Le architetture dell`acqua e le centrali idroelettriche

Transcript

Le architetture dell`acqua e le centrali idroelettriche
Il fiume Serchio: conoscerlo, amarlo, rispettarlo
(percorso guidato per piccoli lucchesi alla scoperta del Serchio)
Autorità di Bacino pilota del fiume Serchio
LE ARCHITETTURE DELL’ACQUA E LE CENTRALI IDROELETTRICHE
Fin dall'antichità il Serchio è stato fonte di acqua da bere e di cibo; la sua acqua veniva usata per
per usi domestici, come cucinare e lavare, per innaffiare gli orti e par fare girare la pale dei
mulini. Dal suo letto si estraeva poi sabbia, ghiaia e sassi per le costruzioni.
Oggi, se volessimo fare una lunga passeggiata lungo il fiume Serchio e i suoi affluenti, potremmo
incontrare moltissime “architetture dell’acqua”, cioè costruzioni piccole o grandi (in pietra, in
legno, in metallo… ) che gli uomini hanno realizzato nella storia per svolgere delle particolari
funzioni legate all’acqua.
Per esempio potremmo vedere: ponti, necessari per poter attraversare i fiumi, a piedi o con altri
mezzi (biciclette, carri, automobili…); mulini, che grazie al movimento dell’acqua dei fiumi possono
azionare le loro macine (per macinare il grano, le castagna, o per frangere le olive); fontane, per
raccogliere e bere l’acqua. Oltre a queste, nel corso dei secoli l’uomo ha imparato a costruire
anche architetture molto più grandi e complicate, come dighe e centrali idroelettriche, per
produrre energia.
Vediamo meglio alcune delle più importanti architetture che troviamo lungo il Serchio.
I ponti
Un tempo era possibile attraversare il fiume solo nei punti dove l’acqua era molto bassa, in
corrispondenza dei “guadi”. Invece, dove il fiume era più ampio e l'acqua più fonda,
l’attraversamento avveniva per mezzo di barche che traghettavano da una sponda all'altra
persone, cose, animali.
Col tempo si cominciò a costruire ponti, capaci di sopportare il peso di persone, carri e
bestiame. I primi ponti erano costruiti in legno, ma alla prima piena venivano spazzati via. Più
tardi la pietra sostituì il legname e l’uso dell’arco divenne il modo per costruire i ponti.
Progetto educativo 2015-2016
Pagina 1 di 6
ponte di legno
ponte di pietra
Il ponte a ARCO più famoso che attraversa il fiume Serchio è certamente il Ponte della
Maddalena, che è più conosciuto col nome di “Ponte del Diavolo”, vicino a Borgo a Mozzano. Si
iniziò la sua costruzione nel Medioevo , attorno all’anno 1000. In tempi recenti, agli inizi del
1900, fu aperto un nuovo arco per far passare la linea ferroviaria Lucca –Aulla.
Un altro ponte importante vicino a Lucca è il Ponte delle Catene (a Bagni di Lucca) sul torrente
Lima, dell’architetto Lorenzo Nottolini (1840). E’ uno dei primi ponti sospesi costruiti in Italia,
cioè non ha archi di pietra, ma la passerella in legno e metallo viene tenuta , “tirata” su, da cavi
metallici , sostenuti da piloni in pietra laterali.
Le architetture per la vita domestica
Nel bacino del Serchio sono diffuse numerose architetture che l’uomo ha realizzato per
soddisfare le proprie esigenze quotidiane: lavare i panni (lavatoi), attingere e raccogliere l’acqua
(fontane), macinare il grano, le castagne, o frangere le olive per produrre farine e olio (mulini).
Ecco alcuni esempi:
Progetto educativo 2015-2016
Pagina 2 di 6
Lavatoi
Fontane
Mulino sul Rio Coccia
Schema funzionamento
Le dighe
Le dighe sono delle architetture molto diffuse e importanti per il bacino del Serchio, presenti in
Garfagnana e nella valle della Lima.
Una diga è uno sbarramento artificiale , cioè costruito dall’uomo su un corso d'acqua naturale ,
che serve a creare un lago artificiale o “invaso”.
Diga
invaso
diga di Vagli
diga sulla Lima
Progetto educativo 2015-2016
Pagina 3 di 6
Lungo il fiume Serchio e i suoi affluenti esistono ben 13 dighe. Ma a cosa servono?
Negli invasi vengono immagazzinate le acque delle piogge dell’autunno e dell’inverno. Durante i
periodi estivi di siccità, le dighe aiutano i fiumi e i suoi abitanti a sopravvivere poiché l’acqua
accumulata nell’invaso può essere rilasciata gradualmente. Invece in inverno quando piove
troppo, le dighe aiutano ad allontanare il pericolo di alluvione poiché trattengono le acque e
le rilasciano successivamente, quando il pericolo è superato.
Ma la funzione principale delle dighe è produrre ENERGIA ELETTRICA. L'uso dell'energia
dell’acqua risale a tempi antichi: l'acqua veniva infatti utilizzata per azionare mulini ad acqua,
usati per macinare il grano (quindi fare il pane) o per frangere le olive (per fare l’olio).
Oggi con le dighe e le centrali idroelettriche l’acqua dei fiumi può "lavorare" per produrre
l'energia elettrica pulita, che non sporca l’ambiente (come invece fanno il carbone o il petrolio),
e rinnovabile, cioè che non finisce mai.
Le centrali idroelettriche
Una centrale è un complesso di impianti che riescono a produrre energia elettrica grazie alla
forza dell’acqua: infatti viene realizzata nelle zone in cui si ha una costante disponibilità di
acqua e la possibilità di costruire dighe e bacini, come lungo il fiume Serchio e i suoi affluenti
principali.
Come abbiamo visto, per realizzare una centrale idroelettrica deve essere costruita una diga
per sbarrare lo scorrimento del fiume. Le acque non potendo più proseguire il loro corso
formano un lago artificiale da cui è facile prelevare acqua anche quando il fiume è in magra
(cioè ha poca acqua) o addirittura quando è in secca (privo d'acqua).
L’acqua viene costretta a passare velocemente dal bacino, posto più in alto, attraverso un tubo
che si chiama condotta forzata: questa tubatura, che ha una fortissima pendenza, “forza”
l'acqua e la costringe a scendere a grande velocità.
Arrivata alla centrale l'acqua mette in azione una macchina che si chiama turbina. La turbina è
una grossa ruota metallica alla quale sono unite numerose pale, anch'esse in metallo: l'acqua,
uscendo dalla condotta forzata con grande impeto, è proiettata sulle pale e fa girare la ruota.
Progetto educativo 2015-2016
Pagina 4 di 6
turbina
alternatori
La turbina è collegata a sua volta con un'altra macchina, che si chiama alternatore : il movimento
della turbina mette in azione l'alternatore, che trasforma la forza trasmessa dalla turbina in
energia elettrica. L'alternatore quindi è la macchina che produce l’energia elettrica.
A questo punto si presenta il problema di come trasportare l'energia elettrica dalla centrale ai
luoghi dove verrà utilizzata: l’energia viene convogliata nelle linee di trasmissione (tralicci e
cavi elettrici) che la trasporteranno ai luoghi di utilizzazione (case, luoghi di lavoro…).
Nel bacino del Serchio, esistono ben 19 centrali idroelettriche, che possono soddisfare le
esigenze di energia per più di 65.000 famiglie!
I rischi per l’ambiente
Occorre però fare attenzione: se si vuole sfruttare troppo l’acqua del fiume, e quindi se si
costruiscono troppe dighe o altri “sbarramenti” o “traverse”, si rischia di fare un danno al fiume
e ai suoi abitanti (pesci e piante).
Infatti la diminuzione della “portata” di un fiume riduce lo spazio vitale degli animali acquatici e
può diminuire anche la biodiversità, cioè la varietà di animali e piante presenti.
Un altro problema che può verificarsi quando l'acqua diminuisce è la riduzione dell’ossigeno
sciolto nell’acqua, che la fa diventare soffocante; inoltre anche l’acqua stagnante, che cioè non
scorre, contribuisce ad aumentare troppo la temperatura dell’acqua: tutto ciò può causare morie
di pesci.
Altro problema per l’ambiente dovuto alle dighe e sbarramenti, è che queste creano degli
“scalini” che impediscono ai pesci di nuotare liberamente e di risalire la corrente.
Per risolvere questo grave problema si costruiscono delle apposite scale di risalita: i pesci
possono utilizzarle per risalire la corrente e così seguire il ritmo della loro vita.
Progetto educativo 2015-2016
Pagina 5 di 6
Immagini di scale di risalita
Come i ponti servono a noi per vivere sulla terraferma senza interruzioni, così le scale di risalita
servono ai pesci per vivere lungo tutto il fiume, senza interruzioni. Queste si possono
considerare delle vere e proprie “architetture dell’acqua” , e data la loro importanza meritano di
essere più conosciute.
Progetto educativo 2015-2016
Pagina 6 di 6