Copertina definitiva.qxp - AKIS il giornale delle ACI

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Copertina definitiva.qxp - AKIS il giornale delle ACI
A
€ 1,00
Settimanale del Sabato
K
I
S
11 Novembre 2006
IL TEMPO S’ERA FERMATO
Sognavo tempi ricchi di stucchi
di inchini di corte di folla gaudente
di cattedrali piene di luci e di suoni.
Poi aule immense
con gente assente
lotte segrete miserie
e un rame lucidato come oro
che cantava parole senza vita.
Ho aperto gli occhi ed era tutto vero.
Il tempo s’ era fermato assai indietro.
Pio Vittorio Vigo
IL GIORNALE DEL TERRITORIO DELLE ACI
(da “Ancora è giorno” – Tringale Editore )
ATTUALITA’
KULTURA
INFORMAZIONE
SPORT & TURISMO
L'inverno freddo,
quello del "redde rationem"
Capita sovente che nella storia della
politica, sia essa di Londra, di Roma o
anche della nostra piccola Acireale, si
verifichino dei fatti ciclici. Si innestino
dei meccanismi, virtuosi o viziosi, i quali
abbiano qualcosa di rapidamente sentito o di minuziosamente conosciuto.
Sicchè non è raro che, in questa perenne ciclicità, l'arte di governare la Polis,
perda l'originalità che Le è propria (la
politica intesa come signora!) e si riduca ad una monotona ed altalenante
orchestra di schemi rigidi e chiusi. Tutto
ciò, a scanso di equivoci, non è di per
sè un fatto negativo ma può, ahimè, tristemente diventarlo, allorchè l'orchestra su citata, anzichè riprodurre melodie nobili e ideali, si riduca soltanto a
suonare il "canto di Alcibiade": quello
del mero aggregato di potere.
Sembrerebbe (uso ancora il condizionale!) che ad oggi gli orchestrali politici
acesi vogliano imboccare quest'ultima
strada. Che si preparino ad usare gli
spartiti scritti con l'inchiostro indelebile
della torbidezza. Che siano ben pronti a
rompere gli "spartiacque" creati dall'elettorato ed a voler operare nel segno
del trasformismo. Non è una novità.
Agostino Depretis, il quale fu anch'egli
fautore di questa pratica, un giorno
tuonò in parlamento: "Se qualcheduno
vuole entrare nelle nostre file, se vuole
accettare il mio modesto programma,
se qualcheduno vuole trasformarsi e
diventare progressista, come posso io
respingerlo? La storia potrebbe ripetersi con la differenza che, in questo "mar
morto" di "salti della quaglia" continui, di
progressismo (almeno nei fatti!) non
appare esserci proprio nulla. Potrebbe
accadere che un giorno gli acesi, avendo la sfortunata ventura di sintonizzare
la frequenza sulle sedute di consiglio
comunale, si accorgano che l'invito a
"trasformarsi"
dell'amministrazione
Garozzo venga accolto dell'Mpa. Che,
dopo sedute al sapore di vetriolo, sotto
l'egida della ritrovata "pax" e della concordia, Nicola D'Agostino sieda vicino a
Graziella Pavone; Santo Primavera
prenda le difese del sindaco Garozzo,
Mario Pavone scherzi (politicamente
parlando) con Alberto Presti; qualche
“amico” di Raffaele Nicotra sieda in
giunta (non c’è già!) con Luciano
Privitera.
Potrebbe
Potrebbe.
Potrebbe... Chissà, Chissà, Chissà....
Intanto, in questo pantano di accuse ed
imprecazioni, di annunci di "trasformazioni acesi" (il consiglio di Martedì da un
indicazione chiara in tal senso!) e polemiche, arriva l'inverno freddo, quello del
"redde rationem". Antonio Coniglio
LA CARICA DEI 101
MA CHE BELLA TERRA E’ LA SICILIA…
Ma che bella terra è la Sicilia! Nei primi giorni di ottobre,
dopo mesi frenetici di canicola e mare, ti sembra che di
colpo l’estate sia svanita. Guardi il cielo e ti appare cavo,
freddo, amaramente vuoto del volo dei mille uccelli primaverili, gai messaggeri di gaia stagione.Pensi che sia
arrivato l’autunno e ti rattristi, e ti appresti a chiudere l’anima in un cassetto piccolo piccolo, uno scrigno prezioso dove dimorerà nel lungo inverno, attendendo ansiosa
una nuova primavera. Poi sono giorni di pioggia amara.
Riponi ordinatamente i tuoi
bianchi pantaloni,
quei
bianchi compagni
della
tua luminosa
estate, rivolgendogli un
malinconico
arrivederci al prossimo anno. Con l’ombrello spalancato al cielo
minaccioso ti ripari da fulmini e saette, e il cuore ormai calmo è proteso a giornate grigie e monotone, senza l’amato sole e senza l’allegra luce.E’così, ti ripeti sconsolato. E’ autunno, rassegnati ormai
a questo diluvio sulle case e sui cuori.Quand’ecco che una mattina
ti svegli mogio mogio, ti muovi lentamente per la stanza col passo
spento della brutta stagione incipiente e guardi fuori: la luce è cambiata, l’aria diversa! Allora apri imposte e serrande, esci fuori: c’è
caldo, c’è caldo di nuovo! C’è uno spicchio di primavera, avanzata
chissà da dove, che ti attende! Saranno pochi giorni, ma li ricorderai per sempre, adesso che pensavi che tutto fosse finito, che i tuoi
pantaloni bianchi meritassero un giusto riposo, che di questa dolcezza non avresti più goduto per mesi.E’ così la Sicilia. E’ davvero una bella terra.
Terra a volte amara, ma tanto generosa, che regala a fine ottobre un’improvvisa tardiva anelata primavera a chi non l’aspettava ormai più.
Silvana La Porta
Campagna olearia 2006
ph Studio Barbagallo
AMARCORD JACITANU
Rubrica a cura di Salvatore Trovato
pag. 2
mAd
intervista
il sindaco
Garozzo
Pag. 2
Laura Gulisano a Miss Italia
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2
sabato 11 Novembre 2006
Ufficio Marketing e Pubblicità Akis - Franco Pulvirenti - tel. 328 8115194 - Grafica: MP - 347 1433135 - Foto: Nuccia Leotta
Continuiamo le interviste con le “miss” che da qualche anno a questa parte, hanno fatto
parte delle finali nazionali del concorso di Miss Italia, una volta identificato come il concorso “5.000 Lire per un sorriso”.
La prima volta fu
“Miss Galatea...”
"C'è una verità elementare, la cui ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi piani: nel momento in cui uno si
impegna a fondo, anche la Provvidenza allora si muove.
Infinite cose accadono per aiutarlo, cose che altrimenti
mai sarebbero avvenute. Qualunque cosa tu possa fare o
sognare di poter fare, incominciala. L'audacia ha in sé
genio, potere e magia. Incominciala adesso ." Recitando
questo aforisma di Johann Wolfang Goethe la bella Laura di
Aci Catena ha cercato di conquistare, riuscendoci in parte, il passaggio alla finale di Miss
Italia 2005. Tante speranze, tanti sogni, tanti desideri che si sono infranti quasi sull'ultimo
scalino, allorquando tutta la Sicilia ed il territorio delle Aci erano mobilitati a comporre il 99,
numero legato alla sua bellezza per il concorso inneggiante alla "più bella d'Italia". Una
continua scalata, per Laura Gulisano, "diplomata geometra"al Brunelleschi di Acireale,
tanti passaggi sui concorsi locali (fu la prima Miss Galatea"), nelle passerelle di moda, la
nomina di Miss Catania e, finalmente, dopo un passaggio alle Terme di Acireale con una
Nerina Patanè felicissima che sponsorizza l'importante avvenimento, Miss Cinema Sicilia,
a Sant'Agata di Militello, che le schiude le
porte di Salsomaggiore. L'avventura, visph Nuccia Leotta
suta serenamente, la proietta ancor di più
nel mondo dello spettacolo e della moda ma ciò non la fa desistere dall'obiettivo principale, l'abilitazione professionale e la laurea (è iscritta al 2°
anno di Scienza della Comunicazione). Papà Mario e mamma Pina, assieme al fratellino Daniele la incoraggiano e l'aiutano continuamente. E' una
gran bella ragazza, una di quelle che se la incontri devi necessariamente
voltarti a guardarla (anche se a tua moglie, che ti ha dato un pizzicotto,
dici che ti è sembrato di conoscerla, ma…è una scusa!). Un'altezza che ti
mette a disagio se le stai vicino (almeno per me), con capelli biondi che
sembrano usciti fuori da una copertina patinata, è gradevole nel muoversi
e nel gesticolare; dolce e calmo il tono della sua voce mentre i suoi splendidi occhi azzurri ti guardano… Dell'esperienza
di Salsomaggiore, positiva certamente, ricorda
un Carlo Conti "lisciu e falsetto" mentre ha un
buon ricordo del patron Mirigliani che viene
dichiarato un "bambinone pieno di tenerezza"
(ad una certa età siamo tutti gratificati di epiteti
felici!).Le fa piacere essere riconosciuta per la
strada ed un complimento che le piace sentire è
quello relativo al "suo comportamento". A 50
anni, domanda che faccio a tutte le intervistate,
si vede come una dolce mamma assieme al suo
fidanzato attuale (Salvo, un marinaio), geloso
quanto basta, naturalmente ricambiato in equal
misura. Nell'elegante salotto della famiglia
Gulisano, il buon gusto e la "qualità" dei quadri
sono di prammatica: un "Fiume" giganteggia
sopra una consolle, un "Farinelli" risponde nella
parete opposta mentre le comode poltrone
confortano il nostro ascolto. L'autore preferito è
Paulo Coelho (lo legge spesso) mentre "visiona"
le commedie nel cinema e alla Tv. Non è mai stata a teatro! Non segue lo sport anche se il lavoro attuale (nei ritagli dello studio) la porta nella tribuna A del "Massimino" di Catania per accompagnare, da hostess, gli ospiti del Catania Calcio. Il suo piatto preferito sono le "tagliatelle con i
funghi" mentre si dichiara golosissima di fragole. Aborre i piselli! Desidera vivere serenamente,
odia poco, direi meglio, non odia alcuno: non butterebbe, quindi, nessuno dalla torre (io, invece!). E' credente, non accetta compromessi (non le è mai capitato, comunque), capisce poco di
politica…le piace, in ogni caso, Rutelli. Apprezza Baudo mentre è entusiasta di Fiorello. Farebbe
la presentatrice? Certamente, anche se, ancora, ha qualche anno di "gavetta" davanti. A
Salsomaggiore portava sul petto il n° 099. Aspettiamo che fra qualche anno la bella Laura faccia
110 e lode. Ne saremo tutti felici.
T.C.
Pianeta Scuola
Galileo Galilei – Le attività creative, mezzi per la formazione globale della
personalità, rappresentano in tutte le loro manifestazioni, sistemi attraverso
i quali è possibile sviluppare processi di socializzazione, valutazione ed
autostima. Le abilità artistiche e creative sviluppano tutte le qualità di ciascun individuo nelle diverse aeree della personalità e pertanto non possono non rappresentare un cardine delle proposte educative da curare all'interno della scuola. Il linguaggio è un sistema di segni e gesti che ci consente
di relazionare all'esterno proprio attraverso un movimento con il quale, in
varie tappe, segnala bisogni, esprime emozioni e sentimenti: il linguaggio
dei pupi attraverso la loro tipica gestualità, ripercorre la struttura comunicativa del bambino enfatizzandone il significato con l'accentuazione degli
stessi gesti. Si vuole proporre agli Organi Collegiali un'ipotesi di progetto da
inserire nel POF che possa diventare un mezzo importante, all'interno della propria missione educativa, per favorire la
nascita di microprofessionalità proprie del territorio. Attraverso i'espletamento del progetto in questione si cercherà di
trasmettere ai corsisti, una serie di messaggi positivi che andranno oltre alla mera impartizione di ' nozioni tecniche ; si
trasmetteranno quei valori importanti che una sana attività artigianale ed artistica potrà sviluppare tra loro, quali il rispetto degli altri, la cooperazione, la partecipazione attiva alla vita di gruppi, la giusta motivazione verso un sano obiettivo.
Con l'avvento dell'era tecnologica, le antiche tradizioni popolari vanno sempre più scomparendo. E' risaputo che la cultura di ogni popolo e' radicata nelle tradizioni popolari, a questo proposito è auspicabile che vengano favorite le azioni
mirate a rispolverarle " con l'intento di continuare a tramandarle ed allo stesso tempo di creare delle nicchie di lavoro
artigianale che favoriscano lo sviluppo di nuove microprofessionalità. Da una analisi della situazione sociale e produttiva del territorio di piazza Dante in Acireale, in cui è situato il Centro E.D.A., sono emersi significativamente i seguenti
fattori di criticità: - tasso di disoccupazione elevato (circa 36%) ; - sviluppo economico del territorio ancora basso rispetto al numero di residenti; ) disagio sociale abbastanza diffuso come diretta conseguenza del fenomeno della disoccupazione. Quindi si riscontra la necessità, per il Centro E.D.A. di Acireale, di proporre una offerta formati va che si apra
al territorio e che rappresenti un punto di riferimento per quelle fasce più deboli che più hanno bisogno di recuperare
una formazione di base e che spesso non dispongono della sufficiente disponibilità economica. Il presente progetto
vuole venire incontro alla creazione di nuove microprofessionalità, attraverso una delle antiche tradizioni popolari tipiche del territorio e cioè l'opera dei pupi. Cl) Obiettivi, finalità e risultati attesi dal progetto Obiettivo generale del corso
è quello di dotare i destinatari di competenze per poter rappresentare in maniera adeguata le vicende storiche ed epiche attraverso il teatrino dell'opera dei pupi, Si vuole rivisitare l'antica tradizione popolare dell'opera dei pupi. I corsisti
saranno compenetrati nel lavoro artigianale dei mastri pupari e nella ricerca ed approfondimento delle varie tematiche
epiche e popolari dell'opera dei pupi siciliana, Si promuoveranno le attività artistiche e recitative legate al mondo dei
"Pupi e Pupari" in un ambito prettamente educativo, finalizzato al coinvolgimento motivazionale degli allievi, nell'intento
Regione Siciliana
Commissione
P.O.R. SICILIA
Europea
“Recupero delle antiche tradizioni a rischio di estinzione,
attraverso l’insegnamento dei mestieri legati alla cultura popolare siciliana,
anche al fine di favorire la nascita di microprofessionalità proprie del territorio”
Dipartimento Pubblica Istruzione
di operare positivamente all'interno di un progetto che mira al recupero delle antiche tradizioni popolari a rischio di estinzione col fine di favorire la nascita di microprofessionalità proprie del territorio siciliano. Più in particolare si tratta di un'
attività che compendia una parte artigianale di lavoro del legno ed una parte recitativa- teatrale. ' Partendo da un'analisi effettuata nel territorio siciliano, sulle varie problematiche che inibiscono l'inserimento nel tessuto produttivo regionale degli adulti, si vuole cercare di creare attraverso la riscoperta di questa antica tradizione artigianale, un'importante area di formazione che permetta ad essi di poter trovare gli stimoli giusti per un adeguato inserimento nel tessuto produttivo sociale. C3) Obiettivi formativi specificie trasversali Gli obiettivi formativi specifici del progetto sono: - favorire lo
sviluppo di nuove microprofessionalità ; ) riscoprire un antica tradizione popolare; - accompagnare gli adulti nel processo
di adeguamento delle proprie conoscenze e competenze; - favorire una crescita personale volta ad un maggiore coinvolgimento nella società civile; - favorire la socializzazione e la cooperazione per il raggiungimento di un sano obiettivo
comune; - diventare soggetti propositivi nei confronti delle istituzioni educative e didattiche del territorio far acquisire
specifiche competenze nella costruzione dei pupi; - intervenire positivamente sull'area creativa della personalità correlandola strettamente alle altre,cognitiva, affettiva e sociale; - favorire lo sviluppo di conoscenze approfondite sull'antica
arte dell'opera dei pupl. Gli obiettivi trasversali dell'impalcatura progettuale sono: - prevenzione della disoccupazione
sia ,iniziale che di ritorno; - qualificazione e recupero delle conoscenze di base degli adulti; - creare la possibilità, agli
adulti, di entrare nel mondo del lavoro artigianale, con il fine di favorirne l'integrazione sociale e di dare loro sane motivazioni per il giusto inserimento nella società; - educare alla socialità ; - potenziare la capacità di valutare, scegliere e
decidere con autonomia; ~ stimolare la creatività; - valorizzare l'arte dei pupari ; sottolineare l'importanza dell'aspetto
creativo artistico nella costruzione dell'unità psico-fisica dell' individuo; - promuovere il lavoro di gruppo come momento di crescita, confronto, conoscenza, autonomia; - promuovere e diffondere una cultura delle tradizioni popolari all'interno della scuola; - promuovere, attraverso le attività, competenze che migliorino la vita di relazione.
AKIS
L’ o p i n i o n e d i m A d
INTERVISTA AL SINDACO
NINO GAROZZO
mAd: Sindaco alcune domande
con risposte veloci. La prima,
qual'è la situazione in riferimento
alla composizione alla squadra di governo: rimpasto?
Garozzo: "Non c'è alcun rimpasto in vista. Avevo pensato ad un rimpasto delle deleghe, ho atteso tutta l'estate ma a questo punto mi prendo anche qualche altra
settimana di tempo ma c'è qualche novità politica: finalmente il gruppo che fa riferimento all'on. Raffaele
Nicotra sta prendendo una decisione importante. mAd:
Cambiano gli assessori o rimane tutto come prima?
Garozzo: "Per il momento si lavora tutti insieme". mAd:
Resta la stessa squadra? L'ex assessore Brischetto è
d'accordo? Garozzo: "Brischetto è un grande amico ed
un ottimo amministratore... mAd: "... ma vi ha chiesto un
rimpasto, o sbaglio? Garozzo: "Non ha fatto alcuna
richiesta. Anzi escludo una sua partecipazione in una
giunta con l'UDC. E' noto che noi abbiamo chiesto
all'UDc di ricompattarsi perché noi abbiamo bisogno di
un UDC forte ad Acireale". mAd: Passiamo al Bilancio.
Al momento state amministrando con il Bilancio che è
stato, di fatto, scritto da altri.... dall'opposizione per la
precisione. Vi hanno lasciato la lista della spesa con le
cose da comprare. Garozzo: "No. E' un Bilancio stralciato da altri, noi stiamo facendo tutto il possibile con
fondi extra bilancio". mAd: La mia non è un'osservazione sui numeri ma politica. Che senso ha amministrare
con un Bilancio scritto dall'opposizione? Garozzo: "Se
lo avesse scritto l'opposizione, secondo una precisa
strategia, avrebbe avuto un senso... invece ci hanno
solo bloccati in molte poste. Oggi quell'atto di arroganza, di prevaricazione e di distruzione è stato un'apice
che ha messo in moto molte discussioni. Forse qualcuno ha incominciato a pensare di avere maggiore riguardo per la città". mAd: "Venire bocciati in aula con un
maxi emendamento sul Bilancio è una cosa molto grave
dal punto di vista politico... Garozzo: "E' grave solo ai
vostri occhi... mAd: E' un fatto politicamente rilevante.
Garozzo: "Il significato politico che abbiamo voluto dare
è un altro. Hanno voluto riscrivere il Bilancio approvando solamente gli emendamenti che gli convenivano per
poi scaricare la responsabilità a noi. Oggi possiamo dire
che le cose che non potranno farsi sono a carico dell'opposizione. Oppsizione che con una certa faccia tosta
continua a chiedere una gran quantità di cose da realizzare". mAd: Quindi state mettendo alla prova l'opposizione a causa di quel maxi emendamento? Alla fine,
però, è la città che paga. Garozzo: "La città paga quel
maxi emendamento". mAd: Paga la città... mi può confermare questo fatto? Garozzo: "A causa di quel maxi
emendamento... certamente si". mAd: Quindi lei sa di
governare con quel maxi emendamento consapevole
che ciò sarà pagato dalla città e dai cittadini? Garozzo:
"Non abbiamo avuto i numeri per sovvertire quella votazione". mAd: Ma in consiglio comunale avrete mai una
maggioranza o continuerete a governare in minoranza?
Garozzo. "Questo non è un problema". mAd: Ma è
importante nel momento in cui venite bocciati in aula
anche su questioni di massimo rilievo. Garozzo: "Lei sa
che i Bilanci si fanno anche con governi che sono in
minoranza, è previsto dalla legge". mAd: Ma è un subire, non vi è stata alcuna condivisione. Garozzo: " Noi
abbiamo subito sulla mancata rinegoziazione dei mutui
e con il maxi emendamento". mAd: Speriamo che non
sia, come sempre, la città a pagare per questa caotica
situazione... Garozzo: "Questa è una domanda che
deve rivolgere ai signori dell'opposizione. Il tentativo di
scaricare le responsabilità su di noi non funziona. La
città ha capito benissimo come sono andate le cose".
mAd: Non vuole essere un tentativo di scaricarvi le
responsabilità, si cerca solo di capire cosa e quanto
pagheranno in termini di servizi i cittadini a causa di una
confusa e incerta situazione politica. Garozzo: "Lei
conosce giunte di minoranza in Sicilia del centrosinistra.... cosa fanno? mAd: Conosco quella di Caltagirone
e governano... Garozzo: "Ma i bilanci li fa il centrodestra". mAd: Noi vogliamo solo sapere chi è l'anello
debole di tutta questa vicenda? Semplicemente.
Garozzo: "Con quel maxi emendamento l'opposizione
ha danneggiato la città". mAd: Possiamo affermare,
quindi, che c'è
un danno alla
città a causa di
un bilancio non
condiviso.
Garozzo: "Un
danno limitato
per pochi mesi.
Il 30 novembre
ci saranno le
variazioni
di
Bilancio". mAd:
Cambiamo
argomento. Le
Terme, cosa
accade, chi si
deve occupare
di quest'altra
situazione caotica e difficile?
Garozzo: "La
domanda non
è a cosa serve
l'S.p.A. La vera
questione
è
sapere chi investirà alle Terme. Se l'S.p.A. fa la gestione ordinaria significherà semplicemente un risparmio
per la Regione, se l'S.p.A. si deve procurare, attraverso
un bando di evidenza pubblica europeo, l'investitore,
allora in questo caso avrebbe un significato importante... altrimenti sono solo chiacchere". mAd: Impianto
SOGIP al mulino di Santa Maria la Scala nella riserva
della Timpa. Lei si è impegnato pubblicamente a risolvere la questione dell'impatto ambientale. Garozzo:
"Lunedì (30/10/06 n.d.r.) darò l'incarico per l'esecutiva.
Abbiamo avuto l'ok dalla protezione civile appena due o
tre giorni fa". mAd: Lei sa che vi sono state delle interrogazioni parlamentari anche in sede europea?
Garozzo: "Certamente. Io mi auguro, però, che ci si
muova a livello europeo soprattutto per portare fondi ad
Acireale. Per il caso SOGIP abbiamo già ottenuto un
finanziamento, abbiamo fatto conferenze di servizi, non
possiamo muoverci se non abbiamo le indicazioni che
provengono dalla Forestale e dalla soprintendenza. La
porotezione ciivle ci ha dato il via per l'esecutivo e
lunedì, ripeto, darò gli incarichi per gli esecutivi!". mAd:
Novità per la periferia di San Cosmo? Garozzo: "Mi
aspetto che il nuovo governo nazionale di centrosinistra, così sensibile alle tematiche sociali e cosiderato
che il progetto per San Cosmo è in graduatoria, lo
sblocchi così come quello per piazza Dante. In ogni
caso a San Cosmo parte delle opere, quelle dei privati,
si stanno già realizzando". mAd: In chiusura cosa dice a
quegli acesi che non l'hanno votata? Garozzo: "Lavoro
con il massimo impegno senza pensare agli schieramenti... per me la cità è una.
FanCity.it
Si è insediata la Consulta Giovanile
La Consulta Giovanile, insediatasi a Palazzo di Città, ha eletto il suo presidente nella persona di Vincenzo
Pappalardo, rappresentante del Consiglio di Facoltà di Scienze Politiche. Si è insidiata, poi, la Consulta Giovanile,
promossa dal Comune di Acireale, Assessorato alle Politiche Giovanili retto da Nives Leonardi. All'insediamento,
svoltosi nella sala del Consiglio erano presenti - tra gli altri - il sindaco Nino Garozzo, l'assessore Nives Leonardi,
il presidente del Consiglio comunale Fabrizio Busà, i consiglieri Giuseppe Cicala e Giuseppe Calì, il dirigente del
settore Enzo Catania. Istituita negli anni Settanta, dopo una serie di alti e bassi, la Consulta venne chiusa anni fa.
L'Amministrazione Garozzo ha voluto riprenderne le fila per "rinsaldare il rapporto stretto tra l'ente comunale e il
mondo giovanile, anche se sin dall'insediamento, questa Amministrazione ha lavorato con i giovani. Occorreva
però avviare un organismo stabile che fosse cartina di tornasole delle esigenze del mondo giovanile" dice l'assessore Leonardi. Il sindaco Nino Garozzo ha affermato come sia adesso necessario "mettere mano allo Statuto,
ormai vecchio. L'importante, in questa fase, è fare sentire la voce dei giovani nel globale contesto cittadino. La
Consulta ed il Centro di Aggregazione Giovanile erano due punti qualificanti del programma di Governo. Uno lo
realizziamo oggi, l'altro entro pochissimi mesi". La Consulta avrà per sede provvisoria l'edificio comunale di via
Aranci. A breve l'organismo si trasferirà nei locali della scuola di
Capomulini, nell'attesa di rientrare al centro. Fanno parte della
Consulta Giovanile: Antonio
Maugeri
(Acrs
L'impronta);
Angela
D'Ambra
(Avesci);
Andrea Quattrocchi (Agisci);
Antonino
Riolo
(Alleanza
Universitaria);
Ettore
Scaccianoce (Anfa); Ventino Di
Lorenzo (Anna Lindh); Salvatore
Raffa (Andromeda Onlus); Marco
Vecchio (Don Lorenzo Milani);
Alessandro
Fatuzzo
(Gulliliberiana
Indipendente);
Andrea Italia (Nuova Galatea);
Romina Fichera (pescatori e
Giovani Santa Maria La Scala);
Lorenzo Scandura (Azione
Giovani); Salvatore Russo (Csi);
Alessio
Paradiso
(Giulio
Pastore); Giuseppe Pappalardo
(Cristo Nuova Speranza); Luca
F.F. Di Dio (Destra Universitaria);
Mario Pavone (Dreams); Luana
Pietro Paolo (Fare Verde); Atonia
Ardita (Misericordia); Antonio Congilio (Giovani Margherita); Domenico Anastasi (La Compagnia Onlus); Costanza
Ajon (Leo Club); Carmelo Nicolosi (Rotaract Club); Giuseppe Russo (La Zattera); Sebastiano Russo (Club Alpino
Italiano); Stefano Greco (Sinistra Giovanile); Paolo Pennisi (Studenti di Sinistra); Mario Cicala (Senato
Accademico); Vincenzo Pappalardo (C.F. Scienze Politiche); Antonino Riolo (C.F. Economia); Corrado Fichera
(C.F. Medicina); Giampaolo Grasso (C.F. Ingegneria); Orazio Pavone (C.F. Architettura); Giovanni Messina (Cisl);
Giacomo Antronaco (Ugl); Margherita Grasso (Cgil); Antonio Maugeri (Magistrale Regina Elena); Vincenzo Bottino
(Istituto Galileo Ferraris); Marta Leocata (Liceo Gulli e Pennisi); Milly Barbagallo (Liceo Archimede); Clara Pavone
(Ipsiass); Gianluca Urso (Istituto Brunelleschi). Segretario della Consulta è stato nominato la dott.ssa Giuseppina
Rubino, componente dell'Assessorato. La Consulta Giovanile è un organismo tecnico consultivo del Comune di
Acireale per l'affermazione e la difesa dei diritti dei giovani, nonché per rappresentare gli interessi e le aspirazioni dei giovani e favorirne il rapporto con il Comune. Spettano alla Consulta i seguenti compiti e le seguenti funzioni: formulare proposte di programmi, progetti, investimenti e quant'altro si ritenga utile in materia di politiche giovanili; esprimere parere sugli argomenti che siano sottoposti al Sindaco dall'Assessore delegato ai problemi giovanili e dal Consiglio Comunale; svolgere indagini, studi ed inchieste rivolte ad approfondire la conoscenza dei
bisogni del mondo giovanile; mettere in atto le iniziative volte a favorire la conoscenza delle realtà giovanili ed il
reciproco scambio di informazioni; definire le aree di interesse relativamente alle politiche giovanili; approfondire
ed esaminare e fare proposte sul rapporto Comune - realtà giovanile; promuovere forme di volontariato e di collaborazione con i servizi dell'Amministrazione comunale rivolti ai giovani; proporre aggregazioni giovanili rispetto
ai bisogni del territorio; proporre iniziative pubbliche. La Consulta dura in carica 2 anni. Sono organi della Consulta:
l'assemblea, il presidente (eletto dall'Assemblea) il sindaco o suo delegato. ph Studio Consoli
AKIS
sabato 11 Novembre 2006
I bambini non si toccano!!!
Il dottor Cutrona , il funzionario gentiluomo
La nostra vita, fatta di ideali, di amicizie. di affetti, di
abitudini e di azioni, svolgentisi quotidianamente
quasi sempre con lo stesso ritmo, è come una scena
nella quale «agiscono» tanti personaggi, più o meno
legati alla nostra umana vicenda, Quando qualcuno
di loro, ghermito dalla morte, esce, lasciando per
sempre il suo «ruolo», un pò dl noi, che restiamo
sulla scena — non sappiamo per quanto tempo
ancora — se ne va con lui. Resta, però, la catena dei
ricordi, quella che Lucrezio chiama «repetentia
nostri», grazie alla quale noi riusciamo a fare, in
certo modo, sopravvivere la persona cara, ormai in
cammino attraverso le vie dell’al di là. Brancati scrive che, se non ci fossero i ricordi, il mondo sarebbe
una lastra priva di spessore. Sono, appunto, i ricordi
a dare un senso alla nostra esistenza, a costituirne
uno dei «piaceri». Ora che il caro amico Nicolangelo
Cutrona non è più, oltre
che dalla commozione
mi sento invadere da
un’onda di ricordi, che
mi riportano agli anni
lontani
del
Caffè
Grasso, in Piazza
Duomo. Quando questo vecchio locale
scomparve per cedere
il posto ad un freddo
ufficio di banca —
quanti luoghi cari a noi
acesi non esistono più!
—, mi rammaricai
profondamente.
Avvertivo, infatti, che
se ne andava per sempre un posto, che per
gli assidui frequentatori, ormai sradicati da quelle
sale impregnate del fumo del buon caffé, aveva rappresentato quasi un’appendice della stessa famiglia.
Proprio da Grasso conobbi il Dottor Nicolangelo
Cutrona, Direttore dell’Ufficio del Registro. Mi fu presentato da alcuni amici. Da questo casuale incontro
doveva nascere un ‘amicizia fraterna, molto bella.
Non eravamo della stessa generazione. ma ci intendemmo subito, forse più che se avessimo avuto la
stessa età. In quest’uomo carico di un bagaglio di
esperienza, acquisita nei travagliati anni della campagna di Russia, nel corso dei quali il suo fisico era
stato messo a dura prova, ebbi modo di apprezzare
un animo squisitamente nobile, cui si accompagnava una genuinità dl sentimenti, che mi facevano
venire in mente il «fanciullino» del grande Poeta di
Romagna. Le carte, con le quali Cutrona aveva a
che fare ogni giorno nel suo ufficio, non ne avevano
per nulla burocratizzato la persona o sclerotizzato la
«forma mentis», deformandola. Espletare una pratica di un qualsiasi contribuente per lui significava non
un atto di semplice «emarginazione», come si dice
nel gergo freddo e poco elegante dei funzionari,
bensì risalire al «caso», che ogni cartella potesse in
sè contenere. Non spulciava le carte da arido impiegato di stato, mettendo cifre su cifre, ma facendosi
scrupolo di arrivare a vedere chiara e netta — per
quanto possibile — la verità, in modo da venire in
aiuto a chi avesse effettivamente bisogno. Questo
senso di umanità e di correttezza lo indusse sempre
a difendere le posizioni del debole, a preferenza di
quelle del più forte e del più appoggiato. A Cutrona
non interessava essere Il primo della classe per far
carriera ed ingraziarsi i superiori ma mantenere tran-
quilla e serena la sua adamantina coscienza. Alla
bontà si accompagnava la cultura acquisita attraverso letture profondamente meditate. Ebbi molto da
apprendere da questo funzionario di stampo anticonelle interminabili disquisizioni al Caffè Grasso o al
Belvedere dove si fermava a parlare di letteratura, di
storia, di sport e dei suoi protagonisti, ma soprattutto di vita vissuta. Gli anni di Russia li ricordava con
l’orgoglio dell’ufficiale del Regio Esercito Italiano
consapevole di aver fatto sino in fondo il suo dovere, ma anche con profonda pietà per i soldati che
aveva visto cadere dall’una e dall’altra parte in una
inutile carneficina, che seguì ai sogni di gloria con
cui tanti giovani erano partiti alla volta dello sconfinato paese nemico. Era tornato da quell’inferno
bianco con il corpo provato e il morale a pezzi, ma in
compenso ricco di esperienza, dl cui avrebbe fatto
tesoro nelle vicende
degli
anni futuri.
Cutrona si immedesimava nei problemi del
prossimo (anche da
dietro la scrivania di
agente delle tasse si
può fare opera di apostolato, se si ha la predisposizione ad accogliere amorevolmente
gli altri e a non respingere le giuste istanze)
sia perchè era buono
d’animo, sia perchè si
era maturato alla scuola della vita, maestra di
tante cose: «non ignara mali, miseris succurrere disco», dice il mite Virgilio. Tutte le volte che
andavo a trovarlo gli portavo un libro. Per lui era una
gioia autentica sfogliarlo, parlarne, soffermarsi sulle
pagine più significative! Aveva una predilezione per
le opere di storia, soprattutto per quelle concernenti
la campagna di Russia, e per i libri di Giulio
Bedeschi, l’impareggiabile rievocatore della tristissima epopea del nostro sfortunato esercito tra le nevi
di Russia, Parlava con le lacrime agli occhi delle
«centomila gavette di ghiaccio». L’ultima volta che ci
vedemmo portava sotto il braccio un volume sul processo di Verona. Mi disse che questo doloroso episodio della recente storia italiana lo interessava moltissimo per il caso umano dei gerarchi caduti nel
poligono di tiro della città scaligera, crivellati dai colpi
dei militi repubblichini. Mi parlò anche di altre letture,
che ne avevano tenuta desta l’attenzione nei giorni
intercorsi tra una nostra telefonata e l’altra. Il suo
respiro era affannato, un po’ più affannato del solito
per la malattia che ne affliggeva da tempo il cuore, la
parte più bella e più nobile di quest’uomo intelligente, scrupoloso e cortese fino all’esagerazione.
Ammesso che per la cortesia esista un limite!
Antonio Pagano
La fotografia ci è stata gentilmente fornita dal
dott. Salvatore Piro (anch’esso nella foto, nel
cerchietto a sinistra) scattata durante una incontro tra i funzionari e gli impiegati dell’ufficio.
Nel cerchietto a destra, invece, il dott.
Nicolangelo Cutrona.
www.akis-aci.com
R I E Q U I L I B R I M O N E TA R I
Non finisce mai di stupirmi il comportamento che viene tenuto da alcuni elementi della variegata pletora di extracomunitari che si ritrovano in tutte le località d'ogni grande centro urbano, nei posti, ormai convenzionali, delle fermate semaforiche o all'uscita di Chiese e, talora,
anche dei Cimiteri. Ma laddove s'osserva il maggior campo di operosità è quello degli obbligati temporanei stazionamenti presso i semafori cittadini. Altre e più volte ho raccontato del
modo anomalo d'agire di queste persone e del come reagiscono a semplici domande che
tendono a voler avvicinare la nostra mentalità latina alla loro di estrazione più variegata, ma
difficilmente ne sono venuto a capo, rimanendo, spessissimo, oltremodo meravigliato, per il
modo di ragionare e per quello d'agire, in conseguenza. L'argomento di oggi riguarda un giovane che, come
tanti suoi connazionali, munito di spazzolino ed acqua saponata, si presenta ad offrire i suoi servizi ai compulsi ed indaffarati automobilisti, presi dal caotico traffico. Le risposte dei futuri beneficiari, quasi sempre
negative, si risolvono in dinieghi fatti col capo o con il dito indice della mano destra che si muove in avanti ed
indietro. Talora però, quando la sosta si prolunga a causa di una coda e conseguente riattesa, si apre un dialogo fra l'automobilista e il questuante che tende ad intenerire
il primo attraverso miriadi di benedizioni celesti ed auguri di
buona salute per lui e la sua famiglia. Il dialogo che s'aprì col
giovane di cui sopra, fu ben diverso. Nella sua lingua italiana
mi disse: "No, no! lo non pulire tuo vetro, perchè vedere pulito. Ma prego dammi dieci centesimi' "Sono spiacente, amico
mio, non ce l'ho. Se li avessi te li darei" e faccio l'atto di rovistare nel porta oggetti della macchina. Nel rovistare, salta fuori
una monetina da 20 centesimi, per cui continuo "Vedi, come ti
avevo detto, non ho IO centesimi. Questa moneta è da 20." Il
giovane, per nulla turbato e prendendo la palla al balzo, velocemente ed in lingua spagnola (parlo e capisco abbastanza
bene lo Spagnolo), prosegue: "Tu me donas la que de veinte y
yo te falta diez."(I). Rimasi tanto sorpreso che meccanicamente deposi nelle sue mani la monetina richiesta ed egli, nel
palmo della mia, depose un decino. Un attimo dopo, con compiacimento, portando la mano destra al petto,
aggiunse: "Soy hombre de palabra"(2). "Muy bien, joven hombre. Yo soy feliz de sentir lo que tu me dicas y
yo quero, al Dios todoperoso, que tu tienes la fuerza y la volontad de mantener, siempre, lo que tu has, ahora,
me dicho!" (3) Lo strombazzamento dei clacson delle macchine che mi seguivano, mi tolse dal momentaneo
stato di dialogo facendomi rimettere in marcia, nel mentre che scuotevo la testa e sul viso m'aleggiava un
leggero sorriso di vera, profonda e sincera meraviglia. Note: (I)" Tu mi regali quella da venti e io ti restituisco dieci centesimi' (2) "Mantengo sempre la parola data."
(3) "Complimenti, giovanotto. Sono felice di sentirtelo dire e chiedo a
Salvatore Guglielmino
Dio onnipotente che tu abbia la forza e la costanza di mantenere,
[email protected]
sempre, quello che, in questo momento, mi hai detto!"
Cine Foto Club “Galatea”
“La Città e la Luce”
Relatore: Ing. Antonino Ortolani
Giovedì 23 Novembre - h. 19,30
Fino a qualche anno addietro esercitavo un lavoro che mi dava
l'opportunità di frequentare un "mondo" di donne con le quali,dopo
un pò, si stabiliva una certa confidenza instaurando,qualche volta,
un rapporto d'amicizia, stima e fiducia. Gran parte delle signore
erano felicemente sposate, pure se qualche problemuccio c'era
sempre ma, con un pò di buon senso ed equilibrio, la barca navigava,anche se vi era un pò di maretta e qualche nuvola, il sole non
mancava mai di spuntare all' orizzonte. Purtroppo fra queste donne
ve n’erano alcune separate, altre in procinto. Le beghe e le lotte al
l'ultimo sangue, come succede spesso in questi casi, m'interessavano ben poco poiché, a mio avviso, nessuno ha il diritto di puntare il dito, anche perché i veri problemi, all’interno delle pareti
domestiche, li sa soltanto la coppia che li vive. Quello ohe mi rattristava (e mi addolora ancora) é il coinvolgimento dei figli, specie
se in tenera età, usati spesso come scudo e motivo di ignobili ricatti, causando traumi e violenze psicologiche che nessuno, nemmeno i genitori, può avere il diritto di infliggere. Non erano poche le
scene cui, mio malgrado,
ero spettatrice." Sai chi
era al telefono? tuo
padre. Fa schifo. é un
bastardo. Dice che gli alimenti che gli ho chiesto sono troppi. Ma gliela farò pagare cara. Per
questa settimana non ti vedrà,… e non piangere, perché é questo
che sì merita”. Dico io, come si fa a non capire che il torto maggiore,oltre che al padre, lo fai soprattutto al figlio? Un altro caso che
non dimenticherò facilmente é quello di Claudio, sette anni.
"Vedrai,appena tuo padre rientra dal lavoro lo butterò fuori come un
cane. Sono stufa del suo volontariato." " E,invece, io sono fiero del
mio papà" " E io no! Se vuole fare il
buon samaritano che se ne stia da
solo. Anzi, sai che ti dico? Gli preparo le valige e gliele faccio trovare
dietro la porta, così eviterò anche di farlo entrare”. (Aveva accanto un uomo
“speciale” e non se ne rendeva conto). Con le nuove leggi, finalmente a tutela degli animali, chi butta fuori di casa, il proprio cane rischia pene molto severe. La dignità di un uomo,specie se onesto e morigerato,vale meno di quella
di un cane? Per la mamma di Claudio pare di si, indipendentemente dalle
ragioni che, più o meno, una moglie possa ritenere d’avere, la signora in questione, ha dimostrato di ignorare le basi più elementari del comportamento
civile ed una grave mancanza di rispetto nei confronti del figlio, al quale un
giorno dovrà rendere conto. Per fortuna, fra tutti i casi che conoscevo, questo
fu l’unico e il più vergognoso. segue
La foto in alto a dx, “I bambini ci guardano” è di
Gina Lollobrigida, quella in basso a sx, “Gente di
Maria Dorata
terra mia” è di Gianni Pistarà
Ercole Patti
Archimede
Il 16 febbraio 1903, in un antico palazzo di via Landolina, a Catania,
nasceva il primogenito dell’avvocato Luigi Patti e di Marianna
Nicolosi. Al piccolo venne imposto il nome del nonno paterno, Ercole.
Il padre sognava già per il neonato un brillante avvenire nel foro catanese, ma il successo per il piccolo Ercole doveva giungere da tutt’altra strada. Già affermato giornalista e scrittore, Ercole Patti era solito
ignorare quella critica che, pur riconoscendogli uno stile nitido, lo definiva “scrittore erotico”. Per penetrare lo scrittore catanese, le giuste
chiavi di lettura si trovano nel romanzo Gli ospiti di quel castello, pubblicato nel 1974, opera embiematica e surreale dove l’autore, prigioniero assieme ad altri ospiti in un castello da sortilegio, ripercorre e
rivive singolari ed eccitanti esperienze erotiche. Il soggiorno del
misterioso castello - scrive Patti - «fra istanti di felicità e momenti d’infanzia e dell’adolescenza che tornavano su con una vivezza quasi
straziante, era percorso a tratti come da un’arietta freddina, appena
percettibile che sembrava giungere da molto lontano. Sospettai che
fosse il respiro della morte che veniva avanti lenta mente ma senza
neanche una frazione di secondo di sosta».Anche nel romanzo La
cugina, del 1965, la morte si annunciava in uno splendido mattino
autunnale: «in mezzo a quella continua felicità della natura che sembrava non dovesse mai aver fine, fece capolino e guardava quietamente, senza fretta, per ricordare che anche lei, fra tutte le cose del
mondo, esisteva e un giorno bisognava farle posto».Il tema della
morte, che fa parte delle stagioni della vita, nella narrativa di Patti
spesso pone fine alla trama dei racconti: con il suicidio dell’adolescente Nino in
Un bellissimo novembre e con il tragico epilogo
della storia borghese di Graziella dove lo scritto re anticipava la violenza e la spregiudicatezza delle nuove gene razioni.Ne Gli ospiti di
quel castello, il respiro della morte è vicinissimo e incalzante. La sensibilità dello scrittore ne avvertiva forse l’approssimarsi. Due anni
dopo, per l’insorgere di un tumore, si spegneva a Roma nel novembre del 1976. Nel misterioso castello del romanzo, il protagonista-scrittore riesce invece a esorcizzare e
allontanare la morte con un finale
sorprendente. Dapprima, quasi a
sottolineare il rovinoso fluire del
tempo, guardandosi allo specchio il
giovane scrittore scopre di essere
invecchiato di ben quaranta anni.
Poi magicamente, come Pinocchio,
viene liberato dall’involucro del vecchio corpo e ritorna giovane di 23
anni, la stessa età in cui era iniziata
la surreale avventura. Questo
romanzo fatto - come avverte l’autore - «di cose autentiche al massimo
anche se inventate o apparentemente irreali», fornisce una rivelazione che aiuta a capire perché
Patti scrive a 50 anni il suo primo romanzo Giovannino, mentre la
vocazione per la letteratura era stata precoce ed esaltante. A quindici anni aveva ricevuto dalla Bietti un compenso di quattrocento lire
per l’edizione illustrata di un racconto per ragazzi. Scrivere, ritornando a percorrere con la memoria i sentieri della giovinezza lontana,
diventa per lo scrittore l’unico mezzo per allontanare il pensiero della
morte, ospite indesiderata della vita, ma saggiamente lo stesso Patti
commenta: «Quando sensazioni visive, olfattive, tattili, sonore si svelano o diventano un po’ sorde, è la fine che inizia. La vita prende
un’altra piega, è il cervello che entra in azione e allora tutto si svolge
in una specie di continuo rimpianto spesso non confessato per certe
cose che non torneranno più. Si possono fare delle scoperte bellissime, delle letture illuminanti, ma il vero senso, il sapore della vita è
passato per sempre e ci si è discriminati su un’altra strada che può
anche essere lunghissima, piena di onori e di successi che in fondo
come meta sicura ha la morte».
Angelo Spoto
Un interessante e coinvolgente esperimento di cultura teatrale è stato proposto agli studenti dell’Archimede:
Questi hanno assistito alla prova
generale del “Filottète” di Heiner
Muller (un drammaturgo tedesco
scomparso nel 1995). La rappresentazione, che tratta l’universale e attuale tema della guerra, il cui tema è prelevato dall’omonima opera di Sofocle,
nella prima generale sarà data nel
teatro “Scenario Pubblico” di Catania
nel prossimo mese di Dicembre con la
presenza del critico Franco Quadri.
L’opera “Filottète”, scritta nel 1966 è
rappresentata
nella
Germania
dell’Est, rappresentò una denuncia
della “Ragion di Stato” che giustifica
qualsiasi misfatto e l’avvio della contestazione che portò nel i989 all’abbattimento del “Muro di Berlino”.
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AKIS
sabato 11 Novembre 2006
Lectio Dantis - Si è svolta, con il consueto successo di critica e pubblico la secon-
da "Lectio Dantis" presso il Chiostro di via
M.S. Giuliano. Nella foto di Studio
Barbagallo l'ass. Nives Leonardi e la
prof.Pinella Musmeci durante la conferenza stampa di presentazione del progetto.
Turi Consoli
[email protected]
Assessorati Provinciali - Il Presidente
della Provincia Lombardo ha assegnato
le deleghe ai nuovi assessori, recentemente
nominati:
Margherita
Ferro:
Politiche della Scuola - Niccolò Castorina: Politiche Sociali
- Gioacchino Ferlito:
Sviluppo Economico
- Nino Amendolia:
Turismo - Daniele
Capuna: Sport e
Politiche Giovanili.
Assessorato Pari Opportunità - L'ass.re
alle P.O. del Comune di Acireale, la
prof.ssa Giusy Brischetto, ha istituito ad
Acireale (nella ricorrenza del 25
Novembre) la " GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'ELIMINAZIONE DELLA
Opera dei Pupi di Turi Grasso - Un
trionfo annunciato quello riportato dalla
Compagnia acese dell'Opera dei Pupi di
Turi Grasso nei teatri della Romania. Otto
giorni di rappresentazioni e di grandi successi nel teatro "Lucia Bulandra" di
Bucarest e nell'auditorium Maximum di
Cluj-Napoca. I protagonisti dell'avventura
rumena: il puparo Turi Grasso, i manovratori Tano e Giuseppe Grasso, Angelo
Bella, Sebastiano Cavallaro, Maurizio
Trovato e Amanda Grasso. L'iniziativa è
stata organizzata dalla Cefin. Gli Istituti di
Cultura di Bucarest e Cluj-Napoca, il
patrocinio dell'Ambasciata Italiana in
Romania, retta dal dott. Daniele Mancini.
VIOLENZA CONTRO LA DONNA". Nella
ricorrenza internazionale l'ass.re intende
proporre ed offrire alle donne un mini
corso di autodifesa, che spinga verso la
riscoperta delle potenzialità difensive
attraverso lo sviluppo di meccanismi psicofisici. Il fine ultimo è quello di prevenire
situazioni a rischio, contrastando le
aggressioni non previste, almeno per limitare i danni nel caso si fosse costretti ad
agire. Il corso "Mga Fijlkam - Metodo
Globale di Autodifesa" si svolgerà nei
giorni 25 e 26 novembre e sarà tenuto dal
maestro Enzo Rao.(Iscrizioni al Comune
entro il 20 Novembre).
Associazione Gulliliberiana Indipendente - L'A.G.I., grazie ad una serie di iniziative, ha permesso a molti giovani di
incontrarsi e unirsi, rendendo possibile il
confronto e la crescita culturale e creativa. A un anno di distanza, l'associazione
vuole riproporre l'iniziativa che segnò la
sua nascita e che riscosse un discreto e
insperato successo fra i giovani dell'hinterland acese. Si bandisce la terza edizione del "Concorso letterario-fotografico",
dal tema "La magia di un istante", tema,
questo, scelto per dare sfogo alla creatività e all'originalità dei partecipanti.
Informazione: email ([email protected])
o telefono (3473002679) Bando di concorso completo consultabile e scaricabile
dal sito http://www.agionline.org
Istituto Sperimentale per l Agrumicoltura (CRA ISAGRU) di Acireale
4 - continua - E’ dotata di fabbricati con uffici,dove ha sede la sezione periferica, e i laboratori.
L’Istituto inoltre detiene nella sua sede centrale di Acireale una biblioteca, ricca di oltre 40 mila
volumi, di cui oltre 6 mila editi fra il 1585 ed il 1900, d’inestimabile valore storico, culturale e scientifico .Esso è dotato anche di un servizio meteorologico, con moderne centraline installate nelle
aziende sperimentali dell’Istituto. I compiti dell’Istituto Sperimentale di Agrumicoltura sono veramente imponenti e di particolare responsabilità, fa rilevare l’attuale Direttore Dott.Francesco
Intrigliolo, perché rivolti soprattutto alla soluzione dei gravi problemi che assillano l’agrumicoltura
delle regioni maggiormente interessate alla coltura ( Sicilia e Calabria ). Sono presenti nelle predette regioni una rete di campi sperimentali istituiti presso aziende di agrumicoltori d’avanguardia
inoltre l’Istituto collabora attivamente con vari enti di ricerca pubblici ( Università,C.N.R.) e privati
interessati all’agrumicoltura. Sono in corso concrete collaborazioni con varie istituzioni di ricerca
straniere .Numerosi sono anche i campi di orientamento varietale istituiti da vari anni, che hanno
già consentito agli agricoltori di disporre di utili indicazioni sulle nuove scelte varietali svecchiando
così le colture agrumicole tradizionali. L’Istituto, attingendo al vasto materiale di propagazione prelevato da piante ottenute per via nucellare, per selezione fitosanitaria e per ibridazione nell’azienda sperimentale “Palazzelli”, distribuisce annualmente agli agrumicoltori diverse centinaia di
migliaia di marze e di gemme,esenti da virus e da altre fitopatie, delle cultivar e degli ibridi di maggior pregio. Tra le altre attività si è rivolta attenzione al problema della meccanizzazione di tutte le
operazioni da svolgersi negli agrumeti, che ha assunto negli ultimi anni una importanza determinante nel ridurre i crescenti ed insostenibili costi di produzione per la manodopera, che peraltro è
in fase di rarefazione .La meccanizzazione in agrumicoltura deve essere mirata oltre che alle lavorazioni del terreno e ai varii trattamenti antiparassitari anche alle operazioni di raccolta e potatura.
Le altre ricerche a cui l’Istituto rivolge una peculiare attenzione riguardano la biologia degli insetti, lo studio dei sistemi di irrigazione più rispondenti alle reali esigenze delle piante,i parassiti animali e vegetali ed i relativi mezzi di lotta ( chimica,biologica,integrata ) e l’impiego di fitoregolatori
di crescita per migliorare la qualità dei frutti. Sintetica descrizione dell'attività di ricerca svolta dalle
quattro sezioni dell'istituto Sezione Operativa Centrale Miglioramento Genetico Si occupa di
miglioramento genetico e svolge attività di ricerca nel campo della genetica degli agrumi mediante le metodologie classiche e le più moderne biotecnologie. Sezione Operativa Centrale Tecniche
Colturali L’attività di ricerca della sezione riguarda gli aspetti colturali e fisiologici della nutrizione,
della potatura e dell’irrigazione degli agrumi; il riciclo e l’utilizzo di biomasse organiche. Vengono
svolti lavori: sulla qualità dei frutti; sulle caratteristiche qualitative e organolettiche dei succhi; sulla
caratterizzazione qualitativa di frutti dei nuovi ibridi; sullo sviluppo di nuove tecnologie per l’industria agrumaria. Sezione Operativa Centrale Biologia e Difesa Parassiti animali L’attività si articola in diverse linee: studio delle biocenosi degli agrumeti, monitorando periodicamente l’andamento della presenza dei fitofagi e dei loro nemici naturali negli ambienti più rappresentativi della coltura; lotta biologica, chimica e integrata dei parassiti chiave presenti sugli agrumi; attività dei principi attivi in uso e sperimentali e influenza sull’artropodofauna e sulla biodiversità degli agrumeti.
Fisiologia della maturazione miglioramento e/o mantenimento della qualità dei frutti mediante l’impiego di sostanze di crescita di sintesi; studio dei processi di senescenza dell’epicarpo dei frutti
mediante applicazioni di acido gibberellico; miglioramento della pezzatura del frutto mediante l’utilizzo di sostanze auxiniche di sintesi. Post-raccolta La problematica del settore post-raccolta si
incentra sostanzialmente su aspetti di ordine patologico e fisiologico: lotta alle malattie infettive, la
cui incidenza riguarda prioritariamente i Penicilli; prevenzione delle fisiopatie, fra le quali primeggiano le fisiopatie da freddo responsabili di una ridotta shelf-life del prodotto e dello sviluppo di processi infettivi; metodi alternativi al controllo chimico con approcci di natura fisica, biologica e integrata; individuazione di strategie di controllo delle mico e fisiopatie, che siano stabili nel tempo e
di nullo o ridotto impatto ambientale; manipolazione dei frutti durante la lavorazione in magazzino (sanitizzazione ambientale, ottimizzazione delle linee di lavorazione e degli interventi fitosanitari, impiego della prerefrigerazione); confezionamento con l’impiego di nuovi materiali e di atmosfere modificate; attitudine alla media e lunga conservazione frigorifera delle più promettenti selezioni di agrumi; trasporto con valutazione su carichi termici, regimazione termo-igrometrica, depurazione del vano di trasporto mediante rimozione di sostanze volatili. Metereologia Costante monitoraggio dei principali fattori ambientali (Temperatura, Umidità Relativa %, Pioggia, Vento, etc.)
delle aziende dell'istituto. Sezione Operativa Periferica Miglioramento e Propagazione; bergamotto e cedro L’attività di ricerca della sezione di Reggio Calabria riguarda il miglioramento genetico
sanitario e colturale del bergamotto e del cedro, colture tipiche della regione Calabria con elevata rilevanza sociale ed economica. Inoltre, sono svolte ricerche sulla propagazione degli agrumi.
Fine
Angelo Battiato
Sp. Financial Times, Egr. Sr. Kuper,
Financial Times 'un è un giurnali di paìsi e
na nota supra d'idhu o ncapu ô situ 'un
passa inosservata di lu munnu. 'Un è nùtili
accuminciari 'a nostra littra dicennu ca ntôn
paìsi libirali unni c'è na stampa lìbira, ognadunu po scrìviri quasi zoccu voli, ma nonostanti chistu, e propiu pi chistu, ognadunu
po arrispùnniri (e certi voti p'idhu è un duviri) dâ stissa manera. Spiramu c'a nostra
risposta 'a pubricati e l'evidenziati nnô
vostru dignu giurnali. 'U vostru artìculu 'un
è fàusu d'un tuttu, ma l'evidenti razzìsimu
contra â Sicilia e contra ê Siciliani - pi
nuàutri almenu - vi disonura. È veru c'u
successu nnô palluni sicilianu 'un a' statu
mai accussì forti; è veru ca ora 'a Sicilia si
stà apprufittannu di li vai e di li scànnali
taliani supra ô palluni, ma è veru videmma
ca 'a vostra gnuranza supra â Sicilia 'nginirali e supra ô palluni sicilianu 'n-particulari è enormi. Forsi 'un v'arriurdati chi nzinu
ca la Sicilia appi 'u so statu (1816) nudhu
ntô munnu ncucchiava 'a nostra ìsula câ
mafia ('a palora, nfatti, fu mmintata sulu
nnô 1862) e ca ssu finòminu disgraziatu
scattau sulu doppu ca l'avventureri
Garibaldi "libirau" 'a Sicilia e, câ Sicilia, libirau 'n-saccu di latruni a cui ci detti 'a Sicilia
pi tinilla cueta e suttumissa a l'Italia.
Nuàutri 'un addivintamu, avi poch'anni, cristiani sautampizzu c'un vonnu dittu d'èssiri
"mafiusi"; stamu sulu scuprennu 'a storia
"vera", chidha niata,… stamu scuprennu
c'un c'è nenti di chiù talianu (p'orìgini,
certu, no p'evidenza stiriuri) dâ mafia nta
tutta 'a nostra storia veru longa; "taliana",
no "siciliana", pi vuàutri forsi è 'u stissu, pi
nuàutri no. Chista è 'a vera Rinàscita dâ
Sicilia, 'a risposta c'a Sicilia stà dannu â
mafia avi almenu vint'anni, senza l'ajutu dû
statu talianu pirchì, di l'Unificazioni, 'a
mafia è dintra a lu statu e veni di lu statu
talianu p'accupari 'a Sicilia. Vinennu ô palluni, 'un sapiti chi, nonostanti tuttu, 'a Sicilia
avi 'i so tradizioni e 'i so glori. 'A squatra dû
Palermu è una dî chiù antichi d'Italia.
Nascìu nnô 1900 sutta ô nomu significativu
di "Panor-mitan Football and Cricket Club",
pi ncarcari l'amicizia e 'u parallelìsimu ntra
li du' chiù mpurtanti ìsuli di l'Europa oji purtroppu scurdata e, pi anni e anni, jucau nnâ
Liga Miridiunali e cunquistau chiossai di na
vota 'a Lipton Cup chi, a dhi tempi, era 'a
chiù mpurtanti coppa pî squatri siciliani e di
l'Italia miridiunali. Doppu, di quannu 'u rigimi fascista unificau 'i campiunati naziunali,
jucau diversi voti ntâ màssima seri. Ntra 'u
1932 e 'u 1973, fu 17 voti nnâ seri A. A l'incirca nnô stissu pirìodu 'u Catania e 'u
Missina jucàrunu rispittivamenti 8 voti e 3
voti nnô stissu campiunatu. Du' voti 'u
Palermu arrivau a la finali di Coppa Italia
(1974 e 1979). Naturalmenti, tuttu chistu
'un è 'n-proporzioni a la dimenzioni dî citati
o di l'intera ìsula, ma, pûn paìsi culunizzatu è assai pi daveru. Doppu, nna l'anni '80
e '90, tuccamu 'u funnu dû diclinu di tutta 'a
nostra storia dû palluni, diclinu ca era specchiu di chidhu currispunnenti nna l'economìa e nna la pulìtica (ma stu discursu si
miritassi na discursioni troppu longa e
putemu sulu muntuallu). Ntôn paìsi unni 'a
vita normali a' statu niata, 'a genti tifa pî
squatri "taliani" e nnê jorna chiù scuri ssa
tinnenza addivintava chiù forti, ma, di cori,
tutti 'i Siciliani
talìanu â rinàscita dî "so" squatri
comu a la so
rinàscita, comu
ân sonnu e jèttanu senza pinzàrici tuttu 'u tifu
tradizionali pâ
Juventus o pi
l'Inter. Vuàutri
niati chi quarchi
cosa di novu c'è
'n-Sicilia. Vuàutri
nun vuliti vìdiri 'u
novu. 'U novu è
chi 'a Sicilia 'un è
chiù cueta e 'u munnu po stàrisi prontu a
sèntiri dûna Sicilia sempri menu cueta nnô
futuru pròssimu. Dû puntu di vista di
l'Osservatoriu, 'a Sicilia si stà arruspighiannu. E 'a "dispirazioni" e puvirtati chi diciti
sunnu sulu na cunziquenza dâ sistimàtica
arrobbatina di risorsi ('u pitroliu, 'u gassi, 'i
bidhizzi culturali e ambientali) ca nni fa 'u
Cuntinenti. 'A palla, pi cuntinuari 'a vostra
mitàfora, 'un voli chiù càuci dâ stivala taliana. Chissa ddhocu 'un vi pari na novità? 'A
qualità dâ vita 'un è bona; doppu du' sèculi di colonizzazioni taliana fussi mpossìbili.
Ma 'u punteggiu chi citati dû Sole 24 ore è
sulamenti 'i rìdiri ed esàggira 'a rialtà, pirchì, pi esempiu, è carculatu pi chiossai di
se' dècimi câ ricchizza econòmica (e "pi
nuàutri" 'a qualitati dâ vita 'un è sulu chidha
d'èssiri ricchi) e metti citati e centri ca
sunnu certamenti chiù peju 'i nuàutri dû
Sud Italia (dicennu chistu senza razzìsimu)
comu Nàpuli prima di chidhi siciliani.
Catania av'assai pobremi, ma "l'ùrtima",
"l'ùrtima" citati pi qualità dâ vita è sulu n'assurdità. Addumannati ê picciotti catanisi
zoccu pènzanu dâ so citati e dâ so
vita…Viniti 'n-Sicilia, grapiti l'occhi e viditi…
Nàutra cosa chi veni di st'Osservatoriu: 'a
vostra citazioni dî tifusi siciliani e di comu
s'ànnu cumpurtatu 'un signìfica nenti. Dittu
dû paìsi di li Hooligans 'un signìfica propiu
nenti. Tutta l'Europa, o forsi 'u munnu, avi
stu tipu 'i pubremi; sta custioni è globali, no
locali. Apparti chissu, di quannu 'i squatri
siciliani sunnu nnê cumpitizioni maggiuri, 'a
cumpititivitati ntra d'idhi stà a picca a picca
scalannu nzèmmula cû pruvincialìsimu dî
so orizonti, unni avìanu statu cunfinati.
Tuttu chissu è zoccu c'è di sbaghiatu, sbaghiatu pi daveru, nnô vostru artìculu, ma,
apparti l'erruri ci sunnu puru l'offesi senza
mutivu ô Pòpulu Sicilianu. Nnô cumplessu
ni pittati comu na terra di mafia, vastasarìa
e dispirazioni; diciti o sintiti diri chi è mpossìbili pi nuàutri, e forsi è macari 'un tortu, ca
vincemu cumpitizioni sportivi. Ma nuàutri
jamu a cuntinuari a vìnciri, â facci dî mmidiusi. Pi tuttu chistu, nna lu nomu di l'antica
amicizia ntra l'Inghilterra e la Sicilia, li
du'antichi regni nurmanni, aspittamu 'i
vostri scusanzi.
“IL MULINO DEL MILO”
di
Paolo Sessa
4 - continua - Di questo mulino non rimane praticamente nulla: la struttura è stata completamente inglobata in una casa per civile abitazione al numero civico 34 di via Madonna delle Grazie; del complesso molitorio non siamo riusciti a recuperare nulla; della vecchia saja maestra, che conduceva l'acqua fino alla
"botte" del mulino, conservandola a quota utile, demolita negli anni '60, resta una bellissima foto, a testimonianza di quell'elegante struttura retta da archi in conci di pietra lavica che si sviluppava lungo il torrente. Il signor Salvatore Cutuli, uno dei nostri concittadini più anziani, ma anche più attenti alle cose della
nostra storia recente, in un suo volumetto di ricordi su Milo, ha descritto l'intero complesso a partire da una
gebbia, in prossimità dell'attuale Biblioteca comunale (ex Macello), dalla quale partiva la saja su una serie
di arcate fino alla botte, una sorta di tunnel verticale, costituito da grossi anelli di pietra lavica ad incastro,
contenuto in una torretta. La sezione degli anelli, e quindi della condotta, si restringeva progressivamente
per assicurare una
maggiore
velocità
all'acqua e, in definitiva, una maggiore
pressione sulla ruota
idraulica. L'acqua che
muoveva il mulino
era, naturalmente,
quella che scendeva
libera, senza impedimenti e alla luce del
sole, dal cosiddetto
"canali", appena sotto
la Badia che era stata dei Certosini, e arrivava nell'area vicina all'attuale Biblioteca, conservando una
buona energia grazie al notevole dislivello. Da qui l'acqua, convogliata in una grande vasca, defluiva da
una saja che poggiava inizialmente su terrapieno per sostenersi più in là, con il rapido aumento del pendio, su una serie di sei, sette arcate che si susseguivano l'un l'altra sulla direttrice dell'attuale via Madonna
delle Grazie fino alla botte molendini che doveva trovarsi in aderenza con l'attuale fabbricato del Sig. Mauro
Garozzo e del Sig. Alfio Patti. Che cosa ci dicono i documenti su questo mulino? I riferimenti più antichi al
nostro mulino, nei documenti conservati in Parrocchia, sono: la registrazione di un introito nel 1760-1761
di onze 7, per "rendita su un mulino", e una "memoria" nella quale si fa cenno alla donazione di un mulino
da parte di Don Lucio Grasso alla Venerabile Congregazione delle anime del Purgatorio di Aci Sant'Antonio
nel 1763 e di come la rendita del mulino passasse nel 1803 a tale Filippo Spoto, poi a Giacomo Fiamingo
e al suo erede Giovanni e infine a Rosario Cantarella. Il passaggio della rendita del mulino e, quindi, dell'onere del pagamento dell'onza testimoniano della storia della proprietà del mulino per circa un secolo; dal
1766 al 1790 troviamo nel Registro di Cassa la registrazione fra le entrate di quest'onza "a costo del molino". La proprietà, naturalmente, era già passata ai privati da tempo, almeno da quando la Chiesa aveva
abbandonato definitivamente l'idea di poter organizzare in modo diretto la vita sociale attorno al campanile. E del secondo mulino cosa sappiamo? Esso nasce sicuramente per rispondere alla richiesta di una
maggiore quantità di farina intorno alla metà del secolo XIX, un periodo di forte sviluppo demografico per
il nostro piccolo centro, ma anche per le comunità circostanti. L'assenza di altri mulini nella zona costringeva gli abitanti dei villaggi vicini ad inerpicarsi verso l'Acqua 'o Milu con i loro sacchi di frumento in groppa ai muli, per ricavarne farina per i bisogni alimentari delle loro famiglie. Questo secondo mulino, naturalmente, nasce a qualche decina di metri più a valle del principale, non potendo che utilizzare la stessa
acqua la quale, ceduta l'energia accumulata lungo la caduta dalla botte alla ruota (dalla saitta al garaffo)
nel primo mulino, veniva incanalata in una condotta forzata, in forte pendenza, per farle riacquistare velocità, fino a sfociare in una seconda camera della ruota, per mettere in moto il secondo mulino. Di questo
secondo mulino, i cui lavori di recupero e ristrutturazione sono stati appena completati, abbiamo ben conservata la struttura edilizia, la maggior parte degli spicchi di pietra (dodici per la mola e dodici per il frascino), il cuddaru ( tutti preservati dal sottoscritto con l'aiuto del consigliere comunale Alfio Catalano e sistemati in uno dei garage comunali) e parte della condotta, formata da tubi cilindrici in cotto, che portava l'acqua dal primo al secondo mulino. Non v'è traccia per adesso di altri pezzi del complesso molitorio. La struttura edilizia, che a partire dagli anni '50 o poco prima fu destinata a piccola cantina, è composta da un solo
vano con una apertura che guarda ad ovest e una finestra a nord; lungo tutto il perimetro interno dei muri
si susseguono degli appoggiatoi diruti, ripiani in muratura detti giuttene, che servivano per l'accatastamento dei sacchi di farina. All'ingresso, a destra, accanto ad una sorta di apertura quadrata sul pavimento, un
foro indica il punto dove sorgeva la parte aerea della macchina idraulica, e cioè sostanzialmente le due
mole e la tramoggia, mentre sotto si trovava la camera della ruota. Purtroppo l'area attorno all'edificio è
stata negli anni passati destinata barbaramente a discarica di inerti, per cui i livelli circostanti sono stati falsati, parte della "corte" retrostante il mulino e l'accesso esterno alla camera della ruota ricoperti da qualche
metro di detriti e l'intero torrente intubato. Smontati i grandi archi della saja maestra, anche i due grandi
lavatoi in pietra lavica, tra il primo e il secondo mulino, dove le donne di Milo andavano a lavare i panni,
ben rappresentati nelle carte catastali, e che gli anziani ricordano perfettamente, furono smantellati, forse
in occasione dei lavori sul torrente. Scomparse per l'inclemenza del tempo e l'incuria degli uomini le testimonianze più importanti, a questa silenziosa e cadente muratura si affida la nostra comunità come "all'ultima" esile traccia della propria storia e della propria identità. Fine
Visita il nostro sito
S.M.S. "Galileo Galilei" - La presentazione del Progetto Filmico delle sez. H e
F è stata rinviata a lunedì 13 Novembre,
alle ore 17, nella sala della Biblioteca
della scuola.
ph
Nuccia
Leotta
Università Popolare "G. Cristaldi" - Si è
svolta ieri sera l'assemblea dei soci
dell'Università Popolare "G.Cristaldi" per
l'approvazione delle modifiche statutarie,
l'elezione del Consiglio Direttivo e del
Collegio dei Revisori dei Conti. Della
assemblea, convocata dal V.Presidente
Gianni Trincali daremo ampio resoconto
nel prossimo numero.
Esclusivista
ACI S. ANTONIO
ACI S. ANTONIO
www.akis-aci.com
"Galatea" - Giovedì 23 Novembre, alle
ore 19,30, nella Sala Conferenze del
"Galatea", l'ing. Antonino Ortolani parlerà
ai soci e agli ospiti che interverranno su
"La Città e la Luce".
L'"Osservatoriu pi la tutela di
l'immàgini di la Sicilia" di
"L'Àutra Sicilia" arrispunni a
lu Financial Times
Natale Longo
Pillo le Acesi
La striscia di
4
AKIS
5
Sabato 11 novembre 2006
A
C
I
R
E
A
L
E
Domenica più amara che dolce
per l’Acireale e l’AciCatena: un
pareggio al Celeste contro un
R.Giustra nienteaffatto trascendentale, e poteva e doveva
essere una vittoria, ed una sconfitta, per i cugini catenoti, che
poteva e doveva, anche in questo caso, essere evitata: bastava
avere più convinzione nei propri
mezzi e non mancare di esperienza. Ma tant’è…il campionato
ancora è lungo e c’è sempre
tempo di fare necessità virtù e
non tralasciare, per l’avvenire,
soprattutto sfruttare, tutte le
occasioni favorevoli che ti capitano davanti.Domani, domenica,
ci sarà l’occasione per un pronto
riscatto: riconquistare la vetta
per gli acesi, dare un senso ed
un augurio per la seconda vittoria per i catenoti. Il resto sono
chiacchiere da bar…
ACICATENA CALCIO
CINEMA “PANCIROLI”
A PROPOSITO DI DEGRADO
Nel numero scorso, parlando del rudere di via Jacopone da
Todi, abbiamo accennato al cantiere dei carri di carnevale,
che si trova a poca distanza, sperando che anche questo, a
breve, possa essere sistemato e ripulito (trasformandolo
anche in una sorta di museo/laboratorio visitabile tutto l'anno), diventando così, finalmente, pienamente fruibile da visitatori e turisti. D'altronde il carnevale come ben sappiamo è
tra le nostre principali attrazioni e certamente la più importante manifestazione turistica che si organizza durante l'anno, pertanto va salvaguardato in tutti i suoi molteplici aspetti. Attualmente purtroppo tutto il complesso si trova in pietose condizioni igieniche e strutturali. La "nuova" struttura,
nata da qualche anno adiacente a quella originaria, mai
completata, priva di servizi igienici e con un impianto elettrico molto precario. Anche gli spazi esterni sono in totale
abbandono e pieni di rifiuti vari, il cancello di ingresso poi
resta aperto anche durante la notte e diversi cani randagi
entrano ed escono indisturbati, facendone del luogo la loro
casa. Un ampio terreno proprio davanti al vecchio capannone (foto) dovrebbe essere destinato a zona parcheggio per
i pulman e le auto dei visitatori, ma ancora neanche questo
e stato realizzato.
Giuseppe Bella
Come tutti ben sappiamo
all'interno del parco comunale
di Zafferana Etnea si trova il
cosiddetto "anfiteatro" che
ogni estate ospita diverse
manifestazioni. La struttura è
una bellissima e fedele riproduzione degli antichi teatri greci ma non si capisce perché si
continui a chiamarla "anfiteatro". Fra teatro e
anfiteatro vi sono evidenti differenze strutturali. Il teatro (come quello di Zafferana) presenta
una forma semicircolare con le gradinate
(cavea) attraversate da serie di scalini così da
formare diversi settori. In basso la zona riser-
vata all'orchestra e alla scena. Vi è anche un
corridoio (diazoma) posto al centro della
cavea. Il proscenio generalmente è costituito
dal paesaggio naturale, basti pensare ai nostri
teatri greci di Siracusa, Taormina, Se gesta,
etc. Gli ellenici usavano i teatri per le rappresentazioni appunto teatrali (tragedie e comme-
MIC Manufatti in Cemento
di Basile Rosario
ACI S. ANTONIO
die). I Romani poi riadattarono dapprima queste strutture utilizzandole per le loro manifestazioni, ad esempio la lotta tra gladiatori, chiudendo la parte posteriore della scena. Poi però
si rese necessaria la costruzione di altri
impianti, non più una forma semicircolare ma
ellittica, la zona centrale della scena (l'arena
romana) è tutta circondata da gradinate, quindi praticamente come due teatri uniti, cioè un
doppio teatro, l'anfiteatro (dal greco amphiteathron, teatro circolare). Mi sembra che quello di Zafferana abbia la forma semicircolare e
non circolare, quindi mi chiedo: perché è stato
definito come anfiteatro? Rosario Sciacca
SONO UN PIANISTA DI PIANO BAR.
- "LA MUSICA E' VITA E AMORE."
di Antonello Tonna
4 - continua - BASI E REPERTORIO MUSICALE
DI UN PIANISTA DI PIANOBAR - Il repertorio di
un pianista di pianobar si divide in classici "sempre
verdi" cioè gli intramontabili con dei brani hit del
momento... poi è chiaro che ogni artista di piano
bar decide a sua scelta cosa proporre al suo pubblico ed è questo un elemento molto importante
che distingue un pianista da un altro... infatti c'è chi
propone un repertorio comprendente brani di
SINATRA e DEAN MARTIN e c'è chi invece propone brani di DALLA, PINO DANIELE e altri...
quindi ogni pianista è diverso come stile musicale
da un altro... Se tu suoni veramente col cuore non
hai problemi nel senso che oggi le basi musicali ti
aiutano a svolgere le serate ma è importante per la
professionalità che tu suoni con le "mani" e con
"l'anima" se no stai veramente imbrogliando chi ti
ascolta... c'è tanta gente "PSEUDO PIANISTA DI
PIANOBAR" che oltre a mettere su le basi musicali
fa anche finta di cantare, un esempio è MY WAY
DI SINATRA sentita in CD audio in un locale dove
il "FINTO PIANISTA" faceva chiaramente finta di
cantarla e di suonarla... questo è veramente vergognoso e proporrei la costituzione di una commissione musicale che vigila per la salvaguardia
dell'ascolto di buona musica e per valorizzare i veri
professionisti della musica... Più brani conosci
meglio è... ma può succedere che qualcuno ti chiede un brano del quale non si ha il repertorio... non
devi drammatizzare è chiaro che non puoi conoscere tutto... l'aspetto più bello di questo lavoro è
la totale libertà di scegliere fra tutta la produzione
musicale del momento i brani che ti piacciono e
che pensi sono più adatti al tuo modo di fare musica....non esistono regole.... sei veramente libero di
cantare e suonare quello che vuoi e poi in base al
tuo stile musicale cerchi di suonare nel locale che
è più congeniale alle tue caratteristiche artistiche...
Secondo me è importante "AVERE UN PROPRIO STILE, SENZA COPIARE NESSUNO" cioè
se canti una canzone di RAMAZZOTTI penso che
la devi cantare con la tua voce senza imitare il cantate... è importante che "TU SEI QUEL CHE SEI"
in tutti i sensi personalizzando la tua musica e il
tuo lavoro. La prima volta che ho usato delle basi
musicali è stato alla discoteca CALIGOLA di
Siracusa intorno al 93... mentre suonavo Dancing
insieme al trio composto da un percussionista e
una cantante ho inserito un floppy musicale e mi
ricordo che era un brano dancing.... il pubblico ha
continuato a ballare e io suonavo la tastiera continuando a cantare e continuando la serata ... si
secondo il mio parere i floppy musicali o basi sono
molto utili ma vanno personalizzate, migliorate nei
suoni, snellite,possibilmente ri-arangiate, sistemate e cancellando gli assoli così li suoni tu.... Non mi
piacciono le basi troppo cariche di suoni, non solo
ma il basso e la batteria vanno migliorate, insomma devi cercare di personalizzare i suoni. E' anche
importante alternare brani live con le basi... una
serata eseguita tutta con le basi disturba sicuramente l’ascoltatore. continua Fonte Fancity
Agenzia di Acireale
Via Piemonte 25/E
tel. 095/894774
e-mail: [email protected]
"il Punto d'incontro tra le culture non può
essere né la mia casa, né quella del mio vicino: esso si trova all'incrocio delle strade,
fuori dalle mura, laddove potremmo eventualmente decidere di piantare una tenda per il
nostro presente"
Raimomn Panikkar
I FEDERICIANI
Un momento della consegna da parte di S.A.
Duca
Salvatore
Coco,
presidente
Associazione Cavalieri di Federico II, del
Premio Europeo “TINDARI” ph Nuccia Leotta
AKIS
L'Associazione di Volontariato "Ali nel Silenzio",
con il Patrocinio del comune di Valverde nel
corso dei seminari, finanziati dal CSVE nell'ambito della Promozione del Volontariato 2006, III°
Bando di Idee per la Promozione del
Volontariato, informa che sabato 11 novembre,
presso la Sala Convegni Comunale di Valverde,
Villa Cosentino, Via Del Santuario n.4, sarà trattato il tema:
"VOLONTARI
E PROTEZIONE CIVILE"
Via Paolo Vasta, 20
ACIREALE
N
O
Z
Z
E
In un'attesa di grande gioia ed emozione Mimmo e
Sabina Bella hanno celebrato la ricorrenza delle loro
Nozze d'Argento nella splendida chiesa di San Mauro a
Viagrande. Tanti parenti ed amici e le "bellissime",
recentemente attenzionate dal nostro giornale con due
interviste, per avere partecipato, negli anni passati, alle
finali del concorso di Miss Italia. Nella foto Rossella, i
due felici genitori e Maurina.
30 ANNI
RADIO ETNA ESPRESSO 1976-2006
d’
A
R
G
E
N
T
O
“ESPRESSO
FORTE”
Caro Direttore...
info line 095 891030 SMS – 349 8508509
e.mail : [email protected]
[email protected]
Storia della Musica
Gli CHIC
4 - continua - Tra parentesi
Rodgers e Edwards non
lavorarono mai con Grace
Jones. Produssero solo nel
1986 un suo disco "Inside
Story". Il singolo dopo "I
want your love" fece
anch'esso molto bene a raggiunse il numero 7 nelle
classifiche americane. Sia
"Le Freak" che "I want your
con Marcello Muscuso
love" vennero inclusi nel
secondo album "C'est Chic" (1978). L'anno seguente il gruppo
registrò un nuovo successo "Good Times", e anch'esso presenta un'interessante curiosità. Good Times rappresenta un mito
per la disco music perchè è una delle canzoni maggiormente
riprese di questo genere. La sua base, fondata su un fantastico
giro di basso del solito Edwards, la ritroviamo in Another One
Bites The Dust dei Queen e in Rapper's Delight dei Sugarhill
Gang. - continua
AKIS: Anno II, numero 38 dell’11 Novembre 2006, in vendita a € 1.00 - Editore e Direttore Responsabile: Turi Consoli - Autor. n. 22 del 23/05/2005 del Tribunale di Catania
IL GIORNALE
Sede e Redazione Akis: via M. di Casalotto 68 -95025 Aci S.Antonio - Tel.- Fax 095 7921786 –347 5382517 - 393 0516617 - e.mail: [email protected] - Site: www.akis-aci.com
DEL TERRITORIO
Tipografia-Litografia: “ITALGRAFICA” - via F. Guglielmino, 40/A - ACICATENA (CT) - Tel. 095 802962 - Distribuzione e arretrati: 340 7152814
DELLE ACI
Elaborazione grafica, fotomontaggi e impaginazione: MP Graphic di Maurizio Pagano - Tel. 347 1433135 - Pubblicità e Redazionali: 328 8115194
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sabato 11 Novembre 2006
Ufficio Marketing e Pubblicità Akis - Franco Pulvirenti - tel. 328 8115194 - Grafica: MP - 347 1433135
LA RUBRICA SCIENTIFICA
a cura del dott. Giovanni Tringali*,
dir. dell’Istituto Ricerca Medica e Ambientale di Acireale.
I radicali liberi ci fregano rubandoci la giovinezza… e la "politica" c’entra.
Il nostro organismo è un complesso laboratorio biochimico e in ogni cellula avvengono costantemente reazioni che richiedono energia e ossigeno. Tutte le cellule
viventi, hanno, infatti bisogno di grandi quantità di ossigeno per produrre l'energia
necessaria al loro funzionamento. Però se, da un lato, questo processo di utilizzazione dell'ossigeno è vitale per la cellula, dall'altro, produce radicali liberi dell'ossigeno che, essendo fortemente reattivi, causano danni alle stesse cellule che li producono. In pratica lo stress ossidativo causato dai radicali liberi è il rovescio della
medaglia delle reazioni biologiche che presiedono alla vita… il prezzo che la cellula
deve pagare per utilizzare l'ossigeno. Per chi ha dimestichezza con la chimica il posizionamento degli elettroni all'interno delle molecole ne determina la stabilità ed un
composto è stabile se i suoi elettroni sono in coppia; se, viceversa, un elettrone risulta libero, senza partner, può diventare molto reattivo e il composto risulta instabile …
in pratica quello che accade nelle "zitelle" in affannosa ricerca del partner! Quando
l'ossigeno si combina con l'idrogeno, forma un composto stabile. Ma in altri processi di combinazione dell'ossigeno, rimane spesso una molecola con un elettrone
spaiato, che tende o ad acquistare un altro elettrone o a perdere quello dispari, combinandosi con altre molecole. Questa molecola con un elettrone spaiato, è chiamato
radicale libero. Esso innesca una serie di reazioni a catena, che tende a produrre altri
radicali liberi o superossidi, altamente reattivi. Per avere una vaga idea del danno
prodotto dai radicali liberi basta tagliare una mela e lasciarla esposta all'aria: in pochi
minuti si assiste al suo imbrunimento a causa di una reazione di ossidazione. Capire
come funziona l'ossigeno a livello molecolare, come avviene questa produzione di
sottoprodotti tossici per i
tessuti e come la cellula si
possa difendere dalla loro
aggressività chimica, è
sicuramente una chiave
per una più corretta interpretazione dei fenomeni
d'invecchiamento
e
potrebbe anche spiegare
in parte la genesi degli
stessi tumori dato che i
radicali liberi possono
danneggiare il DNA.
Purtroppo se vogliamo
vivere non possiamo fare
a meno dei processi di
ossidazione per generare
energia vitale; la formazione di radicali liberi è consequenziale ed ogni soggetto ne produrrà di più o di
meno, ma ne produrrà comunque. I radicali liberi, molecole altamente reattive, instabili e caricate elettricamente in modo tale che si legano molto facilmente e rapidamente con altre molecole, dando origine a reazioni indesiderate e spesso lesive per
le cellule, ci fregano rubandoci la giovinezza dato che a livello cutaneo causano alterazioni di tipo ossidativo a carico del collagene e dell'elastina con una perdita delle
loro funzioni fisiologiche e un generale invecchiamento della pelle. Tuttavia le cellule sono in grado di difendersi dall'attacco dei radicali liberi con l'aiuto di sostanze
antiossidanti, capaci di neutralizzare l'azione dei radicali di ossigeno e di riparare i
danni molecolari. Oggi stanno moltiplicandosi sempre più i prodotti naturali a base di
sostanze antiossidanti che, praticamente, non fanno altro che combattere i danni
causati dai radicali liberi. Alcuni antiossidanti sono contenuti negli alimenti, altri vengono fabbricati dalle cellule stesse. La cellula dispone di meccanismi di controllo dei
radicali liberi, come l'enzima superossido-dismutasi o ricorrendo ad altre sostanze
antiossidanti, quali alcune vitamine come il Betacarotene e l'Alfa-Tocoferolo e minerali come, ad esempio, il Selenio. Ma può capitare che per una eccessiva esposizione o per un'esagerata produzione interna di radicali liberi, questi possano sfuggire ai
meccanismi di protezione antiradicalica della cellula provocando danni. L'importanza
degli antiossidanti per combattere i radicali liberi è ormai universalmente riconosciuta, ma non si conosce ancora completamente il reale meccanismo con cui essi agiscono. Si ritiene che essi riescano a neutralizzare queste molecole altamente instabili, fornendo elettroni aggiuntivi, prevenendo così o limitando le reazioni a catena
che provocano danni ai vari tessuti dell'organismo. E' importante notare che i diversi tipi di antiossidanti, idrosolubili o liposolubili, svolgono un'azione sinergica in diversi distretti cellulari. Ad esempio, le sostanze idrosolubili agiscono a livello del citoplasma e vengono poi escrete, mentre quelle liposolubili - come il Betacarotene e
l'Alfa-tocoferolo si "installano" nei lipidi della membrana cellulare fornendo uno schermo protettivo nei confronti dei radicali liberi dell'ossigeno. In Sicilia abbiamo un frutto meravigliosamente efficace contro lo stress ossidativo: l'arancia rossa di Sicilia
che possiede l'antocianin-3- glucoside una delle più potenti sostanze antiossidanti
naturali che si conoscono, tuttavia la scarsa lungimiranza dei politici e l'incapacità
degli imprenditori siciliani ha fatto molto più danno degli stessi radicali liberi e la
nostra benefica arancia rossa di Sicilia avvizzisce appesa ai rami.
*docente a contratto di genetica molecolare presso l'Università di Messina.
ph Studio Consoli
ACI S.ANTONIO
CENTENARIO DELL'ORATORIO PARROCCHIALE
MONS. GIOVANNI PULVIRENTI (1906-2006)
"Hai un momento Dio" è il tema dell'incontro con don Oreste Benzi,
fondatore dell'associazione-comunità "Papà Giovanni XXIII" che, in
occasione della celebrazione del centenario dell'oratorio parrocchiale
Mons. Giovanni Pulvirenti, mercoledì 25 ottobre, ha creato una serata filo diretto con la musica di Ligabue che collega direttamente a Dio.
Gran partecipazione di pubblico, in netta maggioranza giovane, che a
lungo ha ascoltato ed applaudito l'ospite nei suoi messaggi di vita e
d'amore. Don Benzi è stato chiaro, semplice, diretto a tutti, giovani e
grandi, con l'esortazione ad avere più coraggio, a non avere paura
nell'affrontare i problemi della vita, con l'invito ad avvicinarsi a Dio
attraverso l'amore verso gli altri, verso chi soffre, verso coloro che
sono obbligati a vivere nel terrore, nella fame e nell'ingiustizia, verso
quelle persone che sono costrette a vendere il proprio corpo per
denaro, obbligate da uomini cinici e disonesti. "Il mondo in cui viviamo -afferma don Benzi- è pieno d'insidie, di cattiverie, di malignità, un
mondo dove è necessario lottare
sempre, perché in ogni parte c'è
sempre qualcuno che ti chiama, che
ti chiede aiuto, che ha bisogno del
tuo amore. Noi tutti siamo chiamati
a porgere loro una mano con
amore, con affetto, senza mai
dimenticare che al cospetto di Dio,
siamo uguali, siamo fratelli, siamo
tutti figli dello stesso Padre". Tanti
gli interventi dei giovani, interessanti, tutti mirati allo stesso fine, l'amore quale filo diretto con Dio. La
straordinaria presenza di don Benzi,
proprio in occasione dei festeggiamenti del centenario dell'oratorio
Mons. Pulvirenti, è stata testimone della presentazione il libro "Aci
S.Antonio-La Storia e la fede" del giornalista Salvatore Bella. Lavoro
di ricerca che narra la storia del popolo santantonese sin dalle sue origini, la fede, le tradizioni viste attraverso i festeggiamenti in onore del
Santo Patrono, con un cenno particolare alla grande festa estiva dell'anno Giubilare Antoniano 2006. L'autore fa dono di copia all'illustre
ospite Don Benzi. Chiude l'incontro La parte conclusiva della serata
ha visto la partecipazione del Parroco Don Vittorio Rocca che, ringraziando l'ospite e gli intervenuti, si sofferma sul programma d'iniziative
lanciate in occasione del centenario, per riprendere un contatto di
valori attraverso i sentieri degli oratori che ieri hanno accolto generazioni di giovani, ed ancor oggi si proiettano a diventare centri aggreganti per le nuove, con finalità in
linea con i temi del terzo millenStefano Finocchiaro
nio, ma, che conducono sempre
[email protected]
all'amore verso il prossimo.
AKIS
Gli organismi geneticamente modificati
(OGM) oggetto di ricerca all'I.R.M.A.
Con una tesi sperimentale sugli OGM si è laureata in
Tossicologia dell'Ambiente l'acese Manuela Valastro
Dall'iscrizione dell'I.R.M.A. di Acireale all'Albo Nazionale dei
Laboratori di Ricerca presso il Ministero dell'Istruzione della Ricerca
e dell'Università (MIUR) avvenuta il 12 luglio 2005 l'Istituto acese colleziona la 30^ tesi sperimentale di laurea che il 31 ottobre u.s. ha
chiuso la carriera scolastica universitaria della studentessa acese
Valastro Manuela. Lo studio sperimentale ha avuto come relatore il
prof. Agostino Marrazzo e come correlatori i ricercatori dell'I.R.M.A.
Giovanni Tringali ed Elio Insirello. L'istituto di ricerca acese non è
nuovo in materia di Organismi Geneticamente Modificati (OGM)
avendo già presentato una ricerca al 1° Workshop Interdipartimentale
dell'Università di Catania tenutosi presso la Cittadella Universitaria
una ricerca in collaborazione con i professori Marrazzo e Ronsisvalle
del Dipartimento di Scienze Farmaceutiche. Le ricerche dell'I.R.M.A.
hanno consentito di migliorare le metodiche attualmente a disposizione per l'estrazione di DNA da OGM, così da raggiungere livelli di
sensibilità e specificità che consentono di individuare facilmente la
presenza di organismi transgenici negli alimenti. La ricerca degli
OGM nelle materie prime e negli alimenti o mangimi è quindi un
nuovo servizio a disposizione della collettività che si aggiunge agli
altri che l'Istituto eroga a utenti provenienti da tutta la Sicilia. Le problematiche legate agli organismi geneticamente modificati non mancano di suscitare polemiche, perplessità e pregiudizi ed il più delle
volte i trasgenici vengono eccessivamente criminalizzati. I principali
vantaggi degli OGM consistono nella diminuzione dell'uso di pesticidi rendendo le piante resistenti ai batteri o ai virus e nella possibilità
di variare le caratteristiche dei vegetali e dei loro frutti rendendoli
migliori dal punto di vista organolettico e commerciale. E' opinione
diffusa nella comunità scientifica che
senza il ricorso a
OGM difficilmente si
potrà
raddoppiare
l'attuale produzione
di cibo ai fini di potere alimentare gli 11
mila miliardi di persone che, secondo
alcune stime, si prevedono per il 2050.
Le ditte multinazionali che producono
OGM
sostengono
che le piante geneticamente modificate favoriscono lo sviluppo dei paesi poveri che, a
fronte della continua crescita della popolazione, solo l'agricoltura
transgenica potrà assicurare. Nel contesto di uno sviluppo sostenibile ed ecocompatibile i prodotti transgenici sono del tutto paragonabili ai prodotti naturali e non comportano alcun pericolo per la salute e
per l'ambiente. Tuttavia, il dott. Giovanni Tringali, direttore scientifico
dell'istituto sostiene che l'uso di piante trasgeniche può essere
ammesso se si impedisce la trasmissione del nuovo gene alle piante
naturali attraverso i pollini e la crescita invasiva della popolazione
modificata. E' comunque necessario effettuare seri ed approfonditi
studi per evitare rischi agli ecosistemi derivati dalla possibile pericolosità delle piante transgeniche nei confronti di altre specie animali, la
resistenza dei batteri agli antibiotici e lo sviluppo di specie virali
nuove con caratteristiche di virus-resistenza agli antivirali oggi conosciuti. Il ricercatore sostiene che è errato criminalizzare eccessivamente le piante transgeniche ma occorre essere molto cauti e
responsabili e considerare le biotecnologie un grande aiuto che può
avere l'umanità per superare i rischi dell'iper-antropizzazione mondiale dovuto prevalentemente all'incremento della popolazione dei
paesi in via di sviluppo non supportato da analoga crescita delle fonti
trofiche con il rischio di non poter più sfamare l'umanità. F.P.
LA MADONNA DEI MIRACOLI
Chissà a quanti acesi, di passaggio per i viali del cimitero cittadino nella ricorrenza della commemorazione dei defunti, è capitato, volgendo lo sguardo sulla sinistra, entrando dall'ingresso principale (quello
antico), di notare una piccola chiesa, che sorge a livello poco più in basso del piano di calpestio. Questo è uno
dei luoghi più antichi e venerati della geografia devozionale dell'Aci antico. Al suo interno, infatti, è conservato
un pregevole affresco, realizzato - presumibilmente - durante il periodo della dominazione normanna, che rappresenta la dolcissima immagine della Madonna col Bambino Gesù. Proprio al ritrovamento di questa icona è
collegata la storia ed il nome dell'edificio sacro, ancora oggi noto come il titolo di "Santuario della Madonna dei
Miracoli". Miracoloso fu, infatti, il suo rinvenimento. Narra la leggenda, riportata dal sac. Mariano Panebianco
nel suo "Aci antico e moderno", che una notte di un non meglio precisato anno un giovane pastore aveva visto
nel cielo una fulgidissima stella, i cui raggi illuminavano un roveto. Ripetutasi l'apparizione nelle notti seguenti,
il pastorello, incuriosito, si avvicinò alla macchia di vegetazione che l'astro illuminava così intensamente. Una
volta giunto sul posto, però, la stella svaniva come d'incanto, impendendogli di portare a termine la ricerca. Fu
così che, chiamato un suo compagno, i due individuarono insieme il punto esatto rischiarato dalla stella: rimossi i rovi e non trovato nulla, continuarono a scavare, convinti, com'erano, che quell'apparizione dovesse avere
qualcosa di soprannaturale. Fu così che rinvennero una roccia lavica sulla quale era dipinta la Madonna col
Bambino. Ciò non stupisce, se pensiamo che la zona dove sorge attualmente il cimitero comunale è denominata "Sciarelle", termine che bene esprime la particolare orografia del luogo. Il nome, derivante da "sciara", indica, appunto, la forma assunta dalla lava raffreddata, che in questa zona presenta nel suo complesso basse
sporgenze. Questo fu, dunque, il primo miracolo, che diede poi il nome al santuario. È probabile che la prima
denominazione della sacra immagine sia stata quella, che leggiamo in alcuni documenti, di "nostra Signora delli
Mussumechi", dal nome del quartiere dell'antica città di Aci Aquilia nel cui territorio era avvenuto il ritrovamento. Tanti furono i miracoli e le grazie elargite ai fedeli che ben presto le venne dato il nome di Madonna dei
Miracoli. Tenendo presente la storia (anche geologica) del territorio, è probabile che quel masso lavico, nel
periodo della dominazione normanna, fosse divenuto punto di riferimento per le molte mulattiere che si snodavano nei suoi pressi, così che, col tempo, nacque spontaneo il desiderio di realizzarvi una sacra immagine di
Maria, che molte somiglianze presenta con la bella e più famosa icona della Madonna di Valverde (sec. XI). I
primi documenti che ci riportano notizie del santuario risalgono, comunque, al XVI sec. Ciò è dovuto, probabilmente, a quella congerie di eventi storici e, soprattutto, naturali, che sconvolsero, a partire dal 1169, il nostro territorio. Se guardiamo, pertanto, la zona del
masso avendo presente quel turbinio di episodi (eruzioni, lapilli, ceneri, terremoti, alluvioni) non è poi così peregrina l'ipotesi che la bella icone della Madonna
restasse quasi sepolta e del tutto dimenticata nel corso di alcuni secoli, dato che la zona era divenuta assai impervia. Possiamo, ad ogni modo, dedurre l'esistenza di una prima, piccola cappella a protezione della sacra raffigurazione da un antico documento, attraverso il quale si può risalire alla data (presumibile)
della sua demolizione. In una deposizione testimoniale, datata 1561, un tale Antonio Longo ricordava che, dodici ani prima, era stata innalzata una "cappella
nova": questo ci fa immaginare che, in precedenza, ne esistesse un'altra, più vecchia o più piccola, oramai non più adatta al culto sempre crescente per la
Madonna ivi raffigurata. Tale documento fa parte degli atti di un processo, celebratosi nello stesso anno, per stabilire se la chiesetta della Madonna dei Miracoli
dipendesse dalla chiesa sacramentale di Aci San Filippo o da quella di Aci Aquilia; il che non era di poco conto. La costruzione di una nuova cappella palesa,
inoltre, l'importanza raggiunta dal santuario per la grande affluenza di fedeli ed i proventi che l'autorità ecclesiastica ne poteva trarre. A riprova di ciò, lo stesso Longo "testis iuratus", ricordava che la venerazione e il culto verso quella sacra immagine scavalcava i confini del nostro territorio, dal momento che in quel
luogo "ci have stato gran concurso di gente di ogni parte e devozione non solo di Jachi, ma di altri parti di Sigilia". (CONTINUA)
Guido Leonardi
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