Rapporto ambientale B

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Rapporto ambientale B
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
Capitolo 3
Principali elementi partecipativi
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3.1. PROCESSO PARTECIPATIVO PGT-VAS DEL COMUNE DI BOLLATE
Il complesso processo partecipativo della VAS del PGT del Comune di Bollate ha previsto
molteplici iniziative che, con metodologie diverse, hanno coinvolto istituzioni, enti,
associazioni,cittadini, con un approccio veramente integrato e una strettissima
collaborazione tra Ufficio di Piano, professionisti incaricati del PGT e incaricati VAS.
Si vuole sottolineare questa stretta integrazione ha portato la VAS ad incidere effettivamente
sulle scelte sia di carattere strategico che di dettaglio del Documento di Piano: si veda ad
esempio la Tavola DA08 del Documento di Piano dove sono riassunte le principali criticità emerse
durante il processo di VAS, con l’evidenziazione dei maggiori elementi puntuali emersi dalle
“passeggiate di quartiere”.
Pur con una serie di precedenti attività preparatorie, il processo di VAS ha avuto avvio
ufficialmente con delibera di Giunta Comunale l’8 novembre 2006, precedentemente quindi
agli Indirizzi Generali per la Valutazione Ambientale Strategica -VAS- DCR 13/03/2007, n.
8/351, ed è proseguito coerentemente con la Determinazione della Procedura per la
Valutazione Ambientale Strategica -VAS- DGR 27/12/2007, n. 8/6420, la quale, al punto 2,
stabilisce che i procedimenti di formazione e di approvazione di piani già avviati alla data di
pubblicazione sul BURL della deliberazione stessa si concludono in conformità alle disposizioni in
vigore al momento dell’avvio del procedimento stesso (ovvero secondo le disposizioni di cui
all’art. 4, comma 4, della l.r. 12/2005).
Stante quindi queste disposizioni occorre però ricordare che il processo di VAS implementato è
riconducibile ai principali elementi contenuti nei suddetti Indirizzi.
Coerentemente con tali principi è stata tenuta una Conferenza di Valutazione Preliminare in
due sessioni, allo scopo di raccogliere pareri, stimoli, informazioni, dai principali soggetti
istituzionali.
Le sessioni sono state le seguenti:
1. incontro con Arpa, Asl, Consorzio Parco delle Groane il 3 aprile 2007,
2. incontro con la Provincia di Milano, Consorzio Parco delle Groane e i Comuni contermini
(Arese, Baranzate, Garbagnate M.se, Milano, Novate M.se, Senago) il 21 giugno 2007.
In estrema sintesi e tralasciando gli elementi minori, i momenti principali del processo sono
stati i seguenti:
INCONTRI PROPEDEUTICI ALL’AVVIO DELLA VAS
2 maggio 2006 Consigli di Circoscrizione in seduta unificata
3 maggio 2006 Incontro con i professionisti operanti sul territorio
10 maggio 2006 Consiglio di Circoscrizione Ospiate-Castellazzo
11 maggio 2006 Consiglio di Circoscrizione Cascina del Sole
17 maggio 2006 Consiglio di Circoscrizione Cassina Nuova
18 maggio 2006 Consiglio di Circoscrizione Bollate Centro
INCONTRI DEL PROCESSO PGT-VAS
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3 aprile 2007 Prima sessione della Conferenza di Valutazione Preliminare
31 maggio 2007 Consigli di Circoscrizione in seduta unificata
14 giugno 2007 Consigli di Circoscrizione in seduta unificata
21 giugno 2007 Seconda sessione della Conferenza di Valutazione Preliminare
27 ottobre 2007 Convegno “Vent'anni di pianificazione urbanistica a Bollate”
22 settembre 2007 Passeggiata di quartiere Cascina del Sole
Passeggiata di quartiere Cassina Nuova
29 settembre 2007 Passeggiata di quartiere Bollate Centro
Passeggiata di quartiere Ospiate
5 dicembre 2007 Passeggiata di quartiere Castellazzo
1 marzo 2008 Workshop associazionismo locale (ambientale, culturale,
produttivo, umanitario)
4 aprile 2008 Workshop ambito produttivo-commerciale
9 aprile 2008 Workshop Cooperative edilizie operanti sul territorio
8 maggio 2008 Workshop Cooperative edilizie operanti sul territorio
10 maggio 2008 Workshop associazionismo locale (ambientale, culturale,
produttivo, umanitario, sportivo)
21 maggio 2008 Incontro con Parroci del territorio
2006-09 Vari incontri con la Commissione Urbanistica
23 luglio 2009 Incontro con le parti sociali
Incontro con i partecipanti di tutti i workshop
28 luglio 2009 Seconda Conferenza di Valutazione
18 Ottobre 2010 Workshop “Il futuro Piano di Governo del Territorio – Presentazione
della bozza del Documento di Piano”, organizzato in tre sessioni:
Prima sessione:
parti economiche;
Seconda sessione: parti sociali;
Terza sessione:
aperto a tutti.
21 Dicembre 2010 Conferenza di Valutazione Finale
Nelle pagine seguenti si riportano solo i momenti principali, caratterizzati dalle passeggiate di
quartiere, da alcuni dei workshop e dalla giornata dedicata ai “VENT'ANNI DI PIANIFICAZIONE
URBANISTICA DI BOLLATE”.
Si segnala, per completezza, anche i partecipanti agli incontri pubblici non espressamente
riportati nel Rapporto e che hanno avuto luogo il 1 marzo, il 4 aprile e il 9 aprile.
1 MARZO 2008 – WORKSHOP ASSOCIAZIONISMO
Associazione Nazionale Carabinieri
Auser
Assolombarda
Unione Artigiani Provincia di Milano
Unione Commercianti
S.P.I. C.G.I.L.
Associazione Culturale Lazzati
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Gruppo Artisti Bollatesi
A.N.F.F.A.S.
Associazione “Il sole splende per tutti”
WWF Sezione Groane
Parrocchia San Martino
n. 1 rappresentante del Consiglio di Istituto dell'I.T.C. Erasmo da Rotterdam
n. 1 rappresentante del Consiglio di Istituto dell'I.T.C. Primo Levi.
4 APRILE 2008 – WORKSHOP AMBITO PRODUTTIVO - COMMERCIALE
UNIONE ARTIGIANI
Sig. Dalla Francesca (Segretario Sezione di Bollate)
Sig. Fabrizio
Sig. Giuseppe
APA CONFARTIGIANATO
Sig. Messina (Segretario Associazione di Milano)
UNIONE COMMERCIO
Sig. Federico (Presidente Unione CTSP Prov. di Milano - Associazione Territoriale di Bollate)
Sig.ra Lorenzelli
Sig. Boniardi - Disegnarte
Sig. Dorato - Cremeria Orchidea
Sig. Monfrini - Bar Gramsci
Sig. Ghioni - Abbigliamento Ghioni
ASSOLOMBARDA E AZIENDE ASSOCIATE
Sig.ra Anghinelli - Assolombarda
Sig. Ceccherelli - Euro Elettronica Srl e Consigliere di Zona Nord di Assolombarda
Sig. Lorenzon - Lorenzon Srl
AZIENDE INVITATE
Metalmilv
Sig. Balestrucci (titolare)
Sicna Srl
Dr. Ghioni (direttore generale)
Cotril
Sig. Artesani
Fabriano Securities
Sig. Antoci
Boscarol Srl
Sig.ra Fabiancich (socia)
Banca Intesa San Paolo Dr.ssa Scannella
AZIENDE PRESENTI EXTRA INVITO
Sig. Gravina - Tecnico HSE (Solvay Solexis SpA)
Sig. Ponzoni - Ponzoni Costruzioni
Sig. Marcandelli - Ponzoni Costruzioni
Sig. Lavelli - Epicas
Sig. Valera - Epicas
9 APRILE 2008 – WORKSHOP “LE POLITICHE PER LA CASA”
Cooperative Associate
(sigg. Sciarra e Ballarini)
Cooperativa Guido Dorso Groane
(sig. Barra)
Cooperativa Nuova Benvenuta
(sig. Cimbro)
Cooperativa San Martino
(sig. Dal Molin)
Cooperativa Alba
(sig.ra Restelli)
Cooperativa S. Giuseppe Lavoratore
(sig. Volpe)
Cooperativa Ospiate 72
(sig. Morando)
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3.2. PASSEGGIATE DI QUARTIERE
La metodologia
La”Passeggiata di Quartiere” è un metodo partecipativo che può essere utilizzato quale tecnica
di "ascolto attivo" del territorio e di “progettazione partecipata”.
Sotto la guida di architetti, ingegneri e facilitatori, un gruppo di cittadini (selezionati
direttamente dai rappresentanti di Quartiere per raggiungere un numero adeguato alla
“gestione” del gruppo) vengono coinvolti in una “Passeggiata di Quartiere” che serve a
conoscere meglio criticità/opportunità del proprio territorio.
Alla base di questa tecnica c'è l'idea che sia fondamentale riconoscere e valorizzare la
competenza degli abitanti riguardo al proprio ambiente di vita: conoscenza ordinaria, non
professionale e non tecnica, ma che deriva dal fatto che essi quotidianamente vivono quel
territorio, ne fruiscono in quanto "ambiente" in cui abitano o lavorano, o intessono reti di
relazione e di socialità.
La percezione che un abitante ha del proprio Quartiere è dunque un tipo di conoscenza di cui
"non si può fare a meno" in un processo di trasformazione territoriale, perché è una
conoscenza che il professionista non può possedere.
Un altro aspetto caratterizzante della Passeggiata di Quartiere consiste nel riconoscimento
dell'importanza di una conoscenza non solo ordinaria, ma anche percettiva, attiva, spaziale,
che emerge e si configura a partire dall' "andare a vedere di persona".
Questi “workshop itineranti” che sono le passeggiate, utilizzano la metodologia come
strumento di conoscenza del territorio e di progettazione partecipata (“community
planning”). L’area del Quartiere e le zone limitrofe vengono quindi “lette” dai progettisti e dai
tecnici attraverso l’ascolto dei cittadini.
Le “Passeggiate di Quartiere” si attuano attraverso precisi step:
1. Composizione - Il gruppo di partecipanti è composto da professionisti, operatori
economici, commercianti e imprenditori ma anche pensionati, giovani e rappresentanti di
cooperative sociali e associazioni.
2. Durata - La Passeggiata prevede un impegno di 2-3 ore su di un percorso scelto dagli
stessi cittadini per evidenziare ai “visitatori esterni” (i professionisti e i tecnici) gli
elementi salienti del Quartiere.
3. Meeting Iniziale - Al punto di riunione è brevemente illustrata la Passeggiata, con ruoli e
modalità. Ogni partecipante si presenta al gruppo ed è “schedato”, con nome, cognome,
età, professione, e fotografato (per dare “un volto alle parole”). Ad ogni partecipante è
anche fornito anche un breve questionario introduttivo.
4. Mappatura - Sulla “mappa” del percorso sono annotate le “soste” effettuate e le foto
evidenziano i problemi o le opportunità del Quartiere.
a. La “mappa” è anche vista come strumento “attivo” su cui scrivere note,
indicazioni, appunti, ecc. anche da utilizzarsi poi in altri momenti partecipativi
(ad es. workshop) e su cui inserire eventuali commenti di cittadini non
appartenenti al gruppo e incontrati nella Passeggiata.
5. Indicazioni - Ai partecipanti è richiesto di esporre sinteticamente le loro indicazioni
(con tipo di problema, rilevanza in una scala da 1-min a 5-max, possibile risoluzione) in
modo ordinato:
durante la passeggiata oralmente al “verbalizzatore” che le sintetizza su
apposite schede
al termine della passeggiata tramite i “post-it” sui quali indicare
nominativo e localizzazione (via xx, incrocio xx, ...)
6. Meeting Finale – Nella riunione finale sono raccolte ulteriori indicazioni del rapporto tra
il Quartiere e il resto della Città.
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L’applicazione al Comune di Bollate
Sono state svolte tre riunioni preliminari, per discutere i passi operativi:
due con i tecnici, i professionisti, gli esperti di valutazione ambientale, i membri
dell’Ufficio di Piano e l’Assessorato all’Urbanistica,
una con i presidenti delle Circoscrizioni.
Si sono svolte quattro “passeggiate”, rispettivamente:
22 settembre, sabato mattina, Cascina del Sole,
22 settembre, sabato pomeriggio, Cassina Nuova
29 settembre, sabato mattina, Ospiate
29 settembre, sabato pomeriggio, Bollate Centro
Ogni sessione è durata dalle tre alle quattro ore, e si è sviluppata su un percorso scelto
direttamente dai partecipanti.
Il resoconto delle Passeggiate è stato improntato alla massima semplicità, utilizzando il
linguaggio “non tecnico” dei partecipanti, così da rimanere il più aderente possibile al loro
pensiero e non perdere la freschezza delle loro indicazioni.
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Tavola DA08 del Documento di Piano – Criticità e problemi
con evidenziazione dei maggiori elementi puntuali emersi
dalle “passeggiate di quartiere” – area ovest
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Tavola DA08 del Documento di Piano – Criticità e problemi
con evidenziazione dei maggiori elementi puntuali emersi
dalle “passeggiate di quartiere” – area est
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3.2.1. CASCINA DEL SOLE
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in blu le principali tappe
in rosso le principali segnalazioni
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sabato 22 settembre 2007 - Cascina del Sole
i partecipanti
nome
Anna
Angela
Cesare
Giuseppe
Luciano
Ippolito
Roberto
cognome
Dugoni
Carcano
Andreasi
Tiengo
Puricelli
Giovinazzo
Ingiardi
età
45
60
63
65
62
59
57
professione
Insegnante scuola primaria
Pensionata (consigliere CdC)
Pensionato (ex commerciante)
Pensionato (pres. CPS)
Pensionato (pres. ass. sportiva GOSS)
Pensionato (presidente CdC)
Pensionato
ed inoltre
gli allora consulenti del PGT, arch. Aprà e arch Engel
l’allora assessore all’urbanistica Catenacci
il consulente per la Valutazione Ambientale Strategica, arch. Baldizzone
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dicono …
Anna Dugoni
“Cascina del Sole è un quartiere dormitorio e un grosso incrocio di traffico. Occorre
recuperare la vita a piedi, per socializzare, per conoscersi. Come insegnate ricordo l’iniziativa
“pedibus”, a scuola a piedi per una settimana, che ha dimostrato come potrebbe essere la
vita per i residenti se ci si organizzasse per lasciare la macchina e accompagnare i bambini a
scuola a piedi. Certo ci sono anche problemi di sicurezza per i pedoni: attraversamenti,
incroci,…”. Manca un luogo di socializzazione. Occorrerebbe uno sforzo grande e ribaltare
Cascina del Sole da quartiere dormitorio a Cittadella della Cultura con biblioteca, ludoteca, …
e spazi aperti per i giovani anche alla sera. Altrimenti il quartiere è e rimarrà un grosso
incrocio e basta.”
Cesare Andreasi
“Sono un ex commerciante in pensione. Ho visto cambiare Cascina del Sole negli anni. Ora è
solo un insieme di strade piene di traffico, di macchine. La gente non socializza più, anche
perché non si cammina, non si incrocia uno sguardo. E così si perde anche la dimensione
storica e Cascina del Sole diventa un luogo come tutti gli altri, dove dormire e non vivere.
Manca un luogo di aggregazione. Occorre togliere traffico e dare spazio per camminare a
piedi, per incontrarsi, per vivere.”
Luciano Puricelli
“Come presidente dell’associazione sportiva dell’oratorio devo dire che manca un senso di
appartenenza al quartiere. Occorre pensare a riqualificare non solo gli spazi ma anche la
gente, altrimenti lo sforzo è inutile. Cascina del Sole è diventato progressivamente un grosso
dormitorio e manca l’incontro tra le persone. Se lo spazio non è comune, se non c’è
condivisione, non c’è nemmeno rispetto per il quartiere. La mancanza di ordine e pulizia
richiama disordine e sporco. Ma come si fa a socializzare se non si può nemmeno camminare?
In certe aree mancano addirittura i marciapiedi.”
Giuseppe Tiengo
“Mi occupo di volontariato soprattutto per la fascia anziana. Senza andare troppo lontano
voglio paragonare Cascina del Sole a Bollate Centro: li gli anziani possono camminare,
incontrarsi, sedersi su una panchina, qui no. E se non c’è nemmeno la possibilità di incontrarsi
come è possibile un dialogo? Poi chiaramente ci sono problemi come la Cava Bossi, la
mancanza di verde, di aree pedonali e ciclabili, di parcheggi.”
Ansela Carcano
“Il quartiere ha pagato anche in termini di vivibilità e sicurezza la forte presenza delle case
popolari. E’ stato un forte impatto, da cui fatichiamo a riprenderci. Occorre riqualificare nel
tempo l’assegnazione delle case popolari selezionando l’assegnazione degli alloggi ed
evitando persone con problemi con la legge o similari. Occorre pensare ad una
riqualificazione complessiva. Innanzitutto traffico e parcheggi, altrimenti siamo strangolati
dalle macchine. Ma anche spazi verdi, parchi, recuperi ambientali, come la Cava Bossi ol il
fontanile Terrone.”
Ippolito Giovinazzo
“Occorre pensare ad una riqualificazione di Cascina del Sole, quartiere che più di altri a
Bollate a pagato un certo tipo di sviluppo. Però il nuovo Piano potrebbe sfruttare le
opportunità di aree e terreni, spesso interni all’edificato e potenzialmente importanti per il
riequilibrio del quartiere. Certo il traffico ci stringe, esistono problemi ambientali, ad es. la
Cava Bossi. Però esistono anche problemi pratici, che fanno si che il quartiere abbia un certo
grado di autonomia o no: ad esempio, se chiude il negozietto del quartiere dove si compra?”
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le principali segnalazioni
L’incrocio per Novate, tra le vie Montegrappa, Battisti ed Ospitaletto, è un punto molto
caotico, ma anche uno snodo molto importante per il collegamento con il Comune
limitrofo.
Sicuramente
una maggiore
e
migliore
sorveglianza
ne ridurrebbe
il rischio di
incidenti.
Il
problema
sussiste anche
al
semaforo
seguente, in
prossimità
della chiesa.
In via Ospitaletto c’è un centro sportivo,
una
bocciofila,
l’asilo,
il
centro
polifunzionale, la chiesa e l’oratorio.
Il centro sportivo e la bocciofila appaiono
come “chiusi” rispetto al quartiere, non
integrati con il tessuto urbano e con quello
sociale.
Il posteggio che dovrebbe servire gli utenti
di tali servizi è sempre pieno di camion e,
dunque, è stato chiesto all’amministrazione
di creare un area di parcheggio riservata ai
mezzi pesanti. I servizi non sono carenti o
assenti in Cascina del Sole, però smettono di
svolgere la loro funzione di luogo di aggregazione nel momento in cui si esaurisce
l’attività sportiva o scolastica. Manca quindi un
luogo di aggregazione, una piazza pubblica
vissuta. Anche i giardinetti di fronte al centro
sportivo, che fra l’altro meriterebbero migliore
qualità e attenzione, sono luoghi di aggregazione
potenzialmente molto interessanti.
Ci sono errori che derivano dai vecchi piani
regolatori, come ad esempio l’esistenza di vie
molto strette in cui non è possibile fare inversione
di marcia ed è quindi necessario uscire in
retromarcia, correndo il rischio di provocare
incidenti.
La rotonda tra Via Madonna in Campagna, Via Battisti e Via Kennedy è una bretella di
collegamento tra la superstrada Rho- Monza e Via Battisti ed ha alleggerito un po’ i
problemi viabilistici nel centro di Cascina del Sole, in quanto costituisce una variante al
centro.
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Le Case Popolari sono percepite come un problema di degrado urbano e sociale.
Cascina del Sole ha subito nel corso del tempo un
forte impatto sociale da parte di insediamenti
residenziali per cittadini a basso reddito: la
popolazione si lamenta del degrado non solo edilizio
ma anche dei rapporti sociali tra gli abitanti.
Un tema molto importante è il recupero della Cava Bossi, dove una volta c’era una
impresa di escavazione ed ora è un’area adibita al recupero di materiali ed a riciclaggio.
Relativamente
alla
dismissione di cantieri
ed
imprese
di
escavazione emerge nei
cittadini
la
preoccupazione per la
presenza di sostanze
nocive, come l’amianto,
che
potrebbero
disperdersi sul territorio
trasportati dagli agenti
atmosferici. La proposta
è
stata
quella
di
riqualificare l’area per
adibirla
a
parco
pubblico accessibile sia
per la cittadinanza di
Cascina del Sole, sia per
quella di Cassina Nuova.
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I comparti abitativi noti come CC8 e CC9, se realizzati, incrementeranno la densità
demografica, per cui bisognerà prevedere soluzioni viabilistiche ed anche urbanistiche e
di servizi.
Un grande problema di Cascina del Sole è la mancanza di un “centro” e quindi su 4800
abitanti, la maggior parte si vede costretta a rivolgersi a servizi esterni alla
circoscrizione. C’è una netta prevalenza della funzione residenziale, mentre le attività
produttive, commerciali e professionali sono poche ed esterne.
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Le priorità espresse dai partecipanti
PRIORITA’
PROBLEMA
Viabilità:
1
•
Incrocio via per Novate (sistemazione semafori e maggiore sicurezza stradale, possibilità di
evitare l’attraversamento del centro storico)
Traffico limitato e passaggi pedonali rialzati via Battisti centro
Rotonda via Battisti – Via Kennedy che da Via Kennedy colleghi direttamente l’uscita della
Rho-Monza
Apertura di vie di collegamento da Cascina del sole verso Novate
Bretella via Friuli Venezia Giulia – via s.Ronco
Parcheggi
1
•
2
•
3
•
3
•
4
•
5
•
Creazione di parcheggi nella via per Novate
Trasformazione delle aree in Via Scesia e Via Monte Grappa con idonei parcheggi
Liberare dai mezzi pesanti il parcheggio di via Ospitaletto, creando un area apposita ad essi
dedicata
Recupero ambientale Cava Bossi:
controllo delle attuali attività di smaltimento (es. presenza di amianto?) e
riqualificazione dell’intera area, con la formazione di un’area vivibile e
fruibile da bambini ed anziani
Centro culturale e di aggregazione:
creazione di un centro socio-culturale (ad es. negli spazi vuoti di Via
Battisti)
Parco pubblico, verde e ripristino ambientale degli alvei
Creazione di un parco pubblico
Riqualificazione alveo e fontanile del Terrone, creazione di un parco attiguo al fontanile
(per la quale il Comune paga già l’affitto)
Aumentare il verde, con particolare attenzione alla quantità e alla qualità degli impianti
Riduzione e/o altra localizzazione delle attività di rottamazione e
smaltimento/riciclaggio
Distribuzione commerciale:
Salvaguardia-aiuto dei piccoli negozi, molto importanti soprattutto per gli anziani
Area PIP, coinvolgere la grande distribuzione
Apertura di un piccolo supermarket in via M.Grappa, già preesistente
5
•
Problema di accumuli di rifiuti, gestione delle aree di raccolta
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3.2.2. CASSINA NUOVA
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in blu le principali tappe
in rosso le principali segnalazioni
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sabato 22 settembre 2007 – Cassina Nuova
i partecipanti
nome
cognome
età professione
Alfonso
Pietro
Sergio
Valerio
Di Pasqua
Vanotti
Locatelli
Baronio
58
47
58
51
Presidente CdQ
ingegnere
pensionato
Pres. C.d.Ist.Gadda
ed inoltre
gli allora consulenti del PGT, arch. Aprà e arch. Engel
l’allora assessore all’urbanistica Catenacci
il consulente per la Valutazione Ambientale Strategica, arch. Baldizzone
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dicono …
Sergio Locatelli
“Sono nativo di Cassina Nuova, penso quindi di conoscere molto bene l’evoluzione del
quartiere. Penso innanzitutto che occorrerebbe qualificare l’immagine del quartiere,
fornendo l’aspetto di un vero e proprio paese, anche perché Cassina Nuova ha un certo grado
di autonomia rispetto al resto del Comune. La viabilità è la questione strategica del
quartiere, sia interna, sia esterna di raccordo con Paderno, Seregno, Cascina del Sole,
Bollate centro. Un altro aspetto determinante è quello ecologico, con pezzi di territorio
disastrato, cave diventate discariche, montagne di detriti volatili, ecc., ma anche con
inquinamento atmosferico ed acustico da traffico.”
Pietro Vanotti
“Condivido quanto detto da Locatelli, sottolineando l’importanza dei problemi ambientali
che spesso Cassina Nuova ha dovuto pagare (vedasi l’inquinamento da piombo dell’ex Cobat)
e sta pagando ancora (ad esempio la montagna di detriti stradali alle sue porte). Inoltre
vorrei aggiungere che occorre cercare di dare vita non solo al centro (via San Bernardo), ma
anche ad altre parti del quartiere, spesso cresciute in modo caotico. Occorre una maggiore
attenzione per le aree verdi, spesso segnate come tali ma senza nemmeno un albero, basti
vedere la piazza del mercato. Per la viabilità certo occorrono interventi, ma attenzione a
costruire nuove strade che richiamino ancora più traffico!”
Alfonso Di Pasqua
“Cassina Nuova con i suoi 7.500 abitanti è una frazione viva, con più autonomia rispetto al
resto del Comune. La sua crescita a volte non è stata razionale, basti pensare che negli anni
’60 contava solo 2.500 abitanti: quindi vi è stato un periodo di costruzioni “spontanee”, con
strade strette, spesso cieche, con i problemi che ne conseguono. Però complessivamente la
situazione è buona, con un centro vivo, che può confrontarsi anche con i comuni limitrofi.
Mancano alcune realizzazioni, ad es. un auditorium, magari nella vecchia chiesa sconsacrata
che è anche un bel esempio di architettura purtroppo usato solo come magazzino,… con
alcune di queste cose ed alcuni interventi di carattere ambientale si avrebbe davvero un
paese qualificato. La frazione necessita di una struttura che permette l'utilizzo
polifunzionale (teatro ludico, ecc...); il Consiglio di Circoscrizione ha proposto il risanamento
della via Kennedy e della zona di via Pace; l'obiettivo da raggiungere sarebbe l'abbattimento
dell'ex forno inceneritorie,la
realizzazione della via che collega la via Kennedy con la 119 attraverso il territorio della
cava,
allontanandola dall'abitato, con il conseguente risanamento della zona. Ormai è giunto il
momento che si pensi allo spostamento della cava e alla realizzazione di strutture (abitative,
terziario, produttivo)”.
Valerio Baronio
“Vivo a Cassina Nuova dagli anni ’60. Vorrei sottolineare che qualsiasi azione, quale ad
esempio varianti stradali, non deve compensare passati abusivismi. Bella la realizzazione
delle Scuole col parco, ma occorre una attenzione continua del Comune, quindi no ad
interventi sporadici. Cassina Nuova è una frazione certo, ma può avere una sua connotazione
di “paese”, sicuramente di qualità. Però bisogna risolvere tutta una serie di questioni al
margine del quartiere che lo penalizzano molto. Inoltre la situazione delle aree pubbliche è
spesso di bassa qualità, specie per la presenza o, meglio, l’assenza di alberature.”
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le principali segnalazioni
Il percorso si è sviluppato a partire dal punto di ritrovo, in P.za della Chiesa, lungo le
vie: Pace (incrocio con Via Kennedy), Brianza, Arno, Meucci e Farini.
Dal punto di ritrovo si percepisce come alcuni
interventi abbiano sensibilmente migliorato l’aspetto
complessivo:
il
recente
arredo
urbano
e
pavimentazione in porfido di Via S.Bernardo, Corte
Brioschi e del sagrato della Chiesa hanno avuto lo
scopo di migliorare e offrire servizi, come la tanto
richiesta biblioteca. Occorre rilevare però come sia
difficile soddisfare tutti: alcuni in via S.Bernardo si
sono lamentati per la pavimentazione in porfido (per il
maggiore rumore al passaggio delle macchine) o per la
riduzione dei parcheggi, anche se è presente un
parcheggio a poche decine di metri.
All’incrocio di via Pace con
via De Leva è presente una
vecchia
cascina:
la
sistemazione di questa area
può
contribuire
notevolmente alla fruizione e
all’aspetto del quartiere,
affacciandosi sulla piazza
della chiesa.
Inoltre la presenza della exchiesa parrocchiale di S.Bernardo, risalente al XVI secolo,
dovrebbe essere valorizzata, ad esempio come auditorium,
mentre adesso è utilizzata solo come magazzino. Sarebbe
importante rendere pedonale la
via S.Bernardo come centro cittadino.
La piazza del mercato, vicino al cimitero,
rappresenta un tentativo di riqualificazione riuscito
a metà. Sebbene molto frequentato da bambini ed
anziani, la mancanza di verde e di alberi offre allo
sguardo un ampia distesa di cemento e asfalto che
non può essere ravvivata solo dalla presenza della
fontana.
Il
problema
del
verde
e
della
mancanza di alberi
si riscontro in tutto il quartiere.
Un grande problema, soprattutto nelle ore mattutine e
serali, è il traffico lungo le Vie Farini e Pace per
immettersi in Via Kennedy. Si chiede la creazione di
un’arteria di scorrimento per preservare queste strade
e ed il loro abitato.
144
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
Su via Kennedy si affaccia l’area dell’azienda che si
occupa di riasfaltature di gran parte dell’area
milanese. Sussiste il problema ambientale della
montagna di detriti derivanti dallo scortico dei
manti stradali rifatti: a detta dei partecipanti
questo materiale, oltre ad essere volatile e quindi
ad inquinare l’antistante abitato di Cassina Nuova,
dovrebbe essere monitorato, in quanto potrebbe
contenere elementi potenzialmente pericolosi.
Proseguendo su via Kennedy si incontra da una parte
un campo nomadi e dall’altra attività di rottami e
autotrasporti. Il tutto in modo sicuramente molto
“spontaneo”, non regolamentato e che contribuisce
non
poco
al
decadimento
dell’immagine e
della
qualità
ambientale
di
Cassina Nuova.
In Via San Nicola
e
nelle
vie
adiacenti si assiste alla presenza di una
urbanizzazione “selvaggia”
nata nel secondo
dopoguerra, con strade strette e casette addossate
l’una
sull’altra,
spesso
di
scarsa
qualità
architettonica.
Nell’area adiacente Paderno si assiste ad una
mancanza di collegamenti tra i tessuti urbani dei
due Comuni, con vie residenziali a fondo cieco che
sboccano sui capannoni industriali di Paderno. Il
tutto, oltre a fornire una immagine di “chiusura” tra
i due Comuni, pone problemi di viabilità ai residenti.
Nel centro si hanno problemi di viabilità, e a volte di
pericolosità. Come ad esempio per la “esse” di via
della Madonna - via Archimede, e in via Marconi, in
cui mezzi pesanti, che non rispettano il divieto di
transito, si “piantano” nelle curve del centro.
145
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
Le priorità espresse dai partecipanti
PRIORITA’
1
•
PROBLEMA
Problemi ecologici, quali ad es.:
inquinamento acustico/atmosferico (es. incrocio via Kennedy con via Pace)
attività dei “selciatori”, lato destro di via Kennedy, con alti cumuli di materiale e dispersione
dello stesso sull’abitato anche con poco vento
attività rottamai
recupero ambientale zona Cava e piattaforma ecologica dell’ex inceneritore
individuazione delle aree di recupero o dismesse
Viabilità: problematiche di traffico da eliminare/limitare, con attenzione a
non fare altre strade che portino altro traffico
1
•
connessione delle vie a fondo cieco con Paderno
viabilità di attraversamento e ripristino del vecchio tracciato di via Po per connettersi in
futuro alla SP 119
riordino di via Raffaello Sanzio
pericolosità zona via Arno – via Madonna
pericolosità zona via Madonna – via Brianza
collegamento dal retro delle Scuole Medie di via Brianza con la zona industriale di Paterno
Dugnano
2
•
3
•
4
•
5
•
Riassetto delle aree periferiche (viabilità interna e arredo urbano)
Sistemazione della Piazza del mercato:
chiusura della piazza verso il parcheggio adiacente il cimitero
sistemazione area di rispetto del cimitero
arredo urbano e verde
Sistemazione di via Madonna e via S.Bernardo con marciapiedi, fermata bus,
attraversamenti, e sua chiusura (piazza della Chiesa) rendendola solo
pedonabile
Aree a verde: riqualificazione degli attuali parchi, inadeguati o non curati,
per cui spesso poco utilizzati. La mancanza di cura ne limita l'utilizzo e
incoraggia il vandalismo.
146
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
3.2.3. OSPIATE - CASTELLAZZO
147
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
148
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
in blu le principali tappe
in rosso le principali segnalazioni
149
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
29 settembre 2007 - Ospiate
i partecipanti:
nome
cognome
età professione
Antonio
Luca
Massimiliano
Massimo
Silvano
Barbato
Cormanni
Vittani
Zucchetti
Redaelli
52
21
45
48
67
commerciante
studente
impiegato
impiegato
pensionato
ed inoltre
gli allora consulenti del PGT, arch. Aprà e arch. Engel
l’allora assessore all’urbanistica Catenacci
il consulente per la Valutazione Ambientale Strategica, arch. Baldizzone
la rappresentante dell’Ufficio di Piano, dott.ssa Bollini
150
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
dicono …
Antonio Barbato
“Sono ad Ospiate dal ’63. I problemi ci sono, eccome. Oltre al traffico che è sotto gli occhi di
tutti e che incide pesantemente sulla vita di tutti i giorni, tanto che non si riesce ad
attraversare nemmeno la strada, direi che i maggiori problemi sono ambientali, come la
manutenzione dei torrenti , dei parchi e delle aree a verde. Lo sporco, l’abbandono, portano
alla mal frequentazione:se lasciamo certe aree a se stesse non lamentiamoci poi! Basti
pensare alla frequentazione delle “signorine” vicino alla Scuola. E poi mancano
attraversamenti sicuri e piste ciclopedonali, come ad esempio per connettersi con il centro
Castorama.”
Luca Cormanni
“Ci sono alcuni problemi specifici che vanno risolti, altrimenti la vivibilità di Ospiate ne
soffre. Parlo anche in termini di sicurezza del traffico, ad esempio per quanto riguarda
l’incrocio della Varesina. O anche il parcheggio del Blockbuster, esempio di come un
problema relativamente piccolo posso diventare estremamente rischioso, con auto che
devono attraversare una pista ciclopedonale e sbucare nella via, senza visuale e con rischio
di incidente. Occorre riqualificare aree dimesse, abbandonate. Sistemare le strade, parlo
anche in termini di manutenzione dell’asfaltatura, ma anche piste ciclopedonali.”
Massimiliano Vittani
“Ci sono aree che devono essere riqualificate e ripensate, ad esempio quella della Forgia di
Bollate che potenzialmente sarebbe di grande utilità pubblica e invece cos’è adesso? Pensate
alla stessa area con un parco (siamo o non siamo nel Parco delle Groane?), una pista
ciclopedonale, una regolamentazione degli orti “spontanei”, … Chiaramente il traffico
rappresenta il tema prioritario, ma penso che il problema sia risolvibile solo dopo la
realizzazione della variante varesina e con l’interdizione all’ingresso in Bollate del traffico
proveniente da Rho-Arese.”
Massimo Zucchetti
“Direi che il problema più grosso è rappresentato dal traffico, non solo e non tanto quello
interno quanto quello di attraversamento pendolare, quindi con ore di punta particolarmente
congestionate. Vi sono chiaramente altri elementi, quali ad esempio i parcheggi, ad es. in via
Leopardi, la sicurezza e la pulizia, il sottopassaggio, ed alcuni problemi ambientali, quali ad
esempio quelli dei corsi d’acqua, sia in termini di gestione che di controlli. Inoltre occorre
pensare ad una ricucitura del tessuto urbano, spesso cresciuto non in modo coordinato. In
tutto questo si inserisce anche il discorso sulle aree verdi, sulla loro assenza e, quando
presenti, sulla loro manutenzione e tutela.”
Silvano Redaelli
“Sottolineo l’importanza di alcuni problemi ambientali, come ad esempio quello del Canale
Villoresi e di altri corsi d’acqua, in certi periodi fogne a cielo aperto. Ci sono poi elementi
puntuali che potrebbero innalzare immediatamente la qualità della vita in Ospiate, ad
esempio un percorso ciclopedonale con il centro commerciale vicino, un parco giochi per i
bambini, degli orti regolamentati per gli anziani, un parcheggio per la farmacia.”
151
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
le principali segnalazioni
Dal punto di partenza in P.zza Indipendenza il
percorso si è sviluppato lungo le vie Ferraris,
Ghisalba,
Milano,
Stelvio,
Fornace
Mariani,
Repubblica, Madonnina e Villoresi. La mancanza di un
centro e la sua disposizione lungo l’asse Varesina, il
traffico di attraversamento che ne deriva e la qualità
dell’intervento pubblico e del disegno urbano, sono gli
elementi che da subito sono stati sottolineati dai
partecipanti.
Già dal punto di ritrovo (P.zza Indipendenza) è emerso
il
principale
problema
del
traffico
da
attraversamento che investe la città.
Ospiate,
non
avendo un vero e
proprio centro si
estende lungo l’asse della SS. Varesina, con una
grande affluenza di veicoli in direzione Milano.
Legati a questo problema sono la carenza di
attraversamenti pedonali e di collegamenti ciclopedonali lungo Via Milano.
La presenza di un sottopassaggio pedonale non
supplisce a tali mancanze, soprattutto per la scarsa qualità igienica e per la mal
frequentazione che caratterizza
questo attraversamento; inoltre
non prevede un agevole transito
da parte di carrozzine per
bambini
o
per
persone
diversamente abili.
E’ fortemente auspicabile un
collegamento
ciclo-pedonale
lungo Via Milano in direzione del
centro commerciale di Baranzate,
appena fuori dal confine comunale di Bollate,
poiché è una strada molto frequentata a piedi da
extracomunitari, che si spostano verso Roserio, ed
in bicicletta da anziane signore per raggiungere il
supermercato.
Dal punto di vista ecologico, i cittadini evidenziano
il tema dell’inquinamento del canale Guisa sia
perché non manutentato, sia per scarichi
infrasettimanali dai comuni che stanno a monte.
Spostandosi dall’altro lato di Via Milano, nella
direzione della circoscrizione di Bollate centro, vengono percorse le vie Repubblica,
Madonnina e Villoresi.
152
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
Via Repubblica è un’area di commercio, messa però
a dura prova dall’assenza di posteggi e dal traffico
di attraversamento, perché è la strada che collega
Bollate centro con la SS. Varesina. E’ situata lungo
questa via, per esempio, la farmacia comunale. Una
soluzione potrebbe essere l’esproprio di pubblica
utilità di un terreno adiacente a quest’area e la
creazione di una ventina di posteggi a dsco orario.
Un altro grande problema di Via Repubblica è il
posteggio del ex-Blockbuster, accessibile ai veicoli
solamente mediante l’attraversamento della pista
ciclabile adiacente ad esso. La soluzione possibile
prevede
due
differenti
soluzioni:
spostare
marciapiede e ciclopedonale a ridosso del palazzo e
ricreare il parcheggio dove ora e locata la
ciclopedonale, evitando quindi che le zone di
transito di biciclette e pedoni siano attraversate dai
veicoli che utilizzano il parcheggio; non modificare
l'area di parcheggio ma impedire,con un alto cordolo
o con dei paletti muniti di catena,che le macchine possano
creare l'accesso dove prima sorgeva il casotto del
rimetterebbero in sicurezza ciclopedonale e marciapiede
rallentamenti dovuti dalle auto che abbandonano l'area di
Repubblica.
invadere la ciclopedonale e
marmista.Così facendo si
e si eviterebbero anche i
sosta per immettersi in via
Via Madonnina è invece l’esempio dei problemi legati alla qualità dell’intervento
pubblico e del disegno dello spazio urbano (rintracciabili anche su tutto il resto del
territorio), in quanto presenta ancora molte barriere architettoniche, come l’assenza di
scivoli per la salita e discesa dei diversamente abili dai marciapiedi, il posizionamento
dei pali della luce nel mezzo del passaggio pedonale, che diventano così inaccessibili
alle carrozzine ed anche errori logistici come i tornelli intorno agli alberi con un
diametro di solo 1m, che non consentono quindi la crescita dell’arbusto.
Via Villoresi presenta grandi complessi residenziali e un ampio posteggio che risponde
alle esigenze insediative dell’area. Lungo la via scorre il canale Villoresi che, per la
mancanza di manutenzioni, riduce la portata
dell’alveo creando grossi rischi, anche per gli orti
posti
dall’altro
lato
della strada.
In fondo alla via, in
prossimità della Forgia
di Bollate,
c’è una
grande area verde non
utilizzata, se non per il
passeggio dei cani. Ne
viene quindi richiesta un’opera di riqualificazione.La
Forgia può anche rappresentare un problema ambientale, vista la presenza dei depositi
di fonderia, ad alta temperatura, sopra al canale stesso.
153
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
Le priorità espresse dai partecipanti
PRIORITA’
PROBLEMA
Viabilità:
1
•
2
•
3
•
4
•
realizzazione variante Varesina e viabilità via Ferraris
ricostruzione della viabilità di Via Villoresi riaprendo Vicolo Villoresi permettendo il
collegamento diretto con il piazzale della piscina,così come è sempre stato,per pedoni e
biciclette
realizzazione di piste ciclopedonali di collegamento, ad es. con il Castorama
attraversamenti pedonali sicuri
incroci e attraversamenti pericolosi (es. ex-Blockbaster)
parcheggi
Problemi ambientali:
inquinamento da traffico
gestione e controllo dei corsi d’acqua, come il Guisa e il Villoresi
controllo area Forgia di Bollate
Aree verdi:
incremento delle aree verdi e a parco,
corretta manutenzione di quelle esistenti
plantumazione di alberi ad alto fusto
creazione di un vero e proprio parco attrezzato in fondo alla via Villoresi, vicino alla Forgia
Aree per bambini ed anziani
Maggiori aree a gioco per i bambini
Creazione di centri di incontro per gli anziani
Creazione di “orti” regolamentati per i pensionati, con apposite aree attrezzate da destinare
agli attuali fruitori degli orti di Via Villoresi e ripristino dell'area ove oggi sorgono gli
insediamenti abusivi.
5
•
Riqualificazione di aree dimesse, edifici fatiscenti, aree inutilizzate
154
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
5 dicembre 2007 - Castellazzo
In relazione alla specificità di Castellazzo rispetto al territorio comunale, il 5 dicembre
2007 è stata effettuata una passeggiata di quartiere dedicata espressamente a questa
realtà. Hanno partecipato Roberto Marangoni e Marco Monti, oltre al Presidente del
Consiglio di Circoscrizione Massimiliano Vittani, agli allora consulenti del PGT, arch.
Aprà e arch. Engel, all’allora assessore all’urbanistica Catenacci e al consulente per la
Valutazione Ambientale Strategica, arch. Baldizzone.
Si sono approfonditi i problemi e le
opportunità di recupero del complesso del
Castellazzo, complesso che risulta essere di
grande valore storico, culturale ed
architettonico e che rappresenta un
indubbia risorsa per Bollate.
Il borgo di Castellazzo1 è un complesso di
case, cascine e rustici composto da più
corti: Corte Grande, Corte del Fabbro, Corte
Nuova e Case Nuove, in armonia con la
tipologia classica dell’azienda agricola
lombarda. L’origine non è databile, ma
sicuramente si è sviluppato contestualmente alla villa Arconati, la quale, oltre che alla
villeggiatura, serviva anche come centro di gestione agricola delle terre circostanti.
Piacere intellettuale e investimento fondiario erano strettamente connessi anche per gli
Arconati, tanto che porteranno capitali inizialmente estranei all’economia rurale,
rendendo il borgo un’azienda agricola all’avanguardia nel ‘700. Un accenno alle "case
del Castellazzo" e soprattutto ai terreni, ai boschi e alle vigne è già contenuto nell’atto
del 1610 con il quale Galeazzo Arconati acquista tutta la proprietà. E’ però Luigi Maria,
dopo il 1648, che ricostruì la parte più antica del borgo, il cosiddetto "Castellazzino" , e
mise mano anche ad una certa "Corte delli Massari". Sulla base dei rilievi per il catasto di
Maria Teresa e sulla base della planimetria di Marc’Antonio dal Re, è possibile descrivere
come si strutturava il borgo nel ‘700.
Immediatamente a nord del cortile delle
scuderie vi era, come tuttora, la chiesa
parrocchiale di San Guglielmo, "chiesa del
Palazzo" con annesso un cortiletto con
canonica. Questo insieme è separato da
quello delle scuderie da una "strada per le
carrozze" che immette nella "corte grande
rustica", un grande spazio rettangolare
quasi interamente porticato, addossato
all’ala di nord-est della villa e direttamente
comunicante con spazi di servizio di questa.
Collegato al lato nord di questa grande
corte vi è poi il cosiddetto "Castellazzino",
ossia abitazione famigliare che disegna una corte più piccola e di forma quadrata,
corrispondente in pianta alla situazione secentesca. Nel 1773 risultavano presenti
quattro "case da Fittabili, o siano Massari", e 65 "case da Piggionanti, o siano Coloni", e
1 Sintesi delle informazione tratte dai siti degli “Amici di Castellazzo” e e di “Villa Arconati”
155
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
dal registro parrocchiale nel 1774 risultavano residenti nel borgo ben 47 famiglie,
suddivise in tre corti, per un totale di 226 persone. Il borgo definitivamente costruito
raggiunge all’inizio del ‘900 il massimo numero di abitanti, oltre 500 persone: vi
risiedono artigiani, lavoratori agricoli e addetti alle fornaci, formando una vera e propria
comunità.
Attualmente il Borgo è costituito corti e da complessi agricoli ancora utilizzati dove
viene praticato l’allevamento di vitelli da carne e coltivazioni foraggiere: le famiglie
agricole ancora in attività sono tre. I suoi abitanti sono circa 120, la caratteristica di
buona parte di essi è la grande disponibilità personale che sono disposti a fornire per il
Borgo stesso, alcuni si dedicano alla gestione del "Maggio Castellazzese" , comprensivo
della Festa Patronale con mostre di fiori e di pittura, con opere eseguite anche da artisti
famosi che hanno mantenuto il loro laboratorio in Castellazzo e tante altre attività che
si susseguono per tutto il mese.
L'abitato si è sviluppato attorno alla storica Villa Arconati, già monumento nazionale,
chiamata anche il Castellazzo, che dà il nome alla frazione e che è teatro tutte le estati
del Festival di Villa Arconati, un'importante manifestazione musicale che si svolge nella
suggestiva cornice della villa nei mesi di giugno e luglio.
Villa Arconati, una delle “Ville di Delizia” che caratterizzavano il territorio milanese, è
sita in territorio di Bollate, località Castellazzo. Costruita nel ‘600 attorno ad un nucleo
precedente, trova nel ‘700 ad opera dell’architetto Giovanni Ruggeri la configurazione
planimetrica ed architettonica che è giunta quasi inalterata sino a noi e che consta di
tre elementi fondamentali: Giardino, Villa e Borgo. L’ impianto scenografico del
complesso inizia già dall’accesso costituito dal viale “dei leoni”, così denominato per la
presenza di scultore ferinomorfe site su due basamenti di pietra posti all’inizio del viale.
Decorazioni interne, sculture, arredi e raccolte di quadri e di libri, tra cui il Codice
Atlantico di Leonardo da Vinci, impreziosivano la proprietà sino a collocarla tra le più
importanti dell’area del capoluogo lombardo, così da essere celebrata da Marcantonio
Dal Re nelle sue incisioni. Straordinario è il giardino; di impianto articolato, ricco di
specie arboree, di elementi decorativi, sculture e fontane, dei teatri di Diana e di
Pompeo e della limonaia, esso costituisce l’unico attuale elemento museale di Villa
Arconati, definita “piccola Versailles” grazie proprio al suo giardino, che è tra i pochi
realizzati in Italia “alla francese” e certamente il più esteso in Lombardia.
Il Festival di Villa Arconati, nato nel 1989, è un progetto culturale realizzato grazie alla
collaborazione fra i comuni di Bollate, Arese, Garbagnate Milanese, la Provincia di
Milano, la proprietà di Villa Arconati e i sostenitori della manifestazione. Nel corso del
tempo il festival ha acquisito un carattere ed una personalità assolutamente unici
nell'ambito della provincia di Milano, candidandosi sempre più a divenire uno dei festival
musicali più importanti dell'estate italiana. Tutto questo è dovuto certamente alla
qualità delle proposte artistiche che il festival ha offerto nelle passate edizioni e grazie
anche al valore architettonico, ambientale e storico di Villa Arconati, una delle
residenze più belle e caratteristiche del Nord Italia.
La frazione, inserita nella tranquillità del Parco delle Groane, è dotata di diversi
percorsi ciclopedonali che la rendono meta e "piccolo paradiso" per sportivi del jogging e
mountain bike.
A questi aspetti pregevoli di una località a soli 12 km dal cuore di Milano seguono
purtroppo aspetti che denotano anche segni di inciviltà e malcostume.
Difatti negli ultimi anni si segnala un certo progressivo degrado dovuto alla presenza di
156
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
microdiscariche abusive di materiale edilizio, di immondizia lasciata dai "patiti della
grigliata" domenicale e a carcasse di auto e motorini dati alle fiamme a cui cerca di
porre rimedio il Corpo di Vigilanza del Parco delle Groane. Inoltre da parecchi anni la
Villa, le Corti e l'intero Borgo sono al centro del dibattito cittadino sul futuro di
Castellazzo.
Secondo l'Associazione gli “Amici di Castellazzo”: “l'ultima residente di Villa Arconati,
Donna Beatrice Crivelli, fu l'ultima garante di tutela del patrimonio costituito da Villa,
Corti e vecchie Fornaci. Venendo nel frattempo a mancare, gli eredi hanno venduto la
proprietà a diverse immobiliari la cui unica preoccupazione fu quella di realizzare
liquidità attraverso la vendita di quasi tutto ciò custodito al suo interno, e di predisporre
alcuni piani che se attuati, si sarebbero rivelati autentiche colate di cemento che
avrebbero irrimediabilmente compromesso un equilibrio del territorio consolidato ormai
da decenni. Questi piani prevedevano, oltre al riutilizzo delle vecchie corti, anche
l'utilizzo delle originarie volumetrie delle vecchie fornaci, dove attraverso il loro cambio
di destinazione d'uso, da industriali a residenziali, avrebbero permesso la costruzione di
residenze a dismisura. Inoltre, all 'interno di questi piani era prevista la progressiva
espulsione dei vecchi affittuari delle corti, e tutto ciò è stato scongiurato anche grazie
alla dinamicità dell'Associazione".
Ultima menzione riguarda la ferrovia. La
frazione di Castellazzo è attraversata dai
binari della linea ferroviaria Milano-Saronno
delle Ferrovie Nord Milano, e sino al 1990
era attiva la piccola stazione. La stazione,
oltre a essere utilizzata dai residenti, fu
anche utlizzata dalle maestranze occupate
nelle vicine fornaci e cave di argilla per la
produzione di laterizi, visibili nel film di Aldo
Vergano “Il sole sorge ancora”. Il film fu
girato nel 1946 nelle fornaci, nelle corti di
Castellazzo, oltreché all' interno della Villa
Arconati. Con i lavori di quadruplicamento
della Linea Milano - Saronno di FerrovieNord,
tale stazione è stata soppressa e successivamente demolita nonostante le proteste della
popolazione locale. Oggi gli abitanti ne auspicano la riapertura, come fermata
impresenziata e "a banchina centrale" sui due binari dedicati alle linee del servizio
ferroviario suburbano di Milano per diminuire il senso di isolamento degli abitanti della
frazione con Bollate e per permettere di rendere Castellazzo più vivibile e accessibile
non solo alle automobili nei giorni di maggiore affluenza Domenicale/Festiva e in
concomitanza del Festival.
157
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3.2.4. BOLLATE CENTRO
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in blu le principali tappe
in rosso le principali segnalazioni
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sabato 29 settembre – Bollate Centro
i partecipanti:
nome
cognome
età
professione
Alberto
Ghioni
44
Angelo
Eleonora
Emanuele
Paolo
Barlassina
Cimbro
Gorno
Gaiotto
61
29
38
36
amministrator
e
pensionato
professoressa
commerciante
architetto
ed inoltre
gli allora consulenti del PGT, arch. Aprà e arch. Engel
l’allora assessore all’urbanistica Catenacci
il consulente per la Valutazione Ambientale Strategica, arch. Baldizzone
la rappresentante dell’Ufficio di Piano, dott.ssa Bollini
162
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
dicono …
Angelo Barlassina
“Vorrei sottolineare il decadimento di Bollate dovuto al traffico. E per traffico intendo il
traffico da attraversamento. A questo scopo abbiamo predisposto una raccolta firme per una
petizione popolare con 2.700 aderenti, allo scopo di impedire il traffico ai non residenti. Un
altro aspetto che può essere determinante per il quartiere è il destino dell’area della exCeruti, con il timore di un grande centro commerciale, quando invece sarebbe auspicabile un
recupero dell’area”.
Eleonora Cimbro
“Bollate Centro ha tutta una serie di elementi problematici. Vi sono innanzitutto “quartieri
dormitorio” con mancanza di servizi, negozi, aree verdi attrezzate. Queste aree, ma spesso
tutta Bollate Centro, non hanno collegamenti ciclopedonali, sia interni al Comune che con i
Comuni limitrofi, come ad esempio Novate. Vi sono poi tutta una serie di incroci pericolosi, assi
stradali a forte presenza di traffico, attraversamenti pedonali rischiosi, ecc. Vi sono situazioni
di forte degrado, come sovrappassi e sottopassi, la stazione, l’ex Garden, ecc. L’ex Ceruti
potrebbe rappresentare un forte elemento di riqualificazione con funzioni pregiate, come ad
esempio la creazione di un polo universitario ben servito dalle Ferrovie Nord. Riqualificazioni
spontanee già presenti, come lo spazio della Borroni, andrebbero ulteriormente valorizzate. Il
commercio andrebbe incentivato. Il verde è insufficiente, sia in termini di quantità che di
qualità”.
Emanuele Gorno
“Penso che Bollate Centro dovrebbe innanzitutto occuparsi di un decentramento dei servizi
comunali, per coinvolgere i cittadini anche della periferia, agevolando ed incentivando il
commercio. Si dovrebbe pensare anche al decentramento delle banche, risolvendo il problema
dei parcheggi nella zona centrale del paese. Vi sono anche “piccoli problemi” che diventano
grandi: ad esempio occorre recintare e arredare i parchi per eliminare gli atti di vandalismo
Paolo Gaiotto
“Partirei da un maggiore coinvolgimento dei giovani e delle forze culturali già presenti nel
quartiere. Ad esempio il fabbricato della Borroni è molto interessante quale esempio di
“archeologia industriale”, ha una localizzazione ottima, essendo di fianco alla stazione delle
Nord, ospita una iniziativa spontanea, quella dei proprietari stessi che hanno creato un centro
culturale ed artistico che in futuro potrebbe ospitare anche residenze e laboratori temporanei
per gli artisti … Perché non sfruttare questa occasione, valorizzandola, integrandola con le
politiche del Comune, così da far divenire Bollate una “cittadella dell’arte” che richiami
giovani, artisti, forze nuove e funzioni culturalmente elevate? Sono cose come queste che
possono contrastare la tendenza di città dormitorio di servizio a Milano e fare di bollate una
città viva. Altrimenti il collegamento con le Nord è solo un collegamento in “uscita” verso
Milano e non in “entrata” in Bollate: occorre connotare Bollate con funzioni specifiche di
richiamo.”
163
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
le principali segnalazioni
Il percorso si è sviluppato a partire da via Nenni, lungo poi le Vie Berlinguer, Silvio
Pellico, Madonna in campagna, Montessori, Caduti bollatesi e P.za Carlo Marx.
Fin dal punto di ritrovo, posizionato lungo la Via IV
Novembre, emerge l’importanza di un collegamento
ciclo-pedonale che colleghi la città di Bollate con i
Comuni limitrofi (in questo caso Novate).
La
riqualificazione
della ex Boston è un’esperienza ed un esempio di
trasformazione del territorio, seppure sussista
ancora il problema dell’integrazione con il tessuto
urbano circostante.
Percorrendo le vie Nenni e Berlinguer si osservano
edifici “tagliati fuori” dalle aree circostanti; lo si può
definire un quartiere dormitorio, dove la funzione
residenziale è esclusiva, mentre sono assenti attività
commerciali e servizi. Le aree verdi circostanti sono
lasciate a se stesse e, quindi, usate solo per le
“passeggiate” dei cani.
La Via Silvio Pellico è un importante collegamento con la frazione di Cascina del Sole,
così come la parallela Via Friuli Venezia-Giulia, e per questo si richiede a gran voce la
realizzazione di collegamenti ciclo-pedonali. Una
pista ciclabile potrebbe collegare così Cascina del
Sole con Bollate (tramite Via S. Pellico) e poi
proseguire lungo Via Madonna in Campagna, Via
Montessori (dove c’è una scuola elementare),
giungendo fino alla stazione ferroviaria di Bollate
Centro. L’area intorno al benzinaio è da
riqualificare, magari con la creazione di una rotonda
e di un parcheggio per la banca e il servizio
pediatrico.
All’incrocio tra Via Madonna in Campagna, Via Montessori e Via Giovanni XXIII è stato
da poco creato un regolatore di velocità, contestato da una parte di popolazione ma
fortemente sostenuto dall’altra, perché questo è un incrocio molto frequentato dai
bambini che si recano alla scuola elementare di Via Montessori e molto trafficato,
perché conduce alla Via Verdi.
164
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
Via Madonna in Campagna è un altro esempio di quartiere dormitorio, dove ci sono
aree verdi, anche attrezzate con giochi e panchine, ma con poca manutenzione. Le
alberature però sono scarse, poco qualificanti e nulla ad esempio è stato fatto per
creare una “quinta” verde lungo la strada per migliorare la qualità estetica della piazza,
gravata pesantemente dal lungo muro della ex Ceruti. Nella P.za sono presenti attività
commerciali, ma è un’area poco utilizzata e poco vissuta.
Di fronte a questa
c’è l’ex Ceruti,
che
è
un
potenziale
immenso sia per
l’estensione
dell’area, sia per
la
posizione
adiacente
alla
stazione. Sono state fatte varie ipotesi di trasformazione, tra cui quella di un nuovo polo
universitario.
Gli
attraversamenti
pedonali da una parte
all’altra della ferrovia
sono presenti (ce ne
sono quattro) anche se
presentano condizioni
di degrado.
Un
problema
fortemente sentito a
Bollate è la carenza di
parcheggi, soprattutto
nella zona vicino alla
stazione, ossia in P.za Carlo Marx; un’ipotesi è quella della creazione di un parcheggio
sotterraneo.
L’area della Borroni, con un bel
edificio industriale dei primi del
‘900 un tempo ospitante un
collificio
e
attualmente
destinato dai proprietari a
centro
culturale
per
esposizioni
d’arte,
ha
sicuramente
delle
grosse
potenzialità, sia per la sua
localizzazione, adiacente alla
stazione e quindi facilmente
raggiungibile da potenziali utilizzatori provenienti da Milano, sia per la funzione di
richiamo culturale che può svolgere. Una integrazione della Borroni con le politiche
dell’Amministrazione sarebbe auspicabile.
165
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
Nel parco centrale di Bollate ed in quello di Via Piave, si richiede un controllo maggiore
da parte delle forze dell’ordine per ridurne la mal frequentazione, nonostante i recenti
tentativi di ridurre la criminalità.
Al centro si assiste alla presenza di ampie aree da qualificare, come ad esempio quella
sottoposta ad un degrado anche sociale delle Quattro Torri.
166
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
Le priorità espresse dai partecipanti
PRIORITA’ PROBLEMA
Viabilità e parcheggi:
1
•
1
•
2
•
3
•
4
•
5
•
mancanza di collegamento tra via Berlinguer e Cascina del Sole
rotonda e parcheggio are benzianaio via Pellico
via Petrarca – via Friuli, incrocio pericoloso su asse stradale ad elevata percorrenza
via Montessori, incrocio pericoloso e asse ad elevata percorrenza, parcheggi
via Veneto – via Verdi, asse al elevata percorrenza e incrocio pericoloso
via Piave, collegamento con la Varesina e problema di traffico elevato
via Varalli, problema del traffico all’uscita delle scuole
via da Vinci – via IV Novembre, incrocio pericoloso
piazza Marx, problema parcheggi in tutta la zona
Vie ciclabili:
collegamento via Nenni con Novate
via Berlinguer
via Petrarca - via Friuli, mancanza di collegamento con C.na
proseguimento della pista ciclabile raccordata con la ferrovia
via Veneto – via Verdi
via Piave
Aree verdi – parchi:
riqualificazione aree verdi vicino alla scuola di via Montessori
parco via Piave
creazione di parchi e aree a verde, maggiore manutenzione di quelle esistenti e con più
presenza di alberi di alto fusto
Degrado strutture, quali ad esempio:
sottopasso di via IV Novembre
sottopasso area ex Sacis
sovrappasso pedonale di via Caduti Bollatesi
stazione ferroviaria ed ex Garden
degrado anche sociale delle Quattro Torri
strutture scolastiche degradate in via Varalli
Valorizzazione aree ex industriali:
Area ex Ceruti, riqualificazione e allocazione di funzioni “elevate” (es. polo universitario)
Valorizzazione Borroni quale centro artistico-culturale di rilevanza metropolitana
Commercio e servizi:
piazza del mercato, possibilità di creare strutture permanenti per il commercio per renderla
viva tutta la settimana
attrezzare con strutture mobili per il commercio via Montessori
mancanza di servizi e commercio per gli insediamenti periferici, come quelli di via Berlinguer
senza nemmeno un oratorio
167
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
3.3. Workshop
3.3.1. Workshop “Politiche per la Casa”
8 maggio 2008 - sala consiliare
incontro con le cooperative edilizie ed altri Enti aventi ad oggetto le politiche per la casa
Presenti, oltre all’allora Assessore Catenacci, gli arch. Aprà, Engel e Baldizzone, allora
consulenti per il PGT e la VAS, e l’arch. Fregoni, allora dirigente di settore in rappresentanza
dell’Ufficio di Piano.
Partecipanti
Cooperativa Edificatrice San Martino
Cooperativa Edilizia Urbanistica Nuova
Cooperativa Edificatrice Nuova Benvenuta
Società Coop. Edificatrice delle Forze dell'Ordine Associate
Cooperativa Edilizia Guido Dorso Groane
Cooperativa Edile San Giuseppe Lavoratore
Cooperativa Edilizia Mercantesse II
Cooperativa Edilizia Alba
Cooperativa Edilizia Ospiate 72
CIMEP
Assimpredil
I contributi dei partecipanti
Dopo una introduzione di Catenacci e di Baldizzone, hanno preso la parola gli architetti Aprà ed
Engel, illustrando gli elementi principali delle problematiche legate alla residenza per il Comune
di Bollate.
Aprà – Engel. Bollate subisce più di altri comuni del Rhodense il problema “casa”, sono infatti
ben il 20% della popolazione che è soggetto a fenomeni di sovraffollamento e, quindi, con
disagio abitativo a volte anche profondo. Si tratta di nuclei familiari non solvibili che non
possono affrontare ne la spesa di affitto di un alloggio più grande ne tanto meno un mutuo per
l’acquisto di una abitazione. In passato la risposta è venuta dalla cosiddetta edilizia economicopopolare, con diretto intervento pubblico, e convenzionata, ossia senza un diretto intervento
pubblico. Attualmente si è tornati a riparlare sia di edilizia economico-popolare che di edilizia
convenzionata: però evidentemente non tutta l’offerta edilizia di Bollate potrà essere di questa
tipologia.
I dati di Bollate-Baranzate dicono che ci sono 6000 famiglie di tre componenti e 1000 famiglie di
due componenti che vivono in due stanze. Evidentemente queste famiglie non esprimono
domanda d’acquisto perché non possono permettersi di comprare una casa …
CIMEP (Cazzaniga). Facendo un ragionamento generale, il CIMEP (con il PIM e il CRESMI) ha
stimato il fabbisogno abitativo e si è confrontato con la Provincia per un “Piano Casa”. CIMEP
rappresenta 80 comuni della cintura milanese, ma ragionando con la Provincia si giunge a tutti i
189 comuni. Secondo i dati della Provincia per l’edilizia sociale occorrono 60.000 abitazioni,
secondo il CIMEP questo dato deve essere almeno raddoppiato se non triplicato. Il CIMEP
sottolinea che occorre una stretta relazione strategica con il trasporto su ferro e ha anche
presentato osservazioni al Parco Sud sulle aree agricole destinabili alle stazioni su ferro. Su
questi temi Il Comune di Milano intende partecipare, confrontandosi con la Provincia all’interno
del PTCP. L’idea è quella di giungere ad un “piano quadro” per giungere ad ipotizzare con la
Provincia un “piano dei servizi sovracomunale”. Tra le considerazioni pratiche, occorre ricordare
che la Finanziaria stabilisce per gli espropri il ricorso al valore venale decurtato del 20%, un
costo maggiore rispetto all’attuale che si scaricherà sul costo finale delle abitazioni. Proponiamo
168
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
nello specifico due azioni: una differenziazione del valore al metro quadro, sfavorendo l’edilizia
convenzionata e favorendo quella destinata ad affitti o a patti di futura vendita per fasce a
basso reddito; la previsione di azioni specifiche nei Programmi Integrati d’Intervento con
l’acquisizione di aree per tale edilizia.
CIMEP (Defendi). La situazione è complessa. Occorre uno stock abitativo consistente da
destinare all’affitto, anche per rispondere al bisogno di mobilità della popolazione. Si può
discutere se il 5% del costo dell’alloggio come affitto sia davvero valido. Però occorre anche dire
che i finanziamenti regionali spesso non sono utilizzati, i bandi sono troppo dirigisti e i comuni
non mettono in gioco le aree perché non hanno garanzie. Occorre poi ripensare anche
all’architettura, pensando anche ad uno sviluppo in altezza. Infine occorre ricordare che nel
Rhodense verrà l’Expò e quindi potrà diventare terra di conquista se i Comuni lasceranno il
territorio all’evoluzione spontanea.
Assimpredil (Enrico). Non devono essere fissate caratteristiche costruttive con standard così
elevati da non permettere dei prezzi di cessione adeguati. Occorre una mediazione tra gli
standard qualitativi tecnologici e il prezzo finale, prezzo a cui contribuisce in modo
determinante l’acquisto delle aree.
Cooperativa Villaggio Guido Dorso Groane (Barra). Per costruire case a basso prezzo bisogna
partire dal basso prezzo di acquisizione dei terreni. A Bollate ci sono ad esempio aree
inedificate, libere in quanto destinate a standard. Occorrerebbe un intervento diretto del
Comune, con la possibilità di cedere le aree ad un prezzo che non superi il 15% del costo della
casa.
Cooperativa Mercantesse Seconda (Gagliardi). Occorre valutare attentamente le zone di
completamento per armonizzare l’insieme e non creare dei ghetti, come è successo in passato
ad esempio a Cascine del Sole. Certo il problema dei costi di acquisizione delle aree è
determinante. Non si riesce ad offrire edilizia residenziale a prezzo competitivo, così i figli dei
vecchi proprietari di alloggi cooperativi devono andare ad abitare nei comuni limitrofi. La
mancanza di terreni è davvero un elemento fondamentale.
Cooperativa Ospiate 72 (Morando). La nostra è una piccola cooperativa operante ad Ospiate. Il
quartiere è rimasto inattuato, spesso con strade a pettine che non permettono fluidità di
traffico. Nel tempo l’area è, per così dire, “invecchiata” con i proprietari che sono andati in
pensione e i figli che sono andati a vivere in altri comuni, non avendo trovato possibilità in loco.
Cooperativa Edificatrice Bollatese (Castagna). La nostra cooperative ha circa 1.800
appartamenti in affitto. Noi vorremmo operare sia per l’affitto che per la vendita. Purtroppo
non ci sono aiuti da parte della Regione. Inoltre le agevolazioni sul credito sono minime: infatti
abbiamo uno sconto sugli interessi di solo un 1,5% rispetto ai privati.
Confcoop e Coop Acli (Maggioni). Come dare una risposta di edilizia sociale? Si invoca la 167 ma
il quadro normativo è differente. Inoltre i Comuni mettono a bando aree a valore di mercato,
quindi con richieste alte che poi si scaricano sul prezzo finale: risulta impossibile quindi la
vendita a 1.700 €/mq. La regione ha fatto la Legge 14 e sta mettendo a punto convenzioni-tipo.
Interessante il caso di Milano che mette in gioco aree a standard per l’edilizia sociale sa in
vendita che in affitto. Occorrerebbe un PGT che chiarisse questi temi. Bollate e i comuni di
cintura se non hanno un processo strategico di lungo periodo subiscono l’assalto degli
imprenditori edili con rischio di una conurbazione selvaggia con Milano. Un’ultima notazione sul
mercato immobiliare: nell’ultimo anno le compravendite in Milano sono scese dell’11%.
Cooperativa S.Martino (Albani). Abbiamo difficoltà a dare risposte ai nostri 970 soci.
Attualmente dei nostri 850 alloggi, 350 sono a proprietà indivisa e quindi in godimento. Di questi
169
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
200-250 ci chiederanno alloggi nel prossimo futuro. Inoltre abbiamo 350 richieste di acquisto,
magari anche con iscrizioni multiple su altre cooperative.
Cooperativa Urbanistica Nuova (De Paoli). Occorre rilevare che negli ultimi anni sta cambiando
la richiesta abitativa, con tipologie un tempo minori o sconosciute: genitori separati, giovani,
case-ufficio, ecc. Occorre chiarezza dell’amministrazione sugli obietti finali, con tempi certi e
rapidi. Occorrono anche bandi chiari, senza incongruenze. Occorrono infine studi competi, dal
punto di vista ambientale, economico e sociale, evitando ghetti, creando mix funzionali
realistici e con affitti realmente bassi.
Cooperativa Nuova Benvenuta (Cimbro). La nostra cooperativa ha costi bassi, non avendo
dipendenti e dirigenti da remunerare. In un mondo ideale la rata di affitto dovrebbe essere
inferiore alla rata del mutuo di acquisto della casa. Ho sentito dire in questa sede che il 20% dei
Bollatesi ha bisogno di casa: un dato che mi lascia perplesso. Senza considerare che lasciando
queste abitazioni le stesse richiameranno altra popolazione. Occorre chiedersi: c’è un limite alla
costruzione? Non sono favorevole ad un processo di continuo conturbamento: ad esempio Cassina
Nuova non deve essere saldata a Bollate; è un’isola felice che deve essere salvaguardata, magari
con più servizi. Contrario anche ad una costruzione continua che da Bollate va ad Ospiate, così
come contrario d un verde “percentile” ubicato in aree già verdi: cosa serve ad esempio mettere
del verde a Castellazzo dove il verde c’è già?
Aprà. Una delle parole magiche da usare in questi casi è “mescolare”. Occorre quindi creare un
mix. Mescolare progetti, utenze, investimenti, attori. Ma occorre anche “incidere”. Incidere
sull’acquisto dell’area “caricando” la parte di edilizia libera per “scaricare” l’edilizia non libera
e quindi favorirla: quasi una “tassa” sulla libera. Il Comune può pensare ad incentivi per la libera
che finanzi la non libera. Ci sono dei limiti nello strumento del PGT ma lo stesso può mettere a
punto un sistema di incentivi ben “percepito” dagli operatori con regole di contrattazione chiare
e trasparenti. La concentrazione di edilizia sociale ha prodotto dei problemi di degrado.
Mescolare significa anche “perequare” , caricando costi su “chi può per fare case per “chi non
può”.
170
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
3.3.2. Workshop “Associazioni e Territorio”
10 maggio 2008 - sala consiliare
incontro con le associazioni operanti sul territorio
Presenti, oltre all’allora Assessore Catenacci, gli arch. Aprà, Engel e Baldizzone, allora
consulenti per il PGT e la VAS, e l’arch. Fregoni, allora dirigente di setorre in rappresentanza
dell’Ufficio di Piano.
Partecipanti
Legambiente
WWF Sezione Groane
Associazione Culturale Lazzati
Circolo Fotografico “Lo Scatto”
Gruppo Artisti Bollatesi
Accademia Vivaldi
Corpo Musicale Parrocchiale “S. Cecilia”
A.C.L.I.
A.N.F.F.A.S.
“Il sole splende per tutti”
Pedale Bollatese
Polisportiva Solese A.S.D.
Assolombarda
Unione Commercianti
Unione Artigiani Provincia di Milano
I.T.C. Superiore “Erasmo da Rotterdam”
I.T.C. Superiore “Primo Levi”
(sig. Pironi)
(Sig.ra Mastrosanti)
(Sig. Cimbro)
(Sig.ra Liverani)
(Sigg. de Ruvo e Croce)
(Sig.ra Nebuloni)
(Sig. Farina)
(Sig. Confalonieri)
(Sig. Lorenzon)
(Sig. Mesini)
(Sig. Dalla Francesca)
(Sig.ra Marin)
(Sig.ra de Maria)
I contributi dei partecipanti
Dopo una introduzione di Catenacci e di Baldizzone, che hanno illustrato il processo
partecipativo in atto, mirato al raggiungimento di una visione comune e condivisa per la Bollate
del futuro, visione che si concretizza in un progetto di città policentrica dotata di adeguati
servizi, ha preso la parola l’arch. Engel, illustrando gli elementi principali della bozza di piano.
Engel. Il PRG ha ipotizzato una sorta di città lineare, che solo in parte si è realizzata.
Attualmente infatti oltre a Bollate attualmente sono ben riconoscibili anche gli abitati di Cassina
Nuova, Ospiate e Cascina del Sole, tutte dotate di un loro “centro”, anche se più limitato nel
caso di Cascina del Sole. Per connotare questi “centri” come centri qualificati occorre anche
ragionare in termini di servizi. Con la nuova legge urbanistica regionale è stato inserito uno
specifico strumento che regola la presenza e la quantificazione dei servizi: Il Piano dei Servizi,
ricompresso all’interno del Piano doi Governo del Territorio (PGT). Il Piano dei Servizi forma un
grande disegno dei servizi, stabilisce le aree da destinarsi e in parte fornisce anche indicazioni di
bilancio. Occorre ricordare che il Piano dei Servizi non si occupa solo di quelli pubblici
(vincolando aree destinate a servizi) ma si interessa anche di associazioni e simili. Quindi la
presenza del mondo associativo è importante. Rispetto allo strumento del PRG, che stabiliva per
legge standard minimi di servizi, occorre col PGT uno studio specifico per quantificare con
precisione le esigenze. Non tutti i parametri quantitativi sono scomparsi, rimanendo quelli per
esigenze di base, quali ad esempio quelle scolastiche (mq/studente) o cimiteriali. Difficile
invece è la quantificazione per verde, assistenza sociale, sport, cultura e in parte anche per la
sanità.
ACLI Bollate (Croce). La nostra associazione conta 250 iscritti e circa 3.000 simpatizzanti che
utilizzano i nostri servizi che vanno dal patronato fiscale al turismo. Però non riusciamo ad
offrire un servizio adeguato proprio per problemi logistici. Abbiamo una sede piccola, con un
affitto oneroso, e nei periodi “caldi” come ad esempio quelli relativi al patronato fiscale
171
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
abbiamo code interminabili, con la gente, spesso anziani, che deve attendere in piedi per molto
tempo.
ACLI Bollate (Deluvo). I nostri servizi vanno dallo sport al fiscale. Vorrei sottolineare i servizi
che diamo agli stranieri, un servizio molto utile nella loro integrazione nel territorio bollatese.
Noi per loro teniamo anche dei corsi di Italiano, ma c’è bisogno di mezzi didattici. Svolgiamo
anche altri servizi, ad esempio di gestione dei lavori domestici, per una conduzione fiscalmente
regolare delle badanti. A livello più generale sottolineerei la mancanza di strutture alberghiere,
l’attenzione da dedicarsi agli impianti sportivi, il collegamento delle frazioni, Collegamento che
potrebbe essere risolto con microbus o soluzioni simili: occorre mettere in relazione le persone
per una reale integrazione di quartieri e frazioni.
I.T.C. Superiore “Erasmo da Rotterdam” (Marin). Occorre interagire sia con gli altri Comuni
che con la Provincia. Non solo per l’integrazione dei servizi scolastici ma anche e soprattutto per
il sistema di mobilità e viabilità/parcheggi, per migliorare accessibilità e fruibilità dei nostri
istituti. Istituti che vivono in una situazione di costrizione fisica e con carenza di infrastrutture e
spazi esterni.
I.T.C. Superiore “Primo Levi” (de Maria). Dato anche l’obbligo scolastico esteso ai 16 anni, nei
nostri istituti stiamo troppo stretti. Siamo giunti a rifiutare le iscrizioni per problemi di spazi.
Inoltre non esistono servizi di trasporti adeguati per una possibile ridistribuzione della
popolazione studentesca su altri comuni, come ad esempio Rho.
Associazione “Il sole splende per tutti” (Nebuloni). Siamo quindici famiglie associate,
caratterizzate dalla presenza di disabili, e cinque volontari per l’assistenza. Siamo nati a Cascina
del Sole, ove forse i problemi sociali sono più forti e più sentiti che nel resto del territorio.
Svolgiamo molte iniziative, come ad esempio i laboratori culturali, ma non abbiamo una nostra
sede: speriamo quindi in un futuro e prossimo Centro Sociale. Le criticità da affrontare per noi
sono le seguenti: problemi nei trasporti, specie per i disabili, assenza di negozi a Cascina del
Sole (solo un piccolo alimentari) che diventa pesante per la popolazione anziana, e in ultimo la
inadeguatezza dei parcheggi.
WWF (Pironi). A Bollate gestiamo l’Oasi del Caloggio, osai di sette ettari che comprende due
fontanili, ma non abbiamo una sede, così siamo dovuti migrare a Garbagnate, con una sede
piccola e in coabitazione. La nostra attività è anche legata all’educazione ambientale, quindi
abbiamo bisogno di spazi adeguati per la documentazione di cui siamo dotati. La maggior
criticità di Bollate è la mancanza di verde specie nel centro e il territorio agricolo che via via va
scomparendo.
Associazione Culturale “Giuseppe Lazzati” (Mastrosanti). La nostra associazione ogni anno
sviluppa un tema culturale specifico, creando manifestazioni/attività legate a tale tema.
Attualmente non abbiamo bisogno tanto di una sede per le riunioni, essendo ospitati da altre
associazioni, ma di una sede/spazio per mettere a disposizione del pubblico il materiale
bibliografico raccolto in trent’anni di attività, materiale che va dalla storia cittadina ad aspetti
culturali specifici. Per le criticità, oltre a quella dei trasporti da tutti rilevata, occorre ribadire
la mancanza di spazi per i giovani: ad esempio è molto sentita la mancanza di spazi per le prove
dei giovani musicisti.
Pedale Bollatese (Farina). Per svolgere la nostra attività in sicurezza e per togliere i giovani
dalla strada, in tutti i sensi, vorremmo poter avere un anello ciclabile chiuso, magari circondato
da spazi verdi, per poter dare ai ragazzi quella sicurezza che altrimenti attualmente non hanno,
dovendo svolgere gli allenamenti sempre a contatto col traffico automobilistico e quindi in
situazione di rischi costante nonostante le nostre attenzioni.
172
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
Circolo Fotografico “Lo Scatto” (Cimbro). La nostra associazione, nata per scopi esclusivamente
culturali per cercare di rivitalizzare da questo punto di vista il territorio bollatese, non ha tanto
esigenze di una sede quanto di un vero spazio espositivo per le arti visive in genere. Gli attuali
spazi infatti sono poco sfruttabili, perché non pensati a questo scopo. La Biblioteca ad esempio
ha pareti “intoccabili, un videoproiettore con schermo piccolo, ecc. Occorre uno spazio dedicato
e attrezzato allo scopo, ad esempio con catenelle alle pareti per quadri e pannelli. Dove situare
questo spazio? Ad esempio vicino alla stazione delle Ferrovie Nord a Bollate, così da essere
anche maggiormente raggiungibile da un pubblico esterno.
Accademia Vivaldi (Liverani). Abbiamo 300 allievi, provenienti da un vasto territorio, e 30
docenti. Purtroppo dobbiamo venire ospitati da altri Istituti. Si comprende facilmente come il
nostro problema sia quello delle prove, con l’isolamento acustico degli spazi che a volte non è
sufficiente in spazi già di per se stessi inadeguati. A Baranzate era stata realizzata una splendida
struttura con sala prove adeguata, però purtroppo dopo il distacco da Bollate non vi abbiamo
accesso. Ricordo infine la mancanza a Bollate di un teatro.
Polisportiva Solese (Confalonieri). Non voglio ripetere quanto detto da chi mi ha preceduto, a
cui mi associo. Ricordo per il nostro caso specifico la mancanza di parcheggi vicino al centro
sportivo, che alla domenica diventa veramente critica.
Assolombarda (Lorenzon). Vorrei sottolineare i problemi di viabilità di Cassina Nuova e Cascina
del Sole. Inoltre i problemi di sicurezza della Stazione di Bollate Centro, e la situazione di
degrado nell’intorno. Per quanto riguarda gli aspetti produttivi, occorrerebbe un piano per gli
insediamenti produttivi per la possibile rilocalizzazione delle aziende che via via sono state
fagocitate dall’edilizia residenziale.
173
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
3.3.3. Convegno “Vent' anni di pianificazione urbanistica di Bollate”
Sabato 27 ottobre 2007 - Cinema Teatro Splendor di Bollate
Relatori:
Sig. Antonio Serravillo - Assessore all’Urbanistica dal 1977 al
1985
Arch. Paolo Ferrante - Estensore Piano Regolatore Generale
Ing. Antonio Pastore - Assessore all’Urbanistica dal 1985 al
1990
Arch. Marcello De Carli - Progettista Piani Attuativi
Arch. Piero Nobile - Centro Studi PIM
Interventi:
Arch. Marco Engel e Franco Aprà – Allora progettisti incaricati della redazione del Piano di Governo del
Territorio
Arch. Piergiorgio Vitillo - Studio FOA - Redattore del Documento di Inquadramento
Arch. Giorgio Baldizzone - Estensore della Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.)
Arch. Fabio Lopez Nunes - Direttore Settore Parchi della Provincia di Milano
Arch. Luigi Fregoni – Allora Dirigente Area Qualità Urbana del Comune di Bollate
I responsabili degli uffici: Ambiente, Edilizia Privata, Lavori Pubblici, Urbanistica del Comune di Bollate
PUBBLICO INTERVENENTE:
Gianni Rossetti
Annamaria Landriani
Fecchio Giancarlo
Annoni Giuseppe
Carlo STELLUTI (Allora Sindaco del Comune di Bollate).
Questo è un convegno che cerca
di riscoprire quali sono state le basi culturali e tecniche che hanno dato vita al piano regolatore
dell’inizio degli anni '80. Dobbiamo dire che il lavoro che si sta facendo per la realizzazione del
Piano di Governo del Territorio è un lavoro che è iniziato nel 2006, ha portato ad una prima
elaborazione e alla approvazione in Consiglio Comunale delle linee guida che ne sono
sostanzialmente l’ossatura; è evidente che arrivati a questo punto dell’elaborazione, si rendeva
sicuramente necessaria una riflessione, come dicevamo, una riscoperta di quali sono state le
motivazioni che erano contenute nell’elaborazione del piano regolatore degli anni '80; noi in
questa sede vorremmo soprattutto che i protagonisti di allora potessero portarci uno squarcio di
quali sono state le motivazioni, le riflessioni, le tensioni - anche ideali - nella progettazione del
Piano Regolatore di allora. Questo convegno è un primo momento di riflessione, come dicevamo,
con caratteristiche tecnico-culturali nel quale vorremmo tentare proprio di portare in superficie
qual era il contesto nel quale il Piano Regolatore è stato steso e approvato, è chiaro che da
allora, probabilmente, molto è cambiato. Gli orientamenti che erano contenuti nell’inizio degli
anni '80 vedevano un contesto nel quale si era in presenza di una fase di espansione industriale
della grande industria che probabilmente aveva raggiunto il suo apice all’inizio; alla metà degli
anni '80, e subito dopo, è iniziato il declino della grande industria: processi di ristrutturazioni, di
accorpamenti industriali che hanno in qualche misura inciso significativamente sull’assetto del
territorio. Dobbiamo dire che quegli anni erano anche gli anni nei quali, con ogni probabilità, si
stava assestando quell' imponente flusso migratorio che si era determinato all’ interno del nostro
paese, fra le regioni a basso sviluppo industriale e le regioni a più alto sviluppo industriale.
Il nostro territorio era uno di quei territori che in quegli anni ha tentato, e si è attrezzato, per
dare una risposta importante a questo grande fenomeno, oserei dire epocale. L'esigenza di
abitazioni economico-popolari era una esigenza sentita allora e sicuramente prioritaria,
174
PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
bisognava dare un luogo dove vivere e abitare a migliaia di persone che si muovevano dalle loro
terre alla ricerca di un lavoro.
Secondo elemento - che credo dovremmo tentare di costruire nei prossimi mesi - sarà
sicuramente un secondo momento di riflessione per capire come quella ispirazione che era
contenuta nel Piano Regolatore degli anni '80 ha retto e si è concretizzata sul territorio nei venti
anni successivi.
Vi sarà poi una terza fase, un terzo momento di riflessione nel quale dovremo sicuramente porci
nella prospettiva di progettare il futuro della nostra realtà territoriale, un futuro che si baserà
su strumenti urbanistici nuovi, non certo come la filosofia contenuta nei piani regolatori degli
anni 80, strumenti urbanistici forse più flessibili, più adeguati a raccogliere delle istanze anche
fra loro molto variegate. Dobbiamo dire che questa terza fase sarà sicuramente una fase più
politica, una fase nella quale il dibattito, ci auguriamo, sia anche un dibattito molto vivace e
soprattutto costruttivo.
Nella giornata di oggi sono stati invitati, come dicevamo all’inizio, i protagonisti della stesura
del Piano Regolatore degli anni '80. Tuttavia, nel corso della mattinata, tutti coloro che lo
riterranno potranno prendere la parola, saranno tecnici amministratori che hanno avuto un ruolo
anche nella fase successiva, dove sicuramente la loro testimonianza sarà una testimonianza
importante e potrà dare un’importante contributo.
Oggi il nostro territorio è sottoposto a sollecitazioni sicuramente inedite ma certamente
impensabili negli anni '80 quando è stato steso il Piano Regolatore. Venti anni fa, sicuramente
nessuno avrebbe immaginato che a Rho – Pero si sarebbe insediata una dimensione fieristica
come quella che abbiamo visto svilupparsi nel corso degli ultimi anni, dobbiamo anche dire che
venti anni fa nessuno avrebbe immaginato che la grande industria automobilistica collocata ad
Arese, l’Alfa Romeo, avrebbe visto la sua chiusura e a questo punto porsi il problema di una
riprogettazione di una vastissima area industriale dimessa e l’esigenza di una ricollocazione a
pieno titolo all’interno del territorio.
Dobbiamo anche dire che, venti anni fa, ma forse qualche anno fa nessuno avrebbe immaginato
che il nostro territorio, non il territorio strettamente comunale ma, questo territorio fosse in
gara per potere competere nella realizzazione dell’ Expo 2015: qualche giorno fa, presso la
realtà milanese è stato esposto il progetto: è un progetto di grandissime dimensioni, è un
progetto che difficilmente, qualora venisse realizzato - e noi tutti ce lo auguriamo - potrà essere
fatto senza il coinvolgimento delle amministrazioni comunali che stanno nei dintorni, ma
soprattutto senza il coinvolgimento nella progettazione di quali potranno essere le ricadute di
un’opera di queste dimensioni. Forse un elemento di continuità fra gli anni '80 e oggi è un
dibattito ancora indefinito, ancora irrisolto che è quello di una governance sovra-comunale di
tutta l’area metropolitana milanese.
Negli anni '80 si incominciò a parlare di area metropolitana, questa discussione ha avuto alti e
bassi, come spesso capita nel nostro paese, negli ultimi mesi, negli ultimi anni questo tema è
ritornato, come una necessità improrogabile, per potere dare un assetto razionale e rispondere
alle esigenze della popolazione presente nell’area metropolitana milanese; è un dibattito
tuttora ancora aperto, io mi auguro che prima che molti di noi lascino questa terra forse questo
dibattito possa trovare una sua chiusura, ma soprattutto si possa trovare una soluzione affinché
questo nostro territorio possa essere effettivamente sottoposto ad una governance razionale,
perché i problemi molto spesso derivano dalla frammentazione della governabilità di questo
territorio.
Noi ancora oggi siamo consapevoli che la stesura di un piano di governo del territorio di un
comune come quello di Bollate non può che essere una parte, importante, ma sempre una
parte, di un disegno più ampio. Proprio per queste ragioni noi riteniamo di dare l’avvio a questo
nostro convegno di oggi nel quale ci auguriamo vi sarà sicuramente una rivisitazione delle
motivazioni del passato, ma proprio a partire da queste, la possibilità di guardare con ottimismo
al futuro perché noi riteniamo che a noi è stata affidata una responsabilità sicuramente
importante, responsabilità di scrivere come sarà la città di Bollate nei prossimi anni e io credo
che questa responsabilità non può essere una responsabilità di alcuni ma deve essere la
responsabilità dell’intera comunità locale. Proprio per queste ragioni noi, non solo a partire da
questo convegno (perché questa procedura è già iniziata anche nei mesi precedenti) faremo il
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PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
possibile perché tutta la popolazione locale possa essere adeguatamente coinvolta nelle
decisioni che non sono decisioni di tecnici o di politici, ma sono le decisioni che devono investire
l’intera comunità.
Credo che con queste poche riflessioni si possa dare inizio al nostro momento di riflessione. Sono
presenti in sala anche amministratori che si sono susseguiti nel corso degli anni, io li inviterei nei
posti davanti, vedo il sindaco Malinghero, vedo Don Giovanni che è molto attento allo sviluppo
della città anche per le conseguenze che lo sviluppo può avere sulla coesione sociale della
nostra comunità; li inviterei a prendere la parola nella fase successiva, so che arriveranno anche
altri ex amministratori della nostra comunità locale, quindi anche a loro è rivolto l’invito a dare
un’importante contributo alla riflessione all’interno di questo nostro convegno.
Antonio SERRAVILLO (Ex Assessore Urbanistica Comune di Bollate, durante l’adozione
dell’attuale PRG). Il sindaco ha sintetizzato in modo efficace il percorso per affrontare il tema
del nuovo P.G.T. e ci chiede di illustrare, quali erano i nostri ideali, quali erano le nostre idee e
direi anche i nostri sogni. Quanto si è realizzato di questi nostri sogni, quanto è stato possibile diciamo - in coerenza realizzare, quanto invece è da modificare, dati immutati, direi tempi dello
sviluppo economico, dello sviluppo delle nostre città e poi mi piacerebbe anche esprimere che
cosa che mi piacerebbe trovare nel nuovo P.G.T. sia pure in due o tre linee essenziali.
Allora - il sindaco ha fatto bene a citare quegli anni - era il periodo degli anni 70 – 80, era il
periodo in cui tanti giovani, tante donne, tante famiglie di lavoratori coltivavano un gran bisogno
ed era il sogno della trasformazione della propria vita, era il sogno di riappropriarsi del proprio
tempo, era il sogno di riappropriarsi della cultura, della formazione, della scuola, di
riappropriarsi anche di una casa, coltivavano il sogno di migliorare i rapporti sociali, i rapporti
della qualità del nostro vivere quotidiano e quindi anche la qualità della nostra città. Tradurre in
chiave urbanistica questo desiderio di migliorare la qualità della nostra città significava
sostanzialmente migliorare la qualità urbana di Bollate, significa migliorare la qualità dei servizi,
la qualità degli spazi pubblici attrezzati, dal verde al sistema dei parcheggi.
Il decennio '70 – '80, secondo me, è stato ricco anche di lotte sociali e sindacali per la
salvaguardia o per il rinnovamento dell’apparato produttivo perché è vero, come ha detto il
sindaco, che sino agli anni '80 si è raggiunto l’apice di questo rilevante e importante apparato
produttivo, ma subito dopo è cominciato a crollare, a diminuire l’occupazione e, pertanto, il
comune si doveva già attrezzare per, in qualche modo, avviare le problematiche delle
trasformazioni industriali piuttosto che delle dismissioni, ma ancora di dismissioni non si parlava.
Cito due casi: Ceruti e Boston; tanto per anticipare il tema, si era entrati nel periodo della
massima trasformazione industriale, gli abitanti erano passati dai 12.000 del 1951 ai 44.000 del
1985 (data di approvazione del Piano) e questa crescita impetuosa voi, potrete capire, ha creato
molti, molti forti contrasti e contraddizioni, per via della necessità di nuove scuole, di strutture
sanitarie, di strade, fognature e grande fabbisogno di case. Tanto per dirne una, chi vi parla
quando è venuto a Milano nel marzo 1966 dormiva a Baranzate in via Gorizia con altri tre ragazzi
giovani, naturalmente in un bilocale che si apriva con una saracinesca sulla strada di via Gorizia,
lo dico con senso di simpatia e di affetto per quegli anni, per dire che nonostante gli spazi
ristretti, i nostri sogni continuavano ad evolversi e svilupparsi, volevamo comunque cambiare la
società e volevamo un mondo migliore, erano i tempi in cui nascevano la corea di Cascina del
Sole, di Cassina Nuova, con tante casette realizzate una vicina all’altra, senza alcun criterio di
urbanizzazione e di standard (che oggi chiameremmo qualitativo) e, d’altra parte, la
terziarizzazione del comune di Milano espelleva verso l’hinterland e quindi verso il nostro
Comune, anche le funzioni residenziali e produttive; tra la zona 20 di Milano e Baranzate si
sviluppavano impetuosamente le industrie metalmeccaniche e chimiche nonché le realtà
artigianali e produttive più piccole - perché noi abbiamo avuto una grande realtà e una grande
presenza di attività artigianali - attorno alle realtà produttive nascevano quindi quartieri
dormitorio spesso senza servizi territoriali adeguati, uno per tutti quello che veniva chiamato il
casermone di via Aquileia di Baranzate.
In noi quindi cresceva la consapevolezza di realizzare un progetto di città per dare a Bollate
un’immagine urbana di forte qualità, un’ immagine urbana immediatamente riconoscibile vista
per altro la frantumazione del sistema del nostro edificato e vista la separazione fra le diverse
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PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
frazioni, cioè ogni frazione aveva una vita autonoma, a sé: va bene, è giusto, viveva di un
proprio centro cittadino ancorato ai vecchi fabbricati della fine dell’ 800 e dei primi del 900,
però sostanzialmente vi era una mancanza di collegamento. Allora abbiamo pensato: ma perché
per migliorare questa qualità urbana non cerchiamo comunque di creare un asse forte, la
cosiddetta conurbazione (che tanto fu criticata), la cosiddetta fascia forte soprattutto visto che
allora ci si trovava a cavallo delle ferrovie Nord; non c’erano ancora, come diceva il sindaco,
queste situazioni di novità del Polo Fieristico piuttosto che dell’Expo 2015, però la battaglia era
questa in un momento in cui le ferrovie Nord negli anni '80 soltanto per la volontà delle giunte di
sinistra di allora, dei comuni a cavallo delle ferrovie sono state mantenute, perché per la
Regione Lombardia in quegli anni, le ferrovie Nord rappresentavano un ramo secco e invece noi
ritenevamo che potessero essere un elemento del trasporto su rotaia importante.
Altra battaglia, ricordo, fu quella del Parco delle Groane. Se non ci fosse stata la salvaguardia e
l’approvazione del Piano del Parco di allora, sicuramente, parte dei territori a verde sarebbero
già stati utilizzati per la residenza. Mi ricordo quando vennero i rappresentanti della marchesa
Crivelli, dissero: “ noi vorremmo fare un centinaio di case e casette poi magari vi diamo in
cambio qualche campo da mini golf per lavoratori metalmeccanici”.
Ecco, questo era il clima che si viveva allora e, pertanto, da un lato la lotta per la difesa di
quegli spazi territoriali ancora utili e importanti per il futuro, quale riserva per il futuro, da
utilizzare però per trasformare la nostra città. Per dare questa immagine, ferma restando la
vocazione residenziale estensiva di Cassina Nuova e la vocazione industriale di Baranzate, si è
detto facciamo questa conurbazione che in sostanza - poi Paolo Ferrante sarà più chiaro di me per me significava mettere insieme, rinnovare le zone antiche, vecchie dei centri storici,
affiancare ad esse quelle che erano in espansione integrata e con ciò fare un continuum che
andasse da Ospiate attraverso a Bollate fino a Cascina del Sole, non come si diceva e si criticava
impropriamente, un continuum edificato e quindi soltanto colate di cemento, ma
sistematicamente - come dire - un mix tra edificato, funzioni di servizio, funzioni commerciali,
le reti commerciali, le scuole, i parcheggi, il verde. Questo per noi ha sempre significato la
fascia forte, forte nel senso di rafforzarne l’utilità, la fruibilità sociale quindi, nel senso di
rafforzare in questa fascia le funzioni più importanti della nostra città e per esempio, tra l’altro
a tal proposito ritenevamo che la concentrazione di importanti funzioni pubbliche il municipio,
la scuola superiore, le S.p.a., l’ospedale, la casa per gli anziani, la piscina e altre cose che
potevano venire ancora, ovviamente una sorta di work in progress anche per noi non è che
avevamo la bacchetta magica, diceva Paolo Ferrante, ricordo, nelle varie assemblee - e sono
felice di quelle assemblee che ne abbiamo fatte decine e decine con i consigli di quartiere, mi
ricordo - diceva, guardate che poi l’economia si potrà sviluppare soltanto se ci saranno le
risorse, soltanto se ci saranno le possibilità economiche, se no il rischio è che rimangano dei
sogni sulla carta non realizzabili.
Quindi, dicevamo la necessità di una forte rete commerciale ricca e qualificata, la possibilità
anche di trasferire alcune realtà industriali nel tempo - oggi lo chiameremmo delocalizzazione ma allora dicevamo il trasferimento di alcune realtà produttive un po’ pesante all’interno tipo
Boston, tipo Ceruti si parlava anche di Timavo, ma altra storia e quindi di potere cercare di
rendere quello fascia una bella realtà cittadina; ecco posso dire da questo punto di vista c’era
un’altra cosa che vedevamo, forse uno dei limiti e dei difetti del Piano è stata la viabilità, nel
senso che, al di là della variante Varesina e del quadruplicamento della Rho – Monza poi, nella
realtà una maggiore attenzione all’assetto viario urbano poteva sicuramente esserci. D’altra
parte gli errori si fanno anche durante il lavoro della pianificazione, però pensavamo anche a
un’altra cosa: che con la variante Varesina, la Varesina attuale sarebbe diventata una strada più
di utilizzo urbano nel senso che ci fosse anche qui un continuum edificato tra un mix di funzione,
non dico come la fascia forte ma insomma come una sorta di penetrazione tra Milano e Bollate di
un certo tipo. Nella realtà, la trasformazione che vi è stata a Baranzate di recente, della
ICIFICIS, la fabbrica chimica nell’attuale Metro, non credo sia stata una buona scelta perché in
una strada così trafficata, una rotonda con il dare la precedenza nel senso longitudinale, io
credo che sarà pazzesco senza poi neanche prevedere un minimo di fascia di rispetto come
invece è stato previsto nella zona del terziario del Castorama, dell’Esselunga. Voglio dire, forse
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PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
una maggiore collaborazione tra i comuni, visto che Baranzate oggi è anche autonomo, non
sarebbe male per affrontare questo aspetto della viabilità, visti i nostri errori del passato.
A questo punto, cosa è stato realizzato, cosa è valido e cosa non è più valido non lo so. Mi viene
da dire: da un lato questa idea della fascia forte ancorché realizzata solo in parte, sia una buona
idea e si possa ancora lavorarci sopra, migliorando molto rispetto a quanto è stato realizzato, lo
sviluppo delle zone CC per sintetizzare - grazie anche all’assessore Pastore e Marcello De Carli
che ne hanno guidato la pianificazione unitaria e quindi lo sviluppo - credo che abbiano dato la
possibilità di fruizione degli spazi a verde, di percorsi pedonali ecc. Credo che per la rete
commerciale qualcosa c’ è stato ma molto di più si può fare, per esempio come rafforzare nei
centri storici con gruppi di esercizi commerciali una presenza commerciale che non entri in
collisione con i supermercati e le grandi reti di distribuzione, però credo che in Bollate, in
Cascina del Sole e forse in Ospiate qualcosa si possa fare, sono sicuro che molto si possa fare e
altrettanto si debba modificare, per riprendere e aggiornare il vecchio progetto e riproporlo per
i prossimi venti anni.
L’ultima cosa che mi piacerebbe ritrovare nel Comune di Bollate, alla luce di quello che diceva il
sindaco, è l' attenzione alla zona attorno al polo fieristico, e quindi a ciò che accadrà tra
Baranzate e la zona 20 di Milano, Baranzate, Ospiate, Bollate con riferimento non solo al polo
fieristico e alla trasformazione dell’Alfa Romeo di Arese la presenza della casa circondariale, la
presenza della villa Arconti di Castellazzo e quindi in questa ottica è importante anche quale
disegno urbano si dà a quella frazione perché è una sorta di porta che da Milano si apre verso
questo gruppo di realtà produttive, cittadine. Mi piacerebbe che il nuovo P.G.T. sia fortemente
ancorato non solo alla salvaguardia del territorio ma, dopo aver definito i nuovi
dimensionamenti, dopo avere focalizzato le diverse funzioni necessarie per il vivere moderno,
sia fortemente ancorato al concetto della sostenibilità, sostenibilità ambientale, sociale che ne
deriva perché se c’è un ambiente buono ci sarà anche la possibilità di vivere in modo diverso
migliore, e alla luce di quello che si riuscirà a realizzare ci sarà anche una sostenibilità
economica. Quindi è importante come affrontare i futuri piani di inquadramento o altri
strumenti di pianificazione esecutiva, come improntarli alla realizzazione di programmi
costruttivi che abbiano in sé questi elementi della sostenibilità che, in sintesi, significano
risparmiare energia, acqua, utilizzare materiali biodegradabili, tenere conto del clima………una
progettazione che vada dall’inizio sino alla fine, con l’uso e riuso dei materiali, quindi materiali
che si possono riutilizzare, una progettazione non solo urbana, quindi non solo dei piani
volumetrici ma anche nel senso di edifici a dimensione umana, quindi per il comfort dell’uomo e
quindi utilizzando al meglio le risorse dell’ambiente, le risorse sociali e l’uso spazio circostante.
Mi avvio alla conclusione perché credo che tutte queste cose che erano alla base dei nostri sogni
per quel poco che siamo riusciti a realizzare, io credo debbano essere alla base del nuovo
progetto, della nuova filosofia del progetto per i prossimi venti anni, quindi voglio dire che
siamo sicuramente in presenza di una stagnazione economica, siamo davanti ad una crisi
generale anche di relazioni sociali di rapporti, dove sembra più che il nostro parlare non sia
compreso più da nessuno e si sta arrivando ad un livello di incomunicabilità pazzesca, io credo
invece che una città che sia a dimensione dell’uomo possa probabilmente ricreare anche
quell'ambiente, quella possibilità di socializzazione tra le persone che un po’ è venuta meno;
faccio un esempio: il problema della sicurezza, ma è proprio vero, ne parlavamo negli anni '80,
che il problema della sicurezza debba essere risolto con i muri di due metri? Con le case di tre
metri? Col fatto di non vedere neanche il disegno urbano della città, insomma quasi una città
che in alcune sue parti è più “bunkerata” che non invece aperta alla percorribilità, al passeggio,
oppure non è utile che all’interno di quei piccoli gruppi di esercizi commerciali, nei quartieri,
nelle frazioni non possano esservi le presenze anche, fatemeli chiamare in modo sintetico,
insomma è banale, delle piccole strutture commerciali come mini market che possano essere
aperti anche oltre l’orario di chiusura classico per far sì che, insieme alla illuminazione
adeguata, insieme a dei percorsi adeguati, facciano da deterrente anche alla violenza. Ecco,
questo per citare uno dei tanti modi per affrontare i problemi della sicurezza.
Mi avvio alla fine perché io credo che, nonostante vi sia questa crisi generale, bisogna trovare la
forza e il coraggio, il piglio deciso della pubblica amministrazione per trasformare queste
situazioni di crisi in altrettante opportunità dello sviluppo; io credo che si possa arrivare ad una
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PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
riprogettazione di parti importanti della nostra città nel rispetto dei contenuti del nuovo P.G.T.
sotto la guida, soprattutto, della pubblica amministrazione perché questo è stato fondamentale
allora e credo che sarà fondamentale ancora adesso però con l’aiuto dell’ Università, della
Provincia di Milano, della Regione, delle Fondazioni, delle istituzioni nonché l’ausilio di operatori
pubblici e privati, nonché l’ausilio di tutti i professionisti che operano nei settori dell’urbanistica
della composizione architettonica, dell' ingegneristica, delle fonti rinnovabili ecc:, io credo che
questa amministrazione comunale – e questo è l’invito e l’augurio che faccio a questa
amministrazione comunale - abbia il dovere di porsi questi alti e ambiziosi traguardi per il
miglioramento della qualità della vita a Bollate.
Paolo FERRANTE (Architetto estensore del vigente PRG). Mi sembra di essere tornato indietro
di tanti anni, non tanto per il tema - perché il tema è legato a questa città e non può essere
diversamente - ma per la sensazione di intervenire dopo Serravillo che è sempre traboccante
sotto il profilo dell’umanità, per cui mi ha sempre messo in difficoltà tutte le volte che in tante
e tante occasioni di questo tipo allora si cercava di avere un discorso partecipativo il più
allargato ed esteso possibile per la definizione del Piano Regolatore, perché Serravillo ha questa
grande capacità: di riuscire a fare apparire anche gradevole e simpatica via Gorizia di Baranzate
oggi (allora di Bollate) e le coree, zone che sotto il profilo umano nascondevano certamente
molto di più delle cose ricordate dal Serravillo perché esse hanno rappresentato oltre alle
speranze ed agli entusiasmi, anche fatiche, impegno, difficoltà di una vita quotidiana grama,
fatta di lavoro e di sudore e la voglia di avere comunque una casa e una vita dignitosa, come
diceva, ma che, sotto il profilo urbanistico (quindi gelidamente tecnico) rappresentano uno dei
massimi disastri che possano capitare ad un territorio. Il dato che ha ricordato all’inizio del suo
intervento Serravillo è di per sé sintetico: Bollate aveva 9.500 abitanti nel 1936, ne aveva 22.000
nel 1961, ne aveva 42.000 nel 1971, quindi nel decennio '61 – '71 si è raddoppiata la popolazione
ed è avvenuto in venti anni quello che è avvenuto in due millenni a Bollate moltiplicato per due;
quindi, questo, abbinato alla scarsità delle risorse perché tutto questo sviluppo si era
accompagnato non nell’opulenza ma nelle ristrettezze, ha comportato il fatto che noi ci siamo
trovati nella fine degli anni '80 ad avviare questo nuovo percorso di pianificazione con una città
che si era ormai definita, concretizzata ma che si era sviluppata in una situazione di totale
assenza di pianificazione, in maniera spontanea, casuale, governata dalle leggi dell’economia
per quanto riguardava i grossi episodi di speculazione edilizia che ci sono stati alla fine degli
anni '50: oltre a via Gorizia, il casermone che ricordava prima Serravillo, altri diffusi su tutto il
territorio, e poi gli episodi delle coree nelle frazioni minori. C’era stato un Piano Regolatore
precedentemente al nostro, quello degli architetti Achilli - Canella degli anni '60 ha avuto un iter
di formazione complicatissimo, lunghissimo, estenuante; è durata 10 anni la formazione di quel
piano regolatore, era stato in un primo momento bocciato dal Ministero dei Lavori Pubblici
(allora non c’era né Provincia né Regione che controllava il P.R.G. ma andavano tutti a Roma) ed
era stato bocciato per una motivazione che oggi fa sorridere, nel senso che prevedeva ben 15
mq. per abitante di standard e il Ministero lo considerava una cosa demenziale, che avrebbe
determinato una lievitazione dei costi immobiliari insostenibile, perché andare a privare i
cittadini proprietari delle aree, di così vaste porzioni di territorio non poteva avere che
conseguenze nefaste sullo sviluppo stesso. In realtà le conseguenze nefaste si erano già
consumate, come abbiamo visto, e quel Piano Regolatore non ha portato a grosse mutazioni di
quello che già si era concretizzato nella metà degli anni '60 con una sola eccezione: quella della
legge 167, cioè dell’edilizia economica popolare, intervenuta nell’ordinamento nel 1962 e che,
tutto sommato, sotto profilo della qualità urbana è stata la cosa che un po’ ha salvato Bollate,
nel senso di piano comprensoriale perché in quel periodo era nata una strana cosa che si è
tradotta nei “comprensori” (che purtroppo poi sono morti, ma che sarebbero stati molto utili
nella gestione soprattutto dell’attività urbanistica dei singoli comuni), e questo piano prevedeva
che in Bollate, in relazione proprio alla presenza delle Ferrovie Nord (e c'era chi le voleva
affossare, ma c’è chi le vedeva come una delle grosse chances che questo territorio avrebbe
avuto per gli anni futuri e così è stato), nella zona di Traversagna, si insediasse un grande polo di
sviluppo terziario, giustificato dalla presenza della stazione. Questo polo di sviluppo avrebbe
sostanzialmente calamitato su di sé tutte le possibilità espansive e insediative della città di
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Bollate. Allora noi vedemmo questa ipotesi come una concorrenza sleale nei confronti del nostro
disegno di città perché se tutte le risorse venivano convogliate su quell'area che, sì, era servita
dalla ferrovia, ma era un’area vergine, in aperta campagna, tutte queste risorse non sarebbero
finite dove noi ritenevamo che fosse giusto si incanalassero (ossia tra gli interstizi fra Ospiate e
Bollate e tra Bollate e Cascina del Sole, le nostre zone CC,) e allora, altro atto di coraggio di
Serravillo - perché poi queste qui non sono scelte tecniche, sono scelte politiche di chi poi ha la
faccia di sostenerle anche in luoghi superiori - è stato quello di dire no, questa roba non si fa,
perché questa roba vorrebbe dire vanificare il nostro progetto; ma non solo non si fa, ma si dà
proprio il segnale che noi vogliamo attribuire a questa scelta, segnale che non è di polemica nei
confronti di questo Piano ma di salvaguardia rispetto a delle potenzialità sulle quali noi
concordiamo ma che non possono essere messe in gioco oggi. Questa area noi la congeliamo e,
intorno a questa area per tutto il territorio a nord del comune di Bollate, praticamente fino a
Cassina Nuova, è stato messo un perimetro sull’area agricola dove la norma diceva: qui non si fa
nulla, tutto quello che la legge 90 (quella che regolava l’attività agricola) qui non si applica
perché i volumi li spostate dove va meglio, perché questo territorio non va compromesso
rispetto a delle potenzialità future, che hanno già avuto una prima possibilità di espressione nel
piano territoriale del Parco delle Groane, perché lì passa una delle espansioni del parco, in un
disegno ambizioso - ma credo possibile - di realizzare quella che al parco si chiamava la “cintura
verde attorno a Milano” in termini un po’ riduttivi. Però, credo che sia una strategia che vada
perseguita perché può rappresentare una prospettiva di qualità per l’area metropolitana
importante, starà poi al P.G.T. definire quale sarà il futuro di quell'area; però, da un punto di
vista delle possibilità per il futuro, credo che la scelta di salvaguardia fatta nel nostro Piano
Regolatore sia stata giusta, sia stata corretta e sia stata quella che ha consentito il resto.
Io auguro ai colleghi - anche qui terza fortuna mia: i miei successori sono fra i migliori che
potevo auspicarmi per sostituire un P.R.G. che dura da ventuno anni, è un mio orgoglio
particolare perché è uno dei più longevi della storia dell’urbanistica recente – ecco, i miei
colleghi dovranno confrontarsi con una realtà completamente diversa al di là delle iniziative
citate prima dal sindaco, del futuro di questa area metropolitana, delle possibilità nuove offerte
dalle legge, quindi di una flessibilità diversa da quella degli strumenti che avevamo in mano noi
e soprattutto una situazione culturale - sono i temi finali che ha citato Serravillo - che era
assolutamente lontana anni luce nel periodo in cui è stato fatto il Piano Regolatore di Bollate.
Io vorrei terminare ricordando un solo dato: non mi ricordo bene quale era la capacità
insediativia del P.R.G. dell' '86: mi sembra che fosse un milione e mezzo di metri cubi circa e
questo mi valse la nomea di cementificatore (che credo duri ancora da qualche parte, perché
ero il pazzo che prevedeva un milione e mezzo di metri cubi a Bollate), ebbene credo che questi
metri cubi siano serviti. Il piano Achilli – Canella prevedeva 5 milioni 900 mila metri cubi, un
piano fatto su un comune che allora aveva 35.000 perchè stava passando da 22.000 a 42.000
abitanti, prevedeva non il raddoppio ma tre volte la popolazione che già in maniera un po’
caotica si stava insediando sul territorio. Questo è un dato che, grazie a Dio, poi non si è
tradotto in realtà perché era al di là di ogni possibilità operativa, anche di domanda di residenza
insomma, per quanto grave fosse il problema della casa allora però è un dato che io ritengo
molto significativo sull’evoluzione della disciplina, è un discorso che forse interessa più gli
architetti che non la gente, però da un punto di vista disciplinare, operare pensando che il tuo
obiettivo è 6 milioni di metri cubi, piuttosto che x ma senza molti zeri in meno di metri cubi,
porta a delle possibilità molto diverse e quindi la disciplina deve inventarsi altre cose per
riuscire a tradurre il tutto in qualità.
La base di tutto il nostro lavoro è basato su un ragionamento molto elementare, molto banale
diceva l’architetto Buttei - che era uno degli operatori della cooperazione che citavo prima e
che era membro attivo delle commissioni che lavorarono per il P.R.G -. che la provincia di Milano
è fatta da una serie di strade che puntano tutte verso piazza del Duomo ed è una realtà
indubitabile, lo sviluppo a raggiera della viabilità intorno a Milano; la si vede da noi abbiamo il
Sempione, la Varesina, la Comasina e via andare tutte che si puntano verso piazza del Duomo, se
questa era la rete viaria storica che il territorio ci portava e sulla quale si è costruito lo sviluppo
dell’area metropolitana perché sia sulle strade che sulla ferrovia via via, nei decenni a partire
dalla metà dell’ 800 si è consolidata l’area metropolitana nell’assetto attuale. Allora l’idea di
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collegare Ospiate con Cascina del Sole era una voglia di disegno alternativo, era un disegno est –
ovest rispetto alla centralità dominante su piazza del Duomo delle radiali, e quindi un tentativo
di arrivare a una forma urbis, una forma della città che in qualche modo fosse distinguibile, che
leggendo il territorio la si potesse vedere, e il Piano Regolatore è sostanzialmente fatto di
questa idea. Ci sono poi altre cose a latere che adesso cercherò di citare brevemente, cioè
questa carenza che ha sottolineato prima degli aspetti viabilistici, ma allora c’era veramente
una grossa aspettativa sugli effetti che poteva comportare a livello di semplificazione del
traffico interno la realizzazione della variante alla Varesina e il completamento di quello che
allora il dottor Carì chiamava la Baranzate – Baranzate e che oggi è la Rho – Monza: perché il
problema grosso di Bollate non era tanto un problema di traffico interno, bensì era un problema
di traffico di attraversamento e, in particolare, la presenza dell’Alfa Romeo citata dal sindaco,
nelle ore di punta, scatenava sul territorio di Bollate degli attraversamenti chilometrici di
macchine degli operai che raggiungevano la fabbrica e che passavano dalle strade che c’erano e
che erano tutte all’interno dei nuclei abitati. Quindi la speranza di questa grossa viabilità di
attraversamento era quella che era alla base dei ragionamenti sulla viabilità interna.
Sull’aspetto invece più strettamente normativo di formazione del Piano, la cosa che allora più ci
preoccupava era quello di dare fiato ad un minimo di perequazione dei valori immobiliari,
questo che la legge del 2005 ha introdotto come una facoltà dei P.G.T. fu da parte nostra credo
una anticipazione importante, nel senso che gli esperimenti precedenti a quello di Bollate credo
si contino sulle punta delle dita, certo non era una perequazione assoluta perché l’ idea della
compravendita dei diritti volumetrici era al di là di qualsiasi ipotesi anche la più fantasiosa, e
non so come faranno - sono curioso di vedere qualche P.G.T. fatto per capire come funziona - .
Noi abbiamo cercato di farlo limitandoci, fra virgolette, alle zone di espansione, noi abbiamo
detto: questo territorio ha un problema di fondo che è quello di dovere essere ricucito,
ricuciamolo individuando delle grosse aeree di espansione che abbiamo chiamato “CC”; “Ca”
erano fazzolettini con piccole lottizzazioni di villette, “Cb” erano due fazzolettoni compromessi
a livello di trattative per cui doveva essere fatto un PL a carattere intensivo, il resto “Cc”, alle
volte bisogna anche sapere l’origine delle sigle perché sottendono sempre qualche pensiero.
In questa zona “Cc” noi abbiamo messo un “ratatouille”, come il film che è in proiezione oggi, di
edilizia privata, L. 167, standard insorgente e standard arretrato, l’area era bianca indistinta nel
Piano Regolatore bianche, perimetrate, poi c’erano delle tabelle, all’interno delle quali c’erano
delle quantità e queste quantità hanno comportato buona parte dei capelli bianchi che ho in
testa perché farle è stata un’impresa titanica, nel senso che l’obiettivo che volevamo
raggiungere era quantomeno all’interno di ogni area, avere una possibilità di raggiungimento di
valore immobiliare ma che fosse confrontabile fra area e area e allora là dove c’era più standard
arretrato c’era meno 167, là dove la 167 era necessaria perché era completamento di interventi
già in corso (penso a Cascina del Sole dove c’era stato il grosso episodio) allora c’era meno
standard arretrato e più possibilità di edilizia. Insomma si era fatto un ragionamento area per
area per arrivare ad avere dei valori che fossero coerenti gli uni con gli altri, poi so quanto siano
impazziti quelli che sono venuti dopo, ad attuare queste cose e ne parleranno Pastore e De Carli,
però è stata una bella scommessa da parte nostra, oltre tutto non eravamo certi che la cosa
fosse stata colta nel suo significato dagli organismi superiori cioè dalla Regione e se sarebbe
sopravvissuta all’esame della Regione, c’era l’incubo della bocciatura del piano Canella da parte
del Ministero, temevamo che questo sarebbe successo. Però la cosa credo sia stata la base della
pianificazione successiva, personalmente oltre alla fortuna di avere fatto un piano di questo
tipo, ho avuto la fortuna di avere dei soggetti attuatori che sono a questo tavolo, come forse
pochi altri avrebbero potuto essere: non solo hanno interpretato al 100% lo spirito di questo
piano ma l’hanno anche tradotto con dei risultati che, a mio parere, hanno delle punte di
eccellenza notevoli.
Piero NOBILE (architetto del Centro Studi PIM). In primo luogo intendo manifestare
apprezzamento per l’iniziativa promossa dall’Amministrazione comunale di Bollate, che avvia
una riflessione sul recente passato inerente la propria storia urbanistica all’alba di una
importante fase di rinnovo della strumento di governo del territorio. Desidero poi ringraziare gli
organizzatori del convegno per l’invito rivolto al Centro Studi PIM, che qui rappresento, perché
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PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
offre l’occasione di collocare la vicenda della pianificazione urbanistica di Bollate in relazione al
contesto metropolitano, di cui il comune è parte, e di evidenziare il ruolo che lo stesso Bollate
ha svolto nel processo di formazione dell’assetto territoriale dell’area milanese attraverso la
partecipazione all’esperienza, pressoché unica nel panorama nazionale, di nuova dimensione
della pianificazione a scala intercomunale, che si è vissuta con il Piano Intercomunale Milanese.
Vale quindi la pena di rammentare questa storia e richiamare il quadro di riferimento culturale,
politico, istituzionale e normativo che faceva da sfondo nel momento in cui, più di venti anni
fa’, veniva predisposta la Variante Generale del PRG di Bollate, oggi oggetto di attenzione.
Le tappe significative possono essere così sintetizzate:
•
1961 – Bollate, assieme a trentacinque comuni, é uno dei fondatori del Piano Intercomunale
Milanese, istituito in base al Decreto Ministeriale (Ministro F.Togni del 1959), e partecipa a
tutta la prima fase “pionieristica” di pianificazione a scala sovralocale che vede la
predisposizione nel 1967 del Progetto Generale di Piano e nel 1975 della Proposta di Piano
Territoriale Comprensoriale;
•
1975 - la Regione Lombardia approva la prima Legge Urbanistica regionale (n° 51) e quella
istitutiva dei Comprensori (n° 52);
•
1977 - entra in funzione il Comprensorio Milanese n° 21 che, oltre a svolgere un ruolo di
cordinamento della pianificazione locale, da avvio alla fase di formazione del Piano
Territoriale Comprensoriale;
•
1981 – la Regione Lombardia con la LR 23 chiude l’esperienza comprensoriale concedendo al
Comprensorio Milanese di ultimare il PTC;
•
1982 – il Piano Territoriale Comprensoriale ’82 (PTC) viene trasmesso alla Regione Lombardia
dopo una presa d’atto da parte dell’Assemblea Comprensoriale.
La Variante Generale del PRG di Bollate prende forma a partire dai contenuti dei dibattiti che
avevano accompagnato la costruzione del PTC ‘82. Le principali indicazioni di scala sovralocale
per questo ambito territoriale riguardavano il ruolo di interesse strategico attribuito all’asse
infrastrutturale ferroviario, con il progetto di ammodernamento della linea Ferrovie Nord Milano
(FNM), in alternativa ad ipotesi di smantellamento, e la sua trasformazione in armatura del
servizio metropolitano, da cui discendeva la proposta di riqualificazione e sviluppo dell’intera
zona compresa nell’area di influenza della linea ferroviaria.
In questo contesto Bollate, per dimensione e localizzazione, si trovava a poter svolgere un ruolo
di primaria importanza nella valorizzazione delle potenzialità presenti nella realtà economica e
sociale, e nel realizzare una riqualificazione dell’assetto urbano dell’intera zona.
In particolare il P.T.C. 82 per quanto concerneva il sistema insediativo forniva alcune
indicazioni di rilevanza sia locale che sovralocale per il Comune di Bollate, quali:
• per la nuova edificazione residenziale: definizione di un tetto massimo di 17.000 vani di cui
6.500 nell’area destinata ad insediamenti integrati e 1.600 in quella destinata ad insediamenti residenziali; entrambe connesse al sistema su ferro e poste a sud della Traversagna;
• nuovi insediamenti industriali-artigianali (32 ha) collocati prevalentemente (27 ha) nella zona
di rilevanza comprensoriale a ovest della Varesina, all’incrocio con la Rho-Monza;
• funzioni terziarie per 50.000 mq di superficie lorda di pavimento nella zona per insediamenti
integrati;
• conferma delle grandi attrezzature pubbliche (ospedale, centro scolastico,..);
Sul versante del sistema infrastrutturale il PTC ‘82 forniva indicazioni per la rete ferroviaria
concernente il potenziamento della linea FNM con creazione del terzo binario fino a Garbagnate,
la riqualificazione e l’eventuale rilocalizzazione delle stazioni lungo la tratta e la creazione di
un’area di interscambio in corrispondenza della stazione di Bollate centro; mentre per la rete
stradale le maggiori indicazioni riguardavano la realizzazione del tracciato viario Rho-Monza e le
opere viarie di soppressione dei passaggi a livello. Rispetto a queste indicazioni si può osservare
come oggi esse siano una realtà con i quattro binari recentemente attuati sulla linea FNM, le
nuove stazioni, i parcheggi di interscambio, i manufatti sostitutivi dei passaggi a livello, mentre
per la rete viaria la Rho-Monza, seppure attuata, in prossimità di Bollate già evidenzia criticità
legate all’inadeguatezza delle caratteristiche geometriche del tracciato e si ipotizza un
intervento di riqualificazione e potenziamento.
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PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
Per quanto concerne il sistema ambientale le indicazioni generali del PTC ’82, che si occupavano
più in generale della tutela del patrimonio storico, delle salvaguardie ambientali, dei geotopi e
biotopi, della sistemazione idraulica, di salvaguardia delle risorse idriche, di smaltimento rifiuti
solidi urbani, di cave, corsi e specchi d’acqua, ponevano in rilievo per il Comune di Bollate il
Parco delle Groane come elemento di “salvaguardia ambientale”, il Castellazzo, per quanto
riguarda “la tutela del patrimonio storico” ed il nucleo di Bollate come “centro urbano di antica
formazione”.
E’ indubbio che il maggiore rilievo era dato alla presenza del Parco delle Groane, che dal 1976
con Legge Lombarda era stato istitutivo quale Parco di livello regionale. L’interesse era quindi
ad un consolidamento di questa presenza e ad una composizione del sistema del verde
metropolitano nell’area nord milanese. Un disegno che oggi vede il Il Parco delle Groane essere
una realtà consolidata che si pone al centro di una rete in crescita; almeno sotto il profilo della
pianificazione, dei Parchi Locali di Interesse Sovralocale (PLIS), che vengono a costituire gli
elementi portanti della proposta di “dorsale verde nord”, che viene avanzata dalla Provincia di
Milano nell’ambito dell’adeguamento del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale in
discussione.
Da questa rapida carrellata sul rapporto tra indicazioni della pianificazione di area vasta e scelte
di scala locale e degli esiti diversi che alcune di queste indicazioni hanno avuto nel corso degli
anni emerge comunque in tutta evidenza l’esigenza che, in un sistema territoriale di elevata
complessità, si trovino forme, istituzionali o no, che affrontino il tema del governo/gestione del
territorio, almeno per le grandi questioni, in un’ottica di scala intercomunale, pena un
progressivo peggioramento delle condizioni della qualità della vivibilità. In questo territorio
infatti i problemi di natura territoriale, infrastrutturale, ambientale ed urbanistica sono
fortemente interconnessi, anche in ragione di un loro legame fisico sul territorio, dove i confini
amministrativi si frappongono all’interno di un sistema urbano che si presenta senza soluzione di
continuità.
Antonio PASTORE (Assessore Urbanistica Comune di Bollate, dal 1985 al 1990). Sono
estremamente lieto di partecipare a questo convegno: lieto perché ritengo sia piacevole
ripercorrere con la memoria la fase dell’attuazione del PRG del 1985, durante la quale - nel
ruolo di assessore all’urbanistica della giunta Aquino – sono stato un testimone privilegiato; e
ancor più lieto perché affrontare questi temi oggi nell’itinere degli atti che porteranno alla
approvazione del nuovo strumento urbanistico Bollatese, il PGT, e ragionare sugli eventi di un
passato ormai remoto può essere importante per guardare al futuro.
Una analisi approfondita sui risultati dell’attuazione del PRG vigente non è mai stata fatta.
Vicende politiche giudiziarie hanno fatto sì che il grande progetto di attuazione sia vissuto come
un fatto negativo: si è cementificato troppo. Non sono assolutamente d’accordo, a Bollate si è
affrontata l’urbanistica in modo moderno come mai fatto prima in Italia: la prequazione
urbanistica prevista dalla legge 12 del 2005 è stata applicata a Bollate, prima tra tutti, già nel
1986.
L’edilizia economica popolare è stata privilegiata nei confronti della comunque positiva
attuazione di residenza privata: sia in termini di tempo sia con l’acquisizione della aree in modo
bonaria. Bollate è uno dei pochi comuni in Italia che grazie alla applicazione rigorosa della
prequazione non ha causato ai suoi Cittadini esborsi ulteriori rispetto al costo convenzionato
dovuto al ricorso presso il Consiglio di Stato da parte del proprietari storici, insomma non
abbiamo fatto espropri. Ciò anche per gli standard: Municipio e scuole sono stati realizzati su
aree acquisire in via bonaria dalle proprietà storiche.
1000 appartamenti di edilizia economica popolare che hanno accolto famiglie bollatesi e non:
questo ha voluto dire il PRG.
Una dotazione di verde attrezzato passata dai 2 mq abitante nella fase pre attuazione ai 13,5 ad
attuazione (parziale) effettuata, anche ciò è stata l’attuazione del PRG..
E’ la prima volta che ho modo dopo tanti anni di partecipare ad un Convegno su questo tema
nella Città nella quale sono nato ed abito da sempre. Ho sempre fatto scelte convinte e con
orgoglio mi assumo tutte le responsabilità, per quanto fu di mia competenza, di come si è
trasformata questa Città che amo tanto.
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PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
Certo su questa linea bisognava proseguire, ma non ci è stato dato il tempo. Peccato.
Ma è storia lontana che ciascuno vive con i propri ricordi: il mio è un ricordo di un periodo bello
vissuto con frenesia ed onestà, mettendo in gioco quelle poche capacità delle quali i Padre
Eterno mi ha dotato e rispettoso gli stili di vita appresi dalla mia famiglia. Ma come si dice il
passato è passato, bisogna guardare al futuro senza piangersi addosso anzi, usando un termine
per me desueto, con virilità. Lo scenario da allora è cambiato, ancor più cambiato è lo scenario
internazionale.
Viviamo in Europa, altri Paesi entro il 31 dicembre entreranno nell’area del trattato di Shengen,
viviamo in un mondo in cui la circolazione delle persone, delle idee ma anche dei capitali ormai
arrivano da lontano, i più grossi investitori del settore immobiliare non sono più americani ma
arrivano da Shangay, arrivano dalla Cina.
Il mondo del lavoro completamente cambiato, spesso con qualche incertezza per quelli che sono
i più giovani.
Ma è pure anche il contesto più vicino, che è il territorio limitrofo a Bollate, che si sta
trasformando.
In qualità di consigliere di Fondazione Fiera ho avuto modo di assistere a tutti gli atti che hanno
portato, prima alla scelta della localizzazione e quindi alla realizzazione del Nuovo Polo
Fieristico di Rho-Pero: il più grande del mondo.
La Fiera di Rho – Pero poteva rappresenta una occasione formidabile. Sia per lo slancio al rinnovo
di un territorio, sia per la valenza di un grande stargate dal mondo e verso il mondo: non solo
quindi evento economico ma anche foriero di integrazione di culture.
Non a caso la Camera di Commercio di Milano, ha costituito su mia indicazione, sin dalla
individuazione della location della nuova Fiera l’Osservatorio sull’indotto Polo Fieristico. Per sei
anni abbiamo studiato un territorio di circa 200 kmq, tra cui anche il territorio Bollatese,
abbiamo comunicato le opportunità e cercato di dire: cari comuni intorno a questo Polo, le
trasformazioni avverranno comunque sia in presenza di regole che, ahimè, in assenza delle
stesse: ma senza regole sarà il Far West, quindi meglio prepararsi alle regole. E quale occasione
migliore di quella data dalla legge regionale 12 del 2005 che obbliga i comuni a dotarsi di un
nuovo e più moderno strumento urbanistico quale il PGT
Quindi il nuovo Polo Fieristico di Rho – Pero, i corridoi di collegamento internazionali (noi stiamo
seduti - io e l’assessore Catenacci - sul punto di intersezione tra il corridoio est ovest Lisbona –
Kiev e il corridoio nord – sud che collega il Mediterraneo fino a nord), saranno un grande punto di
interconnessione l’Alta Velocità daranno a questi territori grande sviluppo, è il dovere dei
decisori pubblici governarli, stimolare i mercati finanziari ed immobiliare e cogliere le
opportunità.
In relazione al progetto Expo di cui diceva il sindaco, io sono molto arrabbiato perché io l’ho
visto la settimana scorsa e, senza entrare nel merito della qualità del progetto dell’ Expo (che è
stato fatto molto bene dai professionisti di Sviluppo Sistema Fiera), ha un grosso limite, dicevo
in Consiglio Fiera, mi sembra un pezzo del pianeta Kripton che esplode, che viene lanciato nello
spazio: c’è la cupola con la città di Milano e intorno c’è il vuoto, perché non viene pensato
assolutamente quali saranno le interrelazioni con i comuni limitrofi.
Milano la deve piantare con questa storia della sua politica imperiale su cui tutte le funzioni
sgradevoli devono essere collocate nei comuni limitrofi. Ricordo la storia del carcere, doveroso
farlo - io sono l’autore convinto della variante di piano sul carcere -, dodici ore di dibattito per
l’approvazione in Consiglio Comunale e venti anni per avere la viabilità.
Le funzioni pregiate debbono ricadere anche in questo nostro territorio, noi abbiamo una grande
potenzialità perché le opportunità sono tante e quindi è bene che il PGT le possa prima
fotografare, e poi contemplare le opportunità possibili supportandole con efficienti iniziative di
marketing territoriale E’ bene che si pensi a questo ma pensiamo a quali potrebbero essere i due
mondi possibili, uno quello dello sviluppo sostenibile l’altro quello di divenire sedie per
interventi di servizio (parcheggi etc.) che turberebbero comunque il territorio senza portare
alcuna possibilità di sviluppo.
Abbiamo incontrato in Camera di Commercio i commissari martedì, ci auguriamo che arrivi a
Milano, ma l’Expo 2015 vuole dire 29 milioni di visitatori in un anno, quindi il sistema della
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PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
accoglienza, degli alberghi, poi c’è una particolare attenzione al sistema della residenza la cui
offerta, soprattutto quella dell’affitto, non ha raggiunto il soddisfacimento della domanda.
La città di Milano nel saldo decennale del censimento perde 300.000 abitanti, perché abitare a
Milano a 4.736 euro al mq. medi è diventato impossibile per la famiglia, quindi l’esigenza che
una volta era un problema locale, l’abitare deve essere considerato anche rispetto ad una
utenza più ampia, che viene da fuori. Ciò vuole dire accogliere giovani coppie, poter rinnovare il
tessuto della città, dare più dinamicità. Altra cosa cui noi dobbiamo guardare è la vicinanza con
le funzioni di eccellenza, oltre alla Fiera quindi il sistema delle Università. Siamo a soli 6 km da
una delle più importanti università tecnologiche del mondo: il Politecnico che ha Bovisa ha
realizzato il secondo Polo Milanese. E non solo il Politecnico ma l’intero sistema costituito dalle
dieci università milanesi, centri di ricerca e depositi di cultura formidabili.
Da una ricerca della Camera di Commercio, si stimano esservi nel sistema universitario milanese
185.000 studenti, dei quali 35.000 residenti a Milano, 70.000 che abitano nella provincia di
Milano, 80.000 stanno fuori provincia. ottantamila persone sono una città nella città, le esigenze
di alloggi in affitto per categorie speciali quali studenti o quali ricercatori che potrebbero
arrivare al Mario Negri, al San Raffaele, al C.N.R ., nei centri di eccellenza di ricerca.
Potrebbe essere una leva formidabile, allora forse tutte queste funzioni se si mettono insieme
danno l’ immagine di come si può sognare una città e come si può trasformare.
Abbiamo un punto di eccellenza che è una cosa formidabile, che è la villa Arconati a Castellazzo,
una delle cose più belle che c’è in Lombardia ma penso che abbia una scala di apprezzamento
superiore nazionale od addirittura europea.
L’Amministrazione Comunale ha condotto con molta attenzione e molta delicatezza questo che è
un problema delicato, però sicuramente pensare a potere sviluppare questo polo nel rispetto
dell’ambiente, di quanto altro, delle preesistenze storiche, collegando le funzioni è
interessante; mi sembra giri un progetto sottoscritto da sei rettori dell’Università di Milano e
dalla Camera di Commercio rispetto ad una ipotesi di poter collocare, in una parte risibile
dell’insediamento, il polo del restauro dei beni monumentali, potrebbe essere anche questo ma
la stessa vicinanza di convegnistica con la Fiera e quant' altro è possibile.
Ultima cosa e concludo, è chiaro che quando si trasforma la città occorre provvedere non solo al
rinnovo ma anche alla sostituzione. Quando fu costruito il Cantun Sciatin con il Municipio - che
penso sia stato un’opera di rinnovo imponente a Bollate – prima c’erano le stalle, c’erano le
mucche: abbiamo costruito la residenza e il Centro Civico. Uno dei problemi fu la ricollocazione
dell’attività agricola ma anche questa è stata identificata, ricollocata in questo modo. Esiste
ancora il problema di andare a ricollocare attività produttive all’interno della città che, essendo
produttive sono preziose perché creano lavoro; contestualmente, possono essere meglio
razionalizzate e impostate, quindi il problema della ricollocazione anche di attività produttive,
dell’attenzione per questo che è un problema che va sottolineato ed affrontato. La riconversione
a produttivo del sito ex Boston penso rappresenti un modello virtuoso da seguire. Si deve
pensare anche a un grande rispetto per le attività agricole, pensate che il tema dell’Expo 2015 è
la nutrizione, se la nutrizione non è legata alle attività agricole ...., però penso che ci possa
essere anche un modo più innovativo di trattare: pensiamo all’esigenza di energia. E' vero che si
può realizzare energia fotovoltaica mettendo il pannello sul tetto, ma si possono creare grandi
officine di produzione attraverso pannelli come stanno facendo in altri Paesi. Potrebbe essere un
modo più innovativo per coltivare, oltre che gli alimenti, anche l’energia.
Sono stato forse un po’ troppo lungo e mi scuso, vorrei concludere con il pensiero di un grande
cinese: ‘…il cammino è a zig zag, ma l’orizzonte è luminoso..’
Marcello DE CARLI (Progettista Piani Attuativi). Il primo lavoro, come ricordava prima Pastore,
è stato per noi il P.P.A. cioè l’attuazione del P.R.G. con uno strumento che allora era finalizzato
a fare politica degli interventi: programmare in modo coordinato gli interventi pubblici e privati
e programmare gli interventi pubblici in modo coordinato con il bilancio comunale, questo è uno
strumento che veniva da una certa cultura urbanistica, quella dei nostri maestri D’Angiolini,
Redaelli, ecc., poi usato nella pianificazione malamente (per vincolare la casettina ecc.), ma al
di là degli strumenti di vincolo, questo era un sistema giusto di intervenire. Quello che noi
abbiamo fatto prendendo in mano la gestione di un Piano Regolatore di grande qualità, è stato
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PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
quello di dire: vediamo come si attua in modo coordinato, lavorando sul bilancio delle attività
comunali, sul fabbisogno di servizi, sul coinvolgimento delle risorse private, sull’ uso degli
investimenti privati. Questo modo di fare è importante perché poi è quello dei piani dei servizi
attualmente. Ora, quando la legislazione regionale dice “Piano dei Servizi”, dice, in modo un po’
minore, quello che la legislazione di circa trenta anni fa diceva introducendo il P.T.A., perché il
Piano dei Servizi non è pianificazione di tutto, ma questo è un atro argomento.
Elementi strategici
Trasformazione in città di una galassia di insediamenti storici e della periferia metropolitana
Uso della perequazione urbanistica
E' un' immagine del parco centrale, fatta con una foto aerea durante la costruzione. Io ho due
slogan su questi, le due cose fondamentali del piano regolatore (quello per cui è un ottimo piano
regolatore): il tentativo di fare diventare città quello che era allora un insieme di frazioni,
usando la domanda e le risorse, perché c’era una domanda di abitazioni molto forte, domanda di
servizi molto forte, e riorganizzandola per dare coesione al disegno urbano di questo insieme; la
seconda cosa l’uso della perequazione urbanistica.
Se vediamo l’immagine successiva, io ho messo quattro slogan. La perequazione urbanistica è
ancora importante, serve per l’equità ovviamente delle proprietà, ma serve anche per acquisire
aree per servizi a titolo gratuito, compresa l’edilizia economica e popolare. Questo acquisire
aree, facciamo il caso dell'edilizia economico-popolare, cosa vuol dire?, in una città come
Milano, qua siamo ai livelli di Milano e della periferia milanese come prezzi, il solo costo delle
aree va grosso modo dal 40 al 75% del costo del bene finito, questo cosa vuol dire?
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PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
se andiamo all’immagine successiva, vuol dire che se io faccio un’operazione che abbatte il
costo delle aeree, abbatto in modo consistente il costo dell’edilizia economica, poi c’è un
problema di gestione di edilizia economica su cui non entro, ciò vuol dire, detto in termini
quantitativi, per esempio oggi su degli alloggi che nella periferia milanese partono dai 3.000
euro al mq. se io scendo a 1.200 vuol dire 550 euro al mese in meno di mutuo, per una coppia
giovane non è pochissimo, fare questa operazione è fare equità tra i proprietari ma è anche la
vera politica per la casa. Io faccio questo sempre questo riferimento: un mutuo
venticinquennale, diciamo, due o tre anni fa, c’è stato un duro sciopero alla A.T.M. a Milano per
una vertenza che diceva 100 euro o 120 euro al mese, per venti euro al mese, uno sciopero
molto duro. I tranvieri intervistati dicevano uno dei problemi peggiori che abbiamo perché
veniamo da fuori Milano è la casa. Con una politica seria si può abbassarli, non dandogli venti
euro al mese, ma 550 euro al mese. Questo è il fatto in sostanza. Questo è il primo Piano che ha
attuato in modo sistematico questo fatto.
Ci sono dei dati che dirò velocemente. Quella attuazione ha voluto dire 440.000 mq. di area per
i servizi, ha voluto dire 267.000 metri cubi di edilizia economica, tutto acquisito o a titolo
gratuito o allora concordato un prezzo di 15.000 lire al mq., che sull’edilizia economica ha una
incidenza minima; non solo, ma i comuni che non hanno fatto questo sono andati tutti in
contenzioso e i contenziosi di quel periodo sono andati sopra le 100.000 lire al mq.; quindi è
stata una politica di trasferimento di reddito in questo concetto di applicazione della
perequazione, significativa rispetto agli utenti finali. Poi questa grossa quantità di edilizia
convenzionata messa sul mercato, ha tenuto bassi i prezzi a Bollate, in quel momento i prezzi di
Bollate erano più bassi che altrove perché c’era una offerta consistente di edilizia economica e
quindi anche sull’edilizia privata i prezzi non potevano salire troppo.
Sulla consistenza, in questo periodo successivo alle lotte vertenza casa, lotte mature, dopo che
c’era stata la dichiarazione di incostituzionalità della normativa sugli espropri ecc., la domanda
era alta. E' vero che il Piano prevedeva un’espansione alta però era stata programmata, gli
edifici costruiti sono stati abitati, perché era la risposta a quel dato demografico citato
all’inizio, cioè dai 20.000 ai 40.000 abitanti; quei 20.000 abitanti in più mano a mano hanno
conseguito reddito e, conseguendo reddito, loro e chi veniva da fuori Milano - non è un
ragionamento solo bollatese - hanno trovato casa in questo modo. Quindi il costruire è stato dare
servizio.
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Disegno urbano, piazze, parchi
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Si tratta di immagini che riportano l’interpretazione che abbiamo dato a questo tema con il
P.R.G. In realtà, In questo sistema di grandi funzioni non c’era domanda ed era poco attendibile
la domanda di uffici, quindi è residenza e servizi, servizi e parchi soprattutto con questa idea
non di separazione cioè l’idea di fare le case da un lato e dall’altra il verde, ma di fare le
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PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
piazze-parco e quindi ricostruendo i giardini come luoghi collettivi e anche presidiati dalla
residenza, non separati, questo è il disegno che è andato sul tutto.
Ci sono due questioni grosse che non sono risolte ancora oggi: quella della viabilità, e quella dei
nuclei antichi.
Sulla viabilità io devo dire, con un minimo di informazione viabilista che avevo quando ho
iniziato ha fare il P.P.A., avevo anche segnalato che c’era qualche problema, dopo - siccome non
avevo incarichi in questo campo – la cosa è stata rimossa, ma in realtà qualche correzione si
poteva fare anche subito. Il vero problema che rimane ancora oggi è che mentre è stata fatta la
strada tangente nord manca la corrispondente tangente sud e l’anello, e delle possibilità che
c’erano allora, (per. Esempio, si poteva passare dove c’è la Boston per esempio) che non avendo
affrontato subito il problema oggi è più difficile realizzare, oggi bisogna stare su dei tracciati un
po’ più bassi, quello è un problema che rimane in quei termini, rimane il problema di avere una
circolazione ad anello o semi-anello che ridia collegamento a questo insieme con un minimo di
capacità di trasporto.
La seconda è quella dei nuclei antichi. Andiamo sulla successiva slide, lì sono degli schizzi che
abbiamo fatto il P.I.O..
Sui nuclei antichi, l’errore fatto nel Piano è di prevedere ottimisticamente che fosse possibile
mettere insieme proprietà molto frazionate per arrivare a tanti piani particolareggiati con una
quantità enorme di proprietà; questa operazione dei tanti proprietari l’abbiamo fatta – ricordo nella zona chiamata “Cc6”. abbiamo avuto assemblee di quaranta proprietari da mettere
insieme, ma è un altro conto. La soluzione - per me è ancora la soluzione - era quella di dire : in
realtà il Piano Regolatore si fa carico di una normativa, oppure, con gli strumenti attuativi di una
normativa particolareggiata, dettagliata, morfologica, separa perequando il diritto di
edificazione dal diritto di proprietà – scusate - dall'allocazione dell’edificazione, cioè a dire che
io do una cubatura complessiva come si fa nella perequazione generalizzata, la do in funzione
del fondiario e poi la sua allocazione va in funzione del disegno. E' l’esperienza che sta facendo
Milano da questo punto di vista, la proposta la più innovativa che c’è in questo momento, cioè di
fare la perequazione generalizzata su tutto con qualche difficoltà ma non è impossibile fare a
Milano (i problemi che ha Milano in questo momento sono il P.G.T., sono di un altro tipo) e noi
l’avevamo proposto una decina di anni fa, si era bloccato per difficoltà gestionali, veniva
giudicato difficile gestire questo tipo di intervento.
Questi sono i due problemi che rimanevano.
L’immagine successiva racconta un’altra cosa: i problemi di attuazione. Questo era il P.I.P. di
Cassina Nuova, di Cascina del Sole, strumento approvato, vigente, uscito il bando, approvati le
convenzioni-tipo, le 167 domande di 58 imprese bollatesi (c’erano dentro anche tutti i
rottamai), la domanda era 154.000 su 50.000 disponibili (come domanda altissima, effettiva,
vera, reale, di imprese che volevano investire per trasferirsi), e si è fermato, secondo me per
timore di avere troppe cose da gestire; in quel momento, era vigente c’era la domanda, c’era
tutto, sarebbero state risolte delle questioni come i rottamai che sono ancora in giro. E’ un
problema che è ancora lì, nello stesso modo.
Altra cosa. Questo ritorna come questione. Nel '95 o '96, mi è stato chiesto di fare una
valutazione dei cimiteri di Bollate perché si sapeva, il piano regolatore dell’' 84 faceva previsioni
decennali, per i servizi andrebbe sempre fatto questo aggiornamento, questo è il messaggio di
questa slide, il messaggio è che esiste un piano ma esiste la sua revisione ogni cinque anni, ogni
ciclo amministrativo, che ristabilisca e rivaluti domanda, fabbisogno, ecc, quello che una volta
era il P.P.A. e che in parte è il piano dei servizi. Facciamo questa valutazione e andiamo
all’immagine successiva, quindi nel '97 si dice che del 2005 mancano 220 posti a crescere
successivamente, si dice che potrebbero essere interessate uno o due o tre aree e poi non
succede più niente, non per fare una critica all’amministrazione, questo è per dire che il metodo
di pianificazione è un metodo di disegno del quadro generale, ma un metodo di gestione (quello
che è il discorso iniziale sul P.P.A.) perché certe cose non sono difficilissime da prevedere. La
cosa strana che questo metodo non si è utilizzato in modo sistematico, perché capire in anticipo
i fabbisogni, siccome poi gli investimenti sono lunghi, a fare un cimitero non ci vuole un anno, se
si fa in tre o quattro anni è già una bella velocità. Allora era stato preso il problema per tempo e
poi è stato fatto cadere.
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PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
Vediamo l’ultima immagine.
Questa è un'immagine che riprende quel ragionamento che faceva, [questa è una immagine di
quel lavoro che parlava prima Pastore sul Polo Fiera di Milano, che in modo sintetico metteva in
evidenza questa costellazione urbana del Rhodense, cioè questa parte di città che è fatta tra
questa costellazione di insediamenti. Metteva in evidenza alcuni punti centrali, fra cui l’area
Expo, che avevamo individuato prima dell’Expo, quel bollino grosso rosso è Castellazzo, quello
azzurro è il Nirone, che è importantissimo, perché è il collegamento che può andare dal
Cimitero Maggiore di Milano attraverso l’area Expo, Baranzate, su sino al Parco delle Groane.
Avevamo detto state attenti che lì c’è un’area strategica su cui dovrebbe succedere qualcosa,
solo funzioni importanti. Il Nirone è molto importante perché è un collegamento di mobilità
lenta che con non troppa fatica può collegare il parco di Baranzate, l’ex cava Ronchi, poi salire
su a Bollate e andare su verso il Parco Groane, all’Ospedale di Garbagnate, come già adesso.
Questo per dire che nel ridisegno di questa città ci sono alcuni elementi importanti, l’area dove
c’è Borroni, Ceruti, queste aree dell’ industriale dismesso che diventa altra cosa, o dismettibile,
all’interno della futura città.
L’immagine successiva dà un altro flash di questa cosa. Una delle possibilità di ragionamento su
questa asta era quello di dire che si sta consolidando lungo questa asta, all’interno di Milano già,
(le Ferrovie Nord), un sistema delle arti figurative, della cultura a partire dalla Triennale di
Milano; non sto a dire la quantità di cose che ci sono, poi in fondo c’è Castellazzo di Bollate che
potrebbe essere qualcosa di significativo in questo. In mezzo c’è questo stabilimento Borroni,
che conoscerete tutti, uno dei maggiori collezionisti milanesi e non di arte contemporanea, ha
anche organizzato la visita delle sue collezioni. Questo sistema può essere valorizzato anche
rispetto a funzioni che possono essere spinte ad entrare qua dentro.
Gianni ROSSETTI (Allora Assessore Urbanistica Comune di Senago). Esprimo il mio più vivo
apprezzamento per questo convegno che vede riuniti al tavolo dei relatori ben tre generazioni di
amministratori della Città di Bollate gli assessori all’Urbanistica Antonio Serravillo, Antonio
Pastore, Pierluigi Catenacci e il progettista che ha redatto il Piano Regolatore Generale del 1986,
Arch. Paolo Ferrante. Penso di poter affermare che un pezzo di storia urbanistica bollatese oggi
si è messa qui a confronto con gli amministratori e i professionisti chiamati oggi e redigere il
nuovo Piano di Governo del Territorio.
Ritengo che il P.R.G. di Bollate del 1986 abbia anticipato alcuni contenuti di carattere
urbanistico che in tempi più recenti sono stati poi recepiti dalla normativa regionale. Per fare un
esempio, il concetto di “perequazione” che all’epoca forse non veniva ancora chiamata così, era
un concetto ben presente nei “Comparti Cc” di espansione residenziale; si può ben dire che le
modalità di attuazione di questi comparti hanno anticipato di ben 20 anni le indicazioni
contenute nella L.R. n. 12 del 2005 che introduce come norma di carattere generale la
necessità di un’equa ripartizione dei costi e dei benefici fra i proprietari delle aree,
ridistribuendo in modo equo sia i diritti edificatori che i pesi rappresentati dalla cessione degli
standard urbanistici e dalla individuazione delle aree per le infrastrutture .
Il modello “Bollatese” che ho sempre apprezzato ho voluto replicarlo in parte anche al Comune
di Senago, affidando, alla fine del secolo scorso allo Studio Ferrante, la redazione della Variante
Generale del P.R.G. di Senago. In questo nuovo strumento urbanistico sono state localizzate
importanti aree destinate ad ambiti di trasformazione urbanistica, accomunate dal fatto di
rappresentare elementi di “ricucitura” del territorio fra le diverse frazioni in cui è suddiviso il
comune, esattamente come prevedevano le “Zone Cc” di Bollate. La Variante Generale è stata
alla fine definitivamente approvata con le nuove procedure, dalla Provincia di Milano nel marzo
del 2004. Interessante è anche il tema affrontato dall’Arch. Marcello De Carli sulla necessità da
parte dei comuni della nostra zona di saper “guardare oltre” con una prospettiva più ampia
quindi, alle importanti trasformazioni che avvengono sul territorio metropolitano, intendendo
con questo non solo il capoluogo, Milano, ma tutta la realtà territoriale dei comuni che
rappresentano la cosiddetta cintura metropolitana. Oggi non è più d’attualità immaginare di
poter pianificare il territorio di un singolo comune prescindendo da quello che avviene sul
territorio dei comuni vicini e ancor più ignorando quello che avviene nel capoluogo. Temi come
il nuovo polo Fieristico di Milano che oggi è stato traslato sul territorio di altri due Comuni, Rho
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PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
e Pero confinanti con Milano, dovrebbero dare un’idea di come debba essere intesa una moderna
pianificazione urbanistica, pensata in termini di “area vasta”. E’ questo un argomento che la
stessa Provincia di Milano sta tentando di rilanciare attraverso la proposizione dei Piani d’Area,
che sono strumenti volontari di pianificazione urbanistica estesi al territorio di più comuni
(Bollate e Senago insieme ad altri comuni sono entrati a far parte del Tavolo interistituzionale
del Rhodense), in modo da poter individuare al una scala comprensoriale più elevata quelle che
sono le peculiarità e le caratteristiche positive di un territorio comunale al fine di poterlo
valorizzare nel miglior modo possibili. Il tema è diventato attualissimo con la nascita di un
contesto dinamico come quello del polo fieristico Rho-Pero e più ancora lo sarà quando si avrà la
certezza di poter ospitare proprio a Milano la sede dell’EXPO prevista per il 2015.
Giancarlo FECCHIO (WWF Groane ). Sono più di dieci anni che assieme agli Amici di Castellazzo
mi impegno nella difesa e tutela del paesaggio straordinario di Castellazzo , per evitarne il
degrado immobiliare. La sua cura e la tutela paesaggistica, agricola e sociale di questo luogo
deve essere un punto di partenza per la cura e la tutela di tutto il territorio bollatese.
Per quanto riguarda il PRG vigente e per altri argomenti emersi nel corso del Convegno faccio
queste osservazioni:
- in merito all'EXPO 2015, mi sembra singolare che si consumi un vasta area agricola ai margini
della città di Milano per organizzare l’EXPO che avrà un tema legato alla alimentazione ed alla
produzione agricola, considerando che l’Italia ha perso 3.600.000 ettari di aree agricole fertili
negli ultimi 15 anni”.
- all’esponente del Comune di Senago dico che la pista per il crash-test che si realizzerà nella
zona di Traversagna a ridosso del territorio del nostro comune poteva essere realizzata nell’area
della ex-Alfa Romeo ad Arese, considerando che li già esiste un tracciato utilizzato negli anni
passati per il collaudo delle auto, questo avrebbe evitato il consumo di questi terreni agricoli al
confine dei nostri comuni per i quali era prevista la tutela con la proposta di espansione del
Parco delle Groane, di fatto questo intervento interrompe la continuità ambientale tra le arre
agricole di Senago con il nostro territorio bollatese.”
- in merito ai giardini pubblici comunali per quanto riguarda queste aree contesto il fatto siano
stati realizzati nell’area di rispetto del cimitero, mi riferisco al cosiddetto parco centrale, e
sotto i tralicci dell’alta tensione in via Piave, vicino all’Ospedale.
Le aree verdi sono sempre aree marginali alla speculazione immobiliare, come dire: la dove è
impossibile costruire facciamo un parco.
Per quanto riguarda il Piano del Governo del Territorio avanzo queste proposte:
ARRESTARE IL CONSUMO DEL SUOLO-EVITARE DI PRODURRE ALTRA PERIFERIA. Dopo il consumo
esasperato del territorio bollatese degli ultimi 50 anni, pensiamo ci sia bisogno di una lunga
pausa di riflessione, se vogliamo lasciare qualche risorsa alle prossime generazioni. Dal dopoguerra ad oggi è come se Bollate dal punto di vista edilizio si fosse moltiplicata per dieci volte.
In questo periodo si sente continuamente parlare per Milano e nei comuni vicini di emergenza
abitativa. Non c’è niente di nuovo, l’Italia è in perenne emergenza. Confrontando i dati della
popolazione degli ultimi 30 anni della provincia di Milano, si scopre che gli abitanti sono gli stessi
di trent’anni fa, anzi ci sono ventimila abitanti in meno, mentre nel frattempo abbiamo, sempre
in provincia di Milano e nello stesso arco di tempo, costruito più di 500.000 nuovi alloggi. Forse
andrebbero ricercate delle soluzioni equilibrate, iniziando con il considerare gli 800 alloggi vuoti
a Bollate, poi i 100.000 alloggi vuoti della provincia di Milano. A Bollate ci sono circa 30 agenzie
immobiliari, sono il quadruplo delle panetterie. Anche qui andrebbe fatta una riflessione, vuol
dire che c’è una dotazione rilevante di alloggi vuoti. Anziché costruire eventuali ghetti popolari
(a nostre spese), vanno cercate soluzioni abitative in un tessuto sociale già consolidato, usando
gli alloggi vuoti già esistenti. Normalmente, nel fare un nuovo Piano di governo del Territorio,
l’unica cosa che interessa, ai comuni, è la produzione di nuova edilizia e nuove strade sul
territorio comunale. Risultato conseguente diventa la produzione di nuova e sempre più
squallida periferia, la produzione di non-luoghi per la non-vita, la perdita del senso della città
come bene comune, l’omogeinizzazione dei centri urbani. Bollate è in gran parte già un
quartiere dormitorio di periferia, pensiamo che prima di produrre altri posti letto si debba
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PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
considerare quello che sta già avvenendo nella nostra periferia, evitare altra produzione di
periferia, cercando di capire quello che si è scatenato in Francia.
AREE INDUSTRIALI. Proponiamo di recuperare le aree eventualmente da destinare ad industriali
e artigianali, all’interno della immensa area industriale della ormai Ex Alfa-Romeo di Arese. Il
Comune di Bollate è direttamente coinvolto nel progetto o comunque ha qualche titolo nel
programma di recupero di quest’area dimessa. Si tratta di un’area con un’estensione di
2.000.000 di mq, che riteniamo più che sufficiente per soddisfare ogni richiesta. Sono previsti
degli incentivi per le aziende che richiedono di insediarsi in quel ambito industriale. Pensiamo
che consumare aree agricole per attività produttive sia assurdo, quando ci sono a pochi
chilometri aree già pronte per lo scopo ed in più anche fornite di una struttura viaria già
esistente. L’ambiente agricolo non è un’area dismessa da occupare, ma il parco del futuro, un
bene collettivo.
AREE AGRICOLE. Conservare intatto il territorio agricolo rimasto: nella zona di Ospiate, nella
zona a sud di Bollate verso Baranzate, la zona tra Bollate-Traversagna , Cascina del Sole e
Cassina Nuova: come d'altronde ci ricordano questi due ultimi toponimi, la storia di Bollate è
prima di tutto agricola. Vanno quindi recuperate e conservate tutte le strutture storiche
(antiche corti e cascine) ancora esistenti, vanno indagati i segni lasciati dalla storia sul nostro
territorio, vanno ripiantati i filari alberati lungo le strade, nei campi, vicino ai canali e ai fossati,
per recuperare la qualità del paesaggio e favorire un clima più fresco nei mesi estivi,
l’estensione di tutto il territorio agricolo va considerato come un grande parco, una risorsa
ambientale e culturale della città, un segno assieme alle vecchie corti e cascine
dell’autoriconoscimento collettivo, la nostra identità storica. Il territorio che perde i propri
riferimenti storici, culturali e ambientali si degrada.
CASTELLAZZO. Per Castellazzo va tenuta presente la grandiosità del paesaggio monumentale
variamente articolato, dalla tutela del quale partire, per applicarla a tutto il territorio
comunale. Qui l’ambiente agricolo e storico sono praticamente intatti in uno dei paesaggi di
maggior rilievo regionale; è necessario conservare intatta la funzione agricola delle corti del
Borgo e del suo territorio. Altresì fanno parte di questo paesaggio delle Groane, anche le
Fornaci: memoria della cultura materiale di un’epoca industriale del nostro territorio, possono,
opportunamente restaurate, svolgere una funzione sociale e didattica per la comunità bollatese,
inserite in un contesto paesaggistico di straordinaria suggestione storica. Il paesaggio di
Castellazzo rappresenta una risorsa culturale e sociale ed economica fondamentale per il
presente ed il futuro di Bollate e dei bollatesi.
NO ALLA VARIANTE VARESINA. Evitare di degradare il territorio con l’apertura di altre strade. La
costruzione di nuove strade non risolve il problema del traffico, anzi il traffico aumenta sempre
di più, viene incentivato dall’apertura di nuove strade, come per un sistema di vasi comunicanti
si arriva in poco tempo alla saturazione delle nuove strade. Nuove strade e nuovi parcheggi
aumentano la congestione del traffico e portano al consumo ulteriore di terreni agricoli
avvantaggiando solo la speculazione immobiliare. Vanno evitati sprechi di denaro pubblico, quali
per esempio i 25 miliardi di lire previsti per 1 ( uno ) chilometro di Variante Varesina, per il
tratto di Ospiate, risorse economiche che potrebbero trovare applicazioni più interessanti per la
collettività. La nuova strada spaccherebbe in due l’ultima zona agricola di Ospiate, avviando
questo territorio alla sua cementificazione e quindi al suo degrado paesaggistico. Quindi, in
conclusione, va detto che Bollate è per la maggior parte periferia-dormitorio, aggregato
periferico quasi anonimo dell’hinterland milanese, va stabilito quale dovrà essere il carattere di
Bollate, vanno quindi individuate e conservate le caratteristiche della sua identità. Bollate può
diventare con Castellazzo grazie all’eredità storica degli Arconati un centro di cultura, un centro
di studi sulla tutela del patrimonio monumentale ed ambientale italiano e lombardo.
Oggi in Italia si sviluppano diverse iniziative internazionali culturali collocate in antichi edifici
storici. Pensiamo che Castellazzo possa avere una funzione culturale collegata alla sua storia
monumentale fatta di arte, di agricoltura e di natura. Per fare cultura è necessario avere il
coraggio di opporsi ai soliti metodi immobiliari, il coraggio di ricominciare a vedere la soluzione
per l’interesse comune, ritrovare il senso della parola comune, che usiamo ormai solo come
convenzionale, ma che ha una sua storia fatta di cooperazione e condivisione dei destini e degli
interessi di una comunità che non sono solo economici ma anche spirituali e morali. Riprovando a
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PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
rimettere l’uomo e la natura al suo posto, prima dell’economia, prima del lavoro, e ridare
all’uomo la sua dignità, invece di subordinarlo all’economia. Dovremmo discutere assieme alla
pianificazione anche gli aspetti economici e sociali conseguenti di un mondo che sta divorando
se stesso per inseguire uno sviluppo illimitato, mentre sarebbe ora di considerare il limite delle
risorse territoriali disponibili, il limite umano e della natura.
Giuseppe ANNONI (Allora Consigliere Comune di Bollate). L’intervento non lo faccio come
consigliere comunale, ma lo voglio fare come professionista, come architetto. Volevo fare un
intervento sostanzialmente differente da quelli che mi hanno preceduto. Innanzitutto vorrei dire
che trovo prezioso questo incontro che è stato fatto oggi, ho trovato molto interessante l’analisi
che è stata fatta sia da Paolo Ferrante che ha trattato e sviluppato questo nuovo piano
regolatore (e io ho avuto la fortuna di conoscere Paolo prima in università e poi per un breve
periodo nell’ufficio di piano di questo P.R.G.), ho trovato interessantissima l’analisi fatta da
Marcello De Carli e mi ricollegherò per alcune cose. Spero che questo sia innanzitutto un primo
passo di analisi per portarci con i nuovi professionisti incaricati del P.G.T. alla realizzazione del
nuovo strumento urbanistico, l’analisi che serve per capire più gli errori, quali sono state le
criticità, il non raggiungimento degli obiettivi che si era proposto il Piano Regolatore; volevo fare
dei piccoli appunti strettamente tecnici, le zone “Ba”, sono zone di lottizzazione non erano
inserite nel Piano Regolatore, alcune hanno visto con un percorso travagliato la realizzazione,
altre sono rimaste bloccate, il motivo è semplicissimo: per realizzare il piano di lottizzazione ci
vuole l’unanimità, il consenso dei proprietari, nel momento in cui anche un solo piccolissimo
proprietario non è d’accordo non se ne fa niente, per cui sono più di venti anni che alcune aeree
che sono state inserite in queste zone “Ba” non trovano realizzazione, aree che pagano una ICI
altissima, sulla carta sono edificabili ma di fatto non lo sono; forse un altro tipo di destinazione
del territorio avrebbe consentito di realizzare queste porzioni di territorio, oltretutto sono
inserite completamente in zone già urbanizzate.
Le zone “Bg” - ne parlava De Carli - dove c’è questa grossa frammentazione di proprietà, vuole
dire che nelle zone “Bg”, bisogna fare un piano di recupero, stesso discorso il piano di
lottizzazione, il P.I.O. - lo strumento che io ho imparato da Paolo Ferrante in università - lo
ritenevo intelligente, dava la possibilità di risolvere questi problemi, con rammarico ho appreso
che sono stati messi da parte, se ne era stato fatto uno studio a Bollate, di fatto tranne Cantun
Sciatin nella zone dove c’era una unica proprietà, si è avuta questa realizzazione, criticabile o
meno, non voglio criticarla in questo momento, non mi interessa adesso, bisognerebbe trovare
nel nuovo strumento una opportunità al suo interno, dare la possibilità magari se non saranno i
P.I.O qualcosa di simile perché non ci sia la necessità di fare un piano di recupero, che non è
facile da realizzare, dare magari un direttorio dopo di che i singoli proprietari possono
intervenire, magari con concessione semplice o addirittura delle manutenzioni secondo i dettami
dati dall’amministrazione.
Terza cosa: i comparti CC. E' stato detto che l’attuazione comparti CC ha consentito di acquisire
grosse proporzioni di standard, qui mi sento di fare una critica: lo standard non è solo superficie,
lo standard va anche realizzato in altri modi che potrebbero essere di dare servizi. Alcuni
comparti sono stati realizzati ma, tranne degli spazi che mi sembra riduttivo definire di risulta a
verde, servizi concreti, tangibili, alla cittadinanza questi comparti non hanno portato più di
tanto, quindi è auspicabile, anzi ritengo assolutamente necessario nel momento in cui si dovesse
decidere di andare a scongelare i nuovi comparti non realizzati, di tenere assolutamente conto
di questo aspetto, perché a livello di servizi soprattutto le frazioni sono storicamente carenti,
quindi avere un occhio di riguardo per questo perché ne va della qualità del territorio, della
qualità della vita dei cittadini bollatesi.
Un altro aspetto è quello dei piani insediamenti produttivi. E' stato ricordato da Pastore, la
lungimiranza che aveva avuto il compianto Martino Cimbro per la realizzazione di questa
cittadella sulla area ex Boston, secondo me, se fosse attuato il famoso piano insediamenti
produttivi che ho visto è stato realizzato, al volo, in maniera decisamente intelligente avrebbe
potuto consentire la ricollocazione di tutte queste attività. L'area Boston per la sua centralità, la
vicinanza con la stazione di Bollate centro, poteva essere una opportunità per l’amministrazione
di concentrare per esempio delle aree di servizi, frammista magari a delle altre attività, poteva
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PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
essere una opportunità, una opportunità che abbiamo perso, per quello che riguarda quella area.
Adesso noi abbiamo un’altra area ancora più centrale, che è l’area Ceruti, vediamo un attimo
questi P.I.P. di capire se non è andata bene l’altra volta troviamo la maniera che vada bene. Ne
va della qualità della città, portiamo all’esterno in zona marginale degli insediamenti produttivi
non più compatibili con il residenziale del centro, liberiamo degli spazi dove a questo punto
potremmo concentrare qualcosa di più utile per la città, per più utile intendo i servizi che
mancano.
Ultima cosa: la viabilità. Ricordava Carissimi che era stata ventilata la possibilità
dell’interramento, ahimè l’interramento non è stato fatto adesso ci troviamo in queste
condizioni, sono stati sì eliminati i passaggi a livello, però a Bollate erano quattro, Traversagna,
Madonna di Campagna, Matteotti e Caduti Bollatesi e IV Novembre, erano quattro, i sottopassi
adesso sono tre, è venuto a mancare il passaggio più centrale di Bollate. Questo ha dato
inevitabilmente una concentrazione di traffico che si è spostato soprattutto su quello di
Marzabotto, Madonna di Campagna e IV Novembre, ricollegandomi con quello che dicevo prima,
area Ceruti, vediamo se è possibile trovare all’interno del nuovo strumento urbanistico un
qualcosa che ci porti ad eliminare questo taglio che c’è sul territorio del comune di Bollate. A
questo punto ritengo che sia fondamentale che il Piano di Governo del Territorio si sviluppi
parallelamente e contestualmente al Piano Urbano del Traffico che anche questo è in itinere. Di
conseguenza la ferita è aperta, però per quello che è possibile visto che siamo in ballo,
sfruttiamo l’occasione e vediamo dove è possibile di risolvere anche questo problema, grazie.
Pierluigi CATENACCI (Allora Assessore Urbanistica Comune di Bollate).
Questo giornata è
stata dedicata alla storia di come è nato il Piano Regolatore vigente della città di Bollate. Su
questo tema abbiamo invitato, come relatori, le persone che lo hanno costruito, sia sul fronte
politico, sia sul fronte tecnico; coloro che hanno gestito in prima persona la materia.
Volevo ricordare che questa iniziativa è una all’interno di iniziative già fatte, ce ne saranno altre
di iniziative di partecipazione all’interno della valutazione ambientale strategica, la V.A.S. come
si dice normalmente, che è un processo parallelo alla costruzione del Piano di Governo del
Territorio, è un processo col quale si vuole che la città, i professionisti, le associazioni si
confrontino pian piano e parallelamente e fin dall’inizio con i ragionamenti che andranno nel
P.G.T. per vederne scenari diversi, conseguenze diverse, perché è evidente che ogni scelta
determina delle conseguenze. Tutto non verrà fatto alla fine ma lo stiamo attuando
parallelamente, quindi da una parte si lavora sul P.G.T. se così può essere detto e dall’altra si
sottopone a confronto, costante con la città e con tutte le realtà interessate, questo lavoro. E'
evidente che questo meccanismo ha senso, importanza qualcuno forse lo ricordava, se si basa
sulla trasparenza e sul considerare come importanti tutti i punti di vista e tutte le opinioni che
vengono dette. Poi l’amministrazione avrà l’obbligo di decidere e chiudere all’interno di un
dibattito che può portare di tutto e decidere nelle prerogative dell’Amministrazione, ma è
nostra intenzione fare che questo processo partecipato sia un processo serio, che abbia delle
conseguenze nelle decisioni prese.
Il senso di questo convegno quindi sta qua dentro, noi abbiamo cercato di capire un aspetto, la
genesi, le motivazioni, le ragioni che hanno portato alla costruzione del Piano Regolatore
vigente, genesi e motivazioni che non sono alle nostre spalle ma che ci portiamo sulle spalle
giorno per giorno e che inevitabilmente dovranno essere considerate nelle decisioni che dovremo
prendere. Questo comunque la si pensi. Voglio dire: si può ritenere che l’attuale Piano
Regolatore abbia sbagliato tutto, che questi venti anni siano stati il risultato di una serie di
scelte sbagliate, si può ritenere che invece sia stato fatto tutto per benino o molto bene e
all’interno di questi due estremi sappiamo abbiamo una miriade di possibilità, ma comunque
questa è la città che noi ci troviamo ed è la città sulla quale dobbiamo ragionare.
I temi posti quindi, come risultato di un dibattito che non è solo culturale ma è frutto di
decisioni prese a suo tempo e di realizzazioni fatte, sono tanti. Alcuni probabilmente hanno dei
punti di non ritorno, nel senso che le cose fatte non permettono di andare in altra direzione;
parlando liberamente io credo che l’idea dell’asse forte della stecca che deve collegare Ospiate
a Cascina del Sole passando da Bollate centro, è una idea che ha visto una forte realizzazione in
questi venti anni, rispetto alla quale mancano solo alcuni tasselli, io credo che per fare che non
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PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
siano aree di risulta è senz’altro necessario ragionare su queste cose, pensare delle modalità
diverse o comunque dei contenuti diversi e in ogni caso andare fortemente incontro alle
esigenze che i singoli quartieri hanno, ma probabilmente questa è una idea che non sia facile
mettere in discussione. Forse venti anni fa c’era la scelta, uno poteva dire facciamo le frazioni
con forti identità ognuna separata dalle altre, oppure facciamo la città, oppure facciamo la
comunità. Questo venti anni fa: allora c’era una scelta possibile, adesso mi sembra più difficile
modificare il percorso tracciato; ma ci sono una serie di altri temi con aspetti che possono
essere liberamente confermati, trasformati, semplicemente modificati o stravolti, oppure ci
sono questioni nuove: l’evoluzione di questi vent’anni in termini di edificazioni, le
trasformazioni del territorio più ampio, la questione Rho-Pero, l’Expo 2015 i ragionamenti sulla
viabilità, sulle aree industriali, le aree dismesse e le aree degradate della città, le aree a
confine, il ruolo di Bollate nel territorio più ampio. Sono temi che non hanno una risposta secca,
nessuno ha una risposta secca, però sono temi di attualità, con i quali dovremo confrontarci, io
credo che l’importante sia che tutti noi si faccia uno sforzo estremo, perché su questa materia
sappiamo che gli sforzi non possono che essere estremi, di tenere lontano gli interessi particolari
di alcuni sulla città. Ma tenere al centro il bene comune o come dicevo in consiglio comunale in
modo più laico, l’interesse collettivo.
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PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
3.3.4. Workshop “Ambito Produttivo – Commerciale”
Giovedì 4 aprile 2008 – teatro Splendor
UNIONE ARTIGIANI
Sig. Dalla Francesca (Segretario Sezione di Bollate)
Sig. Fabrizio
Sig. Giuseppe
APA CONFARTIGIANATO
Sig. Messina (Segretario Associazione di Milano)
UNIONE COMMERCIO
Sig. Federico (Presidente Unione CTSP Prov. di Milano - Associazione Territoriale di Bollate)
Sig.ra Lorenzelli
Sig. Boniardi - Disegnarte
Sig. Dorato - Cremeria Orchidea
Sig. Monfrini - Bar Gramsci
Sig. Ghioni - Abbigliamento Ghioni
ASSOLOMBARDA E AZIENDE ASSOCIATE
Sig.ra Anghinelli - Assolombarda
Sig. Ceccherelli - Euro Elettronica Srl e Consigliere di Zona Nord di Assolombarda
Sig. Lorenzon - Lorenzon Srl
AZIENDE INVITATE
Metalmilv
Sicna Srl
Cotril
Fabriano Securities
Boscarol Srl
Banca Intesa San Paolo
Sig. Balestrucci (titolare)
Dr. Ghioni (direttore generale)
Sig. Artesani
Sig. Antoci
Sig.ra Fabiancich (socia)
Dr.ssa Scannella
AZIENDE PRESENTI EXTRA INVITO
Sig. Gravina - Tecnico HSE (Solvay Solexis SpA)
Sig. Ponzoni - Ponzoni Costruzioni
Sig. Marcandelli - Ponzoni Costruzioni
Sig. Lavelli - Epicas
Sig. Valera - Epicas
Si riporta di seguito il documento elaborato in merito all’incontro da Assolombarda
Premessa
Grazie alla capillare presenza dell’Organizzazione Zonale a fianco delle aziende associate e ad
una collaborazione fattiva con molti enti locali, Assolombarda ha maturato una consolidata
esperienza nell’affrontare e supportare la soluzione di varie problematiche sul tema della
pianificazione del territorio.
In particolare, in seguito all’apertura in merito dimostrata da parte del Comune di Bollate e
dopo le varie presentazioni / documentazioni da essa forniteci, assieme alle associate Bollatesi
si è analizzata e discussa approfonditamente la bozza del PGT in oggetto, arrivando alle seguenti
considerazioni preliminari, così da offrire alcuni spunti all’ Amministrazione locale e aprire un
confronto sereno e costruttivo utile a supportare al meglio lo sviluppo del tessuto economico
locale.
Considerazioni Generali
La bozza di Piano del marzo scorso non entra purtroppo in dettagli molto specifici su cosa,
come, e in parte dove, il Comune di Bollate intenda muoversi per tutelare le attività esistenti e
promuoverne lo sviluppo di nuove. D’altro canto non poteva forse essere altrimenti perché va
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PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
considerato che lo sviluppo di detto PGT non è ancora definitivo e il dibattito con le parti
coinvolte appena agli inizi.
Ci permettiamo quindi anche da parte nostra tutta una serie di veloci considerazioni globali, che
possono certamente essere meglio dettagliate a richiesta, ma che stanno comunque a significare
i punti essenziali della nostra visione sul Piano.
Innanzitutto il PGT finale dovrà chiaramente riportare quale sia la visione e la pianificazione
strategica di fondo del Comune nel perseguire obiettivi di (ri)qualificazione e potenziamento del
sistema economico locale. In modo specifico, attraverso il Piano delle Regole e il Piano dei
Servizi, dovrebbe indicare come intende porsi nei confronti dei seguenti espliciti obiettivi
(riportati in modo sintetico e non in ordine di importanza) :
1)
accompagnare e sostenere adeguatamente la trasformazione di specifici ambiti e realtà
produttive, programmando nel contempo nuovi insediamenti di qualità;
2)
tutelare le attività esistenti e agevolarne l’adeguamento o l’insediamento di nuovi
spazi produttivi, evitando incompatibilità e frammistioni presenti e/o future riguardanti
anche i Comuni limitrofi (vedi ad esempio il mantenere / creare il più possibile delle
“fasce cuscinetto” tra le zone destinate a produzione / servizi e quelle residenziali in
qualunque territorio esse ricadano);
3)
semplificare le destinazioni d’uso per la produzione di beni e/o servizi;
4)
adeguatamente alle moderne esigenze di mobilità sostenibile e ai bisogni di servizio,
sviluppare la rete infrastrutturale locale (strade, parcheggi, collegamenti, ecc.) e le
relazioni con quella sovracomunale, provinciale e regionale. Tutto ciò tenuto anche
conto dell’immediata prossimità di Bollate alla nuova area dedicata all’Expo 2015;
5)
potenziare il ruolo dello Sportello Unico (SUAP) che dovrà cercare di “conoscere”
meglio il tessuto economico locale e, soprattutto, portare ad una semplificazione reale
del rapporto / servizio agli utenti;
6)
definire chiaramente il processo di Valutazione Ambientale Strategica, tutto questo sia
nell’ottica di garantire un livello ottimale di protezione dell’ambiente ma anche un
quadro preciso e costante nel tempo che permetta alle aziende di operare e svilupparsi
in un’ottica di sostenibilità e profitto.
Considerazioni specifiche
Molti casi specifici sono già stati resi noti all’Amministrazione Comunale e in parte rapidamente
discussi durante i precedenti incontri / workshop del 1 marzo, 4 aprile e 10 maggio 2008.
Riprendiamo comunque qui di seguito quelli ritenuti più urgenti e/o spinosi da parte delle
Associate locali di Assolombarda :
a)
Cassina Nuova - Il PRG vigente dall’inizio degli anni ottanta ritiene che alcune aree di
questa zona, per altro inserita nel cosiddetto PIP e definita come il quartiere con il
migliore equilibrio insediativo tra residenziale e produttivo, potessero ancora
consentire un certo tasso di espansione per le aziende esistenti e per insediarne di
nuove (vedi anche pag. 18 Bozza PGT, 03/2008). Queste risultano affermazioni che già
di per sé stesse paiono eccessivamente ottimistiche; infatti l’espandersi continuo negli
anni precedenti della parte residenziale ha creato più d’una contiguità con molti degli
insediamenti produttivi anche aventi una storia di alcuni decenni e che si vedono
oramai circondati da abitazioni e frequentemente al centro di contestazioni
pretestuose (vedi caso sollevato da SICNA srl di vicolo Madonna 9). Questo è uno di quei
tipici casi di incompatibilità / frammistione creatasi a posteriori dell’insediamento
industriale di cui si chiedeva di evitare il pericolo al precedente punto 2).
b) Inoltre sempre per Cassina Nuova, le possibilità di tutela dell’esistente attività
produttiva e ancora più di nuove espansioni rischiano di diventare totalmente
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PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
irrealizzabili nel caso in cui a tutta l’area che va verso Cascina del Sole venisse
accettato la richiesta di cambio di destinazione d’uso (attualmente area adibita ad
attività produttive/artigianali) in zona residenziale / commerciale e servizi,
recentemente resa nota dall’Opera Pia Bellani di Monza (proprietaria di 165.000 m2,
cioè oltre 2/3 dell’area totale e, quindi, in grado da sola di determinarne la scelta…).
Si ritiene perciò che un chiarimento e un confronto aperto su questo tema sia
impellente.
c)
Cascina del Sole - anche questa zona inserita nel cosiddetto PIP secondo il PRG vigente
avrebbe dovuto essere un’area a netta prevalenza industriale / artigianale. L’area
invece ha subito un notevole sviluppo residenziale negli anni oltre ad un certo
progressivo degrado causa anche la mancata realizzazione di infrastrutture adeguate
(leggi strade e collegamenti) e agli scarsi controlli interventi nel campo della sicurezza
e in quello assistenziale. Le poche realtà produttive ancora presenti e pienamente
operative (vedi il caso della LORENZON & C di via D’Azeglio 8/10) sono sempre più sotto
pressione per l’insicurezza e l’espandersi delle realtà abitative, ma anche dal sentirsi
totalmente dimenticate per qualsiasi intervento migliorativo da parte delle autorità
locali.
d) Nuove Aree dedicate ad insediamenti produttivi / servizi - sarebbe opportuno che il
PGT contenesse già alcune indicazioni specifiche su dove, come e quando si intendano
favorire nuovi investimenti e sviluppi per le attività produttive, ma anche trasferimenti
di quanto già esiste in aree oramai ritenute non più idonee, specie in considerazione
delle problematiche già riscontrate ai punti precedenti.
e) Mobilità e collegamenti stradali – ci si riferisce a due temi principali riguardanti uno
la Variante Varesina e l’altro quello della parte terminale del tracciato stradale della
Rho-Monza, cioè il tratto che va dalla rotonda di Bollate / Baranzate all’inizio dello
svincolo per la Nuova Fiera e la A8 (rotonda centro commerciale).
La variante Varesina è opera prioritaria da realizzarsi sia per diminuire l’impatto
ambientale del vecchio tracciato su tutta la parte residenziale di Ospiate sia per
facilitare il traffico privato e commerciale, per altro sempre più congestionato causa
nuova Fiera Milano, dell’omonima zona industriale che è una delle poche ad avere una
reale prospettiva di sviluppo futuro.
Per la Rho-Monza, l’allargamento o altra soluzione atta a migliorare il deflusso del
traffico nel suddetto tratto finale, diventa essenziale ogni giorno di più, specie nelle
ore di punta ed in occasione delle fiere più importanti. Riteniamo inoltre che, in
previsione dei lavori per l’Expo 20015, se non risolto per tempo diverrà uno dei punti
più critici per la mobilità nell’area del Rhodense
Quanto la realizzazione di queste opere dipenda dal Comune di Bollate o da altri non ci
è dato di sapere oggi con precisione. Certo che, se coinvolte appieno, le associazioni di
categoria, e in particolare Assolombarda, potrebbero esercitare “un’opera di
pressione” presso quegli enti preposti ala decisione/realizzazione (Provincia, Regione,
ANAS, ecc.), nonché una qualche azione di coordinamento con gli eventuali altri
Comuni coinvolti (es. Baranzate, Rho, Arese).
f)
Sicurezza - è questo un tema che non coinvolge unicamente l’Amministrazione locale
ma che la vede quale interlocutore primo da parte degli Associati Bollatesi che
esprimono, un po’ tutti indistintamente, la loro preoccupazione e, in molti casi,
rispetto a tutti quegli episodi di microcriminalità e degrado diffusi (vedi prostituzione
ed altro) che colpisce in particolare modo le vie di traffico principali e le zone
industriali (ad esempio quella di Ospiate, come ricordato da EURO Elettronica di via
Torino 13) perché piuttosto decentrate e prive di adeguata sorveglianza sul territorio
da parte delle forze dell’ordine.
Siamo consci che non si possa richiedere al Comune di farsi carico del problema da solo
ma, anche con il supporto della nostra Associazione, si potrebbe e dovrebbe essere in
grado di coinvolgere le altre autorità preposte (leggi Carabinieri e Polizia Provinciale)
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PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
e, perché no, tentare un coordinamento con le Amministrazioni limitrofe. Assolombarda
da parte sua ha già promosso e sta promuovendo iniziative simili in altre zone, nonché
la realizzazione di un Quaderno sulla Sicurezza (con la collaborazione di TransCrime e
le Università Cattolica Milano e di Trieste) che sarà edito in autunno.
g) Expo 2015 - le aspettative da parte dei nostri Associati, ma siamo certi anche delle
Amministrazioni Locali, sono molto alte sia in termini di occasioni di sviluppo che di
riqualificazione del territorio. Molte sono però le preoccupazioni legate a tale evento
specie quella che i vari Comuni limitrofi all’area dell’Expo vengano esclusi dai processi
decisionali e di governo di questo evento e delle varie trasformazioni territoriali ad esso
connesse. L’aspettativa di chiunque operi sul territorio del Rhodense è quella che
l’evento possa dar vita a interventi urbanistici che siano utili e di valore per il territorio
soprattutto dal 2016 in poi. In tutto questo scenario, Assolombarda è già stata, e potrà
essere un attore importante e l’Organizzazione Zonale offrire un significativo
contributo, per la conoscenza che ha del territorio e delle imprese e per le relazioni in
atto con le Amministrazioni Comunali. Azioni coordinate ed incontri di conoscenza
potrebbero essere quindi promossi da Assolombarda tra le Associate, i Comuni, il
Comitato di Pianificazione per l’Expo 2015 ed altri enti eventualmente coinvolti.
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3.3.5. Workshop “Il futuro Piano di Governo del Territorio”
Lunedì 18 ottobre 2010 – sala del consiglio comunale
A seguito delle decisioni sul PGT da parte della nuova Amministrazione Comunale è stata tenuta
una giornata di workshop, organizzata in tre sessioni
Prima sessione:
parti economiche
Seconda sessione: parti sociali
Terza sessione:
aperto a tutti
L’assessore Cormio, l’arch.Sagnelli e l’arch.Settanni hanno illustrato la nuova proposta del
Documento di piano, evidenziando le modifiche che interessano gli Ambiti di Trasformazione e la
viabilità rispetto al Documento di Piano precedentemente adottato.
L’Assessore Cormio si è soffermato sulla nuova viabilità, correlata ai problemi di saturazione del
tessuto urbano dovuta al traffico di attraversamento verso Milano.
L’arch. Settanni ha illustrato il meccanismo degli incentivi e le schede degli ambiti,
soffermandosi per ognuno dei 12 ambiti sulle peculiarità che li contraddistinguono.
Nella sessione relativa alle Parti Economiche il dibattito si è incentrato sui seguenti aspetti
principali:
•
La sostenibilità economica degli interventi di trasformazione, in un momento di difficoltà
economica per il mercato immobiliare,
•
I problemi di ri-localizzazione di alcune aziende (Forgia di Bollate e Tubini) dal punto di
vista della fattibilità economica dell’operazione,
•
La richiesta di maggiori possibilità di insediamenti produttivi,
•
Il dubbio che il Piano sia troppo “residenziale” e poco produttivo,
•
In relazione agli incentivi previsti dal piano, la possibilità per le attività produttive di
sconti sugli oneri invece che di aumenti volumetrici,
Nella sessione relativa alle Associazioni il dibattito si è incentrato sui seguenti aspetti principali:
•
Il problema dei disabili, dei luoghi ad essi dedicati e dell’accessibilità dei servizi,
•
L’importanza degli istituti scolastici in Bollate e il bisogno di risorse per le loro sedi,
anche in prospettiva futura,
•
L’importanza delle rete di connessione verde (piste ciclopedonali e parchi) che
dovrebbero legare le vari frazioni e il bisogno di reperire gli importi necessari per la sua
realizzazione tramite gli oneri derivanti dalle trasformazioni,
•
Il meccanismo di incentivazione e premialità del Piano, che potrebbe essere più valido
per gli operatori privati che per le cooperative,
•
La possibilità di introdurre nuovamente lo strumento dei Programmi Integrati
d’Intervento, ritenuto più flessibile per le future esigenze di Bollate,
•
Il problema dell’insufficienza del sistema fognatura/scolmatore, non solo per Bollate ma
anche per i comuni contermini e il bisogno che il Piano se ne occupi,
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PGT del Comune di Bollate – Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Documento di Piano – Rapporto Ambientale
•
La possibilità di prevedere fasce ampie per i Corridoi e i Varchi della Rete Ecologica, non
limitate ai soli 50 m (che devono essere considerati minimali),
•
Aree Cerruti e Borroni: non creare un semplice collegamento ma una unione più stretta
tra le aree a beneficio dell’intera città, pensando anche ad uno “scavalco” costruito, d
larghezza ampia,
•
Il problema della variante a nord prevista totalmente interrata, in ambito di Parco
Groane e con problemi dei acque sotterranee.
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