II governo deiragricoltura in Italia e in Francia. 1914-1940
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II governo deiragricoltura in Italia e in Francia. 1914-1940
II governo deiragricoltura in Italia e in Francia. 1914-1940 di Carlo Fumian Ragioni di una comparazione La ricerca che qui riceve un primo asiste matico abbozzo è volta a indagare nascita e modalità d’espansione degli apparati cen trali di governo deiragricoltura in Italia e Francia negli anni tra le due guerre, sorta di lunga e tormentata tregua armata che tra le sue qualità annovera la formalizzazione degli apparati quali luoghi di mediazione tra ‘competenze’ e ‘interessi’, nel quadro del sostanziale e forse epocale spostamento del “centro del potere decisionale dai parla menti ai ministri e a nuove burocrazie” 1. L’indagine trovava la sua primitiva ragione nell’esigenza di chiarire i moventi meno congiunturali ed episodici sia della creazio ne di un autonomo apparato ministeriale per l’agricoltura operata dal fascismo nel 1929 al di fuori delle strutture corporative, sia dei conseguenti, rapidi processi di proli ferazione periferica e concentrazione del potere decisionale e di spesa; ma trovava altresì il suo limite nelle risposte ora de scrittive ora tautologiche fornite da analisi per lo più volte a cogliere le linee endogene dell’espansione burocratico-amministrativa. Per rendere miglior giustizia alla comples sità della questione amministrativa nei suoi intrecci con le strutture sociali e produttive, si è scelta la via della comparazione con il ca so francese — e in sottordine con quello spa gnolo — come empirico tentativo di allarga re lo spettro delle concause che sovraintendono lo sviluppo dell’amministrazione: non solo giustapposta descrizione di apparati e di politiche agrarie, o numerazione delle analo gie o differenze tra paesi che il ‘comune sen so storiografico’ vuole a diverso titolo impa rentati, quanto illustrazione — attraverso il ‘ritardo’ italiano — del segno che nel clima degli anni trenta ebbe la consapevole opera di separazione e specializzazione dell’ammi nistrazione agraria. Si profilano allora numerosi interrogativi, ad alcuni dei quali tentano di rispondere le note seguenti. Scolasticamente: 1. Ricordando innanzi tutto che l’am ministrazione mal sopporta il breve periodo e che la sua vita ha un respiro sovragenera- È q u esto il te sto della relazione presen tata al C ongresso internazionale su “ T rasfo rm azio n i delle società ru rali nei paesi d ell’E u ro p a o ccid en tale e m ed iterran ea (sec. X IX -X X )” , svoltosi a N ap o li e S o rren to n ell’o tto b re 1982 e o rg a n izzato dal “ C e n tro stu d i per la sto ria co m p a ra ta delle società rurali in e tà co n te m p o ra n e a ” . R ingrazio il su o d ire tto re, p ro f. P a sq u a le V illani, p e r averne concessa la pubblicazione. 1 “ Il b iso g n o della m ed iazione, sintetizza C harles M aier, sp ostò il centro del p o tere decisionale dei p arlam en ti ai m i nisteri e a n u o v e b u ro cra zie [...] il p o tere decisionale dei p arlam en ti no n si riprese m ai in teram en te d a ll’eclissi in cui era c a d u to d u ra n te la g u e rra ” (L a rifo n d a zio n e d e ll’E u ro p a borghese, B ari, L aterza , 1979, p p . 605-606). Ita lia c o n te m p o ra n e a ” , settem b re 1983, fase. 1 5 1 /1 5 2 66 Carlo Fumian zionale difficilmente comprimibile in pochi decenni, quali sono il terreno e i tempi di una ricerca comparata, inevitabilmente costretta a fare i conti con particolarità nazionali e omogenei impulsi internazionali? 2. Qual è stato il peso relativo, il ruolo tecnico e politico svolto dai ministeri di Agri coltura nei singoli governi? 3. Perché in Francia troviamo fin dal 1881 un ministero autonomo, compatto e stabile — e vedremo poi la duplice valenza politica e amministrativa del termine stabilità — men tre in Italia un dicastero specializzato si af ferma solo dal 1929, a parte una breve ma si gnificativa parentesi tra la fine della guerra e i primi anni venti? Dall’Unità, attraverso l’indicativo episodio della soppressione tra il 1877 e il 1878, si riscontra la permanenza del la classica struttura accorpata del ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, e dal 1923 al 1929 si afferma quella del ministero dell’Economia nazionale. Che non sia un fatto nominalistico spero emergerà dal più laterale confronto tra il caso italiano e quello spagnolo. La persistenza di dicasteri non specializzati appare tanto più significativa se si estende l’area del confronto: ministeri au tonomi si formano in Prussia già dal 1848, negli Stati Uniti dal 1862, in Belgio dal 1885, in Gran Bretagna e Ungheria dal 1889, e ca ratterizzati spesso da stabili protettorati poli tici. Una sequenza che non conforta l’ipotesi di un nesso automatico tra il grado di svilup po economico e la specializzazione ammini strativa, ma induce piuttosto a considerare i ministeri nella loro fase formativa quali ‘agenti politici’ ed elettorali del governo nel le campagne, in relazione dunque alla forza e combattività espresse da ceti agrari or ganizzati2. 4. Infine, quali politiche e quali culture hanno ispirato i sostenitori e i detrattori dell’autonomia ministeriale, e più in parti colare quale nesso è possibile stabilire tra la vita dei dicasteri d’agricoltura europei e la formazione del moderno corpus teorico e pratico delle scienze agrarie, con il loro va riegato involucro ideologico? Esiste infatti un processo squisitamente ‘contemporaneo’ di autonomizzazione delle scienze agrarie, un percorso di differenziazione e specializ zazione che andrebbe spiegato come spiega ta andrebbe la loro origine non agraria. È interessante notare che non solo negli anni tra le due guerre si consolida questo pro cesso interno alle scienze agrarie, ma anche si formalizza un preciso fall-out istituziona le, ovvero la costituzione di un apparato scolastico ‘alto e basso’ che ancor oggi so pravvive nelle sue linee generali e che è sta to la fucina dei tecnici assorbiti in buona parte dalle amministrazioni statali, centrali e periferiche, ridisegnate o create negli anni trenta. In tale progressione storica prendono corpo nuovi gruppi di pressioni e di co mando, nuove figure professionali tecniche che trasferiscono nell’azione di governo an che alcuni capisaldi teorici e ideologici pro dotti dalla cultura agraria tra la crisi agra ria degli anni ottanta e la seconda guerra mondiale. Primo fra questi, il tema della specificità dell’agricoltura, della sua diversità e separa tezza. 2 P . B arrai, L e s sociétés rurales d u X X e siècle, P aris, 1978, p. 93. P e r alcuni dei paesi citati: R . M u rra y B enedict, F arm P olicies o f the U nited States, 1790-1950. A S tu d y o f their O rigins a n d D e v e lo p m e n t, N ew Y ork, 1953; W .J .M . M ack en zie-J.W . G rove, C entral A d m in is tra tio n in B rita in , L o n d o n , 1957; M inistry o f A g rico ltu re, Fisheries an d F o o d , R e p o rt o f a C o m m itte e on th e O rganisation o f th e M in istry o f A g ric o ltu re a n d F isheries, L o n d o n , 1950; F .M .G . W ilson, T he O rganisation o f th e B ritain C entral G o v e rn m e n t 1914-1956, L o n d o n , 1957; L e fu re t, C in q u a n te a nnée d e p o litiq u e agraire, Bruxelles, 1936. Il governo dell’agricoltura in Italia e in Francia. 1914-1940 Il che, a ben vedere, introduce un ulteriore problema, un altro versante seminascosto della piramide amministrativa: cosa unisce le forti singolarità dei ministeri di Agricoltura e dell’intervento dello stato al nodo storico della ‘alterità’ dell’agricoltura in età contem poranea? Specificità vera o presunta, ma co munque fortemente rivendicata e praticata dal mondo rurale, soprattutto dalle sue classi dominanti, e non a caso riflessa con chiarez za anche nelle strutture e nelle funzioni mini steriali: definirla e misurarla può servire a il luminare alcune costanti della storia agraria europea nella fase industriale, in primo luo go le forme della reazione del mondo agrario al discontinuo ma inarrestabile declino asso luto e relativo dell’agricoltura in termini di popolazione attiva, di percentuali di reddito nazionale, nonché di egemonia sociale e poli tica esercitata dai ceti agrari dominanti. È anche il tema cruciale definibile delle rappresentanze agrarie, del tormentato e continuo, ma sempre insufficiente processo di ridefinizione dei ruoli sociali agrari nei confronti sia dello stato che degli altri con parti economici della società nel ciclo delle grandi crisi economiche, dagli anni ottanta ai precari equilibri corporatisti realizzati nell’Europa degli anni trenta: un tema evi dentemente non riducibile alla storia dell’as sociazionismo agrario, che anzi dovrebbe privilegiare — in quanto storia di un ‘males sere’ — le assenze più delle presenze, le rap presentanze chieste e predicate ma non rea lizzate, a cominciare naturalmente dai pro positi, sistematicamente destinati al falli mento o a una frustrante minorità, di costi tuzione di ‘partiti agrari’ quali univoche espressioni dell’intero mondo rurale. La ricerca è solo agli inizi, e non sembri quindi rituale avvertire, a questo punto, che ai molti interrogativi seguiranno poche e va ghe risposte. 67 Omogeneità internazionali e particolarità na zionali Il quadro di riferimento di un’analisi compa rata si presenta a prima vista contradditto rio: più l’indagine penetra verticalmente nei singoli mondi rurali, di cui bene o male i mi nisteri sono un’espressione, e maggiori risal tano le differenze tra le strutture demografi che e le mappe agronomico-produttive dei ri spettivi paesi; cambiano i pesi specifici del settore agrario nell’insieme dell’economia e della società, e diverse si presentano le nature delle organizzazioni professionali; mutano i quadri politici di riferimento, a cominciare da quella ingombrante variabile rappresenta ta dal fascismo, certamente inquinante per la forma coatta delle trasformazioni, il travesti mento imposto al gioco delle rappresentanze sociali, la minore trasparenza sia nelle scelte amministrative ed economiche, sia nelle sele zioni dei gruppi dirigenti statali, e così via. E se è appena il caso di ricordare l’incidenza della frantumazione dei mondi contadini ‘sottostanti’ sui versanti economici, contrat tuali, culturali e religiosi, parrebbe risolutivo anche il contrasto tra i percorsi endogeni di riproduzione dell’amministrazione, a esem pio tra la più che secolare stratificazione di esperienze amministrative che precede e pre para la nascita del ministero francese e il ra pido, quasi estemporaneo, allestimento di un apparato statale unitario approntato dalla Destra storica. A quest’ultima obiezione par zialmente rispondeva già nel 1911 Henri Noëll annotando, nel suo studio sulle orga nizzazioni ministeriali di Prussia, Inghilter ra, Francia e Italia, la sostanziale uniformità raggiunta dalle amministrazioni centrali ‘la tine’ in relazione non solo alla nomenclatura e alla natura di molti servizi, ma anche ai si stemi di reclutamento e ai livelli retributivi dei funzionari3. Ciò non azzera certamente 3 H en ri N oëll, L ’a d m in istra tio n Centrale. L e s M inistères. L e u r organisation-leur rô le, P aris-N an cy , 1911, p p . 256-269. 68 Carlo Fumian il problema delle ‘origini’4, ma invita semmai a considerare la possibilità di estendere all’amministrazione l’analisi dei meccanismi ‘imitativi’ propri dei paesi late comers in campo economico, nella fase di superamento dell’arretratezza5. Ma non basta: sostanziali difformità presenta anche il caso della Spa gna, i cui momenti di crescita economica ap paiono singolarmente complementari alle al trui fasi critiche6 e dove il confronto con l’Italia e i suoi tempi di progressiva trasfor mazione da paese agricolo a industriale — ganglio evidente anche delle mutazioni am ministrative — invita piuttosto ad azzardati 4 N o n è il caso di rip erco rrere in d ettag lio il processo di co stituzione dei m inisteri, e m i lim ito a seg n alarn e alcune in d icative ta p p e fo rm ali. Il C o sso n (O rigines et é v o lu tio n d u M in istère de l ’A g ricu ltu re, P a ris, 1929) in d iv id u a quale em b rio n e della fu tu ra am m in istrazio n e il B ureau du C om m erce, o rg an ism o am m in istrativ o p e rm a n e n te del C o n si glio G en erale del C o m m ercio creato nel giugno del 1700 dal C h a m a illa rt, C o n tro llo re generale delle F inanze. L a co stitu zio n e di u n a p p a ra to specializzato p re p o sto a ll’ag ric o ltu ra pro seg u e nel ’700 so tto la duplice sp in ta d e ll’egem o nico d ib a ttito fisiocratico e delle S ocietà reali di ag ric o ltu ra per a ffe rm a rsi, sia p u re co n un to rm e n ta to p erco rso di ‘flussi e riflu ssi’, già nel 1836 con la co stitu zio n e del m in istero del C o m m ercio , L av o ri pubblici e A g rico ltu ra: “ S ’il fallait dresser des actes d ’é tat civil se ra p p o rta n t à la vie des M inistères, ce se rait d o n c à cette d a te que se rait a p p a ru e l ’ap p ellatio n de M inistère de l’A g ricu ltu re” (M . C epède-G . W eill, L ’agriculture, P a ris, 1965, p. 61). N el clim a acce sam en te lib ero -scam b ista del secondo Im p ero il m in istero viene soppresso nel 1852, e i servizi agricoli so n o ria sso rb i ti, p rassi co n su eta, dal m in istero degli In tern i; ric o stitu ito nel 1853 s o tto la fo rm a di m in istero di A g ric o ltu ra , C o m m ercio e L av o ri p ubblici, nel 1869 questi ultim i servizi v engono isolati e tra sfo rm a ti in a u to n o m o d icastero , m entre tra il 1870 e il 1871 v engono in c o rp o ra ti nel so p rav v issu to m inistero di A g ric o ltu ra e C o m m ercio i servizi fo restali, p reced en tem en te in fo rz a al m inistero delle F inanze, e L e s H aras, s o ttra tti a quello delle Belle A rti. (O ltre ai citati la v ori di C o sso n e C epède e W eill si v eda A . R o n n a , L e M in istère d e l ’A g ric u ltu re e t ses ré fo rm e s (1882-1892), P a ris, 1892; J. J o s a t, L e M in istère des F inances, so n fo n c tio n n e m e n t, su iv i d ’u n e é tu d e su r l ’organisation generale des au tres m inistères, P a ris, 1882; per le S ocietà di A g rico ltu ra E . J u s tin , L e s Sociétés R o y a le s d ’A g ric u ltu re au X V I I I esiè cle (1757-1793), S aint-L ô, 1935; per i com plessi ra p p o rti co n l’a m m in istrazio n e fin an ziaria alla vigilia della riv o lu zione Fl. P ig eo n n eau -A de Foville, L ’a d m in istra tio n d e l ’A g ric u ltu re au C o n tro le général des F inances (1785-1787), P a ris, 1882.) A ssai più c o n tra tta la vicenda del d icastero italian o , per il q u ale è d ’o bbligo il riferim en to a A lb erto C a raccio lo , S ta to e società civile, T o rin o , E in a u d i, 1977!, p p . 34-53. S o rto di fa tto nel 1860, la su a ‘p re isto ria ’ ascende solo alla tem p erie risorgim entale im m ed iatam en te precedente, e di q u esta p o rta i segni: sia la p rim a co stitu zio n e di u n m in istero di A g rico ltu ra e C om m ecio n ell’a g o sto del 1848 che la successiva sop p ressio n e nel 1852 a ttra v e rs o la si gn ificativ a fu sio n e nel 1850 con i p re p o n d e ra n ti ‘a ffa ri’ della m a rin a m ercantile e m ilitare, a p p a io n o m o tiv ate d a esi genze essenzialm ente politiche, che p e ra ltro riem ergono d o m in an ti anche nella rico stitu zio n e del 1860: “ L a co stitu zione del m in istero di A g ric o ltu ra nel ’48, in seno al p rim o g ab in e tto successivo alla o ccu p az io n e d ella L o m b a rd ia , era a ttrib u ita d a co n tem p o ran ei a ragioni politiche generali p iu tto sto che a d u n a m a tu ra ta necessità di far fro n te ai p ro b lem i specifici di quel cam p o . N essuna sollecitazione si era levata d ai circoli econom ici per q u esto fine [...]. N on si era fa tto a ltro , in so stan za, che d istaccare dai L av o ri pubblici u n a sezione, che d iv en tò il nucleo di un d icastero di stin to . E logicam ente la n u o v a cre a tu ra , n a ta in circostanze così fo rtu ite , sareb b e re sta ta la cen eren to la d e l’a p p a ra to di g o v ern o ” (A . C aracc io lo , S ta to e società civile, c it., p . 37). S ep p u re fo rn ito di co m petenze lim itatissim e e di b ila n ci irriso ri, “ sem pre m al visto d a chi tem eva le sue ingerenze nello sp o n ta n e o sviluppo econom ico, m in acciato ad ogni passo di scio g lim ento” , il m inistero acq u isterà ben p resto un ru o lo econom ico e politico n o n trascu rab ile, com e testi m o n ia, l’in ten sità delle p ro teste alla so p p ressio n e o p e ra ta nel dicem bre del 1877 d al g a b in e tto D epretis (cfr. anche G iam p iero C a ro cci, A g o s tin o D epretis e la p o litica interna italiana d al 1876 al 1887, T o rin o , E in a u d i, 1956). 5 V alga a illu m inare q u esta suggestione q u a n to h a sc ritto D avid L an d es, an ch e se rife rito al successo tedesco n ell’em u lazio n e d ella ‘lep re’ inglese alla fine d ell’800: “ L à dove lo sc arto fra b a ttistra d a e seguace n o n è inizialm ente tro p p o am p io , ossia là dove esso n o n d à origine a u n a p o v ertà crescente su se stessa, il v an tag g io è [...] d a lla p a rte di chi arriv a d o p o . T a n to più che lo sfo rz o per m ettersi in p a ri suscita risp o ste im p re n d ito riali e istitu zio n ali che u n a v o lta afferm atesi so n o stim oli p o te n ti a u n a crescita c o n tin u a ” (P ro m eteo liberato, T o rin o , E in a u d i, 1978, p . 439). 6 C fr. le osservazioni di G abriele R a n z a to , I l lungo addio: la Spagna tra antico regim e e liberaldem ocrazia, “ Q u a d ern i sto rici” , 1981, n. 46, p. 274; m a sulla stag n azio n e del p rim o d o p o g u e rra e il m a n c a to s fru tta m e n to delle occa sioni o fferte dalla n e u tra lità vedi M anuel T u n o n de L a ra , S to ria della R ep u b b lica e della guerra civile in S p agna, R o m a, E d ito re R iu niti, 1976: , I v o i., p. 65. Il governo dell’agricoltura in Italia e in Francia. 1914-1940 paragoni, cronologicamente non coincidenti, tra i processi di ‘modernizzazione autorita ria’ presenti nel fascismo prima, e nel fran chismo poi. Nonostante tutto ciò, contro le differenti fisionomie nazionali si schiera un largo e cre scente tessuto di elementi omogenei che pone la storia dei dicasteri agrari e delle loro tra sformazioni interne in relazione all’anda mento internazionale del mercato capitalistico, il quale sembra procedere dagli ultimi de cenni del secolo scorso lungo linee di aggres siva espansione verso le aree marginali sul piano economico e geografico — e penso in primo luogo alle grandi zone di autoconsu mo dell’Europa meridionale. Ciò configura la storia delle singole amministrazioni come storia delle risposte nazionali alle tappe dell’integrazione capitalistica, e richiama la necessità di una periodizzazione più vasta de\\’entre-deux-guerres, il cui inizio è nella decisiva crisi agraria degli anni ottanta: anni terribili per milioni di contadini in tutta Eu ropa, ma anche anni drammaticamente felici per il sorgere di istituzioni, associazioni e ap parati pubblici e privati a carattere sindacale, mutualistico, creditizio, cooperativo o di ri cerca, sperimentazione, insegnamento e di vulgazione. Le tappe omogeneizzanti dell’in tegrazione per l’agricoltura mediterranea so no per molti versi parallele e ben note: la crisi e l’ondata protezionistica con le successive, forti spinte alla commercializzazione della produzione operate dai settori più compiutamente capitalistici dell’agricoltura; la guerra, con i conseguenti problemi di ‘mobilitazione agraria’7, di approvvigionamento e controllo 69 del mercato e dei prezzi affrontati dallo sta to; lo svilupparsi nel dopoguerra di forti mo vimenti contadini politicizzati e organizzati, tesi alla conquista della terra e la correlata ri chiesta di ampie e radicali riforme agrarie re distributive; l’inflazione ‘benevola’ e la cre scita economica dell’agricoltura nei primi anni venti; le generali svolte deflattive alla fi ne del decennio e il ritorno a strategie prote zioniste, mai del tutto abbandonate, che si accelerano e diffondono con la grande de pressione, chiave di volta dell’agricoltura eu ropea novecentesca in quanto matrice — fi nalmente — di quelle forme di intervento statale e di rinnovati rapporti tra pubblico e privato che verranno trasmessi senza radicali modifiche al quadro istituzionale ed econo mico del secondo dopoguerra. Non è difficile saldare a queste grandi scansioni i punti di crescita dell’amministra zione. Lo hanno fatto Cépède e Weill per la Francia8 indicando come risposta statale alla concorrenza dei paesi nuovi il protezionismo — indissolubilmente legato, peraltro, alla nascita stessa del ministero autonomo — e la costituzione nei primi anni del Novecento di servizi economico-statistici forniti di com missioni comunali, cantonali, dipartimenta li9; alla crisi viticola si risponde in particolare con la costituzione dell’Ufficio di repressio ne delle frodi, che sorvegliava un’omologa legislazione in cui, sotto la forma ‘psicologi camente abile’ della lotta alle fròdi si nascon deva la consapevole politica della Confede razione dei vignerons du Midi per il controllo della produzione e del mercato10; alla guerra e ai problemi della ricostruzione si reagisce 7 P er l ’Ita lia vedi F ran cesco P iv a, M o b ilita zio n e agraria e tendenze d e ll’associazionism o p a d ro n a le d u ra n te la “g ra n d e g u erra ", “Q u ad ern i sto rici” , 1977, n. 36, p p . 808-835. * M . C epède-G . W eill, L ’agriculture, c it., p p. 68-86. 9 Nel 1901 fu istitu ito l’O ffice de R einsegnem ent A gricoles al fine di raccogliere, co o rd in are e o ffrire il m aggior n u m ero di in fo rm azio n i su lla p ro d u zio n e n azionale e stran iera, i prezzi agricoli, i noli e i salari; l’a n n o successivo vide la rio rg an izzazio n e co m p leta della statistica ag raria , che m odificava radicalm ente m etodi e stru m en ti di ra c c o lta del le in fo rm a z io n i istitu en d o com m issioni territo riali d iretta m e n te co n tro lla te d al m inistero. 10 P . B a rrai, L e so ciétés rurales, c it., p. 159; M . C epède-G . W eill, L ’agriculture, c it., p. 75. 70 Carlo Fumian con i servizi per gli approvvigionamenti e la costituzione di un Ufficio della ricostruzione agricola per i dipartimenti invasi, ma soprat tutto con l’allestimento di una rete periferica organica ai nuovi compiti e referente locale delle organizzazioni professionali sindacali: nel 1919 vedono la luce gli Uffici regionali e dipartimentali e nel 1924 si avalla la costitu zione di rappresentanze professionali sotto la forma di Chambres d’Agricolture elettive". Alla crisi degli anni trenta si risponde con la costituzione del Servizio economico, dinami co erede dello stanco Office des Reinsegnements e autore dell’accurata inchiesta agra ria del 1931; con l’impulso dato alla direzio ne del Genio rurale e delle Opere idrauliche, con lo Statuto del vino e l’organizzazione del mercato cerealicolo imperniata sul celebre e celebrato Office National du Blé di Georges Monnet1112; ancora, con le famose Convenzio ni collettive dell’estate del 1936, che vedono la realizzazione della legislazione sociale del Fronte popolare nelle campagne affidata espressamente al ministero di Agricoltura e non già a quello del Lavoro, con la conse guente creazione di servizi relativi ai proble mi sociali. Infine la seconda guerra mondia le, ‘anticipata’ nel 1938 dalla costituzione presso il ministero del Servizio di approvvi gionamento generale in tempo di guerra. Ancor più telegraficamente, per l’Italia vanno ricordati gli ampi poteri concessi al ministero durante la prima guerra mondiale, ma soprattutto, contestualmente al suo di stacco dal ministero dell’Economia naziona le, vi è la nascita del sottosegretariato per la Bonifica integrale, la creazione degli ispetto rati dipartimentali, l’assorbimento nel 1935 delle Cattedre ambulanti, trasformate in ispettorati provinciali e organi periferici del ministero; l’organizzazione degli ammassi e la statizzazione dei consorzi agrari, effettua ta con gravi ambiguità giuridiche, la creazio ne di un macchinosissimo apparato consorti- 11 P er i coevi p ro g etti italian i di co stitu ire C am ere ag rarie elettive e la p ro b lem atic a ce n tra lità del lo ro r a p p o rto con lo S tato si v ed a la relazione di F ran cesco C oletti p re se n ta ta alla C om m issione di stu d i tecnici ed econom ici della F e d erazio n e Ita lia n a dei consorzi ag rari, in F rancesco C o letti, E c o n o m ia rurale e p o litica rurale in Ita lia , P iacen za, 1926, p p . 277-308. I C onsigli ag rari p ro v in ciali, isp irati alle p ro p o ste del C o letti e istitu iti dal m inistero della E c o n o m ia n azio n ale nel dicem bre del 1923 vennero ra p id a m e n te so stitu iti co n i C onsigli provinciali d ell’eco n o m ia. P e r la F ra n cia, M inistère de l’A g ricu ltu re, N o tic e su r l ’organisation et le fo n c tio n n e m e n t des O ffic e s A g rico les R é g io n a u x e t D ep a rtim en ta u x, P a ris, 1922. S u ll’e voluzione delle C h a m b res d ’A g ricu ltu re a seguito della lo ro tra sfo rm a z io n e in enti p u b b lici e d ella creazione nel 1935 d ell’A ssem blea p erm an en te dei presid en ti delle C am ere, e più in generale su ll’a lto g rad o di in tegrazione tr a s tru ttu re p u b b ich e e p riv ate negli an n i tre n ta , vedi L. S alleron, Un regim e corpora t i f p o u r l ’agriculture, P a ris, 1937, p. 135; P . D o ré, L e s C h a m b res d 'A g r ic u ltu re et la co rp o ra tio n , P a ris, 1941. P e r il q u a d ro delle organizzazioni agricole p riv ate P . B a rrai, L e s agrariens fra n ç a is d e M élin e à P isani, P a ris, 1968 (nel 1939 la C o n feren za e u ro p e a della vita ru ra le censiva più di 7.000 associazioni sindacali p ro fessio n ali, so tto lin e a n d o ne p ro p rio lo specifico ru o lo di p rincipale refe ren te del m inistero; S ociété des N atio n s, C o n féren ce eu ro p éen n e d e la vie rurale, F rance, G enève, 1939, p. 43); C . de V augelas, L e m inistère de l ’A g ricu ltu re, in J. F au v et-H . M e n d ras (a cu ra di), L e s p a y sa n s e t la p o litiq u e dans la F rance co n tem p o ra in e, P a ris, 1958, p p . 253-268. 12 Sulla q u estio n e ag raria francese negli an n i tre n ta vedi le opere generali: C harles B ettelheim , B ilan d e l ’éco n o m ie fra n ç a ise 1919-1946, P a ris, 1947; A . S auvy, H isto ire éco n o m iq u e d e la F rance en tre les d e u x guerres, I, P a ris, 1965; M . A u g é-L arib é, L a p o litiq u e agricole d e ta F rance de 1880 à 1940, P a ris, 1950; e s o p ra ttu tto M . G ervais-M . JollietY. T av ern ier, H isto ire de la F rance rurale, vol. IV , P a ris, 1976, a cui si rim a n d a per u lterio ri a p p ro fo n d im e n ti bi blio g rafici; G . W rig h t, L a ré vo lu tio n rurale en F rance, P a ris, 1967; A . L ab o rd e, L ’oeuvre agricole de la X V e législa tu re (ju in 1932-m ars 1936) à la lum ière des d o c u m e n ts parlam entaires, N ancy, 1964. S o stan zialm en te co n co rd e è il p o sitiv o giudizio sto rio g rafico su ll’o p e ra di M o n n e t e d ell’O ffice N atio n al du Blé p er la su a o p e ra di razio n alizzazio n e d ella p ro d u zio n e agricola, p erseg u ita pen alizzan d o l’interm ed iazio n e speculativa e co n sen ten d o l’a u m e n to p ro gressivo del prezzo del g ra n o ad u n a q u o ta conciliativa degli interessi u rb a n i e ru rali (cfr. G io rg io C a re d d a , I l fr o n t e p o p o la re in F rancia 1934-38, T o rin o , E in a u d i, 1977); per le critiche di segno ‘c o rp o ra tiv o ’ R . M asp etio l, E c o n o m ie p a ysa n n e, P a ris, 1939; Idem , L ’organisation agricole et l ’O ffic e fr a n ç a is du blé, “ Revue économ ique in te rn a tio n a le ” , giugno 1937. Il governo dell’agricoltura in Italia e in Francia. 1914-1940 le provinciale nel 1938, che prelude agli Enti economici dell’agricoltura (1942). Nel 1939, infine, per fermarsi alle soglie del conflitto si ha l’approntamento del Servizio degli ap provvigionamenti per l’alimentazione nazio nale in tempo di guerra, con il consueto cor redo di sezioni provinciali e comunali13. Se ha ragione Le Roy Ladurie quando af ferma che riassumere è tradire, allora questo schema a maglie larghissime è imputabile d’alto tradimento perché tralascia molti im portanti provvedimenti settoriali, non si cura di distinguere tra espansione dei compiti e aumento degli uffici, non dà conto di signifi cativi scarti temporali e, last but not least, nemmeno rende giustizia ai dibattiti anche accesi che hanno accompagnato l’evoluzione dei ministeri. Ma qualche dato emerge lo stesso: in primo luogo l’importanza, tra le due guerre, della formazione di una rete peri ferica per molti versi unica nell’ambito dell’amministrazione centrale, la cui assenza era avvertita fin dalle origini in Francia come la massima insufficienza, e luogo di connu bio anch’esso singolare — e talore ‘perverso’ — tra pubblico e privato; in secondo luogo, 71 con la prima guerra mondiale si modifica ra dicalmente il segno dell’azione dei ministeri: da protettore della produzione agraria nazio nale, da rappresentante degli interessi rurali, lo Stato si fa finanziatore, programmatore, ammassatore; si arroga il controllo dei prezzi e di interi settori produttivi, dispensa (e talo ra produce) concimi e attrezzature, crea or gani locali di governo e sorveglianza, si ac colla operativamente i compiti dell’elettrifi cazione, della bonifica, dell’irrigazione, del la salvaguardia del patrimonio forestale14. In una formula, lo Stato cessa di essere ‘neutro’ per divenire ‘riformatore’, come notava un osservatore nel 1939 comparando le nuove forme di interventismo statale in Francia, Italia e Germania in relazione soprattutto al ‘governo’ dei prezzi agricoli (e in particolare del grano): gli strumenti dello Stato in quest’ambito non sono più riconducibili alla fissazione di ‘prezzi politici’ e alle misure fiscali tradizionali, ma agiscono modifi cando le condizioni stesse della formazio ne del prezzo e raggiungendo nuove di mensioni e funzioni di carattere monopoli stico15. 13 Sul caso italian o C . D esideri, L ’a m m in istra zio n e d e ll’agricoltura (1910-1980), R o m a, O fficin a, 1981; P . G o tti, L ’a m m in istra zio n e d e ll’agricoltura dalla caduta del fa sc is m o alla m età degli a n n i cinquanta. P ro fili organizzativi, in A . O rsi B attag lin i (a cu ra d i), A m m in istra z io n e p u b b lica e istitu zio n i fin a n zia rie tra A sse m b lea C o stitu en te e p o litica della rico stru zio n e, B ologna, 11 M ulino, 1980, p p . 699-852; C a rlo F u m ian , I l m inistero d i A g rico ltu ra e la p o litica agraria dello sta to d a ll’età giolittiana agli an n i trenta, in A g rico ltu ra e fo r z e sociali in L o m b a rd ia nella crisi degli an n i tren ta , M ilan o , A ngeli, 1983, p p. 57-92; L. A crosso, C o nsorzi in A g rico ltu ra , in E nciclopedia del D iritto (ad vocem )\ A n g elo V en tu ra, L a F ederconsorzi d a ll’età liberate al fa sc ism o : ascesa e capitolazione della borghesia agraria 1892-1932, “Q u ad ern i sto rici” , 1977, n. 36, p p. 683-737; V itto rio R onchi, G uerra e crisi alim entare in Italia (19401950), S alern o , S cuola A rti grafiche U m b erto I, 1977. 14 II se tto re fo restale acca m p a forse i m aggiori diritti di p rim o g e n itu ra nella sequenza dell’in terv en to sta ta le d a ll’età m o d e rn a , rico n d u cib ili alla cen tralità econom ica e m ilitare dei rifo rn im en ti di legnam e: “ [L ’J o n n ip resen za del legno — scrive F e rn an d B raudel — ha p esato enorm em ente fin o a no n m o lto tem po fa. L ’E u ro p a , m o lto ben rip a rtita dal p u n to di vista fo restale, ha tro v a to in ciò una delle ragioni della p ro p ria p o te n z a ” (C apitalism o e civiltà m ateriale, T o rin o , E in a u d i, 1977, p. 273). P er l’Italia A . M ura, P ro filo storico della legislazione sulle fo r e s te e s u i territori m o n ta n i, “ R ivista trim estra le di d iritto p u b b lic o ” , 1971, n. 3; Idem , O rd in a m en to fo re sta le e p ro b le m i m o n ta n i, M i lan o , 1973; S. M uzzi, D alla legge fo re sta le d el 1877 alle odierne direttive d i eco n o m ia m o n ta n a , “ L ’Italia forestale e m o n ta n a ” , X , 1955, n. 6; R . T rifo n e, U no sguardo alla storia d el d iritto fo re sta le in Italia, “ L ’Italia forestale e m o n ta n a ” , 1957, n. 1; C . V olpini, I p ro b le m i fo re sta li e m o n ta n i d e ll’Italia attraverso i congressi, “ R ivista di sto ria del l ’a g ric o ltu ra ” , 1963, n. 4; C a rlo F u m ia n , Q uestione m o n ta n a e fo re sta le tra p rim o e seco n d o dopoguerra, “ P ro ta g o n isti” , 1982, n. 8. 15 H . L au fen b u rg er, L ’in terven ta tio n de l ’E ta t en m atière éco n o m iq u e, P aris, 1939; per il rilievo del co n tro llo dei prezzi in cam p o eu ro p eo vedi G . B arbero, L ’in te rv e n to p u b b lic o n e ll’agricoltura europea, su p p lem en to al fase. 12 di 72 C arlo Fumian Ruoli tecnici e ruoli politici Con indubbia consapevolezza di intenti viene varato nel 1881 sotto l’egida di Gambetta il ministero di Agricoltura, forte di quattro di rezioni, alcune di antico lignaggio come Les Haras di colbertiana ascendenza, altre più recenti ma destinate a grande fortuna, come la già citata direzione dell’Idraulica agricola che nel 1933 diverrà il potente corpo del Ge nio rurale. Si disse allora, e tutti i commenta tori amano ricordarlo, che era nata la versio ne rurale del ministero degli Interni. Un dia gramma dell’intera amministrazione centra le, contenuto in un lavoro sul sistema ammi nistrativo di Alain Darbel e Dominique Schnapper, offre una rappresentazione gra fica della linearità della sua evoluzione, sen za cioè sostanziali interferenze con le altre amministrazioni16 (linearità peraltro non contraddetta dalle esigenze di assestamento interno che produssero un’abbondante serie di regolamenti (sedici, per la precisione, solo tra il 1883 e il 1911)17; altrettanto lineari si presentano i percorsi dei ministeri degli Af fari esteri e delle Finanze. Ora, è singolare ri trovare nell’importante e noto lavoro di Jac ques Ollé-Laprune questi stessi ministeri quali campioni di stabilità, intesa soprattutto come persistenza di un ristretto numero di ministri che si avvicendano alla guida, e ca pofila dei quali è senz’altro il Queuille, che totalizza tra il 1914 e il 1940 ben undici pre senze governative coprendo per più di sette anni la carica di ministro dell’Agricoltura'8. Questo in un periodo che vede aprirsi ancor più la forbice tra due tradizionali ‘comporta menti’ politici francesi, l’instabilità governa tiva, studiata dal Soulier nel 1938, e la stabi lità ministeriale19. Fino al 1910 la reiterata presenza di un medesimo titolare si sviluppa va all’interno di un ‘ciclo ministeriale’ e ri guardava un numero relativamente ristretto di personalità: “elle était l’aboutissement d ’un lent processus de décantation au terme duquel une minorité parvenait à s’imposer” . Ma tra il 1910 e il 1940 la stabilità dei mini stri diviene fenomeno generale, tanto più ri marchevole se posto in relazione con l’accre scimento dell’instabilità dei governi e con l’aumento delle ‘funzioni’ ministeriali (ancor più vistose se si tenesse conto dei sottosegre tariati): “Alors que dans la première partie de la IIIe République le nombre de postes mi nistériels de chaque gouvernement évolue au tour de 11, dès la fin de la guerre chaque Ca binet comporte 15 portefeuilles ministériels au moins. En juin 1935, le ministère Bouisson comptera 20 portefeuilles ministériels, en 1936 le gouvernement Blum, 21”20. In questo quadro di contemporanei ‘mas sacro dei governi’ e ‘confisca del potere’ ri- “ L a b o n ifica in teg rale” , R o m a, 1963: A . R o m a n o , C o n sid era zio n i su i casi e le fo r m e d i in terv en to dello sta to n el l ’agricoltura, “ R ivista di d iritto a g ra rio ” , 1960, n n. 1-2: “ Q uel p a rtic o la re in terv en to dello sta to n ell’eco n o m ia che v a so tto il generico nom e di co n tro llo dei prezzi, si è m an ifestato nel n o stro o rd in a m e n to per lunghi p erio d i, e in sva riate fo rm e e fin a lità [...]; tale c o n tro llo costituisce, forse, il più d rastico m ezzo di disciplina del m ercato e, p erciò , la su a estensione ed im p o rta n z a p ro ced e di p a ri passo con la q u a n tità e la rilev an za che p re se n ta n o , in genere, gli in te r venti co attiv i dello sta to della m a te ria ” (p. 495). 16 A . D arb el-D . S ch n ap p er, L e sy stèm e a d m in istra tif, vol. 2, P a ris, 1972, p p . 64-65. A ssai v asta e a rtic o la ta la bi b lio g ra fia su ll’am m in istrazio n e e la b u ro c ra z ia in F ran cia; per u n o sg u a rd o d ’insiem e: P . A vril, L e g o u v e rn e m e n t de la France, P a ris, 1969; A A .V V ., L a classe dirigeante fra n ç a ise, P a ris, 1978; G . T h u illier, B ureaucratie et bureaucra tes en F rance a u X I X e siècle, G enève, 1980; E . N . S uleim an, P olitics, P o w e r a n d B ureaucracy in France. T h e A d m i n istra tive E lite, P rin c eto n (New Jersey), 1974; B ibliographie d e la fo n c tio n p u b liq u e e t d u p e rso n n e l des a d m in istra tio n s p u b liq u e s, P a ris, 1948. 17 H . N oëll, L ’a d m in istra tio n centrale, c it., p. 50. 18 J . O llé-L ap ru n e, L a sta b ilité des m in istres so u s la Troisièm e R é p u b liq u e 1879-1940, P a ris, 1962. 19 A . S oulier, L ’in sta b ilité m inisterielle so u s la T roisièm e R é p u b liq u e (1871-1938), P a ris, 1939. 20 J . O llé-L ap ru n e, L a sta b ilité des m inistres, c it., p p . 23-24. Il governo dell’agricoltura in Italia e in Francia. 1914-1940 salta il dato politico della stabilità, sotto la forma di una preminenza quasi assoluta dei radicali alla testa del ministero; e vi è stato chi ha notato singolari somiglianze tra le mappe elettorali, a esempio, e quelle del l’elettrificazione rurale, anche se rimane le gittimo l’invito a non sopravvalutare l’in fluenza elettorale del ministero, in nome dei suoi ricorrenti conflitti con le potenti orga nizzazioni professionali degli agricoltori2'. L’attribuzione ‘permanente’ di alcuni dica steri, tra cui l’agricoltura, a personalità radi cali non si riassume comunque in una mera occupazione politica: “Le soucis d’ordre po litique et les compétences techniques s’entre mêlent si étroitement qu’il est difficile par fois de déceler, sur-le-champ, les motifs d’at tribution. Si en fin de carrière, M. Queuille était chargé sans cesse des responsabilités dé veloppées par de nombreux passages au mi nistère de l’Agricolture. Mais au début de sa carrière, c’est principalement en raison de son appartenence valoisienne qu’il devint mi nistre de l’Agricolture”2122. Ma il ministero di Agricoltura francese possiede altre particola rità: è propizio ad accogliere ministri debut tanti, ma anche a trattenerli — e Ollé-Laprune ne misura la ‘fedeltà’ — e soprattutto è un dicastero politicamente ambito. È forse legittimo riconoscere in questi in dizi di forme politico-amministrative preco cemente ‘stabili’ anche il riflesso di una so cietà rurale non squassata da rapporti esplo sivi tra popolazione e risorse, fortemente strutturata e articolata, ma anche tradiziona le e tradizionalista, legata a rassicuranti vo cazioni per la policoltura praticata dalle 73 maggioritarie piccole e medie imprese conta dine, segnata infine dalla transizione ‘dolce’ del paese da agricolo a industriale, se è vero che la diminuzione della popolazione attiva in agricoltura procede non traumaticamente dal 43 per cento del 1900 al 14 per cento del 1970 — di contro, a esempio, alla brusca ca duta della percentuale di popolazione attiva che si verifica in Italia solo nel secondo do poguerra (e molto vi sarebbe da dire sull’ar retratezza relativa dell’agricoltura francese e sulle sue antiche peculiarità di produttrice di risparmio più che sede di investimenti). Ma insomma, se ricuciamo anche frettolo samente ricostruzioni storiche, studi ammi nistrativi o testimonianze di contemporanei, l’immagine del ministero risulta sostanzial mente univoca: una compagine tecnico-poli tica egregiamente specializzata e organica al mondo rurale, in nome del quale tende, a esempio, a conservare — non senza contrasti — duplicati dei servizi di altre amministra zioni: è il caso del Genio rurale, versione agraria del corpo Ponts et Chaussées, o dell’insegnamento agrario, mentre gli analo ghi servizi dell’istruzione tecnica dei ministe ri dell’Industria e del Lavoro vengono ceduti rapidamente al dicastero dell’Educazione na zionale. Un’organicità, dunque, che è anche veicolo della costante legittimazione della ‘diversità’ del ministero, la cui difesa è tanto più significativa se la si connette ai reiterati progetti di costituzione di un ministero eco nomico sovrasettoriale ‘dell’economia nazio nale’, nel quadro di una riforma amministra tiva generale costantemente invocata23. An cora nel 1951 Bernard Chenot affermava che 21 C . d e V augelas, L e m inistère de l ’A g ricu ltu re, c it., p. 259. 22 J. O llé-L ap ru n e, L a sta b ilité des m inistres, cit., p p . 258-259. 23 N ell’in tro d u z io n e a ll’interessante lavoro di A . L anza (Les p ro je c ts d e ré fo rm e a d m in istra tive en F rance (de 1919 ò n o s jo u r s ), P a ris, 1968) Je an B oulouis a n n o ta v a che traccian d o u n a m edia tra gli an n i del perio d o esam in ato e i p ro g etti p u b b licati, risu ltav an o no n m eno di cinque studi di rifo rm a am m in istrativ a per a n n o . D alle tabelle elab o rate d al L an za sui p ro g etti di rifo rm a p are prevalere nel d ib a ttito il ‘tem a c o sta n te ’ della riduzione del nu m ero dei m ini steri, m en tre te n d o n o a declinare i p ro g etti di scissione delle funzioni m inisteriali. S ulla riduzione dei m inisteri e le p ro p o ste di u n ‘su p e rm in istero ’ econom ico, infittitesi nel secondo d o p o g u erra : L. R ousse, L e p ro b lè m e de la s true- 74 Carlo Fumian “Le monde agricole forme un tout; ses pro blèmes lui sont propres. Le progrès techni que et la recherche scientifique, les questions économiques de l’équipement, du marché des produits agricoles ou du commerce exté rieur, les questions sociales relatives à l’en seignement, au statut du travail ou à l’orga nisation professionelle revêtent ici des aspects originaux [...]. On peut pas conce voir que le problème du travail agricole soit traité par le ministère du Travail, que les pro blèmes de l’équipement relèvent du ministère des Travaux Publics et que les relations entre fermiers et propriétaires, par exemple, soient uniquement étudiées sous l’angle juridique par le ministère de Justice [...]. La spécialisa tion de chaque ministère, par nature de pro blème, s’arrête aux bornes de ce monde clos”24. Per l’Italia un confronto molto sommario che si può arrischiare sulle orme di Ollé-Laprune sembra indicare, nel periodo 19101940, che in primo luogo il ministero di Agri coltura, Industria e Commercio non fosse per nulla ambito politicamente, come del re sto ricordava Francesco Saverio Nitti già nel 190725. Infatti, a parte il primo dopoguerra in cui si infittisce la presenza di esponenti del partito popolare alla testa del dicastero, non pare di poter stabilire sequenze dignitose di ‘confisca del potere’, neppure per gli anni precedenti. Tra il 1923 e il 1929, professori universitari di geologia, fisica o ingegneria, come Alessandro Martelli, Orso Mario Cor bino e Giuseppe Belluzzo — non propria mente ‘organici’ al mondo rurale, quindi — assumono la carica di ministro della Econo mia nazionale, mentre con la costituzione del ministero autonomo tra i ministri e i sottose gretari si affermano le candidature dei cosid detti tecnici quali Giacomo Acerbo, Arrigo Serpieri, Arturo Marescalchi, Giuseppe Tas sinari, Carlo Pareschi (anche se con quest’ul timo siamo già nella tempesta della guerra). Eppure, la fase cruciale di stabilizzazione dell’agricoltura, di costruzione dell’apparato periferico sulle spoglie delle organizzazioni private e con la creazione di numerosi nuovi enti, decolla sotto il ministero Rossoni, non certo uomo di parte ‘agraria’. Contestual mente, il fallimento e l’accantonamento dei grandi progetti tecnocratici di ‘redenzione alimentare’ dell’Italia credo rivelino in sott’ordine anche il basso potere decisionale del ministero. In generale, altri sono sotto il fascismo i canali del consenso, e un proble ma elettorale non sussiste più: il rapporto tra Stato e privati è al tempo stesso più diretto e crudo ma anche più contorto, presentandosi sotto la forma di una generalizzata estensio ne di compiti e funzioni e al tempo stesso — soprattutto sul piano locale — di un’occupa zione da parte privata delle nuove articola zioni pubbliche di governo dell’economia, siano esse i consigli provinciali corporativi o i consorzi di bonifica, o ancor più i consorzi agrari: ancora una volta riflessi amministra tivi delle strutture sociali, non solo delle campagne, e dei rapporti tra le classi. Quindi, per tradurre in formule riassunti ve le differenze, presenzialismo statale e non già ‘organicità’ al mondo rurale; organizza zioni tecniche spesso prive di sedimentate esperienze storiche — limite assai vistoso nel tu re m inistérielle, P aris, 1955; F . B loch-L ainé, P o u r u n e ré fo rm e d e l ’a d m in istra tio n éco n o m iq u e, “ Révue éco n o m i q u e ” , 1962, n. 6, p p . 861-885. Sui precedenti del p e rio d o di V ichy: H . C u lm a n n , L e s services p u b lic s éco n o m iq u es, P a ris, 1943, in cui si av an za l’ipotesi di un ‘m in istero d ell’E co n o m ia Im p eriale’. Sull’effe ttiv a co stitu zio n e di un m i nistero d ell’E co n o m ia n azionale nel d o p o g u e rra e il fallim en to dei ten tativ i di sintesi: J .L . A rm an d -M . D ra n c o u rt, P la id o yer p o u r l ’avenir, P a ris, 1961, p p . 107 sgg. 24 B. C h e n o t, O rganisation éco n o m iq u e de l ’E ta t, P a ris, 1951, p p . 171-172. 25 F ran cesco S averio N itti, S u l bilancio d e l m in istero d i A g rico ltu ra , in S c ritti d i eco n o m ia e fin a n z a , vol. V, B ari, L aterza, 1969, p p. 140-141. Il governo dell’agricoltura in Italia e in Francia. 1914-1940 caso della statistica e nelle vicende del cata sto agrario26 — che tendono a mutare in am ministrative man mano che si affievoliscono i rapporti con il mondo rurale; apparati più polizieschi che persuasivi, e infine, relativa tendenziale minorità politica e sottorappre sentazione dell’agricoltura nel governo come nelle strutture corporative. L ’autonom ia del ministero È rimasto ancora in ombra il problema del la persistenza fino agli anni trenta di un mi nistero non specializzato. In questo caso può tornare utile un’impressionistica incur sione nel caso spagnolo, perché anche qui troviamo, dalla fine del secolo scorso, i ser vizi dell’agricoltura viaggianti tra il ministe ro di Agricoltura, Industria, Commercio e Opere pubbliche, del Fomento, dell’Econo mia, fino a giungere, negli anni trenta, a una rapida serie di bouleversements del l’amministrazione centrale e alla costituzio ne di un ministero autonomo, nel quadro 75 quindi dei governi repubblicani ‘di pace e di guerra’27. Due paesi scarsamente industrializzati, se gnati da quella ‘linea del latifondo’ e della grande proprietà assenteista che il Barrai traccia tra Lisbona e Roma quale confine ideale dell’agricoltura mediterranea28, afflitti da una questione agraria caratterizzata dal peso preponderante di una rendita fondiaria precocemente alleata al capitale finanziario e dove, in percentuali e tempi diversi, si scon trano e accavallano una fortissima pressione sulla terra e per la terra di milioni di brac cianti e braceros, un’endemica scarsità di ca pitali, strutture di governo autoritarie e ac centratrici ma al tempo stesso gracili o addi rittura assenti (si pensi a corollari socio-poli tici quali il Cachiquismo o la mafia29, forti spinte regionalistiche o veri e propri conflitti autonomistici in un quadro economico duali stico, mentre un debole associazionismo agrario, generato dalla crisi tardo ottocente sca, procede speditamente verso la statizza zione30. Paesi insomma socialmente turbo lenti ed economicamente arretrati: la spinta a 26 U n ’in teressan te sequenza co m p arativ a in F. R ivero D e A n d rea, E l C atastro en E spana, Francia, Italia, Bèlgica, H o la n d a y S uiza. E stu d io de legislación com parada, M ad rid , 1957. 27 P iù precisam en te, nel 1900 viene co stitu ito il m inistero di A g rico ltu ra, In d u stria, C om m ercio e O pere pubbliche, so stitu ito nel 1905 dal m inistero del F o m e n to , tra sfo rm a to a sua volta in m inistero dell’E co n o m ia n azionale nel 1928. Nel d icem b re del 1931 q u est’u ltim o viene m u ta to in m inistero di In d u stria e C om m ercio, d a cui nasce nel giu g n o 1933, p er scissione dei servizi relativi, il m inistero di A gricoltura. 28 II term in e la tifo n d o “ a été repris de nos jo u rs d an s le vocabulaire italien, espagnol et p o rtu g ais. Il peut d éfin ir un d o m ain e o rig in al, à l’e xtrém ité des péninsuls européennes, au Sud d ’u n e ligne L isbonne-R om e, où l’o n observe, com m e en R ussie, u n e im plication des d ro its su r la terre et des dro its su r les h o m m e s ...” (P . B arrai, L e s sociétés rura les, c it., p. 46). 29 J . T usell, O ligarquia y caciquism o en A n d a lu c ia (1890-1923), B arcelona, 1976; Idem , L a crisis d ei caciquism o and a lu z (1923-1931), B arcelona, 1977; J.A . D u ra n , H istoria de caciques, b a n d o s y ideologias en la Galicia n o urbana, M a d rid , 1976. 30 P er m olti versi em b lem atico il caso delle C àm aras A gricolas, fo n d ate nel 1887 su ll’o n d a della L e y de A sociaciones, le cui com p eten ze definiscono un soggetto assim ilabile sia ai com izi che ai C onsorzi agrari di p a rte italian a. U n d ecreto del se tte m b re 1919 tra sfo rm e rà la C am era ag raria in C am ara O ficial A gricola provinciale, d ip en d en te dal m in istero del F o m e n to e rag g ru p p a n te “ forzosam ente a los contribuyentes de rùstica y pecuaria que paguen m às de v einticinco pesetas p o r cu o ta del te so ro ” . U lteriori p rovvedim ento del 1933 ne san ciran n o il definitivo asso rb im en to tra m ite l’in serim en to di rap p re sen tan ti delle “ Je fa tu ra s A g ro n ó m icas” , dei “ Servicios F orestales y G an ad e ro s, D ele g a tio n d e H acien d a y rep résentantes de las D iputaciones. Se les concede, sin em bargo, la in co rp o rac ió n de to d a s las A sociaciones agricolas existentes en la provincia y la categoria de C o rp o ra c ió n oficial y C u e rp o consultivo de la A d m in istra tio n p ù b lica. O ste n ta rà n la representación de los p ro p rietario s en cuantos asuntos se relacionen con el E stad o ” (G . M a rco s C h a co n , L a s organizaciones agricolas en E spana, “ R evista de estudios agro-sociales” , 1953, n. 5, 76 C arlo Fumian costituire un ministero autonomo per l’agri coltura è certamente frenata dalla peculiarità dei rapporti sociali delle campagne nel qua dro dell’arretratezza economica, intesa qui in modo pavidamente asettico ed economici stico, di distanza dal punto di svolta delle economie nazionali da agricole o agricolo-industriali a industriali. Sul piano amministra tivo sono accumunati dalla tendenza a fre quenti cambiamenti di denominazione, allo spostamento dei servizi agrari da un ministe ro all’altro, alla creazione spesso disordinata di uffici e organi in cui è difficile scorgere strategie lungimiranti o solo coerenti31: un dinamismo formale, legislativo e burocrati co, che ben si concilia con la turbolenta stati cità della società rurale e con la straordina ria, soprattutto in Spagna, vischiosità e ca pacità di resistenza espressa dalle strutture agrarie tradizionali32. Ora, rinunciando forzatamente a dar con to della questione agraria nella Spagna contemporanea33 come delle singole tappe formali che scandiscono la nascita del mini stero nei primi governi Lerroux, preme nota re ciò che connota la svolta, ovvero il proble ma della terra: quando il ministero si orga nizza autonomamente lo fa attorno ai servizi della bonifica integrale, come in Italia, o del la riforma agraria, come in Spagna, e ancora una volta nel fuoco responsabilizzatore di una grande crisi agraria, economica e socia le. In Spagna, si dirà, la trasformazione av viene sotto l’egida di una repubblica demo cratica e in corrispondenza di un progetto di trasformazione socio-economica dell’agri coltura certamente avanzato; ma sappiamo anche che il percorso della legge di riforma repubblicana, tormentatissimo, è stato co stellato di crisi destabilizzanti che comunque testimoniano della centralità del problema, e che il franchismo già nel 1936 istituì nei terri tori sotto il suo controllo il Servizio di rifor ma economica e sociale della terra per proce dere a una rapida Controriforma e alla resti tuzione dei poderi espropriati dall’Istituto della riforma agraria fondato nel 1932. Schiacciata la Repubblica, il nuovo regime trasformerà il Servizio in Istituto nazionale della colonizzazione, ove anche la nomencla tura denuncia il legame con i precedenti mo narchici del 1907, piegando prontamente ai suoi disegni di restaurazione anche la legge repubblicana De Obras de Pues ta in Riego, varata nel 1932 per affrontare l’antico pro blema dell’irrigazione. Ma non basta: fin dai cosiddetti governi di Burgos (1938-1939) il franchismo non solo mantiene in vita il dica stero senza cedere a facili suggestioni di cen tralizzazione, ma ne affida sistematicamente la direzione a uomini della Falange. Nei tren ta anni che seguono la guerra civile la Falan- p p . 66-67. P e r l’Italia vedi F rancesco C o letti, L e associazioni agrarie in Italia dalla m e tà d e l secolo d e c im o tta v o alla f i n e de! d e c im o n o n o , in M o n o g ra fie inviate alla S o ciété des A g ric u lte u rs d e F rance n e ll’occasione della E sp o sizio n e U niversale d i P arigi d e l 1900, R o m a, 1900, e il più volte ric o rd a to n. 36 di “ Q u a d e rn i sto ric i” su Istitu z io n i agrarie n el d eco llo industriale. 31 Sul p ian o g o v ernativo, altissim a è la m o b ilità dei g ab in etti rep u b b lican i: tr a il 1931 e il 1939 si su cced o n o 21 g o verni, co n u n a d u r a ta m edia di soli 90 g io rn i. C fr. R a m ó n T am am es, L a repùblica. L a E ra de F ranco, in H isto ria de E sp a n a , voi. V II, M a d rid , 19776, p p . 157-159. 32 A rag io n e G erard B ren an ric o rd a v a , in L e la b yrin th e espagnole (P a ris , 19622), com e d a ll’O tto c e n to il ‘p ro b lem a a g ra rio ’ fosse g iu n to so stan zialm en te in a lte ra to fin o alla m età del ’900. P e r un q u a d ro d ’insiem e: J. G eorgel, L e F ranquism e, h istoire et bilan 1939-1969, P a ris, 1970. 33 O ltre gli studi di G eorgel, T am am es, T u n o n de L a ra , è necessario alm en o ric o rd a re E . M alefak is, A g ra ria n R e f o r m a n d P a esa n t R e v o lu tio n . O rigins o f th e C ivil W ar, New Y ork, 1970 e A . R am os O liveira, H isto ria de E spana, vol. II, M exico, 1952. M a fo n d am en tale re sta L o s la tifu n d io s en E spana, (M a d rid , 1932), l’o p era di P ascu al C a r rio n , ingegnere a g ro n o m o m em b ro della com m issione tecnica presied u ta dal g ran d e civilista F elipe S anchez R o m ân che p rep arò il p rim o p ro g etto di rifo rm a rep u b b lican o . Il governo dell’agricoltura in Italia e in Francia. 1914-1940 ge controlla saldamente solo i ministeri dell’Agricoltura e del Lavoro, oltre natural mente la Segreteria Generale del ‘Movimen to ’, lasciando altrettanto sistematicamente ai tradizionalisti la Giustizia, ai cattolici l’Edu cazione, ai tecnici conservatori personalmen te legati a Franco i dicasteri delle Finanze, delle Opere pubbliche, dell’Industria e Com mercio: solo con il 1969 il ministero di Agri coltura cadrà, assieme ad altri, in mano all’Opus Dei. È difficile e improprio trarre conclusioni da sintesi così brutali, e mi limito a una con statazione: se la sopravvivenza fino agli anni trenta di forme non specializzate dell’ammi nistrazione centrale agraria pare legata alle particolarità della struttura agraria e alla sua arretratezza, il suo superamento rimanda so prattutto alla raggiunta consapevolezza della necessità di alleviare ‘in qualche modo’ la pressione sulla terra, consapevolezza matu rata anche in quadri autoritari e reazionari quali il fascismo e il franchismo, e che si muta in progetti organici di interventi social mente ‘indolori’, raramente coronati da suc cesso, che aggirano il problema sociale inve stendo denaro e prestigio dei regimi in spera te trasformazioni tecniche e produttivistiche dell’agricoltura, ma mai seriamente redistri butive: è il grande sogno della tecnocrazia agraria novecentesca, che tanta parte ha avuto nell’organizzazione dell’intervento statale. 77 Le scienze agrarie e la statizzazione dei tecnici Un ulteriore versante degli organi di governo dell’agricoltura che amplia lo spettro delle possibili indagini è rappresentato dallo svi luppo della cultura agraria scientifica in rap porto al percorso di crescita dell’amministra zione. Anche qui la crisi degli anni ottanta ha agito da catalizzatore e moltiplicatore34. Na te da discipline non espressamente agrarie come la botanica, la chimica, la biologia, la medicina, l’economia generale, rapidamente si diversificano, si specializzano e moltiplica no, fino al raggiungimento dell’autonomia scientifica: esemplare a questo proposito è il distacco dell’economia agraria dall’indistin to corpus dottrinario dell’agronomia. Ebbe ne, quest’apparato scientifico diviene appa rato scolastico, o meglio e meno finalistica mente, ambedue interagiscono rafforzandosi reciprocamente: in Italia sorgono le scuole superiori di agricoltura a Milano, Portici, Perugia, e a Firenze nel 1912 l’Istituto nazio nale superiore forestale, quasi tutti nuclei delle prime facoltà di agraria avviate negli anni trenta35; in Francia si consolidano le scuole di Grignon, Montpellier, Rennes e l’Istituto agronomico nazionale, mentre nel 1921 sorge l’Istituto di ricerche agronomiche (patrocinato da quello stesso Roux che aveva organizzato l’efficiente Servizio di repressio ne delle frodi), posto nei primi anni trenta al- 34 In F ra n c ia sui ventisei L a b o ra to ri e S tazioni agronom iche costituiti tra il 1836 e il 1887 ben d icio tto so rg o n o d o p o il 1875: A . D em o lo n , L ’évo lu tio n sc ien tifiq u e et l ’agriculture fra n ça ise, P aris, 1946, p. 52. 35 Q u esto a ll’in tern o di squilibri e rita rd i che n o n p assaro n o inosservati agli occhi dei co n tem p o ran ei: “ L ’Italia non h a u n ’istitu zio n e che p o ssa p arag o n arsi a ll’Istitu to nazionale agronom ico di P arig i, alla R. S cuola su p e rio re di ag ri c o ltu ra di V ienna, a ll’A ccadem ia P etrow skoi di P ietro b u rg o . L ’a lto insegnam ento scientifico le fa q u indi d ife tto . Le tre vecchie Scuole su p erio ri di ag rico ltu ra, d irette a soddisfare al duplice com pito scientifico e p ro fessio n ale che ad esse si volle im p rim ere, n o n po sso n o corrisp o n d ere ap p ien o né all’u n o né a ll’a ltro . [...] quelle di P o rtici e M ilan o eb b ero v ita d id a ttic a veram ente fo rtu n o sa ; solo d a qualche an n o p resero un assetto loro p ro p rio e p ro ced o n o senza q u ell’incertezza che pel p assato to rn ò ad esse di grave d an n o . Q uesti due im p o rtan ti istituti co rsero d a vicino il p eri colo di essere so ppressi a d d irittu ra ” (V ittorio S tringher, L ’istruzione agraria in Italia, in M o n o g ra fie inviate alla S o ciété des A g ricu lteu rs, IV , p p. 6-7). P e r il perio d o successivo, spunti in M . C asalini, L e istitu zio n i create dallo S ta to p e r l ’A g ric o ltu ra , R o m a, 1937, pp. 68-105; E . Fileni, L ’insegnam ento agrario in Italia, R om a, 1956. 78 Carlo Fumian le dirette dipendenze del ministero assieme ai Laboratori e alle Stazioni di ricerca. Simili apparati saranno il crogiuolo di formazione tecnica e professionale — ma anche ideologi ca — di gran parte dei quadri tecnici dei dica steri e delle loro ramificazioni. Il caso fran cese è qui particolarmente esplicito: nel 1941 Augé-Laribé, celebrando la neonata corporazione agraria che inaugurava un rigido si stema gerarchicamente guidato e controllato appieno dal ministero, lamentava che gli al lievi diplomati dalle scuole nazionali d’agri coltura erano “visiblement inférieurs aux be soins d’une agriculture progressive. Ils suffi saient à peine au bon recrutement des fonc tionnaires dépendant du Ministère de l’Agri culture”36. Parallelamente, Ridley e Blondel notano che “The special character of the mi nistry is also reflected in the fact that its staff is drawn to an unusually large extent from the ministry’s own schools (especially the Agronomic Institute) and the various specia lized corps. Relatively few of the central staff are drawn from the general classes of the civil services: the namber of graduates of the Ecole Nationale d ’Administration in par ticular is almost negligible” 37. Ma le scuole agrarie, e soprattutto gli inse gnamenti di economia agraria, sono anche il luogo deputato alla formulazione di culture e ideologie ‘ruralistiche’ non nel senso becero di propaganda reazionaria di taglio antiurbano e ambiguamente anticapitalistico, come spesso si è portati a credere guardando al l’esteriorità delle teorizzazioni fasciste, o alla superficie del fronte agrario francese degli anni trenta, dal Parti Agraire di Fleurant “Agricola” , Grand e Noilhan alla Defense Paysanne, dalle Chemises Vertes di Dorgères all’involucro dei progetti corporativi di Salleron38; ma dove ruralismo — o agrarismo, il dibattito è aperto sui termini — è concepito come offerta di dignità scientifica alla speci ficità del mondo rurale, riguardo, a esempio, alla peculiarità del lavoro contadino, che non si muoverebbe secondo le tradizionali li nee di ofelimità care aM’homo oeconomicus. La stessa dignità scientifica viene offerta alle particolarità presunte e reali degli investi menti e del credito in campo agrario, alla contabilità aziendale, il tutto in nome della biologicità della produzione scandita da fasi naturali e non dagli artificiali ritmi della fab brica. Insomma, un’economia agraria che è spes so un manifesto di sociologia rurale, e più in generale un apparato teorico che sancisce conserva e predica la separatezza dell’agri coltura dagli altri settori dell’economia e dell’amministrazione. Se non si riconosce 36 In o ltre il n u m ero com plessivo dei d ip lo m ati presso l’Istitu to nazio n ale ag ro n o m ico , le scuole di G rig n o n , M o n t pellier, R ennes, D o n ai, V ersailles, del G enio ru ra le e v eterin ario era rim a sto sostan zialm en te sta z io n a rio tr a il 1913 e il 1938: M. A u g é-L aribé, S itu a tio n de l'agriculture fra n ç a ise 1930-1939, P a ris, 1941, p. 45. 37 F . R idley-J. B londel, P u b lic A d m in is tra tio n in France, L o n d o n , 1964, p. 222. P er la vivace co n tro v ersia sv iluppa tasi nel secondo d o p o g u e rra sulla p rev alen za nel m in istero di fu n zio n ari di origine ‘a g ro s’ (gli ingegneri ag ro n o m i d ell’Istitu to n azio nale agronom ico) e ‘a g ris’ (i d ip lo m ati delle Scuole n azio n ali di a g ric o ltu ra o ingegneri agricoli) ve di R . C h â te la in , L e m inistère des a g ronom es, “ L a revue a d m in istra tiv e ” , 1954, n. 39, p p . 278-279; M . C epède-G . W eill, L ’agriculture, c it., p p . 463-467. 38 H . D orgeres, H a u t les fo u r c h e s , P a ris, 1935; Idem , A u X X e siècle 10 a n s d e ja cq u erie, P aris, 1959; H . N o ilh an , L a R é p u b liq u e des p a ysa n s, P a ris, 1931; R . G ra n d -H . N o ilh a n -J. Le R oy L ad u rie (et alii), Q uestiones agricoles, P a ris, 1936; R. M aspetiol, E c o n o m ie p a ysa n n e, P aris, 1939; Idem , L ’ordre éternel des cham ps. E ssai s u r l ’histoire, l ’éco n o m ie et les valeurs de la pa ysa n n erie, P a ris, 1946; L . S alleron, U n régim e c o r p o ra tif p o u r l ’agriculture, P aris, 1937. M olte e accu rate le rico stru zio n i storiche: S. B erger, L e s p a y sa n s co n tre la p o litiq u e , P a ris, 1975; P . G ra tto n , L e s p a ysa n s fra n ç a is contre l ’agrarism e, P a ris, 1972; H . M endras-Y . T av ern ier, Terre, p a ysa n s et p o litiq u e , P aris, 1969-1970 (in chiave co m p arativ a); I. B o u ssard , L a co rporation p a y sa n n e , P aris, 1980, P . O ry, L e D orgèrism e, in stitu tio n et discours d ’u n e colère p a y sa n n e , “ R evue d ’histoire m o d ern e et c o n te m p o ra in e ” , aprile-giugno 1975, p p . 168-190. Il governo dell’agricoltura in Italia e in Francia. 1914-1940 l’ampiezza e la capacità di presa di simili topoi culturali, in grado di attraversare i più di versi autori e ambienti, non credo si possano cogliere appieno l’originalità dell’amministrazione agraria e fenomeni come ‘l’organi cità’ dell’amministrazione alla società rurale francese a cui si è accennato, ma anche la forza di un’opposizione corporativa che basa le proprie richieste sulla rivendicazione di una completa autonomia del settore agrario guidato dalle sue organizzazioni professio nali39. Né si tratta di sporadici atteggiamenti cul turali ascrivibili alle congiunture della gran de depressione, pur rappresentandone una significativa ‘qualità’ ideologica40: ancora dieci anni fa Camillo Daneo denunciava la ‘ragnatela di distinzioni’ disciplinari e con cettuali in cui cade chi voglia studiare i ‘mo vimenti strutturali’ dell’agricoltura, ossia l’evoluzione dell’insieme dei rapporti di pro duzione/distribuzione, lamentando soprat tutto quanto faticoso fosse superare la di stinzione ‘precapitalistica’ tra agricoltura e industria, sorretta da una costante sopravalutazione delle differenze tecnologiche41. Altrettanto istruttivo mi pare il sintetico 79 ma lucido excursus delle tendenze dominanti nel campo dell’economia agraria tracciato da uno studioso spagnolo in tempi recenti, dal quale emerge con chiarezza quanto durature, vitali e in fondo maggioritarie siano le cor renti separatiste dell’economia agraria42. En rique Ballestero individua una corrente ‘ori ginaria’, più antica ma non estinta, definita appunto ruralista e somigliante a una “ben da de quincalla donde se vendia de todo un poco” per l’assenza di chiarezze formali, connotata da un concezione ‘applicativa’ dell’economia agraria, da ristrette propen sioni aziendalistiche e dalla mancata separa zione degli aspetti economici da quelli tecni co-agronomici (è illuminante trovare citati da questo autore, quali esponenti dell’econo mia rurale incentrata sull’analisi dell’impre sa, non solo il Cuppari o il Bordiga di fine se colo, ma anche Dragoni, Brizi e naturalmen te Serpieri)43. Vi è poi una tendenza autono mista o independizante, tesa proprio a dimo strare la sostanziale inapplicabilità delle leggi generali dell’economia all’agricoltura e a ca talogare di conseguenza tutti i possibili tratti distintivi dell’attività economica in agricoltu ra, e predisposta infine a facili passaggi dalla 39 È o p p p o rtu n o ric o rd a re che tu tte le diverse tendenze delP agrarism o francese filo c o rp o rativ o n o n p o n ev an o in d u b b io la leg ittim ità d ell’in terv en to statale, le politiche di controllo della pro d u zio n e e dei prezzi p e r se stesse, bensì il g o v ern o p o litico del setto re. L a b a tta g lia ‘n o n pregiudiziale’ c o n tro l’O ffice n atio n al du blé p a rre b b e u n a c o n fer m a; fa eccezione fo rse il m o v im en to di D orgères, il cui fiero antistatalism o è sta to in fa tti co n sid erato , al di là di alcu n e an alo g ie esterio ri, q u ale prin cip ale elem ento di differenziazione dal fascism o. S ono p ro g etti e p ro p o siti che co m u n q u e i m in istri radicali e socialisti degli an n i tre n ta rin tu z zan o co n energia. 40 E rn esto G alli d ella L oggia, Verso gli a n n i trenta: qualità e m isure d i una transizione, “ B e lfag o r” , 1974, n. 5, p p . 489-509. 41 L a d ifferen za è sem m ai nei ra p p o rti sociali di p ro d u zio n e e non nei processi p ro d u ttiv i: l’a g rico ltu ra obbedisce ‘tu t t a ’ al sistem a di regole capitalistiche, “ m a vi ubbidisce attrav erso m ediazioni e interazioni specifiche che h a n n o al c e n tro n o n u n ’azien d a a s tra tta e degli a stra tti im p ren d ito ri, bensì un sistem a co m p o sito di figure sociali e di funzioni p ro d u ttiv e ” (C . D an eo , prefa zio n e a G uido B o laffi-A d rian o V aro tti, A g rico ltu ra capitalistica e classi sociali in Ita lia, B ari, D e D o n a to , 1973, p. 9). 42 E . B allestero, L a eco n o m ia agricola. Tendencias y h orizontes, “ R evista de estudios agro-sociales” , 1968, n. 65, p p . 35-43. 43 Q ui s’a p re, sia d e tto p er inciso, un singolare collegam ento che lo sta to degli studi consente solo di enunciare: sco r ren d o testi e periodici d ’e poca fran c h ista, quali la “ R evista de estudios agro-sociales” o la “ R evista de d erecho am in istra tiv o ” , è facile tro v a re m ille indizi in u n ’a tten zio n e co stan te al d ib a ttito ita lia n o , in p artico lare verso l’egem oni ca scu o la serp ierian a e le elaborazioni dei giuristi ag rari. U n caso poco esp lo rato e m eritevole di a p p ro fo n d im e n to di ‘fo rtu n a ’ in tern azio n ale della c u ltu ra ag raria di am bientazione fascista più che di stre tta derivazione fascista. 80 Carlo Fumian teoria economica alla politica agraria44. La più recente tendenza ‘integratrice’, d’orien tamento econometrico, accetta invece l’iden tità d’azione e di moventi tra l’economia agraria ed economia generale, e utilizza pre valentemente dinamiche induttive, modelli statistici e linguaggi matematici. Infine, si manifesta una corrente neoruralista, che si può far coincidere con i moderni studi di farm-management, la quale rivaluta dell’an tica scuola proprio l’attenzione per le specifi cità dell’agire economico in agricoltura e per la gestione dell’impresa, pur rifiutando la mole di variabili extraeconomiche care alla prima tendenza45. Ma l’impatto con l’amministrazione non si riduce a generiche influenze culturali, per quanto tenaci, perché dalle riordinate scienze agrarie nascono a ben vedere, nuove profes sioni: agronomi, ingegneri forestali e rurali, economisti e giuristi agrari destinati a un pre valente assorbimento nelle strutture dello Stato, come già troppe volte si è ricordato. Un processo che in Italia risulta facilitato dalla sindacalizzazione fascista e dalla for mulazione di nuovi statuti e ordini professio nali, mentre in campo agrario si giunge alla formalizzazione di organici rapporti tra la pattuglia dei docenti di scienze agrarie e isti tuzioni quali l’Inea e i collegati Osservatori locali di economia agraria, o più tardi il Con siglio superiore dell’agricoltura46. Operazio ne peraltro non indolore, come dimostrano decennali dibattiti contro la conquista delle organizzazioni private, altro luogo privile giato di occupazione dei tecnici, operata ne gli anni trenta da uno Stato debole in cerca di strumenti amministrativi, fiscali, statistici e anche politici. Ciò comporta, nel caso italia no più che in quello francese, la trasforma zione del tecnico in funzionario, ma anche la tendenziale burocratizzazione degli organi tecnici di sostegno: fenomeno reale e forse anche attuale, al di là delle anacronistiche e talora ipocrite visioni apostoliche del tecnico nelle campagne rivendicate per lungo tempo dai più accesi rural-liberisti, ben oltre il se condo dopoguerra. 44 E fficace la co n fu tazio n e: “ Se u sa co n freq u en cia el a rg u m e n to de q u e las leyes económ icas se en cu e n tra n condicio n ad as en ag ric o ltu ra p o r el esencial caràcter biològico de los fenóm enos a los q u e el ag ricu lto r se en fre n ta . Suele decirse: a d iferen cia de lo q u e ocu rre en la in d u stria , en ag ric o ltu ra se tr a b a ja co n m a teria viva, y esto cam b ia to d o . Incluso se p reten d e deriv ar de este caràcter biològico to d o s los su p u e sto s rasgos diferenciales de la eco n o m ia agrico la. T al a rg u m en to cae p o r su base si se p iensa que p rocesos netam en te in d u striales, corno los de ferm en tac ió n , fab ricació n de an tib ió tico s, etc., so n tam b ién de caràcter biològico. L a pesq u eria se e n fre n ta tam b ién a seres vivos [...]. E n cam b io , existen actividates q u e n a d a tienen q u e ver c o n la m a teria viva y q u e, sin em b arg o , p re se n ta n el ca ràcter de in certid u m b re en los ren d im ien to s de m o d o ta n acu sad o o m âs q u e cu alq u ier o tra actividad ag rico la [...]. E s m âs, en el caso de los servicios la in certid u m b re es u n a caracteristica ta n g enerai corno en a g ric u ltu ra . E l a u to r de u n lib ro r a ra vez tiene id ea de los ejem plares q u e venderà; el em presario de u n te a tro n o p u ed e c o n fia r en la respuesta fav o ra b le del p ùblico m âs de lo que c o n fia el a g ricu lto r en la resp u esta fav o ra b le de la tierra. Si la ag ric u ltu ra tra ta con la m ateria viva, los servicios tr a ta n con el h o m b re. E l h o m b re es m u ch o m âs v ariab le en su c o m p o rta m ie n to que cu alq u ier an im al en cerrad o en u n establo; y, a pesar de elio, a n ad ie se le h a o c u rrid o h a b la r de u n a eco n o m ia de los servicios com e ciencia in d ip en d ien te” (E . B allestero, L a eco n o m ia agricola, c it., p . 38). 45 “ E n la co ncepción ru ra lista se entrem ezclab an los aspectos técn ico -ag ro n ó m ico s c o n los económ icos [...]. E n la concepción n e o ru ra lista , p o r el c o n tra rio , se p rescinde de los aspectos extraeconóm icos, p a r a cen trarse en los m étod os m o d ern o s d e gestión y p ro g ra m a c ió n de em p resas, q u e req u iren técnicas ca d a vez m âs a f in a d a s ...” (E . B alleste ro , L a eco n o m ia agricola, p. 41). 46 N ella co o p tazio n e dei d o cen ti di eco n o m ia ag ra ria alT in tern o dello S tato è facile riconoscere i tr a tti deH’orm ai b en n o to o rg anicism o tecn o cratico di A rrig o S erpieri: lo s ta tu to dell’In ea prevedeva che tr a i se tte m em bri del C o m i ta to d irettiv o due fossero insegnanti di ru o lo di eco n o m ia ru rale e tre ‘c u lto ri di discipline eco n o m ich e’ n o m in ati dal m in istro ; nel 1935 A rrig o S erpieri a ffia n c h e rà al C o m ita to d irettiv o u n C o m ita to scientifico coinvolgente tu tti i d o centi di eco n o m ia ru rale, p e ra ltro già ‘a rru o la ti’ negli O sservatori locali di eco n o m ia a g raria . P a o la M agnarelli, L ’agricoltura italiana f r a po litica e cultura, M ilan o , C o m u n ità , 1981, p p . 37-43. Il governo dell’agricoltura in Italia e in Francia. 1914-1940 In margine a un conflitto: una questione di stile? Attorno ai ministeri di Agricoltura e alle lo ro strategie politico-legislative si condensa un dibattito caratteristico, uno scontro pluridecennale o meglio ciclico, che vede le clas si dirigenti agrarie impegnate in un confron to singolarmente appassionato con lo Stato, con ‘i consumatori’, con gli industriali. Il to no è per lo più drammatico, ed è sintomati co che dalla crisi agraria di fine secolo per tutto il Novecento si parli angosciosamente, e non sempre a torto, di ‘difesa’ dell’agricol tura. Nelle fasi di crisi non solo le ‘grida degli agricoltori’ di mezza Europa risuonano par ticolarmente alte e accorate, ma soprattutto totalizzano — dato omogeneo — il massimo di sfacciataggine politica e teorica che si ma nifesta nella frequenza di radicali conversio ni dal liberismo al protezionismo e viceversa (ma con minore intensità). Le scelte di cam po non sono presentate sotto la forma di ra gionate modifiche tattiche di politica com merciale in una consapevole prospettiva di sviluppo agricolo, ma si caricano, appunto come si addice a una conversione, dei conno tati radicali di un rovesciamento generale che chiama in causa componenti etico-politiche universali, con contrapposizioni da guerra di religione e conseguenti corollari di fedeli, fe delissimi, agnostici pragmatici, traditoriconvertiti, con modalità francamente non estendibili ad altri comparti ‘proprietari’, in primis industriali. I momenti alti dello scon tro sono ovviamente le crisi agricole: è facile riscontrare nelle fasi di prosperità o di ripre sa compatte richieste di ripristino o salvaguardia delle sacre libertà commerciali (pen so, a esempio, ai due dopoguerra e alle po lemiche contro le bardature economiche), 81 mentre nelle congiunture negative (come na turalmente gli anni trenta o il periodo che precede la cosiddetta espansione coreana) scattano le richieste affannose di contingen tamenti, ammassi, barriere doganali, prezzi minimi garantiti, ammorbidimenti dell’esosità fiscale, e così via. Forse solo sperdute elucubrazioni o secon darie annotazioni di colore, ma se tutto ciò individua una reale caratteristica del mondo agrario e dei suoi stretti ma conflittuali rap porti con lo Stato protettore, finanziatore e controllore, allora è un preciso segnale in ne gativo del rilievo precocemente assunto à&Wassistenza dello Stato in agricoltura da quando essa entra in conflitto con le dinami che dello sviluppo industriale. L’acutezza con cui si manifesta lo scontro e il comple mentare appiattimento delle finalità proprie tarie sulla congiuntura e il breve periodo pos sono essere indice di due fenomeni rilevanti: in primo luogo contro la tendenziale instabi lità delle strategie di politica economica espresse dalle classi dominanti agrarie risalta il ruolo, moderatore e progettuale insieme, dell’amministrazione; le stesse carenze prima riscontrate nell’apparato teorico dell’econo mia agraria a ben vedere richiamano un ‘punto alto’ di quelle assenze di consapevo lezza di cui parla Charles Maier tentando di spiegare le aporie della stabilità corporatista nei riguardi delle classi dirigenti e dei loro strumenti di analisi. In secondo luogo, que sto invita a indagare come mai il potere dei ceti agrari si esprima, ben inteso tendenzial mente, più sul terreno del veto che della pro posta: l’atteggiamento e il ruolo dei senati, delle camere alte di mezza Europa nei con fronti delle politiche agrarie tra le due guerre parrebbe una prima conferma. Carlo Fumian