La voce - Parrocchia di Zanica
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La voce Notiziario della comunità parrocchiale di Zanica PASQUA 2010 ORARI DELLE SANTE MESSE 7.00 9.00* Lunedì Scuola Materna Parrocchia Martedì Parrocchia Mercoledì Parrocchia** Giovedì Parrocchia Venerdì Parrocchia Parrocchia Sabato Parrocchia 18.00 18.30 20.00 Parrocchia Parrocchia Parrocchia Parrocchia Capannelle Capannelle Capannelle Oratorio * Celebrazione delle Lodi mattutine - A seguire Santa Messa ** La celebrazione è posticipata alle ore 7.45 DOMENICA E FESTIVI In parrocchia Alle Capannelle Al Padergnone Ore 18.00 (vigilia) - 7.00 - 8.00 - 9.30 - 11.00 - 18.00 Ore 18.30 (vigilia) - 10.00 Ore 9.00 LA VOCE Notiziario della comunità parrocchiale di Zanica Anno 8 - N° 2 - Aprile 2010 Direttore responsabile Silvano Ghilardi Direttore di redazione Luca Gattoni Redazione Marco Bassi Veronica Casanova Fabrizio Colombelli Luca Gattoni Silvano Ghilardi Ennio Locatelli Valeria Ubbiali Stampa Gianluigi Ronzoni Stefania Bottazzoli Alice Bottazzoli CICLOSTILATO IN PROPRIO http://www.parrocchiazanica.it VISITE GUIDATE AL MUSEO PARROCCHIALE Grazie alla collaborazione dei volontari del gruppo “ZanicArtEstoria”, ogni quarta domenica del mese alle ore 15.45 viene offerta la possibilità di visitare gratuitamente il Museo parrocchiale, e di essere accompagnati anche nella visita alla Chiesa. Per informazioni, rivolgersi in casa parrocchiale. NUMERI TELEFONICI UTILI Don Silvano - Casa Parrocchiale Don Luca - Abitazione Don Pietro - Abitazione Reverende Suore - Scuola Materna Segreteria - Bar Oratorio 035.671.029 035.30.58.953 035.675.063 035.671.107 035.670.558 Nel silenzio limpida risuona la parola della speranza “Il primo giorno della settimana, al mattino presto le donne si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato” (Lc 24,1). L’alba silenziosa del nuovo giorno giunge dopo la tumultuosa vigilia del grande sabato, in cui al fermento dei preparativi della festa si era aggiunta l’eclatante esecuzione di due malfattori e un pericoloso millantatore, Gesù di Nazaret, presunto messia e sedicente figlio di Dio. Dopo l’euforia della festa pasquale la vita quotidiana riprende il suo cammino, sommessamente, come in punta di piedi. E nel silenzio che pian piano si riempie di luce irrompe lo stupore e un annuncio inaudito: il sepolcro di Gesù è vuoto e due uomini in abiti sfolgoranti dicono: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto» (Lc 24,5). Dopo la notte silente di Betlemme, ecco l’alba di Gerusalemme, inizio del giorno nuovo che non conosce tramonto, il giorno in cui nel mite silenzio risuona potente la parola della speranza: La morte è stata inghiottita nella vittoria! (1Cor 15,54). La Pasqua è davvero il centro della fede cristiana e della storia universale. La risurrezione di Gesù non è solo il compimento della sua vita, ma è il fondamento della speranza per ogni uomo. Così gli apostoli inizieranno ad annunciare con franchezza: «Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso … In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati» (At 2, 36. 4,12). Di questo annuncio essi sanno di essere debitori con il mondo intero. Nella consapevolezza di questo debito, con discrezione e con gioia vi rinnoviamo i nostri auguri pasquali. Solo persone nuove possono testimoniare la straordinaria novità della Pasqua, persone che l’esempio del Maestro e la potenza del suo Spirito iniziano ad una comunione fraterna che è presagio di un mondo nuovo. Persone nuove, comunità nuove … ne avvertiamo il fascino e la necessità. Non è un’utopia, è la nostra speranza e la nostra vocazione. La vita nuova diventa realtà in noi, insieme. Ecco l’augurio che ci scambiamo: l’attenzione reciproca, i saluti, l’amicizia, l’aiuto nelle piccole o grandi necessità, la stima e la pazienza … siano sempre più i segni del cantiere della speranza, aperto anche tra noi a Zanica. don Silvano con don Pietro e don Luca e con Sr. Donata, Sr. Maria e sr. Francesca La Voce - Aprile 2010 3 EDITORIALI Alla luce degli avvenimenti di questi ultimi giorni, segnati da una parte dalla messa in discussione della credibilità della Chiesa, anche con attacchi personali rivolti a Papa Benedetto XVI, e dall’altra dal dibattito infuocato della campagna elettorale, ci sembra significativo pubblicare questi due documenti. Il primo è un editoriale di Ernesto Galli della Loggia, apparso sul Corriere della Sera, di cui è editorialista dal 1993. Una riflessione intelligente e pacata sulla situazione del nostro paese, offerta da un giornalista non credente. Il secondo un contributo di Giuseppe Savagnone, docente di Storia e Filosofia, giornalista di Avvenire, comparso su Vita Pastorale, sulla situazione culturale del nostro paese e sull’alternativa concreta rappresentata dalla Chiesa. 4 Un’Italia anticristiana Sempre più di frequente il discorso pubblico delle società occidentali mostra un atteggiamento sprezzante, quando non apertamente ostile, verso il Cristianesimo. All’indifferenza e alla lontananza che fino a qualche anno fa erano la regola, a una secolarizzazione per così dire silenziosa, vanno progressivamente sostituendosi un’irrisione impaziente, un’aperta aggressività che non è più solo appannaggio di ristrette cerchie di colti, come invece avveniva un tempo. Il bersaglio vero e maggiore è nella sostanza l’idea cristiana nel suo complesso, come dicevo, ma naturalmente, non foss’altro che per ragioni numeriche e di rappresentanza simbolica, sono poi quasi sempre il cattolicesimo e la sua Chiesa a essere presi in special modo di mira. Dappertutto, ma, come è ovvio, in Italia più che altrove. Il celibato, il maschilismo, la pedofilia, l’autoritarismo gerarchico, la manipolazione della vera figura di Gesù, l’adulterazione dei testi fondativi, la complicità nella persecuzione degli ebrei, le speculazioni finanziarie, il disprezzo verso le donne e la conseguente negazione dei loro «diritti », il sessismo antiomosessuale, il disconoscimento del desiderio di paternità e maternità, il sostegno al fascismo, l’ostilità all’uso dei preservativi e dunque l’appoggio di fatto alla diffusione dell’Aids, la diffidenza verso la scienza, il dogmatismo e perciò l’intolleranza congenita: la lista dei capi d’accusa è pressoché infinita, come si vede, e se ne assommano di vecchi, di nuovi e di nuovissimi. Ma da un po’ di tempo vi si aggiunge qualcosa che contribuisce a dare a quelle imputazioni un peso e un senso diversi, un impatto più largo e distruttivo, finendo per unirle tutte nel segno di un attacco solo complessivo. Questo qualcosa è un radicalismo enfatico nutrito d’acrimonia; è, insieme, una contestazione sul terreno dei principi, un chiedere conto dal tono oltraggiato e perentorio che dà tutta l’idea di voler preludere a una storica resa dei conti. Ciò che più colpisce, infatti, della situazione odierna — e non solo immagino chi è credente ma pure, e forse più, chi come il sottoscritto non lo è — è soprattutto l’ovvietà ideologico-culturale della posizione anticristiana, la sua facile diffusione, oramai, anche in ambienti e strati sociali non particolarmente colti ma «medi», anche «popolari». Ai preti, alla Chiesa, alla vicenda cristiana non viene più perdonato da nessuno più nulla. Si direbbe — esagero certo, ma appena un poco — che ormai nelle nostre società, a cominciare dall’Italia, lo stesso senso comune della maggioranza stia diventando di fatto anticristiano. Anche se esso preferisce perlopiù nascondersi dietro la polemica contro le «colpe» o i «ritardi» della Chiesa cattolica. Tra i tanti e assai complessi motivi che stanno dietro questa grande trasformazione dello spirito pubblico del Paese ne cito tre che mi paiono particolarmente significativi. Al primo posto l’ingenuità modernista, l’illuminismo divenuto chiacchiera da bar. Ci piaLa Voce - Aprile 2010 ce pensarci compiutamente moderni, e modernità sembra voler dire che gli unici limiti legittimi siano quelli che ci poniamo noi stessi. Le vecchie autorità sono tutte morte e al loro posto ha diritto di sedere solo la Scienza. Siamo capaci di amministrarci finalmente da soli, non c’è bisogno d’alcuna trascendenza che c’insegni dov’è il bene e dov’è il male. Che cosa c’entrano dunque la religione con i suoi comandamenti, i preti con i loro divieti? Accade così che ogni cosa che getta ombra sull’una o sugli altri ci appaia allora come la rassicurante conferma della nostra superiorità: alla fin fine siamo migliori di chi pure vorrebbe farci continuamente la lezione. E poi — ecco un secondo motivo — la Chiesa e tutto ciò che la riguarda (religione inclusa) ricadono nella condanna liquidatoria del passato, di qualsiasi passato, che in Italia si manifesta con un’ampiezza che non ha eguali. Il che significa non solo che tutto ciò che è antico, che sta in una tradizione, è perciò stesso sempre più sentito come lontano ed estraneo (unica eccezione l’eno-gastronomia: l’ideologia dello slow food è la sola tradizione in cui gli italiani di oggi si riconoscono realmente), ma significa anche, questa messa in mora del passato, che il pensare in termini storici sta ormai diventando una rarità. Sempre più diffusi, invece, l’ignoranza della storia, dei contenuti reali delle questioni, e l’antistoricismo, l’applicazione dei criteri di oggi ai fatti di ieri: da cui la ridicola condanna di tutte le malefatte, le uccisioni e le incomprensioni addebitabili al Cristianesimo, a maggior gloria di un eticismo presunLa Voce - Aprile 2010 tuoso che pensa di avere l’ultima parola su tutto. E da ultimo il cinismo della secolare antropologia italiana, e cioè il fondo limaccioso che si agita al di sotto dell’appena sopraggiunta ingenuità modernista. Il cinismo che sa come va il mondo e dunque non se la beve; che appena sente predicare il bene sospetta subito il male; che ha il piacere dello sporco, del proclamarne l’ubiquità e la forza. Quel feroce tratto nazionale che per principio non può credere in alcuna cosa che cerchi la luce, che miri oltre e tenga lo sguardo rivolto in alto, perché ha sempre bisogno di abbassare tutto alla sua bassezza. Ernesto Galli Della Loggia Corriere della Sera - 21/03/2010 Italia: il problema è solo politico? È sempre più evidente, ormai, che il problema del nostro Paese oggi non è innanzi tutto politico, ma culturale. Non a caso lo scontro frontale, che da anni vede contrapposte l’attuale maggioranza e l’opposizione, ha il suo epicentro non tanto in una radicale diversità di programmi, quanto nella valutazione di una persona - il nostro presidente del consiglio - che non si è mai identificato con un’ideologia politica, ma ha puntato su uno stile e un’immagine su cui si proiettano in fondo i sogni e le aspirazioni della maggioranza degli italiani. 5 E della visione della vita sottesa a queste aspirazioni che si dovrebbe discutere. In realtà, proprio gli accaniti oppositori di Berlusconi tendono a oscurare questa elementare considerazione. Essi si ostinano a mantenere la propria ostilità a un livello emotivo e viscerale lo stesso di molti suoi altrettanto accaniti sostenitori -, appigliandosi a una serie quasi infinita di elementi superficiali, rilevanti se mai sul piano estetico del buon gusto, ma non tali da giustificare una critica decisiva. Lo scontro culturale rimane, così, a un livello epidermico, da talk show televisivo. Tutto ciò, peraltro, non è casuale. Il punto è che la cosiddetta “Sinistra” - in Italia come e più che altrove -ha da tempo dovuto abbandonare, sotto la pressione dei fatti, la propria originaria ideologia per rifugiarsi in una posizione di ripiego - il cosiddetto “zapaterismo” -, di stampo liberal-individualista che, nelle sue radici, è sostanzialmente omogenea a quella berlusconiana. Da qui l’irrimediabile debolezza della sua linea quando contrappone al primato degli interessi privati, a cui si ispira il premier, una dimensione di responsabilità sociale, che essa però nega decisamente in campo bioetico, rivendicando la 6 piena libertà di ciascuno di disporre di sé stesso, se non invade la libertà altrui; o quando, nella stessa sfera privata, denuncia la spregiudicatezza etica di Berlusconi in nome di valori che essa stessa considera relativi alla coscienza individuale. Da qui la contraddizione in cui cade invocando, contro le “bugie” del suo nemico storico, la verità dei fatti, dimenticando di avere fortemente contribuito, a livello culturale, alla svalutazione del concetto stesso di “verità”, riducendolo a una questione di interpretazioni soggettive. Da qui, infine, la fragilità dell’appello alla legalità, in mancanza di una concezione etica del bene comune, davanti al fatto che la maggioranza, in Parlamento, può rendere illegale ciò che non lo era, e viceversa (vedi la legge sulla sicurezza o quella sullo scudo fiscale). Sono solo degli esempi. Sufficienti, però, a comprendere perché non ci sia da stupirsi se da anni, ormai, Berlusconi abbia sistematicamente la meglio, anche a livello politico, sui suoi oppositori. Essi giocano sul suo stesso terreno culturale, senza neppure mostrare di rendersene conto. Ma, al di là di questa constatazione, che può apparire più o meno rilevante, ce n’è un’altra che si impone: viviamo all’intemo di un sistema culturale univoco, di cui subiamo le contraddizioni e le perversioni senza che vi sia un’alternativa credibile. C’è qualcuno, oggi, in grado di offrirne una? Il pensiero corre spontaneamente all’ultima enciclica, profondamente innovativa e alternativa, di Benedetto XVI. Sì, è la Chiesa l’unica realtà in grado di guardare dal di fuo- ri questo sottile “totalitarismo culturale” e di contestarlo. E non pensiamo qui alle scelte contingenti del Vaticano o della Cei, ma alla Chiesa nella sua identità profonda, alla sua dottrina sociale ispirata al Vangelo, e a quel popolo di Dio di cui parla il Concilio e di cui fa certamente parte, svolgendovi un ministero fondamentale, la gerarchia, ma che nella sua immensa maggioranza è costituito dal laicato. Sono loro, i laici, che secondo lo stesso Concilio, hanno la competenza specifica della gestione delle cose temporali. Fermo restando il diritto-dovere dei pastori di pronunziarsi con chiarezza sui princìpi, sono i laici ad avere da Dio la missione di rendere presente il Vangelo nell’ambito culturale, sociale, economico, politico. Tocca dunque ai cristiani laici di valutare e di rimettere in discussione il clima culturale che oggi domina il nostro Paese. Se, come a noi sembra, non è conforme né al Vangelo né alla dottrina della Chiesa, esso va cambiato. Su questo non importa essere politicamente di destra o di sinistra. Ci sono verità e valori di fondo di cui noi credenti siamo fermamente convinti e che oggi sono sistematicamente traditi - da destra e da sinistra. È urgente, dunque, un impegno condiviso, trasversale a tutti gli schieramenti. Bisogna solo prenderne coscienza e avere il coraggio di porre mano all’opera. Forse, sotto questo profilo, davvero è l’ora di svegliarci dal sonno. Per aiutare gli italiani a svegliarsi anche loro e a uscire finalmente dai loro sogni illusori. Giuseppe Savagnone Vita Pastorale - Marzo 2010 La Voce - Aprile 2010 “ AD-DIO”! Lome 20 marzo 2010 Eccomi di nuovo a voi! Sono ormai da un mese in Togo! E ancora non mi sembra vero di avere lasciato il Congo! Non è stato facile lasciare questo paese con le sue innumerevoli sfide, è stato il sacrificio della mia quaresima di quest’anno! Lasciare coloro che hai appena incominciato a conoscere e che ami, costa! Rendersi conto che lasci un paese che vive situazioni di vera sofferenza, di morte e partire per andare altrove ti spezza il cuore!! Viene spontaneo chiedersi “ma perché?”! Ma la nostra vita di missionari è così! Oggi sei in un paese: lo ami, cerchi di conoscerlo e di capirne un poco la cultura e le tradizioni, di costruire relazioni e stringere amicizie, di condividerne le situazioni … e poi devi dire “Addio” a tutto e tutti! “Addio”, espressione di distacco, di partenza che ci porta lontani! “Addio” saluto che in genere, nelle nostre culture, si dice quando si ha la quasi certezza che difficilmente ci si rivedrà ancora! Infatti diciamo che dire “Addio” è un po’ come morire! “Addio”, si dice in un soffio e in quel soffio è contenuta la sofferenza di lasciare chi e ciò che si ama! Sarà perché me lo sono ripetuto nel cuore più volte in questo periodo che mi sono resa conto della bellezza di questo saluto … “Addio”, “ Addio”, Addio” … ! Strano ma vero, sta iniziando a piacermi questa parola … non perché significa distacco, ma perché se la si dice con calma suona diversamente “Ad dio!” … “A Dio”, quindi non più solo saluto, ma un rimettere l’attimo di distacco che si vive e il tutto nelle mani di Dio! Un affidare le persone che hai amato a Dio, a Lui che tutto sa e che tutto conosce! A Lui che si occuperà di loro meglio, molto meglio, di ciò che avresti potuto fare tu! Dire “Addio” è quindi mettere nelle mani di Dio le persone che ami e lasciare che sia Lui ad occuparsene! Non è certamente una scoperta quella che vi sto comunicando, ma è ciò che ho vissuto e che sono chiamata a vivere come missionaria! Se penso alle tante persone incontrate in Svizzera, in Repubblica Centrafricana, in Ciad, in Polonia, in Italia, in Spagna … ovunque sono stata … porto nel cuore i loro volti, i loro sguardi, le loro storie … in realtà non li ho mai lasciati perché giustamente, nel lasciarci, ho detto a ciascuno di loro “Ad Dio”! Sì, li ho messi tutti nelle Sue mani, ecco perché tutti restano nel mio cuore! Ecco perché i legami costruiti continuano a vivere in me, in noi! Ma “Addio” è anche sguardo sul futuro! Si, per colui che parte è un nuovo inizio con la certezza che tutto ciò che incontrerà e vivrà “è ed appartiene a Dio”! È un po’ come dire: “Mi affido a Te, affido tutto a te perché così piace a Te! A Dio”! È un abbandonarsi nelle sue mani riconoscendo che è Lui che ci conduce e sa dove e come portarci! È un ripetere di nuovo come Maria: “Eccomi, che si compia La Voce - Aprile 2010 7 in me quello che hai detto”! È un po’ come dire con Gesù: “Abbà … non la mia ma la tua volontà si compia”! È l’espressione della certezza che Dio sta preparando nuovi cammini e compirà nuovi prodigi per te! Come è bello riscoprire il senso delle tante parole che usiamo! Qui in Togo, sto a poco a poco cercando di conoscere questa parte dell’Africa, che è ben diversa da quella che ho conosciuto fino ad ora! Non ho per il momento attività particolari perché come sapete sono in una situazione di “passaggio”, mi sto preparando per il Benin che raggiungerò fra qualche mese! A dire il vero vorrei già esserci! Sto guardandomi attorno e imparando la nuova lingua che dovrò parlare poi. Una lingua molto difficile. Speriamo in bene, perché i miei capelli sono ormai bianchi e la memoria non è più fresca come quando si è giovani! Farò del mio meglio e il resto lo farà il Signore. Sto leggendo diversi libri sul Vodu ... ehm una vera scoperta per me di tanti piccoli e grandi “dei” e riti! Un paese ricco di credenze! Si dice che il Benin sia ancora più ricco di queste espressioni! Se non sbaglio la religione del Vodu in Benin è religione di stato! Mi ritroverò in un luogo di prima evangelizzazione! Chiedo al Signore di aiutarmi a camminare con questo popolo che mi donerà nel pieno rispetto e nella ricerca dei segni della presenza di Cristo che da sempre vi è presente e all’opera! Nella cultura e nelle diverse tradizioni di qui mi sto rendendo conto di ritrovare diversi elementi del Ciad, anche se con sfaccettature diverse! Ma non vado oltre … sento che ho ancora bisogno di guardare, osservare e ascoltare!!! Il mese di marzo è stato un mese segnato dalla delusione per il popolo Togolese: il 4 marzo ci sono state le elezioni presidenziali e la gente desiderava e aspettava un cambiamento, ma purtroppo questo non è avvenuto! La corruzione è tanta e chi ha il potere lo sta usando molto bene, anche sotto il naso degli osservatori internazionali… che neanche se ne accorgono! L’opposizione aveva le prove di questa corruzione, ma il governo ha già fatto sparire il tutto e arrestato! La gente ne sta soffrendo e ha cercato di reagire, hanno organizzato marce che sono state proibite e boicottate! Non vogliono usare la violenza per evitare la dura repressione da parte del governo! È ancora molto viva in loro la repressione del 2005, il tanto sangue versato per avere il potere dall’attuale e rieletto presidente! Il popolo togolese vuole la Pace, vuole lo Sviluppo, vuole la Libertà … . Vi chiedo di accompagnare con la vostra preghiera questo popolo e tanti altri popoli che vivono la stessa situazione! La Pasqua si sta avvicinando! A voi tutti porgo il mio più caro augurio di una Pasqua ricolma di gioia nella certezza che Cristo è veramente Risorto e continua a Risorgere in ogni situazione! Che Lui ci renda sempre più suoi testimoni capaci di portarlo ovunque e soprattutto capaci di affidare tutti e tutto a Lui …. “ a Dio”! Un abbraccio pieno di gioia pasquale a tutti! Sr M. Teresa Traina Sœurs Missionnaires Comboniennes 04 B. P. 105 LOME 04 – TOGO Tel. 00228 250 58 13 Email: [email protected] 8 La Voce - Aprile 2010 La leggenda della passiflora Nei giorni lontani, quando il mondo era tutto nuovo, la primavera fece balzare dalle tenebre verso la luce tutte le piante della Terra, e tutte fiorirono come per incanto. Solo una pianta non udì il richiamo della primavera, e quando finalmente riuscì a rompere la dura zolla la primavera era già lontana... - Fà che anch'io fiorisca, o Signore! - Pregò la piantina. - Tu pure fiorirai - rispose il Signore. - Quando? - chiese con ansia la piccola pianta senza nome. - Un giorno... - e l'occhio di Dio si velò di tristezza. Era ormai passato molto tempo, la primavera anche quell'anno era venuta e al suo tocco le piante del Golgota avevano aperto i loro fiori. Tutte le piante, fuorché la piantina senza nome. Il vento portò l'eco di urla sguaiate, di gemiti, di pianti: un uomo avanzava fra la folla urlante, curvo sotto la croce, aveva il volto sfigurato dal dolore e dal sangue... - Vorrei piangere anch'io come piangono gli uomini - pensò la piantina con un fremito... Gesù in quel momento le passava accanto, e una lacrima mista a sangue cadde sulla piantina pietosa. Subito sbocciò un fiore bizzarro, che portava nella corolla gli strumenti della passione: una corona, un martello, dei chiodi... era la passiflora, il fiore della passione. GESù E Gesù rivedeva, oltre il Giordano campagne sotto il mietitor rimorte: il suo giorno non molto era lontano. E stettero le donne in sulle porte delle case, dicendo: Ave, Profeta! Egli pensava al giorno di sua morte. Egli si assise all'ombra d'una meta di grano, e disse: Se non è chi celi sotterra il seme, non sarà chi mieta . Egli parlava di granai ne' Cieli: e voi, fanciulli, intorno lui correste con nelle teste brune aridi steli. Egli stringeva al seno quelle teste brune; e Cefa parlò: Se costì siedi, temo per l'inconsutile tua veste. Egli abbracciava i suoi piccoli eredi; Il figlio - Giuda bisbigliò veloce d'un ladro, o Rabbi, t'è costì tra' piedi: Barabba ha nome il padre suo, che in Croce morirà». Ma il Profeta, alzando gli occhi, «No», mormorò con l'ombra nella voce; e prese il bimbo sopra i suoi ginocchi. Giovanni Pascoli La Voce - Aprile 2010 9 CELEbRAZIONI PENITENZIALI PER LA PASqUA martedì 30 mercoledì 31 venerdì e sabato Alle Capannelle: ore 15.00: medie 16.15: quinta elementare 17.00: adolescenti ore 20.30: adulti, giovani e adolescenti ore 9.20 - 15.00: giovani e adulti ore 9-12 e15-18.30, quando non si è impegnati nelle celebrazioni. mercoledì 1 sabato 3 Ore 17.30 Confessioni per giovani e adulti Ore 15.00 Confessioni per giovani e adulti (fino alle 16) TRIDUO PASqUALE Primo giorno: PASSIONE E MORTE DI GESù GIOVEDì SANTO VENERDì SANTO: ore 16.30 Prepariamo la Cena del Signore - Celebrazione con i ragazzi ore 20.30: MESSA “NELLA CENA DEL SIGNORE” ore 22-23: Veglia eucaristica (animata da adolescenti e giovani) ore 9.00: Gesù caricato della croce, viene condotto al Calvario. Lodi ore 11.00: veglia eucaristica per ragazzi delle elementari e delle medie. ore 12.00: L’agonia. Si fece buio su tutta la terra. Ufficio delle Letture. ore 15.00: Gesù muore in croce. Via Crucis. ore 20.30: AZIONE LITURGICA DELLA PASSIONE E MORTE DI GESù. Processione con la statua dell’Addolorata. Secondo giorno: FU SEPOLTO - DISCESE AGLI INFERI SAbATO SANTO Giorno della sepoltura e del silenzio. ore9.00: Lodi. Visita e bacio del Crocifisso. Ore 11.30: Benedizione delle uova in Chiesa Parrocchiale, per tutti Terzo giorno: RISUSCITò SAbATO Ore 21.00: VEGLIA PASqUALE. DOMENICA DI PASqUA ss. messe: ore 7.00 - 8.00 - 9.30 - 10.00 (Capannelle)- 11.00 - 18.00 Lunedì dell’Angelo ss. messe: ore 8.00 - 9.30 - 10.00 (Capannelle)- 11.00 - 18.00 Alle Capannelle: GIOVEDì SANTO VENERDì SANTO: SAbATO SANTO 10 ore 20.00: MESSA “NELLA CENA DEL SIGNORE” ore 15.00: Via Crucis. ore 20.00: AZIONE LITURGICA DELLA PASSIONE E MORTE DI GESù. Visita e bacio del Crocifisso - Ore 14.30 Benedizione delle uova Ore 21.00: VEGLIA PASqUALE nella Chiesa Parrocchiale La Voce - Aprile 2010 APRILe 2010 Liturgia Impegni parrocchiali 1 G GIOVeDI SANtO «Messa del crisma» in Cattedrale Messa in coena Domini: ore 20.30 (Capannelle: ore 20) 2 V VeNeRDI SANtO Azione liturgica della Passione e morte di Gesù: ore 20.30 (Capannelle: ore 20) 3 S SAbAtO SANtO Veglia Pasquale: ore 21 4 D PASqUA DI ReSURRezIONe messe: ore 7 - 8 - 9.30 – 10 (Capannelle) - 11 – 18 Il dono di San Nicolò 5 L 6 M 7 M 8 G Lectio divina: ore 18 (Capannelle) e 20.30 9 V Lectio divina: ore 17 - Catechisti: ore 20.45 10 S ore 14.30: Prima Confessione comunicandi 11 D 12 L ore 15 e 20.45: Adulti di Azione Cattolica 13 M ore 20: Ufficio comunitario 14 M 15 G ore 7: Pellegrinaggio alla S. Sindone ore 20: Ufficio comunitario (Capannelle) 16 V Lectio divina: ore 17 17 S 18 D 19 L 20 M 21 M 22 G Lectio divina: ore 18 (Capannelle) e 20.30 23 V Lectio divina: ore 17 - Catechisti: ore 20.45 24 S ore 14.30: Pellegrinaggio alla S. Sindone 25 D 26 L ore 20.30: Confraternita 27 M ore 20.30: Unitalsi 28 M S. Gianna Beretta Molla ore 20.45: Effetto Bibbia (ad Azzano) 29 G S. Caterina da Siena, Patrona d’Italia e d’Europa Lectio divina: ore 18 (Capannelle)e 20.30 Inizio festa della Famiglia (Scuola dell’Infanzia) 30 V messe ore 8 - 9.30 – 10 (Capannelle) - 11 – 18 S. Giovanni Battista de La Salle II domenica di Pasqua III domenica di Pasqua ore 9.30: Consegna della veste bianca per prima comunione ore 11: battesimi - Alle Capannelle: Gruppo famiglie ore 10: Battesimi (Capannelle) ore 20.45: Gruppo missionario IV domenica di Pasqua La Voce - Aprile 2010 Lectio divina: ore 17 11 MAGGIO 2010 Liturgia Impegni parrocchiali 1 S S. Giuseppe lavoratore 2 D V domenica di Pasqua Il dono di san Nicolò - ore 16: battesimi 3 L Ss. Filippo e Giacomo 20.30: Rosario nei quartieri - ore 21,15: CPAE 4 M 5 M B. Caterina Cittadini 20.30: Rosario nei quartieri 6 G Lectio divina: ore 18 e 20.30 7 V Adorazione eucaristica: 7.30-11; 16-18; 20.30: Rosario nei quartieri 8 S ore 7.30: Pellegrinaggio alla S. Sindone 9 D 10 L ore 15: Adulti di AC - 20.30: Rosario nei quartieri 11 M ore 20: Ufficio comunitario 12 M 13 G 14 V 15 S 16 D 17 L 18 M 19 M 20 G 21 V 22 S B. Luigi M. Palazzolo 23 D PeNteCOSte 24 L 20.30: Rosario nei quartieri - ore 21: Confraternita 25 M ore 20.30: Unitalsi 26 M 27 G Lectio divina: ore 18 e 20.30 28 V Lectio divina: ore 17 - 20.30: Rosario nei quartieri 29 S 30 D SANtISSIMA tRINItà ore 11: battesimi 31 L VISItAzIONe b.V. MARIA Pellegrinaggio mariano vicariale alla Madonna dei campi di Stezzano 12 VI domenica di Pasqua S. Grata 20.30: Rosario nei quartieri ore 20: Ufficio comunitario (Capannelle) Lectio divina: ore 20.45 S. Mattia Lectio divina: ore 17 - 20.30: Rosario nei quartieri ASCeNSIONe ore 11: Messa di Prima comunione 20.30: Rosario nei quartieri Ss. Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa ore 20.45: Gruppo missionario 20.30: Rosario nei quartieri S. Bernardino da Siena ore 16.15: celebrazione penitenziale elementari Lectio divina: ore 18 e 20.30 ore 15: celebrazione penitenziale medie Lectio divina: ore 17 - 20.30: Rosario nei quartieri S. Filippo Neri ore 15: Adorazione eucaristica missionaria 20.30: Rosario nei quartieri La Voce - Aprile 2010 Invito alla lettura LIBRO DELL’ESODO I CONteNUtI “Esodo” significa “uscita”: s’intende l’uscita degli Ebrei dall’Egitto verso la libertà, narrata nei primi quindici capitoli di questo libro. In ebraico il libro è chiamato Shemòt “I nomi”, da una delle prime parole. I discendenti di Giacobbe scesi in Egitto sono diventati un poLa Voce - Aprile 2010 polo numeroso e per questo vengono oppressi dal faraone. Il Signore li libera dalla schiavitù (cc.1-15); li fa incamminare nel deserto verso la terra promessa (cc.16-18); stringe con loro un’alleanza, subito infranta e ristabilita (cc. 19-24; 32-34); infine Egli stesso viene a dimorare in mezzo a loro nel santuario mobile(cc. 25-31; 35-40). Il libro dell’Esodo contiene i cardini della fede, dell’identità e della vita d’Israele: il Signore, mediante Mosé, rivela il proprio Nome al popolo; fa sperimentare la propria presenza nei “segni” forti contro l’Egitto e nella salvezza al Mar Rosso. La celebrazione della Pasqua permette a ogni generazione di Ebrei di rivivere e riappropriarsi della liberazione dalla schiavitù. Mediante l’alleanza al Sinai, Israele diviene popolo di Dio, con l’impegno ad osservare la legge. Nella tenda innalzata da Mosé, Dio abita in mezzo al suo popolo. Ecco uno schema a grandi linee: * In Egitto: gli Ebrei oppressi e liberati (1,1-15,21) * Nel deserto: le tappe verso il Sinai (15,22-18,27) * Al Sinai: alleanza e santuario(19,1-40,38) Le CARAtteRIStICHe Il libro dell’esodo è composto prevalentemente da narrazioni e da leggi: si raccontano le opere di Dio e si narra come Dio stesso offra l’alleanza e chieda fedeltà alla legge. Solo nell’intreccio di racconto e di legislazione si può comprendere il libro, ma si deve anche tenere conto della distanza di tempo e di cultura che ci separa dai testi che leggiamo. Gli eventi narrati appartengono alla storia delle origini; essi sono stati oggetto di molteplici interpretazioni di tipo epico e teologico. Come avviene anche negli altri ricordi di questo evento, presenti un pò in tutto l’Antico Testamento, e non soltanto nel Pentateuco, la trama di episodi molto antichi e a volte assai differenti tra loro, viene unificata e ingrandita. In alcune pagine del libro, ad esempio, l’evento è narrato come una espulsione di Ebrei da parte degli Egiziani (12,29-36 esodo-cacciata); in altre pagine si tratta invece di una fuga di Ebrei davanti all’esercito egiziano (14,5-15,21 esodo-fuga). Da una tradizione all’altra gli aspetti prodigiosi si dilatano, le cifre si ingrandiscono. Nella lettura sinagogale e nelle celebrazioni delle sue feste, Israele, da sempre, si riconosce come colui che continuamente “esce” dall’Egitto, accoglie la legge del suo Dio e vive con lui nell’alleanza del Sinai. Per i cristiani, la liberazione di Israele dalla schiavitù d’Egitto è una prefigurazione e un anticipo della redenzione che Dio opera per tutti gli uomini mediante Gesù. L’ORIGINe Così com’é il libro dell’Esodo venne letto dopo l’esilio babilonese. La tradizione ebraica e cristiana lo hanno attribuito, come gli altri del Pentateuco, all’attività letteraria di Mosé, ma gli studi degli ultimi tre secoli hanno dimostrato la complessità delle tradizioni che vi sono confluite e le rielaborazioni che si sono succedute. Oggi si ritiene che il libro dell’Esodo nella sua stesura attuale sia da porsi tra il V e il IV secolo a.C. Ennio Locatelli 13 L’oratorio luogo di educazione Noi crediamo all’oratorio come luogo di educazione alla vita semplice. Abbiamo perso o stiamo perdendo il gusto delle cose semplici. Ci siamo creati mille esigenze e spendiamo gran parte della vita per accontentarle,per poi accorgerci che l’insoddisfazione rimane. Ci siamo dimenticati che una cosa è bella quando noi viviamo la presenza con entusiasmo, con amore. Chi è capace di amare sa che può contare mille volte di più la semplicità di un sorriso che non è un regalo prezioso. Sapersi accontentare delle cose semplici, animarle con l’ entusiasmo che le fa grandi, gioirne con verità: questo ci sta a cuore. E noi crediamo che l’oratorio possa educare a questo con le sue proposte semplici, capaci di far ritrovare il gusto di essere bambini, di essere ragazzi, di essere giovani. Noi crediamo all’oratorio come luogo di educazione alla vita insieme. Contro la logica individualistica di questa società, contro l’abitudine alla divisione che sperimentiamo ogni giorno, contro l’indifferenza nei rapporti con gli altri, noi affermiamo l’urgenza di ristabilire dei momenti in cui la persona si ritrovi con altre persone in assoluta parità, mettendo da parte ciò che divide per evidenziare invece ciò che unisce. Affermiamo che i bambini e i ragazzi devono essere sottratti al contagio dell’indifferenza e del individualismo, devono essere posti a contatto con i loro coetanei per imparare a vivere con loro e per imparare ad avere un cuore non angusto e povero ma capace di avere il mondo stesso come sua dimensione. E crediamo che accanto 14 alle altre istituzioni ( famiglia, scuola, società sportive ……) anche l’oratorio possa dare un contributo alla crescita di questa mentalità aperta. Noi crediamo all’oratorio come luogo di educazione all’amore di Dio. Quando usiamo la parola “fede”, troppo spesso ci viene in mente un atteggiamento difficile e strano, fatto forse di grandi idee e di troppo piccole realizzazioni; e quindi un atteggiamento Non attraente, un po’ ammuffito, un po’ logoro. Ma la fede è anzitutto consapevolezza della presenza amorosa di Dio in tutte le cose, fede è scoprire Dio presente nelle diverse situazioni di cui siamo protagonisti, fede è “ sentire” Dio. E sentirlo come Padre, come amico, come uno che viaggia con noi su queste strade difficili, con una presenza vigile e serena. Fede è accorgersi di Dio e comunicare con lui nel cuore, senza incertezze. E noi crediamo che l’oratorio possa aiutare i ragazzi a guardare cosi al Signore che li ha amati, che li ha proposti come modello del vero credente; crediamo che l’oratorio possa educare alla preghiera semplice e spontanea, animata dalla vita e nutrita dai fatti concreti che la riempiono. Certo sono valori difficili e impegnativi, e come tutte le cime, non si possono scalare se non in cordata, se non aiutandosi l’un l’altro con spirito di autentica collaborazione. È capace di collaborare non chi punta il dito sugli sbagli degli altri scandalizzandosene, ma chi si rimbocca le maniche per correggerli. È capace di collaborare chi non abbandona il campo scoraggiato dagli scarsi risultati, ma chi ci si La Voce - Aprile 2010 butta con più entusiasmo. È capace di collaborare chi trova un posto per il suo impegno personale accanto agli altri e non lo abbandona, costi quel che costi. Con gente così l’oratorio può fare miracoli. Di che cosa ha bisogno l’oratorio? * L’oratorio ha bisogno della presenza dei ragazzi e dei giovani. È questo l’elemento essenziale: si può essere animati dai più santi propositi e dal più forte entusiasmo, ma se i ragazzi e i giovani non ci sono non si può fare niente. * L’oratorio ha bisogno della collaborazione dei genitori, senza questa collaborazione infatti non si può costruire niente. LA VItA è UNA COSA MeRAVIGLIOSA Domenica Lunedì 4 aprile 5 aprile 20.45 16.00 e 20.45 Sabato 10 aprile Domenica 11 aprile 20.45 16.00 e 20.45 DRAGON tRAINeR Ci vogliono genitori che credono nell’oratorio, che stimolano i loro figli a frequentarlo, che sono disposti a dare una mano perché funzioni meglio. E siamo certi che di genitori così ne esistono tantissimi: sono tutti quei genitori che sono preoccupati sul serio della crescita dei loro figli, tutti quei genitori che, ricordano la loro fanciullezza, ricordano volentieri le loro domeniche in oratorio. A questi genitori noi rivolgiamo un appello: abbiamo bisogno di voi, non lasciateci soli. Con voi con i vostri suggerimenti, con il vostro aiuto, con la vostra collaborazione siamo sicuri di poter fare grandi cose perché con voi e come voi vogliamo un gran bene ai nostri ragazzi e vogliamo crescano veramente in gamba. * L’oratorio ha bisogno di animatori generosi e, grazie a Dio se queste cose saranno garantite, il nostro oratorio funzionerà e diventerà la cellula viva della comunità. Diventerà il nucleo della speranza per domani quando questi ragazzi, cresciuti alla scuola di valori grandi, sapranno affrontare le scelte della vita con grande generosità. Non vale la pena, per un progetto così, di metterci un po’ di passione, un po’ di fatica? Non vale la pena di darci una mano tutti insieme? I catechisti Gianni e Stefania Sabato 17 aprile Domenica 18 aprile La Voce - Aprile 2010 20.45 16.00 e 20.45 15 Cosa è poi ‘sta condividenza? Stare insieme in modo sano, costruttivo e gioioso è ciò che di più bello e difficile può fare un gruppo di persone! Ma cominciamo dall’inizio: dopo il CRE 2010 un folto gruppo di animatori ha costituito il G.E.O.Z. (Gruppo Educativo Oratorio di Zanica). Il G.E.O.Z. ha fatto degli incontri di formazione e ha organizzato e gestito il camposcuola a Santa Caterina Valfurva per i ragazzi delle medie. Poi, senza nemmeno il tempo di “tirare il fiato”, ha organizzato e gestito la CONDIVIDeNzA 2010 per i ragazzi del triennio delle superiori… Infatti mercoledì 17 marzo alle ore 19 si sono presentati in oratorio 15 adolescenti muniti di sacchi a pelo, brandine, pigiami, cuscini, … Sembravano 15 sfollati in cerca di un rifugio! Hanno accettato di pernottare in oratorio per due giorni dalle 19 alle 7 del mattino, affrontando momenti di riflessione, giochi, preghiere, cene, partirelle, colazioni al bar, … Dormire fuori casa, sentirsi grandi, comportarsi da grandi, tirare tardi, dormire insieme ai propri amici… è forse ciò che sinteticamente descrive meglio questa esperienza. Un plauso speciale agli animatori che hanno affiancato i ragazzi con attenzione, passione e gioia di stare insieme, ottenendo di vivere un’esperienza che difficilmente sarà dimenticata. A FARe POI? L’intenzione è quella di ricordare che l’oratorio è anche il luogo dove è possibile sperimentare la gratuità, l’accoglienza e l’amore di Dio e G.E.O.Z. cerca di formarsi all’attenzione educativa soprattutto attraverso le Buone Pratiche. Ricordiamo poi che G.E.O.Z. è anche su facebook! E ora è tempo che i ragazzi e giovani dalla prima superiore in poi si iscrivano al CRE 2010! 16 La Voce - Aprile 2010 Cammino per fidanzati che si preparano al matrimonio Quali sono i principali valori che servono a tenere unita una famiglia? Quali sono le difficoltà maggiori che una coppia può incontrare? Riusciremo a stare sempre insieme? Cosa centra Cristo e la Chiesa con il nostro amore? Perchè si fa il corso fidanzati? Sono con queste e tante altre domande che le coppie di fidanzati si presentano al “Cammino per fidanzati che si preparano al matrimonio”, un servizio che la nostra Parrocchia cura ormai da diversi anni, coordinandosi con le parrocchie di Azzano San Paolo e Stezzano, e che ha visto coinvolte decine di coppie di fidanzati, non solo provenienti dalla nostra parrocchia, e alcune coppie di sposi, insieme ai nostri sacerdoti. Cammino per fidanzati e non “corso” come si diceva un tempo. Probabilmente il cuore dell’esperienza che fidanzati, coppie di sposi e sacerdoti vivono, attraverso i momenti di incontro organizzati al sabato sera tra gennaio e marzo, sta proprio in questo: mettersi fian- co a fianco e ognuno con la propria esperienza di vita percorrere un pezzo di strada insieme, senza fretta. Ogni cammino che si rispetti prevede un itinerario, comporta un punto di partenza ed uno di arrivo. È questo un cammino speciale perché si apre su scelte di vita fondamentali che coinvolgono la totalità del loro essere, per questo lo si è diviso in tre tappe, proprio come quando si affronta una vetta impegnativa. La prima tappa è centrata sulla scoperta del dono che ogni uomo ha ricevuto, l’amore, e che la vita ha senso unicamente nel vivere l’amore, in particolare verso una persona con la quale reciprocamente si desidera, si sceglie, si vuole impegnare tutto se stessi, perché amando e desiderando la felicità dell’altro ci si realizza come persona umana. Si arriva così a scoprire che non ci bastano più solo alcuni momenti della settimana, alcu- SOttOSOPRA - CRe 2010 Anche se mancano ancora tre mesi all’inizio, possiamo ufficialmente annunciare che l’inizio del CRE 2010 è previsto per lunedì 21 giugno, e la chiusura per venerdì 16 luglio. Sul prossimo numero de La Voce verranno date le indicazioni per l’iscrizione. Nelle prossime settimane incominceranno gli incontri per gli ANIMATORI: chi volesse partecipare al CRE come animatore, si sbrighi a dare il proprio nome in segreteria!!! Il termine ultimo per l’iscrizione è mercoledì 7 aprile. La Voce - Aprile 2010 17 ni progetti vissuti insieme, ma che si desidera condividere tutto il tempo. Si comincia a parlare di “casa”, di sposarsi e di sposarsi in chiesa. Il matrimonio viene vissuto come una scelta “naturale” proprio perché, realizzandosi in un dono totale, reciproco ed esclusivo tra un uomo ed una donna, esso “è” la risposta naturale ed adeguata alle esigenze dell’amore ed attraverso di esso si esprime il mistero grande di Dio: la seconda tappa ci ha condotti a riscoprire cosa significano per l’uomo i sacramenti che Gesù Cristo ci ha donato fino a cogliere con sorpresa che il sacramento del matrimonio non sta tanto nel rito che si andrà a compiere, o nella benedizione che riceveremo dal sacerdote, ma sta essenzialmente nei due sposi che promettendosi di amarsi di un amore fedele, unico, indissolubile e fecondo diventano il sacramento dell’amore di Dio, dell’amore che è Dio. Come custodire tanta ricchezza? Questa la terza tappa: tenere il fuoco dell’amore ac- ceso ogni giorno, alimentandolo perché dia sempre più calore nelle giornate serene e riparandolo da folate di vento nei momenti difficili della vita, sostenendosi a vicenda, aprendosi alla comunità. Alcuni accorgimenti, qualche piccola indicazione di chi ha già fatto un pezzo di strada nel matrimonio, ma l’importante è andare alla fonte dalla quale proviene tutto l’amore di cui gli sposi hanno bisogno: Dio stesso. Il cammino vuole dunque essere un itinerario di fede che non può esaurirsi all’interno di pochi incontri ma che necessita di proseguire all’interno delle rispettive comunità cristiane grazie ad una pastorale familiare attenta a tutte le stagioni della vita. Bravi i fidanzati che anche quest’anno hanno accolto l’invito a fare un tratto di strada insieme a noi. Con la loro presenza assidua e partecipata hanno contribuito alla crescita di tutti, si sono strette nuove amicizie, con il loro entusiasmo hanno arricchito noi coppie di sposi. Grazie a don Silvano e don Luca che in ogni incontro hanno spezzato per noi la Parola di Vita, aiutandoci a cogliere il gusto buono che essa dà alla quotidianità della vita di ogni coppia. Giancarlo, Maria, Carmine, Silvia, Alessandro, Monica SOMMARIO Nel silenzio limpida risuona la parola della speranza . . . . . pag. 3 Un’Italia anticristiana . . . . . . pag. 4 Italia: il problema è solo politico? . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 5 “Ad-Dio” . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 7 La leggenda della passiflora . pag. 9 Settimana santa . . . . . . . . . . pag. 10 Calendario aprile . . . . . . . . . pag. 11 Calendario maggio . . . . . . . . pag. 12 Il libro dell’Esodo . . . . . . . . . pag. 13 L’oratorio come luogo di educazione. . . . . . . . . . . . . pag. 14 Condividenza . . . . . . . . . . . . pag. 16 Cammino per fidanzati . . . . . pag. 17 Le coppie che hanno partecipato al percorso fidanzati 2010 18 La Voce - Aprile 2010 RIPARAZIONE ELETTRODOMESTICI --- MOIOLI --- Lavatrici, LavastovigLie, Forni, FrigoriFeri, tv, videoregistratori, Ferri da stiro, aspirapoLvere e aLtri eLettrodomestici CHIAMATA GRATUITA Vendita di materiale elettrico, articoli per la casa, elettrodomestici, complementi d’arredo IMPIANTI ELETTRICI CIVILI - Installazione e manutenzione Antenne terrestri e satellitari - Impianti anti-intrusione Cancelli elettrici - Impianti telefonici - Videocitofoni Via Donizetti, 26/A - Grassobbio (BG) Informazioni: 035 / 52.51.87 AMBULATORIO ODONTOIATRICO NUOVADENTDUE s.r.l. Direttore Sanitario POLIZZI DR. PIERPAOLO Medico Chirurgo Odontoiatra RAVELLI DR. ALBERTO - Medico Chirurgo Odontoiatra SALVIONI DR. BRUNO - Medico Chirurgo Odontoiatra GRIMALDI DR. GIANPIERO - Odontoiatra Via Carducci, 6 - Azzano San Paolo (BG) Telefono e fax: 035.531698 BARONCHELLI Onoranze funebri e addobbi Lapidi e monumenti funebri servizio autoambulanze 24 ore su 24 Via Goito, 1 - 24050 Zanica (BG) teL. 035 / 67.14.21 Libera Associazione Donatori di Sangue Vendita e riparazione elettrodomestici Impianti d'antenna satellitari e digitale terrestre Climatizzazione - Impianti Home Theater Elettrodomestici da incasso - Liste Nozze Videosorveglianza digitale - SKY installer Pagamenti rateali personalizzati Riparazioni e installazioni a domicilio Negozio: Viale Trieste, 20 (di fronte magazzini "Le Matte") Laboratorio: Via Bergamo, 7 - Azzano San Paolo (BG) Tel.: 035 530 179 - eMail: [email protected] Sezione di ZANICA (BG) Donare il Sangue vuol dire Amare Chi volesse diventare donatore volontario si può rivolgere presso la sede tutte le domeniche dalle ore 9.30 alle 11.00 Piazza XI Febbraio - 24050 Zanica (BG) Informazioni: 035 / 67.22.71 - 67.24.36