Visto che il Comune di Campobasso non ha i fondi per acquistarlo

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Visto che il Comune di Campobasso non ha i fondi per acquistarlo
anno ii- n° 0 venerdì 3 Febbraio 2017
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Michele Ambrosio
L’Oscar del giorno lo assegniamo
a Michele Ambrosio. Il consigliere
comunale di Campobasso che, pur
essendo in maggioranza, non lesina
stilettate alla stessa visto e considerato lo stato di degrado della città
capoluogo di regione. Nel silenzio
dei molti, ha il coraggio di dire
sempre la sua.
L’Ardire
L’economia in crisi
non dovrebbe portare
a un Piano di sviluppo?
di Giuseppe Saluppo
L
a questione Gam, il caso Ittierre e la faccenda Area di crisi
portano a far pensare alla necessità di un Piano strategico di
sviluppo per il Molise. Mentre la crisi
continua a 'mordere' con forza il sistema
produttivo regionale, ecco che bisognerebbe pensare a un vero e proprio Piano
regionale di sviluppo economico. Ovvero
ad uno strumento, elaborato dalla direzione generale Sviluppo economico, con
il quale la Regione pianifichi l'attuazione
delle politiche economiche per il prossimo quadriennio in materia di industria,
artigianato, commercio, cooperazione,
turismo e settore secondario e terziario.
Un documento agile, fondato su quattro
punti strategici capace di dare delle direttive e fornire linee d'azione tanto per
quanti già operano sul territorio, tanto per
quanti potrebbero mettere un pensierino
sul Molise. Da qui l'idea dell'elaborazione di un Piano con al suo interno concetti chiave per lo sviluppo dei settori
produttivi da fare emergere dagli ambiti
di intervento e relativi obiettivi operativi
fissati dallo stesso piano. Tanto per fare
qualche esempio: innovazione e trasferimento tecnologico, promozione ed internazionalizzazione,
competitività,
integrazione/aggregazione e certificazioni ambientali e sociali delle imprese.
Il tutto, però, senza faraonici e irrealizzabili propositi ma guardando, piuttosto,
alla realtà, alla situazione in essere e da
qui ripartire per garantire sviluppo. Si
tratterebbe, oltremodo, di una sfida necessaria in questo momento di grave crisi
congiunturale. Il Piano, quindi, dovrebbe
essere capace di assicurare quell'articolata rete di azioni e progetti per rilanciare
la produzione e assicurare alle imprese
che operano sul territorio i necessari
punti d'appoggio. Non guastarebbe, allora, definire una strategia d’azione capace di far guardare al domani l’intero
territorio regionale.
IL NOSTRO
TAPIRO
IL NOSTRO
OSCAR
Quotidiano - Registrato al Tribunale di Campobasso atto in attesa di registrazione
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viMarFa ediZioni sede legale via Normanno, 14 86100 campobasso
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Pietro Maio
Il Tapiro del giorno lo diamo a Pietro Maio. C’era l’attesa a Campobasso per l’apertura del parcheggio a
servizio dello stadio Romagnoli che,
purtroppo, resterà ancora una volta
chiuso. Sono tre anni che va avanti
questa storia. Possibile, che non si
riesca a porre la parola fine e chiudere la questione?
Visto che il Comune di Campobasso
non ha i fondi per acquistarlo, non era
il caso di trovare una soluzione ragionevole?
Servizio a pag.3
Campobasso
Scuola via Kennedy,
Durante prova
a giustificarsi
Da scuola di via Kennedy non si
tocca”, al voto favorevole alla
vendita. Durante prova a spiegarsi
Lavoro
Giornata decisiva per la Gam
I sindacati: “Garantire
i 280 lavoratori”
Oggi a Roma nuovo incontro per la
vertenza Gam. I sindacati ribadiscono
“tutelare i 280 lavoratori”.
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3 febbraio 2017
Contro il silenzio della politica e l’assuefazione della coscienza civile
In due, Domenico Di Lisa e Gigino D’Angelo,
anime di sinistra, hanno denunciato l’infigardia regionale sulla riduzione degli emolumenti
e sul regolamento dello Satuto
Occorre un argine allo spreco della spesa pubblica e al costo della politica riducendo l’abnormità di compensi mensili oltre i diecimila euro a fronte di chi, per vivere, ne prende cinquecento
In due, Domenico Di Lisa e Gigino D’Angelo, anime della sinistra, coraggiosamente contro il
tentativo da parte degli amministratori regionali di glissare ancora un volta sulla questione che
li vede “imputati” di eccesso di
emolumenti, visibilmente e intollerabilmente incompatibili con le
condizioni di vita della maggioranza dei molisani, specie di
quelli che con la pensione sociale
e i giovani disoccupati. In due,
nella conferenza stampa in cui
hanno messo il dito nella piaga, a
spiegare che se avesse vinto il Sì
al referendum sulla riforma costituzionale, gli emolumenti dei
consiglieri regionali si sarebbero
dovuti adeguare all’emolumento
percepito dal sindaco del capoluogo di Regione. Insomma, Frattura, per dire, avrebbe dovuto
guadagnare quanto guadagna il
sindaco Battista. E’ stato preso ad
esempio Frattura perché, più di
ogni altro, ha svolto una radicale
campagna referendaria per il Sì,
compresa la propagandata (da
Renzi) azione di contenimento
della spesa pubblica e del costo
della politica. Per cui, hanno rilevato Di Lisa e D’Angelo, era logico, corretto, e apprezzabile, che
il presidente Frattura e tutti coloro
che hanno votato Sì, si facessero
promotori e, soprattutto, attuatori
di una legge ordinaria, collegata
alla legge di stabilità e al Bilancio, che riportasse lo spirito e la
lettera della riduzione della spesa
pubblica e del costo della politica.
Su questo aspetto i due sono stati
puntuali, chiari e circostanziati,
dimostrando che non averlo fatto
e nemmeno pensato, è la dimostrazione di quanto sia ingannevole la parola e quanto
strumentale l’atteggiamento di
coloro che sono predisposti all’inganno, e camaleonticamente
si adattano alle circostanze. E se
Oggi si terrà al Ministero dello sviluppo economico un incontro per la
vertenza GAM, sarà un incontro
importante poiché si discuterà del
futuro di 280 lavoratori, quindi è
necessario escludere passi falsi ed
ambiguità.
“Siamo tutti chiamati a serietà e responsabilità, a partire dalla Regione
che dovrà tenere fede agli impegni
presi, esplicitando le azioni di politiche attive da mettere in campo per
accompagnare i lavoratori e dando
certezze sui tempi e le risorse”. Lo
sostengono, in una nota, le segreterie sindacali nazionali che attendono
una soluzione definitiva per la filiera avicola molisana.
“E’ da tempo che chiediamo risposte
concrete: l’auspicio è che la Regione
si presenti al tavolo con gli elementi
c’è una circostanza cui soprattutto
gli amministratori regionali si dovrebbero adattare è quella di rendere compatibile
i loro
emolumenti con le condizioni di
difficoltà (e di
sofferenza) di una larga parte
della gente molisana. Non è metterla sul morale e sul pietismo,
ma sulla necessità che il verbo
della politica e la responsabilità di
chi gestisce il bene comune siano
suffragati dagli atti concreti e
consequenziali. Se avesse vinto il
Sì, come auspicava Frattura e
quant’altri come lui, avrebbero
celebrato la magnificenza e la
lungimiranza di una scelta che finalmente poneva un argine allo
spreco e soprattutto limitava sostanzialmente il costo della politica riducendo l’abnormità di
compensi mensili oltre i diecimila
euro a fronte di chi, per vivere, ne
prende cinquecento. Ciò andava
detto ed è stato detto, in maniera
chiara, ragionata, approfondita,
allo scopo di non lasciare ancora
una volta che fosse l’assenza di
coscienza critica a coprire l’infingardia degli amministratori regionali.
L’infingardia:
male
incurabile nella sfera politica e
amministrativa quando c’è da
realizzare equità e giustizia sociale, quando c’è da garantire al
popolo l’esercizio dei suoi diritti
fondamentale tra cui, non va mai
dimenticato, l’esercizio referendario. Che nel Molise, per colpa
dell’infingardia dei regionali, è
impedito dalla mancanza di una
legge che lo regolamenti. E senza
regolamento, ai molisani non è
possibile chiedere l’indizione di
un referendum e, soprattutto,
esercitarlo. Come sarebbe naturale chiederlo ed esercitarlo sulla
riduzione degli emolumenti dei
consiglieri regionali, perché siano
adeguati all’emolumento del sindaco di Campobasso. Scandalosamente per anni il presidente
Frattura non ha promulgato il
nuovo Statuto, costrettovi sotto la
minaccia di ricorrere al capo dello
Stato; scandalosamente, sono
anni che allo Statuto così faticosamente promulgato non seguono
i provvedimenti per applicarlo.
Anche questo aspetto è stato nelle
corde della conferenza stampa di
Di Lisa e D’Angelo, a scorno dei
consiglieri regionali che a Palazzo D’Aimmo siedono all’opposizione inerti e silenti. A
godersi i ridondanti emolumenti.
Dardo
I sindacati nazionali: “Vertenza Gam,
garantire tutti i 280 lavoratori”
necessari per rendere possibile un accordo a salvaguardia di 280
lavoratori e delle loro famiglie.
All’Agricola Vicentina chiediamo di
presentarci il dettaglio del Piano industriale e i tempi di ripresa dell’attività per ricominciare a scrivere il
futuro di una importante realtà occupazionale e strategica per il rilancio e lo sviluppo dell’intera
Regione.
Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil, alla
presenza di un imprenditore del settore con cui confrontarsi, vedono
concrete possibilità per il rilancio
della filiera avicola molisana. Al
contempo si ribadisce che nessuno
può sfuggire dalle responsabilità e
dagli impegni presi: i 280 lavoratori
si aspettano risposte.
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3 febbraio 2017
Il Comune dice di non avere i soldi per acquistare l’edificio ma la proprietà non può
realizzare il nuovo manufatto. La ditta: “Abbiamo cercato tutte le soluzioni. Assurdo”
Vicenda ex Ariston, il Comune si
dice in attesa della decisione del
Consiglio di Stato a novembre,
non avendo i soldi per acquistare
l'immobile, mentre quell'area
continua e continuerà a restare
nel degrado. Si scegli, cioè, di
non scegliere. Intanto, la GPE
GROUP,nella persona del suo
amministratore dottor Massimo
D’Onofrio,esprime tutto il proprio rammarico in seguito agli ultimi avvenimenti accaduti negli
ultimi due mesi che hanno decretato l’ennesimo nulla di fatto con
il comune di Campobasso. "Tutto
e’ iniziato quando nostri collaboratori sono stati convocati dal sindaco Battista per cercare di
trovare una soluzione che permettesse, innanzitutto, di mettere
in sicurezza lo stabile che ospitava il vecchio cinema Ariston
per poi ovviamente proseguire
con la realizzazione del progetto
che il Tar Molise nel mese di agosto ha decretato valido e corretto.
Si volevano porre le basi per addivenire ad una soluzione pacifica dei contenziosi,dopo che lo
stesso titolo che ci era stato assegnato dal Tar ci era stato revocato
dall’architetto Iannelli (dirigente
del settore urbanistica) il mese
precedente. Dal primo istante, i
nostri tecnici si sono posti in maniera collaborativa e propositiva
con l’architetto Iannell; si sono
susseguite decine di incontri,riunioni,ci sono state proposte soluimmediatamente
zioni
assecondate da tecnici e legali,ci
era stato assicurato che avremmo
risolto questa vicenda annosa in
pochi giorni.le settimane passavano,i tavoli tecnici si susseguivano,la linea politica da parte di
sindaco e assessore all’urbanistica veniva scandita ripetutarassicurazioni
mente,ampie
arrivavano da piu’ parti, la volontà politica era quella di risolvere contenziosi e di lasciar via
libera al privato, considerato che
ufficialmente il comune di Cam-
“Ex Ariston, politica immobile”
pobasso non ha ne’ la volonta’ , ne’
soprattutto fondi per acquistare e
ristrutturare quell’edificio. Si voleva dare un’ulteriore accelerazione a questa soluzione per
diversi motivi:la GPE GROUP
proponeva di riniziare subito i lavori in modo da non perdere un
secondo finanziamento bancario
di parecchi milioni di euro(dopo
che sempre per ritardi dell’ufficio
tecnico del comune di Campobasso si era gia’ perso un primo
finanziamento milionario) rinunciando a qualsiasi tipo di contenzioso,richiesta di risarcimenti
milionaria compresa in caso di
vittoria di contenziosi;contestualmente i nostri tecnici avevano
preso l’impegno a fornire a titolo
totalmente gratuito una progettazione esecutiva di una scuola su
un’area individuata dal consiglio
comunale e l’immediato inizio
dei lavori di realizzazione della
stessa vista l’emergenza presente
in citta’ per quanto concerne
l’edilizia scolastica. Oltre a questo c’era la piena disponibilita’ ad
arredare,mettere a norma e far ri-
“Al Governo ora il compito di emanare
subito i decreti delegati recependo l’impegno contenuto nell’ordine del giorno”.
Lo sostiene il senatore, Roberto Ruta.
“Nella delega al Governo per il riordino
delle disposizioni legislative in materia di
sistema nazionale della protezione civile,
è stato approvato l’ordine del giorno che
ho presentato che impegna il Governo a
consentire alla regione di avvalersi, attraverso la stipula in deroga di nuovi contratti, con durata massima di 36 mesi, del
personale precario che presta o ha prestato servizio presso le proprie strutture
o presso gli altri enti locali della regione,
vivere sempre a nostre spese due
spazi culturali come l’auditorium
del complesso residenziale “citta’
nella citta’ “(mai inaugurato fino
ad oggi) e l’auditorium della
scuola Montini. Parte del tanto
amato Ariston avrebbe continuato
a vivere in due spazi culturali
della citta’. ….ed invece no,questa “mano tesa” al sindaco Battista,all’assessore Chierchia ed alla
dottoressa Iannelli non e’ bastata
per far prendere loro una decisione e per far si’ che non si venissero a creare nel prossimo
futuro incidenti spiacevoli nella
zona circostante l’ex cinema ariston e che non si chiedessero
danni per decine di milioni di
euro alla citta’ di Campobasso ma
soprattutto ,oseremmo dire,che si
ridesse vitalita’ ad un settore edile
al collasso nella regione Molise
oltre a dare un po’ di respiro ad
imprese e lavoratori che gravitano in tutto l’indotto delle costruzioni considerata la portata
dell’intervento. Cosa si e’ deciso
di fare invece? Di non decidere,di
delegare altri,di temporeggiare
sapendo che da lunedì sera il consiquasi
comunale
glio
all’unanimità ha deciso che non
acquisterà mai quella struttura
,facendo correre grossi rischi alla
cittadinanza con la struttura in
quelle condizioni ,esponendo la
stessa a risarcimenti ingenti(a
giorni scadrà il secondo contratto
di finanziamento bancario milionario per la realizzazione di questo progetto oltre a tutti i danni
già subiti in questi anni) ma soprattutto privando decine di fami-
glie molisane della possibilità di
lavoro e sviluppo. Le conseguenze a questo punto quali saranno? Che la struttura resterà
cosi’ com’e’ per almeno un altro
anno, con tutti i rischi del
caso,che se dovessimo vincere i
contenziosi gli amministratori del
comune di Campobasso unitamente ai dirigenti da loro designati con il loro lassismo
obbligheranno i cittadini a risarcimenti di decine di milioni di
euro nei nostri confronti e nei
confronti dell’attuale proprietà
dell’ex Ariston,ma soprattutto che
verra’ privata di un’enorme possibilita’ di sviluppo e riqualificazione urbana la cittadinanza(sono
rimasti inascoltati tutti gli appelli
di numerosi cittadini pervenuti
a palazzo san
Giorgio). Tutto
questo con quali
?
alternative
Nessuna!perche’
non esistono alternative e pernessuno
che’
acquisterà mai
quello stabile
per mantenere
quel tipo di destinazione
d’uso…noi il
progetto lo realizzeremo con anni di ritardo nonostante gli innumerevoli danni
ma a che prezzo per la città?
Chiediamo a tutta la città di Campobasso: a chi conviene questa
soluzione? Chi esce vincitore da
questo impasse ancora una volta
generato dal comune di Campobasso? Ad oggi riteniamo che a
perdere siamo tutti noi….perche’
per motivi sconosciuti e per strategie oscure a tutti noi paga conseguenze salatissime tutta la città
di Campobasso!"
Ruta: “I precari della Protezione civile
potranno avere una nuova possibilità”
per
almeno 1 anno negli ultimi 5, alla data di
pubblicazione della presente legge, in attuazione di provvedimenti governativi
che hanno consentito la stipulazione di
contratti a termine a seguito di concorso
pubblico.
L’ordine del giorno votato a larga maggioranza dall’Aula ha lo stesso contenuto
dell’emendamento 1.500 (testo 2) che
avevo presentato ma su cui gravava il parere della commissione bilancio ex art. 81
della
Costituzione.
Ora al Governo l’onere di recepire il contenuto dell’ordine del giorno nei decreti
delegati che dovrà emanare
per rendere operativo il riordino, tanto necessario quanto
urgente, del sistema nazionale della protezione civile.
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3 febbraio 2017
Una proposta di legge per farci respirare meglio
A smontare le Province, a
svuotarle di compiti e di finalità, a renderle uno spezzone
della Pubblica Amministrazione tutto ancora da definire e
da stabilire, a privarle di personale e di finanziamenti c’è voluto poco: una legge, detta
Delrio, che si va rilevando in
tutta la sua precaria costruzione
e interpretazione: un inguacchio giuridico, un mostriciattolo (di demagogia) figlio
dell’infatuata campagna riformista del governo Renzi. A
smontarle, dunque, c’è voluto
poco. Ci vuole molto, invece,
per mettere ordine al disordine
istituzionale che n’è conseguito. In questo contesto ordinativo si deve pertanto
assumere la proposta di legge
in materia di inquinamento atmosferico e tutela dell’aria approvata nei giorni scorsi dalla
giunta regionale. Se ne occupava la Provincia; se ne occuperà la Regione. Una delle
tante competenze trasferite per
legge dello Stato (Delrio) e per
legge regionale, la numero 18
del 10 dicembre 2015. Il combinato disposto in questo caso
riguarda per un verso il riordino delle funzioni non fondamentali della Provincia, e per
l’altro verso il riassetto organizzativo del sistema Regione.
Come diciamo è venuta fuori la
proposta di legge di cui stiamo
parlando, che la giunta ha approvato, da sottoporre al giudizio definitivo del consiglio
regionale. Inutile dire che
anche in questo caso non sono
stati rispettati i tempi né le disposizioni. La Regione si conferma ciò
ch’è: un ente strutturalmente
La Regione ha riassunto le competenze
in precedenza delegate alle Province
A smontare le Province, a svuotarle di compiti e di finalità, a privarle di personale
e di finanziamenti c’è voluto poco: una legge, detta Delrio: un inguacchio giuridico,
un mostriciattolo (di demagogia) figlio dell’infatuata campagna riformista del governo Renzi
lento
e arzigogolato. Ciò che ha deliberato il 30 gennaio 2017,
avrebbe dovuto deliberarlo
entro 150 giorni dall’entrata in
vigore della legge regionale
18/2015. Comunque, meglio
tardi che mai. Soprattutto
quando di mezzo vi sono questioni ambientali e il miglioramento, in questo caso, della
qualità dell’aria che respiriamo. Vediamoli dunque quali
sono gli obiettivi che la proposta di legge si pone. Innanzi
tutto la riallocazione in capo
alla Regione di tutte le competenze in precedenza delegate
alle Province, per le quali il
Testo Unico Ambientale indivi-
TERMOLI. Manifestazione di
protesta alla Vibac di Termoli.
“Nel rilevare la piena riuscita
della protesta del 1 febbraio, va
sottolineato che persistono tutte
le motivazioni che l’hanno generata e
cioè: Contestazioni e provvedimenti disciplinari a pioggia e spesso non motivate; Organizzazione della Manutenzione
inefficiente ed inefficace; Sicurezza delle
macchine inficiata da molti bypass; Sicurezza degli spazi di lavoro compromessa
dal troppo ingombro di materie prime e
semilavorati; Organizzazione carente con
reparti <<colli di bottiglia>> che pregiudicano l’efficienza produttiva e la sicurezza dello stabilimento; lunedì 6
febbraio si farà l’assemblea dei lavoratori
e democraticamente si deciderà come
proseguire la protesta o come interromperla, nel caso che l’azienda convochi le
dua
le Regioni quali autorità competente; il riallineamento della
normativa regionale alle disposizioni contenute nel decreto
legislativo 155/2010 (attuadirettiva
della
zione
2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per
un’aria più pulita in Europa),
con particolare riferimento agli
aspetti pianificatori e alle misure atte a mantenere i livelli di
inquinanti in atmosfera al di
sotto dei valori limite, dei livelli critici e dei valori obiettivo; la riformulazione delle
competenze dei Comuni in materia di qualità dell’aria, in accordo con le disposizioni
c o n tenute nel decreto legislativo
sopra detto; la ridefinizione del
Sistema regionale di rilevamento della qualità dell’aria
ambiente; la soppressione dell’inventario provinciale delle
emissioni e la rivalutazione
dell’inventario regionale. Interessante è il riallineamento
della normativa regionale alle
disposizioni attuative della direttiva 2008/50/ della Comunità europea. Ciò significa
intraprendere misure concrete
per monitorare la purezza dell’aria ambiente (o esterna) ed
eliminare qualsiasi inquinante
(biossido di zolfo, biossido di
azoto, particolato, piombo,
benzene e monossido di carbonio).
Significa introdurre piani per la
qualità dell’aria che correggano la situazione e piani
d’azione quali ad esempio la
riduzione del traffico stradale o
determinate attività industriali.
Questo all’ingrosso. Nel dettaglio la direttiva stabilisce una
serie d’interventi da compiersi
entro il 2020 per avere di fatto
un miglioramento della qualità
dell’aria che respiriamo e una
maggiore salvaguardia della
salute. Siamo (l’Italia e il
Molise) gravemente in ritardo.
La proposta di legge cerca di
recuperare. Essa si compone di
12 articoli che individuano le
finalità e il campo di applicazione della legge regionale; le
funzioni della Regione, dei Comuni e dell’Arpa Molise; le
procedure per la predisposizione del piano regionale integrato per la qualità dell’aria e
dei piani di azione, e l’istituzione del sistema regionale di
rilevamento della qualità dell’aria e per l’inventario regionale delle emissioni in
atmosfera. Risposta ad una necessità (la qualità dell’aria) al
limite dell’urgenza.
Dardo
I sindacati: “Alla Vibac da ristabilire
normali relazioni tra le parti”
parti
per avviare un percorso virtuoso di ripresa delle relazioni e di risoluzione dei
problemi“. Lo scrivono, in una nota, le
organizzazioni sindacali di categoria. “Il
futuro dell’azienda è di nuovo in mano a
chi la dirige perché le maestranze, molto
responsabilmente, vogliono uno stabilimento efficiente, produttivo e tecnologicamente all’avanguardia. Non vogliono
una cattiva gestione dei processi produttivi, una gestione del personale dispotica
e conflittuale, preferendo a ciò il coinvolgimento nelle decisioni attraverso le
RSU ed una gestione complessiva con
rapporti di rispetto reciproco.
Le
maestranze reagiscono ai
comportamenti dell’azienda,
mentre qualcuno vorrebbe far
passare il concetto che agiscono e protestano senza ragione!
Reagiscono
positivamente ad una gestione della Vibac corretta e
negativamente ad una gestione scorretta ed inefficiente sia sul versante
produttivo che di relazioni
sindacali; ora siamo ovviamente nel secondo caso“.
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3 febbraio 2017
Excusatio non petita, accusatio manifesta
Michele Durante sulla scuola di
Via Kenendy: “Ho fatto tutto quello
che un amministratore pubblico deve fare”
Una cosa rinfranca il cronista una volta raggiunta l’intesa tra la Regione Molise e il Comune capoluogo sulla riprogrammazione dell’accordo di programma sottoscritto da Michele Iorio e da Peppe Di
Fabio: la fine delle polemiche e delle strumentalizzazioni intorno alla sicurezza sismica delle scuole
“Mi rivolgo direttamente ai cittadini
campobassani e agli abitanti della
zona di via Kennedy, con i quali ho
portato avanti negli scorsi anni una
battaglia in difesa della scuola S.
D’Acquisto e dell’edificio di proprietà comunale che la ospitava, perché ci sia chiarezza, e non ‘caciara’,
sugli eventi che hanno portato l’amministrazione comunale a inserire
l’edifico e l’area di pertinenza nel
piano delle future alienazioni”. Con
queste parole Michele Durante, attuale presidente del Consiglio comunale di Campobasso, interviene
sulla vicenda, nota ai cittadini campobassani, con l’evidente intenzione
di smorzare polemiche e strumentalizzazioni che già sono nell’aria.“Ho
fatto tutto quello che un amministratore pubblico deve fare: ho difeso la scuola e l’uso pubblico
dell’edificio, chiuso con un’ordinanza per motivi di sicurezza; a quel
tempo, eravamo nel 2010, temevo
che quel tipo di chiusura, di fatto,
depauperasse il valore della struttura
e della stessa area; ho evitato, anche
con la raccolta firme dei cittadini di
Campobasso, che area ed edificio
fossero messi in vendita, all’epoca
con criteri di emergenza, al fine di
evitare le possibili speculazioni di
cui oggi si ha timore; ho continuato
ad insistere, anche con il sindaco
Battista, affinché si potesse recuperare quell’edificio così importante
per un uso pubblico e possibilmente
scolastico, tanto è vero - continua
Durante - che ancora nel 2016 lo
Lettera Aperta
Lettera aperta di un ex scolaro della scuola “Kennedy”
di Campobasso oggi destinata
a sparire da via Kennedy
Settembre1982: avevo sei anni
e con la mia cartella sulle spalle
mi recavo, accompagnato da
mia madre, nella scuola elementare “John Fitzgerald Kennedy”, situata nell’omonima
strada. Vi ho trascorso gli anni
più belli della mia vita, tra compagni fedeli e schietti, ambienti
nefici di legge per l’aumento delle
edificazioni, e su questo non c’è
alcun dubbio; tra l’altro spetterà alle
strutture comunali, verso le quali
nutro una fiducia incondizionata,
elaborare la stima di valorizzazione;
già hanno fatto un ottimo lavoro per
l’area di via D’Amato, basta andare
a vedere la stima finale. E comunque - ha concluso il presidente Durante - il procedimento avrà ancora
l’attenzione del Consiglio comunale, ad ulteriore garanzia e pubblicità degli atti”.
stesso vedeva un’ipotesi di finanziamento per il recupero nei piani dell’amministrazione comunale, ma
poi è successo quello che è sotto gli
occhi di tutti:
l’amministrazione comunale ha dovuto chiudere, nel corso dell’anno
2016, ben quindici scuole! Quindici
plessi scolastici sono stati inibiti all’attività scolastica per motivi di vulnerabilità sismica che ci hanno
obbligato a ripensare alcuni interventi; su alcuni di questi edifici, tra
l’altro, erano stati eseguiti lavori di
miglioramento sismico per diversi
milioni di euro, dal 2012 in poi”.
Oggi “l’amministrazione comunale
- ha sottolineato Durante - ha finalmente realizzato una programmazione generale sulle infrastrutture,
per creare a Campobasso quattro
aree scolastiche, che copriranno il
territorio e serviranno la popolazione in maniera diffusa e corretta;
questa programmazione comprende
la territorialità, nel quartiere di Vazzieri, dell’Istituto Petrone con scuola
dell’Infanzia, Primaria e scuola
Media. In questo nuovo e complesso
contesto, un investimento per l’abbattimento e la ricostruzione dell’edificio di via Kennedy
risulterebbe antieconomico e sono
convinto che la strada intrapresa è
quella giusta”. A questo punto, “mi
chiedo: di fronte a questi nuovi indirizzi dell’amministrazione, i cittadini residenti della zona cosa
preferiscono? Avere per trent’anni
dentro casa un edificio degradato
stile ex Roxy, con tutti i problemi
connessi, o vedere una riqualificazione dell’area, seppure di iniziativa
privata, dalla quale sicuramente si
trarranno vantaggi di carattere generale?”. Infine, “c’è un altro aspetto
della vicenda che è meglio chiarire
in via definitiva: l’area di via Kennedy, quando sarà venduta, lo sarà
ai prezzi di mercato considerati i be-
________
(Ndr) - Non avevamo dubbi che il
consigliere Michele Durante, nonché presidente del consiglio comunale, aggiungesse una sua
valutazione alle critiche che lo
hanno investito nel momento in cui,
votando a favore della messa in vendita della struttura scolastica di Via
Kennedy, ha di fatto azzerato le motivazioni e lo spirito che lo hanno
animato per anni in difesa di quella
scuola in quel luogo. Una difesa ad
oltranza anche di fronte alle ragioni
(molto speciose) che hanno portato
alla chiusura di quello stabile, lasciato inutilizzato perché degradasse e si prestasse a tutte le
possibili forme di speculazione.
Un viatico fin troppo evidente perché potesse sfuggire al consigliere/presidente che però, nella
ricostruzione delle vicende che lo
hanno assimilato a coloro che
hanno ritenuto, senza avvertire il
peso della loro inettitudine amministrativa, prima chiudere e quindi
vendere quel bene pubblico in favore della speculazione edilizia, ha
accuratamente evitato. Giungendo
ad affermare che dalla riqualificazione dell’area dove sorge il plesso
scolastico, “seppure di iniziativa
privata”, i cittadini trarranno vantaggi di carattere generale. Sì,
certo: un maggior carico demografico, un appesantimento dei servizi
pubblici, un aggravamento del traffico e della sosta. Se le ragioni per
cui s’è battuto in favore della Kennedy erano sentite e profonde, cosa
che ci sentiamo di accreditare, non
possono, soprattutto a posteriore,
combaciare col voto positivo alla
vendita e alle sue motivazioni.
Un’orgogliosa astensione lo
avrebbe meglio e certamente gratificato agli occhi di quanti, votandolo, hanno condiviso il senso e il
merito di quella campagna elettorale al grido di “Giù le mani dalla
scuola di Via Kennedy”. Una cosa
rinfranca il cronista e, vogliamo
credere, il popolo campobassano
una volta raggiunta l’intesa tra la
Regione Molise e il Comune capoluogo sulla riprogrammazione dell’accordo di programma sottoscritto
da Michele Iorio e da Peppe Di
Fabio: la fine delle polemiche e
delle strumentalizzazioni intorno
alla sicurezza sismica delle scuole,
e il recupero di 11 milioni di euro da
destinare all’edilizia scolastica.
Quella scuola non deve essere abbattuta
luminosi, attività ricreative
post-scholam ed una maestra a
cui devo moltissimo.
Quando parlavo con amichetti
che frequentavano altre scuole,
mi rattristavo per loro, perchè
non riuscivo a capire come potessero recarsi in edifici tanto
tetri.
Febbraio 2017: ora, invece, mi
rattristo al solo pensiero delle
condizioni in cui versa l’edificio, tra proclami non credibili
ed atteggiamento colpevol-
mente silente dell’amministrazione comunale. Quando, prima
della chiusura, sollevai la questione dello scarso livello di sicurezza
della scuola, fui tacciato di allarmismo infondato, mentre ora,
solo a seguito dei tragici eventi
che hanno colpito il Centro Italia, si fomenta la piazza, si
scrive ai quotidiani, si lotta uniti
come mai si è fatto per problemi
ben più ponderosi della città.
Detto in tutta onestà, sono
molto perplesso da questi comportamenti schizofrenici, che
hanno taciuto sulla struttura di
via Kennedy, mentre hanno agitato le acque per altre strutture.
Un quartiere come Principe di
Piemonte, di per sè dotato di
pochi servizi, DEVE avere una
scuola, un edificio che costituisca la vera fonte di aggregazione per I bambini della zona,
rimanendo aperto anche per attività extra-scolastiche. E invece, assistiamo all’inspiegabile
retromarcia di un consigliere
che l’aveva difesa a spada tratta,
così come all’imbarazzante silenzio di tutto l’entourage del
sindaco.
L’indignazione nei confronti di
scuole pericolanti non va a intermittenza, e trovo ridicolo dovermi affidare alle pagine di un
giornale nella speranza che
qualche coscienza si desti.
Un ex scolaro deluso
Donato Paolucci