PIANO FAUNISTICO VENATORIO PROVINCIALE (PFVP) DELLA
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PIANO FAUNISTICO VENATORIO PROVINCIALE (PFVP) DELLA PROVINCIA DI COSENZA RAPPORTO PRELIMINARE VAS ALLEGATO 1 Dettaglio del contesto ambientale Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza INDICE 1 La componente ambientale “Acqua”................................................................................... 3 2 La tematica ambientale “Cambiamenti climatici”............................................................... 5 3 La tematica ambientale “Flora, fauna e biodiversità” ........................................................ 6 4 La componente/tematica ambientale “Suolo, sottosuolo, rischio” ................................. 98 Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 2 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza 1 La componente ambientale “Acqua” Nella tabella 1.1 sono riportati i dati disponibili per la valutazione della qualità biologica delle acque superficiali. Si tratta di dati relativi all’indice I.B.E. (Indice Biotico Esteso)1, il cui scopo è quello di formulare diagnosi di qualità di ambienti di acque correnti sulla base delle modificazioni nella composizione della comunità di macroinvertebrati, indotte da fattori di inquinamento delle acque e dei sedimenti o da significative alterazioni fisico-morfologiche dell'alveo bagnato. I dati illustrati nelle figure sono stati elaborati per la provincia di Cosenza e sono relativi al periodo 2002-2006, a seguito dell’applicazione del D.Lgs. 130/92. CORSO D'ACQUA SAVUTO BUSENTO PUNTO DI MONITORAGGIO IBE 2002 Loc. Spineto (staz. SV-1) 7,5 Loc. ponte per Saliano (staz. SV-2) 11 Loc. ponte nuovo per Carpanzano (staz. SV-3) 2003 2004 12,3 10 9,5 8,3 8 8,5 12 Loc. Persico (staz. SV-4) 10,3 8,5 8,5 10 Loc. sotto ponte per Nocera (staz. SV-5) 8,6 8,6 6,6 6 Loc. Cotura (staz. B-1) 11,7 11 10 Loc. Madrigrano (staz. B-2) 10,7 11,3 9,5 Loc. piazza Valdese (staz. B-3) 5,5 6 6 Loc. Cerasia (staz. ES-1) LAO 1 8,2 11 9,5 11,51 8 9 8,5 Loc. Patriarco (staz. ES-3) 7,5 7 6 Loc. Serricella (staz. MC-1) 10,1 9,6 7 Presso pompe di sollev. (staz. MC2) 6 4,5 7 SP bivio per Bisignano (staz. MC-3) n.e. n.e. n.e. Loc. Pianette (staz. L-1) 11 10 8 Loc. Petroso (staz. L-2) 10,3 10,5 8 Loc. Piano della Corte (staz. L-3) 10 9,5 8 Loc. Grotta del Romito (staz. L-4) 9,2 9,5 Loc. dep. Papasidero (staz. L-5) 9,6 9,2 9 9 7,1 7 10,3 12 11 11 Loc. Malopasso (staz. C-2) 8,6 10 8,5 9 Loc. Caricchio (staz. C-3) 8,6 8 7 confl. Torr. Annea (staz. C-4) 5,4 6,5 4,5 Loc.Bonicose (staz. L-6) CRATI 8,6 8,5 Loc. S. Nicola (staz. ES-0) Loc. Pauciuri (staz. ES-2) 9 9,4 C.da Vadue - Carolei (staz. B-2) MUCONE 2006 8 Domanico (staz. B-1) ESARO 2005 8 Loc. Craticello. (staz. C-1) 6 Rapporto sullo Stato dell’Ambiente ARPACal Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 3 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Loc. Ferramonti (staz.C-5) 4 COSCILE ABATEMARCO 4 4,5 3 7 ponte per Terranova (staz. C-6) 6 7 5,5 C.da Foce (staz. CS-1) 10 11 11,5 a valle di S. Rocco (staz. CS-2) 7,3 8 8 Loc. Cammarata (staz. CS-3) 7,6 7 7,5 10,5 9,5 8 5,5 Antistante vecchio rudere (staz. AB1) Sotto ponte SS (staz. AB-2) Loc. Gaddia (staz. AB-0) Tabella 1.1 2 8 I.B.E. in Provincia di CS (2002-2006). Fonte: Rapporto sullo stato dell’Ambiente Regione Calabria Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 4 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza 2 La tematica ambientale “Cambiamenti climatici” Quale fonte di informazione relativa al contesto climatico si riporta il risultato a cui è pervenuta l’ARPACal nella redazione dell’Indice di Qualità Climatica realizzato nell’ambito del progetto Interreg IIIB Medocc, denominato Desertnet, per il quale è stato necessario indagare su una serie di parametri climatici al fine di individuare sul territorio regionale le aree a rischio desertificazione2. L’Indice di Qualità del Clima (CQI, Climate Quality Index) considera il cumulato medio climatico di precipitazione, aridità ed esposizione dei versanti secondo la considerazione di fondo che la distribuzione annuale e infra-annuale delle precipitazioni e la frequenza degli eventi estremi sono i fattori che contribuiscono maggiormente alla degradazione del suolo nella regione arida e semiarida del Mediterraneo. Nella figura 2.1 è rappresentata la carta regionale dell’indice, mentre nella tabella 2.2 sono riportati i dati di ripartizione delle classi di qualità climatica per la Provincia di Cosenza. Provincia Classe Alta COSENZA Moderata Bassa % 45 54 1 Tabella 2.2 dati di ripartizione delle classi di qualità climatica per la Provincia di Cosenza - Fonte ARPACal Figura 1.1 - Carta dell’indice di qualità climatica (CQI) - Fonte ARPACal 2 Fonte PSR Calabria 2007-2013 Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 5 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza 3 La tematica ambientale “Flora, fauna e biodiversità” Le fonti utilizzate per i dati riferiti alla componente/tematica “flora, fauna e biodiversità”, di seguito riportati, sono: ♦ Piano di Gestione dei SIC della Provincia di Cosenza; ♦ Studio del Dipartimento di Ecologia – UNICAL per la revisione regionale delle ZPS - DGR 350 del 5 maggio 2008; ♦ Quadro Conoscitivo del PFVP. Inquadramento territoriale, sistemi ambientali, vegetazione e biodiversità Nella Provincia di Cosenza si possono distinguere le seguenti unità geomorfologiche: il massiccio calcareo dolomitico del Pollino che rappresenta la propaggine meridionale della catena appenninica, la Catena Costiera Tirrenica e l’Altopiano Silano appartenenti al complesso dell’Arco calabro-peloritano. Le pianure sono di origine alluvionale e si sviluppano in corrispondenza dei principali corsi d’acqua: la più ampia è rappresentata dalla piana di Sibari lungo il tratto terminale del fiume Crati. In generale la vegetazione si diversifica secondo fasce altitudinali che partono dal livello del mare fino alle cime montuose più alte. Il piano basale è caratterizzato dal dominio delle sclerofille: leccete, macchia mediterranea, garighe. Si può distinguere una fascia mediterraneo-arida (OleoCeratonion) ed una fascia mediterraneo-temperata (Quercion ilicis). A partire dai 700-800 fino a circa 1000-1100m s.l.m. si sviluppa la fascia delle caducifoglie termofile caratterizzata da boschi di querce decidue quali il cerro e, più raramente, altre querce (Quercus frainetto, Q. dalechampii, Q. petraea), aceri (Acer neapolitanum, A. monspessulanum, A. campestre) e l’ontano napoletano (Alnus cordata). A questa fascia appartengono anche i boschi di castagno. A quote maggiori, in genere tra i 1100 e i 1600 m s.l.m., la maggiore rigidità del clima favorisce la dominanza del faggio. In situazioni di maggiore aridità e povertà di suolo la faggeta cede il posto alle estese pinete di Pino laricio, soprattutto in Sila, mentre sul Pollino sono presenti popolamenti di Pino loricato Pinus leucodermis. Sul Massiccio del Pollino, oltre i 2000m di quota, si può distinguere una fascia di vegetazione erbacea d’altitudine, oltre il limite degli alberi, caratterizzata da prati a Sesleria tenuifolia, particolarmente ricchi di specie rare e interessanti dal punto di vista fitogeografico. La provincia comprende tutte le fasce altitudinali presenti in Calabria, a partire dal livello del mare fino alle cime più alte del versante meridionale del Massiccio del Pollino (oltre i 2200m s.l.m.). Secondo la classificazione di Rivas-Martinez (1999) nel nostro territorio si possono distinguere le seguenti fasce bioclimatiche: Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 6 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza TERMOMEDITERRANEO SUPERIORE (T= 16-18°C; It da 350 a 399). Il clima è caratterizzato da una spiccata aridità estiva (3 mesi) e da precipitazioni localizzate soprattutto nei mesi autunnali (ottobre risulta il mese più piovoso). Questo termotipo caratterizza le stazioni più termofile del territorio e sul versante jonico si estende fino a circa 300m di quota (Rossano, Calopezzati). Questa area è caratterizzata da boschi termofili di Querceta ilicis. MESOMEDITERRANEO (T= 13-16°C; It da 349 a 210). Sul versante jonico interessa una fascia altitudinale compresa tra i 300 e i 770 m slm. Nel versante occidentale rientrano in questo bioclima anche stazioni poste a quote inferiori (Cosenza, 250 m s.l.m.) La temperatura media annua risulta compresa tra i 15° e i 12,9° C e le precipitazioni, concentrate prevalentemente nei mesi autunnali, sono comprese tra i 1044 e 1399 mm di pioggia annui. Tale fascia risulta caratterizzata da boschi mesofili dell’Erico-Quercionilicise, limitatamente al mesomediterraneo superiore con querceti caducifogli dei Quercetalia pubescenti - petraeae. SUPRAMEDITERRANEO (T= 8-13°C; It da 209 a 70). Caratterizza una fascia altitudinale compresa tra i 770 e i 1050 m di quota. Il clima è caratterizzato da un breve periodo di aridità estiva con precipitazioni massime in autunno. Le precipitazioni medie annue variano dai 1184 ai 1419 mm, e le temperature medie sono comprese tra i 10,8 e i 12,2°C. Le formazioni vegetali che caratterizzano questo termotipo sono soprattutto querceti caducifogli mesofili e, verso il limite superiore, le pinete a pino calabro. MONTANO (T= 6-10°C; It da 180 a 50). Questo bioclima comprende le stazioni situate al di sopra dei 1100 m fino ai 1700 m s.l.m, caratterizzate da precipitazioni consistenti sia in autunno che in inverno (l’ombrotipo delle stazioni varia da iperumido inferiore a subumido superiore). La vegetazione caratteristica di questa fascia è rappresentata da foreste a Fagus sylvatica. Mappa bioclimatica (Blasi et all. 2001): 11 - Mediterraneo oceanico; 21 - Mediterraneo oceanico di transazione; 31 - Temperato oceanico; 33 - Temperato oceanico semicontinentale; 41 - Temperato oceanico di transizione; 42 - Temperato oceanico semicontinentale di transizione. Figura 3.1 - MAPPA BIOCLIMATICA (Blasi et all. 2001) Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 7 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Per quanto riguarda l’uso del suolo, in base al sistema di classificazione CORINE Land-Cover, in provincia di Cosenza il 23% del territorio è occupato da boschi di latifoglie, il 14% da seminativi in aree non irrigue, l’11% da boschi di conifere, il 10% da oliveti, l’8% da colture annuali associate a colture permanenti ed il 6% da boschi misti. Circa il 46% del territorio è destinato a colture intensive. Figura 3.3 - Mappa CORINE Land Cover, IV livello - MATTM 2006 In generale nel territorio provinciale possono essere individuati diversi sistemi ambientali definiti in conformità a caratteristiche fisiche e geografiche: ambito montano del massiccio del Pollino ambito montano della Sila ambito collinare del versante della Sila Greca pendici del Pollino versante tirrenico del Pellegrino ambito vallivo della valle del Crati ambito fluviale del fiume Crati Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 8 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza ambito fluviale del fiume Trionto ambito litoraneo della costiera tirrenica e quello della costa jonica (Brandmayr et al., 1998). Di seguito la mappa delle serie della vegetazione (Bernardo et al., 2005): Figura 3.4 - MAPPA DELLE SERIE DELLA VEGETAZIONE (Bernardo et al., 2005) 5 - Serie appennica degli arbusteti altomontani a ginepro nano (talvolta a mosaico con la serie del pino loricato); 17 - Serie sud-appenninica delle faggete microterme; 18 - Serie sud-appenninica delle faggete termofile; 49 - Serie sud-appenninica delle cerrete mesofile neutro-subacidofile; 51 - Serie sud-appenninica dei boschi acidofili supramediterranei di farnetto; 64 - Serie sud-appenninica mesomediterranea acidofila della quercia virgiliana talvolta a mosaico con sughera, leccio e farnetto; 65 - Serie sud-appenninica termomediterranea della quercia virgiliana; 70 - Serie mesomediterranea umida basifila del leccio; 82 - Serie costiera termomediterranea della macchia a mirto e lentisco; 88 - Geosigmeto meridionale ripariale edafoigrofilo e planiziale dei boschi a ontano, farnia e pioppo bianco; 92 - Geosigmeto termomesomediterraneo della vegetazione delle fiumare; 94 - Geosigmeto costiero della vegetazione psammofila, retrodunale e alofila delle spiagge e dei sistemi dunari recenti. Nel territorio provinciale si possono individuare le seguenti unità di vegetazione potenziale: Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 9 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza sistema di vegetazione delle coste sabbiose, sistema di vegetazione delle scogliere, vegetazione forestale mediterranea dei substrati cristallini, vegetazione forestale mediterranea dei substrati calcarei, vegetazione forestale montana dei substrati cristallini, vegetazione forestale montana dei substrati calcarei, pascoli montani del massiccio del Pollino, vegetazione fluviale e delle aree umide. Alcune di queste unità allo stato attuale sono ancora ben rappresentate nel territorio, soprattutto in ambito montano, mentre altre tipologie sono state profondamente alterate e frammentate dall’attività antropica. In particolare le foreste mediterranee del piano basale, che dovevano caratterizzare la piana di Sibari, sono completamente scomparse e sostituite da coltivazioni estensive arboree e da seminativi. Il litorale sabbioso è caratterizzato da zone di vegetazione ben differenziate, costituite da specie psammofile che grazie a particolari adattamenti morfologici e fisiologici riescono a vivere in un ambiente piuttosto ostile alla vita vegetale. Dalla linea della battigia procedendo verso l’interno, si ha una seriazione della vegetazione: si distinguono, infatti, le dune costiere o primarie, dune bianche o secondarie e dune grigie o stabilizzate. Ciascuna di esse costituisce un habitat con caratteristiche ambientali peculiari. Le scogliere marittime e le falesie costituiscono forse l’elemento paesaggistico più suggestivo di tratto tirrenico dell’area. Anche in questo caso si tratta di comunità specializzate, capaci di resistere ai costanti spruzzi di acqua marina; molte sono le specie ad habitus succulento, risultato di un adattamento estremo all’aridità fisiologica determinata dalle alte concentrazioni di sale. La vegetazione è fortemente discontinua a causa del substrato particolarmente duro che può essere colonizzato solo lungo le linee di frattura e negli anfratti dove si accumulano le sostanze organiche; le superfici rocciose ospitano ricche comunità di licheni. Il complesso di vegetazione delle rupi è in genere caratterizzato dalla dominanza di specie legnose a portamento pulvinare o strisciante: comunità a Dianthus rupicola ed a Capparis spinosa sulle falesie più ripide, garighe ad Euphorbia dendroides e Artemisia arborescens sui pendii meno acclivi. La vegetazione potenziale della fascia basale del territorio è rappresentata dalla lecceta, che trova il suo optimum sulle superfici inclinate e povere di suoli, favorita dall’apporto di aria umida proveniente dal mare. La lecceta dei substrati acidi caratteristici del versante della Sila Greca è caratterizzata dalla ricchezza di elementi acidofili quali l’erica arborea, il corbezzolo, etc. Su calcare al leccio si associano specie quali Acer campestre, Fraxinus ornus, Corylus avellana, Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 10 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Sorbus domestica, Ostrya carpinifolia. Lo strato arbustivo è caratterizzato da Coronilla emerus, Prunus spinosa, Crataegus monogyna. Spesso ai boschi sempreverdi di leccio si alternano o si mescolano formazioni a querce decidue termofile come la roverella (Quercus virgiliana), intercalate da ampie aree coltivate. Questi boschi, anche se notevolmente impoveriti e degradati, rappresentano lembi relitti della vegetazione forestale originaria del piano basale e rappresentano delle isole di biodiversità in un territorio antropizzato. Più frequenti sono gli aspetti di degradazione delle foreste mediterranee rappresentate da macchia a Erica arborea su substrati silicei, Erica multiflora su calcare. Dappertutto sono presenti arbusteti a Spartium junceum e Cistus salvifolius, specie legnose capaci di colonizzare aree non più coltivate. La fascia sub-montana è caratterizzata da fitocenosi a querce caducifoglie mesofile caratterizzate prevalentemente da Cerro (Quercus cerris) e Farnetto (Quercus frainetto) a cui si associano altre specie arboree come Quercus pubescens, Acer pseudoplatanus, Sorbus torminalis. Il Castagno (Castanea sativa) si sostituisce spesso ai querceti originari. A quote superiori ai 1000m slm l’essenza arborea dominante è rappresentata dal faggio (Fagus selvatica), sostituito frequentemente dal pino laricio sui rilievi silani e da nuclei di pino nero (Pinus nigra) e pino loricato (Pinus leucodermis) sul massiccio del Pollino. Solo sulle cime più alte del Pollino si ha una fascia di vegetazione extrasilvatica caratterizzata da praterie di tipo alpino con specie tipiche dei Sesleretalia tenuifoliae e dei Brometalia erecti. Tali praterie sono una diretta testimonianza delle antiche vicende floristiche di questi monti: sono presenti, infatti, specie medioeuropee, orofite sud-europee, balcaniche, mediteraneo-montane ed endemiche dell’Appennino (Bernardo, 1995). Una parte rilevante del territorio della provincia è caratterizzata dalla valle del fiume Crati che, nei tratti meno antropizzati, conserva lembi di vegetazione forestale costituita da ontanete, pioppeti e saliceti. Lungo il corso del fiume sono presenti ambienti acquitrinosi e lacustri d’origine artificiale quale il lago di Tarsia e naturale (stagni temporanei mediterranei), che rappresentano importantissimi serbatoi di biodiversità sia vegetale che animale. Il settore calcareo del Pollino è attraversato da valloni umidi fortemente incassati che ospitano una vegetazione forestale igrofila caratterizzata prevalentemente da salici (Salix eleagnos, Salix gr. alba, Tilia plathyphyllos, Ficus carica, Ostrya carpinifolia, Salix purpurea). I terreni coltivati nella zona planiziale sono attraversati da un complesso sistema di canali di irrigazione su cui si rinvengono fitocenosi igrofile erbacee caratterizzate dalla presenza di Arundo donax, Phragmites australis, Typha latifoglia. I coltivi a riposo o abbandonati di recente sono colonizzati da una vegetazione erbacea a graminacee perenni ed a Inula viscosa, Daucus carota, Pteridium aquilinum, Leontodon Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 11 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza tuberosum, Plantago lanceolata, Trifolium sp. pl., sempre intercalati a siepi e lembi di macchia a Spartium junceum e Rubus sp. e filari alberati di Quercus pubescens. Il pascolo intenso favorisce la comparsa di specie nitrofile quali Asphodelus microcarpus, Cirsium vulgare, etc. L’Indice di Qualità della Vegetazione permette di caratterizzare la qualità vegetazionale del territorio; esso è stato calcolato dall’ARPACal nel 2007 con il Progetto Interreg IIIB Medocc, denominato DESERTNET, calcolato secondo i seguenti indicatori: rischio d’incendio della vegetazione e sua capacità di recupero; protezione dall’erosione nei confronti del suolo; resistenza all’aridità e percentuale di copertura del manto vegetale (soprattutto della componente arboreoarbustiva). Dal prodotto geometrico delle diverse componenti si è ottenuto l’indice di qualità della vegetazione: VQI= (rischio d’incendio*protezione dall’erosione *resistenza alla siccità*copertura del terreno) Dall’analisi condotta, il territorio risulta in gran parte caratterizzato da medio-basso grado di qualità, soprattutto nella fascia basale e collinare dove le formazioni forestali originarie sono pressoché scomparse da estese porzioni di territorio o sostituite da rimboschimenti soggetti a sfruttamento per la produzione di legname. Solo il 17% del territorio è caratterizzato da alta qualità della vegetazione: si tratta di aree quasi tutte localizzate nella fascia montana caratterizzate dalla persistenza di estese foreste decidue e sempreverdi in buono stato di conservazione. VQI - INDICE DI QUALITÀ DELLA VEGETAZIONE – Provincia di Cosenza Alta 20% Moderata 23 Bassa 58 Figura 3.5 - Carta dell’indice di qualità vegetazionale (VQI) - Fonte: ARPACAL Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 12 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Flora Le conoscenze floristiche del territorio della provincia di Cosenza sono allo stato attuale a macchia di leopardo: ci sono infatti aree oggetto di studi approfonditi e territori estremamente carenti di dati flogistici e vegetazionali. Dall’inizio del secolo scorso, i rilevi montuosi del Pollino e della Sila hanno beneficiato di importanti studi, per cui si può far riferimento a numerosi contributi scientifici recenti e meno recenti (Albo G. 1935, Bonin G. 1969, Sarfatti G.1959, Sarfatti G. 1965; Ballelli S. & Venanzoni R. 1993). Molto meno indagati sono invece i rilievi della Catena Costiera, le aree collinari e la fascia costiera per i quali esistono contributi relativi a territori poco estesi. In generale, secondo la recente mappa delle conoscenze floristiche della Società Botanica Italiana, per la maggior parte del territorio provinciale si dispone solo di “dati generici”. Relativamente ai Siti di Interesse Comunitario di competenza della Provincia solo per pochi di essi esistono contributi relativamente recenti e approfonditi tali da permettere una buona quantificazione e valutazione della flora (Isola di Dino, Isola di Cirella, Foce del Crati). Per quanto riguarda la flora a rischio, nella rete di siti della provincia ricadono le popolazioni di due specie incluse nell’allegato II della Direttiva Habitat quali Dianthus rupicola e Primula palinuri. Numerose sono le specie incluse nella Lista Rossa Nazionale e Regionale dell’ANPA (Conti et al., 1997). I trend demografici di alcune specie rare forniscono spesso informazioni direttamente correlabili allo stato di conservazione degli habitat ed ai fattori di pressione. In tabella sono presentate le specie a rischio segnalate nelle schede Natura 2000, il loro status di conservazione secondo le categorie IUCN (International Union for Conservation of Nature and Natural Resources), ed i siti provinciali in cui sono presenti. Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 13 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Figura 3.6 – Specie a rischio I criteri usati per classificare il grado di pericolo che una specie corre, consistono in 9 categorie IUCN: EX: EXSTINT - estinta EW: EXINT IN THE WILD - estinta in natura CR: CRITICALLY ENDANGERED - gravemente minacciata EN: ENDANGERED - minacciata VU: VULNERABLE - vulnerabile NT: NEAR THREATENED - quasi minacciata LR: LOWER RISK - rischio minore DD: DATA DEFICIENT - dati insufficienti NE: NOT EVALUATED - non valutato Una specie viene definita a rischio di estinzione quando rientra in una delle categorie CR, EN, VU, NT. Fauna La fauna della provincia è ricca di specie d’interesse conservazionistico. Tra le specie dell’Allegato II della direttiva “Habitat” sono stati segnalati nei SIC della provincia: mammiferi (vespertilio di Capaccini o vespertilio dalle dita lunghe - Myotis capaccinii, vespertilio maggiore - Myotis myotis, ferro di cavallo minore - Rhinolophus Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 14 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza hipposideros o Rhinolophus. ferrumequinum, miniottero - Miniopterus schreibersii, barbastello - Barbastella barbastellus, lupo grigio - Canis lupus, lontra europea - Lutra lutra, etc.); rettili (cervone - Elaphe quatuorlineata, Tartaruga di terra o Tartaruga di Hermann Testudo hermanni, testuggine palustre- Emys orbicularis, etc.), anfibi (Ululone appenninico - Bombina pachypus, tritone crestato - Triturus carnifex, salamandrina dagli occhiali - Salamandrina terdigitata), invertebrati (falena dell’edera - Euplagia quadripunctaria, arge - Melanargia arge, Euphydryas aurinia, cerambice della quercia - Cerambix cerdo, Rosalia alpina, bupreste spendida - Buprestis splendens, Cucujus cinnaberinus, etc.). Numerose sono le specie ornitiche segnalate ai sensi della Direttiva “Uccelli” 79/409, tra cui si segnalano Ciconia nigra, Milvus milvus, Falco biarmicus e Neophron percnopterus. La fauna calabrese mostra elementi di grande interesse biogeografico vista la posizione della regione che si protende nel Mediterraneo verso il continente africano. Tra le altre specie d’interesse conservazionistico sono segnalate alcuni endemismi quali Triturus italicus, Rana italica e Hyla intermedia, Triturus alpestris inexpectatus etc. Dagli studi condotti dal WWF sul territorio regionale, le specie animali a rischio di estinzione sono il Lupo, il Capovaccaio, il Cavalluccio Marino e la Testuggine Palustre. Per quanto riguarda il Lupo, in particolare, grazie alle politiche di difesa poste in atto sull’intero territorio nazionale, gli esemplari che si contano oggi, su buona parte del sistema appenninico meridionale, si aggirano in Calabria intorno alle 500 unità. Specie cacciabili Delle 57 specie (58 considerando distinte le due sottospecie di Cornacchia) di Uccelli e Mammiferi indicate come cacciabili dalla L.N. 157/92, 42 possono considerarsi presenti sul territorio provinciale in stato di naturale liberta, se pur con tempi, modalita e consistenza di popolazione molto diverse tra loro. Si tratta, nel complesso, di 38 specie di Uccelli e 4 specie di Mammiferi. Uccelli. L'elenco comprende 24 Non-passeriformi (9 anatidi, 4 fasianidi, 3 rallidi, 6 caradridi, 2 columbidi) e 14 Passeriformi (1 alaudide, 4 turdidi, 4 corvidi, 1 sturnide, 2 passeridi e 2 fringillidi). Anatidi (Anatidae):Germano reale Anas platyrhynchos; Alzavola Anas crecca; Canapiglia Anas strepera; Fischione Anas pene/op; Codone Anas acuta; Marzaiola Anas querquedula; Mestolone Anas clipeata; Moriglione Aythya ferina; Moretta Aythya fuligula Sono per la quasi totalità specie svernanti in provincia di Cosenza, ossia principalmente presenti nel corso della stagione invernale. Solo il Germano è sedentario e nidificante (se pur in numero limitato di coppie), mentre la Marzaiola si rinviene quasi esclusivamente nel passo primaverile. Nel Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 15 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza periodo invernale, le specie di presenza più costante e numerosa sono il Germano, l'Alzavola ed il Fischione. Le maggiori concentrazioni si rinvengono sui bacini lacustri (artificiali), in particolare la riserva di Tarsia (dove Germano e Alzavola possono essere presenti con una o due centinaia di individui svernanti) ed il lago Cecita, particolarmente frequentato anche dal Fischione (fino a 150200 individui). Quest'ultima specie sverna anche regolarmente nelle zone costiere (foce del Crati). Tutte le altre specie sono di presenza costante, ma molto più limitata numericamente (in particolare per Canapiglia, Codone e Mestolone le concentrazioni non raggiungono in genere la decina d'individui). Gli anatidi sono le uniche specie cacciabili per le quali siano stati sino ad ora realizzati, ad opera del Laboratorio di Zoologia dell'Unical, accurati censimenti di popolazione nella provincia (cfr. CERASO, 1994 e dati inediti). Tali operazioni dovrebbero comunque essere ulteriormente incentivate e soprattutto condotte regolarmente su tutti i principali bacini lacustri presenti sul territorio. Fasianidi (Phasianidae): Coturnice Alectoris greca; Starna Perdix perdix; Quaglia Coturnix coturnix; Fagiano Phasianus colchicus. Sono specie (potenzialmente) nidificanti nella provincia, di cui tre sedentarie ed una migratoria, la Quaglia, che è anche l'unica ad essere ancora relativamente comune e diffusa sul territorio in via del tutto naturale. Questa specie è anzi localmente presente (zone montuose) con densità di popolazione consistenti, in particolare sull'altopiano silano, dov'è strettamente legata a pratopascoli e colture cerealicole (sul Pollino raggiunge i 1900 m di altitudine). La Coturnice ha subito un marcatissimo declino di popolazione rispetto agli inizi del secolo. Le praterie sassose e rupestri del Pollino costituiscono ora la principale roccaforte della specie nella provincia, ma anche qui è tutt'altro che comune (dati archivio UNICAL). Considerate la ristrettezza d'areale e la limitata consistenza delle popolazioni, la Coturnice dovrebbe essere, almeno temporaneamente, esclusa dall'elenco delle specie cacciabili nella Provincia, in attesa che studi mirati ne definiscano meglio lo status distributivo e le tendenze dinamiche. Starna e Fagiano sono oggetto da anni di intensi "ripopolamenti" venatori, quest’ultimo, nonostante il consistente numero di capi annualmente liberati, sembra sopravvivere autonomamente solo in poche localita (ad es. aree boscate piu fresche alle pendici del Pollino). Il Fagiano deve comunque essere stata una presenza piuttosto localizzata anche in passato nella Provincia, probabilmente per ragioni climatiche. Forse è questa una delle ragioni che contribuisce - insieme alla probabile inadeguatezza dei tempi e dei modi di rilascio, all'inidoneita dei capi ed al bracconaggio - al regolare insuccesso delle operazioni di ripopolamento. Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 16 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Rallidi (Rallidae):Porciglione Rallus acquatícus, Gallinella d'acqua Gallinula chloropus, Folaga Fulica atra Si tratta di tre specie di scarsissimo interesse venatorio, o per la limitata presenza sul territorio (Porciglione) o per la scarsa appetibilità (Gallinella, Folaga). Tutte e tre sono legate ad ambienti acquatici e palustri. La Gallinella d'acqua, sedentaria e nidificante, è la specie più diffusa, potendosi accontentare di superfici idriche anche molto limitate (ad es., i piccoli invasi d'irrigazione presenti sull'altopiano silano). La Folaga è specie invernale, relativamente numerosa sui laghi silani fino al gelo delle acque (sino ad un centinaio d'individui). Il Porciglione si riproduce, forse, in qualche residuo ambiente palustre, a cui e comunque legato anche nei periodi di passo o invernale. Se si considerano la sporadicita di presenza, il non ottimale status distributivo anche a livello nazionale, oltre che lo scarso interesse venatorio, questo rallide dovrebbe essere escluso dalle specie cacciabili nella provincia. Caradridi (Charadriidae): Pavoncella Vanellus vanellus, Combattente Philomachus pugnax, Frullino Lymnocryptes mínimus, Beccaccino Gallinago gallínago, Beccaccia Scolopax rusticola, Pittima reale Limosa limosa. Solo due sono oggetto di caccia tradizionale, la Beccaccia ed il Beccaccino. La Beccaccia, in particolare, costituisce una delle principali specie venatorie a livello locale, ma pochissimo è noto riguardo lo status ecologico-distributivo e dinamico delle sue popolazioni (se non che è specie non nidificante nella regione, presente nel periodo autunno-invernale, soprattutto da ottobre a dicembre, ed amante delle zone forestali fresche). Il numero, probabilmente molto elevato, di esemplari uccisi ogni anno (si registrano comunque fluttuazioni più o meno marcate) conferma l'importanza del territorio cosentino, e calabrese in genere, come area di sosta migratoria ed anche di svernamento per questa specie; Il Beccaccino era specie definita "abbondantissima". II prosciugamento e la bonifica della quasi totalità degli ambienti umidi e palustri della provincia rende ora la sua presenza molto più localizzata e numericamente ridotta. Una delle zone attualmente più frequentate è la piana di Sibari ed, in particolare, l'area risicola. Sia qui che, piu occasionalmente, nella riserva di Tarsia, non é infrequente rilevare concentrazioni di un centinaio di esemplari in periodo migratorio (dati archivio UNICAL). Il Frullino ha una fenologia stagionale ed esigenze ecologiche simili alla specie precedente, ma la sua presenza nella provincia é estremamente più sporadica (la specie e peraltro pochissimo conosciuta a livello locale). II suo sfavorevole status a livello europeo (TUCKER & HEarn, 1995) ne consiglia I'esclusione tra le specie cacciabili nella provincia. Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 17 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Delle tre rimanenti specie di caradridi, solo la Pavoncella mostra una consistenza di popolazione significativa nella provincia. Questa specie sverna regolarmente ogni anno con una popolazione che può forse stimarsi a qualche centinaio di individui, presenti lungo la valle del Crati, sino alla piana di Sibari. Concentrazioni di 100-200 d'individui si possono osservare non raramente negli ambienti piu favorevoli (riserva di Tarsia ed area risicola). La presenza del Combattente è quasi esclusivamente limitata al periodo di passo primaverile (aprile-maggio) ed alla zona delle risaie di Sibari (massima concentrazione registrata: 100-150 individui). Del tutto rara, limitata a singoli individui, nella stessa zona, per lo stesso periodo stagionale è presente la Pittima reale. Considerata dunque la rarità delle due specie sul territorio provinciale in periodo venatorio, la caccia ad entrambe dovrebbe logicamente essere vietata. Columbidi (Columbidae):Colombaccio Columba palumbu, Tortora selvatica Streptopelia turtur, Si tratta di due specie nidificanti nel cosentino, sedentaria la prima, migratoria ed estiva la seconda (da aprile a settembre-ottobre). Il Colombaccio risulta relativamente diffuso, e localmente anche abbastanza frequente, negli ambienti forestali, in particolare in pinete e faggete d'alto fusto. Il passo di contingenti nordici accresce le popolazioni locali in periodo migratorio, in particolare quello autunnale (flussi anche consistenti si concentrano allora in alcune zone di valico, come la zona di Potame-M.te Cocuzzo). La Tortora selvatica appare complessivamente molto meno diffusa come nidificante e limitata ai boschetti ed agli ambienti semi-alberati delle zone di bassa quota. Segnalata in passato come migratore "abbondantissimo" la Tortora appare ora molto meno numerosa di un tempo. Nulla è noto sull'entità attuale di consistenza dei flussi migratoria. Alaudidi (Alaudidae):Allodola Alauda arvensis E' il passeriforme oggetto del maggior interesse venatorio. L'allodola è specie sedentaria e nidificante, piuttosto diffusa su tutto il territorio provinciale (da circa 400-500 m ai 2200 m s.l.m. della cima del Pollino), le cui popolazioni locali si accrescono in periodo autunno-invernale anche per l'arrivo di migratori nordici. Le densità delle popolazioni nidificanti variano comunque a seconda degli ambienti e delle località. L'area più densamente popolata è certamente costituita dai prato-pascoli dell'altopiano silano, dove peraltro la specie è sottoposta ad una intensissima pressione venatoria. L'entita del prelievo annuale è del tutto sconosciuto, ma di certo raggiunge un ordine delle migliaia di individui ("carnieri" di diverse decine d'individui sembrano essere piuttosto frequenti). L'aspetto piu deleterio di questa caccia è, oltre all'entita incontrollata del prelievo, che essa coinvolge (si ritiene involontariamente) anche altre specie di alaudidi protetti - molto meno comuni sul territorio cosentino - legate agli stessi ambienti e generalmente confuse con le Allodole. E' il caso della Tottavilla Lullula arborea, della Cappellaccia Galerida cristata, della Calandrella Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 18 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Calandrella bracítydactyla e, soprattutto, della Caladra Melanocorypha calandra. Questa specie è, ormai rara anche a livello internazionale. Turdidi (Turdidae):Merlo Turdus merula, Cesena Turdus pilarís, Tordo bottaccio Turdus philomelos, Tordo sassello Turdus iliacus Si tratta di quattro delle cinque specie di "grossi" turdidi presenti nella provincia (la quinta specie, la Tordela Turdus viscivorus, nidificante e sedentaria nelle zone montane, é preclusa alla caccia). Ad esclusione del Merlo, sedentario è nidificante più o meno ovunque, sono uccelli di presenza essenzialmente migratoria ed invernale sul territorio (il Tordo bottaccio raggiunge il punto piu meridionale del suo areale riproduttivo italiano proprio sul Pollino). Merlo e Tordo bottaccio sono anche le due specie di presenza più numerosa, quelle dunque di maggior interesse venatorio (la Cesena ed il Tordo sassello capitano infatti in modo molto piu sporadico e numericamente scarso). Sono del tutto assenti dati sulla fenologia, la localizzazione geografica e le preferenze d'habitat delle popolazioni di Tordo bottaccio svernanti sul territorio. Corvidi (Corvidae): Ghiandaia Garrulus glandariu, Gazza Pica pica, Taccola Corvus monedul, Cornacchia Corvus corone (ssp. cornix) L'interesse venatorio dei corvidi risiede unicamente nel loro asserito ruolo di "nocivi" alla fauna selvatica. In effetti, le conoscenze del mondo venatorio al loro riguardo si basano molto spesso su una scarsa tendenza a distinguere le diverse specie (sono, di regola, comunitariamente denominati "corvi"). Delle quattro specie cacciabili (il Corvo imperiale Corvus corax, unico altro corvide presente in Calabria, é protetto), due, la Ghiandaia e la Taccola, posseggono una biologia ed un ruolo trofico che rendono del tutto trascurabile il loro "impatto" sulle comunita animali o sulle attivita agricole. Tutte e due le specie sono sedentarie e nidificanti in provincia; la prima è comune e diffusa in tutti gli ambienti forestali, la seconda è localizzata in colonie, di qualche decina d'individui in genere, site in strutture artificiali (ponti autostradali, edifici abbandonati o storici, ecc.) o anche in siti rupestri. La Gazza, sedentaria e nidificante in tutto il territorio (raggiunge i 1200-1300 m sull'altopiano silano), ha mostrato in anni recenti ed in tutta Italia, una marcata tendenza espansiva delle popolazioni. La specie è accresciuta numericamente anche in Calabria, dov'è ora decisamente numerosa (sono noti dormitori invernali di circa 200 individui; dati archivio UNICAL). II regime alimentare opportunista e le abitudini predatorie rendono questo corvide potenzialmente influente sulla consistenza di altre specie (ama predare, ad esempio, le uova o i piccoli di varie specie). Un controllo numerico delle popolazioni locali, teoricamente ipotizzabile, dovrebbe pero essere basato su ricerche finalizzate che ne chiariscano la distribuzione eco-geografica, le densità di popolazione, la biologia riproduttiva ed il regime alimentare. Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 19 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Un discorso a parte merita la Cornacchia, presente in Calabria unicamente nella forma "grigia" (spp. cornix). Si tratta certamente una delle specie di Uccelli piu comuni ed ampiamente diffuse nella regione, tanto in zone costiere quanto in zone montane interne. In diverse aree della provincia di Cosenza, sia planiziali che d'altitudine, le densita di popolazione di questo corvide appaiono particolarmente elevate (concentrazioni di 100-200 individui sono state osservate in Sila Grande; dati archivio UNICAL); si tratta di densita che sono certamente superiori a quelle riscontrabili in altri ecosistemi antropici italiani, nonché a quelle che dovrebbero essere le naturali capacita portanti dell'ambiente. Nessun dato di censimento (quantitativo o semi-quantitativo) sulla effettiva consistenza numerica delle popolazioni è ad oggi disponibile. La valutazione dell'abbondanza della specie si basa solo su apprezzamenti "ad occhio", i quali non consentono alcun preciso raffronto con popolazioni di altri ambiti eco-geografici regionali o nazionali. Allo stato attuale delle conoscenze, non è dunque possibile stimare di quanto le densita locali si discostino realmente dai valori considerabili ottimali in ambienti comparabili. Così come non sono disponibili dati sulla consistenza di popolazione, altresì non sono note le cause che stanno alla base di un tale sviluppo demografico di C. corone. Considerato il regime alimentare onnivoro della specie, è molto probabile, tuttavia, che le numerose discariche a cielo aperto che costellano il territorio rappresentino per il corvide una fonte trofica di costante disponibilita spazio-temporale. Questo fatto, insieme alla favorevole fisionomia ambientale ed alla trascurabile presenza di predatori naturali (l'Astore Accipiter gentilis é in effetti l'unico predatore potenziale residente, localizzato pero solo in alcune aree forestali) possono da soli giustificare valori di densità ampiamente eccedenti le potenzialità naturali. Come più sopra rilevato, la Cornacchia è specie onnivora che mostra notevoli capacità di sfruttamento di ogni potenziale fonte alimentare. Il suo regime trofico comprende sempre anche una componente d'origine animale (carogne, uova, pulcini o piccoli di altre specie), variabile a seconda delle zone, del momento stagionale o delle circostanze. Pur non potendo essere quantificato, è certo che l'impatto "predatorio" che una popolazione così numerosa di Cornacchie esercita sulle popolazioni di altre specie (in particolare, Vertebrati di piccoli e medie dimensioni, ad es. passeriformi, fasianidi) è verosimilmente molto elevato. I dati sin qui esposti giustificano la necessità di adottare strategie di riduzione e di contenimento numerico della Cornacchia, sempre più richieste dal mondo venatorio, al fine di contrastare il suo impatto predatorio su molte specie animali. Sturnidi (Sturnidae): Storno Sturnus vulgaris Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 20 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza L'altopiano silano costituisce la più meridionale ed isolata località riproduttiva della specie nell'Italia peninsulare. La popolazione residente, legata agli ambienti agrari per la riproduzione, può essere stimata dell'ordine del centinaio o più di coppie nidificanti. La specie nidifica, da qualche anno, anche nei dintorni di Tarsia (dati archivio UNICAL). Le popolazioni locali si accrescono in periodo invernale per l'arrivo di migratori nordici; in tale periodo, !a distribuzione e la consistenza complessiva sul territorio si ampliano considerevolmente; la specie si rinviene in assembramenti composti anche da qualche centinaio di individui, in diverse localita planiziali (piana di Sibari e valle del Crati, in particolare). Passeridi (Passeridae): Passera Passer domesticus (spp. italiae), Passera mattugia Passer montanus Regolarmente confuse tra loro, le due specie di passera mostrano in Italia e nella provincia cosentina una distribuzione e delle preferenze ambientali piuttosto diverse. La Passera mattugia è la specie meno antropofila ed è più legata ad ambienti agrari e di bassa altitudine. In Calabria è senz'altro meno diffusa e numerosa della congenere Passer d. italiae, rna raggiunge comunque densità considerevoli sul versante ionico, in associazione con vecchi impianti d'ulivo. La Passera d'Italia è presente, nella regione, come in tutto il paese, ovunque vi siano insediamenti umani. In provincia si rinviene dal livello del mare alle zone montane, sempre associata ad ambienti antropici (zone urbane, suburbane ed agrarie), ma nidifica localmente anche in condizioni semi-naturali (piccole falesie d'arenaria). Nella piana di Sibari si rinvengono, in periodo autunno-invernali, le più grosse concentrazioni forse rilevabili nel cosentino; tutta l'area risicola e le zone circostanti divengono, infatti, sede di assembramenti di migliaia d'individui, misti in parte alla specie precedente. Fringillidi (Fringillidae):Fringuello Fringilla coelebs, Peppola Fringilla montifringilla Il Fringuello è una delle specie piu comune e diffuse sul territorio cosentino, dov'e sedentario e nidificante, dalle zone costiere sino al limite della vegetazione nelle zone montane, in associazione ad ambienti alberati o forestali. Le popolazioni locali si accrescono in periodo autunno-invernale per l'arrivo di migratori nordici. La specie frequenta allora anche gli ambienti non alberati (campi e coltivi) dove si assembra in stormi di qualche decina di individui, spesso frammisti ad altre specie di fringillidi e passeri. La Peppola è specie nordica, svernante regolare in Nord Italia, ma di presenza piuttosto rara in Calabria. Mammiferi. Per quanto riguarda la situazione delle quattro specie di Mammiferi (Lepre, Volpe, Cinghiale e Capriolo) elencate tra le cacciabili, in questa sede si riportano alcune note a riguardo di Lepre, Volpe e Capriolo. Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 21 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza La Lepre Lepus europaeus è l'unico leporide autoctono della regione. La specie si rinviene dalle zone di più bassa altitudine (es.: fiumare ioniche) alla cima del Pollino. In passato, alcune zone della provincia dovevano essere particolarmente popolate; secondo Lucifero (1909) "la nostra Sila segnatamente ne e piena ovunque addirittura", ma lo stesso autore sottolinea una incipiente diminuzione in alcune zone "per l'incessante persecuzione che le si fà, sia con lo schioppo, sia col cappio, in ogni stagione". La Volpe Vulpes vulpes è una delle specie animali con le più alte capacità di adattamento e, quindi, di colonizzazione di ambienti diversi, ciò che giustifica la sua ampia diffusione a livello nazionale e locale. Nel cosentino si rinvengono infatti dalle aree peri-urbane alle zone agrarie e montane, sino alle quote più elevate. Lo straordinario opportunismo trofico di questo animale, carnivoro all'origine, gli consente di sfruttare molte delle risorse fornite involontariamente dall'uomo (ad es. negli immondezzai). Le sue altrettanto eccezionali capacità di recupero gli permettono di rispondere rapidamente ad azioni di controllo antropico, variando tutta una serie di parametri biologici (tassi di natalita, mortalita, fecondita, ecc.) (Boitani, 1981). Qualsiasi azione di limitazione numerica delle sue popolazioni, praticata con mezzi tradizionali (armi da fuoco, trappole) produce risultati solo temporanei; il contenimento numerico delle popolazioni deve in primo luogo passare dalla rimozione delle cause che ne favoriscono la proliferazione. In Italia il capriolo è rappresentato da un’unica specie, per la quale, sulla base di alcune differenze morfologiche, fin dalla prima metà del secolo scorso si riteneva ipotizzabile una suddivisione in due sottospecie: Capreolus capreolus capreolus (Linneo, 1758), presente nell’Italia centrosettentrionale e Capreolus capreolus italicus (Festa, 1925), in Italia meridionale. L’idea che nell’Italia centro-meridionale esisteva un capriolo diverso da quelli settentrionali il Capreolus capreolus italicus, fu riproposta da Tassi (1976) e Perco (1981), secondo i quali esistevano alcuni probabili nuclei autoctoni di capriolo nella Tenuta Presidenziale di Castelporziano (Roma), nella Foresta Umbra (Gargano, Foggia) e sui Monti dell’Orsomarso (Cosenza), questa ipotesi durò fino alla fine degli anni ’90. Successivamente, infatti, dati emersi da studi genetici sul capriolo di Castelporziano hanno mostrato l’esistenza di differenze genetiche ridottissime dovute, verosimilmente, ad un esteso isolamento della popolazione. Nuove indagini genetiche effettuate su più campioni, provenienti da diverse province e da alcuni comprensori delle Alpi, dell’Orsomarso, del Gargano e della Tenuta Presidenziale di Castelporziano, hanno accertato l’esistenza di due gruppi di caprioli geneticamente differenti (Lorenzini et al., 2002). In Calabria con molta probabilità la specie era diffusa fino agli inizi del secolo scorso. La diminuzione dell’areale iniziò probabilmente a cavallo delle due guerre e nell’immediato dopoguerra con l’estinzione della specie a nord del fiume Lao e sulla Catena Costiera (Calò e Perco, 1990). In seguito, la caccia Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 22 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza indiscriminata (legale nei confronti della specie fino ai primi anni ’70), il bracconaggio, il taglio indiscriminato dei boschi e l’espansione delle attività legate alla pastorizia portarono alla quasi estinzione, su tutto il territorio regionale, della specie. Il capriolo riuscì a sopravvivere con piccoli nuclei solo sull’altopiano della Sila e nella porzione nord-occidentale della provincia di Cosenza (Monti dell’Orsomarso). Negli anni ’70 nella porzione nord-orientale dell’altopiano della Sila (località Cupone, provincia di CS) si è verificata un’immissione accidentale di caprioli d’origine alpina. L’identità genetica di quest’ultima popolazione potrebbe essere rappresentata dall’incrocio tra il genotipo originario e quello appartenente ai soggetti immessi. Alla fine degli anni ‘90 si riteneva che il capriolo fosse diffuso su circa 50.000 ha di territorio regionale (nella provincia di CS) con una consistenza globale stimata di almeno 300-350 capi (Calò et al 1997). Negli ultimi anni, dopo l’istituzione delle due aree naturali protette, il Parco Nazionale del Pollino e della Sila, si è registrata una graduale inversione di tendenza con una leggera ripresa delle due popolazioni. In entrambi i territori, infatti, si segnalano presenze della specie in zone mai frequentate in precedenza. Il capriolo appartiene al superordine degli ungulati ,ordine artiodattili,famiglia cervidi. Presenta un dorso leggermente curvo e groppa più alta del garrese. La testa è relativamente corta, le orecchie e gli occhi sono grandi e il collo è sottile e lungo. Queste caratteristiche, unitamente al fatto di essere un ottimo saltatore, permettono al capriolo di muoversi con estrema facilità in ambienti caratterizzati da boschi fitti e abbondante sottobosco. L’elemento che maggiormente caratterizza il dimorfismo sessuale è la presenza, nel maschio, del palco. Il palco è un prolungamento dell’osso frontale che cade e si riforma ogni anno. Il capriolo è un animale abbastanza esile; il peso varia dai 20-30 Kg. dei maschi ai 18-25 Kg. delle femmine. Il mantello estivo ha una colorazione rossiccia, mentre quello invernale è grigio-scuro (Il capriolo muta il mantello due volte l’anno, in primavera e in autunno). Molto evidente durante l’inverno è una macchia bianca in zona perianale (specchio anale), a forma di rene nel maschio e a forma di cuore rovesciato, con al centro un ciuffo di peli bianchi, nella femmina. Il capriolo predilige i boschi di latifoglie con ricco sottobosco, ma si adatta, con una buona versatilità ecologica, a vivere anche in ambienti fortemente trasformati come quelli agricoli Preferisce, in modo particolare, gli ecotoni: zone di transizione che si trovano in equilibrio dinamico tra un ambiente e un’altro. In particolar modo predilige quegli ambienti (ecotoni) in cui le zone boscose e/o fittamente cespugliose si alternano a zone aperte (prati/coltivi); in questi, infatti, realizzando brevi distanze trova disponibilità d’alimento e luoghi di riparo Il capriolo è un brucatore selettivo. Si nutre prevalentemente di gemme, foglie e piante erbacee. In inverno sono appetiti anche gli apici legnosi; in estate e in primavera, sono preferite in particolar modo le leguminose, mentre in autunno ricerca frutti selvatici Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 23 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza L’organizzazione sociale varia nel corso delle stagioni; vive, per lo più, isolato d'estate e in gruppi familiari d'inverno. I gruppi familiari invernali sono composti dalla femmina con i nati dell’anno e accompagnati, a volte, da una femmina “sottile” e/o da un maschio adulto. Nel periodo invernale è possibile osservare, inoltre, unioni di più individui in prossimità, ad esempio, di una fonte alimentare. Dal mese di febbraio in poi i maschi stabiliscono fra loro un rapporto gerarchico e in primavera diventano territoriali. In Calabria, il capriolo, è adeguatamente tutelato dalla legge (L.R. 9/96) relativa al prelievo venatorio della fauna selvatica e non compare tra le specie cacciabili citate nel calendario venatorio (2007/2008). La “sottospecie autoctona” Capreolus capreolus italicus, inoltre, è presente nella lista rossa degli animali d’Italia quale entità tassonomica in pericolo d’estinzione. Al fine di continuare la valorizzazione e la tutela del territorio della provincia, nel 2007 è stato avviato uno studio di fattibilità per la reintroduzione del Capriolo nel territorio della costiera calabra,da parte della Provincia di Cosenza, Comunità montana Media Valle Crati, Comune di Montalto Uffugo, UNICAL, Dipartimento di Ecologia e Università di bari, Dipartimento di Sanità e Benessere degli animali.La costiera calabra è territorio compreso interamente nella provincia di Cosenza contenente al suo interno ambienti molto diversificati che tuttavia mancano di un erbivoro di grandi dimensioni. Status di alcune specie di particolare interesse faunistico Varie specie, in particolare di grandi predatori, si trovano nella regione in uno stato più o meno elevato di vulnerabilità a seguito di una marcata regressione delle loro popolazioni, ristrette a settori limitati del territorio e rappresentate da un esiguo numero di individui. Il quadro conoscitivo è, nell'insieme, ancor piuttosto lacunoso; l'argomento, inoltre, richiederebbe, per essere compiutamente affrontato, un'analisi articolata non proponibile in questa sede. Si riportano al riguardo solo alcuni degli esempi piu significativi. Tra gli Uccelli si ricorda in particolare il caso di varie specie di rapaci (Falconiformes). Delle 15 specie che si riproducono nella regione, almeno la metà sono presenti sul territorio con popolazioni che non raggiungono, o superano appena, le 10 coppie nidificanti (ad es.: Nibbio reale Milvus milvus, Capovaccaio Neophron percnopterus, Biancone Circaetus gallicus, Aquila reale Aquila chrysaetos, Lanario Falco biarrnicus). Si tratta di specie tutte seriamente minacciate di scomparsa. Varie altre specie di Uccelli, legate in particolare agli ambienti umidi, sono presenti in provincia di Cosenza con popolazioni esigue ed estremamente localizzate (ad es.: Falco di palude Circus aeruginosus, Cavaliere d'Italia Himantopus himantopus); la loro sopravvivenza è in questo caso principalmente legata alla tutela degli habitat riproduttivi. Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 24 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Almeno quattro specie di Mammiferi si trovano in una situazione di elevata vulnerabilità nella regione. Si tratta della Lontra Lutra lutra, ormai ridotta a pochi esemplari, localizzati essenzialmente in alcuni tratti del bacino idrografico del Crati (ARCA, 1986), dell'Istrice Hystrix cristata, segnalato solo nella zona di Castrovillari e di Bisignano (dati archivio UNICAL), della Puzzola Mustela putorius, in forte regressione d'areale a livello nazionale e di cui risultano pochissirni dati recenti a livello locale e, probabilmente, anche del Gatto selvatico Felis sílvestris, il cui quadro distributivo e la cui consistenza di popolazione è in realta pochissimo conosciuto. Si deve, infine, ricordare il caso del Lupo Canis lupus, una delle specie di maggior rilievo faunistico presenti sul territorio cosentino. Il carnivoro, pur avendo, in anni recenti, manifestato una ripresa numerica delle sue popolazioni a livello nazionale, seguita da una ricolonizzazione d'areale (la sua ricomparsa in Aspromonte risale alla fine degli anni '80, dopo piu di vent'anni d'assenza, cfr. Duprit, 1996), rimane in una situazione precaria nella regione. Le cause sono attribuibili, da un lato, all'isolamento crescente delle popolazioni (sviluppo urbano e viario) e, dall'altro, al bracconaggio: dei 24 soggetti recuperati morti nel corso degli ultimi vent'anni in Calabria, 12 sono stati ritrovati negli ultimi 6 anni, in maggioranza deceduti per ferite d'arma da fuoco o per avvelenamento. I pochi e frammentari dati a riguardo della specie nella regione non consentono di stabilire, con sufficiente approssimazione, la sua entita numerica, sicuramente piuttosto limitata anche in zone protette. Il Lupo è di norma segnalato per esemplari isolati o per piccoli nuclei familiari, con maggiore frequenza nelle aree forestali dell'altopiano silano e del massiccio del Pollino. Uno studio recente (2007/2008) condotto dalla provincia di Cosenza relativo all’aggiornamento dei dati faunistici del territorio è quello in merito ad alcune specie definite “problematiche”, condotto dalla Greenwood soc. coop. su tutti i Comuni. E’ stata effettuata un’attenta analisi paesaggistica ed è stato utilizzato il metodo di campionamento che, oltre a consentire la rappresentatività, interpretabilità e ripetibilità dei dati finali, ha permesso di rapportare le stime di densità ottenute all’intera area di studio. Lo studio riguarda in particolare tre specie: VOLPE VULPES VULPES, CORNACCHIA GRIGIA COVUS CORONE CORNIX, GAZZA PICA PICA. Sono specie di animali selvatici che hanno imparato a trarre vantaggio dai ripari offerti dagli edifici, dalle coltivazioni circostanti e dal cibo accumulato. La stretta convivenza e l’utilizzo delle stesse fonti trofiche hanno portato ad una conflittualità per i problemi che tali specie arrecano alle diverse attività antropiche. Le specie problematiche, “pest species”, vengono così definite perchè si nutrono delle sementi, dei raccolti o del cibo destinato agli animali allevati oppure danneggiano edifici e manufatti; Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 25 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Per alcune specie, come lo Storno Sturnus vulgaris, i problemi sono enfatizzati dalle sue abitudini sociali e dal fatto di riunirsi in cospicui dormitori spesso ubicati all’interno del centro urbano. Tuttavia, l’uccello che si trova al primo posto tra le specie problematiche, per la sua diffusione in tutto il Pianeta, è sicuramente il Colombo di città Columba livia forma domestica. Tra le specie ornitiche problematiche “emergenti” si inserisce, invece, il Gabbiano reale Larus cachinnans. Questa specie, che ormai nidifica in molte città italiane (Cremona, Genova, Savona, Livorno, Roma, Napoli, Cagliari) in alcuni casi ha avuto incrementi assai rapidi, come, ad esempio, a Trieste dove si è passati da una coppia nidificante, nel 1987, alle 300 nel 1999 (Dinetti, 2002b) I gabbiani frequentano le discariche, trasportando i rifiuti a grande distanza, sporcando tetti e coperture, piazzali e piste di aeroporti dove, peraltro, la loro presenza costituisce un rischio per i voli aerei. Per quanto riguarda alcune specie ittiofaghe, quali cormorani e aironi, essi vengono accusati di effettuare un prelievo consistente di pesce all’interno di allevamenti ittici, causando una relativa perdita economica. I corvidi (soprattutto la cornacchia grigia Corvus corone cornix e la gazza Pica pica) possono interferire con l’agricoltura, oltre che con altre specie, Diversi studi esteri hanno, infatti, mostrato che non si è verificata riduzione delle popolazioni di passeriformi generata da predazioni al nido da parte della gazza (Meinig e Boye, 2001 citato da Dinetti 2002 b). Oltre alle suddette specie di uccelli, alcuni mammiferi selvatici sono spesso inseriti nella fauna problematica. Meritano di esser ricordate il cinghiale Sus scrofa, il cui areale, nell’ultimo trentennio, ha subito una sensibile espansione e una esplosione demografica (Pedrotti & Toso, 2002) e la volpe Vulpes vulpes. Quest’ultima, considerata storicamente come incorreggibile “rubagalline”, oggi, in un’epoca in cui gli allevamenti di polli in batteria hanno sostituito quelli nei recinti all’aperto, presenti ancora in isolati contesti rurali, può rappresentare un vero problema solo per alcune specie di selvaggina cacciabile (Cassola, 1991). Fagiani, starne ed altri galliformi, immessi in natura dopo essere stati allevati in cattività, rappresentano, infatti, una facile preda (per quanto riguarda gli uccelli che nidificano a terra, è frequente la predazione della volpe nei confronti delle femmine in cova). La maggior parte dei conflitti tra l’uomo e le suddette specie ha origine proprio dal modo con cui, l’uomo stesso, ha gestito e gestisce, ancora oggi, le risorse ed il territorio (Dinetti, 2002 b). In particolare l’immissione di sostanze commestibili nell’ambiente rappresentano una quantità “innaturale” di risorse trofiche, provocando indirettamente l’incremento demografico di specie Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 26 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza onnivore. Anche dal punto di vista ambientale, il progressivo disboscamento e il conseguente aumento nell’estensione di aree aperte e coltivate, ha favorito la presenza di specie più adattabili a determinati contesti agricoli. Le aree protette in Provincia di Cosenza La Provincia di Cosenza possiede un notevole patrimonio di biodiversità grazie alla varietà di ambienti presenti, alla posizione centro-mediterranea, alla storia geografica, geologica e all'uso del territorio. L’istituzione delle aree protette ha come obiettivo principale la conservazione della biodiversità3 finalizzata alla tutela delle numerosissime specie animali e vegetali. Particolare attenzione viene rivolta all’attuazione delle Direttive “Habitat” ed “Uccelli” ed al relativo Progetto Bioitaly che ha portato all’individuazione dei siti afferenti alla Rete “Natura 2000”. “Natura 2000” è il nome che il Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea ha assegnato ad un sistema coordinato e coerente di aree destinate alla conservazione della diversità biologica presente nel territorio dell’Unione. Nel percorso di valorizzazione e tutela delle risorse naturali, i siti Natura 2000 assumono, infatti, il ruolo di aree nelle quali la realizzazione dello sviluppo sostenibile e durevole può essere attivamente ricercata e praticata attraverso progetti integrati che riflettono in modo puntuale le caratteristiche, le esigenze e le aspettative locali. Tali ambiti, inoltre, rappresentano, insieme alle aree protette già istituite ed a quelle di prossima istituzione, la prima ossatura della Rete Ecologica Regionale (RER). L’idea della formazione della “Rete Ecologica” risponde all’esigenza di valorizzare e sviluppare tutti gli ambiti caratterizzati dalla presenza di valori naturali e culturali, al fine di tutelare i livelli di biodiversità esistenti e la qualità dell’ambiente nel suo complesso. L’obiettivo è quello di promuovere l’integrazione dei processi di sviluppo con le specificità ambientali delle aree interessate. Le aree appartenenti alla Rete interessano territori ove insistono condizioni di criticità; in funzione della collocazione geografica e del ruolo territoriale, si possono inquadrare all’interno di due grandi famiglie: aree caratterizzate da marginalità, con sottoutilizzo delle risorse naturali; aree che presentano un uso conflittuale del territorio, con sovrautilizzo delle risorse naturali. La rete Natura 2000, ai sensi dell’art.3 della Direttiva "Habitat", è costituita dalle Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e dalle Zone di Protezione Speciale (ZPS). Attualmente la "rete" è composta da due tipi di aree: le Zone di Protezione Speciale, previste dalla Direttiva "Uccelli" e i Siti di Importanza Comunitaria proposti (pSIC); tali zone possono avere tra loro diverse relazioni spaziali, dalla totale sovrapposizione alla completa separazione. 3 Regione Calabria - Valutazione Ambientale Strategica del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 - Rapporto Ambientale. Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 27 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza La superficie coperta dagli habitat all’interno dei pSIC (Siti di Importanza Comunitaria proposti), nella regione Calabria, raggiunge l’80% della superficie totale regionale. Per la Provincia di Cosenza, il Progetto Bioitaly ha portato all’individuazione, e successiva approvazione da parte della Commissione Europea, di 87 Siti di Interesse Comunitario, tutti appartenenti alla regione biogeografia “Mediterranea”, e 4 Zone di Protezione Speciale. Tale progetto, quindi, ha contribuito a migliorare le conoscenze naturalistiche relative al territorio provinciale, rappresentando anche un punto di partenza per proporre l’inserimento di nuovi habitat e specie negli allegati della Direttiva Habitat. In seguito agli studi effettuati per il Progetto Bioitaly sono stati, inoltre, individuati sul territorio regionale i Siti di Interesse Nazionale (SIN) ed i Siti di Interesse Regionale (SIR); nella Provincia di Cosenza ricadono n°3 SIR e n°4 SIN. In Tabella 3.1 sono riportate le Specie appartenenti alla flora della Provincia di Cosenza indicate nella Direttiva Habitat: Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 28 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Briofite Famiglia Taxon Berna Buxbaumia viridis Buxbaumiaceae (Lam. et DC.) Moug. Et Nestl. Jungermanniacae Petalophyllum rafsii (Wills.) Nees et Gott. Caryophyllaceae Dianthus rupicola Biv. Angiosperme Nome volgare Leguminosae Primulaceae Garofano rupicolo *Astragalus aquilanus Astragalo dell’Aquila Anzalone Primula palinuri Pedagna Primula di Palinuro Habitat Habitat all. 2 all. 4 Distribuzione x x Serra San Bruno x x Campagnano di Rende, Falerna x x x Isola di Dino x x x M. Pollino, su un costone tra il Vallone Cornale e il Vallone Torta (Morano Calabro, Cosenza) x x x Capo Scalea, Isola di Dino Consistenza popolazioni Habitat di riferimento Legno marcescente nelle foreste umide e ombreggiate (altitudine 800-2000 m) Suoli umidi, sabbiosi, Puntiforme salmastri (altitudine 0-200 m) Rupi calcaree, vecchi muri e Rara e detriti nella fascia della localizzata gariga mediterranea (altitudine 0-800 m) Prati aridi esposti a sud, nelle pinete naturali e di Limitate a rimboschimento a Pinus superfici molto nigra, nelle formazioni a roverella e nelle leccete esigue degradate (altitudine 7501050 m) Vive nelle fessure delle rupi calcaree, in luoghi ombrosi, In espansione umidi o esposti a settentrione, (altitudine 0200 m) Puntiforme IUCN CR CR VU VU VU Tabella 3.1 – Specie appartenenti alla flora della Provincia di Cosenza indicate nella Direttiva Habitat Fonte: Forum Plinianum (S. Pignatti, P. Menegoni, V. Giacanelli) - Liste rosse e blu della Flora d’Italia – 2001, Direttiva 1992/43/CEE, Direttiva Habitat Note: *: indica le specie prioritarie IUCN = Categoria IUCN attribuita a livello nazionale secondo la pubblicazione Conti et al., 1997. Nome latino = Binomio linneano relativo al taxa considerato, il primo di tali nomi identifica il genere di appartenenza, il secondo, definisce la specie. Il binomio specifico, è seguito dal nome, per esteso o abbreviato, dell’autore che per primo ha descritto tale specie. Nome italiano = quando presente sulla Flora d’Italia di Pignatti (1982) Habitat all. 2 = Allegato 2 alla Direttiva 43/92/CEE “Habitat” denominato Specie animali e vegetali di interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di Zone Speciali di Conservazione (Z.S.C.)..Aggiornamento alla G.U. 1999 Habitat all.4 = Allegato 4 alla Direttiva 43/92/CEE “Habitat” denominato Specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa. Aggiornamento alla G.U. 1999 Habitat all. 5 = Allegato 4 alla Direttiva 43/92/CEE “Habitat” denominato Specie animali e vegetali di interesse comunitario il cui prelievo nella natura e il cui sfruttamento potrebbero formare oggetto di misure di gestione. Aggiornamento alla G.U. 1999 Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 29 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Per quanto concerne le Aree IBA (Important Birds Area), una zona viene individuata come IBA se ospita percentuali significative di popolazioni di specie rare o minacciate oppure se ospita eccezionali concentrazioni di uccelli di altre specie. Allo scopo di aumentare il numero di Zone di Protezione Speciale già individuate in base alla Direttiva 79/409/CEE, la seconda relazione tecnica intermedia del progetto “Sviluppo di un sistema nazionale delle ZPS, sulla base della rete delle IBA (Important Bird Areas)” riferita all’anno 2001, riporta la revisione dei perimetri delle aree IBA e l’accorpamento di quelle contigue, sulla base dell’aggiornamento dei dati ornitologici su scala nazionale e di una più restrittiva applicazione dei criteri ornitologici di BirdLife International. In conformità a tali modifiche, le IBA individuate per la Provincia di Cosenza sono: “Monte dell’Orsomarso - Verbicaro” (area condivisa dalle regioni Calabria e Basilicata), “Alto Ionio Cosentino”, “Sila Grande”, “Marchesato - Fiume Neto”. Provincia COSENZA IBA Alto Ionio Cosentino Pollino e Orsomarso Sila Grande Marchesato e Fiume Neto Totale Superficie - ha 28.619,39 94.141,70 31.005,92 2.241,96 156.008,97 “Sviluppo di un sistema nazionale delle ZPS sulla base delle IBA” - MATTM, LIPU 2002 Tabella 3.2 - Consistenza delle aree IBA Provincia di Cosenza La Rete Natura 2000 nella Provincia di Cosenza La direttiva "Habitat" stabilisce che, per i siti "Natura 2000", gli Stati Membri e, quindi, le Regioni, stabiliscano le misure di conservazione necessarie che implicano all'occorrenza l'adozione di appropriati piani di gestione, specifici o integrati ad altri piani di sviluppo, conformi alle esigenze ecologiche dei tipi di habitat naturali e delle specie presenti nei siti. La Regione Calabria, nell'ambito del PIS Rete Ecologica Regionale - Misura 1.10 del POR Calabria 2000/2006, ha disposto i finanziamenti necessari per la redazione dei piani di gestione dei siti Natura 2000 nella Provincia di Cosenza; Gli strumenti di pianificazione prodotti sono stati approvati ed adottati con Deliberazione della Giunta Regionale n. 948/2008, provvedimento che ha designato, inoltre, l’AmministrazionE provinciali quale Ente di gestione dei siti Natura 2000 compresi nel territorio provinciale di appartenenza e non inclusi all'interno delle aree protette di cui alla citata L. 394/91 e smi. Risultano in fase di redazione i piani di gestione delle ZPS, che il Dipartimento Politiche dell'Ambiente ha affidato alle Amministrazioni provinciali. Il Piano di Gestione dei SIC della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 30 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza L’allegato I - Elenco dei Siti Natura 2000 - in appendice al Decreto n° 1554 del 16 febbraio 2005 del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria - “Guida alla redazione dei Piani di Gestione dei siti Natura 2000 – Progetto Integrato Strategico della Rete Ecologica Regionale”, riporta per la Provincia di Cosenza 87 siti Natura 2000. L’allegato 1 della Delibera di Giunta Regionale 9 dicembre 2008 n. 948, pubblicata sul BUR Calabria n. 25 del 31.12.2008, riporta i 35 SIC ricadenti all’interno della Provincia di Cosenza e al di fuori delle perimetrazioni dei Parchi Nazionali. Si segnala, inoltre, che con Leggi Regionali 9/2008 e 12/2008 pubblicate sul Supplemento Straordinario n. 2 del 29.04.2008 al BURC n. 8 del 16.04.2008 sono stati istituiti rispettivamente il Parco Marino Regionale “Riviera dei Cedri” e il Parco Marino Regionale ”Scogli di Isca”, e che l’area del primo è interessata dalla presenza di ben 4 SIC: i Siti Marini IT9310035-Fondali Isola di Dino-Capo Scalea e IT9310036-Fondali Isola di Cirella-Diamante e i Siti Costieri IT9310034-Isola di Dino e IT9310037-Isola di Cirella. L’obiettivo generale del Piano di Gestione dei SIC della Provincia di Cosenza è la conservazione degli habitat e delle specie vegetali e animali inclusi nella Direttiva Habitat (92/43/CEE). Sono oggetto di tutela e conservazione gli habitat e le specie elencate dall’Allegato I e II della Direttiva 92/43/CEE, e dall’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE per quanto riguarda le specie ornitiche. Con il Piano si cerca di garantire il mantenimento e/o il ripristino degli equilibri ecologici che caratterizzano gli habitat, mirando a preservare le qualità ambientali e naturalistiche che i SIC hanno attualmente, favorendo l’obiettivo principale di sostenere una fruizione degli stessi compatibile con le loro esigenze conservazionistiche. Gli obiettivi operativi di sostenibilità ecologica che il Piano intende perseguire possono essere sintetizzati nei punti seguenti: • migliorare lo stato delle conoscenze sulle specie e habitat di interesse comunitario; • eliminare e/o ridurre i fattori di pressione e disturbo sugli ecosistemi, sugli habitat e sulle specie di interesse comunitario; • minimizzare e limitare la diffusione di specie alloctone; • minimizzare/limitare il disturbo sulle comunità costiere e dunali; • contribuire ad aumentare la sensibilizzazione nella popolazione locale riguardo le esigenze di tutela degli habitat e specie di interesse comunitario presenti nei SIC ; • promuovere una gestione forestale che favorisca l’evoluzione naturale della vegetazione; • salvaguardare le interconnessioni biologiche tra i SIC limitrofi valorizzando gli elementi di connettività ambientale. Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 31 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza La tutela dei SIC e degli aspetti paesaggistici in cui si inseriscono, può costituire una fonte di benefici economici per le popolazioni locali che, direttamente e/o indirettamente, ne fruiscono. In tal senso sono stati individuati i seguenti obiettivi: • introdurre misure e forme di vigilanza e manutenzione all’interno dei SIC; • informare e orientare ad una corretta fruizione del sito in modo che sia compatibile con le esigenze di tutela degli habitat e delle specie di interesse comunitario; • promuovere lo sviluppo di attività economiche eco-compatibili con gli obiettivi di conservazione dell’area. • adeguare gli strumenti di programmazione e pianificazione comunali alle esigenze di tutela degli habitat. • raggiungere una adeguata consapevolezza del valore ecologico dei siti e delle loro esigenze di conservazione da parte della popolazione locale; • promuovere attività economiche sostenibili ed eco-compatibili, anche nel territorio circostante i siti. L’eterogeneità complessiva dei SIC presenti è molto alta ed esprime l’elevata diversità di habitat e di paesaggio che caratterizza il territorio della provincia di Cosenza. In base alle “Tipologie dei siti” proposte dal Ministero dell’Ambiente (Manuale per la gestione dei Siti Natura 2000), i SIC in esame possono essere riuniti nei seguenti gruppi: 1. siti marini: IT9310033-Fondali di Capo Tirone IT9310035-Fondali Isola di Dino-Capo Scalea IT9310036-Fondali Isola di Cirella-Diamante IT9310039-Fondali Scogli di Isca IT9310048-Fondali Crosia-Pietrapaola-Cariati IT9310053-Secca di Amendolara 2. siti costieri: IT9310052-Casoni di Sibari IT9310040-Montegiordano Marina IT9310045-Macchia della Bura IT9310051-Dune di Camigliano IT9310034-Isola di Dino IT9310037-Isola di Cirella IT9310038-Scogliera dei Rizzi Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 32 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza 3. siti a dominanza di vegetazione arborea igrofila: IT9310025-Valle del Fiume Lao IT9310031-Valle del Fiume Esaro IT9310042-Fiumara Saraceno IT9310043-Fiumara Avena IT9310044-Foce del Fiume Crati IT9310047-Fiumara Trionto IT9310054-Torrente Celati 4. siti a dominanza di pinete mediterranee e oromediterranee: IT9310041-Pineta di Montegiordano 5. siti a dominanza di querceti mediterranei: IT9310049-Farnito di Corigliano Calabro IT9310056-Bosco di Mavigliano IT9310057- Orto Botanico-Università della Calabria IT9310067-Foreste Rossanesi IT9310068-Vallone S.Elia 6. siti a dominanza di faggete con Abies, Taxus e Ilex: IT9310062-Monte Caloria IT9310063-Foresta di Cinquemiglia IT9310065-Foresta di Serra Nicolino-Piano d’Albero IT9310066-Varconcello di Mongrassano 7. siti a dominanza di laghi/torbiere: IT9310058-Pantano della Giumenta IT9310059-Crello IT9310060-Laghi di Fagnano IT9310061-Laghicello 8. siti a dominanza di praterie/montane: IT9310064-Monte Cocuzzo Tabella 3.3 – Elenco delle 35 aree SIC oggetto dei Piani di Gestione provinciali Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 33 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza 1 SITI MARINI Sono inclusi in questa tupologia di sito i fondali marini caratterizzati dalla presenza di praterie di Posidonie (habitat 1120*). IT9310033-Fondali di Capo Tirone IT9310035-Fondali Isola di Dino-Capo Scalea IT9310036-Fondali Isola di Cirella-Diamante IT9310039-Fondali Scogli di Isca IT9310048-Fondali Crosia-Pietrapaola-Cariati IT9310053-Secca di Amendolara L’importanza dell’esistenza delle praterie di P. oceanica è da legare al ruolo che essa svolge per la fascia costiera: essa modifica profondamente il fondale marino per l’azione delle radici che trattengono una notevole quantità di detriti, contribuendo alla sua stabilizzazione; Attualmente le praterie di P. oceanica sono in fase di regressione a causa delle diverse attività antropiche 2 SITI COSTIERI Coste basse Il sito che rientra in questa tipologia, “IT9310052-Casoni di Sibari”, è caratterizzato da habitat alo-igrofili quali 1150*Lagune costiere e 1410 Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi) in contatto con gli habitat tipicamente psammofili delle spiagge (1210 Vegetazione annua delle linee di deposito marine, 2120 Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria (“dune bianche”), 2210 Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae, 2230 Dune con prati dei Malcolmietalia). Gli equilibri ecologici di questi ambienti sono delicati e permettono la sopravvivenza degli habitat dei pascoli inondati mediterranei, che sono comunità a dominanza di giunchi (Juncus maritimus), spesso in contatto con le steppe salate. I fattori ecologici che caratterizzano maggiormente i siti di questo gruppo sono: il clima mediterraneo, suoli prevalentemente sabbiosi, un’elevata salinità e, per le lagune, le variazioni del livello delle acque. Il sito è gran parte convertito a risaia, è un importante biotopo per la sosta di numerosi uccelli migratori, ma anche un’area per lo svernamento e la riproduzione di altre specie. Obiettivo generale è quello di conciliare le esigenze di conservazione degli habitat con la vocazione agricola del sito, per garantire il mantenimento di caratteristiche ecologiche qualitativamente compatibili con le esigenze della fauna (soprattutto avifauna acquatica e anfibi). Dune consolidate Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 34 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza I siti di questa tipologia sono caratterizzati prevalentemente da habitat contigui che presentano tutta l’articolazione della serie di vegetazione delle coste sabbiose e delle dune litoranee, dalle dune embrionali, alle dune bianche (dune mobili e semifisse), alle dune grigie (dune fisse), fino alle depressioni interdunali e alla vegetazione con chiaro carattere secondario, come i pratelli riferibili ai Malcomietalia e/o ai Brachypodietalia. I settori dunali più interni, infine, ospitano ginepreti e pinete costiere. I siti ricadenti in questa tipologia si estendono tutti lungo la costa ionica della provincia: IT9310040-Montegiordano Marina IT9310045-Macchia della Bura IT9310051-Dune di Camigliano Le dune costiere si trovano in litorali soggetti a una forte pressione turistica con associati fenomeni di urbanizzazione, di cementificazione, di costruzione di infrastrutture viarie, di elevati carichi turistici stagionali. I fattori naturali che controllano la dinamica di erosione e/o ripascimento dei litorali costieri in tempi recenti sono stati modificati dall’effetto congiunto di perturbazioni a diversa scala come l’alterazione degli equilibri idrogeologici dei sistemi fluviali (con, ad esempio, il trasporto solido conseguente a eventi di piena eccezionali e successiva deposizione sulla fascia costiera), il dragaggio dei fondali costieri e, nel lungo periodo, l’aumento del livello del mare, conseguente alle variazioni climatiche. L’erosione costiera può difficilmente essere fronteggiata dalle sabbie immagazzinate dal sistema dunale, poiché l’arretramento della linea di costa è impedito dall’occupazione, anche abusiva, dei terreni della fascia retrodunale per scopi edilizi e produttivi. Il fenomeno erosivo si innesca per effetto del calpestio che provoca l’asportazione della sabbia incoerente ed il conseguente affioramento e rottura degli apparati radicali della vegetazione che la trattiene e la consolida. La conseguenza è una lenta, ma inesorabile regressione della vegetazione che non potendo più trattenere le particelle sabbiose espone la duna all’erosione dei venti. In relazione alla presenza turistica, sulla duna vengono spesso effettuate azioni di pulizia e spianamento meccanico della spiaggia, con eliminazione delle comunità associate ai materiali spiaggiati. La presenza umana incontrollata è inoltre causa di disturbo per le specie ornitiche nidifianti (disturbo arrecato soprattutto dai cani lasciati liberi durante il periodo di nidificazione). Oltre a ciò, è presente una situazione ad alto rischio d’incendio, determinata complessivamente dall’intensa frequentazione stagionale, dal potenziale pirologico della vegetazione dunale e dagli eventuali interessi speculativi. Per conservare buoni livelli di biodiversità animale, è necessaria la presenza del “profilo” ideale e della serie completa dei microambienti che caratterizzano il sistema dunale, le dune mobili, a vegetazione pioniera, consolidate e boscate, e le associate aree umide Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 35 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza intermedie. Il crucianelleto e il ginepreto, sono habitat prioritari che, per la loro problematica capacità di disseminazione e la loro scarsa velocità di crescita delle specie caratteristiche, meritano particolare attenzione di conservazione. Fondamentale è la limitazione delle azioni di “pulizia” e spianamento meccanico della spiaggia che alterano la morfologia delle dune embrionali e delle dune mobili favorendo, così, la destrutturazione delle comunità e delle specie più sensibili, fino alla loro scomparsa. Coste alte I siti ricadenti in questa tipologia sono localizzati lungo la costa tirrenica settentrionale della provincia: IT9310034-Isola di Dino IT9310037-Isola di Cirella IT9310038-Scogliera dei Rizzi Nei siti di questa tipologia compaiono prevalentemente habitat tipici della costa. Si tratta di un sistema di habitat molto complesso e con un’occupazione areale molto limitata. La vegetazione è caratterizzata da fitocenosi costituite da camefite, che nelle aree più interne sono spesso associate a nanofanerofite. Tra le specie più frequenti, sono presenti Crithmum maritimum, Inula crithmoides, Daucus gingidium, Reichardia picroides e Limonium sp. pl. Per quanto riguarda il genere Limonium, si tratta di entità piuttosto critiche sotto il profilo sistematico, essendo spesso endemismi puntiformi, per i quali è stato possibile chiarire il rango tassonomico solo grazie a studi citotassonomici. Dal punto di vista fitosociologico, si tratta di comunità riferibili alla classe CrithmoLimonietea. La pressione antropica sulle scogliere è di vario tipo ed entità, dalla cementificazione alla presenza di materiali terrosi di discarica. Le minacce più serie per l’avifauna marina provengono dall’inquinamento marino che viene amplificato in questi predatori di pesci ed altri organismi. Infatti le sostanze tossiche (mercurio, ecc..) si accumulano nell’organismo delle prede e raggiungono concentrazioni elevate nell’organismo dei predatori provocando gravi squilibri fisiologici. Per gli altri habitat presenti nei siti della tipologia (vegetazione alofitica, macchia mediterranea e pratelli terofitici), che sono comunque piuttosto selettivi, può essere opportuno regolamentare la frequentazione antropica, soprattutto se è rilevabile la presenza di specie alloctone invasive o sinantropiche. Per quanto riguarda il patrimonio naturalistico dei SIC obiettivo generale del piano è quello di assicurare la conservazione in uno stato ottimale degli habitat e delle specie vegetali e animali di interesse comunitario presenti nel sito ed in particolar modo di Dianthus rupicola, Anthyllis barbajovis L., Limonium remotispiculum (Lacaita) Pign., Andrachne telephioides L., ecc. Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 36 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Per gli habitat che ospitano le popolazioni delle specie di particolare interesse conservazionistico – Arborescent matorral with Juniperus spp. (habitat 5210) scogliere con vegetazione delle coste mediterranee a Limonium spp. endemici (habitat 1240), Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofi tica (Dianthion rupicolae) (8210), 5330 Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici l’obiettivo di conservazione è il mantenimento dello stato di conservazione attuale, mediante la riduzione e la regolamentazione dei fattori di disturbo. 3 SITI A DOMINANZA DI VEGETAZIONE ARBOREA IGROFILA I siti di questa tipologia sono caratterizzati principalmente dalla presenza di fitocenosi ripariali arboree, dominate da specie dei generi Salix, Populus e Alnus e da altre fitocenosi forestali planiziali, comunque igrofile. Un grave problema per questi habitat è senza dubbio rappresentato dal pesante impatto antropico che ne compromette lo stato ecologico, e che rappresenta una diretta conseguenza di una cattiva gestione del territorio e della mancanza di una corretta pianificazione ispirata ai criteri della sostenibilità. I numerosi interventi che per decenni si sono susseguiti da parte dell’uomo hanno avuto come conseguenza il degrado dei fiumi e la rottura della loro unità ecosistemica, con modifiche strutturali e alterazioni degli equilibri idrici dei bacini. Questi fenomeni sono da ricondurre principalmente a: • processi di urbanizzazione (costruzione di strade, edifici, ponti), • interventi di artificializzazione dell’alveo (rettificazione, arginatura, ecc.), • captazioni idriche (abbassamento della falda e prosciugamento degli specchi d’acqua), • estrazione di ghiaia e sabbia, • complessiva modifica del regime delle portate (piene eccezzionali), • risalita del cuneo salino. I siti, di questo gruppo, possono essere ulteriormente suddivisi in: Fiumare del versante ionico: IT9310042-Fiumara Saraceno IT9310043-Fiumara Avena IT9310047-Fiumara Trionto IT9310054-Torrente Celati Le fiumare del versante ionico calabrese, viste le loro caratteristiche idrogeologiche e bioclimatiche, rappresentano un ecosistema particolarissimo, ma nello stesso tempo estremamente fragile e mutevole. L’estrema vulnerabilità di questi siti è accentuata dall’attività umana, quali agricole, minerarie e di approvvigionamento idrico, che sfruttano le risorse presenti. Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 37 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Effetti che si ripercuotono in primo luogo sulle biocenosi dell’ambiente di fiumara, ma che si estendono sul suolo, sul dinamismo idrico, ed in generale determinano lo stato di dissesto idrogeologico in cui queste aree attualmente versano. Obiettivo principale per la gestione di questa tipologia di sito è quello di favorire il ripristino degli equilibri naturali, consentendo il normale dinamismo della vegetazione almeno in quelle aree non interessate da attività agricola intensiva, per raggiungere condizioni dell’assetto idrogeologico più stabili ed in equilibrio. Corsi d’acqua permanenti IT9310025-Valle del Fiume Lao IT9310031-Valle del Fiume Esaro IT9310044-Foce del Fiume Crati Gli habitat presenti sono in condizioni attuali diverse e richiedono dunque strategie di conservazione differenziate. Alcuni habitat ospitano popolazioni di specie vegetali e animali rare e/o di grande valore conservazionistico. Per gli habitat che ospitano le popolazioni delle specie di particolare interesse conservazionistico [92A0 Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba; 9180* Boschi misti di forre e scarpate (TilioAcerion) e 7220* Sorgenti petrificanti con formazione di travertino (Cratoneurion)]. L’obiettivo generale di gestione è il mantenimento e il ripristino dello stato attuale, mediante la riduzione e la regolamentazione dei fattori di disturbo, per raggiungere uno stato di conservazione soddisfacente ed un assetto idrogeologico più stabile ed in equilibrio. Obiettivi specifici saranno: • consentire il naturale dinamismo della vegetazione almeno in quelle aree non interessate da attività agricola intensiva; • valorizzazione della significatività paesaggistica e della funzionalità naturalistica del sito in rapporto all’area vasta in cui è inserito. 4 SITI A DOMINANZA DI PINETE MEDITERRANEE E OROMEDITERRANEE I siti di questa tipologia sono caratterizzati dalla presenza di formazioni a dominanza di pini di diverse specie: Pinus nigra subsp. nigra, P. nigra subsp. laricio e P. heldreichii (=P. leucodermis), ecc. Nel caso del sito IT9310041-Pineta di Montegiordano si tratta di formazioni a dominanza di pino d’Aleppo (Pinus halepensis). Un fattore comune è il ricorrere di fenomeni d’incendio di notevole intensità ed estensione. Per alcune di queste cenosi (segnatamente, quelle a prevalenza di pino d’Aleppo o di pino marittimo), il fuoco è il fattore ecologico che ne consente la conservazione in stazioni edaficamente povere, le quali, con il migliorare delle condizioni edafiche, sarebbero altrimenti sostituite da cenosi più Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 38 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza evolute (ad esempio, querceti mediterranei). Tuttavia, incendi troppo intensi, frequenti ed estesi possono superare la capacità di risalienza di tali comunità conducendo al degrado. 5 SITI A DOMINANZA DI QUERCETI MEDITERRANEI Questa tipologia comprende siti caratterizzati da foreste a dominanza di leccio (Quercus ilex), talvolta misto a querce caducifoglie termofi le quali la roverella e il farnetto. Nonostante la presenza abbondante di querce decidue, che in alcuni casi sono dominanti, questa vegetazione può essere riferita alla classe Quercetea ilicis. La struttura di questi boschi è spesso il risultato di un processo storico di degrado, riconducibile a tre fattori tipici, quali ceduazioni eccessive, la pratica del pascolo in bosco e il passaggio degli incendi. Questi elementi comportano la trasformazione dell’assetto strutturale (con densità rade e sviluppo ridotto) e compositivo (con alterazione dei rapporti tra le specie, a favore di quelle a maggior capacità pollonifera e di crescita iniziale, che sono più resistenti agli stress idrici) degli habitat e una sua perdita di funzionalità biologica (ad esempio, con alterazione dei cicli biogeochimici). Le leccete sono in forte regressione, a causa di intense ceduazioni, ricorrenti incendi e pascolo. Il pascolo in bosco, in particolare può comportare il degrado del terreno (fenomeni erosivi) e modifiche nel portamento delle piante e la diffusione di specie nitrofile e eliofile, nelle zone maggiormente frequentate dagli animali. I siti ricadenti in questa tipologia sono localizzati nella fascia collinare del versante ionico ( primi tre) e della valle del fiume Crati. Questi presentano ambienti umidi particolari quali gli “Stagni temporanei mediterranei” (habitat 3170) che formano un complesso mosaico vegetazionale con le formazioni forestali. IT9310049-Farnito di Corigliano Calabro IT9310067-Foreste Rossanesi IT9310068-Vallone S.Elia IT9310056-Bosco di Mavigliano IT9310057- Orto Botanico-Università della Calabria 6 SITI A DOMINANZA DI FAGGETE CON ABIES, TAXUS E ILEX Rientrano in questa tipologia i siti forestali a dominanza di faggio (habitat 9210 e 9220), nei quali la presenza di specie che possono essere interpretate come relitti terziari è piuttosto frequente (Taxus baccata, Ilex aquifolium,Daphne laureola). Per affinità ecologica e di distribuzione, sono comprese anche le faggete con Abies alba e A. nebrodensis e le abetine appenniniche. Si tratta di formazioni in cui la fisionomia, in genere, è determinata dal faggio o dall’abete. Sono presenti un folto gruppo di specie endemiche dell’Italia meridionale e specie comunque interessanti in chiave Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 39 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza fitogeografica: Acer lobelii, Adenostyles australis, Alnus cordata, Arisarum proboscideum, Geranium versicolor, Luzula sicula, etc. Nei siti è significativa anche la presenza di altri habitat forestali quali le foreste del Tilio-Acerion (*9180) e foreste di Castanea sativa (9260). La distribuzione degli habitat presenti nei siti di questo gruppo è legata alle caratteristiche oceaniche del clima che, quando non sono evidenziabili a livello di clima regionale, possono essere compensate da precipitazioni occulte o da suoli profondi, con buone capacità di ritenzione idrica. I siti della provincia ricadenti in questa tipologia e oggetto di studio sono tutti localizzati sulla Catena Costiera, in quanto quelli del territorio della Sila e del Pollino rientrano tutti entro i limiti dei parchi nazionali: IT9310062-Monte Caloria IT9310063-Foresta di Cinquemiglia IT9310065-Foresta di Serra Nicolino-Piano d’Albero IT9310066-Varconcello di Mongrassano Obiettivo principale è in questo caso la conservazione dell’ecosistema forestale, della sua funzionalità e biodiversità. 7 SITI A DOMINANZA DI TORBIERE/LAGHI In questa tipologia di siti l’habitat più frequente è quello delle torbiere di transizione, che presentano una vegetazione riferibile agli Scheuchzerietalia palustris ed ai Molinio- Arrhenatheretea e caratteristiche intermedie tra le torbiere basse e quelle alte, con le quali il più delle volte formano un mosaico. Aree di questo tipo sono particolarmente rare in Italia meridionale ed in Calabria e, per le particolari condizioni microclimatiche che le caratterizzano, rappresentano importanti stazioni di rifugio per molte specie a distribuzione settentrionale che, sospinte a sud durante le glaciazioni, sono in seguito scomparse dal resto dei territori circostanti a causa delle modificazioni climatiche. I siti ricadenti in questa tipologia sono tutti localizzati sulla Catena Costiera e rientrano in un’area proposta come Parco Naturale: IT9310058-Pantano della Giumenta IT9310059-Crello IT9310060-Laghi di Fagnano IT9310061-Laghicello Obiettivo generale è quello di consentire la conservazione di queste specie e del mosaico vegetazionale complesso che caratterizza i siti. Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 40 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Le strategie di conservazione più efficaci per specie ornitiche forestali selettive ma a diffusione relativamente ampia riguardano interventi legati alla gestione del bosco, che preservino o che vadano nella direzione dell’incremento di habitat disponibile. Le azioni sull’habitat, finalizzate ad aumentarne la recettività, riguardano misure atte a favorire la rinnovazione spontanea delle specie forestali indigene, il ripristino ed il mantenimento di boschi autoctoni, nonché la conversione dei boschi cedui in alto fusto, con il mantenimento di alberi vetusti e senescenti, o con cavità, di alberi morti e altri potenziali rifugi, accompagnati eventualmente dalla dislocazione apposite cassette nido; qualora possibile sarebbero inoltre auspicabili rimboschimenti in relazione alla tipologia del bosco originario. Fattori critici vengono considerati: abbandono delle pratiche agricole tradizionali nelle aree montane e la persecuzione diretta per abbattimento, in particolare nel corso della stagione invernale. 8 SITI A DOMINANZA DI PRATERIE MONTANE In questa tipologia rientra il sito “IT9310064-Monte Cocuzzo” che comprende la parte cacuminale del rilievo di Monte Cocuzzo a quote comprese tra 1200 e 1540 m s.l.m. Il sito è principalmente caratterizzato dalla dominanza dell’habitat “6210 Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia)” Le praterie di questi siti sono in prevalenza riferibili alla classe Festuco-Brometea e, talvolta, sono caratterizzate da una significativa presenza di orchidee (6210(*)). Il carattere secondario di tali formazioni è legato al disturbo, costituito prevalentemente da pascolamento. Per quanto riguarda le formazioni arbustive ed erbacee, va considerato come indice di un buono stato di conservazione la continuità della copertura vegetale. È inoltre indice di un buono stato di conservazione la presenza di un elevato numero di specie che, normalmente, dà luogo ad un’eccezionale eterogeneità di tipologie floristiche e vegetazionali. Il mantenimento di un soddisfacente stato di conservazione dell’habitat è quindi direttamente correlato ad un’efficace gestione e regolamentazione del pascolo. Il sovrapascolamento provoca nella vegetazione prativa rapide modificazioni nella struttura e nella composizione, già presenti in alcune parti del sito. Obbiettivo generale è quello di consentire la conservazione dell’habitat e la sua alta eterogeneità di tipologie floristiche e vegetazionali. I SIN/SIR della provincia di Cosenza Siti a dominanza di faggete con Abies, Taxus e Ilex Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 41 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza SIN6 IT9300191 Bosco Luta Siti a dominanza di querceti SIN1 IT9300186 MunciarraT-impone Cineco SIN4 IT9300189 Monte Basilicò SIR3 IT9300194 Sugherete di Fiumefreddo Siti a dominanza di laghi/torbiere SIR2 IT9300190 Stagni di Lagarò Siti eterogenei (macchia mediterranea e vegetazione ripariale) SIR7 IT9300213 Vallone Galatrella SIN3 IT9300188 Vallone San Tommaso Per ogni sito sono state elaborate delle schede sintetiche con indicazioni degli Habitat presenti, delle principali specie Flogistiche e Faunistiche censite dal Piano di Gestione. Seguono nella tabella seguente, schematicamente, le specie faunistiche presenti nei SIC, SIN e SIR d’interesse comunitario e/o conservazionistico e, successivamente, le schede sintetiche descrittive degli habitat, della flora e della specie faunistiche protette per ogni sito. FAUNA Specie d’interesse comunitario e/o conservazionistico Actitis hypoleucos Allocco (Strix aluco) Tutela E' protetto dalla Legge 157/92, Berna Descrizione L’allocco (strix aluco) è indubbiamente il più numeroso e meglio distribuito all’interno del territorio nazionale. E’ una specie particolarmente protetta dalla legislazione italiana (l. 157/92). Gli ambienti elettivi sono rappresentati da estese superfici boschive, di latifoglie o di consorzi misti, a cui si alternano radure. Andoriana pandora (Denis & Schiffermüller, 1775) Anhtus campestris ARGE Melanargia arge Averla capirossa (Lanius senator). Ottobre 2009 Berna, Direttiva Habitat Allegato I alla Direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 42 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Averla piccola (Lanius collurio) Rientra nell’allegato I alla Direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) balestruccio (delichon urbica) E' protetto dalla Legge 157/92, Berna Ballerina bianca (Motacilla alba) L. 157/92 e Berna ballerina gialla (motacilla E' protetto dalla Legge 157/92, cinerea) Berna Beccamoschino (Cisticola juncidis) Beccapesci (Sterna sandvicensis) L. 157/92 e Berna biancone (circaetus gallicus) L. 157/92, Berna, Direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) La ballerina gialla (motacilla cinerea) è una specie appartenente alla famiglia dei motacillidi che frequenta e si riproduce lungo i torrenti. Incluse nell’allegato I della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) bombina pachypus (bonaparte, Berna, Direttiva Habitat 1838) Burhinus oedicnemus senator è presente nella Lista Rossa come specie in pericolo Calandrella (Calandrella brachydactyla). L. 157/92, Berna e Direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Cannaiola (Acrocephalus scirpaceus) Capinera (Sylvia atricapilla) Passeriforme della famiglia dei lanidi, di dimensione intermedia tra un merlo e un passero. Migratoria transhariana, giunge puntuale dai quartieri di svernamento africani tra la fine di aprile e i primi giorni di maggio; solitamente i maschi precedono di poco le femmine,rientra nell’allegato i alla direttiva “uccelli” (cee/79/409), che comprende le specie per le quali si prevedono misure speciali di conservazione sugli habitat il balestruccio (delichon urbica), una specie migratoria regolare e nidificante, che al pari della rondine ha abitudini antropofile. Nidifica, quindi, in ambiente urbano e rurale, ma può riprodursi occasionalmente anche su pareti rocciose. L. 157/92, Berna, Direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Capovaccaio (Neophron percnopterus) Nella “Lista Rossa” è una specie in pericolo in modo critico.Rientra, inoltre, nell’allegato I della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Cappellaccia (Galerida cristata). Cardellino (Carduelis carduelis) L. 157/92 e Berna CERAMBICE DELLE QUERCE (Cerambyx cerdo Linnaeus, 1758) BERNA, Habitat E' una specie migratore regolare nidificante, altamente selettivo che in periodo riproduttivo occupa ambienti a bassa densità umana, con limitata attività agricola, mostrando una spiccata preferenza per paesaggi misti in cui vasti tratti di bosco sono associati a terreni nudi, sabbiosi o rocciosi, in parte coperti da vegetazione erbacea e arbustiva. Bombina pachypus recentemente è stata distinta a livello specifico da b. Variegata, diffusa in europa centrale e meridionale. Endemica dell’italia peninsulare, è ancora molto comune nel territorio della provincia di Cosenza (101 stazioni), prevalentemente nella fascia collinare e montana (tripepi et al., 1999). La capinera (sylvia atricapilla) è una specie sedentaria nidificante e migratoria regolare. È molto attiva e risulta meno elusiva degli altri silvidi. Frequenta boschi di latifoglie non troppo fitti e con abbondante sottobosco, frutteti e siepi alberate, soprattutto vicino stagni. E' il più piccolo avvoltoio europeo. Si tratta di una specie migratoria regolare, nidificante e svernante irregolare. Si riproduce in zone accidentate su pareti o rocce isolate e dominanti pianure, boschi radi, corsi d’acqua e pascoli utilizzati come aree di caccia. L. 157/92, Berna e direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) cerambyx cerdo linnaeus Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 43 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Cervone Elaphe quatuorlineata (Lacépède, 1789) Berna, Direttiva Habitat cincia bigia (parus palustris) E' protetto dalla Legge 157/92 Cincia mora (Parus ater) E' protetto dalla Legge 157/92, Berna L. 157/92, Berna e Direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Cinciallegra (Parus major) cinciarella (parus caeruleus), E' protetto dalla Legge 157/92, Berna Civetta (Athene noctua) Rientra nell’allegato II della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409). È inclusa nell’art. 2 della Legge 157/92 come specie particolarmente protetta dalla legislazione italiana (L. 157/92). Codibugnolo caudatus) Passeriforme concentrata in Europa e, a livello continentale, lo stato di conservazione della specie è considerato non favorevole. (Aegitalos L. 157/92, Berna e Direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) codirosso spazzacamino (phoenicurus ochruros) L. 157/92 e Berna Colombaccio (Columba palumbus) Rientra nell’allegato II della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Cordulegaster trinacriae Waterston, 1976 Corriere piccolo (Caradrius dubius) Columbide che predilige le zone boscate, confi nanti con zone aperte come le radure e coltivi. È inclusa nella nuova “Lista Rossa” come specie a “più basso rischio” e nell’allegato II della Convenzione di Bonn. Corvo imperiale (Corvus corax). BERNA Ottobre 2009 E’ specie distribuita nell’europa sud occidentale, a nord fino all’Istria e alla Russia sud occidentale, e in Aasia centrale ed occidentale. In italia la specie è assente nella maggior parte delle regioni settentrionali a nord del fiume Arno, mentre è presente nelle regioni centrali e meridionali della penisola sino alla Calabria. Nidifica in tutta la penisola e, con una popolazione localizzata, anche in Sicilia; è invece assente in Sardegna e buona parte della Puglia. La cincia bigia risulta protetta dalla legislazione italiana (l. 157/92). Vi sono tre importanti caratteristiche ecologiche che determinano l’elevata selettività ambientale della cincia bigia (vedi anche picchio muratore): in primo luogo si tratta di una specie che nidifica esclusivamente all’interno delle cavità degli alberi lasciate libere da altre specie di uccelli; si tratta inoltre di una specie avente una ampio territorio familiare (relativamente molto grande rispetta alla sua taglia: 45 ha per coppia); infine la specie è altamente sedentaria e la dispersione dei giovani è in genere compresa tra gli 800-1000 m dal luogo di nascita. E' una specie sedentaria nidificante che frequenta l’area del sic. Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 44 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza crociere (loxia curvirostra) L. 157/92 e Berna Desera distinta Incluse nell’allegato I della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Falco pescatore (Pandion haeliaetus) Incluse nell’allegato I della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Il crociere è una specie piuttosto gregaria tutto l’anno, sedentaria e nidificante o con movimenti dispersivi. Vive nei boschi di conifere (Sila), nidifi cando soprattutto tra i rami alti degli alberi. Ha infatti abitudini spiccatamente arboree e raramente scende sul terreno, muovendosi tra i rami di pini e abeti anche a testa in giù ed usando il tipico becco incrociato per estrarre i pinoli di cui si nutre. fanello (carduelis cannabina) L. 157/92 e Berna fiorrancino (regulus ignicapillus) E' protetto dalla Legge 157/92, Berna Fringuello (Fringilla coelebs) E' protetto dal DPCM del 1993 Gabbiano corallino (Larus melanocephalus) Incluse nell’allegato I della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Gabbiano cachinnans) Non è compresa nella nuova “Lista Rossa” italiana reale (Larus Specie distribuita dal livello del mare fino in alta montagna, che frequenta ambienti boscosi non troppo fitti, di latifoglie o conifere, confinanti con radure e con aree più aperte. Gabbiano roseo (Larus genei) Nella “Lista Rossa” italiana è una specie in pericolo".Rientra, inoltre, nell’allegato I della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus) Garzetta (Egretta garzetta) Direttiva Uccelli 79/409, Berna Gheppio (Falco tinnunculus) E' una specie protetta dalla Un piccolo rapace sedentario nidificante e migratore legislazione italiana (L. 157/92). regolare Berna, Bon Gruccione (Merops apiaster) Non è incluso nella “Lista Rossa” e non rientra nell’Allegato I alla Direttiva “Uccelli” (CEE/79/409). Tuttavia presenta uno status di conservazione complessivamente sfavorevole. Calandro (Anthus campestris) E' incluse nell’allegato I della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Martin pescatore (Alcedo atthis) Nella “Lista Rossa” i è una specie vulnerabile.Rientra, inoltre, nell’allegato I della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Airone rosso (Ardea purpurea) Nella “Lista Rossa” è una specie minacciata “a più basso rischio”.Rientra, inoltre, nell’allegato I della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Ottobre 2009 Incluse nell’allegato I della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 45 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Occhione oedicnemus). (Burhinus È compreso nell’allegato I della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409), fa quindi parte di quelle specie per la cui sopravvivenza si prevedono misure speciali di conservazione sugli habitat. Calandrella (Calandrella brachydactyla) E' inclusa nell’allegato I della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Garzetta Inclusa nell’allegato I della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Marzaiola (Anas querquedula) Nella “Lista Rossa” i è una specie “in pericolo in modo critico” e “vulnerabile” Volpoca (Tadorna tadorna) Nella “Lista Rossa” i è una specie “in pericolo in modo critico” e “vulnerabile” Lanius collurio Lanius senator Direttiva Uccelli 79/409 è presente nella Lista Rossa come specie a più basso rischio Scricciolo (troglodytes troglodytes) E' protetto dalla Legge 157/92, Berna Lontra Lutra lutra (Linnaeus, 1758) Incluse nell’allegato I della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Luì piccolo (phylloscopus collybita) E' protetto dalla Legge 157/92, Berna Lullula arborea Lupo (Canis lupus L.) Direttiva Uccelli 79/409 E' protetto dalla Legge 157/92, Berna, Cites, Habitat, Lista rossa E’ ormai ridotta a pochi esemplari, localizzati essenzialmente in alcuni tratti del bacino idrografico del Crati (ARCA, 1986) l Lupo è una specie particolarmente adattabile, come risulta evidente dalla sua amplissima distribuzione geografica; frequenta quasi tutti gli habitat dell’emisfero settentrionale, con le uniche eccezioni dei deserti aridi e dei picchi montuosi più elevati. In Italia le zone montane densamente forestate rappresentano un ambiente di particolare importanza, soprattutto in relazione alla ridotta presenza umana in tale habitat. Le limitate dimensioni dei gruppi (2- 7 individui) e le amplissime dimensioni dei territori determinano densità medie di 1-3,5 individui/100 km2. Nonostante il numero di lupi in Italia abbia mostrato negli ultimi decenni un costante e progressivo aumento, la specie resta minacciata per la limitata consistenza complessiva della popolazione presente nel Paese, che è stimata in 400-500 individui(Spagnesi et De Marinis 2002). Magnanina (sylvia undata) citata nelle schede natura 2000 Martin pescatore (Alcedo atthis) Nella “Lista Rossa” italiana è una specie minacciata “a più basso rischio”.Rientra, inoltre, nell’allegato I della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Merlo (Turdus merula) 79/409 CEE, Berna, Lista Rossa Mignattaio (Plegadis falcinellus) Nella “Lista Rossa” italiana è una specie in pericolo.Rientra, inoltre, nell’allegato I della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 46 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Moretta tabaccata (Aythya nyroca) Murimus asper Nibbio bruno (Milvus migrans) Nella “Lista Rossa” italiana è una specie minacciate “in pericolo in modo critico”.Rientra, inoltre, nell’allegato I della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Nitticora (Nyctycorax nycticorax) In Calabria questo grosso rapace è pressoché sedentario nidificante ed in misura minore migratore regolare e svernante; frequenta aree in cui si Secondo la “lista rossa” italiana alternano zone prative e zone alberate, dove nidifica appartiene alla categoria delle su alti alberi; in Sicilia, invece, nidifica sulle pareti specie “in pericolo”. Rientra rocciose. Le cause della diminuzione, almeno per la nell’allegato i della direttiva popolazione italiana, sono collegabili attualmente a “uccelli” (cee/79/409) fenomeni di bracconaggio, depredazione dei nidi e disturbo antropico nelle aree di nidifi cazione. Le principali potenziali minacce derivano, come per il nibbio bruno, dalle abitudini alimentari necrofaghe, che lo rendono vulnerabile ai veleni e alle contaminazioni da accumulo di fitofarmaci. Il nibbio bruno (milvus migrans), è migratore regolare nidifi cante (sottile, 2006). Nidifica in prevalenza in zone pedemontane o pianeggianti, con boschi naturali ad alto fusto, in vicinanza di superfi ci d’acque estese, fl uviali o lacustri. In italia, la distribuzione delle principali popolazioni nidifi canti ricalca sostanzialmente quella delle zone umide, anche se questa tendenza appare meno marcata nelle regioni meridionali. Incluse nell’allegato I della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Occhiocotto (Sylvia melanocephala) L. 157/92, Berna e direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Occhione (Burhinus oedicnemus) Nella “Lista Rossa” i è una specie in pericolo correndo il rischio di estinzione.Rientra, inoltre, nell’allegato I della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Passera mattugia (Passer montanus) passero solitario (monticola solitarius) L. 157/92 e Berna Nibbio reale (milvus milvus) Ottobre 2009 L. 157/92, Bonn, Berna e Direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Non è incluso nella “Lista Rossa” e non rientra nell’Allegato I alla Direttiva “Uccelli” (CEE/79/409). Tuttavia presenta uno status di conservazione complessivamente sfavorevole. Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 47 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza passero solitario (monticola solitarius) E' protetto dalla Legge 157/92, Berna Pettirosso (Erithacus rubecula) L. 157/92, Berna e direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Picchio muratore (Sitta europaea) E' protetto dalla Legge 157/92, Berna Picchio rosso maggiore (picoides major) E' particolarmente protetto dalla Ampiamente distribuito su tutto il territorio italiano, sia legislazione italiana (L. 157/92). in zone collinari e montane che planiziali. Picchio rosso minore (picoides minor) Secondo la “lista rossa” appartiene alla categoria delle specie minacciate “a più basso rischio”. Picchio verde (picus viridis) E' protetto dalla Legge 157/92, Berna, Lista Rossa Regionale Luì piccolo (phylloscopus collybita) Piccolo fiorrancino (regulus ignicapillus) Piro piro piccolo (Actitis hypoleucos) L. 157/92 e Berna Ottobre 2009 In italia la sua distribuzione è relativamente omogenea e continua nelle regioni meridionali e sulle isole maggiori, frammentata e localizzata nelle regioni settentrionali, coincidenti con il limite settentrionale del suo areale di distribuzione. Specie non concentrata in europa, ma con uno status di conservazione complessivamente sfavorevole (vulnerabile). La specie seleziona falesie costiere, cave di pietra, pareti rocciose naturali nei pressi dei fondovalle e, localmente, aree debolmente antropizzate ricche di anfratti e cavità artificiali; in tutti i casi necessita della presenza di vegetazione eliofila. picchio verde (picus viridis), una specie appartenente alla famiglia dei picidi considerata sedentaria nidifi cante. Si tratta di una specie selettiva che frequenta aree boschive con un elevato grado di diversità strutturale come quello che si ritrova negli stadi successionali delle foreste naturali. Per la nidificazione necessita di lembi di vegetazione matura, sia di latifoglie sia di conifere, mentre per l’alimentazione sono anche utilizzate aree aperte, con vegetazione rada e bassa. Nidifica in cavità che vengono scavate dalle coppie nei tronchi degli alberi (di preferenza in alberi morti o deperiti, con almeno la parte interna in disfacimento), nella parte medio-alta dell’albero, al di sotto della chioma. Secondo la nuova “lista rossa” italiana, appartiene alla categoria delle specie minacciate “a più basso rischio”. Lo stato di conservazione della specie è considerato non favorevole. Come le altre specie di picchi, è particolarmente protetto dalla legislazione italiana (l. 157/92). L. 157/92 e Berna È compresa nella nuova “Lista Rossa” come specie “vulnerabile”, non rientra nella direttiva “Uccelli” (CEE/79/409), è protetta dall’allegato III della Convenzione di Berna (1979) e quella ci Bonn (allegato II) Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 48 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Piro piro hypoleucos) piccolo (Actitis È compresa nella “Lista Rossa” come “vulnerabile”,, è protetta dall’allegato III della Convenzione di Berna (1979) e quella ci Bonn (allegato II). Piro piro piccolo (Actitis hypoleucos) “Nella “Lista Rossa” i è una specie a basso rischio. Poiana (Buteo buteo). L. 157/92, Berna, Cites, Bonn, inoltre Rientra nell’allegato II della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409). Quaglia (Coturnix coturnix) Berna, Bonn e Direttiva Uccelli (79/409 CEE) Rampichino (certhia brachydactyla) E' protetto dalla Legge 157/92, Berna Rana Italica Rigogolo (oriolus oriolus) Berna, Direttiva Habitat L. 157/92, Berna e direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Rondine (Hirundo rustica) L. 157/92 e Berna Rondone (Apus apus) Salamandrina Terdigitata Scricciolo (Troglodytes troglodytes) Sparviere (Accipiter nisus) L. 157/92 e Berna Berna, Direttiva Habitat L. 157/92 e Berna Sterna comune (Sterna hirundo) Nella “Lista Rossa” italiana è una specie minacciate “a più basso rischio”.Rientra, inoltre, nell’allegato I della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Sterpazzolina (Sylvia cantillans), L. 157/92, Berna Ottobre 2009 Rapace diurno della famiglia degli accipitridi, presente in Calabria come sedentario nidificante, migratore regolare e svernante. Non rientra nella nuova “lista rossa” italiana, nella quale sono comprese le specie maggiormente a rischio. Tra i rapaci diurni forestali è indubbiamente il più numeroso e meglio distribuito all’interno del territorio nazionale. La poiana, come tutti i rapaci, è una specie particolarmente protetta dalla legislazione italiana (l. 157/92). Nel corso della stagione riproduttiva la poiana frequenta zone boschive, manifestando una preferenza per i boschi di latifoglie o misti sui versanti soleggiati. Il nido, di aspetto robusto, viene generalmente costruito su alberi ad alto fusto, anche se talvolta può essere collocato su anfratti rocciosi (in particolare sulle isole). E’ un piccolo passeriforme appartenente alla famiglia certidi, facilmente distinguibile grazie al piumaggio, alla forma del becco, al comportamento e al canto diagnostico. In Calabria il rampichino è ritenuto sedentario nidificante. La specie è tipicamente legata agli ambienti boschivi di latifoglie, conifere o misti, con la presenza di alberi maturi: questi sono utilizzati come micro-habitat adatti alla costruzione del nido e per la ricerca dell’alimento. Si tratta inoltre di una specie molto sedentaria con spostamenti che raramente superano i 10 km. La rondine (hirundo rustica) é una specie migratoria regolare e nidificante. La rondine, animale simbolo della campagna coltivata, dipende in gran parte dalla presenza di allevamenti animali e dalla struttura degli edifici nei quali la specie costruisce il nido, oltre che dalla ricchezza dell’ecomosaico delle coltivazioni circostanti. Al fine della sua conservazione sono necessari, quindi, il mantenimento di un’agricoltura tradizionale e/o biologica con l’allevamento di animali. È protetta dalla legislazione italiana (L. 157/92). Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 49 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Strillozzo (Miliaria calandra) Tarabusino (Ixobrychus minutus) TESTUGGINE PALUSTRE EUROPEA Emys orbicularis L. 157/92 e Berna Nell “Lista Rossa” appartiene alla categoria delle specie minacciate “a più basso rischio”. Rientra, inoltre, nell’allegato I della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) incluse nell’allegato I della direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) Tordela (Turdus viscivorus) Allegato I alla Direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) tordo bottaccio (turdus philomelos) Direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) e Berna Tortora (Streptopelia turtur) L. 157/92, Berna e Direttiva “Uccelli” (CEE/79/409) La Tordela è particolarmente diffusa come nidificante nelle zone montane della Sila. Presenta uno status di conservazione complessivamente favorevole. La specie seleziona zone boscate aperte con la presenza di radure e campi fittamente alberati. Il principale fattore di minaccia è costituito dalla perdita di diversità del paesaggio montano. La specie, seppure protetta, è esposta al rischio di abbattimenti accidentali durante il periodo venatorio, per la possibile confusione con altre specie, cacciabili, del genere Turdus (Tordo bottaccio, Tordo sassello, Cesena). Tortora dal collare (Streptopelia Berna e Direttiva “Uccelli” decaocto) (CEE/79/409) Tottavilla (Lullula arborea) tritone crestato italiano (triturus carnifex laurenti, 1768) triturus alpestris Triturus carnifex triturus italicus Tuffetto (Tachybaptus ruficollis) Ululone Appenninico Bombina pachypus (Bonaparte, 1838) Rientra nell’allegato I della Direttiva “Uccelli” (CEE/79/409), che comprende le specie per le quali si prevedono misure speciali di conservazione sugli habitat Berna e Direttiva Habitat Il Tritone crestato italiano (Triturus carnifex Laurenti, 1768), è una specie a distribuzione centro-sud europea, presente in tutta l’Italia continentale e peninsulare. Nella provincia di Cosenza è segnalato in 26 stazioni situate sui principali rilievi a quote comprese prevalentemente tra i 1000 e i 1400 m s.l.m (Tripepi et al., 1999). Berna rappresentato in Calabria dalla sottospecie endemica inexpectatus (dubois et breuil),estremamente isolata dalle popolazioni geografi camente più vicine e localizzata nella zona della catena costiera in soli 5 siti. Si tratta chiaramente di popolazioni relitte (tripepi et al., 1999). Dirtettiva Habitat Berna e Direttiva Habitat L. 157/92 e Berna Berna La specie recentemente è stata distinta a livello specifi co da b. Variegata, diffusa in europa centrale e meridionale. Endemica dell’italia peninsulare, è ancora molto comune nel territorio della provincia di Cosenza (101 stazioni), prevalentemente nella fascia collinare e montana (tripepi et al., 1999) Upupa (Upupa epops). L. 157/92 e Berna Usignolo (Luscinia L. 157/92 e Berna megarhynchos) Usignolo di fiume (Cettia cetti) L. 157/92 e Berna Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 50 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Verdone (Carduelis chloris) Verzellino (Serinus serinus). zigolo muciatto (emberizacia) L. 157/92 e Berna L. 157/92 e Berna E' protetto dalla Legge 157/92, Berna Zigolo nero (emberiza cirlus) E' protetto dalla Legge 157/92, Berna E' una specie sedentaria nidificante abbastanza selettiva, predilige ambienti semiaridi a vegetazione termofila sparsa e intercalata ad affioramenti rocciosi, in aree montane a basse o medie altitudini. Si riproduce anche in cave ma evita le zone pianeggianti e quelle a vegetazione densa La specie nidifica principalmente in aree mediterranee aperte ma ricche di arbusti ove poter nidificare e con presenza di alberi alti che vengono utilizzati come postazioni di canto. Per preservare la presenza della specie sono da evitare la trasformazione a coltura, il rimboschimento e l’abbandono degli ambienti aperti (prati e vigneti dei terrazzamenti collinari), ma anche un eccessivo disturbo da parte dei turisti nelle aree di nidificazione. Endemica dell’Italia appenninica è distribuita dalla Liguria all’Aspromonte, ma in modo discontinuo. E’ legata ad ambienti con alto e costante tasso di umidità dell’aria come i boschi con abbondante lettiera e i valloni umidi. Nella provincia di Cosenza sono segnalate 25 stazioni (Tripepi et al., 1999). Tabella 3.4 – Elenco delle specie faunistiche censite nei Siti Natura 2000 della Provincia di Cosenza d’interesse comunitario e/o conservazionistico, (fonte Piano di Gestione provinciale) Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 51 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 52 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 53 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 54 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 55 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 56 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 57 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 58 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 59 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 60 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 61 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 62 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 63 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 64 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 65 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 66 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 67 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 68 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 69 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 70 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 71 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 72 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 73 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 74 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 75 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 76 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 77 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 78 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Le ZPS della Provincia di Cosenza La L. R. n. 10 del 14 luglio 2003 recante “norme in materia di Aree Protette”, riporta, art. 30 comma 9, la disposizione che i siti identificati sul territorio regionale in qualità di ZPS devono essere iscritti nel Registro Ufficiale delle arre protette della Regione Calabria. La Corte di Giustizia Europea con sentenza del 20 marzo 2003 ha ritenuto insufficienti le ZPS designate dalla Regione Italiana. È seguito invito alla Repubblica italiana a conformarsi alla sentenza. In ottemperanza alle disposizioni comunitarie la Regione Calabria ha provveduto a proporre una revisione delle ZPS presenti sul territorio regionale. Ne è derivato un nuovo sistema regionale di ZPS, approvato con delibera di Giunta Regionale n. 607 del 27 giugno 2005. L’art. 19 della successiva Legge Regionale n. 7 del 21 agosto 2006 ha aggiunto alcuni commi dell’art. 30 della L.R. 10/2003 con effetti sulla validità del sistema di ZPS adottato con DGR n. 607/2005. Tale provvedimento ha permesso alla Regione Calabria di adeguare il sistema ZPS alle IBA censite, le quali vengono pressocchè globalmente designate come ZPS. La stessa è stata, quindi trasmessa al IV Commissione consiliare “Tutela dell’Ambiente” che ha espresso parere negativo, invitando la GR a riformulare il piano delle ZPS, con DGR 350 del 5 maggio 2008 è stata approvata la revisione del Sistema regionale delle ZPS. Le ZPS ricadenti nel territorio della Provincia di Cosenza, per come previste dalla DGR 350 del 5 maggio 2008 vengono di seguito schematizzate: Sila Grande Provincia CS Codice Natura 2000 IT9310301 Regione biogeografica Mediterranea Superficie - 31032,288 ha Alto Ionio Cosentino Provincia CS Codice Natura 2000 IT9310304 Regione biogeografia Mediterranea Marchesato e Fiume Neto Provincia CS – KR - CZ Codice Natura 2000 IT9320302 Regione biogeografica Mediterranea Pollino e Orsomarso Provincia CS Codice Natura 2000 IT9310303 Regione biogeografica Mediterranea Superficie - 28622,236 ha Superficie - 70204,89 ha Superficie - 94144,637 ha Segue una descrizione di ogni ZPS. IT9310310 Sila Grande Occupa una superficie di 31.318 ha e racchiude un’area montana dominata dai Monti Pettinascura e Volpintesta, nella quale è compreso il Lago Cecita (o Mucone). Il territorio presenta un’altitudine media superiore ai 1300 m sul livello del mare. Gran parte della superficie interessata è coperta di Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 79 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza formazioni naturali e seminaturali, mentre soprattutto i centri urbani rappresentano una componente di uso del suolo con distribuzione assai ridotta. La vegetazione ha carattere principalmente forestale, con un’elevata frequenza di cenosi boschive montane. Le formazione più estese sono rappresentate da boschi di faggio Fagus selvatica L.; pinete a Pinus nigra J. F.Arnold subsp.Laricio Maire e consorzi forestali misti di pino e faggio, con fisionomia variabile a seconda di quale delle due specie assume un ruolo dominante. Nell’ambito della faggeta si distinguono due caratteristiche ecologiche. Una termofila, a quote inferiori a 1400-1500 m, ed una, di natura microterma, da tali quote fino a 2000 m. Questi due tipi di faggeta possono essere rispettivamente ricondotti alle associazioni Anemo apenniae- Fagetum sulvaticae ed Tanunculo brutii-Fagetum sylvaticae Bonin. Tral le formazioni caratterizzanti vi sono le pinete a pilo laricio, ascrivibili all’Hpochoerido leavigatae-Pinetum calabricae. Risultano rilevanti, inoltre formazioni di sostituzione, prevalentemente erbacee, che caratterizzano le aree fortemente pascolate. Si tratta di vegetazione ricca di endemismi, in cui l’intenso pascolo determina la selezione di camefite spinose con habitus prostrato o pulvinato tra cui Astragalus parnassiBoiss,susp. Calabricus (Fidch.) S. Zarre-Mobarakeh,Ginestra angelica L., Cytisus spinescens C. Presl. Nel suo complesso, questa componente vegetazionale può essere ascritta all’alleanza Koelerio-astregalion calabrici. Infine, la presenza di aree depresse con accumulo di sedimenti fini, a carattere argilloso-limoso, permette l’insediamento di formazioni igròfile di notevole pregio, quali i prati di transizione ascrivibili all’alleanza Calthion e le formazioni palustri a grandi carici proprie dell’ordine Magnocaricetalia. Dati ornitologici La specie qualificante è la Balia dal collare Ficedula albicollis. Le altre specie che si ritengono prioritarie per la gestione sono 5: Averla piccola Lanius collirio, Tottavilla Pullula arborea, Calandro Anthus campestris, Picchio nero Dricopus martius e Picchio rosso Picoides medium. Delle 24 specie segnalate, nel corso dell’ultimo campo, 12 sono segnalate nell’Allegato I della Direttiva “Uccelli”. Di seguito si elencano le specie segnalate: SPECIE SEGNALATE Ottobre 2009 TUTELA Falco vespertinus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE Anthus campestris Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE Coturnix coturnix Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE Jynx torquilla Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE Alauda arvensis Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 80 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Hirundo rustica Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE Phoenicurus phernicurus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE Saxixola torquata Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE Muscicapa striata Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE Embirza Cia Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE Canis Lupus Direttiva 92/43/CEE Allegato II Elaphe quatuorlineata Direttiva 92/43/CEE Allegato II Salamandrina tergiditata Direttiva 92/43/CEE Allegato II IT9310303 Pollino – Orsomarso La superfice totale è di circa 184.697 ha di cui 94.149 ha in territorio calabrese. L’altitudine media del territorio varia da 1100 fino ad oltre 1300 m s.l.m. dal punto di vista del paesaggio vegetale, è presente l’intera serie di vegetazione, dalle formazioni a sclerofille, sui versanti più estesi ed a quote inferiori, fino alle praterie poste al di sopra del limite di crescita degli alberi che si attesta a poco oltre i 2000 m di quota. Gran parte della superficie di suolo è a carattere naturale e seminaturale. In particolare, gran parte del territorio risulta coperto da cenòsi forestali, composta prevalentemente da faggeta. Al contrario, i querceti decidui sono il tipo di bosco meno frequente. Le fasce di vegetazione mediterranea e mesomediterranea presentano come facies clima rispettivamente le leccete termofile del Faxino ornì-Quercetum ilicis Horvatico e le leccete mesofite del Ostro-Quercetum ilicis Trinajstic. Nella fascia supramediterranea, tra gli 800 e i 1000-1200 m s.l.m., si insediano tipologie forestali a carattere climatico, quali querceti a Q. pubescens Wild, cerrete, boschi a Quercus fra inetto Ten., ostreiti e formazioni mesofite miste a dominanza di Acer sp. Pl.. Comunque il contesto vegetazionale risulta complesso, compenetrato tanto con le formazioni dei Quercetea ilicis e con quelle dei Fagetalie. A quote decisamente montane dominano le formazioni a Fagus selvatica. L’ampio intervallo altitudinale permette l’insediamento sia delle faggete termofile dell’Anemo Fagetum che quelle microterme riconducibili al Ranuncuki brutii-Fagetum. Oltre i 2000 m è presente cenòsi prative attribuibile al Seslerion apenninae. Queste formazioni prative sono spesso caratterizzate dalla presenza di Pinus leucodermis (presente solo nelle quote più elevate). Le pendici meridionali della catena del Pollino ospitano anche popolazioni di Pinus nigra Arnold. Per quanto riguarda la vegetazione secondaria la natura calcarea del substrato favoriscono lo sviluppo di praterie aride rientranti nell’alleanza Pheleum ambigui-Bromion erecti. Raramente, in aree pianeggianti o depresse, si sviluppano cenòsi eerbacee appartenenti all’associazione MeoAsphodeletum. Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 81 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Infine, occorre mensionare le presenza di tipologie cenòtiche e controllo edifico, ne sono esempi formazioni rupestri e vegetazioni di valletta nivale. Dati ornitologici La fauna ornitica è caratterizzata da specie di notevole valore conservazionistico. Alcune vallette fluviali (valle del Fiume Lao, del torrente Argentino, del fiume Rosa e le Gole del Raganello) sono contornate da emergenze rocciose che ospitano uccelli rupicoli e grandi rapaci, quali l’Aquila Reale Aquila chrysaetos, il Gufo reale Bubo bubo e il Capovaccaio Nephron percnopterus, caratterizzati da popolazione a status conservazionistico sfavorevole. Nelle formazioni forestali più mature si rinvengono popolazioni relitte di specie di origine boreale (es. il Picchio nero), ai limiti estremi meridionali dell’areale riproduttivo. Sui pendii del versante meridionale (zona della Petrosa), le formazioni forestali sono sostituite da praterie xeriche; in queste formazioni sono presenti specie come la Calandra Melanocorhypha calandra di elevato valore conservazionistico. Le specie qualificanti il sito sono 8: Nibbio reale Milvus milvus, Nibbio bruno Milvus migran, Falco pellegrino Falco peregrinus, Biancone Carcaetus gallicus, Gufo reale Bubo bubo, Aquila reale Aquila chrysaetos, Tottavilla Pullula arborea e Balia dal collare Ficedula albicollis. Cinque specie sono prioritarie per la gestione: Capovaccaio Nephron percnopterus, Cicogna nera Ciconia nigra, Picchio nero Dryocopus martius, Calandra Melanocorhypha calandra e Calandrella Calandrella brachydactyla. Delle 29 specie considerate, 24 sono elencate nell’allegato I della Direttiva Uccelli. Di seguito si elencano le specie segnalate: SPECIE SEGNALATE Ottobre 2009 TUTELA Falco peregrinus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Dryocopus martius Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Bubo bubo Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Grus grus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Falco biarmicus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Casmerodius albus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Cicoria nigra Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Cicoria ciconia Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Pernis apivorus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Milvus migrans Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Milvus milvus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Neophron pernpterus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Circaetus gallicus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Circuì cyaneus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 82 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Aquila chrysaetis Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Hieraaetus pennatus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Prunella collaris Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Canis lupus Direttiva 92/43/CEE Allegato II Lutra lutra Direttiva 92/43/CEE Allegato II Elaphe quatuorlineata Direttiva 92/43/CEE Allegato II IT9320302 Marchesato e fiume Neto Include solo una piccola porzione del territorio provinciale . La ZPS interessa una fascia estesa dal livello del mare (Foce Neto in provincia di Crotone) fino a contesti esclusivamente montani. L’area è dominata da spazi agricoli, mentre le formazioni naturali e seminaturali occupano una percentuale molto basse (circa il 26% del paesaggio). La copertura boschiva è ridotta ed inoltre una frazione rilevante è interessata da formazioni artificiali, tra cui quelle ad Eucaliptus sp.pl.. Inoltre bisogna considerare come gli spazi seminaturali, rappresentati da comunità di sostituzione quali le garighe, rappresentano una frazione importante. Alle quote più basse la vegetazione più evoluta è rappresentate da formazioni dominate da sclerofille attribuibili al Quercino ilics che presentano fisionomia e struttura più di macchia alta che non di boschi e che si tramutano in macchia vera e propria su versanti più acclivi ed esposti. Oltre la soglia altimetrica di circa 450 metri è possibile rinvenire cenòsi residuali a carattere più mesofilo, rappresentante fondamentale da lembi di querceto a Quercus pubescens Wild., che a quota più elevate sono sostituiti da cenòsi miste in cui sono frequenti Q. cerris L. e, soprattutto, Castanea sativa Miller. Tra gli aspetti più rilevanti della vegetazione forestale della zona vanno menzionate le ripisilve che sono rappresentate sia da comunità a sviluppo arboreo come il Fraxino Quercetum roboris, l’Angelico sylvestris-Alnetum glutinosae ed il Clematido citicellae-Puletum albae. Infine, data la frequenza sul territorio del Marchesato, vanno menzionate alcune vegetazioni a carattere erbaceo, quali il Cardopato Corymbosi-Lygetum spartum, associazione tipica delle aree calanchive della costa ionica centrale della Calabria, e le comunità dominate da Arando plinti insediate su versanti argillosi. Dati ornitologici Nonostante lo status di frammentazione di molti habitat naturali e la bassa naturalità del restante territorio, tale ZPS, costituisce una delle aree di maggior importanza ornitologica della regione. Cio si spiega nella contemporanea presenza si fisionomie geomorfologiche, botaniche e paesaggistiche favorevoli, da un lato, alla nidificazione di specie di uccelli ormai rare e localizzate Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 83 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza (uccelli rapaci, specie acquatiche e palustri), e dall’altro, alla sosta stagionale, con effettivi consistenti, di altre (laridi, in particolare ma anche anatidi, falconiformi, limicoli ed altri). Le specie qualificanti sono: nidificanti 8: Capovaccaio Neophron percnopterus, Nibbio reale Milvus milvus, Nibbio bruno Milvus migran, Falco pellegrino Falco peregrinus, Biancone Carcaetus gallicus, Gufo reale Bubo bubo, Ghiandaia marina Caracias garrulus, Lanario Falco biarmicus, svernanti 2: Nibbio reale Milvus milvus e Gabbiano Corallino Larus melanocephalus. Delle 195 specie considerate, 64 sono elencate nell’allegato I della Direttiva Uccelli. Di seguito si elencano le specie segnalate: SPECIE SEGNALATE Ottobre 2009 TUTELA Gavia arctica Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Calonectris diomedea Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Puffinus yelkouan Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Botaurus stellaris Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Ixobrychus minutus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Nycticorax nycticorax Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Ardeola ralloides Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Egretta garzetta Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Ciconia nigra Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Ciconia ciconia Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Plegadis falcinellus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Platalea leucorodia Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Phoenicopterus ruber Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Aythya nyroca Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Pernis apivorus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Milvus migrans Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Milvus milvus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Neophron percnopterus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Gyps fulvus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Circaetus gallicus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Circus aeruginosus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Circus cyaneus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Circus macrourus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Circus pygargus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Hieraaetus pennatus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Panciona ha,iaetus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 84 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Ottobre 2009 Falco peregrinus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Porzana parva Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Grus grus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Falco biarmicus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Himantopus himantopus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Recurvirostra avosetta Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Burhinus oedicnemus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Burhinus oedicnemus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Galera praticola Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Pluvialis apricaria Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Philomachus pugnax Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Tringa glareola Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Gyps fulvus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Neophron pernpterus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Circaetus gallicus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Circuì cyaneus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Aquila chrysaetis Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Hieraaetus pennatus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Prunella collaris Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Larus melanocephalus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Larus minutus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Larus genei Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Larus audouinii Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Gelochelida nilotica Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Sterna caspia Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Sterna sandvincensis Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Sterna albifrons Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Chlidonias hybridus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Chlidonias niger Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Bubo bubo Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Asio flammeus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Alcedo atthis Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Coracias farrulus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Calandrella Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Brachydactyla Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Anthus campestris Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 85 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Melanopogno Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Ficedula albicollis Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Lanius minor Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Lanius senaor Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Tachybaptus fuficollis Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Podiceps cristatus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Phalacrocorax carbo Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Ardea cinerea Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Anas acuta Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Anas querquedula Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Anas Clypetea Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Coturnix coturnix Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Ficula atra Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Haematopus ostralegues Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Charadrius dubius Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Charadeius hiaticula Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Pluvialis squatarola Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Vanellus vanellus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Calidris minuta Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Calidris ferruginea Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Calidris alpina Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Gallinago gallinago Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Limosa limosa Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Numenius arquata Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Tringa nebularia Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Tringa totanus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Tringa ochropus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Actitis achropus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Stercorarius parasiticus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Larus ridibundus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Larus cuscuslarus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I michahellis Ottobre 2009 Colomba palumbus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Strentopelia turtur Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Cuculus canorus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Apus melba Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 86 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Merops apiaster Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Upupa epops Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Riparia riparia Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Hirundo rustica Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Delichon urbica Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Anthus trivialis Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Anthus pratensis Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Motacilla flava Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Luscinia megarhynchos Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Phoenicurus ochruros Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Saxixola rubetra Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Saxicola Torquata Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Oenanthe oenanthe Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Monticala solitarius Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Acrocephalus scirpaceus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Acrocephalus arundinaceus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Sylvia antricapilla Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Phylloscopus collybita Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Muscicapa striata Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Remiz pentulinus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Garrulus glandarius Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Sturnus vulgaris Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Fringilla coelebs Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Serinus serinus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Fringilla coelebs Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Serinus serinus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Carduelis cannabina Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Miliaria calandra Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I IT9310304 Alto Jonio Cosentino La ZPS interessa la costa nord-orientale della Calabria, il territorio si caratterizza per la presenza di alcune tra le principali fiumare calabresi, quali la Fiumara del Saraceno, la Fiumara del Satanasso e quelle originate dal Torrente Canna e dal Fiume Ferro. Oltre alle aste fluviali di queste fiumare, la ZPS include anche buona parte dei bacini imbriferi. La ZPS si sviluppa su un ampio intervallo altimetrico, che va dal livello del mare sino a quasi 1300 m s.l.m.; in ogni caso il dato medio evidenzia come gran parte del territorio interessato abbia carattere collinare. Il territorio è Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 87 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza dominato da tipologie agricole soprattutto nella fascia altimetrica dei 600 m s.l.m., pertanto ne consegue che gran parte degli ecosistemi naturali e seminaturali sono oggi collocati ad altitudini medie più elevate, dove la pressione ad uso agricolo è inferiore. Tra gli ecosistemi a carattere forestale, la formazione a querce decidue in ambienti supra-collinari e quelle dominate da pini mediterranei in contesti mediterranei e termo-mediterranei risultano essere le più frequenti. Buona frequenza hanno le formazioni boschive artificiali, sia a bassa quota, che in contesti decisamente montani. La caratterizzazione fitosociologica delle principali fitòcenosi diffuse nell’area mostra come essa conservi ancora alcuni lembi meglio conservati di vegetazione mediterranea in ambiente costiero a livello regionale. In particolare le formazioni termofile boschive e arbustive dell’Oleo-Ceratonion. Tra le comunità forestali dominano le pinete a Pinus halepensis, che possono essere attribuite a due differenti associazioni. La prima il Pistacio-Pinetum halepensis, include le formazioni più termofile insediate sui versanti prospicienti la linea di costa e sui pendii più acclivi che delimitano gli ambienti di fiumara; tra le entità possono trovarsi Juniperus phoenicea, Pistacia lentiscus, Phillyrea angustifolia, Rosmarinus officinalis. A quote più elevate si rinviene una tipologia di pineta descritta come Erico-Pinetum halepensis, caratterizzata dalla minore frequenza della specie dell’Oleo-Ceratonion e dall’abbondanza di Quercus ilex ed Erica arborea. I pendii presso le fiumare spesso sono caratterizzate da una densa fitòcenosi arbustiva; vanno annoverate le comunità dell’Oleo-Juniperetum phoenicae, tipologia di vegetazione termofila il cui insediamento è legato alla presenza di condizioni edafiche avverse in termini termici e di aridità del suolo. Infine, bisogna ricordare le caratteristiche della vegetazione insediata sul letto delle fiumare, si tratta di formazioni a gariga con alta frequenza di Helichrysum italicum, Thmus capitatus, Artemisia campestris. Tragli elementi floristici di rilievo è la frequenza di Sarcopoterium spinosu, che caratterizza le formazioni residuali di vegetazione costiera dell’Helchryso italici-Sarcopoterietum spinosi e la loro facies di fiumara che consiste nella sotto-associazione neruetosum oleantri, pianta relitta a carattere mediterraneo-orientale. Dati ornitologici L’area si conferma di particolare interesse per la presenza e la nidificazione di specie legate ad ambienti aridi e sassosi, tipiche dei greti delle fiumare, quali l’Occhione Burhinus oedicnemus, la Calandrella Calandrella brachydactyla e la Monachella Oenanthe ispanica. Nonostante l’impatto antropico permangono formazioni forestali relitti e siti rupestri che costituiscono habitat riproduttivi per alcune specie importanti di Falconiformi (Nibbio e Linario). Le specie qualificanti il sito sono due, entrambi nidificanti nell’area: Nibbio reale Milus milvus e Occhione Burhinus oedicnemus. Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 88 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Altre specie prioritarie per la gestione sono la Monachella Oenanthe ispanica, il Lanario Falco biarmicus, l’Averla capirossa Lanius senator e la Calandra Melanocorypha calandra. Delle 14 specie segnalte 8 sono elencate nell’allegato I della Direttiva Uccelli. Di seguito si elencano le specie segnalate: SPECIE SEGNALATE Ottobre 2009 TUTELA Falco Biarmicus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Burhinus oedicnemus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Galerida cristata Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Oenanthe hispanica Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Minticola solitarius Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Lanius senator Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Milvus milvus Direttiva “Uccelli” 79/409 CEE All. I Canis lupus Direttiva 92/43/CEE Allegato II Elaphe quatuorlineata Direttiva 92/43/CEE Allegato II Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 89 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Nel seguito sono fornite, per completezza della descrizione del contesto ambientale di riferimento per la componente ambientale “Flora, fauna e biodiversità”, informazioni relative ai due Parchi Nazionali e ad altre componenti della Rete Ecologica Regionale (RER), quali riserve naturali biogenetiche statali, riserve naturali orientate statali, riserve biogenetiche guidate statali, riserve naturali regionali e oasi di protezione. Si sottolinea che, ai fini del regime dei vincoli correlati alle attività del PFVP, le suprefici di tali componenti della RER si trovano all’interno dei parchi nazionali o dei SIC già trattati. Parco Nazionale del Pollino ESTENSIONE: 192.565 ettari POPOLAZIONE RESIDENTE: REGIONI: 172.583 ab. Basilicata – Calabria PROVINCE: Cosenza - Matera – Potenza COMUNI IN PROVINCIA DI COSENZA: 32 COMUNITÁ MONTANE IN PROVINCIA DI COSENZA: 5 4 Il Parco Nazionale del Pollino , istituto con D.P.R. del 15.11.1993, è posto a cavallo tra la Regione Basilicata e la Regione Calabria. Il territorio del Parco interessa complessivamente 56 comuni, 32 dei quali ricadono nella Provincia di Cosenza. Presenta una morfologia molto accidentata, con altimetrie che vanno dai circa 300 metri sul livello del mare in prossimità dei fondovalle del versante occidentale e orientale, ai 2.267 metri sul livello del mare di Serra Dolcedorme, la cima più alta del Parco. L’area del Parco del Pollino ha i connotati tipici delle aree rurali del Sud, con ambiente in molti casi ben conservato, ricco di boschi e di risorse naturali, presenza di piccoli centri abitati a volte difficilmente raggiungibili ed accentuato fenomeno di spopolamento in corso. Lo stato dell’ambiente è in generale buono, l’abbandono delle aree più marginali ha favorito la rinaturalizzazione e la conservazione dei sistemi ambientali. Il massiccio è costituito da rocce calcaree formatesi su un basso fondale marino caldo nel Giurassico. Queste rocce poggiano su calcari più antichi, del Triassico, visibili al di sotto dei 1000 metri di altitudine sul versante meridionale. Il versante settentrionale scende dolcemente, tra prati, pascoli e boschi. Del tutto diverso è invece il versante meridionale, più ripido e quasi spoglio di vegetazione, inciso dall'azione erosiva dei torrenti. La vegetazione del Parco si presenta assai ricca e varia: circa 1.200 sono le specie floristiche riconosciute. Questa varietà è dovuta alla diversa composizione mineralogica dei terreni. Un posto prevalente è occupato dalle foreste che si estendono per circa 40.000 ettari. Alle quote più basse si incontra la foresta di latifoglie, a cui poi subentra la foresta di conifere. Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 90 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza In provincia di Cosenza la superficie del Parco intressa trentadue Comuni: ACQUAFORMOSA, AIETA, ALESSANDRIA CASTROVILLARI, DEL CERCHIARA CARRETTO, DI BELVEDERE CALABRIA, CIVITA, MARITTIMO, FRANCAVILLA BUONVICINO, MARITTIMA, FRASCINETO, GRISOLIA, LAINO BORGO, LAINO CASTELLO, LUNGRO, MAIERÀ, MORANO CALABRO, MORMANNO, MOTTAFOLLONE, ORSOMARSO, PAPASIDERO, PLATACI, PRAIA A MARE, SAN BASILE, SAN DONATO DI NINEA, SAN LORENZO BELLIZZI, SAN SOSTI, SANGINETO, SANT'AGATA DI ESARO, SANTA DOMENICA TALAO, SARACENA, TORTORA, VERBICARO. Parco Nazionale della Sila Il Parco Nazionale della Sila è stato istituito con D.P.R. 14.11.2002; comprende i territori già ricadenti nel Parco Nazionale della Calabria (1968) e tutela aree di rilevante interesse ambientale in Sila piccola, Sila grande e Sila greca per complessivi 73.695 ettari. Le origini dell'altopiano della Sila sono da ricondurre ad epoca geologica ben più remota di quella dell'orogenesi appenninica. Il paesaggio silano è la risultante del particolare ambiente fisico, vario e scarsamente tormentato, sul quale si adatta una diversificata fauna, una complessa vegetazione ed una presenza umana moderata. Si evidenzia una pluralità di paesaggi che vanno dal tipo montano a quello collinare ed a quello pianeggiante suddiviso in alluvionale, vallivo ed a terrazze. Nel paesaggio forestale, dotato di una elevata biodiversità, si inserisce un patrimonio boschivo, di notevole provvigioni e di considerevole valore ecosistemico. Sono quindici i Comuni della Provincia di Cosenza che fanno parte del Parco: APRIGLIANO, BOCCHIGLIERO, CORIGLIANO CALABRO, CELICO, LONGOBUCCO, ROGLIANO, ROSSANO, S. STEFANO IN ROGLIANO, PARENTI, PEDACE, SAN GIOVANNI IN FIORE, SAN PIETRO GUARANO, SERRA PEDACE, SPEZZANO PICCOLO, SPEZZANO DELLA SILA. Le riserve naturali biogenetiche statali Le riserve naturali biogenetiche5 sono state istituite per proteggere gli ambienti naturali caratterizzati da particolari presenze biotiche; sono caratterizzate da ecosistemi che rendono possibili alcuni limitati usi agricoli e la produzione di semi che potrebbero essere destinati alla realizzazione di nuovi impianti sperimentali. La finalità è quindi quella di preservare aree rappresentative e siti geologici di particolare importanza, preservare la genetica originaria dell'ambiente naturale, consentire ai sistemi ambientali di evolversi secondo natura, contribuire ad accrescere le conoscenze scientifiche, fornire opportunità per le attività ricreative consentite all'interno dell'area protetta e preservare i processi essenziali per particolari specie e habitat. 4 5 http://www.minambiente.it/index.php?id_sezione=1448. Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Regione Calabria - Autorità Ambientale. Valutazione Ex Ante Ambientale, CAPITOLO Natura e Biodiversità. Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 91 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza In Provincia di Cosenza ci sono n° 7 riserve naturali biogenetiche: 1. Riserva naturale biogenetica "Gallopane". COMUNE RICADENTE: LONGOBUCCO Decreto di istituzione: Decreto Ministeriale del 1977. Estensione: 200 ettari. 2. Denominazione: Riserva naturale biogenetica "Golia Corvo". COMUNE RICADENTE: LONGOBUCCO Decreto di istituzione: Decreto Ministeriale del 1977. Estensione: 350 ettari. 3. Denominazione: Riserva naturale biogenetica "Tasso - Camigliatello Silano". COMUNE RICADENTE: SPEZZANO DELLA SILA Decreto di istituzione: Decreto Ministeriale del 1977. Estensione: 223 ettari. 4. Denominazione: Riserva naturale biogenetica "Iona - Serra della Guardia". COMUNE RICADENTE: CELICO Decreto di istituzione: Decreto Ministeriale del 1977. Estensione: 264 ettari. 5. Denominazione: Riserva naturale biogenetica "Macchia della Giumenta – San Salvatore". COMUNE RICADENTE: BOCCHIGLIERO Decreto di istituzione: Decreto Ministeriale del 1977. Estensione: 323 ettari. 6. Denominazione: Riserva naturale biogenetica "Trenta Coste". COMUNE RICADENTE: CORIGLIANO CALABRO Decreto di istituzione: Decreto Ministeriale del 1977. Estensione: 295 ettari. 7. Denominazione: Riserva naturale biogenetica "Serra Nicolino – Piano d’Albero". COMUNE RICADENTE: MONGRASSANO Decreto di istituzione: Decreto Ministeriale del 1977. Estensione: 140 ettari. Le riserve naturali orientate statali Le Riserve Naturali Orientate dello Stato sono state istituite allo scopo di studiare e determinare il valore naturale di alcuni luoghi caratterizzati da particolare valenza ambientale, per consentire la salvaguardia e la riproduzione dell'avifauna stanziale migratoria, preservare e favorire lo sviluppo della flora esistente e degli ecosistemi necessari al mantenimento degli habitat naturali, per contribuire alla diffusione delle principali essenze vegetali e favorire attività di rimboschimento sperimentale, già avviate alla fine degli anni 80 del secolo scorso. I valori ecologici di queste aree sono di grande importanza poiché rappresentativi di specie animali e vegetali uniche. In Provincia di Cosenza ci sono n° 3 riserve naturali orientate: 1. Denominazione: Riserva naturale orientata "Valle del Fiume Lao". COMUNE RICADENTE: PAPASIDERO Decreto di istituzione: Decreto Ministeriale n. 423 del 21 luglio 1987. Estensione: 5200 ettari. Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 92 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza 2. Denominazione: Riserva naturale orientata "Gole del Raganello". COMUNE RICADENTE: SAN LORENZO BELLIZZI Decreto di istituzione: Decreto Ministeriale n. 424 del 21 luglio 1987. Estensione: 1600 ettari. 3. Denominazione: Riserva naturale orientata "Fiume Argentino". COMUNE RICADENTE: ORSOMARSO Decreto di istituzione: Decreto Ministeriale n. 425 del 21 luglio 1987. Estensione: 3980 ettari. Le riserve biogenetiche guidate statali L’ unica riserva biogenetica guidata statali in provincia è quella de "I Giganti di Fallistro". Istituita con Decreto Ministeriale n. 426 del 21 luglio 1987, ricade totalmente in Comune di Spezzano della Sila e si estende per 7 ettari. Le riserve naturali regionali L’obiettivo principale è la conservazione delle caratteristiche ambientali, paesaggistiche e naturali del territorio protetto e del suo complesso equilibrio ecologico. Queste riserve hanno anche finalità culturali, scientifiche, educative e ricreative, diventando vere e proprie oasi per il birdwatching e l’educazione ambientale. In Provincia di Cosenza ci sono n° 2 riserve naturali regionali; sono entrambe zone umide con presenza di decine di specie di uccelli acquatici tra cui Svasso maggiore, Cormorano, Gabbiano comune, reale e corallino, Airone cenerino, Garzetta, Fenicottero: 1. Denominazione: Riserva naturale "Bacino del Fiume Tarsia". Legge istitutiva: Legge Regionale n.° 52 del 5 maggio 1990. Estensione: non definita. 2. Denominazione: Riserva naturale "Foce del Fiume Crati". COMUNI RICADENTI: CASSANO IONIO E CORIGLIANO CALABRO Legge istitutiva: Legge Regionale n.° 52 del 5 maggio 1990. Estensione: 300 ettari. Le oasi di protezione Le Oasi di Protezione in Provincia di Cosenza sono due, entrambe del WWF: Oasi di Protezione “Scogli di Isca”, estesa per circa 6 ettari. E’ caratterizzata da meravigliosi fondali. Qualcuno ha voluto identificare gli scogli con quel che resta delle isole Enotridi citate dai geografi classici. Oasi di Protezione “Cozzo del Pesco”, istituita nel 1998. E’ situata nel territorio di Rossano Calabro. E’ caratterizzata da boschi di querce caducifoglie, soprattutto rovere, cerro, farnia e farnetto. Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 93 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Per le dimensioni maestose e l’età di un gran numero di alberi si può considerare un residuo di foresta quasi primigenia. Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 94 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Superficie boscata in Provincia di Cosenza La classificazione colturale utilizzata dall’ISTAT, per il calcolo della superficie boscata regionale, risulta la seguente: “altra arboricoltura da legno”, “cedui composti”, “cedui semplici”, “conifere”, “latifoglie”, “macchia mediterranea”, “ miste di conifere e latifoglie” e “ pioppeti”. In merito al rapporto tra la superficie boscata provinciale e quella regionale, tra le cinque province calabresi, quella di Cosenza si pone al primo posto con una superficie boschiva pari a circa il 50% del totale regionale. In tabella è riportata la ripartizione della superficie boschiva in relazione all’uso del terreno: ISTAT 5° Censimento Generale dell'Agricoltura, 2000 Tabella 3.6 - Ripartizione della superficie boschiva in relazione all’uso del terreno Nella tabella 3.7 è descritto il patrimonio forestale della provincia, secondo il quinto censimento effettuato dall’Istat, diviso per fasce altimetriche e per classificazione colturale. ALTIMETRIA: MONTAGNA LITORANEA ALTIMETRIA: MONTAGNA INTERNA Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 95 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza ALTIMETRIA: COLLINA LITORANEA ALTIMETRIA: COLLINA ALTIMETRIA: PIANURA Tabella 3.7 Patrimonio forestale della provincia, secondo il quinto censimento effettuato dall’Istat, diviso per fasce altimetriche e per classificazione colturale Considerando l’interazione tra le caratteristiche geo-morfologiche e climatiche del territorio regionale e le attività antropiche, la presenza di superfici boscate in Calabria risulta concentrata alle altitudini più elevate ed interne. Circa il 60% della superficie boscata regionale presente nella fascia altimetrica definita come “montagna interna” ricade in Provincia di Cosenza. Di seguito è riportata la Superficie forestale provinciale divisa per quote altimetriche: Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 96 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza ISTAT 5° Censimento Generale dell'Agricoltura, 2000. Tabella 3.8 - Superficie forestale provinciale divisa per quote altimetriche Nella Provincia di Cosenza si registra, inoltre, la maggiore estensione di boschi ricadenti all’interno di aree sottoposte a tutela, pari al 44% rispetto all’intero patrimonio boschivo provinciale: Superficie boscata totale Superficie boscata interna alle aree protette Superficie boscata esterna alle aree protette ha 131.037,48 ha 30.885,91 ha 100.151,57 ISTAT 5° Censimento Generale dell'Agricoltura, Anno 2000 Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 97 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza 4 La componente/tematica ambientale “Suolo, sottosuolo, rischio” Uso del suolo Per quanto riguarda l’uso del suolo della Provincia di Cosenza sono stati utilizzati i dati prodotti nell’ambito del progetto della Commissione Europea CORINE LAND COVER CLC 2000, che costituisce uno standard ufficiale di riferimento a livello europeo in materia di classificazione di uso del suolo. Il livello della classificazione utilizzato è il livello 3, la cui legenda è riportata nella tabella 4.1. E’ da rilevare che malgrado l’unità minima mappata sia di 25 ha, e quindi la classificazione presenti livelli di accuratezza potenzialmente bassi nel caso di aree ad elevata frammentazione di uso/copertura del suolo, vista la indisponibilità di dati di ulteriore dettaglio spaziale che coprano l’intero territorio provinciale, i dati CLC 2000 costituiscono una fonte preziosa e affidabile per gli scopi della presente analisi. Nella figura 4.1 è mostrata la mappa di classificazione di uso del suolo CLC 2000 livello 3 per la Provincia di Cosenza, con l’indicazione in legenda delle percentuali di estensione delle varie classi. Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 98 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Tabella 4.1 – Legenda classificazione CLC 2000 Livello 3 Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 99 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza CLC2000 Figura 4.1 Mappa di classificazione di uso del suolo CLC 2000 livello 3 della Provincia di Cosenza - Fonte APAT – Elaborazioni PTCP Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 100 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Sempre in merito all’uso del suolo, é da sottolineare che nel 2005, l’ARSSA ha realizzato la Carta della Capacità d’uso del suolo in scala 1:250.000 secondo la metodologia “Land Capability Classification” (Klingebiel e Montgomery, 1961) dalla quale si evince che il territorio regionale calabrese può essere ripartito in 11 classi di Capacità d’Uso delimitate, nel contesto territoriale calabrese, in base alla loro capacità di produrre colture comuni o essenze da pascolo senza nessun deterioramento e per un periodo indefinito di tempo. Il principale concetto utilizzato è quello della maggiore limitazione, ossia della caratteristica fisico chimica più sfavorevole in senso lato, all’uso agricolo. I risultati dell’indagine e del relativo prodotto cartografico, sono riportati nella tabella 4.2. Classi individuate I I –II prevale la II classe II II – III prevale la III classe II – IV prevale la IV classe III III – IV prevale la IV classe IV VI VI – VIII prevale la VIII classe VII – VIII prevale la VIII classe Aree urbane Descrizione Suoli privi o con lievi limitazioni all’utilizzazione agricola; possono essere utilizzati per quasi tutte le colture diffuse nella regione, senza richiede particolari pratiche di conservazione Classe intermedia Suoli con moderate limitazioni che riducono la scelta delle colture e/o richiedono pratiche di conservazione Classe intermedia Classe intermedia Suoli con severe limitazioni che riducono la scelta delle colture e/o richiedono speciali pratiche di conservazione. Classe intermedia Suoli con limitazioni molto forti che riducono la scelta delle colture e/o richiedono una gestione molto accurata. Suoli con severe limitazioni che generalmente restringono il loro uso al pascolo, alla produzione di foraggi, alla forestazione e al mantenimento dell’ambiente naturale. VII – suoli con limitazioni molto severe che restringono il loro uso al pascolo brado, alla forestazione e al mantenimento ambientale. VIII – suoli e aree che presentano limitazioni tali da precludere qualunque uso produttivo e che restringono il loro uso a fini estetico ricreativi e al mantenimento dell’ambiente naturale. Tabella 4.2 – Classi di Capacità d’uso dei Suoli - Fonte dati: ARSSA/PTCP Circa le classi individuate, quelle progressivamente numerate con i numeri romani da I a IV, sono riconducibili ai terreni cosiddetti “arabili”, mentre le restanti classi, numerate dal V a VIII, comprendono terreni il cui uso è limitato al pascolo, alla forestazione od al mantenimento dell’ambiente naturale. Il dato disaggregato per la provincia di Cosenza è sintetizzato nella tabella 4.3. Classi individuate I I –II prevale la II classe II II – III prevale la III classe II – IV prevale la IV classe III III – IV prevale la IV classe Ottobre 2009 CS % 0,71 0,41 4,02 7,02 4,88 8,16 23,16 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 101 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza IV VI VI – VIII prevale la VIII classe VII – VIII prevale la VIII classe Aree urbane Tabella 4.3 5,98 7,73 29,10 7,13 1,69 Classificazione della Capacità d’uso dei Suoli per la Provincia di Cosenza – Fonte dati: ARSSA/PTCP Figura 4.2 – Carta della capacità d’uso dei suoli – Scala 1:250.000 – Fonte ARSSA/PTCP Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 102 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Rischio frane Nella figura 4.3 sono mostrate le aree a rischio frana - fonte PTCP. Figura 4.3 – Dettaglio Aree a rischio frana – Fonte PTCP Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 103 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Rischio piene Nella figura 4.4 sono mostrate le aree classificate come inondabili – fonte PTCP. Figura 4.4 – Dettaglio Aree a rischio inondazione – Fonte PTCP Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 104 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Rischio erosione costiera Nella figura 4.5 sono mostrati i tratti di costa soggetti a fenomeni di erosione/ripascimeinto. Figura 4.5 – Tratti di costa a rischio erosione – Fonte PTCP Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 105 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Rischio incendi Nel quadro conoscitivo del Sistema Ambientale del PTCP è stata effettuata una valutazione qualitativa del rischio di incendio a scala comunale, classificando i 155 Comuni della Provincia di Cosenza in base a 4 classi di rischio ottenute correlando il numero medio annuo di incendi (indice di pericolosità) con un indice di superficie percorsa dal fuoco. Aree boscate A complemento di quanto descritto nel capitolo 3 nell’ambito della tematica ambientale “Flora, fauna e biodiversità”, nella figura 4.6 è riportato il dettaglio delle aree forestali presenti nella Provincia di Cosenza per come classificate dal PTCP, mentre nella figura 4.7 sono riportate le aree boscate per come classificate in base a CLC 2000 appartenenti al livello 3.1 (3.1.1 boschi di conifere, 3.1.2 boschi di latifoglie, 3.1.3 boschi misti). Figura 4.6 – Dettaglio aree forestali – Fonte PTCP Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 106 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza CLC2000 Figura 4.7 Mappa di classificazione delle aree boscate (a partire da CLC 2000 livello 3) della Provincia di Cosenza – Fonte APAT – Elaborazioni PTCP Contaminazione da nitrati6 La causa principale dell’inquinamento delle acque, è rappresentata dai nitrati di origine agricola. Considerando che l’inquinamento idrico dovuto ai nitrati si ripercuote a livello globale, ne consegue la necessità di un’azione a livello comunitario cui attenersi. Con la Direttiva 91/676/CEE, cosiddetta Direttiva Nitrati, la Comunità Europea si è proposta di dare indicazioni sul controllo e sulla riduzione dell’inquinamento idrico risultante dallo spandimento e dallo scarico di deiezioni di animali allevati o dall’uso di quantità eccessive di fertilizzanti. La Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola, prodotta dall’ARSSA (2002), in scala 1:250.000, illustrata nella figura 4.8 è stata realizzata con l’intento di asseverare al recepimento della Direttiva nitrati e rappresenta un progresso significativo nell’applicazione delle norme di salvaguardia dei corpi idrici considerati nella loro interazione con il suolo (D. Lgs. 152/99 e DM 258/2000). Essendo l’inquinamento idrico da nitrati favorito da metodi di produzione agricola intensiva che comportano impiego di fertilizzanti chimici e concentrazioni di capi bestiame in piccoli appezzamenti, la carta fornisce gli elementi per la definizione di adozione di interventi atti alla protezione delle risorse idriche. Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 107 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Dalle elaborazioni riportate sulla carta si desume, in sintesi, che il settore agricolo calabrese presenta situazioni di potenziale rischio di inquinamento da composti azotati esclusivamente in alcune aree di pianura. La delimitazione delle zone vulnerabili da nitrati di origine agricola, ha consentito di suddividere il territorio per le aree ad uso agricolo, corrispondenti a suoli con bassa o moderata capacità protettiva, a condizioni di permeabilità elevata dell’insaturo e alla presenza di un acquifero entro 50 metri di profondità dalla superficie. Figura 4.8 – Carta della vulnerabilità da nitrati di origine agricola – Scala 1:250.000 – Fonte ARSSA Nella tabella 4.4 é invece riportata, per la Provincia di Cosenza, la ripartizione percentuale tra aree agricole vulnerabili e non vulnerabili ai nitrati. 6 Fonte: PSR – Piano di Sviluppo Rurale – della Regione Calabria 2007-2013 Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 108 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza PROVINCIA DI COSENZA aree agricole non vulnerabili aree agricole vulnerabili 80,94 % 19,06 % Tabella 4.4 Percentuale di aree agricole vulnerabili e non vulnerabili ai nitrati nella Provincia di Cosenza Attitudine dei suoli allo spargimento dei reflui oleari7 Nel 2005 l’ARSSA ha prodotto la carta di attitudine dei suoli allo spargimento dei reflui oleari in scala 1:250.000, mostrata in figura 4.9. In riferimento all’accresciuta sensibilità ambientale e ad un quadro normativo che pone vincoli precisi, la gestione delle acque di vegetazione assume particolare rilevanza a causa dell’elevato carico organico potenzialmente inquinante che le caratterizza, anche alla luce del fatto che il comparto olivicolo rappresenta il principale comparto produttivo nel contesto dell’economia calabrese. Ai fini della tutela ambientale, è opportuno agire in maniera differenziata sulla base delle specificità pedoambientali ritrovabili sul territorio regionale e, dunque, agire in conseguenza razionalizzando l’impiego agronomico delle acque di vegetazione. Dalle elaborazioni effettuate emerge che una parte rilevante del territorio calabrese risulta “adatta” allo spargimento dei reflui oleari. Il 36% per complessivi 541.000 ha ricade, infatti, nelle classi S1, S2, S3, S4 corrispondenti a suoli adatti allo spargimento, anche se con diverso grado di limitazione. La distribuzione territoriale dei suoli potenzialmente idonei all’utilizzazione agronomica di reflui oleari coincide in larga misura con i principali areali olivicoli calabresi. Un’indicazione interessante deriva dal rapporto tra il volume annuo delle acque di vegetazione e la superficie adatta allo spargimento. Tale dato, che oscilla intorno a 1.6 m3/ha, evidenzia come la gestione dei reflui oleari possa trovare una soluzione sostanzialmente semplice in ambito regionale. Anche considerando soltanto i suoli “migliori” ai fini dello spargimento (classi di attitudine S1 e S2) il rapporto rimane sostanzialmente basso rispetto ai limiti di 50-80 m3/ha posti dalla normativa in materia. Il sistema di valutazione utilizzato ha consentito di suddividere il territorio regionale in ordini, classi e sottoclassi di attitudine allo spargimento. Nell’ambito dell’ordine dei suoli adatti, le classi indicano l’entità delle limitazioni che risultano assenti se S1, moderate se S2, elevate se S3 e severe se S4. Le limitazioni crescenti devono essere intese come crescente rischio di degrado del sistema ambientale, suolo ed acqua in primo luogo. 7 Fonte: PSR – Piano di Sviluppo Rurale – della Regione Calabria 2007-2013 Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 109 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Al fine di individuare e classificare le aree del territorio calabrese secondo la loro attitudine allo spargimento delle acque reflue, si è proceduto attraverso l’attribuzione delle classi, basandosi con la matrice di valutazione riportata nella tabella 4.5. Capacità di accettazione dei reflui Classe di attitudine Capacità protettiva e depurativa modif. da permeabilità insaturo Alta Profondità falda (m) Altitudine (m) Pendenza (%) > 10 < 800 < 20 Moderata > 10 < 800 < 20 Suoli senza limitazioni (S1) Suoli con limitazioni moderate (S2) Suoli con limitazioni elevate (S3) Alta Molto alta Moderata Bassa Bassa > 10 < 800 < 20 Suoli con limitazioni severe (S4) Suoli non idonei (N) Molto bassa Molto bassa > 10 < 800 < 20 -- -- < 10 > 800 > 20 Tabella 4.5 – Matrice di valutazione I risultati dello studio, già commentati, sono sintetizzati nelle tabelle 4.6 e 4.7. Classi di attitudine Superficie (ha) Suoli non adatti N 963.826 Suoli adatti S1 S2 S3 S4 6.164 236.302 198.851 99.610 A.V. disponibili 902.266 3 (m ) A.V./suoli adatti (m3/ha) A.V./suoli S1+S2 (m3/ha) 3,72 1,66 Tabella 4.6 – Suoli adatti e AA.VV. disponibili in Calabria – Fonte ARSSA Provincia Cosenza Non Adatti N 460.648 Classi di attitudine (ha) Adatti S1 S2 S3 5.139 96.271 58.362 S4 42.622 A.V. disponibili 3 (m ) A.V./suoli adatti 3 (m /ha) 202.804 1,00 Tabella 4.7 – Rapporto A.V. / suoli adatti per la Provincia di Cosenza – Fonte ARSSA E’ da sottolineare che la Regione Calabria, con Delibera di Giunta Regionale 17/06, ha adottato un regolamento relativo a “Norme tecniche per l’utilizzazione agronomica delle acque di vegetazione degli scarichi di vegetazione di frantoi oleari” che affida all’ARPACal la verifica periodica delle operazioni di spargimento delle acque di vegetazione ai fini della tutela ambientale, almeno sul 5% Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 110 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza delle comunicazioni di cui all’art. 3 della L. 574/96. I controlli devono essere preventivi e successivi. Saranno pertanto resi disponibili i dati relativi ai controlli, alla fine di ogni campagna olearia. Figura 4.9 Carta dell’attitudine dei suoli allo spargimento dei reflui oleari – Scala 1:250.000 – Fonte ARSSA Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 111 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Desertificazione8 Nell’ambito del Progetto Interreg IIIB Medocc DESERTNET l’ARPACal ha realizzato la carta delle aree sensibili alla desertificazione alla scala 1:250.000 mostrata in figura 4.10, utilizzando il metodo MEDALUS, in base al quale l’indice di sensibilità alla desertificazione si ottiene dalla media geometrica dei seguenti quattro indici composti: l’indice di Qualità Climatica (CQI) l’indice di Qualità del Suolo (SQI) l’indice di Qualità della Vegetazione (VQI) l’indice di Qualità Gestionale (MQI) A loro volta, tali indici composti sono ottenuti dalla media geometrica di indicatori elementari, cui è assegnato un opportuno “punteggio” in base al valore – o al range di valori – che assume in corrispondenza di ogni areola elementare con cui è stata discretizzata l’area di studio. Figura 4.10 – Carta delle aree sensibili alla desertificazione – Scala 1:250.000 – Fonte ARPACal 8 Fonte: PSR – Piano di Sviluppo Rurale – della Regione Calabria 2007-2013 Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 112 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Nella tabella 4.8 è invece riportata la ripartizione percentuale del territorio della Provincia di Cosenza in base all’appartenenza alle diverse classi di sensibilità alla desertificazione. Classi ESA N.C. Non minacciato Potenziale Fragile 1 Fragile 2 Fragile 3 Critico 1 Critico 2 Critico 3 Tabella 4.8 Ripartizione % CS 2 3 5 7 18 19 14 27 6 Ripartizione percentuale del territorio della Provincia di Cosenza in base all’appartenenza alle diverse classi di sensibilità alla desertificazione Rischio di erosione dei suoli Riguardo alla vulnerabilità del suolo all’erosione9, il territorio calabrese è soggetto ad elevato rischio potenziale di erosione a causa della forte aggressività climatica (erosività delle piogge), dell’elevata erodibilità del suolo e dell’elevata pendenza dei versanti. Per le aree interne si tratta, tuttavia, di un rischio teorico attualmente controllato in larga misura dalla copertura vegetale. Secondo i dati dell’ARSSA, che ha realizzato la Carta del Rischio di erosione attuale e potenziale, oltre il 50% del territorio regionale risulta soggetto ad erosione idrica. L’indagine svolta dall’ARSSA, ha permesso di verificare, a livello regionale, il ruolo svolto dalla vegetazione arborea e arbustiva nelle aree interne ad alto rischio “potenziale” di erosione ma a rischio “attuale” lieve nel contenimento dei fenomeni di perdita di suolo. L’elaborazione effettuata con la metodologia RUSLE, ipotizzando in uno scenario “futuro” l’introduzione di tecniche agronomiche tendenti a contrastare i fenomeni erosivi (lavorazioni minime, rotazioni colturali, gestione dei residui colturali, interruzione della lunghezza del versante, ecc.) risulta di particolare interesse. Evidenzia, infatti, come le classi di erosione “severa”, “molto severa” e “catastrofica”, risultano significativamente più contenute rispetto allo scenario “attuale”. Lo scenario attuale per la Provincia di Cosenza è riportato nella tabella seguente: Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 113 di 114 Piano Faunistico Venatorio Provinciale (PFVP) della Provincia di Cosenza Classe di erosione Erosione nulla o trascurabile Erosione leggera Erosione moderata Erosione severa Erosione molto severa Erosione catastrofica Tabella 4.9 Provincia di Cosenza (%) 54,95 9,26 6,23 16,35 12,72 0,49 Classificazione del territorio della Provincia di Cosenza in base al rischio di erosione dei suoli - Fonte dati: ARSSA – Elaborazione dati: ARPACal Figura 4.11 – Carta del rischio di erosione dei suoli – Scala 1:250.000 – Fonte ARSSA 9 Fonte PSR Calabria 2007-2013 Ottobre 2009 Rapporto preliminare VAS – Allegato 1 pag. 114 di 114