«Spiacenti, la Pet è guasta» Pazienti spediti fuori regione

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«Spiacenti, la Pet è guasta» Pazienti spediti fuori regione
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MACERATA PRIMO PIANO
PIANETA SANITÀ
SABATO 21 SETTEMBRE 2013
CHE COS’È
DURANTE L’ESTATE
LA PET (POSITRON EMMISSION
TOMOGRAPHY) È UN SISTEMA
DI DIAGNOSTICA D’AVANGUARDIA
DOPO IL GUASTO, IL SERVIZIO
È STATO GARANTITO
CON UNA PET MOBILE
«Spiacenti, la Pet è guasta»
Pazienti spediti fuori regione
Macchinario diagnostico ko: era un fiore all’occhiello dell’ospedale
«MI PERMETTO di porre alla vostra
attenzione il fatto che recentemente,
sebbene l’ospedale maceratese sia dotato
di Pet, ovvero specifico sistema di
radiografia, mi sono trovato costretto ad
andare in un ospedale fuori regione per
effettuare un esame urgente», ci scrive un
lettore. «Voci di corridoio dicono che sia
guasta e non ci sia nessuna intenzione di
provvedere alla riparazione. Sperando che
non sia vero, nell’interesse collettivo, forse
qualche delucidazione a noi cittadini che
paghiamo le tasse potrebbe essere data.
D’altronde, se recentemente ci siamo
preoccupati perché gli ascensori dei
parcheggi maceratesi momentaneamente
non funzionavano, e tante altre che evito di
menzionare perché servirebbe solo a
indispettire di più, ritenendo molto più
importante la mancanza di questo presidio
sanitario esistente, ma che purtroppo
sembra dimenticato, avrei veramente
piacere di leggere tramite il Carlino le
motivazioni a riguardo».
Il nostro lettore ha ragione. E segnala una
mancanza a cui occorre porre rimedio al
più presto, anche perché si tratta di uno
strumento fondamentale per la diagnosi
precoce, specie, per i tumori. La speranza
c’è. E vi spieghiamo perché.
di FRANCO VEROLI
L’OSPEDALE di Macerata è stato il primo delle Marche, il secondo in Italia, ad essere dotato di
Pet (Positron emission tomography), lo strumento più avanzato sul fronte della diagnostica.
Ma, paradossalmente, dall’inizio
di settembre questo servizio non
è più disponibile. La Pet, di proprietà dell’Acom, è stata installata
nel 2003, concessa in comodato
d’uso dall’allora società mista pubblico-privata (oggi solo privata).
A fine 2011, scaduto il contratto
che l’Acom aveva con l’Asur, in attesa di una gara per aggiudicare il
servizio, ma anche per sostituire
il tomografo, ormai usurato e obsoleto, si è andati avanti con delle
proroghe e l’Acom ha garantito il
servizio fino allo scorso giugno.
Poi sono intervenuti due fatti nuovi: lo strumento ha subito un grave guasto, e la Regione ha effettuato la gara d’appalto vinta dalla Siemens. Nel corso dell’estate il servizio è stato garantito, attraverso
una
Pet
mobile,
sempre
dall’Acom. Poi, però, da fine ago-
sto, non c’è stata più neppure questa disponibilità. E siamo rimasti
senza Pet. E c’è persino chi ha sospettato che, nell’ambito della
riorganizzazione della sanità marchigiana, di cui si discute in questi giorni, che Macerata potesse
aver perso questo servizio per
sempre. Per fortuna le cose sembrano stare in modo diverso.
«POSSO garantire che entro un
mese o, al massimo un mese e
mezzo, l’ospedale di Macerata
avrà installata una nuova Pet, di
ultima generazione. I lavori necessari inizieranno propri in questi
giorni», spiega il dottor Alberto
Carelli, direttore amministrativo
dell’Asur Marche. Una conferma
arriva dal fatto che l’Acom ha ricevuto nei giorni scorsi una fax con
il quale si chiede di rimuovere il
vecchio apparecchio di proprietà
della società dall’ospedale di Macerata. Insomma, bisogna attendere un po’ e tutto tornerà a posto,
anche meglio di prima, visto che
si tratta di una macchina nuova,
tecnologicamente più avanzata,
che sicuramente garantirà una
maggiore continuità del servizio
rispetto a quella vecchia, periodicamente oggetto di guasti. Resta
il fatto che, sia pure per un periodo limitato, la Pet non ci sarà. E
ciò suscita una certa amarezza:
non solo perché le liste di attesa
sono molto lunghe, ma soprattutto perché essendo stato quello di
Macerata il primo ospedale ad
averla (oggi ce n’è una fissa ad Ancona e una mobile a Pesaro), suona un po’ male il fatto di perderla,
sia pure per un po’. E’ vero: la
macchina era vecchia e andava
cambiata e forse erano da rivedere
le modalità di assegnazione del
servizio. Ma è lecito pensare che
ci poteva organizzare un po’ meglio per attuare questi passaggi.
IN EVIDENZA
Precursori
L’ospedale di Macerata
è stato il primo nelle
Marche e il secondo in
Italia a essere dotato
della Pet, che fu
installata nel 2003
Il nodo
L’Acom, proprietario
della Pet, ha garantito il
servizio fino a giugno. Il
macchinario ha poi subito
un grave danno e non è
stato ancora sostituito
Il futuro
La nuova gara d’appalto è
stata vinta dalla Siemens.
L’Asur assicura: «Al
massimo in un mese
e mezzo sarà disponibile
la nuova Pet»
TAGLI IL BRACCIO DI FERRO TRA GIUNTA REGIONALE E COMMISSIONE
Punti nascita: ecco perché San Severino può sperare
IL BRACCIO di ferro che sul riordino della sanità oppone Consiglio
e Giunta regionale potrebbe riservare qualche significativa sorpresa:
il punto nascita di San Severino potrebbe restare o, comunque, non
chiudere subito. I criteri approvati
dalla quinta commissione, su proposta del presidente Francesco Comi, infatti, hanno avuto il voto di
tutta la maggioranza, ma sono diversi da quelli inizialmente previsti dalla giunta. Sono stati inseriti
la richiesta della proroga di un anno rispetto alla scadenza del
31/12/2013 per i punti nascita con
meno di mille parti l’anno, il principio dell’attuazione graduale (si parte dal punto nascita più piccolo e si
sale), quello della concertazione
preventiva con l’Anci Marche e, soprattutto, si punta l’attenzione oltre che sul numero di parti anche
su quello della guardia medico ostetrica, medico pediatrica e anestesiologica 24 ore su 24. Sparisce il requisito Dea (Dipartimento emergenza
accettazione, rianimazione, Utic,
reparto trasfusionale) che la giunta
invece aveva inserito come indispensabile (ma che nell’accordo
Stato-Regioni non c’è). L’ospedale
di San Severino non ha il Dea, ma
garantisce 24 ore su 24 sia la guardia medico ostetrica che quella pediatrica e anestesiologica. E’ anche
vero che non raggiunge i mille parti l’anno, ma è problema anche di
tanti centri (almeno altri sette in
tutte le Marche). E, dunque, poiché appare poco credibile — e probabile — che si giunga in tempi rapidi a un solo punto nascita per
area vasta, l’eventuale chiusura di
otto centri dovrà essere ben ponderata. Se, invece, si inserisce anche il
requisito Dea è evidente che la sorte è segnata, anche in tempi stretti.
Tra i criteri di riorganizzazione delle reti cliniche, poi, importante è
quello dell’equità. Per una sanità efficiente e d’avanguardia le “eccellenze” vanno razionalmente distribuite sull’intero territorio regionale.
Secondo alcune indiscrezioni, ad
esempio, per la parte meridionale
della regione, il centro per le malattie infettive potrebbe essere a Fermo, mentre quello per l’emodinamica sarebbe a Macerata. Intanto si
sono riuniti i direttori del servizio
sanitario per approfondire il parere
della commissione in vista della seduta della giunta di lunedì. Prima
delle scelte definitive, poi, ci dovrà
essere un confronto tra giunta e direttivo regionale dell’Anci, e tra direttore dell’Asur le conferenze provinciali di area vasta.