I conti in tasca al contenzioso. Pesa il

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I conti in tasca al contenzioso. Pesa il
PROFESSIONI
I CONTI IN TASCA
AL CONTENZIOSO
PESA IL 10% SUL FATTURATO
DI UN’AZIENDA SANITARIA
I conflitti tra le parti aumentano e il settore diventa sempre meno appetibile per le imprese assicurative.
A fare il punto gli esperti riuniti a Roma in occasione del convegno ‘Assicurazioni e assetti organizzativi
adeguati delle strutture sanitarie’, organizzato dall’università Tor Vergata di Roma, dal Ceis e
dall’università Giustino Fortunato di Benevento
Sabrina Valletta
AboutPharma and Medical Devices
[email protected]
S
ono in aumento in Italia i contenziosi in materia sanitaria. Un
trend di crescita costante dovuto
anche all’assenza di parametri
oggettivi di risarcimento del danno e all’estrema variabilità delle decisioni
giudiziarie. Tutti fattori che rendono il settore sempre meno appetibile per le imprese
assicurative e che creano non pochi problemi alle strutture sanitarie e ai medici. Pensiamo, infatti, che il costo del rischio rappresenta una delle voci di costo principali
per il bilancio di un’azienda sanitaria, in
media il 10% del fatturato. A fare il punto
gli esperti riuniti a Roma in occasione del
convegno ‘Assicurazioni e assetti organizzativi adeguati delle strutture sanitarie’,
organizzato dall’università Tor Vergata di
Roma, dal Ceis e dall’università Giustino
Fortunato di Benevento. “Un incontro che
ha visto la partecipazione di tutti gli attori
del settore, dai medici alle assicurazioni –
spiega Vincenzo Atella, direttore del Ceis
di Tor Vergata – L’obiettivo era mettere a
confronto i diversi e spesso divergenti punti
di vista per cercare dei punti d’incontro”.
“Confermate – puntualizza Atella – alcune certezze: in testa alla classifica delle
discipline che fanno registrare il più alto
numero di incidenti troviamo l’ortopedia
(13%), seguita dal pronto soccorso (12,6%)
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e dalla chirurgia generale (10,36%). E poi
ostetricia e ginecologia (7,47%), medicina
generale (3,04%) e anestesia (2,65%)”. Nel
complesso, le prime quattro aree raggruppano circa il 50% del totale delle segnalazioni. Tra le cause troviamo l’errore umano (48,3%), i difetti della struttura (33%),
il ritardo del trattamento (5,5%) e ‘altre
cause’ (13,2%).
“Il rischio – spiega Carlo De Simone, Cfo
European Broker Assicurazioni – ha un
forte impatto sociale, derivante dalle conseguenze patite dai pazienti. Ha, inoltre,
un notevole impatto economico sui bilanci
MAGGIO 2016
Le discipline più a rischio
13%
12,6%
10,36%
7,47%
3,04%
Ortopedia
Pronto
soccorso
Chirurgia
generale
Ostetricia e
ginecologia
2,65%
Medicina
generale
Anestesia
Il costo delle liti
Il costo del rischio rappresenta una delle voci di costo principali per il bilancio di una
Azienda Sanitaria* – in media il 10% del fatturato
– La maggior parte dei costi
è imputabile ai tempi di extra100%
20-25%
degenza a fronte di un evento
avverso
2-3%
4-5%
40-50%
– I costi assicurativi rappresentano
comunque una parte significativa
del totale
– Non vengono quantificati i
25-30%
costi del danno di immagine alla
struttura
Diagnosi
e cura
Extradegenza
Legali e
peritali
Infortuni
professionali
Assicurativi
Totale
Costi
* Caratteristiche dell’azienda media
considerata:
– 50.000 ricoveri medi annui
– eventi dannosi/ricoveri: 1/20
– richieste di risarcimento/ricoveri: 1/1000
Massimo e minimo importo liquidato nel 2014 per tipo di danno. Dato nazionale
€ 2.466.509,00
2.500.000,00
€ 2.000.000,00
2.000.000,00
€ 1.401.504,00
1.500.000,00
1.000.000,00
500.000,00
0
€ 160.000,00
€1
Altro
€ 7.090,00
€1
Danno a cose
€0
Decesso
Minimo importo liquidato (€)
€ 52,6
Lesioni di diritti
giuridicamente
rilevanti
€ 16,51
Lesioni personali
Massimo importo liquidato (€)
Fonte: Carlo De Simone – "Assicurazioni e Assetti Organizzativi Adeguati delle Strutture
Sanitarie", 23 marzo 2016
dell’Azienda, derivanti da costi diretti –
cure, risarcimenti, assicurativo-legali ed extra-degenza – costi indiretti, come ad esempio il danno d’immagine per la struttura e,
infine, i danni nascosti, ovvero costi di inefficienza e sprechi”. Proprio per questo, precisa De Simone, “il costo del rischio rappre-
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senta per un’azienda sanitaria una voce di
costo ben pesante per il bilancio, che molto
probabilmente supera di gran lunga il 10%
del fatturato”. La maggior parte dei costi
è imputabile ai tempi di extra-degenza a
fronte di un evento avverso (40-45%), ma i
costi assicurativi rappresentano comunque
una parte significativa del totale (20-25%).
E proprio a causa di un numero crescente di
sinistri, il mercato assicurativo si è diretto
verso un peggioramento delle condizioni
normative e di un inasprimento tariffario,
mettendo in difficoltà soprattutto i giovani
medici. Ma una soluzione ci sarebbe. De
Simone fa notare che “il massimo importo liquidato nel 2014 per lesioni personali
ammonta a 2 milioni 466 mila euro. Questo – secondo l’esperto – dovrebbe farci
riflettere sull’inutilità di inseguire polizze
con massimali troppo alti, fino addirittura
ai cinque milioni di euro”. C’è poi l’altro
lato della medaglia: per evitare di incappare nei contenziosi, i camici bianchi ricorrono sempre più spesso ad atteggiamenti di
medicina difensiva, fenomeno che secondo
un’analisi del Ceis nel nostro Paese pesa tra
i dieci e i venti miliardi l’anno.
E allora cosa bisogna fare per superare
l’ostacolo? Gli esperti propongono di
affrontare il problema secondo tre linee
direttrici: promuovendo l’adozione di assetti organizzativi aziendali adeguati, valutando le opportunità (e i rischi) dell’autoassicurazione ed evidenziando il ruolo
della tecnologia nel contesto della complessiva riduzione del rischio sanitario.
Come ricorda anche il ministero della
Salute, “la sicurezza dei pazienti si colloca
nella prospettiva di un complessivo miglioramento della qualità e poiché dipende dall’interazioni delle molteplici componenti che agiscono nel sistema, deve
essere affrontata attraverso l’adozione di
pratiche di governo clinico che consente
di porre al centro della programmazione
e gestione dei servizi sanitari i bisogni dei
cittadini, valorizzando nel contempo il
ruolo e la responsabilità di tutte le figure
professionali che operano in sanità”.
Secondo gli esperti riuniti a Roma bisognerebbe, poi, definire costi di risarcimento
certi, per definire chiaramente le tariffe da
applicare alle polizze assicurative. Infine,
occorre ristabilire quel rapporto fiduciario
tra medico e paziente, che negli ultimi anni
sembra essersi sgretolato.
Parole chiave
Rischio, sanità, medicina difensiva, assicurazioni
Aziende/Istituzioni
Università Tor Vergata di Roma, Ceis, Università
Giustino Fortunato di Benevento, European
Broker Assicurazioni
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