato. Gli orientamenti che erano contenuti nell’inizio degli anni '80 vedevano un contesto nel quale si era in presenza di una fase di espansione industriale della grande industria che probabilmente aveva raggiunto il suo apice all’inizio; alla metà degli anni '80, e subito dopo, è iniziato il declino della grande industria: processi di ristrutturazioni, di accorpamenti industriali che hanno in qualche misura inciso significativamente sull’assetto del territorio. Dobbiamo dire che quegli anni erano anche gli anni nei quali, con ogni probabilità, si stava assestando quell' imponente flusso migratorio che si era determinato all’ interno del nostro paese, fra le regioni a basso sviluppo industriale e le regioni a più alto sviluppo industriale. Il nostro territorio era uno di quei territori che in quegli anni ha tentato, e si è attrezzato, per dare una risposta importante a questo grande fenomeno, oserei dire epocale. L'esigenza di abitazioni economico-popolari era una esigenza sentita allora e sicuramente prioritaria, 174 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale bisognava dare un luogo dove vivere e abitare a migliaia di persone che si muovevano dalle loro terre alla ricerca di un lavoro. Secondo elemento - che credo dovremmo tentare di costruire nei prossimi mesi - sarà sicuramente un secondo momento di riflessione per capire come quella ispirazione che era contenuta nel Piano Regolatore degli anni '80 ha retto e si è concretizzata sul territorio nei venti anni successivi. Vi sarà poi una terza fase, un terzo momento di riflessione nel quale dovremo sicuramente porci nella prospettiva di progettare il futuro della nostra realtà territoriale, un futuro che si baserà su strumenti urbanistici nuovi, non certo come la filosofia contenuta nei piani regolatori degli anni 80, strumenti urbanistici forse più flessibili, più adeguati a raccogliere delle istanze anche fra loro molto variegate. Dobbiamo dire che questa terza fase sarà sicuramente una fase più politica, una fase nella quale il dibattito, ci auguriamo, sia anche un dibattito molto vivace e soprattutto costruttivo. Nella giornata di oggi sono stati invitati, come dicevamo all’inizio, i protagonisti della stesura del Piano Regolatore degli anni '80. Tuttavia, nel corso della mattinata, tutti coloro che lo riterranno potranno prendere la parola, saranno tecnici amministratori che hanno avuto un ruolo anche nella fase successiva, dove sicuramente la loro testimonianza sarà una testimonianza importante e potrà dare un’importante contributo. Oggi il nostro territorio è sottoposto a sollecitazioni sicuramente inedite ma certamente impensabili negli anni '80 quando è stato steso il Piano Regolatore. Venti anni fa, sicuramente nessuno avrebbe immaginato che a Rho – Pero si sarebbe insediata una dimensione fieristica come quella che abbiamo visto svilupparsi nel corso degli ultimi anni, dobbiamo anche dire che venti anni fa nessuno avrebbe immaginato che la grande industria automobilistica collocata ad Arese, l’Alfa Romeo, avrebbe visto la sua chiusura e a questo punto porsi il problema di una riprogettazione di una vastissima area industriale dimessa e l’esigenza di una ricollocazione a pieno titolo all’interno del territorio. Dobbiamo anche dire che, venti anni fa, ma forse qualche anno fa nessuno avrebbe immaginato che il nostro territorio, non il territorio strettamente comunale ma, questo territorio fosse in gara per potere competere nella realizzazione dell’ Expo 2015: qualche giorno fa, presso la realtà milanese è stato esposto il progetto: è un progetto di grandissime dimensioni, è un progetto che difficilmente, qualora venisse realizzato - e noi tutti ce lo auguriamo - potrà essere fatto senza il coinvolgimento delle amministrazioni comunali che stanno nei dintorni, ma soprattutto senza il coinvolgimento nella progettazione di quali potranno essere le ricadute di un’opera di queste dimensioni. Forse un elemento di continuità fra gli anni '80 e oggi è un dibattito ancora indefinito, ancora irrisolto che è quello di una governance sovra-comunale di tutta l’area metropolitana milanese. Negli anni '80 si incominciò a parlare di area metropolitana, questa discussione ha avuto alti e bassi, come spesso capita nel nostro paese, negli ultimi mesi, negli ultimi anni questo tema è ritornato, come una necessità improrogabile, per potere dare un assetto razionale e rispondere alle esigenze della popolazione presente nell’area metropolitana milanese; è un dibattito tuttora ancora aperto, io mi auguro che prima che molti di noi lascino questa terra forse questo dibattito possa trovare una sua chiusura, ma soprattutto si possa trovare una soluzione affinché questo nostro territorio possa essere effettivamente sottoposto ad una governance razionale, perché i problemi molto spesso derivano dalla frammentazione della governabilità di questo territorio. Noi ancora oggi siamo consapevoli che la stesura di un piano di governo del territorio di un comune come quello di Bollate non può che essere una parte, importante, ma sempre una parte, di un disegno più ampio. Proprio per queste ragioni noi riteniamo di dare l’avvio a questo nostro convegno di oggi nel quale ci auguriamo vi sarà sicuramente una rivisitazione delle motivazioni del passato, ma proprio a partire da queste, la possibilità di guardare con ottimismo al futuro perché noi riteniamo che a noi è stata affidata una responsabilità sicuramente importante, responsabilità di scrivere come sarà la città di Bollate nei prossimi anni e io credo che questa responsabilità non può essere una responsabilità di alcuni ma deve essere la responsabilità dell’intera comunità locale. Proprio per queste ragioni noi, non solo a partire da questo convegno (perché questa procedura è già iniziata anche nei mesi precedenti) faremo il 175 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale possibile perché tutta la popolazione locale possa essere adeguatamente coinvolta nelle decisioni che non sono decisioni di tecnici o di politici, ma sono le decisioni che devono investire l’intera comunità. Credo che con queste poche riflessioni si possa dare inizio al nostro momento di riflessione. Sono presenti in sala anche amministratori che si sono susseguiti nel corso degli anni, io li inviterei nei posti davanti, vedo il sindaco Malinghero, vedo Don Giovanni che è molto attento allo sviluppo della città anche per le conseguenze che lo sviluppo può avere sulla coesione sociale della nostra comunità; li inviterei a prendere la parola nella fase successiva, so che arriveranno anche altri ex amministratori della nostra comunità locale, quindi anche a loro è rivolto l’invito a dare un’importante contributo alla riflessione all’interno di questo nostro convegno. Antonio SERRAVILLO (Ex Assessore Urbanistica Comune di Bollate, durante l’adozione dell’attuale PRG). Il sindaco ha sintetizzato in modo efficace il percorso per affrontare il tema del nuovo P.G.T. e ci chiede di illustrare, quali erano i nostri ideali, quali erano le nostre idee e direi anche i nostri sogni. Quanto si è realizzato di questi nostri sogni, quanto è stato possibile diciamo - in coerenza realizzare, quanto invece è da modificare, dati immutati, direi tempi dello sviluppo economico, dello sviluppo delle nostre città e poi mi piacerebbe anche esprimere che cosa che mi piacerebbe trovare nel nuovo P.G.T. sia pure in due o tre linee essenziali. Allora - il sindaco ha fatto bene a citare quegli anni - era il periodo degli anni 70 – 80, era il periodo in cui tanti giovani, tante donne, tante famiglie di lavoratori coltivavano un gran bisogno ed era il sogno della trasformazione della propria vita, era il sogno di riappropriarsi del proprio tempo, era il sogno di riappropriarsi della cultura, della formazione, della scuola, di riappropriarsi anche di una casa, coltivavano il sogno di migliorare i rapporti sociali, i rapporti della qualità del nostro vivere quotidiano e quindi anche la qualità della nostra città. Tradurre in chiave urbanistica questo desiderio di migliorare la qualità della nostra città significava sostanzialmente migliorare la qualità urbana di Bollate, significa migliorare la qualità dei servizi, la qualità degli spazi pubblici attrezzati, dal verde al sistema dei parcheggi. Il decennio '70 – '80, secondo me, è stato ricco anche di lotte sociali e sindacali per la salvaguardia o per il rinnovamento dell’apparato produttivo perché è vero, come ha detto il sindaco, che sino agli anni '80 si è raggiunto l’apice di questo rilevante e importante apparato produttivo, ma subito dopo è cominciato a crollare, a diminuire l’occupazione e, pertanto, il comune si doveva già attrezzare per, in qualche modo, avviare le problematiche delle trasformazioni industriali piuttosto che delle dismissioni, ma ancora di dismissioni non si parlava. Cito due casi: Ceruti e Boston; tanto per anticipare il tema, si era entrati nel periodo della massima trasformazione industriale, gli abitanti erano passati dai 12.000 del 1951 ai 44.000 del 1985 (data di approvazione del Piano) e questa crescita impetuosa voi, potrete capire, ha creato molti, molti forti contrasti e contraddizioni, per via della necessità di nuove scuole, di strutture sanitarie, di strade, fognature e grande fabbisogno di case. Tanto per dirne una, chi vi parla quando è venuto a Milano nel marzo 1966 dormiva a Baranzate in via Gorizia con altri tre ragazzi giovani, naturalmente in un bilocale che si apriva con una saracinesca sulla strada di via Gorizia, lo dico con senso di simpatia e di affetto per quegli anni, per dire che nonostante gli spazi ristretti, i nostri sogni continuavano ad evolversi e svilupparsi, volevamo comunque cambiare la società e volevamo un mondo migliore, erano i tempi in cui nascevano la corea di Cascina del Sole, di Cassina Nuova, con tante casette realizzate una vicina all’altra, senza alcun criterio di urbanizzazione e di standard (che oggi chiameremmo qualitativo) e, d’altra parte, la terziarizzazione del comune di Milano espelleva verso l’hinterland e quindi verso il nostro Comune, anche le funzioni residenziali e produttive; tra la zona 20 di Milano e Baranzate si sviluppavano impetuosamente le industrie metalmeccaniche e chimiche nonché le realtà artigianali e produttive più piccole - perché noi abbiamo avuto una grande realtà e una grande presenza di attività artigianali - attorno alle realtà produttive nascevano quindi quartieri dormitorio spesso senza servizi territoriali adeguati, uno per tutti quello che veniva chiamato il casermone di via Aquileia di Baranzate. In noi quindi cresceva la consapevolezza di realizzare un progetto di città per dare a Bollate un’immagine urbana di forte qualità, un’ immagine urbana immediatamente riconoscibile vista per altro la frantumazione del sistema del nostro edificato e vista la separazione fra le diverse 176 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale frazioni, cioè ogni frazione aveva una vita autonoma, a sé: va bene, è giusto, viveva di un proprio centro cittadino ancorato ai vecchi fabbricati della fine dell’ 800 e dei primi del 900, però sostanzialmente vi era una mancanza di collegamento. Allora abbiamo pensato: ma perché per migliorare questa qualità urbana non cerchiamo comunque di creare un asse forte, la cosiddetta conurbazione (che tanto fu criticata), la cosiddetta fascia forte soprattutto visto che allora ci si trovava a cavallo delle ferrovie Nord; non c’erano ancora, come diceva il sindaco, queste situazioni di novità del Polo Fieristico piuttosto che dell’Expo 2015, però la battaglia era questa in un momento in cui le ferrovie Nord negli anni '80 soltanto per la volontà delle giunte di sinistra di allora, dei comuni a cavallo delle ferrovie sono state mantenute, perché per la Regione Lombardia in quegli anni, le ferrovie Nord rappresentavano un ramo secco e invece noi ritenevamo che potessero essere un elemento del trasporto su rotaia importante. Altra battaglia, ricordo, fu quella del Parco delle Groane. Se non ci fosse stata la salvaguardia e l’approvazione del Piano del Parco di allora, sicuramente, parte dei territori a verde sarebbero già stati utilizzati per la residenza. Mi ricordo quando vennero i rappresentanti della marchesa Crivelli, dissero: “ noi vorremmo fare un centinaio di case e casette poi magari vi diamo in cambio qualche campo da mini golf per lavoratori metalmeccanici”. Ecco, questo era il clima che si viveva allora e, pertanto, da un lato la lotta per la difesa di quegli spazi territoriali ancora utili e importanti per il futuro, quale riserva per il futuro, da utilizzare però per trasformare la nostra città. Per dare questa immagine, ferma restando la vocazione residenziale estensiva di Cassina Nuova e la vocazione industriale di Baranzate, si è detto facciamo questa conurbazione che in sostanza - poi Paolo Ferrante sarà più chiaro di me per me significava mettere insieme, rinnovare le zone antiche, vecchie dei centri storici, affiancare ad esse quelle che erano in espansione integrata e con ciò fare un continuum che andasse da Ospiate attraverso a Bollate fino a Cascina del Sole, non come si diceva e si criticava impropriamente, un continuum edificato e quindi soltanto colate di cemento, ma sistematicamente - come dire - un mix tra edificato, funzioni di servizio, funzioni commerciali, le reti commerciali, le scuole, i parcheggi, il verde. Questo per noi ha sempre significato la fascia forte, forte nel senso di rafforzarne l’utilità, la fruibilità sociale quindi, nel senso di rafforzare in questa fascia le funzioni più importanti della nostra città e per esempio, tra l’altro a tal proposito ritenevamo che la concentrazione di importanti funzioni pubbliche il municipio, la scuola superiore, le S.p.a., l’ospedale, la casa per gli anziani, la piscina e altre cose che potevano venire ancora, ovviamente una sorta di work in progress anche per noi non è che avevamo la bacchetta magica, diceva Paolo Ferrante, ricordo, nelle varie assemblee - e sono felice di quelle assemblee che ne abbiamo fatte decine e decine con i consigli di quartiere, mi ricordo - diceva, guardate che poi l’economia si potrà sviluppare soltanto se ci saranno le risorse, soltanto se ci saranno le possibilità economiche, se no il rischio è che rimangano dei sogni sulla carta non realizzabili. Quindi, dicevamo la necessità di una forte rete commerciale ricca e qualificata, la possibilità anche di trasferire alcune realtà industriali nel tempo - oggi lo chiameremmo delocalizzazione ma allora dicevamo il trasferimento di alcune realtà produttive un po’ pesante all’interno tipo Boston, tipo Ceruti si parlava anche di Timavo, ma altra storia e quindi di potere cercare di rendere quello fascia una bella realtà cittadina; ecco posso dire da questo punto di vista c’era un’altra cosa che vedevamo, forse uno dei limiti e dei difetti del Piano è stata la viabilità, nel senso che, al di là della variante Varesina e del quadruplicamento della Rho – Monza poi, nella realtà una maggiore attenzione all’assetto viario urbano poteva sicuramente esserci. D’altra parte gli errori si fanno anche durante il lavoro della pianificazione, però pensavamo anche a un’altra cosa: che con la variante Varesina, la Varesina attuale sarebbe diventata una strada più di utilizzo urbano nel senso che ci fosse anche qui un continuum edificato tra un mix di funzione, non dico come la fascia forte ma insomma come una sorta di penetrazione tra Milano e Bollate di un certo tipo. Nella realtà, la trasformazione che vi è stata a Baranzate di recente, della ICIFICIS, la fabbrica chimica nell’attuale Metro, non credo sia stata una buona scelta perché in una strada così trafficata, una rotonda con il dare la precedenza nel senso longitudinale, io credo che sarà pazzesco senza poi neanche prevedere un minimo di fascia di rispetto come invece è stato previsto nella zona del terziario del Castorama, dell’Esselunga. Voglio dire, forse 177 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale una maggiore collaborazione tra i comuni, visto che Baranzate oggi è anche autonomo, non sarebbe male per affrontare questo aspetto della viabilità, visti i nostri errori del passato. A questo punto, cosa è stato realizzato, cosa è valido e cosa non è più valido non lo so. Mi viene da dire: da un lato questa idea della fascia forte ancorché realizzata solo in parte, sia una buona idea e si possa ancora lavorarci sopra, migliorando molto rispetto a quanto è stato realizzato, lo sviluppo delle zone CC per sintetizzare - grazie anche all’assessore Pastore e Marcello De Carli che ne hanno guidato la pianificazione unitaria e quindi lo sviluppo - credo che abbiano dato la possibilità di fruizione degli spazi a verde, di percorsi pedonali ecc. Credo che per la rete commerciale qualcosa c’ è stato ma molto di più si può fare, per esempio come rafforzare nei centri storici con gruppi di esercizi commerciali una presenza commerciale che non entri in collisione con i supermercati e le grandi reti di distribuzione, però credo che in Bollate, in Cascina del Sole e forse in Ospiate qualcosa si possa fare, sono sicuro che molto si possa fare e altrettanto si debba modificare, per riprendere e aggiornare il vecchio progetto e riproporlo per i prossimi venti anni. L’ultima cosa che mi piacerebbe ritrovare nel Comune di Bollate, alla luce di quello che diceva il sindaco, è l' attenzione alla zona attorno al polo fieristico, e quindi a ciò che accadrà tra Baranzate e la zona 20 di Milano, Baranzate, Ospiate, Bollate con riferimento non solo al polo fieristico e alla trasformazione dell’Alfa Romeo di Arese la presenza della casa circondariale, la presenza della villa Arconti di Castellazzo e quindi in questa ottica è importante anche quale disegno urbano si dà a quella frazione perché è una sorta di porta che da Milano si apre verso questo gruppo di realtà produttive, cittadine. Mi piacerebbe che il nuovo P.G.T. sia fortemente ancorato non solo alla salvaguardia del territorio ma, dopo aver definito i nuovi dimensionamenti, dopo avere focalizzato le diverse funzioni necessarie per il vivere moderno, sia fortemente ancorato al concetto della sostenibilità, sostenibilità ambientale, sociale che ne deriva perché se c’è un ambiente buono ci sarà anche la possibilità di vivere in modo diverso migliore, e alla luce di quello che si riuscirà a realizzare ci sarà anche una sostenibilità economica. Quindi è importante come affrontare i futuri piani di inquadramento o altri strumenti di pianificazione esecutiva, come improntarli alla realizzazione di programmi costruttivi che abbiano in sé questi elementi della sostenibilità che, in sintesi, significano risparmiare energia, acqua, utilizzare materiali biodegradabili, tenere conto del clima………una progettazione che vada dall’inizio sino alla fine, con l’uso e riuso dei materiali, quindi materiali che si possono riutilizzare, una progettazione non solo urbana, quindi non solo dei piani volumetrici ma anche nel senso di edifici a dimensione umana, quindi per il comfort dell’uomo e quindi utilizzando al meglio le risorse dell’ambiente, le risorse sociali e l’uso spazio circostante. Mi avvio alla conclusione perché credo che tutte queste cose che erano alla base dei nostri sogni per quel poco che siamo riusciti a realizzare, io credo debbano essere alla base del nuovo progetto, della nuova filosofia del progetto per i prossimi venti anni, quindi voglio dire che siamo sicuramente in presenza di una stagnazione economica, siamo davanti ad una crisi generale anche di relazioni sociali di rapporti, dove sembra più che il nostro parlare non sia compreso più da nessuno e si sta arrivando ad un livello di incomunicabilità pazzesca, io credo invece che una città che sia a dimensione dell’uomo possa probabilmente ricreare anche quell'ambiente, quella possibilità di socializzazione tra le persone che un po’ è venuta meno; faccio un esempio: il problema della sicurezza, ma è proprio vero, ne parlavamo negli anni '80, che il problema della sicurezza debba essere risolto con i muri di due metri? Con le case di tre metri? Col fatto di non vedere neanche il disegno urbano della città, insomma quasi una città che in alcune sue parti è più “bunkerata” che non invece aperta alla percorribilità, al passeggio, oppure non è utile che all’interno di quei piccoli gruppi di esercizi commerciali, nei quartieri, nelle frazioni non possano esservi le presenze anche, fatemeli chiamare in modo sintetico, insomma è banale, delle piccole strutture commerciali come mini market che possano essere aperti anche oltre l’orario di chiusura classico per far sì che, insieme alla illuminazione adeguata, insieme a dei percorsi adeguati, facciano da deterrente anche alla violenza. Ecco, questo per citare uno dei tanti modi per affrontare i problemi della sicurezza. Mi avvio alla fine perché io credo che, nonostante vi sia questa crisi generale, bisogna trovare la forza e il coraggio, il piglio deciso della pubblica amministrazione per trasformare queste situazioni di crisi in altrettante opportunità dello sviluppo; io credo che si possa arrivare ad una 178 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale riprogettazione di parti importanti della nostra città nel rispetto dei contenuti del nuovo P.G.T. sotto la guida, soprattutto, della pubblica amministrazione perché questo è stato fondamentale allora e credo che sarà fondamentale ancora adesso però con l’aiuto dell’ Università, della Provincia di Milano, della Regione, delle Fondazioni, delle istituzioni nonché l’ausilio di operatori pubblici e privati, nonché l’ausilio di tutti i professionisti che operano nei settori dell’urbanistica della composizione architettonica, dell' ingegneristica, delle fonti rinnovabili ecc:, io credo che questa amministrazione comunale – e questo è l’invito e l’augurio che faccio a questa amministrazione comunale - abbia il dovere di porsi questi alti e ambiziosi traguardi per il miglioramento della qualità della vita a Bollate. Paolo FERRANTE (Architetto estensore del vigente PRG). Mi sembra di essere tornato indietro di tanti anni, non tanto per il tema - perché il tema è legato a questa città e non può essere diversamente - ma per la sensazione di intervenire dopo Serravillo che è sempre traboccante sotto il profilo dell’umanità, per cui mi ha sempre messo in difficoltà tutte le volte che in tante e tante occasioni di questo tipo allora si cercava di avere un discorso partecipativo il più allargato ed esteso possibile per la definizione del Piano Regolatore, perché Serravillo ha questa grande capacità: di riuscire a fare apparire anche gradevole e simpatica via Gorizia di Baranzate oggi (allora di Bollate) e le coree, zone che sotto il profilo umano nascondevano certamente molto di più delle cose ricordate dal Serravillo perché esse hanno rappresentato oltre alle speranze ed agli entusiasmi, anche fatiche, impegno, difficoltà di una vita quotidiana grama, fatta di lavoro e di sudore e la voglia di avere comunque una casa e una vita dignitosa, come diceva, ma che, sotto il profilo urbanistico (quindi gelidamente tecnico) rappresentano uno dei massimi disastri che possano capitare ad un territorio. Il dato che ha ricordato all’inizio del suo intervento Serravillo è di per sé sintetico: Bollate aveva 9.500 abitanti nel 1936, ne aveva 22.000 nel 1961, ne aveva 42.000 nel 1971, quindi nel decennio '61 – '71 si è raddoppiata la popolazione ed è avvenuto in venti anni quello che è avvenuto in due millenni a Bollate moltiplicato per due; quindi, questo, abbinato alla scarsità delle risorse perché tutto questo sviluppo si era accompagnato non nell’opulenza ma nelle ristrettezze, ha comportato il fatto che noi ci siamo trovati nella fine degli anni '80 ad avviare questo nuovo percorso di pianificazione con una città che si era ormai definita, concretizzata ma che si era sviluppata in una situazione di totale assenza di pianificazione, in maniera spontanea, casuale, governata dalle leggi dell’economia per quanto riguardava i grossi episodi di speculazione edilizia che ci sono stati alla fine degli anni '50: oltre a via Gorizia, il casermone che ricordava prima Serravillo, altri diffusi su tutto il territorio, e poi gli episodi delle coree nelle frazioni minori. C’era stato un Piano Regolatore precedentemente al nostro, quello degli architetti Achilli - Canella degli anni '60 ha avuto un iter di formazione complicatissimo, lunghissimo, estenuante; è durata 10 anni la formazione di quel piano regolatore, era stato in un primo momento bocciato dal Ministero dei Lavori Pubblici (allora non c’era né Provincia né Regione che controllava il P.R.G. ma andavano tutti a Roma) ed era stato bocciato per una motivazione che oggi fa sorridere, nel senso che prevedeva ben 15 mq. per abitante di standard e il Ministero lo considerava una cosa demenziale, che avrebbe determinato una lievitazione dei costi immobiliari insostenibile, perché andare a privare i cittadini proprietari delle aree, di così vaste porzioni di territorio non poteva avere che conseguenze nefaste sullo sviluppo stesso. In realtà le conseguenze nefaste si erano già consumate, come abbiamo visto, e quel Piano Regolatore non ha portato a grosse mutazioni di quello che già si era concretizzato nella metà degli anni '60 con una sola eccezione: quella della legge 167, cioè dell’edilizia economica popolare, intervenuta nell’ordinamento nel 1962 e che, tutto sommato, sotto profilo della qualità urbana è stata la cosa che un po’ ha salvato Bollate, nel senso di piano comprensoriale perché in quel periodo era nata una strana cosa che si è tradotta nei “comprensori” (che purtroppo poi sono morti, ma che sarebbero stati molto utili nella gestione soprattutto dell’attività urbanistica dei singoli comuni), e questo piano prevedeva che in Bollate, in relazione proprio alla presenza delle Ferrovie Nord (e c'era chi le voleva affossare, ma c’è chi le vedeva come una delle grosse chances che questo territorio avrebbe avuto per gli anni futuri e così è stato), nella zona di Traversagna, si insediasse un grande polo di sviluppo terziario, giustificato dalla presenza della stazione. Questo polo di sviluppo avrebbe sostanzialmente calamitato su di sé tutte le possibilità espansive e insediative della città di 179 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale Bollate. Allora noi vedemmo questa ipotesi come una concorrenza sleale nei confronti del nostro disegno di città perché se tutte le risorse venivano convogliate su quell'area che, sì, era servita dalla ferrovia, ma era un’area vergine, in aperta campagna, tutte queste risorse non sarebbero finite dove noi ritenevamo che fosse giusto si incanalassero (ossia tra gli interstizi fra Ospiate e Bollate e tra Bollate e Cascina del Sole, le nostre zone CC,) e allora, altro atto di coraggio di Serravillo - perché poi queste qui non sono scelte tecniche, sono scelte politiche di chi poi ha la faccia di sostenerle anche in luoghi superiori - è stato quello di dire no, questa roba non si fa, perché questa roba vorrebbe dire vanificare il nostro progetto; ma non solo non si fa, ma si dà proprio il segnale che noi vogliamo attribuire a questa scelta, segnale che non è di polemica nei confronti di questo Piano ma di salvaguardia rispetto a delle potenzialità sulle quali noi concordiamo ma che non possono essere messe in gioco oggi. Questa area noi la congeliamo e, intorno a questa area per tutto il territorio a nord del comune di Bollate, praticamente fino a Cassina Nuova, è stato messo un perimetro sull’area agricola dove la norma diceva: qui non si fa nulla, tutto quello che la legge 90 (quella che regolava l’attività agricola) qui non si applica perché i volumi li spostate dove va meglio, perché questo territorio non va compromesso rispetto a delle potenzialità future, che hanno già avuto una prima possibilità di espressione nel piano territoriale del Parco delle Groane, perché lì passa una delle espansioni del parco, in un disegno ambizioso - ma credo possibile - di realizzare quella che al parco si chiamava la “cintura verde attorno a Milano” in termini un po’ riduttivi. Però, credo che sia una strategia che vada perseguita perché può rappresentare una prospettiva di qualità per l’area metropolitana importante, starà poi al P.G.T. definire quale sarà il futuro di quell'area; però, da un punto di vista delle possibilità per il futuro, credo che la scelta di salvaguardia fatta nel nostro Piano Regolatore sia stata giusta, sia stata corretta e sia stata quella che ha consentito il resto. Io auguro ai colleghi - anche qui terza fortuna mia: i miei successori sono fra i migliori che potevo auspicarmi per sostituire un P.R.G. che dura da ventuno anni, è un mio orgoglio particolare perché è uno dei più longevi della storia dell’urbanistica recente – ecco, i miei colleghi dovranno confrontarsi con una realtà completamente diversa al di là delle iniziative citate prima dal sindaco, del futuro di questa area metropolitana, delle possibilità nuove offerte dalle legge, quindi di una flessibilità diversa da quella degli strumenti che avevamo in mano noi e soprattutto una situazione culturale - sono i temi finali che ha citato Serravillo - che era assolutamente lontana anni luce nel periodo in cui è stato fatto il Piano Regolatore di Bollate. Io vorrei terminare ricordando un solo dato: non mi ricordo bene quale era la capacità insediativia del P.R.G. dell' '86: mi sembra che fosse un milione e mezzo di metri cubi circa e questo mi valse la nomea di cementificatore (che credo duri ancora da qualche parte, perché ero il pazzo che prevedeva un milione e mezzo di metri cubi a Bollate), ebbene credo che questi metri cubi siano serviti. Il piano Achilli – Canella prevedeva 5 milioni 900 mila metri cubi, un piano fatto su un comune che allora aveva 35.000 perchè stava passando da 22.000 a 42.000 abitanti, prevedeva non il raddoppio ma tre volte la popolazione che già in maniera un po’ caotica si stava insediando sul territorio. Questo è un dato che, grazie a Dio, poi non si è tradotto in realtà perché era al di là di ogni possibilità operativa, anche di domanda di residenza insomma, per quanto grave fosse il problema della casa allora però è un dato che io ritengo molto significativo sull’evoluzione della disciplina, è un discorso che forse interessa più gli architetti che non la gente, però da un punto di vista disciplinare, operare pensando che il tuo obiettivo è 6 milioni di metri cubi, piuttosto che x ma senza molti zeri in meno di metri cubi, porta a delle possibilità molto diverse e quindi la disciplina deve inventarsi altre cose per riuscire a tradurre il tutto in qualità. La base di tutto il nostro lavoro è basato su un ragionamento molto elementare, molto banale diceva l’architetto Buttei - che era uno degli operatori della cooperazione che citavo prima e che era membro attivo delle commissioni che lavorarono per il P.R.G -. che la provincia di Milano è fatta da una serie di strade che puntano tutte verso piazza del Duomo ed è una realtà indubitabile, lo sviluppo a raggiera della viabilità intorno a Milano; la si vede da noi abbiamo il Sempione, la Varesina, la Comasina e via andare tutte che si puntano verso piazza del Duomo, se questa era la rete viaria storica che il territorio ci portava e sulla quale si è costruito lo sviluppo dell’area metropolitana perché sia sulle strade che sulla ferrovia via via, nei decenni a partire dalla metà dell’ 800 si è consolidata l’area metropolitana nell’assetto attuale. Allora l’idea di 180 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale collegare Ospiate con Cascina del Sole era una voglia di disegno alternativo, era un disegno est – ovest rispetto alla centralità dominante su piazza del Duomo delle radiali, e quindi un tentativo di arrivare a una forma urbis, una forma della città che in qualche modo fosse distinguibile, che leggendo il territorio la si potesse vedere, e il Piano Regolatore è sostanzialmente fatto di questa idea. Ci sono poi altre cose a latere che adesso cercherò di citare brevemente, cioè questa carenza che ha sottolineato prima degli aspetti viabilistici, ma allora c’era veramente una grossa aspettativa sugli effetti che poteva comportare a livello di semplificazione del traffico interno la realizzazione della variante alla Varesina e il completamento di quello che allora il dottor Carì chiamava la Baranzate – Baranzate e che oggi è la Rho – Monza: perché il problema grosso di Bollate non era tanto un problema di traffico interno, bensì era un problema di traffico di attraversamento e, in particolare, la presenza dell’Alfa Romeo citata dal sindaco, nelle ore di punta, scatenava sul territorio di Bollate degli attraversamenti chilometrici di macchine degli operai che raggiungevano la fabbrica e che passavano dalle strade che c’erano e che erano tutte all’interno dei nuclei abitati. Quindi la speranza di questa grossa viabilità di attraversamento era quella che era alla base dei ragionamenti sulla viabilità interna. Sull’aspetto invece più strettamente normativo di formazione del Piano, la cosa che allora più ci preoccupava era quello di dare fiato ad un minimo di perequazione dei valori immobiliari, questo che la legge del 2005 ha introdotto come una facoltà dei P.G.T. fu da parte nostra credo una anticipazione importante, nel senso che gli esperimenti precedenti a quello di Bollate credo si contino sulle punta delle dita, certo non era una perequazione assoluta perché l’ idea della compravendita dei diritti volumetrici era al di là di qualsiasi ipotesi anche la più fantasiosa, e non so come faranno - sono curioso di vedere qualche P.G.T. fatto per capire come funziona - . Noi abbiamo cercato di farlo limitandoci, fra virgolette, alle zone di espansione, noi abbiamo detto: questo territorio ha un problema di fondo che è quello di dovere essere ricucito, ricuciamolo individuando delle grosse aeree di espansione che abbiamo chiamato “CC”; “Ca” erano fazzolettini con piccole lottizzazioni di villette, “Cb” erano due fazzolettoni compromessi a livello di trattative per cui doveva essere fatto un PL a carattere intensivo, il resto “Cc”, alle volte bisogna anche sapere l’origine delle sigle perché sottendono sempre qualche pensiero. In questa zona “Cc” noi abbiamo messo un “ratatouille”, come il film che è in proiezione oggi, di edilizia privata, L. 167, standard insorgente e standard arretrato, l’area era bianca indistinta nel Piano Regolatore bianche, perimetrate, poi c’erano delle tabelle, all’interno delle quali c’erano delle quantità e queste quantità hanno comportato buona parte dei capelli bianchi che ho in testa perché farle è stata un’impresa titanica, nel senso che l’obiettivo che volevamo raggiungere era quantomeno all’interno di ogni area, avere una possibilità di raggiungimento di valore immobiliare ma che fosse confrontabile fra area e area e allora là dove c’era più standard arretrato c’era meno 167, là dove la 167 era necessaria perché era completamento di interventi già in corso (penso a Cascina del Sole dove c’era stato il grosso episodio) allora c’era meno standard arretrato e più possibilità di edilizia. Insomma si era fatto un ragionamento area per area per arrivare ad avere dei valori che fossero coerenti gli uni con gli altri, poi so quanto siano impazziti quelli che sono venuti dopo, ad attuare queste cose e ne parleranno Pastore e De Carli, però è stata una bella scommessa da parte nostra, oltre tutto non eravamo certi che la cosa fosse stata colta nel suo significato dagli organismi superiori cioè dalla Regione e se sarebbe sopravvissuta all’esame della Regione, c’era l’incubo della bocciatura del piano Canella da parte del Ministero, temevamo che questo sarebbe successo. Però la cosa credo sia stata la base della pianificazione successiva, personalmente oltre alla fortuna di avere fatto un piano di questo tipo, ho avuto la fortuna di avere dei soggetti attuatori che sono a questo tavolo, come forse pochi altri avrebbero potuto essere: non solo hanno interpretato al 100% lo spirito di questo piano ma l’hanno anche tradotto con dei risultati che, a mio parere, hanno delle punte di eccellenza notevoli. Piero NOBILE (architetto del Centro Studi PIM). In primo luogo intendo manifestare apprezzamento per l’iniziativa promossa dall’Amministrazione comunale di Bollate, che avvia una riflessione sul recente passato inerente la propria storia urbanistica all’alba di una importante fase di rinnovo della strumento di governo del territorio. Desidero poi ringraziare gli organizzatori del convegno per l’invito rivolto al Centro Studi PIM, che qui rappresento, perché 181 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale offre l’occasione di collocare la vicenda della pianificazione urbanistica di Bollate in relazione al contesto metropolitano, di cui il comune è parte, e di evidenziare il ruolo che lo stesso Bollate ha svolto nel processo di formazione dell’assetto territoriale dell’area milanese attraverso la partecipazione all’esperienza, pressoché unica nel panorama nazionale, di nuova dimensione della pianificazione a scala intercomunale, che si è vissuta con il Piano Intercomunale Milanese. Vale quindi la pena di rammentare questa storia e richiamare il quadro di riferimento culturale, politico, istituzionale e normativo che faceva da sfondo nel momento in cui, più di venti anni fa’, veniva predisposta la Variante Generale del PRG di Bollate, oggi oggetto di attenzione. Le tappe significative possono essere così sintetizzate: • 1961 – Bollate, assieme a trentacinque comuni, é uno dei fondatori del Piano Intercomunale Milanese, istituito in base al Decreto Ministeriale (Ministro F.Togni del 1959), e partecipa a tutta la prima fase “pionieristica” di pianificazione a scala sovralocale che vede la predisposizione nel 1967 del Progetto Generale di Piano e nel 1975 della Proposta di Piano Territoriale Comprensoriale; • 1975 - la Regione Lombardia approva la prima Legge Urbanistica regionale (n° 51) e quella istitutiva dei Comprensori (n° 52); • 1977 - entra in funzione il Comprensorio Milanese n° 21 che, oltre a svolgere un ruolo di cordinamento della pianificazione locale, da avvio alla fase di formazione del Piano Territoriale Comprensoriale; • 1981 – la Regione Lombardia con la LR 23 chiude l’esperienza comprensoriale concedendo al Comprensorio Milanese di ultimare il PTC; • 1982 – il Piano Territoriale Comprensoriale ’82 (PTC) viene trasmesso alla Regione Lombardia dopo una presa d’atto da parte dell’Assemblea Comprensoriale. La Variante Generale del PRG di Bollate prende forma a partire dai contenuti dei dibattiti che avevano accompagnato la costruzione del PTC ‘82. Le principali indicazioni di scala sovralocale per questo ambito territoriale riguardavano il ruolo di interesse strategico attribuito all’asse infrastrutturale ferroviario, con il progetto di ammodernamento della linea Ferrovie Nord Milano (FNM), in alternativa ad ipotesi di smantellamento, e la sua trasformazione in armatura del servizio metropolitano, da cui discendeva la proposta di riqualificazione e sviluppo dell’intera zona compresa nell’area di influenza della linea ferroviaria. In questo contesto Bollate, per dimensione e localizzazione, si trovava a poter svolgere un ruolo di primaria importanza nella valorizzazione delle potenzialità presenti nella realtà economica e sociale, e nel realizzare una riqualificazione dell’assetto urbano dell’intera zona. In particolare il P.T.C. 82 per quanto concerneva il sistema insediativo forniva alcune indicazioni di rilevanza sia locale che sovralocale per il Comune di Bollate, quali: • per la nuova edificazione residenziale: definizione di un tetto massimo di 17.000 vani di cui 6.500 nell’area destinata ad insediamenti integrati e 1.600 in quella destinata ad insediamenti residenziali; entrambe connesse al sistema su ferro e poste a sud della Traversagna; • nuovi insediamenti industriali-artigianali (32 ha) collocati prevalentemente (27 ha) nella zona di rilevanza comprensoriale a ovest della Varesina, all’incrocio con la Rho-Monza; • funzioni terziarie per 50.000 mq di superficie lorda di pavimento nella zona per insediamenti integrati; • conferma delle grandi attrezzature pubbliche (ospedale, centro scolastico,..); Sul versante del sistema infrastrutturale il PTC ‘82 forniva indicazioni per la rete ferroviaria concernente il potenziamento della linea FNM con creazione del terzo binario fino a Garbagnate, la riqualificazione e l’eventuale rilocalizzazione delle stazioni lungo la tratta e la creazione di un’area di interscambio in corrispondenza della stazione di Bollate centro; mentre per la rete stradale le maggiori indicazioni riguardavano la realizzazione del tracciato viario Rho-Monza e le opere viarie di soppressione dei passaggi a livello. Rispetto a queste indicazioni si può osservare come oggi esse siano una realtà con i quattro binari recentemente attuati sulla linea FNM, le nuove stazioni, i parcheggi di interscambio, i manufatti sostitutivi dei passaggi a livello, mentre per la rete viaria la Rho-Monza, seppure attuata, in prossimità di Bollate già evidenzia criticità legate all’inadeguatezza delle caratteristiche geometriche del tracciato e si ipotizza un intervento di riqualificazione e potenziamento. 182 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale Per quanto concerne il sistema ambientale le indicazioni generali del PTC ’82, che si occupavano più in generale della tutela del patrimonio storico, delle salvaguardie ambientali, dei geotopi e biotopi, della sistemazione idraulica, di salvaguardia delle risorse idriche, di smaltimento rifiuti solidi urbani, di cave, corsi e specchi d’acqua, ponevano in rilievo per il Comune di Bollate il Parco delle Groane come elemento di “salvaguardia ambientale”, il Castellazzo, per quanto riguarda “la tutela del patrimonio storico” ed il nucleo di Bollate come “centro urbano di antica formazione”. E’ indubbio che il maggiore rilievo era dato alla presenza del Parco delle Groane, che dal 1976 con Legge Lombarda era stato istitutivo quale Parco di livello regionale. L’interesse era quindi ad un consolidamento di questa presenza e ad una composizione del sistema del verde metropolitano nell’area nord milanese. Un disegno che oggi vede il Il Parco delle Groane essere una realtà consolidata che si pone al centro di una rete in crescita; almeno sotto il profilo della pianificazione, dei Parchi Locali di Interesse Sovralocale (PLIS), che vengono a costituire gli elementi portanti della proposta di “dorsale verde nord”, che viene avanzata dalla Provincia di Milano nell’ambito dell’adeguamento del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale in discussione. Da questa rapida carrellata sul rapporto tra indicazioni della pianificazione di area vasta e scelte di scala locale e degli esiti diversi che alcune di queste indicazioni hanno avuto nel corso degli anni emerge comunque in tutta evidenza l’esigenza che, in un sistema territoriale di elevata complessità, si trovino forme, istituzionali o no, che affrontino il tema del governo/gestione del territorio, almeno per le grandi questioni, in un’ottica di scala intercomunale, pena un progressivo peggioramento delle condizioni della qualità della vivibilità. In questo territorio infatti i problemi di natura territoriale, infrastrutturale, ambientale ed urbanistica sono fortemente interconnessi, anche in ragione di un loro legame fisico sul territorio, dove i confini amministrativi si frappongono all’interno di un sistema urbano che si presenta senza soluzione di continuità. Antonio PASTORE (Assessore Urbanistica Comune di Bollate, dal 1985 al 1990). Sono estremamente lieto di partecipare a questo convegno: lieto perché ritengo sia piacevole ripercorrere con la memoria la fase dell’attuazione del PRG del 1985, durante la quale - nel ruolo di assessore all’urbanistica della giunta Aquino – sono stato un testimone privilegiato; e ancor più lieto perché affrontare questi temi oggi nell’itinere degli atti che porteranno alla approvazione del nuovo strumento urbanistico Bollatese, il PGT, e ragionare sugli eventi di un passato ormai remoto può essere importante per guardare al futuro. Una analisi approfondita sui risultati dell’attuazione del PRG vigente non è mai stata fatta. Vicende politiche giudiziarie hanno fatto sì che il grande progetto di attuazione sia vissuto come un fatto negativo: si è cementificato troppo. Non sono assolutamente d’accordo, a Bollate si è affrontata l’urbanistica in modo moderno come mai fatto prima in Italia: la prequazione urbanistica prevista dalla legge 12 del 2005 è stata applicata a Bollate, prima tra tutti, già nel 1986. L’edilizia economica popolare è stata privilegiata nei confronti della comunque positiva attuazione di residenza privata: sia in termini di tempo sia con l’acquisizione della aree in modo bonaria. Bollate è uno dei pochi comuni in Italia che grazie alla applicazione rigorosa della prequazione non ha causato ai suoi Cittadini esborsi ulteriori rispetto al costo convenzionato dovuto al ricorso presso il Consiglio di Stato da parte del proprietari storici, insomma non abbiamo fatto espropri. Ciò anche per gli standard: Municipio e scuole sono stati realizzati su aree acquisire in via bonaria dalle proprietà storiche. 1000 appartamenti di edilizia economica popolare che hanno accolto famiglie bollatesi e non: questo ha voluto dire il PRG. Una dotazione di verde attrezzato passata dai 2 mq abitante nella fase pre attuazione ai 13,5 ad attuazione (parziale) effettuata, anche ciò è stata l’attuazione del PRG.. E’ la prima volta che ho modo dopo tanti anni di partecipare ad un Convegno su questo tema nella Città nella quale sono nato ed abito da sempre. Ho sempre fatto scelte convinte e con orgoglio mi assumo tutte le responsabilità, per quanto fu di mia competenza, di come si è trasformata questa Città che amo tanto. 183 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale Certo su questa linea bisognava proseguire, ma non ci è stato dato il tempo. Peccato. Ma è storia lontana che ciascuno vive con i propri ricordi: il mio è un ricordo di un periodo bello vissuto con frenesia ed onestà, mettendo in gioco quelle poche capacità delle quali i Padre Eterno mi ha dotato e rispettoso gli stili di vita appresi dalla mia famiglia. Ma come si dice il passato è passato, bisogna guardare al futuro senza piangersi addosso anzi, usando un termine per me desueto, con virilità. Lo scenario da allora è cambiato, ancor più cambiato è lo scenario internazionale. Viviamo in Europa, altri Paesi entro il 31 dicembre entreranno nell’area del trattato di Shengen, viviamo in un mondo in cui la circolazione delle persone, delle idee ma anche dei capitali ormai arrivano da lontano, i più grossi investitori del settore immobiliare non sono più americani ma arrivano da Shangay, arrivano dalla Cina. Il mondo del lavoro completamente cambiato, spesso con qualche incertezza per quelli che sono i più giovani. Ma è pure anche il contesto più vicino, che è il territorio limitrofo a Bollate, che si sta trasformando. In qualità di consigliere di Fondazione Fiera ho avuto modo di assistere a tutti gli atti che hanno portato, prima alla scelta della localizzazione e quindi alla realizzazione del Nuovo Polo Fieristico di Rho-Pero: il più grande del mondo. La Fiera di Rho – Pero poteva rappresenta una occasione formidabile. Sia per lo slancio al rinnovo di un territorio, sia per la valenza di un grande stargate dal mondo e verso il mondo: non solo quindi evento economico ma anche foriero di integrazione di culture. Non a caso la Camera di Commercio di Milano, ha costituito su mia indicazione, sin dalla individuazione della location della nuova Fiera l’Osservatorio sull’indotto Polo Fieristico. Per sei anni abbiamo studiato un territorio di circa 200 kmq, tra cui anche il territorio Bollatese, abbiamo comunicato le opportunità e cercato di dire: cari comuni intorno a questo Polo, le trasformazioni avverranno comunque sia in presenza di regole che, ahimè, in assenza delle stesse: ma senza regole sarà il Far West, quindi meglio prepararsi alle regole. E quale occasione migliore di quella data dalla legge regionale 12 del 2005 che obbliga i comuni a dotarsi di un nuovo e più moderno strumento urbanistico quale il PGT Quindi il nuovo Polo Fieristico di Rho – Pero, i corridoi di collegamento internazionali (noi stiamo seduti - io e l’assessore Catenacci - sul punto di intersezione tra il corridoio est ovest Lisbona – Kiev e il corridoio nord – sud che collega il Mediterraneo fino a nord), saranno un grande punto di interconnessione l’Alta Velocità daranno a questi territori grande sviluppo, è il dovere dei decisori pubblici governarli, stimolare i mercati finanziari ed immobiliare e cogliere le opportunità. In relazione al progetto Expo di cui diceva il sindaco, io sono molto arrabbiato perché io l’ho visto la settimana scorsa e, senza entrare nel merito della qualità del progetto dell’ Expo (che è stato fatto molto bene dai professionisti di Sviluppo Sistema Fiera), ha un grosso limite, dicevo in Consiglio Fiera, mi sembra un pezzo del pianeta Kripton che esplode, che viene lanciato nello spazio: c’è la cupola con la città di Milano e intorno c’è il vuoto, perché non viene pensato assolutamente quali saranno le interrelazioni con i comuni limitrofi. Milano la deve piantare con questa storia della sua politica imperiale su cui tutte le funzioni sgradevoli devono essere collocate nei comuni limitrofi. Ricordo la storia del carcere, doveroso farlo - io sono l’autore convinto della variante di piano sul carcere -, dodici ore di dibattito per l’approvazione in Consiglio Comunale e venti anni per avere la viabilità. Le funzioni pregiate debbono ricadere anche in questo nostro territorio, noi abbiamo una grande potenzialità perché le opportunità sono tante e quindi è bene che il PGT le possa prima fotografare, e poi contemplare le opportunità possibili supportandole con efficienti iniziative di marketing territoriale E’ bene che si pensi a questo ma pensiamo a quali potrebbero essere i due mondi possibili, uno quello dello sviluppo sostenibile l’altro quello di divenire sedie per interventi di servizio (parcheggi etc.) che turberebbero comunque il territorio senza portare alcuna possibilità di sviluppo. Abbiamo incontrato in Camera di Commercio i commissari martedì, ci auguriamo che arrivi a Milano, ma l’Expo 2015 vuole dire 29 milioni di visitatori in un anno, quindi il sistema della 184 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale accoglienza, degli alberghi, poi c’è una particolare attenzione al sistema della residenza la cui offerta, soprattutto quella dell’affitto, non ha raggiunto il soddisfacimento della domanda. La città di Milano nel saldo decennale del censimento perde 300.000 abitanti, perché abitare a Milano a 4.736 euro al mq. medi è diventato impossibile per la famiglia, quindi l’esigenza che una volta era un problema locale, l’abitare deve essere considerato anche rispetto ad una utenza più ampia, che viene da fuori. Ciò vuole dire accogliere giovani coppie, poter rinnovare il tessuto della città, dare più dinamicità. Altra cosa cui noi dobbiamo guardare è la vicinanza con le funzioni di eccellenza, oltre alla Fiera quindi il sistema delle Università. Siamo a soli 6 km da una delle più importanti università tecnologiche del mondo: il Politecnico che ha Bovisa ha realizzato il secondo Polo Milanese. E non solo il Politecnico ma l’intero sistema costituito dalle dieci università milanesi, centri di ricerca e depositi di cultura formidabili. Da una ricerca della Camera di Commercio, si stimano esservi nel sistema universitario milanese 185.000 studenti, dei quali 35.000 residenti a Milano, 70.000 che abitano nella provincia di Milano, 80.000 stanno fuori provincia. ottantamila persone sono una città nella città, le esigenze di alloggi in affitto per categorie speciali quali studenti o quali ricercatori che potrebbero arrivare al Mario Negri, al San Raffaele, al C.N.R ., nei centri di eccellenza di ricerca. Potrebbe essere una leva formidabile, allora forse tutte queste funzioni se si mettono insieme danno l’ immagine di come si può sognare una città e come si può trasformare. Abbiamo un punto di eccellenza che è una cosa formidabile, che è la villa Arconati a Castellazzo, una delle cose più belle che c’è in Lombardia ma penso che abbia una scala di apprezzamento superiore nazionale od addirittura europea. L’Amministrazione Comunale ha condotto con molta attenzione e molta delicatezza questo che è un problema delicato, però sicuramente pensare a potere sviluppare questo polo nel rispetto dell’ambiente, di quanto altro, delle preesistenze storiche, collegando le funzioni è interessante; mi sembra giri un progetto sottoscritto da sei rettori dell’Università di Milano e dalla Camera di Commercio rispetto ad una ipotesi di poter collocare, in una parte risibile dell’insediamento, il polo del restauro dei beni monumentali, potrebbe essere anche questo ma la stessa vicinanza di convegnistica con la Fiera e quant' altro è possibile. Ultima cosa e concludo, è chiaro che quando si trasforma la città occorre provvedere non solo al rinnovo ma anche alla sostituzione. Quando fu costruito il Cantun Sciatin con il Municipio - che penso sia stato un’opera di rinnovo imponente a Bollate – prima c’erano le stalle, c’erano le mucche: abbiamo costruito la residenza e il Centro Civico. Uno dei problemi fu la ricollocazione dell’attività agricola ma anche questa è stata identificata, ricollocata in questo modo. Esiste ancora il problema di andare a ricollocare attività produttive all’interno della città che, essendo produttive sono preziose perché creano lavoro; contestualmente, possono essere meglio razionalizzate e impostate, quindi il problema della ricollocazione anche di attività produttive, dell’attenzione per questo che è un problema che va sottolineato ed affrontato. La riconversione a produttivo del sito ex Boston penso rappresenti un modello virtuoso da seguire. Si deve pensare anche a un grande rispetto per le attività agricole, pensate che il tema dell’Expo 2015 è la nutrizione, se la nutrizione non è legata alle attività agricole ...., però penso che ci possa essere anche un modo più innovativo di trattare: pensiamo all’esigenza di energia. E' vero che si può realizzare energia fotovoltaica mettendo il pannello sul tetto, ma si possono creare grandi officine di produzione attraverso pannelli come stanno facendo in altri Paesi. Potrebbe essere un modo più innovativo per coltivare, oltre che gli alimenti, anche l’energia. Sono stato forse un po’ troppo lungo e mi scuso, vorrei concludere con il pensiero di un grande cinese: ‘…il cammino è a zig zag, ma l’orizzonte è luminoso..’ Marcello DE CARLI (Progettista Piani Attuativi). Il primo lavoro, come ricordava prima Pastore, è stato per noi il P.P.A. cioè l’attuazione del P.R.G. con uno strumento che allora era finalizzato a fare politica degli interventi: programmare in modo coordinato gli interventi pubblici e privati e programmare gli interventi pubblici in modo coordinato con il bilancio comunale, questo è uno strumento che veniva da una certa cultura urbanistica, quella dei nostri maestri D’Angiolini, Redaelli, ecc., poi usato nella pianificazione malamente (per vincolare la casettina ecc.), ma al di là degli strumenti di vincolo, questo era un sistema giusto di intervenire. Quello che noi abbiamo fatto prendendo in mano la gestione di un Piano Regolatore di grande qualità, è stato 185 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale quello di dire: vediamo come si attua in modo coordinato, lavorando sul bilancio delle attività comunali, sul fabbisogno di servizi, sul coinvolgimento delle risorse private, sull’ uso degli investimenti privati. Questo modo di fare è importante perché poi è quello dei piani dei servizi attualmente. Ora, quando la legislazione regionale dice “Piano dei Servizi”, dice, in modo un po’ minore, quello che la legislazione di circa trenta anni fa diceva introducendo il P.T.A., perché il Piano dei Servizi non è pianificazione di tutto, ma questo è un atro argomento. Elementi strategici Trasformazione in città di una galassia di insediamenti storici e della periferia metropolitana Uso della perequazione urbanistica E' un' immagine del parco centrale, fatta con una foto aerea durante la costruzione. Io ho due slogan su questi, le due cose fondamentali del piano regolatore (quello per cui è un ottimo piano regolatore): il tentativo di fare diventare città quello che era allora un insieme di frazioni, usando la domanda e le risorse, perché c’era una domanda di abitazioni molto forte, domanda di servizi molto forte, e riorganizzandola per dare coesione al disegno urbano di questo insieme; la seconda cosa l’uso della perequazione urbanistica. Se vediamo l’immagine successiva, io ho messo quattro slogan. La perequazione urbanistica è ancora importante, serve per l’equità ovviamente delle proprietà, ma serve anche per acquisire aree per servizi a titolo gratuito, compresa l’edilizia economica e popolare. Questo acquisire aree, facciamo il caso dell'edilizia economico-popolare, cosa vuol dire?, in una città come Milano, qua siamo ai livelli di Milano e della periferia milanese come prezzi, il solo costo delle aree va grosso modo dal 40 al 75% del costo del bene finito, questo cosa vuol dire? 186 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale se andiamo all’immagine successiva, vuol dire che se io faccio un’operazione che abbatte il costo delle aeree, abbatto in modo consistente il costo dell’edilizia economica, poi c’è un problema di gestione di edilizia economica su cui non entro, ciò vuol dire, detto in termini quantitativi, per esempio oggi su degli alloggi che nella periferia milanese partono dai 3.000 euro al mq. se io scendo a 1.200 vuol dire 550 euro al mese in meno di mutuo, per una coppia giovane non è pochissimo, fare questa operazione è fare equità tra i proprietari ma è anche la vera politica per la casa. Io faccio questo sempre questo riferimento: un mutuo venticinquennale, diciamo, due o tre anni fa, c’è stato un duro sciopero alla A.T.M. a Milano per una vertenza che diceva 100 euro o 120 euro al mese, per venti euro al mese, uno sciopero molto duro. I tranvieri intervistati dicevano uno dei problemi peggiori che abbiamo perché veniamo da fuori Milano è la casa. Con una politica seria si può abbassarli, non dandogli venti euro al mese, ma 550 euro al mese. Questo è il fatto in sostanza. Questo è il primo Piano che ha attuato in modo sistematico questo fatto. Ci sono dei dati che dirò velocemente. Quella attuazione ha voluto dire 440.000 mq. di area per i servizi, ha voluto dire 267.000 metri cubi di edilizia economica, tutto acquisito o a titolo gratuito o allora concordato un prezzo di 15.000 lire al mq., che sull’edilizia economica ha una incidenza minima; non solo, ma i comuni che non hanno fatto questo sono andati tutti in contenzioso e i contenziosi di quel periodo sono andati sopra le 100.000 lire al mq.; quindi è stata una politica di trasferimento di reddito in questo concetto di applicazione della perequazione, significativa rispetto agli utenti finali. Poi questa grossa quantità di edilizia convenzionata messa sul mercato, ha tenuto bassi i prezzi a Bollate, in quel momento i prezzi di Bollate erano più bassi che altrove perché c’era una offerta consistente di edilizia economica e quindi anche sull’edilizia privata i prezzi non potevano salire troppo. Sulla consistenza, in questo periodo successivo alle lotte vertenza casa, lotte mature, dopo che c’era stata la dichiarazione di incostituzionalità della normativa sugli espropri ecc., la domanda era alta. E' vero che il Piano prevedeva un’espansione alta però era stata programmata, gli edifici costruiti sono stati abitati, perché era la risposta a quel dato demografico citato all’inizio, cioè dai 20.000 ai 40.000 abitanti; quei 20.000 abitanti in più mano a mano hanno conseguito reddito e, conseguendo reddito, loro e chi veniva da fuori Milano - non è un ragionamento solo bollatese - hanno trovato casa in questo modo. Quindi il costruire è stato dare servizio. 187 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale Disegno urbano, piazze, parchi 188 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale Si tratta di immagini che riportano l’interpretazione che abbiamo dato a questo tema con il P.R.G. In realtà, In questo sistema di grandi funzioni non c’era domanda ed era poco attendibile la domanda di uffici, quindi è residenza e servizi, servizi e parchi soprattutto con questa idea non di separazione cioè l’idea di fare le case da un lato e dall’altra il verde, ma di fare le 189 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale piazze-parco e quindi ricostruendo i giardini come luoghi collettivi e anche presidiati dalla residenza, non separati, questo è il disegno che è andato sul tutto. Ci sono due questioni grosse che non sono risolte ancora oggi: quella della viabilità, e quella dei nuclei antichi. Sulla viabilità io devo dire, con un minimo di informazione viabilista che avevo quando ho iniziato ha fare il P.P.A., avevo anche segnalato che c’era qualche problema, dopo - siccome non avevo incarichi in questo campo – la cosa è stata rimossa, ma in realtà qualche correzione si poteva fare anche subito. Il vero problema che rimane ancora oggi è che mentre è stata fatta la strada tangente nord manca la corrispondente tangente sud e l’anello, e delle possibilità che c’erano allora, (per. Esempio, si poteva passare dove c’è la Boston per esempio) che non avendo affrontato subito il problema oggi è più difficile realizzare, oggi bisogna stare su dei tracciati un po’ più bassi, quello è un problema che rimane in quei termini, rimane il problema di avere una circolazione ad anello o semi-anello che ridia collegamento a questo insieme con un minimo di capacità di trasporto. La seconda è quella dei nuclei antichi. Andiamo sulla successiva slide, lì sono degli schizzi che abbiamo fatto il P.I.O.. Sui nuclei antichi, l’errore fatto nel Piano è di prevedere ottimisticamente che fosse possibile mettere insieme proprietà molto frazionate per arrivare a tanti piani particolareggiati con una quantità enorme di proprietà; questa operazione dei tanti proprietari l’abbiamo fatta – ricordo nella zona chiamata “Cc6”. abbiamo avuto assemblee di quaranta proprietari da mettere insieme, ma è un altro conto. La soluzione - per me è ancora la soluzione - era quella di dire : in realtà il Piano Regolatore si fa carico di una normativa, oppure, con gli strumenti attuativi di una normativa particolareggiata, dettagliata, morfologica, separa perequando il diritto di edificazione dal diritto di proprietà – scusate - dall'allocazione dell’edificazione, cioè a dire che io do una cubatura complessiva come si fa nella perequazione generalizzata, la do in funzione del fondiario e poi la sua allocazione va in funzione del disegno. E' l’esperienza che sta facendo Milano da questo punto di vista, la proposta la più innovativa che c’è in questo momento, cioè di fare la perequazione generalizzata su tutto con qualche difficoltà ma non è impossibile fare a Milano (i problemi che ha Milano in questo momento sono il P.G.T., sono di un altro tipo) e noi l’avevamo proposto una decina di anni fa, si era bloccato per difficoltà gestionali, veniva giudicato difficile gestire questo tipo di intervento. Questi sono i due problemi che rimanevano. L’immagine successiva racconta un’altra cosa: i problemi di attuazione. Questo era il P.I.P. di Cassina Nuova, di Cascina del Sole, strumento approvato, vigente, uscito il bando, approvati le convenzioni-tipo, le 167 domande di 58 imprese bollatesi (c’erano dentro anche tutti i rottamai), la domanda era 154.000 su 50.000 disponibili (come domanda altissima, effettiva, vera, reale, di imprese che volevano investire per trasferirsi), e si è fermato, secondo me per timore di avere troppe cose da gestire; in quel momento, era vigente c’era la domanda, c’era tutto, sarebbero state risolte delle questioni come i rottamai che sono ancora in giro. E’ un problema che è ancora lì, nello stesso modo. Altra cosa. Questo ritorna come questione. Nel '95 o '96, mi è stato chiesto di fare una valutazione dei cimiteri di Bollate perché si sapeva, il piano regolatore dell’' 84 faceva previsioni decennali, per i servizi andrebbe sempre fatto questo aggiornamento, questo è il messaggio di questa slide, il messaggio è che esiste un piano ma esiste la sua revisione ogni cinque anni, ogni ciclo amministrativo, che ristabilisca e rivaluti domanda, fabbisogno, ecc, quello che una volta era il P.P.A. e che in parte è il piano dei servizi. Facciamo questa valutazione e andiamo all’immagine successiva, quindi nel '97 si dice che del 2005 mancano 220 posti a crescere successivamente, si dice che potrebbero essere interessate uno o due o tre aree e poi non succede più niente, non per fare una critica all’amministrazione, questo è per dire che il metodo di pianificazione è un metodo di disegno del quadro generale, ma un metodo di gestione (quello che è il discorso iniziale sul P.P.A.) perché certe cose non sono difficilissime da prevedere. La cosa strana che questo metodo non si è utilizzato in modo sistematico, perché capire in anticipo i fabbisogni, siccome poi gli investimenti sono lunghi, a fare un cimitero non ci vuole un anno, se si fa in tre o quattro anni è già una bella velocità. Allora era stato preso il problema per tempo e poi è stato fatto cadere. 190 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale Vediamo l’ultima immagine. Questa è un'immagine che riprende quel ragionamento che faceva, [questa è una immagine di quel lavoro che parlava prima Pastore sul Polo Fiera di Milano, che in modo sintetico metteva in evidenza questa costellazione urbana del Rhodense, cioè questa parte di città che è fatta tra questa costellazione di insediamenti. Metteva in evidenza alcuni punti centrali, fra cui l’area Expo, che avevamo individuato prima dell’Expo, quel bollino grosso rosso è Castellazzo, quello azzurro è il Nirone, che è importantissimo, perché è il collegamento che può andare dal Cimitero Maggiore di Milano attraverso l’area Expo, Baranzate, su sino al Parco delle Groane. Avevamo detto state attenti che lì c’è un’area strategica su cui dovrebbe succedere qualcosa, solo funzioni importanti. Il Nirone è molto importante perché è un collegamento di mobilità lenta che con non troppa fatica può collegare il parco di Baranzate, l’ex cava Ronchi, poi salire su a Bollate e andare su verso il Parco Groane, all’Ospedale di Garbagnate, come già adesso. Questo per dire che nel ridisegno di questa città ci sono alcuni elementi importanti, l’area dove c’è Borroni, Ceruti, queste aree dell’ industriale dismesso che diventa altra cosa, o dismettibile, all’interno della futura città. L’immagine successiva dà un altro flash di questa cosa. Una delle possibilità di ragionamento su questa asta era quello di dire che si sta consolidando lungo questa asta, all’interno di Milano già, (le Ferrovie Nord), un sistema delle arti figurative, della cultura a partire dalla Triennale di Milano; non sto a dire la quantità di cose che ci sono, poi in fondo c’è Castellazzo di Bollate che potrebbe essere qualcosa di significativo in questo. In mezzo c’è questo stabilimento Borroni, che conoscerete tutti, uno dei maggiori collezionisti milanesi e non di arte contemporanea, ha anche organizzato la visita delle sue collezioni. Questo sistema può essere valorizzato anche rispetto a funzioni che possono essere spinte ad entrare qua dentro. Gianni ROSSETTI (Allora Assessore Urbanistica Comune di Senago). Esprimo il mio più vivo apprezzamento per questo convegno che vede riuniti al tavolo dei relatori ben tre generazioni di amministratori della Città di Bollate gli assessori all’Urbanistica Antonio Serravillo, Antonio Pastore, Pierluigi Catenacci e il progettista che ha redatto il Piano Regolatore Generale del 1986, Arch. Paolo Ferrante. Penso di poter affermare che un pezzo di storia urbanistica bollatese oggi si è messa qui a confronto con gli amministratori e i professionisti chiamati oggi e redigere il nuovo Piano di Governo del Territorio. Ritengo che il P.R.G. di Bollate del 1986 abbia anticipato alcuni contenuti di carattere urbanistico che in tempi più recenti sono stati poi recepiti dalla normativa regionale. Per fare un esempio, il concetto di “perequazione” che all’epoca forse non veniva ancora chiamata così, era un concetto ben presente nei “Comparti Cc” di espansione residenziale; si può ben dire che le modalità di attuazione di questi comparti hanno anticipato di ben 20 anni le indicazioni contenute nella L.R. n. 12 del 2005 che introduce come norma di carattere generale la necessità di un’equa ripartizione dei costi e dei benefici fra i proprietari delle aree, ridistribuendo in modo equo sia i diritti edificatori che i pesi rappresentati dalla cessione degli standard urbanistici e dalla individuazione delle aree per le infrastrutture . Il modello “Bollatese” che ho sempre apprezzato ho voluto replicarlo in parte anche al Comune di Senago, affidando, alla fine del secolo scorso allo Studio Ferrante, la redazione della Variante Generale del P.R.G. di Senago. In questo nuovo strumento urbanistico sono state localizzate importanti aree destinate ad ambiti di trasformazione urbanistica, accomunate dal fatto di rappresentare elementi di “ricucitura” del territorio fra le diverse frazioni in cui è suddiviso il comune, esattamente come prevedevano le “Zone Cc” di Bollate. La Variante Generale è stata alla fine definitivamente approvata con le nuove procedure, dalla Provincia di Milano nel marzo del 2004. Interessante è anche il tema affrontato dall’Arch. Marcello De Carli sulla necessità da parte dei comuni della nostra zona di saper “guardare oltre” con una prospettiva più ampia quindi, alle importanti trasformazioni che avvengono sul territorio metropolitano, intendendo con questo non solo il capoluogo, Milano, ma tutta la realtà territoriale dei comuni che rappresentano la cosiddetta cintura metropolitana. Oggi non è più d’attualità immaginare di poter pianificare il territorio di un singolo comune prescindendo da quello che avviene sul territorio dei comuni vicini e ancor più ignorando quello che avviene nel capoluogo. Temi come il nuovo polo Fieristico di Milano che oggi è stato traslato sul territorio di altri due Comuni, Rho 191 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale e Pero confinanti con Milano, dovrebbero dare un’idea di come debba essere intesa una moderna pianificazione urbanistica, pensata in termini di “area vasta”. E’ questo un argomento che la stessa Provincia di Milano sta tentando di rilanciare attraverso la proposizione dei Piani d’Area, che sono strumenti volontari di pianificazione urbanistica estesi al territorio di più comuni (Bollate e Senago insieme ad altri comuni sono entrati a far parte del Tavolo interistituzionale del Rhodense), in modo da poter individuare al una scala comprensoriale più elevata quelle che sono le peculiarità e le caratteristiche positive di un territorio comunale al fine di poterlo valorizzare nel miglior modo possibili. Il tema è diventato attualissimo con la nascita di un contesto dinamico come quello del polo fieristico Rho-Pero e più ancora lo sarà quando si avrà la certezza di poter ospitare proprio a Milano la sede dell’EXPO prevista per il 2015. Giancarlo FECCHIO (WWF Groane ). Sono più di dieci anni che assieme agli Amici di Castellazzo mi impegno nella difesa e tutela del paesaggio straordinario di Castellazzo , per evitarne il degrado immobiliare. La sua cura e la tutela paesaggistica, agricola e sociale di questo luogo deve essere un punto di partenza per la cura e la tutela di tutto il territorio bollatese. Per quanto riguarda il PRG vigente e per altri argomenti emersi nel corso del Convegno faccio queste osservazioni: - in merito all'EXPO 2015, mi sembra singolare che si consumi un vasta area agricola ai margini della città di Milano per organizzare l’EXPO che avrà un tema legato alla alimentazione ed alla produzione agricola, considerando che l’Italia ha perso 3.600.000 ettari di aree agricole fertili negli ultimi 15 anni”. - all’esponente del Comune di Senago dico che la pista per il crash-test che si realizzerà nella zona di Traversagna a ridosso del territorio del nostro comune poteva essere realizzata nell’area della ex-Alfa Romeo ad Arese, considerando che li già esiste un tracciato utilizzato negli anni passati per il collaudo delle auto, questo avrebbe evitato il consumo di questi terreni agricoli al confine dei nostri comuni per i quali era prevista la tutela con la proposta di espansione del Parco delle Groane, di fatto questo intervento interrompe la continuità ambientale tra le arre agricole di Senago con il nostro territorio bollatese.” - in merito ai giardini pubblici comunali per quanto riguarda queste aree contesto il fatto siano stati realizzati nell’area di rispetto del cimitero, mi riferisco al cosiddetto parco centrale, e sotto i tralicci dell’alta tensione in via Piave, vicino all’Ospedale. Le aree verdi sono sempre aree marginali alla speculazione immobiliare, come dire: la dove è impossibile costruire facciamo un parco. Per quanto riguarda il Piano del Governo del Territorio avanzo queste proposte: ARRESTARE IL CONSUMO DEL SUOLO-EVITARE DI PRODURRE ALTRA PERIFERIA. Dopo il consumo esasperato del territorio bollatese degli ultimi 50 anni, pensiamo ci sia bisogno di una lunga pausa di riflessione, se vogliamo lasciare qualche risorsa alle prossime generazioni. Dal dopoguerra ad oggi è come se Bollate dal punto di vista edilizio si fosse moltiplicata per dieci volte. In questo periodo si sente continuamente parlare per Milano e nei comuni vicini di emergenza abitativa. Non c’è niente di nuovo, l’Italia è in perenne emergenza. Confrontando i dati della popolazione degli ultimi 30 anni della provincia di Milano, si scopre che gli abitanti sono gli stessi di trent’anni fa, anzi ci sono ventimila abitanti in meno, mentre nel frattempo abbiamo, sempre in provincia di Milano e nello stesso arco di tempo, costruito più di 500.000 nuovi alloggi. Forse andrebbero ricercate delle soluzioni equilibrate, iniziando con il considerare gli 800 alloggi vuoti a Bollate, poi i 100.000 alloggi vuoti della provincia di Milano. A Bollate ci sono circa 30 agenzie immobiliari, sono il quadruplo delle panetterie. Anche qui andrebbe fatta una riflessione, vuol dire che c’è una dotazione rilevante di alloggi vuoti. Anziché costruire eventuali ghetti popolari (a nostre spese), vanno cercate soluzioni abitative in un tessuto sociale già consolidato, usando gli alloggi vuoti già esistenti. Normalmente, nel fare un nuovo Piano di governo del Territorio, l’unica cosa che interessa, ai comuni, è la produzione di nuova edilizia e nuove strade sul territorio comunale. Risultato conseguente diventa la produzione di nuova e sempre più squallida periferia, la produzione di non-luoghi per la non-vita, la perdita del senso della città come bene comune, l’omogeinizzazione dei centri urbani. Bollate è in gran parte già un quartiere dormitorio di periferia, pensiamo che prima di produrre altri posti letto si debba 192 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale considerare quello che sta già avvenendo nella nostra periferia, evitare altra produzione di periferia, cercando di capire quello che si è scatenato in Francia. AREE INDUSTRIALI. Proponiamo di recuperare le aree eventualmente da destinare ad industriali e artigianali, all’interno della immensa area industriale della ormai Ex Alfa-Romeo di Arese. Il Comune di Bollate è direttamente coinvolto nel progetto o comunque ha qualche titolo nel programma di recupero di quest’area dimessa. Si tratta di un’area con un’estensione di 2.000.000 di mq, che riteniamo più che sufficiente per soddisfare ogni richiesta. Sono previsti degli incentivi per le aziende che richiedono di insediarsi in quel ambito industriale. Pensiamo che consumare aree agricole per attività produttive sia assurdo, quando ci sono a pochi chilometri aree già pronte per lo scopo ed in più anche fornite di una struttura viaria già esistente. L’ambiente agricolo non è un’area dismessa da occupare, ma il parco del futuro, un bene collettivo. AREE AGRICOLE. Conservare intatto il territorio agricolo rimasto: nella zona di Ospiate, nella zona a sud di Bollate verso Baranzate, la zona tra Bollate-Traversagna , Cascina del Sole e Cassina Nuova: come d'altronde ci ricordano questi due ultimi toponimi, la storia di Bollate è prima di tutto agricola. Vanno quindi recuperate e conservate tutte le strutture storiche (antiche corti e cascine) ancora esistenti, vanno indagati i segni lasciati dalla storia sul nostro territorio, vanno ripiantati i filari alberati lungo le strade, nei campi, vicino ai canali e ai fossati, per recuperare la qualità del paesaggio e favorire un clima più fresco nei mesi estivi, l’estensione di tutto il territorio agricolo va considerato come un grande parco, una risorsa ambientale e culturale della città, un segno assieme alle vecchie corti e cascine dell’autoriconoscimento collettivo, la nostra identità storica. Il territorio che perde i propri riferimenti storici, culturali e ambientali si degrada. CASTELLAZZO. Per Castellazzo va tenuta presente la grandiosità del paesaggio monumentale variamente articolato, dalla tutela del quale partire, per applicarla a tutto il territorio comunale. Qui l’ambiente agricolo e storico sono praticamente intatti in uno dei paesaggi di maggior rilievo regionale; è necessario conservare intatta la funzione agricola delle corti del Borgo e del suo territorio. Altresì fanno parte di questo paesaggio delle Groane, anche le Fornaci: memoria della cultura materiale di un’epoca industriale del nostro territorio, possono, opportunamente restaurate, svolgere una funzione sociale e didattica per la comunità bollatese, inserite in un contesto paesaggistico di straordinaria suggestione storica. Il paesaggio di Castellazzo rappresenta una risorsa culturale e sociale ed economica fondamentale per il presente ed il futuro di Bollate e dei bollatesi. NO ALLA VARIANTE VARESINA. Evitare di degradare il territorio con l’apertura di altre strade. La costruzione di nuove strade non risolve il problema del traffico, anzi il traffico aumenta sempre di più, viene incentivato dall’apertura di nuove strade, come per un sistema di vasi comunicanti si arriva in poco tempo alla saturazione delle nuove strade. Nuove strade e nuovi parcheggi aumentano la congestione del traffico e portano al consumo ulteriore di terreni agricoli avvantaggiando solo la speculazione immobiliare. Vanno evitati sprechi di denaro pubblico, quali per esempio i 25 miliardi di lire previsti per 1 ( uno ) chilometro di Variante Varesina, per il tratto di Ospiate, risorse economiche che potrebbero trovare applicazioni più interessanti per la collettività. La nuova strada spaccherebbe in due l’ultima zona agricola di Ospiate, avviando questo territorio alla sua cementificazione e quindi al suo degrado paesaggistico. Quindi, in conclusione, va detto che Bollate è per la maggior parte periferia-dormitorio, aggregato periferico quasi anonimo dell’hinterland milanese, va stabilito quale dovrà essere il carattere di Bollate, vanno quindi individuate e conservate le caratteristiche della sua identità. Bollate può diventare con Castellazzo grazie all’eredità storica degli Arconati un centro di cultura, un centro di studi sulla tutela del patrimonio monumentale ed ambientale italiano e lombardo. Oggi in Italia si sviluppano diverse iniziative internazionali culturali collocate in antichi edifici storici. Pensiamo che Castellazzo possa avere una funzione culturale collegata alla sua storia monumentale fatta di arte, di agricoltura e di natura. Per fare cultura è necessario avere il coraggio di opporsi ai soliti metodi immobiliari, il coraggio di ricominciare a vedere la soluzione per l’interesse comune, ritrovare il senso della parola comune, che usiamo ormai solo come convenzionale, ma che ha una sua storia fatta di cooperazione e condivisione dei destini e degli interessi di una comunità che non sono solo economici ma anche spirituali e morali. Riprovando a 193 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale rimettere l’uomo e la natura al suo posto, prima dell’economia, prima del lavoro, e ridare all’uomo la sua dignità, invece di subordinarlo all’economia. Dovremmo discutere assieme alla pianificazione anche gli aspetti economici e sociali conseguenti di un mondo che sta divorando se stesso per inseguire uno sviluppo illimitato, mentre sarebbe ora di considerare il limite delle risorse territoriali disponibili, il limite umano e della natura. Giuseppe ANNONI (Allora Consigliere Comune di Bollate). L’intervento non lo faccio come consigliere comunale, ma lo voglio fare come professionista, come architetto. Volevo fare un intervento sostanzialmente differente da quelli che mi hanno preceduto. Innanzitutto vorrei dire che trovo prezioso questo incontro che è stato fatto oggi, ho trovato molto interessante l’analisi che è stata fatta sia da Paolo Ferrante che ha trattato e sviluppato questo nuovo piano regolatore (e io ho avuto la fortuna di conoscere Paolo prima in università e poi per un breve periodo nell’ufficio di piano di questo P.R.G.), ho trovato interessantissima l’analisi fatta da Marcello De Carli e mi ricollegherò per alcune cose. Spero che questo sia innanzitutto un primo passo di analisi per portarci con i nuovi professionisti incaricati del P.G.T. alla realizzazione del nuovo strumento urbanistico, l’analisi che serve per capire più gli errori, quali sono state le criticità, il non raggiungimento degli obiettivi che si era proposto il Piano Regolatore; volevo fare dei piccoli appunti strettamente tecnici, le zone “Ba”, sono zone di lottizzazione non erano inserite nel Piano Regolatore, alcune hanno visto con un percorso travagliato la realizzazione, altre sono rimaste bloccate, il motivo è semplicissimo: per realizzare il piano di lottizzazione ci vuole l’unanimità, il consenso dei proprietari, nel momento in cui anche un solo piccolissimo proprietario non è d’accordo non se ne fa niente, per cui sono più di venti anni che alcune aeree che sono state inserite in queste zone “Ba” non trovano realizzazione, aree che pagano una ICI altissima, sulla carta sono edificabili ma di fatto non lo sono; forse un altro tipo di destinazione del territorio avrebbe consentito di realizzare queste porzioni di territorio, oltretutto sono inserite completamente in zone già urbanizzate. Le zone “Bg” - ne parlava De Carli - dove c’è questa grossa frammentazione di proprietà, vuole dire che nelle zone “Bg”, bisogna fare un piano di recupero, stesso discorso il piano di lottizzazione, il P.I.O. - lo strumento che io ho imparato da Paolo Ferrante in università - lo ritenevo intelligente, dava la possibilità di risolvere questi problemi, con rammarico ho appreso che sono stati messi da parte, se ne era stato fatto uno studio a Bollate, di fatto tranne Cantun Sciatin nella zone dove c’era una unica proprietà, si è avuta questa realizzazione, criticabile o meno, non voglio criticarla in questo momento, non mi interessa adesso, bisognerebbe trovare nel nuovo strumento una opportunità al suo interno, dare la possibilità magari se non saranno i P.I.O qualcosa di simile perché non ci sia la necessità di fare un piano di recupero, che non è facile da realizzare, dare magari un direttorio dopo di che i singoli proprietari possono intervenire, magari con concessione semplice o addirittura delle manutenzioni secondo i dettami dati dall’amministrazione. Terza cosa: i comparti CC. E' stato detto che l’attuazione comparti CC ha consentito di acquisire grosse proporzioni di standard, qui mi sento di fare una critica: lo standard non è solo superficie, lo standard va anche realizzato in altri modi che potrebbero essere di dare servizi. Alcuni comparti sono stati realizzati ma, tranne degli spazi che mi sembra riduttivo definire di risulta a verde, servizi concreti, tangibili, alla cittadinanza questi comparti non hanno portato più di tanto, quindi è auspicabile, anzi ritengo assolutamente necessario nel momento in cui si dovesse decidere di andare a scongelare i nuovi comparti non realizzati, di tenere assolutamente conto di questo aspetto, perché a livello di servizi soprattutto le frazioni sono storicamente carenti, quindi avere un occhio di riguardo per questo perché ne va della qualità del territorio, della qualità della vita dei cittadini bollatesi. Un altro aspetto è quello dei piani insediamenti produttivi. E' stato ricordato da Pastore, la lungimiranza che aveva avuto il compianto Martino Cimbro per la realizzazione di questa cittadella sulla area ex Boston, secondo me, se fosse attuato il famoso piano insediamenti produttivi che ho visto è stato realizzato, al volo, in maniera decisamente intelligente avrebbe potuto consentire la ricollocazione di tutte queste attività. L'area Boston per la sua centralità, la vicinanza con la stazione di Bollate centro, poteva essere una opportunità per l’amministrazione di concentrare per esempio delle aree di servizi, frammista magari a delle altre attività, poteva 194 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale essere una opportunità, una opportunità che abbiamo perso, per quello che riguarda quella area. Adesso noi abbiamo un’altra area ancora più centrale, che è l’area Ceruti, vediamo un attimo questi P.I.P. di capire se non è andata bene l’altra volta troviamo la maniera che vada bene. Ne va della qualità della città, portiamo all’esterno in zona marginale degli insediamenti produttivi non più compatibili con il residenziale del centro, liberiamo degli spazi dove a questo punto potremmo concentrare qualcosa di più utile per la città, per più utile intendo i servizi che mancano. Ultima cosa: la viabilità. Ricordava Carissimi che era stata ventilata la possibilità dell’interramento, ahimè l’interramento non è stato fatto adesso ci troviamo in queste condizioni, sono stati sì eliminati i passaggi a livello, però a Bollate erano quattro, Traversagna, Madonna di Campagna, Matteotti e Caduti Bollatesi e IV Novembre, erano quattro, i sottopassi adesso sono tre, è venuto a mancare il passaggio più centrale di Bollate. Questo ha dato inevitabilmente una concentrazione di traffico che si è spostato soprattutto su quello di Marzabotto, Madonna di Campagna e IV Novembre, ricollegandomi con quello che dicevo prima, area Ceruti, vediamo se è possibile trovare all’interno del nuovo strumento urbanistico un qualcosa che ci porti ad eliminare questo taglio che c’è sul territorio del comune di Bollate. A questo punto ritengo che sia fondamentale che il Piano di Governo del Territorio si sviluppi parallelamente e contestualmente al Piano Urbano del Traffico che anche questo è in itinere. Di conseguenza la ferita è aperta, però per quello che è possibile visto che siamo in ballo, sfruttiamo l’occasione e vediamo dove è possibile di risolvere anche questo problema, grazie. Pierluigi CATENACCI (Allora Assessore Urbanistica Comune di Bollate). Questo giornata è stata dedicata alla storia di come è nato il Piano Regolatore vigente della città di Bollate. Su questo tema abbiamo invitato, come relatori, le persone che lo hanno costruito, sia sul fronte politico, sia sul fronte tecnico; coloro che hanno gestito in prima persona la materia. Volevo ricordare che questa iniziativa è una all’interno di iniziative già fatte, ce ne saranno altre di iniziative di partecipazione all’interno della valutazione ambientale strategica, la V.A.S. come si dice normalmente, che è un processo parallelo alla costruzione del Piano di Governo del Territorio, è un processo col quale si vuole che la città, i professionisti, le associazioni si confrontino pian piano e parallelamente e fin dall’inizio con i ragionamenti che andranno nel P.G.T. per vederne scenari diversi, conseguenze diverse, perché è evidente che ogni scelta determina delle conseguenze. Tutto non verrà fatto alla fine ma lo stiamo attuando parallelamente, quindi da una parte si lavora sul P.G.T. se così può essere detto e dall’altra si sottopone a confronto, costante con la città e con tutte le realtà interessate, questo lavoro. E' evidente che questo meccanismo ha senso, importanza qualcuno forse lo ricordava, se si basa sulla trasparenza e sul considerare come importanti tutti i punti di vista e tutte le opinioni che vengono dette. Poi l’amministrazione avrà l’obbligo di decidere e chiudere all’interno di un dibattito che può portare di tutto e decidere nelle prerogative dell’Amministrazione, ma è nostra intenzione fare che questo processo partecipato sia un processo serio, che abbia delle conseguenze nelle decisioni prese. Il senso di questo convegno quindi sta qua dentro, noi abbiamo cercato di capire un aspetto, la genesi, le motivazioni, le ragioni che hanno portato alla costruzione del Piano Regolatore vigente, genesi e motivazioni che non sono alle nostre spalle ma che ci portiamo sulle spalle giorno per giorno e che inevitabilmente dovranno essere considerate nelle decisioni che dovremo prendere. Questo comunque la si pensi. Voglio dire: si può ritenere che l’attuale Piano Regolatore abbia sbagliato tutto, che questi venti anni siano stati il risultato di una serie di scelte sbagliate, si può ritenere che invece sia stato fatto tutto per benino o molto bene e all’interno di questi due estremi sappiamo abbiamo una miriade di possibilità, ma comunque questa è la città che noi ci troviamo ed è la città sulla quale dobbiamo ragionare. I temi posti quindi, come risultato di un dibattito che non è solo culturale ma è frutto di decisioni prese a suo tempo e di realizzazioni fatte, sono tanti. Alcuni probabilmente hanno dei punti di non ritorno, nel senso che le cose fatte non permettono di andare in altra direzione; parlando liberamente io credo che l’idea dell’asse forte della stecca che deve collegare Ospiate a Cascina del Sole passando da Bollate centro, è una idea che ha visto una forte realizzazione in questi venti anni, rispetto alla quale mancano solo alcuni tasselli, io credo che per fare che non 195 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale siano aree di risulta è senz’altro necessario ragionare su queste cose, pensare delle modalità diverse o comunque dei contenuti diversi e in ogni caso andare fortemente incontro alle esigenze che i singoli quartieri hanno, ma probabilmente questa è una idea che non sia facile mettere in discussione. Forse venti anni fa c’era la scelta, uno poteva dire facciamo le frazioni con forti identità ognuna separata dalle altre, oppure facciamo la città, oppure facciamo la comunità. Questo venti anni fa: allora c’era una scelta possibile, adesso mi sembra più difficile modificare il percorso tracciato; ma ci sono una serie di altri temi con aspetti che possono essere liberamente confermati, trasformati, semplicemente modificati o stravolti, oppure ci sono questioni nuove: l’evoluzione di questi vent’anni in termini di edificazioni, le trasformazioni del territorio più ampio, la questione Rho-Pero, l’Expo 2015 i ragionamenti sulla viabilità, sulle aree industriali, le aree dismesse e le aree degradate della città, le aree a confine, il ruolo di Bollate nel territorio più ampio. Sono temi che non hanno una risposta secca, nessuno ha una risposta secca, però sono temi di attualità, con i quali dovremo confrontarci, io credo che l’importante sia che tutti noi si faccia uno sforzo estremo, perché su questa materia sappiamo che gli sforzi non possono che essere estremi, di tenere lontano gli interessi particolari di alcuni sulla città. Ma tenere al centro il bene comune o come dicevo in consiglio comunale in modo più laico, l’interesse collettivo. 196 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale 3.3.4. Workshop “Ambito Produttivo – Commerciale” Giovedì 4 aprile 2008 – teatro Splendor UNIONE ARTIGIANI Sig. Dalla Francesca (Segretario Sezione di Bollate) Sig. Fabrizio Sig. Giuseppe APA CONFARTIGIANATO Sig. Messina (Segretario Associazione di Milano) UNIONE COMMERCIO Sig. Federico (Presidente Unione CTSP Prov. di Milano - Associazione Territoriale di Bollate) Sig.ra Lorenzelli Sig. Boniardi - Disegnarte Sig. Dorato - Cremeria Orchidea Sig. Monfrini - Bar Gramsci Sig. Ghioni - Abbigliamento Ghioni ASSOLOMBARDA E AZIENDE ASSOCIATE Sig.ra Anghinelli - Assolombarda Sig. Ceccherelli - Euro Elettronica Srl e Consigliere di Zona Nord di Assolombarda Sig. Lorenzon - Lorenzon Srl AZIENDE INVITATE Metalmilv Sicna Srl Cotril Fabriano Securities Boscarol Srl Banca Intesa San Paolo Sig. Balestrucci (titolare) Dr. Ghioni (direttore generale) Sig. Artesani Sig. Antoci Sig.ra Fabiancich (socia) Dr.ssa Scannella AZIENDE PRESENTI EXTRA INVITO Sig. Gravina - Tecnico HSE (Solvay Solexis SpA) Sig. Ponzoni - Ponzoni Costruzioni Sig. Marcandelli - Ponzoni Costruzioni Sig. Lavelli - Epicas Sig. Valera - Epicas Si riporta di seguito il documento elaborato in merito all’incontro da Assolombarda Premessa Grazie alla capillare presenza dell’Organizzazione Zonale a fianco delle aziende associate e ad una collaborazione fattiva con molti enti locali, Assolombarda ha maturato una consolidata esperienza nell’affrontare e supportare la soluzione di varie problematiche sul tema della pianificazione del territorio. In particolare, in seguito all’apertura in merito dimostrata da parte del Comune di Bollate e dopo le varie presentazioni / documentazioni da essa forniteci, assieme alle associate Bollatesi si è analizzata e discussa approfonditamente la bozza del PGT in oggetto, arrivando alle seguenti considerazioni preliminari, così da offrire alcuni spunti all’ Amministrazione locale e aprire un confronto sereno e costruttivo utile a supportare al meglio lo sviluppo del tessuto economico locale. Considerazioni Generali La bozza di Piano del marzo scorso non entra purtroppo in dettagli molto specifici su cosa, come, e in parte dove, il Comune di Bollate intenda muoversi per tutelare le attività esistenti e promuoverne lo sviluppo di nuove. D’altro canto non poteva forse essere altrimenti perché va 197 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale considerato che lo sviluppo di detto PGT non è ancora definitivo e il dibattito con le parti coinvolte appena agli inizi. Ci permettiamo quindi anche da parte nostra tutta una serie di veloci considerazioni globali, che possono certamente essere meglio dettagliate a richiesta, ma che stanno comunque a significare i punti essenziali della nostra visione sul Piano. Innanzitutto il PGT finale dovrà chiaramente riportare quale sia la visione e la pianificazione strategica di fondo del Comune nel perseguire obiettivi di (ri)qualificazione e potenziamento del sistema economico locale. In modo specifico, attraverso il Piano delle Regole e il Piano dei Servizi, dovrebbe indicare come intende porsi nei confronti dei seguenti espliciti obiettivi (riportati in modo sintetico e non in ordine di importanza) : 1) accompagnare e sostenere adeguatamente la trasformazione di specifici ambiti e realtà produttive, programmando nel contempo nuovi insediamenti di qualità; 2) tutelare le attività esistenti e agevolarne l’adeguamento o l’insediamento di nuovi spazi produttivi, evitando incompatibilità e frammistioni presenti e/o future riguardanti anche i Comuni limitrofi (vedi ad esempio il mantenere / creare il più possibile delle “fasce cuscinetto” tra le zone destinate a produzione / servizi e quelle residenziali in qualunque territorio esse ricadano); 3) semplificare le destinazioni d’uso per la produzione di beni e/o servizi; 4) adeguatamente alle moderne esigenze di mobilità sostenibile e ai bisogni di servizio, sviluppare la rete infrastrutturale locale (strade, parcheggi, collegamenti, ecc.) e le relazioni con quella sovracomunale, provinciale e regionale. Tutto ciò tenuto anche conto dell’immediata prossimità di Bollate alla nuova area dedicata all’Expo 2015; 5) potenziare il ruolo dello Sportello Unico (SUAP) che dovrà cercare di “conoscere” meglio il tessuto economico locale e, soprattutto, portare ad una semplificazione reale del rapporto / servizio agli utenti; 6) definire chiaramente il processo di Valutazione Ambientale Strategica, tutto questo sia nell’ottica di garantire un livello ottimale di protezione dell’ambiente ma anche un quadro preciso e costante nel tempo che permetta alle aziende di operare e svilupparsi in un’ottica di sostenibilità e profitto. Considerazioni specifiche Molti casi specifici sono già stati resi noti all’Amministrazione Comunale e in parte rapidamente discussi durante i precedenti incontri / workshop del 1 marzo, 4 aprile e 10 maggio 2008. Riprendiamo comunque qui di seguito quelli ritenuti più urgenti e/o spinosi da parte delle Associate locali di Assolombarda : a) Cassina Nuova - Il PRG vigente dall’inizio degli anni ottanta ritiene che alcune aree di questa zona, per altro inserita nel cosiddetto PIP e definita come il quartiere con il migliore equilibrio insediativo tra residenziale e produttivo, potessero ancora consentire un certo tasso di espansione per le aziende esistenti e per insediarne di nuove (vedi anche pag. 18 Bozza PGT, 03/2008). Queste risultano affermazioni che già di per sé stesse paiono eccessivamente ottimistiche; infatti l’espandersi continuo negli anni precedenti della parte residenziale ha creato più d’una contiguità con molti degli insediamenti produttivi anche aventi una storia di alcuni decenni e che si vedono oramai circondati da abitazioni e frequentemente al centro di contestazioni pretestuose (vedi caso sollevato da SICNA srl di vicolo Madonna 9). Questo è uno di quei tipici casi di incompatibilità / frammistione creatasi a posteriori dell’insediamento industriale di cui si chiedeva di evitare il pericolo al precedente punto 2). b) Inoltre sempre per Cassina Nuova, le possibilità di tutela dell’esistente attività produttiva e ancora più di nuove espansioni rischiano di diventare totalmente 198 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale irrealizzabili nel caso in cui a tutta l’area che va verso Cascina del Sole venisse accettato la richiesta di cambio di destinazione d’uso (attualmente area adibita ad attività produttive/artigianali) in zona residenziale / commerciale e servizi, recentemente resa nota dall’Opera Pia Bellani di Monza (proprietaria di 165.000 m2, cioè oltre 2/3 dell’area totale e, quindi, in grado da sola di determinarne la scelta…). Si ritiene perciò che un chiarimento e un confronto aperto su questo tema sia impellente. c) Cascina del Sole - anche questa zona inserita nel cosiddetto PIP secondo il PRG vigente avrebbe dovuto essere un’area a netta prevalenza industriale / artigianale. L’area invece ha subito un notevole sviluppo residenziale negli anni oltre ad un certo progressivo degrado causa anche la mancata realizzazione di infrastrutture adeguate (leggi strade e collegamenti) e agli scarsi controlli interventi nel campo della sicurezza e in quello assistenziale. Le poche realtà produttive ancora presenti e pienamente operative (vedi il caso della LORENZON & C di via D’Azeglio 8/10) sono sempre più sotto pressione per l’insicurezza e l’espandersi delle realtà abitative, ma anche dal sentirsi totalmente dimenticate per qualsiasi intervento migliorativo da parte delle autorità locali. d) Nuove Aree dedicate ad insediamenti produttivi / servizi - sarebbe opportuno che il PGT contenesse già alcune indicazioni specifiche su dove, come e quando si intendano favorire nuovi investimenti e sviluppi per le attività produttive, ma anche trasferimenti di quanto già esiste in aree oramai ritenute non più idonee, specie in considerazione delle problematiche già riscontrate ai punti precedenti. e) Mobilità e collegamenti stradali – ci si riferisce a due temi principali riguardanti uno la Variante Varesina e l’altro quello della parte terminale del tracciato stradale della Rho-Monza, cioè il tratto che va dalla rotonda di Bollate / Baranzate all’inizio dello svincolo per la Nuova Fiera e la A8 (rotonda centro commerciale). La variante Varesina è opera prioritaria da realizzarsi sia per diminuire l’impatto ambientale del vecchio tracciato su tutta la parte residenziale di Ospiate sia per facilitare il traffico privato e commerciale, per altro sempre più congestionato causa nuova Fiera Milano, dell’omonima zona industriale che è una delle poche ad avere una reale prospettiva di sviluppo futuro. Per la Rho-Monza, l’allargamento o altra soluzione atta a migliorare il deflusso del traffico nel suddetto tratto finale, diventa essenziale ogni giorno di più, specie nelle ore di punta ed in occasione delle fiere più importanti. Riteniamo inoltre che, in previsione dei lavori per l’Expo 20015, se non risolto per tempo diverrà uno dei punti più critici per la mobilità nell’area del Rhodense Quanto la realizzazione di queste opere dipenda dal Comune di Bollate o da altri non ci è dato di sapere oggi con precisione. Certo che, se coinvolte appieno, le associazioni di categoria, e in particolare Assolombarda, potrebbero esercitare “un’opera di pressione” presso quegli enti preposti ala decisione/realizzazione (Provincia, Regione, ANAS, ecc.), nonché una qualche azione di coordinamento con gli eventuali altri Comuni coinvolti (es. Baranzate, Rho, Arese). f) Sicurezza - è questo un tema che non coinvolge unicamente l’Amministrazione locale ma che la vede quale interlocutore primo da parte degli Associati Bollatesi che esprimono, un po’ tutti indistintamente, la loro preoccupazione e, in molti casi, rispetto a tutti quegli episodi di microcriminalità e degrado diffusi (vedi prostituzione ed altro) che colpisce in particolare modo le vie di traffico principali e le zone industriali (ad esempio quella di Ospiate, come ricordato da EURO Elettronica di via Torino 13) perché piuttosto decentrate e prive di adeguata sorveglianza sul territorio da parte delle forze dell’ordine. Siamo consci che non si possa richiedere al Comune di farsi carico del problema da solo ma, anche con il supporto della nostra Associazione, si potrebbe e dovrebbe essere in grado di coinvolgere le altre autorità preposte (leggi Carabinieri e Polizia Provinciale) 199 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale e, perché no, tentare un coordinamento con le Amministrazioni limitrofe. Assolombarda da parte sua ha già promosso e sta promuovendo iniziative simili in altre zone, nonché la realizzazione di un Quaderno sulla Sicurezza (con la collaborazione di TransCrime e le Università Cattolica Milano e di Trieste) che sarà edito in autunno. g) Expo 2015 - le aspettative da parte dei nostri Associati, ma siamo certi anche delle Amministrazioni Locali, sono molto alte sia in termini di occasioni di sviluppo che di riqualificazione del territorio. Molte sono però le preoccupazioni legate a tale evento specie quella che i vari Comuni limitrofi all’area dell’Expo vengano esclusi dai processi decisionali e di governo di questo evento e delle varie trasformazioni territoriali ad esso connesse. L’aspettativa di chiunque operi sul territorio del Rhodense è quella che l’evento possa dar vita a interventi urbanistici che siano utili e di valore per il territorio soprattutto dal 2016 in poi. In tutto questo scenario, Assolombarda è già stata, e potrà essere un attore importante e l’Organizzazione Zonale offrire un significativo contributo, per la conoscenza che ha del territorio e delle imprese e per le relazioni in atto con le Amministrazioni Comunali. Azioni coordinate ed incontri di conoscenza potrebbero essere quindi promossi da Assolombarda tra le Associate, i Comuni, il Comitato di Pianificazione per l’Expo 2015 ed altri enti eventualmente coinvolti. 200 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale 3.3.5. Workshop “Il futuro Piano di Governo del Territorio” Lunedì 18 ottobre 2010 – sala del consiglio comunale A seguito delle decisioni sul PGT da parte della nuova Amministrazione Comunale è stata tenuta una giornata di workshop, organizzata in tre sessioni Prima sessione: parti economiche Seconda sessione: parti sociali Terza sessione: aperto a tutti L’assessore Cormio, l’arch.Sagnelli e l’arch.Settanni hanno illustrato la nuova proposta del Documento di piano, evidenziando le modifiche che interessano gli Ambiti di Trasformazione e la viabilità rispetto al Documento di Piano precedentemente adottato. L’Assessore Cormio si è soffermato sulla nuova viabilità, correlata ai problemi di saturazione del tessuto urbano dovuta al traffico di attraversamento verso Milano. L’arch. Settanni ha illustrato il meccanismo degli incentivi e le schede degli ambiti, soffermandosi per ognuno dei 12 ambiti sulle peculiarità che li contraddistinguono. Nella sessione relativa alle Parti Economiche il dibattito si è incentrato sui seguenti aspetti principali: • La sostenibilità economica degli interventi di trasformazione, in un momento di difficoltà economica per il mercato immobiliare, • I problemi di ri-localizzazione di alcune aziende (Forgia di Bollate e Tubini) dal punto di vista della fattibilità economica dell’operazione, • La richiesta di maggiori possibilità di insediamenti produttivi, • Il dubbio che il Piano sia troppo “residenziale” e poco produttivo, • In relazione agli incentivi previsti dal piano, la possibilità per le attività produttive di sconti sugli oneri invece che di aumenti volumetrici, Nella sessione relativa alle Associazioni il dibattito si è incentrato sui seguenti aspetti principali: • Il problema dei disabili, dei luoghi ad essi dedicati e dell’accessibilità dei servizi, • L’importanza degli istituti scolastici in Bollate e il bisogno di risorse per le loro sedi, anche in prospettiva futura, • L’importanza delle rete di connessione verde (piste ciclopedonali e parchi) che dovrebbero legare le vari frazioni e il bisogno di reperire gli importi necessari per la sua realizzazione tramite gli oneri derivanti dalle trasformazioni, • Il meccanismo di incentivazione e premialità del Piano, che potrebbe essere più valido per gli operatori privati che per le cooperative, • La possibilità di introdurre nuovamente lo strumento dei Programmi Integrati d’Intervento, ritenuto più flessibile per le future esigenze di Bollate, • Il problema dell’insufficienza del sistema fognatura/scolmatore, non solo per Bollate ma anche per i comuni contermini e il bisogno che il Piano se ne occupi, 201 PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale • La possibilità di prevedere fasce ampie per i Corridoi e i Varchi della Rete Ecologica, non limitate ai soli 50 m (che devono essere considerati minimali), • Aree Cerruti e Borroni: non creare un semplice collegamento ma una unione più stretta tra le aree a beneficio dell’intera città, pensando anche ad uno “scavalco” costruito, d larghezza ampia, • Il problema della variante a nord prevista totalmente interrata, in ambito di Parco Groane e con problemi dei acque sotterranee. 202