le strutture sottoposte a trattamenti con sali disgelanti
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le strutture sottoposte a trattamenti con sali disgelanti
BBC Betonrossi Basic Concrete a cura di Luigi Coppola e del Servizio Tecnologico di Betonrossi S.p.A. 30 LE STRUTTURE SOTTOPOSTE A TRATTAMENTI CON SALI DISGELANTI I sali disgelanti più comunemente impiegati per la rimozione del ghiaccio o per prevenirne la formazione nel settore stradale ed autostradale, e nelle pavimentazioni esterne sono costituiti generalmente da cloruro di calcio oppure da miscele di questo sale con cloruro di sodio eventualmente mescolati con pietrisco di frantumazione per aumentare l’aderenza dei pneumatici al fondo stradale. Il degrado in climi rigidi è ulteriormente esaltato in presenza di sali disgelanti e si esplica a seguito di diversi processi (chimici, fisici ed elettrochimici) che si manifestano simultaneamente nelle strutture reali. Meccanismi di degrado connessi con l’utilizzo dei sali disgelanti nelle strutture in calcestruzzo armato. AZIONE DEGRADANTE DI TIPO: TIPO DI SALE DISGELANTE Chimico Fisico Elettrochimico CaCl2 Si Si Si NaCl No* Si Si * In presenza di aggregati alcali-reattivi il cloruro di sodio utilizzato come sale cesso di degrado per reazione alcali-aggregato. disgelante può contribuire al pro- Il meccanismo fisico di degrado è di gran lunga prevalente nelle strutture orizzontali in conglomerato cementizio che vengono a diretto contatto con i sali disgelanti come accade nelle strade in calcestruzzo (prive del manto in conglomerato bituminoso), nelle pavimentazioni esterne, nelle rampe esterne di accesso a garage e parcheggi. Negli elementi strutturali sottoposti agli schizzi contenenti sali disgelanti prodotti dalle ruote degli autoveicoli (cunette in calcestruzzo, cordoli, zone basse di muri di sostegno vicini al ciglio della strada, barriere New Jersey, etc.) ed in quelli che vengono in contatto con soluzioni liquide di sali disgelanti a base di cloruro, il meccanismo di degrado include sia l’azione fisica che il processo elettrochimico di corrosione delle barre di armatura. Questi ultimi meccanismi, inoltre, diventano predominanti nelle zone sottostanti gli impalcati da ponte in corrispondenza di quelle porzioni degli elementi strutturali ove per difetti nella raccolta delle acque provenienti dall’estradosso della struttura si ha il ristagno delle soluzioni contenenti cloruro. E’ il caso, ad esempio, delle zone verticali della soletta dell’impalcato, delle travi di riva più sporgenti, delle zone dei pulvini dove sono localizzati gli apparecchi di appoggio delle travi (baggioli) ed in generale delle porzioni degli elementi strutturali sottostanti i giunti dell’impalcato. Prescrizioni di capitolato per le strutture esposte ai sali disgelanti A causa del sommarsi di diversi effetti il degrado in presenza di sali disgelanti è molto più marcato di quello che si registra per il solo effetto dell’esposizione ai cicli di gelo-disgelo, conseguentemente anche i provvedimenti da adottare (Tabella seguente) relativamente alla composizione del calcestruzzo risultano molto più restrittivi. 85 BBC Betonrossi Basic Concrete a cura di Luigi Coppola e del Servizio Tecnologico di Betonrossi S.p.A. Prescrizioni di capitolato per strutture aeree esposte ai cicli di gelo-disgelo in presenza di sali disgelanti (tra parentesi quadrata i valori suggeriti dalla norma europea. Per l’aria si riportano anche i valori suggeriti tra parentesi graffe). PRESCRIZIONE DI CAPITOLATO XF2 XF4 (a/c)max 0.50 [0.55] 0.45 [0.45] Classe di resistenza minima C25/30 C28/35 [C30/37] Aria inglobata 3%; {5-7.5%} ; [4%] 3%; {5-7.5%} ; [4%] Spacing < 200 µm < 200 µm Aggregati (UNI 12620) F2/MS25 F1/MS18 Dosaggio di cemento minimo (Kg/m3) 340 [300] 360 [340] Nelle strutture orizzontali inoltre congiuntamente alle prescrizioni riportate in Tabella può risultare importante adottare le seguenti precauzioni: - evitare di procedere ad una fratazzatura spinta di tipo meccanico onde ridurre il volume di aria che viene espulso durante questa operazione. - inglobare nell’impasto un volume di aria superiore di 1-2%, rispetto a quello previsto per strutture a sviluppo verticale da gettare all’interno di casseri, per tener conto che parte di questa viene espulsa durante la fratazzatura; - garantire una corretta protezione umida delle superfici per almeno 7 giorni; - realizzare le strutture con almeno due mesi di anticipo rispetto al momento in cui esse verranno sottoposte al primo trattamento con i sali disgelanti; - garantire un corretto smaltimento delle acque realizzando pendenze tese a garantire un rapido deflusso delle stesse; - nei pavimenti poggianti su terreno predisporre sulla massicciata prima del getto del conglomerato dei fogli di politene di sufficiente grammatura per evitare risalita capillare di acqua dal terreno. 86