Ho una paura matta anch`io

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Ho una paura matta anch`io
Categoria: adulti
Traccia 2
" ... le disse: « Hai paura. Hai una paura matta, ma io non voglio che tu abbia paura »"
HO UNA PAURA MATTA ANCH'IO
Mi sconvolge il pensiero di come tutto sia cambiato velocemente e lentamente insieme.
Se fosse possibile afferrerei il tempo e come un nastro lo arrotolerei per tornare al punto in
cui dovrei trovarmi. Fotografie di Elena, Diana e Davide sono appese confusamente in una
grande cornice, facce di bimbi che vedevano il mondo nella più totale inconsapevolezza.
Adesso sono grandi e chi avrebbe immaginato che potessi dimenticare il compleanno dei
miei stessi figli? Ma mi succede. Non presto attenzione come gli altri si aspettano che
faccia. A volte sono solo stanca. In una vita le cose sono così tante che poi diventano un
peso. I bambini portano via tante energie. Tutta l'emozione, la preoccupazione per il loro
arrivo, i loro bisogni. Ho provato felicità, amore e ansia ma guardandomi indietro non me le
ricordo. Parte dei ricordi e dei sentimenti non è più dentro di me.
La gente dice "non so come fai" ed io rispondo che faccio solo del mio meglio cioè quello
che vogliono che dica. Alcuni giorni sono triste e piango anche, come se lacrime amare
potessero cambiare qualcosa.
Ci sono giorni buoni in cui Elena fa quello che più le piace come quando va a fare
volontariato all'asilo, le piacciono i bambini e se ne occupa volentieri. Nelle giornate così
mi chiedo se mia figlia sia ancora lì dentro da qualche parte, anche se molto lontano o se
si sia persa. Ma all'asilo non la vogliono ed adesso non ci va più.
"Come va, un po' meglio?" Rispondo sempre: "Sì grazie, sta bene" e la gente è così
contenta di sentirlo perché non deve sforzarsi di dire o fare altro. Sta meglio perché gli
interventi chirurgici d'urgenza sono finiti, perché ci sono meno interventi ricostruttivi,
perché i capelli sono ricresciuti, perché non ha più bisogno del catetere, della sedia a
rotelle, del deambulatore. Quando cammina adesso ha una gamba buona ed una cattiva,
quella buona va avanti per prima quella cattiva se la trascina dietro.
I medici sono sempre positivi: ha fatto tanti progressi e ne farà ancora. Non tanto numerosi
e rapidi, non arriverà al cento per cento e di sicuro non sarà mai quella che era prima
dell'incidente. Mi sollevano con una mano e mi schiacciano con l'altra. Adesso detesto i
dottori. I primi giorni mi avevano detto di non farmi illusioni, che forse non sarebbe
sopravvissuta. Ho aspettato e aspettato che mi dessero una risposta concreta che mi
togliesse di dosso il terrore, ma coi medici, ora lo so, non c'era mai niente altro che un
altro giorno in cui la paziente non era morta.
La gente ha mandato tantissimi biglietti, in chiesa si è pregato. Ora sono passati sei anni,
sono rimasti la vita e il tempo e tutto è diventato insignificante.
Così la mia bellissima e ostinata figlia mi è stata strappata via ed al suo posto ora c'è
questa creatura così difficile cui è stato necessario insegnare da capo a mangiare, a
lavarsi, ad allacciarsi le scarpe. Tre volte la settimana fa ancora fisioterapia, ciclicamente
logopedia, i terapisti sono incoraggianti ... come i medici. Misurano la speranza in
"bravissima Elena! Ancora una volta! Un ultimo sforzo! " Elena fa e tutti concordano che
stia facendo lenti ma costanti progressi.
Ci sono funzioni del cervello involontarie, come il respiro e il battito cardiaco. Il cervello se
viene colpito continua a cercare di fare il suo lavoro tra connessioni, scintille e cortocircuiti.
E' il cervello che controlla i movimenti, tutto ciò che è avvertito dai sensi, toccato, visto,
annusato, il linguaggio, la parola, la logica, la memoria, il comportamento, il giudizio. Mi
hanno spiegato che Elena può esercitarsi in modo che la semplice ripetizione può
convincere il suo cervello a seguire una certa strada, ma ci sono funzioni che sono
diventate un'autostrada che non porta più da nessuna parte.
Risalendo lungo il nastro non sarei la madre di nessuno, ma posso solo andare avanti e
sarò sempre, sempre e solo quella che cucina, persuade, minaccia, placa e li ama
indipendentemente da ciò che fanno (a parte proprio quando non ci riesco; non è
esattamente involontario come respirare).
Ad Elena i capelli sono ricresciuti più scuri, prima dell'incidente la prima cosa che si notava
erano i lunghi capelli biondi.
Gli interventi le hanno lasciato una diversa espressione facciale, Elena si accorge che le
persone la fissano o cercano di evitare di farlo mentre si domandano cosa c'è di strano in
lei.
Elena è la prima dei miei figli e la voglia di scattare foto ha fatto che il suo album sia il
doppio degli altri, ma non lo apro mai anche se me lo ricordo tutto: lei all'ospedale vestita
di bianco senza capelli, con la bocca aperta in uno sbadiglio o in uno strillo, in alcune
dorme, poi gattona, si regge in piedi, poi regge in braccio i suoi fratelli fino ad una Elena
decisamente grande che apre la sfilata del palio di Asti.
A volte penso che Elena sia nata in un mondo fatto di normalità e speranza e che ora viva
in un altro pieno di tristezza e fallimenti. Tutti dicono che è un buon segno se ha qualche
interesse, qualcosa che la porti fuori casa. Posso solo immaginare le battute che fanno tra
di loro o il fastidio che provano quando Elena è all'asilo coi loro figli. Ci andava con
qualsiasi tempo, nonostante la gamba dolorante.
Adesso Elena esce di casa regolarmente. Anche il suo modo di parlare è un po' migliorato,
non sembra più una sordomuta che cerca di parlare tirando ad indovinare le parole.
Nonostante io abbia dato tutta me stessa per prendermi cura di Elena ora mi sembra di
essere stata abbandonata, mi sento sola senza Elena di sei anni fa ed è forse per questo
che ogni giorno mi sento e forse appaio anche un po' più triste.
Dal 24 settembre 2007 al 18 giugno 2008 duecentosettantuno giorni di ricovero, nove
lune, Elena è rinata e le dico "lo so che hai paura. Hai una paura matta, ma io non voglio
che tu abbia paura ",
Ho una paura matta anch'io.
Posso solo sopportare con pazienza e vincere con l'amore le pressioni esterne ed interne,
la sofferenza chiede amore ma non è facile amare così.