Working Paper n. 2007-37 - Università degli Studi di Milano
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Working Paper n. 2007-37 - Università degli Studi di Milano
LE BORSE MERCI IN ITALIA: UN MERCATO A DIMENSIONE D’UOMO ROBERTA BON Working Paper n. 2007-37 OTTOBRE 2007 DIPARTIMENTO DI SCIENZE ECONOMICHE AZIENDALI E STATISTICHE Via Conservatorio 7 20122 Milano tel. ++39 02 503 21501 (21522) - fax ++39 02 503 21450 (21505) http://www.economia.unimi.it E Mail: [email protected] Pubblicazione depositata ai sensi della L. 106/15.4.2004 e del DPR 252/3.5.2006 Le Borse Merci in Italia: un mercato a dimensione d’uomo Roberta Bon* Abstract: This paper aims to draw a survey about the structure and models of the Stock Exchanges in Italy, underlining all the particular features of these institutes: the first result is that the Italian characteristics do not allow a comparison with the big foreigner Exchanges in terms of activities. Starting from the historical evolution of the Italian Stock Exchange, then we define the actual situation through two significant case studies: the Stock Exchange of Milan and the Borsa Merci Telematica Italiana S.c.p.a.. Finally we analyse the situation on the most important foreigners markets for the cereals: the Chicago Board of Trade, the Kansas City Board of Trade and the London International Financial Futures and Options Exchange. Keywords: Stock Exchange, Floor, contract future, contract spot Jel Classification: F10, N12, N24 Le Borse Merci vengono definite dalla legge italiana quali luoghi d’incontro per lo svolgimento delle contrattazioni nel mercato, anche a termine, di merci e di prodotti che possono formare oggetto di scambio, esclusi i beni le cui negoziazioni si svolgono presso le Borse Valori. Detto questo è lecito considerare le Borse Merci come mercati all’ingrosso, all’interno dei quali gli operatori possono effettuare le loro operazioni di scambio senza la necessità della presenza fisica della merce. A differenza delle Borse Merci estere che trattano principalmente contratti futures, le Borse Merci italiane si concentrano prevalentemente sulle contrattazioni nell’effettivo, sia a pronti che a consegna differita e solitamente gli affari vengono conclusi al di fuori dei locali. Proprio quest’ultimo aspetto rende impossibile quantificare il volume di affari che annualmente transita per i locali di borsa italiani; l’unico dato che ci permette di comprendere l’importanza di una piazza è il numero di tesserati che frequentano i locali di borsa nei diversi giorni di mercato. Come si avrà modo di vedere nelle successive pagine, le Borse Merci italiane più che un sistema di scambio rappresentano una struttura per lo svolgimento * Dottore di ricerca di Storia di impresa, Sistemi di impresa e Finanza Aziendale, Università degli studi di Milano. 1 degli scambi; la stessa conclusione dell’affare viene gestita privatamente dalle parti interessate. ORIGINI DELLE BORSE MERCI Le Borse Merci hanno svolto da sempre un ruolo di primaria importanza nell’attività mercantile di industriali, agricoltori, allevatori ed imprenditori. Per mezzo di tali istituti il mercato delle contrattazioni trovò finalmente la sua piena legittimazione: gli scambi venivano regolamentati, non erano più lasciati al libero arbitrio delle parti, ma venivano minuziosamente definiti e garantiti da una struttura pubblicamente riconosciuta; venivano definiti il prezzo, la quantità, la qualità, il tempo e il modo di consegna del prodotto oggetto della negoziazione. Se si intende tracciare la storia delle Borse Merci è d’obbligo ricondurre le origini dell’istituto alle fiere e ai mercati del Medioevo, pur ammettendo che la pratica della concentrazione degli scambi risale a tempi ancor più remoti: già nel 500 a.C. a Roma nel tempio di Cerere avevano luogo delle adunanze mercantili, dette “Collegia Mercatorum” 1. Sebbene non si possa ancora parlare di Borsa, è in questi anni che vennero gettate le fondamenta per la nascita di una nuova concezione dello scambio, che si voleva allontanare dai suoi antichi caratteri di sporadicità e di fatalità per permettere agli operatori di pianificare le proprie attività di produzione, trasformazione e vendita. Vista la ricchezza che tali incontri erano in grado di generare fu negli interessi dei Podestà e dei Signori di numerosi Comuni offrire ai mercanti strutture più consone allo svolgimento della loro attività; così, un pò ovunque, sorsero le cosiddette Logge dei mercanti o Logge dei banchi, ossia grandi piazze dotate di portici e colonnati dove i “negotiatores” avrebbero potuto trovare un’adeguata collocazione ai propri banchi o bancherelle per la vendita delle merci. Non a caso il termine stesso di “Borsa” viene fatto risalire da numerosi studiosi alle Fiandre del Cinquecento, quando era sorta l’abitudine tra mercanti e banchieri della città di Bruges di radunarsi per effettuare le loro contrattazioni davanti al palazzo di una importante famiglia veneta, i “Della Borsa”, cognome tradotto in fiammingo in Van der buerse .2 1 N. Garrone, La Scienza del Commercio I, Vallardi, Milano 1914, pag.275. Come sostiene Lorenzo Pispisa la sopraccitata spiegazione dell’origine del termine non è l’unica da annoverarsi in dottrina. Altri difendono la natura olandese del termine ma la riconducono all’usanza diffusa tra i cittadini di incontrarsi per concludere i loro affari davanti ad una casa di Amsterdam con scolpite tre borse in marmo. Teorie minori ma non per questo da sottovalutare sostengono che il termine possa essere ricollegato ad un oggetto che veniva 2 2 Un ulteriore passo in avanti nel campo delle contrattazioni venne compiuto nel Seicento e nel Settecento con lo sviluppo delle negoziazioni differite. La tulipomania3, il Progetto Mississippi4 e la Compagnia dei Mari del Sud5 sono tutte esperienze che hanno permesso all’uomo di disporre di una nuova forma di contrattazione che poneva alla base delle operazioni di vendita ed acquisto contratti che trascendevano dall’esistenza effettiva del prodotto posto alla base della negoziazione. Stava prendendo piede quel fenomeno che tutti gli studiosi odierni avrebbero chiamato la “cartolarizzazione” del mercato. Questa nuova concezione dello scambio favoriva la nascita non solo di una semplice Borsa merci ma di un istituto ancora più complesso: il Mercato a Termine di Borsa Merci. Infatti, come affermò Lorenzo Pispisa “ per mercato a termine dobbiamo intendere il complesso di affari promosso dalla possibilità di negoziazioni che prescindono dalla presenza fisica delle merci e la esecuzione dilazionata di queste partite permette un adattamento ambientale dei prodotti, utilizzato per contenere il denaro e che veniva attaccato alla cintura. (L. Pispisa, Le Borse di Commercio nella tecnica delle negoziazioni, Cacucci, Bari 1955, pag.17). 3 La tulipomania prende il nome dal tulipano, un fiore che giunse in Europa occidentale da Costantinopoli intorno al XVI secolo. Immediatamente gli olandesi si appassionarono alla coltivazione dei suoi bulbi, basti pensare che nel 1634 era ritenuto elemento di disonore tra gli aristocratici non possederne una collezione. In poco tempo la passione per il tulipano si diffuse anche fra le classi più basse, le persone erano disposte a vendere tutti i loro averi pur di riuscire a possederne un esemplare. Il prezzo del fiore continuò ad aumentare sino a quando i cittadini iniziarono a domandarsi se effettivamente quel bulbo che avevano acquistato con tanta fatica potesse valere ciò che avevano pagato. Nel settembre del 1636 il prezzo della merce iniziò a calare vertiginosamente e non fu più in grado di risalire. 4 Il Progetto Mississippi venne ideato da uno scozzese John Law nel 1717 in Francia. Tale progetto prevedeva l’istituzione di una Compagnia che avrebbe avuto l’esclusiva del commercio sul fiume Mississippi e nella provincia della Lousiana e che si sarebbe finanziata mediante l’emissione di azioni. La ricchezza proveniente da quelle terre, dipinte come fonti inestimabili di metalli preziosi e la possibilità di riscuoter le tasse fece raggiungere risultati sorprendenti alla Compagnia, al punto che il valore delle sue azioni cresceva a dismisura e la gente continuava a richiederne delle nuove. Nel frattempo un editto sancì il privilegio esclusivo per la Compagnia del Mississippi di commerciare con le Indie Orientali, la Cina e i Mari del Sud. La frenesia all’acquisto dei titoli della Compagnia continuò a crescere fino al 1720, anno in cui iniziò a scoppiare la bolla speculativa e tutti gli speculatori seguiti dal resto degli azionisti si affrettarono a vendere. 5 La Compagnia dei Mari del Sud venne creata nel 1711 in Inghilterra dal conte di Oxford con l’intento di risanare le finanze dello Stato. La Compagnia sottoscrisse fin dall’inizio 10 milioni di sterline del debito pubblico garantendosi una rendita annua del 6%, oltre il monopolio nel commercio con le terre dei Mari del Sud. A sua volta la Compagnia si finanziava mediante l’emissione di titoli azionari. La prospettiva di un guadagno facile e di profitti illimitati furono in grado di attirare non solo i risparmi di investitori nazionali ma anche stranieri. Quando nel 1717 il re decise di privatizzare interamente il debito pubblico inglese, la Compagnia si candidò con risultati positivi all’acquisto dei titoli di Stato. Il valore delle azioni della Compagnia continuò a gonfiarsi ma, come ogni bolla speculativa che si rispetti, sul finire del 1720 il loro prezzo crollò. 3 delle merci, indipendentemente dal loro concentramento geografico dovuto a ragioni di ordine economico, politico o finanziario”.6 Agli esordi dell’Ottocento le negoziazioni ad esecuzione differita venivano praticate per diverse tipologie di merci e in diversi mercati. Nel 1848 nacque il Chicago Board of Trade, costituito sottoforma di società per azioni, con l’obiettivo di riunire agricoltori e mercanti. In Europa, il primo mercato a termine che comparve per la contrattazione delle materie prime fu il London Metal Exchange. Questo istituto nacque nel 1882 quando i mercanti che erano soliti riunirsi nel Royal Exchange decisero di dotarsi di una struttura solida e pubblicamente riconosciuta, che fosse in grado di garantire alle nuove industrie che erano andate sorgendo un sicuro canale per l’approvvigionamento dei metalli e di tutti quei prodotti di cui necessitavano. Come si ha già avuto modo di dire, la Borsa Merci è il luogo fisico in cui si concentrano gli scambi di materie prime e di prodotti dell’agricoltura, ove persone qualificate si incontrano periodicamente per concludere i loro affari. A differenza dei raduni di commercianti che si tengono nelle Piazze, nei Broli e nei Broletti, quando si parla di Borse Merci si fa riferimento ad un mercato organizzato in cui le contrattazioni devono rispettare regolamenti e norme di legge. In Italia che cosa accadde? La volontà nutrita dagli operatori italiani di poter disporre di un luogo ben definito, che a cadenze fisse e nel rispetto di determinate regole gli permetesse di adunarsi e di discutere dei propri affari è da considerarsi il leit motive di tutto il ciclo di vita delle nostre Borse Merci. Eredi indiscusse dei mercati e delle fiere medioevali si sono sviluppate intorno alla fine dell’Ottocento o ai primi anni del Novecento e ciascuna, anche dopo l’Unità di Italia ebbe la possibilità di funzionare con un proprio statuto e regolamento. Solo intorno all’anno 1913 con la legge n.272 si è cercato di unificare la disciplina in tutto il paese e proprio in questo periodo venne offerta agli istituti la possibilità di dotarsi di veri e propri mercati a termine. Nonostante gli sforzi compiuti dai legislatori, in Italia non si poté mai parlare di mercati a termine; in realtà nelle imprese italiane non riuscì a svilupparsi una cultura sulle tecniche di copertura, sulla gestione delle scorte e sulla possibilità di ottenere una re-distribuzione della produzione su vasta scala attraverso l’utilizzo dei contratti futures. Forse l’assenza di informazione da parte degli operatori 6 L. Pispisa, Le Borse di Commercio nella tecnica delle negoziazioni, Cacucci, Bari 1955, pag.39. 4 oppure la mancanza di una disciplina giuridica hanno contribuito a limitare le tecniche di contrattazione alle sole operazioni svolte sul mercato dell’effettivo. La partecipazione degli operatori alle sedute delle Borse Merci e delle Sale di contrattazione era motivata dalla possibilità di trovare facilmente una controparte per la conclusione dei propri affari, per ottenere informazioni sull’andamento del mercato e per usufruire dei contratti-tipo. Solitamente i contratti venivano conclusi in un secondo momento al di fuori dei locali di scambio e le negoziazioni si perfezionavano sempre con l’effettiva consegna della merce. Le stesse Borse Merci in Italia ebbero una vita molto difficile; la legge del 1913 se da un lato fu in grado di riconoscere l’esistenza dell’istituto dall’altro non fu capace di disciplinarne l’attività, dal momento che pretendeva di regolamentare contemporaneamente due strutture nettamente diverse per principi ed esigenze come la Borsa Valori e la Borsa Merci. Successivamente la crisi del 1929, l’avvento del fascismo e lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale provocarono un momento di stasi nel mercato degli scambi. Da non dimenticare in quegli anni la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto 26 luglio 1935 n.1494 firmato da Benito Mussolini e Edmondo Rossoni che sanciva la definitiva chiusura di tutti gli istituti. Intorno agli anni ‘50 con l’avvento della Repubblica e la riaffermazione delle ideologie liberali si aprirono per le Borse Merci nuove prospettive di sviluppo: la legge 374/1950 abrogò il precedente Regio Decreto 26 luglio 1935 n. 1494 permettendo alle Camere di Commercio locali di ricostituire le Borse Merci, mentre la successiva circolare ministeriale 673/1954 definì un regolamento-tipo con il duplice obiettivo di uniformare il funzionamento delle borse e di offrire alle singole Camere di Commercio la possibilità di adeguare i propri regolamenti ai rispettivi contesti ambientali. Il più delle volte si trattò di Borse Merci e di Sale di Contrattazione e non di veri e propri mercati a termine di Borsa Merci. Costituire Sale di Contrattazione o Borse Merci non era la stessa cosa; seppur dal punto di vista sostanziale entrambi gli istituti facilitano l’incontro dell’offerta e della domanda per mezzo della concentrazione degli scambi, dal punto di vista formale le Borse di Commercio vengono istituite con Decreto del Presidente della Repubblica dopo essere state approvate dal Ministero dell’Industria, Commercio ed Artigianato, su proposta della Camera di Commercio (art.1 legge n.272/1913), mentre le Sale di Contrattazione vengono istituite dalle Camere di Commercio senza alcun riconoscimento presidenziale. 5 Intorno agli anni Cinquanta le Borse Merci sorsero nelle città di Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Napoli, Padova, Pisa, Roma, Torino e Venezia. Con l’avvento degli anni Sessanta anche le città di Perugia, Verona, Pescara e Parma si dotarono di proprie Borse. In questi mercati, detti dell’effettivo, le negoziazioni si concludevano con l’esecuzione materiale del contratto per mezzo della consegna immediata o differita della merce (in questo caso si faceva riferimento ad un campione di merce). Erano veri e propri mercati d’approvvigionamento, dove l’offerta era principalmente di carattere locale. Dal precedente elenco è stata appositamente tralasciata la Piazza di Milano in quanto con la legge del 10 novembre 1954 venne riconosciuta la possibilità di aprire nella città un mercato a termine per i cereali e per la seta. Purtroppo questi mercati ebbero una vita molto breve: il mercato a termine della seta chiuse nel 1961, mentre il mercato a termine dei cereali chiuse nel 1962. Interessante è anche la natura della Borsa Merci di Bari, che come affermava a suo tempo Lorenzo Pispisa “funziona un modo di negoziare sui generis per consegna differita che in <strictu sensu> non può considerarsi un mercato a termine.”7 Infatti la Borsa di Bari nel suo regolamento stabiliva che la quantità dovesse essere espressa in quintali con tolleranza 5% ma non veniva fatta alcuna esplicita menzione al lotto e al tipo base. Inoltre la cessione del contratto poteva avvenire mediante girata con la clausola “ricevere o rivendere”. L’operazione si concludeva quando il venditore rilasciava all’ultimo cessionario la merce dietro consegna della “lettera di riconoscimento”. Qui risiede la sua peculiarità, nel fatto che si trattava di un mercato a consegna differita e non di un vero e proprio contratto a termine, dal momento che la merce doveva essere obbligatoriamente ritirata e i contratti non venivano standardizzati in tutte le loro parti. Tabella 1- Diffusione Borse Merci e Sale di contrattazione. Borse Merci Sale di Contrattazione 10 24 Italia Settentrionale 4 9 Italia Centrale 3 2 Italia Meridionale 17 35 Tot. Fonte: La Borsa Merci, Bollettino Camera di Commercio di Mantova, Dicembre 1989. Trent’anni dopo la situazione venne delineata con precisione dal Bollettino della Camera di Commercio di Modena del 1989. In base ai dati riportati si apprende 7 L. Pispisa, Le borse di commercio nella tecnica delle negoziazioni, Cacucci , Bari 1955, pag.103. 6 che in quel periodo funzionavano diciassette Borse Merci e trentacinque Sale di Contrattazione, principalmente localizzate nel Nord del Paese. Le Borse Merci si trovavano presso le seguenti città: Bari, Bologna, Firenze, Genova, Mestre e S. Donà del Piave (VE), Modena, Napoli, Padova, Parma, Perugina, Pescara, Piacenza, Pisa, Roma, Torino, Vercelli e Verona; le Sale di Contrattazione erano localizzate a: Alessandria, Ancona, Arezzo, Asti, Belluno, Bergamo, Bologna, Brescia, Cecina (LI), Cremona, Cuneo, Foggia, Forlì, Grosseto, Latina, Mantova, Milano, Novara, Pavia, Piazzola sul Brenta, Ravenna, Reggio Emilia, Rovigo, S. Benedetto del Tronto, Siena, Taranto, Terni, Trento, Treviso, Udine e Vicenza. Il mercato aveva abbandonato definitivamente la sua funzione di copertura per dedicarsi unicamente alle contrattazioni nell’effettivo. La Borsa rappresentava un luogo di incontro, un “salotto” ove gli operatori effettuavano personalmente le trattative e ottenevano importanti informazioni relative al mercato, alla produzione, all’importazione e all’esportazione più difficilmente reperibili per altri canali. Significativa risulta essere la denuncia e al medesimo tempo l’augurio che la Camera di Commercio di Modena nel 1989 fece a tutta la nazione “Di fronte a questo fenomeno le CCIAA possono lasciare passivamente che le cose continuino ad andare in questa direzione oppure cercare di riutilizzare questo istituto, certamente indispensabile per l’economia del paese, rompendo il clima di passività attuale ed entrando in una logica che consenta loro di svolgere una azione determinata in questo campo ponendosi come principale punto di riferimento qualificato in questa materia.”8 Negli anni successi vi fu da parte del mondo politico il tentativo di rilanciare l’attività delle Borse Merci, ma data l’assenza di un organico progetto servì a ben poco la legge di riforma delle Camere di Commercio del 29 dicembre del 1993 n.580 al cui art.2 punto c si affrontava la “Regolazione del Mercato” e veniva riconosciuto alla singola Camera la facoltà di redigere i Listini per i Prezzi all’ingrosso per differenti tipologie di merci. Questi Listini venivano redatti con cadenza settimanale, quindicinale o mensile da ciascuna delle centotre Camere di Commercio nazionali, rappresentavano un ulteriore strumento di informazione offerto agli operatori per garantire la trasparenza del mercato e la sua naturale regolazione. Nonostante il nuovo servizio elargito dalle Camere di 8 B. Dell’Arringa, La Borsa Merci, estratto dal Bollettino della Camera di Commercio di Mantova, 1989, pag.27. 7 Commercio, in Italia i vecchi Istituti di Borsa non vennero chiusi ma continuarono a funzionare. UNA PANORAMICA SULLA SITUAZIONE ATTUALE Prima di definire un quadro rappresentativo sull’attuale stato dell’arte delle Borse Merci in Italia è necessario sottolineare che l’ordinamento delle Borse Merci in Italia, a differenza di quanto avviene all’estero, è improntato a criteri di natura pubblicistica; sono le Camere di Commercio, Industria e Agricoltura delle singole città che propongono al Capo dello Stato l’istituzione della Borsa, che ne amministrano l’attività e che emanano le norme regolamentari e gli statuti; è il Ministro per l’agricoltura, per l’industria e il commercio che svolge funzioni di vigilanza e di controllo sull’attività dell’istituto9. Per contro in America e in Gran Bretagna le Borse Merci vengono considerate istituti privati a tutti gli effetti anche se sottoposti al controllo e alla vigilanza delle pubbliche autorità. Infatti le Borse americane sono società di capitali il cui oggetto sociale è quello di promuovere il commercio, di garantire e controllare il mercato degli scambi, di facilitare la risoluzione delle controversie e di tutelare i propri membri. Queste società hanno la facoltà di dotarsi di propri regolamenti purché non entrino in contrasto con la legislazione federale e i regolamenti redatti dalla “Commodity Futures Trading Commission”10. Le borse inglesi sono associazioni che provvedono ad emanare regolamenti che siano in grado di definire le condizioni d’accesso e d’esclusione dei propri membri, le modalità di contrattazione, le merci ammesse al mercato, ispirandosi nella formulazione dei loro statuti alla legislazione statale. Attualmente non esiste alcuna analisi sistematica di tutte le Borse Merci e Sale di Contrattazione presenti in Italia. Per cercare di fornire una fotografia attendibile sulla diffusione di tali istituti si è fatto affidamento sui dati forniti dalla società Borsa Merci Telematica Italiana s.c.p.a., sugli elementi ricavati dai siti 9 “Le borse di commercio sono sottoposte alla vigilanza del Governo, delle Camere di Commercio, della deputazione di borsa e dei sindacati dei mediatori. I ministri di agricoltura, industria e commercio e del tesoro possono in ogni tempo ordinare di concerto ispezioni alle borse di commercio e, sentita la Camera di Commercio, emanare i provvedimenti reputati di volta in volta necessari, secondo le speciali condizioni del mercato, per assicurare il regolare andamento degli affari nelle singole borse” (Legge 20 marzo 191 n..272, art.1). 10 La “Commodity Futures Trading Commission”, venne istituita dal “Commodity Exchange Act” del 1922 successivamente modificato nel 1982, ed è una Commissione del Governo degli Stati Uniti alla quale sono stati differiti numerosi poteri di controllo e di regolamentazione delle Borse Merci. 8 internet delle Camere di Commercio e sui listini prezzi pubblicati dalla stampa specialistica. In Italia nell’anno 2005 risultano operanti 18 Borse Merci e 22 Sale di Contrattazione, la maggior parte delle quali sono localizzate nel Nord del Paese. Dal momento che i contratti vengono conclusi privatamente al di fuori dei locali, l’analisi del mercato attuale può limitarsi ad un semplice elenco di tutti gli istituti attivi e delle merci trattate; non si potrà procedere in un’analisi più approfondita che possa riguardare il volume degli affari. Città Alessandria Arezzo Ascoli Piceno Asti Bari Bergamo Bologna Brescia Cremona Cuneo Firenze Foggia Forlì Grosseto Livorno Macerata Milano Modena Mortara Napoli Tabella 2- Borse Merci e Sale di Contrattazione in Italia. Borsa Merci Sala Contrattazione Cereali, foraggi, paglie Cereali, bestiame, olio, vino Vini, ortofrutticoli, florovivaistici, cereali Cereali, bestiame, vini Cereali, patate, foraggi, legumi, olive, vini Cereali, mangimi Cereali, farine, e sottoprodotti, farine proteiche, leguminose, mediche disidratate Pollame, vini, uova, suini, prodotti caseari, cereali, foraggi, mangimi. Cereali, cruscami, farine, foraggi, concimi, mangimi, caseari, vini Cereali, farine e semole, polli, uova, conigli Vini, olio d’oliva, cereali e bestiame Cereali, farine e semole, cruscami, foraggi, concimi, mangimi, legumi, olive, olio d’oliva, vini, ortofrutticoli locali Pollame, conigli, uova Cereali, fieno, paglia, olio, bestiame Cerali, ortofrutticoli locali cereali, farine, vini, cruscami, sementi, foraggi, bestiame vivo, fertilizzanti. -Cereali, farine, e semole, cruscami, riso, risone, sottoprodotti della lavorazione del riso, semi oleosi, oli vegetali, farine di estrazione da semi oleosi, foraggi, farine animali -Carni suine, salumi, caseari Cereali, farine e sottoprodotti, uva, vini, burro e formaggi, suini e carni suine Risoni Cereali, farine e sottoprodotti, 9 Città Borsa Merci legumi, vini, oli Novara Padova Parma Cereali, farine, sementi, foraggi, bestiame, fertilizzanti, vini Cereali, farine e sottoprodotti, farine proteiche, sementi da foraggio, vini, uova Pomodori, suini e carni fresche di suino, pollame, uova, burro, formaggi, cereali, patate, ortaggi, uva Pavia Perugia Pescara Piacenza Pisa Cereali, risoni, risi, latticini, suini, bovini, pioppi e pioppelle Cereali, farine e sottoprodotti, legumi, olio d’oliva, olio di semi, pomodoro industriale, suini Cereali, farine e sottoprodotti, patate, legumi, foraggi, uova, bestiame, olive, oli, insaccati, caseari Cereali, farine e sottoprodotti, foraggi, farine proteiche, vini, salumi, sementi, insaccati, caseari, ortofrutticoli Cereali, foraggi, uova, olio d’oliva, vini, ortofrutticoli Reggio-Emilia Ravenna Roma Rovigo Torino Carni suine, frumento, orzo, segale, avena, mais, riso, soia, parmigianoreggiano, burro vino, uova, farine, mangimi Vino Cereali, farine e sottoprodotti, vini, legumi, foraggi, concimi, formaggi, oli Cereali, bestiame, ortofrutticoli Cereali, farine e sottoprodotti, vini, legumi, foraggi, concimi, formaggi Treviso Pollame, conigli, vini, uova, cereali, mangimi, concimi Seduta: giovedì Cereali, farine, foraggi, ortofrutticoli Udine Venezia-Mestre Vercelli Verona Vicenza Voghera Sala Contrattazione Bestiame Cereali, foraggi, legumi, caseari, riso, animali da cortile Cereali, farine, sottoprodotti, vini, avicunicoli, uova Cereali, bovini da macello, vini locali, formaggi e burro Cereali, farine, foraggi, ortofrutticoli Come si vede dalla tabella non è stata volutamente inserita nell’elenco Borsa Merci Telematica Italiana S.c.p.a. in quanto rappresenta nel nostro paese il primo esperimento di creazione di una borsa merci telematica. Per tale ragione 10 si è preferito dedicare una sezione apposita per la trattazione di tale istituto in quanto sarebbe risultato difficile inquadrarlo all’interno del precedente prospetto. Tornando alla presentazione della tabella sovrastante si nota facilmente che tutte le Borse italiane trattano prodotti del comparto agricolo e agroalimentari. Per quanto concerne la loro natura tutte le venti Borse Merci sono state create e vengono gestite dalle Camere di Commercio di competenza territoriale e la loro esistenza viene resa ufficiale mediante l’emanazione di un decreto ministeriale. Questo aspetto permette alle Borse Merci di fregiarsi del titolo di istituti pubblici e di differenziarsi contemporaneamente dalle Sale di Contrattazione. Infatti le Sale di Contrattazione pur nascendo per volere della Camera di Commercio di competenza successivamente non vengono autorizzate a livello ministeriale e di conseguenza non saranno mai soggette a controlli da parte di organi ufficiali come la deputazione per le Borse Merci. Il fatto che le Sale di Contrattazione non vengano autorizzate mediante decreto non significa che non esista al loro interno un regolamento che sia in grado di definire le modalità di accesso al mercato, di rilevamento prezzi, di redazione del listino e di tutte quelle abitudini che con il tempo si sono consolidate. L’affluenza ai locali di scambio non è da considerarsi costante durante tutto l’anno; in alcune piazze il numero di frequentatori è in grado di variare anche in misura consistente in funzione alle differenti stagioni e cicli produttivi. Infatti essendo le merci trattate di origine prevalentemente agricola o zootecnica, la loro offerta sul mercato cambia in base ai tempi delle campagne agrarie e in base alla relativa domanda. In linea di massima se si vuole azzardare una stima sul numero di operatori si può dire che i frequentatori variano da un minimo di 20 persone a un massimo di 1000. Solitamente gli operatori sono imprese di trasformazione, mediatori, produttori, consumatori; in ogni caso sarà difficile se non impossibile incontrare all’interno di questi mercati la figura dello speculatore dal momento che tutti gli scambi avvengono nell’effettivo. Per quanto concerne la tipologia di merce trattata, quella che mostra una presenza costante in quasi tutte le piazze è il cereale. Inoltre, dato che le Borse merci e le Sale di contrattazione italiane si rivolgono principalmente a un mercato nazionale non potevano mancare alcuni prodotti tipici delle attività economiche e industriali locali, come il Parmigiano Reggiano sulle piazze di Parma e Modena, l’olio d’oliva sulle piazze di Pisa e Foggia, le olive sulla piazza di Bari e gli insaccati sulle piazze di Piacenza e Pescara. 11 Per concludere il quadro sullo stato dell’arte delle Borse Merci e delle Sale di contrattazione è d’obbligo definire quali sono le piazze che si sono levate nel corso degli anni a “piazze di riferimento” per alcune categorie di prodotto. Per quanto concerne i cereali le piazze di Bologna, Milano e Verona hanno assunto un ruolo guida a livello nazionale nella fissazione dei prezzi e delle relative forme di contrattazione, mentre per le carni suine Modena con le sue quotazioni ha saputo nel corso degli anni divenire punto di riferimento per la quasi totalità dei contratti che si stipulano sul mercato nazionale e anche europeo. Le negoziazioni che vengono effettuate all’interno di tali istituti sono unicamente operazioni a pronti o sull’effettivo e solamente nel periodo a cavallo tra le due guerre si è assistito in alcune Piazze allo svolgimento di operazioni a termine o esecuzione differita. IL MERCATO TRA L’OGGI E IL DOMANI Oggigiorno il mercato degli scambi si divide nettamente in due parti: da un lato troviamo coloro che custodiscono gelosamente la possibilità di veder rinascere i Mercati a Termine e dall’altro coloro che si sono adeguati alla realtà attuale, che hanno iniziato ad operare con le Borse estere e che ritengono un progetto molto ambizioso, seppur interessante, quello di far rinascere i vecchi istituti. In ogni caso non vi è alcun dubbio che l’attuale disciplina delle Borse e la loro stessa struttura presentino numerosi punti di debolezza. Con il processo di globalizzazione che investe il nostro mercato le Borse Merci stanno perdendo numerose ragioni d’esistere: la necessità di disporre in tempi ridotti di informazioni aggiornate, la possibilità di acquistare partite di prodotto senza doversi spostare dal proprio centro d’attività porteranno inesorabilmente al declino delle nostre Borse Merci. Dove vi sono progetti di rinascita di Borsa si parla necessariamente di mercato telematico o di centro distaccato di importanti borse straniere. Ciò non significa che i mercati organizzati simili a quello di Milano saranno destinati a chiudere; gli operatori che ogni martedì si riuniscono nei locali di Milanofiori concepiscono lo scambio nel modo più tradizionale che esista e per loro è fondamentale che ci sia una presenza fisica di entrambe le parti, che venga predisposta una contrattualistica ufficiale e che in caso di controversie ci siano delle Camere Arbitrali a cui appellarsi. Come ricorda Romano Repetto, pubblico mediatore, “recentemente è stato tentato di creare una struttura di mercato a termine, basti pensare a Meteora, ma non ha funzionato e non potrà mai funzionare. Il mercato telematico non potrà mai 12 funzionare dal momento che si vende a chi non si conosce, si attua la dilatazione nei pagamenti e non ci sono sufficienti garanzie per gli operatori. Gli operatori di vecchio stampo preferiscono agire nella riservatezza, non ritengono necessario rendere pubblici i propri contratti”11. La realtà milanese, come d’altronde quella di Bologna, Verona e di molte altre città italiane, sono tutte esperienze di successo ma minimamente paragonabili ai grandi Exchange stranieri; unico aspetto che li accomuna è la capacità di attirare individui che desiderano vendere o comprare ma poi come avvenga in sé il meccanismo di scambio non è in alcun modo confrontabile. In effetti la necessità nutrita da numerosi operatori di poter operare indifferentemente su tutti i mercati sia nazionali che internazionali, senza difficoltà e costrizioni presuppone interventi a livello organizzativo e a livello legislativo per rivedere e aggiornare una legge e una struttura oramai vetusta. Infatti solo l’attuazione di un vero e proprio processo di rinnovamento che conduca le nostre borse a adeguarsi alla contrattualistica e alle normative internazionali, ci permetterebbe di collegare i nostri mercati a quelli stranieri; in questo modo le Borse Merci non sarebbero più considerate dei centri di scambio a impronta locale ma dei veri e propri strumenti di gestione e pianificazione dell’attività d’azienda. Le Borse sono uno strumento poco utilizzato in Italia, sono pochi quelli che hanno esperienza, conoscenza e informazione sulle borse. Infatti le poche aziende che decidono di avventurarsi nelle contrattazioni ufficiali molto spesso non lo fanno direttamente ma per mezzo di trader specializzati. In ogni caso la Borsa è uno strumento che permette agli operatori di effettuare una copertura ma solo raramente vengono acquistate e vendute partire nel disponibile. A questo punto è necessario domandarsi se tale situazione sia dovuta allo scarso interesse nutrito dagli operatori per agire in borsa o il problema sia più profondo e derivi dal fatto che l’operatore italiano non dispone di elementari nozioni di finanza o che le Borse Merci in Italia non sono in grado di garantire ai propri operatori servizi simili a quelli delle borse straniere? È indubbio che in Italia non si è mai potuta sviluppare una vera e propria cultura per le contrattazioni borsistiche delle commodities ma ciò non significa che l’operatore italiano non sia interessato a operare in borsa se il sistema gli presentasse l’occasione giusta per poterlo fare. 11 Intervista effettuata a Genova il 29 giugno del 2005. 13 Da qualche anno sono stati introdotti i listini delle Camere di Commercio, uno strumento di indubbio valore a livello nazionale ma minimamente paragonabile all’utilità fornita dai listini di borsa. In effetti per tutte quelle aziende che lavorano sia sul mercato nazionale che quello estero non sarebbe possibile basare la propria attività sulle quotazioni interne; è necessario che esse si confrontino con le quotazioni delle maggiori borse estere. Benché le Borse Merci non siano mai riuscite a svilupparsi compiutamente nel nostro paese altre strutture quali i laboratori, le associazioni e le camere arbitrali offrono un servizio che per qualità non ha nulla da invidiare a quelli stranieri. Il processo di revisione e di aggiornamento delle disciplina di borsa potrebbe iniziare dalle informazioni che questi istituti sono riusciti a raccogliere nel corso della loro esistenza, per poi elaborarle e adeguarle ai singoli scenari di riferimento. In questo modo si potrebbe pervenire alla creazione di una legislazione che nasce dalle effettive esigenze di mercato e che in questo modo sarà necessariamente in grado di soddisfarle. Finalmente gli operatori potrebbero disporre di regole che non vengono imposte dall’alto ma che vengono ideate e perfezionate con il consenso delle categorie direttamente interessate. Inoltre essendo assente nel nostro paese una vera e propria cultura per la trattazione degli affari nelle Borse Merci, sarebbe auspicabile per l’Italia iniziare questo processo di sviluppo ponendosi come supporto a Borse già attive nel mondo ma che desiderano delocalizzare i propri centri d’affari in altre zone del mondo. In questo modo le Borse potrebbero godere della stessa credibilità di quelle straniere ma essendo in Italia potrebbero attirare più persone nel meccanismo dello scambio e allo stesso tempo gli operatori verrebbero educati al meccanismo delle contrattazioni a pronti e a termine. In un secondo momento in base ai risultati raggiunti oppure in base all’interesse che è stato suscitato si potrebbe pensare di sviluppare una propria Borsa. Altrettanto interessante è il progetto avviato da UnionCamera. Infocamere e alcune Camere di Commercio con la nascita della prima Borsa Merci Telematica per la trattazione delle merci. Un inserimento graduale che inizia con la trattazione delle partite nell’effettivo e che solo in un secondo momento, in base ai risultati conseguiti, potrà introdurre i contratti futures. La Borsa Merci Telematica , solo quando offrirà la possibilità di muoversi in entrambi i mercati, quello del differito e quello del disponibile, potrà aprirsi al mercato internazionale e ottenere consensi dagli operatori stranieri. 14 UN MERCATO DI INDUBBIO SUCCESSO LA SALA DI CONTRATTAZIONE DI MILANO Milano come si ha già avuto modo di dire in precedenza rappresenta per antonomasia il mercato dei cereali e grazie alla presenza della Granaria fu ed è tutt’ora in grado di soddisfare le esigenze dei più importanti operatori cerealicoli nazionali. L’attività della Sala continua da più di un secolo e a parere degli operatori non vi è nulla da cambiare. Data la realtà italiana non sarebbe possibile auspicare la rinascita di una vera e propria Borsa Merci per le contrattazioni a termine di fama internazionale; l’operatore italiano ha bisogno di avere un contatto diretto con la propria controparte e se si dovesse sviluppare un mercato simile a quello di Winnipeg, gli operatori continuerebbero a frequentare ogni martedì i locali di Milanofiori. Infatti la nascita della Borsa Merci Telematica Italiana non ha minimamente interferito con l’attività della Granaria di Milano e a tutt’oggi il mercato telematico costituisce una piccola nicchia all’interno del mercato degli scambi. La “piazza” milanese costituisce un importante centro di contrattazione anche in proiezione europea, data l’importanza economica e numerica degli oltre mille operatori che frequentano ogni martedì il mercato. Un valore consistente se si tiene da conto che gli operatori degli altri paesi dell’Unione Europea prediligono l’utilizzo di mezzi di contatto più veloci come il telefono o i computers per effettuare le loro transazioni e le Borse Merci ancora in vita vengono scarsamente frequentate e per di più poche volte all’anno. È ragionevole domandarsi per quale ragione l’operatore italiano nutra ancora l’esigenza di incontrare fisicamente la propria controparte piuttosto che contattarla per mezzo di sistemi informatici. Secondo l’esperienza di Nicola Cicchelli12 la persona che frequenta la “Piazza” milanese ha la certezza di incontrare da anni sempre gli stessi operatori con i quali concludere i propri affari e con lo scorrere del tempo questo aspetto ha favorito il fenomeno dell’incontro della domanda e dell’offerta. Inoltre, si apprezza la possibilità di venire a conoscenza di numerose informazioni riguardanti la produzione, l’andamento dei prezzi, le aspettative dei raccolti, le quantità disponibili sul mercato, altrimenti difficilmente reperibili per via informatica. Da non dimenticare tra i fattori che hanno favorito lo sviluppo di questo luogo d’incontro è la struttura agricolo-commerciale presente in Italia rispetto a 12 Nicola Cichelli, segretario generale dell’Associazione e direttore responsabile del bollettino settimanale “Il mercato dei cereali” sino al 31 dicembre 2004 (intervista effettuata il 5 dicembre del 2003). 15 quella degli altri paesi europei. Per esempio, in Francia il commercio dei cereali è concentrato nelle mani delle grandi cooperative agricole e delle grandi case di mediazione che gestiscono la maggior parte della produzione. In Italia non si assiste a questo fenomeno di concentrazione, in quanto il commercio dei cereali è ancora suddiviso in una infinità di operatori che provengono dai più svariati settori13, ma che tutti nutrono l’esigenza di prender parte ad un unico vasto mercato in cui è possibile formulare le proprie domande o offerte contemporaneamente ad una moltitudine di altri operatori . Come è già stato anticipato in precedenza esiste una pluralità di servizi che vengono pensati in stretta collaborazione con gli operatori ma che vengono gestiti in piena autonomia dall’Associazione. Tutte queste prestazioni perseguono un obiettivo comune, ossia quello di garantire la trasparenza di mercato nell’interesse di entrambe le parti. In dettaglio, i principali servizi offerti ai soci sono: lo studio e la formulazione di contratti-tipo, il controllo qualitativo delle merci, l’istituzione di una Camera Arbitrale e l’accertamento dei prezzi.. I contratti-tipo rappresentano uno strumento di tutela per tutti gli operatori che agiscono all’interno del mercato. Tali contratti, pur riconoscendo ad entrambe le parti la facoltà di definire le condizioni particolari14, stabiliscono a priori alcune condizioni generali15 a cui gli operatori dovranno fare riferimento durante tutto il rapporto di compravendita. Mentre le condizioni generali hanno la funzione di regolare il rapporto di scambio nel suo complesso, le condizioni particolari permettono alle parti di definire nello specifico i peculiari standards contrattuali (tipologia di merce, quantità, qualità, tempo di consegna, prezzo). Al fine di facilitare gli operatori che frequentano altri mercati oltre a quello di Milano, si è giunti tramite opportuni accordi con le Associazioni Granarie di Bologna, Genova, Torino e Verona, all’adozione di un testo uniforme delle condizioni dei contratto-tipo, con l’obiettivo di agevolare l’operatività delle 13 Si fa riferimento ai settori della produzione, della trasformazione, della commercializzazione e della mediazione. 14 Le condizioni particolari che vengono inserite nei contratti-tipo sono: la qualità della merce oggetto della compra-vendita, la quantità, il prezzo, il luogo di consegna, le modalità di consegna, le modalità e i termini di pagamento. 15 Le condizioni generali che vengono trattate nei contratti-tipo sono: le tolleranze e gli abbuoni, il campionamento-analisi, i termini e le disposizioni per l’esecuzione del contratto, la mancata osservanza dei termini di esecuzione, il luogo e le modalità di consegna, le modalità e i termini di pagamento, la clausola compromissoria. 16 diverse piazze. Il progetto ha portato i suoi effetti positivi permettendo la formulazione di normative uniformi per gli adempimenti contrattuali di qualsiasi operatore. Il controllo qualitativo della merce costituisce un'ulteriore garanzia per la controparte sul buon fine dell'operazione di scambio. Il controllo viene svolto per mezzo di un efficiente Laboratorio Chimico e Microbiologico, dotato di sofisticati apparecchi scientifici che permettono di analizzare i campioni delle merci trattate nell’ambito del Mercato cerealicolo italiano ed internazionale. L’analisi viene effettuata dietro esplicita richiesta di una delle parti ed i risultati forniti dal Laboratorio, ottenuti nel rispetto delle indicazioni delle metodiche ufficiali riportate sui contratti, divengono elementi determinanti per la soluzione delle controversie. Nel caso in cui si dovesse ravvisare una divergenza tra i valori qualitativi pattuiti e quelli reali si dovrà procedere nell’applicazione di abbuoni o sconti sui prezzi originariamente accordati dai contraenti. L’efficienza e la professionalità attraverso le quali il Laboratorio svolge il proprio lavoro da circa un secolo, gli hanno permesso di acquisire differenti riconoscimenti in ambito nazionale ed internazionale. L’accreditamento SINAL (Sistema Nazionale per l’Accreditamento dei Laboratori) che certifica la capacità del Laboratorio nel condurre le analisi nel rispetto dei requisiti previsti dalla normativa UNI CEI EN ISO /IEC 1702516. A livello estero il Laboratorio vanta l’accreditamento della GAFTA (Grain and Freed Trade Association di Londra) per quanto concerne le analisi sui mangimi, semi oleosi, olii e i prodotti per l’alimentazione zootecnica e del COI (Consiglio Olivicolo Internazionale con sede a Madrid) per le analisi chimiche su olii di oliva di ogni tipo e provenienza. Infine per garantire un buon livello di trasparenza nell’imposizione dei prezzi, ogni martedì alle ore 16.00 si riunisce una apposita Commissione per redigere il listino prezzi della settimana. La commissione è composta da circa 80 persone, provenienti dai differenti settori di attività ed è presieduta da un funzionario della C.c.i.a.a. di Milano. La riunione si svolge a porte aperte, tutti coloro che si trovano nella “Piazza” possono partecipare e apportare il proprio contributo. 16 La norma UNI CEI EN ISO/IEC 17025 è stata emessa nel novembre del 2000. Tale normativa presenta tutti i requisiti che un laboratorio deve possedere per dimostrare di attuare un Sistema di Qualità, di essere tecnicamente competente e di essere in grado di produrre risultati validi. 17 Nel momento in cui inizia la seduta tutti i commissari hanno preso posto attorno al tavolo e il Vice presidente chiama uno alla volta il prodotto da quotare. A questo punto chi di competenza propone un prezzo e in base al riscontro che si ottiene in aula viene confermato o meno. Il Segretario in caso di approvazione procede nella registrazione del dato. La seduta dura all’incirca quarantacinque minuti, trascorsi i quali gli operatori si accingono ad abbandonare la Borsa per farvi ritorno dopo una settimana. Questo listino verrà diffuso su un apposito sito internet, sul quotidiano economico “Il Sole 24ORE” del giovedì e sul bollettino settimanale “Il Mercato dei Cereali”. L’Istituto della Camera Arbitrale è stato creato dall’Associazione al fine di rendere più rapida e meno onerosa la risoluzione delle controversie che possono insorgere tra le parti durante l’attività di scambio. L’arbitrato che viene adottato è quello irrituale che permette al sodalizio di procedere nella conciliazione senza la necessità di doversi appellare al complesso sistema giuridico nazionale. Infatti, l’irritualità dell’arbitrato deriva dal fatto che gli arbitri traggono il loro potere dalle parti contendenti e non dalla legge. Sono gli stessi operatori che conferiscono agli arbitri il mandato di decidere sulla controversia in veste di mandatari amichevoli compositori. I tempi di attesa per venire a conoscenza della decisione adottata dagli arbitri non possono superare i sessanta giorni, con notevole anticipo rispetto ai tempi di attesa dell’iter giuridico tradizionale. Allo stesso modo anche l’esecuzione del lodo arbitrale deve avvenire entro un massimo di dieci giorni se entrambe le parti risiedono in Italia, altrimenti entro un massimo di trenta giorni. Gli arbitri possono essere scelti unicamente tra i membri dell’Associazione e devono essere degli esperti del settore. Nel caso in cui il singolo decidesse di non ottemperare agli obblighi impostigli dalla decisione arbitrale verrà immediatamente escluso dal “Mercato dei cereali di Milano” e dai mercati di Bologna, Genova, Torino e Verona, in base ad un “patto di reciprocità”. L’intervento della Camera Arbitrale viene sancito dall’obbligo per ciascun operatore di inserire nel proprio contratto la clausola compromissoria. 17 Tale 17 L’obbligo viene sancito dall’art.29 dello Statuto sociale dell’Associazione del 1902, in cui si afferma che “i soci sono tenuti ad inserire nei loro contratti e nelle conferme dei loro affari una clausola che richiami il Regolamento Arbitrale dell’Associazione e impegni i contraenti alla sua osservanza in caso di controversia. …”. Più volte viene sottolineato tale obbligo; anche nel Regolamento del mercato dei cereali di Milano del 1902 all’art.3 si sancisce per quanto concerne il rilascio della tessera di riconoscimento dell’Associazione che “l’Associazione 18 clausola impegna le parti a fare riferimento alla Camera Arbitrale per la risoluzione delle controversie che potrebbero insorgere durante l’operazione di scambio. L’obbligo vige anche nei confronti dei terzi, indipendentemente che siano soci o meno dell’associazione, purché abbiano sottoscritto un contrattotipo con un membro della Granaria. BORSA MERCI TELEMATICA ITALIANA S.C.P.A. Non si poteva concludere la presentazione sullo stato dell’arte delle Borse Merci in Italia senza parlare della Borsa Merci Telematica Italiana primo esperimento in Italia di creazione di una Borsa Merci telematica. La Borsa Merci Telematica Italiana (BMTI) è una società consortile per azioni sorta il 6 aprile del 2006 in seguito all’emanazione del decreto ministeriale n.174, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 13 maggio del 2006, per gestire in via esclusiva la borsa merci telematica dei prodotti agricoli, agroalimentari e ittici, standardizzati e/o tipici e di qualità italiani, comunitari e extracomunitari. BMTI S.c.p.a. porta a compimento un progetto avviato il 26 gennaio del 2000 da Meteora, ovvero una società per azioni creata da Unioncamere, Infocamere, Unione Regionale Puglia e cinquantasei Camere di Commercio per studiare un sistema più efficiente di rilevazione prezzi e una gestione telematica delle borse merci delle diverse Camere di Commercio. A livello generale la formazione in Italia di una piattaforma telematica per la contrattazione di determinati prodotti ha lo scopo di favorire nel mercato l’incontro delle offerte di acquisto con quelle di vendita. Nello specifico la società intende realizzare una serie di obiettivi quali la regolamentazione dei mercati del settore agricolo, agroalimentare e ittico attualmente privi di un inquadramento normativo ad hoc, offrire un sistema di scambi che sia in grado di garantire la trasparenza nelle quotazioni, fornire informazioni complete ed affidabili riguardo ai prezzi, alle quantità, alle capacità di stoccaggio e ai trend di settore, aumentare la velocità degli scambi rendendo il mercato più liquido ed efficiente, ottimizzare la struttura dei costi e ridurre i rischi lungo tutte le filiere dei mercati, aumentare la visibilità delle proposte e conseguentemente allargare i confini di business degli operatori. Come afferma Paolo Fagiani, direttore dell’azienda viticola Tenuta Roveglia nel Bresciano, “la Borsa merci telematica attivata nel 2004 a Brescia per le uve da vino rappresenta innanzi tutto una Granaria di Milano, non deve inoltre rilasciare la tessera di riconoscimento: a chi abbia rifiutato di sottoporre ad arbitri amichevoli compositori la risoluzione di controversie sorte in dipendenza di compra-vendite, affari, commissioni, mediazioni e prestazioni …”. 19 modalità di negoziazione trasparente, in cui entrambe le parti contrattano sulla piazza virtuale in modo rapido e sicuro, avendo ben chiara in ogni momento la fotografia del mercato di riferimento”.18 Attualmente la società ha potuto operare grazie all’emanazione di alcuni decreti del Ministero delle Attività Produttive che hanno aggiornato la disciplina delle borse merci basata sulla legge 272 del 20 marzo del 1913 e sul Regio Decreto n.1068 del 4 agosto del 1913. Per citare alcuni esempi il decreto del Ministro dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato del 20 dicembre 2000 ha autorizzato la negoziazione dei prodotti presenti nella legge del 1913 anche attraverso strumenti informatici o per via telematica; l’articolo 30 del decreto legislativo 18 maggio 2001 n. 228 ha previsto l’emanazione da parte del Ministro delle Attività Produttive di un regolamento per il funzionamento telematico delle borse merci italiane e ha disposto la pubblicazione dei risultati all’interno di listini prezzo. Il servizio che BMTI Sc.p.a. intende offrire è rivolto esclusivamente agli agenti d’affari in mediazione, commercianti, produttori agricoli, utilizzatori e trasformatori, agenti e rappresentanti di commercio, cooperative, operatori della pesca e altri organismi associativi detentori della merce debitamente accreditati ad operare nel mercato telematico. L’attività di BMTI S.c.p.a. si basa su un regolamento generale, che definisce sia le regole dell’accreditamento degli operatori che gli organi di supporto e di controllo della Borsa, e da appositi regolamenti speciali19. Le negoziazioni avvengono in via telematica tra operatori accreditati e si svolgono in trattazione continua dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 22.00. L’ammissione alle contrattazioni avviene su richiesta dell’operatore interessato, dopo l’accertamento da parte dell’amministrazione competente della sussistenza dei requisiti richiesti a ogni candidato. I requisiti che i singoli operatori dovranno dimostrare di possedere spaziano dalla capacità giuridica, alla capacità tecnico professionale, quale la regolare iscrizione all’albo-ruoloregistro, alle capacità economiche finanziarie, sino a comprendere i requisiti di onorabilità. In ogni caso la domanda di accreditamento deve essere effettuata direttamente dall’interessato mediante l’invio di un’autocertificazione che attesti la presenza di tutti i requisiti richiesti e di due documenti debitamente compilati quali la Scheda di iscrizione e il Contratto di adesione. L’autorizzazione a 18 www.agricoltura.regione.lombardia.it Il Regolamento generale e i regolamenti speciali sono facilmente reperibili sul sito: www.bmti.it 19 20 operare nella piattaforma telematica della Borsa Merci, unitamente all’assegnazione di un identificativo e di una password, verranno rilasciati da BMTI S.c.p.a. entro 30 giorni dalla data di consegna della richiesta. Il compito di vigilare sul regolare funzionamento delle contrattazioni viene affidato dal Consiglio di amministrazione della BMTI S.c.p.a. ai Comitati Nazionali di Vigilanza di ciascun settore merceologico trattato. I singoli Comitati Nazionali di Vigilanza sono formati da un numero variabile di 9 o 12 membri scelti dagli operatori di ciascun settore, proposti dalle Camere di Commercio e nominati dal Consiglio di amministrazione; al suo interno ciascun Comitato nominerà un presidente . Il Comitato oltre a vigilare sul regolare andamento del mercato telematico, può formulare un proprio parere a riguardo delle domande di accreditamento dei canditati, proporre al Consiglio di amministrazione il Regolamento speciale di prodotto, effettuare proposte per una migliore organizzazione del mercato o per favorirne lo sviluppo, adottare i provvedimenti disciplinari nei confronti degli operatori che non rispettino i regolamenti esistenti, formulare giudizi su richiesta del Consiglio di amministrazione su tutti i provvedimenti da adottare per il funzionamento del mercato del prodotto di riferimento e approvare il calendario delle sedute di contrattazione. Come si ha già avuto modo di vedere uno dei principali obiettivi della BMTI S.c.p.a è quello di garantire la trasparenza nella fissazione dei prezzi e proprio per questo motivo attraverso l’Area Prezzi della BMTI S.c.p.a. è stato messo a punto un sistema innovativo per la gestione del patrimonio informativo dei prezzi rilevati dalle Camere di Commercio e dalla stessa borsa merci telematica: il Fixing indicativo nazionale camerale (FINC). Il FINC è uno strumento che si rivolge sia agli operatori, che avranno così la possibilità di confrontare le quotazioni dei diversi prodotti e delle diverse piazze italiane, sia ai consumatori o alle loro associazioni, che potranno essere informati sull’andamento di prezzo dei prodotti durante il primo passaggio nella catena dell’intermediazione, vale a dire quello dell’acquisto diretto dal produttore. In effetti per mezzo di un Listino Omogeneo, il mercato avrà la possibilità di confrontare i prezzi dei prodotti nelle differenti piazze. Un’indicazione sicuramente significativa per effettuare un monitoraggio attento di quanto avviene lungo la catena dell’intermediazione fino alla formazione del prezzo finale al consumo. Oggigiorno i mercati attivi sono trentatré e le contrattazioni si possono svolgere mediante il sistema dell’asta uno a molti oppure molti a molti. 21 Nel caso dei prodotti cosiddetti di "qualità" viene adottato il metodo uno a molti che si basa su un’asta continua, dove tutti gli operatori possono rispondere con controproposte di prezzo differente a ogni singola proposta di vendita effettuata mediante una scheda di prodotto che attesta tutte le caratteristiche qualitative della partita di merce. Il contratto verrà concluso quando un operatore si abbina direttamente ad una proposta, oppure quando tra una proposta ed una controproposta viene a coincidere il prezzo e la quantità. Invece nel caso dei prodotti cosidetti standardizzati viene utilizzato l’asta molti a molti che prevede la possibilità di mettere a confronto per ogni singolo prodotto tutte le proposte di acquisto con tutte le proposte di vendita lanciate sulla stessa Piazza. La conclusione di un contratto avverrà automaticamente ogniqualvolta ci sia coincidenza di prezzo, di quantità, di piazza e di modalità di consegna tra una proposta di vendita e una proposta di acquisto. Tabella 3- Mercati attivi all’interno della BMTI S.c.p.a. e relativo sistema di contrattazione. MERCATI ATTIVI SISTEMA DI CONTRATTAZIONE Frumento Tenero Uno a Molti Frumento Duro Uno a Molti Granoturco Secco Uno a Molti Cereali Minori Uno a Molti Sottoprodotti della Macinazione Uno a Molti Semi di Soia Uno a Molti Semi di Girasole Uno a Molti Farine di Frumento Tenero Uno a Molti Sfarinati di Frumento Duro Uno a Molti Farine Vegetali di Estrazione Uno a Molti Risone Uno a Molti Suini Vivi Molti a Molti Tagli di Carne Suina Fresca Sfusa Molti a Molti Coniglio Macellato Fresco Uno a Molti Coniglio Macellato Congelato Uno a Molti Carni Avicole Congelate Uno a Molti Uova da Consumo Uno a Molti Latte Spot (latte in cisterna) Uno a Molti Parmigiano Reggiano DOP Uno a Molti Grana Padano DOP Uno a Molti Uva da Vino (solo per la provincia di Uno a Molti Brescia) Vino da Tavola Sfuso Uno a Molti Vino IGT Uno a Molti Vino DOC e DOCG Uno a Molti Olio di Oliva Uno a Molti 22 MERCATI ATTIVI Olio di Oliva DOP Agrumi Nocciola Patate Carote Pomodoro Concimi Minerali Mitili e Molluschi Bivalvi SISTEMA DI CONTRATTAZIONE Uno a Molti Uno a Molti Uno a Molti Uno a Molti Uno a Molti Uno a Molti Uno a Molti Uno a Molti Fonte: www.bmti.it In base ai dati resi noti da Il Sole 24 ore.com in data 27 aprile 2006 la borsa contava 967 operatori accreditati, aveva registrato in ben quattro anni un totale di 2.786 contratti, per un equivalente di 416.038 tonnellate di prodotto trattato e per un ammontare di 85 milioni di euro di valore. Dal 2002 a oggi l’andamento delle contrattazioni ha seguito un trend positivo e nello specifico, in base ai dati resi noti dalla BMTI S.c.p.a., i valori registrati ogni mese sono stati i seguenti: Tabella 4- Attività della BMTI S.c.p.a. dal gennaio 2003 al giugno 2006. Mese N.contratti Quantità Valori registrati trattate transati 01-03 27 4.738 708.450,80 02-03 15 3.630 639.030,00 03-03 35 7.260 1.195.350,00 04-03 16 2.188 333.367,50 05-03 19 2.068 323.016,60 06-03 25 3.420 500.101,50 07-03 68 8.130 1.204.084,50 08-03 71 8.812 1.398.793,40 09-03 50 2.878 486.029,80 10-03 37 2.282 377.122,00 11-03 25 1.498 281.153,60 12-03 26 1.674 296.775,00 01-04 379 74.366,00 02-04 25 1.434 259.920,00 03-04 31 1.728 311.307,00 04-04 41 2.422 455.969,80 05-04 25 1.468 290.994,00 06-04 35 2.079 449.591,00 07-04 08-04 09-04 64 4.000 2.360.000,00 10-04 99 12.169 2.953.784,00 11-04 118 29.018 5.370.779,10 01-05 95 17.932 2.678.194,50 23 Mese 02-05 03-05 04-05 05-05 06-05 07-05 08-05 09-05 10-05 11-05 12-05 01-06 02-06 03-06 04-06 05-06 06-06 N.contratti registrati 85 91 130 104 103 137 138 67 129 120 134 103 138 121 Quantità trattate 22.946 16.966 15.798 25.522 17.657 20.747 19.407 23.051 9.333 12.049 15.731 13.867 8.396 12.343 10.060 Valori transati 2.993.033,50 3.980.132,70 2.386.535,80 5.909.436,05 3.200.775,50 4.787.980,15 5.279.144,20 4.156.606,95 2.554.356,00 3.716.866,80 2.774.042,75 4.049.447,00 4.497.695,10 3.271.331,00 3.118.909,00 Fonte: www.bmti.it UNO SGUARDO AL MERCATO ESTERO Per comprendere a pieno la situazione italiana non si può ignorare ciò che è successo all’estero con la nascita dei grandi Exchange internazionali. Dato che nel nostro paese le Borse trattano prevalentemente i prodotti cerealicoli appare interessante in tale sede prendere in considerazione i più importanti mercati di scambio per tale tipologia di merce, ovvero: Chicago Board of Trade (CBOT), Kansas City Board of Trade (KCBT) e ilLondon International nFinancial Futures and Options Exchange (LIFFE). Il mercato più importante a livello mondiale è il Chicago Board of Trade (CBOT) che nel 2005 ha registrato un volume di contrattazione pari a 674 milioni di contratti. Questa elevata concentrazione di scambi permette al CBOT di divenire il mercato di riferimento per la definizione dei prezzi e delle loro tendenze future. La storia del CBOT è la storia di un mercato a termine dei cereali (mais, frumento, avena e soia) che nel corso degli anni si è evoluto ammettendo allo scambio nuove categorie di prodotti. Nel 1994 il CBOT per soddisfare le esigenze dei propri operatori dislocati in tutto il mondo ha inaugurato un sistema di contrattazione elettronico. Al CBOT le contrattazioni dei cereali avvengono dalle 9.30 alle 13.15 dal lunedì al venerdì, fatta eccezione per i contratti giunti a scadenza che vengono negoziati fino alle ore 12. 24 I cereali oggetto di contrattazione sono il frumento, la soia, l’avena, l’etanolo, il mais e il riso i cui contratti future vengono espressi con le seguenti lettere: Tabella 5- Sigle dei contratti al CBOT. Prodotto Simbolo Future C Mais YC Mini-Size Mais S Soia YK Mini-Size Soia W Frumento YW Mini-Size Frumento CA Etanolo O Avena RR Riso Fonte: www.cbot.com Molto importante a livello mondiale risulta essere il contratto “Soft Red Winter” che si riferisce alla varietà di grano tenero che viene coltivata nelle zone del Texas centrale, dei Grandi Laghi e del Nord-Est dell’Atlantico. Tale contratto future è il più scambiato e l’elevato interesse nutrito dagli operatori nei suoi confronti può essere ricondotto al suo ampio utilizzo nelle industrie agroalimentari per la produzione di cracker e prodotti di pasticceria quali torte e biscotti. Il lotto minimo trattabile è pari a 5.000 bushels (regular contract), successivamente è stato introdotto anche un job lots pari a 1.000 bushels (minisize) per permettere alle piccole imprese di operare in Borsa. I mesi di contrattazione per il frumento, l’orzo e l’avena sono marzo, maggio, luglio, settembre e dicembre, mentre i mesi di consegna sono i mesi correnti e tutti i mesi successivi. A differenza dei precedenti cereali la soia presenta sette epoche di consegna: gennaio, marzo, maggio, luglio, agosto, settembre e novembre, anche in questo caso la consegna può essere effettuata nel mese corrente o nei mesi successivi. I prezzi vengono espressi in centesimi di dollaro/bushel, le quotazioni possono subire una fluttuazione minima pari ad ¼ di cent/bushel che per il Regular contract equivale a $ 12,50, mentre nei job lots ammonta a $2,50. Mentre l’oscillazione massima giornaliera del prezzo è di $0,20 per bushel sopra o sotto il prezzo stabilito nella giornata precedente. Per cercare di ovviare agli storici episodi di corners sono stati ammessi a consegna per ciascuna categoria di prodotto i cosiddetti “deliverable grades” ossia classi di cereali non perfettamente in linea con i requisiti prestabiliti dal contratto ma accettati applicando le dovute modificazioni al prezzo definito in quotazione. Il Kansas City Board of Trade nacque nel 1856 e attualmente è composto da ben tre istituti: il Kansas City Board of Trade, al cui interno si svolgono tutti gli 25 scambi relative ai prodotti, l’Investiment Co. che si occupa di investimenti immobiliari, Clearing Corp che svolge la funzione di divenire la naturale controparte di tutti i contratti aperti al KCBT in modo tale da garantire il mercato dalla possibile insolvibilità degli operatori. Il Kansas City Board of Trade è noto per il contratto “Hard Red Winter” (KW è la sigla identificativa del contratto) che si riferisce a una specifica varietà di grano duro che viene coltivata principalmente negli stati del Kansas, del Nebraska, dell’Oklahoma e del Texas. Il KCBT deve il suo grande successo ai commercianti e ai produttori della zona che fin dalla sua nascita hanno frequentato i suoi locali per concludere i propri affari; la tabella sottostante dimostra chiaramente come con il trascorrere degli anni il numero di contratti conclusi presso i suoi locali sia in continuo aumento. Tabella 6 – Volume di contrattazione al KCBT (1995-2005) Anno Volume registrato 1.560.538 1995 1.830.276 1996 1.937.140 1997 2.006.779 1998 2.321.059 1999 2.427.950 2000 2.357.004 2001 2.738.536 2002 2.632.033 2003 2.833.370 2004 3.682.919 2005 Fonte: www.kcbot.com Le contrattazioni al KCBT avvengono dalle 9,30 alle 13,15 dal lunedì al venerdì. Le epoche di consegna sono fissate nei mesi di luglio, settembre, dicembre, marzo e maggio. Il lotto minimo trattabile è di 5.000 bushel e i prezzi vengono espressi in cents/bushel. Le quotazioni devono presentare una fluttuazione minima di ¼ di dollaro equivalente a $12,50 per singolo lotto. Inoltre il prezzo giornalmente può subire una oscillazione massima di $1,50 per contratto al di sopra o al di sotto del prezzo quotato il giorno precedente. Anche per questo contratto vengono definiti i cosiddetti “Deliverable Grades” che permettono la consegna di tipi differenti di quelli posti a base della contrattazione apportando le relative modifiche di prezzo. In Europa la borsa più importante per la trattazione dei cereali è l’Euronext, ossia la prima Borsa paneuropea nata nel 2000 dalla fusione della Borsa d’Amsterdam, di Bruxelles e di Paris e ampliata nel 2002 con l’acquisizione del 26 London International Financial Futures and Options Exchange e della Bolsa de Valores de Lisboa e Porto. Tutti i prodotti derivati vengono trattati per mezzo del sistema informativo LIFFE CONNECT che nel 2004 ha avuto una forte espansione fino a giungere a alimentare la piattaforma elettronica del CBOT, vale a dire e-cbot, che a sua volta funge da supporto alle sessioni notturne del KCBT, MGE e WCE. La creazione di un mercato unico elettronico ha permesso all’Europa di offrire ai propri clienti una struttura solida, dotata di elevata liquidità, ma al medesimo tempo sicura grazie alla presenza della London Clearing House Clearnet. Per quanto concerne i cereali sono tre le tipologie di prodotti trattati: mais, frumento foraggiero e frumento molitorio. Il Mais, che viene identificato dalla sigla EMA, presenta un lotto minimo di contrattazione pari a 50 tonn. e i prezzi vengono espressi in euro/tonn.. La qualità di mais consegnabile è quella francese, giallo/rosso, sano e appartenente alla classe A20. I contratti vengono negoziati dalle 10.45 alle 18.30 dal lunedì al venerdì con esclusione dei giorni feriali. Le epoche di consegna sono gennaio, marzo, giugno, agosto e novembre. Durante ciascuna seduta il prezzo deve subire una fluttuazione minima pari a 0,25 euro/tonn., pari a 12,50 euro/tonn. per singolo contratto. Le consegne vengono effettuate mediante la clausola “FOB” nei porti di Bordeaux-Blaye, Bayonne, La Pallice. Il frumento foraggiero posto alla base delle contrattazioni, la cui sigla identificativa è T, è quello proveniente dall’Unione Europea. Le negoziazioni si svolgono dalle 10 alle 16.45 dal lunedì al venerdì con esclusione dei giorni festivi. Il lotto minimo di contrattazione è pari a 100 tonn. e le posizioni trattate possono avere quale mese di scadenza gennaio, marzo, maggio, luglio e novembre. Durante ciascuna seduta il prezzo deve subire una variazione minima di 0,05£, equivalenti a 5£ per contratto. Il frumento molitorio, rappresentato nella piattaforma LIFFE CONNECT dalla sigla EBM, trattato presso l’Euronext è quello di origine europea. Il lotto minimo contrattato è pari a 50 tonn., mentre le epoche di scadenza sono identiche a quelle del frumento foraggiero. I prezzi vengono espressi in euro/tonn. e devono 20 La classe A prevede che il tasso di umidità deve essere compreso tra il 15% e il 15,5%, i grani spezzati tra il 4%e il 10%, i grani germogliati tra il 2,5% e il 6%, le impurità nei grani tra il 4% e il 5%, altre impurità tra 1% e il 3%, in ogni caso il totale di grani spezzati, germogliati, di impurità nei grani, di altre impurità non possono superare il 12%. 27 subire una variazione minima di 12,50 euro per contratto. Per quanto concerne gli orari di negoziazione coincidono con quelli della piazza di Parigi: dalle 10.45 alle 18.45 dal lunedì al venerdì ad esclusione dei giorni festivi. CONCLUSIONE Come si è potuto desumere da questa breve panoramica sullo stato dell’arte le Borse Merci e le Sale di contrattazione costituiscono in Italia un luogo ove gli operatori possono ritrovarsi per discutere dei propri affari con persone fidate ( in effetti tutti coloro che hanno accesso ai locali di borsa devono avere ottenuto in precedenza il rilascio della tessera che certifica la buona fede dell’individuo), in un ambiente in cui le informazioni circolano liberamente e vi sono prezzi trasparenti. La presenza di un mercato controllato in cui gli affari vengono stipulati mediante l’ausilio di contratti-tipo non è l’unica motivazione che permette alla maggior parte delle Borse o delle Sale di contrattazione di sopravvivere; oggigiorno questi istituti vengono affiancati da tutta una struttura di supporto che offre ai propri frequentatori la possibilità di usufruire di ulteriori servizi quali l’analisi delle partite negoziate presso i Laboratori chimico merceologici accreditati e la risoluzione di tutte le controversie che possono insorgere durante il periodo della conclusione dell’affare presso le Camere Arbitrali. Se si intende mettere a confronto l’attività delle nostre Borse Merci e delle nostre Sale di Contrattazione con l’attività dei maggiori Exchange internazionali possiamo affermare che pur essendo innegabile il fatto che entrambi nascano dall’esigenza degli operatori di disporre di un luogo (sia fisico che virtuale) dove concentrare gli scambi delle merci ciascun istituto ha dato una risposta differente a tale esigenza: i nostri mercati possono essere definiti, per le loro stesse caratteristiche intrinseche, come dei mercati a dimensione d’uomo, in cui i produttori entrano in diretto contatto con i propri acquirenti e si affidano a quotazioni locali nella conclusione dei propri affari; per contro gli Exchange esteri costituiscono dei veri mercati mondiali che attraverso le proprie quotazioni e i quantitativi che vengono negoziati al loro interno sono in grado di garantire una redistribuzione dei quantitativi prodotti e garantiscono un equilibrio tra domanda e offerta per mezzo di prezzi equi e trasparenti. 28 BIBLIOGRAFIA - Amadei L., Guida alle borse merci, Il Sole 24ORE, Bologna 2003 - Archivio della Camera di Commercio di Milano, Inventario 1921/1960, Scatola n.3540, Fascicolo n.4 - Basile N. 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