Relazione Generale PCPC Laterza

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Relazione Generale PCPC Laterza
Comune di Laterza
(Provincia di Taranto)
PIANO COMUNALE
DI
PROTEZIONE CIVILE
RELAZIONE GENERALE
Redatto secondo il metodo Augustus (Dipartimento della Protezione Civile, 1998) ed ai sensi della «Linee guida regionali per la pianificazione
di emergenza in materia di Protezione Civile» - D.G.R. n° 255 del 7 marzo 2005 e del «Manuale operativo per la predisposizione di un piano
comunale o intercomunale di Protezione Civile», Dipartimento della Protezione Civile, Ottobre 2007
Redatto da:
Verificato dall’Autorità Comunale di Protezione Civile, ai sensi dell’art. 15
della Legge n° 225 del 24/02/1992, modificato dal Decreto-Legge n° 59
del 15 maggio 2012, convertito in legge dalla Legge n° 100 del 12 luglio 2012:
Il Sindaco: Ing. Gianfranco LOPANE
Data: Febbraio 2013
Revisione: 01/2013
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
“Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della sua
persona” (art. 3 - Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo - Assemblea Generale
dell’O.N.U. - 10.12.1948)
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e
interesse della collettività...” (art. 32 - Costituzione italiana)
“Non ci si libera di una cosa evitandola, ma soltanto attraversandola”
(22 novembre 1945)
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INDICE
- INTRODUZIONE
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- ELENCO ABBREVIAZIONI ED ACRONIMI
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PARTE PRIMA: GENERALITA’
I – PREMESSA
II – LINEE GUIDA E RIFERIMENTI NORMATIVI
III - STRUTTURAZIONE GENERALE DEL PIANO: IL METODO
AUGUSTUS
- CARATTERISTICHE DI BASE PER LA PIANIFICAZIONE DI EMERGENZA
IV - RUOLO DEI COMUNI
V - STRUTTURA DEL PIANO
PARTE SECONDA: SEZIONE A - PARTE GENERALE
A.1 - DATI DI BASE
A.1.1 - Inquadramento generale
A.1.2 - Servizi essenziali presenti sul territorio
A.1.3 - Risorse presenti sul territorio
Dipendenti pubblica amministrazione
Mezzi pubblica amministrazione
Farmacie
Associazioni di Volontariato
Ditte private operanti nel settore dei trasporti, scavi e movimenti terra
Ditte private operanti nel settore dei trasporti civili
Ditte private operanti nel settore del trasporti acqua non potabile
Aziende agricole presenti sul territorio comunale in prossimità
delle principali direttrici stradali
Ditte di ferramenta e materiale edile
Strutture ricettive
A.1.4 – Popolazione
A.1.5 – Dati climatici
A.1.6 - Caratteristiche geologiche, geomorfologiche ed idrogeologiche
Inquadramento geologico
Caratteristiche litostratigrafiche
Tettonica
Caratteri geomorfologici
Idrografia ed idrogeologia
Idrografia superficiale
Idrografia sotterranea
Falda Profonda
Falda superficiale
A.1.7 – Sismicità
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A.1.8 – Altimetria
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A.1.9 - Edifici strategici e di interesse pubblico ed opere infrastrutturali 88
Edifici Strategici
88
Infrastrutture Strategiche
91
Impianti (servizi: acqua, energia elettrica, gas)
91
Ponti
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A.1.10 - Tipo di colture agronomiche principali
93
A.1.11 - Vie di comunicazione
95
Direttrici principali
96
Direttrici secondarie
98
A.1.12 – Cartografia
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A.2- SCENARIO DEGLI EVENTI ATTESI
A.2.1 - Classificazione generale degli eventi
A.2.2 - Importanza rivestita dall’estensione territoriale dell’emergenza
A.2.3 - Rischi attesi
Rischio idrogeologico e idraulico
Rischio geomorfologico
Rischio neve, ghiaccio e gelate
Rischio nubifragi, grandinate e trombe d’aria
Rischio sismico
Rischio incendio boschivo e di interfaccia
Rischio sociologico
Rischio ondate di calore
Rischio siccità - interruzione erogazione idrica
Rischio rifiuti urbani
Rischio incidenti stradali e trasporti
Codice KEMLER
Rischio blackout
Rischio incidenti su rete distribuzione gas (metanodotti)
Rischio sanitario
Rischio incidenti vari (evento qualsiasi)
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A.3 - Aree di emergenza
A.3.1 - Aree di attesa della popolazione
Schede aree di attesa
A.3.2 - Aree di ricovero della popolazione
Schede aree di ricovero
Tabella delle correlazioni tra le Aree di Attesa e le Aree di
Accoglienza
A.3.3 - Aree di ammassamento dei soccorritori
Scheda area di ammassamento
Scheda di allestimento tendopoli
A.3.4 - Cancelli Stradali di ingresso-viabilità-eliporti
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PARTE TERZA: SEZIONE B - LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE
B.1 - COORDINAMENTO OPERATIVO COMUNALE
211
B.2 - SALVAGUARDIA DELLA POPOLAZIONE
215
B.3 - RAPPORTI TRA LE ISTITUZIONI LOCALI PER L’ATTIVITÀ
AMMINISTRATIVA E SUPPORTO ALL’ATTIVITÀ DI EMERGENZA
216
B.4 - INFORMAZIONE ALLA POPOLAZIONE
217
B.5 - SALVAGUARDIA DELLE STRUTTURE ED INFRASTRUTTURE A RISCHIO E
SISTEMA PRODUTTIVO LOCALE
B.6 - RIPRISTINO DELLA VIABILITÀ E DEI TRASPORTI – CONTROLLO DEL
TRAFFICO
B.7 - FUNZIONALITÀ DELLE TELECOMUNICAZIONI
B.8 – RIPRISTINO DEI SERVIZI ESSENZIALI
B.9 - CENSIMENTO E SALVAGUARDIA DEI BENI CULTURALI
B.10 - MODULISTICA PER IL CENSIMENTO DEI DANNI A PERSONE E COSE
B.11 - RELAZIONE GIORNALIERA DELL’INTERVENTO
B.12 - STRUTTURA DINAMICA DEL PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE:
AGGIORNAMENTO DELLO SCENARIO ED ESERCITAZIONI
B.12.1 - Esercitazioni di protezione civile
B.12.2. - Aggiornamento del piano di protezione civile
B.12.3. - Schema di verifica ed aggiornamento del piano
PARTE QUARTA: SEZIONE C- MODELLO DI INTERVENTO
C.1 - SISTEMA DI COMANDO E CONTROLLO
C.1.1 - Centro Operativo Comunale (COC)
C.1.2 - Compiti per funzioni COC
Funzione 1 – Tecnica e di pianificazione
Funzione 2 – Sanità assistenza sociale e veterinaria
Funzione 3 – Volontariato
Funzione 4 – Materiali, mezzi e risorse umane
Funzione 5 – Servizi essenziali e attività scolastica
Funzione 6 – Censimento danni e complessi edilizi
Funzione 7 – Strutture operative e viabilità
Funzione 8 – Telecomunicazioni
Funzione 9 – Assistenza alla popolazione
C.2 - PROCEDURE DI ATTIVAZIONI IN EMERGENZA
C.2.1 - Reperibilità dei funzionari del Centro Operativo Comunale
C.2.2 - Delimitazione delle aree a rischio
C.2.3 - Area di ammassamento dei soccorritori
C.2.4 - Aree di ricovero della popolazione
C.2.5 - Aree di attesa della popolazione
C.3 - PROCEDURE OPERATIVE GENERALI
C.4 - PROCEDURE OPERATIVE SPECIFICHE
C.4.1 - Rischio idrogeologico e idraulico
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C.4.2 - Rischio geomorfologico
C.4.3 - Rischio neve, ghiaccio e gelate
C.4.4 - Rischio nubifragi, grandinate e trombe d’aria
C.4.5 - Rischio sismico
C.4.6 - Rischio incendio boschivo e di interfaccia
C.4.7 - Rischio sociologico (manifestazioni, fiere e processioni)
C.4.8 - Rischio ondate di calore
C.4.9 - Rischio siccità - interruzione erogazione idrica
C.4.10 - Rischio rifiuti urbani
C.4.11 - Rischio incidenti stradali e trasporti
C.4.12 - Rischio blackout
C.4.13 - Rischio incidenti su rete distribuzione gas (metanodotti)
C.4.14 – Rischio sanitario
C.4.15 - Rischio incidenti vari (evento qualsiasi)
C.4.16 - Indicazioni finali
C.5 – L’INFORMAZIONE DELLA POPOLAZIONE
C.5.1 - L’informazione della popolazione
C.5.2 - Tempi dell’informazione
C.5.3 - Modalità e mezzi di comunicazione
C.5.4 - I contenuti della comunicazione
C.5.5 - Norme comportamentali di carattere generico
Cosa fare in caso di terremoto
Cosa fare in caso di alluvione
Cosa fare in caso di incidente industriale
Cosa fare in caso di frana
C.5.6 - Come segnalarci un evento
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ALLEGATI
A - MODULISTICA DI EMERGENZA
B - ELENCO DELLE PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI (Dializzati, legati ad
apparecchiature elettromedicali, ecc., ecc...)
C - RUBRICA DELL’EMERGENZA (Numeri utili vari)
D - ELENCO MEZZI, MATERIALI E RISORSE
E - COSTITUZIONE DEL C.O.C. (CENTRO OPERATIVO COMUNALE)
F - PROTOCOLLI DI INTESA (ESEMPI)
G – RACCOLTA PROCEDURE OPERATIVE ENTI VARI
H - ALLEGATI CARTOGRAFICI
- CARTOGRAFIA DI BASE:
Tav. n° 1 - Inquadramento territoriale – scala 1 : 25.000
Tav. n° 2 - Aree naturali protette - scala 1 : 35.000
Tav. n° 3 - Principali aree di interesse storico-paesaggistico e culturale
(PUTT/P – D. Lgs 42/’04: Codice Urbani) - scala 1 : 35.000
Tav. n° 4 - Carta di sintesi delle infrastrutture viarie e strategiche e degli
elementi sensibili di tutto il territorio comunale - scala 1 : 25.000
Tav. n° 5 - Carta di sintesi delle infrastrutture strategiche e degli elementi
sensibili del territorio urbano - scala 1 : 5.000
Tav. n° 6 - Carta geologica dell’intero territorio comunale - scala 1 : 25.000
Tav. n° 7 - Carta uso del suolo dell'
intero territorio comunale - scala 1 : 25.000
Tav. n° 8 - Carta vegetazionale dell'
intero territorio comunale - scala 1 : 25.000
Tav. n° 9 - Carta incendi storici dell'
intero territorio comunale - scala 1 : 25.000
Tav. n° 10 - Carta delle aree di emergenza dell'
intero territorio comunale
– scala 1 : 10.000
Tav. n° 10 bis - Carta delle aree di attesa e dei settori territoriali afferenti
– scala 1 : 5.000
- CARTOGRAFIA TEMATICA:
- Tav. n° 11 - Rischio incendio di interfaccia - Carta della Perimetrazione
- scala 1 : 25.000
- Tav. n° 12 - Rischio Incendio di Interfaccia - Carta della Pericolosità
- scala 1 : 25.000
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- Tav. n° 13 - Rischio Incendio di Interfaccia - Carta della Vulnerabilità
- scala 1 : 25000
- Tav. n° 14 - Rischio Incendio di Interfaccia - Carta del Rischio - scala 1 : 25.000
- Tav. n° 14 bis - Rischio Incendio di Interfaccia - Carta del Rischio (ortofoto)
Scala 1:25.000
- Tav. n° 15 - Rischio idraulico, idrogeologico e geomorfologico - Carta
della pericolosità e del Rischio - scala 1:35.000
- Tav. n° 16 - Rischio idraulico e idrogeologico - Carta delle criticità idrauliche e
idrogeologiche rilevate nel territorio comunale - scala 1:10.000
- Tav. n° 17 - Rischio idraulico e idrogeologico - Carta delle criticità idrauliche e
idrogeologiche rilevate nel territorio urbano - scala 1:3.000
- Tav. n° 18 - Rischio geomorfologico - Cartografia dei versanti della ‘Gravina di
Laterza posti lungo il centro storico e potenzialmente soggetti a
rischio crolli e/o frane - scala 1:2.000
- Tav. n° 19 - Rischio sismico - Carta delle criticità del territorio urbano
- scala 1 : 5.000
- CARTOGRAFIA OPERATIVA:
- Tav. n° 20 - Rischio neve, ghiaccio e gelate - Carta delle infrastrutture viarie
(tratti critici e strategici) - Percorsi spargimento sale di competenza
comunale - scale 1:25.000 / 1:5.000
- Tav. n° 21 - Rischio sociologico - Eventi indotti da grandi manifestazioni
popolari, culturali e sportive - scale 1:10.000 / 1:2.000
- Tav. n° 22 - Rischio sociologico - Eventi indotti dalle processioni delle principali
feste religiose: Maria S.S. Mater Domini, S.S. Medici, Madonna del
Carmine e Madonna delle Grazie - scale 1:10.000 / 1:5.000 /
1:2.000
- Tav. n° 23 - Individuazione cancelli di accesso alle aree a rischio e percorsi per
il raggiungimento dell’area di ammassamento – scala 1:10.000
- Tav. n° 24 - Indicazioni delle vie di esodo ed ubicazione delle aree di raccolta
dei plessi scolastici dell’Istituto Comprensivo ’Armando Diaz’
- Tav. n° 25 - Indicazioni delle vie di esodo ed ubicazione delle aree di raccolta
dei plessi scolastici dell’Istituto Comprensivo ‘Marconi’ –
‘Michelangelo’
- Tav. n° 26 - Indicazioni delle vie di esodo ed ubicazione delle aree di raccolta
dei plessi scolastici dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore
‘G. B. Vico’ (Liceo Scientifico – Liceo Artistico/Istituto d’Arte)
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INTRODUZIONE
Il presente Piano Comunale di Protezione Civile (P.C.P.C.) è stato
redatto dal Dott. Geol. Arcangelo PERRUCCI, dal Dott. Ing. Cristofaro
PALMIERI e dal Dott. Ing. Michelangelo PALMIERI, secondo il modello di
valutazione dei rischi definito METODO AUGUSTUS (Dipartimento della
Protezione Civile, 1998) e tenendo conto delle “Linee guida regionali per la
pianificazione di emergenza in materia di Protezione Civile” (D.G.R. n° 255
del 7 marzo 2005) e del “Manuale operativo per la predisposizione di un
piano comunale o intercomunale di Protezione Civile” (Dipartimento della
Protezione Civile, Ottobre 2007).
Si ringrazia in primis il Sindaco, Ing. Gianfranco LOPANE, per la
continua e costante collaborazione, tutti i Settori e Servizi del Comune di
Laterza, che hanno fornito utili dati necessari all’elaborazione dello stesso,
le associazioni di volontariato presenti sul territorio (“La Luce” Onlus-P.A.
‘Croce Azzurra’, Radio C.B. ‘S.O.S. 27’ SER ed i volontari della campagna
AIB), il Dott. Paolo LARIZZA ed il personale del Comando di Polizia
Municipale, della Stazione del Corpo Forestale dello Stato, della Caserma
dei Carabinieri ed il personale A.R.I.F. operante nel territorio del Comune di
Laterza.
Tutti i dati contenuti nel presente piano, sono stati e saranno gestiti nel
pieno rispetto del D.Lgs n° 196 del 30 Giugno 2003, (“Codice in materia di
protezione dei dati personali”), sono stati e saranno trattati in modo lecito e
secondo correttezza, nel pieno rispetto dei diritti e della libertà fondamentale,
nonché della dignità degli interessati, con particolare riferimento alla
riservatezza, all’identità personale e al diritto alla protezione dei dati
personali.
Infine, il trattamento dei dati personali contenuti nel presente piano sarà
curato dal Comune di Laterza e sarà effettuato solo ed esclusivamente per
fini istituzionali, nel rigoroso rispetto di quanto stabilito dal D.Lgs 196/’03,
anche in fase di divulgazione a terzi dello stesso.
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ELENCO ABBREVIAZIONI ED ACRONIMI
A.C.: Autorità Competente
A.R.I.F.: Agenzia per le Attività Irrigue e Forestali
A.d.B: Autorità di Bacino
A.I.B.: Antincendio Boschivo
A.S.L.: Azienda Sanitaria Locale
C.C.: Carabinieri
C.C.S.: Centro Coordinamento Soccorsi
C.F.C.: Centro Funzionale Centrale
C.F.: Corpo Forestale
C.F.R.: Centro Funzionale Regionale
C.F.S: Corpo Forestale dello Stato
C.N.VV.F.: Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
C.O.C.: Centro Operativo Comunale
C.O.M.: Centro Operativo Misto
C.O.R.: Centro Operativo Regionale
C.R.I.: Croce Rossa Italiana
DI.COMA.C.: Direzione Comando e Controllo
D.O.S: Direttore delle Operazioni di Spegnimento
D.P.C.: Dipartimento della Protezione Civile
G.d.F.: Guardia di Finanza
G.I.S.: Geographic Information System
I.F.F.I.: Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia INGV: Istituto Nazionale
di Geofisica e Vulcanologia
I.G.M.; Istituto Geografico Militare
O.P.C.M.: Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri
P.A.I.: Piano di Assetto Idrogeologico
P.C.: Protezione Civile
P.C.P.C.; Piano Comunale di Protezione Civile
P.M.: Polizia Municipale
P.M.A.: Posto Medico Avanzato
P.S.: Polizia di Stato
R.O.C.:Referente Operativo Comunale
S.O.U.P.: Sala Operativa Unificata Permanente
U.C.L.: Unità di Crisi Locale
U.C.P.C.: Ufficio Comunale di Protezione Civile
U.T.G.: Ufficio Territoriale del Governo
VV.F.: Vigili del Fuoco
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PARTE PRIMA: GENERALITA’
I. - PREMESSA
Dotare un Comune del Piano Comunale di Protezione Civile (P.C.P.C.)
significa poter disporre di uno strumento operativo finalizzato
all’individuazione delle situazioni di rischio presenti o potenziali sul
territorio comunale, legate alle caratteristiche geofisiche del territorio stesso
o derivanti da eventi esterni, quali fenomeni metereologici ed eventi legati
all’attività dell’uomo. La finalità è individuare per quanto possibile gli
eventi in anticipo (Previsione), predisporre gli interventi per la rimozione o
quantomeno riduzione del rischio ad essi correlati (Prevenzione),
organizzare gli interventi a tutela della salute dei cittadini, alla salvaguardia
dell’ambiente e dei beni collettivi e privati (Soccorso) ed infine definire le
modalità per garantire un rapido ritorno alle normali condizioni di vita
(Superamento dell’Emergenza), cosi come previsto nella recente normativa
in materia di Protezione Civile (ex-art. 3 della Legge n° 225/1992:
“Istituzione del Servizio nazionale della protezione civile”, modificato dal
Decreto-Legge n° 59 del 15 maggio 2012, convertito in legge dalla Legge n°
100 del 12 luglio 2012: “Conversione in legge, con modificazioni, del,
recante Disposizioni urgenti per il riordino della Protezione Civile”).
Pertanto, lo scopo principale della stesura di un Piano Comunale di
Protezione Civile (P.C.P.C.) è l’organizzazione dell’insieme delle procedure
di emergenza, dell’attività di monitoraggio del territorio e dell’assistenza
alla popolazione.
Propedeutica è l’analisi dei fenomeni, naturali e non, che possono
costituire potenziali fonti di pericolo per la struttura sociale e per la
popolazione.
Nel P.C.P.C. del Comune di Laterza sono stati individuati i rischi a cui
è soggetto il territorio comunale, prendendo in esame le possibili
conseguenze derivanti da eventi calamitosi, secondo un approccio
cautelativo di massimo danno atteso. Una volta ricostruiti gli scenari di
evento, il Piano indica sistemi e procedure d’allertamento e di emergenza,
definendo ruoli, compiti e responsabilità di tutti i soggetti che concorrono al
sistema locale della Protezione Civile.
Il presente P.C.P.C. si coordina con il Piano di Protezione Civile della
Provincia di Taranto, dettagliando a livello locale la conoscenza dei rischi
presenti sul territorio e le procedure di emergenza, differenziate per scenario
di rischio, che devono essere messe in atto per la gestione degli interventi di
soccorso alla popolazione e il ripristino delle condizioni di normalità.
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In base a quanto sopra descritto, il P.C.P.C.. si struttura in:
• descrizione approfondita del territorio e delle risorse in esso presenti;
• l’insieme degli scenari di rischio, dipendenti da fattori sia naturali
che antropici, che insistono sul territorio comunale;
• l’insieme di modelli di intervento di emergenza e soccorso, specifici
per ciascuno degli scenari di rischio esaminati;
• la cartografia rappresentativa del territorio, dei rischio e dei modelli
di intervento.
La definizione degli scenari di rischio è la prima fase della redazione
del Piano d’Emergenza Comunale ed è propedeutica all’allestimento degli
scenari di danneggiamento che derivano dalla combinazione dei primi con
gli elementi vulnerabili presenti sul territorio.
Il passaggio successivo consiste nella definizione di modelli di
intervento specifici per ciascuna tipologia degli scenari di rischio individuati.
Affinché ciò sia possibile, è necessario organizzare un processo di
pianificazione che si realizza attraverso:
• l’identificazione delle funzioni previste dal metodo Augustus;
• l’istituzione della struttura “comando-controllo” di livello locale più
consona alle dimensioni e caratteristiche del Comune oggetto del
Piano (definizione della struttura C.O.C.: Centro Operativo
Comunale e della funzione di R.O.C.: Referente Operativo
Comunale)
• il censimento di risorse, mezzi, aree di attesa, accoglienza o ricovero
(tendopoli, moduli abitativi di emergenza, strutture di accoglienza di
altro tipo), aree di ammassamento soccorritori, depositi logistica;
• la definizione ove necessario di protocolli di intesa tra enti o di
convenzioni tra Comune e privati, per l’ottimizzazione degli
interventi di somma urgenza richiesti nella gestione dell’emergenza;
• la localizzazione delle reti di servizi (linee elettriche, gasdotti,
acquedotti).
Il modello di intervento individua i compiti e le interazioni tra le
strutture coinvolte nella gestione dell’emergenza e la loro composizione e
competenza territoriale.
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Identifica, inoltre, le fasi nelle quali si articola l’intervento di protezione
civile e pertanto deve contemplare, nelle diverse gradazioni (preallarme,
allarme, emergenza):
• le modalità di segnalazione e di verifica degli eventi calamitosi (si
presenta a supporto una modulistica dedicata);
• i protocolli di allertamento;
• le attivazioni delle procedure di emergenza;
• il coordinamento delle operazioni di soccorso;
• l’informazione e la formazione della popolazione ed attività
collegate.
• Il modello di intervento si completa poi con la rappresentazione
cartografica di tutti i dati derivanti dal processo di pianificazione
(carta dei modelli di intervento).
L’insieme dei modelli di intervento così costituiti e degli elaborati
grafici a corredo costituisce infine il Piano Comunale di Protezione Civile
nel suo complesso.
Nel presente P.C.P.C. è stato analizzato il territorio comunale del
Comune di Laterza, in funzione dei possibili rischi attesi, per poter
programmare ed organizzare insieme agli enti e strutture preposte, le attività
di previsione, prevenzione e concorso agli interventi di emergenza.
Priorità assoluta è data alla salvaguardia dei cittadini e dei beni pubblici
e privati, secondo le definizioni indicate dall’ex-art. 3 della Legge n°
225/1992: “Istituzione del Servizio nazionale della protezione civile”,
modificato dal Decreto-Legge n° 59 del 15 maggio 2012, convertito in legge
dalla Legge n° 100 del 12 luglio 2012: “Conversione in legge, con
modificazioni, del, recante Disposizioni urgenti per il riordino della
Protezione Civile”), di seguito riportate:
- Attività di protezione civile - Accanto alle attività di “previsione e
prevenzione dei rischi”, “soccorso delle popolazioni” e “superamento
dell’emergenza” vengono meglio specificate come ulteriori attività
necessarie e indifferibili anche quelle dirette al “contrasto dell’emergenza”
e alla “mitigazione del rischio”. Viene poi precisato che le amministrazioni
competenti provvedono alle attività di protezione civile nell’ambito delle
risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili alla legislazione
vigente;
- Previsione - L’idea di previsione prevista dalla Legge n° 225/1992 viene
superata con l’introduzione del concetto di “identificazione degli scenari di
rischio probabili”. Inoltre si specifica che sono attività di previsione quelle
dirette “dove possibile, al preannuncio, al monitoraggio, alla sorveglianza e
alla vigilanza in tempo reale degli eventi e dei livelli di rischio attesi”;
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- Prevenzione - Nella generale definizione di prevenzione prevista dalla
Legge n° 225/1992 – che rimane invariata - si esplicitano le singole attività
volte a evitare o a ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni
conseguenti agli eventi. Queste attività, definite “non strutturali”, sono:
l’allertamento, la pianificazione dell’emergenza, la formazione, la
diffusione della conoscenza della protezione civile, l’informazione alla
popolazione, l’applicazione della normativa tecnica e le esercitazioni;
- Soccorso - La finalità del soccorso è assicurare alle popolazioni colpite
dagli eventi ogni forma di prima assistenza e ciò si realizza, nella nuova
definizione della Legge n° 225/1992, con interventi “integrati e coordinati”;
- Superamento dell’emergenza - Non subisce modifiche la definizione di
superamento dell’emergenza che consiste nell’attuazione, coordinata con
gli organi istituzionali competenti, delle iniziative - necessarie e non
rinviabili - volte a rimuovere gli ostacoli alla ripresa delle normali
condizioni di vita. Le modalità con cui si realizza tale attuazione sono
disciplinate dall’art. 5 che è stato modificato e integrato per definire con
chiarezza come avviene il subentro delle amministrazioni competenti in via
ordinaria;
- Piani e programmi territoriali - I piani e i programmi di gestione, tutela e
risanamento del territorio devono essere coordinati con i piani di
emergenza di protezione civile, con particolare riferimento ai piani di
emergenza comunali e ai piani regionali di protezione civile. La modifica
di questo comma ribalta la precedente impostazione che prevedeva che
fossero le attività di protezione civile a doversi armonizzare con i
programmi territoriali.
Il P.C.P.C. costituisce lo strumento unitario di risposta coordinata del
sistema locale di Protezione Civile, a qualsiasi tipo di situazione di crisi o di
emergenza, avvalendosi delle conoscenze e delle risorse disponibili sul
territorio; viene definita la catena di comando, il coordinamento
organizzativo, individuate le risorse umane e materiali esistenti sul territorio,
necessarie per l'
attuazione degli interventi da porre in essere, per
fronteggiare e superare l'
emergenza.
L’art 15 della Legge n° 225/1992, modificato ed integrato dal DecretoLegge n° 59 del 15 maggio 2012, convertito in legge dalla Legge n° 100 del
12 luglio 2012: “Conversione in legge, con modificazioni, del, recante
Disposizioni urgenti per il riordino della Protezione Civile”), ribadisce il
ruolo del Sindaco quale Autorità comunale di Protezione Civile e precisa, al
comma 3, che egli assume la direzione dei servizi di emergenza che
insistono sul territorio del Comune e il coordinamento dei servizi di
soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite.
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Il Sindaco quindi, in emergenza, è il responsabile, in accordo con il
Prefetto, della gestione dei soccorsi sul territorio comunale, nonché del
coordinamento dell'
impiego di tutte le forze disponibili.
Per il corretto espletamento delle competenze ad esso affidate, ogni
Comune ha il diritto-dovere di dotarsi di una struttura di Protezione civile
(ex-Legge n° 225/’92).
La struttura comunale di Protezione Civile ha carattere di servizio
permanente, preordinato ad assistere e supportare il Sindaco, svolgendo le
funzioni organizzative preparatorie e propedeutiche connesse alla gestione
delle emergenze.
Sono attuate le attribuzioni del Sindaco rivenienti dall’art. 108, punto c)
del D.Lgs. 112/’98 (“Conferimento di funzioni e compiti amministrativi
dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della
Legge n° 59 del 15 marzo 1997,), ovvero:
•
•
•
•
•
•
l’attuazione, in ambito comunale, delle attività di previsione e degli
interventi di prevenzione dei rischi, stabilite dai programmi e piani
regionali;
l’adozione di tutti i provvedimenti, compresi quelli relativi alla
preparazione dell’emergenza, necessari ad assicurare i primi soccorsi
in caso di eventi calamitosi in ambito comunale;
la predisposizione dei piani comunali e/o intercomunali di
emergenza, anche nelle forme associative e di cooperazione e, in
ambito montano tramite le comunità montane e alla cura della loro
attuazione, sulla base degli indirizzi regionali;
l’attivazione dei primi soccorsi alla popolazione e degli interventi
urgenti necessari a fronteggiare l’emergenza;
la vigilanza sull’attuazione, da parte delle strutture locali di
Protezione Civile, dei servizi urgenti;
l’utilizzo del volontariato di Protezione Civile a livello comunale e/o
intercomunale, sulla base degli indirizzi nazionali e regionali.
Particolare attenzione è stata posta, in riferimento all’art. 12 della
Legge 265/’99 (“Disposizioni in materia di autonomia e ordinamento degli
enti locali, nonché modifiche alla Legge n° 142 del 8 giugno 1990”), sul
dovere del Sindaco, di informare tempestivamente la popolazione sulle
situazioni di pericolo o connesse alle esigenze di Protezione Civile.
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II. – LINEE GUIDA E RIFERIMENTI NORMATIVI
I contenuti del presente P.C.P.C. ed il metodo di lavoro seguito sono
stati in particolare sviluppati seguendo le linee guida e i riferimenti
normativi nazionali e della Regione Puglia, elaborate nel corso degli ultimi
anni.
• “Norme sul soccorso e l’assistenza alle popolazioni colpite da calamità Protezione Civile - Legge n° 996 del 8 dicembre 1970;
• “Regolamento di esecuzione della Legge n° 996 del 8 dicembre 1970” Circolare n° 16 MIPC 8 (81) del 16 aprile 1981 del Ministero
dell’Interno;
• “Adozione di un emblema rappresentativo da parte del Dipartimento della
protezione civile e delle associazioni di volontariato” - Decreto
Ministeriale 25 giugno 1985;
• “Autorizzazione a fregiarsi dell’emblema rappresentativo della protezione
civile da parte delle associazioni di volontariato” - Decreto Ministeriale
12 febbraio 1987;
• - Legge Quadro sul volontariato - Legge n° 266 del 11 agosto 1991;
• “Istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile” - Legge n° 225
24 febbraio 1992;
• “Obbligo alle organizzazioni di volontariato ad assicurare i propri
aderenti che prestano attività di volontariato, contro gli infortuni e le
malattie connessi allo svolgimento dell’attività stessa, nonché per la
responsabilità civile, per i danni cagionati a terzi dall’esercizio
dell’attività medesima” - Decreto 14 febbraio 1992 del Ministero
dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato;
• “Riorganizzazione del Comitato nazionale di volontariato di Protezione
Civile” - 26 luglio 1993;
• “Regolamento recante norme concernenti la partecipazione delle
associazioni di volontariato nelle attività di Protezione Civile” - Decreto
del Presidente della Repubblica n° 613 del 21 settembre 1994;
• “Istituzione dell’elenco delle associazioni di volontariato di Protezione
Civile ai fini ricognitivi della sussistenza e della dislocazione sul
Territorio nazionale delle associazioni da impegnare nelle attività di
Previsione, Prevenzione e Soccorso. Adempimenti finalizzati
all’erogazione di contributi per il potenziamento della Preparazione
tecnica” - Circolare n° 01768 del P.C.M. 16 novembre 1994;
• “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 26 luglio
1996 n° 393, recante interventi urgenti di protezione civile” - Legge n°
496 del 25 settembre 1996;
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• “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle
regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo
1997, n° 59” - Decreto Legislativo n° 112 del 31 marzo 1998;
• “Conversione in Legge, con modificazioni del decreto-legge 11 giugno
1998, n° 180, recante misure urgenti per la prevenzione del rischio
idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella
Regione Campania” - Legge n° 267 del 3 agosto 1998;
• “Metodo Augustus” - Dipartimento della Protezione Civile, 1998;
• “Linee-Guida per la predisposizione del piano comunale di protezione
civile” - CNR/GNDCI, 1998;
• “Manuale per la gestione dell'
attività tecnica nei COM” - Servizio Sismico
nazionale SSN e GNDT, 1998;
• “Gli insediamenti abitativi in emergenza” – Dipartimento della Protezione
Civile, 1998;
• “Riforma dell’organizzazione del Governo, a norma dell’art. 111 della
legge 15 marzo 1997, n. 59 - Decreto Legislativo n° 300 del 30 luglio
1999;
• “Disposizioni in materia di autonomia e ordinamento degli enti locali,
nonché modifiche alla Legge n° 142 del 8 giugno 1990” Legge n° 265
del 3 agosto 1999;
• Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di
incendi rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose - Decreto
Legislativo del Governo n° 334del 17 agosto 1999;
• “Criteri di massima per l’organizzazione dei soccorsi sanitari nelle
catastrofi” – Dipartimento della Protezione Civile, 2000;
• “Testo unico delle leggi sull'
ordinamento degli enti locali” - Decreto
Legislativo n° 267 18 agosto 2000;
• “Legge-quadro in materia di incendi boschivi” – Legge n° 353 del 21
novembre 2000;
• “Manuale procedurale per la gestione della comunicazione in situazioni
crisi” - Dipartimento della Protezione Civile, 2000;
• “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi in materia di boschi e
foreste, protezione civile e lotta agli incendi” – L. R. Puglia 30 novembre
2000, n. 18;
• “Ruolo e funzioni del Comune e del Sindaco in protezione civile” –
Agenzia di Protezione Civile, 2001;
• “Regolamento recante nuova disciplina della partecipazione delle
organizzazioni di volontariato alle attività di protezione civile” D.P.R. n°
194 del 8 febbraio 2001;
• “Linee guida per l’individuazione delle aree di ricovero per strutture
prefabbricate di protezione civile - Dipartimento della Protezione Civile,
Febbario 2005;
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• “Manuale tecnico per l’allestimento delle aree di ricovero per strutture
prefabbricate di Protezione Civile” - Dipartimento della Protezione
Civile, Marzo 2005;
• “Linee Guida regionali per la Pianificazione di emergenza in materia di
Protezione Civile” – D.G.R. 7 marzo 2005, n. 255;
• “Disposizioni urgenti di Protezione Civile in materia di Incendi Boschivi”O.P.C.M. 28 agosto 2007, n. 3606;
• “Manuale operativo per la predisposizione di un piano comunale o
intercomunale di protezione civile”, Dipartimento della Protezione
Civile, Ottobre 2007;
• “Piano di Protezione Civile della Provincia di Taranto, 2009”;
• “Procedure di Allertamento del Sistema Regionale di Protezione Civile
per Rischio Meteorologico , Idrogeologico ed Idraulico” - Centro
Funzionale Regionale - Servizio Protezione Civile - Regione Puglia;
• “Disposizioni urgenti per il riordino della protezione civile” – DecretoLegge n° 59 del 15 maggio 2012;
• “Conversione in legge, con modificazioni, del Decreto-Legge n° 59 del 15
maggio 2012, recante disposizioni urgenti per il riordino della
protezione civile - Legge n° 100 del 12 luglio 2012.
Queste due ultime recenti norme varate in materia di Protezione
Civile (Decreto-Legge n° 59/2012 e Legge n° 100/2012) e, in particolare,
quest’ultima in vigore dal 14 luglio 2012, giorno successivo alla
pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, oltre che a sopprimere l’articolo 2 del
Decreto Legge n° 59/2012, relativo alle ‘assicurazioni dei rischi di danni
diretti da calamità naturali ai fabbricati’, hanno modificato ed inserito una
serie di articoli alla legge fondamentale in materia: n° 225/1992 “Istituzione
del Servizio nazionale della protezione civile”.
Nello specifico sono stati inseriti gli articoli 1-bis, 3 bis e 3 ter e
modificati gli articoli 2 e 3, 5, 14, 15 e 20.
In particolare, gli articoli interessati sono i seguenti:
Inserimento dell’art. 1-bis - Servizio Nazionale della Protezione Civile
È riproposta la definizione di Servizio Nazionale della Protezione
Civile, già prevista dall’art. 1 della legge n° 225/1992 che tuttavia, secondo
alcune interpretazioni, risultava abrogato da parte della normativa di
settore successivamente emanata. Si riafferma che la promozione e il
coordinamento di tutte le attività del Servizio Nazionale sono in capo al
Presidente del Consiglio dei Ministri;
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Egli può a tal fine delegare un “Ministro con portafoglio” o il
“Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Segretario del Consiglio” e non “un Ministro” (come previsto dal decreto
Legge n. 90 del 31 maggio 2005, convertito dalla Legge n. 152 del 26
luglio 2005, che aveva modificato la Legge n. 225/1992).
Il Presidente del Consiglio dei Ministri, o il suo delegato, si avvalgono
del Dipartimento della Protezione Civile della Presidenza del Consiglio dei
Ministri.
Modifiche all’art. 2 – Eventi di tipo c)
Cambia la definizione degli eventi di tipo c) che sono definiti come
“calamità naturali o connesse con l’attività dell'
uomo che in ragione della
loro intensità ed estensione debbono, con immediatezza d’intervento,
essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari da impiegare durante
limitati e predefiniti periodi di tempo”.
Vengono in questo modo precisate le tempistiche per l’impiego dei
mezzi e poteri straordinari per fronteggiare l’emergenza.
Modifiche all’art. 3 - Attività di protezione civile
Accanto alle attività di “previsione e prevenzione dei rischi”,
“soccorso delle popolazioni” e “superamento dell’emergenza” vengono
meglio specificate come ulteriori attività necessarie e indifferibili anche
quelle dirette al “contrasto dell’emergenza” e alla “mitigazione del rischio”.
Viene poi precisato che le amministrazioni competenti provvedono
alle attività di protezione civile nell’ambito delle risorse umane,
strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.
Previsione
L’idea di previsione prevista dalla Legge n° 225/1992 viene superata
con l’introduzione del concetto di “identificazione degli scenari di rischio
probabili”. Inoltre si specifica che sono attività di previsione quelle dirette
“dove possibile, al preannuncio, al monitoraggio, alla sorveglianza e alla
vigilanza in tempo reale degli eventi e dei livelli di rischio attesi”.
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Prevenzione
Nella generale definizione di prevenzione prevista dalla Legge n°
225/1992 – che rimane invariata - si esplicitano le singole attività volte a
evitare o a ridurre al minimo la possibilità che si verifichino danni
conseguenti agli eventi. Queste attività, definite “non strutturali”, sono:
l’allertamento, la pianificazione dell’emergenza, la formazione, la
diffusione della conoscenza della protezione civile, l’informazione alla
popolazione, l’applicazione della normativa tecnica e le esercitazioni.
Soccorso
La finalità del soccorso è assicurare alle popolazioni colpite dagli
eventi ogni forma di prima assistenza e ciò si realizza, nella nuova
definizione della Legge n° 100/2012, con interventi “integrati e coordinati”.
Superamento dell’emergenza
Non subisce modifiche la definizione di superamento dell’emergenza
che consiste nell’attuazione, coordinata con gli organi istituzionali
competenti, delle iniziative - necessarie e non rinviabili - volte a rimuovere
gli ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita. Le modalità con
cui si realizza tale attuazione sono disciplinate dall’art. 5 che è stato
modificato e integrato per definire con chiarezza come avviene il subentro
delle amministrazioni competenti in via ordinaria.
Piani e programmi territoriali
I piani e i programmi di gestione, tutela e risanamento del territorio
devono essere coordinati con i piani di emergenza di protezione civile, con
particolare riferimento ai piani di emergenza comunali e ai piani regionali
di protezione civile. La modifica di questo comma ribalta la precedente
impostazione che prevedeva che fossero le attività di protezione civile a
doversi armonizzare con i programmi territoriali.
Inserimento dell’art. 3-bis - Sistema di allerta nazionale per il rischio
meteo-idrogeologico e idraulico
Il Sistema di allerta nazionale per il rischio meteo-idrogeologico e
idraulico, nelle sue componenti statale e regionale, viene inquadrato in
modo organico nell’art. 3-bis che richiama i diversi provvedimenti che
negli ultimi anni hanno disciplinato le attività di allertamento per fini di
protezione civile, definendone compiti e responsabilità.
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In particolare, si evidenzia che il Sistema è costituito dagli strumenti,
i metodi e le modalità stabiliti per sviluppare e acquisire la conoscenza, le
informazioni e le valutazioni, in tempo reale, che riguardano il preannuncio,
l’insorgenza e l’evoluzione dei rischi conseguenti agli eventi definiti
dall’ex art. 2 della Legge n° 225/1992.
Finalità del sistema è allertare e attivare il Servizio Nazionale della
Protezione Civile ai diversi livelli territoriali.
Il governo e la gestione del Sistema di Allerta Nazionale sono
assicurati da:
- Dipartimento della Protezione Civile e Regioni, attraverso la Rete
dei Centri funzionali;
- Servizio meteorologico nazionale distribuito (S.m.n.d.), che deve
essere realizzato entro sei mesi dal 14 luglio 2012, data di entrata in
vigore di questa legge, con i compiti che verranno stabiliti da un
decreto del Presidente della Repubblica;
- Reti strumentali di monitoraggio e di sorveglianza;
- Presidi territoriali;
- Centri di competenza;
- Ogni altro soggetto chiamato a concorrere funzionalmente e
operativamente a queste reti.
Un apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, definirà
i principi per individuare e far funzionare i Centri di competenza.
Sulla base dei livelli di rischio, ogni Regione determina le procedure e
le modalità di allertamento del proprio sistema di protezione civile ai
diversi livelli di competenza territoriale.
Viene poi precisato che le amministrazioni competenti provvedono
alle attività di protezione civile nell’ambito delle risorse umane,
strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.
Inserimento dell’art. 3-ter – Reti di monitoraggio e radiofrequenze
Per la gestione delle reti strumentali e di monitoraggio le Regioni
sono esentate da alcuni pagamenti relativi alla concessione d’uso delle
radiofrequenze.
Le frequenze vengono individuate con un decreto del Presidente del
Consiglio di Ministri da adottare su proposta del Ministro dello Sviluppo
Economico, di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze,
entro 60 giorni dal 14 luglio 2012, data di entrata in vigore di questa legge.
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Lo schema di decreto verrà sottoposto al parere delle Commissioni
parlamentari competenti. Il Ministro dello Sviluppo Economico –
Dipartimento per le Comunicazioni apporta le modifiche al decreto dovute
agli aggiornamenti del Piano nazionale di ripartizione delle frequenze o
all’evoluzione normativa.
L’attuazione di quanto previsto da questo articolo non deve
comportare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
Modifiche all’art. 5 - Dichiarazione dello stato di emergenza
Il Decreto-Legge n° 59/2012, convertito in legge dalla Legge n° 100/
2012 modifica e integra in modo significativo l’art. 5 della Legge n°
225/1992, sul quale era intervenuta prima la legge n 10/2011, poi la
sentenza n° 22 del 13-16 febbraio 2012 della Corte Costituzionale che
aveva dichiarato illegittimi i commi 5-quater e 5-quinquies.
Lo stato di emergenza può essere dichiarato anche “nell’imminenza” e
non solo “al verificarsi” di calamità naturali oppure connesse all'
attività
dell'
uomo che per intensità ed estensione devono essere fronteggiate con
immediatezza di intervento con mezzi e poteri straordinari.
Lo stato di emergenza viene deliberato dal Consiglio dei Ministri, su
proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri o, per sua delega, di un
Ministro con portafoglio o del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri Segretario del Consiglio.
La richiesta può giungere anche dal Presidente della Regione
interessata, di cui comunque va acquisita l’intesa.
Viene definita la durata e l’estensione territoriale dello stato di
emergenza.
La durata non può, di regola, superare i 90 giorni e può essere
prorogata, di regola, per un massimo di 60 giorni, con ulteriore
deliberazione del Consiglio dei Ministri.
In
relazione
all’emergenza,
viene
individuata
anche
“l’amministrazione pubblica competente in via ordinaria” che coordina gli
interventi conseguenti l’evento allo scadere dello stato di emergenza.
Ordinanze
Agli interventi si provvede anche con ordinanze in deroga alle
disposizioni di legge, ma nei limiti e secondo i criteri indicati con la
dichiarazione dello stato di emergenza e nel rispetto dell’ordinamento
giuridico.
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Le ordinanze sono emanate dal Capo del Dipartimento della
Protezione Civile, se non è diversamente stabilito con la deliberazione
dello stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri.
L’attuazione delle ordinanze è curata, in ogni caso, dal Capo del
Dipartimento. Prima, le ordinanze venivano emanate dal Presidente del
Consiglio dei Ministri o da un Ministro da lui delegato.
L’emanazione richiede l’acquisizione preventiva delle regioni
territorialmente interessate.
Le ordinanze dispongono relativamente a:
- servizi di soccorso e assistenza alla popolazione interessata
dall’evento;
- messa in sicurezza degli edifici pubblici e privati e dei beni culturali
gravemente danneggiati o che costituiscono una minaccia per
l’incolumità pubblica e privata;
- ripristino delle infrastrutture e delle reti indispensabili per la
continuità delle attività economiche e produttive e per la ripresa
delle normali condizioni di vita;
- interventi volti a evitare situazioni di pericolo o maggiori danni a
persone o cose.
Le ordinanze vengono trasmesse per informazione al Presidente del
Consiglio dei Ministri o al Ministro con portafoglio delegato.
Le ordinanze emanate entro 30 giorni dalla dichiarazione dello stato di
emergenza non richiedono il concerto con il Ministero dell’Economia e
delle Finanze e sono immediatamente efficaci.
Una volta emanate vengono trasmesse anche al Ministero
dell'
Economia e delle Finanze perché comunichi gli esiti della loro verifica
al Presidente del Consiglio dei Ministri.
Dopo i 30 giorni dalla dichiarazione dello stato di emergenza, le
ordinanze sono emanate di concerto con il Ministero dell’Economia e delle
Finanze limitatamente ai profili finanziari.
Realizzazione degli interventi e soggetti responsabili
Per attuare gli interventi previsti nelle ordinanze, il Capo del
Dipartimento della Protezione Civile si avvale delle Componenti e delle
Strutture operative del Servizio Nazionale e ne coordina le attività
impartendo specifiche disposizioni operative. Le ordinanze individuano i
soggetti responsabili per l’attuazione degli interventi previsti, scegliendo
tra quanti sono ordinariamente competenti per i diversi ambiti di attività.
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Se il Capo Dipartimento si avvale di Commissari delegati, il
provvedimento di delega deve specificare il contenuto dell'
incarico, i tempi
e le modalità d’intervento. I Commissari delegati sono scelti tra i soggetti
per cui la legge non prevede alcun compenso per lo svolgimento
dell’incarico. Le funzioni del Commissario delegato cessano con la
scadenza dello stato di emergenza.
Compensi
Non è previsto alcun compenso per il Capo Dipartimento della
Protezione Civile e per i Commissari delegati nominati tra i soggetti
responsabili titolari di cariche elettive pubbliche.
Nel caso si tratti di altri soggetti, il compenso è commisurato alla
durata dell’incarico, nel limite massimo del 70% del trattamento
economico previsto per il primo presidente della Corte di Cassazione.
Subentro dell’amministrazione competente in ordinario
Vengono definiti i tempi e i modi per il subentro dell’amministrazione
competente in ordinario.
Almeno dieci giorni prima della scadenza del termine dello stato
emergenziale, il Capo Dipartimento emana un’ordinanza, di concerto con il
Ministero dell’Economia e delle Finanze, per favorire e regolare il
subentro dell’Amministrazione competente in ordinario a coordinare gli
interventi necessari successivi. Questa ordinanza può anche contenere
deroghe, per un massimo di sei mesi non prorogabili, per l’affidamento di
lavori pubblici e per l’acquisizione di beni e servizi.
Può essere inoltre individuato il soggetto dell’Amministrazione
pubblica competente a cui intestare la contabilità speciale aperta per
l’emergenza, per il tempo necessario a completare gli interventi previsti
dalle ordinanze.
Alla chiusura della contabilità speciale, le risorse rimanenti sono
trasferite alla Regione o all’Ente locale competente in ordinario, oppure, se
si tratta di altra Amministrazione, sono versate all’entrata del bilancio dello
Stato per la successiva riassegnazione.
Relazione annuale al Parlamento
Ogni anno il Governo riferisce al Parlamento sulle attività di
protezione civile che riguardano le azioni di previsione, prevenzione,
mitigazione del rischio e pianificazione dell’emergenza, oltre che
sull’utilizzo del Fondo per la protezione civile.
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Rendicontazione
I rendiconti dei Commissari delegati titolari di contabilità speciali e
quelli dei soggetti a cui viene intestata la contabilità speciale con
l’ordinanza di subentro sono trasmessi, completi di documentazione
giustificativa e di eventuali rilievi sollevati dalla Corte dei Conti, al
Ministero dell’Economia e delle Finanze - Dipartimento della Ragioneria
generale dello Stato-Ragionerie territoriali competenti, all'
Ufficio del
Bilancio per il riscontro della regolarità amministrativa e contabile presso
la Presidenza del Consiglio dei Ministri e, per conoscenza, al Dipartimento
della Protezione Civile, alle Commissioni parlamentari competenti e al
Ministero dell’Interno.
I rendiconti sono inoltre pubblicati sul sito internet del Dipartimento
della Protezione Civile.
Imposta regionale
Dopo la dichiarazione dello stato di emergenza, la Regione può
aumentare l’imposta regionale sui carburanti.
Fondi statali
Alle spese necessarie per fronteggiare lo stato di emergenza si
provvede con risorse del Fondo nazionale di protezione civile, che deve
essere annualmente finanziato.
Le risorse vengono assegnate alle amministrazioni interessate con
ordinanze del Capo del Dipartimento della Protezione Civile, di concerto
con il Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Nel caso si utilizzi il Fondo di riserva per le spese impreviste del
Ministero dell’Economia e delle Finanze, questo è reintegrato in tutto o in
parte, con deliberazione del Consiglio dei Ministri, tramite la riduzione
delle voci di spesa rimodulabili, indicate nell’elenco allegato alla legge
stessa.
Un decreto del Presidente del Consiglio individua l’ammontare delle
riduzioni delle dotazioni finanziarie, le voci di spesa interessate e le
modifiche degli obiettivi del Patto di stabilità interno, così da garantire la
neutralità in termini di indebitamento netto delle pubbliche
amministrazioni.
Lo schema di tale decreto è trasmesso alle Camere affinché entro 20
giorni le Commissioni competenti per i profili di carattere finanziario
esprimano il proprio parere.
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In combinazione con questa riduzione delle voci di spesa, il Fondo di
riserva per le spese impreviste è reintegrato, in tutto o in parte, con le
entrate che derivano dall’aumento dell’aliquota dell’accisa sulla benzina e
sulla benzina senza piombo, e dell’aliquota dell’accisa sul gasolio usato
come carburante. L’eventuale aumento, di massimo cinque centesimi al
litro, è stabilito in base a deliberazione del Consiglio dei Ministri, con un
provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Dogane.
Sospensione dei mutui
In caso di gravi difficoltà per il tessuto economico-sociale dei territori
colpiti dall’emergenza, ai soggetti titolari di mutui relativi ad immobili resi
inagibili dagli eventi calamitosi può essere concessa, su richiesta, la
sospensione delle rate, per un periodo di tempo circoscritto, senza oneri
aggiuntivi. Alla copertura di questi oneri si provvede con ulteriori riduzioni
delle voci di spesa e aumenti dell’aliquota di accisa.
Pagamento dei mutui
Il pagamento delle rate dei mutui contratti dalle Regioni per finanziare
interventi di ricostruzione e riparazione dei danni provocati dalle maggiori
calamità naturali che si sono verificate negli scorsi anni è effettuato non
più dal Dipartimento della Protezione Civile ma direttamente dal Ministero
dell’Economia e delle Finanze.
Modifiche all’art. 14 - Competenze del Prefetto
La principale modifica è al comma 2 e prevede che al verificarsi di un
evento di tipo b) o c), il Prefetto assuma la direzione unitaria dei servizi di
emergenza a livello provinciale coordinandosi con il Presidente della
Regione, oltre che raccordando le proprie iniziative con gli interventi dei
Sindaci dei Comuni interessati. Rimane, invece, sostanzialmente inalterata
la formulazione del comma 3: il Prefetto, a seguito della dichiarazione
dello stato di emergenza, opera quale delegato del Presidente del Consiglio
dei Ministri, o per sua delega, di un Ministro con portafoglio o del
Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Segretario del Consiglio, con i poteri di cui al comma 2 dell’art. 5 della
Legge 225/1992.
Tale disposizione, tuttavia, trova effettiva attuazione soltanto nel caso
in cui sia espressamente richiamata dalla deliberazione dello stato di
emergenza da parte del Consiglio dei Ministri.
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Se ciò non avviene, l’esercizio del potere di ordinanza resta attribuito
al Capo del Dipartimento della Protezione Civile, così come previsto dal
comma 2 dell’art. 5 della stessa legge.
Modifiche all’art. 15 - Attribuzioni del sindaco
Il Decreto-Legge n° 59/2012, convertito in legge dalla Legge n°
100/2012 ribadisce il ruolo del Sindaco quale Autorità Comunale di
Protezione Civile e precisa, al comma 3, che il Sindaco assume la
direzione dei servizi di emergenza che insistono sul territorio del Comune
e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni
colpite.
Piano di emergenza comunale
Entro 90 giorni dal 14 luglio 2012, data di entrata in vigore di questa
legge, ciascun comune approva, con deliberazione consiliare, il piano di
emergenza comunale - redatto secondo i criteri e le modalità riportate nelle
indicazioni operative del Dipartimento della Protezione Civile e delle
Giunte regionali - e provvede alla verifica e all'
aggiornamento periodico di
questo strumento.
Copia del piano deve essere trasmessa alla Regione, alla PrefetturaUfficio territoriale del governo e alla Provincia territorialmente competenti.
Dall’attuazione di queste nuove disposizioni non devono derivare nuovi o
maggiori oneri per la finanza pubblica.
Modifiche all’art. 20 – Disciplina delle ispezioni e del monitoraggio
dell’attuazione delle misure contenute nelle ordinanze di protezione civile
Il Decreto-Legge n° 59/2012, convertito in legge dalla Legge n°
100/2012 sostituisce l’art. 20 della Legge n° 225/1992 e stabilisce che
entro sei mesi dal 14 luglio 2012, data di entrata in vigore di questa
disposizione, si provveda a disciplinare un sistema di monitoraggio e di
verifica dell’attuazione, anche sotto l’aspetto finanziario, delle ordinanze di
cui all’art. 5 modificato dal Decreto-Legge n° 59/2012 e dei provvedimenti
ad esse relativi e delle ispezioni.
Questo sistema sarà disciplinato con decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri, previa intesa della Conferenza Unificata.
L’attuazione della disposizione non deve comportare nuovi o
maggiori oneri per la finanza pubblica.
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Dall’entrata in vigore di questo D.P.C.M. sarà abrogato il Decreto del
Presidente della Repubblica n. 51 del 30 gennaio 1993 che disciplina le
ispezioni sugli interventi di emergenza.
Ulteriori disposizioni per il generale riordino della protezione civile
(Art. 1-bis e art. 3 del D.Lgs n° 59/2012 convertito nella Legge n°
100/2012):
Piano regionale di protezione civile
Entro sei mesi dal 14 luglio 2012, data di entrata in vigore della legge,
le Regioni possono approvare il Piano Regionale di Protezione Civile, che
individua criteri e modalità d’intervento in caso di emergenza, sulla base
delle indicazioni operative del Dipartimento, e un piano di prevenzione dei
rischi. Il Piano può prevedere l’istituzione di un fondo regionale per
realizzare gli interventi necessari a fronteggiare le prime fasi
dell’emergenza.
Grandi eventi
La gestione dei grandi eventi, come sancito dalla Legge 24 marzo
2012, n° 27, non rientra più nelle competenze della Protezione Civile.
Sono, tuttavia, confermate le disposizioni relative allo svolgimento del
grande evento EXPO Milano 2015.
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III. - STRUTTURAZIONE GENERALE DEL PIANO: IL METODO
AUGUSTUS
“Il valore della pianificazione diminuisce con la complessità dello stato
delle cose”.
Così duemila anni fa, con una frase che raccoglieva una visione del
mondo unitaria fra il percorso della natura e la gestione della cosa pubblica,
l’Imperatore Ottaviano AUGUSTO coglieva pienamente l’essenza dei
concetti che oggi indirizzano la moderna pianificazione di emergenza che si
impernia proprio su concetti come semplicità e flessibilità.
In sostanza: non si può pianificare nei minimi particolari, perché
l’evento - per quanto previsto sulla carta - al suo “esplodere” è sempre
diverso.
Il metodo Augustus nasce da un bisogno di unitarietà negli indirizzi
della pianificazione di emergenza che, purtroppo, fino ad oggi ha visto una
miriade di proposte spesso in contraddizione fra loro perché formulate dalle
varie amministrazioni locali e centrali in maniera tale da far emergere
solamente il proprio “particolare”.
Tale tendenza, ha ritardato di molto il progetto per rendere più efficaci i
soccorsi che si muovono in un sistema complesso tipico di un paese come il
nostro.
Esigenza questa assunta come “primaria attività” da perseguire nel
campo della protezione civile del Sottosegretario di Stato, il vulcanologo
Franco BARBERI che, ricoprendo anche la responsabilità della Direzione
Generale della Protezione Civile e dei Servizi Antincendio, ha potuto
incaricare un gruppo di lavoro specifico per l’elaborazione di una unica linea
guida per la pianificazione di emergenza.
Altre carenze erano state evidenziate dal Sottosegretario nel campo
della pianificazione di emergenza: la genericità della Legge n° 225/’92 per
l’attività di pianificazione di emergenza e la carenza procedurale ed effettiva,
nella Circolare n° 2 del 1994 riguardante la pianificazione di emergenza del
Dipartimento della Protezione Civile, sia per il mancato riferimento dei piani
di emergenza per il rischio idrogeologico alla suddivisione del territorio per i
bacini idrografici (previsti dalla Legge 183/’89 ‘Difesa del Suolo’), sia per
l’assenza di un riferimento sul modello di intervento all’interno delle
pianificazioni di emergenza.
Il gruppo di lavoro incaricato di elaborare le linee guida “Augustus”
(composto da funzionari del Dipartimento della Protezione Civile e del
Ministero dell’Interno), tenendo conto di queste indicazioni, ha prodotto un
lavoro che rappresenta una sintesi coordinata degli indirizzi per la
pianificazione, per la prima volta raccolti in un unico documento operativo.
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L’importanza delle linee guida del metodo Augustus, oltre a fornire un
indirizzo per la pianificazione di emergenza, flessibile secondo i rischi
presenti nel territorio, delinea con chiarezza un metodo di lavoro
semplificato nell’individuazione e nell’attivazione delle procedure per
coordinare con efficacia la risposta di protezione civile.
Nel nostro paese non mancano (o, comunque, non mancano sempre) i
materiali ed i mezzi: mancano soprattutto gli indirizzi sul come attivare
queste risorse in modo sinergico.
Il metodo Augustus vuole abbattere il vecchio approccio di fare i piani
di emergenza basati sulla concezione burocratica del solo censimento di
mezzi utili agli interventi di protezione civile e introdurre con forza il
concetto della disponibilità delle risorse; per realizzare questo obiettivo
occorre che nei piani di emergenza siano introdotte le funzioni di supporto
con dei responsabili in modo da tenere “vivo” il piano, anche attraverso
periodiche esercitazioni ed aggiornamenti.
Nel metodo Augustus sono ben sviluppati questi concetti per le
competenze degli Enti territoriali proposte alla pianificazione (per gli eventi
di tipo a) b e c), art. 2 della Legge n° 225/’92), ove viene evidenziato che
attraverso l’istituzione delle funzioni di supporto nelle rispettive sale
operative (9 funzioni per i comuni e 14 per le province e regioni) si
raggiungono due obiettivi primari per rendere efficace ed efficiente il piano
di emergenza:
a) avere per ogni funzione di supporto la disponibilità delle risorse fornite
da tutte le amministrazioni pubbliche e private che vi concorrono;
b) affidare ad un responsabile della funzione di supporto sia il controllo
della specifica operatività, sia l’aggiornamento di questi dati nell’ambito
del piano di emergenza.
Inoltre, far lavorare in “tempo di pace” i vari responsabili delle funzioni
di supporto per l’aggiornamento del piano di emergenza, fornisce l’attitudine
alla collaborazione in situazioni di emergenza, dando immediatezza alle
risposte di protezione civile che vengono coordinate nelle Sale Operative.
Si chiarisce con il metodo Augustus la diversità dei ruoli nel modello di
intervento Provinciale con la distinzione dei ruoli del C.C.S. (Centro
Coordinamento Soccorsi) e della Sala Operativa.
Il C.C.S. si configura come l’organo di coordinamento Provinciale ove
si individuano delle strategie generali di intervento, mentre nella Sala
Operativa Provinciale si raccolgono le esigenze di soccorso e si risponde
secondo le indicazioni provenienti dal C.C.S.
Questi due organi debbono necessariamente operare in distinti locali,
ma sotto un’unica autorità.
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Il C.O.M. (Centro Operativo Misto) è invece la struttura decentrata del
coordinamento Provinciale per meglio svolgere la direzione unitaria dei
servizi di emergenza coordinandoli a livello provinciale con gli interventi
dei Sindaci dei Comuni afferenti al C.O.M. stesso.
Le funzioni di supporto da attuare nei comuni, non debbono essere
necessariamente nove, ma dovranno essere in base ad una pianificazione di
emergenza predisposta in un determinato territorio per un determinato
evento, per far fronte ad immediate esigenze operative durante o prima di un
evento calamitoso.
Il Sindaco organizzerà la risposta di protezione civile sul proprio
territorio, attraverso la costituzione di una Sala Operativa Comunale.
Questo metodo di lavoro, è valido per i Sindaci (che sono la prima
autorità di protezione civile) e per i responsabili di protezione civile degli
enti territoriali, che il D.Lgs 112 del 31/3/’98, più noto come «Decreto
Bassanini» conferisce loro dirette funzioni sia di pianificazioni che di
attuazione di interventi urgenti in caso di crisi per eventi classificati «a» e
«b» (art. 2, Legge n° 225/’92) avvalendosi anche del Corpo Nazionale dei
Vigili del Fuoco.
Il metodo Augustus rappresenta comunque un punto di riferimento per
tutti gli operatori di protezione civile che, con competenze diverse, sono
impegnati quotidianamente ad affrontare le emergenze spesso configurate
impropriamente solo come “eventi naturali”, con una loro specifica ciclicità.
E’ ormai noto a tutti che terremoti, alluvioni, eruzioni vulcaniche, frane,
si manifestano quasi sempre, nei territori dove in passato tali eventi hanno
causato sistematiche distruzioni e disagi di ogni tipo alla popolazione.
Negli ultimi anni la distruzione dei beni e i danni alla popolazione sono
aumentati per un uso dissennato del territorio e delle risorse che hanno
elevato in maniera critica il valore esposto e, quindi, l’entità del rischio in
aree notoriamente pericolose.
Se la ciclicità è un fattore costante per un fenomeno calamitoso, l’entità
del danno e il tipo di soccorsi sono parametri variabili; per questo si dice che
le emergenze non sono mai uguali fra loro a parità di intensità dell’evento
che si manifesta.
Quindi, proprio per questo, gli operatori di protezione civile debbono
essere pronti a gestire “l’incertezza”, intesa come l’insieme di quelle
variabili che di volta in volta caratterizzano gli effetti reali dell’evento.
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La “gestione dell’incertezza” si affronta con le stesse regole con cui la
scienza medica affronta il pericolo o il rischio di contagi nelle malattie:
applicando, cioè, il principio della massima prevenzione attraverso il ricorso
alla vaccinazione di massa.
Nell’attività preparatoria della protezione civile questo principio
corrisponde a gestire in maniera corretta il territorio ad organizzare una
corretta informazione alla popolazione sui rischi e all’adozione, nel piano
locale di protezione civile di linguaggi e procedure unificate fra le
componenti e le strutture operative che intervengono nei soccorsi.
Di fondamentale rilevanza è anche l’organizzazione di periodiche
esercitazioni di protezione civile con la popolazione e i soccorritori per
passare dalla “cultura del manuale” alla “cultura dell’addestramento”.
Insomma si tratta di coordinare un sistema complesso nelle sue
molteplici specificità e competenze: “Augustus” è la base su cui improntare
le attività di pianificazione a tutti i livelli di responsabilità che sono
individuate dalle attuali norme di protezione civile.
E’ un metodo di lavoro di base che, comunque, rimane oggettivamente
valido al di là delle diverse assunzioni di responsabilità che nuove norme
potranno assegnare a soggetti diversi dall’attuale ordinamento.
Siamo oggi in grado, per quanto concerne la pianificazione di
emergenza, di uniformare le procedure delle pianificazioni nazionali a quelle
regionali, provinciali e comunali.
Il Piano di Protezione Civile Comunale (P.C.P.C.) deve contenere:
• Coordinamento ed indirizzo per tutte le fasi di risposta previste dal
P.C.P.C;
• Procedure semplici e non particolareggiate;
• Individuazione delle singole responsabilità nel modello di intervento
• Flessibilità operativa nell’ambito delle funzioni di supporto.
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Caratteristiche di base per la pianificazione di emergenza
Definizione di piano
Il progetto di tutte le attività coordinate e delle procedure di Protezione
Civile per fronteggiare un qualsiasi evento calamitoso atteso in un
determinato territorio è il Piano di Emergenza.
Il Piano di Emergenza deve recepire:
1. Programmi di Previsione e Prevenzione;
2. Informazioni relative a:
a. processi fisici che causano le condizioni di rischio e relative
valutazioni,
b. precursori,
c. eventi,
d. scenari,
e. risorse disponibili.
E’ necessario rappresentare in modo cartografico le indicazioni utili alla
caratterizzazione dei possibili scenari di rischio per l’attuazione delle
strategie di intervento per il soccorso e il superamento dell’emergenza,
razionalizzando e mirando l’impiego di uomini e mezzi.
Successo di una operazione di protezione civile
Al successo di un’operazione di protezione civile concorrono le
seguenti condizioni:
• Direzione unitaria
La direzione unitaria delle operazioni di emergenza si esplica
attraverso il coordinamento di un sistema complesso e non in una
visione settoriale dell’intervento.
• Comunicazione
Costante scambio di informazioni fra il sistema centrale e periferico
nell’ambito del Servizio Nazionale Protezione Civile (S.N.P.C.)
• Risorse
Utilizzo razionale e tempestivo delle risorse realmente disponibili e
della reperibilità degli uomini e dei mezzi adatti all’intervento.
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Struttura di un piano
Il piano deve essere strutturato in tre parti fondamentali:
A - PARTE GENERALE
B - LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE
C - MODELLO DI INTERVENTO
A - PARTE GENERALE
Si raccolgono tutte le informazioni relative alla conoscenza del
territorio, alle reti di monitoraggio presenti, alla elaborazione degli scenari di
rischio.
B - LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE
Si individuano gli obiettivi da conseguire, per dare una adeguata
risposta di P.C. ad una qualsiasi emergenza.
C - MODELLO DI INTERVENTO
Si assegnano le responsabilità nei vari livelli di comando e controllo per
la gestione delle emergenze di Protezione Civile; si realizza il costante
scambio di informazioni nel sistema centrale e periferico di Protezione
Civile; si utilizzano le risorse in maniera razionale.
Questi criteri sono applicabili alla pianificazione di emergenza a livello
Nazionale, Regionale, Provinciale e Comunale.
In queste pagine si affrontano esclusivamente l’ultimo livello.
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IV - RUOLO DEI COMUNI
L’art 15 della Legge n° 225/1992 “Istituzione del Servizio nazionale
della protezione civile”, modificato dal Decreto-Legge n° 59 del 15 maggio
2012, convertito in legge dalla Legge n° 100 del 12 luglio 2012:
“Conversione in legge, con modificazioni, del, recante Disposizioni urgenti
per il riordino della Protezione Civile”), ribadisce il ruolo del Sindaco quale
Autorità comunale di Protezione Civile e precisa, al comma 3, che il Sindaco
assume la direzione dei servizi di emergenza che insistono sul territorio del
Comune e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alle
popolazioni colpite.
Il Sindaco quindi, in emergenza, è il responsabile, in accordo con il
Prefetto, della gestione dei soccorsi sul territorio comunale, nonché del
coordinamento dell'
impiego di tutte le forze disponibili.
Per il corretto espletamento delle competenze ad esso affidate, ogni
Comune ha il diritto-dovere di dotarsi di una struttura di Protezione civile
(Legge 225/’92).
Ulteriori funzioni in materia di protezione civile sono attribuite al
Sindaco dal D. Lgs. 112/’98, art. 108, punto c).
In particolare esse riguardano:
1)
2)
3)
4)
5)
6)
l’attuazione, in ambito comunale, delle attività di previsione e degli
interventi di prevenzione dei rischi, stabilite dai programmi e piani
regionali;
l’adozione di tutti i provvedimenti, compresi quelli relativi alla
preparazione dell’emergenza, necessari ad assicurare i primi soccorsi in
caso di eventi calamitosi in ambito comunale;
la predisposizione dei piani comunali e/o intercomunali di emergenza,
anche nelle forme associative e di cooperazione previste dalla legge in
ambito montano, tramite le comunità montane (ove presenti), e alla cura
della loro attuazione, sulla base degli indirizzi regionali;
l’attivazione dei primi soccorsi alla popolazione e degli interventi
urgenti necessari a fronteggiare l’emergenza;
la vigilanza sull’attuazione, da parte delle strutture locali di protezione
civile, dei servizi urgenti;
l’utilizzo del volontariato di protezione civile a livello comunale e/o
intercomunale, sulla base degli indirizzi nazionali e regionali.”
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Redazione del Piano di emergenza comunale
Entro 90 giorni dal 14 luglio 2012, data di entrata in vigore di questa
legge, ciascun comune approva, con deliberazione consiliare, il piano di
emergenza comunale - redatto secondo i criteri e le modalità riportate nelle
indicazioni operative del Dipartimento della Protezione Civile e delle Giunte
regionali - e provvede alla verifica e all'
aggiornamento periodico di questo
strumento.
Copia del piano deve essere trasmessa alla Regione, alla PrefetturaUfficio territoriale del governo e alla Provincia territorialmente competenti.
Dall’attuazione di queste nuove disposizioni non devono derivare nuovi o
maggiori oneri per la finanza pubblica.
L’obbligo di realizzare piani di emergenza specifici per i siti individuati
e classificati "a rischio idrogeologico" è poi sancito dalla Legge n° 267 del 3
agosto 1998 (“Misure urgenti per la prevenzione del rischio idrogeologico
ed a favore delle zone colpite da disastri franosi nella Regione Campania”),
mentre l’art. 12 della Legge 265/’99 (“Disposizioni in materia di autonomia
e ordinamento degli enti locali, nonché modifiche alla Legge n° 142 del 8
giugno 1990”) trasferisce al Sindaco il dovere di informare tempestivamente
la popolazione sulle situazioni di pericolo o connesse alle esigenze di
protezione civile.
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V - STRUTTURA DEL PIANO
Il presente P.C.P.C. è strutturato in tre sezioni fondamentali in accordo
al metodo Augustus:
A PARTE GENERALE:
B LINEAMENTI DELLA
PIANIFICAZIONE E
STRATEGIA OPERATIVA:
C MODELLO DI INTERVENTO:
Contiene tutte le informazioni relative
alla conoscenza del territorio comunale,
alla elaborazione degli scenari di rischio
attesi, alla definizione dei livelli di
allerta, necessari all’attivazione delle
fasi operative
Sono gli obiettivi preventivamente
individuati ed indispensabili, che il
Sindaco, in qualità di Autorità comunale
di Protezione Civile deve conseguire, per
fronteggiare
una
situazione
di
emergenza, nell'
ambito della direzione
unitaria dei servizi di soccorso e di
assistenza alla popolazione
Consiste
nell'
assegnazione
delle
responsabilità e dei compiti nei vari
livelli di comando e controllo per la
gestione dell'
emergenza a livello
comunale;
vengono
riportate
le
procedure suddivise in diverse fasi
operative, per l'
attuazione più o meno
progressiva delle attività previste nel
P.C.P.C., in base alle caratteristiche ed
all'
evoluzione dell'
evento, in modo da
consentire l'
utilizzazione razionale delle
risorse ed il coordinamento degli
operatori di Protezione Civile presenti
sul territorio
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La strutturazione di dettaglio del Piano è la seguente:
A - PARTE GENERALE:
A.1 - Dati di base
A.2 - Scenario degli eventi attesi
A.3 - Aree di emergenza
A.1 - Dati di base
Riguarda la raccolta dati e la sintesi di tutte le caratteristiche territoriali,
edifici e infrastrutture sensibili, popolazione, ditte private.
A.1.1 - Inquadramento generale
A.1.2 - Servizi essenziali presenti sul territorio
A.1.3 - Risorse presenti sul territorio
A.1.4 – Popolazione
A.1.5 – Dati climatici
A.1.6 - Caratteristiche geologiche, geomorfologiche ed idrogeologiche
A.1.7 - Sismicità
A.1.8 - Altimetria
A.1.9 - Edifici strategici e di interesse pubblico ed opere infrastrutturali
A.1.10 - Tipo di colture agronomiche principali
A.1.11 - Vie di comunicazione
A.1.12 – Cartografia di Base e Tematica
A.2 - Scenari degli eventi attesi
Lo scenario si ricava dai programmi di previsione e prevenzione
realizzati dai Gruppi Nazionali e di Ricerca dei Servizi Tecnici Nazionali
delle Province e delle Regioni.
A.2.1 - Classificazione generale degli eventi catastrofici
A.2.2 - Importanza rivestita dall’estensione territoriale dell’emergenza
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A.2.3 - Rischi attesi
Rischio idrogeologico e idraulico
Rischio geomorfologico
Rischio neve, ghiaccio e gelate
Rischio nubifragi, grandinate e trombe d’aria
Rischio sismico
Rischio incendio boschivo e di interfaccia
Rischio sociologico (manifestazioni, fiere e processioni)
Rischio ondate di calore
Rischio siccità - interruzione erogazione idrica
Rischio rifiuti urbani
Rischio incidenti stradali e trasporti
Rischio blackout
Rischio incidenti su rete distribuzione gas (metanodotti)
Rischio sanitario
Rischio incidenti vari (evento qualsiasi)
- Cartografia operativa
A.3 - Aree di emergenza
A.3.1 - Aree di attesa della popolazione
A.3.2 - Aree di ricovero della popolazione
A.3.3 - Aree di ammassamento dei soccorritori
A.3.4 - Cancelli Stradali di ingresso-viabilità-eliporti
- Cartografia di Base
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B - LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE
I lineamenti sono gli obiettivi che il Sindaco, in qualità di Autorità di
protezione civile, deve conseguire per garantire la prima risposta ordinata
degli interventi (art. 15 della Legge n° 225/1992: “Istituzione del Servizio
nazionale della protezione civile”, modificato dal Decreto-Legge n° 59 del
15 maggio 2012, convertito in legge dalla Legge n° 100 del 12 luglio 2012:
“Conversione in legge, con modificazioni, del, recante Disposizioni urgenti
per il riordino della Protezione Civile”).
B.1 - Coordinamento operativo comunale
Il Sindaco è Autorità comunale di protezione civile (art. 15 della Legge
n° 225/1992: “Istituzione del Servizio nazionale della protezione civile”,
modificato dal Decreto-Legge n° 59 del 15 maggio 2012, convertito in legge
dalla Legge n° 100 del 12 luglio 2012: “Conversione in legge, con
modificazioni, del, recante Disposizioni urgenti per il riordino della
Protezione Civile”).
Al verificarsi dell’emergenza assume la direzione ed il coordinamento
dei servizi di soccorso in ambito comunale e ne dà comunicazione al
Prefetto al Presidente della Giunta Regionale e al Presidente della
Provincia.
Il Sindaco per l’espletamento delle proprie funzioni deve avvalersi di
un Centro Operativo Comunale (C.O.C.).
B.2 - Salvaguardia della popolazione
Il Sindaco quale Autorità di protezione civile è Ente esponenziale degli
interessi della collettività che rappresenta. Di conseguenza ha il compito
prioritario della salvaguardia della popolazione e la tutela del proprio
territorio.
Le misure di salvaguardia alla popolazione per gli eventi prevedibili
sono finalizzate all’allontanamento della popolazione dalla zona di pericolo;
particolare riguardo deve essere dato alle persone con ridotta autonomia
(anziani, disabili, bambini).
Dovranno essere attuati piani particolareggiati per l’assistenza alla
popolazione (aree di accoglienza, etc.).
Per gli eventi che non possono essere preannunciati sarà di
fondamentale importanza organizzare il primo soccorso sanitario entro
poche ore dall’evento.
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B.3 - Rapporti tra le Istituzioni locali per l’attività amministrativa e
supporto all’attività di emergenza
Uno dei compiti prioritari del Sindaco è quello di mantenere la
continuità amministrativa del proprio Comune (anagrafe, ufficio tecnico,
etc.) provvedendo, con immediatezza, ad assicurare i collegamenti con la
Regione, la Prefettura, la Provincia, la Comunità Montana. Ogni
Amministrazione, nell’ambito delle rispettive competenze previste dalla
Legge, dovrà supportare il Sindaco nell’attività di emergenza.
B.4 - Informazione alla popolazione
E’ fondamentale che il cittadino delle zone direttamente o
indirettamente interessate all’evento conosca preventivamente:
• caratteristiche scientifiche essenziali di base del rischio che insiste sul
proprio territorio;
• le predisposizioni del piano di emergenza nell’area in cui risiede;
• come comportarsi, prima, durante e dopo l’evento;
• con quale mezzo ed in quale modo verranno diffuse informazioni ed
allarmi.
B.5 - Salvaguardia delle strutture ed infrastrutture a rischio e sistema
produttivo locale
Questo intervento di protezione civile si può effettuare o nel periodo
immediatamente precedente al manifestarsi dell’evento (eventi prevedibili),
attuando piani di messa in sicurezza dei mezzi di produzione e dei relativi
prodotti stoccati, oppure immediatamente dopo che l’evento abbia
provocato danni (eventi imprevedibili) alle persone e alle cose; in questo
caso si dovrà prevedere il ripristino dell’attività produttiva e commerciale
nell’area colpita attuando interventi mirati per raggiungere tale obiettivo
nel più breve tempo possibile.
La concorrenza delle aziende produttive nel mercato nazionale e
internazionale non permette che la sospensione della produzione sia
superiore ad alcune decine di giorni.
B.6 - Ripristino della viabilità e dei trasporti
Durante il periodo della prima emergenza si dovranno già prevedere
interventi per la riattivazione dei trasporti terrestri, aerei, marittimi, fluviali;
del trasporto delle materie prime e di quelle strategiche; l’ottimizzazione dei
flussi di traffico lungo le vie di fuga e l’accesso dei mezzi di soccorso
nell’area colpita.
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B.7 - Funzionalità delle telecomunicazioni
La riattivazione delle telecomunicazioni dovrà essere immediatamente
garantita per gli uffici pubblici e per i centri operativi dislocati nell’area
colpita attraverso l’impiego necessario di ogni mezzo o sistema T.L.C..
Si dovrà mantenere la funzionalità delle reti radio delle varie strutture
operative per garantire i collegamenti fra i vari centri operativi e al tempo
stesso per diramare comunicati, allarmi, etc.
In ogni piano sarà prevista, per questo specifico settore, una singola
funzione di supporto la quale garantisce il coordinamento di tutte le risorse
e gli interventi mirati per ridare piena funzionalità alle telecomunicazioni.
B.8 - Ripristino dei servizi essenziali
La messa in sicurezza delle reti erogatrici dei servizi essenziali dovrà
essere assicurata, al verificarsi di eventi prevedibili, mediante l’utilizzo di
personale addetto secondo specifici piani particolareggiati elaborati da
ciascun ente competente.
La verifica ed il ripristino della funzionalità delle reti, dovrà prevedere
l’impiego degli addetti agli impianti di erogazione ed alle linee e/o utenze in
modo comunque coordinato, prevedendo per tale settore una specifica
funzione di supporto, al fine di garantire le massime condizioni di sicurezza.
B.9 - Censimento e salvaguardia dei Beni Culturali
Nel confermare che il preminente scopo del piano di emergenza è
quello di mettere in salvo la popolazione e garantire con ogni mezzo il
mantenimento del livello di vita “civile”, messo in crisi da una situazione di
grandi disagi fisici e psicologici, è comunque da considerare fondamentale
la salvaguardia dei beni culturali ubicati nelle zone a rischio.
Si dovranno perciò organizzare specifici interventi per il censimento e
la tutela dei beni culturali, predisponendo specifiche squadre di tecnici per
la messa in sicurezza dei reperti, o altri beni artistici, in aree sicure.
B.10 - Modulistica per il censimento dei danni a persone e cose
La modulistica allegata al piano è funzionale al ruolo di
coordinamento e indirizzo che il Sindaco è chiamato a svolgere in caso di
emergenza.
La raccolta dei dati, prevista da tale modulistica, è suddivisa secondo
le funzioni comunali previste per la costituzione di un Centro operativo
Comunale. Con questa modulistica unificata è possibile razionalizzare la
raccolta dei dati che risultano omogenei e di facile interpretazione.
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B.11 - Relazione giornaliera dell’intervento
La relazione sarà compilata dal Sindaco e dovrà contenere le sintesi
delle attività giornaliere, ricavando i dati dalla modulistica di cui al punto
precedente.
Si dovranno anche riassumere i dati dei giorni precedenti e si
indicheranno anche, attraverso i mass media locali, tutte le disposizioni che
la popolazione dovrà adottare.
I giornalisti verranno costantemente aggiornati con una conferenza
stampa quotidiana. Durante la giornata si dovranno inoltre organizzare, per
i giornalisti, supporti logistici per la realizzazione di servizi di informazione
nelle zone di operazione.
B.12 - Struttura dinamica del piano comunale: aggiornamento dello
scenario ed esercitazioni
Il continuo mutamento dell’assetto urbanistico del territorio, la crescita
delle organizzazioni di volontariato, il rinnovamento tecnologico delle
strutture operative e le nuove disposizioni amministrative comportano un
continuo aggiornamento del piano, sia per lo scenario dell’evento atteso che
per le procedure.
Le esercitazioni rivestono quindi un ruolo fondamentale al fine di
verificare la reale efficacia del piano di emergenza.
Esse devono essere svolte periodicamente a tutti i livelli secondo le
competenze attribuite alle singole strutture operative previste dal piano di
emergenza; sarà quindi necessario ottimizzare linguaggi e procedure e
rodare il piano di emergenza comunale, redatto su uno specifico scenario di
un evento atteso, in una determinata porzione di territorio.
Per far assumere al piano stesso sempre più le caratteristiche di un
documento vissuto e continuamente aggiornato, sarà fondamentale
organizzare le esercitazioni secondo diverse tipologie:
• esercitazioni senza preavviso per le strutture operative previste nel piano;
• esercitazioni congiunte tra le strutture operative e la popolazione
interessata all’evento atteso (la popolazione deve conoscere e provare
attraverso le esercitazioni tutte le azioni da compiere in caso di calamità);
• esercitazione periodiche del solo sistema di comando e controllo, anche
queste senza preavviso, per una puntuale verifica della reperibilità dei
singoli responsabili delle funzioni di supporto e dell’efficienza dei
collegamenti.
Ad una esercitazione a livello comunale devono partecipare tutte le
strutture operanti sul territorio coordinate dal Sindaco.
La popolazione, qualora non coinvolta direttamente, deve essere
informata dello svolgimento dell’esercitazione.
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C - MODELLO DI INTERVENTO
Consiste nell'
assegnazione delle responsabilità e dei compiti nei vari
livelli di comando e controllo per la gestione dell'
emergenza a livello
comunale. Vengono riportate le procedure suddivise in diverse fasi operative,
per l'
attuazione più o meno progressiva delle attività previste nel P.C.P.C., in
base alle caratteristiche ed all'
evoluzione dell'
evento, in modo da consentire
l'
utilizzazione razionale delle risorse ed il coordinamento degli operatori di
Protezione Civile presenti sul territorio comunale.
C.1 - Sistema di comando e controllo
Il Sindaco per assicurare nell’ambito del proprio territorio comunale la
direzione ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla
popolazione colpita, provvede ad organizzare gli interventi necessari
dandone immediata comunicazione al Prefetto, Presidente della Giunta
Regionale e il Presidente della Giunta Provinciale che lo supporteranno
nelle forme e nei modi secondo quanto previsto dalla norma.
C.1.1 - Centro Operativo Comunale (C.O.C.)
Il Sindaco, in qualità di Autorità comunale di protezione civile, al
verificarsi dell’emergenza, nell’ambito del territorio comunale, si avvale del
Centro Operativo Comunale (C.O.C.) per la direzione ed il coordinamento
dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita.
Il Centro Operativo Comunale dovrà essere ubicato in un edificio non
vulnerabile ed in un’area di facile accesso.
C.1.2 - Compiti per funzioni C.O.C.
La struttura del C.O.C. si configura secondo nove funzioni di supporto:
Funzione 1 – Tecnica e di pianificazione
Funzione 2 – Sanità assistenza sociale e veterinaria
Funzione 3 – Volontariato
Funzione 4 – Materiali, mezzi e risorse umane
Funzione 5 – Servizi essenziali e attività scolastica
Funzione 6 – Censimento danni e complessi edilizi
Funzione 7 – Strutture operative e viabilità
Funzione 8 – Telecomunicazioni
Funzione 9 – Assistenza alla popolazione
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Ogni singola funzione avrà un proprio responsabile che in, “tempo di
pace”, aggiornerà i dati relativi alla propria funzione e, in caso di
emergenza, nell’ambito del territorio comunale, affiancherà il Sindaco nelle
operazioni di soccorso.
C.2 - Procedure di attivazioni in emergenza
Rappresentano le immediate predisposizioni che dovranno essere
attivate dal Sindaco e si articolano nella:
• reperibilità dei 9 funzionari del Centro Operativo Comunale;
• delimitazione delle aree a rischio;
• predisposizione delle aree di ammassamento dei soccorritori;
• allestimento delle aree di ricovero della popolazione.
C.2.1 - Reperibilità dei funzionari del Centro Operativo Comunale
Il Centro Operativo del Comune è composto dai responsabili delle 9
funzioni di supporto che saranno convocati e prenderanno posizione nei
locali predisposti in aree sicure e facilmente accessibili.
C.2.2 - Delimitazione delle aree a rischio
Tale operazione avviene tramite l’istituzione di posti di blocco,
denominati cancelli, sulle reti di viabilità che hanno lo scopo di
regolamentare la circolazione in entrata ed in uscita nell’area a rischio.
La predisposizione dei cancelli dovrà essere attuata in corrispondenza
dei nodi viari onde favorire manovre e deviazioni.
C.2.3 - Aree di ammassamento dei soccorritori
Le aree di ammassamento dei soccorritori devono essere
preventivamente individuate dalle Autorità competenti (Regione, Provincie)
al fine di garantire un razionale impiego nelle zone di operazione dei
soccorritori.
Esse rappresentano il primo orientamento e contatto dei soccorritori
con il Comune. Tali aree debbono essere predisposte nelle vicinanze dei
caselli autostradali o comunque facilmente raggiungibili anche con mezzi di
grandi dimensioni; possibilmente lontano dai centri abitati e non soggette a
rischio.
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C.2.4 Aree di ricovero della popolazione
Tali aree devono essere dimensionate per accogliere almeno, una
tendopoli per 500 persone, facilmente collegabili con i servizi essenziali
(luce, acqua, fognature, etc.) e non soggette a rischi incombenti.
Queste aree dovranno essere preventivamente conosciute in quanto si
configurano come spazi ove verranno installati i primi insediamenti abitativi
di emergenza.
C.2.5 - Aree di attesa della popolazione
Sono aree di prima accoglienza in piazze o luoghi aperti sicuri, ove la
popolazione riceverà le prime informazioni sull’evento e i primi generi di
conforti in attesa dell’allestimento delle aree di ricovero con tende e
roulottes.
C.3 - Procedure operative generali
Comprendono le procedure generali da attivare nelle situazioni di
emergenza
C.4 - Procedure operative specifiche
Rappresentano le procedure specifiche per tipo di emergenza da
attivare nelle singole situazioni di emergenza
C.5 – L’informazione della popolazione
Comprendono le informazioni da dare alla popolazione sui rischi cui è
esposta, sulle procedure e modalità di allertamento, sui comportamenti da
adottare e sull’organizzazione di soccorsi.
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PARTE SECONDA: SEZIONE A - PARTE GENERALE
A.1 - Dati di base
A1.1 - Inquadramento generale
Comune
Laterza
Provincia
Taranto
Regione
Puglia
Autorità di Bacino
Autorità di Bacino della Regione Puglia (AdB Puglia)
Estensione del territorio
Kmq. 159,63
Superficie centro abitato
Kmq 2,10
Superficie centro storico
(Zona A0 del PRG appr. del mq 96.510 (0,096 Kmq)
G.R. 562/17.04.2003)
Fogli I.G.M. [1 : 50.000]
n. 473 “Gioia del Colle”
n. 492 “Ginosa”
Tavola I.G.M. [1 : 25.000]
n. 201 della Carta d’Italia I N.O. “Laterza”
n. 201 della Carta d’Italia I N.E. “Castellaneta”
n. 201 della Carta d’Italia I S.O. “Ginosa”
n. 189 della Carta d’Italia II S.O. “Vallone della Silica”
473052 (Masseria Chiancone)
473053 (Masseria Sant’Agostino)
473061 (Masseria Vallata)
473062 (Masseria Staso)
473063 (Masseria Pietro Tucci)
473064 (Masseria Di Santo)
473091 (Masseria Lena Punzi)
Elementi C.T.R.[1 : 5.000] 473092 (Lamione Girolamo)
473094 (Masseria Cilivestri)
473101 (Masseria Antonio Sette)
473102 (Valle delle Rose)
473103 (Masseria Canale di Tromba)
473104 (Masseria Le Rene)
473113 (Masseria Crocifisso)
473114 (Masseria Tafuri)
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473131 (Jazzo Annunziatela)
473132 (Masseria Distacco)
473141 (Laterza)
473142 (Gravina di Laterza)
473143 (Jazzo di Cristo)
473144 (Lamia Cozzolongo)
Elementi C.T.R.[1 : 5.000] 473153 (Cozzo della Cannazza)
473154 (Monte Santa Trinità)
492021 (Lamia Renzullo)
492022 (Casa Lo Vecchio)
492023 (Casa Capone)
492024 (Ginosa)
492034 (Cozzo Peditaro)
Comuni confinanti
Sede Municipale
Santeramo in Colle
posiz. NORD
dist. km. 22
Ginosa
posiz. SUD
dist. km. 6,4
Castellaneta
posiz. EST
dist. km. 15
Gioia del Colle
posiz. NORD-EST
dist. km. 34
Matera
posiz. OVEST
dist. km. 21
Piazza Plebiscito,2
Latitudine
40°37'
24.4473" Nord
Longitudine
16°47'
57.6101" Est
Gradi decimali
40.6234576°, 16.7993362°
UTM WGS 84
33N 652188.70 mE 4498514.82 mN
Telefono centralino
099/8297911
Fax
099/8296211
Sito internet
www.comune.laterza.ta.it
E - mail
PEC
[email protected]
[email protected]
Catasto
E469
Codice ISTAT
073009
C.A.P.
74014
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Fig. n° 1 – Limiti amministrativi
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A1.2 - Servizi essenziali presenti sul territorio
SERVIZI
SOCIETÀ/ENTE
RECAPITI ED INDIRIZZI
Rete idrica e fognaria
AQP
N° verde emergenze: 800/735735
Ufficio di Zona – Via Taranto n°
250
Castellaneta - Tel: 080/5723456
Rete gas metano
GAS NATURAL ITALIA
N° verde emergenze: 800/829344
Ufficio di Zona – Via Cormons n°
29
Laterza - Tel: 099/8297070
Rete elettrica
ENEL
N° verde emergenze: 800/704488
Rete telecomunicazioni
TELECOM
187
Igiene POLIZIA MUNICIPALE
Servizio
di
Urbana ed Ambientale
Tel.: 099/8216014 – 099/8297946
Fax: 099/8299105 – 099/8296211
ECOLOGICA PUGLIESE S.r.l. Tel./Fax: 080/4672460
Via Ognissanti s.n.c.
70010 – Capurso (BA)
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Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
A.1.3 - Risorse presenti sul territorio
Dipendenti pubblica amministrazione
Amministrazione
Comunale
Risorse umane
Ruolo
Telefono
e-mail
LOPANE Gianfranco
Sindaco
0998297938
[email protected]
CASALINO Carlo
Segretario generale
0998297918
[email protected]
SETTORE 1 - AFFARI GENERALI E ATTIVITÀ AMMINISTRATIVA
FRIGIOLA Alessandro
Responsabile Funzionario
P.O. D6
0998297919
[email protected]
SERVIZIO 1- AFFARI GENERALI - STATISTICHE
D’APRILE Stella Maria
Protocollo Coll. amm. B1
0998297947
[email protected]
ROMANO Giovanni
Messo com. B5
0998297930
[email protected]
GUIDA Ivan
Centralinista B2
0998297911
[email protected]
0998297936
[email protected]
SERVIZIO 2 – GARE E CONTRATTI
MELE Domenica
Appalti Istruttore dirett.
amm. D4
SERVIZIO 3 – DEMOGRAFICI - LEVA - ELETTORALE
PUGLIESE Lucia
Anagrafe-Leva Istr. dir.
Amm. D4
0998297914
[email protected]
SARRA Immacolata
Stato Civile Istr. amm. C5
0998297908
[email protected]
PERRONE Gioconda
Anagrafe Istr. amm. C4
0998297913
[email protected]
FRIGIOLA Francesco
Elettorale Istr. amm. C4
0998297906
[email protected]
MILANO Angela
Urbanistica Istr. amm. C1
0998297914
[email protected]
SERVIZIO 4 - INFORMATIZZAZIONE, PROTOCOLLO – ATTUAZIONE CODICE PRIVACY-GESTIONE
SERVIZI ASSOCIATI, COMUNICAZIONE INTERNA ED ESTERNA
DE VIETRO Adele
Informatico
amm. D5
Istr.
dir.
0998297909
[email protected]
Responsabile Funzionario
P.O. D6
0998297919
[email protected]
SERVIZIO 5 - CONTENZIOSO
FRIGIOLA Alessandro
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Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
SETTORE 2 – FINANZE -TRIBUTI
Risorse umane
LUCCA Pietro
Ruolo
Telefono
Responsabile Funzionario
P.O. D6
0998297904
e-mail
[email protected]
SERVIZIO 1 - FINANZE, PROGRAMMAZIONE E BILANCIO ED ECONOMATO
TRIGIANTE Luigi
Ragioneria Istr. amm. C5
0998297937
[email protected]
ACCETTA Cosimo
Economato Istr. amm. C5
0998297937
[email protected]
PUNZI Filomena
Anagrafe Coll. amm. B6
0998297935
[email protected]
Servizio 2 - TRIBUTI - PATRIMONIO
PARISI Luigi
Tributi Istr. amm. C4
0998297932
[email protected]
PIETRICOLA Giovanni
Tributi Istr. dir. amm. D1
0998297929
[email protected]
AMODIO Rocco
Contenzioso Istr. dir.
amm. D1
0998297935
[email protected]
SETTORE 3 - SERVIZI SOCIO-CULTURALI, PERSONALE E URP
LAPOMARDA Arcangelo
Responsabile Funzionario
P.O. D6
0998297931
[email protected]
SERVIZIO 1 - ISTRUZIONE CULTURA SPORT E TEMPO LIBERO
PANETTIERI Donato
Cultura Istr. amm. C4
BOZZA Domenica
Scuola Assistente
Vigilatrice B5
-
[email protected]
CLEMENTE Biagio
Scuola Autista B6
-
[email protected]
MOSCHETTI Arcangelo
Scuola Autista B6
-
[email protected]
MATERA Vito
Scuola Autista B6
-
[email protected]
0998297905
[email protected]
SERVIZI 2 - SOCIALI
DE MEO Maria
Immacolata
Sociale Assistente sociale
D5
0998297944
[email protected]
CRISTELLA Vito
Sociale Coll. amm. B4
0998297924
[email protected]
SERVIZIO 3 – GESTIONE DEL PERSONALE (TRATTAMENTO GIURIDICO ED ECONOMICO)
CLEMENTE Angela
Personale Istr. dir. amm.
D1
0998297950
[email protected]
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SETTORE 4 - SETTORE ASSETTO ED USO DEL TERRITORIO
Risorse umane
CLEMENTE Giuseppe
Ruolo
Telefono
e-mail
Responsabile Funzionario
P.O. ingegnere D6
0998297902
[email protected]
SERVIZIO 1 - LAVORI PUBBLICI - URBANISTICA
RUSSI Arcangelo
Lavori pubblici Geometra
C4
0998297921
[email protected]
ROSATO Annunziata
Lavori pubblici Istr. amm.
C5
0998297915
[email protected]
TUCCI Giuseppe
Lavori pubblici Geometra
C4
0998297916
[email protected]
.ta.it
SERVIZIO 2 – SPORTELLO UNICO EDILIZIA (SUE) ATTIVITA’ PRODUTTIVE (SUAP)
VENNERI Cosimo
Urbanistica Architetto D4
0998297920
[email protected]
ACQUASANTA Giovanni
Urbanistica Geometra C4
0998297923
[email protected]
TAMBORRINO Michele
Commercio Istr. amm. C5
0998297940
[email protected]
51
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SETTORE 5 – CORPO P.M. – AMBIENTE E IGIENE URBANA
Risorse umane
LARIZZA Paolo Pasquale
Ruolo
Telefono
Comandante D4
0998297946
e-mail
[email protected]
SERVIZIO 1 – CORPO P.M., AGRICOLTURA E CACCIA, IGIENE URBANA E AMBIENTE.
UFFICIO PROTEZIONE CIVILE
SCARATI Bartolomeo
Agente di P.M. C5
0998297948
3472652386
[email protected]
TRIGIANTE Michele
Agente di P.M. C4
0998297948
3472652408
[email protected]
QUATRARO Francesco
Vigile Agente di P.M. C5
0998297948
3472652402
[email protected]
PINTO Rocco
Vigile Agente di P.M. C4
0998297948
3472652496
[email protected]
LOISCIO Arcangelo
Vigile Agente di P.M. C4
0998297948
3472652474
[email protected]
PETRERA Vincenzo
Vigile Agente di P.M. C2
0998297948
3487477783
[email protected]
RUSSO Antonio
Vigile Agente di P.M. C4
0998297948
3472652530
[email protected]
LINZALONE Giuseppina
Agente di P.M. C4
0998297948
3472652498
[email protected]
CLEMENTE Maria
Antonietta
Vigile Agente di P.M. C1
0998297948
3472652359
[email protected]
FANELLI Raffaele
Agricoltura/Manutenzioni
Istr. Amm. C4
0998297928
[email protected]
LOMAGISTRO Clemente
Ex-UMA Coll. Amm. B7
0998297922
[email protected]
TUCCI Lorenzo
Ex-UMA Istr. Amm. C5
0998297949
[email protected]
SERVIZIO 2 – ENERGIA E PUBBLICA ILLUMINAZIONE, MANUTENZIONI (IMMOBILI E
BENI MOBILI), RANDAGISMO – CIMITERO
PERRONE Paolo
Igiene urbana Istruttore
amm. Direttivo D4
0998297948
3487477770
[email protected]
DE BIASI Michela
Igiene urbana Collab.
Amm. B5
0998297948
3472652525
[email protected]
VALENTE Angelo
Custode cim. B5
0998218399
-
STAFF ALLA SEGRETERIA GENERALE
CRISTELLA Rosa
Segreteria Istr. amm. C1
0998297912
[email protected]
Presidenza delegazione trattante, Controlli Interni, Trasparenza e Anticorruzione
52
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
Mezzi pubblica amministrazione
Mezzi
Targa
Immatricolazione Note
FIAT Panda
EN556ZH
2012
Servizi Generali
FIAT Punto
EN031ZG
2012
Servizi Generali
Mini Scuolabus cat. m2
MERCEDES
AN989ZG
12/1997
Scuolabus MERCEDES 711 df
AN192YZ
02/1997
Scuolabus MERCEDES 711 42
AN193YZ
02/1997
Scuolabus MERCEDES
CS860SS
02/2005
FIAT Panda jolly
BB390DZ
07/1998
U.T.C.
FIAT Sedici
YA334AC
12/2008
Polizia Municipale
SEAT Cordoba 1.4 tdi
CF904PC
07/2003
Polizia Municipale
Farmacie
Nominativo ditta
Indirizzo
Recapiti telefonici
Farmacia QUERO
P.zza F.lli Barberio n° .45
099/8216130
Farmacia PENTASSUGLIA
Via Dante Alighieri n° 24
099/8216465
Farmacia LA FORTUNA
Via Gonzaga Generale n° 1
099/8216075
Farmacia DONADIO
Via Aldo Moro n° 10
099/8297405
Parafarmacia TOCCI
Via San Francesco n° 19
099/8297479
53
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
Associazioni di Volontariato
Associazione
Indirizzo
Recapiti telefonici
Dotazione
Associazione
“La Luce” Onlus-P.A.
Croce Azzurra
Via U. La Malfa n° 2
Tel/fax: 099/8297103
[email protected]
Referente:
Sig. QUATRARO Giovanni
349/6682361
n° 4 autoambulanze tipo A
n° 2 automediche
n° 1 fuoristrada con modulo
antincendio a 2 aspi ed idoneo al
montaggio attrezzatura spargisale
Associazione Radio
C.B. ‘S.O.S. 27’ SER
Via C. Battisti n° 47
099/8216674
[email protected]
Referente:
Sig. PERRONE Arcangelo
335/7046798
n° 1 Tenda da campeggio 10 posti
n°.5 Radio portatili vhf 144 mh
n°.3 Radio portatili 27mh
n° 1 Radio stazione fissa vhf 144 mh
n° 1 Radio stazione fissa 27 mh
n° 1 Alimentatore in.220v out 12v 5a
n° 1 Alimentatore in 220v out 12v 10a
n° 6 Lampeggianti per segnalazione
stradale
n° 1 Antenna con calamita per auto (vhf)
Gruppo Scout Laterza 1
Presso Parrocchia
Santa Croce
Via Roma
099 8216153
Referente:
Sig. Giuseppe PIZZILLI
333/1729977
[email protected]
n° 2 Tende da campeggio tipo
Attrezzature varie (badili, picconi,
ecc..)
Gruppo Scout Laterza 2
Presso Parrocchia
Spirito Santo
Via Baden Powel
Referente:
Sig. Rocco FUMARULO
380/7128206
[email protected]
n° 2 Tende da campeggio 8 posti
n° 1 Tenda cambusa
Attrezzature varie (badili, picconi,
ecc..)
54
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
Ditte private operanti nel settore dei trasporti, scavi e movimenti terra
Nominativo ditta
Indirizzo
Recapiti telefonici
Dotazione
Impresa edile stradale
DE BIASI Giuseppe
Sede legale: P.zza
Plebiscito n° 6
Sede operativa:
C.da Cacapentima
099/8297480
348/4706861
345/5118639
n° 4 Escavatori
n° 1 Pala meccanica cingolata
n° 1 Pala Gommata
n° 8 Camion
n° 1 Terna
n° 2 Minipale (Bobcat)
n° 1 Miniescavatore
n° 3 Gruppi elettrogeni
Laertina Scavi di
PAPAPIETRO Cosimo
Via Selva s. Vito n° 5
099/8218222
338/8385982
n° 3 Camion
n° 1 Camioncino
n° 1 Terna
n° 1 Pala Gommata
n° 1 Minipala (Bobcat)
n° 3 Escavatori
n° 1 Miniescavatore
n° 1 Furgone Cassonato
n° 2 Gruppi elettrogeni
Impresa edile e
movimento terra
PERRONE Pasquale
Via Toscana n° 10
099/8216396
n° 3 Escavatori
n° 2 Camion
n° 1 Terna
n° 1 Minipala (Bobcat)
n° 1 Escavatori
Impresa Parisi scavi e
costruzioni di PARISI
Angelo
Via Nelli n° 4/T
099/8213989
333/2683000
n° 1 Camion
n° 1 Furgone
n° 3 Escavatori
n° 1 Terna
n° 1 Miniescavatore
n° 1 Gruppo elettrogeno
Edil macchine di
LOFORESE Donato
Via M. Sabotino n°
68
099/8218388
338/8953658
n° 3 Escavatori
n° 1 Pala Gommata
n° 2 Camion
n° 1 Minipale (Bobcat)
n° 1 Miniescavatore
n° 1 Terna
n° 1 Gruppo elettrogeno
Costruzioni
DI TARANTO S.r.l.
DI TARANTO Giuseppe
Via Virgilio n° 34
099/8217168
345/7776808
n° 1 Escavatore
n° 1 Camion
n° 1 Camioncino
n° 1 Terna
n° 1 Gruppo elettrogeno
Lavori edili e stradali di
MATERA Arcangelo
Bonifica amianto
Via Socrate n° 9
392/5443340
n° 1 Camioncino
n° 1 Terna
n° 1 Gruppo elettrogeno
Attrezzatura per bonifiche di
materiali contenenti Amianto
55
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
Nominativo ditta
Indirizzo
Recapiti telefonici
Dotazione
S.F.E.EL. lavori srl di
ZILIO Giuseppe
Via Moneta n° 43
099/8297605
347/3450462
n° 2 Camion
n° Minipala (Bobcat)
n° 1 Gruppo elettrogeno
Impresa di scavi e
movimento terra di
TRAETTA Michele
Arcangelo
Via Matera s.n.c.
329/3665499
n° 1 Camion
n° 1 Camioncino
n° 1 Escavatorino
n° 1 Terna
Impresa di scavi e
movimento terra di
LARATO Giuseppe
C.da Difesa Murge sn
347/6674137
n° 1 Camion
n° 1 Escavatorino
n° 1 Terna
Impresa edile
LOFORESE Michele
Via Asilo n° 5
099/8213304
339/1192315 (Michele)
339/1192095 (Luca)
n° 1 Camion
n° 1 Escavatore
n° 1 Terna
n° 3 Miniescavatore
Green Service
Società Cooperativa a.r.l.
Via Mater Domini n°
43
099/8296422
333/9883539
(Geom. PINTO Piero)
n° 1 Autocarro 7 q.li
n° 1 Gruppo elettrogeno
n° 1 Motopompa
Imprese edile
TRIGIANTE Arcangelo
Via Ferraris n° 7
338/2303304
n° 1 Escavatore gommato
n° 1 Terna
n° 1 Camion
n° 1 Camioncino
n° 2 Gruppi elettrogeni
Ditte private operanti nel settore dei trasporti civili
Nominativo ditta
C.T.P. S.p.a.
Indirizzo
S.P. ex S.S. n° 580
(Deposito Pullman
di Laterza)
Recapiti telefonici
e-mail
099/8297602
(Referente Sig. Rocco TOCCI:
333/5730035
-
Ditte private operanti nel settore del trasporto acqua non potabile
Nominativo ditta
Indirizzo
Recapiti telefonici
e-mail
CILLO Michele
Località c.da ‘Distacco’ c.s.
368/7789305
-
DI LENA Michele
Via Oberdan n° 40
380/4116549
-
56
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
Aziende Agricole presenti sul territorio comunale in prossimità delle
principali direttrici stradali
Aziende Agricole - Direzione Matera
Nominativo Azienda
Località
Recapiti telefonici
099/8218962
360/341772
CLEMENTE Giuseppe
‘Sierro Lapillo’
CLEMENTE Lorenzo
Via Matera cs
388/7436555
PERRONE Pietro
Via Matera cs CP 68
360/376355
TUCCI Ferdinando
C.da ‘Pantano’
330/438812
(Francesco)
BOZZA Pietro
‘Mass. Pagliarone’
347/0190909
COLACICCO Pietro
‘Mass. Palmentullo’
393/0169567
D’APRILE Francesco
C.da ‘Pantanello’
392/4720010
Dotazione mezzi
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Aziende Agricole - Direzione Castellaneta
Nominativo Azienda
Località
C.da ‘Vallone delle
Rose’
Recapiti telefonici
DE BIASE Arcangelo
C.da ‘Cacapentina’
368/7347607
PERONE Michele
C.da ‘Vallone delle
Rose’
335/724966
DI GREGORIO Lorenzo
‘Mass. Alberotondo’
380/2517270
CLEMENTE Michele
‘Mass. Cappella’
368/7614348
DE BIASI Giovanni
‘Mass. Cappella’
368/3551484
PERRONE Giuseppe
Az. Agricola
PERRONE
099/8218930
MADDALENA
Arcangelo
‘Mass. Candile’
392/5303845
LOFORESE Pietrangelo
‘Mass. Castria’
334/1702644
DI FONZO Francesco
‘Mass. Semeraro’
099/8218940
PERRONE Angelo
340/7992433
Dotazione mezzi
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Aziende Agricole - Direzione Santeramo - Gioia del Colle
Nominativo Azienda
Località
Recapiti telefonici
PALMIERI Lorenzo
Via Santeramo n° 3
099/8216085
MOSCHETTI Mario
S.P. n°19 per
Santeramo
099/8218197
338/9082671
LEOGRANDE Nunzio
‘Mass. Lena’
328/3639565
Dotazione mezzi
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
57
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
Aziende Agricole - Direzione Santeramo - Gioia del Colle
Nominativo Azienda
Località
Recapiti telefonici
PACIULLI Emanuele
‘Mass. Lena’
099/8299918
RUSSI Vitantonio
‘Mass. Tangorra’
099/8299917
DI GREGORIO
Francesco
‘Mass. Ninni’
099/8296456
NUZZI Donato
Vallone delle Rose
328/8474340
PROCINO Francesco
‘Mass. Cangiulli’
333/5007150
LIPPOLIS Nicola
‘Mass. Sette’
348/0407529
DI MARTINO Giuseppe
‘Mass. P. Tucci’
347/9013261
CAPURSO Angelo
‘Mass Lama Carvotta’
338/4762010
COLACICCO Vito
Giovanni
‘Mass. Fragennaro’
099/8299924
COLACICCO Vito
Giuseppe
‘Mass. Fragennaro’
099/8299930
PERRONE Felice
‘Mass. La Quarta’ (c/o
S.P. 22)
339/5416409
Dotazione mezzi
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Aziende Agricole - Direzione Altamura
Nominativo Azienda
Località
Recapiti telefonici
099/8296139
347/0747659
PACIULLI Francesco
Via per Altamura sn
VERDI Giuseppe
C.da ‘Murgetta’
340/6417725
GIANNICO Pietro
C.da ‘Le Rene’
338/6270812
IACOVAZZI Mario
C.da ‘Le Rene’
099/8299922
328/4745496
Dotazione mezzi
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Aziende Agricole - Direzione S.P.ex S.S. n° 580 per Ginosa
Nominativo Azienda
Località
Recapiti telefonici
MINEI Arcangelo
‘Mass. Serro lo Greco’
329/3509674
GIANNICO Arcangelo
‘Mass. Tintore’
099/8296559
BRUNO Antonio
‘Mass. Lama Sapia
328/6796310
Dotazione mezzi
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
58
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
Aziende Agricole - Direzione S.P.18 (Sierro Distinci)
Nominativo Azienda
Località
Recapiti telefonici
MEZZAPESA Domenico
Mass. Sierro Distinci’
340/2353454
Dotazione mezzi
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Aziende Agricole - Direzione S.P.6 (Distacco)
Nominativo Azienda
Località
Recapiti telefonici
CILLO Michele
C.da ‘Distacco
368/4116549
F.lli DE BIASI
C.da ‘Distacco
328/5923775
(Giovanni)
DELL’ORCO Giovanni
‘Mass. Distacco’
338/7652051
Dotazione mezzi
Trattrice con pala e camion
per trasporto acqua
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Aziende Agricole - Direzione via Selva S. Vito
Nominativo Azienda
Località
Recapiti telefonici
NIGRO Michele
Via Selva S. Vito n° 21
368/7488167
NIGRO Paolo
Via Selva S. Vito n° 23
335/322016
DI GIROLAMO Angelo
‘Mass. Bosco di S.
Martino’
099/8218995
BOZZA Michele
‘Mass. Cacoscia’
099/8216009
Dotazione mezzi
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Aziende Agricole - Direzione S.P. n° 16 e dintorni
Nominativo Azienda
Località
Recapiti telefonici
ADORISIO Biagio
‘Mass. Bosco di Gallo’
099/8296560
PETRERA Giuseppe
‘Mass. D’Erario’
SERINI Michele
‘Mass. Castria’
F.lli PERRONE
‘Mass. Scivolizzo’
GIACOIA Fedele
‘Mass. Lago D’anice di
sopra’
099/8296668
333/3749913
347/8609784
(Vito)
34/9008127
(Antonio)
Dotazione mezzi
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
Trattrici con pala
rimorchi e spandiconcime
59
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
Ditte di Ferramenta e Materiali Edili e da Costruzione
Nominativo ditta
CAPODIFERRO Pasquale
Ferramenta - Colorificio
CAPODIFERRO Pietro
Ferramenta e Materiali Edili
CENTRO EDILE S.r.l.
(VAREGLIANO)
Materiali Edili e da Costruzioni
CLEMENTE Vito Francesco
Ferramenta - Materiale per
Agricoltura
EDIL DESIGN S.r.l. (DI TARANTO A.)
Colorificio e Materiali Edili
ELETTROFER di BOZZA Michele
Ferramenta - Colorificio
Magazzini F.lli GALLI Srl
Ferramenta - Colorificio
PETRELLI Vincenzo Marco
Materiali Edili e da Costruzioni
Indirizzo
Recapiti
telefonici
Via Col di Lana n° 41
099/8297621
Via Col di Lana n° 73
099/8216159
099/8216333
Via Matera S.S. 7 Km
598,601
e-mail
info@centroediles
rl.com
099/8216207
Via M. Sabotino n° 39
Contrada ‘Matine’ s.n.
(vicino Stadio comunale)
Cell: 335/6298347
Fax 099/64030888
Via Roma n° 32
099/8218295
Via La Malfa
099/8213953
Via Roma n° 168
099/8216333
[email protected]
60
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
Strutture Ricettive
Nominativo
Albergo‘Tenuta dell'
Aquila’
Indirizzo
Via San Falco s.n.c.
Albergo ‘Villa dei Principi’
Agriturismo ‘Sierro Lo Greco’
S.P. ex S.S. 580 Km 1
S.P. ex S.S. n° 580 Km
2,5
B&B ‘Il Melograno’
Via Verdazzi n° 13
B&B ‘Mater Domini’
Via G. Montrone n° 6/a
B&B ‘Iris’
Via C. Colombo n° 8
B&B ‘Nonna Maria’
Via Asilo n° 56
B&B ‘Masseria Cappotto’
S.P. n° 8 - km 2,7
Recapiti
Telefax: 099/8296842
[email protected]
Tel: 099/8218283
Telefax: 099/8296550
Cell.: 338/4527592
[email protected]
Telefax: 099/9871453 Cell:
334/8694520
[email protected]
Cell: 349/4276664
[email protected]
m
Tel: 099/8218256
Fax: 099/9871453
[email protected]
Telefax: 099 8297566
Tel: 339 6812424
Telefax: 099/8296600
Cell: 338 8669946
[email protected]
N° posti
8/10
10/12
6/8
8/10
6/8
6/8
4/6
6/8
61
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A.1.4 – Popolazione
Popolazione residente
15.329 (15 01 2013)
Nuclei familiari
5.499 (15 01 2013)
Densità abitativa
96,02 ab/Kmq (15 01 2013)
Popolazione con oltre 65 anni
2988 (15 01 2013)
Popolazione con oltre 80 anni
855 (15 01 2013)
Popolazione con oltre 90 anni
112 (15 01 2013)
Popolazione meno di 6 anni
976 (15 01 2013)
Popolazione maggiorenne
12.328 (15 01 2013)
Nuclei familiari con figli
2959 (07 12 2012)
Nr. medio di componenti per famiglia
2,79 (15 01 2013)
Indice di dipendenza
56 % (15 01 2013)
[rapporto % avente a num. la
somma tra la popolaz. 0 – 14 a.
(2520) e quella di oltre i 65 a.
(2988) ed a denom.la popolaz. in età
da 15 a 64 a. (9821)]
Indice di vecchiaia
119 % (15 01 2013)
[(rapporto % avente al numeratore
la popolazione > 65 anni (15 01
2013) e al denominatore quella
compresa fra 0 – 14 anni (2520)]
Popolazione centro storico
462 ca (15 01 2013)
Popolazione contrade
1368 ca (15 01 2013)
Popolazione straniera
208 (15 01 2013)
Abitazioni
3440 (08 10 2011)
Sezioni censuarie
40 (2011)
Abitanti per sezione censuaria
383 ca. (15 01 2013)
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A1.5 - Dati climatici
Il Comune di Laterza presenta caratteristiche meteorologiche tipiche
dell’area mediterranea con inverni generalmente miti ed estati calde con
umidità non molto elevata e piogge piuttosto limitate e concentrate
prevalentemente nel periodo invernale.
Vi è una significativa ventosità e poco frequenti sono gli episodi
temporaleschi estivi.
In inverno abbiamo poche fasi perturbate anche se in taluni casi le
masse d’aria umida ed instabile associate alle perturbazioni danno luogo a
precipitazioni.
Il passaggio alla primavera risulta piuttosto brusco e nelle stagioni
primaverile/autunnale possiamo assistere ad episodi piovosi molto intensi
che tendono ad assumere carattere temporalesco, con precipitazioni
eccezionali, che danno luogo ad eventi alluvionali.
In estate le temperature elevate associate a condizioni di cielo sereno o
poco nuvoloso, in presenza di una buona ventilazione, danno luogo a
prolungati periodi di caldo secco, che talvolta si trasformano in periodi di
siccità.
Le precipitazioni sono generalmente poco frequenti ed a carattere
prevalentemente temporalesco.
In generale si può constatare che la quantità di pioggia che cade in
questa stagione è di gran lunga inferiore a quella invernale.
In autunno il tempo è caratterizzato dal permanere di condizioni di
clima mite fino a stagione inoltrata e soltanto nella seconda parte della
stagione è più frequente l’ingresso sull’area di perturbazioni accompagnate
da piogge.
In complesso, dunque, la distribuzione annuale delle precipitazioni
nell’area si concentra nei mesi a cavallo dell’inverno determinandosi un
periodo di piovosità concentrato, tra settembre ed aprile, ed un periodo di
clima secco compreso tra maggio ed agosto.
All’inizio della primavera sono frequenti fenomeni di gelate repentine
che possono provocare danni alle colture.
La caratterizzazione meteoclimatica del territorio comunale di Laterza è
stata effettuata consultando la “Carta Bioclimatica d’Italia” elaborata da R.
Tomaselli, A. Balduzzi e S. Filipello nel 1972 e soprattutto considerando i
dati bioclimatici dell’ultimo decennio 2002/2012 della Stazione 00259-Gioia
del Colle del Servizio Meteo Aeronautica Militare.
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Nella Carta Bioclimatica il territorio laertino viene classificato come
zona A:
•
•
•
•
Clima mediterraneo: curva termica sempre positiva e un periodo di
aridità estiva di durata variabile da uno ad otto mesi;
Regione xeroterica: regione climatica nella quale il periodo di aridità
corrisponde ai mesi estivi;
Mesomediterranea: sottoregione climatica caratterizzata da un periodo
secco estivo, con indice xerotermico compreso tra 40 e 100
(40<x<100). In particolare questa sottoregione è definibile anche
come di tipo “C”.
La piovosità media annua si aggira sui 550 mm di pioggia concentrati
prevalentemente nel periodo invernale.
Regime Pluviometrico
Il territorio del Comune di Laterza (TA), ricade in una zona al confine tra
la Murgia Tarantina vera e propria e l’Arco Ionico Tarantino.
L’andamento mensile delle precipitazioni meteoriche in tale zona è
riportato nella seguente tabella:
Mese
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
Novembre
Dicembre
Eliofania relativa (ore
di soleggiamento) (%)
0,37
0,38
0,40
0,45
0,50
0,58
0,69
0,68
0,58
0,47
0,39
0,38
0,50 (Media)
Precipitazione (mm)
59
58
54
36
33
23
22
23
37
73
73
63
554 (Somma)
64
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Regime Termometrico
Il territorio del Comune di Laterza (TA), è caratterizzato da:
•
•
•
•
Inverni miti con temperatura minima media 6 - 7 °C
Temperature medie invernali prossime agli 8 °C
Estati calde aride con temperatura massima media 25 - 26°C
Temperature medie estive prossime 24,8 °C.
Mese
T. max (°C)
T. min (°C)
T. media (°C)
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
Novembre
Dicembre
11,8
12,8
14,9
18,3
23,1
27,5
30,4
30,5
26,5
21,4
16,8
13,4
4,6
4,9
6,5
8,7
12,5
16,4
19,0
19,2
16,5
12,8
9,0
6,2
8,2
8,8
10,7
13,5
17,8
22,0
24,7
24,8
21,5
17,1
12,9
9,8
Umidità
media (%)
77,8
76,6
75,4
72,9
70,2
65,7
61,8
63,6
70,0
76,0
78,9
78,9
Media
20,6
11,4
16,0
72,3
65
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Regime Anemometrico
Il territorio del comune di Laterza (TA) è caratterizzata dai seguenti
valori medi mensili misurati nella stazione anemometria di Gioia del Colle:
Mese
Gennaio
Febbraio
Marzo
Aprile
Maggio
Giugno
Luglio
Agosto
Settembre
Ottobre
Novembre
Dicembre
Media
Velocità del vento (m/s) h
10m
3,9
4,1
3,9
3,5
3,2
3,0
3,2
3,0
3,0
3,3
3,7
3,8
3,5
Velocità del vento (m/s) h
2m
2,92
3,07
2,92
2,62
2,39
2,24
2,39
2,24
2,24
2,47
2,77
2,84
2,6
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A.1.6 - Caratteristiche geologiche, geomorfologiche ed idrogeologiche
Inquadramento geologico
Il territorio del Comune di Laterza si colloca al margine sud-occidentale
dell’Avampaese Apulo, un’importante struttura tettonica corrispondente per
lo più alla piattaforma carbonatica murgiana della regione pugliese, nella
sua zona di transizione verso la Fossa Bradanica, un’ampia depressione
allungata da nord-ovest a sudest originatasi nel plio-quaternario fra la catena
appenninica e l’avampaese murgiano.
Fig. n° 2 - Schema geologico regionale
L’avampaese apulo corrisponde a gran parte dell’area regionale pugliese
e si identifica nelle regioni del Gargano, delle Murge e del Salento.
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Fig. n° 3 - Carta geologica schematica e sezione
Queste aree sono caratterizzate prevalentemente da affioramenti di
rocce calcaree mesozoiche, la cui origine viene riferita allo sviluppo di una
cosiddetta “piattaforma carbonatica”, la Piattaforma Apula.
Questa era un vasto altofondo oceanico (un altopiano sommerso ampio
migliaia di km2) di bassissima profondità, caratterizzato esclusivamente da
sedimentazione carbonatica intra-bacinale, cioè da un tipo di accumulo
sedimentario non derivante da apporti esterni (impossibile in un altofondo
lontano da aree emerse) ma ricco di particelle costituite da carbonato di
calcio che si deponevano sul fondo o per precipitazione diretta dalla colonna
d’acqua o, in maniera preponderante, attraverso l’accumulo di resti di
organismi marini (microscopici e macroscopici) a guscio o costituzione
calcarei.
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La graduale trasformazione in roccia calcarea di questi sedimenti
carbonatici (prevalentemente fangosi) ha portato alla crescita di una
imponente successione sedimentaria il cui spessore residuo è valutato in
alcuni chilometri.
Al termine del Mesozoico (circa 65 milioni di anni fa) la Piattaforma
Apula emerge definitivamente e diventa un’ampia area continentale.
I processi prevalenti sono stati di tipo carsico, con parziale dissoluzione
delle aree esposte.
A testimonianza dell’intensa attività carsica subita dalla regione si
citano le doline (localmente denominate “puli”) di Altamura e Gravina,
profonde depressioni carsiche di superficie, e le Grotte di Castellana, un
lungo percorso carsico sotterraneo.
Durante la fase di emersione la Piattaforma Apula subisce vistosi effetti
di tettonica distensiva e viene dislocata in blocchi che subiscono
abbassamenti e sollevamenti relativi: le aree più sollevate corrispondono al
Gargano, alle Murge ed al Salento, mentre le aree ribassate formano ampie
aree depresse o “graben”, come quelle presenti fra il Gargano e le Murge
(graben dell’Ofanto) o fra le Murge e il Salento (Soglia Messapica), oppure
imponenti sistemi a gradinata che immergono verso oriente nel Mar
Adriatico e verso occidente al disotto della catena appenninica (vedi sezione
in fig. 1).
Quest’ultimo sistema cosituisce il substrato della Fossa Bradanica.
Durante il Pliocene la migrazione del sistema sudappenninico ha
portato le aree occidentali dell’Avampaese Apulo (quella che poi sarebbe
diventata la gradinata immergente verso l’Appennino) a subire una
progressiva subsidenza ed a formare un ampio bacino marino (la Fossa
Bradanica) limitato ad occidente dalla catena Campano-Lucana e a oriente
dagli alti del argano e delle Murge.
Lungo il bordo della catena, gli apporti provenienti dallo
smantellamento della catena costituivano sistemi a sedimentazione sabbiosoghiaiosa, mentre a distanza prevaleva una sedimentazione di tipo argilloso.
Dall’altra parte del bacino le aree subsidenti dell’Avampaese apulo
formavano un vasto arcipelago in via di annegamento, costituito da isole
rocciose calcaree di diversa ampiezza.
Tale arcipelago era le conseguenza diretta della tettonica distensiva che
aveva dislocato in blocchi l’antica Piattaforma Apula.
I blocchi più sollevati corrispondevano alle isole (horst di Matera),
mentre quelli ribassati corrispondevano a bracci di mare di profondità non
elevata (Graben di Viglione).
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Questa evoluzione della catena sudappenninica ha avuto termine circa 1
milione di anni fa, quando sia l’Avanfossa Bradanica che l’Avampaese
apulo hanno cominciato a sollevarsi.
Per questo motivo l’avanfossa corrisponde oggi ad un’area emersa
collinare prevalentemente argillosa e non ad un bacino marino subsidente
così come nei suoi prolungamenti a nord (Mare Adriatico) e a sud (Golfo di
Taranto).
Il sollevamento dapprima ha favorito il riempimento della Fossa
Bradanica avvenuto da parte di sedimenti argillosi e poi sabbioso-ghiaiosi di
ambiente costiero e/o alluvionale.
Successivamente lo stesso sollevamento ha esposto precocemente sia la
Fossa Bradanica che le Murge, elevandole fino a quote localmente superiori
a 600 metri.
Il sollevamento ha indotto in queste aree anche una significativa
erosione e, nella zona di transizione fra le Murge e la Fossa Bradanica si
sono sviluppate alcune peculiari incisioni vallive (le gravine).
La zona di transizione fra la Fossa Bradanica e le Murge è inoltre
caratterizzata dall’affioramento isolato di alcuni blocchi calcarei che
emergono dal paesaggio collinare argilloso come alti strutturali (“pilastri
tettonici” o “horst”) attorniati da vaste aree depressive (graben), come
appunto il Graben di Viglione entro cui rientra la zona di stretto interesse
progettuale .
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Caratteristiche litostratigrafiche
Il territorio del Comune di Laterza si caratterizza per le seguenti
caratteristiche litologiche e stratigrafiche delle diverse unità affioranti di
seguito descritte dalla più antica alla più recente, le quali possono essere così
raggruppate (vedi figura n° 4 e la Carta geologica tav. n° 6, negli allegati
cartografici):
- Calcari di Altamura
- Calcareniti di Gravina
- Argille Subappennine
- Depositi terrazzati marini
- Depositi residuali: terra rossa e ciottolame calcareo poligenico
- Depositi alluvionali recenti e attuali
Fig. n° 4 - Carta geologica del territorio di Laterza
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La formazione più antica affiorante nel territorio laertino è costituita da
calcari micritici stratificati di colore bianco, ai quali si intersecano banchi e
strati di calcari dolomitici di colore grigio scuro, in prossimità del letto e del
tetto della formazione.
Queste rocce si presentano in strati e banchi dello spessore variabile di
30-150 cm, sono fra l’altro fortemente fratturate e carsificate, con una
direzione di strato che varia da nordovest-sudest ed immersione a sud-ovest,
ad ovest-est con immersione a sud, ed inclinazione degli strati di 20°-25°.
Da osservazioni eseguite su fronti di scavo si notano manifestazioni
carsiche sia di interstrato, numerose ed realmente estese, sia vere e proprie
cavità parzialmente o completamente riempite da limo argilloso rossastro
che rappresenta il materiale residuale tipico dell’alterazione dei calcari in
ambiente sub-arido.
Lo spessore dell’unità entro l’area considerata, pur nell’incertezza
derivante dalle condizioni tettoniche poco chiare, non dovrebbe essere
inferiore ai 500-600 m..
La macrofauna è costituita prevalentemente da Rudiste ed Echini, molto
abbondante è invece la microfauna.
Questi sedimenti si sarebbero deposti su fondali marini poco profondi;
durante i brevi periodi di emersione, la sedimentazione si sarebbe interrotta
con conseguente formazione di brecce calcaree e crostoni con relativa lacuna
stratigrafica.
Calcareniti di Gravina
Queste rocce sono costituite da granuli calcarei che derivano dal
disfacimento dei calcari murgiani, e da grani di natura organogena costituiti
da resti di Foraminiferi, Brachiopodi, Echini, Molluschi, cementati fra loro
da sostanza calcitica o calciticoargillosa; molto scarsa risulta la presenza di
granuli di quarzo e miche.
I granuli hanno un diametro variabile di 0.2-0.7 mm, e solo raramente
raggiungono i 2-3 mm. Sono rocce molto porose, poco compatte ed aspetto
massiccio, di colore giallo chiaro quando sono alterate, e bianco-giallastre
quando invece sono integre.
Ben evidenti sono i segni della tettonica post-calabriana, che li ha
fratturati; queste fratture risultano in alcuni casi rinsaldate per effetto di un
cemento calcitico di ricristallizzazione.
Sono queste le rocce che localmente, nella regione pugliese e lucana,
vengono dette in senso lato “tufi”. Tale denominazione sembra tragga
origine dal fatto che queste rocce sono tenere, leggere, porose e si lasciano
facilmente segare o tagliare per essere impiegate come pietre da muratura.
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Questa formazione nell’area oggetto di studio è presente in
affioramento in tutto il centro urbano di Laterza e più a nord lungo il bordo
del rilievo calcareo. Lo spessore della formazione è alquanto variabile; il
massimo è di 55-60 m nell’abitato di Laterza.
Le Calcareniti di Gravina poggiano in discordanza angolare con
contatto trasgressivo sui sottostanti Calcari di Altamura (talora il passaggio
degli uni agli altri é repentino, oppure caratterizzato dalla presenza di un
conglomerato dello spessore di pochi decimetri costituito da ciottoli calcarei
biancastri che derivano dai sottostanti calcari cretacei), che evidenzia la
presenza di una lacuna stratigrafica.
La Calcarenite di Gravina presenta abbondante macrofauna; Di Stefano
e Viola (1892) individuarono diverse specie di lamellibranchi e di
Brachiopodi, nessuna delle quali può però essere utilizzata per una datazione
precisa.
In base alla presenza delle microfaune osservate è possibile attribuire a
questi depositi un’età Calabriana, in accordo con le conclusioni di Cantelli
C. (1960) e con quelle di D’Onofrio S. (1960) .
Le Calcareniti di Gravina si sono deposte in un ambiente costiero, in
qualche luogo a carattere deltizio (Boenzi F., Radina B., Ricchetti G.,
Valduga A. 1971).
Argille Subappennine
Questa formazione è costituita da argille marnose e siltose grigioazzurre, con lenti argilloso-sabbiose e a luoghi sabbioso-argillose, al
passaggio con le formazioni sovrastanti. Le argille grigio-azzurre affiorano
in continuità stratigrafica al tetto della Calcarenite di Gravina, con un piano
di contatto generalmente orizzontale, o leggermente inclinato.
A luoghi sono state rinvenute direttamente sul Calcare di Altamura.
Affiora diffusamente nell’area in oggetto, ove costituisce inoltre il
substrato su cui si sono successivamente sedimentati i depositi marini
terrazzati.
Lo spessore di questa formazione nell’area studiata non supera i 15-20
m.
Dal punto di vista del contenuto fossilifero, le macroforme risultano
essere quelle delle sottostanti Calcareniti di Gravina (Pecten opercularis e
dentalium), la parte bassa infatti risulta essere la più ricca di fossili a
differenza di quella alta.
Molto abbondante risulta essere invece la microfauna, costituita
soprattutto da Foraminiferi, Radina B. (1967).
L’età attribuita alle Argille subappennine è calabriana. L’ambiente di
formazione è costituito da fondali marini più o meno profondi.
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Depositi Marini Terrazzati
In estese aree sulle Argille subappennine , sulle Calcareniti di Gravina e
sugli stessi calcari cretacei si notano a varie quote terrazzi (Depositi marini
terrazzati), attribuibili ad azione di abrasione e di accumuulo da parte di un
mare complessivamente in via di regressione, ma caratterizzato da brevi
episodi di avanzata.
I depositi dei terrazzi più elevati sono calcarenitici, ad aspetto di
panchina; quelli più bassi sono conglomeratici con matrice calcarenitica.
Secondo alcuni autori il deposito affiorante nell'
area di studio potrebbe
essere riferito al Siciliano.
Depositi Residuali: terra rossa e ciottolame calcareo poligenico
Questa unità (fino a poco tempo fa nota in bibliografia come
Conglomerato di Irsina) rappresenta il termine di chiusura del ciclo
sedimentario Plio-Calabriano, ed è presente nell’area studiata in alcuni lembi
piuttosto estesi affioranti subito a ovest ed a sud-ovest del centro abitato di
Laterza. Tale deposito è costituito da un conglomerato poligenico, i cui
ciottoli di provenienza appenninica hanno dimensioni di ordine centimetrico,
e sono immersi in una matrice sabbiosa di colore ocraceorossastra per
alterazione.
Questo assieme di materiali presenta un grado di cementazione assai
variabile sia in orizzontale che in verticale, per cui è possibile ritrovarlo sia
assai coerente che allo stato sciolto.
I ciottoli sono prevalentemente di natura silicea quarzosa, con forma
appiattita, ellissoidale o sferoidale.
Molto subordinata è la possibilità di ritrovare elementi marnosoarenacei oppure, ancor meno, di rocce cristalline.
In relazione alla sua posizione stratigrafica al deposito sabbiosoconglomeratico viene attribuita un’età Calabriana.
Depositi alluvionali recenti e attuali
Si ritrovano lungo gli alvei dei corsi d’acqua più o meno attivi che
scorrono nel settore a nord e nordest, al di fuori dell’area di interesse.
La natura litologica di questi depositi dipende dalla composizione delle
roccie che costituiscono il bacino idrografico dei vari corsi d’acqua.
Generalmente sono costituiti da ciottoli e ghiaie di natura calcareacalcarenitica e limi di natura argilloso-sabbiosa.
Le dimensioni dei ciottoli, così come lo spessore di questi depositi sono
molto variabili. L’età è riferita all’Olocene.
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Tettonica
Lo stile tettonico dello territorio comunale di Laterza si inserisce quindi
nello schema strutturale complessivo della Fossa Bradanica e del Tavolato
Murgiano.
L’area è caratterizzata dagli effetti di fasi tettoniche riferibili a momenti
diversi: gli effetti di queste fasi tettoniche sono a carattere compressivo ed
hanno portato al dislocamento dei calcari murgiani, e a carattere disgiuntivo
che hanno interessato sia i terreni Pliocenici che il substrato pre-pliocenico.
Dopo il Cretaceo la prima fase tettonica ha interessato i calcari
murgiani che hanno subito un sollevamento in più fasi e durante tempi
abbastanza lunghi.
Questo sollevamento, che ha portato alla formazione delle Murge, è
stato causato da una serie di sforzi tettonici di tipo compressivo (con
direzione SO-NE) che hanno in parte piegato ed in parte dislocato i calcari
Cretacei, con la produzione di un sistema di faglie dirette (con andamento di
tipo Appenninico NO-SE), perpendicolarmente alla direzione di
compressione.
La seconda fase tettonica si è verificata nel tardo Pliocene, interessando
sia i terreni pliocenici che il substrato pre-pliocenico.
Questa fase ha prodotto un sistema di faglie dirette anche trasversali
alle precedenti, che danno al promontorio carbonatico un assetto ad horst,
con inclinazione degli strati verso SSO.
I segni di questa fase tettonica sono evidenti nella Calcarenite di
Gravina, e nelle facies più compatte dei depositi marini terrazzati; questi
depositi sono evidentemente fratturati.
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Caratteri geomorfologici
I lineamenti geomorfologici del territorio laertino rivelano un tenore di
sostanziale coerenza con i connotati tipici a livello regionale, richiamando i
caratteri murgiani ove affiorano i calcari, o l’ambiente collinare della
bradanica ove si rilevano i terreni sabbiosi e argillosi.
Tutta l’area nei dintorni è caratterizzata da una serie di bassi rilievi
collinari a superfici sub-orizzontali o debolmente ondulate (con pendenze
non superiori a 20°).
In generale laddove affiorano calcari che presentano una stratificazione
ben evidente la superficie topografica si presenta più irregolare; ove invece
l’ammasso carbonatico risulta prevalentemente dolomitico e i banchi
rocciosi sono piuttosto massicci, il rilievo tende ad assumere forme più
tondeggianti o “mammellonari”.
In ultimo, ove affiorano i terreni argillosi e/o sabbiosi, si riconoscono
forme collinari più blande e regolari (tipiche nel vicino ambiente lucano).
Nel rilievo murgiano si evidenziano varie culminazioni ad assetto subtabulare, delimitate da scarpate talora anche assai ripide, riferibili ad antiche
piattaforme di abrasione marina. Tali ripiani costituiscono l’elemento
morfologico più diffuso ed evidente.
Si tratta di vaste superfici pianeggianti, in genere non corrispondenti a
superfici di strato, dislocate a varie altezze e separate fra loro da scarpate per
lo più nette e ad andamento irregolare, alte non più di una decina di metri.
Sull’origine di tali ripiani e delle scarpate che li delimitano esistono
nella bibliografia geologica diversità di vedute fra i vari autori, tutte
riconducibili essenzialmente alla causa tettonica oppure all’azione
modellatrice del mare. Secondo gli studi più recenti l’opinione comune pare
essere quella di un modellamento di detti ripiani per un’azione di
“abrasione” da parte del mare.
Un altro elemento fondamentale nella morfologia del territorio in esame
è rappresentato dai solchi erosivi.
Le Lame hanno fianchi debolmente inclinati e un ampio fondo piatto,
occupato per lo più da una copertura di detrito e materiale residuale (terra
rossa) in genere sede di coltivazione agricola.
Di norma segnano lungo il percorso ampie curve irregolari, adattandosi
alle asperità della superficie.
Di particolare interesse geomorfologico e naturalistico sono le Gravine
che sono incisioni che hanno pareti molto ripide, a luoghi anche subverticali,
con altezze anche di diverse decine di metri, su un fondo angusto e piatto,
spesso coincidente con una superficie di strato.
La loro sezione trasversale presenta una forma ad U molto ristretta.
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Tali incisioni si sono sviluppate con tutta probabilità in periodi a clima
ben più piovoso di quello attuale. Oggi l’attività erosiva è praticamente
limitata a rari e brevi periodi di intense precipitazioni.
La Gravina di Laterza si sviluppa prevalentemente in direzione nordsud, con andamento a tratti meandriforme.
Si sarebbe formata per azione di un corso d’acqua sovrimposto, che
avrebbe dapprima inciso la copertura pleistocenica discordante sui calcari
del cretaceo, continuando poi ad approfondirsi in questi ultimi, specie in
seguito al prodursi di un forte aumento di pendenza fra la Murgia di Laterza
e la Fossa premurgiana.
Allo sviluppo della Gravina di Laterza potrebbero aver contribuito
anche gli eventi tettonici subiti dall’area, determinando a luoghi un’intensa
fratturazione delle rocce che avrebbe favorito e condizionato lo sviluppo dei
fenomeni erosivi.
Fra gli elementi fisiografici nella morfologia della vicina area murgiana
vanno pure menzionate le forme di natura carsica.
Si tratta per lo più di doline, in genere non molto numerose e
circoscritte, del tipo a scodella, con fondo solitamente occupato da lembi di
materiale residuale (terra rossa), a contorno subcircolare ed ovale, e con
diametro non superiore a 150 metri.
Si rileva la presenza di limitati campi carreggiati, con solchi della
profondità di pochi metri, per lo più allineati secondo linee di frattura.
Allo stato attuale mancano notizie sul carsismo profondo dell’area.
Per quanto attiene alla tendenza evolutiva dell’area, questa risulta
subordinata essenzialmente all’azione di dilavamento delle acque
superficiali, limitata ai brevi periodi di più intense precipitazioni.
Tuttavia va sottolineato che l’intera area nel suo insieme appare
fondamentalmente stabile, esente da fenomeni di dissesto sia profondo che
superficiale.
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Idrografia ed idrogeologia
Idrografia superficiale
Il territorio di Laterza, con riferimento ai caratteri dell’idrografia
superficiale, è sostanzialmente diviso in due bacini; uno del primo ordine,
l’altro del secondo:
- Il bacino del primo ordine corrisponde alla parte NO del reticolo
idrografico del Fiume Lato che localmente, nella prima parte del suo
percorso, prende il nome di ‘Vallone della Silica’ e più a sud ‘Valle delle
Rose’, ‘Gravina di Laterza’ e ‘La Lama’;
- Il bacino del secondo ordine corrisponde al Canale di Grottaturge,
affluente di sinistra del Fiume Bradano.
La parte più settentrionale dell’idrografia superficiale del territorio di
Laterza corrisponde al Vallone della Silica. Tale corso d’acqua nasce in
località “Matine” in agro di Santeramo e scorre in corrispondenza della
porzione più orientale del cosiddetto Graben di Viglione, in cui affiorano
estesamente depositi limosi e ghiaioso–sabbiosi.
Per un ampio tratto, il Vallone della Silica borda, in sinistra idraulica, i
rilievi calcarei delle Murge di Gioia in cui riversa parte delle sue acque
attraverso una serie di inghiottitoi.
Fig. n° 5 – Reticoli idrografici del territorio comunale
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Idrografia sotterranea
Nel territorio di Laterza esistono due falde idriche, una localizzata nei
calcari cretacei (falda profonda) e l’altra localizzata nei Depositi Marini
Terrazzati (falda Superficiale).
Nella tabella che segue si illustrano i rapporti stratigrafici fra le varie
unità e il loro ruolo idrostrutturale.
Sulla base delle caratteristiche di permeabilità, le rocce localmente
affioranti si distinguono in:
rocce permeabili per fessurazione e carsismo
rocce permeabili per porosità interstiziale e fessurazione
rocce porose ma impermeabili
rocce permeabili per porosità interstiziale
Rocce permeabili per fessurazione e carsismo
La permeabilità per fratturazione e carsismo, o permeabilità in grande, è
propria di rocce praticamente impermeabili alla scala del campione, per la
loro elevata compattezza, ma nelle quali l’infiltrazione e il deflusso può
avvenire attraverso i giunti di stratificazione, le fratture ed eventualmente
attraverso discontinuità legate alla dissoluzione carsica. Questo tipo di
permeabilità è proprio, nell’area in esame, del Calcare di Altamura che è
sede di un acquifero esteso e ben alimentato.
I calcari sono fratturati a causa degli stress tettonici, sia pure molto
blandi, che hanno interessato l’ammasso roccioso durante le fasi orogeniche.
Rocce permeabili per porosità interstiziale e fratturazione
A questa categoria appartiene la Calcarenite di Gravina, che è dotata di
porosità interstiziale alla scala del campione ed è interessata da persistenti,
anche se molto spaziate, discontinuità strutturali.
La Calcarenite di Gravina è di norma mediamente permeabile anche se
la presenza di matrice fine e di cemento negli spazi intergranulari può a
luoghi ostacolare o rallentare il deflusso idrico.
In presenza di livelli meno permeabili, il ruolo idrostrutturale è di
“acquitardo” cioè di una roccia che ha la capacità di contenere acqua (anche
se in modo limitato) e la può trasmettere con flusso lento. Poiché poggia
direttamente sui Calcari mesozoici, la Calcarenite di Gravina costituisce la
zona di aerazione dell’acquifero carsico.
A questa categoria appartengono anche le Calcareniti dei Depositi
Marini Terrazzati.
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Data la rete di fratture che interessa queste rocce e la presenza di vuoti
intercomunicanti nelle intercalazioni sabbiose, esse costituiscono un
acquifero fessurato e poroso.
Nelle aree più prossime alle Murge, le calcareniti si presentano
stratificate e fratturate.
Questa rete di fratture permette l’infiltrazione delle acque di
precipitazione nel sottosuolo e la circolazione attraverso canalicoli; nelle
aree più distali, data la presenza di maggiori intercalazioni sabbiose, alla
permeabilità per fratturazione si somma quella per porosità interstiziale.
Laddove poggiano in trasgressione sulle Argille Subappennine, le
calcareniti dei Depositi Marini Terrazzati risultano essere acquifere.
Rocce porose ma impermeabili
Le Argille subappennine, rappresentano un acquicludo; cioè, si tratta di
depositi che ritengono acqua ma non si lasciano attraversare da essa.
Data la loro impermeabilità, le argille permettono l’esistenza di una
falda idrica nei sovrastanti Depositi Marini Terrazzati.
A questa categoria appartengono anche i depositi palustri
essenzialmente limosi che si rinvengono lungo l’alveo del Vallone della
Silica.
Rocce permeabili per porosita’ interstiziale
A questa categoria appartengono gli orizzonti ghiaioso–sabbiosi dei
depositi marini terrazzati e i depositi alluvionali recenti e attuali. Nelle rocce
che costituiscono questi complessi, la porosità è legata alla presenza di
numerosi vuoti intergranulari di piccole dimensioni, tra loro comunicanti;
l’infiltrazione e la circolazione delle acque si sviluppa in forma diffusa ed il
moto si esplica con caratteri propri del regime laminare. In considerazione
della loro origine, il grado di permeabilità di queste rocce è estremamente
variabile sia in senso verticale che orizzontale; di norma è più elevato
nell’ambito delle ghiaie anche se gli spazi intergranulari sono parzialmente
interclusi da materiale alluvionale più fine.
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Fig. n° 6 - Serie idrogeologica delle unità litologiche
Falda Profonda
La falda idrica profonda, localizzata nei calcari cretacei, rappresenta la
più cospicua risorsa idrica del territorio di Laterza, anche se il suo
sfruttamento risulta molto limitato.
Come si rileva dall’andamento delle curve piezometriche della figura
seguente, l’acqua della falda profonda si dirige dalle zone di alimentazione,
che sono quelle ove affiora la roccia calcarea tra Laterza e i comuni
limitrofi, verso Sud–Est cioè verso la sorgente del Tara che ne rappresenta la
più cospicua manifestazione (Maggiore e Pagliarulo, 2002).
Nella figura seguente è riportata la modalità di deflusso della falda di
base (da Zorzi e Reina, 1962
Fig. n° 7 – Cartina idrologica della ‘Falda di Base’
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La circolazione idrica, in tale acquifero, si esplica a notevole profondità
attraverso una fitta rete di discontinuità fra loro comunicanti, costituite da
giunti di strato, fratture e faglie come rappresentato schematicamente
nell’immagine che segue. Le acque meteoriche che si infiltrano nel
sottosuolo nella zona di alimentazione, costituita dagli affioramenti calcarei,
raggiungono, attraverso i meati della roccia, gli strati più profondi, sede
della falda, dove si raccolgono alle quote determinate dall’equilibrio con le
acque marine di invasione continentale su cui galleggiano a causa della
minore densità.
Il contatto acque dolci – acque salate non è costituito da una superficie,
ma è graduale in quanto avviene attraverso una zona di diffusione, detta
interfaccia, di spessore crescente man mano che si procede verso l’interno.
Inoltre, l’eterogeneità dell’acquifero, per quanto attiene i caratteri di
permeabilità, comporta diverse velocità di deflusso che provocano
considerevoli irregolarità nell’andamento dell’interfaccia.
Le portate specifiche, pur variando considerevolmente, sono comunque
elevate ed evidenziano un grado di permeabilità medio - alto degli strati
acquiferi.
Falda superficiale
L’acquifero superiore è localizzato nei Depositi Marini Terrazzati e nei
Depositi Alluvionali, laddove essi poggiano sulle Argille Subappennine.
Tali condizioni caratterizzano la porzione settentrionale dell’agro di
Laterza, in corrispondenza del Graben di Viglione.
Una falda modesta, di limitata potenzialità, si rinviene altresì nel
sottosuolo dell’abitato di Laterza ed ha sede nella Calcarenite di Gravina.
La falda dei Depositi Alluvionali e/o Marini Terrazzati defluisce
generalmente a pelo libero ed è alimentata esclusivamente dalle acque di
precipitazione che insistono sui depositi che la contiene.
La zona di emergenza è costituita da sorgenti, situate al contatto fra tali
depositi e le Argille Subappennine, come nel caso delle sorgenti denominate
“Fontana “Imperatore” e “Candile”.
Si tratta di sorgenti di contatto, le cui portate sono di modesta entità
essendo mai superiore ad 1 l/s.
Un’altra sorgente, denominata “Fontana Medioevale”, è localizzata in
pieno centro storico, lungo la vallata di via Concerie, nell’area di
affioramento delle Calcareniti di Gravina.
La causa di questa scaturigine, potrebbe essere il diverso grado di
permeabilità della roccia affiorante e che sostiene l’acquifero.
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A.1.7 - Sismicità
L’O.P.C.M. n° 3274/03 (pubblicata sulla G.U. n° 105 – supplemento
ordinario – dell’08.05.2003) ha introdotto i “primi elementi in materia di
criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di
normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”.
Fig. n° 8 – Classificazione Sismica del territorio italiano
In particolare, ai sensi l’art. 2 – comma 1 e 3 della suddetta O.P.C.M.,
le Regioni avrebbero dovuto “provvedere all’individuazione, formazione
ed aggiornamento dell’elenco delle zone sismiche” fatta salva la facoltà,
per le sole zone classificate “4”, di “introdurre o meno l’obbligo della
progettazione antisismica ad eccezione degli “edifici dí interesse strategico
e delle opere infrastrutturali la cui funzionalità durante gli eventi sismici
assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile” nonché
degli “edifici e delle opere infrastrutturali che possono assumere rilevanza
in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso”.
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Di fatto, la Regione Puglia, con Deliberazione di Giunta n° 153 del
02.03.2004 pubblicata sul B.U.R.P. n° 33 del 18.03.2004, in recepimento
della previdente normativa statale ha, tra l’altro, provveduto alla
classificazione sismica dell’intero territorio pugliese, elencando i comuni
ricadenti nelle zone sismiche 1, 2, 3 e 4, nonché individuando le tipologie
di edifici di interesse strategico e delle opere infrastrutturali la cui
funzionalità, durante gli eventi sismici assumeva rilievo fondamentale per
le finalità di protezione civile, nonché degli edifici e delle opere
infrastrutturali che potevano assumere rilevanza in relazione alle
conseguenze di un eventuale collasso, così come distinti negli elenchi “A”
e “B”, allegati alla medesima delibera n° 153/04.
Fig. n° 9 – Zonazione Sismica della Puglia
Contestualmente, si stabiliva, “sino ad eventuale diversa
determinazione” l’insussistenza dell’obbligo “della progettazione
antisismica per gli edifici e le opere da realizzare sul territorio pugliese
classificato in zona sismica 4’, eccezion fatta per gli edifici di interesse
strategico e/o rilevanti di cui ai suddetti elenchi “A” e “B”, per i quali
erano immediatamente applicabili i disposti normativi introdotti dalla
citata 0.P.C.M. n° 3274/03 e s.m.i., di cui all’O.P.C.M. n° 3316/03.
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A seguito dell’anticipazione alla data dell’01.07.2009 dell’entrata in
vigore delle Norme Tecniche delle Costruzioni , approvate con D.M.
14.01.2008, in conseguenza degli eventi sismici avvenuti in Abruzzo, al
fine di meglio tutelare la pubblica e privata incolumità, è stato ritenuto
opportuno che l’obbligo della progettazione antisismica venga estesa
anche per le costruzioni private da realizzare in zona sismica classificata
“4”, modificando quanto precedentemente previsto, nella fattispecie, dalla
succitata Delibera di G.R. Puglia n° 153/’04.
Pertanto, per tutte le tipologie di fabbricati ricadenti in siti classificati
come zona sismica 4, il riferimento normativo è da ricondursi al disposto
di cui al cap. 2 punto 2.7 delle Norme Tecniche di cui al D.M. 14.01.2008,
nonché al capitolo C7 della relativa circolare esplicativa ministeriale 02
febbraio 2009 n° 617.
Per quanto concerne la sismicità, l’area del Comune di Laterza è
caratterizzata da una bassa sismicità; in tempi storici sono state registrate
scosse di intensità non superiore al 6° grado della scala Mercalli e di
Magnitudo inferiore al 5° grado della scala Richter.
Fig. n° 10 – Carta della distribuzione degli epicentri con magnitudo > 4
(Catalogo storico degli eventi sismici, INGV)
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Attualmente nella mappatura vigente del pericolo sismico, redatta a
cura della commissione del Servizio Sismico Nazionale viene definita di III
categoria, così come riportato nella D.G. R. Puglia del 2 marzo 2004
“Individuazione delle zone sismiche del territorio regionale…”, pubblicata
sul B.U.R.P. n° 33 del 18 marzo 2004, riportato di seguito:
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A.1.8 – Altimetria
Cose si evince dall’osservazione della cartografia di base allegata al
presente P.C.P.C., l’altimetria del territorio comunale di Laterza, è
caratterizzata da una zona altimetrica definita di Collina Litoranea.
Infatti, essendo stato il territorio nazionale ripartito in zone omogenee,
derivanti dall'
aggregazione di comuni contigui sulla base di valori soglia
altimetrici.
Sono state distinte zone altimetriche di montagna, di collina e di
pianura.
Le zone altimetriche di montagna e di collina sono state divise, per
tener conto dell’azione moderatrice del mare sul clima, rispettivamente, in
zone altimetriche di montagna interna e collina interna e di montagna
litoranea e collina litoranea, comprendendo in queste ultime i territori,
esclusi dalla zona di pianura, bagnati dal mare o in prossimità di esso.
Come summenzionato il territorio laertino è definito come zona
altimetrica di Collina Litoranea ed è caratterizzato dai seguenti valori
medi di altimetria:
- Altitudine media Centro abitato:
- Altitudine media Municipio:
- Altitudine media Minima:
- Altitudine media Massima:
340 m s.l.m.
330 m s.l.m.
80 m s.l.m. (località ‘Guardiola’, fondo ‘Gravina’)
470 m s.l.m. (località ‘Jazzo Nuovo’)
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A.1.9 - Edifici strategici e di interesse pubblico ed opere infrastrutturali
In questa sezione si provvede ad elencare tutti gli edifici e le
infrastrutture presenti sul territorio del Comune, la cui funzionalità assume
rilievo fondamentale per le finalità di Protezione Civile.
Sono stati considerati gli edifici e le strutture pubbliche e private nelle
quali per la loro l'
importanza e funzionalità, si prevedono presenze
significative di persone.
In caso di emergenze che possono portare a impraticabilità o collasso
di tali strutture, si possono verificare conseguenze di isolamento della
popolazione, nel caso di infrastrutture come i ponti, fino alle situazioni più
gravi, in termine di perdite di vite umane.
E’ evidente che per la tipologia di ogni edificio è rilevante l’ora ed il
giorno dell’accadimento della situazione di rischio, in quanto legato alla
presenza di persone.
Edifici Strategici
Edifici Comunali
Denominazione
Indirizzo
Recapiti telefonici
Municipio (Casa Comunale)
P.zza Plebiscito
40°37'
24.4473" N - 16°47'
57.6101" E
Tel: 099/8297911
Fax: 099/8296211
Palazzo Marchesale
P.zza Plebiscito
-
Cittadella della Cultura
Via C. Battisti n° 47
-
Centro socio sanitario (via Roma)
Via Roma, angolo via Aldo Moro
-
Gendarmeria (via Fontana)
Via Fontana s.n.
-
Ex Mattatoio comunale (via Crispi)
Via Crispi s.n.
-
Ex Chiesa del Purgatorio
Via Concerie s.n.
-
Cimitero
Via della Pace s.n.
-
Ex mercato coperto
P.zza Plebiscito s.n.
-
Tensostruttura '
Mauro Corrado'
S.P. ex S.S. n° 580 via per Ginosa
(presso Liceo ‘G. B. Vico’)
Ex Mattatoio comunale (via
Cappuccini)
Via Martiri di Tienanmen
(ex-via Convento Cappuccini)
-
Centro sportivo (ex campo di calcio)
Via Monte Sabotino s.n.
-
Pista di pattinaggio
Via per Castellaneta s.n.
-
Stadio comunale '
Madonna delle
Grazie'
Via per Santeramo
-
Oasi '
Lipu'
Via Selva S. Vito s.n.
-
Foro Boario
S. P. n° 19 per Santeramo
-
Canile Comunale
C.da Difesella
-
Tel. 099/8216271
Fax 099/8296740
88
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Forze dell’ordine e operatori Sanitari
Denominazione
Indirizzo
Recapiti telefonici
Caserma Carabinieri
Via L. Ariosto s.n.
099/8216010
112
Sede Polizia Municipale
P.zza Plebiscito n° 2
099/8216014
Comando Corpo Forestale dello Stato
Via G. Matteotti n° 2
099/8297326
Poliambulatorio/Guardia
Medica/Postazione 118
Via Matera/via Puglia
Viale Europa
Guardia Medica
099/8216652 - 118
Centro di riabilitazione OSMAIRM
Via Cappuccini n° 9
Tel. 099/8216213
Fax 099/8216183
E-mail: info@osmairm
Farmacie
Denominazione
Indirizzo
Recapiti telefonici
Farmacia QUERO
P.zza F.lli Barberio n° .45
099/8216130
Farmacia PENTASSUGLIA
Via Dante Alighieri n° 24
099/8216465
Farmacia LA FORTUNA
Via Gonzaga Generale n° 1
099/8216075
Farmacia DONADIO
Via Aldo Moro n° 10
099/8297405
Parafarmacia TOCCI
Via San Francesco n° 19
099/8297479
Scuole pubbliche
Denominazione
Indirizzo
Recapiti telefonici
Scuola Primaria e Infanzia '
A. Diaz'
(Istituto Comprensivo ‘A.Diaz’)
Via Roma n° 59
099/8216127
Scuola di I° grado '
Dante'(Istituto
Comprensivo ‘A.Diaz’)
Via Leonarda Da Vinci s.n.
099/8218031
Scuola Infanzia '
S. Francesco'
Via S. Francesco D’Assisi s.n.
099/8296352
Scuola Primaria '
Manzoni'- Infanzia '
S.
Vito'– I° grado '
Michelangelo'
Via Selva S. Vito n° 1
Michelangelo:
099/8216947
Manzoni/S. Vito:
099/8296930
Scuola Primaria '
Marconi'
Largo Fiera
099/8296230
Scuola Infanzia '
Rodari'
Via La Malfa s.n.
099/8216678
Scuola Infanzia '
Collodi'
Via M. Buonarroti s.n.
099/8296527
Liceo Artistico / Istituto d'
Arte '
G. B. Vico' Via della Conciliazione n° 26
Liceo Statale '
G. B. Vico'
S.P. ex S.S. n° 580 via per Ginosa
099/8216132
Tel. 099/8216271
Fax 099/8296740
89
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Scuole Private
Denominazione
Indirizzo
Recapiti telefonici
Istituto 'Don Bosco'.
Via L. Da vinci n° 28
099/8296313
Piccolo Accademia
Via Oberdan n° 34
099/8218366
Asilo Infantile delle Suore (ex asilo
'Regina Elena')
Via Asilo n° 21
099/8216027
Asilo Nido 'La casa di Pollicino'
Via T. Moneta n° 1
347/5379951
333/7565267
Chiese ed Oratori
Denominazione
Indirizzo
Recapiti telefonici
Santuario 'Mater Domini'
Piazza Mater Domini
099/8216669
Chiesa Madre 'S. Lorenzo Martire'ed
annesso Oratorio
Via Chiesa n° 1
099/8216104
S. Maria La Grande (o 'Assunta')
Via De Deo
099/826682
Santa Croce
Via Roma
099/826153
S. Filomena
Via Dante Alighieri
-
S. Antonio
P.zza Vittorio Emanuele
-
Chiesa dello Spirito Santo
Via Baden Powel
-
Madonna delle Grazie
Via per Santeramo
-
Convento dei Cappuccini
Via Convento Cappuccini
-
Oratorio 'Don Tonino Bello'
Via Aldo Moro
-
Oratorio 'Don Pasquale Tamborrino'
Via Chiesa
-
Oratorio 'Spirito Santo'
Viale Europa
-
Altri luoghi di Aggregazione
Denominazione
Indirizzo
Recapiti telefonici
Ufficio Postale
Via Salvo D’Acquisto
099/8297711
Banca Carime
Piazzale Saragat n° 11
099/8297322
Banca Popolare di Puglia e Basilicata
P.zza V. Emanuele n° 27
099/8216621
Banco di Credito Cooperativo di
Santeramo
Viale Europa n°1
Tel: 099/8218782
Tel: 099/8297451
Fax: 099/8297451
Banco di Napoli
Via Cadorna, 33
Tel: 099/8297421
Fax: 099/8297119
90
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Infrastrutture Strategiche
Impianti (servizi: acqua, energia elettrica, gas)
Denominazione
Indirizzo/ Recapiti
Coordinate geografiche
Acquedotto Impianto Sinni
C.da Gaudella – S.P. n° 15
099/8218234
[email protected]
16°50'
09.6445" E
40°34'
37.8140" N
Acquedotto Impianto di spinta
C.da Gaudella – S.P. n° 15
16°51'
05.1206" E
40°34'
46.4606" N
Centrale Acquedotto
C.da Jazzo di Cristo
16°50'
23.7943" E
40°37'
34.5511" N
Stazione ENEL (via
Castellaneta)
Via per Castellaneta
16°48'
07.4757" E
40°38'
07.5307" N
Stazione ENEL (via Ginosa)
S.P. ex S.S. n° 7
16°46'
25.9550" E
40°35'
51.9441" N
Consorzio di Bonifica
C.da Distacco – S.P. n° 18
16°44'
42.4629" E
40°37'
48.3914" N
A.Q.P. vasche di spinta
C.da Spericolo – via per
Santeramo
16°47'
23.1375" E
40°38'
24.8290" N
Acquedotto Rurale
C.da Spericolo – via per
Santeramo
16°47'
15.7309" E
40°38'
35.2951" N
Centrale Metano
C.da Difesa Murge – S.P. n° 17
16°47'
06.2219" E
40°38'
58.1769" N
Impianto di Depurazione
Via Convento Cappuccini
c/o Osmairm
16°48'
08.6797" E
40°36'
57.9176" N
91
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Ponti
Denominazione
Località
Coordinate
Ponte Selva S. Vito
Via Selva S. Vito
16°48'
03.9377" E
40°37'
26.3317" N
Ponte C. Colombo
Via C.Colombo (via per Ginosa)
16°47'
45.2130" E
40°37'
22.7238" N
Ponte delle Rose
Via per Castellaneta ex S.S. n° 7
16°48'
58.5393" E
40°38'
26.8081" N
Ponte Pineta Comunale
Via pineta – S.P. n° 16
16°49'
19.0350" E
40°38'
08.0350" N
Ponte Località '
Insalata'
Via per Matera ex S.S. n° 7
16°46'
32.2634" E
40°38'
28.4499" N
Ponte località '
Pantano'
Via per Matera ex S.S. n° 7
16°45'
20.5585" E
40°39'
32.9636" N
Ponte delle Rene
S.P. n° 17
16°46'
11.7532" E
40°40'
20.1685" N
Ponte di Lena
S.P. n° 19
16°46'
57.0863" E
40°40'
06.3358" N
Ponte località '
Caione'
S.C. ‘Madonna delle Grazie’‘Caione’
16°47'
44.0371" E
40°39'
52.0123" N
Ponte sul canale di bonifica
presso '
Masseria Ninni'
C.da ‘Masseria Ninni’
16°47'
57.6073" E
40°39'
42.3672" N
92
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A.1.10 - Tipo di colture agronomiche principali
Tipologia di vegetazione
Aree a macchia e gariga
Aree agroforestali
Aree estrattive
Aree industriali, commerciali e dei servizi
pubblici e privati
Aree prev. occupate da colture agrarie con
presenza di spazi naturali importanti
Aree ricreative e sportive
Borghi e villaggi
Boschi e rimboschimenti di conifere
Boschi di latifoglie; pioppeti di pioppo nero
Boschi misti di conifere e latifoglie
Case sparse; aziende agricole e annessi
Colture temporanee associate a colture
permanenti
Corsi d'
acqua
Frutteti
Praterie aride calcaree
Seminativi
Seminativi arborati
Sistemi colturali e particellari complessi
Strade e aree di servizio
Uliveti
Vigneti
Zone residenziali
Varie
Superficie (Ha)
1.016
20
8
62
Totale complessivo
15.963 Ha
(159,63 Kmq)
38
7
15
376
2019
1
197
561
324
2
1262
8164
304
144
8
961
262
206
8
DATI ISTAT AGRICOLTURA 2010
Ha 10398 ca
Superficie agricola utilizzata
Note
N° 1398 ca
Fonte: ISTAT censimento
Aziende agricole
agricoltura 2010
N° 223 ca
Fonte: ISTAT censimento
Aziende di allevamento
agricoltura 2010
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Fig. n° 11 – Carta dell’uso del suolo del territorio comunale
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A.1.11 - Vie di comunicazione
Strade
Il Comune di Laterza è raggiungibile tramite una Strada Statale dai
principali capoluoghi (Bari, Taranto e Matera tramite la S.S. n° 7
‘Bradanico-Salentina’), e attraverso le strade provinciali da tutti i comuni
confinanti (Gioia del Colle, Santeramo, Ginosa, Castellaneta e Matera).
Tutta la viabilità si sviluppa secondo 4 direttrici principali tra statale, e
provinciali e 6 direttrici secondarie tutte provinciali.
Tali strade provinciali, diventano di competenza comunale quando
entrano nell’ambito della perimetrazione del centro abitato.
Fig. n° 12 – Principali direttrici stradali
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Di seguito vengono elencate le principali direttrici stradali del territorio
comunale di Laterza:
Denominazione
Descrizione
S.S. n° 7 ‘Bradanico-Salentina’
Direttrice Castellaneta-Matera
S.P. n° 19
Direttrice Laterza-Santeramo
S.P. n° 17
Direttrice Laterza-Altamura
S.P. ex S.S. N° 580
Direttrice Ginosa
S.P. n° 6
Direttrice Laterza-S.P. n° 5
S.P. n° 8
Direttrice Laterza-S.S. n° 106
S.P. n° 15
Direttrice Laterza-Impianto AQP ‘Sinni’
S.P. n° 16
Direttrice Pineta Comunale-Pineta
‘Montecamplo’
S.P. n° 18
Direttrice Laterza-per provincia di Matera
S.P. n°20
Direttrice S.S. n° 7-Gioia del Colle
Via per Santeramo
Accesso S.P. n° 19 e S.P. n° 17
Via per Matera exSS7
Accesso S.S. n° 7 direzione Matera
via C. Colombo
Accesso S.P. ex S.S. n° 580
Via per Castellaneta ex S.S. n° 7
Accesso S.S. n° 7 direzione Castellaneta
Strada Comunale n° 14 ‘Madonna
delle Grazie - Caione’
Accesso S.P. n°20 direzione Gioia del Colle
Via Selva S. Vito
Accesso S.P. n° 15
Via pineta Comunale
Accesso S.P. n° 16
Via Verdazzi
Accesso S.P. n° 18
Via S. Falco
Accesso S.P. n° 6
Direttrici principali
Castellaneta-Matera
Costituita dalla S.S. n° 7 ‘Bradanico-Salentina’, che nell’odierno
tracciato, attraversa il territorio comunale nella porzione Nord, in modo
tangente all’area urbana a circa 2,5 Km da essa. Tale direttrice costituisce il
mezzo principale di collegamento con i capoluoghi di Regione e Provincia
(Bari e Taranto rispettivamente) e con il capoluogo di Provincia della
confinante Regione Basilicata (Matera).
E’ il raccordo più importante per il raggiungimento degli ospedali di
Castellaneta, Taranto e Matera.
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E’ una strada a carreggiata unica con una corsia per ogni senso di
marcia, molto trafficata anche da mezzi pesanti e autobus di linea, presenta
andamento curvilineo e prettamente in piano. E’ soggetta, nella stagione
invernale, a formazione di fitte nebbie.
Il collegamento con la S.S. n° 7 dal centro urbano di Laterza avviene
tramite:
•
•
•
via per Santeramo, direttrice di uscita dal centro urbano in
direzione NORD verso Santeramo-Altamura come prolungamento
di via M. Buonarroti, e che diventa S.P. n° 19 Laterza-Santeramo
in corrispondenza dello Stadio Comunale ‘Madonna delle Grazie’.
Questa permette l’accesso da e per la S.S. n° 7, tramite rampe e
svincoli, subito dopo il ‘Foro Boario’ a circa 2,5 Km dal centro
urbano.
via per Matera (ex S.S. n° 7), direttrice di uscita dal centro
urbano in direzione OVEST verso Matera come prolungamento di
via Dante. A circa 4,5 Km dal centro urbano troviamo lo svincolo
con le rampe di accesso alla S.S. n° 7.
via per Castellaneta (ex S.S. n° 7), direttrice di uscita dal centro
urbano in direzione NORD-EST verso Castellaneta, come
prolungamento di via Roma e costeggiante la zona P.I.P.. A circa
2,5 Km dal centro urbano troviamo l’accesso alla S.S. n° 7.
Laterza-Santeramo
Costituita dalla S.P. n° 19, uscente dal centro urbano in direzione
NORD come via per Santeramo che nei pressi dello Stadio Comunale
‘Madonna delle Grazie’ diventa S.P. n° 19. Lungo il suo percorso si
incrociano gli svincoli per il raggiungimento anche dei centri di Altamura e
Gioia del Colle, e quindi la possibilità di indirizzamento verso Bari e
Taranto.
Tramite la presente direttrice si raggiunge l’Ospedale Regionale ‘F.
Miulli’ di Acquaviva delle Fonti (BA).
E’ una strada a carreggiata unica con una corsia per ogni senso di
marcia, molto trafficata anche da mezzi pesanti e autobus di linea, presenta
andamento curvilineo e prettamente in piano nel territorio di Laterza, mentre
nei pressi di Santeramo presenta notevoli dislivelli. E’ soggetta, nella
stagione invernale, a formazione di fitte nebbie.
Durante tutto l’anno è molto frequentata dai lavoratori delle industrie
Natuzzi, mentre nel periodo estivo presenta un notevole traffico giornaliero
verso le località marittime di Marina di Ginosa e Marina di Castellaneta.
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Laterza-Altamura
Costituita dalla S.P. n° 17, che inizia dallo svincolo presente sulla S.P.
n° 19 nei pressi dello Stadio Comunale ‘Madonna delle Grazie’ alle spalle
dell’omonima chiesetta. Tale strada oltre che direttrice di collegamento con
il comune di Altamura, permette anche il raggiungimento di ulteriori
svincoli per le direzioni Santeramo, Gioia del Colle e Matera e l’ulteriore
indirizzamento verso Bari e Taranto.
E’ una strada a carreggiata unica con una corsia per ogni senso di
marcia, trafficata anche da mezzi pesanti, presenta andamento curvilineo e
lievi dislivelli. E’ soggetta, nella stagione invernale, a formazione di fitte
nebbie.
Laterza-Ginosa
Costituita dalla S.P. ex S.S. n° 580, come prolungamento di via C.
Colombo in direzione SUD del centro urbano. Inizia nei pressi del Liceo
‘G.B. vico’ e si prolunga verso Ginosa senza importanti svincoli.
E’ una strada a carreggiata unica con una corsia per ogni senso di
marcia, molto trafficata anche da mezzi pesanti e autobus di linea, presenta
andamento prettamente rettilineo ed in piano nel territorio di Laterza, mentre
presenta alcune curve accentuate e lievi pendenze nel territorio di Ginosa. E’
soggetta, nella stagione invernale, a formazione di fitte nebbie. Nella
stagione estiva è molto trafficata per il raggiungimento della località
marittima di ‘Marina di Ginosa’.
Direttrici secondarie
Laterza-S.P. n° 5
Costituita dalla S.P. n° 6 che collega l’abitato di Laterza con la S.P. n° 5,
che rappresenta la bretella di collegamento tra Ginosa e Matera (S.S. n° 7)
costeggiante il centro di geodesia ‘Telespazio’ in direzione Matera ed
entrante dentro Ginosa dalla direzione OVEST. La S.P. n° 6 rappresenta
normalmente la via secondaria per il raggiungimento del comune di Ginosa.
Essa è costituita dal prolungamento di via S. Falco alle spalle della sala
ricevimenti ‘Raphael’ è raggiungibile sia dalla via per Ginosa, sia da via
Montrone di fronte il Santuario ‘S.S. Mater Domini’.
E’ una strada a carreggiata unica con una corsia per ogni senso di
marcia, presenta andamento curvilineo e lievi dislivelli. E’ soggetta, nella
stagione invernale, a formazione di fitte nebbie.
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Laterza-S.S. n° 106
Il collegamento con la S.S. n° 106, che costituisce una delle possibili
vie di accesso al capoluogo di Provincia Taranto, può avvenire tramite la S.P.
n° 8. Tale strada inizia dalla svincolo presente lungo la S.P. ex S.S. n° 580
subito dopo il Liceo ‘G.B. Vico’, e si dirige verso il territorio del Comune di
Ginosa lungo strade secondarie di collegamento con il borgo di ‘Marina di
Ginosa’ dove è presente lo svincolo di collegamento con la S.S. n° 106, che
costituisce oltre al collegamento con Taranto, anche il collegamento con i
comuni costieri del mar Ionio e con la Regione Calabria.
E’ una strada a carreggiata unica con una corsia per ogni senso di
marcia, presenta andamento curvilineo accentuato e notevoli dislivelli. E’
soggetta, nella stagione invernale, a formazione di fitte nebbie.
Laterza-Impianto AQP ‘Sinni’
La S.P. n° 15 parte dallo svincolo lungo via Selva S.Vito e si dirama
nell’interno del territorio di Laterza fino al lato SUD di Castellaneta dove si
raccorda la S.S. n° 7 direzione Palagiano, dalla quale è poi possibile
raggiungere sia la S.S. n° 106 che la S.S. n° 100. Lungo la S.P. n° 15
troviamo l’impianto di potabilizzazione dell’AQP ‘Sinni’ e l’impianto di
spinta dell’acqua.
E’ una strada a carreggiata unica con una corsia per ogni senso di
marcia, presenta andamento curvilineo accentuato e notevoli dislivelli. E’
soggetta, nella stagione invernale, a formazione di fitte nebbie.
Pineta Comunale-Pineta ‘Montecamplo’
La S.P. n° 16 costituisce la direttrice che a partire dal ponte della pineta
comunale, C.da Parco ‘Avucchiara’, circoscrive in parte la pineta comunale
di Laterza e si raccorda con la S.P. n° 15 dopo aver attraversato la pineta di
‘Montecamplo’.
E’ una strada a carreggiata unica con una corsia per ogni senso di
marcia, presenta andamento curvilineo accentuato con lievi o nulle pendenze
nel primo tratto, mentre presenta notevoli dislivelli e curve accentuate
nell’attraversamento di ‘Montecamplo’. E’ soggetta, nella stagione invernale,
a formazione di fitte nebbie.
99
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Laterza-per provincia di Matera
La S.P. n° 18, proseguimento di via Verdazzi, costituisce un
collegamento secondario con la S.S. n° 7 in direzione Matera. La S.P. n° 18
termina il suo percorso in corrispondenza del limite di Provincia/Regione
lungo la S.S. n° 7.
Spesso utilizzata per aggirare il centro urbano in caso di blocco stradale
in corrispondenza del Santuario ‘S.S. Mater Domini’.
E’ una strada a carreggiata unica con una corsia per ogni senso di
marcia, presenta andamento curvilineo e dislivelli. E’ soggetta, nella
stagione invernale, a formazione di fitte nebbie.
S.S. n° 7-Gioia del Colle
La direttrice verso Gioia del Colle è costituita dalla S.P. n° 20, essa
parte in corrispondenza del raccordo della via per Castellaneta con la S.S. n°
7, e prosegue verso Gioia del Colle-contrada Montursi, intercettando la S.C.
‘Caione-Madonna delle Grazie’. Questa strada seppur secondaria,
costituisce uno dei principali percorsi adottati dai pendolari che da Laterza si
spostano verso la Provincia di Bari.
E’ una strada a carreggiata unica con una corsia per ogni senso di
marcia, presenta andamento curvilineo e dislivelli nel territorio di Laterza,
mentre diventa molto curvilinea e con accentuati dislivelli nel territorio di
Gioia del Colle. E’ soggetta nella stagione invernale a formazione di fitte
nebbie e possibili allagamenti
Autostrade
Nel territorio comunale non esistono tracciati autostradali, è necessario
quindi far riferimento ai comuni limitrofi.
Il raccordo autostradale più vicino è la A14 – E843, raggiungibile dal
casello di ‘S.Basilio’ – Castellaneta a circa 17 Km dal centro urbano di
Laterza, prendendo la direttrice per Castellaneta e successivamente la S.P. n°
23.
Ferrovia
Nel territorio comunale non esiste alcuna rete ferroviaria, quindi è
necessario servirsi delle strutture presenti nei comuni limitrofi di
Castellaneta e Gioia del Colle.
100
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Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
La stazione ferroviaria più vicina è quella di Castellaneta per i treni
locali in direzione Bari e Taranto. Per i tratti di lunga percorrenza si rende
necessario il raggiungimento della stazione di Gioia del Colle o direttamente
Bari o Taranto.
Aeroporti
- Aeroporto Internazionale di Bari Karol Wojtyla a circa 80 Km,
raggiungibile sia mediante autostrada A14-E843, sia mediante S.S. n°
100.
- Brindisi Aeroporto del Salento a circa 125 Km, raggiungibile seguendo la
direttrice per Castellaneta e quindi proseguendo lungo la S.S. n° 7 fino a
Taranto e da lì sempre lungo la S.S. n° 7 proseguendo in direzione
Brindisi.
- Taranto Grottaglie a circa 72 Km e raggiungibile mediante la direttrice
Castellaneta e proseguendo per Taranto previo autostrada o S.S. n° 7 e
quindi in direzione Grottaglie sempre lungo la S.S. n° 7.
- Aeroporto Antonio Ramirez Forze Armate Aeronautica Militare situato a
circa 30 Km a Gioia del Colle, e raggiungibile dalla direttrice
Castellaneta e proseguendo o via autostrada A14-E843 o via S.S. n° 100
direzione Gioia del Colle.
101
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A.1.12 - Cartografia
Cartografia di base
Tav. n° 1 - Inquadramento territoriale – scala 1 : 25.000
Tav. n° 2 - Aree naturali protette - scala 1 : 35.000
Tav. n° 3 - Principali aree di interesse storico-paesaggistico e culturale (PUTT/P
– D. Lgs 42/’04: Codice Urbani) - scala 1 : 35.000
Tav. n° 4 - Carta di sintesi delle infrastrutture viarie e strategiche e degli
elementi sensibili di tutto il territorio comunale - scala 1 : 25.000
Tav. n° 5 - Carta di sintesi delle infrastrutture strategiche e degli elementi
sensibili del territorio urbano - scala 1 : 5.000
Tav. n° 6 - Carta geologica dell'
intero territorio comunale - scala 1 : 25.000
Tav. n° 7 - Carta uso del suolo dell'
intero territorio comunale - scala 1 : 25.000
Tav. n° 8 - Carta vegetazionale dell'
intero territorio comunale - scala 1 : 25.000
Tav. n° 9 - Carta incendi storici dell'
intero territorio comunale - scala 1 : 25.000
Tav. n° 10 - Carta delle aree di emergenza dell'
intero territorio comunale –
scala 1 : 10.000
Tav. n° 10 bis - Carta delle aree di attesa e dei settori territoriali afferenti –
scala 1 : 5.000
Cartografia tematica
- Tav. n° 11 - Rischio incendio di interfaccia - Carta della Perimetrazione - scala
1 : 25.000
- Tav. n° 12 - Rischio Incendio di Interfaccia - Carta della Pericolosità - scala 1 : 25.000
- Tav. n° 13 - Rischio Incendio di Interfaccia - Carta della Vulnerabilità - scala 1:25000
- Tav. n° 14 - Rischio Incendio di Interfaccia - Carta del Rischio - scala 1 : 25.000
- Tav. n° 14 bis - Rischio Incendio di Interfaccia - Carta del Rischio (ortofoto) –
scala 1 : 25.000
- Tav. n° 15 - Rischio idraulico, idrogeologico e geomorfologico Carta della
Pericolosità e del Rischio - scala 1 : 35.000
- Tav. n° 16 - Rischio idraulico e idrogeologico - Carta delle criticità idrauliche e
idrogeologiche rilevate nel territorio comunale - scala 1 : 10.000
- Tav. n° 17 - Rischio idraulico e idrogeologico - Carta delle criticità idrauliche e
idrogeologiche rilevate nel territorio urbano - scala 1 : 3.000
- Tav. n° 18 - Rischio geomorfologico - Cartografia dei versanti della Gravina di
Laterza posti lungo il centro storico e potenzialmente soggetti a
rischio crolli e/o frane - scala 1 : 2.000
- Tav. n° 19 - Rischio sismico - Carta delle criticità del territorio urbano - scala 1 : 5.000
102
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Cartografia operativa
- Tav. n° 20 - Rischio neve, ghiaccio e gelate - Carta delle infrastrutture viarie
(tratti critici e strategici) - Percorsi spargimento sale di competenza
comunale - scale 1:25.000 / 1:5.000
- Tav. n° 21 - Rischio sociologico - Eventi indotti da grandi manifestazioni
popolari, culturali e sportive - scale 1:10.000 / 1:2.000
- Tav. n° 22 - Rischio sociologico - Eventi indotti dalle processioni delle
principali feste religiose: Maria S.S. Mater Domini, S.S. Medici,
Madonna del Carmine e Madonna delle Grazie - scale 1 : 10.000 /
1 : 5.000 / 1 : 2.000
- Tav. n° 23 – Individuazione cancelli di accesso alle aree a rischio e percorsi per
il raggiungimento dell’area di ammassamento – scala 1 : 10.000
- Tav. n° 24 – Indicazioni delle vie di esodo ed ubicazione delle aree di raccolta
dei plessi scolastici dell’Istituto Comprensivo ’Armando Diaz’
- Tav. n° 25 - Indicazioni delle vie di esodo ed ubicazione delle aree di raccolta
dei plessi scolastici dell’Istituto Comprensivo ‘Marconi’ – ‘Michelangelo’
- Tav. n° 26 - Indicazioni delle vie di esodo ed ubicazione delle aree di raccolta
dei plessi scolastici dell’Istituto di Istruzione Secondaria Superiore
‘G. B. Vico’ (Liceo Scientifico – Liceo Artistico/Istituto d’Arte)
103
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A.2 - Scenario degli eventi attesi
Viene inteso per scenario di un evento atteso:
• la descrizione sintetica dell’evento;
• la perimetrazione, anche approssimativa, dell’area che potrebbe essere
interessata dall’evento;
• la valutazione preventiva del probabile danno a persone e cose, che si
avrebbe al verificarsi dell’ipotetico evento.
A.2.1 - Classificazione generale degli eventi
Per evento s’intende in generale, un accadimento di tipo calamitoso o
catastrofico, a seguito del quale si verifica la sproporzione improvvisa e
temporanea tra le necessità della popolazione ed i mezzi di soccorso
immediatamente disponibili.
Si riporta qui di seguito, un elenco generale degli eventi catastrofici, di
cui non si può escludere l’accadimento:
a) Catastrofi naturali
1) Eventi meteorologici:
• Precipitazioni eccezionali (nubifragi, nevicate e grandinate);
• Siccità persistente con riduzione grave delle scorte idriche e quindi
delle possibilità di approvvigionamento, sia per il centro abitato che per
le attività produttive e zone rurali (industria, agricoltura e zootecnia);
• Trombe d’aria.
2) Eventi geologici ed idrogeologici:
• Terremoti;
• Frane con coinvolgimento di infrastrutture importanti;
• Allagamenti di aree del territorio comunale .
3) Emergenze sanitarie:
• Epidemie umane (diffusione di malattie infettive, problematiche
sanitarie determinate dalla riduzione o dalla alterazione temporanea
delle condizioni igienico – sanitarie, dovute a contaminazione
accidentale delle acque della rete di distribuzione idrica cittadina,
distribuzione accidentale o dolosa di alimenti contaminati, riduzione
delle condizioni igieniche, conseguente alla mancanza di raccolta rifiuti,
altri eventi vari);
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• Epidemie animali: con o senza rischio di trasmissione della malattia
infettiva all’uomo; si tratta di situazioni, dove vi è comunque la
necessità di interventi straordinari di polizia veterinaria e di esecuzione
di provvedimenti eccezionali di sanità pubblica;
• Invasioni di cavallette o altri insetti potenzialmente dannosi per la
collettività, anche a causa degli ingenti danni che risultano capaci di
procurare alle attività agricole.
b) Eventi calamitosi di tipo tecnologico e/o legate all’attività dell'uomo
• Incidenti rilevanti in attività industriali
• Incendi – esplosioni, rilascio di sostanze inquinanti o tossiche;
• Rilascio di radioattività, con rischi d’irraggiamento diretto ed indiretto,
con considerevole pericolo per i più probabili fenomeni di
contaminazione di cose e persone.
c) Incidenti nei trasporti
• Incidenti aerei (caduta di aeromobili sul territorio comunale);
• Incidenti ferroviari;
• Incidenti stradali rilevanti per l’entità dei danni agli uomini ed alle
persone e blocco della circolazione stradale;
• Rilascio di sostanze tossiche o infiammabili e pericolose, in
conseguenza di incidenti nei trasporti.
d) Collasso di sistemi tecnologici
• Black out elettrico;
• Black out informatico o telefonico;
• Interruzione dei rifornimenti idrici, a causa di guasti importanti sulla
rete idraulica;
• Interruzione dei rifornimenti di gas, a causa di guasti importanti sulla
rete energetica.
e) Incendi
• Boschivi e di interfaccia;
• Urbani (immobili ed infrastrutture).
f) Eventi calamitosi di tipo sociologico
• Atti che possono determinare problemi di ordine pubblico;
• Incidenti gravi durante spettacoli, feste patronali, manifestazioni
sportive, fiere e mercati.
105
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A.2.2 - Importanza rivestita dall’estensione territoriale dell’emergenza
In generale quando si parla di eventi di tipo calamitoso, si distinguono:
• disastri incidono su un territorio limitato e ben definibile.
• calamità, interessano intere province o regioni; basti pensare, agli
effetti di un terremoto.
In un disastro (esempio incidente ferroviario) le strutture socio-sanitarie
del circondario non saranno state coinvolte dall’evento e sono pronte o si
attivano rapidamente a fronteggiare l’emergenza.
L’intervento umano, in caso di calamità (specie se sismica o
alluvionale), proprio per la notevole estensione territoriale, può rendere lenta
e difficoltosa un’efficace azione di soccorso.
Basti pensare, alla possibilità di interruzione della viabilità ordinaria,
dei sistemi radio telefonici, delle stesse strutture pubbliche, anch’esse
interessate dall’evento (es. Ospedali, Uffici Comunali, Caserme dei Vigili
del Fuoco, dei Carabinieri, della P.M., ecc.).
È da considerare, prioritariamente, che gli stessi soccorritori del luogo
sono vittime stesse dell’evento e quindi non può farsi affidamento su questi.
I soccorritori arriveranno da un luogo non interessato dalla calamità; la
durata dei soccorsi, proprio per la mole dell’evento, dura anche per giorni e
questo comporta, ovviamente, problemi da risolvere, legati alle necessità
degli stessi soccorritori (vitto, alloggio, igiene, riposo).
Lo squilibrio fra le forze in campo, intese come risorse disponibili e le
esigenze provocate da questi eventi straordinari (ma spesso prevedibili),
rende indispensabile, una preventiva pianificazione della attività, da mettere
in atto all’insorgere dell’evento.
In particolare, qualora si verifichi un evento calamitoso, si potranno
soccorrere più infortunati, quanto migliore sarà stata la programmazione del
soccorso.
Non si può procedere ad una programmazione, se non si è a conoscenza
dell’esatta disponibilità di uomini e mezzi, ma neanche se non si è in
possesso della “mappa del rischio”.
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A.2.3 - Rischi attesi
Per quanto concerne lo scenario dei rischi attesi, esso si ricava in primo
luogo dai programmi di previsione e prevenzione, realizzati dai Gruppi
Nazionali e di Ricerca dei Servizi Tecnici Nazionali delle Province e delle
Regioni, ma soprattutto dalla conoscenza del territorio e dagli eventi
storicamente verificatisi nel Comune di Laterza.
Di seguito vengono esplicitati i rischi connessi agli eventi causati da
fenomeni naturali e di natura antropica del territorio laertino:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Rischio idrogeologico e idraulico;
Rischio geomorfologico;
Rischio neve, ghiaccio e gelate;
Rischio nubifragi, grandinate e trombe d’aria;
Rischio sismico;
Rischio incendio boschivo e di interfaccia
Rischio sociologico
Rischio ondate di calore
Rischio siccità - interruzione erogazione idrica
Rischio rifiuti urbani
Rischio incidenti stradali e trasporti
Rischio blackout
Rischio incidenti su rete distribuzione gas (metanodotti)
Rischio sanitario
Rischio incidenti vari (evento qualsiasi)
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Rischio idrogeologico e idraulico
Nell’ambito del rischio idrogeologico e idraulico rientrano gli effetti sul
territorio determinati dall’azione delle acque in generale, siano esse
superficiali, in forma liquida o solida, o sotterranee.
Le manifestazioni più tipiche di questa tipologia di fenomeni sono frane,
alluvioni, erosioni costiere, subsidenze e valanghe.
Il rischio idrogeologico e idraulico è fortemente condizionato anche
dall’azione dell’uomo.
La densità della popolazione, la progressiva urbanizzazione,
l’abbandono dei terreni collinari, l’abusivismo edilizio, il continuo
disboscamento, l’uso di tecniche agricole poco rispettose dell’ambiente e la
mancata manutenzione dei versanti e dei corsi d’acqua hanno sicuramente
aggravato il dissesto e messo ulteriormente in evidenza la fragilità del
territorio italiano, aumentando l’esposizione ai fenomeni e quindi il rischio
stesso.
Le calamità che hanno colpito il territorio italiano hanno insegnato che,
per proteggere in modo efficiente la vita dei cittadini e l’integrità delle
infrastrutture, occorre prevedere gli eventi possibili in un’area, individuando
quali potrebbero essere i danni e le attività da porre in essere prima, durante
e dopo un’emergenza: proprio per questo motivo le attività di previsione e
prevenzione hanno acquisito maggiore rilievo rispetto a quanto avveniva in
passato.
Le attività di previsione e prevenzione si basano su un collegamento
sempre più stretto tra protezione civile e il mondo della ricerca scientifica,
con nuovi sistemi tecnologici di raccolta ed elaborazione delle informazioni,
centri di elaborazione dei dati in grado di segnalare con il massimo anticipo
possibile le probabilità che si verifichino eventi catastrofici, l’elaborazione
di sofisticate ed efficienti cartografie di rischio, la promozione di strumenti
normativi e tecnici per la prevenzione e mitigazione dei danni.
Le attività di previsione consentono di comprendere quali sono i
fenomeni attesi, in particolar modo gli eventi meteorologici estremi. Per
raggiungere questo obiettivo vengono utilizzati in maniera coordinata
strumenti e tecniche sofisticate: la meteorologia applicata, le immagini
satellitari, i radar meteorologici, i modelli idraulici, etc.
Gli strumenti previsionali e le reti di monitoraggio consentono di
mettere in atto un sistema di allertamento e sorveglianza in grado di attivare
per tempo la macchina di protezione civile, nel caso di eventi previsti o in
atto, la cui intensità stimata o misurata superi delle soglie di criticità
prefissate.
Il superamento di tali soglie porterà alla realizzazione delle attività
previste nella pianificazione di emergenza e in particolare di quelle per la
tutela dell’incolumità delle persone.
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Sul territorio italiano è attivo un sistema di centri per la raccolta, il
monitoraggio e la condivisione dei dati meteorologici, idrogeologici e
idraulici.
La rete di questi centri costituisce il Sistema nazionale di allertamento.
La gestione del sistema di allerta nazionale è assicurata dal
Dipartimento della Protezione Civile e dalla Regioni attraverso la rete dei
Centri Funzionali, delle strutture regionali e dei Centri di Competenza.
Ogni Regione stabilisce le procedure e le modalità di allertamento del
proprio sistema di protezione civile ai diversi livelli, regionale, provinciale e
comunale.
La prevenzione consiste nelle attività volte ad evitare o ridurre al
minimo la possibilità che si verifichino danni conseguenti a un’alluvione,
una frana ecc...
Le attività di prevenzione sono quindi volte ad adottare provvedimenti
finalizzati all’eliminazione o attenuazione degli effetti al suolo previsti.
Gli interventi di tipo preventivo possono essere strutturali o non
strutturali. I primi consistono in opere di sistemazione attiva o passiva, che
mirano a ridurre la pericolosità dell’evento, abbassando la probabilità di
accadimento oppure attenuandone l’impatto.
Esempi di interventi strutturali sono gli argini, le vasche di laminazione,
le sistemazioni idraulico-forestali, il consolidamento dei versanti, etc.
Gli interventi non strutturali consistono in quelle azioni finalizzate alla
riduzione del danno attraverso l’introduzione di vincoli che impediscano o
limitino l’espansione urbanistica in aree a rischio, la pianificazione di
emergenza, la realizzazione di sistemi di allertamento e di reti di
monitoraggio.
Per quanto attiene il rischio idrogeologico ed idraulico, bisogna
evidenziare che pur non esistendo a tutt’oggi nel territorio del Comune di
Laterza aree perimetrate a rischio idrogeologico ed idraulico (vedi Tav. n°
15 nella cartografia allegata) ai sensi del Piano di Assetto Idrogeologico
(P.A.I.) della Regione Puglia, nel territorio comunale laertino esistono
diverse criticità dal punto di vista idrogeologico ed idraulico.
Alluvioni ed esondazioni
Le criticità evidenziate sono da attribuirsi essenzialmente alle Lame
(‘Vallone delle Rose’ e Vallone della Silica’) che rappresentano la porzione
iniziale della Gravina di Laterza, ad una serie di ruscellamenti diffusi non
regimentati, ma soprattutto alla presenza di canali di bonifica non del tutto
sufficienti, che possonoprovocare in caso di abbondanti piogge numerosi
problemi dal punto di vista della viabilità.
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Inoltre, in caso di eventi meteorici spesso vengono segnalati fenomeni
di allagamento, ripetutesi storicamente in diversi punti critici, sia in zone
urbane che extraurbane (vedi Tavv. n° 16 e n° 17 nella cartografia in
allegato H).
Per quanto attiene le aree storicamente inondate fuori dal centro urbano,
sono le seguenti:
•
•
•
•
•
•
•
Località '
Pantano'(lato destro S.S. n° 7: Laterza-Matera)
Località '
Ponte delle Rene'lungo la S.P. n°17 (Laterza-Altamura)
Località '
Ponte di Lena'lungo la S.P. n° 19 (Laterza-Santeramo)
Località '
Caione'in corrispondenza del ponticello che attraversa
la S.C. '
M. delle Grazie-Caione'
'
Ponte delle Rose'(via per Castellaneta in corrispondenza del
'
Vallone delle Rose'
)
'
Ponte pineta comunale'(in corrispondenza della parte terminale
del canale di bonifica ed inizio '
Gravina di Laterza'
)
Località '
Vallone della Silica'(tra la S.P. n° 22 e i limiti di
provincia con Santeramo)
Invece, per quanto concerne le aree storicamente inondate nel territorio
urbano, sono le seguenti:
•
•
•
•
•
•
•
Via per Santeramo (in corrispondenza di via F. De Andrè)
Via Alfieri, via Goldoni, via Verga
Via Roma (in corrispondenza di via Sen. Ruffilli)
Via della Libertà (in corrispondenza di via G. Rodari)
Via G. Rodari (in corrispondenza di via P. Nenni e via A. Sciesa)
Via San Francesco D'
Assisi (in corrispondenza di fine via A. Moro
e inizio via Don P. Tamborrino)
Via Concerie (tratto compreso tra la Chiesa S.S. Mater Domini e
la Fontana Medievale)
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Rischio Geomorfologico
Per quanto attiene tale rischio, nel presente documento,ci riferisce ad
una tipologia di pericoli naturali che interessano l’instabilità dei versanti,
soprattutto dei ‘costoni’ della Gravina di Laterza posti lungo il centro
storico che potenzialmente sono stati e sono soggetti a rischio di crolli e/o
frane (vedi Tav. n° 18 della cartografia tematica del rischio
geomorfologico).
I caratteri geomorfologici della Gravina di Laterza, rendono tale sito
particolarmente suscettibile alla franosità, in quanto le pareti verticali e/o
sub-verticali, costituite da materiali estremamente fratturati ed il ruolo del
processo carsico, che tende ad allargare le discontinuità presenti
nell’ammasso roccioso, ed a creare vere e proprie cavità, sono tutti
elementi che determinano il verificarsi di movimenti di massa
riconducibili principalmente alle categorie tipologiche di frane per crollo e
per ribaltamento, con subordinata presenza di scorrimenti planari o di
cunei rocciosi.
I crolli sono di gran lunga la tipologia più diffusa, e interessano
volumetrie estremamente variabili, da pochi dm3 a centinaia di m3.
A seconda della morfologia del pendio sottostante (ripido, o più o
meno inclinato) i relativi depositi di crollo possono fermarsi al piede della
zona di distacco o subire un trasporto fino al fondo della gravina.
Il distacco avviene lungo discontinuità preesistenti nella roccia, o
formatesi in seguito al rilascio tensionale che coinvolge le porzioni più
esterne dell’ammasso roccioso, in corrispondenza del margine delle
gravine.
Tra gli esempi più significativi di depositi da crollo si segnalano
quelli al di sotto del rudere della chiesetta “Madonna dei Miracoli”,
ubicata nei pressi del belvedere posto tra via Marina e via Chiesa, in destra
orografica della Gravina di Laterza.
Inoltre, diversi ribaltamenti interessano porzioni di roccia con nette
fratture verticali che isolano torrioni rocciosi e/o prismi, la cui altezza
risulta ben superiore alle altre dimensioni.
La forma stessa degli elementi così isolati determina un movimento in
avanti, intorno ad un punto di rotazione situato al di sotto del baricentro
della massa interessata (Goodman & Bray, 1976; Nocilla & Urciuoli,
1998).
Nella Gravina di Laterza, sia in destra che in sinistra orografica si
osservano, soprattutto nella zona di ‘Castelluccio’, pilastri di roccia in
situazioni di notevole instabilità, suscettibili a frane del tipo ribaltamento
(vedi fotografia pagina seguente).
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Fotografia nella quale si evidenzia un prisma roccioso di oltre 10 metri di altezza,
interessato da fenomeno di ribaltamento sul versante destro della Gravina di Laterza
Laddove le potenziali superfici di distacco non sono verticali o
prossime alla verticalità, ma presentano minore inclinazione, si possono
determinare frane per scorrimento e, nel caso di presenza di più sistemi di
discontinuità che si intersecano, sotto forma di distacco di cunei di roccia.
Sebbene meno frequenti delle tipologie precedentemente descritte, le
frane per scorrimento sono osservabili in molte gravine e di frequente
contribuiscono in maniera significativa ad alimentare i coni detritici alla
base delle pareti rocciose.
Altre evidenze di instabilità vanno segnalate in relazione alla presenza
di cavità naturali e/o artificiali sulle pareti della Gravina di Laterza (Grassi,
1974; Cotecchia & Grassi, 1975, 1997; Pecorella et al., 2004).
La notevole diffusione di cavità, ampliate e approfondite verso
l’interno della Gravina in diverse epoche storiche, costituisce infatti un
ulteriore elemento di debolezza dell’ammasso roccioso, soprattutto lungo i
‘Costoni’ della Gravina di Laterza che contornano il suo centro storico
(Parise, 2008).
Sia la volta delle cavità che le pareti sono di frequente soggette a
fenomeni di alterazione che ne riducono significativamente le
caratteristiche di resistenza, determinando il progressivo distacco delle
porzioni più superficiali ed alterate.
Questo processo si sviluppa talora sino a provocare la caduta di
volumi ingenti di roccia.
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Rischio neve, ghiaccio e gelate
Il rischio neve anche se si è verificato più volte negli anni, è sempre di
breve durata, generalmente non superiore alle 24 ore; mentre il rischio
ghiaccio e gelate è quello che si presenta con maggiore frequenza durante la
stagione invernale.
Le temperature particolarmente basse favoriscono nelle ore notturne, la
formazione di ghiaccio sulle strade e in considerazione all'
andamento
altimetrico, che queste hanno nell'
attraversamento del territorio comunale,
comportano, in mancanza di interventi adeguati, il blocco totale della
circolazione stradale.
La formazione di ghiaccio è prevedibile quando si verificano le
condizioni di seguito descritte:
1
La temperatura del suolo è inferiore a 0 ed il suolo è umido o bagnato
La temperatura del suolo è inferiore a 0 e si è in presenza di forte
umidità relativa (80-90% e oltre)
La temperatura del suolo è inferiore a 0 e si è in presenza di nebbia
La temperatura del suolo è inferiore a 0, la temperatura dell'aria è
inferiore a 0, l'umidità relativa è molto alta (70-90% e _oltre)
L'
umidità relativa è pari a 100, la temperatura dell'aria è inferiore a 0,
la temperatura del suolo è inferiore a 0
La temperatura del suolo è inferiore a 0 e la temperatura dell'
aria si
avvicina molto alla temperatura di rugiada (non più di qualche
decimo di grado)
2
3
4
5
6
Note:
a)
b)
c)
d)
e)
In presenza di nebbia fitta la temperatura del suolo non è molto
dissimile dalla temperatura dell'
aria.
Il cielo nuvoloso di notte, soprattutto se con nuvole basse e con iniziali
temperature positive, contribuisce a mantenere la temperatura costante.
Un valore di temperatura di rugiada molto prossimo alla temperatura
dell'
aria è indice di un elevato valore di umidità dell'
aria.
La presenza di nebbia è sempre indice di una forte umidità relativa.
Se la temperatura dei suolo è superiore a 0 difficilmente può formarsi
ghiaccio, salvo il caso in cui nevichi abbastanza da formare un manto
nevoso; in questo caso la neve, assorbendo calore dal manto stradale,
fa precipitare la temperatura del suolo e da luogo alla formazione di
ghiaccio.
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f)
La temperatura di rugiada se non associata ad altri parametri, non
permette alcuna informazione utile. La temperatura di rugiada è
sempre inferiore alla temperatura dell'
aria, possono al massimo
uguagliarsi in presenza di aria satura (100% di umidità relativa). Se
non ci sono valori elevati di umidità relativa, ad una temperatura
dell'
aria di 5 C° possono corrispondere valori negativi di temperatura
di rugiada, ma questo non significa che possa formarsi il ghiaccio sulla
strada. Ad esempio è normale che ad una temperatura dell'
aria di 5 C°,
con umidità relativa del 50%, sia presente una temperatura di rugiada
di - 4,5 C° circa. A parità di condizioni, se l'
umidità relativa fosse
dell'
80%, la temperatura di rugiada sarebbe pari a circa 2 C°
Il Comune di Laterza presenta tratti stradali che in caso di nevicate o
ghiaccio diventano elementi di criticità in quanto punti di accesso al
territorio comunale.
Individuiamo due categorie di tratti stradali:
- Tratti strategici: servono per l’accesso all’area urbana, e rappresentano
le vie di comunicazione principali per le autoambulanze e soccorsi vari);
- Tratti critici: rappresentano le vie interne al centro urbano necessarie
per l’attraversamento del paese ed il raggiungimento degli edifici
sensibili.
In particolare, cosi come riportato nella Tav. n° 20 negli allegati
cartografici, vengono riportati i percorsi di spargimento sale di competenza
comunale e di altri enti.
Viabilità di competenza Comunale:
- Tratti strategici:: Via per Matera ex S.S. n° 7, via per Castellaneta ex S.S.
n° 7, via Cappuccini, via per Santeramo e via C. Colombo
- Tratti critici: Viale Europa, via della Pace, via La Malfa, via Dante, via S.
Francesco, via Virgilio, via S. D'
Acquisto, via Moneta via L. da Vinci, via
G. Deledda, via S. Falco, via Roma, via Papa Giovanni II, via M. T. di
Calcutta, via P. Pasolini, via L. Ariosto, via M. Buonarroti, via G. Puccini,
via G. Carducci, via Manzoni, via Volta, via Paolo VI, via Pacinotti, via
Cadorna, via Oberdan, via Monte Faiti, via Giannone, via G. Montrone,
via Mater Domini, via Fontana, via Concerie, via Asilo, via Aborigeni, via
Verdazzi, via Don P. Tamborrino, via Aldo Moro, via Doberdò, Corso V.
Emanuele, S.C. Madonna delle Grazie - Caione, via Pineta, via Selva S.
Vito, via delle Industrie Conte, via della Resistenza, via V. Larizza, via
Caduti di Nassiria, via S. Fitto, via della Maiolica, via Y. Rabin e via della
Conciliazione.
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Viabilità di competenza di altri Enti:
Tratti strategici: S.S. n° 7 (Bradanico-Salentina: Castellaneta-Matera)
Tratti critici: S.P. ex-S.S. n° 580 (Laterza-Ginosa), S.P. n° 20 (S.S. n° 7Gioia del Colle), S.P. n° 6 (Laterza-Montescaglioso), S.P. n° 17 (LaterzaAltamura), S.P. n° 19 (Laterza-Santeramo in Colle)
Inoltre, sono stati individuati i luoghi destinati al deposito dei mezzi e
del sale necessari per l’operazione di spargimento sale al fine di prevenire la
formazione del ghiaccio lungo le strade di sopra indicate.
I depositi sale sono individuati nell’ex Mattatoio Comunale (via Martiri
di Tienamen, ex-via Convento Cappuccini) e nell’area dell’isola ecologica
comunale via Y. Rabin nella zona P.I.P. del Comune di Laterza.
Fig. n° 13 – Stralcio planimetrico itinerari spargimento sale
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Rischio nubifragi, grandinate e trombe d’aria
Questa tipologia di rischio si verifica nel periodo estivo o all’inizio
dell’autunno in concomitanza di situazioni meteorologiche caratterizzate da
elevata instabilità. Si manifesta con violenti rovesci temporaleschi che
possono anche essere accompagnati da grandinate, in genere caratterizzati
per la loro brevità e la particolare intensità del fenomeno.
Gli apporti idrici possono risultare particolarmente consistenti, con
accumuli >30 mm/ora. Le mutazioni climatiche riscontrate negli ultimi
decenni e le osservazioni dirette portano a far ritenere che tali fenomeni si
manifesteranno con maggiore frequenza rispetto al passato. Durante questi
eventi, i problemi maggiori derivano dall’incapacità di smaltimento delle
acque meteoriche da parte della rete scolante, talvolta impedita dalla
presenza di opere (attraversamenti tombinati, discarica materiali, ecc.) che
possono ridurre la sezione di deflusso. Talora anche le fognature
manifestano limiti nel dimensionamento, spesso aggravato dall’intasamento
delle bocchette di scolo o dall’ostruzione dei collettori sotterranei ad opera
di detriti, frammenti vegetali e rifiuti trascinati dalle acque all’interno delle
tubazioni.
I nubifragi assumono rilievo a causa dell’esposizione al rischio di
danneggiamento per i beni, le merci (magazzini, negozi, laboratori) e gli
impianti tecnologici, che solitamente vengono collocati nei locali interrati
e/o seminterrati dei fabbricati.
La pericolosità per le persone è rappresentata dalla rapidità di
formazione e deflusso delle piene torrentizie e dalla caduta al suolo di
fulmini.
Dopo gli ultimi eventi verificatosi nella Provincia di Taranto (28
Novembre 2012) non è da sottovalutare la possibilità reali del verificarsi di
fenomeni di trombe d’aria.
Le trombe d’aria, dette anche “tornado”, sono fenomeni il cui
meccanismo di formazione non è ancora del tutto noto, ma anch’essi
associati a situazioni meteorologiche instabili, in cui avviene lo scontro di
masse d’aria calda e fredda, in presenza di elevati tassi di umidità. Le
trombe d’aria possono essere accompagnate da violenti scrosci di pioggia.
La pericolosità dei tornado è certamente elevata, in quanto sono
fenomeni che liberano notevole energia, in grado di danneggiare o
distruggere in breve lasso di tempo le strutture che incontrano, con grave
rischio per l’incolumità delle persone eventualmente presenti.
Durante la stagione estiva i rovesci temporaleschi possono essere
accompagnati da grandinate, talora di notevole intensità. Tali fenomeni
possono essere fonte di grave danneggiamento delle colture, di fabbricati e
di veicoli.
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In genere non sono pericolose per le persone e per animali, tuttavia dal
momento che occasionalmente i singoli elementi di grandine possono
raggiungere dimensioni consistenti, è opportuno raccomandare sempre la
ricerca di ripari per coloro che si venissero a trovare all’aperto durante
temporali di forte intensità.
Problemi connessi con le grandinate sono costituiti da:
a) allagamenti provocati dall’intasamento delle bocchette di scolo ad
opera dei chicchi di grandine e degli elementi vegetali abbattuti
(foglie e rami);
b) disturbo alla viabilità per riduzione della visibilità e aumento della
scivolosità stradale.
A seguito di fenomeni meteorologici intensi è necessario verificare lo
stato delle coperture dei fabbricati, allo scopo di rimuovere eventuali
strutture danneggiate ed evitare infiltrazioni d’acqua.
Nota: Qualora vengano danneggiate strutture contenenti fibre di amianto
(eternit) dovranno essere particolarmente curate le procedure di
raccolta e smaltimento, che in genere consistono nella raccolta da
parte di personale protetto in modo adeguato, accumulo dei residui su
bancali di legno e successivo avvolgimento degli stessi con teli di
plastica, allo scopo di evitare la dispersione di fibre nell’aria.
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Rischio sismico
L’Italia è uno dei Paesi a maggiore rischio sismico del Mediterraneo,
per la sua particolare posizione geografica, nella zona di convergenza tra la
zolla africana e quella eurasiatica.
La sismicità più elevata si concentra nella parte centro-meridionale
della Penisola, lungo la dorsale appenninica, in Calabria e Sicilia e in alcune
aree settentrionali, come il Friuli, parte del Veneto e la Liguria occidentale.
Storicamente solo la Sardegna non risente particolarmente di eventi
sismici.
La sismicità indica la frequenza e la forza con cui si manifestano i
terremoti, ed è una caratteristica fisica del territorio.
Se conosciamo la frequenza e l’energia associate ai terremoti che
caratterizzano un territorio ed attribuiamo un valore di probabilità al
verificarsi di un evento sismico di una data magnitudo in un certo intervallo
di tempo, possiamo definirne la pericolosità sismica.
La pericolosità sismica sarà tanto più elevata quanto più probabile sarà
il verificarsi di un terremoto di elevata magnitudo, a parità di intervallo di
tempo considerato.
Le conseguenze di un terremoto dipendono anche dalle caratteristiche
di resistenza delle costruzioni alle azioni di una scossa sismica.
La predisposizione di una costruzione ad essere danneggiata si definisce
vulnerabilità.
Quanto più un edificio è vulnerabile (per tipologia, progettazione
inadeguata, scadente qualità dei materiali e modalità di costruzione, scarsa
manutenzione), tanto maggiori saranno le conseguenze.
Infine, la maggiore o minore presenza di beni esposti al rischio, la
possibilità cioè di subire un danno economico, ai beni culturali, la perdita di
vite umane, è definita esposizione.
Il rischio sismico, determinato dalla combinazione della pericolosità,
della vulnerabilità e dell’esposizione, è la misura dei danni attesi in un dato
intervallo di tempo, in base al tipo di sismicità, di resistenza delle
costruzioni e di antropizzazione (natura, qualità e quantità dei beni esposti).
L’Italia ha una pericolosità sismica medio-alta (per frequenza e
intensità dei fenomeni), una vulnerabilità molto elevata (per fragilità del
patrimonio edilizio, infrastrutturale, industriale, produttivo e dei servizi) e
un’esposizione altissima (per densità abitativa e presenza di un patrimonio
storico, artistico e monumentale unico al mondo).
La nostra Penisola è dunque ad elevato rischio sismico, in termini di
vittime, danni alle costruzioni e costi diretti e indiretti attesi a seguito di un
terremoto.
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Secondo la definizione elaborata dall’UNDRO (United Nations Disaster
Relief Office) nel 1979, il Rischio Sismico (R) rappresenta “l’entità del
danno atteso in una data area e in un certo intervallo di tempo al verificarsi
di un particolare evento calamitoso”.
Il Rischio Sismico è quindi espresso quantitativamente, in funzione dei
danni attesi a seguito di un terremoto, in termini di perdite di vite umane e di
costo economico dovuto ai danni alle costruzioni ed al blocco delle attività
produttive.
Esso è determinato dalla convoluzione probabilistica dei seguenti tre
fattori:
Pericolosità (P) o Hazard, Vulnerabilità (V) ed Esposizione (E).
R = P ×V × E
Per individuare il rischio sismico nel territorio di riferimento si effettua
la zonazione del rischio sismico.
L’intero territorio nazionale come summenzionato è stato classificato in
funzione del rischio sismico a partire dal 1909 su base comunale.
Nel corso degli anni, generalmente in seguito a un terremoto distruttivo,
la mappa sismica italiana è stata più volte aggiornata e rivista.
La mappatura sismica prevede, in ordine crescente di pericolosità, zone
di quarta, zone di terza, seconda e prima categoria, nelle quali è obbligatorio
utilizzare diversi accorgimenti antisismici, secondo le prescrizioni della
normativa.
In particolare, secondo l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei
Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003 “Primi elementi in materia di criteri
generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative
tecniche per le costruzioni in zona sismica”, e secondo la classificazione
sismica del territorio regionale pugliese, pubblicata sul BURP n. 33 del
18/03/2004, prima riportata il Comune di Laterza risulta classificato in zona
3.
La Pericolosità Sismica di un territorio, in senso lato, è determinata
dalla frequenza con cui avvengono i terremoti e dall’intensità che
raggiungono; mentre, in senso probabilistico, è la probabilità che un valore
prefissato di pericolosità, espresso da un parametro di moto del suolo (quale
ad es. l’accelerazione massima PGA o il grado di intensità macrosismica),
venga superato in un dato sito entro un fissato periodo di tempo.
La pericolosità sismica viene comunemente chiamata Hazard.
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La Vulnerabilità Sismica è definita come “il livello di danno di un dato
elemento a rischio per un dato livello di pericolosità” (Coburn, Spence).
L’elemento a rischio è rappresentato dalla popolazione residente, da un
edificio, da un insieme di edifici, e quindi la vulnerabilità viene
rappresentata come rapporto di morti o feriti sulla popolazione totale di una
determinata località, costo di riparazione di una struttura sul suo valore
iniziale o come l’entità del danno fisico definito su un’opportuna scala.
In generale abbiamo un rapporto tra perdite attese su perdite massime
possibili con valori che variano da 0 ad 1 e quindi in percentuale, da 0 a 100.
La vulnerabilità sismica rappresenta quindi la propensione di una
struttura a subire un determinato livello di danno a fronte di un evento
sismico di data intensità.
Una delle cause principali di morte durante un terremoto è il crollo
degli edifici. Per ridurre la perdita di vite umane, è necessario rendere
sicure le strutture edilizie.
Oggi, le norme per le costruzioni in zone sismiche prevedono che gli
edifici non si danneggino per terremoti di bassa intensità, non abbiano
danni strutturali per terremoti di media intensità e non crollino in occasione
di terremoti forti, pur potendo subire gravi danni.
Un edificio può riportare danni strutturali agli elementi portanti
(pilastri, travi) e/o danni non strutturali agli elementi che non ne
determinano l’instabilità (camini, cornicioni, tramezzi).
Il tipo di danno dipende da: struttura dell'
edificio, età, materiali, luogo
di realizzazione, vicinanza con altre costruzioni e elementi non strutturali.
Quando si verifica un terremoto, il terreno si muove orizzontalmente
e/o verticalmente, sottoponendo un edificio a spinte in avanti e indietro.
L’edificio inizia così a oscillare, deformandosi.
Se la struttura è duttile, e quindi capace di subire grandi deformazioni,
potrà anche subire gravi danni, ma non crollerà. Il danno dipende anche
dalla durata e dall’intensità del terremoto.
Dopo un terremoto, per valutare la vulnerabilità degli edifici è
sufficiente rilevare i danni provocati, associandoli all’intensità della scossa.
Più complessa è invece la valutazione della vulnerabilità degli edifici
prima che si verifichi un evento sismico.
Per questa sono stati messi a punto metodi di tipo statistico,
meccanicistico, o i giudizi esperti.
I metodi di tipo statistico classificano gli edifici in funzione dei
materiali e delle tecniche con cui sono costruiti, sulla base dei danni
osservati in precedenti terremoti su edifici della stessa tipologia.
Questa tecnica richiede dati di danneggiamento dei passati terremoti,
non sempre disponibili, e non può essere utilizzata per valutare la
vulnerabilità del singolo edificio, perché ha carattere statistico e non
puntuale.
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I metodi di tipo meccanicistico utilizzano, invece, modelli teorici che
riproducono le principali caratteristiche degli edifici da valutare, su cui
vengono studiati i danni causati da terremoti simulati.
Infine, alcuni metodi utilizzano i giudizi esperti per valutare il
comportamento sismico e la vulnerabilità di predefinite tipologie
strutturali, o per individuare i fattori che determinano il comportamento
delle costruzioni e valutarne la loro influenza sulla vulnerabilità.
Per poter valutare la vulnerabilità degli edifici su tutto il territorio
nazionale è necessario ricorrere a metodi statistici che utilizzino dati
omogenei sulle caratteristiche degli stessi.
Per il territorio italiano sono disponibili i dati dei censimenti ISTAT
sulle abitazioni, che vengono utilizzati nell’applicazione di metodi
statistici.
La severità di un sisma può essere misurata per mezzo di scale
strumentali o di scale macrosismiche.
Le prime si basano su parametri relativi al moto, all’accelerazione o
all’energia messa in gioco da un terremoto (scala Richter o Magnitudo
locale).
Sono di più immediato utilizzo per fini ingegneristici, ma i dati
strumentali sono riferiti solo a terremoti recenti per i quali esiste una
misurazione strumentale, quindi non consentono di caratterizzare
adeguatamente il territorio basandosi anche su esperienze passate.
Le scale macrosismiche sono invece basate sull’osservazione degli
effetti prodotti da un sisma.
Sono meno accurate, ma offrono il vantaggio di fornire la stima
dell’intensità dei sismi direttamente da osservazioni sui danni, e possono
essere utilizzate anche per i terremoti del passato.
I dati di pericolosità sismica del territorio nazionale sono effettivamente
basati su osservazioni di questo tipo.
Esistono varie scale macrosismiche:
- MCS (Mercalli, Cancani, Seberg)
- MSK (Medved, Sponheuer, Karnik)
- EMS (European Macroseismic Scale)
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Il concetto di Vulnerabilità è stato inserito nelle scale macrosismiche;
in particolare con la scala MCS (Mercalli-Cancani-Sieberg, 1917) vengono
definiti i gradi di intensità da I a XII in base agli effetti sulle costruzioni
descritti qualitativamente:
Grado
MCS
Descrizione
I
Impercettibile
II
Molto leggero VI
III
Leggero
IV
Moderato
Grado Descrizione
MCS
Moderatamente
V
forte
VII
VIII
Forte
Molto forte:
lievi danni a
costruzioni di
buona qualità
Distruttivo:
danni al 50%
degli edifici
Grado
MCS
Descrizione
IX
Fortemente
distruttivo:
danni al 60% degli edifici
X
Rovinoso:
danni al 75% degli edifici
XI
Catastrofico:
distruzione generale
XII
Totalmente catastrofico:
distruzione completa
Tabella degli effetti sulle costruzioni in base ai gradi MCS di sisma
L’evoluzione delle scale macrosismiche ha introdotto schemi di
classificazione degli edifici con differenti tipologie costruttive e con diversa
resistenza nei confronti della severità della scossa rilevata nella zona
d’indagine.
Un esempio è la scala MSK (Medvedev, Sponheuer, Karnik 1981) che
definisce tre classi (A, B, C) a vulnerabilità sismica decrescente:
Classe A:
Classe B:
Classe C:
Costruzione in pietrame naturale, costruzioni rurali, case con
impasti di paglia, argilla e/o limo;
Costruzioni in mattoni prefabbricati, muratura pietra
squadrata comuni, in grossi blocchi o in con telai di legname,
costruzioni in pietra squadrata;
Costruzioni armate, strutture in legno ben fatte.
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Per ogni classe sono stabiliti sei livelli di danno per ciascuna classe,
compresi tra 0 e 5:
Classe 0:
Classe 1:
Classe 2:
Classe 3:
Classe 4:
Classe 5:
Nessun danno
Lievi danni: esili crepe negli intonaci, caduta di
piccoli pezzi d’intonaco
Moderati danni: piccole lesioni nei muri, caduta di
grandi pezzi di intonaco, tegole, lesioni ai comignoli,
caduta di parti di comignoli
Forti danni: lesioni ampie e profonde dei muri,
caduta di comignoli
Distruzioni: aperture nei muri, possono crollare
parti di edifici, crollano muri interni
Danni totali degli edifici
Infine sono determinati tre quantificazioni, in relazione al numero di
edifici di ciascuna classe che ha subito un certo livello di danno:
Pochi:
meno del 15%
Molti:
dal 15% al 50%
La maggior parte: più del 55%
Il terzo fattore preso in considerazione per il calcolo del Rischio
Sismico è l’Esposizione.
Il fattore Esposizione si riferisce alla quantità e qualità dei beni esposti.
Esso è quindi in qualche modo connesso al valore di quanto può essere
distrutto dal terremoto.
Tale fattore, pertanto, nel nostro Paese si attesta su valori altissimi, in
considerazione dell’alta densità abitativa, della presenza di un patrimonio
storico, artistico e monumentale unico al mondo, etc.
Per questa ragione è molto importante valutare il numero delle persone
coinvolte, decedute e/o ferite.
I motivi che causano la perdita di vite umane possono essere di diverso
tipo: crollo di edifici, di ponti e altre costruzioni, ma anche incidenti stradali.
A questi si aggiungono quelli legati a fenomeni innescati dal terremoto,
come frane, liquefazione dei terreni, maremoti, incendi.
Da alcune statistiche svolte sui principali terremoti nel mondo è stato
rilevato che circa il 25 % dei morti causati da un terremoto sono dovuti a
danni non strutturali degli edifici (caduta di tramezzi, vetrate, cornicioni,
tegole, ecc.) e a fenomeni indotti dal terremoto.
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Generalmente è possibile stimare, con un certo margine di errore e
specialmente per i terremoti più forti, quante persone sono rimaste coinvolte,
attraverso calcoli che si basano sul numero degli edifici crollati o
danneggiati.
Per poter fare queste stime sono necessarie alcune considerazioni su:
• il numero delle persone che abitano negli edifici
• l’orario del terremoto
• le possibilità di fuggire e/o di proteggersi
• il tipo di coinvolgimento delle persone (morte o ferite subite)
• la possibilità di morire anche successivamente alle attività di soccorso.
E’ molto difficile stimare con precisione le conseguenze di un terremoto
in termini di vite umane nei diversi momenti del giorno e dell’anno.
Il numero di persone che risiedono in un’abitazione, infatti, varia da
regione a regione, dalla città alla campagna e dipende dalle dimensioni del
nucleo familiare.
Inoltre, durante il giorno, il numero delle persone presenti in un edificio
dipende dal suo utilizzo.
Ad esempio, negli uffici, la presenza è massima nelle ore centrali del
giorno ed è pressoché nulla durante la notte.
In un’abitazione di città, invece, la presenza delle persone di sera e di
notte è mediamente inferiore rispetto ad un’abitazione di campagna, perché
esistono più attività, ludiche e lavorative, che si svolgono in quegli orari e
spesso fuori casa.
Il riferimento alla tipologia di edifici e ai relativi abitanti, comunque,
può fornire una stima globale accettabile per terremoti violenti che
interessino vaste aree.
Nella definizione di rischio intervengono dunque anche le
caratteristiche del territorio.
A parità di pericolosità, un’area densamente popolata e caratterizzata da
costruzioni poco resistenti al terremoto avrà un rischio elevato, mentre
un’area dove non ci sono edifici, né popolazione, né altri beni avrà rischio
nullo.
Dunque elevata pericolosità sismica non significa necessariamente
elevato rischio sismico.
Altro aspetto rilevante del fattore Esposizione è la presenza in Italia di
un patrimonio culturale inestimabile, costituito dall’edificato corrente dei
nostri centri storici, che ancora sfugge ad una quantificazione sistematica di
consistenza e qualità.
Il primo passo per la prevenzione e mitigazione del rischio sismico del
patrimonio storico architettonico è, ovviamente, la conoscenza dei beni
esposti.
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Come è possibile notare dalla Fig. n° 12, di seguito riportata, in essa
viene rappresentata la distribuzione percentuale delle abitazioni appartenenti
alla classe di vulnerabilità più elevata (A) nella scala MSK (Medvedev,
Sponheuer, Karnik 1981), l’Italia ha una vulnerabilità delle costruzioni
presenti sul territorio molto elevata, poiché la maggior parte di queste è stata
costruita senza criteri antisismici.
Fig. n° 14 - Percentuale di abitazioni nella scala di vulnerabilità A della scala MSK
Per quanto concerne il territorio del Comune di Laterza, così come si
evince dalla Tav. n° 19 degli allegati cartografici al presente piano, le aree
in cui la maggior parte degli edifici esistenti si possono considerare
appartenenti alle classi di vulnerabilità sismica di tipo A e B sono quelle
ricadenti nella zona ‘A0’ ed ‘A1’ del vigente P.R.G., le quali sono da
considerarsi aree a sicuro impatto dal punto di vista del rischio sismico,
rappresentando delle criticità territoriali per la salvaguardia della
popolazione ivi presente.
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Rischio Incendio Boschivo e di Interfaccia
Un incendio boschivo è un fuoco che tende ad espandersi su aree
boscate, cespugliate o arborate, comprese eventuali strutture e infrastrutture
antropizzate che si trovano all’interno delle stesse aree, oppure su terreni
coltivati o incolti e pascoli limitrofi alle aree (art. 2 della Legge n. 353 del
2000).
Un incendio boschivo è un fuoco che si propaga provocando danni alla
vegetazione e agli insediamenti umani. In quest’ultimo caso, quando il fuoco
si trova vicino a case, edifici o luoghi frequentati da persone, si parla di
incendi di interfaccia. Più propriamente, per interfaccia urbano-rurale si
definiscono quelle zone, aree o fasce, nelle quali l’interconnessione tra
strutture antropiche e aree naturali è molto stretta: sono quei luoghi
geografici dove il sistema urbano e naturale si incontrano e interagiscono.
Tutte le regioni italiane sono interessate dagli incendi, anche se con
gravità differente e in periodi diversi dell’anno.
Le condizioni ambientali e climatiche della penisola italiana
favoriscono lo sviluppo di focolai principalmente in due stagioni dell’anno.
Nelle regioni settentrionali dell’arco alpino - ma anche nelle zone
appenniniche in alta quota - gli incendi boschivi si sviluppano
prevalentemente nella stagione invernale – primaverile, la più siccitosa,
quando la vegetazione è stata seccata dal gelo.
Mentre in estate i frequenti temporali riducono il rischio di incendio.
Al contrario, nelle regioni peninsulari centro–meridionali, dove il clima
è mediterraneo, il fuoco si sviluppa prevalentemente nella stagione estiva,
calda e siccitosa.
Alcune regioni italiane sono interessate dal fenomeno sia durante la
stagione invernale sia durante la stagione estiva.
Le cause degli incendi possono essere naturali o umane.
Gli incendi naturali si verificano molto raramente e sono causati da
eventi naturali e quindi inevitabili:
• Fulmini: Possono provocare incendi quando si verificano temporali
senza che contemporaneamente si abbiamo precipitazioni. Gli incendi
causati da fulmini si verificano prevalentemente nelle zone montane,
dove gli alberi conducono con facilità le scariche elettriche. Si tratta di
fenomeni molto rari in un tipo di clima mediterraneo come il nostro.
• Eruzioni vulcaniche: La lava incandescente entra in contatto con la
vegetazione infiammabile.
• Autocombustione: Non si verifica mai in un clima mediterraneo.
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Gli incendi di origine umana possono essere:
Colposi (o involontari)
Sono causati da comportamenti dell’uomo, irresponsabili e imprudenti,
spesso in violazione di norme e comportamenti.
Non finalizzati ad arrecare volontariamente danno. Le cause
possono essere:
• Attività agricole e forestali Il fuoco viene impiegato per bruciare le
stoppie, distruggere i residui vegetali provenienti da lavorazioni
agricole e forestali, e per rinnovare i pascoli e gli incolti. Spesso
queste operazioni vengono effettuate in aree contigue a boschi ed
incolti, facile preda del fuoco, soprattutto nei periodi a maggior
rischio.
• Abbandono di mozziconi di sigarette e fiammiferi Cerini e mozziconi
di sigarette abbandonati o lanciati lungo i sentieri, le piste forestali, e
le linee ferroviarie possono cadere sull'
erba secca o altri residui
vegetali e innescare un incendio, anche per effetto degli spostamenti
d'
aria provocati dai veicoli o dal vento.
• Attività ricreative e turistiche (barbecue non spenti bene), lanci di
petardi, rifiuti bruciati in discariche abusive, cattiva manutenzione di
elettrodotti.
Dolosi (volontari)
Gli incendi vengono appiccati volontariamente, con la volontà di
arrecare danno al bosco e all’ambiente.
Le cause:
• Ricerca di profitto L’obiettivo è quello di utilizzare l’area distrutta
dal fuoco per soddisfare interessi legati alle speculazione edilizia, al
bracconaggio, o per ampliare le superfici coltivabili.
• Proteste e vendette L’azione nasce dal risentimento nei confronti dei
privati, della Pubblica Amministrazione o dei provvedimenti adottati,
come l’istituzione di aree protette. In molti casi si vuole danneggiare
un’area turistica. In altri casi i comportamenti dolosi sono da
ricondurre a problemi comportamentali come la piromania e la
mitomania.
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Le aree a rischio boschivo individuate nel territorio del Comune di
Laterza sono in particolare:
•
•
•
•
•
•
•
Pineta Comunale;
Bosco località ‘Selva S. Vito’;
Bosco località ‘Montecamplo’;
Bosco località ‘Vado Fiore’ – ‘Parco del Marchese’
Versanti della ‘Gravina di Laterza’;
Versanti della ‘Gravina del Varco’;
Pineta in località ‘Fraggennaro’.
Il resto degli incendi si sviluppa, sempre nella stagione estiva, nelle
zone della murgia o in zone seminative, per bruciature delle stoppie o in
terreni incolti, tra queste possiamo individuare le seguenti, sia per
caratteristiche vegetazionali, sia per incendi storicamente registrati:
•
•
•
•
•
•
Località ‘Distacco’;
Località ‘Parco del Pennacchio’;
Località ‘Masseria Grottaturge’;
Località ‘Parco Rizzuto’;
Località ‘Masseria Ninni’;
Località ‘Parco Tafuri’.
Le aree a rischio incendio di interfaccia, intendendosi per interfaccia
urbano-rurale, quelle zone, aree o fasce, nelle quali l'
interconnessione tra
strutture antropiche ed aree naturali è molto stretta, vengono individuate
prendendo in considerazione le zone abitate del centro urbano e prima
periferia, nonchè tutti gli aggregati edilizi presenti sul territorio, mediante
le metodologie di ricognizione e calcolo definite nel ‘Manuale operativo
per la predisposizione di un piano comunale o intercomunale di protezione
civile’.
Attorno a tali aree vengono definite le fasce perimetrali (circa 200m)
nelle quali si effettua lo studio della pericolosità dell’ambiente circostante
in funzione dell’uso del suolo (Tav. n° 7, nella cartografia in allegato H:
‘Carta uso del suolo dell'
intero territorio comunale’) e di una serie di
parametri che tengono conto del tipo e diffusione della vegetazione,
dell’andamento plano altimetrico del suolo, degli incendi storici e della
classificazione AIB del comune, definendo quindi la pericolosità del suolo
entro la fascia perimetrale (Tav n° 12 nella cartografia in allegato
H:‘Rischio Incendio di Interfaccia - Carta della Pericolosità’).
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Nota degna di importanza è l’aspetto degli incendi storici, poiché
fornisce l’informazione sulla probabilità che in una zona ci sia maggiore
facilità che si inneschi un focolare di incendio, rispetto ad altre zone. Essi
sono il parametro discriminante che permette di passare da un livello medio
ad un livello alto di pericolosità.
Per ogni interfaccia, viene definita la vulnerabilità agli incendi degli
edifici in essa presenti. Tale parametro tiene conto della sensibilità
dell’esposto, dei materiali da costruzione e della presenza delle vie di fuga
(Tav n° 13 nella cartografia in allegato H: ‘Rischio Incendio di Interfaccia Carta della Vulnerabilità’).
Fig. n° 15 – Stralcio planimetrico della Carta del Rischio incendio di interfaccia
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La combinazione dei due parametri definisce per ogni fascia di
interfaccia (circa 25 m attorno all’interfaccia propriamente detta), il valore
del rischio di incendio (vedi Tav n° 14 nella cartografia in allegato H:
‘Rischio Incendio di Interfaccia - Carta del Rischio’).
Da tale studio possiamo individuare come le aree a maggior rischio di
incendio di interfaccia siano le seguenti:
• Area in prossimità della ‘Gravina di Laterza’ (dal ponte Pineta
comunale fino alla zona Depuratore/O.S.M.A.I.R.M.);
• Area in prossimità della località ‘Masseria Ninni’ (tra via per
Castellaneta e via per Santeramo);
Per il resto del territorio comunale, vanno considerate le aziende
agricole, di allevamenti e di abitazioni residenziali, che si trovano nelle
aree individuate e riportate nella specifica cartografia Tav. n° 14: ‘Rischio
Incendio di Interfaccia - Carta del Rischio’ e Tav. n° 14 bis: Rischio
Incendio di Interfaccia - Carta del Rischio (ortofoto)’.
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Rischio sociologico
Il presente scenario di rischio nasce dal verificarsi di situazioni in cui
si hanno grandi assembramenti di persone in concomitanza di eventi di
varia natura derivanti dalla vita sociale che attirano folle per un limitato
periodo di tempo in ambiti territoriali circoscritti (manifestazioni sportive,
spettacoli in piazza, feste patronali, fiere o mercati rionali), ma anche in
presenza di luoghi, che per loro funzione, hanno una grande presenza di
persone (luoghi di aggregazione di varia natura: campi sportivi, scuole,
uffici pubblici, ecc.).
Si tratta in generale di eventi largamente prevedibili e comunque
gestiti dall’uomo nella loro totale evoluzione.
In ogni singola manifestazione risulta determinante l’aspetto
organizzativo ed in questo tipo di scenari riveste molta importanza il
numero delle persone presenti, l’estensione e la durata dell’assembramento.
Possiamo distinguere fondamentalmente due tipi di situazioni:
- Situazione ad accumulo quando in un’area definita il numero dei presenti
raggiunge il suo massimo dopo una fase iniziale di accumulo progressivo
e limitato nel tempo (ad esempio, l'
afflusso di spettatori ad una festa
padronale), rimane costante per un periodo di tempo definito, per
diminuire con andamento inverso alla fase di accumulo (deflusso degli
spettatori).
- Situazione dinamica quando il numero dei presenti varia per il continuo
sommarsi e sottrarsi di persone in entrata e in uscita (ad esempio, il flusso
di clienti di un supermercato).
Dato che non è possibile prevedere quando si verificherà l’evento di
rischio, tranne nel caso di un evento meteorologico, si rende necessario
programmare con anticipo lo svolgimento delle manifestazioni in termini di
sicurezza e prevenzione, ed il suo svolgimento va costantemente
monitorato per ottimizzare la tempestività dell'
intervento di soccorso in
caso di necessità.
Tra le misure di prevenzione che si suggerisce di adottare, va
innanzitutto inserito un numero massimo di presenze compatibili e, di
conseguenza, il controllo degli accessi per accertare il numero di arrivi ed
eventualmente bloccare ulteriori afflussi, provvedendo anche
all'
informazione preventiva dei partecipanti sulle misure di sicurezza e
autoprotezione da adottare in caso di emergenza (percorsi per raggiungere
il luogo dell’evento e vie di fuga).
131
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Ulteriori misure di prevenzione che vengono suggerite riguardano i
luoghi in cui si svolgono attività a grande richiamo di pubblico, i quali
dovrebbero essere dotati di segnaletica di emergenza (anche provvisoria)
indicante le vie di fuga e, qualora l'
evento si svolga in orari notturni, anche
di illuminazione di emergenza.
Lo scenario di riferimento considera l’accadimento di un qualsiasi
evento che renda necessario adottare misure di rapido sgombero dell'
area
interessata e di contenimento del panico.
I possibili danni attesi sono: possibili decessi e pericolo per
l’incolumità delle persone nel corso della fuga, stato di shock e irascibilità
a causa della perdita/smarrimento di persone care, ricadute psicologiche per
i soggetti più deboli tra le categorie a rischio (bambini, cardiopatici, anziani
ecc..), danni agli edifici di rilevanza storica e/o artistica.
Nel caso particolare del Comune di Laterza, sono stati presi in
considerazione i seguenti scenari di rischio sociologico:
• Mercato Settimanale;
• Fiere feste religiose;
• Manifestazioni culturali e popolari (spettacoli che si svolgono in
piazza V. Emanuele);
• Processioni delle principali feste religiose:
-
Maria S.S.ma Mater Domini
S.S. Medici Cosma e Damiano
Maria S.S.ma del Carmine
Madonna delle Grazie
Come riportato nelle tavv. n° 21 e n° 22 degli allegati cartografici al
presente piano, vengono individuate le aree interessate dalla presenza delle
persone, nelle quali adottare le misure preventive di salvaguardia della
popolazione coinvolta.
Tra le misure da mettere in atto vengono individuate le seguenti
operazioni:
• Posizionare le transenne per il blocco del traffico veicolare nelle aree
interessate dalla presenza di persone;
• Posizionare i divieti di sosta per rendere fruibile ai mezzi di soccorso un
possibile percorso per il raggiungimento delle aree di interesse;
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• Posizionare i presidi medici ambulatoriali che devono essere presenti in
postazioni fisse nei pressi dell’assembramento;
• Indicare le aree di attesa per la popolazione coinvolta;
• Indicare le vie di esodo per il raggiungimento delle aree di attesa per la
popolazione;
• Indicare i percorsi alternativi per il traffico veicolare per l’ingresso ed
uscita dal centro urbano.
Bisogna sottolineare che nel caso si presentano altri scenari di rischio
similari a quelli summenzionati, devono essere adottati analoghi
provvedimenti e misure preventive di salvaguardia della popolazione ivi
presente.
Fig. n° 16 – Stralcio planimetrico percorsi processioni delle principali feste religiose
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Rischio ondate di calore
Tale evento si sta manifestando, nelle stagioni estive, con sempre
maggiore frequenza, tanto da essere costantemente attivo il sistema di
allarme, per la prevenzione degli effetti delle ondate di calore sulla salute in
diverse località.
Lo stesso Ministero della Salute ha emanato le "Linee Guida per
preparare piani di sorveglianza e risposta verso gli effetti sulla salute di
ondate di calore anomalo" e la Prefettura di Taranto (U.T.G.),
unitariamente alla A.S.L. TA/1 di competenza territoriale, invia ai Sindaci
costantemente gli indirizzi operativi e le modalità per fronteggiare tale
evento.
Le persone più esposte a questo tipo di rischio sono le persone non
autosufficienti, gli anziani con età superiore ai 65 anni e tutti i soggetti che
si trovano in una delle seguenti situazioni:
• Soggetti con patologie croniche (cardiaca, polmonare, mentale,
motoria, diabete ecc.);
• I neonati e i bambini piccoli;
• Chi vive solo;
• In un’abitazione piccola e/o priva di condizionamento d’aria
• Con un basso livello socio-economico.
Come si evince dal punto A.1.4 - Popolazione, considerando solo gli
ultraottantenni, Laterza ha un numero di circa 1.000 persone a rischio, alle
quali vanno sommate le persone non autosufficienti e tutti i caso particolari
come su menzionato.
Possiamo quindi capire come tale scenario di rischio possa facilmente
diventare di vasto impatto sulla popolazione.
Il caldo diventa pericoloso se:
• La temperatura esterna supera i 32 – 35 ° C;
• Il valore di umidità relativa sale eccessivamente;
• La temperatura in casa è superiore a quella esterna (ambienti poco
ventilati, tetti e solai).
I rischi derivanti dall’eccessivo caldo sono principalmente:
- Calore eccessivo che più causare edemi da calore, caratterizzati da senso di
pesantezza e gonfiore agli arti inferiori;
- Colpo di sole può causare febbre, aumento della frequenza cardiaca
(tachicardia) e della frequenza respiratoria (tachipnea). Il soggetto può
subire uno shock e perdere coscienza.
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Rischio siccità - interruzione erogazione idrica
Tale evento può accadere in particolare nella stagione estiva, a causa
della mancanza di piogge che porta ad un calo della disponibilità idrica nei
principali bacini di approvvigionamento dell’Acquedotto Pugliese (A.Q.P.),
ma anche a causa di guasti alla rete di distribuzione idrica, oppure ad un
eventuale inquinamento dei serbatoi di accumulo e/o trattamento delle
acque.
Al verificarsi di una delle precedenti situazioni, si avrebbe
l’interruzione del servizio di distribuzione dell’acqua con gravi disagi e
danni a tutta la popolazione, alle aziende agricole zootecniche ed alle
industrie.
Per tale evenienze l’Acquedotto Pugliese (A.Q.P.), è convenzionato
con ditte che garantiscono l’approvvigionamento idrico sia per la
popolazione, sia per le aziende zootecniche ed industrie.
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Rischio rifiuti urbani
Questo evento si rende ormai necessario, a causa delle continue
problematiche che si stanno verificando nelle regioni limitrofe (vedi
Campania) ed anche in alcuni comuni della nostra regione (vedi Foggia), di
interruzione del servizio di raccolta dei rifiuti urbani.
Tale situazione si può verificare per varie cause, che vanno dallo
sciopero degli operatori addetti alla raccolta rifiuti, fino alla situazione
derivante come riflesso da cause più gravi che possono portare al blocco ed
isolamento del centro urbano, vedi blocco della discarica di riferimento,
nevicate, disastri idrogeologici e qualsiasi situazione che possa portare al
blocco delle vie di comunicazione, con conseguente isolamento del centro
urbano.
Le conseguenze di tale rischio si ribaltano direttamente su
problematiche igienico-sanitarie e quindi di salute pubblica.
Non da meno vanno considerati possibili danni derivanti da fenomeni
di vandalismo, tipo incendi dei cassonetti e dei cumuli di rifiuti
abbandonati, che portano a seri problemi non solo di incendi, ma anche di
salute pubblica.
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Rischio incidenti stradali e trasporti
Bisogna mettere in evidenza che di norma l’incidente stradale può
comportare l’intervento congiunto di personale sanitario, Vigili del Fuoco,
Forze dell’Ordine, ecc… senza che per questo l’evento rientri nell’ambito
della protezione civile.
Può accadere però che l’incidente abbia caratteristiche tali (ad es.
numero di persone e/o di veicoli coinvolti, condizioni ambientali, ecc…),
da rendere necessaria l’attivazione di particolari procedure, proprie del
sistema di protezione civile, in quanto può essere un rischio per il resto
della popolazione e per l’ambiente circostante.
La pericolosità di un incidente stradale che coinvolge sostanze
pericolose, può essere assimilata, come gravità e danno alle persone, a
quelli generati da impianti chimici o, più generalmente, da insediamenti
industriali a rischio.
Le aree interessate dal presente rischio, sono costituite dalle fasce di
territorio a destra e a sinistra dei tratti di strada interessati da traffico di
vettori di sostanze pericolose.
Lo scenario di rischio non è di univoca determinazione a causa delle
elevate variabili in gioco (località, tipo di trasporto, presenza o meno di
sostanze pericolose e loro tipologia, condizioni meteorologiche, presenza di
falde acquifere, popolazione presente etc.). Per tale motivo ci si deve
limitare a descrivere le principali caratteristiche in termini di causa/effetto,
che caratterizzano lo scenario dell’incidente e che possono aiutare ad
impostare l’intervento di protezione civile.
Le cause o concause di incidenti possono essere originate da:
• Fattori meteorologici;
• Fattori antropici;
• Avarie tecniche o di manutenzione dei veicoli o delle strade.
I possibili effetti sul territorio di un incidente stradale sono:
•
•
•
•
•
Interruzione della viabilità pubblica;
Fuoriuscita di sostanza pericolose;
Formazione di nube tossica;
Rischio di contaminazione idrica;
Esplosioni e/o incendi.
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Per il trasporto stradale è in vigore l’Accordo Europeo sul trasporto
internazionale di merci pericolose su strade (A.D.R. - Accord europeen
relatif au transport international des merchandises Dangereuses par
Route).
E’ previsto un metodo codificato di identificazione delle sostanze
pericolose viaggianti su strada (Codice Kemler) mediante l’apposizione sui
veicoli di pannelli di colore arancio, suddivisi in due riquadri: il superiore
riporta il cosiddetto N.I.P. (Numero Identificazione Pericolo) o Kemler,
identificante, con la prima cifra, il tipo di pericolosità principale della
sostanza contenuta (così come indicato nell’A.D.R.), e con la seconda cifra
l’eventuale pericolosità "secondaria" ("0" nel caso non esista un pericolo
secondario); nel riquadro inferiore è riportato il cosiddetto N.I.M., o
numero O.N.U., che identifica la sostanza trasportata.
In una classificazione delle sostanze pericolose trasportate sono
individuati 4 macrosettori:
•
•
•
•
Prodotti chimici, includendo anche gli esplosivi;
G.P.L.;
Fitofarmaci;
Carburanti liquidi (benzina, gasolio, oli combustibili).
138
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CODICE KEMLER
Accordo Europeo relativo al Trasporto Internazionale di Merci
Pericolose su Strada
Rappresenta un metodo codificato di identificazione delle sostanze
pericolose viaggianti su strada o ferrovia.
Le indicazioni fornite riguardano: dannosità alla salute del soccorritore,
equipaggiamento minimo consigliato per la protezione dei soccorritori;
precauzioni da prendere in attesa dei Vigili del Fuoco.
Ai sensi dei Decreti Ministeriali 25/2/’86 e 21/3/86 la codifica delle
materie pericolose è riportata su un pannello arancione (30 X 40 cm) apposto
su cisterne e contenitori trasportati su strada.
Su tali mezzi vengono collocati due tipi di cartelli segnaletici ovvero:
Pannello dei codici di pericolo
Etichetta romboidale di pericolo
Cosa fare in caso di incidente
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Non avvicinarsi
Allontanare i curiosi
Portarsi, rispetto al carro o alla cisterna, sopravvento
Non fumare
Non provocare fiamme né scintille
Non toccare l'
eventuale prodotto fuoriuscito
Non portare alla bocca mani o oggetti "contaminati"
Non camminare nelle pozze del prodotto liquido disperso
Contattare subito il 115 (Vigili del Fuoco)
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Pannello dei codici di pericolo
Il pannello dei codici di pericolo è di colore arancio ed ha forma
rettangolare.
Codice di pericolo
Codice della materia (numero O.N.U.)
Al suo interno riporta due numeri:
1. Il codice di pericolo
E'riportato nella parte superiore ed è formato da due o tre cifre:
•
•
La prima cifra indica il pericolo principale.
La seconda e terza cifra indica il pericolo accessorio.
2. Il codice della materia (numero O.N.U.)
E'riportato nella parte inferiore ed è formato da quattro cifre.
Significato dei codici di pericolo
Pericolo principale
Pericolo accessorio
Pericolo principale
2 - Gas
3 - Liquido infiammabile
4 - Solido infiammabile
5 - Comburente
6 - Tossico
7 - Radioattivo
8 - Corrosivo
9 - Pericolo di reazione violenta spontanea
140
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Pericolo accessorio
1 - Esplosione
2 - Emanazione gas
3 - Infiammabile
5 - Comburente
6 - Tossico
8 - Corrosivo
9 - Reazione violenta (decomposizione spontanea)
Note:
• Quando il pericolo può essere sufficientemente indicato da una sola cifra,
essa è seguita da uno zero;
• Le prime due cifre uguali indicano un rafforzamento del pericolo
principale
• La seconda e terza cifra uguali indicano un rafforzamento del pericolo
accessorio
• La X davanti al codice di pericolo indica il divieto di utilizzare l'
acqua in
caso di incidente, salvo il caso di autorizzazione contraria da parte degli
esperti
Casi particolari:
22 - Gas fortemente refrigerato
44 - Materia infiammabile che, a temperatura elevata, si trova allo stato fuso
90 - Materie pericolose diverse
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Il numero O.N.U.
Codice della materia (numero O.N.U.)
N.
1001
1005
1011
1016
1017
1027
1028
1038
1040
1045
1049
1050
1053
1072
1075
1076
1079
1089
1090
1114
1134
1170
1202
1203
Descrizione
Acetilene
Ammoniaca anidra
Butano
Ossido di carbonio
Cloro
Ciclopropano
Freon 12
Etilene
Ossido di etilene
Fluoro
Idrogeno
Acido cloridrico
Acido solfidrico
Ossigeno
GPL
Fosgene
Anidride solforosa
Acetaldeide
Acetone
Benzolo
Clorobenzene
Alcool etilico
Gasolio
Benzina
N.
1223
1230
1267
1268
1381
1402
1428
1547
1613
1654
1680
1710
1779
1791
1805
1823
1869
1888
1971
2015
2209
2304
2761
9109
Descrizione
Kerosene
Alcool metilico
Petrolio
Olio lubrificanti motori
Fosforo
Carburo di calcio
Sodio
Anilina
Acido cianidrico
Nicotina
Cianuro
Potassio trielina
Acido formico
Ipoclorito di sodio
Acido fosforico
Soda caustica
Magnesio
Cloroformio
Metano
Acqua ossigenata
Formaldeide
Naftalina
DDT
Solfato di rame
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Collocazione dei cartelli di pericolo sui mezzi di trasporto
Di seguito vengono indicate le posizioni dei cartelli di pericolo sui
mezzi di trasporto. Questa posizione è determinata dalle norme A.D.R. e
valgono anche per i containers.
Cisterna montata su
trasportante un'
unica
materia prima.
semirimorchio
Cisterna a comparti separati montata su
motrice
semirimorchio, trasportante nei vari
comparti differenti materie pericolose.
Cisterna montata su semirimorchio
trasportante un'
unica materia prima.
Cisterna a comparti separati montata su
motrice o semirimorchio, trasportante nei
vari
comparti
differenti
materie
pericolose.
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Cartello romboidale di pericolo esposto sui veicoli da trasporto merci
D.P.R. 895 del 20/11/79 - Appendice A.9 (G.U. n. 120 del 3/5/1980 – S.O.)
Esplosivi
Esplodibili
Gas non tossici non infiammabili
Infiammabili (Gas o Liquidi)
Infiammabili (Solidi)
Accensione spontanea
Sviluppo di gas infiammabili a contatto
con l'
acqua
Comburenti (favoriscono l'
incendio)
Tossici
Nocivi
Corrosivi
Radioattivi
Materie pericolose diverse
Rifiuti speciali tossici nocivi
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Rischio blackout
Il termine inglese “Black-out”, ormai molto utilizzato nella lingua
italiana, si usa per indicare un'
interruzione temporanea di energia elettrica
in un determinato territorio. Lo stesso termine è adottato dagli organi di
stampa per descrivere l’esteso o non pianificato disservizio della rete
elettrica.
Come è noto, la grande industrializzazione della società moderna è
basata su un perfetto funzionamento delle reti e dei servizi tecnologici,
risultando, pertanto, molto vulnerabile in caso di loro inefficienza o
interruzione, con particolare riferimento proprio al settore energetico.
Infatti, un'
interruzione prolungata della fornitura di energia elettrica,
in assenza di generatori di emergenza, provoca la paralisi: ascensori e
impianti di riscaldamento bloccati, catena del freddo in tilt (freezer, frigo,
condizionatori), difficoltà nelle comunicazioni telefoniche, mezzi di
comunicazione di massa (televisioni e radio) solo parzialmente in funzione,
computers non utilizzabili, impianti di sicurezza non disponibili, notti buie
nelle strade e nelle case, viabilità in tilt a causa del mancato funzionamento
della segnaletica luminosa, distributori di carburante fermi, interruzione
della rete idrica distributiva ed altro.
Tutto ciò comporta l’insorgere di rallentamenti e l’interruzione delle
attività economiche e, nei casi più gravi, elevati rischi per la sicurezza
pubblica e per le situazioni di utilizzo di apparecchi elettromedicali
salvavita.
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Rischio incidenti su rete distribuzione gas (metanodotti)
Sul territorio comunale è presente una linea principale di trasporto del
metano nella zona nord a circa 3 Km, con direttrice est-ovest, ed una linea
secondaria ad ovest a circa 1,3 Km con direttrice nord-sud.
Su quest’ultima e presente una stazione di controllo in località ‘Difesa
Murge’ in prossimità della S.P. n° 17 a circa 2 Km (vedi Tav. 4 – ‘Carta di
sintesi delle infrastrutture viarie e strategiche e degli elementi sensibili di
tutto il territorio comunale’ nella cartografia in allegato H).
Dalla centrale metano si dirama inoltre una linea di adduzione al
centro urbano lungo la via per Santeramo fino all’ingresso del paese dove
inizia la rete di distribuzione locale.
Sulla rete di distribuzione cittadina sono inoltre presenti delle cabine
di riduzione di pressione e monitoraggio della rete, che contrariamente alla
rete di distribuzione che è completamente interrata, sono esterne e quindi
rappresentano una fonte di rischio più alta.
I rischi connessi alla presenza di una rete di distribuzione gas sono
principalmente: incendio, esplosione di grande entità, emissione di gas.
Tali rischi o eventi sono dovuti a sviluppi incontrollati che si verificano in
condizioni non prevedibili e che danno luogo ad un pericolo grave,
immediato o differito, per la salute umana o per l’ambiente, all’interno o
all’esterno di abitazioni o edifici.
Vanno inoltre considerati anche le situazioni di interruzione
dell’erogazione conseguente a guasti di varia natura con conseguente,
specialmente in periodo invernale, di fermo degli impianti di riscaldamento.
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Rischio sanitario
In questa tipologia di rischio vengono fatte rientrare le problematiche
conseguenti alla trasmissione di malattie infettive e diffusive nella
popolazione umana e animale, parliamo quindi di epidemie.
- Epidemie umane:
• Rischio dell’insorgenza di epidemie (tifo, paratifo, salmonellosi,
ecc...), che trovano veicolo di trasmissione nell’acqua e negli alimenti,
a causa di una riduzione o alterazione temporanea delle condizioni
igienico – sanitarie, dovute a contaminazione accidentale delle acque
della rete di distribuzione idrica cittadina (eventi alluvionali con
contaminazione di suolo e/o acqua da parte di fanghi infetti o
comunque inquinati);
• Distribuzione accidentale e/o dolosa di alimenti contaminati;
• Riduzione delle condizioni igieniche, conseguente alla mancanza di
raccolta rifiuti;
• Contagio derivate da persone che per vari motivi (turistici, lavorativo,
ecc.) si recano in zone affette da malattie a carattere epidemico.
Nota: Trattandosi di una problematica che supera le competenze comunali
in materia è necessario far riferimento alle strutture sanitarie
territorialmente competenti.
- Epidemie animali:
Per quanto riguarda l’ambito animale, assume rilevanza di protezione
civile l’ipotesi dell’insorgenza di focolai epidemici di malattie inserite nella
lista “A” dell’Organizzazione Internazionale Epizoozie (afta epizootica,
pesti suine, influenza aviaria, ecc...), a motivo delle complesse
problematiche di tipo igienico-sanitarie ed economico che ne derivano.
Le eventuali procedure operative devono essere sempre coordinate dal
Servizio Veterinario dell’ASL TA/1 territorialmente competente.
Inoltre, risulta anche importante predisporre di specifici piani di
evacuazione, qualora strutture zootecniche vengano coinvolte da eventi
calamitosi (incendi, allagamenti, terremoti, ecc...), garantendo il
mantenimento di condizioni igienico-sanitarie adeguate nei luoghi di
accoglienza degli animali.
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Una risorsa specifica per la custodia temporanea di animali domestici
è assicurata dal canile comunale ubicato in località ‘Difesella’ in agro di
Laterza.
I summenzionati piani di evacuazione, coordinati dal Comune di
Laterza, dovranno vedere il coinvolgimento delle Associazioni di Categoria
e del Servizio Veterinario dell’ASL TA/1 territorialmente competente.
Infine, sarebbe opportuno aggiornare annualmente i dati relativi agli
allevamenti zootecnici presenti sul territorio comunale
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Rischio incidenti vari (evento qualsiasi)
Rappresentano quegli eventi imprevedibili, di qualsiasi natura, che
possono accadere in qualsiasi istante, per cui la modalità di intervento deve
decidersi al momento.
Possiamo distinguere fondamentalmente due categorie di eventi vari:
• Eventi in cui la popolazione non viene coinvolta
In generale tali eventi si verificano in occasione di caduta di alberi e
rami, crolli di carichi sospesi, allagamenti per occlusione di caditoie, ecc.,
ecc..;
• Eventi in cui la popolazione viene coinvolta
Tali eventi si possono riferire a modesti allagamenti di garage e
scantinati, per difficoltà di captazione del reticolo superficiale, a persone
disperse e non da ultimo a cadute di persona in ‘Gravina’, evento
storicamente riscontratosi nel territorio comunale.
Per questi eventi non è possibile, ai fini della determinazione degli
scenari predefiniti, effettuare un calcolo della popolazione e degli elementi
vulnerabili esposti.
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A.3 - Aree di emergenza
Le aree d’emergenza sono gli spazi e le strutture destinate ad
accogliere la popolazione e ad ospitare i se rvizi essenziali, in c aso di
accadimento dell'evento calamitoso.
Tali aree possono avere caratteristiche polifunzionali, in modo da
svolgere una funzione ordinaria quale ad esempio: mercato settimanale,
attività fieristiche o sportive ed altre secondo le esigenze del comune; ciò
garantisce la continua manutenzione e, in caso di emergenza, il rapido
utilizzo per l'accoglienza della popolazione e/o l'ammassamento delle
risorse necessarie al soccorso ed al superamento dell'emergenza.
Tali aree si distinguono in:
Aree di attesa
Sono i l uoghi di prima accoglienza ed assistenza per la popolazione,
nel periodo immediatamente successivo all'evento, ove vengono date le
prime informazioni ed i primi generi di conforto, in attesa dell’allestimento
delle aree di ricovero.
Si possono utilizzare piazze, slarghi, parcheggi, spazi pubblici o
privati ritenuti idonei e non soggetti a rischio evitando cioè: aree alluvionali,
aree in prossimità di versanti instabili, di crollo di strutture attigue, incendi
boschivi, ecc., facilmente raggiungibili attraverso percorsi sicuri.
Il numero delle aree da scegliere è funzione del numero degli abitanti
e della capacità ricettiva degli spazi disponibili.
Vengono segnalati in verde sulla cartografia e indicati con segnaletica
adeguata sul territorio.
Aree di accoglienza
Sono i l uoghi di sicurezza, in cui possono essere allestiti i primi
insediamenti abitativi, tendopoli, roulottopoli, moduli prefabbricati,
container, ecc., o le strutture, ove alloggiare temporaneamente la
popolazione coinvolta nella catastrofe.
Vengono indicate in rosso sulla cartografia e indicati con segnaletica
adeguata sul territorio.
150
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Possiamo distinguere tre tipi di aree:
• Strutture esistenti: sono tutte quelle strutture pubbliche e/o private in
grado di soddisfare esigenze di alloggiamento della popolazione
(alberghi, centri sportivi, strutture militari, scuole, campeggi ecc.). La
permanenza in queste strutture è temporanea (qualche giorno o alcune
settimane) ed è finalizzata al rientro della popolazione nelle proprie
abitazioni, alla sistemazione in affitto e/o assegnazione di altre
abitazioni, alla realizzazione e allestimento di insediamenti abitativi di
emergenza.
• Tendopoli: questa sistemazione pur non essendo la più confortevole
delle soluzioni per la collocazione dei senza tetto, viene, comunque,
imposta dai tempi stretti dell'
emergenza come la migliore e più veloce
risposta: la permanenza in queste aree non può superare i 2-3 mesi.
• Insediamenti abitativi di emergenza: (prefabbricati e/o sistemi
modulari): questa soluzione alloggiativa, in caso dovesse perdurare il
periodo di crisi, è la successiva sistemazione dei senza tetto dopo il
passaggio nelle strutture esistenti e tendopoli.
Aree di ammassamento
Sono centri di raccolta di uomini e mezzi, per il soccorso della
popolazione; tali aree sono individuate fuori dal centro abitato, per essere
facilmente raggiungibili, anche da mezzi di grosse dimensioni.
Si devono individuare aree non soggette a rischio evitando cioè aree:
soggette ad alluvioni, in prossimità di versanti instabili, adiacenti a strutture
a rischio di crollo, a rischio incendi boschivi, ecc., possibilmente ubicate
nelle vicinanze infrastrutture per l'
approvvigionamento di risorse idriche,
elettriche e per lo smaltimento di acque reflue.
Vengono segnalati in giallo sulla cartografia e indicati con segnaletica
adeguata sul territorio.
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All’interno del territorio comunale sono state individuate le aree più
idonee a svolgere questi compiti, in funzione della loro ubicazione e
dimensione. Nella Fig. n° 17 di seguito riportata e nella Tav. n° 10 nella
cartografia in allegato H, sono riportate l’ubicazione delle Aree di Attesa,
delle Aree di Accoglienza (Ricoveri e Tendopoli) e dell’Area di
Ammassamento individuate.
Fig. n° 17 – Stralcio planimetrico delle aree di emergenza del territorio comunale
Invece nella Tav. n° 10 bis (Carta delle aree di attesa e dei settori
territoriali afferenti) nella cartografia in allegato H, sono riportate
l’ubicazione delle aree di attesa e vengono specificati i ‘settori’ del
territorio urbano alla cui popolazione sono destinate.
La loro scelta è stata effettuata tenendo conto della disponibilità di
aree adeguate sul territorio e attorno ad esse sono stati costruiti i relativi
settori.
152
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A.3.1 - Aree di attesa della popolazione
Nel territorio comunale, sono state identificate le seguenti aree di attesa:
Denominazione
Area di attesa
A01
A02
A03
A04
A05
A06
A07
A08
A09
A10
A11
A12
A13
A14
A15
A16
A17
A18
A19
A20
A21
Ubicazione
Centro sportivo (ex campo di calcio)
Slargo tra via C. Battisti e via G. Dalla
Chiesa
Piazzette antistante scuola 'A. Diaz'
Slargo antistante Uff. Postale e scuola
'Dante A.'
Piazzale Saragat
Piazza V. Emanuele
Largo Fiera antistante 'G. Marconi'
Slargo tra via Papa Paolo I e via Papa G.
XXIII
Porzione Nord di viale Europa
Slargo di via E. Fermi
Piazza Risorgimento
Slargo Chiesa S. Maria la Grande via De
Deo
Piazzale antistante Santuario Mater
Domini
Piazzetta e slarghi lungo via Settembrini
Fine via della Conciliazione angolo via
Pacinotti
Zona P.I.P. incrocio via caduti di Nassiriavia V. Larizza
Via Pineta Comunale area ex maneggio
Slargo laterale inizio ponte via Selva S.
Vito
Slargo rotatoria c/o Penny Market/via C.
Colombo
Cortile interno Liceo 'G. B. Vico'
Slarghi lungo via Convento Cappuccini
(c/o OSMAIRM)
Superficie
(mq)
8784
503
1231
2535
734
4520
3036
960
2399
905
616
646
680
2165
279
743
8829
3613
956
4200
6318
Coordinate
40°37'
53.5249"
16°47'
53.9514"
40°37'
48.4219"
16°48'
01.0238"
40°37'
40.9821"
16°47'
53.4543"
40°37'
35.0695"
16°48'
05.1582"
40°37'
26.8893"
16°47'
56.0103"
40°37'
26.8893"
16°47'
56.0103"
40°37'
36.6895"
16°47'
41.8744"
40°37'
53.6810"
16°47'
42.1670"
40°37'
56.5300"
16°47'
30.3600"
40°37'
40.5603"
16°47'
32.1940"
40°37'
33.4196"
16°47'
37.7475"
40°37'
27.0339"
16°47'
44.6915"
40°37'
25.8799"
16°47'
34.7291"
40°38'
02.6368"
16°48'
07.8738"
40°37'
47.6750"
16°48'
21.5110"
40°38'
06.1941"
16°48'
31.1388"
40°38'
06.0797"
16°49'
02.1110"
40°37'
20.8464"
16°48'
11.5204"
40°37'
13.2374"
16°47'
43.9964"
40°37'
04.1778"
16°47'
46.5279"
40°37'
01.4757"
16°48'
01.6554"
153
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Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ATTESA A01 - Centro sportivo (ex campo di calcio)
Denominazione
Ubicazione
Coordinate
Strade afferenti l’area di riferimento
(Da via Carducci in poi)
Via Carlo Del Prete
(Da
via Puccini a via Roma)
Via D'Annunzio
Via Enrico De Nicola
Via G. Verga
(Da via Carducci in poi)
Via Giacomo Matteotti
Via Giovanni Paisiello
Via Goldoni
Via Papa G. II
Via N. Macchiavelli
(Da via Parini a via Verga)
Via M. Buonarroti
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Centro sportivo (ex campo di calcio)
Via Papa Giovanni II
33N 652084.403633 m E 4499409.71044 m N
Latitudine
40°37'53.5249"
Longitudine
16°47'53.9514"
Via L. Ariosto
Via Madre T. Di Calcutta
Via Parini
Via Pier Paolo Pasolini
Via Puccini
(Da via D’Annunzio in poi)
Via Roma
(Da via D’Annunzio a via Alfieri)
Via Senatore Ruffilli
Via Vittorio Alfieri
Via Monte Sabotino (Da via D’Annunzio a via Papa G. II)
154
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ATTESA A02 - Slargo tra via C. Battisti e via G. Dalla Chiesa
Denominazione
Ubicazione
Coordinate
Strade afferenti l’area di riferimento
Via Bozzi A.
Via Aldo Moro
Via Della Liberta' (da via G. Dalla Chiesa a via Ferraris)
Via G. Rodari
Via Generale Dalla Chiesa
Via Martiri Delle Foibe
Via Nazario Sauro (da via A. Moro a via G. Dalla Chiesa)
Via P. Nenni
Via B. Croce
(da via A. Moro a via Sciesa)
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Slargo tra via C. Battisti e via G. Dalla Chiesa
Via G. dalla Chiesa
33N 652253.776998 m E 4499255.75151 m N
Latitudine
40°37'48.4219"
Longitudine
16°48'01.0238"
Via Sciesa
Via Don P. Tamborrino
Via Torricelli
155
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ATTESA A03 - Piazzette antistante scuola 'A. Diaz'
Denominazione
Ubicazione
Coordinate
Strade afferenti l’area di riferimento
Via Alcide De Gasperi
(da via E. Toti a via G. Carducci)
Via C. Del Prete
(da via C. del Prete a via Roma)
Via Cadorna
(da via C. del Prete a via Roma)
Via Col di Lana
(da via Matteotti a via Roma)
Via Enrico Toti
(da via E. Toti a via G. Carducci)
Via G. Matteotti
(da via Matteotti a via Roma)
Via Giuseppe Mazzini
(da via P. Pia a via Cormons)
Via Magenta
Via Milano
Via Monte San Michele
Via Oscar Romero
(da via Roma a via M. Ortigara)
Via Piave
(da via P. Pia a via A. Moro)
Via Roma
(da via Roma a via D. D’Aosta)
Via Tenente G. Natile
(da via Virgilio a via V. Veneto)
Via Trieste
(da via Roma a via D. D’Aosta)
Via Virgilio
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Piazzette antistante scuola 'A. Diaz'
Via Roma
33N 652080.633094 m E 4499022.69714 m N
Latitudine
40°37'40.9821"
Longitudine
16°47'53.4543"
(da via Roma a via D. D’Aosta)
Via Armando Diaz
(da via Virgilio a via A. Moro)
Via Cesare Battisti
(da via Matteotti a via Roma)
Via Carducci
(da via Matteotti a via Roma)
Via Dogali
(da via Matteotti a via Roma)
Via G. Gonzaga
Via Giovanni Pascoli
(da via Virgilio a via V. Veneto)
Via Gorizia
Via Melegnano
Via M. Sabotino (da via Cormons a via D’Annunzio)
(da via T. Natile a via A. Moro)
Via Nazario Sauro
Via Oslavia
(da via Matteotti a via Roma)
Via Porta Pia
Via Solferino
(da via Virgilio a via V. Veneto)
Via Trento
Via Vittorio Veneto (da via Roma a via M. Ortigara)
(da via Matteotti a via Roma)
Via Cormons
156
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ATTESA A04 – Slargo antistante Uff. Postale e scuola ‘Dante A.’
Denominazione
Ubicazione
Coordinate
Strade afferenti l’area di riferimento
(da via D. D’Aosta a via S. F. D’Assisi)
Via A. Diaz
Via Duca D'aosta
Via Gioacchino Rossini
Via Grotte Giammaria
Via Leonardo Da Vinci
Via Salvo D'acquisto
Via San Giovanni Bosco
Via Vincenzo Monti
(da via M. Ortigara a via S. F. D’Assisi)
Via V. Veneto
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Slargo antistante Uff. Postale e scuola ‘Dante A.’
Via Salvo D’acquisto
33N 652359.338761 m E 4498845.99934 m N
Latitudine
40°37'35.0695"
Longitudine
16°48'05.1582"
(da via Virgilio a via A. Moro)
Via B. Croce
(da via Pirandello a via Da Vinci)
Via E. T. Moneta
(da
via Pirandello a via D’Acquisto)
Via Giotto
Via G. Oberdan (da via D.D’Aosta a via S. F. D’Assisi)
Via L. Pirandello
(da via Pirandello a via A. Moro)
Via San F. D'assisi
Via T. G. Natile (da via D.D’Aosta a via S. F. D’Assisi)
(da via M. Ortigara a via S. F. D’Assisi)
Via Virgilio
157
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ATTESA A05 - Piazzale Saragat
Denominazione
Ubicazione
Coordinate
Strade afferenti l’area di riferimento
Via Costantinopoli
(da via Cavour a piazzale Saragat)
Via Giannone
(da
via V. Veneto a piazzale Saragat)
Via Gorizia
(via Trieste a via S. F. D’Assisi)
Via Monte Santo
Via San F. D'assisi (da via Pirandello a piazzale Saragat)
(da via V. Veneto a piazzale Saragat)
Via Trieste
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Piazzale Saragat
Piazzale Saragat
33N 652207.236926 m E 4498755.18124 m N
Latitudine
40°37'26.8893"
Longitudine
16°47'56.0103"
(da via Moneta a via S. S. Vito)
Via E. T. Moneta
(da via Moneta a via G. Deledda)
Via Giotto
Via G. Deledda
(via Trieste a via S. F. D’Assisi)
Via Sagrado
(da p.le Saragat al ponte via S. S. Vito)
Via S. S. Vito
158
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ATTESA A06 - Piazza V. Emanuele
Denominazione
Ubicazione
Coordinate
Piazza V. Emanuele
Piazza V. Emanuele
33N 652149.571499 m E 4498589.35313 m N
Latitudine
40°37'26.8893"
Longitudine
16°47'56.0103"
Strade afferenti l’area di riferimento
Largo Marco Polo
Piazza Plebiscito
Via Ettore Majorana
Piazza Vittorio Emanuele
Via Alezzo
Via Galilei
Via Amerigo Vespucci
Via Asilo
Via Fontana
Via Bersagliere
Via Campanile
Via Giambattista Vico
Via Carmine
Via Cavour
Via Chiesa
Via C. Colombo
Via Duca Degli Abruzzi
Via Duca Di Genova
Via Giardino
Via Italo Balbo
Via Maddalena
Via Marco Minghetti
Via Marina
Via Mesola
Via M. Santo
Via Monte Cappuccio
Via Monte San Gabriele
Via Monte Scarati
Via Nicola Perrone
Via Orologio
Via Sagrado
Via Ospedale
Via Perez Navarrete
Via San Carlo
Via Ruota Proietti
Via Santo Spirito
Via Vittoria
Via Trento
Vico Chiesa
Vico Como
Vico Marina
Vico Secondo Vado Le Sete
Vico Primo Fornaci
Vico San Carlo
Vico Vittoria
Vico Secondo Fornaci
Vico Vado Le Sete
Via Roma
(da via Porta Pia a via Dante)
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Via Giannone
(da via Dante al Ponte C. C.)
(da via Cavour a via Roma)
Via Gittarola
(da via Trieste a via Roma)
(da via Trieste a via Roma)
159
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ATTESA A07 - Largo Fiera antistante 'G. Marconi'
Denominazione
Ubicazione
Coordinate
Largo Fiera antistante 'G. Marconi'
Largo Fiera
33N 651811.274996 m E 4498884.77211 m N
Latitudine
40°37'36.6895"
Longitudine
16°47'41.8744"
Strade afferenti l’area di riferimento
Via A. Volta
(da via Aquileia a via Manzoni)
Via G. Gonzaga
(da via Matteotti a via Kennedy)
Via C. Del Prete
(da via Toti a via Cormons)
Via Dante A.
(da via Lecce a via G. B. Vico)
Via Dogali
(da via Solferino a Largo Fiera)
Via E. Toti
(da via Matteotti a via Kennedy)
Via G. Matteotti
(da via E. Toti a via Cormons)
Via Mazzini
(da via Solferino a Largo Fiera)
Via Bari
(da via Brescia a Largo Fiera)
Via Cormons
(da via Matteotti a via J.F.K.)
Via Mameli
(da via Volta a via M. Faiti)
Via Don L. Sturzo
(da via Puccini a via Leopardi)
Via Umberto I
(da via Lecce a via G.B.Vico)
Via Papa Giovanni XXIII
(da via Toti a via Cormons)
Via Marconi
(da via Mameli a via Manzoni)
Via Porta Pia
(da via Solforino a via Lecce)
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Via L. Galli
(da via Volta a Largo Fiera)
Via Puccini
(da via Toti a via Manzoni)
Via G. Garibaldi
Via G. Verdi
(da via Toti a via Manzoni)
Via Leopardi
(da via Toti a via Manzoni)
Via Manzoni
Via M. Faiti
(da via Brescia a Largo Fiera)
Via U. Foscolo
Vico Garibaldi
Via Principe Amedeo
Via Lecce
Via Umberto
Via Tripoli
Via Libertini
Via Taranto
Via Mancini
Via Dei Mille
Via Palestro
Via Brescia
160
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ATTESA A08 - Slargo tra via Papa Paolo I e via Papa G. XXIII
Denominazione
Ubicazione
Coordinate
Slargo tra via Papa Paolo I e via Papa G. XXIII
Via Papa Paolo I
33N 651807.456297 m E 4499408.86829 m N
Latitudine
40°37'53.6810"
Longitudine
16°47'42.1670"
Strade afferenti l’area di riferimento
Via Antonio Gramsci
(da via Papa G. XXIII a via C. Del Prete)
Via Carducci
(da via M. Buonarroti a via Puccini)
Via D'annunzio
(da via Papa G. P. I a via M.L.King)
Via J. F. Kennedy
Via Papa G. XXIII (da via Papa Paolo VI a via Papa Paolo I)
(da via Papa G. XXIII a via Del Prete)
Via Col Di Lana
Via Papa Paolo VI (da via P.Giovanni XXIII a via Del Prete)
(da via E. Toti a via G. D’Annunzio)
Via Puccini
(da via Cadorna a via Pasolini)
Via M. Buonarroti
(da
via
Papa
G. XXIII a via Del Prete)
Via Cadorna
(da via E. Toti a via Carducci)
Via Leopardi
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Via M. Luther King
Via G. Papini
Via Papa Pio XII
Via Turati
Via Papa G. Paolo I
161
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ATTESA A09 - Porzione Nord di viale Europa
Denominazione
Ubicazione
Coordinate
Strade afferenti l’area di riferimento
Via Abruzzo
(da via Papa G. XXIII a v.le Europa)
Via Col Di Lana
Via Emilia Romagna
Via F. De Andrè
(da via Papa G. XXIII a v.le Europa)
Via Papa Paolo VI
(da via Papa G. Paolo I a via E. Toti)
Via J. F. Kennedy
Via Lombardia
Via Martiri Di Via Fani
Via Molise
(da via E. Toti a via Carducci)
Via Papa G. XXIII
(da v.le Europa a via Papa G. XXIII)
Via Papa Pio XII
Via Puglia
Via Toscana
Via Valle D'aosta
(da via E. Toti a via G. Russi)
Viale Europa
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Porzione Nord di viale Europa
viale Europa
33N 651807.456297 m E 4499408.86829 m N
Latitudine
40°37'56.5300"
Longitudine
16°47'30.3600"
(da v.le Europa a via Papa G. XXIII)
Via Cadorna
Via E. De Amicis
Via F.lli Calabria
Via G. L. Bernini
Via Giuseppe Russi
Via Lazio
Via M. D'azeglio
(da via Molise alla prima periferia)
Via Matera
Via G. Falcone
Via Piemonte
Via Sardegna
Via Umbria
Via Veneto
162
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ATTESA A10 - Slargo di via E. Fermi
Denominazione
Ubicazione
Coordinate
Strade afferenti l’area di riferimento
(da via M. Rombon fino al Cimitero)
Via Della Pace
Via Enrico Fermi
(da via Kennedy a v.le Europa)
Via Generale Gonzaga
(da via E. Toti a via Filiberto)
Via J. F. Kennedy
Via Ugo La Malfa
Via Monte Grappa
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Slargo di via E. Fermi
via E. Fermi
33N 651581.404229 m E 4498999.49602 m N
Latitudine
40°37'40.5603"
Longitudine
16°47'32.1940"
Via Emanuele Filiberto
(da via Kennedy a v.le Europa)
Via Enrico Toti
Via G. Di Vittorio
(da via Molise a via Volta)
Via Matera
(da via E. Toti a via Matera)
Viale Europa
Via Di Vittorio
163
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ATTESA A11 - Piazza Risorgimento
Denominazione
Ubicazione
Coordinate
Strade afferenti l’area di riferimento
Piazza Risorgimento
Via Bainsizza
Via Corte Moscati
(da via Lecce a P.za Risorgimento)
Via Dante A.
Via Doberdò
Via Foggia
(da via Marconi a via Matera)
Via Marconi
(da via Marconi via Matera)
Via Monte Faiti
Via Monte Rombon
Via Ovile
Via Ronchi
Via Carrera
Via Brindisi
Via Tria
Via Monte Cucola
Via Dell’Aquila
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Piazza Risorgimento
Piazza Risorgimento
33N 651716.37119 m E 4498781.96139 m N
Latitudine
40°37'33.4196"
Longitudine
16°47'37.7475"
Via Aquileia
Via Dalmazia
Via Della Pace
Via Fiume
Via Hermada
Via Isanzio
Via Tagliamento
Via Matera
Via Mater Domini
Via XX Settembre
Via Bari
Via Carnia
Via Volta
Vico Doberdò
Via Cava di Seltz
(da via Rombon a p.za Risorgimento)
(da via Rombon a via Matera)
(da via Volta a p.za Risorgimento)
(da via S.Caterina a p.za Risorgimento)
(da via Matera a via Brescia)
(da via Matera a via Mameli)
(da via Matera a via Mameli)
164
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ATTESA A12 - Slargo Chiesa S. Maria la Grande via De Deo
Denominazione
Ubicazione
Coordinate
Slargo Chiesa S. Maria la Grande via De Deo
via De Deo
33N 651883.538279 m E 4498588.38003 m N
Latitudine
40°37'27.0339"
Longitudine
16°47'44.6915"
Strade afferenti l’area di riferimento
Via Abazia
Via De Deo
Via Madonna La Grande
Via Sicilia
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
165
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ATTESA A13 - Piazzale antistante Santuario Mater Domini
Denominazione
Ubicazione
Coordinate
Strade afferenti l’area di riferimento
Case Sparse Verdazzi
Via Basilicata
(da via Concerie a via Di Vittorio)
Via Aborigeni
(da via Aborigeni al ponte via Colombo)
Via Concerie
( da via Aborigeni a via C. Di Seltz)
Via Doberdo'
Via Lama
(da via Aborigeni a via S. Caterina)
Via Mater Domini
Via Montello
Via Crispi
Via Petrarca
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Piazzale antistante Santuario Mater Domini
via Montrone
33N 651650.192015 m E 4498548.02128 m N
Latitudine
40°37'25.8799"
Longitudine
16°47'34.7291"
Via Carso
Via G. Montrone
Via Magellano
Via Montenero
Via Raffaello Sanzio
Via Zara
Vico Leone
Via Redipuglia
Via Verdazzi
166
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ATTESA A14 - Piazzetta e slarghi lungo via Settembrini
Denominazione
Ubicazione
Coordinate
Strade afferenti l’area di riferimento
Via De Pretis
Via Della Repubblica
Via Galilei Ferraris
Via L. Settembrini
Via Santo Annibale Maria Di Francia
Via Unità D'Italia
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Piazzetta e slarghi lungo via Settembrini
via Settembrini
33N 652405.725008 m E 4499697.38234 m N
Latitudine
40°38'02.6368"
Longitudine
16°48'07.8738"
Via Della Conciliazione
Via G. Amendola
Via L. Galvani
Via Meucci
Via S. Pellico
(da via Castellaneta a via della Libertà)
167
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ATTESA A15 - Fine via della Conciliazione angolo via Pacinotti
Denominazione
Ubicazione
Coordinate
Fine via della Conciliazione angolo via Pacinotti
via della Conciliazione
33N 652735.564018 m E 4499242.58548 m N
Latitudine
40°37'47.6750"
Longitudine
16°48'21.5110"
Strade afferenti l’area di riferimento
Via Della Conciliazione
(da via Della Libertà a verso via Pacinotti)
Via Della Libertà
(da via Ferraris a via Della Conciliazione)
Via E. Berlinguer
Via Pacinotti
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
168
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ATTESA A16 - Zona P.I.P. incrocio via caduti di Nassiria-via V. Larizza
Denominazione
Ubicazione
Coordinate
Zona P.I.P. incrocio via caduti di Nassiria-via V.
Larizza
Via caduti di Nassiria
33N 652950.012968 m E 4499818.29598 m N
Latitudine
40°38'06.1941"
Longitudine
16°48'31.1388"
Strade afferenti l’area di riferimento
Via Della Resistenza
Via Delle Nazioni Unite
Via Don Eustachio Montemurro
Via Pitagora
Via Unita' D'italia
Via Vito Larizza
Via Picasso
Via S. Fitto
Via Caduti di Nassyria
Via della Maiolica
Via Y. Rabin
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
169
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ATTESA A17 - Via Pineta Comunale area ex maneggio
Denominazione
Ubicazione
Coordinate
Via Pineta Comunale area ex maneggio
Via Pineta
33N 653677.674953 m E 4499829.7635 m N
Latitudine
40°38'06.0797"
Longitudine
16°49'02.1110"
Strade afferenti l’area di riferimento
Via Pineta
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
170
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ATTESA A18 - Slargo laterale inizio ponte via Selva S. Vito
Denominazione
Ubicazione
Coordinate
Strade afferenti l’area di riferimento
Case Sparse Selva San Vito
Via A. Aleardi
Via Selva S. Vito
Via Laerte
Via Romita
Via Sandro Pertini
Via Socrate
Via Ulisse
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Slargo laterale inizio ponte via Selva S. Vito
via Selva S. Vito
33N 652517.809328 m E 4498410.47548 m N
Latitudine
40°37'20.8464"
Longitudine
16°48'11.5204"
Contrada Selva S.Vito I Parallela
Via Archita
Via F.lli De Battista
Via Luciano Lama
Via S. Quasimodo
Via Selva San Vito
Via T. Campanella
Strada Comunale 49
171
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ATTESA A19 - Slargo rotatoria c/o Penny market via C. Colombo
Denominazione
Ubicazione
Coordinate
Slargo rotatoria c/o Penny market via C. Colombo
Via C. Colombo
33N 651875.888732 m E 4498162.61439 m N
Latitudine
40°37'13.2374"
Longitudine
16°47'43.9964"
Strade afferenti l’area di riferimento
Case Sparse San Falco
Case Sparse San Pietro
Via S.S. 580 Km.1
Via Convento dei Cappuccini
(da via Borsellino al rudere dell’ex Chiesa)
Via Giuseppe Impastato
Via Michele Giannico
Via San Falco
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
172
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ATTESA A20 - Cortile interno liceo 'G. B. Vico'
Denominazione
Ubicazione
Coordinate
Cortile interno Liceo 'G. B. Vico'
S.P. ex S.S. n° 580
33N 651941.076295 m E 4497884.46465 m N
Latitudine
40°37'04.1778"
Longitudine
16°47'46.5279"
Strade afferenti l’area di riferimento
Liceo 'G.B. Vico'
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
173
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ATTESA A21 - Slarghi lungo via Convento Cappuccini (c/o OSMAIRM)
Denominazione
Ubicazione
Coordinate
Slarghi lungo via Convento Cappuccini (c/o
OSMAIRM)
Via Convento Cappuccini
33N 652298.24235 m E 4497808.40762 m N
Latitudine
40°37'01.4757"
Longitudine
16°48'01.6554"
Strade afferenti l’area di riferimento:
Via Convento dei Cappuccini
(da via Borsellino al rudere dell’ex Chiesa)
Via Paolo Borsellino
Centro Riabilitazione OSMAIRM
Via Martiri di Tienamen
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
174
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
A.3.2 – Aree di accoglienza della popolazione
Le aree di accoglienza costituite da strutture esistenti sono state
individuate tra le palestre delle scuole, le strutture ricettive private e le
chiese di recente costruzione, presenti sul territorio.
Di seguito l’elenco delle strutture da adibirsi ad Aree di Ricovero:
Denominazione
aree di ricovero
R01
R02
R03
R04
R05
R06
R07
R08
R09
R10
R11
R12
R13
R14
R15
R16
R17
R18
R19
R20
Ubicazione
Palestra 'Michelangelo'
Palestra 'A. Dante'
Palestra 'A. Diaz'
Palestra 'G. Marconi'
Palestra liceo 'G. B. Vico'
Scuola 'C. Collodi'
Scuola 'G. Rodari'
Liceo artistico/Istituto d'Arte 'G. B.
Vico'
Tensostruttura 'M. Corrado' (c/o liceo
'G. B. Vico')
Tenuta dell'Aquila
Sala ricevimenti 'Villa dei Principi'
B & B 'Il Melograno'
B & B 'Mater Domini'
B & B 'Iris'
B & B 'Nonna Maria'
B & B 'Masseria Cappotto'
Agriturismo 'Sierro lo Greco'
Chiesa dello Spirito Santo e Oratorio
Chiesa Santa Croce
Casa del Pellegrino
Superficie
(mq)
872
420
411
355
514
2.243
1.909
2.210
567
3.459
14.215
1.465
153
196
124
1.615
978
3.186
990
-
Coordinate
40°37'
29.4220"
16°48'
01.4304"
40°37'
35.7663"
16°48'
09.2164"
40°37'
40.2118"
16°47'
56.4235"
40°37'
38.1462"
16°47'
39.9606"
40°37'
04.8485"
16°47'
45.6746"
40°37'
51.5611"
16°47'
43.1829"
40°37'
38.3359"
16°47'
31.8048"
40°37'
59.7610"
16°48'
15.6957"
40°37'
03.3946"
16°47'
44.9708"
40°37'
17.1236"
16°46'
54.6957"
40°36'
46.7849"
16°47'
05.0360"
40°37'
26.0075"
16°47'
27.7232"
40°37'
21.3488"
16°47'
32.3795"
40°37'
29.0001"
16°47'
49.6472"
40°37'
23.5386"
16°47'
51.8479"
40°35'
56.4970"
16°47'
51.5756"
40°36'
11.2046"
16°47'
08.5609"
40°37'
52.3134"
16°47'
29.9185"
40°37'
41.3191"
16°47'
51.9271"
40°37'
28.0364"
16°47'
33.6395"
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
175
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
Le Aree di Accoglienza ove saranno installati i primi insediamenti
abitativi, tendopoli e/o roulettopoli sono state individuate nei seguenti siti:
Denominazione
Tendopoli e/o
roulettopoli
T01
T02
T03
T04
T05
Ubicazione
Slargo antistante il cimitero
Parcheggio sala ricevimenti 'Raphael'
Slargo fine viale Europa
Parcheggio Tenuta dell'Aquila
Zona parcheggio Oasi 'Lipu'
Superficie
(mq)
6.657
1.170
6.791
3.688
9.232
Coordinate
40°37'
38.4391"
16°47'
21.0637"
40°37'
13.3225"
16°47'
24.7889"
40°37'
55.8254"
16°47'
31.1661"
40°37'
15.5336"
16°46'
56.8128"
40°37'
09.3348"
16°48'
33.3733"
Per le aree sprovviste di servizi, o comunque insufficienti per il numero
di persone ospitate, si dovrà provvedere immediatamente all'
installazione di
bagni chimici e di cisterne di acqua se necessario.
176
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA R01 - Palestra 'Michelangelo'
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Detentore della Risorsa:
Recapito:
Caratteristiche dell’area
Capacità posti letto
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
Palestra scuola I° grado 'Michelangelo'
Via Selva S. Vito
33N 652275.319402 mE 4498670.05758 mN
Latitudine:
40°37'29.4220"
Longitudine:
16°48'01.4304"
Comune di Laterza
Scuola Michelangelo 099/8216947
Comune di Laterza 099/8297911
Superficie coperta (mq)
Superficie esterna (mq)
600 ca
170 ca
SI
NO
X
X
X
X
177
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA R02 - Palestra 'A. Dante'
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Detentore della Risorsa:
Recapito:
Caratteristiche dell’area
Palestra Scuola di I° grado 'Dante'
Via Leonarda Da Vinci
33N 652454.245327 mE 4498869.43875 mN
Latitudine:
40°37'35.7663"
Longitudine:
16°48'09.2164"
Comune di Laterza
Scuola Dante 099/8218031
Comune di Laterza 099/8297911
Superficie coperta (mq)
Superficie esterna (mq)
400 ca
Capacità posti letto
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
110 ca
SI
NO
X
X
X
X
178
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA R03 - Palestra 'A. Diaz'
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Detentore della Risorsa:
Recapito:
Caratteristiche dell’area
Palestra Scuola Primaria e Infanzia 'A. Diaz'
Via Roma n° 59
33N 652150.876676 mE 4499000.36860 mN
Latitudine:
40°37'40.2118"
Longitudine:
16°47'56.4235"
Comune di Laterza
Scuola Diaz 099/8216127
Comune di Laterza 099/8297911
Superficie coperta (mq)
Superficie esterna (mq)
400 ca
Capacità posti letto
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
110 ca
SI
NO
X
X
X
X
179
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA R04 - Palestra G. Marconi'
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Detentore della Risorsa:
Recapito:
Caratteristiche dell’area
Palestra Scuola Primaria 'Marconi'
Via Largo Fiera
33N 651765.392984 mE 4498928.77281 mN
Latitudine:
40°37'38.1462"
Longitudine:
16°47'39.9606"
Comune di Laterza
Scuola Marconi 099/8296230
Comune di Laterza 099/8297911
Superficie coperta (mq)
Superficie esterna (mq)
300 ca
Capacità posti letto
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
85 ca
SI
NO
X
X
X
X
180
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA R05 - Palestra liceo 'G. B. Vico'
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Detentore della Risorsa:
Recapito:
Caratteristiche dell’area
Palestra Liceo Statale 'G. B. Vico'
S.P. ex S.S. n° 580 via per Ginosa
33N 651920.603076 mE 4497904.73622 mN
Latitudine:
40°37'04.8485"
Longitudine:
16°47'45.6746"
Comune di Laterza
Liceo ‘G. B. Vico’ 099/8216271
Comune di Laterza 099/8297911
Superficie coperta (mq)
Superficie esterna (mq)
450 ca
Capacità posti letto
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
125 ca
SI
NO
X
X
X
X
181
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA R06 - Scuola 'C. Collodi'
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Detentore della Risorsa:
Recapito:
Caratteristiche dell’area
Capacità posti letto
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
Scuola Infanzia 'Collodi'
Via M. Buonarroti
33N 651832.657741 mE 4499343.98346 mN
Latitudine:
40°37'51.5611"
Longitudine:
16°47'43.1829"
Comune di Laterza
Scuola 'Collodi' 099/8296527
Comune di Laterza 099/8297911
Superficie coperta (mq)
Superficie esterna (mq)
800 ca
1.000 ca
200 ca
SI
NO
X
X
X
X
182
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA R07 - Scuola 'G. Rodari'
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Detentore della Risorsa:
Recapito:
Caratteristiche dell’area
Scuola Infanzia 'Rodari'
Via U. La Malfa
33N 651573.658363 mE 4498930.71569 mN
Latitudine:
40°37'38.3359"
Longitudine:
16°47'31.8048"
Comune di Laterza
Scuola 'Rodari' 099/8216678
Comune di Laterza 099/8297911
Superficie coperta (mq)
Superficie esterna (mq)
450 ca
Capacità posti letto
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
120 ca
SI
NO
X
X
X
X
183
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA R08 - Liceo artistico/Istituto d'Arte 'G. B. Vico'
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Detentore della Risorsa:
Recapito:
Caratteristiche dell’area
Capacità posti letto
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
Liceo Artistico / Istituto d'Arte 'G. B. Vico'
Via della Conciliazione n° 26
33N 652591.297600 mE 4499612.47073 mN
Latitudine:
40°37'59.7610"
Longitudine:
16°48'15.6957"
Comune di Laterza
Liceo Artistico 099/8216132
Comune di Laterza 099/8297911
Superficie coperta (mq)
Superficie esterna (mq)
800 ca
1.400 ca
200 ca
SI
NO
X
X
X
X
184
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA R09 - Tensostruttura 'M. Corrado'
(C/o Liceo 'G. B. Vico')
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Detentore della Risorsa:
Recapito:
Caratteristiche dell’area
Tensostruttura 'Mauro Corrado'
S.P. ex S.S. n° 580 via per Ginosa (presso
Liceo ‘G. B. Vico’)
33N 651904.981286 mE 4497859.56691 mN
Latitudine:
40°37'03.3946"
Longitudine:
16°47'44.9708"
Comune di Laterza
Liceo ‘G. B. Vico’ 099/8216271
Comune di Laterza 099/8297911
Superficie coperta (mq)
Superficie esterna (mq)
550 ca
Capacità posti letto
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
150 ca
SI
NO
X
X
X
X
185
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA R10 - Tenuta dell'Aquila
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Detentore della Risorsa:
Recapito:
Caratteristiche dell’area
Capacità posti letto
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
Tenuta dell'Aquila
Via S. Falco
33N 650715.052731 mE 4498258.89807 mN
Latitudine:
40°37'17.1236"
Longitudine:
16°46'54.6957"
Privato
099/8296842
349/4505548
Superficie coperta (mq)
Superficie esterna (mq)
8/10 ca
SI
NO
X
X
X
X
186
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA R11 - Sala ricevimenti 'Villa dei Principi'
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Detentore della Risorsa:
Recapito:
Caratteristiche dell’area
Capacità posti letto
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
Sala ricevimenti 'Villa dei Principi'
Località Parco Rizzuto sn - EX S.S. 580 Km 1
33N 650976.989059 mE 4497328.29100 mN
Latitudine:
40°36'46.7849"
Longitudine:
16°47'05.0360"
Privato
tel: 099/8218283
fax: 099/8218283
Superficie coperta (mq)
Superficie esterna (mq)
10/12 ca
SI
NO
X
X
X
X
187
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA R12 - B & B 'Il Melograno'
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Detentore della Risorsa:
Recapito:
B & B 'Il Melograno'
Via Via Verdazzi n. 13
33N 651485.504326 mE 4498548.60203 mN
Latitudine:
40°37'26.0075"
Longitudine:
16°47'27.7232"
Privato
334/8694520
Caratteristiche dell’area
Superficie coperta (mq)
Capacità posti letto
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
Superficie esterna (mq)
8/10 ca
SI
NO
X
X
X
X
188
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA R13 - B & B 'Mater Domini'
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Detentore della Risorsa:
Recapito:
B & B 'Mater Domini'
Via Giuseppe Montrone n° 6/a
33N 651597.832373 mE 4498407.17356 mN
Latitudine:
40°37'21.3488"
Longitudine:
16°47'32.3795"
Privato
349/4276664
Caratteristiche dell’area
Superficie coperta (mq)
Capacità posti letto
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
Superficie esterna (mq)
6/8 ca
SI
NO
X
X
X
X
189
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA R14 - B & B 'Iris'
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Detentore della Risorsa:
Recapito:
Caratteristiche dell’area
Capacità posti letto
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
B & B 'Iris'
Via Cristoforo Colombo, 8
33N 651998.735847 mE 4498651.38861 mN
Latitudine:
40°37'29.0001"
Longitudine:
16°47'49.6472"
Privato
tel: 099/8218256
fax: 099/9871453
Superficie coperta (mq)
Superficie esterna (mq)
6/8 ca
SI
NO
X
X
X
X
190
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA R15 - B & B 'Nonna Maria'
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Detentore della Risorsa:
Recapito:
Caratteristiche dell’area
Capacità posti letto
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
B & B 'Nonna Maria'
Via Asilo, 56
33N 652053.884630 mE 4498484.03323 mN
Latitudine:
40°37'23.5386"
Longitudine:
16°47'51.8479"
Privato
tel: 339/6812424
fax: 099/8297566
Superficie coperta (mq)
Superficie esterna (mq)
4/6 ca
SI
NO
X
X
X
X
191
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA R16 - B & B 'Masseria Cappotto'
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Detentore della Risorsa:
Recapito:
B & B ‘Masseria Cappotto’
S.P. n° 8 - km 2,7
33N 652102.319811 mE 4495799.86609 mN
Latitudine:
40°35'56.4970"
Longitudine:
16°47'51.5756"
Privato
099/8296600
Caratteristiche dell’area
Superficie coperta (mq)
Capacità posti letto
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
Superficie esterna (mq)
6 ca
SI
NO
X
X
X
X
192
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA R17 - Agriturismo 'Sierro lo Greco'
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Detentore della Risorsa:
Recapito:
Agriturismo 'Sierro lo Greco'
S.P. ex S.S.n° 580 Km 2,5
33N 651082.087387 mE 4496232.81181 mN
Latitudine:
40°36'11.2046"
Longitudine:
16°47'08.5609"
Privato
338/4527592
Caratteristiche dell’area
Superficie coperta (mq)
Capacità posti letto
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
Superficie esterna (mq)
6/8 ca
SI
NO
X
X
X
X
193
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA R18 - Chiesa dello Spirito Santo e Oratorio
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Chiesa dello Spirito Santo e Oratorio
Via B. Powell
33N 651520.562453 mE 4499360.82832 mN
Latitudine:
40°37'52.3134"
Longitudine:
16°47'29.9185"
Detentore della Risorsa:
Recapito:
Caratteristiche dell’area
Superficie coperta (mq)
Superficie esterna (mq)
400 ca
800 ca
SI
NO
Capacità posti letto
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
X
X
X
X
194
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA R19 - Chiesa Santa Croce
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Chiesa Santa Croce
Via Roma
33N 652044.540034 mE 4499032.35406 mN
Latitudine:
40°37'41.3191"
Longitudine:
16°47'51.9271"
Detentore della Risorsa:
Recapito:
099/826153
Caratteristiche dell’area
Superficie coperta (mq)
Superficie esterna (mq)
300 ca
120 ca
SI
NO
Capacità posti letto
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
X
X
X
X
195
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA R20 - Casa del Pellegrino
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Detentore della Risorsa:
Recapito:
Caratteristiche dell’area
Capacità posti letto
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
Casa del Pellegrino
Via Aborigeni n° 99
33N 651623.236887 mE 4498613.99749 mN
Latitudine:
40°37'28.0364"
Longitudine:
16°47'33.6395"
Santuario ‘Mater Domini’
Amministrazione Santuario ‘Mater Domini’
Referente: sig. BOZZA Angelo 347/4452252
Superficie coperta (mq)
Superficie esterna (mq)
120 ca
-
7 (foresteria)
34 (salone multimediale)
SI
NO
X
X
X
X
196
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA T01 - Slargo antistante il cimitero
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Detentore della Risorsa:
Recapito:
Slargo antistante il cimitero
Via della Pace
33N 651321.238872 mE 4498928.76259 mN
Latitudine:
40°37'38.4391"
Longitudine:
16°47'21.0637"
Comune di Laterza
Comune di Laterza 099/8297911
Caratteristiche dell’area
Superficie coperta (mq)
Superficie esterna (mq)
6.657 ca
Capacità posti letto (tendopoli
completa di strade e servizi)
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
220 ca
SI
NO
X
X
X
X
197
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA T02 - Parcheggio sala ricevimenti 'Raphael'
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Detentore della Risorsa:
Recapito:
Caratteristiche dell’area
Parcheggio sala ricevimenti 'Raphael'
Via S. Falco
33N 651424.521944 mE 4498156.03939 mN
Latitudine:
40°37'13.3225"
Longitudine:
16°47'24.7889"
Privato
Sala Raphael: tel: 099/8218169
fax: 099/8299175
Superficie coperta (mq)
Superficie esterna (mq)
1.170 ca
Capacità posti letto (tendopoli
completa di strade e servizi)
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
40 ca
SI
NO
X
X
X
X
198
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA T03 - Slargo fine viale Europa
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Detentore della Risorsa:
Recapito:
Caratteristiche dell’area
Slargo fine viale Europa
Viale Europa
33N 651547.665108 mE 4499469.72399 mN
Latitudine:
40°37'55.8254"
Longitudine:
16°47'31.1661"
Privato
Superficie coperta (mq)
Superficie esterna (mq)
6.791 ca
Capacità posti letto (tendopoli
completa di strade e servizi)
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
220 ca
SI
NO
X
X
X
X
199
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA T04 - Parcheggio Tenuta dell'Aquila
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Detentore della Risorsa:
Recapito:
Caratteristiche dell’area
Parcheggio Tenuta dell'Aquila
Via S. Falco
33N 650765.789281 mE 4498210.87550 mN
Latitudine:
40°37'15.5336"
Longitudine:
16°46'56.8128"
Privato
099/8296842
349/4505548
Superficie coperta (mq)
Superficie esterna (mq)
3.688 ca
Capacità posti letto (tendopoli
completa di strade e servizi)
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
120 ca
SI
NO
X
X
X
X
200
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI ACCOGLIENZA T05 - Zona parcheggio Oasi 'Lipu'
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Detentore della Risorsa:
Recapito:
Zona parcheggio Oasi 'Lipu'
Via Selva S. Vito
33N 653038.568122 mE 4498066.04154 mN
Latitudine:
40°37'09.3348"
Longitudine:
16°48'33.3733"
Comune di Laterza
Comune di Laterza 099/8297911
Caratteristiche dell’area
Superficie coperta (mq)
Superficie esterna (mq)
9.232 ca
Capacità posti letto (tendopoli
completa di strade e servizi)
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
250 ca
SI
NO
X
X
X
X
201
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
Tabella delle correlazioni tra le Aree di Attesa e le Aree di Accoglienza (Ricoveri/Tendopoli)
Aree di Attesa
A01
A02
A03
A04
A05
A06
A07
A08
A09
A10
A11
A12
A13
A14
A15
A16
A17
A18
A19
Aree di Accoglienza - Ricoveri
R01 R02 R03 R04 R05 R06 R07 R08 R09 R10 R11 R12 R13 R14 R15 R16 R17 R18 R19 R20
Posti letto
170 110 110
Abitanti
.
1084
408
x
1600
x
1471
x
504
x
1486
x
1830
980
1359
485
725
172
x
583
400
166
230
73
326
x
138
85
125 200 120 200 150
10
12
10
8
8
6
6
8
114
x
85
41
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
A20 (**)
820
x
x
A21
436
x
x
x
x
x
x(*) x(*)
x
x
x
x
x
x
x
x
x
220 40 220 120 250
x
x(*) x(*)
x
Tendopoli
T01 T02 T03 T04 T05
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
NOTE:
(*) Le Aree di Accoglienza R14, R15 potrebbero non essere utilizzabili in caso di sisma.
(**) Per gli alunni del Liceo ‘G. B. Vico’ è necessario far riferimento alle zone di residenza per il ricongiungimento familiare.
N.B.: I
DATI IN TABELLA COSTITUISCONO UNO SCHEMA DI BASE PER LA CORRELAZIONE TRA LE AREE DI ATTESA E LE AREE DI ACCOGLIENZA. SARÀ NECESSARIO PROCEDERE AD UNA
VALUTAZIONE DI DETTAGLIO IN BASE ALLO SPECIFICO EVENTO DI EMERGENZA, VALUTANDO LA REALE DISPONIBILTÀ E FR UIBILITÀ DELLE AREE DI ATTESA E DELLE AREE DI
ACCOGLIENZA IVI RIPORTATE.
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
202
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
A.3.3 – Area di ammassamento dei soccorritori
L’Area di Ammassamento per i soccorritori individuata nel presente
piano è ubicata presso lo Stadio Comunale ‘Madonna delle Grazie’ ed aree
attigue, rappresentate da ampi parcheggi ed aree a verde.
Essa è un’area risultata idonea per dimensione, ubicazione rispetto alle
principali arterie stradali, assenza di rischi specifici e disponibilità di risorse
idriche, elettriche e smaltimento acque reflue, per la presenza anche della
fogna pluviale.
Denominazione
Ubicazione
Superficie
(mq)
Coordinate
AM01
Stadio comunale 'Madonna delle Grazie'
parcheggi ed aree adiacenti
47.402
40°38'
37.4600"
16°47'
32.5590"
203
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
AREA DI AMMASSAMENTO AM01 - Stadio comunale 'Madonna
delle Grazie' parcheggi ed aree adiacenti
Detentore della Risorsa:
Recapito:
Stadio comunale 'Madonna delle Grazie',
parcheggi ed aree adiacenti
Via per Santeramo
33N 651554.223397 mE 4500754.24847 mN
Latitudine:
40°38'37.4600"
Longitudine:
16°47'32.5590"
Comune di Laterza
Comune di Laterza 099/8297911
Caratteristiche dell’area
Superficie coperta (mq)
Superficie esterna (mq)
1.400
aree adiacenti 14.800
interno stadio 21.000
SI
NO
Denominazione Edificio:
Ubicazione:
Coordinate:
Forniture e sottoservizi
Energia elettrica:
Acqua potabile:
Gas:
Telefono:
X
X
X
X
204
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
Schema di allestimento tendopoli
Di seguito si riportano i criteri guida per la realizzazione di una tendopoli,
trasmessi tramite la circolare del 22 Agosto 1995, dal Ministero dell’Interno –
Direzione Generale della Protezione Civile e dei Servizi Antincendi. Per ulteriori
dettagli si rimanda al Manuale Tecnico per l’allestimento delle Aree di Ricovero
per strutture prefabbricate di Protezione Civile, Presidenza del Consiglio dei
Ministri Dipartimento della Protezione Civile.
Criteri generali di allestimento di un insediamento abitativo di emergenza:
• Lo spazio tra una tenda/piazzola, deve essere di almeno 1 metro, onde
permettere il passaggio di un uomo, la pulizia ed il passaggio di eventuali
tubazioni;
• Il corridoio principale fra le tende deve essere almeno di due metri per
permettere l’agevole movimentazione di merci;
Caratteristiche dei moduli tende:
• Ogni modulo è generalmente composto da 6 tende complete di picchetti, corde,
ecc.;
• Ciascuna tenda occupa una piazzola delle dimensioni di 5x6 metri.
Caratteristiche dei moduli di servizio:
• Sono realizzati con padiglioni (box) mobili per servizi igienici, costituiti con
pannellature coibentate in lamiera zincata preverniciata a caldo e isolati con
l’utilizzo di poliuretano espanso;
• Ogni unità e suddivisa in due parti (uomini e donne), ciascuna fornita di 3 wc,
3 lavabi, 1 doccia;
• Le dimensioni dei box sono: lunghezza 6.50 m, larghezza 2.70 m, altezza 2.50
m;
• Per una tendopoli che debba ospitare 500 persone saranno necessarie almeno
10 unità di servizio.
Caratteristiche dell’intero modulo, comprensivo di tende e servizi:
• La distanza fra i moduli tenda e quelli destinati ai servizi non dovrebbe andare
oltre i 50 metri;
• Sarebbe preferibile che sia prevista una fascia di rispetto di almeno 2 metri
attorno ai moduli di servizio ad uso esclusivamente pedonale.
205
Via Concerie n° 104 – Laterza (TA) – Telefax: 099/8297364 – e-mail: [email protected] - P.E.C.: [email protected]
Comune di Laterza (TA) - PIANO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE
Caratteristiche degli impianti per il servizio mensa:
• Il padiglione mensa si può realizzare con 2 tende delle dimensioni di 12x15 m
ciascuna, disposte in posizione centrale rispetto al campo e affiancate da una
cucina da campo.
Stima della popolazione ospitabile:
• Una tenda contiene al massimo 6 posti letto, tuttavia difficilmente sarà
occupata da sei persone, in quanto ogni tenda sarà assegnata ad un nucleo
familiare con una media di 4/5 membri, ottenendo una possibilità di ricovero di
24/30 persone per ciascun modulo.
WC
WC
WC
WC
WC
WC
WC
WC
Mensa
Cucina
Parcheggi
Dispensa
Sicurezza Campo
e
Deposito Materiali
206
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A.3.4 - Cancelli stradali di ingresso-viabilità-eliporti
I cancelli stradali rappresentano i punti obbligati di passaggio, per
ogni tipo di veicolo, i quali fungono anche da posti, ove deviare il traffico,
per interruzione della direttrice di marcia.
Essi devono essere presidiati da Agenti di Polizia Municipale e/o
Carabinieri, coadiuvati eventualmente da personale del volontariato,
Guardie Giurate.
Fig. n° 17 – Stralcio planimetrico con individuazione cancelli di accesso alle
aree a rischio e percorsi per il raggiungimento area di ammassamento 207
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L’indicazione grafica dei cancelli è riportata nella Tav. 23, degli
allegati cartografici (‘Individuazione cancelli di accesso alle aree a rischio e
percorsi per il raggiungimento dell’area di ammassamento’), mentre di
seguito vengono esplicitati:
• S.S. n° 7 – ‘Bradanico Salenina’ provenienza Castellaneta in
corrispondenza dello svincolo Laterza-Ginosa;
• S.S. n° 7 – ‘Bradanico-Salenina’ provenienza Matera in corrispondenza
dello svincolo Laterza;
• S.P. ex S.S. n° 580 – via per Ginosa in corrispondenza dello svincolo
con la S.P. n° 8;
• S.P. n° 19 – via per Santeramo in corrispondenza del bivio con la S.P.
n° 17 via per Altamura;
• S.P. n° 16 in corrispondenza dell’incrocio con via S. S Vito.
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Viabilità strategica
Sono i percorsi preferenziali, da usare per l’afflusso dei soccorritori e
per il deflusso della popolazione dalle zone dell’emergenza; questi possono
individuarsi nelle strade principali del centro urbano e del territorio
comunale di cui alla relativa cartografia.
La viabilità per l’afflusso dei soccorritori è riportata nella Tav. n° 23,
negli Allegati Cartografici: ‘Individuazione cancelli di accesso alle aree a
rischio e percorsi per il raggiungimento dell’area di ammassamento’.
Tali percorsi sono concepiti in modo da evitare per quanto possibile
l’attraverso del centro urbano, non potendo a priori sapere lo stato dei luoghi
dopo un qualsiasi evento e non dovendo in alcun modo intralciare le
operazioni già in corso.
Sono state inoltre previste delle transenne di blocco del traffico, per
evitare l’accesso al centro urbano da vie secondarie, e dirottarlo verso i
cancelli.
Zona atterraggio elicotteri (o elisuperfici)
Sono luoghi ove è possibile far atterrare e decollare elicotteri, che
vengono usati in emergenza, per rendere immediato il soccorso alla
popolazione coinvolta dalla calamità.
Le aree destinate all’atterraggio degli elicotteri di soccorso, sono state
individuate in funzione delle esigenze previste a tale scopo. In particolare
abbiamo le seguenti aree:
•
•
•
Area limitrofa al campo sportivo ‘Madonna delle Grazie’, già area
di ammassamento AM01;
Parcheggio ‘Penny Market’ (area privata), via S. Falco;
Slargo parte terminale di via Industrie Conte – Zona P.I.P.
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PARTE TERZA: SEZIONE B - LINEAMENTI DELLA PIANIFICAZIONE
I lineamenti della pianificazione sono gli obiettivi indispensabili che il
Sindaco, in qualità di Autorità Comunale di Protezione Civile, deve
conseguire, per fronteggiare una situazione di emergenza, nell'ambito della
direzione unitaria dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione e
garantire così, la prima risposta ordinata degli interventi, per la salvaguardia
della popolazione e del territorio (art. 15 Legge n° 225/1992: “Istituzione del
Servizio nazionale della protezione civile”, modificato dal Decreto-Legge n°
59 del 15 maggio 2012, convertito in legge dalla Legge n° 100 del 12 luglio
2012: “Conversione in legge, con modificazioni, del, recante Disposizioni
urgenti per il riordino della Protezione Civile”).
La strategia operativa da adottare è funzione degli scenari di rischio
considerati, dell'evoluzione in tempo reale dell'evento e della capacità di
risposta all'emergenza, da parte della struttura comunale di Protezione Civile.
Si riportano, qui di seguito, gli obiettivi principali da conseguire, per
garantire un’efficace gestione dell'emergenza:
B.1
B.2
B.3
Coordinamento operativo comunale
Salvaguardia della popolazione
Rapporti tra le Istituzioni locali per l’attività amministrativa e supporto
all’attività di emergenza
B.4 Informazione alla popolazione
B.5 Salvaguardia delle strutture ed infrastrutture a rischio e sistema
produttivo locale
B.6 Ripristino della viabilità e dei trasporti – Controllo del traffico
B.7 Funzionalità delle telecomunicazioni
B.8 Ripristino dei servizi essenziali
B.9 Censimento e salvaguardia dei Beni Culturali
B.10 Modulistica per il censimento dei danni a persone e cose
B.11 Relazione giornaliera dell’intervento
B.12 Struttura dinamica del piano provinciale: aggiornamento dello
scenario ed esercitazioni
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B.1 - Coordinamento Operativo Comunale (C.O.C.)
Il Sindaco è Autorità Comunale di Protezione Civile (art. 15 della
Legge n° 225/1992: “Istituzione del Servizio nazionale della protezione
civile”, modificato dal Decreto-Legge n° 59 del 15 maggio 2012, convertito
in legge dalla Legge n° 100 del 12 luglio 2012: “Conversione in legge, con
modificazioni, del, recante Disposizioni urgenti per il riordino della
Protezione Civile”).
Al verificarsi dell’emergenza assume la direzione dei servizi di
emergenza che insistono sul territorio del Comune e il coordinamento dei
servizi di soccorso e di assistenza alle popolazioni colpite.
Egli si avvale del Centro Operativo Comunale (C.O.C.) per la direzione
ed il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione
colpita.
La sede del Centro Operativo Comunale (C.O.C.) è individuata presso
la Casa Comunale ubicata in Piazza Plebiscito, negli uffici della Polizia
Municipale. La sede alternativa-sostitutiva, in caso di necessità, è stata
individuata presso la Cittadella della Cultura del Comune di Laterza.
Il Centro Operativo Comunale (C.O.C.) è l’organo collegiale, con
compiti di supporto e decisionali, di cui il Sindaco si avvale per
l’espletamento delle sue funzioni ed attribuzioni in materia di Protezione
Civile.
I collegamenti con la Regione, Provincia, Prefettura - U.T.G. di Taranto,
con le componenti e strutture operative di Protezione Civile, ovvero Vigili
del Fuoco, Corpo Forestale dello Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza,
Polizia di Stato, Polizia Provinciale, A.S.L. TA/1, Comuni limitrofi, con le
associazioni di volontariato, avvengono attraverso i seguenti recapiti
telefonici:
Recapiti telefonici Sindaco: 099/8297901 (Ufficio)
348/3020114 (Cellulare)
Tel.
Fax
099/8216014
099/8297946
099/8299105
099/8296211
Centro Operativo Comunale (C.O.C.), presso
Comando di Polizia Municipale
Il fax è attivo h. 24 - non presidiato dalle h. 22.00
alle h. 7.30
Recapiti telefonici Coordinatore C.O.C. (Dott. Paolo LARIZZA):
099/8297946 (Ufficio) - 347/2652325(Cellulare)
211
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La struttura del Centro Operativo Comunale (C.O.C.), si configura secondo
nove funzioni di supporto:
- F 1 - Tecnica e di Pianificazione
- F 2 - Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria
- F 3 - Volontariato
- F 4 - Materiali e mezzi
- F 5 - Servizi essenziali e attività scolastica
- F 6 - Censimento danni a persone e cose
- F 7 - Strutture operative locali
- F 8 - Telecomunicazioni
- F 9 - Assistenza alla popolazione
Ogni singola funzione ha un proprio responsabile (e sostituto) che in,
“tempo di pace”, aggiornerà i dati relativi alla propria funzione e, in caso di
emergenza, nell’ambito del territorio comunale, affiancherà il Sindaco nelle
operazioni di soccorso. I responsabili delle funzioni, in caso di assenza e/o
impedimento, sono surrogati da un loro sostituto.
Per il Comune di Laterza, come da Decreto Sindacale n° 03 del 25/02/2013,
i responsabili delle funzioni del Centro Operativo Comunale (C.O.C.) sono
state individuate nelle seguenti persone:
FUNZIONE AUGUSTUS
RESPONSABILE (O SOSTITUTO)
RECAPITI
F 1 – Funzione tecnica e di pianificazione
Ing. Giuseppe CLEMENTE
(Arch. Cosimo Venneri)
347/6092079
339/5393663
F 2- Funzione Sanità, Assistenza
Sociale e Veterinaria
Sanità: Dr. VENERE Domenico
Veterinaria:Dr. TARQUINIO Cosimo
335/1795176
329/422969
F 3 - Volontariato
Sig. Giovanni QUATRARO
(Sig. Arcangelo PERRONE)
349/6682361
335/70467983
F 4 - Materiali e mezzi
Geom. Paolo PERRONE
(Dott. Raffaele FANELLI)
339/8974617
393/5039350
F 5 - Servizi essenziali e attività scolastica
Geom. Giuseppe TUCCI
(Geom. Arcangelo RUSSI)
360/515959
329/0715902
F 6 - Censimento danni a persone e cose
Arch. Cosimo VENNERI
(Geom. Giovanni ACQUASANTA)
339/5393663
335/6312982
F 7 - Strutture operative locali e viabilità
Dott. Paolo LARIZZA
(M.M. Bartolomeo SCARATI M.O. Antonio RUSSO)
347/2652325
347/2652386
347/2652530
Dott.ssa DE VIETRO Adele
(Sig. Arcangelo PERRONE)
320/8593326
335/70467983
F 8 - Telecomunicazioni
F 9 - Assistenza alla popolazione
Dott. Arcangelo LAPOMARDA
(Dott.ssa Maria I. DE MEO)
338/6094395
328/6524873
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Per le Funzioni di Supporto è stabilito quanto segue:
Funzione Tecnica e di Pianificazione
Il referente mantiene e coordina tutti i rapporti tra le varie componenti
scientifiche e tecniche, che svolgono attività sul territorio, cui è richiesta
un’analisi conoscitiva dei rischi presenti sul territorio ed un’interpretazione dei
dati relativi alle reti di monitoraggio.
Di questa funzione fanno parte tecnici comunali, provinciali e regionali, i
responsabili delle reti di monitoraggio locali, unità operative di gruppi nazionali,
uffici periferici dei servizi tecnici nazionali, tecnici e professionisti locali.
Il referente assolve a richieste di sopralluogo.
Funzione Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria
Il referente pianifica e gestisce tutte le problematiche relative agli aspetti
socio-sanitari dell'emergenza, mantiene e coordina tutti i rapporti con i
responsabili della sanità locale e le organizzazioni di volontariato che operano
nel settore sanitario.
Funzione Volontariato
Il referente fornisce uomini, mezzi e materiali a supporto delle operazioni
di soccorso ed assistenza, tiene e coordina tutti i rapporti tra le varie
organizzazioni di volontariato presenti sul territorio, individua i compiti delle
organizzazioni in relazione alla tipologia del rischio da affrontare, alla natura ed
alla tipologia delle attività esplicate dall’organizzazione e dai mezzi a
disposizione.
Funzione Materiali e Mezzi
Il referente tiene un database costantemente aggiornato delle risorse
disponibili in situazioni di emergenza, attraverso il censimento dei materiali e
mezzi presenti sul territorio comunale.
Per ogni risorsa si deve prevedere il tipo di trasporto ed il tempo di arrivo
nell’area di intervento. Nel caso in cui la richiesta di materiali e mezzi non
possa essere fronteggiata a livello locale, il Sindaco rivolgerà richiesta al
Prefetto.
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Funzione Servizi Essenziali ed Attività Scolastica
Il referente provvede ad immediati interventi sulla rete per garantirne
l’efficienza anche in situazioni di emergenza, coordina i rappresentanti di tutti i
servizi essenziali erogati sul territorio comunale e delle istituzioni scolastiche,
monitorandone gli interventi.
Funzione Censimento Danni a Persone e Cose
Il referente fotografa la situazione determinatasi a seguito dell’evento
calamitoso al fine di stabilire gli interventi d’emergenza.
Il censimento dei danni deve essere riferito a persone, edifici pubblici e
privati, edifici e beni monumentali, impianti industriali, servizi essenziali,
attività produttive, opere di interesse culturale, infrastrutture pubbliche,
agricoltura e zootecnia.
Per il censimento di cui sopra il referente si avvale di personale dell’ufficio
tecnico comunale, della provincia, del genio civile, di esperti del settore
sanitario, industriale e commerciale, gruppi tecnici nazionali esperti nel settore
della protezione civile.
È altresì ipotizzabile l’impiego di squadre miste di tecnici del Corpo
Nazionale dei Vigili del Fuoco, servizio Lavori Pubbici, Genio Civile o
l’intervento della comunità scientifica, per le verifiche speditive di stabilità che
dovranno essere effettuate in tempi necessariamente ristretti.
Funzione Strutture Operative Locali e Viabilità
Il referente coordina tutte le componenti locali istituzionalmente preposte
alla viabilità, anche con funzioni di ausilio, ovvero polizia municipale,
volontariato, guardie giurate, ecc..
Nell’emergenza si dovrà inibire il traffico nelle zone a rischio, veicolare i
soccorsi e rifornimenti verso le aree di attesa e ricovero della popolazione e di
ammassamento soccorritori e risorse.
Funzione Telecomunicazioni
Il referente deve predisporre, di concerto con i responsabili territoriali dei
gestori di telefonia fissa e mobile, delle Poste Italiane S.p.a., del Ministero delle
Comunicazioni, con le organizzazioni dei radioamatori locali, una rete di
telecomunicazione non vulnerabile.
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Funzione Assistenza alla Popolazione
Il referente deve conoscere il patrimonio ricettivo locale ed avere un
quadro completo ed aggiornato delle disponibilità di alloggiamento sul territorio
comunale; deve coordinare il personale addetto alle aree di attesa e ricovero
della popolazione e di ammassamento soccorritori e risorse.
Ogni referente mantiene vivo e quindi efficace il P.C.P.C. attraverso il
costante aggiornamento dei dati e delle procedure relative alla propria Funzione
di Supporto.
In caso di emergenza i singoli referenti assumono la veste di operatori
specializzati nell'ambito della propria Funzione di Supporto.
Tutte le Funzioni di Supporto all’occorrenza devono raccordarsi tra di loro.
B.2 - Salvaguardia della popolazione
Sistemi di allarme per la popolazione
Per avvertire la popolazione di un qualsiasi pericolo verranno usati i
seguenti canali:
o
o
o
o
Altoparlanti veicolari;
Sirene dei mezzi di soccorso e forze dell’ordine;
Campane delle chiese;
Tramite sms alla popolazione (in fase di definizione).
Attivazione del presidio territoriale
Il presidio territoriale, intendendosi il sistema di vigilanza sul territorio
comunale, per garantire le attività di ricognizione e di sopralluogo delle aree
esposte a rischio, viene attivato dal Sindaco ed è garantito dal personale
dell’Ufficio di Protezione Civile Comunale (U.C.P.C.).
Il Comandante della P.M. ne indirizza la dislocazione e l’azione,
provvedendo ad intensificarne l’attività, in caso di livelli elevati di criticità.
In caso di necessità, viene immediatamente contattato il referente C.O.C.
della Funzione di Supporto 1 - Tecnica e di Pianificazione, per le attività di
sopralluogo e valutazione delle criticità delle aree soggette a rischio,
dell'agibilità delle vie di fuga e della funzionalità delle aree di emergenza, al
fine di consentire l’adozione delle conseguenti misure di salvaguardia, anche in
raccordo con le strutture operative nazionali (Vigili del Fuoco, Corpo Forestale
dello Stato, ecc.); a seguito dell'evento, il referente C.O.C. della Funzione di
Supporto 1 - Tecnica e di Pianificazione provvede alla delimitazione dell'area
interessata, alla valutazione del rischio residuo ed al censimento del danno.
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Censimento della popolazione
La struttura comunale di P.C. ogni semestre, aggiornerà il proprio database
della popolazione.
All’inizio di ogni stagione estiva ed invernale, i referenti C.O.C. delle
Funzioni di Supporto 3 - Volontariato e 9 - Assistenza alla popolazione devono,
di comune intesa, programmare il calendario dei turni per le associazioni di
volontariato da attivarsi per l'assistenza agli anziani ed i non autosufficienti, per
il rischio calore e rischio neve e/o ghiaccio; il database della popolazione non
autosufficiente sarà aggiornato dalle Funzioni di Supporto 3 e 9, ogni semestre.
Aree di emergenza
Le aree di emergenza individuate di cui al punto A.3, devono essere
immediatamente aggiornate ogni qualvolta si verifica un cambiamento e ne
deve essere verificata almeno semestralmente la funzionalità.
Soccorso ed evacuazione della popolazione
Per gli eventi prevedibili, una volta raggiunta la fase di allarme, le misure
di salvaguardia sono quelle dell’allontanamento della popolazione, dalla zona di
pericolo, con priorità per le persone con ridotta autonomia, ovvero disabili,
anziani, bambini; a tal fine devono essere continuamente aggiornate le
procedure di cui al punto C.4.
B.3 - Rapporti con le istituzioni locali per l’attività amministrativa e
supporto all’attività di emergenza
Tutti gli uffici comunali devono continuare a mantenere l’operatività
amministrativa e provvedere, con immediatezza, ad assicurare i collegamenti fra
gli uffici stessi; devono dare tutto il supporto richiesto al C.O.C. ed alla
cittadinanza.
In caso di inagibilità della sede municipale e della sede principale del
C.O.C., la sede alternativa sarà ubicata presso la Cittadella della Cultura.
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B.4 - Informazione alla popolazione
Il Sindaco, quale Autorità Comunale di Protezione Civile ha il compito
prioritario della salvaguardia della popolazione e della tutela del territorio
comunale. L’art. 12 della Legge n° 265 del 3 agosto 1999 (“Disposizioni in
materia di autonomia e ordinamento degli enti locali”), trasferisce al
Sindaco le competenze del Prefetto in materia di informazione della
popolazione su situazioni di pericolo per calamità naturali).
Anche la legislazione in materia di rischio industriale (D.P.R. 175/’88;
Legge 137/1997 e D.Lgs. 334/1999) sancisce l’obbligo per il Sindaco di
informazione della popolazione.
Comunicare, in questo specifico settore, deve significare soprattutto,
creare un rapporto di fiducia fra chi deve gestire il rischio e chi vi è esposto.
In sostanza occorre farlo in modo efficace: attraverso la comunicazione,
il Sindaco ha il dovere di avere cura dell’interesse pubblico, deve essere in
grado di ottenere dai cittadini, comportamenti collaborativi, per realizzare
tale interesse.
La comunicazione alla popolazione, sia in periodi di normalità
(informazione preventiva), sia in situazioni di emergenza è estremamente
importante, per sviluppare nella popolazione e nei media, la consapevolezza
necessaria alla corretta applicazione delle regole e dei comportamenti
suggeriti nel P.C.P.C..
Il sistema territoriale risulta essere più vulnerabile, rispetto ad un
determinato evento, quanto più basso è il livello di conoscenza della
popolazione, riguardo alla fenomenologia dell'evento stesso, al suo modo di
manifestarsi ed alle azioni necessarie, per mitigarne gli effetti.
L’informazione non dovrà limitarsi solo alla spiegazione scientifica, ma
dovrà fornire indicazioni precise sui comportamenti da tenere dentro e fuori
la propria abitazione o luogo di lavoro.
Gli obiettivi fondamentali dell’attività di informazione che il Sindaco
deve porsi, sono:
- informare i cittadini, sul sistema di Protezione Civile, riguardo la sua
organizzazione e struttura;
- informare i cittadini, riguardo agli eventi e alle situazioni di crisi, che
possono insistere sul territorio comunale;
- informare i cittadini, sui comportamenti da adottare, in caso di
emergenza; la conoscenza dei fenomeni e i comportamenti da seguire
e da non seguire in determinate situazioni di rischio, servono a
radicare nella popolazione, una cultura del comportamento, che è
indispensabile, in concomitanza con un evento di crisi;
- informare e interagire con i media: è importante sviluppare un buon
rapporto con la stampa, sempre e soprattutto, in tempo di normalità.
217
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Per quanto riguarda l'informazione in normalità è fondamentale che il
cittadino delle zone direttamente o indirettamente interessate all'evento,
conosca preventivamente:
- le caratteristiche essenziali di base del rischio, che insiste sul proprio
territorio;
- le disposizioni del P.C.P.C. nell'area in cui risiede;
- come comportarsi prima, durante e dopo l'evento;
- con quale mezzo ed in quale modo verranno diffuse informazioni ed
allarmi.
Per la più importante e delicata fase dell'informazione in emergenza, si
dovrà porre la massima attenzione, sulle modalità di diramazione e sui
contenuti dei messaggi; questi dovranno chiarire principalmente:
- la fase in corso, attenzione, preallarme, allarme;
- la spiegazione di cosa è successo, dove, quando e quali potrebbero essere
gli sviluppi;
- le strutture operative di soccorso impiegate e cosa stanno facendo;
- i comportamenti di autoprotezione per la popolazione.
Il contenuto dei messaggi dovrà essere chiaro, sintetico, preciso,
essenziale; le informazioni dovranno essere diffuse tempestivamente e ad
intervalli regolari; sarà bene comunicare sempre, al fine di limitare il più
possibile il panico nella popolazione che non deve sentirsi abbandonata e
ricavare, invece, che si sta organizzando il primo soccorso e la messa in
sicurezza delle persone colpite.
Il presente documento verrà pubblicato sul sito web del Comune ed è a
disposizione di tutti i cittadini presso il Comando di Polizia Municipale del
Comune di Laterza.
Inoltre, si provvederà ad un programma di informazione alla
popolazione, mediante diffusione di materiale informativo ed incontri
pubblici, in particolare nell’ambito del sistema scolastico territoriale.
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B.5 - Salvaguardia delle strutture ed infrastrutture a rischio e sistema
produttivo locale
Non vi sono nel territorio, strutture ed infrastrutture particolarmente a
rischio.
Per il sistema produttivo locale, si monitorerà frequentemente, in
modo particolare, la zona P.I.P. sulla via per Castellaneta, dove sono
ubicati circa una ventina di attività produttive, gli insediamenti Natuzzi e
Progeva e, per evitare possibili rischi che potrebbero compromettere i
materiali stoccati e l’attività in genere.
In caso di danno, ampio supporto verrà dato ai Vigili del Fuoco ed alle
altre strutture operative competenti.
Si attueranno gli interventi, per il ripristino di quanto danneggiato, con
l'ausilio di ditte private, prioritariamente locali, al fine di ritornare alla
normalità, nel più breve tempo possibile.
B.6 - Ripristino della viabilità e dei trasporti - controllo del traffico
Sul territorio non si sono mai verificate situazioni critiche per la
viabilità, tranne che per la presenza di neve e ghiaccio nella stagione
invernale.
All'accadimento di interruzioni stradali per qualsiasi causa,
immediatamente, si provvederà a segnalare adeguatamente il rischio ed in
attesa del ripristino, al momento, si deciderà la soluzione viaria, alternativa,
più idonea.
Sulla cartografia della viabilità sono evidenziate le principali strade di
comunicazione del territorio comunale.
B.7 - Funzionalità delle telecomunicazioni
In via ordinaria, le comunicazioni fra tutte le componenti del sistema
di P.C. avvengono per via telefonica (fissa e mobile)
In caso di interruzione delle telecomunicazioni, priorità assoluta per il
ripristino sarà data per il C.O.C., per le squadre che operano sul territorio,
gli uffici comunali, l'ospedale, case di cura.
Il referente C.O.C. della Funzione di Supporto 8 – Telecomunicazioni,
si attiverà immediatamente, per rendere funzionante un sistema alternativo
di comunicazioni in modo particolare con la Prefettura - U.T.G. di Taranto,
con la Regione e la Provincia, utilizzando, tutte le risorse immediatamente
disponibili.
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B.8 - Ripristino dei servizi essenziali
Ogni rete erogatrice di servizi essenziali ha un proprio piano di
emergenza; al fine del ripristino dei danni, nel più breve tempo possibile, il
referente C.O.C. della Funzione di Supporto 5 - Servizi essenziali ed attività
scolastica, deve contattare immediatamente i responsabili delle aziende
erogatrici dei servizi; la struttura comunale ed il volontariato daranno il più
ampio supporto all'azienda di servizio interessata.
B.9 - Censimento e salvaguardia dei Beni Culturali
Nel confermare che il preminente scopo del P.C.P.C. è quello di mettere
in salvo la popolazione e garantire con ogni mezzo il mantenimento del
livello di vita “civile”, messo in crisi da una situazione di grandi disagi fisici
e psicologici, è comunque da considerare anche la salvaguardia dei beni
culturali ubicati nelle zone a rischio.
Si dovranno perciò organizzare specifici interventi, per il censimento e
la tutela dei beni culturali, predisponendo specifiche squadre di tecnici, per
la messa in sicurezza di reperti, o altri beni artistici, in aree sicure.
B.10 - Modulistica per il censimento dei danni a persone e cose
La modulistica allegata al presente piano è in parte quella emanata
dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione
Civile e in parte è stata realizzata per il presente lavoro, con il fine di
essere semplice e di facile interpretazione, cercando di prevedere tutte le
specifiche situazioni di rischio che potrebbero accadere.
B.11 - Relazione giornaliera dell’intervento
La relazione sarà redatta dal Coordinatore del Centro Operativo
Comunale e dovrà contenere le sintesi delle attività giornaliere.
I giornalisti verranno costantemente aggiornati dal Sindaco, con una o
più conferenze stampa quotidiane.
Durante la giornata, si dovranno inoltre organizzare, per i giornalisti,
supporti logistici, per la realizzazione di servizi di informazione nelle zone
di operazione.
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B.12 - Struttura dinamica del Piano Comunale di Protezione Civile:
aggiornamento dello scenario ed esercitazioni
Gli elementi fondamentali necessari per tenere vivo un Piano sono:
• le esercitazioni;
• l’aggiornamento periodico.
“Il Piano Comunale di Protezione Civile è uno strumento dinamico e
modificabile in conseguenza dei cambiamenti che il sistema territoriale
(ma anche il sistema sociale e/o il sistema politico-organizzativo) subisce,
e necessita, per essere utilizzato al meglio nelle condizioni di alto stress, di
verifiche, esercitazioni e aggiornamenti periodici”.
“Il processo di verifica e aggiornamento del Piano Comunale di
Protezione Civile può essere inquadrato secondo uno schema
organizzativo ciclico, finalizzato ad affinare e perfezionare in
continuazione la performance e la qualità degli interventi”.
B.12.1 - Esercitazioni di protezione civile
Le esercitazioni devono mirare a verificare, nelle condizioni più
estreme e diversificate, la capacità di risposta di tutte le strutture operative
interessate e facenti parte del modello di intervento, così come previsto dal
Piano.
Le esercitazioni devono essere verosimili, tendere il più possibile alla
simulazione della realtà e degli scenari pianificati.
Le esercitazioni di Protezione Civile sono svolte allo scopo di
verificare il funzionamento del sistema comunale di intervento e di
coinvolgere, con il supporto di tutte le strutture operanti sul territorio
coordinate dal Sindaco.
Allo scopo è opportuno svolgere nel territorio comunale:
• esercitazioni con/senza preavviso per i gestori dell’emergenza;
• esercitazioni congiunte tra le strutture operative comunali e la
popolazione interessata all’evento atteso;
• esercitazioni periodiche del solo sistema di comando-controllo,
anche queste senza preavviso, per una puntuale verifica della
reperibilità dei singoli responsabili delle funzioni di supporto e
dell’efficienza delle comunicazioni, sia a livello comunale che
extracomunale.
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B.12.2 - Aggiornamento del piano di protezione civile
Il Piano Comunale di Protezione Civile (P.C.P.C.) dovrà essere
aggiornato sulla base dei continui mutamenti urbanistici, delle nuove
conoscenze acquisite sui rischi, delle modifiche della struttura
organizzativa comunale, delle revisioni delle procedure di intervento, delle
nuove disposizioni normative in materia. Anche in assenza di modifiche,
è opportuno che il P.C.P.C. sia periodicamente verificato in tutte le sue
parti, compresi:
•
•
•
•
•
logistica evacuati;
informazioni su disabili ed anziani;
nomi, funzioni di emergenza e reperibili;
struttura comando-controllo;
cartografie.
B.12.3 - Schema di verifica ed aggiornamento del piano
Lo schema di verifica e aggiornamento di un P.C.P.C. è pertanto
organizzato come segue:
• redazione delle procedure standard: coincide con la redazione iniziale
del Piano, culminando con l’elaborazione di una matrice
attività/responsabilità dove è individuato “chi fa che cosa”, per ciascuna
figura del Centro Operativo Comunale (C.O.C.);
• addestramento: è l'attività necessaria affinché tutte le strutture operative
facenti parte del sistema di protezione civile siano messe al corrente
delle procedure pianificate dal piano, perché queste risultino pronte ad
applicare quanto previsto;
• applicazione: tenuto conto che la varietà degli scenari non consente di
prevedere in anticipo tutte le opzioni strategiche e tattiche, il momento
in cui il Piano viene messo realmente alla prova è quando viene
applicato nella realtà; in questo caso il riscontro della sua efficacia potrà
essere immediatamente misurato e potranno essere effettuati
adattamenti in corso d’opera;
• revisione e critica: la valutazione dell’efficacia di un Piano deve portare
alla raccolta di una serie di osservazioni che, debitamente incanalate
con appositi strumenti e metodi, serviranno per il processo di revisione
critica; la revisione critica è un momento di riflessione che viene svolto
una volta cessata l'emergenza, e che deve portare ad evidenziare in
modo costruttivo quegli aspetti del Piano che devono essere corretti,
migliorati ed integrati;
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• correzione: dopo il momento di revisione critica la procedura viene
corretta ed approvata ufficialmente.
In conseguenza di quanto sopra, la durata del Piano Comunale di
Protezione Civile (P.C.P.C.) è illimitata, nel senso che non può essere
stabilita una durata predeterminata, ma che obbligatoriamente si deve
rivedere e aggiornare il Piano ogni qualvolta si verifichino mutamenti
nell’assetto territoriale del Comune, o siano disponibili studi e ricerche più
approfondite in merito ai rischi individuati.
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PARTE QUARTA: SEZIONE C- MODELLO DI INTERVENTO
Le procedure di intervento costituiscono quel complesso codificato di
comportamenti, di azioni da compiere con immediatezza ed operazioni, da
avviare in ordine logico e temporale, che consentono di affrontare il primo
impatto di un evento calamitoso, con il minor grado di impreparazione e
con il maggior grado di automatismo possibile.
Per il conseguimento di tale obiettivo è fondamentale la preventiva
conoscenza del proprio compito da parte di ogni persona, ufficio, ente e
organismo deputato ad intervenire alla minaccia o al manifestarsi di una
situazione di emergenza.
Ruolo basilare riveste l'operatore, che riceve la segnalazione o
comunque viene a conoscenza di un qualsiasi pericolo; egli deve
raccogliere il maggior numero di informazioni nel minor tempo possibile,
aiutandosi, con apposito modulo; subito deve informare il Sindaco ed il
Coordinatore dell’Ufficio di Protezione Civile, che in funzione dell’evento,
dispone una perlustrazione del luogo oggetto della notizia da parte di
personale della struttura comunale di polizia municipale e deve innescare
le specifiche funzioni del Centro Operativo Comunale (C.O.C.), per i
successivi interventi da attuarsi.
Le procedure di intervento si caratterizzano, in relazione a:
evento con preavviso (evento atteso), causato da fenomeni, in
generale direttamente connessi o con la situazione meteorologica
(alluvioni, nevicate, ondate calore) o particolari situazioni
geomorfologiche (eventi di tipo franoso, alluvionali), per i quali
esiste la possibilità di previsione con un certo anticipo o preallarmi
innescati a livello Regionale o Provinciale e per cui possono essere
attivate le diverse fasi operative con crescente criticità;
evento senza preavviso (evento probabile), causati da fenomeni
non prevedibili, o c omunque senza preallarme, con evoluzione
estremamente rapida, che richiede l’attivazione diretta della fase di
allarme.
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C.1 - Sistema di comando e controllo
La procedura di attivazione del sistema di comando e controllo è
finalizzata a disciplinare il flusso delle informazioni, provenienti dalle
squadre che monitorano il territorio, al fine di garantire al Sindaco, un
livello adeguato di informazioni, per disporre l'immediato e tempestivo
impiego di risorse a salvaguardia della popolazione e dei beni esposti e
fornire le informazioni alla Prefettura - U.T.G. di Taranto, Regione e
Provincia, utili ad attivare le necessarie ed adeguate forme di concorso.
Fondamentale importanza riveste la fonte della notizia, che deve
quindi sempre essere verificata, da personale facente parte della struttura
comunale di protezione civile.
C.1.1 - Centro Operativo Comunale (C.O.C.)
Il Sindaco, in qualità di Autorità comunale di protezione civile, al
verificarsi dell’emergenza nell’ambito del territorio comunale, si avvale
del Centro Operativo Comunale per la direzione ed il coordinamento dei
servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita.
La sede del Centro Operativo Comunale è individuata presso il
Municipio del Comune di Laterza in Piazza Plebiscito, negli uffici della
Polizia Municipale.
La sede alternativa-sostitutiva, in caso di necessità, è stata
individuata presso la Cittadella della Cultura del Comune di Laterza.
Il Centro Operativo Comunale è l’organo collegiale, con compiti di
supporto e decisionali, di cui il Sindaco si avvale per l’espletamento delle
sue funzioni ed attribuzioni in materia di protezione civile.
La struttura del Centro Operativo Comunale si configura secondo
nove funzioni di supporto:
- F 1 - Tecnica e di Pianificazione
- F 2 - Sanità, Assistenza Sociale e Veterinaria
- F 3 - Volontariato
- F 4 - Materiali e mezzi
- F 5 - Servizi essenziali e attività scolastica
- F 6 - Censimento danni a persone e cose
- F 7 - Strutture operative locali
- F 8 - Telecomunicazioni
- F 9 - Assistenza alla popolazione
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Ogni singola funzione ha un proprio responsabile che in “tempo di
pace”, aggiornerà i dati relativi alla propria funzione ed in caso di emergenza
nell’ambito del territorio comunale, affiancherà il Sindaco nelle operazioni
di soccorso.
Ogni singola funzione ha un proprio responsabile (e sostituto) che in,
“tempo di pace”, aggiornerà i dati relativi alla propria funzione e, in caso di
emergenza, nell’ambito del territorio comunale, affiancherà il Sindaco nelle
operazioni di soccorso.
I responsabili delle funzioni, in caso di assenza e/o impedimento, sono
surrogati da un loro sostituto.
Per il Comune di Laterza, come da Decreto Sindacale n° 03 del
25/02/2013, i responsabili delle funzioni del Centro Operativo Comunale
(C.O.C.) sono state individuate nelle seguenti persone:
FUNZIONE AUGUSTUS
RESPONSABILE (O SOSTITUTO)
RECAPITI
F 1 – Funzione tecnica e di pianificazione
Ing. Giuseppe CLEMENTE
(Arch. Cosimo Venneri)
347/6092079
339/5393663
F 2- Funzione Sanità, Assistenza
Sociale e Veterinaria
Sanità: Dr. VENERE Domenico
Veterinaria:Dr. TARQUINIO Cosimo
335/1795176
329/422969
F 3 - Volontariato
Sig. Giovanni QUATRARO
(Sig. Arcangelo PERRONE)
349/6682361
335/70467983
F 4 - Materiali e mezzi
Geom. Paolo PERRONE
(Dott. Raffaele FANELLI)
339/8974617
393/5039350
F 5 - Servizi essenziali e attività scolastica
Geom. Giuseppe TUCCI
(Geom. Arcangelo RUSSI)
360/515959
329/0715902
F 6 - Censimento danni a persone e cose
Arch. Cosimo VENNERI
(Geom. Giovanni ACQUASANTA)
339/5393663
335/6312982
F 7 - Strutture operative locali e viabilità
Dott. Paolo LARIZZA
(M.M. Bartolomeo SCARATI M.O. Antonio RUSSO)
347/2652325
347/2652386
347/2652530
Dott.ssa DE VIETRO Adele
(Sig. Arcangelo PERRONE)
320/8593326
335/70467983
F 8 - Telecomunicazioni
F 9 - Assistenza alla popolazione
Dott. Arcangelo LAPOMARDA
(Dott.ssa Maria I. DE MEO)
338/6094395
328/6524873
Il Coordinatore del Centro Operativo Comunale (C.O.C.), è stato
nominato nella persona del Comandante della Polizia Municipale, Dott.
Paolo LARIZZA.
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C.1.2 - Compiti per funzioni C.O.C.
Funzione 1 – Tecnica e di pianificazione
Attività propedeutiche in situazione ordinaria:
Individua i rischi presenti nel territorio e produce la relativa
cartografia.
Crea gli scenari per ogni tipo di rischio e ne cura l’aggiornamento.
Individua le aree di protezione civile e ne cura la progettazione
(aree ammassamento soccorritori, aree di attesa, aree di ricovero
per tendopoli, aree di ricovero, magazzini di raccolta).
In emergenza:
Propone gli interventi tecnici utili per mitigare o annullare i rischi
(es. sistemazione argini fluviali, predisposizione di viali
tagliafuoco, …).
Individua i centri e i nuclei di particolare interesse maggiormente
colpiti nei quali adottare piani di recupero.
Adotta le misure necessarie per la salvaguardia del patrimonio
artistico, chiedendo se necessario l’intervento della Prefettura.
Raccoglie e fornisce la cartografia necessaria.
Tiene sotto continuo monitoraggio l’evolversi dell’evento e le
conseguenze che si producono nel territorio.
Verifica/stima la popolazione, i beni e i servizi coinvolti
nell’evento.
Individua la necessità di evacuare la popolazione facendo diramare
l’allarme dalla Funzione 7.
Funzione 2 – Sanità, assistenza sociale e veterinaria
Attività propedeutiche in situazione ordinaria:
Censisce gli inabili residenti nel Comune.
Censisce le strutture sanitarie e ospedaliere.
Si raccorda con gli ospedali e con la pianificazione sanitaria
dell’A.S.L. TA/1 per pianificare le attività coordinate in emergenza.
Il responsabile si impegna a mantenere aggiornati semestralmente i
dati acquisiti.
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In emergenza:
Coordina l’attività d’intervento delle strutture sanitarie e delle
associazioni di volontariato a carattere sanitario.
Contatta gli ospedali per avere la situazione delle disponibilità di
posti letto.
Verifica la presenza di inabili tra la popolazione colpita e provvede
al loro aiuto, con particolare riferimento alla presenza di persone
con patologie a rischio (cardiopatici, asmatici, psichiatrici,
diabetici,…).
Cura la gestione dei posti letto nei campi.
Si raccorda con l’A.S.L. TA/1 per:
l’istituzione, se necessario, di un Posto Medico Avanzato (PMA);
l’apertura h 24 di una farmacia e la presenza di un medico
autorizzato a prescrivere farmaci;
l’assistenza veterinaria e l’eventuale infossamento delle carcasse
di animali.
Controlla le possibilità di ricovero della popolazione eventualmente
da evacuare, comunicando le eventuali carenze alla Prefettura e
specificando anche le esigenze di trasporto, con particolare riguardo
ai disabili.
Informa il direttore del distretto sanitario sull’accaduto, sia per
rendere tempestivi i soccorsi, sia per mantenere attivo il posto
medico anche fuori dall’orario di servizio.
Organizza le attività necessarie al riconoscimento delle vittime e
all’infossamento dei cadaveri.
Funzione 3 – Volontariato
Attività propedeutiche in situazione ordinaria:
Promuove la formazione e lo sviluppo del gruppo comunale di
Protezione Civile.
Organizza corsi ed esercitazioni per la formazione di volontari.
Individua le associazioni di volontariato, le relative risorse ed i
tempi d’intervento.
Il responsabile si impegna a mantenere aggiornati semestralmente i
dati acquisiti.
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In emergenza:
Si coordina con le altre funzioni di supporto per l’impiego dei
volontari.
Provvede all’equipaggiamento dei volontari coordinandosi con la
funzione materiali e mezzi.
Accoglie i volontari giunti da fuori e ne registra le generalità.
Fornisce a tutti i volontari registrati i tesserini di riconoscimento.
Provvede al ricovero dei volontari coordinandosi con la funzione 9,
Assistenza alla popolazione.
Funzione 4 – Materiali, mezzi e risorse umane
Attività propedeutiche in situazione ordinaria:
Censisce gli operai comunali.
Censisce i mezzi di proprietà del Comune.
Censisce i mezzi di ditte private stabilendone i tempi d’intervento.
Aggiorna l’elenco prezzi delle ditte private.
Censisce le ditte detentrici di prodotti utili (Catering, ingrossi
alimentari , sale per le strade, …). per ogni risorsa deve prevedere il
tipo di trasporto, il tempo di arrivo, l’area d’intervento e l’area di
stoccaggio, anche con la realizzazione di prove per individuare i
tempi di risposta, l’affidabilità ed il funzionamento dei mezzi.
Stabilisce un “Regolamento Auto” che descriva le modalità e le
priorità nell’uso delle automobili comunali durante l’emergenza.
Il responsabile si impegna a mantenere aggiornati semestralmente i
dati acquisiti.
In emergenza:
Tiene i rapporti con la Regione e con la Prefettura per le richieste di
materiali in accordo con la Funzione 1.
Verifica lo stato dei materiali in dotazione comunale.
Esegue i lavori di allestimento delle aree individuate per la
sistemazione di roulotte, container e tende.
Cura gli interventi di manutenzione all’interno dei campi.
Aggiorna un elenco dei mezzi in attività e di quelli in deposito
ancora disponibili.
Allerta le ditte che dispongono di materiali e mezzi utili organizza
il loro intervento e si assicura di essere a conoscenza dei numeri di
telefono cellulare e/o radio delle squadre dislocate sul territorio.
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Organizza squadre di operai per la realizzazione di interventi di
somma urgenza e di ripristino.
Di concerto con il Coordinatore del C.O.C. ed il Sindaco, valuta la
quantità ed il tipo di risorse umane operative – tecniche amministrative necessarie a fronteggiare l’emergenza e si adopera
per la ricerca e l’impiego nel territorio.
Organizza le turnazioni del personale operativo, tecnico e
amministrativo.
Attua le predisposizioni per la distribuzione dei mezzi manuali in
quali picconi, badili, carriole, ramazze, sacchetti a terra, sacchi
pieni di segatura.
Se non si dispone di generatori autonomi in dotazione cerca di
reperirli nel proprio territorio prima di segnalarne l’esigenza alla
Prefettura.
Registra l’importo e il tipo di spese sostenute dal Comune per
incarichi a ditte private e acquisto di materiali utili.
Funzione 5 – Servizi essenziali e attività scolastica
Attività propedeutiche in situazione ordinaria:
Censisce gli alunni ed il personale docente e non presso le scuole
comunali.
Mantiene i rapporti con i responsabili delle ditte erogatrici di
servizi essenziali (ENEL, Telecom, ecc ).
Tiene sotto monitoraggio lo stato manutentivo dei servizi a rete.
Effettua studi e ricerche per il miglioramento dell’efficienza dei
servizi.
Organizza incontri periodici con le aziende interessate al fine di
ottimizzare il concorso di uomini e mezzi nelle varie ipotesi di
emergenza, secondo i criteri di garanzia, messa in sicurezza degli
impianti e ripristino dell’erogazione.
Il responsabile si impegna a mantenere aggiornati semestralmente i
dati acquisiti.
In emergenza:
In caso di danneggiamento degli edifici scolastici, si adopera per
rendere possibile lo svolgimento delle attività scolastiche presso
edifici sostitutivi.
Assicura la continuità dell’erogazione dei servizi.
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Si occupa dell’installazione dei collegamenti con le reti principali luce, acqua, metano, e pubblica fognatura – nelle aree di
accoglienza.
Assicura i rifornimenti alimentari ai negozi in grado di svolgere la
normale attività.
Assicura il rifornimento idrico in casi di emergenza da
inquinamento delle falde.
Si adopera affinché siano garantiti i servizi postali e bancario.
In caso di evento atteso, per garantire la salvaguardia del sistema
produttivo locale, il responsabile provvederà ad informare le
principali ditte di produzione locali della possibilità che l’evento si
verifichi perché possano mettere in sicurezza i materiali
deteriorabili.
Funzione 6 – Censimento danni e complessi edilizi
Attività propedeutiche in situazione ordinaria:
Censisce gli edifici pubblici, gli edifici di interesse storico-artistico
e le scuole.
Censisce i professionisti disponibili ad intervenire in caso di
emergenza per la rilevazione dei danni.
Provvede alla creazione di un’adeguata modulistica semplice,
immediata e modificabile per il rilevamento dei danni sulle diverse
casistiche (sisma, dissesto idrogeologico, incidente industriale,
incendio).
Effettua una zonizzazione delle aree e relativa organizzazione
teorica preventiva di squadre di rilevamento danni, composte da
due o tre persone comprese tra tecnici dell’Ufficio Tecnico
Comunale e professionisti.
Il responsabile si impegna a mantenere aggiornati semestralmente i
dati acquisiti.
In emergenza:
Effettua un controllo immediato su scuole ed edifici pubblici per
verificarne l’agibilità.
Accoglie le richieste di sopralluoghi provenienti dai cittadini.
Contatta i professionisti
Organizza le squadre per effettuare i sopralluoghi.
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N.B.: I sopralluoghi, saranno finalizzati alla compilazione di
schede di rilevamento, che dovranno contenere informazioni
riguardanti la proprietà dell’immobile, l’ubicazione (rif.
catastale) ed il tipo di danno riportato. Sulla base delle
schede prodotte saranno programmati gli interventi per il
superamento dell’emergenza.
Predispone delle schede riepilogative dei risultati, con riferimento a:
persone, edifici pubblici e privati, impianti industriali, servizi
essenziali, attività produttive, beni architettonici, infrastrutture
pubbliche, agricoltura e zootecnia anche avvalendosi di esperti nel
settore sanitario, industriale, commerciale e professionisti volontari.
Mantiene i contatti con gli organi scientifici (Università, Ordini
professionali) per un loro eventuale intervento in emergenza.
Giornalmente rende noti i dati sui danni accertati relativamente agli
edifici pubblici, privati, attività produttive e commerciali,
agricoltura, zootecnia ed edifici di rilevanza storico – artistica.
Si coordina con le funzioni 2 e 3 Sanità, Assistenza Sociale e
Volontariato per stimare il numero delle persone evacuate, ferite,
disperse e decedute.
Predispone i provvedimenti amministrativi per garantire la pubblica
e privata incolumità.
Funzione 7 – Strutture operative e viabilità
Attività propedeutiche in situazione ordinaria:
Individua le caratteristiche delle strade principali indicando la
presenza di sottopassi e ponti con le relative misure.
Individua preventivamente la posizione dei posti di blocco (cancelli)
per i vari tipi di rischio ed ipotizza gli itinerari alternativi
producendo la relativa cartografia.
Predispone una pianificazione della viabilità d’emergenza a
seconda delle diverse casistiche
In emergenza:
Allerta e gestisce l’intervento e l’arrivo delle strutture operative
(VV.F., Polizia Municipale, Carabinieri, Forze Armate,
Volontariato).
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Effettua una prima ricognizione subito dopo l’evento con l’aiuto del
personale di P.M. per verificare la tipologia, l’entità ed il luogo
dell’evento. Qualora occorresse una ricognizione aerea si può
richiedere alla Prefettura un intervento specifico.
Dà le disposizioni per delimitare le aree a rischio tramite
l’istituzione di posti di blocco (cancelli) sulle reti di viabilità, allo
scopo di regolamentare la circolazione in entrata ed in uscita
dall’area a rischio; la predisposizione dei posti di blocco dovrà
essere attuata in corrispondenza dei nodi viari, per favorire
manovre e deviazioni.
Giornalmente aggiorna la situazione sulle forze che stanno
lavorando e sugli interventi realizzati durante la giornata.
Assicura il servizio di antisciacallaggio.
Cura la logistica delle strutture operative, assicurando vitto e
alloggio in accordo con le altre funzioni interessate.
Garantisce un costante collegamento e contatto con la Prefettura e
gli altri Organi di Polizia.
Si raccorda con la funzione 3 per l’addestramento dei volontari.
Individua i punti critici del sistema viario e predispone gli
interventi necessari al ripristino della viabilità.
Individua i materiali, i mezzi ed il personale necessario alla messa
in sicurezza della rete stradale e cura i rapporti con le ditte che
eseguono i lavori.
Si occupa di diffondere l’ordine di evacuazione alla popolazione
tramite altoparlanti sulle autovetture della P.M., comunali o di
volontari.
Funzione 8 – Telecomunicazioni
Attività propedeutiche in situazione ordinaria:
Verifica la funzionalità dei collegamenti telematici (Internet, rete
locale), telefonici e della strumentazione informatica comunale.
Accerta la totale copertura del segnale radio nel territorio comunale
e segnala le zone non raggiunte dal servizio.
Organizza esercitazioni per verificare l’efficienza dei collegamenti
radio ed effettua prove di collegamento all’esterno.
Il responsabile si impegna a mantenere aggiornati semestralmente i
dati acquisiti.
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In emergenza:
Il coordinatore di questa funzione deve, di concerto con il
responsabile territoriale Telecom, il responsabile provinciale delle
Poste, con il rappresentante dell’Associazione Radioamatori
presenti sul territorio, organizzare una rete di telecomunicazioni
efficiente anche in caso di notevole gravità.
Provvede alla gestione del C.O.C. dal punto di vista tecnicooperativo e dei collegamenti: prende contatti con gli operai
comunali, contatta la Telecom la verifica e eventuale riattivazione
delle linee di collegamento.
Garantisce i contatti tra il C.O.C. e le squadre esterne.
Mantiene efficiente la strumentazione della Sala Operativa.
Funzione 9 – Assistenza alla popolazione
In emergenza:
Provvede in accordo con la funzione 3 a vettovagliare subito dopo
l’evento la popolazione.
Censisce le persone senza tetto.
Raccoglie le domande di posti letto, vestiario e altro materiale utile.
Elegge un capo campo per ogni area di ricovero ed un capo
magazzino degli aiuti.
Consegna ai capi campo che ne fanno richiesta i materiali e i viveri
necessari.
Rivolge al Prefetto le richieste che non è in grado di soddisfare.
Gestisce i posti letto dei campi e degli alberghi.
Assicura una mensa da campo.
Richiede al responsabile dei magazzini i materiali necessari.
Gestisce la distribuzione degli aiuti nei campi.
Tiene l’archivio delle richieste firmate dai cittadini.
Tiene l’archivio delle consegne di tende e altri materiali dati ai
cittadini.
Consegna ai capi campo che ne fanno richiesta i materiali e i viveri
necessari.
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C.2 - Procedure di attivazioni in emergenza
La risposta del Sistema Comunale di Protezione Civile è articolata in
fasi operative, non necessariamente sequenziali e successive, così come di
seguito riportate:
•
•
•
•
Fase di pre-allerta (per rischi con preavviso)
Fase di attenzione
Fase di preallarme
Fase di allarme
All’accadimento dell’evento, seguirà la:
•
•
Fase di emergenza e soccorso
Fase di superamento dell’emergenza.
Schema di attivazione delle fasi di allarme
235
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Fase di preallerta
Rischio incendio di interfaccia
Viene attivata:
• con la comunicazione da parte della Prefettura dell'inizio della
campagna Antincendio Boschivo (A.I.B.);
• al di fuori del periodo della campagna A.I.B., in seguito alla
comunicazione nel Bollettino, emesso dalla Prefettura o dal
Centro Funzionale Regionale o dalla Regione d'intesa con il
Dipartimento della P.C., della previsione di una pericolosità
media;
• al verificarsi di un incendio boschivo sul territorio comunale.
Rischio idrogeologico e idraulico
Viene attivata:
• al ricevimento del Bollettino con previsione di criticità ordinaria
conseguente alla possibilità di fasi temporalesche intense,
emesso dalla Prefettura o dal Centro Funzionale Regionale o
dalla Regione d'intesa con il Dipartimento della P.C..
Fase di attenzione
Viene attivata dal Sindaco al raggiungimento del relativo livello di
allerta determinato:
• dalla precedente fase di pre-allerta;
• dal ricevimento del Bollettino emesso dalla Prefettura o dal
Centro Funzionale Regionale o dalla Regione d'intesa con il
Dipartimento della P.C.;
• al verificarsi di un evento di criticità ordinaria;
• all'aggravarsi della situazione nei punti critici controllati dalle
squadre che monitorano il territorio.
236
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Il Sindaco dispone la verifica della reperibilità dei referenti delle
Funzioni di Supporto da far confluire nel C.O.C. e se l'evolversi della
situazione sul territorio assume criticità elevata, dispone:
• il servizio h. 24 della struttura comunale di P.C. e delle squadre
che devono effettuare il monitoraggio e la vigilanza del territorio;
• la convocazione del referente C.O.C. della Funzione di Supporto
1 - Tecnica e di Pianificazione;
• l'allertamento delle strutture tecniche, della squadra di pronto
intervento, del volontariato, anche al fine del concorso all’attività
di presidio territoriale.
Fase di preallarme
Viene attivata dal Sindaco al raggiungimento del relativo livello di
allerta determinato:
• dalla precedente fase di attenzione;
• dal ricevimento del Bollettino emesso dalla Prefettura o dal
Centro Funzionale Regionale o dalla Regione d'intesa con il
Dipartimento della P.C.;
• al verificarsi di un evento con criticità moderata;
• all'aggravarsi della situazione nei punti critici controllati dalle
squadre che monitorano il territorio.
Il Sindaco dispone la verifica della reperibilità dei referenti delle
Funzioni di Supporto da far confluire nel C.O.C. e, se l'evolversi della
situazione sul territorio assume criticità elevata, dispone:
• il servizio h. 24 della struttura comunale di P.C. e delle squadre
che devono effettuare il monitoraggio e la vigilanza del territorio;
• la convocazione dei referenti delle Funzioni di Supporto del
C.O.C. ritenute necessarie;
• l'allertamento delle strutture tecniche, della squadra di pronto
intervento, del volontariato, anche al fine del concorso all’attività
di presidio territoriale;
• tutte le iniziative atte alla salvaguardia della pubblica e privata
incolumità.
Il Sindaco tiene costantemente informato il Centro Coordinamento
Soccorsi della Prefettura, la Struttura Provinciale di P.C. ed il C.O.M. di
Castellaneta, dell'evolversi della situazione sul territorio.
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Fase di allarme
Viene attivata dal Sindaco al raggiungimento del relativo livello di
allerta determinato:
• dalla precedente fase di pre-allarme;
• dal ricevimento del Bollettino emesso dalla Prefettura o dal
Centro Funzionale Regionale o dalla Regione d'intesa con il
Dipartimento della P.C.;
• al verificarsi di un evento con criticità elevata;
• all'aggravarsi della situazione nei punti critici controllati dalle
squadre che monitorano il territorio.
Il Sindaco dispone:
• il servizio h. 24 della Struttura Comunale di P.C. e delle squadre
che devono effettuare il monitoraggio e la vigilanza del territorio;
• la convocazione del C.O.C.;
• l'operatività delle strutture tecniche, della squadra di pronto
intervento, del volontariato, al fine del concorso all’attività di
presidio territoriale, delle aree di emergenze e delle vie di
deflusso;
• l'allontanamento della popolazione dalle aree a rischio secondo
le modalità previste dal Piano di Protezione Civile;
• l'allertamento, delle ditte titolari di risorse utili per il tipo di
rischio in atto o atteso;
• tutte le iniziative atte alla salvaguardia della pubblica e privata
incolumità;
• un'adeguata comunicazione alla popolazione sia durante tutta la
fase di allarme che successivamente al cessato allarme.
Il Sindaco tiene costantemente informato, sin dalle prime
manifestazioni dell’evento, il Centro Coordinamento Soccorsi della
Prefettura Taranto, la Struttura Regionale di P.C., la Struttura Provinciale di
P.C. ed il C.O.M. di Castellaneta, dell’evolversi della situazione sul
territorio.
Il rientro da ciascuna Fase operativa ovvero il passaggio alla fase
successiva viene disposto dal Sindaco sulla base delle comunicazioni
ricevute dalla Prefettura o dal Centro Funzionale Regionale o dalla Regione
d'intesa con il Dipartimento della P.C., e/o dalla valutazione del presidio
territoriale.
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C.2.1 - Reperibilità dei funzionari del Centro Operativo Comunale
Comprende le immediate predisposizioni che devono essere attivate dal
Sindaco nel caso un fenomeno non previsto si verifichi in maniera
improvvisa con coinvolgimento della popolazione.
In particolare il modello di intervento prevede tra le prime procedure
operative:
• la funzionalità h 24 del C.O.C.;
• l'immediata reperibilità di tutti i referenti delle Funzioni di
Supporto del C.O.C.;
• l'intensificazione dell'attività di monitoraggio da parte del
personale della struttura comunale di P.C. e del personale della
Funzione di Supporto 1 - Tecnica e di Pianificazione del C.O.C.;
• la delimitazione delle aree a rischio;
• l'allertamento degli abitanti delle aree a rischio e, se necessario,
l'evacuazione degli stessi;
• la predisposizione dei cancelli stradali di ingresso adeguatamente
presidiati da agenti di Polizia Municipale e Carabinieri,
coadiuvati dal volontariato e dalle guardie giurate;
• l'allestimento ed il presidio delle aree e delle strutture di attesa e
ricovero per la popolazione con il concorso di tutte le Funzioni
di Supporto del C.O.C.;
• tutte le iniziative atte al soccorso ed assistenza alla popolazione.
240
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C.2.2 - Delimitazione delle aree a rischio
Tale operazione avviene tramite l’istituzione di posti di blocco,
denominati cancelli, sulle reti di viabilità che hanno lo scopo di
regolamentare la circolazione in entrata ed in uscita nell’area a rischio.
La predisposizione dei cancelli dovrà essere attuata in corrispondenza
dei nodi viari onde favorire manovre e deviazioni.
Rappresentano i punti obbligati di passaggio, per ogni tipo di veicolo.
Fungono anche da punti, ove deviare il traffico, per interruzione della
direttrice di marcia.
Sono presidiati da Agenti di P.M. o Carabinieri, coadiuvati
eventualmente da personale del volontariato, Guardie Giurate e sono
individuati in:
•
•
•
•
•
S.S. n° 7 – ‘Bradanico-Salentina’ provenienza Castellaneta in
corrispondenza dello svincolo Laterza-Ginosa;
S.S. n° 7 – ‘Bradanico-Salentina’ provenienza Matera in
corrispondenza dello svincolo Laterza;
S.P. ex S.S. n° 580 – via per Ginosa in corrispondenza dello
svincolo con la S.P. n° 8;
S.P. n° 19 – via per Santeramo in corrispondenza del bivio con la
S.P. n° 17 via per Altamura;
S.P. n° 16 in corrispondenza dell’incrocio con via S. S Vito.
L’indicazione dei cancelli è indicata nella Tav. n° 23 nella cartografia
in allegato H – ‘Individuazione cancelli di accesso alle aree a rischio e
percorsi per il raggiungimento dell’area di ammassamento’
Viabilità strategica
Sono i percorsi preferenziali, da usare per l’afflusso dei soccorritori e
per il deflusso della popolazione dalle zone dell’emergenza; questi possono
individuarsi nelle strade principali del centro urbano e del territorio
comunale di cui alla relativa cartografia.
La viabilità per l’afflusso dei soccorritori è riportata nella Tav. n° 23
degli Allegati Cartografici – ‘Individuazione cancelli di accesso alle aree a
rischio e percorsi per il raggiungimento dell’area di ammassamento’.
241
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Tali percorsi sono concepiti in modo da evitare per quanto possibile
l’attraverso del centro urbano, non potendo a priori sapere lo stato dei luoghi
dopo un qualsiasi evento e non dovendo in alcun modo intralciare le
operazioni già in corso.
Sono state inoltre previste delle transenne di blocco del traffico, per
evitare l’accesso al centro urbano da vie secondarie, e dirottarlo verso i
cancelli.
Zona atterraggio elicotteri (o elisuperfici)
Sono luoghi ove è possibile far atterrare e decollare elicotteri, che
vengono usati in emergenza, per rendere immediato il soccorso alla
popolazione coinvolta dalla calamità.
Le aree destinate all’atterraggio degli elicotteri di soccorso, sono state
individuate in funzione delle esigenze previste a tale scopo. In particolare
abbiamo le seguenti aree:
•
•
•
Area limitrofa al campo sportivo ‘Madonna delle Grazie’, già area
di ammassamento AM01;
Parcheggio ‘Penny Market’ (area privata), via S. Falco;
Slargo parte terminale di via Industrie Conte – zona P.I.P..
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C.2.3 - Area di ammassamento dei soccorritori
E’ un centro di raccolta di uomini e mezzi, per il soccorso della
popolazione; tali aree sono individuate fuori dal centro abitato, per essere
facilmente raggiungibili, anche da mezzi di grosse dimensioni.
L’Area di Ammassamento per i soccorritori individuata nel presente
piano è ubicata presso lo Stadio Comunale ‘Madonna delle Grazie’ ed aree
attigue, rappresentate da ampi parcheggi ed aree a verde.
Denominazione
Ubicazione
Superficie
(mq)
Coordinate
AM01
Stadio comunale '
Madonna delle Grazie'
parcheggi ed aree adiacenti
47.402
40°38'37.4600"
16°47'32.5590"
243
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C.2.4 - Aree di ricovero della popolazione
Le aree di ricovero sono i luoghi di sicurezza, in cui possono essere
allestiti i primi insediamenti abitativi, tendopoli, roulottopoli, moduli
prefabbricati, container, oppure le strutture, ove alloggiare
temporaneamente la popolazione coinvolta da eventi catastrofici.
Di seguito l’elenco delle strutture da adibirsi ad aree di ricovero:
Denominazione
aree di ricovero
R01
Palestra '
Michelangelo'
R02
Palestra '
A. Dante'
R03
Palestra '
A. Diaz'
R04
Palestra '
G. Marconi'
R05
Palestra Liceo '
G. B. Vico'
R06
Scuola '
C. Collodi'
R07
Scuola '
G. Rodari'
R08
R10
Liceo artistico/Istituto d'
arte '
G. B.
Vico'
Tensostruttura '
M. Corrado'(c/o liceo
'
G. B. Vico'
)
Tenuta dell'
Aquila
R11
Sala ricevimenti '
Villa dei Principi'
R12
B&B'
Il Melograno'
R13
B&B'
Mater Domini'
R14
B&B'
Iris'
R15
B&B'
Nonna Maria'
R16
B&B'
Masseria Cappotto'
R17
Agriturismo '
Sierro lo Greco'
R18
Chiesa dello Spirito Santo e Oratorio
R19
Chiesa Santa Croce
R20
Casa del Pellegrino
R09
Ubicazione
Superficie
Coordinate
(mq)
40°37'29.4220"
872
16°48'01.4304"
40°37'35.7663"
420
16°48'09.2164"
40°37'40.2118"
411
16°47'56.4235"
40°37'38.1462"
355
16°47'39.9606"
40°37'04.8485"
514
16°47'45.6746"
40°37'51.5611"
2.243
16°47'43.1829"
40°37'38.3359"
1.909
16°47'31.8048"
40°37'59.7610"
2.210
16°48'15.6957"
40°37'03.3946"
567
16°47'44.9708"
40°37'17.1236"
3.459
16°46'54.6957"
40°36'46.7849"
14.215
16°47'05.0360"
40°37'26.0075"
1.465
16°47'27.7232"
40°37'21.3488"
153
16°47'32.3795"
40°37'29.0001"
196
16°47'49.6472"
40°37'23.5386"
124
16°47'51.8479"
40°35'56.4970"
1.615
16°47'51.5756"
40°36'11.2046"
978
16°47'08.5609"
40°37'52.3134"
3.186
16°47'29.9185"
40°37'41.3191"
990
16°47'51.9271"
40°37'41.3191"
16°47'51.9271"
244
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Di seguito l’elenco delle aree da adibirsi ad aree per tendopoli e/o
roulettopoli:
Denominazione
Tendopoli e/o
roulettopoli
T01
T02
T03
T04
T05
Ubicazione
Slargo antistante il cimitero
Parcheggio sala ricevimenti '
Raphael'
Slargo fine viale Europa
Parcheggio Tenuta dell'
Aquila
Zona parcheggio Oasi '
Lipu'
Superficie
(mq)
6.657
1.170
6.791
3.688
9.232
Coordinate
40°37'38.4391"
16°47'21.0637"
40°37'13.3225"
16°47'24.7889"
40°37'55.8254"
16°47'31.1661"
40°37'15.5336"
16°46'56.8128"
40°37'09.3348"
16°48'33.3733"
245
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C.2.5 - Aree di attesa della popolazione
Le aree di attesa sono i luoghi di prima accoglienza ed assistenza per la
popolazione, nel periodo immediatamente successivo all’evento catastrofico,
ove vengono date le prime informazioni ed i primi generi di conforto, in
attesa dell’allestimento delle aree di ricovero.
Le aree di attesa individuate nel presente P.C.P.C. sono le seguenti:
Denominazione
Ubicazione
Area di attesa
Centro sportivo (ex campo di calcio)
A01
A02
A03
A04
A05
A06
A07
A08
A09
A10
A11
A12
A13
A14
A15
A16
A17
A18
Superficie
Coordinate
(mq)
8784
40°37'53.5249"
16°47'53.9514"
Slargo tra via C. Battisti e via G. Dalla Chiesa 503
40°37'48.4219"
16°48'01.0238"
Piazzette antistante scuola '
A. Diaz'
1231
40°37'40.9821"
16°47'53.4543"
Slargo antistante Uff. Postale e scuola '
Dante 2535
40°37'35.0695"
16°48'05.1582"
A.'
Piazzale Saragat
734
40°37'26.8893"
16°47'56.0103"
Piazza V. Emanuele
4520
40°37'26.8893"
16°47'56.0103"
Largo Fiera antistante '
G. Marconi'
3036
40°37'36.6895"
16°47'41.8744"
Slargo tra via Papa Paolo I e via Papa G.
960
40°37'53.6810"
16°47'42.1670"
XXIII
Porzione Nord di viale Europa
2399
40°37'56.5300"
16°47'30.3600"
Slargo di via E. Fermi
905
40°37'40.5603"
16°47'32.1940"
Piazza Risorgimento
616
40°37'33.4196"
16°47'37.7475"
Slargo Chiesa S. Maria la Grande via De Deo 646
40°37'27.0339"
16°47'44.6915"
Piazzale antistante Santuario Mater Domini
680
40°37'25.8799"
16°47'34.7291"
Piazzetta e slarghi lungo via Settembrini
2165
40°38'02.6368"
16°48'07.8738"
Fine via della Conciliazione angolo via
279
40°37'47.6750"
16°48'21.5110"
Pacinotti
Zona P.I.P. incrocio via caduti di Nassiria-via 743
40°38'06.1941"
16°48'31.1388"
V. Larizza
Via Pineta Comunale, area ex maneggio
8829
40°38'06.0797"
16°49'02.1110"
3613
40°37'20.8464"
Slargo laterale inizio ponte via Selva S. Vito
16°48'11.5204"
246
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Denominazione
Ubicazione
Area di attesa
Slargo rotatoria c/o Penny Market/via C.
A19
Colombo
Cortile interno Liceo '
G. B. Vico'
A20
A21
Slarghi lungo via Convento Cappuccini (c/o
OSMAIRM)
Superficie
Coordinate
(mq)
956
40°37'13.2374"
16°47'43.9964"
4200
40°37'04.1778"
16°47'46.5279"
6318
40°37'01.4757"
16°48'01.6554"
247
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C.3 - Procedure operative generali
Uno degli aspetti più delicati della gestione dell’emergenza è senza
dubbio legato, alla possibilità di dover disporre l'evacuazione della
popolazione; essa viene disposta con apposita ordinanza emanata dal
Sindaco, ai sensi dell’art. 50 e 54 del D.Lgs. n° 267/2000 (“Testo unico delle
leggi sull'
ordinamento degli enti locali”), o dal Prefetto.
Si parla di evacuazioni preventive, quando lo sgombero della
popolazione avviene prima che gli eventi calamitosi si verifichino, oppure di
evacuazioni di soccorso, nel caso in cui la popolazione debba essere
sgomberata, a causa di un evento in atto.
I tempi connessi all’effettuazione dell’evacuazione dipendono perciò,
da alcuni fattori: epoca in cui l’evacuazione ha luogo (in fase preventiva, o
in fase di soccorso), numero e tipologia delle persone da evacuare (anziani,
bambini, disabili, malati), strutture dalle quali svolgere l’evacuazione
(ospedali, scuole, aziende, centri commerciali, abitazioni, ecc.).
In caso di necessità di evacuazione, viene immediatamente attivata la
Fase di allarme e si procede come al precedente punto Attivazioni in
emergenza.
In caso di luoghi di attesa lontani dalle zone evacuate, sarà
immediatamente chiamato il 118 e le associazioni di volontariato, per il
trasporto su autoambulanza di persone in condizioni di degenza, per
garantire le prime forme di assistenza alla popolazione, anche con
l'installazione di presidi medici.
Per evitare episodi di sciacallaggio nelle aree interessate, sarà
organizzato un cordone di sicurezza, composto dalle Forze dell'Ordine.
Particolare attenzione, verrà posta, nei confronti delle persone con
difficoltà motorie.
L’assistenza alla popolazione deve essere garantita costantemente dalle
Funzioni di Supporto 3 - "Volontariato" e 9 - “Assistenza alla popolazione”
del C.O.C..
A fine emergenza, si deve consentire il rientro della popolazione
evacuata, nelle proprie abitazioni, nel più breve tempo possibile.
I messaggi di evacuazione verranno diramati, come da precedente punto
B.6 - Misure di salvaguardia della popolazione.
248
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I percorsi per l’afflusso dei soccorritori ed il deflusso della popolazione
dalle zone da evacuare, sono quelli riportati nella cartografia; è evidente che
ogni evento, per la sua imprevedibilità può comportare l'adozione di percorsi
diversi da quelli preventivati.
In caso di evacuazione di bestiame, si predisporranno al momento, delle
aree di ammassamento, nelle vicinanze della dimora abituale degli animali,
adeguatamente presidiate dalle Forze dell’Ordine.
Il Sindaco, con apposite ordinanze, dispone la requisizione di tutti i
mezzi e risorse ritenute indispensabili per il soccorso e la salvaguardia della
popolazione evacuata.
Schema semplificato delle procedure di emergenza
249
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C.4 - Procedure operative specifiche
C.4.1 - Rischio idrogeologico e idraulico
La tipologia del rischio, che presenta eventi precursori, permette il
monitoraggio della situazione sin dal suo innesco.
Le Procedure di Allertamento del Sistema Regionale di Protezione
Civile per Rischio Meteorologico, Idrogeologico ed Idraulico, in attuazione
della Direttiva del Presidenza del Consiglio dei Ministri del 27/02/2004 e
ss.mm.ii., sono state adottate dalla Regione Puglia con Deliberazione n° 800
del 23/04/2012 (allegato G del presente Piano Comunale di Protezione
Civile).
In tali procedure è riportato il modello di intervento relativo al presente
rischio. Pertanto, ricevuto il Bollettino di condizioni metereologiche avverse
dal Centro Funzionale Regionale del Servizio di Protezione Civile delle
Puglia, si innescano le procedure di attivazioni in emergenza dal livello di
preallerta.
Il Sindaco attiva il C.O.C. e la seguente procedura specifica:
• il corpo di P.M. provvederà al monitoraggio, dell’area di criticità ed
delimitare le aree di criticità;
• se la situazione evolve al peggio, si allerteranno, inoltre, i Vigili del
Fuoco, di movimento terra e di autolinee, in previsione di un’eventuale
evacuazione della popolazione, dalle aree a rischio;
• Si provvede all’allertamento del 118 e delle associazioni di volontariato
per eventuali interventi in soccorso;
• interviene il referente C.O.C. della Funzione di Supporto 1 - Tecnica e di
pianificazione, per sopralluoghi atti a verificare la funzionalità delle
infrastrutture ritenute pericolose.
Alla fine dell’evento calamitoso, il Sindaco dispone:
• si provvede all’immediata verifica delle condizioni dei soggetti non
autosufficienti o abbisognosi di cure salvavita, per provvedere alla
fornitura delle cure e supporto necessari (es. fornitura di gruppi
elettrogeni per soggetti con apparecchiature elettromedicali, trasporto di
soggetti dializzati, fornitura di medicinali);
• si provvede all’immediata verifica di situazioni di pericolo per le persone
e se necessario, all’evacuazione verso le aree di ricovero per tutti i
soggetti le cui abitazioni o che vivono in zone potenzialmente pericolose;
• le aree di pericolo devono essere delimitate;
• si provvede al censimento dei danni a cose e persone, trasmettendo le
informazioni alla Prefettura;
• si informa la popolazione in merito alle zone di pericolo ed i soccorsi in
atto.
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C.4.2 - Rischio geomorfologico
La tipologia del rischio, che presenta eventi precursori, permette il
monitoraggio della situazione sin dal suo innesco.
Pertanto, ricevuto il Bollettino di condizioni metereologiche dalla
Prefettura - U.T.G. di Taranto o segnalazione dell’innesco dell’evento, si
innescano le procedure di attivazioni in emergenza dal livello di preallerta.
Il Sindaco attiva il C.O.C. e la seguente procedura specifica:
• il corpo di P.M. provvederà al monitoraggio, dell’area di criticità
ed delimitare le aree di criticità;
• se la situazione evolve al peggio, si allerteranno, inoltre, i Vigili
del Fuoco, di movimento terra e di autolinee, in previsione di
un’eventuale evacuazione della popolazione, dalle aree a rischio;
• Si provvede all’allertamento del 118 e delle associazioni di
volontariato per eventuali interventi in soccorso;
• interviene il referente C.O.C. della Funzione di Supporto 1 Tecnica e di pianificazione, per sopralluoghi atti a verificare la
funzionalità delle infrastrutture ritenute pericolose.
Alla fine dell’evento calamitoso, il Sindaco dispone:
• si provvede all’immediata verifica delle condizioni dei soggetti
non autosufficienti o abbisognosi di cure salvavita, per
provvedere alla fornitura delle cure e supporto necessari (es.
fornitura di gruppi elettrogeni per soggetti con apparecchiature
elettromedicali, trasporto di soggetti dializzati, fornitura di
medicinali);
• si provvede all’immediata verifica di situazioni di pericolo per le
persone e se necessario, all’evacuazione verso le aree di ricovero
per tutti i soggetti le cui abitazioni o che vivono in zone
potenzialmente pericolose;
• le aree di pericolo devono essere delimitate;
• si provvede al censimento dei danni a cose e persone,
trasmettendo le informazioni alla Prefettura;
• si informa la popolazione in merito alle zone di pericolo ed i
soccorsi in atto.
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C.4.3 - Rischio neve, ghiaccio e gelate
Ad inizio della stagione invernale:
• il referente C.O.C. della Funzione di Supporto 4 verifica la
disponibilità di adeguata scorta di sale, per disgelo stradale, nei
depositi comunali e la disponibilità ed efficienza dei mezzi spargisale;
• il referente C.O.C. della Funzione di Supporto 5 - Servizi Essenziali
ed Attività Scolastica, verifica le scorte di combustibile, per
riscaldamento per gli edifici pubblici, scuole, ospedali, case di cura;
• i referenti C.O.C. delle Funzioni di Supporto 3 - Volontariato e 9 Assistenza alla popolazione, di comune intesa, programmano il
calendario dei turni, per le associazioni di volontariato, da attivarsi per
l'assistenza agli anziani ed i non autosufficienti.
Ricevuto il bollettino di condizioni metereologiche avverse dal Centro
Funzionale Regionale del Servizio di Protezione Civile delle Puglia, inerente
la possibilità di abbondanti nevicate e/o formazione di ghiaccio o accertata
l'emergenza in atto, il Sindaco attiva il C.O.C., le procedure di attivazioni in
emergenza e le seguenti procedure specifiche:
• il corpo di P.M. provvederà al monitoraggio, secondo l’evolversi delle
precipitazioni, di tutte le direttrici stradali per verificarne la
percorribilità;
• viene allertata la ditta affidataria del servizio comunale di igiene
urbana e servizi complementari, affinché il personale ed i mezzi
spargisale siano pronti per l’operatività.
In caso di nevicate e\o formazione di ghiaccio, tali da rendere
difficoltosa o bloccare la circolazione stradale:
• dalle ore 21.00 circa, n° 1 unità della ditta affidataria presidia il
deposito comunale del sale, al fine di ottimizzare il prelievo, per i
cittadini che ne fanno richiesta;
• i mezzi spargisale della ditta affidataria operano sin dalla sera prima
dell’evento sulle strade riportate nel successivo elenco (il sale viene
sparso su tutta l’area d'incrocio delle strade intersecate).
Per quanto attiene le strade extraurbane, bisogna attenersi alle
procedure operative riportate nel ‘Piano di Gestione delle Criticità nella
Circolazione Stradale in Caso di Neve’, che vengono trasmesse annualmente
dall’U.T.G. – Prefettura di Taranto a tutti i comuni della provincia (allegato
G del presente Piano Comunale di Protezione Civile).
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Nella cartografia riportata in Tav. 20 in allegato H (‘Rischio neve,
ghiaccio e gelate - Carta delle infrastrutture viarie - tratti critici e strategici
- Percorsi spargimento sale di competenza comunale), si riporta la viabilità
interessata dallo spargimento del sale.
Sono interessati i seguenti tratti viari:
Tratti strategici:
•
•
•
•
•
Via per Matera ex S.S. n° 7
via per Castellaneta ex S.S. n° 7
via Cappuccini
via per Santeramo
via C. Colombo
Tratti critici:
•
•
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•
•
•
•
•
•
Viale Europa
via della Pace
via La Malfa
via Dante
via S. Francesco
via Virgilio
via S. D'Acquisto
via Moneta
L. da Vinci
via G. Deledda
via S. Falco
via Roma
via Papa Giovanni II
via M. T. di Calcutta
via P. Pasolini
via L. Ariosto
via M. Buonarroti
via G. Puccini
via G. Carducci
via Manzoni
via Volta
via Paolo VI
via Pacinotti
via Cadorna
via Oberdan
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•
via Monte Faiti
via Giannone
via G. Montrone
via Mater Domini
via Fontana
via Concerie
via Asilo
via Aborigeni
via Verdazzi
via Don P. Tamborrino
via Aldo Moro
via Doberdò
Corso V. Emanuele
S.C. Madonna delle Grazie–Caione
via Pineta
via Selva S. Vito
via delle Industrie Conte
via della Resistenza
via V. Larizza
via Caduti di Nassiria
via S. Fitto
via della Maiolica
via Y. Rabin
via della Conciliazione
Gli operatori della ditta affidataria effettuano la rimozione neve, in
ordine di priorità presso: O.S.M.A.I.R.M, Istituti scolastici, Uffici comunali,
Ufficio Postale, Chiese, Stazione Carabinieri.
Gli operatori ecologici con il loro automezzo, devono essere a
disposizione, per interventi di trasporto e spargimento del sale, ove occorre.
Il Sindaco emette ordinanza di sospensione dell'attività scolastica,
informa dell'ordinanza immediatamente, via telefono gli istituti scolastici e
ne trasmette copia via fax, anche alla Provincia.
L'autoambulanza ed il mezzo fuoristrada dell'Associazione Pubblica La
Luce è a disposizione, per l'eventuale trasporto dei dializzati, che
necessitano di trattamento presso le strutture sanitarie.
Se l'emergenza si protrae per oltre le 24 ore, i referenti C.O.C. delle
Funzioni di Supporto 3 - Volontariato e 9 - Assistenza alla popolazione,
inviano i volontari presso le abitazioni degli anziani ed i non autosufficienti
(preventivamente individuati), per le dovute forme di soccorso e assistenza.
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C.4.4 - Rischio nubifragi, grandinate e trombe d’aria
Ricevuto il Bollettino di condizioni metereologiche avverse dal Centro
Funzionale Regionale del Servizio di Protezione Civile delle Puglia, si
innescano le procedure di attivazioni in emergenza, inerente possibilità di
abbondanti piogge e se accertata l'emergenza in atto, il Sindaco attiva il
C.O.C. e la seguente procedura specifica:
• il corpo di P.M. provvederà al monitoraggio, secondo l’evolversi delle
precipitazioni, di tutte le direttrici stradali per verificarne la
percorribilità;
• se la situazione evolve al peggio, si allerteranno, inoltre, i Vigili del
Fuoco, le ditte di autospurgo, di movimento terra e di autolinee, in
previsione di un’eventuale evacuazione della popolazione, dalle aree a
rischio;
• Si provvede all’allertamento del 118 e delle associazioni di
volontariato per eventuali interventi in soccorso;
• interviene il referente C.O.C. della Funzione di Supporto 1 - Tecnica e
di pianificazione, per sopralluoghi atti a verificare la funzionalità delle
infrastrutture ritenute pericolose.
Alla fine dell’evento calamitoso, il Sindaco dispone:
• si provvede all’immediata verifica delle condizioni dei soggetti non
autosufficienti o abbisognosi di cure salvavita, per provvedere alla
fornitura delle cure e supporto necessari (es. fornitura di gruppi
elettrogeni per soggetti con apparecchiature elettromedicali, trasporto
di soggetti dializzati, fornitura di medicinali);
• si provvede all’immediata verifica di situazioni di pericolo per le
persone e se necessario, all’evacuazione verso le aree di ricovero per
tutti i soggetti le cui abitazioni o che vivono in zone potenzialmente
pericolose;
• le aree di pericolo devono essere delimitate;
• si provvede al censimento dei danni a cose e persone, trasmettendo le
informazioni alla Prefettura;
• si informa la popolazione in merito alle zone di pericolo ed i soccorsi
in atto.
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C.4.5 - Rischio sismico
Essendo il terremoto un fenomeno che si verifica senza possibilità di
preannuncio, fa sì che in caso di accadimento, presumibilmente con
magnitudo superiore a 4, sarà attivata immediatamente la fase di allarme,
contestualmente alla fase di emergenza e soccorso.
Si attiva immediatamente il C.O.C: e si innescano le procedure di
attivazioni in emergenza e le si attiveranno le procedure operative generali.
Inoltre:
• si provvede all’immediata verifica delle condizioni dei soggetti
non autosufficienti o abbisognosi di cure salvavita, per
provvedere alla fornitura delle cure e supporto necessari (es.
fornitura di gruppi elettrogeni per soggetti con apparecchiature
elettromedicali, trasporto di soggetti dializzati, fornitura di
medicinali);
• si provvede all’immediata verifica di situazioni di pericolo per le
persone e se necessario, all’evacuazione verso le aree di ricovero
per tutti i soggetti le cui abitazioni o che vivono in zone
potenzialmente pericolose;
• si assicura la prima assistenza alla popolazione, ricorrendo anche
al coordinamento provinciale del volontariato di P.C.;
• si inviano volontari, uomini e mezzi prioritariamente presso le
scuole (in funzione dell’orario e del giorno del sisma), la
struttura sanitaria OSMAIRM ed in tutte le aree di emergenza;
• si inviano gli Agenti di P.M., a presidio delle vie di deflusso e
dei cancelli stradali di ingresso;
• si dispone l'allontanamento della popolazione dagli edifici a
rischio;
• si assumono tutte le iniziative atte alla salvaguardia della
pubblica e privata incolumità;
• il Sindaco tiene costantemente aggiornata la popolazione su
quanto la struttura di protezione civile comunale sta facendo e
degli ulteriori provvedimenti che intende mettere in atto;
• si organizzano i mezzi di trasporto comunali scuolabus e la ditta
di trasporto C.T.P. presente con propri mezzi a Laterza, per il
trasferimento della popolazione più debole, dalle aree di attesa,
alle aree di ricovero ed accoglienza, le ditte di movimento terra,
per le prime opere di rimozione delle macerie, ditte di
autocisterne, generi alimentari, coperte, ecc.;
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• si provvede, per il tramite delle Funzioni di Supporto 1 - Tecnica
e di pianificazione e 6 - Censimento danni a persone e cose, del
C.O.C., all’attività di censimento e verifiche di agibilità degli
edifici;
• sin dalle prime manifestazioni dell'evento, il Sindaco assicura un
flusso continuo di informazioni, verso la Struttura Regionale di
P.C. ed il Centro Coordinamento Soccorsi della Prefettura - di
Taranto, chiedendo, fra l'altro, l'invio di unità cinofile, per la
ricerca di persone, che possono trovarsi sotto le macerie.
Il Sindaco, con apposite ordinanze, dispone la requisizione di tutti i
mezzi e risorse ritenute indispensabili per la salvaguardia della popolazione.
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C.4.6 - Rischio incendio boschivo e di interfaccia
Al fine di migliorare e razionalizzare l’attività di prevenzione e lotta
attiva contro gli incendi boschivi, è fondamentale una buona conoscenza dei
fattori predisponenti e delle cause determinanti l’incendio.
E’ ormai convinzione comune, che la quasi totalità degli incendi abbia
origine da fattori indiretti o diretti, dovuti all’attività dell’uomo.
Le cause che determinano un incendio, quelle cioè che innescano il
fenomeno della combustione, vengono classificate secondo le seguenti
categorie:
• di origine naturale;
• di origine involontaria;
• di origine volontaria;
• non classificata.
Si richiamano, al riguardo, le seguenti normative in materia:
- L. R. n° 15/1997 “Norme in materia di bruciatura delle stoppie”;
- Legge n° 353/2000 “Legge quadro in materia di incendi boschivi”;
- L. R. n° 18/2000 “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi,
in materia di boschi e foreste, protezione civile e
lotta agli incendi boschivi”;
- Indicazioni operative emanate annualmente sia dall’U.T.G. - Prefettura
di Taranto, che dal Programma di Azione Operativo per la Campagna
AIB, emesse annualmente dal Servizio Protezione Civile della Regione
Puglia, in collaborazione con il Servizio Foreste, il Servizio Assetto del
Territorio e l’Agenzia Regionale Attività Irrigue e Forestali (A.R.I.F.)
della Puglia.
Prevenzione
Per poter promuovere le azioni di prevenzione e là dove necessario le
azioni di repressione, è fondamentale conoscere le reali motivazioni, che
sono alla base del fenomeno degli incendi.
La conoscenza ed il monitoraggio del territorio, uniti ad una costruttiva
comunicazione con la popolazione, fatta di annunci sulle emittenti
radiotelevisive, manifesti pubblici, riunioni, convegni, ecc., sono il
presupposto, per una concreta pianificazione antincendio.
Ogni anno, nella stagione primaverile, si diffondono informazioni ed in
modo particolare agli agricoltori ed allevatori, al fine di promuovere quelle
azioni, utili a preservare il territorio comunale dagli incendi, oltre a
rammentare la normativa vigente in materia.
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All’approssimarsi del periodo di rischio incendi boschivi, la Funzione 1
del C.O.C. monitora tutto il territorio comunale, per verificare che i
proprietari di terreni ubicati in prossimità di percorsi stradali, ferroviari e di
aree antropizzate e boschive, rispettino le disposizioni della normativa
vigente in materia.
In modo particolare, saranno invitati tutti i proprietari o detentori
frontisti di tutte le strade soggette a pubblico transito, siano essi Enti o
persona fisica, al taglio di tutte le essenze vegetali (sia verdi che secche), che
fuoriescono dalla loro proprietà, che siano prospicienti i muretti di confine e
si riversano sulla carreggiata stradale, provvedendo altresì, allo smaltimento
dei rifiuti derivati dalla potatura e diserbo e da qualsiasi essenza vegetale e
materiale infiammabile.
La ditta affidataria del servizio comunale di igiene urbana e servizi
complementari, provvederà a ripulire dalle erbacce e vegetazione varia tutte
le strade periferiche comunali.
Le aziende rurali saranno invitate a realizzare precese ed aree
spartifuoco, al fine di preservare i loro immobili (stalle, capannoni, depositi
foraggio, ecc.), dall’avvento di incendi.
Il personale del Corpo Forestale dello Stato (C.F.S.), unitamente al
volontariato (campagne stagionali AIB) ed al personale A.R.I.F. (Agenzia
Regionale Attività Irrigue e Forestali) della Regione Puglia attiva, nel
periodo di rischio, una postazione fissa di vedetta in località “Casone San
Vito” nei pressi della Strada Provinciale n° 15 (Laterza-Impianto A.Q.P.
Sinni).
In aggiunta, vengono predisposti servizi di vigilanza e controllo del
territorio (‘postazioni mobili’), privilegiando le aree potenzialmente esposte
al pericolo di incendi (come ad esempio la “pineta comunale”, il bosco
‘Selva S. Vito’, pineta della località ‘Sterpine’, pineta ‘Fraggennaro’,
ecc.., .ecc..).
Con le misure di prevenzione, si intende eliminare gran parte degli
incendi.
Differente lo scenario per gli incendi di natura dolosa: questi si
verificano, quando l’intervento delle istituzioni è più difficile e lento, ovvero
nelle ore serali e notturne e quando ci sono le condizioni climatiche
favorevoli (giornate calde con vento).
Una soluzione per limitare i danni è quella di organizzare ed attivare, in
tali periodi, un congruo numero di squadre, che monitorano costantemente le
aree boscate.
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Modello d'intervento
Si premette, che il ruolo operativo nella lotta attiva agli incendi
boschivi è demandato esclusivamente agli organi tecnici rappresentati dal
Corpo Forestale dello Stato (C.F.S.) e dal Corpo Nazionale dei Vigili del
Fuoco; le organizzazioni di volontariato operano sotto il coordinamento del
Direttore delle Operazioni di Spegnimento (D.O.S.) del C.F.S., come
stabilito dalle Procedure Operative Generali per fronteggiare il rischio
incendi boschivi, tramite la Sala Operativa Unificata Permanente (S.O.U.P.)
della Regione Puglia.
In ogni caso si applicano le Procedure del Programma di Azione
Operativo per la Campagna AIB, emesse annualmente dal Servizio
Protezione Civile della Regione Puglia, in collaborazione con il Servizio
Foreste, il Servizio Assetto del Territorio e l’Agenzia Regionale Attività
Irrigue e Forestali (A.R.I.F.), riportate nell’Allegato G del presente Piano
Comunale di Protezione Civile.
Alla notizia di un incendio boschivo, immediatamente, si allerta il
C.F.S., il S.O.U.P. ed eventualmente in caso di mancata risposta,
direttamente i referenti dell’A.R.I.F. presenti sul posto.
Contemporaneamente, si invia sulla zona ove è stato segnalato
l’incendio, personale dell’ufficio di protezione civile comunale, al fine di
verificare la veridicità della segnalazione, l’estensione dell’incendio, i
probabili sviluppi, la percorribilità delle vie di accesso e di fuga della zona
delle operazioni, in modo da informare dettagliatamente, sull'evolversi
dell'incendio il C.F.S. ed all'occorrenza i Vigili del Fuoco.
I volontari di P.C. e comunque tutto il personale operante devono
sempre essere informati, sulle regole di comportamento che devono usare,
sulla zona dell’incendio; in modo particolare, sull’assoluto divieto di
deterioramento o distruzione di quelle tracce, che potrebbero essere
determinanti, per l’identificazione del responsabile dell’incendio.
Pertanto, tutto il personale operante deve conoscere le seguenti regole
di comportamento:
ogni intervento deve espletarsi indossando tutti i Dispositivi di
Protezione Individuale previsti dalla normativa;
gli interventi devono eseguirsi attenendosi alle disposizioni del
Direttore delle Operazioni di Spegnimento, evitando
comportamenti che possano mettere a repentaglio la propria
sicurezza e quella altrui;
alla notizia dell'incendio, annotarsi possibilmente, gli estremi della
persona segnalatrice;
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durante l'avvicinamento al luogo dell'incendio, cercare di annotare,
memorizzare veicoli o persone, che si allontanino, circolino o
sostino nei pressi;
durante le fasi di spegnimento, evitare il più possibile, di
camminare o bagnare senza scopo, le aree già percorse dal fuoco,
limitando l'intervento e il calpestio alle zone dove l'incendio è in
atto;
non introdursi con veicoli, all'interno delle zone bruciate o
limitrofe, se ciò non sia assolutamente necessario, al fine di evitare
di cancellare eventuali impronte di pneumatici o di scarpe;
nessuna cosa esistente sul luogo, anche se ritenuta insignificante o
non attinente con l'incendio, dovrà essere maneggiata, raccolta o
spostata;
di qualsiasi cosa rinvenuta, con particolare riferimento ad eventuali
meccanismi di accensione facilmente riconoscibili, si dovrà
avvisare il personale del C.F.S. astenendosi dal maneggiarla,
raccoglierla o spostarla;
astenersi rigorosamente, dal fare ingresso o bagnare le zone
dell'incendio delimitate dal nastro a bande bianche e rosse, poiché
tali aree saranno soggette a peculiari accertamenti del personale
specializzato;
informare di qualsiasi cosa o fatto sospetto il personale del C.F.S..
Nei periodi di forte rischio di incendi boschivi, oltre a quando questi
sono in atto, si allerteranno le ditte munite di cisterne per trasporto di acqua,
al fine dell'intervento in caso di fabbisogno, per i Vigili del Fuoco ed il
C.F.S..
Particolare attenzione deve essere posta, al fine di un eventuale
intervento di evacuazione, per le aziende agricole che possono essere
interessate dal fuoco, compresi gli animali.
Il prelievo di acqua da usarsi per lo spegnimento di incendi viene
effettuato nei seguenti siti:
• punti di approviggionamenti posti nei pressi del Municipio, della
fontanina ubicata di fronte al Santuario Mater Domini e nei pressi di
Pier S.r.l. in via Roma a Laterza;
• pozzi e sorgenti presenti in agro di Laterza.
Al fine di realizzare vie taglia fuoco, per fermare eventuali incendi
boschivi in atto, ci si avvarrà, al momento, dell'agricoltore più vicino alla
zona, in quanto la quasi totalità è provvista di trattori agricoli, con relativi aratri.
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C.4.7 - Rischio sociologico (manifestazioni, fiere e processioni)
Il rischio sociologico è legato all’assembramento di persone, che in
base al numero delle persone stesse e la tipologia dei luoghi, può costituire
un potenziale fattore di rischio.
Esso è legato in particolar modo ad eventi quali il mercato settimanale,
le fiere stagionali, le processioni, gli spettacoli di piazza.
Per tale tipologia di eventi sono stati individuati le aree ed i percorsi
interessati e sono stati individuati le vie di esodo e le aree di attesa in caso di
incidenti, come riportato nella cartografia in allegato H Tav. n° 21 – ‘Rischio
sociologico - Eventi indotti da grandi manifestazioni popolari, culturali e
sportive’ e Tav. n° 22 – ‘Rischio sociologico - Eventi indotti dalle
processioni delle principali feste religiose: Maria S.S. Mater Domini, S.S.
Medici, Madonna del Carmine e Madonna delle Grazie’
Quando si organizzano eventi con potenziale rischio di tipo sociologico,
preliminarmente:
• il corpo di Polizia Municipale provvederà al controllo dei
percorsi e degli accessi in funzione dei percorsi stabiliti;
• si provvederà a controllare che l’impegno degli spazi sia
conforme a quanto previsto dall’organizzazione dell’evento o nel
caso di mercato e fiera, dalle specifiche ordinanze comunali.
• Si controlleranno la disponibilità degli spazi di attesa e la
fruibilità delle vie di esodo che saranno mantenute libere;
• Si provvederà al preallertamento del 118 e delle organizzazioni
di volontariato, per eventuali necessità di soccorso.
In ogni caso si attiveranno le procedure di attivazioni in emergenza al
livello di attenzione.
In caso di emergenza in atto, il Sindaco attiva il C.O.C., si attiveranno
le procedure operative generali e la seguente procedura specifica:
• Se l’emergenza è di estensione ampia, si provvederà
all’attivazione dei cancelli di ingresso;
• il corpo di P.M. in collaborazione con le associazioni di
volontariato, provvederà al direzionamento della viabilità al fine
di permettere il deflusso delle persone lungo le vie di esodo e
l’accesso dei mezzi di soccorso;
• si chiederà l’immediato intervento del 118 e delle associazione
di volontariato e dei Vigili del Fuoco per eventuali interventi in
soccorso;
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C.4.8 - Rischio ondate di calore
All’inizio della stagione estiva, i responsabili delle Funzioni di
supporto 3 - Volontariato e 9 - Assistenza alla popolazione, del C.O.C., di
comune intesa, programmano il calendario dei turni, per le associazioni di
volontariato, da attivarsi, per l'assistenza agli anziani ed i non autosufficienti,
quando scatta l'allarme rischio calore.
Ricevuto dal Centro Funzionale Regionale del Servizio di Protezione
Civile delle Puglia il bollettino di condizioni climatiche, saranno allertati i
referenti C.O.C. delle Funzioni di Supporto 3 - Volontariato e 9 - Assistenza
alla popolazione ed informata e sensibilizzata la popolazione, con continui
comunicati informativi, circa i comportamenti da adottare, per alleviare i
disagi, in modo particolare, per gli anziani ed i non autosufficienti.
Per le segnalazioni di persone in difficoltà, saranno continuamente
pubblicizzati i numeri telefonici a cui rivolgersi per i primi interventi:
118
1500
099/8216014
099/8297946
099/8216014
099/8297946
099/8297103
099/8216674
Servizio Sanitario Nazionale
Ministero della Salute
Comando di Polizia Municipale
Ufficio Comunale di Protezione Civile
Associazione ‘La Luce’
Associazione Radio C.B. ‘S.O.S. 27’ SER
Se il rischio calore si protrae per oltre le 24 ore, i referenti C.O.C. delle
Funzioni di Supporto 3 - Volontariato e 9 - Assistenza alla popolazione,
inviano i volontari, presso le abitazioni degli anziani ed i non
autosufficienti (preventivamente individuati), per le dovute forme di
soccorso e assistenza.
Nei periodi di maggior rischio calore, le sedi di associazioni frequentate
da persone anziane saranno rifornite, da parte dell’organizzazione comunale
di P.C., di acqua in bottiglia.
Dal punto di vista della prevenzione, l’Azienda Sanitaria Locale TA/1,
annualmente stila un vademecum di Prevenzione dei Rischi per la Salute da
Ondate di Calore che consegna alla popolazione anziana e ai non
autosufficienti.
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C.4.9 - Rischio siccità - interruzione erogazione idrica
In caso di previsione di siccità, ci si dovrà attenere scrupolosamente,
alle indicazioni fornite dagli organi superiori, Ministero della Sanità,
Dipartimento della P.C., Prefettura di Taranto, Regione, Provincia.
Saranno allertate le ditte locali, munite di cisterne per trasporto di acqua.
Molte aziende agricole sono già munite di cisterne proprie, per i loro
fabbisogni.
In caso di emergenza acclarata, saranno predisposti presidi ove sorgono
pozzi sorgivi, per regolamentare il prelievo e l'uso dell'acqua.
Controlli giornalieri saranno effettuati negli esercizi commerciali, per
monitorare i prezzi dell'acqua e bibite in genere.
Apposite ordinanze saranno emanate, per limitare o vietare l'uso di
acqua per lavaggio di mezzi, irrigazione giardini.
In caso di interruzione improvvisa dell'erogazione idrica nel centro
urbano (guasti sulle condotte, contaminazione, ecc.), immediatamente,
tramite annunci, sarà garantito alla cittadinanza, un livello adeguato di
informazione su:
-
cosa è successo e perché;
la prevedibile durata della criticità;
azioni intraprese e da intraprendere;
comportamenti di autoprotezione per la popolazione, possibili rischi;
disposizioni varie.
Le informazioni dovranno essere diffuse tempestivamente e ad
intervalli regolari.
Sarà bene comunicare sempre, al fine di limitare il più possibile il
panico nella popolazione, che non deve sentirsi abbandonata e ricavare
invece, che si sta organizzando il necessario, per limitare il disagio, dovuto
alla mancanza di acqua.
Si devono monitorare immediatamente la struttura sanitaria
O.S.M.A.I.R.M., laboratori sanitari, case di cura ed abitazioni di anziani e
persone non autosufficienti.
Sarà richiesto l'intervento immediato degli organi tecnici: A.S.L. TA/1,
A.Q.P., Consorzi di Bonifica, Agenzia Regionale Protezione Ambiente,
Autorità di Bacino della Puglia.
Si devono contattare le ditte di distribuzione di acqua potabile e le ditte
di grosse cisterne, da installare in punti nevralgici del paese, in rapporto alla
popolazione ed in spazi adeguati.
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Il rifornimento dell'acqua, in emergenza, deve avvenire in modo tale, da
evitare rischi di contaminazione, sia nella fase di prelievo, sia in quella di
trasporto e distribuzione; pertanto è prioritaria la distribuzione tramite
sacchetti, boccioni e bottiglie.
Tutte le cisterne impiegate dovranno essere omologate, esclusivamente
per il trasporto di acqua destinata al consumo umano, con caratteristiche tali,
da consentire agevoli operazioni di lavaggio e disinfezione; potranno
impiegarsi contenitori per il trasporto di liquidi alimentari, se in possesso di
autorizzazione igienico-sanitaria.
In zootecnia, per gli allevamenti di animali di grossa taglia, in
prossimità di esaurimento dei pozzi di proprietà degli allevatori, la A.S.L.
vaglierà la possibilità di abbattimento degli animali per macellazione.
Considerare anche, se la situazione lo richiede, l'emanazione di
ordinanza di chiusura delle attività artigianali e delle industrie.
A fine emergenza e se necessario anche durante l'emergenza, la ditta
affidataria del servizio di igiene urbana, effettuerà la disinfestazione e
derattizzazione di tutto il territorio comunale.
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C.4.10 - Rischio rifiuti urbani
Questa è un'emergenza che è bene considerare, in quanto le cause che
possono provocarla sono di attualità, su alcune aree del territorio nazionale.
La comunicazione alla popolazione, già esplicitata in precedenza,
anche qui è di straordinaria importanza; rendere consapevole la popolazione
della situazione igienica che potrebbe crearsi, i comportamenti di autotutela
da adottare, renderebbero meno drammatica la situazione.
Innanzi tutto, può essere utile, individuare da subito, delle zone di
stoccaggio provvisorie, dove conferire i rifiuti.
Si possono individuare dei siti, non lontano dall'abitato, ove i cittadini
andrebbero a conferire personalmente le buste dei rifiuti, adeguatamente
chiuse, magari in doppio involucro, in modo che le strade del centro abitato
restino libere dai cumuli, che altrimenti si formerebbero, creando disagio ed
allarme sociale.
Per questo, si deve reperire immediatamente, un congruo numero di
apposite buste per rifiuti, da distribuire gratuitamente alla popolazione,
tramite postazioni dislocate in vari punti dell’abitato, presidiate da personale
del Comune e da volontari.
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C.4.11 - Rischio incidenti stradali e trasporti
L’incidente stradale è un fenomeno che si verifica senza possibilità di
preannuncio, questo fa sì che in caso di accadimento, sarà attivata
immediatamente la fase di allarme, contestualmente alla fase di emergenza e
soccorso.
All’accadimento incidenti che possono coinvolgere la popolazione con
sversamenti nell’ambiente di sostanze pericolose, immediatamente deve
essere preclusa al traffico ed alle persone la zona interessata;
contestualmente, si devono avvertire i Vigili del Fuoco, comunicando loro
tutte le notizie utili, per un intervento mirato al tipo di incidente (es. codice
KEMLER per incidenti nei trasporti) e l'Agenzia Regionale di Protezione
dell'Ambiente (A.R.P.A.).
Al Comune rimane una competenza, di supporto logistico assistenziale.
Si attiva il C.O.C., si innescano le procedure di attivazioni in
emergenza e si attiveranno le procedure operative generali.
Allarme / Emergenza
Sindaco in relazione all'evolversi dell'accadimento:
•
avvia i contatti con: VV.F., A.R.P.A., U.S.L., Prefettura;
•
dispone per l'immediato intervento della Polizia Municipale anche
in concorso e di concerto con il Volontariato di protezione civile
per supportare l'opera dei soccorsi, per procedere ad eventuale
evacuazione e per l'assistenza alla popolazione;
•
preavvisa le funzioni del C.O.C. ed i Responsabili del Settore
Ambiente e della Polizia Municipale per un loro concorso nel
soccorso, in base alle specifiche competenze;
•
in caso di materiale gassoso, in base alla direzione del vento,
allerta subito la popolazione che può rimanerne coinvolta, con
comunicati indicanti i comportamenti da adottare (non uscire di
casa, non aprire porte e finestre, isolare l'abitazione, ecc.).
•
si adopera per quant’altro necessiti per la tutela dell'incolumità
della popolazione e per la sicurezza della circolazione;
•
informa i Comuni limitrofi, se non già fatto, qualora l'evento
possa estendersi sui loro territori, come ad es. nell'ipotesi di
sostanze tossiche aeriformi;
•
procede all'evacuazione di tutti coloro che siano esposti a rischio,
ricoverandoli in aree protette oppure allestite per l'ospitalità
temporanea;
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•
•
in caso di interruzione improvvisa della circolazione stradale per
qualsiasi causa, immediatamente, gli Agenti della P.M.,
all'occorrenza coadiuvati dai volontari, si porteranno alle
intersezioni prossime al luogo dell’interruzione, per segnalare
adeguatamente il rischio e deviare il traffico su percorsi sicuri;
in caso di interruzione delle strade principali fuori del centro
urbano, ove si prevedono tempi lunghi, per il ripristino della
circolazione, attiverà l'allertamento dei Comandi di P.M.,
Carabinieri e Polizia Stradale dei comuni limitrofi interessati, al
fine del blocco e/o deviazione del traffico dalla direttrice
medesima.
Cessata Emergenza
Sindaco:
•
emette comunicati alla popolazione di cessato pericolo con
indicazioni sulle misure autoprotettive da adottarsi, come ad
esempio in caso di avvenuto rilascio di sostanze tossiche e
radioattive:
- non mangiare alimenti come verdure, frutta, ecc., che siano
rimasti all’aperto o comunque esposti al rischio di
contaminazione;
- non mangiare carni o prodotti derivati animali, qualora fossero
in situazioni tali, come all'aperto, da poter essere contaminati;
•
avvia il censimento danni a cose e persone, delegandolo alla
funzione C.O.C. n° 8;
•
dispone per il ripristino della circolazione stradale, dei servizi
essenziali di erogazione idrica, elettrica, gas, eventualmente
interrotti durante l'attività dei soccorsi;
•
verifica la salubrità e sicurezza degli immobili per permettere il
rientro della popolazione e la ripresa delle attività produttive;
•
dispone il controllo di tutta la zona al fine di individuare pericoli,
non immediatamente accertabili;
•
mantiene il servizio antisciacallaggio, da espletarsi fino a cessate
esigenze, per le aree ed immobili evacuati e non immediatamente
occupabili;
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C.4.12 - Rischio blackout
Un’improvvisa e prolungata interruzione di energia elettrica priva i
cittadini dei servizi essenziali, quali luce, riscaldamento, rifornimento idrico,
ecc..
Quando l’evento assume dimensioni, estensioni ed effetti tali da non
poter essere fronteggiato mediante la predisposizione degli interventi
ordinari di competenza degli enti ed aziende che gestiscono tale servizio e
quando non si tratti di sospensione in modo selettivo e programmato, è
richiesto l’intervento dell’Ufficio di Protezione Civile.
In tal caso tale ufficio dovrà:
1 - pianificare una risposta coordinata e sinergica nelle prime fasi
dell’emergenza per ridurre il più possibile i rischi collaterali connessi
all’interruzione di energia elettrica;
2 - verificare i parametri di funzionalità degli organismi di soccorso in
relazione alle conseguenze determinate dalla mancanza di energia
elettrica;
3 - verificare i parametri di funzionalità di alcuni servizi essenziali in
relazione alle conseguenze determinate dalla mancanza di energia
elettrica:
4 - individuare soluzioni atte a garantire un sufficiente margine di
operatività.
A seguito di una prolungata interruzione di energia elettrica è
immediatamente attivato il Sistema comunale di protezione civile.
Preallarme
Al ricevimento della comunicazione di preallarme, trasmessa dalla
Prefettura, o di una improvvisa emergenza:
• Si allerta il C.O.C e si innescano le procedure di attivazioni in
emergenza;
• il corpo di P.M. provvederà al monitoraggio del territorio e della
rete viaria;
• Si provvede all’allertamento del 118 e delle associazioni di
volontariato per eventuali interventi in soccorso;
Il perdurare del blackout implica il passaggio allo stato di allarme.
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Allarme
Se la durata del blackout supera le 4 ore, il Sindaco dispone per
l’immediato monitoraggio del territorio cittadino mediante l’impiego del
personale del Corpo di Polizia Municipale, al fine di dimensionare l’evento
sia in termini di estensione territoriale che della rilevazione di eventuali
danni. Inoltre, il Sindaco provvede a:
• allertare il C.O.C e si innescano le procedure di attivazioni in emergenza a
livello di allarme;
• il corpo di P.M. provvederà al monitoraggio del territorio e della rete viaria
per per regolamentare il traffico;
• si rapporta con la prefettura per rapportare la situazione;
• si rapportarsi con ENEL per le verifiche
• Si provvede all’allertamento del 118 e delle associazioni di volontariato
per eventuali interventi in soccorso;
• si allertano la A.S.L./TA 1 ed i volontari per prestare eventuale soccorso e
per preparasi ad assistere persone non autosufficiente e/o necessitano di
apparecchiature elettromedicali;
• la Funzione 4 mette a disposizione i gruppi elettrogeni disponili, allerta le
ditte che hanno gruppi elettrogeni disponibili;
• si provvede a fornire supporto alle strutture territoriali vulnerabili, in
particolare O.S.M.A.I.R.M.;
• se il backout si prolunga il Sindaco dispone la sospensione dell’attività
scolastica;
• Attuazione del presidio per il controllo del traffico veicolare con l’impiego
del personale del Corpo di Polizia Municipale e delle associazioni di
volontariato, coordinati dal Responsabile della funzione di supporto
“strutture operative locali, viabilità”;
• Assistenza alla popolazione: non essendo prevista la movimentazione della
popolazione, l’assistenza sarà, in genere, di tipo domiciliare con
distribuzione, ove necessario, di generi di prima necessità quali acqua e
generi alimentari;
• Verifica e ripristino della funzionalità dei servizi essenziali, provvedendo a
riparazioni urgenti e provvisorie, utilizzando apparecchiature di emergenza
(per es. gruppi elettrogeni, autoclavi, etc.) o mezzi alternativi di erogazione
(per es. autobotti, etc.), avvalendosi per questo di personale specializzato
addetto alle reti di servizi, secondo specifici piani particolareggiati
elaborati da ciascun ente competente nell’ambito della funzione di
supporto “servizi essenziali”;
• Attuazione di un idoneo sistema di informazione al cittadino attraverso
diffusione di specifici messaggi a mezzo di altoparlanti a bordo dei veicoli
del Corpo di Polizia Municipale.
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C.4.13 - Rischio incidenti su rete distribuzione gas (metanodotti)
Un incidente alla rete metanifera, con rottura della condotta e
fuoriuscita di gas, può provocare incendi e/o esplosioni.
Alla segnalazione di un evento incidentale al metanodotto si attiva
immediatamente il C.O.C. e si innescano le procedure di attivazioni in
emergenza a livello allarme e le si attiveranno le procedure operative
generali.
• il corpo di P.M. provvederà al monitoraggio del territorio e della rete
viaria per regolamentare il traffico;
• il Sindaco si rapporta con la prefettura per rapportare la situazione;
• si deve inoltrare la richiesta di intervento al Comando Provinciale dei
V.V.F. e all’A.R.P.A.;
• la Funzione 5 provvede rapportarsi con ENEL e la società di gestione
del metanodotto per le verifiche;
• Si provvede all’allertamento del 118 e delle associazioni di volontariato
per eventuali interventi in soccorso;
• si allertano la A.S.L. ed i volontari per prestare eventuale soccorso e per
preparasi ad assistere persone non autosufficiente e/o necessitano di
apparecchiature elettromedicali;
• la Funzione 4 allerta le ditte di movimento terra ed impiantistiche.
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C.4.14 – Rischio sanitario
Le emergenze di tipo sanitario comprendono le situazioni di emergenza
determinate da:
• insorgere di epidemie;
• inquinamento di acqua, cibo, aria, ecc.;
• eventi catastrofici con gran numero di vittime.
Tali situazioni, che possono coinvolgere sia gli essere umani sia gli
animali, richiedono interventi di competenza delle Autorità Sanitarie che li
esplicano attraverso la normativa in vigore relativa alla profilassi di malattie
infettive.
Per situazioni di emergenza sanitaria, in generale si deve far riferimento
alle procedure in essere alla ASL TA/1 ed ai referenti dei Dipartimenti e
Servizi della stessa azienda.
Ricordiamo che l’Azienda Sanitaria Locale TA/1, mensilmente
trasmette ai vari enti, i turni di pronta disponibilità (reperibilità) dei vari
medici e veterinari dei Servizi di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione e
della Polizia Mortuaria, dei Servizi di Igiene e Sanità Pubblica e dei Servizi
di Igiene degli Allevamenti e delle Produzioni Zootecniche , nonché dei
Servizi di Sicurezza e Salute nei Luoghi di Lavoro.
Copia della sopracitata documentazione deve essere tenuta presso il
C.O.C..
Per situazioni di emergenza sanitaria, determinate da anomalie termiche,
si fa riferimento al paragrafo C.4.8 - Rischio ondate di calore.
In generale tali situazione sono innescate da bollettino di allerta della
Prefettura, che attiva immediatamente il C.O.C: e si innescano le procedure
di attivazioni in emergenza a livello allarme.
Si attiveranno inoltre le seguenti procedure:
• Il Sindaco si rapporta con la prefettura per rapportare la situazione;
• Si provvede all’allertamento del 118 e delle associazioni di
volontariato per eventuali interventi in soccorso;
• si allertano la A.S.L. TA/1 ed i volontari per prestare eventuale
soccorso e per preparasi ad assistere persone non autosufficiente
e/o necessitano di apparecchiature elettromedicali;
• Si allertano tutti i presidi medici, i medici e le farmacie presenti sul
territorio;
• Si deve informare i cittadini dell’emergenza in corso e dei
provvedimento in atto.
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C.4.15 - Rischio incidenti vari (evento qualsiasi)
Se la tipologia del rischio presenta eventi precursori, permettendo il
monitoraggio della situazione sin dal suo innesco, si innescano le procedure
di attivazioni in emergenza dal livello di preallerta.
In caso di accadimento senza evento precursore le procedure si
innescano dal livello di allarme.
Il Sindaco attiva il C.O.C. e la seguente procedura specifica:
• il corpo di P.M. provvederà al monitoraggio, dell’area di criticità
ed delimitare le aree di criticità;
• se la situazione evolve al peggio, si allerteranno, inoltre, i Vigili
del Fuoco, di movimento terra e di autolinee, in previsione di
un’eventuale evacuazione della popolazione, dalle aree a rischio;
• Si provvede all’allertamento del 118 e delle associazioni di
volontariato per eventuali interventi in soccorso;
• interviene il referente C.O.C. della Funzione di Supporto 1 Tecnica e di pianificazione, per sopralluoghi atti a verificare la
funzionalità delle infrastrutture ritenute pericolose.
Alla fine dell’evento calamitoso, il Sindaco dispone:
• si provvede all’immediata verifica delle condizioni dei soggetti
non autosufficienti o abbisognosi di cure salvavita, per
provvedere alla fornitura delle cure e supporto necessari (es.
fornitura di gruppi elettrogeni per soggetti con apparecchiature
elettromedicali, trasporto di soggetti dializzati, fornitura di
medicinali);
• si provvede all’immediata verifica di situazioni di pericolo per le
persone e se necessario, all’evacuazione verso le aree di ricovero
per tutti i soggetti le cui abitazioni o che vivono in zone
potenzialmente pericolose;
• le aree di pericolo devono essere delimitate;
• si provvede al censimento dei danni a cose e persone,
trasmettendo le informazioni alla Prefettura;
• si informa la popolazione in merito alle zone di pericolo ed i
soccorsi in atto.
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C.4.16 - Indicazioni finali
Al termine di ogni evento calamitoso, si deve fare un'attenta analisi su
come è stata affrontata l'emergenza, elencando dettagliatamente i punti
deboli (es. preparazione degli operatori, mancanza di mezzi ed attrezzature,
ecc.) ed i punti di forza (es. collaborazione della popolazione, efficacia della
comunicazione, ecc.).
Fondamentale importanza riveste l'aggiornamento del P.C.P.C., in ogni
sua parte e componente, ovvero, dati, scenari di rischio, cartografie,
modulistica, ecc., per cui il presente documento è da ritenersi un "work in
progress", in quanto suscettibile di continui aggiornamenti ed integrazioni,
dovuti all'evolversi della normativa, al periodo di fisiologica
sperimentazione delle azioni previste, all'esperienza accumulata sul campo,
ai contributi dei diversi soggetti coinvolti (Enti, associazioni, popolazione),
alle eventuali esercitazioni che si andranno a realizzare.
Gli aggiornamenti e le integrazioni sono eseguite a cura dell’Ufficio
Comunale di Protezione Civile (U.C.P.C.); il Sindaco prende atto delle
variazioni apportate e nel caso di modifiche sostanziali, le sottopone
all’approvazione della Giunta Comunale.
Per tutto quello che non è trattato nel presente documento, si rimanda
al Piano Provinciale di Protezione Civile della Provincia di Taranto ed al
Piano di Emergenza Rischio Idrogeologico ed Idraulico della Prefettura di
Taranto.
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C.5 - L’INFORMAZIONE DELLA POPOLAZIONE
C.5.1 - L'informazione della popolazione
La collaborazione della popolazione è uno dei fattori che concorre alla
risoluzione dell'emergenza.
Pertanto, la popolazione deve essere adeguatamente informata sui rischi
cui è esposta, sulle procedure e modalità di allertamento, sui comportamenti
da adottare per ogni singolo rischio, sulla organizzazione dei soccorsi.
Nella progettazione dell’informazione occorre definire i tempi
dell'informazione, l'emittente, gli utenti, i contenuti, modalità e mezzi di
comunicazione.
La Legge n° 265 del 3 agosto 1999, trasferisce al Sindaco “le
competenze del Prefetto in materia di informazione della popolazione su
situazioni di pericolo per calamità naturali, di cui all'art. 36 del
regolamento di esecuzione della legge 8 dicembre 1970, n. 996, approvato
con decreto del Presidente della Repubblica 6 febbraio 1981, n. 66”.
Il Decreto Legislativo n° 334 del 17 a gosto 1999 (“Attuazione della
direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di i ncendi rilevanti
connessi con determinate sostanze pericolose”), ribadisce, relativamente ai
pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose,
che il “comune, ove è localizzato lo stabilimento soggetto a notifica, porta
tempestivamente a conoscenza della popolazione le informazioni fornite dal
gestore, eventualmente rese maggiormente comprensibili”.
“Le informazioni sulle misure di sicurezza da adottare e sulle norme di
comportamento da osservare in caso di incidente sono comunque fornite dal
comune alle persone che possano essere coinvolte in caso di incidente
rilevante verificatosi in uno degli stabilimenti soggetti al D. Lgs n° 334”.
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C.5.2. - Tempi dell'informazione
L'informazione del rischio, caratterizzata da una serie di istruzioni da
porre in atto quando richiesto dalla situazione contingente, si sviluppa in tre
momenti:
• informazione preventiva
Ha lo scopo di mettere ogni individuo nella condizione di conoscere il
rischio cui è esposto, di verificare i segnali di allertamento e di assumere i
corretti comportamenti di autoprotezione in situazione di emergenza.
Tale attività informativa sarà ribadita nel tempo ed estesa, oltre che alla
popolazione fissa, costituita dalle persone stabilmente residenti nelle zone "a
rischio", anche alla popolazione variabile, ossia presente in determinate
fasce orarie (scuole, posti di lavoro, uffici pubblici, ecc.) o per periodi più o
meno lunghi (strutture alberghiere, case di cura, ospedali, ecc.).
• informazione in emergenza
Tende ad assicurare l'attivazione di comportamenti da parte della
popolazione al manifestarsi di condizioni che denunciano un'emergenza
prevedibile (fase di preallarme) o al verificarsi dell'emergenza (fase di
allarme).
• informazione post-emergenza
Ripristina lo stato di normalità attraverso segnali di cessato allarme.
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C.5.3. - Modalità e mezzi di comunicazione
Per quanto concerne le modalità di comunicazione, in caso di
emergenza attesa, se l'evento atteso lascia un adeguato margine di tempo, si
farà ricorso a messaggi scritti, che non danno adito ad interpretazioni o a
distorsioni verbali.
Nel caso di emergenza immediata si farà ricorso all'impiego di sistemi
di megafonia mobile (autovetture del Corpo di Polizia Municipale).
Per il segnale di fine emergenza si utilizzeranno mezzi e modalità come
per il preallarme.
C.5.4 - I contenuti della comunicazione
I contenuti della comunicazione variano a seconda che si tratti di
informazione preventiva o in emergenza.
L'informazione preventiva deve contenere indicazioni relative a:
• natura del rischio e possibili conseguenze sulla popolazione, sul
territorio e sull'ambiente;
• messaggi e segnali di emergenza e loro provenienza;
• prescrizioni comportamentali, differenziate sulla base della
distribuzione spaziale e temporale dell'intensità degli effetti
dell'evento o della presenza di strutture particolarmente
vulnerabili;
• procedure di soccorso.
In emergenza, il contenuto della comunicazione deve indicare:
• quali comportamenti adottare;
• fenomeno in atto o previsto;
• misure particolari di autoprotezione da attuare;
• autorità ed enti cui rivolgersi per informazioni, assistenza,
soccorso e con cui collaborare.
Nel caso si preveda un provvedimento di evacuazione si dovranno
comunicare le aree di attesa preventivamente individuate.
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C.5.5. - Norme comportamentali di carattere generico
COSA FARE IN CASO DI TERREMOTO
Il terremoto è un fenomeno naturale, difficile da prevedere, causato dal
passaggio di onde sismiche generate da una rottura nella crosta terrestre.
L’intero territorio del Comune di Laterza è posto in una zona
classificate 3 quindi il rischio di crollo degli edifici è limitato, tuttavia il
rispetto di alcune regole di comportamento è importante per limitare i danni.
PRIMA CHE SI VERIFICHI IL TERREMOTO:
Informati se abiti in una zona a rischio;
Conosci quali sono i punti più sicuri in casa (muri portanti, travi in
cemento armato) e del luogo in cui lavori o studi;
Informati su dove sono collocati gli interruttori della luce, del gas e
dell’acqua;
Verifica se ci sono uscite di sicurezza;
Evita di mettere mobili che cadendo potrebbero impedire l’apertura
delle porte e/o l’uscita dalla stanza;
Informati su dove sono ubicati gli spazi aperti sicuri vicino alla tua
abitazione, al tuo luogo di lavoro o ambiente di studio;
Assicurati che tutte le persone che vivono con te sappiano cosa fare.
DURANTE LA SCOSSA SE TI TROVI IN UN LUOGO CHIUSO
Mantieni e contribuisci a far mantenere la calma;
Non precipitarti fuori ma rimani dove ti trovi;
Riparati sotto un tavolo, sotto l’architrave della porta o vicino ai muri
portanti;
Allontanati da finestre, porte con vetri, armadi perché cadendo
potrebbero ferirti;
Dopo il terremoto se possibile stacca la luce dell’interruttore generale e
chiudi il gas;
Lascia l’edificio senza usare l’ascensore scendendo le scale in fila
indiana lato muro.
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SE SEI IN CASA- DURANTE LA SCOSSA
Fare
• Riparati sotto gli architravi, vicino ai pilastri oppure sotto un tavolo
Non Fare
• Non rimanere vicino a mobili o altri oggetti che possono caderti
addosso
• Non ripararti vicino alle finestre perché potrebbero rompersi e ferirti
• Non usare le scale e non prendere l’ascensore
SE TI TROVI ALL’APERTO DURANTE LA SCOSSA
Allontanati dagli edifici, dagli alberi, dai lampioni e dalle linee
elettriche o telefoniche che cadendo potrebbero ferirti;
Cerca un posto dove non hai nulla sopra di te, se non lo trovi cerca
riparo sotto qualcosa di sicuro come una panchina;
Non avvicinarti agli animali perché potrebbero essere spaventati e
reagire violentemente.
DOPO LA SCOSSA SE SEI ALL’APERTO
Verifica lo stato di salute di chi ti è vicino e soccorri chi ne ha
bisogno;
Accertati che non vi siano principi di incendi;
Raggiungi le eventuali aree di raccolta stabilite nei piani di
emergenza e collabora con il personale della protezione civile;
Usa il telefono solo in caso di vera necessità.
FINITA LA SCOSSA SE SEI AL CHIUSO
Fare
• Chiudi gli interruttori del gas e della luce e in caso di fuga di gas
segnala il fatto e apri le finestre.
• Esci di casa indossando le scarpe per non ferirti e senza usare gli
ascensori.
• Prima di lasciare l’edificio controlla la stato di salute di chi ti è vicino.
• Raggiungi le aree di attesa preferibilmente senza usare le auto.
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Non fare
• Non usare il telefono se non è strettamente necessario.
• Non ingombrare le strade con l’auto per non intralciare i mezzi di
soccorso.
SE SEI IN AUTO O A PIEDI DURANTE E SUBITO DOPO LA SCOSSA
Non passare sotto edifici o parti di essi (balconi, cornicioni,
grondaie…).
Se ti trovi in auto è consigliabile restarci dentro perché questa
costituisce un buon riparo sempre che non sia ferma sotto o vicino a edifici,
viadotti, cartelloni pubblicitari e tralicci.
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COSA FARE IN CASO DI ALLUVIONE
L’esondazione è la fuoriuscita dell’acqua dall’alveo del fiume durante
la piena. I periodi più pericolosi sono la primavera e l’autunno nei quali sono
più intense le precipitazioni.
SE L’EDIFICIO È SU PIÙ PIANI E TI TROVI AL PIANO TERRA O
SEMINTERRATO:
Mantieni e contribuisci a far mantenere la calma;
Interrompi immediatamente ogni attività;
Prendi un indumento per proteggerti da freddo o pioggia e lo zaino
con torcia e medicinali prescritti dal medico;
In tutta tranquillità avviati ai piani superiori;
Incolonnati con le altre persone;
Ricordati: Non spingere, Non gridare e Non correre.
SE TI TROVI AL PRIMO PIANO O SUPERIORE
Interrompi immediatamente ogni attività;
Disponi eventuali effetti personali in modo che non creino ingombro
alle persone che aiuterai ospitandole;
Preparati ad accogliere le persone che giungeranno dai piani inferiori;
Mantieni e contribuisci a far mantenere la calma.
SE L’EDIFICIO È COMPOSTO SOLO DAL PIAN TERRENO
Mantieni la calma;
Interrompi ogni attività;
Prendi un indumento per proteggerti dal freddo e/o dalla pioggia.
Prendi lo zaino con torcia e medicinali prescritti dal medico;
Incolonnati con le altre persone;
Ricordati: Non spingere, Non gridare e Non correre;
Dirigiti verso il luogo di raccolta previsto dal Sindaco nel Piano di
Evacuazione per Esondazione.
SE SEI IN CASA E TI ACCORGI IN TEMPO DELL’ESONDAZIONE
Fare
• Segnala subito l’evento ai Vigili del Fuoco, Carabinieri, Polizia
Municipale.
• Stacca la corrente elettrica solo se l’interruttore è posto in un luogo
non ancora allagato.
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• Tampona le porte e le finestre per impedire la penetrazione
dell’acqua.
• Metti in luogo sicuro le sostanze inquinanti: detersivi, insetticidi,
medicinali.
• Sali ai piani alti dell’abitazione portando con te medicinali
indispensabili, alimenti non deteriorabili, come scatolette, e insaccati, quindi
torce e radio a pile.
• Sintonizzati sulle emittenti radio/TV locali per conoscere l’evolversi
della situazione.
Non fare
• Non usare le auto e provvedi a spostare quelle che potrebbero
intralciare i mezzi di soccorso.
• Non usare apparecchi elettrici che sono stati bagnati.
• Non bere l’acqua del rubinetto.
SE SEI FUORI IN AUTO O A PIEDI E L’ACQUA HA GIÀ INVASO LA
SEDE STRADALE
Fare
• Portati in un luogo riparato e sopraelevato, se ti è possibile raggiungi
il luogo sicuro di attesa.
Non Fare
• Durante e subito dopo intense piogge non correre con l’automobile,
le strade potrebbero essere sede di allagamenti o accumuli di terra caduta dai
versanti.
• Non attraversare un ponte sopra un fiume in piena.
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COSA FARE IN CASO DI INCIDENTE INDUSTRIALE
In caso si verifichi un incidente industriale (incendio – scoppio – nube
tossica) il rispetto di alcune semplici regole di comportamento permette di
ridurre al minimo i danni.
INFORMAZIONI GENERALI
Fare
• Segnala subito l’evento a Carabinieri, Vigili del Fuoco….
• Entra subito in casa o in un edificio.
• Gli ambienti chiusi (casa, scuola, ufficio, negozio) sono la miglior
difesa dai gas e proteggono dalle elevate temperature dovute agli incendi o
esplosioni.
• Abbandona gli scantinati e i seminterrati, c’è il rischio di ristagno di
gas pericolosi.
• Sali ai piani alti ed ubicati dal lato dell’edificio opposto al punto
dell’incidente.
• Chiudi porte, finestre e prese d’aria. Chiudi bene tutte le aperture
attraverso cui potrebbe entrare aria dall’esterno, anche i camini, i
condizionatori e le canne fumarie.
• Spegni i fornelli ed interrompi l’erogazione del gas domestico.
• Spegni qualsiasi fuoco o fiamma, non provocare scintille, non
fumare.
• Disattiva gli impianti elettrici.
• Se nella casa c’è fumo respira attraverso un fazzoletto bagnato e
sdraiati sul pavimento.
• Se sei in auto spegni il motore e chiudi i finestrini.
Non fare
• Non usare gli ascensori.
• Non sostare vicino alla finestre per evitare schegge in caso di rottura.
Abbassare le serrande.
• Se sei ustionato non toglierti i vestiti se questi sono attaccati alla
pelle.
Analizziamo dettagliatamente alcuni casi particolari:
1. Inquinamento da nube tossica;
2. Incidente chimico.
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1° CASO: INQUINAMENTO DA NUBE TOSSICA
Mantieni la calma e non farti prendere dal panico;
Interrompi ogni attività;
Sigilla il più possibile porte e finestre che danno verso l’esterno;
Prendi un indumento per proteggerti, dal freddo, dalla pioggia e/o dal
sole e porta con te uno zaino con torcia e medicinali prescritti dal medico;
Se ti rovi in un edificio con altre persone e devi allontanarti,
incolonnati con loro per uscire;
Ricordati: Non spingere, Non gridare e Non correre;
Dirigiti verso i locali più interni dell’edificio;
Non aprire per nessun motivo porte, finestre e aerazioni con
l’esterno;
Spegni il sistema di ventilazione ( se esiste).
2° CASO: INCIDENTE CHIMICO
SE TI TROVI IN UN LOCALE CHIUSO (CASA, UFFICIO, SCUOLA
ECC…) AL MOMENTO DELL’ INCIDENTE:
Interrompi le utenze elettriche, disinserendo l’interruttore generale o
direttamente dal contatore perché l’impianto elettrico può innescare una
scintilla da cui inizia l’incendio o lo scoppio;
Spegni tutte le fiamme accese o libere, tutti i motori a scoppio o tutte
le possibili fonti di calore perché possono essere fonti di incendio o scoppio.
SE TI TROVI IN UN LOCALE VICINO ALLO STABILIMENTO AL
MOMENTO DELLO SCOPPIO:
Abbandonalo, allontanati a piedi dal locale e cerca riparo in un
ambiente chiuso (pubblico o privato) il più possibile lontano dallo
stabilimento;
Se ciò non è possibile prosegui a piedi percorrendo la via più breve
per uscire dall’area di rischio e per raggiungere poi i punti di raccolta
predisposti dalle autorità competenti.
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SE AL MOMENTO DELL’INCIDENTE TI TROVI IN UN LOCALE CHE
DISTA DA 350 A 1700 METRI DALLO STABILIMENTO
Chiudi porte e finestre per evitare che la sostanza penetri negli
ambienti;
Resta all’interno dell’edificio evitando assolutamente la permanenza
in locali non sufficientemente sicuri ( esempio, tettoie tamponate, ambienti
delimitati da strutture o divisori prefabbricati leggeri o ambienti vetrati)
perché, una eventuale esplosione potrebbe provocare il cedimento delle
strutture e la proiezione di frammenti o schegge pericolose;
Non restare in locali seminterrati o interrati perché la sostanza
chimica potrebbe essere più pesante dell’aria e tendere a penetrare nei luoghi
più bassi;
Stai lontano da finestre, vetrate e porte - finestre esterne perché, in
caso di scoppio vanno in frantumi con il rischio di essere colpiti da schegge
o frammenti di vetro;
Durante tutta l’attesa evita di utilizzare strumenti atti a produrre
scintille (accendini, fiammiferi, candele ecc…) e di accendere apparecchi
elettrici a batteria, non fumare;
Cerca di non spostarti e attendi con pazienza, mantenendo tranquillo
chi è con te (anziani, bambini, invalidi). Dal momento in cui è scattato
l’allarme, che potrà protrarsi per qualche ora, molte persone stanno operando
con tutti i mezzi per la tua incolumità e per scongiurare ogni pericolo il più
rapidamente possibile;
Evita l’uso del telefono che dovrà essere utilizzato solo per segnalare
l’emergenza. Evita di intasare inutilmente le linee telefoniche e pregiudicare
ed ostacolare le comunicazioni di soccorso nella zona interessata;
Non andare alla ricerca dei familiari in quanto in tutta l’area
interessata stanno operando le unità di soccorso.
SE AL MOMENTO DELL’INCIDENTE TI TROVI IN UNO SPAZIO
APERTO
Spegni ogni motore e ogni altra fonte di elettricità;
Provvedi a spegnere ogni fuoco;
Non fumare;
Dopo aver fatto quanto detto, spostati a piedi e trova rapidamente
riparo al chiuso in edifici distanti dallo stabilimento chimico oppure, se ciò
non è possibile, prosegui a piedi percorrendo la via più breve per uscire
dall’area di rischio e raggiungere poi i punti di raccolta predisposti dalle
autorità competenti fuori dall’area stessa.
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COSA FARE IN CASO DI FRANA
SE TI TROVI AL CHIUSO DURANTE UNA FRANA:
Mantieni e contribuisci a mantenere la calma;
Non precipitarti fuori, rimani dove sei;
Riparati sotto un tavolo, sotto l’architrave della porta o vicino ai muri
portanti;
Allontanati dalle finestre, porte con vetri, armadi, perché cadendo
potrebbero ferirti;
Dopo la frana, abbandona l’edificio senza usare l’ascensore.
SE TI TROVI ALL’APERTO DURANTE UNA FRANA:
Allontanati dagli edifici, dagli alberi, dai lampioni e dalle linee
elettriche o telefoniche che potrebbero ferirti;
Cerca un posto dove non hai nulla sopra di te, se non lo trovi cerca
riparo sotto qualcosa di sicuro come una panchina;
Non avvicinarti agli animali perché potrebbero essere spaventati e
reagire violentemente.
SE TI IMBATTI IN UNA FRANA PER LA STRADA:
Segnala in modo visibile l’evento utilizzando il triangolo della tua auto
o altri strumenti di fortuna. Ricorda di indossare il giubbotto e/o le
bretelle retroriflettenti;
Avvisa immediatamente le autorità competenti: telefonando (113, 112,
115) o raggiungendo il centro abitato più sicuro.
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C.5.6 - COME SEGNALARCI UN EVENTO
Il cittadino che nota un incendio boschivo, piuttosto che lo
straripamento del canale di bonifica, oppure un incidente stradale che
coinvolga mezzi che trasportano sostanze pericolose (scoppio, incendio...), o
qualsiasi altro evento dannoso per la popolazione e/o l’ambiente può
segnalare l’evento al Comando di Polizia Municipale del Comune di Laterza
nella quale è anche situata la sede dell’Ufficio Comunale di Protezione
Civile.
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