La malattia ci insegna quel che siamo!

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La malattia ci insegna quel che siamo!
14 GIUGNO 2015: Nº 1125
“La malattia ci insegna quel che siamo!”
(Proverbio inglese)
l
«L’attesa non è un atteggiamento molto popolare.
L’attesa non è qualcosa a cui la gente pensa con grande
simpatia. Infatti la maggior parte della gente considera
l’attesa come una perdita di tempo...; forse perché la
cultura nella quale viviamo fondamentalmente dice: “Su,
dai! Fa qualcosa! Dimostra che sei capace di agire! Non
stare lì seduto ad aspettare!” Eppure attendere è un
atteggiamento enormemente radicale verso la vita.
l
E’ avere fiducia che ci accadrà qualcosa che è molto al di
là della nostra immaginazione. E’ abbandonare il controllo
del nostro futuro e lasciare che sia Dio a determinare la
nostra vita. E’ vivere con la convinzione che Dio ci plasma
secondo l’amore di Dio e non secondo la nostra paura.
l
La vita spirituale è una vita in cui noi aspettiamo,
stiamo in attesa, attivamente presenti al momento,
aspettando che cose nuove ci accadono, cose nuove che
sono molto al di là della nostra stessa immaginazione o
previsione. Questo, certamente, è un atteggiamento molto
radicale verso la vita in un mondo preoccupato di
controllare gli eventi».
Domenica 28 Giugno
“GIORNATA dell’AMMALATO”
ore 15.30 “Recita del S. Rosario”
ore 16.00 S. Messa celebrata da Sua
Eccellenza Mons.
KRZYSZTOF JÒSEF,
NYKIEL Reggente della
Penitenzieria ApostolicaVaticana
N.B.: sarà amministrato il
S a c r a m e n t o
dell’UNZIONE dei
MALATI (a quanti ne
avranno fatta esplicita
richiesta!): tale sacramento ha lo scopo di
conferire una “grazia speciale” al cristiano che
sperimenta le difficoltà inerenti allo stato di
malattia o alla vecchiaia.
ore 17.00 “MOMENTO di GIOIA” (nel Giardino della
Parrocchia)
N.B.: se ci fossero dei problemi per il
“trasporto” degli Ammalati in Chiesa, fatecelo
sapere al più presto, telefonando alla Sig.ra
ANGELA MERONI (tel. 02.9681423)
“La venuta di Cristo ci ha liberati non dalla sofferenza, ma
dal male di soffrire inutilmente!”
(Mons. Charles)
1
“... ad una persona
ancora in ospedale!”
Atmosfera surreale,
pronto soccorso di una grande città, giorno festivo:
gente che arriva continuamente,
casi disperati, storie incredibili,
il vergognoso pensare:
«Meno male che a me non è successo!».
Velocemente si perde il senso del tempo,
in fondo si è in attesa da ore
quasi senza rendersene conto
e non ha più importanza neppure
sapere che giorno è.
Il dolore non conosce il valore del tempo,
l’importante è solo fermarlo,
ora come tra un’ora, domani come oggi.
E all’improvviso ti sorprendi a capire
il vero significato della parola paziente.
In paziente attesa.
Di tutto.
Del responso di medici che corrono.
Di risposte e diagnosi.
Di uno sguardo o di un bicchiere di acqua.
L’attesa e la pazienza, unici elementi comuni a tutti,
improvvisamente possibili
perché improvvisamente si ha tempo.
La malattia dà il tempo,
tanto tempo, tutto il tempo.
E il senso della fine, sempre possibile,
e così straordinariamente vicino.
Forse per questo tu, Signore,
ti sei tanto occupato di malati,
di gente che «giace e soffre terribilmente»,
calati in barella davanti a te
o «in attesa di qualcuno che li calasse».
Attesa e pazienza.
Di trentotto anni!
“Il migliore modo
per alleviare la proprie sofferenze
è quello di dare sollievo
a quelle degli altri”!
(Mme de Maintenon)
P ro gra m m a d e l l a S et t i m a n a
Domenica 14 giugno
ore 7
S. Messa (per tutta la Comunità) Leggeremo e
commenteremo il
Va n g e l o d i M a r c o
10,1-12 (= “il progetto
di Dio sul matrimonio”)
ore 8
(a S. Giacomo)
S. Messa (per tutti gli
“Ammalati”)
ore 8.45 S . M e s s a ( d e f . t i
PORRO CANDIDA,
BAROZZI LUIGI e
LAURA)
ore 10
S. Messa dei Ragazzi
(def.ti BONZINI
G I U S E P P E ,
CASTIGLIONI
M A R I A
e
FERNANDO)
N.B.:preghiamo per le
“intenzioni di una
famiglia”
ore 11,15 S. Messa (def.ti BORGHI LUIGIA, PEDRANI
ANGELO, ZAFFARONI CATERINA, BORGHI
GIUSEPPE, PEDROTTI ANTONIA e PEDRANI
GIOVANNI)
N.B.: la “Classe 1937” ricorda i propri defunti
ore 18
S. Messa (def.ti MONTANI TERESIO e Genitori)
ore 20.30 “Recita del S. Rosario” (a san Giacomo)
lunedi 15 GIUGNO
ore 7
ore 8.30
ore 9.30
ore 18
“Beato Clemente Vismara, sacerdote”
(Lv 9,1-24; Lc 6,1-5)
S. Messa (per le “anime del Purgatorio”)
S. Messa (def.to COLNAGO GIOVANNI)
“Consenso”di LEARDINI FRANCESCA e
BARTELLE WILLIAM
S. Messa (def.ta ROMOLETTO ROSINA)
MARTEDI 16 giugno
ore 7
ore 8.30
ore 18
“La famiglia ci piace!”
l
“Ditemi se non è un marito stupendo!”
Una giovane donna tornava a casa dal lavoro in
automobile, quando con il parafango andò a urtare il
paraurti di un’altra macchina.
Si mise a piangere quando disse che era un’auto nuova,
appena ritirata dal concessionario.
Come avrebbe potuto spiegare il danno al marito?
Il conducente dell’altra auto fu comprensivo, ma spiegò
che dovevano scambiarsi il numero della patente ed i
dati del libretto.
Quando la donna cercò i documenti in una grande
busta marrone, cadde fuori un pezzo di carta.
In una decisa calligrafia maschile vi erano queste
parole: “In caso di incidente, ricorda, tesoro, che io
amo te e non la macchina!”.
Parole d’oro che riportarono la primavera nel cuore
della donna!
l
“Ditemi se non è una moglie stupenda!”
Vi sono donne che dicono: “Mio marito può pescare, se
desidera, ma i pesci li dovrà pulire lui”.
Non io!
A qualunque ora della notte io mi alzo dal letto e lo aiuto
a disporre, pulire e salare i pesci.
E’ così bello noi due soli in cucina, ogni tanto i nostri
gomiti si toccano. E lui dice cose del tipo: “Questo m’ha
dato del filo da torcere. Luccicava come l’argento,
quando balzò in aria...”. E mima il salto con la mano.
Attraversa la cucina, come un profondo fiume, il
silenzio del primo incontro.
Infine i pesci sono sui piatti, si va a dormire.
L’aria balugina d’argento: siamo marito e moglie.
(Adelia Prado)
l
“Ditemi se non è una famiglia felice!”
“Ieri sera a cena con mio marito ed i miei quattro
figli ero felicissima, perché non so per quale cretinata
siamo scoppiati a ridere tutti fino alle lacrime.
Vedere che sei persone oggi sono capaci di un’autentica
allegria, per me è felicità!” (Angela Buttiglione)
(Nm 9,15-23; Lc 6,6-11)
(per le “vocazioni sacerdotali e religiose”)
S. Messa (def.ti GARBELLI CARLA, PIERINA e
Genitori)
S. Messa (def.ti GIANNI PIETRO MARIO e
CERIANI FELICITA)
ore 21 - presso la “Prepositurale SS. Apostoli
“SOLENNE CONCELEBRAZIONE”
di tutti i Sacerdoti del “DECANATO di Saronno”
N.B.: diversi di loro
(compreso il nostro don CLAUDIO)
festeggeranno una tappa significativa
del loro cammino sacerdotale!
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venerdi 19 giugno
mercoledi 17 GIUGNO
ore 7
ore 8.30
ore 18
S. Messa (def.ti fam. ZIGIOTTO)
S. Messa (def.ti BORGHI CESARE e
ANGELA)
S. Messa (def.ti BORGHI ERNESTO e
CHECCHI MARIA)
ore 6
ore 7
ore 7.30
ore 8.30
GIOVEDI 18 GIUGNO
“San Romualdo, abate”
(Num 20,22-29; Lc 6,24-26)
ore 7
S. Messa (secondo le “intenzioni di Papa
Francesco”)
ore 8.30 S. Messa (def.to JARDINI ANGELO)
ore 18
S . M e s s a ( d e f . t i C O N T I G I O VA N N I ,
GIUSEPPINA e Suor MARIA)
ore 20.30 Incontro con i Genitori dei Bambini che
riceveranno il “Battesimo” (= Domenica 21
giugno - ore 15 e ore 16.15)
“Il sogno dell’ometto”
Era piccolo,
s p a r u t o e
miserabile,
quell’ometto. Era
un servo, un
domestico
indiano, e doveva
compiere la sua
corvée nella
re s i d e n z a d e l
grande Signore.
Pieno di umiltà e
di terrore, l’Ometto si
teneva in piedi di fronte al
padrone.
Forse a causa di quella sua aria
smarrita, era da questi
particolarmente disprezzato.
«Mi sembri un cane», gli diceva. «Mettiti
a quattro zampe. Ora trotta come i cagnolini. Ora drizza le
orecchie. Fa il Bello. Giungi le mani». L’Ometto obbediva
come meglio poteva, e il padrone rideva a crepapelle.
E così ogni giorno, obbligava il suo servo a umiliarsi, lo
esponeva alle canzonature dei suoi compagni.
Ma una sera, l’Ometto alzò d’un tratto la voce. Aveva
qualcosa da dire.
«Grande Signore, Padrone mio, perdonami, ma vorrei
parlarti», disse.
«Che? Proprio tu?... e a Me?»
«Si, Signore. Ho fatto un sogno. Ho sognato che eravamo
morti tutti e due: tu ed io».
«Tu?... Con Me?... Racconta, che ridiamo un po’».
«Ecco, eravamo morti, e perciò nudi tutti e due insieme.
Nudi davanti al nostro grande Patrono san Francesco».
«Ma guarda un po’! E allora?... Parla!», ordinò il padrone,
tra seccato e incuriosito.
«Il nostro grande Patrono ci esaminava con i suoi occhi che
vedono fin dentro al cuore. Poi chiamò un Angelo e gli
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ore 15
ore 17
ore 18
“SS. Protaso e Gervaso, martiri”
(Sap 3,1-8; Lc 12,1-8)
Esposizione dell’Eucarestia per l’Adorazione
personale
S. Messa (per la “conversione dei peccatori”)
“Adorazione Eucaristica”
S. Messa (def.ti BARBI ROMEO, BERNINI LEDA,
DI PIETRANTONIO GIACOMO, DE FEBIS
AMELIA, DI PIETRANTONIO TIZIANA e
MODENESE GABRIELLA)
“ORA della MISERICORDIA”
“Adorazione Eucaristica”
S. Messa (def.to TRONCON ORFEO)
SABATO 20 GIUGNO
(1 tS 4,1-8; lC 6,27-35)
S. Messa (def.ta PRISACARIU MARIA ALINA;
def.to ALAMPI GIUSEPPE SANTO)
ore 10
“Consenso” di DIGIGLIO DAVIDE e OGGIONI
LAURA
ore 18
“S. Messa” (def.ti BORGHI LUIGI, RADICE
ROSA, fam. BORGHI e RADICE; def.ta TRUGLIA
ROSARIA)
N.B.: la S. Messa sarà celebrata da S.E. Mons. KRZYSZTOF
JOSEF NYKIEL (= “Reggente della Penitenzieria
Apostolica” - Vaticano)
ore 8.30
Domenica 21 giugno
Per questa Domenica ricordiamo:
! ore 11.15: “S. Messa per tutta la Comunità”
! ore 15: “Battesimi” (1° turno)
! ore 15: “Battesimi” (2° turno)
ordinò: “Porta una coppa d’oro piena del miele più
trasparente!”».
«E allora?», incalzò il padrone.
«Allora san Francesco disse: “Ricopri questo gentiluomo col
miele della coppa d’oro”. E l’Angelo, prendendo il miele nelle
proprie mani, lo ha spalmato sopra il tuo corpo, o Padrone,
dalla testa ai piedi, cosicchè tu eri raggiante di luce, come una
statua d’oro, trasparente nello splendore del cielo».
«Bene», fece il padrone. Poi soggiunse: «E tu?» «Per me, il
nostro Santo Patrono fece venire un Angelo con un grosso
bidone pieno di escrementi umani. “Andiamo, gli disse,
insudicia il copro di questo ometto; coprilo tutto come meglio
potrai. Alla svelta”. Così fece l’Angelo. Mi impiastricciò tutto il
corpo, da capo a piedi, ed io comparvi, vergognoso e
puzzolento, nella luce del cielo...».
«Proprio così ha da accadere», approvò il Padrone. «Finisce
qui la tua storia?»
«Oh no, mio Signore, no, Padre mio. San Francesco riprese a
scrutarci con quei suoi occhi che frugano il cuore, poi
comandò: “Ed ora, leccatevi l’un l’altro. Lentamente, e a
lungo!” E ordinò agli Angeli di vegliare perché si adempisse la
sua volontà».
(Leggenda peruviana)
“L’Ave Maria”
La Giuseppina
prima della messa
risponde al rosario.
La Giuseppina è
svelta di lingua, ma il
pensiero è persino
più svelto. Per
cinquanta e più volte
prega:
«Santa Maria (toh
guarda: c’è la Carla. Come starà suo marito?), Madre di Dio
(ecco la Gina. Devo chiederle della pensione), prega (ah, la Pina
si è tinta i capelli!) per noi peccatori (il Giuseppe è ridicolo con
quella cravatta. Com’è simpatico quel suo nipotino. Per pranzo
quasi quasi mi faccio un risottino), adesso (che brava la
Giovanna! Ma è invecchiata!) e nell’ora (che cos’è questo
rumore? Ah, il telefonino del sacrista. Non se ne può più con
questi aggeggi) della nostra morte (no, magari invece del risotto
è meglio la pasta. Ho il sugo già pronto). Amen (e il giornale.
Avrò la moneta?)».
La Giuseppina si confida con don Ambrogio: «Dico il rosario,
ma incomincio bene e poi la testa chi sa dove va».
Don Ambrogio è saggio: «Il pensiero segue la parola se la
preghiera non è una formula ma si rivolge a una presenza, Maria,
che ascolta. E Lei cerchi di trasformare le distrazioni in
intercessioni».
La Giuseppina non è sicura di riuscirci, però si dice: «E’ meglio
pregare con qualche distrazione che non pregare per niente».
(da “Con il dovuto rispetto”
di MARIO DELPINI)
“Il vestito!”
Al presente il vestire suggerisce spunti piuttosto diversi: «Se i
ragazzi d’oggi continuano a vestirsi in modo così stravagante,
non potremo accorgerci dell’arrivo dei marziani» (Jean
Yanne). E un anonimo: «Un tempo per diventare un’attrice
occorreva avere molta buona stoffa; adesso invece ne basta
pochissima»...
Il vestito svolge una funzione naturale, in favore del corpo:
lo protegge dal gelo, e lo ripara anche dai raggi infuocati dal
sole. E’ questione a volte di sopravvivenza. E la carità cristiana
impone di provvedere al fratello in difficoltà.
Ma il vestito svolge anche una funzione sociale, per esempio
in ordine al senso del pudore, che va educato e protetto. Il
cristiano quindi percepisce l’uso del vestito come rispetto del
corpo, come senso della dignità, come affermazione del valore
della persona nella comunità.
C’è poi un valore soprannaturale del corpo, perché nella vita
cristiana tutto l’uomo, anima e corpo, viene investito della
grazia e della presenza divina: l’uomo diventa fratello di Cristo
e figlio di Dio Padre, e il suo corpo è tempio dello Spirito Santo.
E al di là della tomba lo attende un destino di risurrezione e di
trasfigurazione.
"La Madonna Pellegrina
nelle case”
l
da Martedì 16 a Giovedì 18 Giugno
fam. CIRINO e M. TERESA GIUFFRE’
via Carlo Berra, 14 - tel. 02.96480868
l
da Venerdì 19 a Domenica 21 Giugno
fam. FILIPPA LIBURDI
via Manzoni, 8 - tel. 02.9689402
l
da Lunedì 22 a Mercoledì 24 Giugno
fam. MASSIMO e CONCETTA LIZIO
via Pirandello, 10 - tel. 02.96481056
Il corpo redento si merita dunque di essere
convenientemente rivestito e protetto. Perciò Dio, che veste i
gigli dei campi, reclama la cooperazione del cristiano per dare
splendore e dignità ai poveri, ai derelitti, agli anziani, ai
moribondi; ma anche a quelli che avessero smarrito il senso
della loro dignità... Per tutti la Chiesa ha sempre moltiplicato le
sue istituzioni.
Oggi ci sono ancora popolazioni bisognose di un vestito, e
sovente i missionari si fanno voce di queste necessità
primordiali. Ma anche nei paesi dell’opulenza esistono barboni,
e tante povertà nascoste.
Poi, con l’attuale
scadimento del senso
del pudore, a cui hanno
dato man forte il
benessere facile e la
libertà dei mass media,
si aprono compiti
immensi per i genitori,
gli educatori, i creatori
di moda, gli artisti, gli
uomini dello spettacolo.
(Enzo Bianco in
“Vivere le Opere di
Misericordia”
“Coloro che fanno del vestito una parte
principale di se stessi finiranno, in generale,
per non valere più dei loro abiti!”
(William Harlitt)
Visita il sito della tua parrocchia www.sanpietroepaologerenzano.it
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