Vita No Profit – Giugno 2014
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Vita No Profit – Giugno 2014
o: -_:- --6 REPORTAGE LSORRISO IIETKURDISTAN t64 l- Nel nord deltlraq, meta di centinaia di migliaia profughi siriani, cè una concentrazione fra ie piu alte al mondo di bambini nati con malformazioni del volto e del palato. Eredità delgas nervino di Saddam Qui Ia cooperazione italiana sta scrivendo una delle sue pagine migliori. Risuitato? Oggr tutti vogliono i prodotti del made in Italy -testi e foto di ChristianBenna valori aprirà le negoziazioni entro flne anno. I carrlieri degli hotel e delle residenze di lusso procedono spediti. E gli attori del iet set medio orientale sfilano ingioiellati sui tappeti rossi del Film Festival Intemazionale. Benvenuti a Erbil, capitale dell'altuo Iraq, quel Kurdistan che di Iraq non vuol sentir parlare. Atterriamo a tarda notte a bordo di un volo della Turkish Airlines proveniente da Istanbul, ormai un pona Borsa te aereo quotidiano e sempre glemito di uomiRi d'affai russi, turchi, americani e scandinavi. Tutti in coda a fare business (oil &gas ed edilizia, sopÉttutto) nel nord montuoso dell'lraq, nella regione autonoma del Kurdistan, oggi alle prese con un tumultuoso sviluppo economico. La presenza italiana spicca sulle alte: le valigette dei connazionali non sono dcolme di contrafli, assegni e pia- Yll^ - giugno 2014 ni di sviluppo, bensì di attrezzi chiruryici, garze e stetoscopi. Il mondo della cooperazione made in Italy continua a rimanere in Kurdistan anche dopo che si sono spenti i riflettori dell'emergenza, per contribuire a ricosmrirc il sistema sanitario, conservare i siti archeologici, dare una mano nei campi profughi sùiani che spuntano come funghi. La ry)stra destinazione frnate non è la Erbil dalle mille luci, 40 miliardi di dolla di investimenli stranieri solo l'aano scorso,la capitale araba della cultura 2014 che si prepara ad accogliere 7 milioni di turisti (nuova meta per viaggiatori secondo Ia Lonely Planet) e pronta a lanciare un referendum pur di staccarsi dehnitivamente dall'Iraq. ma è Dohuk, una cittadina frenel ica di 25omi1a abitanti incuneata tra lemontagne curde a due passi dal triplice confine turco, Siriano e iÉdano. La strada per Dohuk è una lunga striscia d'asfalto che corre sicura per gli al- topiani del1a regione. Gli unici intoppi, oltre alla vetocità indiavolata dei curdial volante, sono i numerosi check point gestiti a sbadigti e pacche sulle spalle dal- la guardia civile dei peshmerga. 11 Kurdistan è una regione autonoma dell'Iraq. Non ci vuole neppure il visto d'ingresso per i visitatori stranieri. E il livello di sicurezza è alto, soprattutto se comparato alf instabilità del resto del Paese. Ma le consultazioni del 3o aprile, che hanno riportato il Paese ai seggi elettorali,le prime dall'addio delle truppe ameicane, hanno fatto salire la tensione anche a queste latitudini. Se nel resto dell'Iraq la guefia civile è all'ordine de1 giorno (gmila morti in 12 mesi), in una lotta di potere ta sciiti e sunniti che sembra senza fine, il Kurdistan, compano etnicamente, è riuscito sinora a tamponale fuori dai propri confini le sacche di violenza. Eppure i tentativi di attacco alle pipeline curde si moltiplicano. E nel corso della campagna elettorale ci sono sta- te anche una trentina di vittime a Khanaqil, nel Kurdistan iracheno, causate da un kamikaze che si è fatto esplodere in mezzo a un gruppo di curdi che festeggiavano l'appadzione in una tv locale del presidenle dell'lraq Jalal Talabani anch?gli curdo, che si trova in Germania dal 2op per dcevere cure mediche. Uazione kamikaze è stata rivendicata dallo Stato islamico dell'Iraq e del Levante, gruppo legato ad al Qaeda. Ma la questione curda ha più a che vedere con le voglie di separatismo e Ia gestione "troppa autonoma" degli affa . E le accuse divendere sottobanco petrolio (il Kurdistan dispone di un terzo del greggio iracheno) a Israele e Stati Uniti stanno rendendo sempre più roventi i rapporti con Bagdad. Tanto che il premier Nechirwan Barzani awebbe in agenda un referendum per l'indipendenza dellaregione, il cui risultato appare sco[tato, visto che il 98% degli abitanti si sono già espressi in passato iII favore di uno stato cur- Ritrovare i sorrisi papà con ta sua bambina in attesa della visita att'ospedale pedìatrico di Dohuk. Quattro bambini ogni 100 soffrono di LJn matfomazioni aI volto o aI palato. team, otto persone intutto, (due chirurghi. un pedialria, aneslesisla, infermiere, traduttore, un'assistente) è andato a Erbil ridando un soriso a migliaia di bambini. «Bisogna andare oltre ltmergenza», Bassora, Nassirya, Bagdad e anche dice Abenavoli. «Ci è capitato spesso di do autonomo. In mezzo ai giochi di potere l'lraq intero rimane una polveriera pronta a esplodere. In sala operatoria a Dohuk all'alba a bordo di un furgoncino carico dei medici di Emer- Arriviamo Il professor Fabio Massimo Abenavoli. specialista in chirurgia plastica e maxillo facciale e fondatore della ong Emergenza Soffisi, è un medico in missione, Ha conosciuto l'lraq nei giorni più caldi della guerra civile, ha operato bambini affetti da labio-palatogenza Sorrisi. schisi, malformazioni del vollo. uslioni, traumi di guefia, neoplasie, palologie ortopediche e oculistiche. Con ilsuo fare inteNenti in situazioni drammatiche. Ma il nostro obiettivo deve andare oltre Ia sala operaloria altrimenti rischiamo di fare interventi spot. E il Kurdistan, in questo senso, èuncaso emblematico e di successo. Una regione in rapido sviluppo, con personale medico preparato, ma che deve ancora costruire uIr sistema sanitaÌio emciente. E noi cerchiamo di fare training appropriato, formando questi medici affinché possano un domani essere compìetamente autonom jr. Ecco perché Emergenza Sorrisi arriva anche a Dohuk. per una seconda missione di ùna settimana. Ed entro l'anno tornerà per una terza. In Kurdistan c'è un'altissima concentrazione di bambi-> giugno2ol4 vlla REPORTAGE ilmarchioltalia ll viceministro alta cooperazione internazionale Lapo Pistelti, it Kurdistan [o conosce bène. che gti itatianisiano ben visti non to sorprende. ll merito naturatmente è anche detle ong che operano da queste parti. E da quanto di buono .66 stanno facendo. «Ma adesso)r, dice a Yita, «esclusa la diaspora dei profughi siriani, e lo dico ben sapendo che stiamo parlando di 250/300mita persone, non è piùr iI momento de[t'emergenza». ln che senso? ni, uno su 4oo, tra Ie più alte al mondo, che nasce con malformazioni del volto e del palato. Si pensa che lassi così alli siano dovuli ai malrimoni fra consanguinei ancora diflisi nelle zone rurali, altri puntano il dito sùlle repressioni di Saddam Hussein che durante il suo regime sganciava sui culdi gas nervino nel tentativo di arabizzare questa regione che araba non è. In Kurdistan, oltre a unhleva[a incidenza di labio-palatoschisi, confermano da Emergenza Sorrisi «si riscontra anche urt'anomala e notevole incidenza di malformazioni e schisi particolarmente gravi ed estremamente rare, la cui diffirsione è stata probabilmente causata da agenti chimici con cui la popolazione è entlata in contatto dunnte la dittatura di Saddam Hussein». cli amici italiani uDohuk non dorme mai. A volte mi chiedo che faccia e dove vada tutta questa gente di notte, visto che night club non ne abbiamo e l'alcol è proibito». Qadir M. Salih, chirurgo pediatdco che invece awebbe bisogno di quaìche ora di sonno, è un medico tuttofaÌe all'ospedale Hee- : YllA I I I giugno 2014 I voltidel cambiamento 1-2. Famiglie e bambini in attesa di essere visitati att'ospedale pediatrico di Dohuk. 3. Personale di Emergenza Sorrisì controtla te lastre dei piccoti pazìenti. 4. Giovani medici curdi det centro ditatassemia diDohuk. vi di Duhok. che deve gestire pelsonale a cui spesso manca formazione adeguaha vissuto sulla sua pelle tutto il dramma del popolo curdo degli ultimi ta. Qadir 40 anni. Da bambino è stato profugo in T[rchia. per sfuggire alle operazioni mi- litari e ai massac ili Saddam; da 2013 te importazioni sisono contratte, mentre Le esportazioni stanno registrando un grande boom. Su macchinari industriali e costruzioni/interni [a domanda det made in ltaty è attissima e qualcosa sista muovendo anche suI fronte delt'agrifood. lnvece siamo praticamente assenti dal business dett'energia e del petrotio. adulto stato esule, ha studiato medicina allèstero, anche in Italia. E oggi è uno di quegli uomini che cerca di porre le basi di uno sviluppo non solo economico, trainato dal petrolio, ma anche sociale del Paese. Gli americani quisono statiaccolti come una benedizione perché hanno ìiberato iÌ Kurdistan dal giogo di Saddam. Eppure flnita ltmergenza gli aiuti si sono volatilizzati, flniti altrove alla ricerca di scenai più mediatici. « Si rischia di dpartire gmzie agli investimenti petroliferi, ma senza solide basi sociali. Perè Ormai siamo passati dalta fase dett'Aid a quelta deltrade e ci stiamo avviardo lungo [a strada detL'investment. Sono i curdi stessi a chiederci difare business con loro, tanto che dat2012 al Come risponde a chisi lamenta perché il Kùrdistan non sia più una priorità della ngstra cooperazione? Dicendo che t'lraq ormai a livetlo internazionale è considerato un Paese dimedio reddito equindi non destinatario di aiuti atlo sviluppo. Questo non è un Paese povero, cisono dei disequilibrj, ilvero nodo umanitario sono i profughi ma come dicevo -s.,4. ciò apprezzo tanto il lavoro svolto dalla coopeÉzione italiana, i cui uomini vengono qui per condividere esperienze per noi preziose». oltre a Emergenza Sorri' si a Dohuk operano i Dìedici dell'Aispo, l'organizzazione non governativa (ente non proEt di dùitto privato), fondata per volontà di alcuni operatori dell'osPedale san Raffaele di Milano. Ma sono presenti, tra gli altd, anche gli archeologi dell'Università di Udine e I'ong Un Ponte Per. ll Kurdistan non è più ritenuto priori' tario dal nuovo corso della cooperazio' ne italiana. E prossimamente potrebbe esserci un disimpegno (finanziario) da parte del governo (le ragioni le spiega il vjceministro Lapo Pistelli nell'intervi' sta che lrovate in queste pagine). Eppure la regione sta faticosamente uscendo da molti anni di segregazione e di persecuzioni. E cè ancora una grande percentuale della popolazione che non ha accesso a1le cure mediche a causa della distanza dagli ospedali e l'assenza di mezzi di comunicazione, in particolare le persone che vivono nelle periferie delte principali città curde o le persone che vivono negli altopiani. Il numero delle strutture sanitade è in aumen- to, ma sembra che gli investimenti siano soprattutto di p vati e quindi, a causa dei costi, ciò porteretbe a cure proibi- tive per una sostanziale parte della popolazione, Mi casa es tu casa Nazione senza stato. Profughi da sempre. Il popolo curdo ha subilo e subisce persecuzioni da millenni, non dconosciuto dalla maggior parte dei Paesi che ospitano le sue genti. Deve essele questo spirito di montagna, temprato da guere e da fughe di massa, che oggi permette agli abitanti di Dohuk di accogliere senza battere ciglio i protuB\r (in maggiorarza curdi) siriani, ormai il lo% della popolazione. AIIe porte della cittadina sorge la tendopoli gestila dall'Unhcr di Domiz, città veraepropria abitatada prodighi in fuga dal conflino siriano. Le condizioni rimangono critiche. Ma ai rifugiati viene consegnato al loro ardvo un permesso di soggiomo di sei mesi, rinnovabile, flno alla richiesta di asilo, con lapossibititàdilavorare in Kurdistan. sia i medici del San Raffaele, sia quelli di Emergen- Sorisi hanno in programma di andare ad operare nel campo di Domiz. a za Da medico a medico Emergenza sorrisi nasce neI 2007. Da attora t'ong guidata dat professor Fabio ltlassimo Abenavoti (a sx netta loto mentre consegna alcuni strumenti chirurgici all'équipe dett'ospedate di Dohuk e sopra durante un intervento) ha rèalizzato 62 mìssioni €hirurgiche atte quati hanno preso parte 337 medici itatiani, ha formato 540 medici tocati, operato circa 3mita bambini di cui 308 soto da[t'inizio dett'anno in Bangtadesh, lraq, Benin e Kurdìstan. ['intervento chirurgìco per correggere it Labbro [eporino dura circa 45 minuti. www.emergenzasorrisi.it gtugno21l4 Vll^